AVVISO AI LETTORI
ottobre 29, 2009 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
A causa di un problema tecnico, non è stato possibile in questa settimana aggiornare questa rubrica.
Ce ne scusiamo con i lettori
La redazione de ilciclismo.it
GIRO 2010, SPAZIO AI CAMOSCI
È stato svelato oggi pomeriggio il percorso del Giro d’Italia 2010, che appare pensato per gli scalatori: cinque arrivi in salita, appena 24 km a cronometro pianeggianti. Previste le scalate a Terminillo, Monte Grappa, Monte Zoncolan, Plan de Corones (cronoscalata), Mortirolo e Gavia. Partenza dall’Olanda l’8 maggio, finale a Verona il 30. Cronosquadre a Cuneo, omaggi a Coppi a Novi Ligure, ai terremotati a L’Aquila e a Pantani a Cesenatico; passaggio per le strade bianche dell’Eroica.
Se le corse le facessero più i percorsi che i corridori, potremmo dire sin d’ora che il 2010 sarà indubbiamente, a livello di Grandi Giri, una stagione ben più spettacolare di questo 2009, ciclisticamente parlando già in archivio. Dopo il Tour de France, che per via della celebrazione dei 100 anni dal primo passaggio sui Pirenei ha proposto un tracciato decisamente più impegnativo rispetto al recente passato, anche il Giro del prossimo anno sembra strizzare decisamente l’occhio agli scalatori, con otto tappe finali terribili (sei tappe di montagna più o meno dure, una sola tappa per velocisti e una cronometro) e nemmeno 24 km a cronometro veri, senza contare cioè la cronosquadre, ancora in programma, e la cronoscalata, che torna dopo un anno di assenza, ancora a Plan de Corones. A nostro giudizio, fin troppo pochi, alla luce delle moltissime salite di cui Zomegnan e soci hanno infarcito l’ultimo terzo di gara. Nel complesso, il tracciato misurerà 3416,5 km, ripartiti in – stando ai numeri ufficiali forniti in sede di presentazione – sette tappe per velocisti, cinque di media montagna, cinque di alta montagna e quattro a cronometro.
La Corsa Rosa scatterà l’8 maggio da Amsterdam, con una breve cronometro di 8,4 km, seguita da due frazioni per velocisti in terra olandese, entrambe con partenza ancora da Amsterdam, e arrivi rispettivamente a Utrecht e Middelburg, entrambe pressoché piatte, con la sola insidia del vento. Il trasferimento aereo in Piemonte costringerà subito a spendere il primo giorno di riposo, per poi ripartire da Savigliano, per una cronosquadre di 32,5 km con traguardo a Cuneo. Sarà questa la prima giornata davvero importante del Giro, quella che, pur non potendo dire quasi nulla sulla condizione dei favoriti, inizierà perlomeno a creare dei piccoli divari tra loro. Il 13 maggio il Giro renderà quindi omaggio al Campionissimo, Fausto Coppi, a 50 anni dalla sua prematura scomparsa, con GPM a Castellania e traguardo, dopo una cinquantina di chilometri, a Novi Ligure.
Dopo l’abbuffata dei primi cinque giorni, con quattro traguardi su cinque a loro dedicati, i velocisti dovranno attendere tre tappe prima di tornare protagonisti, a cominciare dalla Fidenza – Carrara, che con i passi del Brattello e del Cucco, e soprattutto con la Foce di Ortonovo a meno di 8 km dal traguardo, si discosterà dal tema pianeggiante delle prime frazioni. Il Giro vivrà quindi, sabato 15 maggio, una delle sue giornate più originali ed affascinanti, con la frazione che arriverà a Montalcino dopo aver calcato per lunghi tratti le strade bianche dell’Eroica. Oltre che dallo sterrato, l’arrivo a ranghi compatti verrà scongiurato anche dal GPM di Poggio Cintella, posto a meno di 3 km dal traguardo, probabile trampolino di lancio dell’azione decisiva. La tre giorni che spezzerà una altrimenti soporifera sequela di frazioni piatte si concluderà con il primo arrivo in salita del Giro, posto a quota 1673 metri, sul Monte Terminillo, che tornerà sede di tappa sette anni dopo il trionfo di Garzelli nel 2003. Come allora, il traguardo sarà posto a Campoforogna, a circa 5 km dalla Sella di Leonessa, la vetta della salita. In precedenza non si affronteranno ascese particolarmente rilevanti, ma l’erta finale (16,1 km al 7,3%) dovrebbe essere sufficiente a far emergere i valori in gioco, e a consentire di depennare qualche nome dalla lista dei pretendenti al successo finale.
Tra la 9a e la 13a tappa, i velocisti, prima di un finale di fuoco, spareranno quasi tutte le cartucce residue, visto che solo l’11a tappa parrebbe tagliarli fuori. L’assenza di GPM è infatti una ragione più che sufficiente per dare quasi per certo uno sprint di gruppo sul traguardo di Cava de’ Tirreni, anche se il finale in leggera ascesa potrebbe alterare leggermente i rapporti di forza tra i velocisti. Gli sconfitti avranno comunque modo di rifarsi ventiquattro ore più tardi a Bitonto, prima della frazione più lunga del Giro, che renderà omaggio ai terremotati abruzzesi. Il 19 maggio, infatti, la Corsa Rosa farà tappa a L’Aquila, al termine di una frazione infinita (256 km), che prevede le salite di Rionero Sannitico, Roccaraso e Capo di Valle, prima dello strappetto che porterà all’arrivo, che dovrebbe stroncare anche la resistenza dei velocisti più avvezzi alle pendenze.
Dopo altre due tappe per velocisti a Porto Recanati e Cesenatico (malgrado due salite della Nove Colli, Perticara e Barbotto) – quest’ultima nel ricordo di Marco Pantani -, il Giro entrerà nella sua fase decisiva sabato 22 maggio, con la tappa che terminerà ad Asolo, 42 km dopo lo scollinamento del Monte Grappa, prima grande montagna alpina. Il versante scelto per la scalata è quello di Semonzo (18,9 km al 7,9%), uno dei più impegnativi a disposizione. Certo, la distanza dal traguardo è considerevole, ma la salita potrebbe essere di per sé sufficiente a creare distacchi che non sarà facile colmare negli oltre 25 km di discesa e nei 15 scarsi di pianura, prima dello strappo che porterà all’arrivo. Di certo, se anche i big scegliessero di risparmiarsi per le tante salite ancora da affrontare, la battaglia non tarderà più di ventiquattro ore. Domenica 23 maggio, infatti, vedrà il ritorno del Giro sul Monte Zoncolan, ancora dal terribile versante di Ovaro (10,1 km all’11,9%). Il tracciato sarà però molto più impegnativo rispetto al 2007, con le pedalabili salite di Sella Chianzutan e Sella Valcalda inframezzate dal breve ma ripidissimo Passo Duron (4,3 km al 9,8%), e dovrebbe consentire di scavare distacchi ben più consistenti rispetto alla precedente scalata, quando i divari tra i big rimasero nell’ordine di poche decine di secondi.
Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, il Giro proporrà un altro gradito ritorno, quello di Plan de Corones, teatro nel 2008 della cronoscalata vinta da Franco Pellizotti. Onestamente, avremmo preferito una riproposizione del progetto del 2006, con arrivo in linea a Kronplatz, ma anche in questa variante lo spettacolo pare sicuro. L’ascesa avverrà ancora da San Vigilio di Marebbe (12,8 km all’8,5% con punte del 24%), la più morbida delle due strade che portano al Passo Furcia, prima del tratto sterrato. Meno impegnativa ma comunque interessante sarà la 17a tappa, da Brunico a Pejo Terme, che propone la difficile scalata al Passo Palade a poco meno di 70 km dal termine, prima della salita di 8 km (di cui solo 5 realmente in salita) che porterà al traguardo.
L’ultima giornata di relativa quiete è fissata per giovedì 27 maggio, quando il traguardo di Brescia accoglierà in Piazza della Loggia i girini, già con la testa alla due giorni di montagne che li attende. Il giorno successivo, infatti, dopo aver preso il via dalla stessa Piazza della Loggia, a 36 anni esatti dalla strage, la Corsa Rosa vivrà forse la sua giornata chiave. La frazione che arriverà all’Aprica, infatti, appare sulla carta la più adatta per far saltare per aria la corsa. Dopo un primo passaggio dall’arrivo, i corridori affronteranno l’ascesa di Trivigno (11 km al 7,6%), prolungamento di 4 km circa del Valico di Santa Cristina, cui farà seguito una discesa ripidissima verso Tirano. A 45 km dal termine la corsa approccerà le rampe del Passo del Mortirolo (12,8 km al 10,3%), dove chi vorrà attaccare troverà terreno ideale per farlo. Tanto più che, dopo la discesa, la seconda scalata all’Aprica presenterà un’interessante novità, ossia uno strappo di 1200 metri all’11,8%, con punte del 15%, a meno di 12 km dal termine (si salirà infatti da una strada parallela a quella tradizionale).
Dopo la tappa da grandi distacchi del giorno precedente, il Giro vivrà la sua ultima giornata chiave il 29 maggio, con la Bormio – Passo del Tonale. A 50 anni dalla prima scalata del Passo Gavia – quella del dramma di Massignan -, e dopo aver affrontato in precedenza Forcola di Livigno, Passo d’Eira e Passo di Foscagno, il Giro salirà verso i 2618 metri della Cima Coppi, sia pure dal suo versante meno nobile e impegnativo, quello di Bormio (24,9 km al 5,6%). Dalla vetta mancheranno appena 30 km, di cui i primi 17 in discesa (tecnicissima) verso Ponte di Legno. Al termine della picchiata non vi sarà spazio per recuperare, ma si approccerà immediatamente l’ascesa del Passo del Tonale (11 km al 5,7%). Dopo tutto questo ben di Dio di montagne, i cronomen avranno la possibilità di rifarsi in minima parte domenica 30 maggio, con i 15,3 km a cronometro di chiusura, con partenza e arrivo a Verona, movimentati dalla salita delle Torricelle (affrontata in senso inverso rispetto alle due edizioni dei Mondiali).
Nel complesso, dunque, il Giro 2010, come detto in apertura, si presenta decisamente più impegnativo rispetto alla passata edizione, e riprende il canovaccio dei Giri più duri dell’era Zomegnan (2006 e 2008), rispetto ai quali, anzi, offre ancora meno spazio agli specialisti del tic-tac. Proprio questa, assieme all’ormai annosa questione dei trasferimenti (appena 3 tappe su 21 partiranno da dove si era arrivati il giorno prima) è l’unica critica che ci sentiamo di rivolgere ad percorso comunque spettacolare e non privo di alcuni tratti originali (primo fra tutti lo sterrato, ma anche il ritorno sul Monte Grappa e l’inedita salita di Trivigno, che sarebbe bello, prossimamente, vedere dal durissimo versante opposto). In tutta franchezza, pur non essendo dei fanatici delle prove contro il tempo, 23,8 km a cronometro per specialisti ci sembrano davvero troppo pochi a fronte di tutte le salite in programma, e dubitiamo costituiscano un incentivo ai corridori stranieri a prendere parte alla Corsa Rosa. E edizioni quali quella dello scorso anno sono lì a dimostrarci come spesso il lotto partenti, ai fini dello spettacolo, valga più di qualche chilometro a cronometro in meno o una salita in più.
Matteo Novarini

Nella foto Bettini il podio finale del Giro del Centenario
22-10-2009
ottobre 23, 2009 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A GUATEMALA
Il costaricano Juan Carlos Rojas Villegas ha vinto la terza tappa, Santa Cruz – Coban, percorrendo 165 Km in 4h37′48″, ad una media di 35,637. Ha preceduto allo sprint l’ecuadoriano Guama De La Cruz e il guatemalteco Hernández. Il guatemalteco Nery Felipe Velásquez Lara (Café Quetzal-Respetemos al Ciclista) conserva la testa della classifica, precedendo dello stesso tempo i connazionali Castillo Calderón e Morales Aquino.
21-10-2009
ottobre 22, 2009 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A GUATEMALA
Il guatemalteco Nery Felipe Velásquez Lara (Café Quetzal-Respetemos al Ciclista) ha vinto anche la seconda tappa, circuito di Esquipulas, percorrendo 145 Km in 3h54′05″, ad una media di 37,166. Ha preceduto allo sprint il connazionale Morales Aquino e il costaricano Rojas Villegas. In classifica, Velásquez Lara comanda precedendo dello stesso tempo i connazionali Castillo Calderón e Morales Aquino.
GIRO DI PISTA: UNA NUOVA RUBRICA PER ILCICLISMO.IT
ottobre 21, 2009 by Redazione
Filed under Giro di pista, News
Decolla oggi la nuova rubrica de ilciclismo.it dedicata al ciclismo su pista, curata da un cultore dello specifico esercizio. In questo primo articolo Matteo Colosio fa il punto sull’attuale situazione di una specialità che, dopo un passato glorioso, da anni sta vivendo una forte crisi, soprattutto in Italia. Dietro le grigie nuvole del presente, però, fanno capolino pistard del calibro di Elia Viviani, Angelo Ciccone e Alex Buttazzoni, atleti che fanno sperare in un ritorno al sereno per la pista italiana.
Non ci siamo ancora ripresi dalla sbornia di una stagione intensa di ciclismo su strada e il calendario già propone, senza soluzione di continuità, la stagione del ciclocross e della pista.
Quella che una volta era per molti stradisti l’attività invernale è diventata oggi, invece, una specialità a sé stante e gli stradisti, tranne rare e felici eccezioni, non si vedono più nei velodromi ad animare le seigiorni.
Primo appuntamento della stagione 2009/2010 sono stati i campionati europei di Gand disputati lo scorso week end e che assegnavano i titoli delle specialità Madison (Americana), Derny e Omnium.
I risultati degli azzurri sono stati deludenti, il miglior risultato è stato ottenuto da Alessandro De Marchi, giunto quarto nel derny. Per il resto solo piazzamenti lontani dal podio.
Gli altri titoli erano stati assegnati nel mese di Luglio, quando la delegazione italiana aveva raccolto tre medaglie d’oro con corridori giovani (Viviani nello scratch U23, Paoli nel Km juniores e Ongaretto nella corsa a punti juniores) che fanno sperare in un rilancio del settore negli anni a venire.
Dopo la kermesse europea, a caratterizzare l’inverno in pista saranno le storiche “seigiorni”, competizioni sparse in giro per l’Europa capaci di unire il ciclismo e lo spettacolo in un mix affascinante. Il calendario dell’U.I.V. (Unione internazionale dei velodromi) prevede per la stagione corrente dodici seigiorni (Amsterdam, Monaco, Gand, Zurigo, Apeldoom, Rotterdam, Brema, Berlino, Copenhagen, Hasselt, Milano e Cremona), alle quali va aggiunta quella in programma a Grenoble. Il calendario U.I.V. aveva debuttato nello scorso Luglio con la “Seigiorni delle Rose” a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), giunta ormai alla sua dodicesima edizione, che ha proposto uno spettacolo agonistico di primo livello, in gara tutti i migliori protagonisti della pista. La manifestazione era stata vinta dalla coppia svizzera Marvulli – Aeschbach davanti a Risi – Guarnieri e Kankovsky – Lazar.
Le due seigiorni invernali che si disputeranno in Italia saranno quelle di Milano e Cremona. La prima, che quest’anno si stacca dalla cornice della fiera del ciclo (EICMA) che negli ultimi due anni l’aveva ospitata, è ancora in fase di definizione per quanto riguarda data e programma La seigiorni di Cremona, giunta alla seconda edizione dopo una fase di stallo in cui era stata in dubbio, avrà luogo dal 10 al 15 Febbraio 2010.
Oltre al circo delle seigiorni il calendario della pista prevede anche la Coppa del Mondo, strutturate nelle quattro prove di Manchester, Melbourne, Calì e Pechino. Lo scorso anno, dopo le Olimpiadi molti dei protagonisti di Pechino l’avevano tralasciata, ma quest’anno certamente tutti i migliori la disputeranno e sicuramente scopriremo che dopo Pechino è in atto, com’è normale che sia, un cambio generazionale, che sarà evidente soprattutto nella velocità con giovani arrembanti che stanno inanellando tempi eccezionali sui 200 metri e attendono l’occasione giusta per detronizzare il dominatore delle ultime stagioni, Sir Chris Hoy. I campionati del mondo che concluderanno la stagione si svolgeranno a Copenhagen dal 24 al 28 Marzo 2010.
Per quanto riguarda l’Italia, dopo anni in cui nulla si è mosso e si è vissuto di rendita (in particolare con Roberto Chiappa e Marco Villa), qualcosa sembra stia cambiando. Il primo segnale è stato l’apertura del velodromo coperto di Montichiari, inaugurato lo scorso Maggio. La struttura dovrà fungere da centro di riferimento per tutto il movimento, ma ciò sarà possibile solo se chi gestirà il velodromo lo farà con competenza: attualmente non esiste una società che se ne occupi e gran parte del lavoro è lasciato sulle spalle della federazione provinciale di Brescia nella persona del presidente Pietro Bregoli che, con passione, cerca di fare quanto in suo potere; la situazione deve trovare al più presto una soluzione definitiva o si correrà il rischio di avere una struttura di difficile utilizzo e dalla gestione lasciata al caso.
Altro segno che il movimento è vivo sono le due seigiorni che si aggiungono alla ormai stabile seigiorni di Fiorenzuola: quella di Milano, rinata dopo un decennio per opera di Silvio Martinello e Fabio Perego, e la seigiorni di Cremona organizzata da Claudio Santi che nella prima edizione ha riscosso un successo destinato a crescere col tempo.

Il velodromo di Montichiari (www.bresciaoggi.it)
I frutti dei piccoli passi compiuti si possono intuire nelle medaglie ottenute dagli atleti juniores e under 23 nelle competizioni continentali e mondiali, mentre per quanto riguarda gli elite dobbiamo purtroppo annotare il vuoto ancora pressoché totale nella velocità, dove l’intramontabile Roberto Chiappa a livello nazionale fa ancora il bello e cattivo tempo, segno della sua classe cristallina e intatta nonostante le 36 primavere ma anche del nulla alle sue spalle.
Per quanto riguarda l’endurance, degno di nota è Elia Viviani che, nonostante sia ancora under 23, parteciperà ad alcune seigiorni (attualmente è in pista ad Amsterdam con l’argentino Sebastian Donadio), la prossima stagione passerà professionista con la Liquigas. Speriamo che assieme al suo compagno di squadra Jacopo Guarnieri continui ad abbinare all’attività su strada anche la pista, perché i due ragazzi potranno darci molte soddisfazioni. Il presente sono invece Angelo Ciccone e Alex Buttazzoni, campioni italiani del Madison, coppia di recente composizione ma abbastanza affiatata: non costituiscono di certo una coppia di riferimento a livello internazionale ma sicuramente sapranno mettersi in evidenza nelle corse italiane. Fra le donne Giorgia Bronzini merita una citazione particolare: la campionessa del mondo della corsa a punti ha nella sua specialità una supremazia imbarazzante, è una certezza e un pilastro del movimento mentre alle sue spalle ci sono diverse atlete promettenti. Nonostante anche Elisa Frisoni nell’ultima stagione abbia dimostrato di essere ancora capace di buone prestazioni in campo internazionale, pure fra le donne il settore velocità è in difficoltà.
In conclusione accenniamo a un pericolo che la pista sta correndo: si vocifera che il CIO stia pensando di ridurre le medaglie a disposizione del ciclismo e l’UCI stia valutando l’abolizione dal programma olimpico di tre prove che nel programma ci stanno di diritto, la Madison, la corsa a punti e l’inseguimento individuale. La storia dello sport ha un valore che molti dirigenti probabilmente non riescono a cogliere, interessati solo al guadagno e alla commercializzazione del prodotto sportivo. Anche le Olimpiadi sono, purtroppo, soggette a questo.
Buona stagione a tutti.
Matteo Colosio
20-10-2009
ottobre 21, 2009 by Redazione
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AZERBAÏJAN TOUR
L’iraniano Ramin Mehrabani ha vinto la sesta ed ultima tappa, Kaleybar – Tabriz, percorrendo 173 Km in 4h17′30″, ad una media di 40,310. Ha preceduto i connazionali Jahanbanian (allo sprint) e Shiri (di 1″). L’iraniano Ahad Kazemi Sarai si impone in classifica, con 20″ e 56″ sui connazionali Askari e Mizbani Iranagh.
VUELTA A GUATEMALA
Il guatemalteco Nery Felipe Velásquez Lara (Café Quetzal-Respetemos al Ciclista) ha vinto la prima tappa, circuito di Guatemala City, percorrendo 3,8 Km in 4′16″, ad una media di 53,437. Ha preceduto i connazionali Castillo Calderón e Morales Aquino, che hanno fatto registrare lo stesso tempo.
19-10-2009
ottobre 20, 2009 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
AZERBAÏJAN TOUR
L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh ha vinto la quinta tappa, Jolfa – Kaleybar, percorrendo 145 Km in 4h33′01″, ad una media di 31,866. Ha preceduto di 14″ i connazionali Zargari e Rasoul. L’iraniano Ahad Kazemi Sarai torna in testa alla classifica, con 20″ e 1′00″ sui connazionali Askari e Mizbani Iranagh.
18-10-2009
ottobre 19, 2009 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
COPPA LELLA MENTASTI – GP CITTA’ DI STRESA
L’ìtaliano Marco Pinotti (Columbia-HTC) ha vinto la corsa a cronometro piemontese, percorrendo 33,8 Km in 40′48″, alla media di 49,705 km/h. Ha preceduto di 1′05″ Alessandro Raisoni e di 1′29″ Ivan Basso.
CHRONO DES NATIONS
Il kazako Alexandre Vinokourov (Astana) ha vinto la corsa a cronometro francese, percorrendo 48,5 Km in 1h00′09″, alla media di 48,379 km/h. Ha preceduto di 1′07″ il francese Peraud e di 1′12″ l’ucraino Krivtsov. Le gare riservate alle categorie minori sono state vinte dai francesi Romain Lemarchand (espoir), Anthony Saux (junior), Pauline Ferrand-Prevot (donne junior) e Jeannie Longo-Ciprelli (donne elite)
AZERBAÏJAN TOUR
L’iraniano Mehdi Sohrabi ha vinto la quarta tappa, circuito di Nakhchivan. Ha preceduto di 1″ e 2″ i connazionali Saeidi Tanha e Rasoul. Sohrabi passa in testa alla classifica, con 5″ sul connazionale Kazemi Sarai e 24″ sul russo Shchebelin.
17-10-2009
ottobre 18, 2009 by Redazione
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GIRO DI LOMBARDIA
Il belga Philippe Gilbert (Silence – Lotto) ha vinto la classica italiana percorrendo 242 Km in 5h43′45″, alla media di 42,24 km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Sanchez Gonzalez; terzo a 7″ si è piazzato il russo Kolobnev. Miglior italiano Luca Paolini (Acqua & Sapone – Caffe Mokambo), 4° a 8″.
JAYCO HERALD SUN TOUR (Australia)
L’australiano Jonathan Cantwell (Fly V Australia) ha vinto la sesta ed ultima tappa, circuito di Melbourne, percorrendo 61,5 Km in 1h26′57″, alla media di 42,438 km/h. Ha preceduto allo sprint i connazinali Matthews e Tanner. Il britannico Bradley Wiggins (Garmin-Slipstream) si impone con passa in testa alla classifica, con 11″ e 20″ sugli australiani Sutton e Cantwell.
AZERBAÏJAN TOUR
L’iraniano Hossein Nateghi ha vinto la terza tappa, Tabriz – Jolfa, percorrendo 129 Km in 2h57′19″, alla media di 43,650 km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Sohrabi e Khalilikhosroshahi. L’iraniano Ahad Kazemi Sarai conserva la testa della classifica, con 12″ e 21″ sui connazionali Sohrabi e Askari.
16-10-2009
ottobre 18, 2009 by Redazione
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JAYCO HERALD SUN TOUR (Australia)
Il britannico Bradley Wiggins (Garmin-Slipstream) ha vinto la quinta tappa, circuito a cronometro di Geelong, percorrendo 10 Km in 13′08″, alla media di 45,685 km/h. Ha preceduto di 14″ il canadese Tuft e di 32″ lo statunitense Van Ulden. Wiggins passa in testa alla classifica, con 5″ e 32″ sugli australiani Sutton e Cantwell.
AZERBAÏJAN TOUR
L’iraniano Ahad Kazemi Sarai ha vinto la seconda tappa, Urmia – Shabestar, percorrendo 175 Km in 4h11′04″, alla media di 41,821 km/h. Ha preceduto di 11″ e 15″ secondi i connazionali Askari e Sohrabi. Kazemi Sarai passa in testa alla classifica, con 16″ e 18″ su Askari e Sohrabi