16-09-2009

settembre 17, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
Il francese Anthony Roux (Française des Jeux) ha vinto la diciasettesima tappa, Ciudad Real – Talavera de la Reina, percorrendo 193,6 Km in 4h28′14″, alla media di 43,305 km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bonnet e il tedesco Greipel. Miglior italiano Daniele Bennati (Liquigas), 4°. Ivan Basso (Liquigas) è 35°.
Lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) conserva la maglia amarillo, con 31″ sull’olandese Gesink e 1′10″ sullo spagnolo Sánchez. Basso è 4° a 1′28″.

TOUR OF BRITAIN
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC) ha vinto anche la quinta tappa, circuito di Stoke-on-Trent, percorrendo 134 Km in 3h15′57″, alla media di 41,030 km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Filippo Pozzato (Team Katusha) e il britannico Downing. Boasson Hagen passa in testa alla classifica, con 9″ sull’olandese Reus e 14″ sull’australiano Sutton. Miglior italiano Federico Canuti (CSF Group – Navigare), 10° a 34″.

GIRO DELLA TOSCANA FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI
L’italiana Giorgia Bronzini (Safi Pasta Zara Titanedi) ha vinto la seconda tappa, Porcari – Altopascio, percorrendo 124,1 Km in 3h08′25″, alla media di 39,518 km/h. Ha preceduto allo sprint la tedesca Teutenberg e l’italiana Baccaille. Passa in testa alla classifica la svizzera Monica Holler (Bigla Cycling Team), con 1″ sulle connazionali Brandli e Hohl. Miglior italiana è Noemi Cantele (Bigla Cycling Team), 5°.

GRAN PRIX DE VALLONIE
Il belga Nick Nuyens (Rabobank) ha vinto la corsa belga, percorrendo 203,8 Km in 4h46′13″, alla media di 42,722 km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Davis e il belga Sentjens. Miglior italiano Stefano Garzelli (Acqua & Sapone – Caffe Mokambo), 9°.

OCCASIONE PERSA, I VELOCISTI VEDONO “ROUX”

settembre 16, 2009 by Redazione  
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La classica giornata da incorniciare. Oggi è toccata ad Anthony Roux, giovane transalpino della Francaise des Jeux, che ha abbattuto da solo il tentativo di rimonta di tutto il gruppo ancora una volta pronto a giocarsi la tappa in volata. Dopo essere stato in fuga tutto il giorno, il francese ha piazzato l’affondo decisivo a 600 metri dal traguardo, diventando imprendibile per Greipel e soci. Intanto, i “nostri” Cunego e Ballan se ne tornano a casa, pensando al 27 settembre.

Quando la corsa è partita questa mattina da Ciudad Real (che nome altisonante!) i più volenterosi sapevano che per cercare di non far ripetere il solito copione, dovevano rendere il ritmo della corsa indiavolato: nessun Gpm, nessuno strappo degno di nota per fare la differenza. Soltanto un continuo mangia e bevi che, soprattutto negli ultimi chilometri, favorisce sempre il gruppo.
Poi te ne vai, stai davanti tutto il giorno e provi a giocarti le tue chance. Il plotone inizia a menare forse un po’ troppo tardi, i tuoi compagni non ne possono più e aspetti che qualcuno sferri l’attacco scriteriato, gli succhi la ruota, lo lasci sul posto e provi a sperare che quelli che vanno a 80 km/h senza un motore diesel sotto la sella non ti mangino a 50 metri dalla fine. A grandi linee, questo è il pensiero di giornata firmato da Anthony Roux ed è la sintesi del suo successo a Talaveira de la Reina, senz’altro la più importante vittoria della sua carriera. Non succede niente, ovviamente, nella generale, anche se le cadute di Robert Gesink (2°) ed Ezequiel Mosquera (6°) hanno reso la giornata un po’ più elettrizzante. Ma torniamo all’inizio e vediamo cosa è successo.
Rimangono sulla branda i due capitani della Lampre-NGC, Damiano Cunego e Alessandro Ballan. La loro Vuelta finisce qui: due vittorie di tappa importanti sia per il morale che per i valori in campo per il “Piccolo Principe”, mentre il campione del mondo in carica si sente la gamba che gira bene: undici giorni e ne sapremo di più. Pronti, partenza via. Il pazzo di giornata risponde al nome di Markel Irizar (Euskaltel): ci prova una volta, poi un’altra e finalmente riesce ad andarsene. Al secondo tentativo è seguito da Jens Mouris (Vacansoleil) ma vengono riprese. Quello buono gli riesce assieme a Roux (FdJ), Martinez (Andalucia-Cajasur), Maaskant (Garmin) e Westra (Vacansoleil). Per quanto abbiamo raccontato sembrano passati 50 km e invece alle spalle ce ne sono soltanto sei. Il gruppo inizialmente lascia fare e i cinque arrivano a conquistare anche sette minuti di vantaggio che torneranno utili alla fine.
Intorno ai -80 dal traguardo, il plotone inizia a premere maggiormente sull’acceleratore. In testa ci sono Liquigas, Columbia, Milram ma manca la Vacansoleil per Bozic: ovviamente, con Westra in avanscoperta i suoi compagni non tirano e alla fine forse risulterà proprio questo il fattore decisivo. Ai meno 30 il vantaggio è sempre di poco sopra i quattro minuti, ma la mezz’ora successiva è davvero dura per i battistrada che vedono ridursi il loro vantaggio a poco più di 60”. Con Irizar, Martinez e Westra al gancio, vista la mala parata ecco quel qualcuno che sferra l’attacco: Maaskant se ne va quando mancano 6,5km alla fine ma tutti gli altri alla spicciolata rientravano. A 3000metri dalla fine restavano soltanto 22” e oramai la volata sembrava prossima. Ma ecco che ancora una volta Maaskant ci riprova tutto solo: in tre non reagiscono, ma Roux gli si fionda dietro, rifiata e ai 600 metri conclusivi piazza la stoccata che vale il flash più bello della sua carriera. Maaskant è definitivamente abbattuto e alla fine va a piazzarsi in mezzo al gruppo, mentre il 2° posto a distanza di 24 ore è di nuovo a favore di William Bonnet (Bbox Bouygues) e poi Greipel e Bennati.
Dicevamo delle cadute di Gesink e Mosquera, ma in classifica non cambia assolutamente nulla. Sono in vista stravolgimenti, però, in quanto la 18° tappa (165km da Talaveira de la Reina ad Avila) è ricca di insidie con un Gpm di 1° categoria nella prima parte della frazione e uno di seconda e uno di terza nel finale e può essere davvero un’occasione per scombussolare un po’ i piani di Alejandro Valverde.

Saverio Melegari

Roux è imprendibile e gli avversari..... sfumano (foto Keystone)

Roux è imprendibile e gli avversari..... sfumano (foto Keystone)

LA ETAPA DEL DÍA: CIUDAD REAL – TALAVERA DE LA REINA

settembre 16, 2009 by Redazione  
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Sarà un’altra tappa noiosa, destinata alla conclusione allo sprint e poco incline a fornire emozioni. Molto probabilmente anche oggi assisteremo a una fuga fiume e a una corsa al rallentatore, mancando spunti d’interesse lungo tutto il tracciato. Anzi, l’assoluta mancanza di traguardi a premio nei primi 160 Km potrebbe anche non invogliare gli ardimentosi di giornata e trasformare questa tappa in una lenta transumanza, ancor più soporifera rispetto a quelle vissute nelle scorse giornate. La concentrazione dei due traguardi volanti nel finale, inoltre, potrebbe mandare all’aria il consolidato meccanisco dei treni dei velocisti.

Una tappa inutile e noiosa. Non ci sono altri termini per definire la diciassettesima fatica della Vuelta 2009, che proprio faticosa non sarà a causa di un tracciato molto facile, che non proporrà nessun GPM e solo qualche lieve “mangia e bevi”. Sta in questo l’inutilità della frazione odierna, da interpretare in tal senso in ottica classifica, che non subirà modifiche al vertice: oggi i big se ne staranno nascosti nella “pancia” del gruppo, mentre davanti furoreggeranno le fughe, come capitato nelle ultime due frazioni. Per chi punta all’ultima maglia amarillo della storia (dall’anno prossimo, quando la Vuelta scatterà da Siviglia con una cronometro in notturna, il suo colore diventerà rosso) sarà un’altra giornata tranquilla, ideale per ritemprarsi prima di affrontare le frazioni decisive: domani si arriverà ad Ávila dopo aver scavalcato l’inedita ascesa al Collado Mediano (un gemellino dello Xorret de Catì), venerdi ci sarà la doppia scalata al Navacerrada nel finale della frazione della Granja e, infine, alla vigilia della conclusione madrilena si disputerà una cronometro nei dintorni di Toledo. Il copione, dunque, dovrebbe essere molto simile a quello delle tappe di Córdoba e Puertollano, particolarmente noioso e privo di colpi di scena. Ma quella di Talavera rischia d’esserlo ancor di più, per l’infelice collocazione dei traguardi volanti. Non offrendo il terreno di gara occasione di proporre GPM, gli organizzatori avrebbero dovuto prevederli nei chilometri iniziali, dove sarebbero andare a costituire incentivi ai tentativi di giornata. Così è stato nella frazione di ieri, per prendere a campione un episodio “fresco”, quando il protagonista di giornata, lo spagnolo Jesús Rosendo Prado, se n’è andato a 8 Km dalla partenza, subito dopo il primo dei due GPM previsti. Invece, a uso e consumo della diretta televisiva, i due traguardi parziali verranno entrambi affrontati nel finale, il primo a 30 Km dalla meta e il secondo una decina di chilometri più avanti. Disposti in questo modo, non solo non invoglieranno le fughe (non è detto che non ci siano, ma la mancanza di traguardi a “premio” – leggi anche euro – costituirà un grosso deterrente), ma finiranno per dar noie anche alle squadre dei velocisti, in quei frangenti solite tirate a tutta per tener cucito il gruppo che, sullo slancio dello sprint – dove qualcuno potrebbe cogliere l’occasione per tentare un assolo – potrebbe allungarsi e spezzarsi, vanificando tutto il lavoro fatto fino a quel momento e offrendone altro extra per sanare la frattura.

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Entrambe le località che oggi accoglieranno la Vuelta hanno finora collezionato lo stesso numero di traguardi della corsa spagnola, tre a testa. Talavera vanta una maggior “anzianità di servizio” rispetto a Ciudad Real, che è stata per la prima volta sede di tappa nel 1974, quando vinse allo sprint il belga Eddy Peelman. Nel 2006 la vittoria ha arriso allo spagnolo José Luis Arrieta, mentre qui si è svolta la prima tappa importante della scorsa edizione, una cronometro di 42 Km conquistata dall’americano Levi Leipheimer. Il debutto di Talavera risale al 1950, quando il centro spagnolo accolse la penultima tappa della 10a edizione, l’ultima disputata prima di uno stop durato cinque anni: il successo andò allo spagnolo Bernardo Capo, mentre il giorno successivo sarà incoronato vincitore assoluto il connazionale Emilio Rodriguez. In seguito, si è tornati a Talavera nel 1969 e nel 2007 e in entrambe le occasioni sono stati corridori di casa nostra a tagliare per primo la linea d’arrivo, Luigi Sgarbozza e Daniele Bennati.

Talavera de la Reina, Basilica di Nuestra Señora del Prado. Visibile, sul ponte a sinistra, la tipica decorazione di azulejos (members.virtualtourist.com)

Talavera de la Reina, Basilica di Nuestra Señora del Prado. Visibile, sul ponte a sinistra, la tipica decorazione di azulejos (members.virtualtourist.com)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
“Città reale” è la principale città della Mancha, regione culturale e storica della Spagna, il cui simbolo sono i celebri mulini a vento contro i quali si battè Don Chisciotte. Fondata nel XIII secolo dal re castigliano Alfonso X (detto “il Saggio”), al ‘500 risale il periodo di maggior sviluppo di Ciudad Real, in seguito al trasferimento in loco d’importanti uffici statali e all’installazione di piccole aziende che producevano merletti e giacche di pelle. Anche oggi riveste una notevole importanza, essendo tappa intermedia della linea ferroviaria ad alta velocità Madrid – Siviglia; inoltre, nel 2007 vi è stato aperto un importante aeroporto mentre un progetto prevede la realizzazione di una cittadella del gioco, sul modello di Las Vegas. I luoghi più caratteristici della città sono la cattedrale di Nuestra Señora del Prado, il convento della Merced, la cinquecentesca chiesa di San Pedro e la trecentesca porta di Toledo.
“Ciudadrealeñi” illustri sono il poeta Angel Crespo, il politico Manuel Marín (presidente della Commissione Europea nel 1999) e i ciclisti Andres Bermejo Siller, Jesus Javier Ramirez Torres e Manuel Sanroma, campione nazionale dei dilettanti nel 1993.
Talavera de la Reina è l’antica Talabriga, ma questo nome è l’unico ricordo rimasto della dominazione romana (originariamente fu Caesarobriga), assieme ai resti della villa di Saucedo. Oggi è un centro moderno, situato ai piedi della Sierra de Gredos, che ha parzialmente recuperato il prestigio goduto nel ‘400, quando fu celebre per la produzione degli azulejos, tipico ornamento dell’architettura spagnola e portoghese, costituito da piastrelle in ceramica smaltata e decorata. In questi ultimi anni, infatti, è stata ripresa quest’attività artigianale, della quale rappresenta un autentico museo “vivo” la basilica di Nuestra Señora del Prado. Altri edifici degni di nota sono la casa-palazzo della Calle del Sol, le mura di Talavera, il Teatro Victoria, la Plaza de Toros, il monastero cistercense di San Benito, il convento di Santo Domingo, la collegiata di Santa Maria e diverse alte chiese.
“Talaverani” celebri sono lo scrittore Fernando de Rojas, il “conquistador” Francisco de Aguirre, il cardinale Gil Carrillo de Albornoz, il motociclista Álvaro Bautista, i ciclisti Sergio Herrero Dominguez e David Arroyo Duran, vincitore della tappa di Segovia nella scorsa edizione della Vuelta.

EL TIEMPO
Questo sarà uno degli ultimi pomeriggi di stampo estivo per la Vuelta che, nel giro delle prossime ventiquattrore, assisterà a un drastico calo delle temperature. Per oggi i corridori avranno la possibilità di godersi uno degli ultimi “caldi” di una stagione che sta chiudendo i battenti anche in Spagna, con qualche giorno di ritardo rispetto a quanto sta accadendo in queste ore in Italia. Per noi paiono quasi un sogno, adesso, i 22° C che si registreranno al raduno di partenza da Ciudad Real, e ancor più le temperature al traguardo di Talavera, che proprio attorno alle 17, ora prevista per l’arrivo, toccheranno il loro massimo giornaliero (26°C). Molto bassi, in tutto l’arco della giornata, sia i valori dell’umidità (23% al traguardo), sia l’intensità del vento. Rischio di precipitazioni debolissimo, maggiore nelle fasi centrali di questa frazione.

Mauro Facoltosi

15-09-2009

settembre 16, 2009 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA
Il tedesco André Greipel (Columbia-HTC) ha vinto la sedicesima tappa, Córdoba – Puertollano , percorrendo 170 Km in 4h50′44″, alla media di 35,083 km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bonnet e l’italiano Daniele Bennati (Liquigas) . Ivan Basso (Liquigas) è 39°, Cunego (ritiratosi a fine tappa) 50°.
Lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) conserva la maglia amarillo, con 31″ sull’olandese Gesink e 1′10″ sullo spagnolo Sánchez. Basso è 4° a 1′28″.

TOUR OF BRITAIN
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC) ha vinto anche la quarta tappa, circuito di Blackpool, percorrendo 148 Km in 3h32′04″, alla media di 41,873 km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Sutton e il tedesco Reimer. Miglior italiano Mauro Finetto (CSF Group – Navigare), 8°. L’olandese Kai Reus (Rabobank) conserva la testa della classifica, con 1″ su Boasson Hagen e 5″ su Sutton. Miglior italiano Michele Merlo (Barloworld), 5° a 14″.

GIRO DELLA TOSCANA FEMMINILE – MEMORIAL MICHELA FANINI
La formazione Bigla Cycling Team ha vinto la prima tappa, cronometro a squadre di Viareggio, percorrendo 5,4 Km in 6′45″, alla media di 48 km/h. Ha preceduto di 1″ l’Equipe Nurnberger Versicherung e di 3″ il Netherlands National Team. La prima classifica vede in testa la svizzera Nicole Brandli, davanti alla lituana Vzesniauskaite e l’italiana Noemi Cantele.

VUELTA E CICLISMO, PAROLA DI GIOVANNETTI

settembre 15, 2009 by Redazione  
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E’ stato l’ultimo ad aver issato sul pennone della Vuelta il vessillo tricolore, un po’ per caso, un po’ per merito. Per caso, perché quel giorno verso Ubrique i senatori del gruppo sottovalutarono la sua fuga. Per merito, perché, comunque, difese sui Pirenei circa 3’30” (mica ore) da Delgado e compagnia (mica gregari). Marco Giovannetti, quando correva, apparteneva alla categoria degli auto-forzati della strada. Gli stessi, per intenderci, che abbracciano nel loro Gotha stacanovisti come Marino Lejarreta, Marzio Bruseghin o Carlos Sastre, di quelli capaci di autodefinirsi eterni perdenti anche in presenza di un oro alle Olimpiadi (Los Angeles, 1984), di una Vuelta e di un Tricolore (1992). Come, appunto, questo milanese per caso e toscano per merito che, a 19 anni dalla vittoria alla Vuelta, si presta per una chiacchierata sul più e sul meno dell’attualità di questa edizione della Ronda iberica, finendo a discutere, inaspettatamente, dei temi caldi del ciclismo moderno.

Come sembra la Vuelta di quest’anno?
Livellata, ma qui non scopro nulla. Posso dire che non è durissima. Come quando vinsi io, nel 1990, c’erano cinque arrivi in salita (Sierra Nevada, San Isidro, Naranco, Valdezcaray, Cerler, ndr) ma non durissimi. A parte la Sierra de la Pandera, è mancata la salita dove fare la differenza, anche se il discorso ricade più sul livellamento. Da Valverde a Gesink, da Sanchez a Basso, da Evans a Mosquera sono tutti vicini, racchiusi in 2’. Non c’è stata una tappa regina che abbia scosso la classifica, ogni giorno è successo qualcosa di nuovo e, in parte, di inaspettato.

Si riferisce alla foratura di Evans a Sierra Nevada?
Sì ma anche all’exploit di Gesink che mi ha davvero impressionato, forse anche perché mi somiglia un po’, alto 190cm, anche se io, ai tempi, arrivavo quasi a 90kg.

Non trova curioso che nel ciclismo del terzo millennio una Vuelta si possa perdere per una foratura? Mi spiego: un tempo le forature erano all’ordine del giorno, parte del mito del ciclismo deriva anche da questo, dal fatto che i corridori erano lasciati quasi soli a loro stessi. Oggi, con i diesse che ti radiocomandano, pare una presa in giro.
Vero: la foratura di Evans in salita che, di fatto, lo ha tagliato fuori dai giochi, è un caso più unico che raro nel ciclismo attuale. Il bello è che non è stata solo sfortuna ma hanno inciso anche la prontezza dell’ammiraglia e, forse, le decisioni sbagliate del direttore della giuria. Avrebbe, almeno, dovuto essere coperto da un cambioruote.

Di qui a Madrid ci sono tre occasioni per destare Valverde dal sogno in oro: Avila giovedì, La Granja (con il Navacerrada) venerdì e la crono di 27km sabato.
Non credo che queste tappe possano fare sfracelli, a meno di crisi improvvise del leader.

Nessuno spazio, dunque, per grandi attacchi?
Mah, non vedo nessuno in grado di fare la differenza: se non ci sono riusciti nelle tappe andaluse… Deciderà la crono, anche se in 27km e a fine Vuelta non si potrà fare una grossa differenza. I numeri ce li avrebbe Evans ma 1’51” è un distacco troppo grande per essere colmato. Basso, poi, è un po’ carente a crono, anche se ha disputato, a mio avviso, una grande Vuelta. Dopo anni un italiano si è rimesso in discussione su queste strade e in più il varesino ha giocato tutte le sue carte, supportato da un’ottima squadra. Gli è mancato il cambio di ritmo, quella potenza che aveva prima della squalifica ma ha comunque vinto una scommessa non da poco: tornare ad essere competitivo in un Grande Giro. Su Gesink, invece, non abbiamo riscontri: chi conosce il suo rendimento dopo tre settimane ad altissimo livello?

Giro d'Italia 1993; Marco Giovannetti impegnato nella cronoscalata Pinerolo - Sestriere. Indossa la maglia tricolore conquistata undici mesi prima a Olbia (www.umema.it)

Giro d'Italia 1993; Marco Giovannetti impegnato nella cronoscalata Pinerolo - Sestriere. Indossa la maglia tricolore conquistata undici mesi prima a Olbia (www.umema.it)

Sanchez?
Lo conosco meno, so che è un ottimo discesista ma la picchiata dal Navacerrada non è poi così improba. Mi è piaciuta, però, la sua condotta, non in una tappa specifica ma lungo tutta la Vuelta. Ha saputo gestirsi con intelligenza, è un corridore molto regolare: sbagliava chi lo dava per cotto dopo le prime schermaglie in salita.

E Tiralongo? Come giudica la sua Vuelta? Immeritevole d’una maglia azzurra?
Non fatemi parlare male del mio amico Ballerini. Fa il mestiere di cittì nella nazione più difficile al mondo, dove i talenti abbondano e le maglie son poche. Un cittì deve fare delle scelte. Certo, Tiralongo meritava la convocazione, anche perché il Mondiale sarà duro e di faticatori come lui c’è sempre bisogno, specie se in forma come ora che mira ad entrare nei dieci alla Vuelta. Però credo che la ragione di questa scelta stia nel fatto che Ballerini ha preferito puntare su un gruppo consolidato, che conosce e dal quale si aspetta certi comportamenti.


Torniamo a Valverde: può dormire tranquillo nelle braccia di Morfeo?

Sì, anzi: secondo me, nella tappa di Avila che finisce su uno strappetto, si va a prendere qualche altro secondo di abbuono.

Altro paradosso: si vince la Vuelta grazie agli abbuoni. Non è una situazione ridicola, in un ciclismo sempre più livellato, dove sempre meno spesso si riesce a fare la differenza?
Ci sono sempre stati però, negli ultimi tempi, non mi sembrano il massimo. Levandoli, sarebbe la crono a decidere.

Come, va detto, succedeva ai tempi, quando la crono metteva a nudo i reali valori in campo.
Vero, certo perdere una Vuelta perché si è più lenti allo sprint lascia l’amaro in bocca.

Anche agli spettatori?
Beh, al di là degli abbuoni, lo spettacolo non è mancato alla Vuelta, con tappe molto combattute nel finale e una classifica ancora non delineata alla terza settimana.

Lo spettacolo non sarà mancato nei finali ma assistere alla pantomima dell’Alto de Velefique, tappa da 4500 metri di dislivello e tutti insieme fino alla fine, con lo scatto di Mosquera e la volata di Gesink, toglie al ciclismo la sua essenza di sport-fiume.
L’attendismo è il male del ciclismo attuale. Le tappe sono corte, poco emozionanti nella loro interezza. Succede dappertutto, basta guardare al Giro e al Tour. Manca la fantasia e abbonda il livellamento. Tutto si basa sulla velocità. Si è perso il fascino della distanza e della grande impresa. D’altronde, dove si spera di andare quando ci sono squadroni che tengono sotto scacco l’intera corsa?


Appunto. E ridurre il numero dei corridori per squadra?

Sono favorevole. Ma non ottimista. I calendari sono esageratamente grandi, con pochi effettivi non si riesce ad essere sempre presenti. E’ anche una questione di marketing, di esposizione del marchio. Però certe corazzate come Astana e Columbia ammazzano il Tour.

Dopo il Giro di Svizzera, oligopolizzato da Columbia (6 vittorie) e Saxo Bank (3), molti corridori si chiedevano cosa rimanessero in gruppo a fare?
Il brutto è che, prova una, due, cinque, dieci volte ad andare in fuga e ad essere ripreso ti passa la voglia, ti demoralizzi. In futuro, se certi organici non fossero ridimensionati, la voglia di impresa, di dare battaglia dei guastatori potrebbe essere frustrata. Però non vedo come si potrebbe tornare al passato, una volta fatta una cosa è poi difficile disfarla.

Il ciclismo, dunque, cambia in bene o in male?
Ogni cambiamento ha lati positivi e negativi. Oggi il ciclismo ha guadagnato spettacolo, incertezza, suspense nei finali ma ha perso il gusto delle imprese epiche. Andiamo, anzi, siamo, in un ciclismo diverso.

A cura di Federico Petroni

UN-DUE-TRE-GREIPEL. MA TUTTO IL RESTO E’ NOIA

settembre 15, 2009 by Redazione  
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In una tappa dagli spunti pari a quelli di un elettroencefalogramma piatto, l’unico acuto arriva dal vice-Cavendish che a Puertollano sfrutta il treno inaspettato di Daniele Bennati che calcola male i tempi della volata e deve accontentarsi del terzo posto. Ma la noia continua a regnare sovrana in terra spagnola, e pensare che siamo alla terza settimana.

E’ già qualche anno che gli organizzatori della Vuelta optano per questa scelta: terza settimana da sparo. Ma non per le continue emozioni, bensì per la loro totale assenza. E allora non resta che congratularci con Andrè Greipel che continua a macinare successi in un 2009 ancora più stellare della precedente stagione. Peccato non vederlo quasi mai insieme a Mark Cavendish: i due farebbero vedere senz’altro dei bei numeri in volata. Ma, forse, per arrivare a tanto è necessario attendere che qualcuno cambi squadra. Bocciato di giornata, invece, è Daniele Bennati che, nonostante l’ottimo lavoro in rampa di lancio di Fabio Sabatini, non si trova al posto giusto nel momento giusto e, di fatto, rappresenta l’ultimo vagone del treno Columbia. Greipel ringrazia sentitamente e porta a casa.
Un percorso mosso nei primi cinquanta chilometri garantiva fughe e attacchi da lontano, ma tutto si è risolto dopo soli 8 km quando dal gruppo è partito tutto solo Jesus Rosendo Prado (Andalucia-Cajasur), capace di guadagnare una buona dose di minuti su tutto il plotone. Prima in maniera tranquilla e poi sempre più intensa, è la Columbia-High Road a mettersi in testa al gruppo per fare l’andatura: Andrè Greipel vuole vincere un’altra tappa e magari andare a strappare la maglia verde dalle spalle di Alejandro Valverde. Un divario che si riduce ancora di più dopo il primo sprint di giornata, a Pozoblanco, dove il tedesco prende il secondo posto e due punti. Valverde 80, Greipel 78. Intanto il vantaggio massimo di Rosendo arriva fino a poco più di undici minuti ad una novantina di chilometri dalla fine, cioè quando il team Columbia alza leggermente l’andatura. In testa al gruppo, poi, ci pensano anche Liquigas e Contentpolis-Ampo a dare il cambio ai ragazzi di Valerio Piva e per forza Rosendo deve alzare bandiera bianca (4’ ai -45km). Nel gruppo l’andatura cresce sempre di più grazie anche alle trenate di Quick Step e Milram e Rosendo aspetta soltanto di essere riassorbito, precisamente ai -18km dal traguardo.
Una volta ripreso lo spagnolo, vuoi per la strada in leggera discesa e vuoi per il ritmo infernale, diventa impossibile tentare qualche tentativo disperato e, grazie anche all’ottimo della Vacansoleil per Borut Bozic, il gruppo marcia veloce verso Puertollano. Come nelle previsioni, non succede più nulla fino ai 3 chilometri quando una brutta caduta coinvolge, fra gli altri, Julian Dean (Garmin) e Bazayev (Astana) per colpa di un contatto con Ciolek e l’impatto è davvero violento. Davanti, però, filano di brutto con Columbia, Quick Step e Liquigas che si spartiscono il ritmo.
Diverse curve nel centro di Puertollano non rappresentano un pericolo per i primi e l’ultima curva, ai 700 metri dal traguardo viene presa in testa da Fabio Sabatini che, però, dietro di se non ha Daniele Bennati ma Greg Henderson. Le tattiche Liquigas, quindi, vanno a farsi benedire visto che l’australiano si scansa ai 300 metri e l’aretino è costretto ad una lunghissima volata che altro non è che una trenata degna di un gregario di lusso per Andrè Greipel che esce di traiettoria dall’aretino e va a piazzare la sua zampata. Nonostante abbia visto passarsi il tedesco accanto al doppio della velocità, Bennati non si demoralizza e va comunque a prendersi il terzo posto, visto che la piazza d’onore spetta, un po’ a sorpresa, al francese William Bonnet (Bbox Bouygues).
Con questo successo, il terzo alla Vuelta, il 18° in assoluto da gennaio a questa parte, Greipel risponde alla doppietta del suo compagno di squadra Boasson Hagen al Giro di Gran Bretagna e, obiettivo per lui primario, strappa la maglia verde ad Alejandro Valverde.
Murciano che comunque rimane ancora in maglia amarillo, visto che niente è cambiato nella generale. Ad inseguire ci sono sempre Gesink, Samuel Sanchez e Basso.
Domani 17° tappa, 194km da Talaveira de la Reina ad Avila. Nessun Gpm e poche emozioni, dovrebbero garantire una nuova volata generale, a meno che l’ultima discesa a 7km dal traguardo non sia in grado di fare qualche selezione (S.Sanchez?!), ma l’impresa sembra piuttosto ardua.

Saverio Melegari

Greipel ottiene il suo terzo successo sul traguardo di Puertollano (foto Reuters)

Greipel ottiene il suo terzo successo sul traguardo di Puertollano (foto Reuters)

NON SOLO CICLISMO – IL SOTTOCENERI

settembre 15, 2009 by Redazione  
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Ecco un prontuario a uso e consumo degli appassionati che verranno in Canton Ticino non solo per assistere ai mondiali, ma coglieranno l’occasione anche per compiere una breve vacanza in loco. Di mete da non perdere ce ne sono molte, anche se poco note; in questo primo capitolo vi proporremo quelle del cosiddetto “Sottoceneri”, la porzione di cantone situata a sud del Monte Ceneri e dell’omonimo passo e nella quale si trovano i centri di Mendrisio e Lugano. Con uno “sconfinamento” a Campione d’Italia.

Lugano (http://digilander.libero.it/pellegai)

Lugano (http://digilander.libero.it/pellegai)


MENDRISIO

Magnifico Borgo vs Città Giardino è una lotta ad armi impari perché Mendrisio, soprannominata il “Magnifico Borgo” per le dimensioni ridotte di un comunque interessante centro storico, non può sfoderare “mirabilia” di prim’ordine del tenore di quelle che imperlano la città di Varese, scorsa sede dei mondiali. Il capoluogo del Mendrisiotto, 11000 abitanti (un risultato recentemente conseguito, grazie all’assorbimento amministrativo di cinque comuni del circondario), mette ugualmente a disposizione del turista una serie di piccole perle che non vale la pena perdere, soprattutto se ci si fermerà in queste zone per diversi giorni in occasione dei mondiali. Tra gli edifici religiosi segnaliamo la chiesa prepositurale dei SS Cosma e Damiano (si tratta del più monumentale edificio ecclesiastico eretto nel Canton Ticino nel XIX secolo), quelle di Santa Maria in Borgo, di San Giovanni, di San Martino e di San Sisinio (eretta nel XIII secolo quale cappella funeraria dei Torriani, allora signori di Milano). Edifici civili degni di nota sono i palazzi Torriani e Pollini e l’ex convento dei Serviti, oggi sede di un museo d’arte.

GALLERY
Chiesa dei SS Cosma e Damiano
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Santa Maria in Borgo
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Chiesa di San Giovanni
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Chiesa di San Martino
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Palazzo Torriani
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Palazzo Pollini
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Ex Convento dei Serviti
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IL MENDRISIOTTO

Col termine di “Mendrisiotto” è definito il distretto che fa a capo alla città sede dei mondiali 2009, il più meridionale non solo del Canton Ticino ma anche dell’intera Svizzera.

ARZO
Piccolo centro amministrativamente indipendente fino al 5 aprile del 2009 (in quella data è stato assorbito da Mendrisio), è celebre per i suoi marmi, il “vecchia”, il “broccatello” e il “rosso d’Arzo” (noto anche come “ammonite rosso”); la presenza di cave ispirò parecchi artisti locali, molti dei quali raggiunsero fama internazione come – per fare due nomi – Carlo Maderno e Francesco Borromini, lo storico rivale del Bernini.
Arzo stessa vanta diversi monumenti, sui quali spicca la parrocchiale, intitolata ai Santi Nazario e Celso: all’interno è visibile uno dei più interessanti altari maggiori del cantone, realizzato nel 1751 dai Monzini di Como, ovviamente in marmo.

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CASTEL SAN PIETRO
Lambito dal circuito iridato nel tratto iniziale della discesa dall’Acqua Fresca, questo comune fu, tra il 1118 e il 1128, un importante caposaldo dei comaschi durante la lunga guerra che li contrappose a Milano. Unico resto del castello interamento conservato, nella parte alta dell’abitato, è la Chiesa di San Pietro che conserva all’interno un ricchissimo ciclo di affreschi gotici (XIV secolo), realizzato da un seguace del “Maestro di Sant’Abbondio” (autore del ciclo absidale visibile nell’omonima basilica di Como). Localmente questo edificio è soprannominato la “Chiesa Rossa”: il nome si riferisce al colore della facciata, ma una tradizione lo fa risalire a un fatto di sangue avvenuto la notte di Natale del 1390 quando, nell’ambito delle lotte tra guelfi e ghibellini, la nobile famiglia Busioni vi sterminò il rivale casato dei Rusca.

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MERIDE
Piccolo centro che vanta diversi edifici, religiosi e civili, non pregevolissimi singolarmente ma che, nell’insieme, contribuiscono a fare di Meride (da non confondere con Melide) uno dei paesini più belli del Canton Ticino. Interessanti, in particolar modo, le tipiche case con cortili d’epoca barocca. Sovrasta l’abitato il Monte San Giorgio (1097 m), le cui rocce triassiche dal 2003 sono state iscritte nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO (museo dei fossili nella casa comunale).

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RIVA SAN VITALE
Piccolo centro d’origine romana (Vicus Subinates), situato all’estremo meridionale del lago di Lugano. Vanta il più antico edificio cristiano dell’intera Confederazione Elvetica: si tratta del Battistero di San Giovanni, eretto verso il 500 e importante esempio di architettura paleocristiana. Interessante anche la Chiesa di Santa Croce, capolavoro del tardo Rinascimento italiano.

Battistero
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Chiesa di Santa Croce
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IL LUGANESE

LUGANO
È la capitale economica e finanziaria del Canton Ticino, nonché stazione climatica di fama internazionale, grazie alla mitezza del clima e alla sua collocazione geografica. Infatti, più che interessanti pagine artistiche (che, comunque, non mancano), Lugano vanta impareggiabili panorami: i più spettacolari sono quelli che si possono ammirare dai monti San Salvatore e Brè, entrambi raggiungibili in funicolare. Lo stesso Brè è visibile dalla città, in particolare dal piccolo Giardino Belvedere, che si trova all’inizio della bella passeggiata Riva Antonio Caccia. Un’altra interessante area verde è quella del Parco Civico, mentre gli amanti dell’arte avranno la possibilità di visitare il Museo Cantonale d’Arte, il Museo delle Culture Extraeuropee (presso Villa Heleneum), la cattedrale di San Lorenzo e la chiesa di Santa Maria degli Angioli, all’interno della quale è conservata l’ultima opera di Bernardino Luini, una grande rappresentazione della Passione. Segnaliamo, infine, il suggestivo sobborgo di Gandria, inserito nella lunga lista (oltre 8000 voci) dell’” Inventaire suisse des biens culturels d’importance nationale et régionale”.

Monte San Salvatore
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Monte Brè
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Giardino Belvedere
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Parco Civico
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Villa Heleneum, sede del Museo delle Culture Extraeuropee
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Cattedrale
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Santa Maria degli Angioli
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Gandria
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AROSIO
È il centro del Malcantone (vedi sotto) più noto agli appassionati di ciclismo e salite estreme, essendo raggiungibile dal fondovalle attraverso una delle ascese più ripide del cantone, la celebre “Penodria” (o Penudria): i suoi 4,3 Km all’11,9% furono affrontanti anche in corsa, al Tour de Suisse del 1997, tra l’altro per un evento fortuito (il maltempo constrinse all’ultimo momento gli organizzatori a ritracciare il percorso della tappa di Bosco Gurin, togliendo le grandi salite alpestri previste e ripiegando sulla Penodria). Giunti in cima, c’è la possibilità di rifiatare e, nel frattempo, di rifarsi gli occhi, ammirando i notevoli affreschi che cela l’interno della chiesa parrocchiale di San Michele, realizzati nel 1518 dall’italiano Antonio da Tradate in stile gotico internazionale.

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CADEMARIO
Nota località di vacanze (vi soggiornò spesso Giovanni Guareschi, il “papà” di Don Camillo), Cademario si trova nel cosiddetto “Malcantone”, regione geografica del Canton Ticino situata a ovest di Lugano, tra questa e il confine con l’Italia. All’interno del locale cimitero si trova l’interessante chiesa di Sant’Ambrogio (da non confondere con la parrocchiale, intitolata allo stesso santo), innalzata in epoca romanica e affrescata internamente tra il XIII e il XV secolo.

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CAPRIASCA
In frazione Sureggio è possibile vedere la chiesa romanica dei SS Pietro e Paolo, che racchiude importanti affreschi del XII secolo.

CARONA
Piccolo centro situato a 599 metri d’altezza, adagiato in una piccola insellatura posta nel cuore della penisola dell’Arbostora; all’ingresso del villaggio si trova la cinquecentesca chiesa parrocchiale dei SS Giorgio e Andrea. All’interno è possibile ammirare, tra le altre opere d’arte, un’interessante Madonna col Bambino, altorilievo attribuito ad Antonio Maria Aprile.

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MELIDE
Il centro di Melide si trova su di una penisoletta che si protende nelle acque del Ceresio e che costituisce una delle basi del “ponte-diga” costruito nell’Ottocento per avvicinare Lugano all’Italia (vi transitano la ferrovia, la strada cantonale e l’autostrada A2 “del San Gottardo”). La maggior parte dei turisti fa sosta a Melide per visitare Swissminiatur, parco aperto nel 1959 e che espone all’aperto miniature dei principali monumenti elvetici.

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MORCOTE
È uno dei centri più pittoreschi del Canton Ticino, affacciato sulle rive del Lago di Lugano dall’estremità meridionale della penisola del Monte Arbostora. Fu fortificato nel medioevo (le mura sono oggi scomparse), quando questo centro era feudo del ducato di Milano, che gli concesse numerosi privilegi (come il diritto di pesca sull’intero lago), non decaduti dopo l’annessione di queste terre alla Confederazione Elvetica. L’edificio più interessante è la chiesa di Santa Maria del Sasso, eretta in posizione dominante nel XIII secolo e completamente ridisegnata nel ‘500.

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PONTE CAPRIASCA
Raramente la copia di un’opera d’arte riesce a raggiungere l’originale. È successo in questo piccolo comune situato a nord di Lugano, dove la parrocchiale di Sant’Ambrogio conserva una delle migliori riproduzioni dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, realizzata da mano ignota verso il 1550, una cinquantina d’anni dopo l’originale. Lo differenzia dal “modello” meneghino la possibilità di leggere, alla base del dipinto, i nomi degli apostoli.

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ROVIO

È il comune sotto il quale ricade amministrativamente la cima del Monte Generoso, condivisa col comune italiano di San Fedele d’Intelvi. Situato all’imbocco della Val Mara, presenta interessanti affreschi (XIII secolo) nella cappella romanica di San Vigilio.

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CAMPIONE D’ITALIA

Avendone il tempo, non si può tralasciare una visita alla nostra exclave e non solo per ammirarvi il casinò più grande d’Europa. Campione è stata la culla di una serie d’artisti passata alla storia col nome di “Maestri Campionesi” e per questo motivo è impreziosita da monumenti quali le due chiese intitolate a San Zenone (una barocca, sconsacrata, e una moderna, attualmente officiata), l’Oratorio di San Pietro delle Erbette e il santuario della Madonna dei Ghirli.

Il nuovo casinò
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La vecchia chiesa di San Zenone (oggi sede della Galleria Civica di Campione)
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La nuova chiesa di San Zenone
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Oratorio di San Pietro
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Madonna dei Ghirli
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NON SOLO CICLISMO – IL SOPRACENERI

settembre 15, 2009 by Redazione  
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Concludiamo il “pot-pourri” delle bellezze che offre il Canton Ticino, con l’elenco delle “mirabilia” della parte settentrionale del cantone, nella quale le opere dell’uomo si affiancano quelle naturali, passi, montagne, ghiacciai e cascate. All’appasionato di ciclismo questa zona offre anche la possibilità, dunque, di abbinare cultura ed esercizio fisico, con la scalata ad alcuni dei più celebri valichi delle Alpi.

Locarno, Santuario della Madonna del Sasso (wikipedia)

Locarno, Santuario della Madonna del Sasso (wikipedia)


ALTO LAGO MAGGIORE E VALLI CONFLUENTI

LOCARNO
Località turistica di prim’ordine collocata poco sotto il vertice settentrionale del Lago Maggiore, fino al 1878 condivise con Bellinzona e Lugano il ruolo di capoluogo del cantone. Nel cuore della città si trova la centralissima Piazza Grande, estesa per 400 metri tra il lago e la città alta. Nel centro storico, si può visitare – tra gli altri edifici – la chiesa dell’Assunta (detta anche “Nuova”), caratterizzata da una rigogliosa decorazione a stucco. Fuori dall’area centrale si segnalano la chiesa cimiteriale di Santa Maria in Selva, il Castello, la chiesa di San Vittore in località Muralto e, soprattutto, il Santuario della Madonna del Sasso, fondato nel 1480: sito in realtà nel comune di Orselina, è possibile raggiungerlo da Locarno in funicolare, prolungando poi l’escursione con la salita in funivia (e poi seggiovia) alla sovrastante Cimetta Cardada (1672 m), dalla quale si gode un bellissimo e ampio panorama, che abbraccia il lago e la chiostra alpina.

Piazza Grande
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Chiesa dell’Assunta
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Santa Maria in Selva
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Castello
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San Vittore
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Madonna del Sasso
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Panorama dalla Cimetta Cardada
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ASCONA
Antico centro situato a sud di Locarno, affacciato su di una piccola baia che il Verbano forma quasi all’estremo della sua sponda occidentale, è anche una rinomata località climatica, stretta attorno alla centralissima piazza Giuseppe Motta. Tra gli edifici si segnalano la chiesa parrocchiale dei SS Pietro e Paolo e la vicina Casa Borrani. La prima conserva una grande pala (Incoronazione della Vergine) di Giovanni Serodine, alla cui famiglia appartenne il secondo edificio (detto appunto anche Casa Serodine), caratterizzata da una facciata secentesca, impreziosita da stucchi di foggia michelangiolesca.

Piazza Motta
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Incoronazione della Vergine, di Giovanni Serodine
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Casa Borrani
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BRIONE VERZASCA
È il centro principale dell’omonima valle, la più orientale tra quelle che scendono verso il Verbano. Vi si trova la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, eretta nel XIII secolo: all’interno è possibile ammirarvi un ciclo d’affreschi d’influenza giottesca.

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BRISSAGO

È l’ultimo centro del versante svizzero occidentale del Lago Maggiore prima del confine con l’Italia, in direzione del quale si trova la frazione di Madonna di Ponte, che prende il nome da quello di un’interessante chiesa cinquecentesca. A nord, invece, punteggia le acque del Verbano il minuscolo arcipelago di Brissago, costituito dalle piccole isole di Sant’Apollinare e di San Pancrazio: su quest’ultima, collegata alla terraferma da un servizio di battelli, si trova un parco botanico.

Madonna di Ponte
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Isole di Brissago
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CENTOVALLI
È un comune nato nello scorso mese di giugno dalla fusione dei municipi di Intragna, Borgnone e Palagnedra. Il nome deriva da quello dell’omonima valle, che da Locarno risale verso il confine con l’Italia (Val Vigezzo) e che, a sua volta, rimanda agli innumerevoli solchi vallivi che scendono dai fianchi verso il fondovalle. Nella chiesa parrocchiale di Palagnedra, intitolata a San Michele, è possibile ammirare un ciclo d’affreschi nel coro gotico, realizzati da Antonio da Tradate alla fine del XV secolo.

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MAGGIA
È il centro che attribuisce il nome all’omonima valle (ma non il capoluogo, ruolo del quale è investito il comune di Cevio, fin dal 1403), introdotto – per chi proviene da Locarno – dalla visione della cappella di Santa Maria delle Grazie in Campagna: è lo scrigno d’un prezioso ciclo d’affreschi rinascimentali.

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RONCO SOPRA ASCONA

È un piccolo abitato situato in posizione panoramica, a 355 metri di quota; qui vivono poco meno di 700 anime e qui si trasferì negli anni ’60 la famiglia Remark, costituita dall’attrice statunitense Paulette Goddard e dallo scrittore tedesco Erich Paul Remark, passato alla storia con lo pseudonimo di Erich Maria Remarque (“Niente di nuovo sul fronte occidentale”): sono sepolti nel cimitero di questo borgo, stretto attorno alla chiesa parrocchiale di San Martino (notevole l’interno barocco).

Panorama a 360°
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Chiesa di San Martino
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BELLINZONA E VALLI CONFLUENTI

BELLINZONA
È la “capitale” del Canton Ticino dal 1878, anno nel quale fu soppressa la rotazione per tale ruolo, a cadenza sesennale, con Lugano e Locarno. Si trova in una posizione altamente strategica, nel punto d’incontro di tre importante strade alpine (San Gottardo, Lucomagno e San Bernardino) ed anche per questo motivo il complesso costituito dalla cerchia muraria e dai tre castelli è iscritto dal 2000 nella lista dei patrimoni dell’umanità redatta dall’UNESCO. Costituiscono la principale attrazione turistica, affiancandosi alla Collegiata dei SS Pietro e Stefano (pregevole l’acquasantiera denominata “fontana trivulziana”), alla chiesa cimiteriale di Santa Maria delle Grazie (notevoli affreschi tardoquattrocenteschi) e a quella di San Biagio, sita in località Ravecchia.
Di grande richiamo è anche la manifestazione del “Rabadan”, il carnevale bellinzonese.

Mura
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Castel Grande
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Castello di Montebello
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Castello di Sasso Corbaro
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Collegiata
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Santa Maria delle Grazie
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San Biagio
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ACQUAROSSA
Comune della Val Blenio caratterizzato dalla presenza di una piccola stazione termale (acqua ferrugginosa arsenicale, donde il nome del paese), inattiva da quasi 40 anni. Lo compongo diverse frazioni, tra le quali Corzoneso, Prugiasco e Lottigna. Nei pressi di Corzoneso si trova la cappella romanica di San Remigio, la cui abside presenta affreschi del XIII secolo. Un altro edificio della stessa epoca è la chiesa di Sant’Ambrogio Vecchio (oggi intitolata a San Carlo Borromeo) a Prugiasco, capolavoro pure impreziosito da una serie di affreschi. Infine, a Lottigna è possibile visitare il Museo di Blenio (etnografico, con un’importante raccolta d’armi antiche), accolto nella cinquecentesca Casa dei Landfogti.

San Remigio
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Prugiasco, Sant’Ambogio Vecchio
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Lottigna, Casa dei Landfogti
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ARBEDO – CASTIONE
Comune situato alle porte di Bellinzona e composto dai due centri abitati che ne attribuiscono il nome. Nel primo, il più prossimo al capoluogo cantonale, si trova l’interessante “Chiesa Rossa” (San Paolo), presso la quale fu combattuta il 30 giugno del 1422 la battaglia di Arbedo: si sfidarono i confederati e le truppe comandate dal condottiero italiano Francesco Bussone (detto “Il Carmagnola”), inviate dal duca di Milano Filippo Maria Visconti. Il successo nella battaglia ebbe come conseguenza la restituzione di Bellinzona e della regione ticinese ai Visconti.

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BIASCA
È uno dei centri principali della Val Leventina, situato nel punto ove questa si salda con le valli Riviera e Blenio, le cosiddette “tre valli ambrosiane”. Domina l’abitato la chiesa dei SS Pietro e Paolo, eretta tra il XII e XIII secolo con l’originaria funzione di capopieve ed esempio tra i più rilevanti dell’architettura romanica ticinese.

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GIORNICO
È un borgo della Val Leventina, l’alta valle del Ticino, che fu contesa tra il ducato di Milano e i confederati fino alla Battaglia dei Sassi Grossi, combattuta il 28 dicembre 1478 proprio in quel di Giornico. Qui si trova il miglior esempio d’arte romanica presente nel cantone, la chiesa di San Nicolao. Da non perdere anche il monumentale Giudizio Universale affrescato nella chiesa di San Pellegrino, eretta nel ‘300 a nord dell’abitato, lungo l’antica via per il San Gottardo.

San Nicolao
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San Pellegrino, Giudizio Universale
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MAIRENGO
Piccolo comune della Val Leventina, situato a poco più di 900 metri d’altezza. La parrocchiale di San Siro conserva l’originale facciata romanico-gotica, mentre l’interno è stato modificato nel ‘500: di quel periodo sono gli affreschi absidali, opera del milanese Gerolamo Gorla.

MALVAGLIA
È il primo centro che s’incontra risalendo la Val Blenio, esattamente allo sbocco della Val Malvaglia. Caratterizza l’abitato il campanile romanico della chiesa parrocchiale di San Martino, affrescata sia all’esterno, sia all’interno.

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NUFENENPASS

È il Passo della Novena (2478 m), il valico stradale più alto della Svizzera dopo l’Umbrailpass (2503 m, più noto ai cicloturisti italiani col nome di Giogo di Santa Maria e come versante elvetico dello Stelvio), fungente da confine non solo tra cantoni (Ticino e Vallese) ma anche tra due aree linguistiche, quella italiana e quella tedesca, come lascia intendere il doppio nome. La salita al passo consente di ammirare un vastissimo panorama, che contempla il ghiacciaio del Gries, l’omonimo corno e i pizzi Gallina e Rotondo (massima elevazione del gruppo del San Gottardo), monti tra i quali ha le sue sorgenti il fiume Ticino.

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OSOGNA
Nella parte alta di questo comune della Val Riviera (tratto di valle del Ticino che precede il passaggio da Bellinzona) si trova la chiesa di Santa Maria del Castello, situata presso le rovine del medioevale Castello di Serravalle. All’interno costudisce un’ancona intagliata, realizzata dall’artista svevo Ivo Strigel (1494).

PRATO LEVENTINA
Centro dell’omonima valle, presenta in posizione isolata la parrocchiale di San Giorgio, caratterizzata da un pregevole campanile romanico. La canonica è accolta in quella era un’antica torre difensiva, menzionata per la prima volta nel 1397.

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CANTON GRIGIONI ITALIANO (VAL MESOLCINA)

Il Canton Grigioni estende il proprio territorio in aree che geograficamente appartengono all’ambito ticinese. È il caso della Val Mesolcina che, percorsa dal fiume Moesa, sale da Bellinzona verso il Passo del San Bernardino e nella quale la lingua utilizzata è l’italiano e non il tedesco. Altre zone “Italienischbünden” – non considerate in quest’articolo poiché situate molto distanti dalle zone che ci interessano – sono la Val Poschiavo (da Tirano al Passo del Bernina) e i comuni di Bregaglia (sarà istituito ufficialmente nel 2010, si trova nell’omonima valle, che sale da Chiavanna al Passo Maloia) e Bivio, in Val Sursette.


ROSSA

Altro comune della Val Calanca. In frazione Santa Domenica si trova l’omonima parrocchiale, ritenuta una delle più belle chiese barocche del Canton Grigioni.

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ROVEREDO
“Rofle” in tedesco, è il primo importante centro che s’incontra risalendo la valle, nonché capoluogo della stessa. Interessante la chiesa di Sant’Anna, detta anche “Madonna del Ponte Chiuso”, situata all’imbocco di una gola e considerata il modello delle chiese barocche a pilastri interni.

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SANTA MARIA IN CALANCA
Piccolo comune della selvaggia Val Calanca, che confluisce nella Mesolcina subito dopo Roveredo. Nell’omonima chiesa parrocchiale è possibile ammirare uno stupendo soffitto ligneo secentesco.

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SOAZZA
Concludiamo il nostro itinerario tra le bellezze del Ticino con la Cascata della Buffalora. Considerata una delle più belle dell’intera Confederazione Elvetica, precipita dai monti della Val Mesolcina verso il fondovalle, incontrandolo tra Soazza e Cabbiolo.

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LA ETAPA DEL DÍA: CÓRDOBA – PUERTOLLANO

settembre 15, 2009 by Redazione  
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I velocisti tornano padroni della scena dopo quattro giornate per loro proibitive. Non sarà facile, però, arrivare allo sprint perché il percorso odierno non sarà totalmente pianeggiante. I chilometri più impegnativi saranno quelli iniziali, poi il percorso si addolcirà, anche se la vera pianura si vedrà solamente negli ultimi 10 Km. Difficoltà finale insita nel rettilineo d’arrivo, che proporrà una lieve curva a 100 metri dalla meta.

Anche i velocisti hanno vissuto il loro ramadan. Ma il digiuno è finito, dopo quattro giornate nelle quali gli organizzatori li hanno tenuti a stecchetto, proponedo loro traguardi non indicati ai loro “palati”. In vista del gran finale il programma della Vuelta mette in cartellone due atti secondari, due frazioni facilmente digeribili, utili anche per tirare il fiato per quarantottore. Si fa per dire “tirare il fiato” perché se, come spesso capita, queste giornate verrano vissute a tutta, si arrivarà al traguardo scialacquando parecchie energie. Il dispendio energetico sarà sensibile soprattutto al termine della frazione di Puertollano, il cui tracciato è si morbido, ma non totalmente pianeggiante. Le fasi d’avvio saranno quelle più impegnative, poiché sotto lo striscione del “chilometro 0” inizierà una salita di 7 Km che si concluderà ai 580 metri dell’Alto de los Villares, GPM di 3a categoria e ideale trampolino di lancio per i tentativi di giornata. Chi ci proverà a questo punto non dovrebbe verdersi tarpate le ali dalla bagarre che generalmente si verifica in prossimità di tali traguardi, poiché la classifica della montagna è saldamente nelle mani del francese Moncoutié, che precede di ben 77 punti il secondo piazzato, lo spagnolo De La Fuente. I saliscendi si protranno per una cinquantina di chilometri, fin sulla vetta del successo GPM, l’Alto della Chimorra, poi il tracciato si “scioglierà” pur rimanendo grumoso e proponendo vera pianura solamente negli ultimi 10 Km. Le squadre degli sprinter non avranno, dunque, vita facile pur rimanendo questo un traguardo destinato alle loro freccie più veloci. Queste ultime, poi, oggi dovranno fare i conti con un rettilineo d’arrivo particolare, che prevede una piccola insidia, sotto forma d’una lieve curva a sinistra che s’incontrerà ad appena 100 metri dal traguardo.

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Puertollano è terreno di caccia per i velocisti; mai, da quando la Vuelta ha scoperto questa meta, hanno fallito su questo traguardo, che è finito nel carniere di Petacchi nel 2005, del colombiano Duque nel 2007 e di Bennati l’anno scorso. E se è vero che “non c’è il due senza il tre”…..

Puertollano (panoramio)

Puertollano (panoramio)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Puertollano è uno dei centri più popolosi, settimo per numero d’abitanti, della comunità autonoma Castilla-La Mancha, il cui capoluogo è Toledo. Situata nel cuore del bacino carbonifero del “Campo di Calatrava”, è una cittadina d’antiche origini (il nome Puertollano comparve per la prima volta nel 1245) ma d’aspetto prevalentemente moderno. Non mancano emergenze monumentali interessanti come le chiese della Virgen de Gracia (XV secolo) e della Soledad, eretta nel XIV secolo ma profondamente modificata nel 2000. Da non perdere anche la “Fuente Agria” (sorgente d’acqua minerale assurta a simbolo della città), il museo delle miniere inaugurato nel 2006 e, nei dintorni, l’area naturalistica detta “Dehesa Boyal de Puertollano”.
“Puertollanero” è Carlo Zarate Fernandez, che ha corso tra i professionti per quattro stagioni (2004-2007), difendendo le maglie della Kelme, della Elche e della Saunier Duval – Prodir e conseguendo un successo a Vitoria, nel Giro dei Paesi Baschi del 2003.

EL TIEMPO
Ultima settimana di gara all’insegna della variabilità. Splenderà il sole sul raduno di partenza, dopo che la pioggia sarà caduta su Córdoba nelle ore mattutine (ed è attesa anche a sera, quando la Vuelta sarà altrove). Nonostante il bel tempo, l’umidità sarà ancora elevata, attorno al 78%, mentre il termometro segnerà 21°C. Niente precipitazioni e sole ben alto sul cielo di Puertollano, senza però esagerazioni: non si supereranno i 24°C – picco previsto proprio nelle ore d’arrivo, mentre l’umidità si attesterà al 31% – e i venti – deboli nelle ore di partenza – spireranno moderati, fino a un massimo di 15 Km/h.

Mauro Facoltosi

14-09-2009

settembre 15, 2009 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA A ESPANA
L’olandese Lars Boom (Rabobank) ha vinto la quindicesima tappa, Jaén – Córdoba, percorrendo 167,7 Km in 4h12′56″, alla media di 39,781 km/h. Ha preceduto di 1′35″ lo spagnolo Herrero e di 1′44″ il tedesco Roels. Miglior italiano Fabio Sabatini (Liquigas), 19° a 25′01″. Ivan Basso (Liquigas) è 40°, Cunego 74°.
Lo spagnolo Alejandro Valverde (Caisse d’Epargne) conserva la maglia amarillo, con 31″ sull’olandese Gesink e 1′10″ sullo spagnolo Sánchez. Basso è 4° a 1′28″, Cunego è 23° a 25′37″

TOUR OF BRITAIN
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC) ha vinto la terza tappa, Peebles – Gretna Green, percorrendo 153,8 Km in 3h38′01″, alla media di 42,327 km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Michele Merlo (Barloworld), e l’australiano Sutton. L’olandese Kai Reus (Rabobank) conserva la testa della classifica, con 11″ su Boasson Hagen e 12″ su Sutton. Merlo è 4° a 14″.

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