LA ETAPA DEL DÍA: ALMERÍA – ALTO DE VELEFIQUE

settembre 11, 2009 by Redazione  
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Riprendono le montagne, ora proposte in maniera più massiccia rispetto a quanto offerto dalle giornate precedenti, nel corso delle quali si erano affrontare ascese più ripide ma anche più brevi. Per la Vuelta si prospettano giornate decisive e giudizi inappellabili, decretati da salite del calibro del Velefique, della Sierra Nevada e della Pandera, che saranno affrontate nel volgere delle prossime 72 ore. Tre frazioni da non perdere.

È stata una giornata di riposo quanto mai provvidenziale quelle vissuta ieri dai partecipanti della Vuelta ad Almería. Oggi la corsa proporrà l’atto primo d’un trittico d’alta montagna davvero impegnativo, tre frazioni caratterizzate dal comun denominatore dell’arrivo in salita e dalle quali la Vuelta dovrebbe uscire con un assetto definitivo all’80%. Per le eventuali rifiniture – e, perché no, un estremo tentativo di ribaltare la situazione – ci saranno poi la nervosa tappa di Córdoba, le ultime due frazioni montane disegnate sulle Sierre Madrilene (tracciate con mano più attenta e felice rispetto al passato) e la crono del penultimo giorno.
Lasciata Almería, nella frazione odierna si andrà ad affrontare un tracciato classico, il circuito del Calar Alto, sul quale si sono disputati due tapponi nel recente passato. Rispetto a questi precedenti, però, i ruoli delle tre salite previste saranno invertiti, perché l’interminabile ascensione all’osservatorio sarà affrontata quasi “en passant” mentre la parte principale sarà riservata al passo di Velefique, negli scorsi tracciati “ancella” dell’ascesa finale e ora investita dell’importante funzione di cominciare a costruire l’ossatura della Vuelta 2009, uscita con una classifica ancora aperte dalle prime frazioni di montagna. Tappe esigenti queste ultime ma meno impegnative per quanto riguarda le ascese, nonostante le pendenze particolarmente elevate che presentavano l’Aitana e lo Xorret e che non si riscontrerano sull’arrivo di oggi, dove si arriverà al massimo al 13%. Si affronterà complessivamente lo stesso numero di chilometri in ascesa di quelle giornate – una sessantina circa – che, anziché essere suddivisi a spizzichi e bocconi tra parecchie salitelle minori, stavolta saranno ripartiti fra tre corpose ascese. Spiccano i quasi 30 Km del Calar Alto, svettanti sul tracciato anche in virtù della quota di 1980 metri: si salirà, però, dal versante meno impegnativo e, anche per i quasi 60 Km che separeranno la cima del GPM (non a caso considerato “solo” di 1a categoria e non “Especial”) dal traguardo, difficilmente i big della classifica si muoveranno quassù, preferendo attendere la seconda e ultima scalata al Velefique, più adatta ai loro mezzi pur non essendo estrema. All’insù si affronteranno tutti gli ultimi 13 Km di gara, nel corso dei quali si dovranno superare 1000 metri esatti di dislivello e una pendenza media del 7,5%. Il conto dell’interminabile ascesa precedente potrebbe essere offerto fin da subito, perché è proprio nei chilometri inziali che il Velefique – già scalato quasi 120 Km prima – proporrà le sue inclinazioni maggiori: a quel punto si rivelerà davvero molto duro andare al traguardo e, dopo le schermaglie degli scorsi giorni, oggi la Vuelta potrebbe decretare i primi insindacabili giudizi.

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
E con questa ha azzeccato un bel 13. Stiamo parlando di Almería e della dozzina d’arrivi finora disputati alla Vuelta in questo centro, che l’ha individuata come sede di tappa fin dal 1936, secondo anno di vita della corsa spagnola. Il belga Gustaaf Deloor è stato il primo a tagliare un traguardo che non ha mai visto imporsi corridori italiani: ci siamo andati vicino con Ernesto Bono (3° nel 1962), Valerio Tebaldi (2° nel 1990) e Nicola Milani (2° nel 1996). Nel 1971 e nel 1974 Almería ha ospitato il cronoprologo delle edizioni vinte rispettivamente dal belga Bracke e dallo spagnolo Fuente.
Il Puerto de Velefique debutterà quest’anno come traguardo, dopo esssere stato GPM di passaggio nel 2004 e nel 2006, in occasione delle tappe terminate al Calar Alto: entrambi spagnoli i primi corridori a scollinare in testa, Francisco Lara ed Egoi Martínez. Quest’ultimo è in gara anche nell’edizione 2009 e, complice il pesante ritardo in classifica (quasi 21 minuti da Valverde), potrebbe puntare a bissare il successo parziale conquistato tre anni fa, almeno sul primo passaggio, per poi lasciare il palcoscenico ai primattori della Vuelta.

La Tetica di Bacares vista dal Velefique (panoramio)

La Tetica di Bacares vista dal Velefique (panoramio)


RECUERDOS DE LA VUELTA 2

Al pari di Murcia, anche Almería è stata conquistata e modificata dai mori, le cui tracce sono ancora visibili, a partire dall’attuale nome, derivante dall’arabo “Al-Meriya” (specchio del mare) e che soppiantò il “Portus Magnus” dei romani. In ogni città caduta in mano araba erano eretti due edifici “canonici”, l’Alcazar e la moschea. Il primo, castello-residenza dei sultani, è giunto ai giorni d’oggi e domina dall’alto Almería, offrendo un grandioso panorama, che abbraccia anche ampi tratti di costa. Non esiste più la moschea che, come tutti gli edifici simili, fu riadattata in chiesa dopo la “Reconquista”e trasformata nell’attuale cattedrale dopo il terremoto del 1524. Nell’occasione fu realizzato un edificio in guisa di fortezza perché, scacciati i mori, i pericoli principali continuavano ad arrivare ancora dal mare ed erano rappresentati dalle scorrerie piratesche.
“Almeriensi” celebri sono il calciatore José Ortiz Bernal (ha giocato per una stagione nel Ravenna), il compositore José Padilla Sánchez, il chitarrista José Fernández Torres (detto “Tomatito”) e il liutaio Antonio de Torres Jurado, considerato lo “Stradivari dei chitarristi”.
Il “puerto” (letteralmente porta, da intendersi come valico, punto di passaggio) di Velefique è uno dei più elevati passi stradali spagnoli: i suoi 1820 metri, nella speciale classifica redatta dagli appassionati recensori di www.altimetrias.net, lo collocano al dodicesimo posto tra le ascese “under 2000”, mentre superano questa quota solo sette arrampicate, col “non plus ultra” rappresentato dai 3367 metri della strada del Pico de Veleta, sulla Sierra Nevada. Il Velefique mette in comunicazione il piccolo comune omonimo (al censimento del 2006 contava appena 250 abitanti) con il più grosso centro di Bacares, che ha dato il nome alla “Tetica” (2080 metri), la cima sovrastante il Velefique, una delle tre elevazioni principali della Sierra de Los Filabres. La più elevata e famosa è quella del Calar Alto (2168m), per la presenza sulla sommità del “Centro Astronómico Hispano-Alemán” (abbreviato CAHA), osservatorio impiantato nel 1973 a seguito di un accordo stipulato tra i governi spagnolo e tedesco.

EL TIEMPO
Almeria è una delle mete predilette del turismo estivo, ma stavolta l’immancabile sole non la bacerà direttamente, pur continuando a far sentire i suoi influssi: per quasi tutta la giornata, infatti, il cielo della cittadina sarà coperto, ma gli effetti del sole saranno ancora tangibili, grazie a temperature che, all’ora d’avvio della tappa, stazioneranno sui 25°C. Il tasso d’umidità sarà moderatamente elevato (63%), ma non quanto i venti, che spireranno molto forti, con folate che raggiungeranno i 45 Km/h e che potrebbero infastidire non poco le operazioni di partenza. All’arrivo e sulle cime degli “alti” giornalieri, complici le quote che rasenteranno i 2000 metri, farà ovviamente più fresco: previsti 13° C sul primo passaggio dal Velefique, con le temperature che si alzeranno di tre gradi nelle fasi d’arrivo, quando il sole tornerà a fare capolino tra le nubi. Non sono previste precipitazioni.

Mauro Facoltosi

10-09-2009

settembre 11, 2009 by Redazione  
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TOUR DE L’AVENIR
Il russo Timofey Kritskiy (Russia) ha vinto la sesta tappa, Château-Salins – Gérardmer, percorrendo 146 Km in 3h33′54″, alla media di 40,953 km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Romain Sicard (France A) e di 22″ lo statunitense Van Gaderen. Sicard è il nuovo leader della corsa, con 1′43″ su Kritskiy e 1′58″ su Van Gaderen. Nessun italiano in gara.

TOUR OF MISSOURI
L’argentino Juan José Haedo (Team Saxo Bank) ha vinto la quarta tappa, St. James – Jefferson City, percorrendo 175,7 Km in 4h07′55″, alla media di 42,522 km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Hushovd e l’italiano Dario Cataldo (Quick Step). Haedo è il nuovo leader della corsa, con lo stesso tempo di Hushovd. Terzo Cataldo a 14″.

TOUR OF BULGARIA
Il kazako Valentin Iglinskiy (Kazakhstan National Team) ha vinto la quarta tappa, Razgrad – Bourgas, percorrendo 198 Km in 4h37′27″, alla media di 42,818 km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Grunder e il bulgaro Chanliev. Unico italiano in gara, Rino Zampilli (Hemus 1896-INS Delivery) si è piazzato 60° a 13′33″.
Il bulgaro Ivailo Gabrovski (Heraklion-Nesebar) conserva la testa della corsa con 3′02″ sul connazionale Koev e 6′44″ sul colombiano Pedraza. Zampilli è 62° a 1h04′07″.

TOUR OF HOKKAIDO (Giappone)
L’estone Jaan Kirsipuu (Letua Cycling Team) ha vinto anche la quarta tappa, Toyotomi – Shimokawa, percorrendo 182 Km in 4h25′35″, alla media di 41,117 km/h. Ha preceduto allo sprint il giapponese Miyazawa e il coreano Park. Takashi Miyazawa (Eqa – Meitan Hompo – Graphite Design) passa in testa alla classifica, con 10″ sul connazionale Mori e 13″ sull’australiano Dempster

IZEGEM KOERSE
Il lituano Aidis Kruopis (Litubel Staki Parket) ha vinto la corsa belga. Preceduti il francese Ricci Poggi e il belga Van Staeyen.

09-09-2009

settembre 10, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
Lo statunitense Tyler Farrar (Garmin-Slipstream) ha vinto l’undicesima tappa, Murcia – Caravaca de la Cruz, percorrendo 200 Km in 5h11′10″, alla media di 38,564 km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Gilbert e l’italiano Marco Marcato (Vacansoleil). Basso è 45° (stesso tempo), Cunego è 52° a 9″.
Lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) conserva la maglia amarillo, con 7″ sull’australiano Evans e 36″ sull’olandese Gesink. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas), 5° a 53″. Cunego è 7° a 2′13″.

TOUR DE L’AVENIR
Lo spagnolo Jonathan Castroviejo Nicolas (Spagna) ha vinto la quinta tappa, Sedan – Guénange, percorrendo 166,5 Km in 3h52′03″, alla media di 43,051 km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Ostergaard e lo sloveno Furdi. Il francese Julien Berard (France B), conserva la maglia di leader, con 1″ sul connazionale Sicard e 1′26″ sul danese Vinther. Nessun italiano in gara.

TOUR OF MISSOURI
Il norvegese Thor Hushovd (Cervélo Test Team) ha vinto la terza tappa, Farmington – Rolla, percorrendo 183,9 Km in 4h26′50″, alla media di 41,351 km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Juan Jose Haedo e l’italiano Dario Cataldo (Quick Step). Hushovd passa in testa alla classifica, con lo stesso tempo di Cavendish. Terzo a 4″ Haedo. Miglior italiano Cataldo, 7° a 16″.

TOUR OF BULGARIA
Lo slovacco Martin Prazdnovski (CC Bourgas) ha vinto la terza tappa, Gabrove – Razgrad, percorrendo 157 Km in 4h24′16″, alla media di 35,645 km/h. Ha preceduto di 26″ l’estone Putsep e il britannico Metcalfe. Unico italiano in gara, Rino Zampilli (Hemus 1896-INS Delivery) si è piazzato 16° a 1′07″.
Il bulgaro Ivailo Gabrovski (Heraklion-Nesebar) conserva la testa della corsa con 302″ sul connazionale Koev e 6′44″ sul colombiano Pedraza. Zampilli è 59° a 50′34″.

TOUR OF HOKKAIDO (Giappone)
L’estone Jaan Kirsipuu (Letua Cycling Team) ha vinto la terza tappa, Naroyo – Toyotomi, percorrendo 183 Km in 4h50′32″, alla media di 37,792 km/h. Ha preceduto allo sprint gli australiani Dampster e Windsor. Il giapponese Takashi Miyazawa (Eqa – Meitan Hompo – Graphite Design) passa in testa alla classifica con 3″ sul connazionale Mori e 5″ su Dempster

MEMORIAL RIK VAN STEENBERGEN
Il belga Niko Eeckhout (An Post – Sean Kelly Team) ha vinto la corsa belga, percorrendo 183 Km in 3h51′05″, alla media di 47,515 km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Van Dijk e De Jongh. Unico italiano in gara, Mauro Facci (Quick Step), si è piazzato 115° a 43″.

LA LIQUIGAS SEMINA, BENNATI SPANDE, FARRAR RACCOGLIE

settembre 9, 2009 by Redazione  
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L’atleta della Garmin raccoglie quanto Bennati butta letteralmente dalla finestra, aveva in pugno la gara dopo aver spremuto i suoi uomini per 60km abbondanti e finisce per battezzare la ruota sbagliata e ritrovarsi 13° all’arrivo: un errore che non si può perdonare ad un campione come lui.

Una volata completamente sbagliata, un errore da pivello, fatto da chi pivello non lo è di certo e nove vittorie nei grandi giri lo dimostrano ampiamente. Non è possibile che un corridore come Bennati (Liquigas) prenda la ruota di un qualsiasi gregario del treno Rabobank, si faccia portare a spasso e lasciare al vento a 700m dal traguardo dalla parte opposta della strada rispetto al gruppo, un errore stupido segno che la testa forse non supporta le gambe. In pochi secondi dalle prime posizioni s’è ritrovato invischiato nel mezzo dei velocisti intorno alla quindicesima posizione, troppo lontano per pensare di poter avanzare e scalzare un Farrar (Garmin) in grande condizione. L’atleta aretino vanifica così il grande sforzo fatto dalla sua squadra chenegli ultimi 60km si era spremuta per portare il suo capitano alla volata nelle condizioni migliori.

La giornata era iniziata con una fuga anniunciata: Txurruca (Euskaltel), Fedrigo (Bbox), Palomares (Contempolis), Duran (Fuji), Turpin (Ag2r), Hoogerland (Vacansoleil) e Garcia Pena (Xacobeo), poi, ripresi i primi fuggitivi di giornata, ecco tentarci di nuovo Txurruca e Hoogerland seguiti da De La Fuente (Fuji), che dopo pochi chilometri dovrà arrendersi e lasciare il gruppetto, e Moncoutie (Cofidis). Secondo il pronostico di molti esperti oggi sarebbe stata un’altra tappa da fughe, ma la presenza nel drappello di un elemento come Hoogerland che in generale paga meno di 5’ dal leader murciano, e forse la voglia di vincere di qualche velocista adatto a tappe mosse (si legga Bennati e Freire) hanno rovesciato completamente ogni previsione: Liquigas e Caisse d’Epargne si sono messe in testa a tirare per recuperare i 9’ concessi ai fuggitivi e staccare i velocisti rimasti in gruppo lungo l’Alto Campo de San Juan.

A questo punto la Liquigas ha commesso un errore che forse poi è stato fatale a Daniele Bennati: rientrati sui fuggitivi di giornata e staccati gran parte dei velocisti, non si capisce il motivo per cui gli uomini Liquigas abbiano rallentato vistosamente lasciando partire De Gregorio (FDJ), ma soprattutto abbiano consentito a molti velocisti di rientrare, ad esempio lo stesso Farrar. Discorso a parte merita Freire (Rabobank) che questa sera dovrà offrire la cena al Diretto di Berna, alias Cancellara, che con una trenata delle sue ha recuperato 15” consentendo allo spagnolo di rientrare sul gruppo tirato addirittura da due squadre: senza parole. In sostanza la Liquigas in pochi chilometri ha vanificato tutta la fatica prodotta lungo l’ascesa.

Alla fine della discesa, dal traguardo, mancavano appena 50km in cui non è successo nulla degno di nota, l’attacco di De Gregorio è stato facilmente neutralizzato quando ai meno 20 all’arrivo quando il vantaggio aveva toccato il picco massimo di 45”, segno che il gruppo dietro s’era proprio fermato, e da segnalare un altro tentativo, molto blando a dire la verità, di Gerdemann (Milram), forse deluso dall’epilogo della decima tappa, ha tentato di portare via qualche uomo, senza fortuna, alla fine il suo tentativo è durato poche centinaia di metri, appena il tempo di essere annotato sul taccuino. Questo quando a dividere i corridori dal traguardo restavano meno di 18km.

A questo punto il plotone arriva alla fatidica volata, di cui abbiamo ampiamente parlato più su, nella quale i colori italiani hanno occupato ben 4 dei primi dieci posti, alle spalle di Farrar e Gilbert (Silence) si è piazzato sul podio Marcato (Vacanzoleil), la Lampre ha invece occupato la settima e ottava posizione rispettivamente con Ballan e Gasparotto mentre decimo è giunto Tosatto (Quick Step) che sta cercando di guadagnarsi un posto in maglia azzurra il 27/09 prossimo in quel di Mendrisio. Per Bennati solo un 13° posto che va ad aggiungersi ai fallimenti di questo 2009 davvero amaro per l’aretino.

Tyler Farrar apre e la braccia e raccoglie quanto sperperato da Bennati (foto AP)

Tyler Farrar apre e la braccia e raccoglie quanto sperperato da Bennati

Andrea Mastrangelo

LA ETAPA DEL DÍA: MURCIA – CARAVACA DE LA CRUZ

settembre 9, 2009 by Redazione  
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Tappa di transizione per la Vuelta di Spagna, che domani vivrà il suo secondo giorno di riposo. C’è la seria possibilità che il gruppo decida di prendere una giornata di relax supplettivo, consegnando anche oggi il palcoscenico ai cacciatori di tappe. Per i fuggitivi non dovrebbe essere un problema acquisire un grosso vantaggio, contando anche sulla probabile non belligeranza degli squadroni degli sprinter, chiamati fuori causa dalle difficoltà del circuito finale.

È la tappa che meglio incarna la definizione di “frazione di media montagna”. Né carne, né pesce la si potrebbe definire con un linguaggio popolare, perché non sarà una giornata favorevole ai velocisti, respinti da difficoltà che, però, nemmeno avranno il potere di stuzzicare gli uomini di classifica. E, dunque, il tracciato odierno costituirà una sorta di porta spalancata ai tentativi da lontano che, come accaduto nella giornata di ieri, avranno la possibilità di andare facilmente al traguardo, magari accumulando strada facendo un considerevole vantaggio. Nessuno si prenderà la briga di andare a riacciuffare i fuggitivi, anche perché il gruppo potrebbe prendere questa giornata come un supplemento anticipato del secondo giorno di riposo, previsto per domani. Naturalmente, nel tentativo non dovrà inserirsi un corridore troppo vicino ai piani alti della classifica, altrimenti i big reagiranno, provocando anche la fine prematura della fuga, con evidente malumore da parte dei compagni d’avventura. Ricordiamo al proposito quanto accaduto nella tappa di Bra del Giro del 1994: nel tentativo di giornata s’infilò, non riconosciuto dagli altri a causa della mantellina che ne copriva la maglia rosa, anche il capoclassifica Berzin, che fu gentilmente invitato a staccarsi e a far rientro nelle file del gruppo.
Il tracciato dell’undicesima frazione, siamo al giro di boa della Vuelta 2009, misurerà 200 Km spaccati e si comporrà di due parti distinte – un tratto in linea di 126 Km e un circuito finale di 74 Km – entrambe caratterizzate da un’ascesa valevole per la classifica del GPM. La più impegnativa sarà la prima, il Collado Bermejo, valico che ha legato il suo nome a quello di Marco Pantani, che salendo lassù conquistò l’edizione 1999 della Vuelta a Murcia: verosimilmente, sarà in vista dei suoi 17,8 Km al 5,2%, o direttamente su di essi, che scaturirà il tentativo giornaliero, magari promosso da uno scalatore che non ha brillato nelle giornate scorse e ora si trova con parecchi minuti di ritardo sulle spalle. A 50 Km dalla meta, infine, si chiuderà la seconda e ultima salita, l’Alto Campo de San Juan, che potrebbe rivelarsi il “giudice di pace” di questa frazione nonostante le facili pendenze complessive: i 10,7 Km al 5,3% dell’ascesa celano al loro interno alcuni tratti sensibilmente più pendenti, come il muretto al 15% che sarà superato a circa 1500 metri dalla vetta. Chi scollinerà in testa avrà dalla sua parte l’altimetria che, prima d’iniziare la discesa, proporrà un lungo tratto in quota. La stessa planata verso Caravaca de la Cruz, che si concluderà a circa 2 Km dalla meta, non è delle più indicate per gli inseguimenti, perché presenterà parecchi tratti nei quali costringerà a pedalare. Non è detto, però, che questo finale decida la corsa favorevolmente per gli uomini in avanscoperta: infatti, il caldo, il non trascurabile chilometraggio giornaliero e le ultime stilettate del Campo de San Juan potrebbero causare l’esaurimento delle forze dei fuggitivi, che sarebbero ripresi dal gruppo “per consunzione”. In tal caso si prospetta un finale interessante perché, tagliati comunque fuori i velocisti (almeno la maggior parte di essi), si assisterebbe a una volata “spuria”, nella quale si contenderanno il successo gli sprinter rimasti accanto a corridori avvezzi ad altri traguardi: è il caso di uomini come Cancellara o lo stesso Valverde, che potrebbe sfruttare quest’occasione per allontanare il fastidioso sentore di fiato sul collo del diretto avversario Evans, facendo leva sul fatto che l’australiano allo sprint è un’autentica frana. In un finale del genere il corridore spagnolo non avrebbe difficoltà a mettere in riga nemmeno i velocisti, come riuscì a fare nel 2008 a Plumelec sul traguardo della prima tappa del Tour, in un finale nettamente meno impegnativo rispetto a questo.

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Un solo precedente in questo centro murciano, risalente al recente passato della Vuelta, che vi ha fatto scalo il 14 settembre del 2004, a capo d’una frazione meno complicata rispetto a quella disegnata quest’anno. Infatti, il gruppo riuscì ad arrivare compatto al traguardo, dove Petacchi bruciò allo sprint l’australiano O’Grady e Marco Zanotti. Non ci fu, però, vittoria per il velocista spezzino perché, circa un minuto prima, era arrivato solitario l’americano Zabriskie, coronando col successo un lunghissimo assolo durato ben 160 Km (su 166 di tappa).

Visione invernale di Caravaca de la Cruz, dominata dal santuario-fortezza della Vera Croce (www.solorural.com)

Visione invernale di Caravaca de la Cruz, dominata dal santuario-fortezza della Vera Croce (www.solorural.com)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Caravaca de la Cruz è ritenuta dalla Chiesa Cattolica la quinta città santa al mondo, affiancandola a Roma, Gerusalemme, Santiago de Compostela e a un’altra località spagnola poco conosciuta, Santo Toribio de Liébana, con la quale condivide l’onore di conservare, fin dal XII secolo, una reliquia della Santa Croce. I fedeli accorono numerosi al santuario – promosso a Basilica Minore nel 2008 con decreto di Papa Benedetto XVI – ospitato all’interno di una fortezza eretta dall’ordine dei Templari in posizione dominante l’abitato di Caravaca, della quale rappresenta la principale emergenza monumentale. Da vedere anche i musei archeologico e conventuale: il primo è allestisto all’interno della sconsacrata chiesa della Soledad, il secondo nel monastero delle “Monjas Carmelitas”, fondato nel 1576 da Santa Teresa d’Avila.
D’origine “caravaqueña” è il calciatore Miguel Ángel Ferrer Martínez, noto col soprannome di “Mista”.

EL TIEMPO
Il caldo continuerà a imperversare sulle strade spagnole, sia alla partenza, sia all’arrivo, nonostante questo sia in quota, a un’altezza di circa 800 metri. Al via da Murcia la temperatura sarà di 26° C, condita da un’umidità del 62% e da venti moderati, che spireranno da nord-est a una velocità di 18 Km/h. A Caravaca la situazione sarà abbastanza stazionaria per quel che riguarda le temperature, rese più sopportabili dalla diminuzione considerevole del tasso d’umidità, che scenderà fino al 34%. Non muterà nemmeno l’intensità del vento che, però, si girerà e prenderà a soffiare da sud-est.

Mauro Facoltosi

08-09-2009

settembre 9, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
L’australiano Simon Gerrans (Cervélo TestTeam) ha vinto la decima tappa, Alicante – Murcia, percorrendo 162 Km in 3h56′19″, alla media di 41,131 km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Hesjedal e il danese Fuglsang. Miglior italiano Matteo Tosatto (Quick Step), 10° a 39″. Basso è 34° a 3′42″, Cunego 52° (stesso tempo).
Lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) conserva la maglia amarillo, con 7″ sull’australiano Evans e 36″ sull’olandese Gesink. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas), 5° a 53″. Cunego è 7° a 2′04″.

TOUR DE L’AVENIR
Il danese Troels Ronning Vinther (Danimarca) ha vinto la quarta tappa, Margny-lès-Compiègne – Sedan, percorrendo 197 Km in 4h40′20″, alla media di 42,164 km/h. Ha preceduto di 7″ lo statunitense Stetina e di 11″ la volata del gruppo, regolata dal francese Martinez. Il francese Julien Berard (France B), conserva la maglia di leader, con 7″ sul connazionale Sicard e 1′26″ su Vinther. Nessun italiano in gara.

TOUR OF MISSOURI
Il britannico Mark Cavendish (Team Columbia-HTC) ha vinto anche la seconda tappa, Ste. Genevieve – Cape Girardeau, percorrendo 180,9 Km in 4h16′53″, alla media di 42,252 km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Hushovd e l’argentino Juan Jose Haedo. Miglior italiano Davide Malacarne (Quick Step), 7°. Cavendish mantiene la testa della corsa con 19″ su Hushovd e Haedo. Miglio italiano Malacarne, 14° a 20″.

TOUR OF BULGARIA
Il bulgaro Ivailo Gabrovski (Heraklion-Nesebar) ha vinto anche la seconda tappa, Troyan – Gabrovo, percorrendo 158 Km in 4h06′09″, alla media di 38,513 km/h. Ha preceduto di 2′43″ il connazionale Koev e di 3′24″ il kazako Nepomnyachiy. Unico italiano in gara, Rino Zampilli (Hemus 1896-INS Delivery) si è piazzato 75° a 30′03″.
Gabrovski consolida il primato ed ora precede di 3′20″ Koev e di 6′44″ il colombiano Pedraza. Zampilli è 59° a 50′34″.

TOUR OF HOKKAIDO (Giappone)
Disputate due tappe nella giornata d’apertura.
Il mattino, il giapponese Takashi Miyazawa (Meitan Hompo – GDR) ha vinto la prima tappa, circuito a cronometro di Asahikawa City, percorrendo 1,1 Km in 1′24″, alla media di 46,7 km/h. Ha preceduto di 71 ed 81 centesimi di secondo i connazionali Nishitani e Mori (distacchi portati a 1″ in classifica generale).
Il pomeriggio, il giapponese Kazuhiro Mori (Meitan Hompo – GDR) ha vinto la seconda tappa, Asahikawa City – Shibetsu City, percorrendo 92,6 Km in 2h12′45″, alla media di 41,853 km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Miyazawa e l’australiano Dampster. Mori passa in testa alla classifica, con 1″ e 6″ sui connazionali Miyazawa e Nishitani

DAL MARE DELLA TRANQUILLITA’ SPUNTA LA CRESTA DI GERRANS

settembre 8, 2009 by Redazione  
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In una tappa dall’esito scontato fin da ieri, dominata dalla sfortuna, la spunta Gerrans che in volata ristretta regola Hesjedal, Fuglsang e un Vinokourov non ancora nella forma dei giorni d’oro. Il gruppo arriva compatto con Valverde che sfila in maglia oro per le vie della sua Murcia.

Una tappa più semplice da pronosticare, non tanto per il vincitore quanto per la trama, forse non poteva andare in scena, fin da quando ieri Valverde (Caisse d’Epargne) ha preso la maglia di leader avremmo scommesso tutto sul fatto che oggi la Caisse avrebbe lasciato andare la fuga per concedere al proprio capitano di sfilare in maglia amarillo lungo le strade di Murcia. Quale pazzo scriteriato avrebbe preferito tenere il gruppo unito e giocarsela sull’arrivo di casa, forte di soli 7” di vantaggio, rischiando di perdere il segno del primato proprio sotto gli occhi dei propri compaesani? Per di più la tappa si prestava benissimo ad un tale copione: tappa mossa con numerosi strappetti, con una salita dura e breve, seguita da una discesa tecnica prima dell’arrivo. La frazione giusta per la fuga!
Così fin dai primi chilometri si sono succeduti numerosi tentativi, il più importante quello di Freire (Rabobank) dopo appena 7km, alla fine ad andarsene sono in 19 a rappresentare quasi tutte le squadre meno protagoniste fino ad oggi, mentre dietro il gruppo lasciava fare, procedendo ad andatura semi-turistica, guidato dalla Vacansoleil nel tentativo di mettersi in mostra in quanto assente nel gruppo dei primi.
Per vedere le squadre dei migliori bisogna attendere gli ultimi 30km, e anche a quel punto chi si fosse aspettato qualche azione sarebbe rimasto sicuramente deluso, quando Caisse d’Epargne e Liquigas si producono in quel piccolo sforzo per riportare il distacco dagli 8’ raggiunti all’altezza dei 72 dal traguardo fino ai 4’30” con cui hanno preso la salita.
Nel frattempo davanti i 19 si scremavano sulle prime rampe della Cresta del Gallo, Gerdemann (Milram) e Arrieta (Contempolis) prendevano la salita con una trentina di secondi sul gruppo inseguitore dal quale usciva Vinokourov (Astana), il suo tentativo ha però vita breve e su di lui rinvengono Gerrans (Cervelo), Hesjedal (Garmin), De La Fuente e Intxausti (Fuji) e Fuglsang (Saxo Bank) che lungo la salita recuperano anche lo spagnolo rimasto al palo dopo l’attacco di Gerdemann. Poco prima dello scollinamento Intxausti ringrazia il compagno di squadra per il forcing e va a riprendere il tedesco in testa alla corsa scollinando con 20m di ritardo.
A questo punto con 2km di discesa e 7 di pianura prima dell’arrivo tutti avrebbero pensato che con 20-25” di vantaggio per i primi la vittoria fosse una questione a due, o se anche qualcuno avesse voluto azzardarsi a scommettere qualcuno degli inseguitori di certo non lo avrebbe fatto prevedendo la sfortuna che ha colpito la coppia di testa. In discesa lo si sa, le incognite son molte, non tutti pennellano le curve, le cadute sono all’ordine del giorno e per di più la discesa da affrontare era particolarmente stretta e tecnica. Ma nessuno forse aveva mai visto che uno per volta i due in testa venissero eliminati da due forature nell’arco di 500m uno dall’altro: prima Intxausti che alza la mano dopo due curve prese in maniera davvero maldestra…degne del peggior Basso…salvo poi accorgersi che la ruota dietra non lo supportava più da parecchi metri, poi il replay del gruppo inseguitore che, incredulo crediamo noi, superava Linus Gerdemann fermo e rassegnato seduto sul telaio a lato della strada in attesa della macchina del meccanico.
I primi quattro vantavano ora un vantaggio rassicurante sui vecchi compagni di avventura, sparpagliati lungo la strada, e sul gruppo che allo scollinamento paga 4’.
A questo punto sarebbe lecito aspettarsi un attacco da tutti tranne da Vinokourov che dovrebbe essere il più veloce in volata…ma accade esattamente l’incontrario, il kazako tenta di andarsene un paio di volte con poca fortuna, cosa diversa accade a Hesjedal che guadagna 20m e sembra avere l’opportunità di andarsene, quando si ferma ad aspettare le ruote del gruppetto. Tattica sbagliata e vittoria sfumata: a 500m si ritrova in testa al gruppo con Vino in quarta posizione, quella ideale. Se non fosse che anche l’asiatico ci mette del suo per perdere la gara partendo lunghissimo a 300m e tirando la volata praticamente a tutti, alla fine taglia lo striscione d’arrivo quarto, su quattro, davanti ad Hansen (Columbia) 29” che anticipa il resto dei figgitivi e a 3’42” il gruppo forte di 40 unità. Risalendo la classifica troviamo Fuglsang, in fuga nel tentativo di riscattarsi da una Vuelta poco connvincente, Hesjedal e Gerrans, il quale più ancora delle sue gambe deve ringraziare fortuna e avversari per avergli porto la vittoria su un piatto d’oro.

Gerrans trionfa a Murcia (foto Bettini)

Gerrans trionfa a Murcia (foto Bettini)

Andrea Mastrangelo

LA ETAPA DEL DÍA: ALICANTE – MURCIA

settembre 8, 2009 by Redazione  
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Tappa apparentemente facile quella che oggi porterà i corridori da Alicante a Murcia. Il profilo lascia intedere un percorso appetibile ai velocisti ma il finale, invece, dovrebbe respingerli e richiamare ancora alla ribalta i primattori della Vuelta. Su Murcia s’innalza la Cresta del Gallo, ostacolo insidioso sia in salita, quando in discesa: se lo ricorda bene Sastre che, nel 2001, sulla prima accusò 15” di ritardo e nella seconda, tentando un disperato recupero, cadde in una pietraia. Se davanti si ritroveranno i corridori di vertice, sicuramente si prospetterà un altro finale nel quale ci si giocherà la maglia amarillo sul filo dei secondi.

Terminato il primo round in montagna, la Vuelta proporà una tappa apparentemente tranquilla, disegnata in una terra geologicamente accidentata ma tenendosi a debita distanza dalle salite, che torneranno a popolare il percorso nel prossimo fine settimana. Al confronto con i grafici delle frazioni disputate nelle ultime due giornate, l’altimetria odierna ricorda un soufflè che s’è improvvisamente smontato, grazie ad una fase centrale in lento falsopiano che, in un’ottantina di chilometri, condurrà dal livello del mare fino a quasi 600 metri di quota. Nel finale, invece, a 12 Km dalla meta il programma giornaliero proporrà lo scollinamento sulla Cresta del Gallo, antico vulcano spento da millenni ma in grado d’attizzare la corsa. Quel che, a una prima occhiata, pare un ostacolo della risma del Poggio sanremese, sarà invece una difficoltà da affrontare con cautela. I velocisti saranno sicuramente respinti, come successo in tutte e tre le occasioni nelle quali gli organizzatori hanno “imperlato” il finale murciano con quest’ascesa. Non è un caso che sia coronata da un GPM di seconda categoria, che sì incontrerà al termine di 4,4 Km d’arrampicata al 6,7%. Ma anche gli uomini di classifica dovranno correre guardinghi e non solo per il pericolo di qualche scatto insidioso da parte dei più diretti avversari. Infatti, i 4300 metri della planata verso Murcia sono molto insidiosi e lo sa bene Carlos Sastre che, nella tappa del 2001, a una delle ultime curve, mentre scendeva a tutta per recuperate il distacco di 15” accusato in vetta, deragliò in uno dei tratti più difficili (gli ultimi 700 metri della discesa hanno una pendenza del 10,7%) finendo in un terrapieno pietroso. Quel giorno si disputarono il successo in ventotto, regolati allo sprint dal polacco Konecny, che precedette gli spagnoli D. Etxebarria e Edo, un velocista che era riuscito a rimanare agganciato al gruppo nel finale. Il futuro vincitore del Tour taglierà il traguardo con 3’26” di ritardo. Memori di questo precedente, che colpì uno dei beniamini di casa, gli organizzatori quest’anno si sono premuniti di avvisare i corridori per tempo del pericolo insito nel tracciato di gara, segnalandolo non nei consueti dispacci consegnati giornalmente al raduno di partenza, ma addirittura – caso piuttosto raro – direttamente sulla tabella di marcia: “descenso con curvas muy pronunciadas. Precaución”
Un finale, dunque, che merita attenzione e che potrebbe riservare delle sorprese. I piani alti della classifica sono molto ravvicinati e si potrebbe assistere a un altro scambio di posizioni tra i corridori di vertice, magari un terzo cambio di leader consecutivo, con la maglia contesa a suon di abbuoni.
Infine, una curiosità. In Spagna come in Francia la legge consente di intitolare a personaggi ancora in vita vie, piazze e impianti sportivi (ricordate l’arrivo di tappa a Torrelavega nel 2006, presso il velodromo Oscar Freire?). Ebbene, la tappa odierna terminerà su un’avenida dedicata al “rey” Miguel Indurain. Nel 1986 il navarro, che ancora non era diventato il grande campione che abbiamo conosciuto, s’impose nella 6a edizione della Vuelta a Murcia, una delle più importanti corse a tappe nazionali.

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.


RECUERDOS DE LA VUELTA 1

Alicante accoglierà oggi il suo sesto arrivo di tappa, una storia iniziata del 1936, quando la Vuelta aveva un anno di vita e fissò nella città valenciana il traguardo della settima tappa: era il 12 maggio e quel giorno s’impose allo sprint lo spagnolo Mariano Cañardo Lacasta. Undici anni dopo toccherà all’italiano Robert Vercellone trionfare in quel di Alicante, una gioia che sarà riservata anche a un altro nostro corridore: nel 1994, in quello che finora è stato l’ultimo arrivo in questo centro, s’imporrà il toscano Simone Biagi, protagonista della fuga di giornata assieme allo spagnolo Diaz Rodriguez.
Il palmares vueltano di Alicante impallidisce davanti al “curriculum” di tutto rispetto che può permettersi di sfoderare Murcia. Le referenze iniziano fin dal primo anno di Vuelta, quando fu sede d’arrivo della nona frazione, conquistata dallo spagnolo Salvador Cardona. Un’esperienza ripetuta in altre 23 occasioni, due delle quali “firmate” da corridori italiani, Umberto Drei nel 1950 e Mario Cipollini nel 2002.

La cattedrale di Murcia (panoramio)

La cattedrale di Murcia (panoramio)


RECUERDOS DE LA VUELTA 2

Politicamente capoluogo della provincia omonima, Alicante è più famosa per essere una delle capitali del turismo del Mediterraneo, centro principale della “Costa Blanca” La lucentezzz di queste terre colpì gli antichi romani che, infatti, la chiamarano “Lucentum”, mandando in disuso il vecchio nome d’origine greca di “Akra Leuka”, di quasi simile matrice (significava “cima bianca”). Come in altri casi, anche ad Alicante i divertimenti balneari si affiancano ad interessanti pagine culturali. Una delle principali è costituita dal Castello di Santa Barbara, che la tradizione racconta eretto da Amilcare Barca, padre del celebre condottiero cartaginese Annibale. Una passeggiata sulla centralissima Calle Mayor permetterà di visitare la concattedrale di San Nicola di Bari e il Museo “La Asegurada”, che accoglie interessanti dipinti del XX secolo, tra i quali opere di Picasso, Mirò, Dalì e Kandinskij. A 8 Km dalla costa alicantina si trova l’isola di Tabarca, la più grande della regione: circondata da una riserva marina istituita nel 1986, è abitata da famiglie di lontana origine genovese, qui giunte nel ‘700 e provenenti dall’isola tunisina di Tabarka, dove risiedavano dal 1540 e sulla quale erano stati fatti prigionieri in quegli anni dal “bey” di Tunisi.
“Alicantini” celebri sono il calciatore Francisco Nicolás Veza Fragoso (soprannominato “Paqui”) e il danzatore Antonio Gades, che è stato uno dei principali interpreti del flamenco nel secolo scorso.
Murcia, settima città spagnola per numero d’abitanti, è capitale sia della provincia sia della “comunidad” omonime, titolo che ha conseguito non solo per la sua storia – iniziata nell’VIII secolo con la fondazione di “Medina Mursija” da parte degli arabi – ma anche per la sua posizione geografica, situata com’è nel bel mezzo di una fertilissima “huerta” (letteralmente “orto”). A parte alcuni tratti delle mura (visibili in un museo allestito all’interno della chiesa di Santa Eulalia), nessun ricordo “visivo” è rimasto della dominazione araba, essendo la moschea eretta dagli antichi dominatori stata trasformata nell’attuale cattedrale, come avvenuto in altri centri dopo la “Reconquista”. È questo, oggi, il principale monumento cittadino, impreziosito da una magnifica facciata e da un campanile alto 92 metri. Da non perdere una visita al Museo Salzillo, ospitato in un altro edificio religioso non più officiato, la “Capilla de Jesús”: vi si possono ammirare un presepe popolato da 520 personaggi e i “pasos”, le enormi statue che sono portate in processione il Venerdì Santo.
Nativo di questo centro è Alejandro Valverde. “Murciani” come lui sono il filosofo arabo Ibn ‘Arabī, il politico settecentesco José Moñino (noto col titolo di conte di Floridablanca), lo scrittore Diego de Saavedra Fajardo, l’ingegnere Juan de la Cierva y Codorníu (inventore dell’autogiro), l’attore Francisco Rabal (lavorò, tra gli altri, con Tognazzi e Vianello nel film “I tromboni di Frà Diavolo”), il tennista Nicolás Almagro Sánchez, il cestista Francisco José Murcia Sánchez, i calciatori Daniel Aquino Pintos e Alberto Tomás Botía Rabasco.

EL TIEMPO
“L’estate sta finendo… ma non certo qua…” Abbiamo rivisitato la nota canzone dei Righeira per illustrarvi la situazione meteorologica locale, che continuerà a presentare i connotati estivi tipici di queste latitudini, che perdurano più a lungo rispetto a casa nostra. Quando i corridori si raduneranno ad Alicante una serie di nubi sparse adombrerà parzialmente il sole, ma non impediranno alle temperature di rasentare i 27° C, parzialmente mitigate dal vento moderato (fino a 18 Km/h), ma non certo dal tasso d’umidità (66%), che faranno percepire quasi 30° C. Abbastanza simile la situazione che accadrà a Murcia nelle ore d’arrivo, ma la calura sarà resa più sopportabile dall’aumento dell’intensità del vento, che contribuirà anche ad asciugare l’aria.

Mauro Facoltosi

07-09-2009

settembre 8, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
Lo spagnolo Gustavo César Veloso (Xacobeo Galicia) ha vinto la nona tappa, Alcoy – Xorret de Cati, percorrendo 186 Km in 5h21′04″, alla media di 34,759 km/h. Ha preceduto di 21″ l’italiano Marco Marzano (Lampre-NGC) e di 40″ lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne). Basso è 7° a 41″, Cunego è 11° a 1′12″.
Valverde è il nuovo leader della corsa, con 7″ sull’australiano Evans e 36″ sull’olandese Gesink. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas), 5° a 53″. Cunego è 7° a 2′04″.

TOUR DE L’AVENIR
Lo sloveno Marko Kump (Slovenia) ha vinto la terza tappa, Le Thuit-Signol – Compiègne, percorrendo 189 Km in 4h38′55″, alla media di 40,657 km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Stauff ed il belga Boeckmans. Il francese Julien Berard (France B), conserva la maglia di leader, con 7″ sul connazionale Sicard e 1′38″ su Boeckmans. Nessun italiano in gara.

TOUR OF MISSOURI
Il britannico Mark Cavendish (Team Columbia-HTC) ha vinto la prima tappa, circuito di St. Louis, percorrendo 120,7 Km in 2h43′56″, alla media di 44,176 km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Juan Jose Haedo e il norvegese Hushovd. Miglior italiano Francesco Chicchi (Liquigas), 4°. La prima classifica vede in testa Cavendish con 2″ sul messicano Aldape Chavez e 4″ su Haedo. Chicchi è 7° a 10″.

TOUR OF BULGARIA
Il bulgaro Ivailo Gabrovski (Heraklion-Nesebar) ha vinto la prima tappa, Sofia – Troyan, percorrendo 161 Km in 4h17′43″, alla media di 37,483 km/h. Ha preceduto di 29″ e di 1′06″ i connazionali Koev e Shumanov. Unico italiano in gara, Rino Zampilli (Hemus 1896-INS Delivery) si è piazzato 61° a 20′11″.
La prima classifica Gabrovski precedere di 33″ Koev e di 1′12″ Shumanov. Zampilli è 61° a 20′21″.

MEMORIAL DAVIDE FARDELLI (cronometro; disputato il 06-09)
Manuele Boaro (Zalf Desiree Fior) si è imposto nella corsa bergamasca, percorrendo 23,6 Km in 29′57″, alla media di 47,278. Ha preceduto di 8″ Matteo Mammini e di 9″ Alessandro Stocco.
La prova riservata alle donne è stata conquistata dalla svizzera Karin Thürig (Bigla Cycling Team) che ha percorso 23,6 Km in 32′48″, alla media di 43,170 Km/h. Ha preceduto di 22″ la statunitense Neben e di 27″ l’australiana Whitelaw.
Inoltre si sono imposte Rossella Ratto (Pedale Senaghese A.S.D.) per la categoria donne allieve, Giulia Ronchi (Team Desenzanese A.S.D.) per le donne junior, Roberto Cattaneo (Us Paladina Sc Ivan Gotti) per gli allievi, Andrea Dal Col (V.Veneto Cieffe Forni In) per gli juniores e la coppia Bersini-Riccardo (in tandem) nella categoria “hand bike”.

PING-PONG AUSTRO-SPAGNOLO: VALVERDE BATTE EVANS 7-2

settembre 7, 2009 by Redazione  
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Proprio come una partita di ping-pong giocata sul filo dei secondi, i due massimi pretendenti alla Vuelta lottano per la maglia amarillo sul filo di lana. Ieri comandava l’australiano per 2” oggi lo spagnolo per 7” grazie all’abbuono della terza piazza raggiunta proprio nelle battute conclusive alle spalle di Ventoso e Marzano.

Se riducessero le tappe agli ultimi 7-8km probabilmente nessuno avrebbe nulla da ridere, soprattutto quando per i 180 precedenti a tenere svegli gli spettatori è solo la voce dei commentatori che divagano su vita morte e miracoli di ogni cosa che passi sullo schermo. Una gara per lunga parte noiosa, con i big che si controllavano in gruppo, attenti a quei pochi secondi che in questo momento, visto che siamo in vena di metafore, possono far oscillare i piatti della bilancia. Da una parte l’australiano Evans (Silence), dall’altra lo spagnolo Valverde(Caisse d’Epargne), 2” più pesante del rivale. L’ago della bilancia erano i sette uomini in fuga, molto cari al primo, indigesti al secondi, questo fino a pochi chilometri dall’arrivo quando in testa viaggiavano con 6’ di vantaggio e sembravano involati versa una vittoria certa. In quel momento davanti sentivano la strada impennarsi inesorabilmente sotto le loro ruote, 3-4-5% e via il primo scatto di Taaramae (Cofidis), a pagare per primi sono De La Fuente (Fuji), Ramirez Abeja (Andalucia), Sanchez Pimienta (Contempolis) e Devolder (Quick Step), 6-7-8%: secondo scatto dell’estone che si toglie di ruota anche gli ultimi due compagni d’avventura: Marzano (Lampre) e Veloso (Xacobeo). 17-18-19% e fine dello show anche per il campione nazionale estone, rapporti troppo duri e poca esperienza, Taaramae si pianta letteralmente sul tratto più perfido dell’Alto Xorret de Cati, quella salita che nel 2000 fece perdere tutti i 6’ di vantaggio a Roscioli, proprio per via dei rapporti sbagliati.

La partita a ping-pong tra Evans e Valverde sulla salita di Xorret de Catì (foto EFE)

La partita a ping-pong tra Evans e Valverde sulla salita di Xorret de Catì (foto EFE)

Nel frattempo il plotone recuperava sotto il ritmo indiavolato dei Caisse d’Epargne che non ci stavano ad aspettare un altro paio di giorni per vestire il loro capitano da leader, in 6km recuperano più di 3’ e quei fuggitivi tanto indigesti al murciano cominciano a prendere le sembianze di prede da recuperare una ad una. Taaramae si faceva riprendere da Marzano e Veloso che a 200m dallo scollinamento lasciava l’italiano e si involava verso il traguardo divorando le ultime curve in discesa, dietro l’assatanato Valverde si produceva in scatti e controscatti nel tentativo di scrollarsi di dosso Evans, Gesink (Rabobank) e Basso (Liquigas) dopo aver tolto ogni speranza a Cunego (Lampre), Mosquera (Xacobeo) e Danielson (Garmin) che giungeranno al traguardo a 30” dai big.

Gustavo Cesar Veloso primo al traguardo (foto EFE)

Gustavo Cesar Veloso primo al traguardo (foto EFE)

Sotto il ritmo dello spagnolo i fuggitivi cadevano uno ad uno, allo scollinamento davanti rimanevano in tre, Ventoso e Marzano oramai irraggiungibili si prestavano a tagliare il traguardo in solitaria, più indietro si consumava la battaglia decisiva, in palio la maglia amarillo ago della bilancia, o pallina da ping-pong a seconda della metafora preferita, il piazzamento e i secondi d’abbuono da giocarsi tra Evans, Valverde e De La Fuente. Lo spagnolo che tira a tutta, Evans che si porta in testa, forse per disturbarlo, forse per non farsi cogliere impreparato e troppo indietro. Ultimi 500m ancora tutto in ballo, proprio come nelle partite di tennis tavolo in cui ci si gioca tutto ai secondi, Evans e Valverde scalpitano, l’ultimo fuggitivo, la terza piazza, è li a pochi metri, 50 a farla grande, i contendenti partono assieme, Evans interno sembra la traiettoria migliore, almeno fin quando Gesink non taglia la curva, Evans pinza quel tanto che permette a Valverde di andarsenze, di prendersi gli 8” di abbuono e anche un ulteriore secondo dovuto alla luce tra lui e il gruppetto, Basso arriva assieme a Evans che si rialza e scuote il capo, domani a Murcia sarà proprio il padrone di casa a vestire il segno del primato.

Andrea Mastrangelo

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