1994 – IL TOUR DI INDURAIN IV

agosto 26, 2009 by Redazione  
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1993 – IL TOUR DI INDURAIN III

agosto 26, 2009 by Redazione  
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1992 – IL TOUR DI INDURAIN II

agosto 26, 2009 by Redazione  
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1991 – IL TOUR DI INDURAIN I

agosto 26, 2009 by Redazione  
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1990 – IL TOUR DI LEMOND III

agosto 26, 2009 by Redazione  
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Planimetria non ufficiale (www.lagrandeboucle.com)

Planimetria non ufficiale (www.lagrandeboucle.com)

Tappe mancanti: prologo

1a TAPPA: FUTUROSCOPE – FUTUROSCOPE

2a TAPPA: FUTUROSCOPE – FUTUROSCOPE (cronometro a squadre)

3a TAPPA: POITIERS – NANTES

4a TAPPA: NANTES – MONT SAINT MICHEL

5a TAPPA: AVRANCHES – ROUEN

6a TAPPA: SARREBOURG – VITTEL

7a TAPPA: VITTEL – EPINAL (cronometro)

8a TAPPA: EPINAL – BESANCON

9a TAPPA: BESANCON – GINEVRA (SUI)

10a TAPPA: GINEVRA (SUI) – SAINT GERVAIS MONT BLANC (Le Bettex)

11a TAPPA: SAINT GERVAIS MONT BLANC – ALPE D’HUEZ

12a TAPPA: FONTAINE – VILLAR DE LANS (cronoscalata)

13a TAPPA: VILLARD DE LANS – SAINT ETIENNE

14a TAPPA: LE PUY EN VELAY – MILLAU (Causse Noir)

15a TAPPA: MILLAU – REVEL

16a TAPPA: BLAGNAC – LUZ ARDIDEN

17a TAPPA: LOURDES – PAU

18a TAPPA: PAU – BORDEAUX

19a TAPPA: CASTILLON LA BATAILLE – LIMOGES

20a TAPPA: CIRCUITO DEL LAGO DI VASSIVIERE (cronometro)

21a TAPPA: BRETIGNY SUR ORGE – PARIGI (Champs-Élysées)

25-08-2009

agosto 26, 2009 by Redazione  
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ENECO TOUR
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC) ha vinto anche la settima ed ultima tappa, circuito a cronometro di Amersfoort, percorrendo 13,1 Km in 16′07”, alla media di 48,769 km/h. Ha preceduto di 4″ e 5″ gli olandesi Langeveld e Tjallingii. Miglior italiano Francesco Gavazzi (Lampre – N.G.C.), 30° a 44″.
Boasson Hagen si impone con 45″ sul francese Sylvain Chavanel e 47″ su Langeveld. Miglior italiano Gavazzi, 10° a 1′22″.

VOLTA DE CICLISMO INTERNACIONAL DO ESTADO DE SÃO PAULO (Brasile)
Il portoghese Sergio Ribeiro (Barbot/Siper/Azeite Vila Flor/Portugual) ha vinto anche la terza tappa, Atibaia – São Carlos , percorrendo 247 Km in 5h42′24″, alla media di 46,282 km/h. Ha preceduto di 1″ il brasiliano Fiorilli e di 3″ il portoghese Pires.
Ribeiro conserva la testa della corsa, con 14″ su Pires e 26″ sul brasiliano Nazaret.

TOUR DE POITOU CHARENTES ET DE LA VIENNE
Il francese Anthony Ravard (Agritubel) ha vinto la prima tappa, Chatelaillon Plage – Aigre, percorrendo 185,5 Km in 4h18′34″, alla media di 43,044 km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Joly e Pineau. Miglior italiano Davide Malacarne (Quick Step), 31° a 10″.
La prima classifica vede in testa Ravard con 13″ su Joly e 15″ su Pineau. Malacarne è 32° a 29″.

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC
Due semitappe disputate nella giornata inaugurale.
Il mattino, la formazione italiana Bottoli Nordelettrica Ramonda ha vinto la prima semitappa, cronometro a squadre Abondance – Chatel, percorrendo 11,5 Km in 16′39″, alla media di 41,441 km/h. Ha preceduto di 39″ la De Nardi Bergamasca Colpack e di 42″ la German National Team Road.
La prima classifica vede in testa l’italiano Angelo Pagani (Bottoli Nordelettrica Ramonda), davanti ad Adriano Malori ed Alberto Contoli.
Il pomeriggio, l’italiano Manuele Caddeo (Team Hoppla’ Seano Bellissima) ha vinto la seconda semitappa, circuito di Chatel, percorrendo 113,2 Km in 2h56′21″, alla media di 38,514 km/h. Ha preceduto di 4″ il belga Armee e di 21″ il polacco Parterski.
Adriano Malori (Bottoli Nordelettrica Ramonda) si porta in testa alla classifica. Secondo, con lo stesso tempo, Angelo Pagani; terzo a 23″ Caddeo.

ENECO TOUR: BOASSON HAGEN DA URLO

agosto 25, 2009 by Redazione  
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Il 22enne norvegese del Team Columbia – Highroad ha vinto l’Eneco Tour 2009, precedendo in classifica generale Sylvain Chavanel, 2° a 45’’, e Sebastian Langeveld, 3° a 47’’. Per Boasson anche due vittorie di tappa. Tre successi parziali per un ottimo Tyler Farrar, uno a testa per Boonen e Bak. Sfortunati Kloden e Nibali, che cadono e riportano fratture che li escluderanno, rispettivamente, da Vuelta e Mondiale.

È certamente troppo presto per scomodare definizioni quali “fenomeno” o “fuoriclasse”, ma se queste sono le premesse, è lecito attendersi che entro poche stagioni Edvald Boasson Hagen possa fregiarsi di questi altri mille titoli sullo stesso tono. Il norvegese, classe 1987, ha incastonato nel suo 2009 la terza gemma, dopo la Gand – Wevelgem e la tappa di Chiavenna al Giro d’Italia, imponendosi nella classifica finale dell’Eneco Tour. Quello che impressiona di questo enfant prodige in forza al Team Columbia – Highroad non è però tanto il palmarès, per quanto straordinario per un ragazzo di 22 anni, quanto piuttosto i mille tipi di corse in cui è in grado di primeggiare, e gli altrettanti modi in cui vi riesce. In aprile, Boasson ha vinto la Gand attaccando sul Kemmelberg a 40 km dal traguardo; il mese successivo si è imposto in uno sprint ristretto al Giro sul traguardo di Chiavenna, dopo una stupenda discesa; all’Eneco Tour ha conquistato la maglia attaccando a 80 km dall’arrivo nella 5a tappa, ha trionfato in volata nella 6a, chiudendo poi con un successo nella cronometro conclusiva. Un talento che risulta dunque difficile classificare, e che proprio per questo possiede le qualità per vincere qualsiasi tipo di corsa di un giorno, dalla Parigi – Roubaix alla Milano – San Remo, dal Giro delle Fiandre al Campionato del Mondo. Oggi come oggi, forse solo Liegi – Bastogne – Liegi e Giro di Lombardia sono fuori dalla sua portata, ma c’è tutto il tempo per lavorarci.

Già nel prologo di Rotterdam il vichingo aveva ben figurato, piazzandosi 8° a 5’’ dal vincitore, nonché primo capoclassifica dell’Eneco Tour 2009, Sylvain Chavanel. La sorpresa, in quell’occasione, è venuta però da chi si è piazzato sugli altri due gradini del podio: Tyler Farrar e Tom Boonen, eccellenti sprinter, che non passano però come gli eredi naturali di Thierry Marie e Chris Boardman. Concludendo entrambi a 1’’ dal vincitore, i due avevano posto una seria candidatura per la vittoria finale, avendo dalla loro almeno quattro traguardi su sei (poi rivelatisi cinque) per fare incetta di abbuoni (e la tappa rimanente non era esattamente la risposta olandese alla Cuneo – Pinerolo) prima di essere chiamati a difendersi nella breve crono finale di Amersfoort, appena 13,1 km. Ha dato subito chiari segnali di ottima condizione anche Vincenzo Nibali, 6°, a 4’’ dal vincitore, preceduto anche da Wiggins e Posthuma.

Prima tappa in linea, prima volata, e primi elementi a supporto delle candidature di Farrar e Boonen alla vittoria finale. Sul traguardo della Aalter – Ardooie, infatti, è andato in scena il previsto testa a testa tra il vice-Cavendish, fresco di successo ad Amburgo, e il campione nazionale belga, uscito invece con le ossa rotte da un Tour de France che aveva fatto di tutto per disputare. Il primo round di un duello destinato a riproporsi nei giorni a venire è andato all’americano, aiutato anche da una foratura a 10 km dall’arrivo che è costata a Boonen un dispendio di energia supplementare. La vittoria è valsa allo sprinter della Garmin la leadership in classifica generale, grazie ai 10’’ di abbuono, davanti a Boonen, Chavanel e un Boasson Hagen che già risaliva la classifica, in virtù dei 4’’ destinati al 3° classificato.

24 più tardi, nella Aardoie – Bruxelles, i numerosi muri fiamminghi in programma, sia pure lontani dal traguardo, hanno acceso la fantasia di Boasson Hagen, che non è riuscito a tenere a freno i bollenti spiriti sulle rampe del Muro di Grammont, quando mancavano ancora oltre 70 km al traguardo. Il gruppo ha prontamente chiuso sul gruppetto formatosi al comando, ma non soddisfatto di aver infiammato la corsa e di aver dato un chiaro segnale di forza, Boasson ci ha riprovato ad una decina di chilometri dal traguardo, in compagnia di Tjallingi, Posthuma, Hoj e Nuyens. Questa volta, il vichingo è andato a 3 km dal colpaccio, mentre Nuyens, ultimo ad arrendersi, è stato raggiunto ormai all’ultimo chilometro. Nel caotico sprint generato da un finale tanto movimentato, è stato ancora una volta Farrar a muoversi meglio di tutti, andando a bissare il successo del giorno precedente, superando con relativa facilità Hutarovich e lo stesso Boasson Hagen, capace ancora di disputare la volata e di piazzarsi sul gradino più basso del podio. Boonen, partito troppo indietro, ha chiuso soltanto 10°, venendo scavalcato al 2° posto, per via della giostra degli abbuoni, dal solito norvegese. La notizia più importante di giornata è però arrivata da un corridore che all’Eneco Tour era andato solamente per preparare la Vuelta: Andreas Kloden, vittima di una caduta e di una conseguente frattura al polso che gli impedirà di prendere il via da Assen il prossimo 29 agosto. Il che significa avere un favorito in meno per la vittoria finale, ma anche, se non soprattutto, che Alexandre Vinokourov tornerà su un grande palcoscenico a due anni dalla squalifica per doping al TdF 2007.

Tornado Tom ha comunque avuto modo di rifarsi nella 3a frazione, 158,3 km da Niel ad Hasselt, con traguardo a meno di 50 km da casa. Il capitano della Quick Step ha spezzato la maledizione che la maglia di campione belga pareva portarsi dietro, cogliendo il primo successo in maglia nero-giallo-rossa davanti a Farrar e Chicchi, al termine di una tappa che, se venisse trasposta al cinema, nemmeno il più entusiasta dei Vincenzo Mollica riuscirebbe a trovare esaltante.

Non altrettanto si può invece dire per la Hasselt – Libramont del giorno successivo, la tappa più lunga dell’Eneco Tour (221,2 km) e certamente la più dura a livello di salite. La corsa si è infiammata già ad una cinquantina di chilometri dal traguardo, quando Tony Martin se n’è andato in compagnia di De Gendt e Piemontesi, prima di essere raggiunto da Wiggins e Nibali, probabilmente il corridore più combattivo di giornata. È quindi toccato a Chavanel e Bandiera, cui si sono aggiunti poco dopo Madrazo, Rogers e Nuyens, tentare la sorte, a 30 km circa dal traguardo. Il quintetto, diventato trio dopo il cedimento di Madrazo e Rogers, è stato ripreso a 7 km dal termine, aprendo la strada ad un contrattacco di Tjallingi e Nibali, anch’esso naufragato. Il siciliano è stato l’ultimo ad arrendersi, provandoci ancora ai -3, ma ha infine dovuto alzare bandiera bianca poco prima dell’ultimo chilometro. Nel complesso, ai molti attacchi non era corrisposta però una forte selezione, tanto che in 79 sono giunti a giocarsi il successo di tappa sul traguardo in leggera salita di Libramont, tra cui gli stessi Farrar e Boonen. Al belga sono mancate le gambe per disputare lo sprint, ma l’americano, con una progressione lunghissima, è riuscito a completare uno splendido tris, resistendo per un nonnulla alla rimonta di Boasson Hagen, consolidando così la sua leadership in una classifica generale in cui poteva gestire a quel punto 20’’ su Boonen e 3 in più su Boasson.

La Roermond – Sittard-Geleen, 5a tappa, una specie di mini-Amstel Gold Race, era dunque l’ultima chance per strappare dalle mani di Farrar l’Eneco Tour, considerato che l’americano avrebbe avuto dalla sua anche la 6a frazione per raccogliere altri abbuoni. Una volta tanto (ma a dire il vero la cosa, nelle brevi corse a tappe, succede abbastanza spesso; è nei Grandi Giri che il coraggio di provarci da lontano spesso latita), chi doveva attaccare ha attaccato, e lo ha fatto molto presto. Mancavano infatti ancora 80 km al traguardo quando un interessantissimo gruppo di 15 atleti, composto da Chavanel, Boasson Hagen, Monfort, Rogers, Nibali, Van Goolen, Bak, Van den Broeck, Vansummeren, Van Avermaet, Flecha, Langeveld, Posthuma, Bakelants e Gavazzi, è evaso dal gruppo principale, arrivando a guadagnare anche 1’10’’ sul plotone. Malgrado l’azione decisa di Garmin e Caisse d’Epargne, cui ha contribuito in prima persona persino il capoclassifica Farrar, i fuggitivi, diventati 14 dopo che Rogers si è staccato, e 13 quando Vansummeren ha forato ai -6, non sono mai stati veramente a tiro del gruppo, e sono arrivati a giocarsi il successo finale. L’azione buona è nata a 3 km dalla conclusione, promossa da Lars Ytting Bak. Solamente Vincenzo Nibali sembrava capace di accodarsi, ma in prossimità del ricongiungimento, a 2 km dalla linea bianca, una curva sinistra è risultata fatale all’italiano: scivolone, addio ai sogni di gloria, e soprattutto una frattura scomposta alla clavicola che gli negherà la partecipazione, altrimenti pressoché certa, e forse non senza qualche ambizione, al Mondiale di Mendrisio. Bak è dunque andato a cogliere il successo parziale, anticipando di 2’’ il drappello degli altri attaccanti, regolati da Boasson Hagen su Gavazzi. Malgrado la mancata vittoria, i 6’’ di abbuono e i 29’’ guadagnati sulla strada hanno consentito al capitano del Team Columbia di issarsi in vetta alla generale, con 15’’ su Farrar e sullo stesso Bak.

In quella condizione, a Boasson sarebbe bastato evitare incidenti nella 6a tappa, da Genk a Roermond, per partire nell’ultima crono con la pressoché totale certezza di portarsi a casa l’Eneco Tour. Il 22enne di Rudsbygd non si è però accontentato, ed ha offerto a tutti un saggio della sua straordinaria classe: una volata interminabile, di 300 metri, al termine della quale ha preceduto di una bicicletta Goss, 2°, e Farrar, 3°, mentre Boonen guardava dal divano di casa, non essendo partito.

Partendo con 21’’ di margine nell’ultima crono, per di più con il primo vero specialista, Posthuma, a 33’’, era quasi impossibile pensare ad un vincitore diverso da Boasson Hagen. Quasi altrettanto difficile era però immaginare che il norvegese non solo avrebbe conquistato il successo finale, ma che avrebbe messo il punto esclamativo su questa vittoria andandosi a prendere di forza anche la crono, con 4’’ su Langeveld, salito al 3° posto in classifica generale, 5’’ su Tjallingi e 14’’ su Sylvain Chavanel, alla fine 2° in graduatoria generale.

Edvald Boasson Hagen (foto EPA/Scanpix)

Edvald Boasson Hagen (foto EPA/Scanpix)

In chiusura, una nota sul ciclismo azzurro: primo degli italiani è stato Francesco Gavazzi, 10° a 1’22’’. Chissà che a Mendrisio, in una Nazionale che tra casi di doping (Rebellin e Di Luca) e infortuni (Nibali) va perdendo pezzi, e in cui, a giudicare dalle parole del C.T. Ballerini, ancora non molto è stato deciso, non possa esserci posto anche per lui.

Matteo Novarini

24-08-2009

agosto 25, 2009 by Redazione  
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ENECO TOUR
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Team Columbia – HTC) ha vinto la sesta tappa, Genk – Roermond, percorrendo 163,3 Km in 3h28′58”, alla media di 46,887 km/h. Preceduti allo sprint l’australiano Harley Goss e lo statunitense Farrar. Miglior italiano Francesco Chicchi (Liquigas).
Boasson Hagen conserva la testa della corsa, con 21″ su Farrar e 25″ sul danese Ytting Bak. Miglior italiano Francesco Gavazzi (Lampre – N.G.C.), 7° a 38″.

VOLTA DE CICLISMO INTERNACIONAL DO ESTADO DE SÃO PAULO (Brasile)
Il portoghese Sergio Ribeiro (Barbot/Siper/Azeite Vila Flor/Portugual) ha vinto la seconda tappa, São José dos Campos – Atibaia, percorrendo 113 Km in 2h26′13″, alla media di 46,369 km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Pires e di 4″ il brasiliano Nazaret.
Ribeiro è il nuovo leader dell corsa, con 7″ su Pires e 13″ su Nazaret.

GIRO DEL VENETO 2009: PERCORSO E PARTECIPANTI

agosto 24, 2009 by Redazione  
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Il 2009, anno del centenario della Società Ciclisti Padovani che dal 1909 organizza il Giro del Veneto, porta diversi cambiamenti per quanto riguarda il percorso dell’evento. Per problemi logistici di transitabilità e forse anche per problemi economici e di sponsor, sono praticamente azzerati gli sconfinamenti dalla provincia di Padova che quest’anno ospiterà l’intero percorso fatta eccezione per un paio di chilometri in territorio della Serenissima.

giroveneto

Il clou della gara saranno sempre i colli Euganei e la salita finale rimane quella di Turri che anche lo scorso anno anticipò l’arrivo di una decina di chilometri.

Il foglio firma torna allo storico sito di Palazzo Moroni, sede del Comune patavino situato di fronte all’Università Bo. Alle 10.20 è prevista la chiusura del foglio firma e il trasferimento al chilometro zero, situato nell’inedita Noventa Padovana da cui partiranno i corridori per i primi 80 chilometri completamente pianeggianti che ospiteranno i traguardi volanti, ultimo dei quali posto nella zona industriale di Montemerlo, dopo aver attraversato i paesini di confine tra il territorio padovano e quello veneziano ed aver tagliato in due la Città del Santo per raggiungere i colli Euganei.

Da qui la gara comincerà a farsi dura, al km 80 in località Bastia inizia la salita per Rovolon con scollinamento a 154m s.l.m., i corridori scenderanno e prenderanno subito la strada per Teolo che presenta 4km di salita dura, bivio per Castelnuovo e ancora su fino al primo traguardo GPM dei cinque previsti per la speciale classifica. Chi vorrà aggiudicarsi tale riconoscimento dovrà mettere al lavorare la squadra per riprendere la fuga dei primi chilometri o inserirsi in essa se si sente in giornata di grazia.

Da Castelnuovo si prende la discesa che porta sino a Torreglia, svolta a destra, piccolo tratto in falsopiano e da Galzignano di nuovo su: Cingolina, secondo GPM, 8,2% di pendenza massima. Doppiato il colle si scende verso il rifugio Fontanafredda, qualche tornante impegnativo e la strada ricomincia a salire, da Cinto Euganeo a Valle San Giorgio, una salita breve e abbastanza semplice.

Da qui il percorso originario prevedeva il passaggio per Este che però, per difficoltà logistiche, è stato cancellato, bypassando circa 5km di percorco e tagliando a destra da Valle San Giorgio a Rivadolmo. Alcuni chilometri di pianura utili per rifornirsi portano la carovana fino a Vo’ dove si riparte da 0, o meglio da 80 visto che la salita di Castelnuovo iniziava dopo 80km. Da qui alla fine non ci sarà più un momento di pausa, niente più pianura per poter recuperare una distrazione, solo salita, discesa e qualche chilometro di falsopiano, roba che taglia le gambe a chiunque non sia al 100%.

Castelnuovo, terzo GPM riapre il circuito dei colli, giù verso Torreglia, nemmeno il tempo di cambiare rapposto e la strada si inerpica nuovamente verso la Cingolina che ospita il penultimo traguardo GPM. Si scende di nuovo verso Fontanafredda, Vo’ e di nuovo Castelnuovo che chiude la serie dei traguardi riservati agli scalatori. A questo punto della gara davanti sarà rimasto un gruppetto di 20 uomini, 30 al massimo se la corsa non è stata durissima, e tra questi si deciderà la gara, non c’è più tempo per pensare alla tattica, si deve attaccare. Chi non ha speranze in una volata ristretta ha ancora due occasioni per lasciare la compagnia e mettere tra se e gli inseguitori il distacco necessario per non farsi riassorbire negli ultimi 10km piatti. Chi ha le caratteristiche per vincere la volata ristretta dovrà ancora soffrire per 25km di saliscendi, tenere duro per non perdere le ruote dei primi, poi dovrà solo fare i conti con la sua fatica e il suo spunto veloce.

Da Castelnuovo si ridiscende, a Torreglia inizia una leggerissima salita che porta a Galzignano, niente di che ma a questo punto della corsa potrebbe farsi sentire, uno scatto a questo punto potrebbe sfoltire il gruppo di tutte quelle unità-succhiaruota che non ne hanno più. Da Galzignano sarà pressochè pianura sino a Turri dove inizia l’omonima salità, pendenza massima 13%, roba da scalatori veri, una rampa che rompe la schiena. Una veloce discesa prima di attraversare Montegrotto, Mandria e si rientra nel centro abitato di Padova, ancora 5 chilometri prima di sapere chi si aggiudicherà l’81° edizione del Giro del Veneto e succederà nell’albo d’oro, chiuso sa Ginanni, vincitore l’anno scorso, a nomi del calibro di Rebellin, Simoni, Nocentini, Di Luca per andare ai più datati Girardengo e Binda, Coppi e Bitossi, il primo straniero Soler e il belga De Vlaeminck, Saronni, Moser, Argentin, Sciandri e Bartoli…

Al via si prensenteranno Liquigas e Lampre che avrà tra le proprie fila il veneto Bruseghin, la Katusha, che affiderà i gradi di capitano al carico Pozzato che vuole vincere il Veneto per dimostrarsi all’altezza di un mondiale duro come quello di Mendrisio, chiuderà la rappresentanza Pro Tour. Tra le Professional ci saranno Lpr con Petacchi, Flaminia con Caruso, la CSF con Pozzovivo e l’Acqua&Sapone con Garzelli, solo per citarne alcuni. Si prospetta davvero una gara dura e combattuta, speriamo le attese non siano deluse.

Durante la gara saranno inoltre creati degli appositi spazi di intrattenimento all’interno del village in Prato della Valle, l’animazione con animatori professionisti e alcune gare tra cui una di spinning, un’area educativa per i bambini che vorranno cimentarsi in percorsi adibiti ad educazione stradale per i quali verranno fornite bici e caschetti. Inoltra l’area Expo per gli sponsor dell’evento e l’area ristoro, il tutto dalle dieci del mattino fino a sera.

Andrea Mastrangelo

Qui potete scaricare il file pdf del percorso

1989 – IL TOUR DI LEMOND II

agosto 24, 2009 by Redazione  
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Planimetria non ufficiale (www.lagrandeboucle.com)

Planimetria non ufficiale (www.lagrandeboucle.com)

Tappe mancanti: dal prologo alla 5a

6a TAPPA: RENNES – FUTUROSCOPE

7a TAPPA: POITIERS – BORDEAUX

8a TAPPA: LA BASTIDE D’ARMAGNAC – PAU

9a TAPPA: PAU – CAUTERETS
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10a TAPPA: CAUTERETS – LUCHON SUPERBAGNERES

11a TAPPA: LUCHON – BLAGNAC

12a TAPPA: TOLOSA – MONTPELLIER

13a TAPPA: MONTPELLIER – MARSIGLIA

14a TAPPA: MARSIGLIA – GAP

15a TAPPA: GAP – ORCIERES MERLETTE (cronoscalata)

16a TAPPA: GAP – BRIANCON

17a TAPPA: BRIANCON – ALPE D’HUEZ

18a TAPPA: BOURG D’OISANS – VILLARD DE LANS

19a TAPPA: VILLARD DE LANS – AIX LES BAINS

20a TAPPA: AIX LES BAINS – L’ISLE D’ABEAU

21a TAPPA: VERSAILLES – PARIGI (Champs-Élysées) (cronometro)

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