LIMOGES, UNA VOLATA CON IL “BERRETTO” IN TESTA

marzo 9, 2010 by Redazione  
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In un’altra giornata fredda e ventosa, William Bonnet (letteralmente “berretto”) vince la 2a tappa della Parigi – Nizza, 201 km da Contres a Limoges, anticipando in uno sprint in lieve salita un brillantissimo Peter Sagan e Luis Leon Sanchez, che grazie all’abbuono rosicchia qualche secondo in classifica generale. Sempre leader in classifica generale Lars Boom, con 5’’ su Jens Voigt e 10’’ sullo stesso Sanchez.

Foto copertina: lo sprint vincente di “berretto” Bonnet (foto Pascal Pavani)

Continua nel segno del freddo, delle cadute e delle volate la Parigi – Nizza 2010, che ha vissuto quest’oggi il suo terzo giorno di gara, con i 201 km da Contres a Limoges, nervosi nell’ultimo quarto, ma mai realmente impegnativi. Dopo il capitombolo che ieri aveva coinvolto fra gli altri anche Alberto Contador, oggi è stata la volta di quello, molto meno significativo in ottica classifica generale ma ben più doloroso e carico di conseguenze fisiche, di Grega Bole, secondo classificato ieri, intento a pilotare la volata di Mirko Lorenzetto. La dinamica della caduta è stata la più banale che si possa pensare: un istante di disattenzione da parte dell’atleta, lieve contatto con la ruota posteriore del corridore davanti e conseguente, inevitabile perdita di equilibrio. Sfortunatamente, lo sloveno, oltre ad aver scelto per volare a terra una fase di gara in cui la velocità era ben oltre i 50 orari, è stato anche scambiato per un trampolino da Jimmy Casper, che lo ha travolto spiccando il volo a sua volta, atterrando ad un paio di metri di distanza. Ma se il transalpino e i due Martin – Dan e Tony -, anch’essi finiti ad assaggiare l’asfalto, si sono rialzati quasi subito, molto peggio è andata a Bole, rimasto a lungo a terra dolorante, e infine costretto al ritiro.

Prima di questo scossone, di cui avremmo fatto volentieri a meno, la tappa è scivolata via in maniera decisamente tranquilla, con una lunga fuga orchestrata da Finetto, Mouris, De Koert e Mangel, ripresa ad una quindicina di chilometri dalla conclusione, malgrado uno strenuo tentativo di resistenza da parte del corridore della Saur-Sojasun. Altrettanto vano, anche se coraggioso, è stato il tentativo di Cyril Gautier, 22enne francese della B-Box Bouygues Telecom, capace di racimolare 20’’ nel volgere di qualche chilometro, salvo poi essere altrettanto rapidamente riassorbito dal plotone, tirato dagli uomini della Caisse d’Epargne.

Con un finale che appariva ormai delineato, con un più che probabile volata di gruppo conclusiva (malgrado su questo stesso traguardo, nel 2007, Pellizotti fosse riuscito ad anticipare gli sprinter), ad alterare parzialmente quello che sarebbe stato il canovaccio dell’epilogo ha provveduto uno spartitraffico, posto a 2 km circa dal traguardo, che ha costretto diversi corridori ad allungare di molto la loro traiettoria, costando loro diverse posizioni e la possibilità di disputare lo sprint. All’ultimo chilometro, in leggera ascesa, è stata quindi la già descritta scivolata di Bole a sfilacciare ulteriormente il plotone, presentatosi all’ultima curva in lunga fila indiana. Proprio la leggera contropendenza di cui si diceva ha probabilmente negato a Peter Sagan, enfant prodige slovacco della Liquigas, classe 1990, la prima grande vittoria della carriera: partito lunghissimo, a 200 metri circa dalla linea bianca, Sagan ha conservato la testa fino ai 20 metri finali, dove anche il suo straordinario motore ha dovuto alzare bandiera bianca, cedendo il passo a William Bonnet, tornato alla vittoria dopo quasi 2 anni. Peter si è dovuto accontentare della piazza d’onore, davanti ad un pimpante Luis Leon Sanchez, ha incamerato 4’’ di abbuono, issandosi al 3° posto della generale, e a Mirco Lorenzetto, 4° e migliore degli italiani. Nei 10 anche Francesco Chicchi, 10°, benché penalizzato dal finale non pianeggiante.

Per Bonnet si tratta del successo nettamente più importante della sua carriera, complice il fatto che la concorrenza, all’interno del palmarès del 27enne di Saint-Doulchard, non è esattamente feroce (si segnalava finora la vittoria nel GP d’Isbergues 2008).

In classifica generale, Lars Boom non ha avuto difficoltà nel mantenere i 5’’ di margine su Jens Voigt e i 13’’ su David Millar, scavalcato da Sanchez in virtù dell’abbuono odierno. Probabile che l’olandese possa incontrare qualche difficoltà in più domani, lungo i 208 km da Saint-Junien ad Aurillac, molto nervosa e dal finale molto interessante, con la Cote de la Martinie ai -3 dall’arrivo. Quella di domani sarà in ogni caso la penultima tappa interlocutoria – almeno sulla carta – di questa Parigi – Nizza. Da giovedì, con il traguardo di Mende, prenderà il via una serie di tre tappe di media montagna, intervallate dalla sola frazione di Aix-en-Provence, destinate a rivoluzionare la classifica generale. Boom ha ieri messo in mostra una gamba invidiabile, ma i segnali lanciati oggi da Sanchez e ieri da Valverde, e i distacchi ridotti di Leipheimer e Contador, entrambi a 25’’, lasciano apertissimo qualsiasi scenario in ottica graduatoria finale.

Matteo Novarini

TIRRENO ADRIATICO 2010, MINIGIRODITALIA

marzo 9, 2010 by Redazione  
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Il calendario del ciclismo mondiale è costituite da date mobili e da altre sacrosante. Lo sanno anche le biciclette che, quattro giorni dopo la partenza della Parigi – Nizza, prende il via la Tirreno – Adriatico, unica alternativa “on the road” alla marcia d’avvicinamento alla Milano – Sanremo. Quest’anno la differenza di latitudine tra le due corse sarà appianata dalle condizioni atmosferiche, con climi che si annunciano rigidi anche sulle solitamente più calde rotte della “corsa dei due mari”. Differentissimi, invece, i tracciati di gara: se oltralpe le salite latiteranno, sulla strada per San Benedetto del Tronto i corridori incontreranno parecchi saliscendi, spesso assai arcigni, con pendenze che anticiperanno i sesti gradi della prossime edizione della corsa rosa. Quest’anno non ci sarà il muro di Montelupone, ma i finali di Chieti, Colmurano e Macerata non lo faranno di certo rimpiangere.

Foto copertina: lo stupendo panorama che i partecipanti alla 45a edizione della Tirreno – Adriatico godranno, una volta raggiunta la cima della Forca di Presta (www.uif-net.com)

Un Giro d’Italia in miniatura. Può essere considerato una versione ridotta della corsa rosa 2010, il tracciato proposto quest’anno per la Tirreno – Adriatico, per il suo aborrire i chilometri da affrontare contro il tempo e per la profusione di pendenze a due cifre che i corridori dovranno affrontare nelle tre giornate centrali, “grattuggiate” come il tartufo sulle colline che, da 44 anni, rappresentano l’essenza della “corsa dei due mari”. Non dalla sfida contro l’orologio – tolta dal tracciato per venire incontro alla fame di percorsi meno impegnativi –, non dalle grandi salite uscirà il nome del successore di Michele Scarponi, ma da questa sbornia di lievi alture che, mai come quest’anno, si annunciano arcigne e proposte a mitraglia.
La 45a edizione prenderà il via mercoledì 10 marzo da Livorno e si concluderà sette giorni più tardi con la consueta passerella di San Benedetto del Tronto, capolinea di una corsa lunga 1247 Km complessivi, una quarantina in meno rispetto alla parallela Parigi – Nizza, che quest’anno è stata sottoposta a una decisa liposuzione della zavorra di salite, intervento che Zomegnan non s’è sentito di applicare sul profilo della Tirreno – Adriatico, gara che sarebbe stato impossibile proporre senza difficoltà altimetriche, data la geografia dell’Italia centrale.
Le prime tre frazioni, interamente tracciate sulle strade di Toscana, a meno di sorprese saranno terreno di caccia per i ghepardi del gruppo, poi entreranno in scena i pretendenti alla maglia azzurra di leader della classifica, da quest’anno intitolata alla memoria di Franco Ballerini. Chieti, Colmurano e Macerata accoglieranno le tre frazioni più impegnative, tutte col traguardo in quota, dopo aver affrontato stilettate che non faranno di certo rimpiangere il muro di Montelupone, affrontato nelle ultime due edizioni.

1a TAPPA: LIVORNO – ROSIGNANO SOLVAY (148 Km)

Come nella passata edizione, la Tirreno prenderà le mosse dalla provincia di Livorno e permarrà sulle strade toscane per tre giornate, caratterizzate da percorsi laocoontici, più intricati dal punto di vista planimetrico – tutte circuiti che s’innesteranno su altri circuiti – che sul piano delle reali difficoltà di gara. Per i velocisti non dovrebbero esserci problemi, almeno per molti di essi, ma vanno tenute in conto sorprese, come quella vista l’anno scorso a Capannori quando, sul traguardo della prima tappa, la volata del gruppo fu anticipata di una dozzina di secondo dall’arrivo del francese El Fares e dell’ucraino Duma.
Quella frazione presentava l’ultimo ostacolo ai meno 16, mentre stavolta saranno appena 7 i Km da percorrere per andare al traguardo di una tappa decisamente più vallonata, ma che si aprirà con un circuito di una quarantina di chilometri totalmente pianeggiante. Trasferitisi da Livorno nella non lontana Rosignano Solvay, località balneare famosa per le “Spiaggie Bianche”, i corridori dovranno affrontare una prima tornata di circa 50 Km, superando le ascese di Rosignano Marittimo e Nibbiaia, in vetta alle quali sarà messa in palio la prima maglia verde, che premierà il leader della classifica dei GPM. A decidere la prima maglia azzurra sarà, invece, il doppio anello conclusivo di circa 18 Km, che prevede la ripetizione della salita di Rosignano Marittimo, con il penultimo passaggio valevole come traguardo volante, presso il quale saranno distribuiti i primi abbuoni che andranno a “costumare” la classifica generale. Le bonificazioni faranno gola a molti e questo ingrediente potrebbe intervenire a rompere le uova del paniere alle squadre dei velocisti, che faranno fatica a tenere cucito il gruppo in questi frangenti di gara.

PARTENZA: Rotonda dell’Ardenza, ore 11.15
VIA VOLANTE: ore 12.45, Via Firenze
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
TRAGUARDO VOLANTE: Rosignano Marittimo (Km 129,9) tra le 15.42 e le 15.59
GPM: Rosignano Marittimo – 1° passaggio (148m – 1,2 Km al 5,8% – dopo 79,5 Km) tra le 14.33 e le 14.44; Nibbiaia (271m – 6,9 Km al 2,9% – dopo 98,6 Km) tra le 14.59 e le 15.12
ARRIVO: a Rosignano Solvay, Via Salvador Allende, tra le 16.06 e le 16.27

2a TAPPA: MONTECATINI TERME – MONTECATINI TERME (165 Km)

Il gruppo affronterà con molta curiosità la seconda frazione della Tirreno – Adriatico, una tappa in “circuiti” – sarà costituita da tre anelli consecutivi – che li porterà a pedalare sul tracciato che, il prossimo autunno a Melbourne, sarà proposto all’UCI quale sede dei mondiali di ciclismo del 2013. Prima di affrontare il probabile itinerario iridato, i corridori dovranno percorrere due tornate più ampie, simili nel chilometraggio – una cinquantina di chilometri circa cadauna – ma differenti nelle difficoltà, andando a scollinare le salite di Massa e Cozzile e di Goraiolo, primo GPM giornaliero a oltre 700 metri di quota. Difficilmete provocherà selezione, così come la salita di Vico, punto culminante del gran finale, che sarà affrontata nel tratto iniziale dell’ultimo circuito. Le facili pendenze e l’assoluta mancanza di asperità negli ultimi 11 Km dovrebbero lasciare la porta aperta ai velocisti che cominceranno a pregustare un periodo d’oro per loro, considerata anche l’accessibilità dei percorsi mondiali sui quali si gareggerà a Geelong quest’anno e nella danese Rudersdal nel 2011. Ci sarà, comunque, un’insidia che l’altimetria non evidenzia e sarà costituita dalla stretta curva a gomito che, nel corso dell’ultimo chilometro – tra l’altro tracciato in lieve falsopiano ascendente –, introdurrà il rettilineo d’arrivo, affrontata anche nel finale della tappa di Montecatini del Giro d’Italia del 2003. Quel giorno, mentre Mario Cipollini volava verso il suo 42° e ultimo successo sulle strade della corsa rosa, in quello spigolo cadde il lettone Nauduzs che trascinò nel capitombolo anche la maglia rosa Garzelli e l’immediato inseguitore Simoni. Un punto che il futuro ct della nazionale dovrà circolettare in rosso e temere più dei 3200 metri al 5% dell’ascesa su per le prime pendici della Valdinievole.

VIA VOLANTE: ore 12.15, SS 435
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
TRAGUARDI VOLANTI: Pescia (Km 66,6) tra le 13.47 e le 13.57; Montecatini Terme – inizio 3° giro del circuito finale (Km 135,6), tra le 15.24 e le 15.43
ZONA RIFORNIMENTO: Montecatini Terme – inizio circuito finale (Km 103-106)
GPM: Goraiolo (762m – 11,9 Km al 5,2% – dopo 83,2 Km) tra le 14.11 e le 14.22; Vico – 4° passaggio (211m – 3,2 Km al 5% – dopo 153,5 Km) tra le 15.49 e le 16.11
ARRIVO: a Montecatini Terme, Piazzale della Torretta, tra le 16.05 e le 16.28

3a TAPPA: SAN MINIATO – MONSUMMANO TERME (159 Km)

La Tirreno – Adriatico si sposterà di pochissimi chilometri, dalle terme di Montecatini a quelle di Monsummano, per la più impegnativa frazione della tre giorni toscana. Non lo sarà esclusivamente sotto l’aspetto altimetrico, ma anche per il magone che buona parte del gruppo avvertirà nel percorrere quelle che erano le strade della vita e degli allenamenti di Franco Ballerini. Si transiterà da Cantagrillo e Casalguidi proprio a cavallo delle fasi calde di questa tappa, che proporranno le ascese consecutive dei Papi e di San Baronto. La prima è inedita e più impegnativa (contiene un tratto di quasi mille metri al 10,3%, con picchi del 14%) della seconda che, invece, è la più celebre della zona, da sempre affrontata nel tracciato del GP Industria & Artigianato di Larciano, nota corsa professionistica che si disputa poco prima del via del Giro d’Italia. Si salirà dal versante che è tradizionalmente affrontato in discesa, il mediano dei tre possibili per livello di difficoltà, per poi planare sulla stessa Larciano. Più che le salite, potrebbero contribuire alla selezione le successive picchiate che, in entrambi i casi, si annunciano particolarmente acclivi, soprattutto scendendo dai Papi, dove si rasenteranno picchi del 17%. Una volta terminata l’ultima discesa mancheranno solo 11 Km al traguardo, ma non è detto che queste difficoltà bastino per impedire un arrivo allo sprint.

PARTENZA: Via Pizzigoni (San Miniato Basso), ore 12.15
VIA VOLANTE: ore 12.25, Via Roma
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
TRAGUARDI VOLANTI: Pescia (Km 96,4) tra le 14.39 e le 14.53
ZONA RIFORNIMENTO: Monsummano Terme – 1° passaggio (Km 80-83)
GPM: I Papi (283m – 5,2 Km al 4,5% – dopo 131,3 Km) tra le 15.28 e le 15.47; San Baronto – 2° passaggio (340m – 7,2 Km al 4% – dopo 143,5 Km) tra le 15.45 e le 16.05
ARRIVO: a Monsummano Terme, Piazzale Giusti, tra le 16.06 e le 16.29
SITI DEDICATI: http://www.comune.san-miniato.pi.it/index.php/archivio-primo-piano/130-news/998-il-passaggio-della-tappa-tirreno-adriatico-venerdi-12-marzo-

4a TAPPA: SAN GEMINI – CHIETI (243 Km)

La Tirreno – Adriatico entrerà nel vivo dopo aver lasciato la Toscana e aver traslocato armi e bagagli, con un trasferimento di quasi 270 Km, tra i verdi colli umbri. Da San Gemini, altra celebre località di cure termali, prenderà il via una delle frazioni più esigenti di questa edizione. Non sarà la più tosta, prevista per domani e strategicamente collocato in un giorno festivo, ma la più chilometrica, resa ardua negli ultimi 70 Km da una serie di “saccagnate” che potrebbero lasciar stordito il gruppo e che ricorderanno a molti il muro di Montelupone, anche se le inclinazioni da affrontare non saranno molto prolungate. Nella marcia di avvicinamento al gran finale si taglierà nel mezzo la catena appenninica, andando ad attraversare le terre sconvolte dal sisma del 6 aprile 2009. Infatti, dopo aver scavalcalto il primo dei tre GPM di giornata, la facile ascesa verso i quasi 1000 metri della Sella di Corno, si scenderà nella conca aquilana, dove un traguardo volante anticiperà il più succulento arrivo del Giro d’Italia, previsto due mesi più tardi.
I momenti più interessanti di questa giornata li vivremo quando, superato anche il GPM di Pretoro, la corsa giungerà a Chieti e affronterà per due volte l’ascesa verso l’antica Teate. Salendo in città dalla valle dell’Alento, la prima scalata finirà alle spalle del centro storico, superati 2300 di strada all’8% medio, con due rasoiate all’11% che, comunque, saranno un nulla rispetto a quanto si incontrerà 12 Km più avanti, dopo esser scesi nella zona industriale e quindi risaliti dalla “Colonnetta”, classica via d’accesso alla città, teatro delle fasi conclusive della seconda tappa del Giro d’Italia del 1909, la prima edizione della corsa rosa, vinta da Giovanni Cuniolo sul futuro vincitore assoluto Luigi Ganna. Si tratta di una difficoltà abbastanza abbordabile e anche per questo gli organizzatori hanno introdotto una piccola variante al tratto finale, che aggirerà gli ultimi 600 metri dell’ascesa incanalando il gruppo sul muro di Via De Turre, uno strappo di 300 scoscesi metri (media del 15,2%, massima del 19%) al termine del quale si affronterà l’ultimo gran premio della montagna. Il traguardo, infatti, non sarà al termine dell’ascesa ma 3,3 Km più avanti, percorso un tratto in quota che riproporrà, nel chilometro conclusivo, un’altra stilettata a due cifre, poco prima di giungere nella centralissima Piazza Trento e Trieste e d’imboccare il rettilineo d’arrivo, pavimentato in lastre di granito, di Corso Marrucino, la via dello “struscio” dei teatini.

RITROVO DI PARTENZA: Piazza San Francesco
VIA VOLANTE: ore 10.10, Via Ternana (SS 79)
MEDIE PREVISTE: 35 – 39 Km orari
TRAGUARDI VOLANTI: L’Aquila – Viale della Croce Rossa (Km 106) tra le 12.53 e le 13.11; Bucchianico (Km 220,7) tra le 15.49 e le 16.28
ZONA RIFORNIMENTO: Poggio Picenze (Km 120-123)
GPM: Sella di Corno (990m – 13,9 Km al 3,6% – dopo 86,2 Km) tra le 12.22 e le 12.37; Pretoro (725m – 10,1 Km al 4,4% – dopo 201,2 Km) tra le 15.19 e le 15.54; Chieti – Via De Turre / innesto Via Madonna degli Angeli (309m – 3,9 Km al 6,7% – dopo 239,7 Km) tra le 16.18 e le 17.00
ARRIVO: a Chieti, Corso Marrucino, tra le 16.23 e le 17.06

5a TAPPA: CHIETI – COLMURANO (234 Km)

Dopo la felice scalata al Sasso Tetto nella scorsa edizione, nella tappa che mandò in maglia azzurra Michele Scarponi, anche quest’anno gli organizzatori hanno inserito una salita con la S maiuscola nel tracciato della Tirreno – Adriatico. Oggi i corridori dovranno misurarsi lungo i quasi 12 Km che condurranno sino ai 1535 metri della Forca di Presta, valico che accoglierà per la prima volta nella storia il passaggio di una corsa professionistica. In realtà, Torriani l’aveva inserita nel tracciato della tappa di Osimo del Giro d’Italia del 1987 ma poi, dopo i sopralluoghi di rito, gli si era preferito proprio il Sasso Tetto, salita che batte di un soffio la Forca di Presta sul piano del chilometraggio e delle pendenze, mentre scollina a una quota più bassa di quasi 100 metri. Le due ascese godranno, inoltre, di una differente collocazione all’interno del tappone marchigiano: l’anno scorso la cima del GPM era a 43 Km dal traguardo di Camerino, mentre stavolta se ne dovranno percorrere ben 98 dopo lo scollinamento. Ma questo non vorrà dire che la frazione proposta 12 mesi fa sia più impegnativa e appetibile agli scalatori rispetto a quella tracciata per 234 Km tra Chieti e Colmurano. Anzi, è vero il contrario perché gli ultimi 100 Km della quinta frazione saranno massacranti, come ha promesso colui che ha personalmente scelto questo percorso, lo “scenografo” delle corse Gazzetta Mauro Vegni. Il bello, infatti, verrà dopo la Forca di Presta che sarà seguita da due salite più corte ma più pendenti e poi dalla lunga teoria di muri che si dovranno superare nei quaranta chilometri conclusivi: una violenta strappata di 300 metri al 16% medio all’inizio della complessivamente morbida ascesa di Monastero, un’altra di quasi mezzo chilometro, meno acclive ma comunque tosta (12% media) poco prima di Santa Maria di Pieca e, infine, scavalcata la facile ascesa di San Genesio (resa “pepata”, in assenza di grandi pendenze, da un traguardo volante ad abbuoni, strategicamente collocato nelle fasi calde della tappa), la salita finale verso Colmurano, autentico “memento Monteluponi”. Lo striscione del traguardo sarà posto al termine d’un tratto pianeggiante di poco più di mille metri ma non sarà facile raggiungere il triangolo rosso, in vista del quale termirà una verticale di 700 metri al 15%, nel corso della quale si toccherà il picco estremo della Tirreno – Adriatico 2010, col quale la strada s’inclinerà sino al 20%, un punto di percentuale in meno rispetto al muro maceratese.

ULTIM’ORA
Modificato il tracciato della tappa a causa delle presenza di neve (anche due metri) nel tratto appenninico. Salteranno le salite di Forca di Presta, Frontignano e delle Arette, sostituite dal Sasso Tetto, ascesa inserita a 54 Km dal traguardo. Confermato il finale, sarà introdotto un ulteriore GPM in località Castignano, mentre il primo traguardo volante si disputerà a Sarnano. Rifornimento in località Ponte Maglio. In tutto si percorreranno 216 Km.

RITROVO DI PARTENZA: Centro Espositivo della Camera di Commercio di Chieti (Via Pomilio, Chieti Scalo)
VIA VOLANTE: ore 10.25, Chieti Scalo – SS 5
MEDIE PREVISTE: 35 – 39 Km orari
TRAGUARDI VOLANTI: Sarnano (Km 146,8) tra le 14.10 e le 14.36; San Ginesio (Km 201,7) tra le 15.35 e le 16.10
ZONA RIFORNIMENTO: Ponte Maglio (Km 114-117)
GPM: Castignano (458m – 14,7 Km al 2,4% – dopo 104,8 Km) tra le 13.06 e le 13.24;
Sasso Tetto / Valico di Santa Maria Maddalena (1455m – 13,1 Km al 7,2% – dopo 161,5 Km) tra le 14.33 e le 15.01
ARRIVO: a Colmurano, Piazza Umberto I, tra le 15.57 e le 16.35

6a TAPPA: MONTECOSARO – MACERATA (134 Km)

Le difficoltà finora affrontate avranno certamente conferito alla classifica generale una ben marcata fisionomia, ma ci sarà ancora possibilità di ribaltare la situazione. Anche la penultima giornata di gara, infatti, offrirà diverse occasioni per tentare l’assalto alla maglia azzurra oppure, a quest’ultima, la possibilità di consolidare il proprio dominio. Quella di Macerata si annuncia come la più facile tappa della terna di frazioni più impegnative, ma non la si potrà assolutamente definire pedalabile. Dopo un tratto in linea iniziale vallonato ma privo di vere difficoltà, il clou di questa giornata sarà rappresentato da un circuito di una ventina di chilometri che dovrà essere inanellato tre volte. Quattro, però, saranno i passaggi complessivi sulle due ascese che caratterizzeranno il finale: in pratica, ci sarà un arrivo in salita preceduto dal “muretto” di Santa Maria del Monte, 1200 metri al 10% (max del 16%) che nelle ultime due edizioni della Tirreno fungevano da ancella al Montelupone, mentre stavolta ricopriranno il ruolo di primadonna, sebbene non sarà lassù che si toccheranno le pendenze più elevate di giornata. I corridori se le troveranno sotto le ruote poco più avanti, col 18% che s’incontrerà a 500 metri dal traguardo, a sua volta posto al termine di un’ascesa di 3 Km, complessivamente inclinata al 5,4%.

VIA VOLANTE: ore 13.00, SP 74
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
TRAGUARDI VOLANTI: Treia (Km 46) tra le 14.04 e le 14.10; Macerata – viale Leopardi / fine 1° giro (Km 95,6) tra le 15.13 e le 15.27
GPM: Macerata – viale Leopardi – 1° passaggio (298m – 2 Km al 7,2% – dopo 76,6 Km) tra le 14.46 e le 14.57; Macerata – viale Leopardi – 3° passaggio (298m – 2 Km al 7,2% – dopo 114,7 Km) tra le 15.40 e le 15.56
ARRIVO: a Macerata, Piazza della Libertà, tra le 16.07 e le 16.26
SITI DEDICATI: http://www.comune.macerata.it/Engine/RAServePG.php/P/127721CMC0400/M/28501CMC0122


7a TAPPA: CIVITANOVA MARCHE – SAN BENEDETTO DEL TRONTO (164 Km)

Una frazione dal destino predestinato, o quasi. Il traguardo di San Benedetto del Tronto è stato quasi sempre terreno di conquista per velocisti, a segno al termine di una tappa che lascia le porte aperte anche a tentativi da lontano, comunque destinati al fallimento. Il tracciato, infatti, presenta diversi trampolini di lancio nei primi 70 Km di gara, che si snoderanno ancora nelle strade dell’entroterra marchigiano, senza però andare ad affrontare ascese impegnative. Sarà difficile andar via solo se la situazione in classifica sarà ancora passibile di variazioni poiché, in tal caso, chi punterà a ribaltare la situazione avrà tutto l’interesse a sprintare sui traguardi volanti ad abbuoni e non vorrà certo consegnare le bonificazioni ai fuggitivi di giornata. Al massimo, il gruppo lascerà loro solo un lieve margine, in maniera da rintuzzarlo in vista del primo sprint, previsto a 40 Km dall’arrivo, quando si sarà già entrati da un bel pezzo nel piattissimo circuito cittadino di 10 Km che metterà il sigillo alla 45a edizione della Tirreno – Adriatico. Due tornate più avanti il programma offrirà un’altra occasione foriera di secondi regalati a suon d’abbuono, mentre sarà molto più difficile approfittare dell’opportunità fornita dal traguardo finale, con le migliori ruote veloci del gruppo sgomitanti per una delle volate più prestigiose del panorama ciclistico.

VIA VOLANTE: ore 12.00, SS 16
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
TRAGUARDI VOLANTI: San Benedetto del Tronto – fine 3° giro (Km 124) tra le 15.01 e le 15.21; San Benedetto del Tronto – fine 5° giro (Km 144) tra le 15.30 e le 15.53
ZONA RIFORNIMENTO: Grottammare (Km 81-84)
GPM: Monte Giberto (308m – 3,4 Km al 5,6% – dopo 36,8 Km) tra le 12.53 e le 12.59; Cossignano (358m – dopo 57,2 Km) tra le 13.23 e le 13.32
ARRIVO: a San Benedetto del Tronto, Viale Buozzi, tra le 15.59 e le 16.25

Mauro Facoltosi

UN POMERIGGIO DI PURO CICLISMO

marzo 9, 2010 by Redazione  
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Avrebbe dovuto essere un’occasione per parlare dell’etica nel mondo dello sport, in quello del ciclismo in particolare. Ma la presenza di due veterani del calibro di Mino De Rossi e Vittorio Rossello ha monopolizzato l’incontro con i ricordi dei tempi andati, quando Coppi e Bartali si sfidavano sulle strade di tutta Italia, quando una sei giorni era un avvenimento, ciclisticamente parlando, paragonabile a quello di un comizio politico, nel quale ciascuno promuoveva il proprio valore per poi puntare a un posto nell’ordine d’arrivo.

Nel freddo pomeriggio di sabato 6 marzo, presso l’aula magna dell’UNITRE di Varazze si è tenuto l’incontro-convegno “il passato, il presente e il futuro nel mondo del ciclismo”.
L’incontro, primo di una serie dedicata al mondo dello sport, è inserito nel programma del corso “L’evoluzione dei valori dell’etica nello sport”.
A fare da padrone di casa e moderatore è stato il conosciuto e ciclisticamente esperto Dott. Carlo Delfino, autore di diverse pubblicazioni sul ciclismo pionieristico.
Ha preso per prima la parola la professoressa Laura De Bellis, direttrice dell’UNITRE varazzina, che ha portato il saluto del prof. Renzo Bardelli, docente di etica dello sport all’Università di Firenze, e citato alcuni stralci dell’intervento tenuto dal prof. Bardelli il 6 febbraio, giorno d’inizio del corso. Stralci dai quali si evince un richiamo deciso alla necessità di ritornare all’etica e alla cultura sportiva in tutte le discipline. Un ritorno necessario per combattere la ricerca eccessiva e a qualunque costo del risultato e il malcostume presente a tutti i livelli (vedasi i conclamati casi di doping, le violenze nel gioco, il tifo che sfocia spesso e volentieri nell’odio, la presenza di oscure figure che agiscono nell’ombra e alle spalle degli sportivi).
L’intervento successivo è stato del Dott. Delfino che ha informato la platea di alcune defezioni tra gli ospiti, come quelle dell’ex corridore Luigi Zaimbro, costretto a dare forfait per uno stato influenzale, e del campione italiano esordienti di downhill Francesco Colombo, impegnato in uno stage federale.
Subito dopo la scena è stata occupata dallo spessore umano e sportivo delle due gueststar dell’incontro: il genovese Mino de Rossi, campione olimpico d’inseguimento a squadre a Helsinki e gregario di Coppi alla Bianchi, e il savonese Vittorio Rossello, ottimo scalatore e gregario di Bartali alla Legnano, del quale ricordiamo il secondo posto alla Milano – Sanremo del 1948, dietro il Campionissimo.
A quel punto la scaletta, come si conviene agli eventi importanti, è saltata.
In un misto d’italiano e dialetto, i due “ragazzi” – classe ’31 De Rossi, classe ’26 Rossello – pungolati anche dai presenti, hanno preso in mano la situazione come facevano un tempo in testa al gruppo.
Si è parlato senza soluzione di continuità di pista, di Olimpiadi, di piccole e grandi ripicche, di rivalità in gara e di grandi amicizie nate appena scesi di bicicletta. Si è rivangato i vecchi tempi e si è auspicato un roseo futuro. Si è paragonato, con rispetto, Coppi a un levriero e Bartali a un trattore.
Si è pure riusciti a trovare la similitudine tra le mitiche sei giorni su pista e la politica, inciuci compresi, dove si avevano 6 giorni a disposizione per dimostrare il proprio valore e, nella riunione del sesto giorno, si dichiarava e si pretendeva un posto nell’ordine d’arrivo, cercando poi mantenere le intenzioni in pista. Insomma, in un susseguirsi di “ti ricordi?” e di “ma tu c’eri?” si è andato avanti con gli aneddoti navigando a vista, stupendo una platea magari poco avvezza a cose di ciclismo, ma affascinata da queste due figure e dal mondo che rappresentavano.
Con le consuete premiazioni di rito e un ricordo nel 50° della morte di Fausto Coppi è terminato l’incontro, auspicando un sempre più vivo legame tra Varazze e il ciclismo e il tanto desiderato arrivo del Giro d’Italia in vetta al Monte Beigua, la montagna che, dall’alto dei suoi 1287 metri, sovrasta la cittadina rivierasca.

Mario Prato

HENDERSON CONTRES TUTTI

marzo 9, 2010 by Redazione  
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La prima tappa della Parigi – Nizza si è svolta parzialmente secondo copione. Si sapeva che avrebbe vinto un velocista e così è stato, ma nessuno avrebbe immaginato che, al termine di una tappa completamente piatta, ci sarebbe stato qualche pezzo grosso già costretto a inseguire. Fra trenate e cadute, infatti, a 16 Km dal traguardo si è isolato in testa alla corsa il gruppetto di 15 corridori che si è giocato la tappa allo sprint. Vince il neozelandese Henderson e festeggiano anche l’olandese Boom, ancora in maglia gialla, e lo spagnolo Valverde, che rosicchia 17” a Contador. Continua il momento no per Cunego che, coinvolto nella caduta, giungerà al traguardo con più di 7 minuti di ritardo.

Foto copertina: la volata vincente di Henderson sul traguardo di Contres (foto Isabelle Duchesne)

Come da copione la prima tappa in linea della Paris-Nice si è conclusa in volata, anche se a ranghi ristretti, con la vittoria del neozelandese portacolori SKY Gregory Henderson che ha preceduto lo sloveno Bole della Lampre e il francese Galland della Saur-Sojasun.
Se l’arrivo era scontato, così non lo è stato l’andamento della gara lungo i 201 km da Saint-Arnoult-en-Yvelines a Contres. Subito dopo la partenza, con coraggio e incoscienza, Romain Feillu e Albert Timmer hanno affrontato l’ignoto di una fuga a lunga gittata, rimanendo al vento per 146 km e raggiungendo il vantaggio massimo di 6’20”.
Nel frattempo la maglia gialla Boom sprintava ai traguardi volanti in caccia di secondi di abbuono. Alcune trenate di Astana e Rabobank facevano alzare le antenne alle altre squadre per ricucire i frazionamenti verificatisi in seno al gruppo. L’attacco ai meno 40 di Gilbert e Veleers creava una certa frenesia davanti al plotone, con Rabobank, Astana e Caisse d’Epargne a condurre l’inseguimento. Frenesia che ha provocando anche la caduta di Levi Leipheimer, Samuel Sanchez e Damiano Cunego.
Ai meno16 il lavoro della Caisse d’Epargne provocava l’avvantaggiarsi di un plotoncino di 15 unità: Luis Leon Sanchez e Valverde del team spagnolo, Martin del Team HTC – Columbia, Kreuziger della Liquigas – Doimo, lo stesso capoclassifica Boom (Rabobank), Roche della Ag2R-La Mondiale, Millar della Garmin – Transitions, Bole della Lampre – Farnese Vini, Ivanov e Kolobnev del Team Katusha, Henderson dello Sky Professional Cycling Team, l’italiano Marco Marcato del Vacansoleil Pro Cycling Team, Galland e Lemoine della Saur – Sojasun, Voigt del Team Saxo Bank. Con le consuete scaramucce sotto la “flamme rouge” questo gruppetto si gioca la vittoria con un vantaggio di 17” sul resto del plotone, regolato in volata da Chicchi su Lorenzetto.
A causa della caduta Leipheimer retrocede in classifica al 7°posto, così come Contador, caduto quando mancavano 3 km all’arrivo e sceso all’8° posto. Lo spagnolo dovrà smalitire il dolore alla gamba sinistra prima che la corsa entri nel vivo. Coinvolto nel capitombolo anche Cunego, che taglierà il traguardo di Contres con oltre 7 minuti di ritardo.
Da segnarale che Lars Boom sta vestendo contemporaneamente tutte le maglie di leader a disposizione: leader della generale, miglior giovane, classifica a punti e GPM.

Mario Prato

08-03-2010

marzo 9, 2010 by Redazione  
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PARIGI – NIZZA
Il neozelandese Gregory Henderson (Sky Professional Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Saint-Arnoult-en-Yvelines – Contres, percorrendo 203,5 Km in 4h22′17″, alla media di 46,552 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Bole e il francese Galland. Miglior italiano Marco Marcato (Vacansoleil Pro Cycling Team), 8°. Damiano Cunego (Lampre – Farnese Vini) è 151° a 7′12″.
L’olandese Lars Boom (Rabobank) conserva la maglia di leader con 5″ sul tedesco Voigt e 13″ sul britannico Millar. Miglior italiano Marcato, 40° a 54″. Cunego è 153° a 8′14″.

BOOM, UNA PARTENZA COL BOTTO

marzo 8, 2010 by Redazione  
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Mentre a Kuala Lumpur l’australiano Shaw metteva i sigilli alla 15a edizione del Tour de Langkawi, nel nord della Francia si radunavano i bei nomi del ciclismo mondiale per lo start della Parigi – Nizza, classica prova di preparazione all’imminente Milano – Sanremo. A sorpresa, complici il freddo e un tracciato vallonato, è andato a segno l’olandese Laars Boom, corridore non certo fermo a cronometro – da U23 è stato campione del mondo – e avvezzo a queste condizioni di gara, essendo anche un eccellente ciclocrossista.
I big più attesi hanno concluso la prova con pochi secondi di ritardo: il migliore è stato Contador, 4° a 6”, mentre il suo rivale annunciato Valverde ha accusato 29” da Boom.
Un minuto di ritardo per Damiano Cunego che, probabilmente, non si è ripreso del tutto dal capitombolo della Ruta del Sol.

Foto copertina: Boom vola….. (foto AFP)

A Montfort-l’Amaury con un cronoprologo di 8 km è cominciata l’edizione 2010 della Paris-Nice, la corsa a tappe francese che apre il calendario mondiale in Europa.
Secondo i pronostici della vigilia l’edizione di quest’anno sarà una questione tutta spagnola: sono, infatti, Contador e Valverde i più accreditati al successo finale il 14 marzo sulla Promenade des Anglais a Nizza.
Intanto, però, oggi il più veloce, in barba al pronostico e a quelli che sanno sempre tutto prima, è stato l’olandese in maglia Rabobank Lars Boom che ha bruciato gli 8 km in 10’56”, più veloce di 3” del tedesco Voigt e di 6” della coppia di ex compagni di squadra Leipheimer e Contador. A seguire gli altri probabili protagonisti, con Kreuziger 9° a 13”, Valverde 31° a 29”, Greipel 47°a 34”, Frank Schleck 85° a 48”, Gilbert 90° a 49” e Cunego 125° a 1’. Primo degli italiani è Mauro Finetto (Liquigas-Doimo), 41° a 33”.
Si è trattato, insomma, di un avvio che non ha dato indicazioni su quanto potrà accadere nei prossimi 7giorni, ma che ha consegnato agli onori della cronaca il tre volte campione olandese di ciclocross (2007, 2008 e 2010), forse più avvezzo al fango e ai tratti da percorrere con la bici in spalla, avendo indossato anche la maglia iridata di ciclocross nel 2007 (U23) e nel 2009. Un corridore comunque capace di vincere una tappa alla Vuelta dell’anno scorso, la classifica generale del Giro del Belgio, e quando era U23 (2007), il campionato mondiale di categoria a cronometro. Quindi, l’attuale leader della classifica non è un carneade qualunque, anzi ha dimostrato con i fatti di saper tirare fuori dal cilindro il coniglio giusto.
Chissà se nei prossimi giorni, quello che oggi è stato costruito con la sabbia di pochi secondi non diventi un trono sul lungomare nizzardo.
Da oggi si comincerà a fare sul serio. A Contres, salvo beffarde sorprese, saranno le ruote veloci ad avere tutte per loro le luci della ribalta, mentre i big staranno al coperto per lasciare al momento opportuno la loro impronta nella corsa che porta verso il sole della Costa Azzurra.

Mario Prato

GRAN SHAW FINALE IN MALESIA

Come si diceva ai tempi di Portobello, la trasmissione televisiva di Enzo Tortora, BigBen ha detto stop!
Con la volata imperiosa, dopo l’ennesima giornata frizzante, dell’australiano Stuart Shaw si è conclusa l’edizione 2010 del Tour de Langkawi. E ora onore per tutti. A chi oggi ha vinto, ma soprattutto, trattandosi di una gara a tappe, al leader della Classifica Generale Josè Rujano, che oggi si è gustato il trionfo nella passerella conclusiva. Al malese Manan, 4° di giornata, che si aggiudica definitivamente la maglia verde della Classifica a Punti. All’australiano McDonald che, grazie al primo posto nel GPM odierno, si aggiudica la maglia di Re della montagna, ieri usurpatagli dallo stesso Rujano. Al coreano Gong Hyo Suk, secondo a Genting Higlands e leader della speciale classifica dei ciclisti asiatici. Onore anche a Pier Paolo De Negri, che pur essendosi dedicato per tutta la settimana alla causa della squadra, con un crescendo di risultati, oggi ha conseguito l’ottavo posto nello sprint, suo miglior piazzamento nella corsa malese.

Mario Prato

Sprint sul pavè per la tappa conclusiva del Tour de Langkawi (foto R Pudyanto)

Sprint sul pavè per la tappa conclusiva del Tour de Langkawi (foto R Pudyanto)

07-03-2010

marzo 8, 2010 by Redazione  
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PARIGI – NIZZA
L’olandese Lars Boom (Rabobank) si è imposto nel prologo, circuito di Montfort-l’Amaury, percorrendo 8 Km in 10′56″, alla media di 43,902 Km/h. Ha preceduto di 3″ il tedesco Voigt e di 6″ lo statunitense Leipheimer. Miglior italiano Mauro Finetto (Liquigas – Doimo), 41° a 33″. Damiano Cunego (Lampre – Farnese Vini) è 125° a 1′00″.

LE TOUR DE LANGKAWI
L’australiano Stuart Shaw (Drapac Porsche Cycling) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Kuala Kubu Baru – Dataran Merdeka, percorrendo 133,7 Km in 3h01′, alla media di 44,320 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Celis e l’austriaco Haselbacher. Unico italiano in gara, Pierpaolo De Negri (ISD – Neri) si è piazzato 8°.
Rujano Guillen si impone con 2′07″ sul coreano Suk Gong e 2′39″ sull’iraniano Askari . De Negri è 82° a 23′22″

VUELTA CICLISTA A LA REGION DE MURCIA
L’olandese Theo Bos (Cervélo TestTeam) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Redyser (Murcia) – Murcia, percorrendo 121,1 Km in 2h43′35″, alla media di 44,417 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Brown e l’austriaco Schorn. Lance Armstrong si è piazzato 8° a 1′18″. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Astana), 58°. Il ceco Frantisek Rabon (Team HTC – Columbia) si impone in classifica, con 38″ sul russo Menchov e 53″ sul britannico Wiggins. Miglior italiano Tiralongo, 14° a 2′24″.

La volata che ha posto il sigillo alla 30a edizione della Vuelta Murcia (foto Bosco Martin)

La volata che ha posto il sigillo alla 30a edizione della Vuelta Murcia (foto Bosco Martin)

DRIEDAAGSE VAN WEST-VLAANDEREN (Belgio)
Il belga Kris Boeckmans (Topsport Vlaanderen – Mercator) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Middelkerke – Ichtegem, percorrendo 194,5 Km in 4h21′36″, alla media di 43,610 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Gene e il belga Keukeleire (Cofidis, Le Credit En Ligne), che si impone in classifica, con 3″ su Boeckmans e 7″ sull’olandese Traksel.

GRAND PRIX DE LA VILLE DE LILLERS – SOUVENIR BRUNO COMINI
Il francese Benoit Daeninck (Roubaix-Lille Métropole) si è imposto nella corsa francese. Ha preceduto i connazionali Bideau (allo sprint) e Dion (di 10″)

Il vittorioso arrivo del francese Daeninck (foto JM Hecquet)

Il vittorioso arrivo del francese Daeninck (foto JM Hecquet)

OCBC CYCLE SINGAPORE ELITE CRITERIUM
L’australiano Ben Kersten (Fly V Australia) si è imposto nel criterium disputato a Singapore, percorrendo 76 Km in 1h40′40″, alla media di 45,298 Km/h. Ha preceduto gli italiani Michele Merlo (Footon-Servetto) e Angelo Furlan (Lampre – Farnese Vini).

TROFEO ZSSDI
Lo sloveno Marco Kump (Adria Mobi) nella corsa friulana, percorrendo 143,8 Km in 3h42′47″, alla media di 38,728 Km/h. Ha preceduto di 6″ il connazionale Gnezda e di 9″ l’italiano Marco Canola (Zalf Desiree).

Larrivo qiasi solitario di Marco Kump (foto Paolo Sant)

L'arrivo qiasi solitario di Marco Kump (foto Paolo Sant)

06-03-2010

marzo 7, 2010 by Redazione  
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MONTEPASCHI STRADE BIANCHE
Il kazako Maxim Iglinskiy (Astana) si è imposto nella corsa toscana, percorrendo 190 Km in 4h59′48″, alla media di 38,025 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo svedese Löfkvist e l’australiano Rogers. Miglior italiano Filippo Pozzato (Team Katusha), 4° a 18″.

LE TOUR DE LANGKAWI
Il venezuelano José Rujano Guillen (ISD – Neri) si è imposto nella sesta tappa, Putrajaya – Genting Highlands, percorrendo 102,8 Km in 3h04′21″, alla media di 33,458 Km/h. Ha preceduto di 2′09″ il coreano Suk Gong e di 2′36″ l’iraniano Askari. Unico italiano in gara, Pierpaolo De Negri (ISD – Neri) si è piazzato 79° a 21′08″.
Rujano Guillen è il nuovo leader della classifica, con 2′07″ su Suk Gong e 2′42″ su Askari . De Negri è 92° a 23′22″

VUELTA CICLISTA A LA REGION DE MURCIA
Il ceco Frantisek Rabon (Team HTC – Columbia) si è imposto nella quarta tappa, circuito a cronometro di Alhama de Murcia, percorrendo 22 Km in 25′10″, alla media di 52,450 Km/h. Ha preceduto di 33″ il russo Menchov e di 48″ il britannico Wiggins. Lance Armstrong si è piazzato 8° a 1′18″. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Astana), 29° a 2′19″. Rabon è il nuovo leader della classifica, con 38″ su Menchov e 53″ su Wiggins. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Astana), 14° a 2′24″.

Rabon in azione nella cronometro di Alhama de Murcia (foto Bosco Martin)

Rabon in azione nella cronometro di Alhama de Murcia (foto Bosco Martin)

DRIEDAAGSE VAN WEST-VLAANDEREN (Belgio)
Il tedesco Robert Wagner (Skil – Shimano) si è imposto nella seconda tappa, Torhout – Handzame, percorrendo 176,6 Km in 4h03′21″, alla media di 43,542 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Traksel e il belga Jens Keukeleire (Cofidis, Le Credit En Ligne), che conserva la testa della classifica, con 4″ su Wagner e 5″ su Traksel.

La volate vincente dellolandese Wagner (www.nieuwsblad.be)

La volate vincente dell'olandese Wagner (www.nieuwsblad.be)

DE VLAAMSE PIJL
Il neozelandese Clinton Robert Avery (PWS Eijssen Cycling Team) si è imposto nella corsa belga, percorrendo 151,7 Km in 3h43′10″, alla media di 40,785 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Debusschere e Plackaert.

DALLA POLVERE DELLE STRADE BIANCHE SPUNTA IGLINSKY

marzo 6, 2010 by Redazione  
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Il kazako della Astana vince a sorpresa la 4a edizione della Monte Paschi Strade Bianche, anticipando in uno sprint a tre Thomas Lovkvist, vincitore della passata edizione, e Michael Rogers, MVP della giornata. 4° il campione d’Italia Pozzato, migliore degli italiani. Ottimo 6° posto per Ginanni. Delude Cancellara, staccato nettamente nel finale.

Foto copertina: è il kazako Iglinsky il primo puledro a sfrecciare sulla storica fettuccia di Piazza del Campo (foto Bettini)

La Monte Paschi Strade Bianche resta stregata per i colori azzurri. Dopo le affermazioni di Kolobnev (Russia), Cancellara (Svizzera) e Lovkvist (Svezia), è toccato ad un kazako scrivere il proprio nome nell’albo d’oro di questa giovane ma bellissima corsa, riuscita nel giro di appena quattro anni a costruirsi un fascino degno di una classica e una solida considerazione internazionale. Kazako che risponde al nome di Maxim Iglinsky, 28enne di Astana (scegliete voi se nel senso di città o nel senso di squadra), corridore polivalente se ce n’è uno: campione nazionale a cronometro, prezioso gregario di Contador e compagni in montagna, vincitore di una tappa alpina (a Valloire) del Giro del Delfinato di due anni fa, da oggi anche corridore capace di vincere su strade sterrate e vallonate. Dopo il 3° posto del Giro del Mediterraneo, alla luce della vittoria odierna, non è eretico definire Iglinsky uno dei nomi più caldi dell’inverno ciclistico, aspettando l’inizio della campagna delle classiche di primavera.
Tanto più che la concorrenza, sulle strade senesi, era decisamente agguerrita: da Cancellara a Lovkvist, gli ultimi due vincitori della gara, passando per Flecha, fresco vincitore dell’Omloop Het Volk, Ginanni, Visconti, Garzelli e Rogers, senza contare nomi altisonanti ma poco adatti al contesto o in scarse condizioni di forma, in parte schieratisi al via solo per fare pratica in vista della frazione di Montalcino del prossimo Giro d’Italia (in primis Cadel Evans, Andy Schleck, Mark Cavendish e Franco Pellizotti).
Dopo due terzi di gara abbondanti di relativa quiete, privi di tentativi di fuga particolarmente pericolosi, la corsa si è accesa improvvisamente ad una cinquantina di chilometri dal termine, con una trenata di Matti Breschel, cui ha fatto seguito una analoga manovra da parte di Lovkvist. Sempre nel tratto sterrato in questione, Monte Sante Marie, è arrivato il primo vero attacco, portato dal duo Liquigas Oss – Nibali, cui si sono accodati dapprima Rogers, Spilak e Garzelli, quindi anche Francesco Ginanni. Paradossalmente, proprio i due Liquigas sono stati i primi tra i fuggitivi ad alzare bandiera bianca, determinando la formazione di un quartetto la cui avventura si è conclusa all’imbocco del tratto sterrato comprendente l’ascesa più dura, quella di Colle Pinzuto, a 20 km scarsi dal termine.
È stato allora che i corridori destinati a giocarsi il successo hanno iniziato a giocare le proprie carte. Dopo uno strenuo tentativo di resistenza da parte di Michael Rogers, evaso dal drappello di testa pochi istanti prima del ricongiungimento, è stato Juan Antonio Flecha ad accendere la miccia, imitato prontamente da Fabian Cancellara, cui si sono accodati Breschel, Pozzato, Iglinsky e Ginanni. Il gruppetto venutosi così a formare in testa non ha però avuto la lucidità necessaria a trovare un rapido accordo, consentendo il recupero di altri 9 atleti, di cui solo 5 poi irrimediabilmente respinti dall’ultimo tratto di strade bianche, quello di Tolfe. Bello ma vano è stato invece l’attacco di Enrico Gasparotto, capace di scollinare con una manciata di metri di margine sulla penultima asperità di giornata (prima della rampa conclusiva verso Piazza del Campo), ma poi prontamente neutralizzato.
Con ancora 11 uomini a giocarsi il successo, senza più tratti sterrati da affrontare, i chilometri successivi, in pianura e in asfalto, si sono tradotti in una girandola di scatti e contro scatti infruttuosi, aperta da Iglinsky, proseguita da Pozzato e Flecha e chiusa da Cancellara, che in condizioni di forma migliori avrebbe probabilmente salutato definitivamente la compagnia dopo aver acquisito i 50 metri guadagnati sullo scatto. Con i favoriti intenti a marcarsi tra loro, è stato allora un impagabile Michael Rogers, MVP di giornata per distacco, ad azzeccare la stoccata, cui solo Lovkvist, Hesjedal e Iglinsky hanno avuto la forza o la prontezza di accodarsi subito. Fatale è stata invece l’esitazione di Filippo Pozzato e Francesco Ginanni, capaci di scattare a loro volta e di rientrare sulla testa della corsa a meno di 2 km dal termine, ma costretti ad uno sforzo che ha impedito loro di resistere alla progressione di Lovkvist nei 900 metri finali.
Solamente Iglinsky e un eroico Rogers sono riusciti a tenere la scia dello svedese, che dal canto suo, scollinato con qualche metro sul kazako, deve avere per un istante pensato di avere quasi centrato il bis, fino a quando alla sua sinistra non è sfrecciata una maglia celeste con evidenti problemi nella conduzione della bici, ma parimenti molto più veloce. Dopo la curva di San Martino, punto cruciale del Palio, lo scandinavo non ha avuto il tempo materiale per tentare una contromossa, vedendosi relegato al ruolo di spettatore d’eccezione della nona vittoria della carriera di Iglinsky. Rogers si è dovuto accontentare del 3° posto, mentre Pozzato, 4° e migliore degli azzurri, si può consolare con la consapevolezza di una condizione molto buona in ottica Sanremo, per quanto non altrettanto incoraggiante sia stata la solita gestione di gara troppo passiva.
Alla luce della gara odierna, ci pare giusto tornare su un concetto già espresso all’inizio: nessuna corsa, a nostra memoria, è stata recentemente capace di acquisire in così breve tempo il prestigio e l’attenzione della Montepaschi Strade Bianche, che ha nella magia dello sterrato un valore aggiunto che si sta dimostrando più pesante della giovanissima età della competizione. Valore aggiunto sufficiente a garantire un lotto partenti di primissimo piano, nonché la partecipazione di atleti non alla caccia del risultato ma di grande richiamo, anche se evidentemente non ancora tale da spingere la Rai a sottrarre un po’ di tempo alle sintesi di partite di Champions League di due settimane fa per dare spazio ad una diretta. In chiusura, riprendendo il tema della start list, da segnalare il forfait prima del via di Alessandro Ballan, colto da un attacco gastrointestinale. Lo scorso anno, proprio in questo periodo cominciò il calvario dovuto al citomegalovirus che segnò di fatto tutta la stagione del Veneto. L’augurio è che non si tratti di nulla di simile, e che al Fiandre e alla Roubaix il nostro maggiore specialista delle pietre sia pronto a dare battaglia.

Matteo Novarini

RUJANO: E’ FINITO IL LETARGO PER LO SCRICCIOLO DELLE MONTAGNE?

marzo 6, 2010 by Redazione  
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Nella notte italiana, è suonata la campanella di fine ricreazione per i partecipanti al Tour de Langkawi; oggi si saliva sulla montagna più dura della Malesia ha partorito un topolino. È uno scricciolo Rujano, uno dei corridori più leggeri del gruppo, ma quando le salite si fanno dure vede rosso come i tori. Era da cinque anni che non si vedevano i suoi lampi di classe sulle strade del grande ciclismo e le rampe di Genting Highlands sono andate a stanarle. Sarà tornato sui livelli del Giro del 2005? I prossimi mesi daranno la conferma di questa risurrezione o si è trattato solo di un ritorno di fiamma?

Foto copertina: Rujano festeggia sul podio di Genting Higlands (foto Le Tour de Langkawi)

Basta scaramucce, basta sgomitare per un punto in più o in meno ai traguardi volanti, basta calcoli sui secondi per mantenere la maglia di leader della generale. Basta! Nel ciclistico sabato malese la strada guardava verso il cielo, verso gli Dei, verso la gloria.
E in cattedra sono saliti i professori di scalata, i pesi leggeri, quelli che sfidano la legge dei gravi salendo leggeri come uccelli e determinati come predatori, pronti a ghermire il traguardo posto sempre troppo in alto per i comuni mortali.
Oggi era il giorno atteso da tutti, ma in particolare dalla ISD-Neri e dal suo più rappresentativo camoscio in questa missione malese: quel Josè Rujano che già negli anni passati aveva fatto vedere cose egregie ogni qualvolta la strada s’impennava, per poi di sparire, inglobato nelle nebbie dell’anonimato ciclistico.
Ma una nuova carriera si prospetta davanti al venezuelano, accasatosi da poco nella formazione diretta da Luca Scinto e Angelo Citracca, squadra piccola ma ben strutturata, con un buon amalgama e buone individualità, il giusto mix che le dovrebbero permettere di essere invitata agli appuntamenti ciclistici più importanti.
Ancora prima di partire per la Malesia Rujano aveva segnato in rosso sul road-book la tappa odierna. E, cosa molto importante, ha mantenuto la promessa. L’ha mantenuta facendo lavorare la squadra nei primi 50 km, permettendo solo agli interessati di giocarsi i traguardi volanti, affrontando davanti le prime rampe dell’ascesa e dando la stoccata decisiva ai meno 15, perdendo uno a uno i componenti del plotoncino che cercava, con le unghie e con i denti, di rimanere attaccato alla sua ruota. Fino a rimanere da solo, con la sua fatica e la sua voglia di ringraziare chi ha creduto in lui, sempre più avanti, pestando leggero sui pedali, un metro dopo l’altro fin sul traguardo, lasciando il secondo arrivato a oltre 2 minuti, per conquistare – come nelle grandi imprese che si rispettino – tappa e maglia, per scrivere un’altra volta il suo nome nell’albo d’oro di una corsa ciclistica, per guardare in maniera più rosea al suo futuro, per poter tornare a commentare felice una sua giornata di gloria: “Tutto come volevo, ci tenevo a vincere questa tappa, l’unica dove avrei potuto giocare le mie carte. E la classifica è mia. Tutti i miei compagni sono stati bravissimi. Prima De Negri e Kvachuk hanno tirato in pianura, poi Grabovskyy e Pidgornyy hanno fatto forte i primi otto chilometri di salita, selezionando il gruppo. A quel punto sono partito io. Sto andando forte, in salita mi sento bene e questa vittoria dice che sono sulla buona strada”.
Ovviamente l’impresa del venezuelano non è stata l’unico motivo d’interesse della tappa delle Genting Highlands. L’idolo di casa Manan doveva difendere due leadership, la classifica a punti e quella dei corridori asiatici, ma ha fallito il secondo obiettivo a favore del coreano Hyo Suk Gong, piazzatosi alle spalle di Rujano. La maglia gialla Erler, invece, ha perso subito contatto all’inizio della salita finale. Buona prova per l’australiano Peter McDonald, detentore alla partenza della maglia rossa dei GPM, che però, arrivando quarto, è costretta a cederla a Rujano, nonostante l’ex-aequo nella speciale classifica.
Oltre ad aver contribuito alla vittoria del compagno di squadrea, l’italiano Pierpaolo De Negri ha collezionato un secondo posto nel secondo traguardo volante e ha chiuso al 79° posto, a 21’08” dal vincitore. In classifica, invece, il corridore ligure staziona al 92° posto, a 23’22” dalla vetta.

Mario Prato

CLASSIFICHE
Classifica generale
1° José Rujano Guillen (Ven) ISD – Neri
2° Hyo Suk Gong (Kor) Seoul Cycling a 2’07”
3° Hossein Askari (IRI) Tabriz Petrochemical Cycling Team a 2’42”

Classifica a punti
1° Anuar Manan (Mas) Geumsan Ginseng Asia
2° Michael Matthews (Aus) Team Jayco – Skins a 11 punti
3° Vidal Celis (Spa) Footon-Servetto a 28 punti


Classifica GPM

1° José Rujano Guillen (Ven) ISD – Neri
2° Peter McDonald (Aus) Drapac Porsche Cycling s.p.
3° Hyo Suk Gong (Kor) Seoul Cycling a 1 punti

Classifica corridori asiatici
1° Hyo Suk Gong (Kor) Seoul Cycling
2° Hossein Askari (IRI) Tabriz Petrochemical Cycling Team a 35”
3° Amir Zargari (IRI) Azad University Iran a 1’17”

LA TAPPA DI DOMANI

La 15a edizione del Tour de Langkawi è arrivata al suo ultimo capitolo, che sarà scritto lungo i 134 Km che condurranno dalla città di Kuala Kubu Bharu alla capitale Kuala Lumpur. Non ci sarà molto da raccontare poiché tappe simili sono vissute con tranquillità dal gruppo – oramai non ci saranno più possibilità di cambiare la classifica – che aumenterà con vigore l’andatura in vista dell’ingresso nel circuito finale, un anello di 6,5 Km che dovrà essere ripetuto cinque volte. I velocisti potranno, dunque, prendere le misure del rettilineo d’arrivo che condurrà nella Dataran Merdeka, una delle piazze principali di Kuala Lumpur, intitolata all’indipendenza nazionale. Prima di raggiungere la capitale ci sarà, comunque, modo di vedere le ultime fiammate agonistiche grazie alla presenza, nel tratto iniziale, di un traguardo volante e di due facili GPM di 4a categoria.

Mauro Facoltosi

Laltimetria della tappa conclusiva (www.ltdl.com.my)

L'altimetria della tappa conclusiva (www.ltdl.com.my)

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