L’EMILIA DEI 100 ANNI SI REGALA TRE GIOVANI PROMESSE

ottobre 11, 2009 by Redazione  
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Il Giro dell’Emilia festeggia il centesimo compleanno “invitando” sul podio tre giovani promesse del ciclismo: Gesink, Fuglsang, Lovkvist, “carnedi” per chi non frequenta il mondo delle due ruote, sono i grandi protagonisti dell’edizione 2009 e lanciano l’Emilia nel suo secondo secolo di vita. I loro nomi si affiancano a quelli delle “stelle” che dal 1909 brillano sul cielo felsineo, da Pavesi a Di Luca, passando per gli astri di Girardengo, Coppi e Moser. Stavolta, invece, le “stelle” sono rimaste a guardare….

Buon compleanno, Giro dell’Emilia. La multiforme creatura a pedali bolognese compie cent’anni e soffia sulle candeline nel migliore dei modi, per un’arzilla corsa centenaria: con uno sguardo al futuro. A chi non possiede una mascella allenata a masticare ciclismo, il podio odierno potrebbe persino sembrare pullulante di Carneadi. State sicuri, l’organizzatore Adriano Amici s’è stropicciato gli occhi. Sul gradino più basso, Thomas Lovkvist, 25 anni, svedese della Columbia. Al secondo posto, Jakob Fuglsang, 24enne danese alla corte di Bjarne Riis. Svetta su tutti, anche in centimetri, Robert Gesink, classe ’86, tulipano della Rabobank. Minimo comun denominatore? Oltre ai geni nordici e alla statura (dato non secondario su cui torneremo dopo), la giovane età.

Si allungano le ombre, in cima al Santuario della Madonna di San Luca, vetta d’una salita belga nella durezza. Il tramonto favorisce interrogativi che vanno oltre l’orizzonte. Che questo podio simboleggi l’inizio d’una nuova epoca per il ciclismo? Che il caloroso pubblico bolognese (trepidante per ore nel punto più duro dell’ascesa, le Orfanelle) non abbia assistito ad una giornata, a suo modo, storica? Andiamo con ordine.

Storica, nel suo piccolo, lo è certamente perché si festeggiava il Centenario. Quanta acqua è passata negli argini del Reno da quel 5 settembre 1909 quando nello stesso battistero (Ippodromo Zappoli) del Giro d’Italia nasceva quello dell’Emilia, confermando che Bologna sarebbe stata maledetta per Luison Ganna. Se al Giro, infatti, il primo vincitore della corsa della Gazzetta, causa acquazzone, era scivolato prima d’entrare nel catino finale, a settembre lo infilza Eberardo Pavesi, come lui lumbard, detto l’Avvocato e parte della cerchia di corridori, con Galletti, detta “i Tre Moschettieri”.

L’albo d’oro del Giro dell’Emilia s’arricchisce poi di nomi illustri, pure alternando periodi bui in cui corrono i dilettanti. L’inserimento, però, nel calendario del Campionato Italiano le garantisce partenti di lusso e battaglie all’arma bianca. Si scalano vette allora impervie come la Masera (sopra Porretta) o l’Abetone. Girardengo compie imprese, Binda mai vi riesce. Coppi trionfa in un’edizione monstre come quella del ’48, 304km con l’Abetone e 8 ore di pugnalate nei garretti, Bartali fima una doppietta a 37 e 38 anni. Poi si va avanti con Baldini, Dancelli, Zilioli, Motta, Moser quindi arrivano gli stranieri con nomi da capogiro (Merckx nel ’72 e De Vlaeminck nel ’76), sino alla tripletta di Davide Cassani, al double di Bartoli e al fiore del ciclismo (e, ahimè, della farmacia) contemporaneo: Boogerd, Ullrich, Simoni, Basso, Rebellin, Schleck e Di Luca.

Tutto questo per dire una cosa: a Bologna hanno sempre vinto i campioni. Alfredo Martini ha individuato un’interessante chiave di lettura. “Il Giro dell’Emilia ha mantenuto il suo fascino perché ha saputo tenere il passo dei tempi”, ha detto il decano del ciclismo nostrano. E infatti le sedi d’arrivo sono cambiate al ritmo del meteo britannico: dal 1909, ben dodici vie diverse, rimanendo a Bologna, andando a scegliere percorsi mai banali, con irti colli e discese a capofitto. Continua Martini: “La gente ama la salita, si va a mettere anche sui cavalcavia, quando passano i corridori. Arrivare a San Luca ha permesso di mantenere intatto l’amore per questa corsa”. In questo, il Giro dell’Emilia è una corsa moderna, quasi all’avanguardia, sebbene, volesse diventare davvero dura, dovrebbe proporre qualche metro di dislivello in più (ieri meno di 3000m), oltre al pur mortifero circuito del San Luca (da scalare cinque volte).

Ancora non siamo arrivati al nocciolo della questione. Perché proprio il Giro di ieri sembra essere stato storico? Innanzitutto, per il tipo di atleti che hanno vinto. Il ricambio non è soltanto generazionale. Il ricambio è, vien da dire, fisiologico. Non nel senso dell’inevitabilità ma per sottolineare il fisico dei tre fusti sul podio. Alti, slanciati, potenti. Gambe da modelle, rapporti da capogiro. Gesink sfiora i 190cm, Fuglsang è alto 184cm, Lovkvist poco di più. Hanno le loro differenze, come le cosce toniche dello svedese e le sorprendenti gambe da fenicottero di Gesink, quasi privo di rotondità della coscia ma il salto rispetto al passato è netto e sorprendente. Ieri vincevano Di Luca, Rebellin, Basso, arrivava secondo Kolobnev, Cunego rischiava il piazzamento. Son pur sempre corridori moderni (Basso a parte) ma la nouvelle vague li ha già resi pezzi d’antiquariato. Registriamo: il ciclismo sta cambiando pelle. Riflettiamoci.

Gesink svetta sul Colle di San Luca (foto Bettini)

Gesink svetta sul Colle di San Luca (foto Bettini)

Anche dall’età che hanno, s’intuisce come di essi sia il regno del ciclismo. Gesink, alla prima vittoria stagionale, è in costante ascesa, sin dal settembre 2007, quando stupì tutti al Giro di Polonia con uno scatto illuminante sui Carpazi. “Ho sempre avuto tanta sfortuna”, dice il giunco olandese. “Quest’anno, dopo il terzo all’Amstel, ho patito un fastidio muscolare che mi ha pregiudicato il resto delle Ardenne. Al Tour sono caduto nella prima settimana, mentre alla Vuelta ero ben piazzato in classifica ma sono saltato nella tappa del Navacerrada”. Il suo ingresso nel parterre de roi non sarà un’irruzione ma un assedio graduale.

Chi invece brucia le tappe è il danese Fuglsang. 24 anni ma debuttante, viene dal mondo della MTB, dove ha vinto l’iride under 23 due anni fa, mentre quest’anno ha fatto suo il Giro di Danimarca. Il pollaio è quello di Bjarne Riis, che ogni anno tira fuori dal cilindro l’immancabile coniglio (pulcino, pardon). Almeno il ragazzo è simpatico, fantasioso. “Mi piace inventare: qui in Emilia, i gradi di capitano erano equamente divisi con Sorensen e Kolobnev, per questo ho deciso di attaccare da lontano. Nel ciclismo, devi andare alla montagna, non aspettarla”. Parole sante, in tempi di gretto conformismo a pedali. E difatti, il danese dalle spalle a pagoda è stato il più forte in salita, lanciando l’attacco a 20km dall’arrivo, terzo passaggio sul San Luca, fatto rarissimo in una corsa al bilancino come questa. Ha ancora da imparare: nel finale, è scattato troppo presto. “Sono in Italia per questo”, dice in un italiano dantesco. “Il vostro paese me l’ha fatto scoprire la Cannondale, con la quale correvo nella MTB. Ora vivo ad Assisi e con altri corridori ho fatto una piccola comunità: mi alleno con Kreuziger, Pietropolli, Belloni, Rasmussen”

Pure Thomas Lovkvist scala rapido il colle della notorietà. Con l’Italia pare avere un conto aperto: vinta l’Eroica, s’è piazzato in due edizioni della Tirreno, ha indossato la maglia rosa nella prima settimana del Giro, ora promette un grande Lombardia, come tutto il podio, d’altronde. Sulla probità dello svedese, zazzera da indie rocker e bocca alla Cameron Diaz (è un complimento), giura Marco Pinotti: annotiamo. Dietro a lui, sul San Luca, il vuoto. a 20” è arrivato Evans, tornato dopo i miracoli a rassicuranti errori di tempistica. Ne aveva a damigiane ma s’è mosso solo nell’ultimo giro, quando ormai aveva 30” di ritardo. L’accelerazione, però, ha fatto sgranare gli occhi. Un po’ a tutti: al redivivo Vinokourov, coi tre pargoli in fuga ma schiantato nel finale (meno male) come allo sfiatato (da una corsa tiratissima) Kolobnev ma, soprattutto, ai disarcionati Basso e Cunego, fuori dai dieci facendo spallucce: “Ero qua per allenarmi in vista del Lombardia”. Petronio (il romano, non il santo), che di eleganza se ne intendeva, avrebbe da ridire. Non era meglio puntare, sin dal mattino, sulla sorpresa, ovvero con l’ottimo Tiralongo (10°)?

Federico Petroni

09-10-2009

ottobre 10, 2009 by Redazione  
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VUELTA A CHIHUAHUA INTERNACIONAL (Messico)
Il messicano Cesar Vaquera (Orven) ha vinto la quinta tappa, Parral – Carmago, percorrendo 140 Km in 3h10′21″, alla media di 44,129 km/h. Ha preceduto allo sprint gli spagnoli Benitez e Carrasco. Miglior italiano Oscar Gatto (ISD), 13°. Invariata la classifica: Oscar Sevilla (Rock Racing) conserva la testa della corsa, con 6″ sul colombiano Ladino e 1′03″ sul portoghese Da Costa. Miglior italiano Dario David Cioni (ISD), 4° a 5′13″.

ZWEVEZELE KOERS
Il belga Geer Omloop (Palmans – Cras) ha vinto la corsa belga percorrendo 144 Km in 3h17′24″, alla media di 43,769 km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Van Genechten e Ghyllebert.

08-10-2009

ottobre 9, 2009 by Redazione  
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COPPA SABATINI
Il belga Philippe Gilbert (Silence – Lotto) ha vinto la classica toscana percorrendo 199 Km in 4h37′39″, alla media di 43,003 km/h. Ha preceduto allo sprint Giovanni Visconti (ISD) e Leonardo Bertagnolli (Serramenti PVC Diquigiovanni – Androni Giocattoli)

PARIGI – BOURGES
Il tedesco André Greipel (Team Columbia – High Road) ha vinto la classica francese percorrendo 193,3 Km in 4h11′55″, alla media di 46,039 km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Juan José Haedo e il bielorusso Usov. Miglior italiano Matteo Carrara (Vacansoleil Pro Cycling Team), 49°.

VUELTA A CHIHUAHUA INTERNACIONAL (Messico)
Lo spagnolo Daniel Moreno (Caisse d’Epargne) ha vinto la quarta tappa, Guachochi – Parral, percorrendo 188 Km in 4h17′32″, alla media di 43,800 km/h. Ha preceduto di 2″ il danese Rasmussen e di 19″ lo spagnolo Oscar Sevilla (Rock Racing). Miglior italiano Davide Ricci Bitti (ISD), 16° a 4′45″. Sevilla conserva la testa della corsa, con 6″ sul colombiano Ladino e 1′03″ sul portoghese Da Costa. Miglior italiano Dario David Cioni (ISD), 4° a 5′13″.

GILBERT & EVANS, UNA COPPIA MONDIALE ONORA LA SABATINI

ottobre 8, 2009 by Redazione  
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Dopo essersi trovati avversari negli ultimi km del mondiale, oggi Evans e Gilbert hanno lavorato in maniera splendida per regalare il successo alla loro squadra: il campione del mondo australiano ha offerto su un piatto d’argento la vittoria al compagno che sul traguardo ha preceduto allo sprint Visconti e Bertagnolli.

Una bella gara, un bel palcoscenico, sole e tanta gente sulle strade: una grande giornata di sport in questo pomeriggio d’inizio ottobre. Un po’ atipica come classica di fine stagione, non parte la solita fuga di poche unità destinata a essere ripresa negli ultimi chilometri, ma la gara è decisa fin da subito: in 24 prendono il largo e dietro lasciano fare, abbandonando in molti dopo appena metà gara.
Così i fuggitivi, che in quel momento viaggiavano con circa 50” di vantaggio, non hanno dovuto faticare molto per trovarsi negli ultimi chilometri a giocarsi tutti soli il trofeo. C’erano componenti di lusso nel gruppetto di testa, tra i quali il campione del mondo Cadel Evans che nelle prime posizioni lavorava per il compagno Gilbert (Silence); sempre molto attivi Pidgornyy e Huzarski tenevano il ritmo elevato a favore di Visconti (ISD); con loro Malacarne (Quick Step), Impey, Soler e Caccia (Barloworld, autore di un paio di scatti negli ultimi chilometri della gara), Ginanni, Solari, Bertagnolli e Bertolini (Diquigiovanni), Sella (CarmioOro), Pozzovivo e Marangon (CSF), Rubiano Chavez (Centri della Calzatura Marche).
Fino a 15 km dal traguardo poco da dire, se non del ritiro di massa, come accennato in precedenza, dell’intero plotone inseguitore: un gesto poco elegante, ma a quel punto era davvero inutile portare avanti la gara.
Così Evans, Huzarski e Pidgornyy si sono accollati l’onere di tenere a bada il gruppetto e unita la corsa in vista del momento di Visconti e Gilbert.
All’ultimo passaggio, quando al traguardo mancavano 12 km, il gruppo passa compatto e in completo accordo, una situazione che permane fino a 4 km dall’arrivo, quando a tentarci è dapprima Caccia seguiro da Montaguti (Lpr), sul quale s’impegna a chiudere, con successo, l’ucraino della ISD; viene quindi il momento di Sella che tenta il tutto per tutto, senza però sortire alcun risultato. Sulla ruota di Sella si porta Evans che mantiene il ritmo negli ultimi metri di salita prima dello scollinamento; a quel punto, quando al traguardo mancavano appena 250 metri, Gilbert ha allungato in prima persona portandosi dietro Visconti. L’italiano aveva giudicato la ruota migliore dietro cui posizionarsi, senza avere però la forza di uscirne dalla scia e superare al fotofinish l’avversario, oggi nettamente superiore. Sul traguardo il belga supera di una bici abbondante il ragazzo della ISD; al terzo posto si piazza un altro italiano, Bertagnolli, a completare un podio di tutto rispetto. Chiudono la top5 Chavez e Malacarne.

Andrea Mastrangelo

Philippe Gilbert e Cadel Evans, la coppia mondiale della Coppa Sabatini 2009 (foto Bettini)

Philippe Gilbert e Cadel Evans, la coppia mondiale della Coppa Sabatini 2009 (foto Bettini)

1959 – LA VUELTA DI SUAREZ

ottobre 8, 2009 by Redazione  
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Tappe mancanti: 1a (1a semitappa) e 13a

1a TAPPA (2a semitappa): MADRID – TOLEDO

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2a TAPPA: MANZANARES – CORDOBA
GPM: Puerto de Despeñaperros

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3a TAPPA: CORDOBA – SIVIGLIA
GPM: Cuesta de Espino

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4a TAPPA: SIVIGLIA – GRANADA

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5a TAPPA: GUADIX – MURCIA
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6a TAPPA: MURCIA – ALICANTE
GPM: Puerto de la Cadena

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7a TAPPA: ALICANTE – CASTELLON DE LA PLANA
GPM: Puerto de la Carrasqueta, Puerto de Albaida (non GPM)

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8a TAPPA: CASTELLON – TORTOSA

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9a TAPPA: TORTOSA – BARCELLONA
Puerto de la Cala de Bea, Montjuich

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10a TAPPA: GRANOLLERS – LLEIDA
Alto de los Bruchs, Alto de la Panadella

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11a TAPPA: LLEIDA – PAMPLONA
Puerto de Santa Bárbara

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12a TAPPA: PAMPLONA – SAN SEBASTIAN
GPM: Puerto del Perdon (no GPM), Puerto de Lizarraga, Alto de Echegarate, Jaizkibel

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14a TAPPA: EIBAR – VITORIA (cronometro)
GPM: Puerto de Elgueta, Urquiola

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15a TAPPA: VITORIA – SANTANDER
GPM: Alto de SaLtacaballos (no GPM), Alto del Pontarron (no GPM), Puerto de Alisas

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16a TAPPA: SANTANDER – BILBAO
GPM: Puerto del Escudo, Alto de Castrejana (no GPM)

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17a TAPPA: BILBAO – BILBAO
GPM: Elgueta, Alto de Udana, Alto de Azcárate, Alto de S. Miguel, Alto de Sollube, Santo Domingo

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Altimetria generale
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07-10-2009

ottobre 8, 2009 by Redazione  
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VUELTA A CHIHUAHUA INTERNACIONAL (Messico)
Il portoghese Rui A. Da Costa (Caisse d’Epargne) ha vinto la terza tappa, Creel – Guachochi, percorrendo 153 Km in 4h15′14″, alla media di 35,967 km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Ladino e lo spagnolo Sevilla. Miglior italiano Dario David Cioni (ISD), 4° a 3″. Oscar Sevilla (Rock Racing) è il nuovo leader della corsa, con lo stesso tempo di Ladino e Da Costa. Miglior italiano Dario David Cioni (ISD), 4° (stesso tempo).

06-10-2009

ottobre 7, 2009 by Redazione  
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VUELTA A CHIHUAHUA INTERNACIONAL (Messico)
Lo spagnolo Javier Benitez (Contentpolis-Ampo) ha vinto anche la seconda tappa, Cuauthemoc – San Juanito, percorrendo 120 Km in 2h57′36″, alla media di 40,540 km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Kreder e lo spagnolo Carrasco. Miglior italiano Cristian Benenati (ISD). Il danese Michael Rasmunssen (Tecos Trek) conserva la maglia di leader, precedendo gli spagnoli Moreno (stesso tempo) e Sevilla (1″). Miglior italiano Dario David Cioni (ISD), 16° a 38″.

05-10-2009

ottobre 6, 2009 by Redazione  
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VUELTA A CHIHUAHUA INTERNACIONAL (Messico)
Lo spagnolo Javier Benitez (Contentpolis-Ampo) ha vinto la prima tappa, Chihuahua – Cuauthemoc, percorrendo 126 Km in 3h10′53″, alla media di 39,605 km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Cristian Benenati (ISD) e l’olandese Kreder. Il danese Michael Rasmunssen (Tecos Trek) conserva la maglia di leader, con 1″ e 3″ sugli spagnoli Moreno e Sevilla. Miglior italiano Dario David Cioni (ISD), 17° a 38″.

04-10-2009

ottobre 5, 2009 by Redazione  
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CIRCUIT FRANCO BELGE
L’argentino Juan José Haedo (Team Saxo Bank) ha vinto la quarta ed ultima tappa, Mons – Tournai, percorrendo 147,1 Km in 3h22′29″, alla media di 43,588 km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e il britannico Hammond. Miglior italiano Danilo Napolitano (Team Katusha), 4°. Lo statunitense Tyler Farrar (Garmin – Slipstream) si impone con 8″ sul belga Boonen e 18″ su Hammond .

CINTURO’ DE L’EMPORDA’ (Spagna)
L’italiano Emanuele Sella (Carmiooro – A-Style) ha vinto la terza ed ultima tappa, Hotel X’Ons – Figueras, percorrendo 149,5 Km in 3h39′50″, alla media di 40,803 km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Ventoso ed il francese Sicard. Lo spagnolo Francisco Ventoso (Carmiooro – A-Style) si impone, con lo stesso tempo del connazionale Zugasti e di Sella.

VUELTA A CHIHUAHUA INTERNACIONAL (Messico)
Il danese Michael Rasmussen (Tecos-Trek) ha vinto il prologo, Chihuahua – Cerro Coronel, percorrendo 4,2 Km in 8′44″, alla media di 28,854 km/h. Ha preceduto gli spagnoli Moreno (stesso tempo) e Sevilla (1″). Miglior italiano Dario David Cioni (ISD), 19° a 38″.

TOUR DE VENDÉE
Il russo Pavel Brutt (Team Katusha) ha vinto la corsa francese, percorrendo 206 Km in 4h38′40″, alla media di 44,354 km/h. Ha preceduto di 10″ i francesi Ladagnous e Voeckler.

03-10-2009

ottobre 4, 2009 by Redazione  
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MEMORIAL CIMURRI
L’italiano Filippo Pozzato (Team Katusha) ha vinto la classica emiliana, percorrendo 191,5 Km in 4h20′21″, alla media di 44,132 km/h. Ha preceduto allo sprint Paolini e Colli.

CIRCUIT FRANCO BELGE
Il belga Tom Boonen (Quick Step) ha vinto la terza tappa, Antoing – Ichtegem, percorrendo 178 Km in 3h52′37″, alla media di 45,912 km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Hammond e lo statunitense Farrar. Miglior italiano Danilo Napolitano (Team Katusha), 10°. Tyler Farrar (Garmin – Slipstream) conserva la testa della classifica, con 10″ su Boonen e 18″ su Hammond.

CINTURO’ DE L’EMPORDA’ (Spagna)
Lo spagnolo Francisco Ventoso (Carmiooro – A-Style) ha vinto anche la seconda tappa, Besalu – Banyoles, percorrendo 141 Km in 3h31′53″, alla media di 39,927 km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Danielle Callegarin (Centri Della Calzatura) e il belga Terweduwe. Ventoso mantiene la testa della corsa, con lo stesso tempo dello spagnolo Torrent e di Terweduwe. Miglior italiano Eugenio Loria (Centri Della Calzatura), 7° (stesso tempo).

SPARKASSEN MUNSTERLAND GIRO
Il lettone Aleksejs Saramotins (Team Designa Køkken) ha vinto la corsa tedesca, percorrendo 197 Km in 4h33′40″, alla media di 43,191 km/h. Ha preceduto di 9″ l’olandese Mol e il francese Hupont.

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