12-03-2010

marzo 13, 2010 by Redazione  
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TIRRENO – ADRIATICO
L’italiano Daniele Bennati (Liquigas-Doimo) si è imposto nella terza tappa, San Miniato – Monsummano Terme, percorrendo 159 Km in 3h54′09″, alla media di 40,473 Km/h. Ha preceduto allo sprint Alessandro Petacchi (Lampre-Farnese Vini) e l’austriaco Eisel.
Bennati si porta in testa alla classifica con 4″ sul tedesco Gerdemann e sul belga Boonen.

PARIGI – NIZZA
Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas – Doimo) si è imposto nella quinta tappa, Pernes-les-Fontaines – Aix-en-Provence, percorrendo 157 Km in 3h34′15″, alla media di 43,967 Km/h. Ha preceduto di 2″ la volata del gruppo, regolata dall’italiano Mirco Lorenzetto (Lampre – Farnese Vini) sullo spagnolo Valverde. Damiano Cunego (Lampre – Farnese Vini) è 78° a 2′36″.
Lo spagnolo Alberto Contador (Astana) conserva la testa della corsa con 20″ su Valverde e 25″ sul ceco Kreuziger. Miglior italiano Ivan Santaromita (Liquigas – Doimo), 25° a 3′19″. Cunego è 72° a 11′39″.

TOUR DU MALI
Il marocchino Tarik Chaoufi (nazionale marocchina) si è imposto nella quarta tappa, Koutiala – Sikasso, percorrendo 145 Km in 3h15′23″, alla media di 44,528 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali El Ammoury e Saadoune. Il marocchino Mouhssine Lahsaini ( nazionale marocchina) conserva la testa della classifica con 1′54″ e 1′55″ sui connazionali Er Ragragui e Jelloul.

CARO DANIELE, CHIEDI SCUSA PER IL RITARDO

marzo 12, 2010 by Redazione  
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Strafavorito, e strabattuto, giovedì a Montecatini, Daniele Bennati rialza la testa e va a prendersi la terza tappa e la maglia di leader della Tirreno-Adriatico. Il treno Liquigas, ancora una volta, funziona alla meraviglia e a Monsummano Terme l’aretino è finalmente impeccabile mettendosi alle spalle un Petacchi che nessuno si aspettava già lì dopo la “bazzata” di quattro giorni e Bernhard Eisel che cerca di tenere in piedi la baracca dell’HTC-Columbia che senza Cavendish rischia di affogare. E, poi, ci sono gli sconfitti di giornata, Ginanni su tutti. Ma non si può dire che non ci ha provato.

Foto copertina: la volata vincente di Bennati (foto Riccardo Scanferla)

Nella vita chi vive di rimpianti sbaglia sempre. E, a volte, è meglio non averne anche se alla fine te ne torni a casa con niente in mano. L’importante è essere apposto con la propria coscienza.
Dovrebbe essere questo, più o meno, ciò che frulla nella testa a quel gruppetto di dieci corridori che nella terza tappa della Tirreno-Adriatico ha cercato, nella discesa del San Baronto, di far saltare il banco ma non ci sono riusciti. Pazienza.
Chi invece il suo obiettivo l’ha centrato in pieno, anche se con ventiquattr’ore di ritardo, è Daniele Bennati che, dopo il cappotto che Boonen gli ha rifilato a Montecatini, è andato finalmente a prendersi il successo di tappa e, grazie agli abbuoni, per un giorno indosserà anche la maglia azzurra di leader. Difficile che a Chieti sia ancora sua viste le salite che aspetteranno i corridori domani ma, intanto, l’obiettivo minimo è stato raggiunto. Il prossimo appuntamento è martedì a San Benedetto del Tronto dove si faranno prove di volata della Sanremo.
Ma oggi, negli ultimi trecento metri, c’è stato anche qualcun altro che ci ha stupito, ed è Alessandro Petacchi. Lo spezzino, caduto lunedì in allenamento a casa sua, è stato in dubbio fino all’ultimo se prendere parte o meno alla Tirreno ma, alla fine, ha optato per il “si” ma la sua sembrava quasi una gita di piacere o giù di lì. Tant’è che quando, a due chilometri dall’arrivo di Monsummano, abbiamo visto mettersi alle spalle del treno verde Liquigas due uomini della Lampre-Farnese, tutti hanno pensato subito a Danilo Hondo. Ed invece era proprio “Ale-Jet” che, nello sprint, ha addirittura tentato di anticipare Bennati ai 190 metri ma poi ha dovuto desistere conservando la piazza d’onore.
Ma, all’inizio, dicevamo di coloro che stasera non hanno rimpianti. Il primo è senz’altro Francesco Ginanni, così come Vincenzo Nibali e Giovanni Visconti, casualmente i tre che correvano sulle strade di casa e che il percorso li ha fatti transitare proprio davanti a casa di ognuno. Lasciata da parte la fuga iniziale, dopo 35 chilometri dal via di San Miniato Basso, con Lang (Omega Pharma-Lotto), Caccia (ISD-Neri) al secondo tentativo consecutivo, e Wurf (Androni) con quest’ultimo che in solitaria transita da solo sulla vetta de I Papi e viene raggiunto poche centinaia di metri prima del Gpm del San Baronto, il palcoscenico è tutto per gli ultimi quindici chilometri. Se corrono in casa qualcosa vorranno fare e, di fatti, non si perdono d’animo. Appena scollinato il San Baronto, affrontato in maniera ineccepibile in testa al gruppo dai vari Agnoli, Codol e Pellizotti, si lancia giù come un forsennato Francesco Ginanni che prima guadagna cinque metri, poi dieci, poi venti, poi cinquanta. Il gruppo, già frazionato dall’ottantesimo posto in giù in salita, si divide ulteriormente e tutti i big provano a tenere le ruote di testa. La tattica in casa Androni è studiata ad arte: Ginanni disegna come meglio non si potrebbe le curve della “sua” discesa, Scarponi lo segue a pochi centimetri per provare ad andarsene. E, fra se e se, pensano la stessa cosa anche Visconti e Nibali. Fatto sta che in fondo al San Baronto, quando il gruppo passa per Lamporecchio, davanti si ritrovano in dieci: oltre ai quattro già citati, ci sono anche Pellizotti, Iglinsky, Canuti, Failli, Mori e Garzelli. I fuggitivi si guardano negli occhi e si contano per un centinaio di metri, poi decidono di mettersi pancia a terra, uomini Liquigas compresi, e collaborare, escluso Mori. Il gruppo, da dietro, non sembra crederci molto ed il gruppetto riesce subito a guadagnare 16” che poi diventano venti ma più di lì non si andrà. L’intesa infatti si rompe, non si sa per merito di chi, e quando si ricompone è oramai troppo tardi. La Liquigas ha deciso che vuole giocarsi le sue carte in volata e così sarà. Il treno verde entra in azione ai 1500 metri finali con Manuel Quinziato, poi tocca a Daniel Oss (sempre più bravo, potrebbe lottare anche per un posto al Giro) e poi Fabio Sabatini. Ai 210 metri prova ad uscire Petacchi ma Bennati chiude subito la porta e va via in progressione vincendo di quasi una bicicletta. Dietro di lui lo spezzino e poi Eisel a salvare una Columbia che aspetta, invano, un Cavendish che mai arriverà, e poi Farrar che non riesce nell’impresa di rivincere in Toscana come gli era capitato l’anno scorso, a sorpresa JAFlecha, poi Modolo, Bazayev, Boasson Hagen e Ginanni che ha voluto sfogare tutta la sua rabbia col nono posto in volata.
Con l’abbuono Daniele Bennati sfila la maglia blu di leader dalle spalle di Linus Gerdemann e la va ad indossare per almeno ventiquattro ore, con 4” di vantaggio sul tedesco e Tom Boonen, oggi non pervenuto nello sprint finale.
Domani quarta tappa, la più lunga, da San Gemini a Chieti di 243 chilometri. Un passaggio simbolico, quello dall’Aquila per salutare le popolazioni terremotate (come succederà anche con il Giro), e poi tanta salita con tre Gpm abbastanza interessanti, soprattutto il secondo a 40 chilometri dal traguardo, l’ultimo è invece ai meno quattro ed è la strada che da Chieti Scalo porta al centro storico, dove probabilmente si deciderà la tappa. Difficile, ma non impossibile, che Petacchi possa tenere la maglia, è un arrivo adatto ai vari Ginanni, Garzelli, Nibali, Pellizotti. E anche Boonen, se avesse voglia di esporsi ulteriormente più di quello che ha già fatto.

Saverio Melegari

LA SAGA(N) CONTINUA

marzo 12, 2010 by Redazione  
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Peter Sagan bissa il successo di Aurillac, vincendo anche la 5a tappa della Parigi – Nizza, 157 km da Pernes-les-Fontaines a Aix-en-Provence, grazie ad una bellissima azione solitaria, iniziata a 2 km dal traguardo. Alle sue spalle un gruppo falcidiato dal forcing della AG2R negli ultimi 25 km, regolato da Lorenzetto. 3° Valverde, che grazie all’abbuono si porta a 20’’ da Contador, sempre leader.

Foto copertina: bis di Sagan sulle strade della Parigi – Nizza (foto AFP)

Gridare al fenomeno è sempre pericoloso nello sport, e ancora di più lo è nel ciclismo, dove l’immagine di ogni campione è pronta a sgretolarsi dall’oggi al domani sotto i colpi dell’ennesimo scandalo doping. Se per un istante mettiamo però da parte il disincanto prodotto in ogni appassionato dalle peripezie degli ultimi anni, e ci limitiamo a giudicare sulla base di ciò che vediamo sulla strada, è impossibile non esaltarsi di fronte alle gesta di Peter Sagan, 20 anni da neanche 2 mesi, che ha bissato la vittoria di due giorni fa ad Aurillac, questa volta però lasciando sul posto tutti gli avversari, involandosi tutto solo verso l’arrivo di Aix-en-Provence.

Già prima della prodezza dell’alfiere Liquigas, la tappa si stava rilevando molto meno scontata del previsto, senza fughe capaci di caratterizzare realmente la frazione, ma con tanti tentativi, promossi soprattutto da una attivissima Bouygues Telecom, prontamente neutralizzati dal plotone. Ad accendere davvero la tappa è stato però un tanto improvviso quanto inspiegabile attacco di squadra della AG2R La Mondiale, intrapreso apparentemente senza un perché quando mancavano 25 km al traguardo, in corrispondenza della foratura di Thomas Voeckler (vogliamo sperare non sia stato un attacco punitivo nei confronti dell’aggressività della Bouygues nell’arco della tappa, specie con Fédrigo e lo stesso T-Blanc). Il vento non sembrava tale da poter generare una feroce selezione, complici le molte curve, e dunque l’assenza di lunghi tratti esposti all’azione delle correnti. Malgrado ciò, il plotone ha effettivamente iniziato a sgretolarsi quasi immediatamente, anche se l’unico big a farne le spese è stato Levi Leipheimer, rimasto attardato ad una ventina di chilometri dal termine.

Anche alla luce delle conseguenze non trascurabili dell’azione della AG2R, resta difficile comprendere i motivi che hanno spinto ad agire gli uomini di Vincent Lavenu, e, soprattutto, quelli che li hanno portati ad insistere fino alle battute conclusive, quando era ormai più che evidente che nessun pesce grosso, all’infuori del già attardato americano, sarebbe più caduto nella trappola: Dessel è atleta discretamente veloce, ma che mai poteva pensare di sconfiggere Sagan, Lorenzetto, Valverde o Sanchez in uno sprint ristretto. Quanto alla classifica generale, il corridore meglio piazzato era Nicolas Roche, 15° a 1’22’’ da Alberto Contador; troppo poco, a nostro giudizio, per giustificare un attacco così spettacolare ma al contempo dispendioso, che, per di più, già dopo pochi minuti è parso non in grado di ribaltare le sorti della corsa.

Se l’azione non ha giovato più di tanto agli AG2R, di sicuro è stata comunque una manna per gli spettatori, che hanno visto il gruppo ridursi ad una quarantina di unità, con la prospettiva di assistere, nei 2 km conclusivi in lieve ma costante ascesa, ad una battaglia ben più accesa di quella che avrebbe dovuto avere luogo secondo il canovaccio previsto alla vigilia. E infatti, è bastata la sensazione della strada che sale sotto le ruote per accendere la fantasia di Christophe Le Mevel, autore di una violenta accelerazione all’imbocco dell’era conclusiva, che presentava peraltro le pendenze più aspre proprio in avvio. Solo Peter Sagan è stato abbastanza reattivo di testa e di gambe da accodarsi al francese, che ha finito però la benzina dopo poche centinaia di metri. La stessa cosa non è però accaduta allo slovacco, che al primo accenno di rallentamento si è alzato sui pedali e ha sprigionato tutti i cavalli del suo tremendo motore, producendo una velocità che è andata sì scemando, ma non abbastanza da consentire il completamento della rimonta dei resti del gruppo, trainato dai Caisse d’Epargne. Mirco Lorenzetto, capace di regolare allo sprint il plotoncino dei battuti, è stato dunque nuovamente beffato, dopo che già ad Aurillac, in occasione della prima vittoria di Sagan, aveva vanamente preceduto tutti nello sprint di gruppo. 3°, ma ben più soddisfatto del 2°, è stato invece Alejandro Valverde, che ha così rosicchiato qualche secondo al sempre leader Alberto Contador, portando a 20’’ dal connazionale, giunto comunque con lo stesso tempo, in compagnia degli altri favoriti.

Domani, la Parigi – Nizza 2010 si tufferà nel week-end decisivo, cominciando con la Peynie – Tourrettes-sur-Loup, 220 km inaspriti della salita di 1a categoria del Col de Vence, posto a 32 km dall’arrivo. Dopo Mende è molto difficile ipotizzare un vincitore finale diverso da Alberto Contador, ma l’edizione 2009 è lì a dimostrarci che, come direbbe Yogi Berra, non è finita finché non è finita. Valverde e compagni sono in agguato, in attesa di un difficile ma mai impossibile remake della tappa di Fayence della passata edizione.

Matteo Novarini

BOONEN: SI SCRIVE TIRRENO, SI LEGGE SANREMO

marzo 12, 2010 by Redazione  
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TornadoTom abbatte ogni tipo di avversario nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico. Il campione belga, al quarto centro stagionale, trionfa a Montecatini Terme resistendo all’incredibile rimonta del sorprendente Martens e, soprattutto, assesta un notevole schiaffo morale a Daniele Bennati, sconfitto di giornata, che aveva fatto lavorare tutta la squadra nel finale e, sulla linea del traguardo, non è andato oltre il gradino più basso del podio. In classifica generale non cambia nulla, con Gerdemann sempre in azzurro anche se adesso Boonen ha il suo identico tempo.

Foto copertina: la vittoria di Tom Boonen alle terme di Montecatini (foto Bettini)

Se in Lombardia e nel Lazio, perché sono i casi più eclatanti, c’è chi si lamenta per il ritardo nella presentazione di questa o quella candidatura, nel ciclismo c’è chi, invece, non vuole perder tempo e, con una decina di giorni di anticipo rispetto al previsto, mette la sua firma sul listino “Vinco la Sanremo”. E, al momento, ci sembra anche il capolista, vero Tom Boonen?
Il campione nazionale belga, nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico con partenza ed arrivo a Montecatini Terme, piazza la zampata più prestigiosa di questo inizio di stagione nonostante sia già la quarta visto che aveva già portato a casa due tappe in Qatar ed una in Oman. E, visto come stanno messi gli altri Cavendish su tutti, si preannuncia anche come uno dei maggiori indiziati a potersi prendere, finalmente per lui, la Classicissima.
E poi c’è lo sconfitto di giornata che risponde al nome di Daniele Bennati. La Liquigas-Doimo aveva riposto in lui la fiducia massima, con tutta la squadra in testa al gruppo a recuperare sul quartetto in fuga dal mattino e, soprattutto, a menar le danze nell’ultimo chilometro. Poi, Fabio Sabatini lo aveva lasciato in testa agli ultimi duecento metri in leggera salita della frazione ma fin dalla prima pedalata si è visto che per l’aretino non era giornata e, alla fine, si è fatto superare anche da Martens, la sorpresa assoluta di questa seconda tappa che, se si fosse concluse venti metri più in là di dove è realmente finita, probabilmente sarebbe riuscito anche a superare lo stesso Boonen.
I corridori partono al mattino con una bella notizia: a Montecatini fa un po’ meno freddo che a Rosignano e, soprattutto, non piove. All’ottavo chilometro (su 146) se ne vanno in quattro: Perez (Euskaltel-Euskadi), Ignatiev (Katusha), Marangoni (Colnago-CSF) e Diego Caccia (ISD-Neri) a conferma, quest’ultimo, delle parole dette ieri in corsa dal ds della squadra toscana Luca Scinto che la ISD si farà vedere in ogni singola frazione. La loro azione sembra comunque interessante visto che, quando entrano nel circuito finale, e quindi mancano circa quaranta chilometri alla fine, il loro vantaggio è di 4’30”. Il gruppo, con il testa il Team Milram del capoclassifica Gerdemann, inizia a rintuzzare, ma non più di tanto il divario, soprattutto grazie al lavoro del Team Sky e della Garmin per un Tyler Farrar che vorrebbe lasciare il segno. Chi manca davanti è, come ieri, la Htc-Columbia visto che già sul secondo passaggio sul Vico, la salita del circuito finale di 11 km, alza bandiera bianca e andrà a chiudere con un ritardo superiore ai cinque minuti. Insomma, se Boonen parte come favorito per Sanremo, il vincitore in carica sembra davvero completamente fuori condizione. I quattro al comando resistono quanto più possibile e al suono della campana, a 11 chilometri dalla fine, hanno sempre 1’20” ma con una salita da affrontare. A metà ascesa mette la testa avanti Ignatiev ma, seppur a rilento, il più lesto a chiudere è Caccia mentre gli altri due rientrano con più fatica. Dietro, nel frattempo, il gruppo è lanciato a tutta, Sky si è fatto da parte e un bravissimo Daniel Oss (neo-prof ma sentiremo parlare senz’altro di lui) mena le danze, prima dell’entrata in azione degli uomini Androni: Serpa impone un ritmo infernale, Ginanni, Scarponi e Garzelli sono a sgambettare dietro di lui ed il vantaggio dei quattro, al Gpm, è intorno ai 30”. Nella discesa verso Pieve a Nievole, Caccia sembra il miglior Savoldelli ma in gruppo c’è Ginanni, si corre quasi in casa sua, che fa ancora meglio ed in pratica è lui a chiudere definitivamente il buco ai meno sei. I quattro rimangono a bagno maria fino a quattro chilometri, poi c’è la striscia verde della Liquigas-Doimo che li inghiotte definitivamente alle porte di Montecatini. Il resto è già raccontato.
E, come detto, quello che ha sorpreso di più è stato Martens (Rabobank) che ha chiuso al secondo posto, mentre dietro Bennati sono finiti McEwen (toh, chi si rivede), Rojas, Ginanni che alla fine ha voluto provare pure la volata, un bravo Sacha Modolo e Danilo Hondo, sprinter delegato in casa Lampre-Farnese a sostituire temporaneamente Ale-Jet che deve riprendersi dal capitombolo di lunedì scorso in allenamento.
In classifica, la maglia di leader rimane sulle spalle di Linus Gerdemann nonostante Boonen abbia adesso, in virtù degli abbuoni, lo stesso tempo ed in terza posizione, sempre per lo stesso motivo, è salito Aitor Perez che si è preso quanti più secondi possibili ai traguardi volanti di giornata essendo in fuga.
Domani terza tappa, da San Miniato a Monsummano Terme: si parte da Pisa, si arriva ancora una volta in provincia di Pistoia. Frazione senz’altro più impegnativa con il San Baronto da affrontare due volte (ma da due versanti diversi) e la salita de I Papi che potrebbe far grossa selezione. Saremo davvero sulle strade del ct Franco Ballerini al quale è dedicata questa corsa (si passerà proprio di fronte al cimitero dove è sepolto il “Ballero”) ma saremo anche, e soprattutto, sulle strade di Francesco Ginanni che oggi ha fatto vedere di essere in palla e domani, sulle sue salite, vorrà far vedere senz’altro qualcosa, se non altro per sgranare un po’ il gruppo. L’obiettivo deve essere quello di arrivare a Monsummano, dalla fine della discesa del San Baronto all’arrivo ci saranno una decina di chilometri, con un gruppo di 30-40 unità. Solo così, il giovane di Casalguidi potrà puntare al successo. E la Androni cercherà in tutti i modi di aiutarlo. Ma, come si dice, tra il dire e il fare c’è di mezzo…Boonen.

Saverio Melegari

DOPO IL BOOM, ARRIVA IL BUUM: IL PISTOLERO COLPISCE IL BERSAGLIO

marzo 12, 2010 by Redazione  
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Era l’uomo più atteso e non ha deluso le aspettative: lo spagnolo Contador ha vendicato lo smacco subito l’anno scorso a Fayence impallindando gli avversari sulla salita di Mende, la più impegnativa tra quelle proposte nel tracciato della Parigi-Nizza 2010. Il vincitore dell’ultimo Tour de France ha pure conquistato la maglia gialla, che ora difenderà con i denti e con le unghie, sperando di non incappare in una giornata storta, come quella patita dodici mesi fa.

Foto copertina: sulla Croix Neuve “Pistolero” Contador fa secchi gli avversari (foto Bettini)

Se ieri ad Aurillac si era avuto sentore delle intenzioni bellicose di Contador, oggi a Mende il corridore spagnolo ha fugato gli ultimi dubbi: il “Pistolero” vuole portare a casa la Paris-Nice 2010.
Oggi era il giorno ideale per dare la zampata giusta e intimorire gli avversari. Lungo i 173 km da Maurs a Mende i tratti pianeggianti erano veramente pochi e i 168 partenti avrebbero avuto a che fare con ben 6 GPM: Côte de Montsalvy (cat.2, 4,2 km al 6%), côte de Lassouts (cat.3, 7,5 km à 3,6 %), Côte de la Crouzette (Cat.3, 3,9 km al 3,6%), Côte de Chabrits (cat.2, 2,4 km al 6,8%) e infine l’arrivo in vetta alla Côte de la Croix-Neuve – Montée Laurent Jalabert (cat.1, 3,1 km al 10,1%).
Nonostante quello che attendeva il gruppo anche oggi la partenza è stata frizzante come nei giorni precedenti, con il primo attacco di Popovych (RadioShack) e Verdugo (Euskaltel) nei primissimi chilometri, raggiunti successivamente da Timmer e da Le Lay. Dopo il ricongiungimento si avvantaggia nuovamente Timmer, subito seguito da Pineau, Loubet, Nieve, Moinard, Marino e dall’italiano Marco Marcato (Vacansoleil Pro Cycling Team). A questo punto, la Saxo Bank, squadra del leader Voigt, guadagna la testa del plotone e cerca di mettere il guinzaglio ai fuggitivi, mantenendo il loro vantaggio a un livello accettabile per le ambizioni del tedesco in maglia gialla.
Con il passare dei chilometri, mentre i fuggitivi fan vendemmia di GPM e traguardi volanti, è l’Astana a mettersi a tirare il gruppo. Dopo una fase altalenante, che sembrava favorire i fuggitivi, il divario comincia drasticamente a calare e a far svanire i sogni di gloria di chi è in avanscoperta fin dal decimo chilometro. A tirare il gruppo si affacciano anche Cervelo, Liquigas-Doimo e HTC Columbia, facendo capire così che il finale di gara sarà incandescente.
Il plotone raggiunge i sei in fuga quando mancano solo 11 km all’arrivo, con ancora la Côte de Chabrits e la salita finale della Côte de la Croix-Neuve, dedicata a Laurent Jalabert, da affrontare.
Archiviata la pratica di andare a chiudere il gap, comincia la bagarre. Le salite finali sono affrontate ad alta velocità e con la sfrontatezza di chi vuole dimostrare agli altri la propria forza.
In un turbinio di maglie dai diversi colori che si avvicendano in testa al gruppo, le avanguardie arrivano tutte assieme fino a poco più di un chilometro e mezzo dal traguardo. È a quel punto che Alberto Contador si eleva dalla massa e s’invola solo e determinato verso la meta, verso il successo e verso la maglia gialla della corsa che porta al sole.
Alle spalle dello spagnolo di Pinto si piazzanoaltri tre iberici, Alejandro Valverde (già vincitore del Giro del Mediterraneo) e Samuel Sanchez a 10”, mentre Joaquim Rodriguez è 4° a 18”. Il migliore degli italiani è Damiano Cunego, 6° a 21”, mentre il leader in corsa, il tedesco Voigt, si piazza 12° con 44” di ritardo e perde la maglia gialla.
Infatti, adesso in classifica generale Alberto Contador guarda tutti dall’alto, con un vantaggio di 24” su Valverde, 25” su Kreuziger, 28” su Luis Leon Sanchez, 29” su Samuel Sanchez e 34” su Voigt. Seguono. Primo italiano in classifica è Ivan Santoromita, 36° a 2’56”.
Nel giorno del suo 55° compleanno Giuseppe Martinelli, direttore sportivo dell’Astana, non poteva desiderare un regalo più bello.
La maglia verde della classifica a punti è ancora del portacolori Liquigas-Doimo Sagan, quella a pois dei GPM ancora di Laurent Mangel della Saur-Sojasun mentre quella bianca dei giovani è passata a Roman Kreuziger, pure in forza alla Liquigas-Doimo.

Mario Prato

11-03-2010

marzo 12, 2010 by Redazione  
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TIRRENO – ADRIATICO
Il belga Tom Boonen (Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Montecatini Terme, percorrendo 165 Km in 4h14′13″, alla media di 38,943 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Martens e l’italiano Daniele Bennati (Liquigas-Doimo).
Gerdemann conserva la maglia azzurra davanti a Boonen (stesso tempo) e lo spagnolo Lastras Garcia, 3° a 4°. Miglior italiano Bennati, 7° a 6″.

PARIGI – NIZZA
Lo spagnolo Alberto Contador (Astana) si è imposto nella quarta tappa, Maurs – Mende, percorrendo 208 Km in 4h26′47″, alla media di 46,779 Km/h. Ha preceduto di 10″ i connazionali Valverde e Samuel Sanchez. Miglior italiano Damiano Cunego (Lampre – Farnese Vini), 6° a 21″.
Contador è il nuovo leader della corsa, con 24″ su Valverde e 25″ sul ceco Kreuziger. Miglior italiano Ivan Santaromita (Liquigas – Doimo), 36° a 2′56″. Cunego è 81° a 9′05″.

SAGAN: SEGNATEVI QUESTO NOME

marzo 11, 2010 by Redazione  
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Alla Parigi – Nizza è stato il giorno della vittoria di Peter Sagan, promettentissimo ventenne slovacco che sul traguardo di Aurillac ha messo in fila il gruppo, battendo anche dei “mammasantissima” del calibro di Contador e Voigt, che festeggia con la conquista della maglia gialla. La tappa è stata caratterizzata dalla lunga fuga di Huguet, Maes e Roelandts e dalla decisione della giuria di posticipare la partenza di 50 Km, a causa della presenza di neve e ghiaccio nei chilometri iniziali.

Foto copertina: l’urlo di Sagan spazza Aurillac (foto AFP)

Che oggi fosse il primo giorno ”importante” alla corsa a tappe francese era risaputo, ma che anche il maltempo ci mettesse lo zampino non lo si poteva prevedere.
Così, a causa della presenza di neve e ghiaccio sulla sede stradale, la partenza è stata portata da Saint-Junien a San Yrieix-la-Perche, accorciando il percorso di 53 km e cancellando il traguardo volante di Coussac-Bonneval e i primi due gran premi della montagna.
Comunque, maltempo o non maltempo, la tappa è stata onorata dai 170 partenti con un avvio frizzante e con il gruppo che rintuzzava la frenesia di chi cercava la fortuna di un attacco. Più fortunati sono stati Huguet (Skil-Shimano), Maes (Quick Step Cycling Team) e Roelandts (Omega Pharma – Lotto) che, dopo 33 km di gara e di bagarre, riescono ad avvantaggiarsi fino a raggiungere il massimo vantaggio di 7’ ai piedi della cote de Sainte Fortunade. I tre in fuga fanno incetta di punti, conquistando anche il GPM di Sexcles e il traguardo volante di Montvert. Nel frattempo, la Caisse d’Epargne si accollava l’onere di ricucire il gap, che dava i suoi frutti con l’avvicinarsi al traguardo finale.
Infatti, con il diminuire dei km all’arrivo e con l’avvicinarsi del gruppo, i tre battistrada perdono la compattezza e cominciano a esibirsi in una serie di scatti e controscatti, che favoriscono il lavoro di chi insegue. Sull’ultima salita di giornata avvenivano il ricongiungimento e l’attacco definitivo, animato da Contador che permetteva l’avvantaggiarsi di sei ciclisti che transitavano compatti sotto l’ultimo striscione GPM e andavano a giocarsi l’arrivo di tappa, distante appena 3 Km. Il portacolori Liquigas Peter Sagan si aggiudicava il traguardo di Aurillac davanti a Rodriguez (Katusha) e Roche (AG2R – La Mondiale). Seguivano a 2” gli altri componenti del sestetto, Jens Voigt (Saxo Bank), Tony Martin (HTC Columbia) e Contador (Astana). Il gruppo, regolato dall’italiano Mirco Lorenzetto (Lampre – Farnese Vini), arrivava con 6” di ritardo.
Grazie alla vittoria Sagan è balzato in testa sia alla classifica a punti (maglia verde), sia a quella dei giovani (maglia bianca), mentre in classifica generale occupa la seconda posizione a 6’’ dal leader Voigt (Saxo Bank). La maglia a pois di leader dei GPM è indossata da Mangel Laurent (Saur-Sojasun).
Sagan ha commentato così la sua prima vittoria grande da professionista: «E’ una grande gioia che speravo di conquistare già ieri. Sapevo di stare bene e nel finale della tappa odierna si è presentata l’occasione giusta per cercare il successo. Il rettilineo d’arrivo era adatto ad una progressione di forza e, trovato il momento giusto, sono riuscito a vincere con un buon margine. Ora ci aspettano altre quattro tappe: vedremo se la corsa mi offrirà altre opportunità come questa».

Mario Prato

10-03-2010

marzo 11, 2010 by Redazione  
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TIRRENO – ADRIATICO
Il tedesco Linus Gerdemann (Team Milram) si è imposto nella prima tappa, Livorno – Rosignano Solvay, percorrendo 148 Km in 3h36′15″, alla media di 41,063 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Lastras Garcia e il danese Breschel. Miglior italiano Luca Paolini (Acqua & Sapone), 4°.
Gerdemann è maglia azzurra con 4″ su Lastras Garcia e 6″ su Breschel. Miglior italiano Paolini, 6° a 10″.

PARIGI – NIZZA
Lo slovacco Peter Sagan (Liquigas – Doimo) si è imposto nella terza tappa, Saint-Yrieix-la-Perche – Aurillac, percorrendo 153 Km in 3h44′28″, alla media di 40,896 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Rodriguez e l’irlandese Roche. Miglior italiano Mirco Lorenzetto (Lampre – Farnese Vini), 7° a 6″. Damiano Cunego (Lampre – Farnese Vini) è 83° a 47″.
Il tedesco Jens Voigt (Team Saxo Bank) è il nuovo leader della corsa, con 6″ su Sagan e 9″ sullo spagnolo Luis-Leon Sanchez. Miglior italiano Lorenzetto, 29° a 53″. Cunego è 121° a 8′54″.

TOUR DU MALI
Il marocchino Mohammed Er Ragragui (nazionale marocchina) si è imposto nella terza tappa, Mopti – Bandiagara-Djombolo, percorrendo 80 Km in 1h55′17″, alla media di 41,636 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Jelloul e Mouhcine Lahsaini. Questi conserva la testa della classifica con 1′54″ su Er Ragragui e 1′55″ su Jelloul.

IL RITORNO DI LINUS

marzo 10, 2010 by Redazione  
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A distanza di due anni da quella terribile caduta che, di fatto, lo ha escluso dal diventare uno dei passisti più forti in gruppo del 2009, Linus Gerdemann si riprende con gli interessi ciò che la Tirreno-Adriatico gli aveva tolto a Recanati. A Rosignano Solvay, il tedesco del Team Milram è scaltro a capire che può essere la sua giornata e batte lo spagnolo Lastras. Ma, oltre alle sue gambe, deve ringraziare anche Luca Paolini che promuove l’azione decisiva a quattro chilometri dalla fine e, di fatto, tira la volata a tutti quanti.

Foto copertina: la volata vincente di Gerdemann a Rosignano Solvay (foto Bettini)

Chi, questo pomeriggio, ha acceso la tv per godersi la prima tappa della Tirreno-Adriatico versione 2010 avrà avuto qualche dubbio se fosse realmente il 10 marzo o il 20 dicembre. Siamo in riva al mar Tirreno, dove la livornesità raggiunge livelli altissimi e dove si vive a cacciucco e “boia deh”, eppure sembra di essere a Bormio o in qualche località dolomitica: freddo pungente, brutto tempo, neve ai bordi della strada. Ed, invece, non c’è nessun fotomontaggio ma la realtà di tre giorni freddissimi in Toscana che accompagneranno le prime tre tappe della Tirreno-Adriatico, sperando magari venerdì con l’arrivo a Monsummano in qualcosa di meglio.
E’ la Tirreno del “Ballero”, perché il suo ricordo rimane in tutti noi e perché la maglia del leader, da quest’anno, è azzurra e perché, questi primi tre giorni, sono sulle sue strade (specialmente domani e dopodomani), quelle dove si allenava quando era corridore, dove girava in bicicletta per passione e dove ha trovato la morte con la sua macchina da rally.
Ma, per raccontare i 148 km da Livorno a Rosignano Solvay, partiamo dalla fine e cioè da Linus Gerdemann (Team Milram) che, per la seconda volta in stagione, alza le braccia al cielo, molto a sorpresa. E, ovviamente, sarà lo stesso corridore tedesco il primo ad indossare la maglia azzurra di leader della generale. Il resto è gran freddo, cadute (almeno quattro), fango e subito un altro atleta caduto nella rete del doping: si tratta di Massimo Giunti, da quest’anno all’Androni Giocattoli e sospeso questa mattina dall’Uci dopo esser risultato positivo ad un controllo contro l’Epo il 23 febbraio scorso. E, il suo oramai ex team-manager Gianni Savio, non ha avuto parole certo dolci per lui. “E’ una situazione paradossale che un corridore possa ancora cadere in questa rete. Da questa stagione, come Androni Giocattoli abbiamo anche un deterrente in più: oltre ad essere licenziato, deve pagarci anche una penale corrispondente al contratto”. Come si suol dire, becco e bastonato.
Ma torniamo alla strada che è meglio. L’uomo di giornata è Dmytro Grabovskyy (ISD-Neri) che decide di farsela quasi tutta da solo questa tappa freddissima: l’ucraino della squadra di Scinto, riassunto da poco dopo un 2009 disastroso ed i suoi tanti problemi con l’alcool, dimostra comunque di esserci, guadagna 11’ ma poi il gruppo, intorno ai quaranta chilometri dall’arrivo decide di muoversi tant’è che in venticinque chilometri riescono a mangiare tutto il suo vantaggio.
Come detto, però, la pioggia comporta pericoli e cadute e quello che ci rimette di più è Jussi Veikkanen (Fdj) che è costretto ad abbandonare la corsa e salire sull’ambulanza.
Il percorso prevede tre scalate a Rosignano Marittimo, salitella tutt’altro che impegnativa, e al secondo passaggio, un po’ a sorpresa va in difficoltà Mark Cavendish che, a dieci giorni dalla Milano-Sanremo, non dimostra certo una forma invidiabile. Vedremo strada facendo se è solo un modo di mascherare oppure quest’anno la gamba, almeno per ora, non c’è davvero.
In testa al gruppo, invece, ci prova Wegmann ma senza risultati ed allora si arriva ai meno otto dal traguardo, sull’ultimo passaggio in salita, con la coppia Urtasun (Euskaltel) e Terpstra (Milram) che provano ad andarsene. Guadagnano anche 14” ma, quasi in cima, vengono raggiunti da uno scatenato Fabio Taborre (Androni) che prova a fare il vuoto, ma il gruppo non lascia spazio a nessuno. O almeno così sembra. Perché, a 4500 metri dalla fine, quando la discesa è già iniziata ma non è particolarmente ripida, ecco la trenata di Luca Paolini (Acqua&Sapone) che vuole scombinare i piani delle squadre dei velocisti, con il Team Sky (per Boasson Hagen) e la Liquigas (per Bennati) che sono lì in testa al gruppo a menare le danze per ottenere questo primo successo, visto che Cavendish è già lontano anni luce, Boonen gli è saltata la catena quasi in cima alla salita e Petacchi aspetta giorni migliori dopo la caduta di lunedì in allenamento.
Il primo a lanciarsi all’inseguimento di Paolini è Matti Breschel (Team Saxo Bank) ma, fin da subito, si capisce quello che succederà da lì a breve: tutte le fortune di quest’azione saranno esclusivamente sulle spalle e sui pedali della medaglia di bronzo dei mondiali di Verona 2004. Quando la discesa inizia a farsi tosta ecco che arrivano anche Gerdemann (Milram) e Lastras (Caisse d’Epairgne) ma il gruppo con i Liquigas in testa non lascia mai più di 150 metri. Dopo la penultima curva, a 650 metri dall’arrivo, l’azione sembra finita con il gruppo che rientra definitivamente. Sembra. Perché Paolini prende a tutta l’ultima curva insidiosa ai 400 dal traguardo, dietro si guardano un attimo di troppo e si forma il buco che non sarà più colmabile. L’azzurro, però, è nella posizione peggiore perché di fatto tira la volata a tutti gli altri quando, a cose normali, sarebbe stato senz’altro lui il più veloce. Così il portacolori dell’Acqua&Sapone si autoesclude dalla contesa e lascia spazio agli altri: Breschel si pianta, Gerdemann parte abbastanza lungo, Lastras prova a rimontarlo ma si ferma ad una ventina di centimetri e così il buon Linus può alzare le braccia al cielo.
La volata del gruppo viene vinta da un pur positivo Yauheni Hutarovich (Fdj) che farà senz’altro parlare di se, davanti a Rojas Gil (Caisse d’Epairgne), Farrar (Garmin) e Bandiera (Katusha).
Domani seconda tappa, con partenza e arrivo da Montecatini Terme. Una salita abbastanza lunga, il Goraiolo, intorno a metà frazione (neve permettendo) e poi un circuito finale da ripetere quattro volte con la salita di Vico, 3 chilometri al 5%, che potrebbe lanciare qualcuno sul traguardo posto di fronte alle Terme Tettuccio di Montecatini. Dalla fine della discesa alla linea d’arrivo, però, ci sono sei chilometri che potrebbero far desistere anche i più coraggiosi.

Saverio Melegari

09-03-2010

marzo 10, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

PARIGI – NIZZA
Il francese William Bonnet (Bbox Bouygues Telecom) si è imposto nella seconda tappa, Contres – Limoges, percorrendo 201,5 Km in 4h22′40″, alla media di 46,028 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e lo spagnolo Luis-Leon Sanchez. Miglior italiano Mirco Lorenzetto (Lampre – Farnese Vini), 4°. Damiano Cunego (Lampre – Farnese Vini) è 80°, con lo stesso tempo dei primi.
L’olandese Lars Boom (Rabobank) conserva la maglia di leader con 5″ sul tedesco Voigt e 10″ su Sanchez. Miglior italiano Lorenzetto, 41° a 54″. Cunego è 133° a 8′14″.

TOUR DU MALI (PROLOGO – disputato il giorno 07-03-2010)
Il marocchino Abdelaati Saadoune si è imposto nel prologo (in linea), disputato a Bamako, davanti ai connazionali Er Ragragui e Lahseini. La gara non era valida per la classifica generale.

Larrivo del prologo (tourdumali.com)

L'arrivo del prologo (tourdumali.com)

TOUR DU MALI (1a TAPPA – disputata il giorno 08-03-2010)
Il marocchino Adil Jelloul (nazionale marocchina) si è imposto nella prima tappa, Fana – Segou, percorrendo 110 Km in 2h56′20″, alla media di 37,429 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Lahsaini e Er Ragragui, distanziati di 4″ e 6″ in classifica.

Larrivo della prima tappa (tourdumali.com)

L'arrivo della prima tappa (tourdumali.com)

TOUR DU MALI (2a TAPPA – disputata il giorno 09-03-2010)
Il marocchino Mohammed Said Elammoury (nazionale marocchina) si è imposto nella seconda tappa, Bla – San, percorrendo 107 Km in 2h50′58″, alla media di 37,551 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Saadoune e Mouhcine Lahsaini, che ora comanda la classifica con 1′57″ e 2′ sui connazionali Jelloul e Er-Regragui.

Lo sprint a tre che ha deciso la frazione di San (tourdumali.com)

Lo sprint a tre che ha deciso la frazione di San (tourdumali.com)

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