ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI SPA

luglio 6, 2010 by Redazione  
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Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: Spa, Lac de Warfa (panoramio)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Cosa succederà oggi?

Gibosimoni: Devo ammettere che è MOLTO dura da pronosticare.. Mi butto su una volata ma non di gruppo..

Vedo23: Potrebbero esserci scaramucche nel finale anche da parte di qualche big… Penso soprattutto al Sclechk “junior”, che ha perso abbastanza nel prologo, oppure ad alcune “seconde linee” di spessore come Brajkovic o Kloden (per vedere Contador cosa combina).
Chissà Cunego… Anche se le salitelle mi sembrano proprio facili.

Lancestrong: penso che qualche big si muoverà con gli altri tutti a ruota. Non penso ci saranno distacchi tra i pretendenti alla vittoria del tour o se ci saranno saranno inferiori al minuto. Che armstrong prenda la maglia oggi?
Non per meriti suoi ma piuttosto per demeriti di Cancellara, Martin

Gibosimoni: Chi??? Mah, io penso che vedendo ciò che li aspetta ancora, non si daranno battaglia. Penso piuttosto a Cunego, dato che non aspira alla classica, e che per questo potrebbe provare qualcosa.

Salitepuntocià: per me la RS e Evans proveranno, d’altronde hanno solo sta tappa e domani per farlo.
Anche le Rousses ma li’ son salite lunghe e pedalabili, pià facile che Contador controlli. oggi son si salitelle ma le Ardenne han tanti trabocchetti, curve, discese…

Scattista: Anch’io direi Cunego. Se riesce a scappare con un gruppetto di corridori “non troppo big” può farcela. Ha dimostrato di andare bene con la pioggia (montalcino docet…). Allo stesso modo, però, direi Vinokourov. Anche lui punta ad una tappa e meno alla classifica e su queste strade si trova bene. Poi dipende sempre da come va la corsa. Se faranno la corsa dura, sarà uno scattista a vincere, ma se non si scannano e affrontano la salita regolari, entrano in gioco anche i velocisti che tengono un pò in salita… VAMOS LAMPRE!!!

Scattista: Tutti giù come birilli!!! (anche un pò troppo…)

Scattista: Certo che al Giro c’era più battaglia…
se c’erano cadute o frazionamenti erano cavoli per chi rimaneva indietro. Oggi invece tutti tranquilli e amiconi.
Chiaro, le cadute non sono belle e preferirei non vedere un big uscire per colpa di una caduta, però se il gruppo si spezza, c’è chi deve approfittarne, insomma ci deve essere più battaglia. Nibali e Basso nella tappa in Toscana non li ha aspettati nessuno. Stesso discorso per chi è rimasto indietro in Olanda. Odio la solita polemica Giro/Tour, e mi dispiace fare il solito paragone, però oggi il Tour non mi è proprio piaciuto!!

Lancestrong: io credo invece che ci sarà una protesta da parte dei ciclisti. Il paragone cadute giro-tour non stà in piedi in quanto al giro c’è metà della gente a bordo strada rispetto al tour. Non ho visto da cosa sia stata generata la caduta ma già ieri tra i corridori c’era malumore per la poca protezione che viene data ai ciclisti in corsa che sono continuamente toccati dagli spettatori a bordo strada.
Oggi ho fatto in tempo a vedere un’immagine di uno spettatore che ha pensato bene di piazzare una bandiera davanti a Popo e altri RS….mi è bastato per riconoscere la demenza di certi pseudo appassionati di ciclismo.
Probabilmente in gruppo erano tutti concordi.
Per quanto riguarda la tappa di Montalcino mi è sembrato un episodio isolato dovuto ad una leggerezza di Scarponi…il pubblico non c’entra.
Comunque anhe questa tappa dal punto di vista dei distacchi è andata via liscia però domani, con tutti questi malconci (vedi andy) mi sa che per mlti sarà una tappa dura

Scattista: Che spettacolo! Boh!?!?! Io proprio non capisco…
Per me oggi il Tour ha perso un buon 50% di interesse.

Gigilasegaperenn3: Comportamento imbarazzante da parte dei corridori rimasti davanti. Gente come Evans, Menchov e Sastre – che se non sbaglio erano davanti – non avrà probabilmente più un’occasione così in tutto il Tour de France.

Lancestrong: per quale motivo scandalizzarsi…..tappe così con proteste più o meno sensate ci sono sempre state. Anche queste fannmo parte del gioco. Ricordiamoci che anche i corridori sono esseri umani in carne ed ossa come noi…. prima di criticare questa decisione aspettiamo che ne chiariscano i motivi, poi eventualmente giudichiamo.

Scattista: Non sono proprio d’accordo!
L’episodio può essere causato da Scarponi, da Gavazzi, da uno spettatore, da una moto o da un gatto che attraversa la strada. E’ il caso, ma non per questo ci si deve fermare. Non è che se Scarponi butta giù Nibali si continua, mentre se uno spettatore (o chiunqe sia) butta giù Andy Schleck allora ci si deve fermare. Questo discorso non sta in piedi!!!
Mi è dispiaciuto per Nibali (sono suo tifoso), ma se l’avessero aspettato il Giro avrebbe perso credibilità, come oggi l’ha persa il Tour, E NE HA PERSA TANTA! Come faccio ad appassionarmi ed interessarmi ad una tappa come quella di domani del pavè (tappa dove sulla carta lo spettacolo e la lotta scaturirebbero soltanto da cattiveria da parte di squadre e “big” ) dopo aver visto lo squallido teatrino di oggi?!?! Okay il problema del pubblico, però 1) non mi sembra che le cadute decisive di oggi siano state causate dal pubblico 2)ma che senso ha fare una protesta in corsa?!? L’abbiamo già visto, e questi “scioperi” sono tra le cose che distruggono il ciclismo. Se il pubblico è un problema, che i corridori ne parlino subito a fine tappa, nelle interviste, al mattino prima di partire, invece NIENTE. Poi fanno lo sciopero. Che tristezza!!!

Lancestrong: il problema del pubblico era già stato sollevato dopo la tappa di ieri e c’è stato un’esposto ufficiale da parte dei corridori. Dissento anch’io sulla tua riflessione perchè una caduta causata da uno del pubblico oppure da un ciclista hanno un valore molto diverso.
Se si desse la stessa importanza ad entrambi gli episodi ci si potrebbe trovare nella situzione in cui il giro viene deciso da un tifoso che magari decide di far fuori l’antagonista del suo beniamino (com’era successo a Merckx). Se si cade in corsa per una manovra sbagliata di un collega è un conto, se si cade perchè uno spettatore o un mezzo della carovana non rispetta le regole (scritte e non), secondo me, è tutt’altro discorso.

Scattista: Io proprio non ci sto!
Ma piuttosto che lo facciano all’inizio della tappa lo sciopero e la protesta! Non alla fine rovinando una tappa del Tour!!
E poi, francamente, penso che questa cosa del pubblico c’entri poco o niente.
Oggi pioveva, e quando piove le cadute aumentano. Sempre. In più, guarda caso, è caduto Andy Schleck e Fabian “Furbacchione” Cancellara ha pensato bene di fare tanto da evitare casini e neutralizzare la tappa. Bello spettacolo! Sono sicuro che se non ci fossero stati big coinvolti nella caduta, sarebbero andati avanti a riprendere Chavanel e a giocarsi la tappa.
A questo punto ecco cosa mi tocca sperare: che Andy Schleck si sia rotto il braccio ed esca dal Tour e che Cancellara non veda più la maglia gialla e non vinca nemmeno una tappa.
Però mi fanno schifo anche tutti gli altri corridori che, come pecoroni, vanno tutti al passo dietro alla maglia gialla.
Si salva un poco solo quel tizio francese (Maxime Bouet) che ha allungato per il 2° posto e ha fatto incavolare Cancellara

Lancestrong: e Cancellara cosa doveva fare? tirare alla morte?! è ovvio che fosse nei suoi interessi aspettare i capitani. Non sappiamo di chi e da cosa sia stata causata la caduta, non possiamo aspettare un pò prima di insultare i corridori? E se fosse stata una manovra azzardata di un mezzo della giuria o di una moto di un fotografo? Non avrebbe avuto effettivamente senso aspettare i primi attardati? Secondo me sì..ed è sempre stato cosi ogni qual volta c’è stata una caduta causata da elementi non bicimuniti.

Vedo23: Non avevano tanti uomini e non sarebbero andati da nessuna parte! Dietro han tirato subito i gregari di Lance e poi si sono aggiunti i Liquigas e gli Sky: rientravano IN OGNI CASO presto. Piuttosto, se volevano, potevano segar fuori gli uomini della Saxo, ma non l’hanno fatto e ci può stare.

Gigilasegaperenn3: Armstrong, Contador e Basso ci hanno messo 20 km a rientrare, malgrado davanti fossero ormai fermi. L’uomo Cervélo che ha tirato per un certo tratto è stato sufficiente perché in quei chilometri il vantaggio subisse una flessione minima. Se ci fosse stato un minimo di collaborazione, non sarebbe stato scontato il rientro.
E poi, per come la vedo io, se non sei il favorito e devi per forza inventarti qualcosa per vincere il Tour de France, un’occasione del genere devi provare a sfruttarla. Può anche andarti male, ma vale la pena tentare. Tanto più che lo sforzo sarebbe stato più o meno lo stesso davanti e dietro, non è con un tentativo del genere che ti giochi il Tour.

Gibosimoni: sono d’accordo sul fatto che Cancellara ha dovuto tentare di fare il gioco Saxo, aveva il suo capitano dietro. Piuttosto io non sono d’accordo su tutti che aspettano tutti: la colpa NON E’ di Cancellara, che cmq faceva la tattica che gli veniva “obbligata” dai ds, piuttosto di Menchov, Sastre e tutti quelli che non sono stati coinvolti, che si sono attenuti alla maglia gialla. Dovevano attaccare, tentare, come ai tempi d’oro del ciclismo, quando Merckx attaccò e prese 6 minuti su Zulle che era caduto. Per il fatto che la caduta sia causata da fotografi, tifosi, o anche un aquila reale che vola sulla strada, ciò non può influire. Il pubblico è il cuore del ciclismo: bisogna mettere in conto che possano essere a volte euforici, non c’è niente da fare, l’unico modo sarebbe eliminarli, però poi non ci lamentiamo se non si rivedono gli spettacoli dello Zoncolan, del Grappa o del Mortirolo. I ciclisti devono stare attenti al pubblico, e, certo, il pubblico non deve esagerare. Non possono lamentarsi della gente: un esempio è il calciatore che una volta segna e si gode l’applausi del pubblico, una volta fa male e si arrabbia e scaccia il pubblico se si prende i fischi: FACILE PRENDERE GLI APPLAUSI E RIFIUTARE LE (in questo caso) CRITICHE! Allo stesso modo, i ciclisti non possono solo essere contenti quando sono applauditi e osannati, devono fare attenzione alla strada, è il loro lavoro, devono mettere in conto l’euforia e la scempiaggine di alcuni soggetti. Discorso a parte per i fotografi: loro invece andrebbero controllati e ridotti, perchè talvolta per avere lo scoop possono essere un danno ai corridori, e questo non va bene, l’UCI dovrebbe mettere delle regole di sicurezza per le moto-ripresa e le moto dei fotografi, non possono fare continuamente la serpentina fra i ciclisti (oggi una moto è stata la causa della caduta di Gavazzi).
Se uno attacca, poi, tutti a lamentarsi, non c’è Fair Play, solo così può vincere, se invece fanno come oggi, tutti a lamentarsi, non osannano e rispettano la corsa. Bisogna decidersi. Questo è il mio pensiero, Ciao!

Salitepuntocià: Le cadute, chiunque le causa, fan parte del gioco,anche il pubblico, se no allora, ridiamo a Saronni il giro 1981, perso per 3 forature a cronometro causate volontariamente e dichiaratamente dai chiodi messi dai tifosi di moser…..era la Pistoia-Montecatini se non erro, perse 3 volte il ritmo, oltre che il tempo per cambiare bici e ruote, almeno 1′30″ che poi gli costarono il giro.
Saronni si lamento’ poco, fini li’, non è che si mise a piangere tutto il giro e in futuro non è piu ritornato sull’argomento. C’è da dire Saronni mai si penti’ di avere attaccato Moser nel 79 mentre Knudsen cadde e Knudsen era piu forte di Moser a cronometro in quel giro ed era 2°, cadde a Pieve di Cadore, Saronni attacco’, non mi piacque quel gesto. Saronni disse che attacco’ per staccare Moser, mah… lo stacco’ di 12″ e che cmq le cadute fan parte delle corse, forse per quello non fece troppo casino a Montecatini

Mauro Facoltosi: In un’intervista, il vicedirettore di corsa ha detto che, prima ancora della presa di posizione di Cancellara, con la giura avevano già meditato una neutralizzazione della corsa.

Scattista: bello l’articolo di Gabriele sulla tappa di Spa. almeno qualcuno in gruppo che non vuole fare il pecorone c’è; la Cervelo è stata una delle poche (forse l’unica?) squadre a non accettare la decisione “mafiosa” della maglia gialla. Hanno provato a mettere Hunt a tirare per un pò e Hushovd all’arrivo era furioso.
Il norvegese ha dichiarato “perche deve decidere Cancellara? E’ un corridore come noi”, e ancora “Quello che è successo non è normale. Mi spiace molto per chi è caduto, ma questa è una corsa di bici. Le cadute avvengono spesso. ASO e UCI hanno fatto un grandissimo errore nel neutralizzare il finale di tappa. Il Tour è una corsa importantissima e cose del genere non dovrebbero succedere”.
Hushovd ha fatto giustamente notare che la sua squadra ha lavorato tutto il giorno per niente e, soprattutto, ha lecitamente affermato che la decisione di Spa costituisce un pericoloso precedente in vista della tappa del pavè: a questo punto se un big cade sul pavè, ha diritto a chiedere la neutralizzazione anche di quella tappa.
E poi, come ha fatto notare Gabriele, perchè si aspetta Schleck anche se ha 4 minuti di ritardo e non Vandevelde o Cunego?
A questo punto ci tocca tifare Cervelo alla grande. Andiamo Thor!! Andiamo Sastre!! So che è impossibile, ma spero che Sastre dia una bella ripassata in salita ai mafiosetti della Shack e della Saxo.
Il sogno è veder cadere oggi gli Schleck sul pavè e vedere la Cervelo che tira a tutta e li stacca.
In generale, un triste spettacolo. Giro d’Italia molto più vero e appassionante di quest Tour, comunque andrà, perchè è stato dimostrato che il Tour è gestito da “potentati” di squadre e corridori, che tutto o quasi è deciso a tavolino.
Mi chiedo una cosa: come si inseriscono l’Astana e Contador in questa situazione. L’Astana è succube delle squadre “potenti”? E’ alleata con loro? Sta nel mezzo?

Lancestrong: Per prima cosa ha poco senso tirare in ballo l’articolo sopra citato, perchè c’è anche gente che scrive che la pena di morte è giusta, per cui è una voce in più ma che non può certo avvalorare una tesi. Poi è giusto ripercorrere gli eventi: 1) cadono un paio di moto che spargono liquidi sul fondo già scivoloso. 2) Gavazzi addirittura cade in rettilineo con la bici quasi perpendicolare all’asfalto, dopo di lui cadono 30-40 corridori in gruppo.
E’ evidente che la caduta è stata causata da qulacosa che non ha nulla a che vedere con il ciclismo e con i corridori ma piuttosto con con televisioni e giornali.
A questo punto si trovano davanti una 20na di corridori, tra cui la maglia gialla hushovd, kloden, martin… in sostanza una serie di cani sciolti che per la maggior parte avevano i capitani nelle retrovie.
Per loro, quindi, nulla di male non tirare (e perchè avrebbero dovuto farlo?)
L’unico che poteva tirare era l’uomo cervelo (e l’ha fatto), poi probabilmente ha desistito anche perchè si anche reso conto che non c’era nulla da fare per la vittoria di tappa (chavanel è andato comunque molto forte).
I RS sono rientrati….e cosa dovevano fare? mettersi a tirare per fare un dispetto ai saxo? dovremmo essere contenti del fatto che si veda ancora della sportiità e dei valori all’intreno di un mondo superficiale e comandato dai soldi! Una volta ricompattati che senso avrebbe avuto fare della bagarre? La vittoria di tappa era andata.
In tanti si stavano leccando le ferite e non vedevano l’ora di salire sui pulman per curarsi e farsi fare qualche massaggio (oggi c’è il pavè).
Da anni i corridori si lamnetano del fatto che ci sono troppe moto al seguito delle corse (e hanno ragione) e delle moto hanno causato fratture e ritiri, per cui anche la protesta è stata giusta.
Prova tu a romperti una clavicola (e perdere una stagione intera) per colpa dell’olio perso da una moto di un fotografo, poi vediamo se non protesti come ha fatto il gruppo.

Pincopallino2005: se volevano fare una protesta per la sicurezza come han già detto altri la facevano prima di partire per il Tour o al massimo avrei accettato che si fermassero per abortire completamente la tappa e non fare i calcoli chi è caduto, chi è rimasto dietro etc…

Lancestrong: Io, corridore, chiedo che vengano rispettate certe regole. L’organizzazione mi promette che cercherà di rispettarle. Io ovviamente parto e non posso essere prevenuto, poi però ad un certopunto accade qualcosa che rientra in quelle regole per cui l’organizzazione si era impegnata a garantire… è questo il momento di dire “mi dispiace ma i patti non erano questi”
Bisogna mediare nella vita quindi ci può stare che i ciclisti partano anche se ci sono 100 moto al seguito e non 50 come hanno chiesto, se però poi succede qualcosa sono cazzi di chi non ha voluto accontentare i corridori….e loro giustamente protestano.

Scattista: “Tirare in ballo” non è la parola giusta. L’ho solo segnalato perchè è molto valido, come quasi tutti gli articoli di Gabriele.
Come dicevamo, la caduta può essere causata da olio, motociclette, cani, gatti, aquile, pubblico o altri corridori. Non cambia niente!! E’ chiaro che, se poi la presenza di giornalisti o altri fattori diventa una frequente causa di pericoli per le corse, allora vanno presi provvedimenti. Ma i provvedimenti vanno presi con regole e disposizioni fatte prima delle gare. Non esiste che durante la corsa, uno si sveglia e dice “annulliamo tutto”. Troppo tardi e troppo facile!! Il tuo tentativo di giustificare l’arrivo di tappa secondo motivi tattici fa sorridere, ma non regge proprio. E’chiaro che chi aveva i capitani nelle retrovie (tra cui Cancellara) non doveva tirare. Però di squadre senza il capitano nelle retrovie o, soprattutto, interessate alla vittoria di tappa ce n’erano eccome.
La Cervelo ha tirato finchè non l’hanno bloccata, come ha detto Hushovd, non certo perchè “ha desistito perchè non c’era niente da fare per la vittoria di tappa” come dici tu.
Chavanel non è andato forte, è andato fortissimo, ma dire che avrebbe vinto la tappa se non ci fosse stata la neutralizzazione è pura fantascienza. Aveva 30″ sul gruppo!!
Tu dici “che senso avrebbe avuto fare la bagarre per il secondo posto”?!?! Stai scherzando sicuramente. Secondo te non si è mai vista una volata per un 2, 3 o 5° posto in un grande giro per i punti o altri motivi?!?! Una volta arrivato il primo, fermi tutti!! tanto la vittoria di tappa è andata . Vallo a chiedere a Hushovd se non avrebbe attaccato per fare 2°!!
Io non chiamerei “sportività” il rientro di uno che era a 4′ dal gruppo, ma la chiamo “manfrina”. E lo direi anche se ci fosse stato Basso o un mio beniamino attardato. Mi sarebbe dispiaciuto, ma preferisco vedere un campione soffrire e prendere i suoi minuti che rientrare in gioco grazie alla “furbizia” di corridori sceriffi e direttori sportivi, tra l’altro la cui presenza al Tour è imbarazzante per la credibilità e la pulizia di questo sport (vedi Riis e Bruyneel).
Sai cosa dico: Il vero esempio di sportività sarebbe stato vedere Cancellara rinunciare sì alla maglia gialla, ma per tornare indietro a prendere Schleck e tirarlo all’arrivo, facendogli perdere il meno possibile da un gruppo che andava avanti con agonismo vero. Questo sì che sarebbe stato un bell’esempio. A fare il gregario come l’ha fatto Cancellara ieri sono capaci tutti, anche io e te, basta mettere da parte un pò di dignità e di onestà.

Gibosimoni: Devo dire che Scattista ha colto veramente il fulcro, e ha pienamente ragione. Quando un corridore corre in bici, deve mettere in conto questo, come un calciatore deve mettere in conto i contrasti duri ecc.
Non si può perchè scendono 3 gocce, fermarsi di botto e protestare. Se qualcuno poi casca per l’olio, per le moto, si arriva al traguardo, e in gruppo si va da Brujnel, magari con una lettera di ogni capitano oppure proprio di persona, e gli si dice che se da domani non ci sono meno moto e più controllate, non si parte.
La corsa la neutralizza la giuria, non i corridori. Ok, volete fare così? “Ok, tutto bene, però vi paghiamo solo quando vi comporterete da professionti” dovrebbero fare le squadre (SOTTOLINEO DEI CORRIDORI CHE NON AVEVANO CAPITANI NELLE RETROVIE).
Sono d’accordo anche sul fatto che si doveva fare la volata per il secondo posto, per vari motivi:
1- intanto perchè ci sono molti soldi in palio anche per i piazzamenti;
2- lo sponsor ne trae beneficio e da premi ai corridori;
3- (è poco considerato, ma è il più importante) C’è DELLA GENTE A VEDERE L’ARRIVO, ARRIVARE COSì E’ INSULTARLI. Magari MACINANO KM per vedere l’arrivo dei loro beniamini, e come vengono ripagati? Con questo schifo. Questo vuol dire che da domani 1 su 5 se ne sta a casa perchè non si diverte e perchè viene insultato così.
Io dico la verità: se facessi delle ore di viaggio e vedessi un affare così, ci penserei 2 volte prima di tornare a vedere il Tour/Giro o qualsiasi cosa. E di gente non ce n’era poca.
Un ultimo ragionamento: il precedente
Le prossime tappe ora saranno un calvario, ragazzi immaginatevi se oggi dovesse piovere e malaguratamente cadesse un big, alcuni aspettano, altri no, sarebbe il finimondo. Per questo ieri non ci si doveva fermare.
Altrimenti allora, secondo il ragionamente assurdo, ogni volta che piove ci si ferma ad aspettare? Allora 10 tappe su 21 si annullano. Non regge, Punto.

Pedra85: La sportività non è attaccare tutti in ogni momento possibile, è vincere una corsa perchè si è i più forti o abili in situazioni particolari. Se un corridore manca il gruppo buono, se cade perchè sbaglia, se rimane coinvolto in una caduta a centro gruppo o rimane attardato in un ventaglio, questo fa parte dello sport e tirare per staccarlo è un comportamento accettabile.
Se invece la caduta è provocata da un motociclista, da un cane o da un tifoso fazioso si crea un precedente per cui anche gli elementi esterni hanno la possibilità di influire sul risultato, rendendo di fatto “permesso” placcare un avversario o disturbarlo per far vincere l’ altro.
Esempi simili non mancano al tour, da Armstrong che ha aspettato Ullrich dopo una caduta, al gruppo di testa che ha aspettato Armstrong quando egli è caduto a causa di una persona sul bordo della strada.
Una vittoria etica è quando vinci per merito tuo, non per merito della sfiga altrui.

Lancestrong: secondo me però non avete ancora ben compreso il reale motivo della neutralizzazione.
Non è la pioggia ma le moto che hanno sparso olio in strada facendo cadere più di 40 atleti, constringendo al ritiro vandevelde, e minando la salute e il fisico di tutti gli altri.
Se una moto sparge olio in strada non è ciclismo.
ciclismo è se cavendish travolge i colleghi in volata, ma la moto non fa classifica… è come se nel calcio uno spettattore/addetto al campo/ mandasse all’ospedale un giocatore! li si fermerebbe tutto il campionato e anche li ci sarebbero proteste perchè chi organizza ha il DOVERE mettere in sicurezza i corridori.
se nel tennis uno spettatore disturba uno scambio, il punto si ripete…
questo è lo spirito dello sport ci deve essere anche un pò fi fair play altrimenti diventa una corsa al massacro spettacolare per il divanizzato ma vomitevole per un’appasionato di sport. Non voglio vedere sangue ma voglio vedere battaglie scaturite da leali scontri alla pari “in campo”.
Non mi piace pensare ad Andy che perde il tour a causa dell’olio di una moto di un fottuto fotografo! questo non è sport è la roulette russa!

Gibosimoni: Sono pienamente d’accordo con te sulle conclusioni, solo che anche la gazzetta di oggi dice che GAVAZZI scivola sull’acqua, e la motoripresa per evitarlo frena troppo prende male una curva e va su un ciglio, ma ci sono solo SUPPOSIZIONI che sia olio, date dai ds. Non è stato provato niente di tutto ciò. Anzi, Saronni e Damiani (ds Lampre e Omega) sono contrari a questo, e non hanno parlato di olio.
I fatti sono si fatti:
Gavazzi cade, la moto prova a schivarlo e scivola sulla strada: giunge il gruppo e per schivare sulla strada STRETTA moto, il povero Gavazzi e la sua bici (e forse, solo forse piccole chiazze d’olio), finiscono a terra.

Scattista: E tu questa la chiami “neutralizzazione”?
Come mai Cunego ha 9 minuti di ritardo in classifica?!? (e con lui altri) Come mai Chavanel ha la maglia gialla con 3 minuti di vantaggio (cosa che ovviamente influirà sull’andamento delle prossime tappe) ?!?
Io ci vedo ben poca neutralizzazione.
Cunego ha solo avuto la “sfortuna” di essere un pò più indietro rispetto a Schleck o di essere caduto prima. Chavanel ha avuto la “fortuna” di fare finta di niente e di dire che non ha saputo niente fino ai -5 dal traguardo.
Bel fair play, bella neutralizzazione.
Il tuo discorso regge, Lancestrong, ma allora tutta la tappa avrebbe dovuto essere neutralizzata o annullata, lasciando magari la vittoria a Chavanel, giusto perchè ormai era davanti ed è andato all’arrivo, ma non mutando la classifica generale, nè la classifica a punti. Anche così ci sarebbero state ingiustuzie (soprattutto verso chi ha speso di più nella tappa), ma almeno non avrebbero fatto la PAGLIACCIATA che hanno fatto.
E vai pur sicuro che se non c’era Schleck tra quelli dietro, Cancellara si sarebbe mosso mooolto diversamente, come del resto ha lui stesso dichiarato.

Lancestrong: ho sentito qualche dichiarazione che vi vado a riassumere:

menchov(era nel primo gruppo): non me la sono sentita di fare lavorare la squadra per rispetto di quelli che sono caduti e soprattutto perchè la RS e Liquigas e Contador sarebbero sicuramente rientrati. Per il tour temo solo Contador e Armstrong non i fratelli della saxo.

Evans (era nel primo gruppo): attaccare sulle sfighe altrui non è sport e non fa parte dei miei valori, non me la sono sentita di lavorare perchè sarebbe veramentee brutto vincere sfruttando la sfortuna degli avversari.

Van Poppel (ds cervelo): thor voleva fare lo sprint ma tutto il resto del gruppo era con cancellara e quindi concorde sulla neutralizzazione.
Nessuna regola gli vietava di fare la sua corsa.

Mauro Facoltosi: Segnalo che durante la diretta hanno parlato di una patina di resina sull’asfalto quale causa della caduta.

Antares86: Per fortuna che c’è stata la tappa del pavè… cominciavo a pensare che il Tour si stesse girizzando, dopo che il Giro si è tourizzato… (caspita che neologismi)…
quella di Cancellara è stata una decisione assolutamente mafiosa… lui aveva tutti gli interessi con Schleck dietro di 3 minuti e mezzo… (la maglia gialla tanto l’aveva già conquistata… giorno più giorno meno, a Parigi lui non la indossa…), se tanto voleva fare il signore doveva fermarsi e riportare dentro lui Schleck
sono stupito di Evans e Menchov…
io non so se o chi sarebbe rientrato (A.Schleck no di sicuro), ma la corsa sarebbe stata più regolare.
sono professionisti, pagati e altro… per correre in bici… non boci al primo metro con le rotelline… se ci fosse stata una causa esterna allora sarebbe stato un discorso totalmente diverso… 100 o più corridori sono stati in piedi… la corsa è corsa.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

L’opportunismo di Chavanel e la battaglia interrotta (Gazzetta dello Sport)

Chavanel trionfa nel giorno delle cadute(Corriere dello Sport – Stadio)

Cavendish cast as the villain in Spa(The Times)

Armstrong fears carnage on first cobbled stage on Tour for six years (The Independent)

Vande Velde out of Tour(The Daily Telegraph)

Pavé de mauvaises intentions(L’Equipe)

Chavanel prend le maillot jaune (Le Monde)

Indulto a los Schleck (AS)

Tregua antes de la guerra en el Tour (Marca)

El sentido común guía a los líderes (El Mundo Deportivo)

Vande Velde, blessé, abandonne (Le Soir)

Chavanel: “Le plus beau jour de ma vie” (La Dernière Heure/Les Sports)

Zou Andy goed geslapen hebben vannacht? (De Standaard)

Les pavés créent une psychose (actu24.be)

Christian Vande Velde, blessé, ne reprend pas le départ du Tour (Sud Presse)

‘Tellen alleen de aankomsten bergop?’ (Het Nieuwsblad)

Riders Limp Into Perilous Stage of Tour (The New York Times)

Lance still trails in Tour’s 2nd stage; Chavanel wins (USA Today)

Big names come tumbling down on another day of carnage (The Age)

Protest follows Tour’s day of chaos (Herald Sun)

Crash carnage hurts favourites (The Daily Telegraph – Australia)

Christian Vande Velde forced out of Tour (The Australian)

LA TAPPA CHE VERRA’
Per rendere sapido un avvio di Tour piuttosto liscio gli organizzatori si può dire che non abbiano badato a spese. Giù col pavè, allora, nella frazione più temuta della settimana inaugurale. Era dal 2004 che le rotte della Grande Boucle non andavano ad intersecare quella della Parigi – Roubaix, ma quel precedente, che qualcuno ricorda con poco piacere (cadute per Mayo e Velo, il primo staccato di quasi 4 minuti, il secondo costretto al ritiro con una clavicola fratturata), appare quasi una passeggiata rispetto al menù allestito da Prudhomme e soci per la terza tappa del Tour 2010. Sei anni fa s’affrontarono soli due settori, mentre stavolta si pedalerà sulle pietre di ben sette tronconi, per un totale di quasi 13 Km. Affrontata la facilissima Côte de Bothey, unica difficoltà altimetrica di un tracciato totalmente pianeggiante, il gruppo enterà in tensione a 85 Km dall’arrivo quando, ancora in territorio belga, si dovrà affrontare il primo tratto in pavè, che sarà percorso con circospezione anche perché inedito, così come i due successivi. Entrati in Francia ad una quarantina di chilometri dalla meta, ai -27,5 Km inizierà il primo dei quattro settori storici, quello da Sars-et-Rosières a Tilloy-lez-Marchiennes, i cui 2,4 Km saranno percorsi contromano rispetto alla Roubaix, dove è classificato con tre stelle. In senso inverso s’imboccherà anche il settore successivo, piuttosto simile al precedente anche per la scorrevolezza del selciato, dal quale si uscirà ai -24 Km. Condizione abbastanza indentiche anche per il penultimo tratto, il più lungo, sul quale si pedalerà per 3,4 Km, uscendone ai -18. Infine, appena 10 ne mancheranno quando si sguscerà fuori dall’ultimo troncone di 2,3 Km (Haveluy), che debutterà con un tratto inedito per poi passare sulla prima parte di uno dei tronconi più ostici della Roubaix (pure questo affrontato all’incontrario), il quattro stelle che precede l’ingresso della mitica Foresta dell’Arenberg, alle cui porte si chiuderà questa attesa frazione.
Nessuna insidia, invece, si attende dal tempo: si attendono cielo solo a tratti nuvoloso e temperature estive nella norma, senza quei picchi canicolari che in questo periodo fanno schizzare verso l’altro le colonnine di mercurio in Italia

RADUNO DI PARTENZA: ore 11.25, Place Faniel (partenza ore 12.35)
VIA VOLANTE: ore 12.41, N 90
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Saint-Servais (Namur) (Km 35), tra le 13.27 e le 13.31; Nivelles (Km 71,5), tra le 14.14 e le 14.23; Pipaix (Leuze-en-Hainaut) (Km 151,5), tra le 15.59 e le 16.17
ZONA RIFORNIMENTO: Braine-le-Comte, attorno al 93° Km
GPM: Côte de Bothey (148m – 4a cat. – 1,4 Km al 3,4% – Km 48) tra le 13.44 e le 13.50
SETTORI DI PAVE’: Secteur pavé d’Ormeignies (350 metri, Km 128), tra le 15.28 e le 15.44; Secteur pavé d’Hollain (1200 metri, Km 169), tra le 16.21 e le 16.42; Secteur pavé de Rongy (700 metri, Km 173), tra le 16.27 e le 16.48; Secteur pavé de Sars-et-Rosières (2400 metri, Km 185,5), tra le 16.43 e le 17.06; Secteur pavé de Tilloy-lez-Marchiennes (2500 metri, Km 188,5), tra le 16.47 e le 17.10; Secteur pavé de Wandignies-Hamage (3700 metri, Km 195), tra le 16.55 e le 17.20; Secteur pavé d’Haveluy (2300 metri, Km 203), tra le 17.06 e le 17.31
ARRIVO: ad Arenberg (comune di Wallers, Communauté d’agglomération de la porte du Hainaut), in Rue Rondet, tra le 17.19 e le 17.35
Siti dedicati:
www.wanze.be/loisirs-et-tourisme/sport/evenements/tour-de-france-2010/tour-de-france-2010, www.arenberg-porteduhainaut-letour.fr,
http://www.ville-de-wallers-arenberg.fr/tdf.html

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Wanze – Arenberg Port de Hainaut
Bruxelles: cielo coperto, temperatura 21,7°C, venti moderati da WNW (13 Km/h), umidità al 53%
Namur (35° Km): nuvole sparse, temperatura 22,3°C, venti moderati da WNW (14-16 Km/h), umidità al 49%
Soignies (95,5° Km): poco nuvoloso, temperatura 21,9°C, venti moderati da WNW (13-15 Km/h), umidità al 52%
Ath (132° Km): cielo sereno, temperatura 22,3°C, venti moderati da NNW (13-14 Km/h), umidità al 47%
Arenberg : previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
De Luca: “Rolands” (Roelandts)
Cassani: “Camenzind sbatte contro Lorenzetto” (Cavendish)
Pancani: “Gli uomini che puntano al Giro sono tutti insieme”
Cassani: “Fabian Cancellara sta parlando col vicedirettore Pescè” (Pescheux, si legge Pesciò)
Televideo RAI: “Il gruppo è giunto con 4″ di ritardo” (4′)
Televideo RAI: “Hushvod” (Hushovd)
Televideo RAI: “Gedermann” (Gerdemann)

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI BRUXELLES

luglio 5, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: la Grand Place di Bruxelles (www.virgilio.it)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Chi vince oggi?

Vedo23: Volatona tra Cavendish, Petacchi e Hushovd…
Stando a quanto visto prima del Tour è difficilissimo fare pronostici, ma da oggi capiremo se c’è un possibile dominatore delle volate o se effettivamente manca.

Salitepuntocià: Ottima strategia di Saronni per Petacchi, anche se aiutato dalle 3 cadute che han fatto fuori Cavendish, Freire e altri. Petacchi deve dimostrare nelle prossime tappe che non è stata solo una casualità

Lancestrong: come preventivato si è dimostrata una tappa non influente per la classifica dei big.
Come al solito tante cadute e un Cavendish inguardabile. Non si capisce che cosa gli stia accadendo, oggi ha raddrizzato una curva e mi ha dato l’impressione che sia stato dovuto dal fatto che ha cercato di appoggiarsi al ciclista che aveva di fianco…non so, non capisco…
Petacchi che centra già una vittoria e credo che sarà lui il velocista principe di questo tour. Bentornato!

Antares86: Bravo… però direi che è meglio aspettare…
magari avrebbe vinto ugualmente… però senza Freire, Cavendish e Farrar risulta tutto più facile……

Scattista: Beh, Farrar c’era, ma ha preso posizione male ed si è pure agganciato con un altro ciclista. Non sono sicuro che avrebbe vinto, anzi. E’ vero, dobbiamo aspettare conferme, ma Petacchi ha fatto una signora volata, prendendosi pure il giusto rischio di partire presto. Ha battutto gente del calibro di Renshaw (apripista di Cavendish, ma secondo me fortissimo lui stesso) e Hushovd (non c’è bisogno di dire chi è).
Penso che, più di Cavendish, Freire avrebbe potuto dire la sua. Alejet, se è in forma, dovrebbe puntare alla maglia verde. Quando sta bene, va forte anche in salita, e questo verrebbe utile per buttarsi in qualche fuga e racimolare punti. Certo, per la maglia verde, Freire e Hushovd sono due clienti belli scomodi..

Scattista: Ah, dimenticavo… peccato che non ci siano gli abbuoni! Petacchi è andato molto bene nel prologo e, con gli abbuoni, puntare alla gialla non sarebbe stato impossibile, per lui o un altro sprinter… Allo steso modo gli abbuoni avrebbero reso ancora più interessante la tappa di oggi, che sulla carta mi sembra bella difficile: una bella classichetta!!!

Gibosimoni: Quoto Antares.. sono giustissimi i complimenti, ma aspettiamo la volatona di gruppo.. Renshaw è pur sempre un apriprista e Hushovd non è più quello dei tempi migliori.. Certo è che quando c’è una caduta, bisogna dire che Petacchi è molto bravo a scansarla e a vincere (vd. Svizzera)

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Petacchi, gioia verde “Non mi pongo limiti” (Gazzetta dello Sport)

Prima tappa a Petacchi. Il Tour è subito italiano(Corriere dello Sport – Stadio)

Mark Cavendish and David Millar in Tour de France crashes(The Times)

Cycling: Cavendish left to lick his wounds after tumble on Tour’s day of crashes (The Independent)

Alessandro Petacchi emerges winner from the carnage(The Daily Telegraph)

Petacchi dans le chaos(L’Equipe)

Lors du prologue, l’UCI tente d’étouffer la rumeur du “vélo à moteur” (Le Monde)

Todos al suelo (AS)

Petacchi vuelve por sus fueros en
un final de etapa plagado de caídas (Marca)

Petacchi se lleva la etapa (El Mundo Deportivo)

Petacchi évite les chutes et gagne à Bruxelles (Le Soir)

Petacchi fait rimer chance, puissance et expérience (La Dernière Heure/Les Sports)

Tour zorgt voor verkeershinder in Brussel (De Standaard)

Succès de Petacchi à Bruxelles (actu24.be)

Chutes monstres à Bruxelles, Petacchi gagne (Sud Presse)

Cavendish maakt opnieuw brokken (Het Nieuwsblad)

Crashes Become the Talk of the Tour After a Treacherous First Stage (The New York Times)

Lance Armstrong trailing after first stage of Tour de France (USA Today)

Day of carnage (The Age)

Riders slam ‘crazy’ crowds (Herald Sun)

Tour riders stunned by ‘crazy’ fans (The Daily Telegraph – Australia)

Mayhem ends Hansen’s Tour (The Australian)

LA TAPPA CHE VERRA’
È la tappa altimetricamente più impegnativa della prima settimana di Tour, ma non dovrebbero fare tantissima selezione i colli inseriti negli ultimi 100 Km di gara e che faranno di questa Bruxelles – Spa una sorta di Liegi – Bastogne – Liegi in miniatura. Sempre che non vada in porto una fuga o non scoppi la bagarre tra i big, sotto lo striscione steso nel cuore delle celebre stazione termale belga dovrebbe presentarsi un gruppo moderatamente folto, composto al massimo da una sessantina di unità e con dentro quegli sprinter resistenti che saranno riusciti a restare a galla dopo le asperità del finale. Non ci saranno le ascese più celebri e temute della “Doyenne”, come la Redoute e la recente Roche-aux-faucons, ma sicuramente ci sarà garanzia di spettacolo grazie a sei côtes, sulle quali spiccano i colli di Stockeu e Rosier. Il primo è decisamente il più aspro, con i mille metri al 10,5% che condurranno il gruppo dinnanzi al monumento dedicato ad Eddy Merckx. Più pedalabile il Rosier (media del 4%), che impegnerà però i corridori per quasi 6 Km e sul quale si scollinerà quando mancheranno 12 Km all’arrivo.
Nel tratto iniziale, questa tappa sfiorerà la celebre Huy, cuore della Freccia Vallone e, poco prima, transiterà per Perwez dove il primo dei tre traguardi volanti di giornata sarà collocato nel comune che, quattro anni fa, accolse la partenza di una delle frazioni belghe del primo Giro d’Italia di Ivan Basso, scattato da Seraing.
Da notare, infine, che anche quest’oggi verrà abbattuto, anche se per soli 1000 metri, il tetto dei 200 Km, che sarà sforato complessivamente in 6 delle 21 giornate di gara.

RADUNO DI PARTENZA: Place des Palais (partenza ore 12.10)
VIA VOLANTE: ore 12.30, Avenue de Tervuren
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Perwez (Km 39,5), tra le 13.24 e le 13.29; Seny (Tinlot) (Km 112), tra le 15.03 e le 15.18; Coo (Stavelot) (Km 177), tra le 16.31 e le 16.56
ZONA RIFORNIMENTO: Ampsin (Amay), attorno al 89° Km
GPM: Côte de France (244m – 4a cat. – 2,2 Km al 6,2% – Km 98) tra le 14.44 e le 14.57; Côte de Filot (297m – 4a cat. – 3,9 Km al 4,5% – Km 128,5) tra le 15.25 e le 15.43; Côte de Werbomont (368m – 4a cat. – 4,5 Km al 3,5% – Km 136) tra le 15.35 e le 15.54; Côte d’Aissomont (488m – 3a cat. – 4,5 Km al 5,2% – Km 161,5) tra le 16.10 e le 16.32; Col de Stockeu (509m – 3a cat. – 3 Km al 5,9% – Km 167,5) tra le 16.18 e le 16.41; Col du Rosier (557m – 3a cat. – 6,4 Km al 4% – Km 189) tra le 16.48 e le 17.14
ARRIVO: a Spa, in Avenue Reine Astrid, tra le 17.04 e le 17.32
Siti dedicati: www.bruxelles.be/5648, www.villedespa.be/jahia/Jahia/site/spa/accueil/actu/kepress/arriveetourdefrance2010

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Bruxelles – Spa

Bruxelles: cielo coperto, temperatura 19,8°C, venti deboli da WSW (10-12 Km/h), umidità al 72%
Spa: pioggia debole (0,8 mm), temperatura 20,6°C, venti moderati da W (19-23 Km/h), umidità al 73%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Televideo RAI (prologo): “7° Levi Leipheimer, 8° Tyler Farrar” (è il contrario)
Televideo RAI (prologo): “Andreas Kloeden” (Klöden)
De Luca: “Ivan Basso cambia bici al volo, un cambio di ordinaria ammistrazione” (la causa era stata una caduta)
Cassani: “Abbiamo parlato che una bicicletta”
Cassani (sul caso Cancellara): “è stato ingiusto questo battage pubblicitario”
Cassani: “Perchè sono partiti al chilometro 0″ (generalmente da dove partono? dall’arrivo?)
Televideo RAI: “I fuggitivi guadagnano circa 4′” (7′30″)
Televideo RAI: “Joaquin Rojas” (Jose Joaquin Rojas Gil)
Televideo RAI: “Juergen Roelandts” (Jurgen)
Segnaliamo, infine, un errore di Cassani nel riferire l’episodio del pugno a Merckx, avvenuto nella tappa del Puy de Dome del 1975. Cassani ha parlato prima di pugno al rene, poi alla schiena: in realtà, Merckx fu colpito al fegato.

ARCHIVIO ALMANACCO
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ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ROTTERDAM

luglio 4, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: uno scorcio di Rotterdam (www.viajejet.com)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Chi vincerà? Come andranno gli italiani?

Gibosimoni: Non credo in un Cancellara ma più in un Bradley Wiggins per questo prologo, data la cortissima distanza. Fra gli italiani segnalerei Malori

Alefederico: okkio a Rogers (non solo per il prologo!)

Patagonia63: sto guardando il crono prologo….mi ricordo che i commentatori Rai dicevano quanta gente ci fosse ad Amsterdam per l’avvio del Giro…in termini numerici oggi il pubblico sta sovrastando le presenze di maggio….già il Tour è il Tour….

Gibosimoni: La locomotiva di Berna ha vinto il cronoprologo del Tour de France di Rotterdam, come da pronostico, ed indossa la maglia gialla.

Hotdogbr: un Armstrong decisamente diverso da quello del 2009, non dimentichiamo che in molti dei 7 Tour vinti è stato al livello di Merckx e che la differenza la faceva non solo a cronometro ma anche e soprattutto in salita, l’Armstrong di allora non ho dubbi che fosse superiore a Contador e anche quello attuale di 38 anni può comunque giocarsela, per il resto il meteo ha condizionato molto ma stupisce comunque la controprestazione di Wiggins

Gibosimoni: Si, stupisce molto la disastrosa performance di Bradley Wiggins, 77esimo a 56″ secondi (sottolineo anche dietro Ivan Basso). Un bravo a Malori che si era detto di voler arrivare nei primi 12 al prologo.

Lancestrong: io non so se qualcuno di voi ha colto la smorfia di cattiveria pura nel volto di armstrong pochi secondi prima di partire…..beh…sarà anche dopato (c’è qualche big per cui si metterebbe la mano sul fuoco che non lo sia?), ma questa cattiveria è tutta roba sua e chi ha fatto sport a livelli decenti sa che la testa spesso ti fa andare oltre i tuoi limiti fisici.
Credo che questa cattiveria gli metterà in mano il suo ottavo tour de france. Per quanto riguarda Malori, ho sempre sostenuto che sia un ragazzo da curare perchè ha i numeri…alla faccia dei criticoni e pseudo esperti del forum!!

Vedo23: Ce l’ha sempre avuta quella “cattiveria”, fin da quando si faceva vasche su vasche da ragazzino prima di andare a scuola! Ricordiamoci poi tutto quello che ha dovuto superare, tutta la sfiducia contro cui ha lottato, tutte le accuse (tutte più o meno tanto aleatorie) contro cui ha dovuto fare scudo… E, ovviamente, cosa s’è trovato davanti agli occhi da malato!
Io non ho alcun dubbio sul fatto che Lance sia pulito, e trovo vergognosa la campagna contro di lui che da più parti si sta facendo, come oggi sul WP (d’altronde i giornali americani negli ultimi tempi ne sparano di boiate…)
Intanto il “vecchietto” ha rifilato 5 secondi al pistolero: non conteranno niente, ma la botta psicologica è forte!

Gibosimoni: Proprio vero, e intanto ieri alla vigilia Landis continua ad infamare Lance, come la vigilia del Tour of California. Io dico: non sarà che Floyd Landis ogni volta che parte una corsa di Lance non avendo prove di doping recente ritira fuori le “storielle” del doping di gruppo vecchio per fare pubblicità e scoop?

Salitepuntocià: A parte la debacle di wiggin, basso ha preso meno di quel che si pensava. 28″ solo da contador, 3″ al km, ovvio che nella crono di 55 km dovrà andare meglio, ma di solito nei prologhi becca anche 6″ al km.
Troppo pochi ma era previsto i 5″ di armstrong su contador, ha le tappe di spa e roubaix per avere quei 3′ di margine per la sicurezza

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Cancellara prima gialla. Basso a 33” da Armstrong (Gazzetta dello Sport)

Prologo Tour de France: crono e maglia a Cancellara(Corriere dello Sport – Stadio)

Fabian Cancellara shows perfect timing in Tour de France opener(The Times)

Millar best of the Brits (The Independent)

Fabian Cancellara wins prologue (The Daily Telegraph)

Cancellara: «Rien à démontrer» (L’Equipe)

Cancellara remporte le prologue et s’empare du maillot jaune (Le Monde)

Armstrong intimida (AS)

Cancellara pone la moto y Armstrong enseña las garras desde el inicio (Marca)

Contador, sexto sin arriesgar (El Mundo Deportivo)

Cancellara gagne le prologue (Le Soir)

Cancellara remporte le prologue et s’empare du maillot jaune (La Dernière Heure/Les Sports)

Cancellara wint proloog in de Tour (De Standaard)

Cancellara remporte le prologue du Tour de France (actu24.be)

Rotterdam-Bruxelles: la 1ère étape belge pour les sprinters? (Sud Presse)

Cancellara wint Tourproloog (Het Nieuwsblad)

No Motors, but Mistrust at Tour de France (The New York Times)

Cancellara pedals his way to victory in Tour de France prologue (USA Today)

Cancellara in yellow, Armstrong takes early victory over Contador(The Age)

Cancellara sets early pace (Herald Sun)

Cancellara wins Tour prologue (The Daily Telegraph – Australia)

LA TAPPA CHE VERRA’
Archiviato il prologo, il Tour si metterà in marcia verso la Francia, attraversando inevitabilmente il Belgio, nel quale si soffermerà per tre giornate. La prima frazione in linea, che si concluderà dopo 223,5 Km (non pochi, tra l’altro) nella capitale Bruxelles, rappresenterà la prima delle sette occasioni che gli organizzatori hanno riservato ai velocisti, ma non sarà facile arrivare tutti assieme sul rettilineo d’arrivo. Altimetricamente poco rilevante (tutta pianura, a parte un microscopico dentello da scavalcare ad una ventina di chilometri dal traguardo, nemmeno valido come GPM di 4a categoria), questa frazione potrebbe riservare sorprese poco gradite nei chilometri iniziali, quando il gruppo andrà a ricalcare le rotte della frazione di Middelburg della corsa rosa. Si tornerà a transitare tra la terra e il mare, in lande spesso spazzate da forti venti (anche se questi si preannunciano meno intensi rispetto a maggio, quando lassù faceva ancora molto freddo) ed in questi frangenti si affronterà anche il primo dei tre traguardi volanti, valevoli solo per la classifica a punti, non fornendo più abbuoni per la generale.
Varcato il confine di stato ad una ottantina di chilometri dalla meta, attraverso Anversa, Mechelen-Malines e Meise (omaggio a Eddy Merckx, che recentemente ha festeggiato il 65° compleanno) il gruppo raggiungerà Bruxelles, dove i velocisti si troveranno di fronte l’ultima insidia della giornata, sotto la forma di un rettilineo “per molti, ma non per tutti”: lungo quasi 2 Km e bello ampio, si snoderà tutto in lievissima ascesa e questo complicherà lo sprint poichè non si dovrà compiere l’errore di uscire allo scoperto troppo presto per non rimanere senza gambe. Peggio andrà a quei velocisti che soffrono gli zampellotti, i quali perderanno subito le ruote e difficilmente avranno l’opportunità di levare le braccia al cielo al cospetto dello Stadio Re Baldovino, il tragicamente celebre Heysel.

RADUNO DI PARTENZA: ore 8.45, Westerkade(partenza ore 11.45)
VIA VOLANTE: ore 12.20, Groene Kruisweg
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Zeeland Neeltje Jans (Km 73), tra le 13.55 e le 14.04; Putte (Kapellen) (Km 149,5), tra le 15.35 e le 15.54; Ekeren (Anvers) (Km 158,5), tra le 15.47 e le 16.06
ZONA RIFORNIMENTO: Roodewijk (Wolphaartsdijk), attorno al 97° Km
ARRIVO: a Bruxelles, in Avenue Houba de Strooper, tra le 17.12 e le 17.39
Siti dedicati: www.tourdefrancerotterdam.nl,
www.bruxelles.be/5648

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Rotterdam – Bruxelles

Rotterdam : previsioni non disponibili
Hellevoetsluis (Km° 24): cielo sereno, temperatura 23,8°C, venti moderati da W (15-17 Km/h), umidità al 51%
Ouddorp (Km° 43,5): cielo sereno, temperatura 21,2°C, venti moderati da W (18-19 Km/h), umidità al 62%
Goes (Km° 100,5): cielo sereno, temperatura 23,7°C, venti moderati da W (16-18 Km/h), umidità al 51%
Anversa (Km° 163): poco nuvoloso, temperatura 24,7°C, venti moderati da WNW (17-19 Km/h), umidità al 48%
Malines (Km° 190,5): nuvole sparse, temperatura 24,9°C, venti moderati da W (16-19 Km/h), umidità al 46%
Bruxelles: nuvole sparse, temperatura 24,4°C, venti moderati da W (15-18 Km/h), umidità al 45%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

De Luca (con riferimento alla tappa di Arcalis del 2009): “Vince il corridore francese Faiù” (Feillu)
De Luca: “il tour delle Dolomiti” (Maratona dles Dolomites)
De Stefano: “Qui sull’asfalto ha smesso di piovere” (e a bordo strada no?)
De Luca: “Martin è in testa davanti” (mai visto uno essere in testa dietro)
Pancani: “Una strada più riparata rispetto a quella percorsa al Giro” (stando alla planimetria, fanno la stessa strada)

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)

TOUR: CACCIATORI DI TAPPE E OUTSIDER

luglio 2, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Non soltanto la lotta per la maglia gialla animerà le tre settimane di Tour de France che partiranno sabato da Rotterdam. Andiamo pertanto ad analizzare i velocisti probabili protagonisti della lotta alla maglia verde, e i corridori che avranno nella ricerca del successo di tappa lo scopo della loro partecipazione alla Grande Boucle.

Foto copertina: Mark Cavendish vince sui Campi Elisi l’ultima frazione del Tour 2009. Anche quest’anno sarà lui lo sprinter da battere (foto Roberto Bettini)

In un Tour de France che, dopo il tradizionale via a cronometro, proporrà già il secondo giorno una frazione nervosa e, 24 ore più tardi, la tanto attesa giornata consacrata al pavé, prima di approcciare le prime montagne sin dalla fine della prima settimana, con gli arrivi di Les Rousses e Avoriaz, verrà probabilmente meno la tradizionale prima metà di Grande Boucle consacrata alle battaglie fra velocisti. Non mancheranno però, spalmate più sensatamente nell’arco delle ventuno tappe, le opportunità per gli sprinter di giocarsi le proprie carte, e, su un tracciato che proporrà più frazioni nervose e intermedie rispetto agli anni passati, corridori da classiche e attaccanti per vocazione avranno diverse possibilità di giocarsi il successo parziale.
Grandi protagonisti saranno dunque certamente, come ogni anno, i velocisti e le rispettive formazioni, con in testa, ovviamente, Mark Cavendish, cannibale dodici mesi fa, con sei vittorie allo sprint. Il britannico sarà assistito dalla solita grande squadra, probabile faro degli arrivi a ranghi compatti, grazie ad un treno che includerà vagoni d’eccezione quali gli ex iridati a cronometro Rogers e Grabsch (quattro titoli in due), il giovane Tony Martin, lo specialista Mark Renshaw e un apripista di lusso quale Bernhard Eisel, che potrebbe eventualmente sostituirsi all’atleta dell’Isola di Man in caso di necessità, e potrebbe essere lasciato libero di giocarsi le sue carte nella giornata del pavé. Giornata che dirà peraltro molto circa le possibilità di Cavendish di ampliare un po’ i suoi orizzonti, estendendo le sue ambizioni anche alle classiche del pavé negli anni futuri.
A capitanare lo stuolo dei rivali di Cavendish, rinfrancati dalle sole tre vittorie colte in questa stagione dallo sprinter HTC, sarà Tyler Farrar, già a segno due volte all’ultimo Giro d’Italia. Lo statunitense potrà peraltro contare su una formazione non inferiore a quella dell’avversario, con Dean e Hunter quali possibili ultimi uomini, e un treno che potrebbe comprendere Maaskant, Millar e Zabriskie. Subito dietro l’alfiere Garmin si colloca poi Thor Hushovd, maglia verde lo scorso anno (soprattutto in virtù dello scarso interesse manifestato da Cavendish per il simbolo del primato nella classifica a punti, ad onor del vero), anche se il solo Brett Lancaster avrà non poche difficoltà a rivaleggiare con autentiche corazzate come quelle dei due più accreditati rivali.
In assenza di Daniele Bennati, le speranze italiane saranno tutte, per l’ennesima volta, riposte in Alessandro Petacchi, reduce dalla vittoria di Wettingen al Tour de Suisse. Al suo fianco, lo spezzino troverà Danilo Hondo a lanciarlo nella mischia, con Lorenzetto e Bole in alternativa. Un team di supporto, sicuramente competitivo, anche se, almeno in partenza, lo sprinter Lampre partirà un gradino sotto i principali favoriti. Discorso che vale anche per Oscar Freire e Robbie McEwen, che, come Petacchi, scatteranno da Rotterdam con lo status di nomi altisonanti penalizzati da un’età non più verdissima. Entrambi si troveranno quasi certamente a dover fare tutto da soli allo sprint, anche se, alla luce delle caratteristiche dei due, l’assenza di una squadra a sostegno potrebbe non rivelarsi un ostacolo. Meritano infine almeno un accenno Gerald Ciolek, José Rojas Gil e Geraint Thomas, senza dimenticare Edvald Boasson Hagen, che pare tuttavia avere più possibilità in frazioni intermedie.
Frazioni intermedie in cui potrebbe essere protagonista anche Alexander Vinokourov, specialmente nel caso in cui, dopo le Alpi, dovesse risultare chiara la leadership di Contador in casa Astana in ottica classifica (pensiamo quindi, ad esempio, a frazioni come Gap e Mende, oltre ad eventuali fughe in frazioni pirenaiche come quella di Pau). Saranno poi certamente protagoniste formazioni francesi prive di veri uomini di classifica, quali la Française de Jeux di Di Gregorio e Le Mevel, la Ag2r di Roche e Nocentini, la Bouygues di Voeckler, Fédrigo, Rolland e Vogondy e la Cofidis di Taaramae (che potrebbe però, almeno in un primo tempo, provare a tener d’occhio anche la graduatoria generale). Al di fuori delle squadre d’Oltralpe, un discorso analogo potrebbe valere per compagini quali Katusha, HTC, Milram, Lampre e Caisse d’Epargne, che hanno tutte, sulla carta, uomini in grado di curare la classifica (rispettivamente Karpets e Joaquin Rodriguez, Rogers, Gerdemann, Cunego e Luis Leon Sanchez), senza offrire però grandi garanzie. Ecco dunque che, in caso di débacle di quanti potrebbero nutrire ambizioni in graduatoria generale, potrebbero trovare spazio atleti quali Brutt, Ivanov e Kolobnev, Martin e Monfort, Wegmann e Terpstra, Gavazzi, Spilak e Bole, Kiryienka e Moreau, oltre agli stessi Rodriguez, Gerdemann, Cunego e Sanchez.
In assenza di Tom Boonen, sarà consacrato alla ricerca di successi parziali attraverso fughe e attacchi nel finale anche il Tour della Quick Step, che avrà in Pineau, Barreto, Chavanel e Seeldrayers quattro elementi più che validi, che buoni per pressoché tutti i terreni. Non c’è poi Tour de France che si rispetti senza almeno un uomo Euskadi all’attacco in ogni frazione di montagna, con Egoi Martinez che, a meno di controprestazioni di Samuel Sanchez, che potrebbero costringerlo a curare la classifica, dovrebbe essere la carta migliore su Alpi e Pirenei. In ottica azzurra, bisognerà seguire con attenzione Eros Capecchi, molto attivo e altrettanto brillante all’ultimo Giro del Delfinato, con un ottimo 2° posto nella frazione di Grenoble. Meriterebbero poi attenzione Hincapie, Burghardt e Ballan, terzetto BMC, e la coppia olandese Kroon (anch’egli alla corte di Cadel Evans) – Moerenhout (Rabobank), che dovrebbero però essere sacrificati agli interessi di classifica dei capitani.
Capitoli a parte meritano poi le prove a cronometro (il prologo e la maxi-crono di Pauillac) e la tappa di Arenberg/Porte di Hainaut. Oltre agli uomini di classifica di cui abbiamo detto nei giorni scorsi (Kloden, Leipheimer, Armstrong, Contador, Evans, Menchov, Brajkovic, Rogers, Wiggins e altri ancora potrebbero dire la loro), saranno da tenere d’occhio specialisti quali Zabriskie e Grabsch, oltre, ovviamente, a Fabian Cancellara, favorito numero uno nelle due prove contro il tempo, e, a meno che le necessità dei fratelli Schleck non lo costringano a mettere da parte ambizioni personali, della tappa del pavé. Una frazione, quest’ultima, in cui formazioni quali Saxo Bank e BMC potranno cercare di mettere da parte minuti per i rispettivi capitani, ma, in virtù dell’abbondanza di specialisti delle pietre (Cancellara, O’ Grady e Breschel da una parte, Hincapie, Burghardt e Ballan dall’altra), potrebbero cercare con almeno un uomo anche il successo parziale. Subordinate alle necessità degli uomini di classifica saranno poi le ambizioni di Flecha e Boasson Hagen (per Wiggins), Klier e Hushovd (Sastre), Van Summeren e Maaskant (Vande Velde), Quinziato (Basso e Kreuziger) ed Eisel (Rogers). Ecco dunque che potrebbero approfittare della situazione outsider quali Sylvain Chavanel, libero da obblighi di scuderia, pronti a cogliere quel successo sulle pietre che ben difficilmente potrebbero conquistare sulle strade di Fiandre e Roubaix.

Matteo Novarini

TOUR DE FRANCE: GLI UOMINI DI CLASSIFICA

luglio 1, 2010 by Redazione  
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Non soltanto Contador e Armstrong, protagonisti annunciati e più attesi, ma anche Denis Menchov, Cadel Evans, Ivan Basso, i fratelli Schleck, Carlos Sastre e altri ancora. Andiamo a scoprire più nel dettaglio gli atleti che si contenderanno la maglia gialla parigina sulle strade del Tour de France, anche alla luce di un percorso molto diverso rispetto agli anni passati.

Foto copertina: Lance Armstrong visiona i tratti in pavé in programma nella 3a tappa (foto Roberto Bettini)

Contador, Armstrong, Vinokourov, Menchov, Gesink, Rogers, Evans, Sastre, Sanchez, Kloden, Leipheimer, Brajkovic, Van den Broeck, Wiggins, Vande Velde, Basso, Kreuziger, Andy e Frank Schleck. In un ipotetico Tour de France ideale, non sarebbe facile trovare molti altri nomi di richiamo da inserire fra i pretendenti alla maglia gialla o, quanto meno, ad un piazzamento di prestigio sui Campi Elisi. Con Valverde che ha finalmente visto risolversi la grottesca situazione della passata stagione, sono davvero poche le assenze al via da Rotterdam, fra cui spicca, dal punto di vista di noi italiani, quella di un Vincenzo Nibali che aveva originariamente incentrato la sua stagione sulla Grande Boucle, e, fosse stato quello del Giro d’Italia, avrebbe certamente potuto ambire a ripetere o migliorare l’eccellente 7° posto di 12 mesi fa.
Parlando di pretendenti al successo finale, è d’obbligo partire da chi la vittoria l’ha colta l’anno passato, e anche al via olandese si presenterà decisamente al primo posto nella griglia dei favoriti. Stiamo ovviamente parlando di Alberto Contador, che avrà a disposizione una squadra certamente inferiore rispetto a quella mostruosa del 2009, capace di dominare il Tour alla maniera della US Postal di inizio millennio, ma (quasi) tutta per lui, e, con elementi quali Iglisnky, Navarro, Noval, Tiralongo, De la Fuente e Hernandez, comunque fra le migliori del lotto, specie in montagna. Il percorso sembra peraltro sorridere al madrileno, che avrà a disposizione due frazioni alpine, quattro pirenaiche (facciamo pure tre, visto che dubitiamo che i big possano muoversi in una frazione come quella di Pau, con i tradizionali 60 km dalla vetta dell’Aubisque al traguardo) e le frazioni intermedie di Les Rousses e Mende per fare la differenza sul suo terreno. È peraltro da verificare che quella della cronometro di Pauillac sia da considerarsi una giornata sulla carta sfavorevole all’iberico, che ha di fatto perso il Delfinato nella prova contro il tempo di Sorgues, ma che lo scorso anno riuscì a battere Fabian Cancellara ad Annecy. Unico possibile rivale interno dello spagnolo, quest’anno, potrebbe essere Alexander Vinokourov, che non pensiamo possa però reggere il confronto con il più forte scalatore del lotto (sulla carta) su Alpi e Pirenei, e non dovrebbe trarre vantaggio dai 51 km a cronometro del penultimo giorno.
Preoccupazioni ben maggiori causerà al leader Astana la corazzata RadioShack, capitanata ovviamente da Lance Armstrong, che potrà contare, fra gli altri, su seconde punte d’eccezione quali i veterani Kloden, Leipheimer e Horner, e sul fresco trionfatore del Delfinato Janez Brajkovic. Il principale problema dello squadrone statunitense – Contador a parte – potrebbe essere quello legato alla non giovane età dei suoi leader: Armstrong e Horner vanno per i 39 anni, Leipheimer per i 37, Kloden ne ha appena compiuti 35, e il solo Brajkovic (26) è al di sotto della soglia dei 30. In assenza di validi riferimenti in questa stagione, non è quindi facile sapere se e quanto gli alfieri del team in rossonero avranno perso smalto rispetto a dodici mesi fa, anche se, nel caso del texano, l’eventuale calo dovuto a ragioni anagrafiche potrebbe essere compensato dalla sparizione dell’handicap delle tre stagioni da spettatore (Basso docet). Molto importante sarà capire quale sarà il ruolo di Kloden, Leipheimer & co. nelle gerarchie della squadra: se – come riteniamo più probabile – quello di gregari di lusso o quello di co-capitani, con tutte le implicazioni tattiche che ciò potrebbe avere (in frazioni come quelle di Saint-Jean-de-Maurienne, del Tourmalet e, volendo, di Pau, dover marcare su più colli un corridore o tre potrebbe fare una grossa differenza per la Astana, o per chiunque dovesse controllare la corsa).
Non c’è invece dubbio sul fatto che, almeno in avvio, avranno pari grado Andy e Frank Schleck, per quanto sia da verificare se la co-leadership dei due fratelli sia la strada migliore per provare a spodestare Contador. Con ogni probabilità, potrebbe esserlo solamente se, a differenza di quanto avvenuto dodici mesi fa, i due evitassero di aspettarsi a vicenda, quasi avessero paura di trovarsi uno in assenza dell’altro, e facessero ognuno corsa per sé, una volta stabiliti i rapporti di forza. Nell’ipotetica griglia dei favoriti cui si accennava poco fa, Andy parte comunque sicuramente avanti a Frank, che ha sì appena conquistato il Tour de Suisse, ma che pare meno in grado, rispetto al fratello, di fare la differenza in montagna, ed è maggiormente a rischio di pesantissime débacle a cronometro. Punto a favore dei due è certamente la solidità di una formazione collaudatissima, con motorini infaticabili e buoni per qualunque terreno come Cancellara e Voigt, cui vanno aggiunti due preziosi scalatori quali Sorensen e Fuglsang, in grado di restare con i capitani anche a selezione inoltrata.
Quella lussemburghese è senz’altro la più significativa delle molte coppie di uomini di classifica che si presenteranno al via della Grande Boucle con ambizioni di gloria. Viene poi subito alla mente quella formata da Ivan Basso e Roman Kreuziger, riedizione di quella che ha consentito agli uomini Liquigas di occupare primo e terzo gradino del podio all’ultimo Giro d’Italia, con il varesino nel ruolo di se stesso, e Kreuziger in quello di giovane pronto ad esplodere, felicemente interpretato da Vincenzo Nibali nel maggio scorso. Va però detto che, al di là dei possibili dubbi circa le possibilità di Basso di disputare due Grandi Giri da podio, il cast di supporto non pare all’altezza di quello della Corsa Rosa, con il solo Szmyd che pare in grado di restare con i capitani nelle fasi calde della corsa, in assenza di validi sostituti di Agnoli, Vanotti e Kiserlovski. Stupisce abbastanza l’assenza di Santaromita, fresco 2° classificato della prova tricolore, alle spalle di Giovanni Visconti, più di quella di un Peter Sagan che al Tour de Suisse ha pagato con il ritiro le moltissime corse disputate quest’anno.
Non troppo dissimile è il discorso relativo ad un’altra coppia decisamente interessante, quella composta, in casa Rabobank, da Denis Menchov e Robert Gesink. Per entrambi esistono valide ragioni per attendersi ottime cose: il russo ha rinunciato a difendere la maglia rosa conquistata alla grande nel 2009, preferendo puntare tutto sul Tour, dove deluse profondamente dodici mesi fa, proprio in virtù degli sforzi profusi alla Corsa Rosa; l’olandese viene invece da un eccellente Giro di Svizzera, in cui, a dispetto del 5° posto finale, ha lasciato probabilmente la migliore impressione in assoluto, con lo splendido assolo nella frazione di La Punt, in cui rifilò 1’ a Schleck, Armstrong, Leipheimer & co. sulle rampe dell’Albula. La stessa corsa elvetica ha però evidenziato, oltre alla ragione per la quale è lecito riporre grandi speranze in Gesink, anche il motivo per cui pensiamo che si debba comunque considerare Menchov, almeno in principio, come capitano, ossia la scarsissima propensione del 24enne di Versseveld alle prove contro il tempo. A vantaggio dell’olandese depone certamente la collocazione dell’unica maxi-cronometro, che gli risparmierà un pesante gap in partenza, che gli precluderebbe definitivamente le possibilità di aspirare alla leadership interna alla squadra, ma 3-4 minuti di handicap sono comunque da mettere in conto.
Altra coppia veterano – promessa è, infine, quella che Michael Rogers e Tony Martin formano nel team HTC, duo che parte però con ambizioni ben diverse ed inferiori rispetto a quelli considerati finora. Rogers non è infatti mai andato oltre un 9° posto alla Grande Boucle, e, estendendo il discorso a tutti i GT, un 7° posto al Giro 2009. Martin ha invece dimostrato nell’ultimo Tour de Suisse, con la débacle nella giornata di gloria di Gesink, di non essere ancora pronto per fare classifica in una grande corsa a tappe, specie alla luce dell’impegnativo tracciato del Tour 2010. Probabile dunque, per lui, un ruolo di cacciatore di tappe, in una formazione che, con elementi quali Eisel e Cavendish, minaccia di fare di nuovo incetta di successi parziali, come avvenuto lo scorso anno.
Non pensiamo si possa invece parlare di coppia per quel che concerne la Garmin, vista l’ormai assodata inadeguatezza di David Millar alle corse di tre settimane. I gradi di capitano dovrebbero dunque essere interamente sulle spalle di Vande Velde, che, puntando sulla consueta regolarità, cercherà probabilmente un piazzamento nei 10, dopo il sorprendente 5° posto della passata edizione.
Mettendo da parte il discorso relativo alle accoppiate di aspiranti alla top 5, ancora alcuni capitani unici meritano qualcosa più di una menzione. Su tutti, ovviamente, Cadel Evans, che, rispetto al Giro, avrà sì nelle gambe un GT più di molti suoi avversari, ma potrà contare su una formazione discreta, ossia ciò che gli è mancato sulle strade rosa per poter rivaleggiare fino in fondo con Ivan Basso. Oltre a Bookwalter, unico suo gregario salvabile a maggio, l’iridato potrà infatti contare sul suo predecessore Alessandro Ballan, oltre a Marcus Burghardt, Hincapie, Kroon e Santambrogio; non si tratta certo di una corazzata alla stregua di Astana e RadioShack, ma, per un corridore che non sarà probabilmente chiamato a gestire la corsa, e non più tardi di un mese fa si trovava regolarmente solo ad ogni minima pendenza, è senz’altro già qualcosa.
Chi invece al Giro ha deluso non certo per carenze della squadra è Carlos Sastre, che avrà in Florencio e Gustov gli uomini chiave in montagna, ma dovrà soprattutto preoccuparsi di gettarsi alle spalle le ultime due brutte corse a tappe disputate (Tour 2009 e Giro 2010), e ritrovare lo smalto – come minimo – della Corsa Rosa della passata stagione. La non eccessiva quantità di chilometri a cronometro costituisce sicuramente un punto a suo vantaggio, anche se, non più tardi di due mesi fa, si dicevano le stesse cose circa il percorso del Giro, e lo spagnolo è invece stato regolarmente staccato proprio laddove avrebbe dovuto giocarsi le sue possibilità di successo finale.
Rappresenta poi in parte un’incognita Bradley Wiggins, le cui credenziali risiedono tutte nel 4° posto dello scorso anno. La formazione a supporto è senz’altro molto interessante, anche se è da verificare l’aiuto che potranno dargli sulle grandi montagne Pauwels e Lovkvist. Quest’ultimo, dovesse ritrovarsi con una gamba paragonabile a quella di inizio Giro 2009, potrebbe peraltro rappresentare anche una valida alternativa al britannico, nel caso in cui questi non dovesse riconfermarsi ai livelli dell’anno passato.
Meno significative, ma comunque interessanti, sono poi le candidature di Jurgen Van Den Broeck e Samuel Sanchez, usciti in maniera molto diversa dal recente Giro del Delfinato: 4° e brillante in salita il belga, 18° e mai in lotta per la classifica lo spagnolo. Attenzione, all’interno del team Euskadi dell’olimpionico di Pechino, anche ad Egoi Martinez, anche se la lunga cronometro finale potrebbe dissuadere il basco dal nutrire ambizioni di classifica. Menzioniamo, infine, anche Damiano Cunego, probabilmente in Francia solo a caccia di tappe, ma che, in virtù della collocazione della crono di Pauillac, dovesse mostrare gambe al livello dei giorni migliori, potrebbe ritrovarsi in classifica dopo le Alpi, e dunque decidere di curare anche la graduatoria generale.
In chiusura, è doverosa una precisazione. Ciò che abbiamo scritto è stato orientato dai normali criteri con cui siamo soliti individuare i favoriti di ogni GT, e secondo quegli stessi dettami abbiamo assegnato delle ipotetiche “teste di serie”. Tutto ciò è però soggetto ad una variabile inusuale per il Tour, ossia quella del pavé della 3a tappa. Un’incognita che potrebbe rivoluzionare già in avvio le gerarchie della corsa, e modificare i piani di tutti i protagonisti. Difficile dire chi potrà trarre vantaggio nel caso in cui la frazione risultasse combattuta e magari flagellata dal maltempo, ma è ipotizzabile che ad approfittare della situazione possano essere i big assistiti da una formazione compatta, possibilmente con buoni specialisti delle pietre. Il pensiero corre dunque subito ai fratelli Schleck, che potranno contare su due vincitori della Roubaix – Cancellara e O’Grady – e su Matti Breschel, a Vande Velde (Van Summeren e Maaskant) e a Cadel Evans (Ballan, Burghardt e Hincapie). Una frazione dal profilo innocuo, ma che avrà nelle pietre un fattore che potrebbe sconvolgere il Tour sin dalle battute iniziali.

Matteo Novarini

TOUR DE FRANCE 2010 – IL VADEMECUM

giugno 23, 2010 by Redazione  
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Ecco il prontuario dell’edizione 2010, per sapere tutto, ma proprio tutto, sul Tour de France che scatterà sabato 3 luglio da Rotterdam: orari, strade, percorsi, traguardi volanti, salite e zone di rifornimento fisso.

Sito ufficiale del Tour de France: http://www.letour.fr/indexTDF_fr.html

PROLOGO: ROTTERDAM (8,9 Km)

PARTENZA PRIMO CORRIDORE: ore 16.15, Zuidplein
MEDIE PREVISTE: 53 Km orari
RILEVAMENTO TEMPI INTERMEDI: Willemsbridge (Km 4,2)
ARRIVO: quello dell’ultimo corridore è previsto a Rotterdam, in Zuiderparkweg, alle ore 19.42 circa. Previsti circa 10 minuti di gara.
Siti dedicati: www.tourdefrancerotterdam.nl

1a TAPPA: ROTTERDAM – BRUXELLES (223,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: ore 8.45, Westerkade(partenza ore 11.45)
VIA VOLANTE: ore 12.20, Groene Kruisweg
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Zeeland Neeltje Jans (Km 73), tra le 13.55 e le 14.04; Putte (Kapellen) (Km 149,5), tra le 15.35 e le 15.54; Ekeren (Anvers) (Km 158,5), tra le 15.47 e le 16.06
ZONA RIFORNIMENTO: Roodewijk (Wolphaartsdijk), attorno al 97° Km
ARRIVO: a Bruxelles, in Avenue Houba de Strooper, tra le 17.12 e le 17.39
Siti dedicati: www.tourdefrancerotterdam.nl,
www.bruxelles.be/5648

2a TAPPA: BRUXELLES – SPA (201 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Place des Palais (partenza ore 12.10)
VIA VOLANTE: ore 12.30, Avenue de Tervuren
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Perwez (Km 39,5), tra le 13.24 e le 13.29; Seny (Tinlot) (Km 112), tra le 15.03 e le 15.18; Coo (Stavelot) (Km 177), tra le 16.31 e le 16.56
ZONA RIFORNIMENTO: Ampsin (Amay), attorno al 89° Km
GPM: Côte de France (244m – 4a cat. – 2,2 Km al 6,2% – Km 98) tra le 14.44 e le 14.57; Côte de Filot (297m – 4a cat. – 3,9 Km al 4,5% – Km 128,5) tra le 15.25 e le 15.43; Côte de Werbomont (368m – 4a cat. – 4,5 Km al 3,5% – Km 136) tra le 15.35 e le 15.54; Côte d’Aissomont (488m – 3a cat. – 4,5 Km al 5,2% – Km 161,5) tra le 16.10 e le 16.32; Col de Stockeu (509m – 3a cat. – 3 Km al 5,9% – Km 167,5) tra le 16.18 e le 16.41; Col du Rosier (557m – 3a cat. – 6,4 Km al 4% – Km 189) tra le 16.48 e le 17.14
ARRIVO: a Spa, in Avenue Reine Astrid, tra le 17.04 e le 17.32
Siti dedicati: www.bruxelles.be/5648, www.villedespa.be/jahia/Jahia/site/spa/accueil/actu/kepress/arriveetourdefrance2010

3a TAPPA: WANZE – ARENBERG / PORTE DU HAINAUT (213 Km)

RADUNO DI PARTENZA: ore 11.25, Place Faniel (partenza ore 12.35)
VIA VOLANTE: ore 12.41, N 90
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Saint-Servais (Namur) (Km 35), tra le 13.27 e le 13.31; Nivelles (Km 71,5), tra le 14.14 e le 14.23; Pipaix (Leuze-en-Hainaut) (Km 151,5), tra le 15.59 e le 16.17
ZONA RIFORNIMENTO: Braine-le-Comte, attorno al 93° Km
GPM: Côte de Bothey (148m – 4a cat. – 1,4 Km al 3,4% – Km 48) tra le 13.44 e le 13.50
SETTORI DI PAVE’: Secteur pavé d’Ormeignies (350 metri, Km 128), tra le 15.28 e le 15.44; Secteur pavé d’Hollain (1200 metri, Km 169), tra le 16.21 e le 16.42; Secteur pavé de Rongy (700 metri, Km 173), tra le 16.27 e le 16.48; Secteur pavé de Sars-et-Rosières (2400 metri, Km 185,5), tra le 16.43 e le 17.06; Secteur pavé de Tilloy-lez-Marchiennes (2500 metri, Km 188,5), tra le 16.47 e le 17.10; Secteur pavé de Wandignies-Hamage (3700 metri, Km 195), tra le 16.55 e le 17.20; Secteur pavé d’Haveluy (2300 metri, Km 203), tra le 17.06 e le 17.31
ARRIVO: ad Arenberg (comune di Wallers, Communauté d’agglomération de la porte du Hainaut), in Rue Rondet, tra le 17.19 e le 17.35
Siti dedicati:
www.wanze.be/loisirs-et-tourisme/sport/evenements/tour-de-france-2010/tour-de-france-2010, www.arenberg-porteduhainaut-letour.fr,
http://www.ville-de-wallers-arenberg.fr/tdf.html

4a TAPPA: CAMBRAI – REIMS (153,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: place Aristide Briand (partenza ore 13.50)
VIA VOLANTE: ore 14.00, Rue Saint Ladre
MEDIE PREVISTE: 44 – 48 Km orari
SPRINT: Walincourt-Selvigny (Km 12,5), tra le 14.16 e le 14.17; Flavigny-et-Beaurin (Km 49,5), tra le 15.02 e le 15.08; Brienne-sur-Aisne (Km 128,5), tra le 16.41 e le 16.55
ZONA RIFORNIMENTO: Housset, attorno al 69° Km
GPM: Côte de Vadencourt (158m – 4a cat. – 1,6 Km al 3,9% – Km 40,5) tra le 14.51 e le 14.55
ARRIVO: a Reims, in Boulevard de la Paix, tra le 17.12 e le 17.29
Siti dedicati: www.cambraiaccueilleletour.fr,
www.ville-reims.fr/fr/sport/evenements-sportifs/le-tour-de-france/index.html

5a TAPPA: ÉPERNAY – MONTARGIS (187,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Esplanade Charles-De-Gaulle (partenza ore 12.30)
VIA VOLANTE: ore 14.00, D 11
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Vauchamps (Km 27,5), tra le 13.26 e le 13.29; Ville-Saint-Jacques (Km 126,5), tra le 15.35 e le 15.51; Prefontaines (Km 169,5), tra le 16.31 e le 16.52
ZONA RIFORNIMENTO: Donnemarie-Dontilly, attorno al 100° Km
GPM: Côte d’Orbais-l’Abbaye (205m – 4a cat. – 1,6 Km al 4,8% – Km 18,5) tra le 13.14 e le 13.16; Côte de Mécringes (184m – 4a cat. – 1,3 Km al 5,4% – Km 36,5) tra le 13.38 e le 13.42
ARRIVO: a Montargis, in Rue Coquillet, tra le 16.55 e le 17.18
Siti dedicati: www.epernay.fr/news/epernay-ville-etape-de-la-grande-boucle.html
www.montargis.fr/actualites/index.php?action=rubrique-activite&id=11&rubrique=TOUR%20DE%20FRANCE%202010

6a TAPPA: MONTARGIS – GUEUGNON (227,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Rue Renée de France (partenza ore 11.45)
VIA VOLANTE: ore 12.00, D 93 (Amilly)
MEDIE PREVISTE: 41 – 45 Km orari
SPRINT: Saint-Fargeau (Km 47), tra le 13.03 e le 13.09; Moulins-Engilbert (Km 163), tra le 15.37 e le 15.59; Luzy (Km 195,5), tra le 16.21 e le 16.56
ZONA RIFORNIMENTO: Brinon-Sur-Beuvron, attorno al 111° Km
GPM: Côte de Bouhy (349m – 4a cat. – 2,9 Km al 4% – Km 69,5) tra le 13.33 e le 13.42; Côte de La Chapelle-Saint-André (305m – 4a cat. – 2,1 Km al 4,3% – Km 91,5) tra le 14.02 e le 14.14; Côte des Montarons (425m – 4a cat. – 3,6 Km al 3,6% – Km 179,5) tra le 15.59 e le 16.23; Côte de la Croix de l’Arbre (418m – 4a cat. – 2,3 Km al 4,5% – Km 204,5) tra le 16.33 e le 16.59
ARRIVO: a Gueugnon, in Quai de l’Europe, tra le 17.03 e le 17.33
Siti dedicati:
www.montargis.fr/actualites/index.php?action=rubrique-activite&id=11&rubrique=TOUR%20DE%20FRANCE%202010,
www.gueugnon.fr/culture-sport-loisirs/agenda.636__1045.php

7a TAPPA: TOURNUS – STATION DES ROUSSES (165,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Esplanade de Germersheim (partenza ore 13.00)
VIA VOLANTE: ore 13.07, D 37 (Lacrost)
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: Cormoz (Km 29,5), tra le 13.40 e le 13.47; Saint-Amour (Km 44,5), tra le 13.57 e le 14.08; Molinges (Km 118), tra le 15.30 e le 15.55
ZONA RIFORNIMENTO: Jeurre, attorno al 112° Km
GPM: Côte de l’Aubépin (541m – 3a cat. – 4,9 Km al 5% – Km 51,5) tra le 14.05 e le 14.17; Côte des Granges (Dessia) (581m – 4a cat. – 5,9 Km al 3,5% – Km 69) tra le 14.25 e le 14.41; Côte d’Arinthod (730m – 3a cat. – 8,5 Km al 4,7% – Km 84,5) tra le 14.42 e le 15.02; Côte du barrage de Vouglans (710m – 2a cat. – 6,6 Km al 5,6% – Km 104) tra le 15.15 e le 15.38; Col de la Croix de la Serra (1049m – 2a cat. – 15,7 Km al 4,3% – Km 134,5) tra le 16.14 e le 16.39; Côte de Lamoura (1145m – 2a cat. – 14 Km al 5% – Km 161,5) tra le 17.05 e le 17.30
ARRIVO: a Station des Rousses, in località Combe du Lac (comune di Lamoura) sulla Route de Prémanon, tra le 17.09 e le 17.35
Siti dedicati: www.tournus.fr/tour-de-france/presentation-du-tour.33563__56883.php,
www.mairielesrousses.fr/manifestations.htm,
www.lesrousses.com/index.php?id=924&L=0,
http://untourdanslejura.juracom.com

8a TAPPA: STATION DES ROUSSES – MORZINE-AVORIAZ (189 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Bois d’Amont, Route des Couenneaux (partenza ore 12.30)
VIA VOLANTE: ore 12.40, D 415
MEDIE PREVISTE: 37 – 41 Km orari
SPRINT: Vulbens (Km 84), tra le 14.26 e le 14.42; Viuz-En-Sallaz (Km 129), tra le 15.22 e le 15.48; Morzine (Km 175), tra le 16.39 e le 17.09
ZONA RIFORNIMENTO: La Rippe, attorno al 93° Km
GPM: Côte de la Petite Joux (1174m – 4a cat. – 2,3 Km al 4,3% – Km 24) tra le 13.10 e le 13.15; Côte de Grésin (523m – 4a cat. – 4,3 Km al 3,9% – Km 73) tra le 14.12 e le 14.26; Col de la Ramaz (1619m – 1a cat. – 14,3 Km al 6,8% – Km 154,5) tra le 16.16 e le 16.43; Les Gets (1163m – 3a cat. – 3,9 Km al 4,8% – Km 168) tra le 16.30 e le 16.59; Morzine-Avoriaz (1796m – 1a cat. – 13,6 Km al 6,1% – arrivo)
ARRIVO: ad Avoriaz, tra le 17.17 e le 17.46
Siti dedicati: www.mairielesrousses.fr/manifestations.htm,
www.lesrousses.com/index.php?id=924&L=0,
http://untourdanslejura.juracom.com,
www.morzine.fr/index.php?option=com_content&view=article&id=596:tour-de-france-2010&catid=49:manifestations&Itemid=186,

Lunedì 12 luglio – giorno di riposo

9a TAPPA: MORZINE-AVORIAZ – SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE (204,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Place de l’Office du Tourisme (partenza ore 11.30)
VIA VOLANTE: ore 11.35, D 902
MEDIE PREVISTE: 34 – 38 Km orari
SPRINT: Cluses (Km 25,5), tra le 12.03 e le 12.15; La Bathie (Km 135,5), tra le 15.02 e le 15.30
ZONA RIFORNIMENTO: Le Mont-Rond, attorno al 89° Km
GPM: Côte de Châtillon (735m – 4a cat. – 2,1 Km al 3,9% – Km 18,5) tra le 11.55 e le 12.04; Col de la Colombière (1618m – 1a cat. – 16,5 Km al 6,7% – Km 46) tra le 12.53 e le 13.06; Col des Aravis (1487m – 2a cat. – 7,6 Km al 5,9% – Km 71) tra le 13.31 e le 13.47; Col des Saisies (1660m – 1a cat. – 14,4 Km al 5,1% – Km 97) tra le 14.22 e le 14.39; Col de la Madeleine (2000m – H.C. – 25,5 Km al 6,2% – Km 172,5), tra le 16.25 e le 16.57.
ARRIVO: a Saint-Jean-de-Maurienne, in Rue Louis Sibué, tra le 16.58 e le 17.36
Siti dedicati: www.morzine.fr/index.php?option=com_content&view=article&id=596:tour-de-france-2010&catid=49:manifestations&Itemid=186,
www.saintjeandemaurienne.com/fr/il4-stjean_p87-tour-de-france-2010.aspx

10a TAPPA: CHAMBÉRY – GAP (179 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Boulevard de la Colonne (partenza ore 12.50)
VIA VOLANTE: ore 13.00, D 201 (Barberaz)
MEDIE PREVISTE: 38 – 42 Km orari
SPRINT: La Buissiere (Km 19,5), tra le 13.27 e le 13.30; La Fare-en-Champsaur (Km 158,8), tra le 16.48 e le 17.11
ZONA RIFORNIMENTO: Pierre-Châtel, attorno al 85° Km
GPM: Côte de Laffrey (886m – 1a cat. – 7 Km al 9% – Km 77) tra le 14.55 e le 15.08; Côte des Terrasses (835m – 3a cat. – 3,3 Km al 7,1% – Km 98) tra le 15.17 e le 15.31; Col du Noyer (1664m – 2a cat. – 7,4 Km al 5,3% – Km 145,5) tra le 16.32 e le 16.54
ARRIVO: a Gap, tra le 17.16 e le 17.43
Siti dedicati:

11a TAPPA: SISTERON – BOURG-LÈS-VALENCE (184,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: ore 11.35, place de la République (partenza ore 12.45)
VIA VOLANTE: ore 12.55, D 948
MEDIE PREVISTE: 41 – 45 Km orari
SPRINT: Montlaur-en-Diois (Km 83,5), tra le 14.46 e le 14.57; Mirabel-et-Blacons (Km 130), tra le 15.48 e le 16.05
ZONA RIFORNIMENTO: Die, attorno al 101° Km
GPM: Col de Cabre (1180m – 3a cat. – 5 Km al 5,9% – Km 56,5) tra le 14.10 e le 14.18
ARRIVO: a Bourg-lès-Valence, in Avenue de Lyon, tra le 17.01 e le 17.25
Siti dedicati: http://letourdefrance.sisteron.fr,
www.bourg-les-valence.fr/Tour-de-France,

12a TAPPA: BOURG-DE-PÉAGE – MENDE (210,5 Km)

PARTENZA: ore 11.45
VIA VOLANTE: ore 12.15, D 532
MEDIE PREVISTE: 39 – 43 Km orari
SPRINT: Mariac (Km 74,5), tra le 13.46 e le 13.48; Langogne (Km 158,5), tra le 15.43 e le 16.05
ZONA RIFORNIMENTO: Lachamp-Raphaël, attorno al 97° Km
GPM: Côte de Saint-Barthélémy-le-Plain (489m – 3a cat. – 10,7 Km al 3,1% – Km 31) tra le 12.40 e le 12.45; Col des Nonières (671m – 3a cat. – 5,7 Km al 3,8% – Km 59) tra le 13.16 e le 13.25; Suc de Montivernoux (1315m – 2a cat. – 13,7 Km al 4,4% – Km 96) tra le 14.23 e le 14.36; Côte de la Mouline (1085m – 3a cat. – 3,9 Km al 5% – Km 133) tra le 15.10 e le 15.28; Côte de la Croix-Neuve / Montée Laurent Jalabert (1047m – 2a cat. – 3,1 Km al 10,1% – Km 208,5) tra le 16.51 e le 17.21
ARRIVO: a Mende, Aérodrome de Mende-Brenoux, tra le 17.01 e le 17.25
Siti dedicati: www.lozere-tourisme.com/tour-de-france-2010-mende-ville-etape.html,
www.mende.fr/page.php?cp=68&id=367&cat=3&langue=1,
www.mende.fr/page.php?cp=68&id=383&cat=5&langue=1 (La nuit du Tour)

13a TAPPA: RODEZ – REVEL (196 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Avenue Victor Hugo (partenza ore 12.35)
VIA VOLANTE: ore 12.45, D.62 (Le Monastère)
MEDIE PREVISTE: 41 – 45 Km orari
SPRINT: Saint-Jean-Delnous (Km 47), tra le 13.48 e le 13.54; Caraman (Km 158), tra le 16.16 e le 16.36
ZONA RIFORNIMENTO: Lombers, attorno al 93° Km
GPM: Côte de Mergals (637m – 4a cat. – 3,7 Km al 3,8% – Km 24) tra le 13.17 e le 13.20; Côte de Bégon (698m – 4a cat. – 3,1 Km al 4,5% – Km 31,5) tra le 13.31 e le 13.27; Côte d’Ambialet (474m – 3a cat. – 5,2 Km al 4,6% – Km 72) tra le 14.21 e le 14.30; Côte de Puylaurens (368m – 4a cat. – 4,3 Km al 3,9% – Km 125) tra le 15.32 e le 15.48; Côte de Saint-Ferréol (397m – 3a cat. – 1,9 Km al 6% – Km 188,5) tra le 16.56 e le 17.21
ARRIVO: a Revel, in Boulevard Jean Jaurès, tra le 17.06 e le 17.32
Siti dedicati: www.mairie-revel.fr/Acces-direct/Toute-l-actualite/Le-Tour-de-France-2010-a-Revel

14a TAPPA: REVEL – AX 3 DOMAINES (184,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Boulevard de la République (partenza ore 12.00)
VIA VOLANTE: ore 12.05, D.622
MEDIE PREVISTE: 34 – 38 Km orari
SPRINT: Mirepoix (Km 51,5), tra le 13.21 e le 13.33; Campagne-sur-Aude (Km 102), tra le 14.35 e le 14.59
ZONA RIFORNIMENTO: Quillan, attorno al 106° Km
GPM: Port de Pailhères (2001m – H.C. – 15,5 Km al 7,9% – Km 155,5) tra le 16.13 e le 16.47; Ax-3-Domaines (1360m – 1a cat. – 7,8 Km al 8,2% – Km 183) tra le 16.54 e le 17.28
ARRIVO: ad Ax-3-Domaines, Plateau de Bonascre (comune di Ax-les-Thermes), tra le 16.56 e le 17.30
Siti dedicati: www.danslaxdutour.fr/lesite

15a TAPPA: PAMIERS – BAGNÈRES-DE-LUCHON (187 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Esplanade de Milliane (partenza ore 12.15)
VIA VOLANTE: ore 12.20, D 119
MEDIE PREVISTE: 36 – 40 Km orari
SPRINT: Clermont (Km 55), tra le 13.33 e le 13.47; Fronsac (Km 136), tra le 15.32 e le 15.59
ZONA RIFORNIMENTO: Aucazein, attorno al 91° Km
GPM: Côte de Carla-Bayle (375m – 4a cat. – 3,1 Km al 4,1% – Km 30) tra le 13.00 e le 13.08; Col de Portet-d’Aspet (1069m – 2a cat. – 5,8 Km al 6,8% – Km 105) tra le 14.47 e le 15.13; Col des Ares (797m – 2a cat. – 6,1 Km al 4,7% – Km 126,5) tra le 15.21 e le 15.48; Port de Balès (1755m – H.C. – 19,3 Km al 6,1% – Km 166) tra le 16.39 e le 17.09
ARRIVO: a Bagnères-de-Luchon, in Allées d’Etigny, tra le 17.01 e le 17.33
Siti dedicati: http://ville-pamiers.fr/?idMenu=272,

16a TAPPA: BAGNÈRES-DE-LUCHON – PAU (199,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Allées d’Etigny? (partenza ore 11.30)
VIA VOLANTE: ore 11.40, D 618
MEDIE PREVISTE: 32 – 36 Km orari
SPRINT: Bielle (Km 164,5), tra le 16.15 e le 16.42; Gan (Km 185,5), tra le 16.49 e le 17.25
ZONA RIFORNIMENTO: Soulom, attorno al 102° Km
GPM: Col de Peyresourde (1569m – 1a cat. – 11 Km al 7,4% – Km 11) verso le 12.10; Col d’Aspin (1490m – 1a cat. – 12,3 Km al 6,3% – Km 42,5) tra le 13.09 e le 13.13; Col du Tourmalet (2115m – H.C. – 17,1 Km al 7,3% – Km 72) tra le 14.08 e le 14.12; Col d’Aubisque (1709m – H.C. – 29,2 Km al 4,2% – Km 138) tra le 15.42 e le 16.04
ARRIVO: a Pau , tra le 17.13 e le 17.54
Siti dedicati: www.pau.fr/le_reve/sports/20070612_160745

Mercoledì 21 luglio – giorno di riposo

17a TAPPA: PAU – COL DU TOURMALET (174 Km)

PARTENZA: ore 12.15
VIA VOLANTE: ore 12.30, D 2 (Jurançon)
MEDIE PREVISTE: 34 – 38 Km orari
SPRINT: Bidos (Km 33), tra le 13.13 e le 13.23; Adast (Km 141,5), tra le 15.56 e le 16.24
ZONA RIFORNIMENTO: Asson, attorno al 87° Km
GPM: Côte de Renoir (347m – 4a cat. – 2,2 Km al 6% – Km 13,5) tra le 12.48 e le 12.52; Col de Marie-Blanque (1035m – 1a cat. – 9,3 Km al 7,6% – Km 56,5) tra le 13.57 e le 14.11; Col du Soulor (1474m – 1a cat – 11,9 Km al 7,8% – Km 117,5) tra le 15.31 e le 15.57; Col du Tourmalet (2115m – H.C. – 18,6 Km al 7,5% – arrivo)
ARRIVO: sul Col du Tourmalet, tra le 17.05 e le 17.37
Siti dedicati: www.pau.fr/le_reve/sports/20070612_160745,
www.100ansdamour.fr

18a TAPPA: SALIES-DE-BÉARN – BORDEAUX (198 Km)

RADUNO DI PARTENZA: place Jeanne d’Albret, ore 12.55
VIA VOLANTE: ore 13.00, D 430
MEDIE PREVISTE: 42 – 46 Km orari
SPRINT: Castelnau-Chalosse (Km 29,5), tra le 13.38 e le 13.42; Hostens (Km 150,5), tra le 16.16 e le 16.35
ZONA RIFORNIMENTO: Sabres, attorno al 91° Km
ARRIVO: a Bordeaux, in Quai Louis XVIII, tra le 17.05 e le 17.37
Siti dedicati: www.salies-de-bearn.fr/fr-les_actualites_municipales-fiche-1029.html,

19a TAPPA: BORDEAUX – PAUILLAC (cronometro individuale – 52 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Place des Quinconces
PARTENZA PRIMO CORRIDORE: ore 10.25, Quai Louis XVIII
MEDIE PREVISTE: 48-49 Km orari
RILEVAMENTO TEMPI INTERMEDI: Le-Pian-Medoc (Km 18), Arcins-en-Medoc (Km 36,5)
RIFORNIMENTO: Cantenac (Km 28)
ARRIVO: quello dell’ultimo corridore è previsto a Pauillac, in Quai de la Grave, alle ore 17.06 circa. Previsti circa 65 minuti di gara.
Siti dedicati: www.etape-medoc.com

20a TAPPA: LONGJUMEAU – PARIGI (102,5 Km)

RADUNO DI PARTENZA: Parc des sports Langrenay, ore 14.30
VIA VOLANTE: ore 14.42, D 118 (Champlan)
MEDIE PREVISTE: 40 – 44 Km orari
SPRINT: Parigi / Haut des Champs-Eysées – 2° passaggio (Km 51,5), tra le 15.52 e le 15.59; Parigi / Haut des Champs-Eysées – 5° passaggio (Km 77,5), tra le 16.28 e le 16.38
ARRIVO: a Parigi, in Avenue des Champs-Élysées, tra le 17.02 e le 17.16
Siti dedicati: http://www.mairie-longjumeau.fr/Sport/Longjumeau-ville-depart-du-Tour-de-France

a cura di Mauro Facoltosi

UNO SVIZZERA D’”ALTRA” MONTAGNA

giugno 12, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Foto copertina: la strada verso il Passo dell’Albula
Altimetrie dal sito ufficiale www.tds.ch


1a TAPPA: LUGANO – LUGANO (7,6 Km)

Lo scenario è abbastanza simile a quello visto una settimana fa al Delfinato: ouverture a cronometro sulle rive d’un lago (stavolta il Ceresio), chilometraggio tipico per questo genere di prove e salita da superare subito dopo il via. Simile ma non identico e basta la denominazione della frazione, già considerata prima vera e propria tappa e non più semplice prologo, a captarne la differenza: la crono che darà il via alla 74° Tour de Suisse sarà molto più impegnativa rispetto a quella andata in scena ad Évian-les-Bains, che proponeva una modesta côte a 2800 metri dal via. Non si possono, invece, definire tali i 2,1 Km dell’ascesa verso il quartiere luganese di Ruvigliana, che sono connotati da una pendenza media del 6,4% e da un “cuore” di 200 metri al 10,5% (sempre medio). Salendo, inoltre, dovranno essere affrontati 3 tornanti che costringeranno a rilanciare l’azione e, dunque, a decelerazioni e accelerazioni che complicheranno la vita ai passisti. Esclusi i 1400 metri iniziali pianeggianti, nei quali tutti dovranno trovare il ritmo, i passisti troveranno pane per i loro denti solamente nella seconda metà del tracciato, priva di asperità e più regolare planimetricamente. Gli ultimi 4 Km proporranno, infatti, solo un tornante in discesa e tre curve a 90° nel tratto in piano che riporterà sulle rive del Ceresio.

2a TAPPA: ASCONA – SIERRE (167,5 Km)
2005 metri d’altezza, quasi 30 Km d’ascesa, 1473 metri di dislivello, pendenze media del 4,3% e massima del 10%. Attenzione, però: questo sono sì gli scarni dati numerici del primo GPM del Tour de Suisse 2010, il celebre Passo del Sempione, ma non faranno della Ascona – Sierre una frazione di montagna. Anzi, ci arrischiamo a dire che il vincitore quest’oggi potrebbe anche essere un velocista. Non è un’ipotesi tanto peregrina la nostra, essendo suffragata da un precedente datato 1995. Anche quell’anno lo “Svizzera” prendeva le mosse dal Canton Ticino e proponeva la prima tappa in linea da Bellinzona a Visp, con una struttura che era quasi la fotocopia della frazione odierna: risalita delle cosiddette Centovalli, una quarantina di chilometri in territorio italiano (Val Vigezzo, alta Val d’Ossola, Varzo) e il Sempione prima della planata nel Canton Vallese, dove non si arrivò allo sprint per una manciata di secondi: il velocista Giovanni Lombardi sarà quarto a 2”, preceduto di tale lasso di tempo da altri tre nostri connazionali, il “vecio” Furlan – vincitore di giornata” – e i due “bocia” Rebellin e Simoni.
Se si arrivò vicino all’epilogo in volata in quell’occasione, a maggior ragione avremo l’opportunità di assistere a un simile finale in quel di Sierre, col traguardo collocato a una distanza maggiore dalla cima del Sempione rispetto al citato precedente (quest’anno si scollinerà praticamente a metà tappa). Comunque, non è tutto oro quel che luce: se da una parte i velocisti avranno a loro favore sia la lontanzana del principale ostacolo, sia la possibilità di prendere una prima volta le misure del rettilineo d’arrivo, dall’altra dovranno fare i conti con un ostacolo che potrebbe respingere qualche sprinter. Infatti, a circa metà strada del circuito di 25 Km che chiuderà questa frazione spicca un secco scoglio di terza categoria, il GPM di Valençon, 4300 metri al 6,2%, dei quali i primi 1,2 Km sono inclinati al 9,1% media. Dunque, un finale per molti ma non per tutti.

3a TAPPA: SIERRE – SCHWARZENBURG (196,6 Km)
La terza sarà una delle frazioni più delicate del Tour de Suisse 2010. Apparentemente è innocua, anche per la struttura generale del percorso, molto simile a quella della tappa precedente, con la salita “faro” (in questo caso, i 1445 metri del Col des Mosses, che ricordiamo affrontato anche in occasione della tappa di Verbier dell’ultimo Tour de France), piazzata ad anni luce dal traguardo. Il finale, invece, sarà notevolmente impegnativo, anche se non s’incontreranno grandi salite, ma un circuito di una trentina di chilometri caratterizzato da una planimetria tortuosa e da uno skyline particolarmente frastagliato. Ci si ritroverà a pedalare su una vera e propria lama di sega, con strappi brevi ma secchi e ravvicinati che, complici le velocità vorticose tipiche dei finali, si potrebbero rivelare più selettivi del previsto. Tra l’altro, in quei frangenti di gara saranno concentrati il GPM di terza categoria di Kalchstätten (8,3 Km al 4,3%) e due traguardi volanti “Probon”, con la loro dote di preziosissimi abbuoni. È facile immaginare che, con la consapevolezza di un tracciato privo di grandi occasioni di selezione, chi si troverà davanti tirerà a tutta per far acuire lo svantaggio di chi avrà perso le ruote. La mancanza di tratti di respiro tra una difficoltà e la successiva contribuirà a elevare il livello di “pericolosità” di questa frazione, che in vista dello striscione dell’ultimo chilometro proporrà l’ultima rasoiata di giornata, 1300 metri al 9,6% con un picco all’11%, che i corridori avranno già avuto modo di assaggiare in precedenza, al primo passaggio dal traguardo di Schwarzenburg.

4a TAPPA: SCHWARZENBURG – WETTINGEN (192,2 Km)
Sarebbe la seconda giornata destinata ai velocisti ma, come abbiamo già ripetuto, a causa del disegno complessivo prescelto dagli organizzatori elvetici, nemmeno le tappe che paiono più tranquille potranno dirsi al sicuro. Gli scalatori che non vorranno attendere il tappone di La Punt e i passisti che temeranno di non farcela con la solo crono dell’ultimo giorno correranno guardinghi, pronti a cogliere il giornaliero “carpe diem” e finendo per rompere le uova nel paniere alle squadre dei velocisti. Queste nel finale di Wettingen dovranno destreggiarsi lungo un anello di 28,5 Km che dovrà essere ripetuto due volte e che, come avvenuto il giorno prima, sarà un concentrato di occasioni di bagarre: due traguardi volanti ad abbuoni, tra l’altro piuttosto ravvicinati e la doppia ascesa al facile GPM di 3a categoria del Regensberg. Rispetto al finale di Schwarzenburg il tracciato si presenterà più scorrevole, ma la presenza di un ulteriore zampelotto a una decina di chilometri dal traguardo, immediatamente dopo l’ultimo sprint, interverrà a rendere più dura la vita ai treni dei velocisti. E anche nel caso non si verifichino scatti importanti in testa, sicuramente questi “bocconcini” finali daranno comunque una sfoltita al gruppo, che si presenterà meno nutrito in dirittura d’arrivo, con qualche sprinter escluso dai giochi per il successo parziale.

5a TAPPA: WETTINGEN – FRUTIGEN (172,5 Km)
Alla vigilia dell’unica tappa alpina, il Tour de Suisse proporrà un’altra frazione aperta a molteplici soluzioni. Stavolta, però, i treni dei velocisti dovrebbero avere meno problemi a lanciare i loro missili sul traguardo di Frutigen, sebbene questo non si presenti agevolissimo. Il finale, infatti, può essere paragonato a quello della tappa giunta a Cava de’Tirreni all’ultimo Giro d’Italia e vinta dall’australiano Goss davanti ad un gruppetto forte di 47 unità, seguito da altri 14 corridori giunti a pochi secondi di ritardo. Rispetto all’epilogo campano questo sarà un pelo meno impegnativo (100 metri di dislivello negli ultimi 6 Km), ma sarà preceduto di una manciata di chilometri dallo scollinamento sul secondo dei due GPM giornalieri (Aeschi, 4,8 Km al 5,2% con 1400 metri al 7,3%), a sua volta anticipato dai due traguardi volanti “Probon” giornalieri. Poca influenza, se non per qualche tentativo di fuga, dovrebbe avere l’ascesa ai 1167 metri dello Schallenberg, classificata di 2a categoria ma collocata a quasi 60 Km dalla meta.


6a TAPPA: MEIRINGEN – LA PUNT (213,3 Km)

È la frazione più attesa, quella che guarda tutte le altre dall’alto in basso, dall’alto dei 2315 metri dell’Albulapass, il quarto per altitudine dei passi grigionesi (quote più elevate sono raggiunte, in ordine crescente, sul Bernina, sul Flüela e sull’Umbrail o Giogo di Santa Maria che dir si voglia). Di ascese over 2000 il percorso di questa frazione ne proporrà altre due, ma la collocazione dei passi Susten e Oberalp nelle battute iniziali, farà dell’arrampicata all’Albula l’unica sfruttabile dagli scalatori. Le possibilità di successo per loro, se riusciuranno a isolarsi al comando nel tratto più ostico dell’ascesa (vale a dire negli ultimi 12,5 Km, che salgono al 7,3% medio, di una salita che si protrae complessivamente per oltre 30 Km), saranno elevate poiché la planata verso il traguardo di La Punt è una delle meno idonee agli inseguimenti e non solo per il traguardo oramai a portata di mano. Oltre a tagliare la linea d’arrivo ad appena 9,7 Km dalla cima dell’Albula, nei primi 3500 metri della discesa s’incontreranno pendenze talmente lievi al punto che sarà meno faticoso procedere pedalando, piuttosto che tentare di lanciarsi in funambolismi “savoldelliani”, nei quali si potrà invece esibirsi nella seconda parte della picchiata.

7a TAPPA: SAVOGNIN – WETZIKON (204,1 Km)
Il Tour de Suisse volta le spalle alle montagne e riprende con decisione la strada per le vallonate terre settentrionali della Confederazione Elvetica. Anche la frazione che terminerà nel centro zurighese di Wetzikon presenterà un finale interessante, che non può certo definirsi montagnoso, ma che si presenterà comunque mica poco accidentato. Negli ultimi 60 Km si affronterà una versione “large” del finale collinoso che aveva caratterizzato la tappa giunta a Wettingen, con ostacoli più ampi nel chilometraggio, ma non insormontabili. Se il TdS avesse presentato un percorso in sintonia con la sua storia, questa tappa avrebbe visto senza difficoltà il felice approdo di una fuga da lontano, anche perché con un percorso simile difficilmente i treni dei velocisti riescono a estrarre frecce dalle loro faretre. Invece, si può facilmente dedurre che, anche dopo La Punt, ancora parecchi saranno i possibili vincitori e, di conseguenza, ciascuna delle tre salite situate a ridosso del traguardo potranno essere utilizzate per dare una zampata alla classifica da parte dei corridori meno avvezzi alle pendenze impegnative. Per lo stesso motivo, sarà più difficoltoso andare in avanscoperta nei chilometri iniziali, totalmente sgombri da asperità, col gruppo che metterà la museruola a tutti coloro che saranno in aria di maglia oro. Si annuncia, dunque, un finale di corsa al cardiopalma e in questo agevola molto la strategica decisione degli organizzatori, già vista nelle frazioni precedenti, di concentrare GPM e traguardi volanti nei chilometri conclusivi.

8a TAPPA: WETZIKON – LIESTAL (172,4 Km)
Per l’ultima frazione in linea si potrebbe ripetere, parola per parola, quanto scritto per illustrare la giornata precedente. I percorsi sono abbastanza simili, anche se oggi le salite saranno meno “appariscenti”. Si faranno comunque sentire, in un finale di tappa tracciato come se fosse un toboga: salire e scendere, scendere e salire sarà il ritornello del finale, che si giocherà in un circuito di una ventina di chilometri quasi completamente privo di tratti nei quali poter fiatare un attimo. Anche la marcia d’avvicinamento, soprattutto il tratto più prossimo all’ingresso nell’anello di Liestal, si presenta piuttosto frastagliata mentre le fasi iniziali, come avvenuto ventiquattrore prima, dovrebbero scorrere via abbastanza filanti. Il momento cruciale del finale dovrebbe essere rappresentato dall’ascesa allo Windenthaler Höhe, la più interessante delle tre asperità (sono 2,9 Km al 6,3%) che spiccano sull’altimetria del circuito conclusivo. Bisognerà comunque prestare attenzione anche ai 1200 metri al 7,1% dell’Olsberg, lo zampellotto che accoglierà l’ultimo sprint “Probon” dell’edizione 2010.

9a TAPPA: LIESTAL – LIESTAL (cronometro individuale – 26,9 Km)
A imitazione della scorsa edizione, anche nel 2010 la tappa conclusiva del Giro di Svizzera sarà contro il tempo. Dodici mesi fa il pronosticatissimo Cancellara non tradì le attese e, proprio ad un passo dalla conclusione, tolse le insegne del primato allo sloveno Valjavec “fagocitando” i 39,5 Km dell’impervio circuito di Berna a una media poco inferiore ai 51 orari. Tutt’altra musica stavolta potrà suonare il “diretto di Berna” sul circuito tracciato attorno alla cittadina di Liestal, la capitale del Canton Basilea Campagna, già sede di tappa il giorno precedente. Se ieri avevano caratterizzato il tracciato saliscendi a go-go, nella prova individuale si procederà quasi sul velluto e sarà sicuramente un invito a nozze per il campione olimpico in gara, che certamente predilige percorsi simili per mettere in campo tutte le sue potenzialità. Dovrà solo stare attento a non sprecare troppe energie nelle giornate precedenti, evitando di andare alla caccia di tutti i mosconi che gli s’involeranno sotto il naso, e anche nei chilometri iniziali di questa cronometro. La prima parte, infatti, sarà costituita da un lieve falsopiano costantemente ascendente che si protarrà per una dozzina di chilometri. Spingere troppo sui pedali in quel tratto nel quale né l’occhio, né la gamba tendono a non avvertire al momento la dolce pendenza (più sensibile solamente nei 3,5 Km sommitali, inclinati al 3,6%), rischia di mandare incontro a un inutile affaticamento e anche a una clamorosa débâcle nella seconda metà gara, quella più consona ai passisti.

Mauro Facoltosi

IL DELFINATO VA ALLA SCOPERTA DELL’ALPE (ma attenzione a Domancy)

giugno 5, 2010 by Redazione  
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Per la prima volta nella sua storia, iniziata nel 1947, il Criterium del Delfinato ha inserito nel suo “organico” la mitica ascesa dell’Alpe d’Huez che, per un’edizione, andrà a sostituire il classico Mont Ventoux. Sarà indubbiamente il “faro” di questa edizione, ma sbaglierà di grosso chi punterà esclusivamente la sua attenzione su quella tappa. Le due crono non avranno un peso indiferrente e poi, proprio all’ultimo giorno di gara, si dovrà fare i conti con l’aspra salita di Domancy. Ricordate i mondiali del 1980? Per festeggiarne il trentennale il gruppo dovrà inanellarla ben 5 volte e potrebbero bastare per ribaltare i verdetti scritti sull’ ”Alpe degli italiani”.

Foto copertina: i mitici tornanti dell’Alpe d’Huez (www.britishcycling.org.uk)
Altimetrie tratte dal sito www.letour.fr

La strada per il Tour de France presenta un bivio per chi vorrà affinare la condizione in vista della corsa a tappe francese. Chi vorrà un approccio soft sceglierà le strade del Tour de Suisse, che da qualche edizione ha alleggerito i propri tracciati per venire incontro alle richieste di quei direttori sportivi che, nel panorama di corse a tappe sempre più impegnative, reclamavano almeno una gara “light”. Chi, invece, preferirà rodarsi su percorsi decisamente più arcigni si schiererà al via del Critérium du Dauphiné, la prima gara a tappe che il calendario proporrà dopo il Giro d’Italia, corsa che non avrebbe mai potuto privarsi delle frazioni di montagna. Sarebbe stato un controsenso rinunciarvi, come il disegnare un Giro d’Italia tutto in Olanda o una Milano – Sanremo all’inverso.
Non ci saranno solo le montagne, però, per perché il Delfinato è una corsa completa, una sorta di Tour de France in miniatura. Da quest’anno poi la sensazione di somiglianza sarà ancora più forte, acuita dal passaggio di consegne al vertice, avendo il team organizzatore del quotidiano “Le Dauphiné Libéré” passato il testimone agli uomini di A.S.O., lo stesso gruppo che allestisce la Grande Boucle e che detiene l’imprimatur per altre prestigiose corse del calendario mondiale come la Parigi-Nizza, la Roubaix, la Freccia, la Liegi e, da due anni a questa parte, la Vuelta di Spagna (anche se solo al 49%).
L’edizione 2010 si estenderà per 1076 Km complessi tra i centri di Evian-les-Bains, cittadina termale affacciata sulle rive del lago di Ginevra, e di Sallanches, dove si festeggerà il trentennale del mondiale vinto da Bernard Hinault. I primi 4 giorni costituiranno una sorta di festival della velocità poiché il programma proporrà le prove individuali e le tappe riservate ai velocisti, mentre la seconda metà di gara sarà la solita sgroppata sulle montagne delle Alpi francesi. Quest’anno non ci sarà il classico arrivo sul Ventoux, degnamente rimpiazzato dall’Alpe d’Huez, il cui inserimento era stato deciso prima della rivoluzione gestionale della corsa. A fargli compagnia interverranno l’inedita ascesa di Risoul e quelle ben più note di Chamrousse e dei passi del Lautaret, del Glandon e del Grand Cucheron. Gran finale con la salita iridata di Domancy, in grado di ribaltare proprio all’ultimo giorno di gara i verdetti scritti nelle frazioni precedenti.

PROLOGO: EVIAN-LES-BAINS (6,8 Km)
Gli scalatori che temono le prove individuali prenderanno il via da Evian-les-Bains col cuore in pace, per come è stato tracciato il prologo della 62a edizione del Critérium du Dauphiné. L’itinerario proporrà il primo dei 23 GPM previsti in vetta alla modesta ascesa del Chemin de Chez Constantin. È un ostacolo apparentemente risibile per i suoi 2,4 Km al 4,3%, ma, di fatto, costituirà il 35% dell’intero tracciato e, soprattutto, vi si scollinerà a 2,8 Km dalla rampa di lancio. Di conseguenza per i grandi passisti, molti dei quali necessitano di chilometraggi più ampi per carburare ed entrare in pieno esercizio, si annuncia una partenza a handicap e questo permetterà ai corridori meno attrezzati per le cronometro di contenere il distacco. Si prospetta, dunque, una gara piuttosto aperta e assolutamente non noiosa.


1a TAPPA: EVIAN-LES-BAINS – SAINT-LAURENT-DU-PONT (191,5 Km)

Abbiamo pocanzi accennato alla Milano – Sanremo e dobbiamo farlo nuovamente. Il finale della prima delle due frazioni riservate agli sprinter sembra, infatti, una fotocopia di quello della “classicissima” vecchio stile, quando il traguardo era in Via Roma. Al posto del Poggio ci sarà la Côte de Miribel-les-Echelles, asperità più impegnativa del colle ligure di quasi tre punti percentuali (6,6% contro 3,7%), ma più breve nel chilometraggio. Termina la discesa (4 Km al 4,8% circa), bisognerà poi percorrere 2 Km a tutta per raggiungere l’arrivo, grossomodo la stessa distanza che si doveva effettuare sull’Aurelia. L’unica differenza tra i due finali sarà dovuta alla mancanza dei tornanti e, soprattutto, all’isolamento della salita di Miribel-les-Echelles. Non ci sarà nessuna “Cipressa” prima, soltanto alcune “côtes” da scavalcare tra il 45° e il 90° Km di gara. Per i velocisti, dunque, non si prospettano grossi problemi se non quelli dovuto alla presenza di una salita da non sottovalutare nelle battute conclusive. Certo è che molti di loro saranno tagliati fuori dai giochi della vittoria, ma avranno la possibilità di rifarsi il giorno successivo.

2a TAPPA: ANNONAY – BOURG-SAINT-ANDÉOL (177 Km)

Non traggano in inganno i due GPM di seconda categoria segnalati dall’altimetria di questa frazione. I colli del “mulino a vento” e di Benas spiccano solo sul grafico, ma non saranno in grado d’impensierire le squadre dei velocisti, nonostante misurino 10 Km cadauno. Le loro pendenze sono tenere e la loro collazione nel percorso – sul Benas si scollinerà quando mancheranno 52 Km al traguardo – dovrebbe tenere al riparo il gruppo da sorprese. Occorre sempre, però, e in particolar modo in tappe secondarie come questa (L’Aquila insegna), tenere le antenne ben dritte onde evitare che si formino in testa al gruppo drappelli pericolosi, magari in vista dei traguardi della montagna (oggi se ne affronteranno complessivamente quattro) che, con l’avvento della direzione ASO, saranno accompagnati da succulenti traguardi volanti, non previsti nelle scorse edizioni.

3a TAPPA: MONTEUX – SORGUES (49 Km – cronometro individuale)
Un prologo ingrassato. Paragonando le altimetrie della crono d’apertura a Evian e di questa frazione si ha proprio questa impressione. La struttura è simile con tratto iniziale in piano, salita, discesa e finale nuovamente in piano. Il tutto dilatato, ingigantito di almeno 7 volte. Un’altra crono non classica, dunque, non il solito piattone dove le cilindrate alla Cancellara possono fare pieno sfoggio di tutte le loro potenzialità. Tutto, in questa frazione, avrà un suo peso, a partire da un chilometraggio che rasenta i 50 Km, ma che non potrà essere interpretato a un medesimo livello di velocità (stilando le tabelle di marcia, infatti, gli organizzatori hanno messo in conto un’ora di gara, pari a una media di 49 Km/h). Anche stavolta una salita interverrà a spezzare il ritmo e, pur non essendo particolarmente trascendentale e lunga, potrebbero incidere sul risultato finale i quasi duemila metri al 6,8% della Côte de La Roque-sur-Pernes.
Ovviamente, gli scalatori dovranno comunque stringere i denti perché è inevitabile che accusino un distacco che potrebbe anche essere rilevante. Ma le tappe che verranno consentiranno loro di ribaltare i verdetti che la strada avrà scritto viaggiando tra Monteux e Sorgues.

4a TAPPA: SAINT-PAUL-TROIS-CHÂTEAUX – RISOUL (210,5 Km)
Nella collocazione che, fino allo scorso anno, era quella solita della scalata al Ventoux, i partecipanti al Delfinato andranno alla scoperta di un’ascesa inedita, quella verso la stazione invernale di Risoul. Un’arrampicata che non ha i numeri, il pregio e le prerogative per competere col monte provenzale, ma che si annuncia comunque molto interessante e non solo per le sue specifiche caratteristiche tecniche, che sono quelle di una salita destinata a lasciare il segno, anche se non eccessivamente dura. I suoi 12,8 Km al 7% – una pendenza media che l’ascesa mantiene quasi sempre con costanza – e i suoi 7 tornanti saranno, infatti, scrutati con particolare attenzione non solo da chi punta al successo finale, ma anche da chi ha nel mirino il Tour de France del 2011. Pare, infatti, che questa località sarà destinata ad accogliere una frazione della Grande Boucle nell’anno che verrà, dopo un secondo test a settembre, quando vi si concluderà una tappa del Tour de l’Avenir.
Tornando al giorno d’oggi, non ci saranno ulteriori difficoltà in questa frazione che si avvicinerà progressivamente alla catena alpina, guadagnando lentamente quasi 800 metri di quota nei primi 200 Km.

5a TAPPA: SERRE-CHEVALIER – GRENOBLE (143,5 Km)
La seconda giornata di montagna sarà la meno bella dal punto di vista “stilistico” con l’unico neo di prevedere l’ultimo colle non vicinissimo al traguardo, ma collocato a 31 Km dalla meta, fissata in quella Grenoble che, nelle ultime sette edizioni (escluse quelle del 2005 e del 2007), aveva accolto la tappa conclusiva del Criterium. Questo non vuol dire che il tracciato della quinta frazione dovrà assolutamente essere preso sottogamba, poiché si rischierebbe di perdere proprio oggi la possibilità di giocarsi le proprie chanches di vittoria. Il percorso è comunque molto impegnativo e se ci fossero un paio di scalatori che avranno la voglia di far saltare il banco prima dell’arrivo sull’Alpe d’Huez, dovranno provarci. Più difficile il tentativo di un uomo solo, considerata la notevole distanza che dovrà essere percorsa dopo il GPM di Chamrousse, che non a caso è stato considerato “H.C.”, fuori da ogni categoria. Salendo dal versante opposto rispetto a quello affrontato nella cronoscalata del Tour 2001 (vinta da Armstrong), dovranno essere superati quasi 1400 metri di dislivello, record di questa edizione per una sola ascesa, in 13,8 Km di strada. La pendenza media è del 7,9%, con i tratti più difficili all’inizio e, dunque, se si vorrà rendere la corsa dura bisognerà attaccare fin da subito. Poco influenza, invece, avrà la scalata al mitico Lautaret, uno dei passi storici del Tour, che sarà affrontato a 15 Km dalla partenza, tra l’altro salendo dal suo versante più dolce, che mai è impegnativo.
A complicare le cose interverrà la durata complessiva della corsa, vissuta in maniera differente rispetto a un giro di tre settimane: come sempre accade in questo tipo di competizioni, si vivranno, infatti, otto intensissimi giorni di gara. E il non elevato chilometraggio da affrontare quest’oggi potrebbe anche invogliare il gruppo a una partenza piuttosto veloce (Lautaret permettendo), che poi potrebbe essere pagata da molti al momento d’affrontare l’ascesa verso Chamrousse.

6a TAPPA: CROLLES – ALPE-D’HUEZ (151,5 Km)
La tappa “regina” del Delfinato 2010 ha una storia tutto particolare, iniziata con una profonda delusione d’amore, quella causata dal “gran rifiuto” del Tour de France, che l’ha trascurata per ben due edizioni filate. Gli amministratori locali, in piena astinenza da grande ciclismo e vogliosi d’investire soldi in questo sport a dispetto di una crisi economica che ha colpito tutto il mondo, hanno così pensato di concedersi al Criterium alpino che mai, finora, aveva avuto l’onore d’introdurre l’Alpe nel suo “parterre de roi”. Figurarsi come si stava fregando le mani Thierry Cazeneuve, il direttore della competizione, ma ancora non sapeva che l’uragano crisi, risparmiata l’Alpe si stava abbattendo sulla sua creatura, costringendolo a cedere il testimone proprio agli ASO, a coloro che avevano “parcheggiato” in “sala d’attesa” l’Alpe. I “traditori” sono stati ampiamente capaci di farsi perdonare allestendo una frazione degna del percorso, che non sfigurerebbe neppure nel tracciato del Tour de France. Non ci saranno solo i mitici 21 tornanti dell’ascesa finale, ma anche un antipasto di tutto rispetto, rappresentato dalla scalata ai quasi 2000 metri del Glandon, a sua volta preceduto dal colle del Grand Cucheron: in tutto oltre 50 Km di salita e quasi 3400 metri di dislivello per la tappa chiamata a “costumare” la classifica. E se tutto questo ancora non bastasse…

7a TAPPA: ALLEVARD-LES-BAINS – SALLANCHES (148 Km)
…. ci sarà ancora un’estrema possibilità di sovvertire la classifica, rappresentata dalla frazione conclusiva, che al Delfinato non è mai la classica passerella disegnata sulle misure dei velocisti. Nelle ultime edizioni avevamo visto che le salite dell’ultim’ora mai erano riuscite nell’intento, nonostante la loro vicinanza al traguardo di Grenoble. Questa di Sallanches, poi, non si può neanche definirla tappa di vera montagna ma, al contrario dei recenti precedenti, sarà realmente in grado di riservare delle sorprese. Infatti, si celebrerà il trentesimo anniversario della vittoria iridata di Hinault tornando a gareggiare sul circuito di quel mondiale, a tutt’oggi considerato dagli esperti come il più duro mai proposto, spesso preso a termine di paragone. Lungo complessivamente 11 Km, dovrà essere inanellato 5 volte e giocoforza a ogni tornata ci si dovrà arrampicare sull’aspra arrampicata di Domancy, 2400 metri al 9,2% con picchi fino al 14%. Dopo l’ultimo scollinamento mancheranno appena 5 Km al traguardo: stavolta si dovranno per davvero aspettare gli ultimi colpi di pedale per decretare senza ombra di dubbio il vincitore del 79° Critérium du Dauphiné.

Mauro Facoltosi

GIRO 2010, PROMOSSI & BOCCIATI

giugno 3, 2010 by Redazione  
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Si è appena conclusa un’emozionante edizione del Giro ed è quindi giunto, come per gli studenti a fine anno scolastico, il tempo delle pagelle anche per i ‘girini’.

Promossi

Ivan Basso: smentisce sulle rampe dello Zoncolan tutti coloro che lo davano per spacciato dopo aver assistito a prove non esaltanti sia al Giro del Trentino che a quello di Romandia. Il varesino ha dimostrato, ancora una volta, di saper preparare gli appuntamenti importanti con un lavoro lungo e meticoloso. In corsa riesce a gestirsi con freddezza anche durante le fasi più critiche e a coordinare il lavoro di una squadra all’altezza del proprio capitano. Su di un percorso ricco di salite ma non di lunghe cronometro individuali, Basso non ha avuto rivali. Se il ritmo in montagna è quello dei momenti migliori, rimane un’incognita il suo rendimento nelle gare contro il tempo; questo in ottica della sua partecipazione al Tour può essere motivo di preoccupazione. Voto 10.

David Arroyo:
lo spagnolo ricorda il Chiappucci del Tour del 90′. Grazie alla fuga bidone verso L’Aquila sconvolge le tattiche di corsa e mette paura ai suoi colleghi più quotati con il suo rendimento costante. Capace di gestirsi come pochi, nella tappa della sua débâcle, per poco non gli riusciva il colpaccio grazie ad una discesa magistrale del Mortirolo. Conquista meritatamente una seconda piazza che può valergli la carriera. Voto 9.

Vincenzo Nibali: corre in appoggio di Basso tutta la corsa, infondendogli, con la sua fedeltà, quella serenità e sicurezza che sono risultate determinanti per il suo capitano. Riesce comunque a conquistare una splendida tappa di montagna grazie ad una discesa del Grappa che ci ha ricordato le acrobazie di Savoldelli. Sulle salite che presentano le pendenze maggiori patisce ancora un po’ il ritmo dei migliori. Al Giro non aveva mai brillato, anche a causa della giovane età, riuscendo a dare il meglio di sé al Tour. Questa edizione della corsa rosa ci ha presentato invece un atleta in grado di vincere, già dal prossimo anno, anche sulle nostre strade. Il terzo posto, conquistato nella cronometro conclusiva di Verona, lo sta a certificare. Voto 9.

Michele Scarponi: l’unico che riesce a tenere il passo di Basso in montagna, conquista la splendida tappa del Mortirolo regolando, in volata, il varesino e Nibali anche se il suo capolavoro lo compie nella tappa di Montalcino, quella dello sterrato. Patisce solo le pendenze micidiali dello Zoncolan, forse a causa del rapporto troppo duro che usa per affrontare il Mostro della Carnia. Il sogno di raggiungere il terzo gradino del podio sfuma lungo la discesa delle Torricelle nel corso della cronometro conclusiva di Verona, per opera di Nibali, molto più bravo del marchigiano a guidare la bici quando la strada tende all’ ingiù. Bisogna poi notare che se si escludono i due minuti e mezzo persi nella cronometro a squadre, Michele si sarebbe giocato la maglia rosa per una manciata di secondi! Voto 8,5.


Cadel Evans:
abbastanza fastidioso il fatto che il Campione del Mondo abbia ripetuto nel corso del Giro, in quasi tutte le interviste concesse, che la mancanza di una squadra in grado di supportarlo lo stava lentamente logorando. Dico fastidioso perchè è stato l’australiano a firmare il contratto con la Bmc e, di conseguenza, spettava a lui e solo a lui pretendere che la squadra avesse, tra le proprie fila, gregari di rango capaci di correre un GT ad alto livello (Liquigas docet). Comunque, Cadel si è ben comportato nell’arco delle tre settimane, andando a vincere la splendida tappa dello sterrato, indossando per un giorno la maglia rosa e, infine, conquistando la classifica a punti (graduatoria che premia il più costante negli ordini d’arrivo). Sulle salite più arcigne soffre, e parecchio, forse perchè dovrebbe lavorare maggiormente sulla frequenza di pedalata invece di insistere a tirare dei rapporti che, portandolo ad alzarsi sui pedali, a lungo andare, induriscono troppo i muscoli. L’augurio è di rivederlo competitivo alla Grand Boucle migliorando, come si merita, il deludente quinto posto della corsa rosa. Voto 8.

Alexandre Vinokourov: un leone, non c’è che dire. Pur non essendo un ciclista da lunghe corse a tappe, dà spettacolo in tutte le frazioni di media montagna, scattando più volte nei primi dieci giorni di corsa. Nelle tappe olandesi si riscopre maestro nel creare ventagli in gruppo, sfruttando le forti raffiche di vento che sono sempre presenti lungo le coste di quelle terre. Quando arrivano le salite più severe non regge (ma lo si sapeva) il ritmo dei migliori. Ad ogni modo, riuscendo a gestirsi con intelligenza, evita quelle crisi che lo avrebbero messo fuori classifica. Solo nella penultima tappa, quella del Gavia, spinto dalla voglia di far sua finalmente una tappa, conduce la gara in maniera troppo dispendiosa che, svuotandolo di energie preziose, non gli ha permesso di giocarsi la vittoria nella salita finale. Gli rimane, comunque, la soddisfazione di aver tenuto per qualche giorno il simbolo del primato e di aver colto, con la crono finale, un ottimo sesto posto nella classifica generale. Voto 7+.

Richie Porte: nel ‘giro degli australiani’ questo giovane ciclista ha la soddisfazione di indossare per tre giorni la maglia rosa e dominando la classifica del miglior giovane. Al debutto in un grande giro, dimostra un rendimento elevato e costante, nonostante la sua inesperienza. Balzato inaspettatamente sulla vetta della classifica generale al termine della famigerata tappa aquilana, riesce a concludere in settima posizione un ottimo Giro d’Italia. Sarà lui l’erede di Cadel Evans? Voto 8.

Marco Pinotti: la vera sorpresa di questo Giro. Che fosse un ottimo cronoman lo si sapeva ma vederlo nelle prime posizioni su montagne come lo Zoncolan, francamente, era difficile da prevedere. L’unico rammarico rimane il secondo posto, a soli due secondi dal vincitore, nella cronometro di Verona, a causa di un paio di curve affrontate con poca lucidità. Un nono posto da incorniciare. Voto 8.

Bocciati

Carlos Sastre: partito da Amsterdam con l’ambizione di far suo un Giro d’Italia disegnato sulla carta per scalatori, perde terreno in tutte le tappe a lui teoricamente più congeniali. Si è confermato un atleta da Tour de France, una gara in cui riesce ad esprimere al meglio le sue doti di scalatore e, soprattutto, di fondista su salite che presentano pendenze non così arcigne come quelle italiane. L’ottavo posto finale, per un ex vincitore del Tour, può essere considerato una pesante sconfitta. Voto 4.

Damiano Cunego: non è un atleta da corse a tappe, nonostante si sforzi di programmare una stagione incentrata su questi appuntamenti. Il Giro d’Italia 2004 ormai è solo un lontano ricordo e anche il Cunego di quell’anno è solo un lontano parente del Cunego del 2010. Il secondo posto conquistato nella tappa di Montalcino ed il quarto posto agguantato sullo Zoncolan non modificano un giudizio complessivo che resta non soddisfacente. Perde anche la soddisfazione di entrare nella Top 10 a causa di un ottimo gregario di Basso, Kiserlovski (voto 8 ) , che lo precede di una posizione nella generale. Lo vogliamo vedere più competitivo nelle corse di un giorno. Voto 4,5.

Bradley Wiggins: il pistard inglese scopertosi scalatore sulle montagne francesi del 2009, dopo un avvio fulminante nel prologo di Amsterdam dove ha fatto sua la prima maglia rosa, ha visto ridimensionate le sue ambizioni man mano che le pendenze della corsa rosa lo respingevano. Ha detto di voler migliorare il quarto posto ottenuto lo scorso anno al Tour; vedremo se le salite francesi saranno più clementi con lui. Voto 5.

Francesco Gandolfi

UN GIRO DA FILM: TRE SETTIMANE DI SPETTACOLO

giugno 2, 2010 by Redazione  
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Erano anni che non assistevamo ad un Giro tanto ad alto voltaggio. Delle ventuno tappe saranno forse un paio quelle che non abbiano regalato emozioni forti o fortissime, tra colpi di scena impronosticabili, rivolgimenti di classifica, finali mozzafiato. Con un Giro così piuttosto che attenerci al dato agonistico, già sviscerato in corsa, o alla pagellatura di migliori e peggiori, preferiamo ripercorrere momenti e protagonisti in una chiave più scanzonata…

Foto copertina: Nibali nel fango di Montalcino (foto Bettini)

Che cosa si può dire di un Giro che nella prima “piatta” settimana ha proposto una girandola di maglie rosa l’una più di spessore dell’altra? In cui a un filotto memorabile di vittorie straniere (insaporite dal retrogusto all’aglio di una discreta serie di secondi posti nostrani) si sono susseguiti invece acuti italiani sempre più squillanti, tutti quanti – per amor di perfezione nella sceneggiatura – inaugurati dal trionfo di Pozzato in maglia tricolore, al culmine della rivincita marchigiana? Che dire di un Giro in cui nella categoria volate – raramente definibili come “di gruppo” – rientrano gesti tenico-atletici eclatanti come il duetto Dean-Farrar a Bitonto; la fiammata dai trecento metri dell’enfant du pays Belletti a Cesenatico (e che enfant, e che pays, e che fiammata!); o anche lo sprint di Cava de’ Tirreni animato da Vinokourov ed Evans? Che dire di un Giro in cui si è sprecato il “mai visto prima” sposato con il “con questo siamo già nella storia”, da Montalcino, all’Aquila, a uno Zoncolan finalmente degno di bussare alle soglie dell’epica e non solo delle statistiche di pendenza? Che aggiungere alle discese dal Grappa di Nibali o dal Mortirolo di Arroyo? Il trionfo di Basso, l’indomabilità di Vinokourov, la dedizione di Evans, la lealtà di Nibali, la tenacia di Arroyo… Che aggiungere?
Certo, ci sarebbe spazio per le considerazioni tecniche: le medie alte in pianura, in avvio di corsa. La capacità di alcuni contendenti di creare terreno per i divari anche dove sembrava proprio non ve ne fosse. L’efficacia di Basso sulle alte pendenze dove il calo di velocità rende secondaria la scia, e quindi meno determinanti le sue carenze nello scatto; e questo considerando come il suo peso non sia da scricciolo sta a denotare una potenza davvero notevole. L’essenzialità della squadra quando la corsa prevede tappe complicate e viene interpretata da corridori senza paura, capaci di mettersi in gioco fino all’ultimo giorno. Si potrebbero confrontare i rendimenti di chi ha corso molto (e magari già vinto bene…) prima del Giro con quelli di chi ha corso poco. Valutare le prove delle squadre straniere. Questo, e tanto, tanto altro. Per cambiare, però, ci concediamo una ricapitolazione meno seria, per continuare a divertirci come ci siamo – anzitutto – divertiti al Giro 2010: con una premiazione di impronta cinematografica, con nomination e vincitori simbolici, perché da cinema è stato il Giro; per 87 ore invece che per solo un paio, a maggior gloria del ciclismo.

PALMA D’ORO PER IL MIGLIOR PAESAGGIO
Zeeland – Correre nel mare, nel vento, lungo la sabbia bianca, ubriaci della luce del nord come le foche coricate a bordo strada. Disseminati nei segmenti di una prospettiva infinita, ingannevole, disperata di calcolo infinitesimale, paradossi e mulini a vento.
Gavia – L’alta montagna, i muri di neve, l’aria che si fa rarefatta mentre tutto si rarefa, dalla vegetazione ai gruppetti in fuga. Le cattedrali di roccia, le grandi nubi come velieri. I prati di primavera che tremano austeri.
Verona – Quell’Arena colma e in rosa ripresa dal cielo o a spalla di corridore.
Appennino Emiliano e Lunigiana – I boschi di velluto, le rocche in bilico tra Medioevo e Rinascimento, le cave e gli archi altissimi dei ponti di mattoni. Laggiù il mare.
Montalcino – Poco si è visto del paesaggio toscano: però conta come paesaggio la faccia dei corridori coperta di fango.

And the winner is… Zeeland! Per la novità e il grande impatto visivo coniugato alla situazione di corsa.

UN CERTAIN REGARD – LE MIGLIORI OCCHIATE
Vinokourov – Che strizza gli occhi nel fango.
I “big” – A tirare in doppia fila nel finale dell’Aquila con sguardi da triglia.
Nibali – Che si guarda indietro in discesa per aspettare Basso. Sguardo indietro anche a Peio, per il tabellone o gli avversari.
Evans – Solo a tirare a tutta nei frazionamenti olandesi, fissando il vuoto.
Basso – Gli occhi della tigre sullo Zoncolan.

And the winner is… Basso! Per fortuna degli avversari, che loro erano dietro.

COPPA VOLPI PER LA MIGLIOR TATTICA O GIOCO DI SQUADRA
Garmin – Nel labirinto di Bitonto, Dean e Farrar ballano un tango in equilibrio su una corda sospesa.
Liquigas – A parte il disastro aquilano, gestiscono in modo ottimale le situazioni di polarità tra Basso e Nibali, anche rischiando (Nibali solo giù dal Grappa, ma se Ivan si fosse staccato in discesa? Unione indivisibile su Mortirolo e Aprica, ma se il limitarsi vicendevolmente si fosse rivelato fatale?). Queste decisioni ben calibrate e azzeccate vanno a loro merito ancor più del controllo di gara, gestito con certa qual linearità. Esemplare la cronosquadre, in ultimissima analisi perfino decisiva, preparata con mesi e mesi di anticipo.
Cervélo – La tappa dell’Aquila è un vero e proprio capolavoro, con quell’attacco concertato nel frastuono del temporale mimetizzati dalle mantelline. Poi le alleanze ben calibrate per rendersi imprendibili e massimizzare il vantaggio. Peccato non avere in squadra un uomo in condizioni anche solo discrete per poter finalizzare questo colpo da maestri. Menzioniamo qui gli altri (più casuali?) protagonisti di giornata, capaci però di dare un seguito all’avventura grazie anche al lavoro di indefesso gregariato da parte dei promettenti Uran e Jeannesson: la Caisse di Arroyo.
Omega Pharma Lotto – Per difendere la maglia verde tirano come ossessi al fine di tenere cuciti gli inizi di tappa, poi si infilano nelle fughe e quando Lloyd non è presente c’è sempre un compagno che fa le volate per proteggere i punti dei Gpm. Tutti per uno, quando si dice credere all’obiettivo!
Rabobank – Rara sproporzione tra una prestazione collettiva encomiabilissima (gli unici a distanza umana, una ventina di minuti, dalla Super Fast Liquigas, i terzi a oltre un’ora…) e quasi del tutto priva di acuti individuali, la tenacia di Mollema a ridosso dei primi, le belle fughe di Kruiswijk. Nessun atleta nei dieci, ben quattro tra dodicesima e ventiquattresima posizione della generale!

And the winner is
… Cervélo! A volte non conta essere o non essere i più forti, con gli uomini più forti. Alla faccia delle radioline.

LEONE D’ORO PER IL MIGLIOR ATTACCANTE
Vinokourov – A conti fatti ha passato mezzo Giro assaltando all’arma bianca, tirando già tra le cadute d’Olanda, causando i ventagli; quando non c’era nessuno da attaccare ha messo alla frusta i compagni come a Cuneo o se stesso come nell’ultima crono, in cui si stritola l’anima per guadagnare un sesto posto in generale (!). Poi Montalcino, Cava de’ Tirreni, Porto Recanati (dove è lui, non Garzelli, il primo big a muoversi), la discesa dal Grappa – in cui complessivamente rosicchia secondi a Nibali, quindi altrettanto solo va anche più forte del messinese –-. Nelle tappe in cui è “costretto in difesa” trova sempre finali d’orgoglio, quinto sullo Zoncolan, quarto all’Aprica. Poi via dalla prima salita verso il Tonale, e, come detto, ancora dentro di rabbia e agonismo all’ultima crono (terzo). Maglia rosa presa a forza, poi persa con rabbia, con rabbia ripresa. E qualcuno dice che non l’abbia onorata! Quasi alla lettera si può dire “sempre protagonista”: non come risultati, ma in termini di presenza, dispendio e impegno non è paragonabile a nessun singolo, al più all’intero team Liquigas.
Basso
– Dopo gli assalti sempre monchi o tarpati del 2009, finalmente un Basso che stacca tutti quanti. Il più forte in salita, da metà Giro dà sempre l’impressione di potersene andare da solo quando vuole. Anche se alla fin fine non vuole.
Belletti – In fuga per vincere, in barba al Barbotto poco consono alle sue ruote veloci. Ma qui lui è di casa, si dosa, poi chiude, copre, stacca, rientra. E al momento di giocarsi la volata contro il favoritissimo Henderson parte all’attacco centocinquanta metri prima del previsto, con una fucilata che neanche la riga bianca fosse lì a un passo. E fa il vuoto.
Lloyd – Attaccante simbolo per la sua fuga, una delle tante che non sarebbero dovute arrivare, poi fuggitivo nella fuga, e poi indomito attaccante per riprendersi e stringersi una maglia verde impensabile al cuore (“il Giro d’Italia è una cosa romantica”, chissà se nello shock della vittoria voleva dire proprio questo, ma il tormentone ce l’ha regalato).
Karpets e Garzelli – I “Vinokourov” dei poveri, il primo lo premiamo per la quantità e la buona volontà, il secondo per essere l’unico ad aver messo seriamente in atto, anche se con relativo successo, la tattica dell’uomo ponte, potenzialmente decisiva in un dittico finale di tappe così (i venti metri “tirati” da Rodriguez per Scarponi sul Mortirolo li lasciamo perdere, va’…). Garzelli è stato molto attivo anche a Montalcino – troppo a sentire Nibali – e verso Porto Recanati, tanto che le televisioni confondendosi un po’ con Failli, un po’ per nazionalismo, ne han fatto il promotore dell’azione. L’equivoco con Vino in effetti è forte, giacché di Montalcino era stato “incolpato” il kazako da parte dei soliti Soloni smentiti dalle registrazioni video.

And the winner is… Vinokourov! Alla voce “ciclismo spettacolo” c’è la sua foto. Per fare classifica, a tempo o a punti, e per le tappe, non per farsi inquadrare dalla tv.

ORSO D’ORO PER IL MIGLIOR DIFENSORE
Scarponi – Il suo più clamoroso gesto atletico, solitario, è la difesa a oltranza nella tappa di Montalcino. Poi è sempre molto bravo nello scegliere quando tenersi coi denti alle ruote dei migliori e quando invece passare al proprio passo. D’altra parte, senza troppi attacchi nei cinque ci si può arrivare solo con una grande difesa. Magari se avanti ci fosse stato lui, il podio l’avrebbe pure tenuto.
Arroyo – Il “defender” per eccellenza, quella discesa dal Mortirolo trasfigura peraltro nell’attacco. Ma la sua natura di difensore emerge quando dissente da Vinokourov e rinuncia a tentare l’aggancio sullo strappo di Corteno Golgi a favore del sostegno da parte dei rientranti Sastre, Gadret ed Evans. Sostegno miserello, e facendo inalberare Vino perde anche quello del kazako. A parte questo perfetto nel dosare i distacchi, misurando quando c’è da esser misurati, prosciugando il serbatoio quando bisogna dare tutto (si veda la sua faccia in cima allo Zoncolan)
Porte – Per essere un neopro difende con cura e dedizione il piazzamento conquistato all’Aquila. La maglia bianca invero gli è poco contesa. Neo, ma forse neo davvero da maglia bianca, cedere una posizione proprio all’ultima crono. Già straordinario così, anche senza trovate dell’ultima mezz’ora (quelle di quel dì erano appannaggio di Larsson in casa Saxo).
Basso – Quando infine deve difendersi, lo fa con ordine e sangue freddo, a squadra schierata. Nella crono spinge subito bene per assicurarsi la tranquillità con cui affrontare una discesa serena. Per fortuna nostra, però, che è stato costretto ad ataccare, ogni tanto, se noi sai che Giro noioso ci sarebbe toccato?
Cunego – Difende alla grande l’undicesimo posto nella crono di Verona, come aveva auspicato al via (“Spero che la gente venuta qui per il Giro ma soprattutto per me mi dia la carica per fare una grande crono che mi consenta di difendere questo undicesimo posto”). Si difende alla perfezione da critiche ma soprattutto da ogni eventuale autocritica dichiarando: “in questo Giro sono sempre stato all’attacco, e tra i migliori nelle giornate più significative”. Stiamo scherzando? Ovviamente sì. Con grande affetto verso Damiano, e la speranza che inizi a correre come qualche “leone d’oro” di cui sopra.

And the winner is… Arroyo! Ridendo e scherzando, il Giro quasi l’ha vinto.

GLI OSCAR

BEST SECOND
Sky – Puntavano tutto su questa cronosquadre, dopo il prologo. Invece al primo chilometro fora Sutton, poi arriva una tempesta (che però gli varrebbe un titolo dedicato nella categoria “Riders in the storm” grazie ad un repertorio fotografico memorabile), alla fine si trovano il vento contro o la Liquigas ce l’ha a favore, poco cambia
Stortoni – Eroico secondo al Terminillo, con uno dei pochi veri scatti in salita di questo Giro pur tutto all’insù. Tanto per smentirlo quando dice che nessuno si ricorda dei secondi, anche se avremmo voluto ri-vederlo più avanti – anche secondo – pure a Peio Terme. Bravo lo stesso a ri-provarci. Assieme al marchigiano Stortoni ricordiamo un altro “secondo” giovane, coraggioso e sfortunato: l’abruzzese Cataldo, ostinato ma battuto all’Aquila, bravo anche in altre occasioni sebbene notato da pochi.
Cunego – Un secondo posto di tappa può raddrizzare un Giro? No, no e poi no. Ma visto che è venuto nella tappa di Montalcino postilliamo piccolo piccolo piccolo “forse che sì”. Certo, poi l’importante sarebbe non sentirsi appagati così.
Evans – Ma quanti secondi posti ha raccolto in questo Giro? La doppietta degli arrivi al 20% di Zoncolan e Plan è tutta sua, secondo e sconfitto di qua, secondo e arrembante di là. Poi secondo sul Tonale, un po’ da pollo peraltro: o pensava solo alla maglia rossa? Lo metteremmo quasi quasi secondo in generale honoris causa, tanto per fare contenti i pubblicitari che da mesi impostavano il Giro sul duello tra il redivivo Ivan e il campione del mondo Evans.
Pinotti – Secondo a due secondi. La secondità al cubo già da sé varrebbe la nomination; se poi ci aggiungiamo il siparietto prima della gara in cui assicurava che non avrebbe fatto gli errori di Wiggins in discesa, avendo studiato la gara di quest’ultimo in video… già, questo lo diceva poco prima di infilare un paio di lunghi fatali. Voleva stupire fino in fondo, invece ci stupisce comunque, ma da secondo.

Menzione speciale della giuria: Basso – Va bene che era stato a ruota mezz’ora, ma si piazza secondo per realizzare la doppietta con Nibali (soprattutto per gli abbuoni) ad Asolo. In… volata, ci rendiamo conto? Sfodera ad usum delphini, cioè dello squalo, un altra volatina per infilare Scarponi verso il Tonale, lì però è secondo “del gruppo” perché più avanti c’era Tschopp.

And the winner is
… Evans! Però sia chiaro, Cunego è secondo!!!

BEST FRIEND
Sastre – che in Friuli porta la borraccia a Tondo, qualcuno ipotizza che Carlos stia male e Tondo sia l’uomo di classifica… invece Tondo è allo sbando, e Sastre gli risparmia la fatica di far su e giù per andare in ammiraglia.
Nibali – fedele alla linea. Ce ne fossero di compagni così, non ci sarebbe quasi bisogno dei ds…
Arashiro – trenata kamikaze con cui regala ai compari francesi l’onore di giocarsi la tappa dei campionissimi. Piuttosto che far vincere quelli che ti danno la caccia, meglio sacrificarsi per i tuoi compagni di giornata, anche se dopo la flamme rouge si è tutti avversari. Così raccoglie comunque un podio di tappa che sa di primizia.
Scarponi – con un gregario così la Liquigas non poteva perdere… Siamo cattivelli e anche ingiusti, visto che il buon fratel Michele collabora pienamente anche con Cadel contro Nibali verso Asolo. Con la sua generosità ma scarsa aggressività perde il podio ma guadagna una tappa.
Dean – da guastafeste a organizzatore di brindisi DOC.

And the winner is… Arashiro! Attack!!!

WORST FRIEND
Tschopp – non gli si fa torto di aver tolto a Simoni l’ultima soddisfazione, forse nemmeno a Gibo sarebbe piaciuto ricevere regali visto che si pregiava di non farne. Si rischiano le botte anche nelle gare tra amici, tuttavia, quando si sta a ruota, poi si scatta, poi si viene ripresi e in quel momento la prima cosa che si fa è… chiedere platealmente il cambio a chi è testé rinvenuto con sforzo supplementare. Salvo poi balzar fuori scia quando c’è una nuova volatina da fare!
Righi – Faccine e gestucci nei confronti di Vino, fuori da tutto il giorno, per giustificare la propria mancata collaborazione sulle morbide rampe del Tonale. “Era al gancio, poverino” commenta il Processo compassionevole: peccato che quello al gancio scatti come una furia quando vede arrivare Evans, e concluda comunque mezzo minuto avanti a Vinokourov. Poverino. Sì, povero grullo che baratta la possibilità di giocarsi la tappa con la furberia dell’appolaiato dietro ruota.
Voeckler – Si piazza nell’azione dei big nella tappa di Porto Recanati e non tira un centimetro. Lui vuole la tappa, va bene, come anche Pozzato che però tira eccome. Quando il gruppo è a dieci secondi scarsi non è il caso di sottilizzare. O sì? La giustizia poetica ci mette un ditino e lo rimbalza di un niente al secondo posto.
Evans – Sì, un campione del mondo che ti piglia a pugni perché rischia di perdere dieci secondi mentre tu rompi i cambi per i compagni in fuga non è proprio il migliore amico… del mondo. Rompesse il muso lui alla sua squadra, se proprio. Brutta macchia specie per la giuria che si limita a multare, mentre ad esempio leva 20” in classifica generale a Vino per essersi alimentato dall’ammiragia negli ultimi 20km di gara.

And the winner is… Tschopp! Ecologista o no, il risparmio non è bello se a spese altrui.

WORST TEAMWORK
Liquigas – “Non siamo i gregari di Vinokourov”. Giusto, semmai di Sastre, Wiggins e Arroyo. Sicuramente non di Nibali e Basso. Per fortuna la follia è durata solo un giorno, ma poteva anche bastare e avanzare.
Katusha – Ma che avrà pensato Karpets in fuga solitaria con due uomini davanti che non venivano fermati per aiutarlo e che nonostante la superiorità numerica apparivano in costante imbarazzo nel gestire la situazione di fuga?!
Lampre – Prima non aspettano Cunego in Olanda “perché non fa classifica”, poi non lo fanno andare fuori classifica, poi provano a chiudere sulle fughe ma non ci riescono, né per Petacchi né per Cunego, poi mandano gente in fuga ma senza riuscire a far sì che si supportino tatticamente a vicenda. Bande à part.
Htc – Alla fine un paio di tappe le imbroccano e Pinotti, in qualche maniera, “fa classifica”. Ma non è il modo di comportarsi per uno squadrone carrarmato. Pessima gestione di corsa e finanche delle volate.
Bmc – Si vocifera che Evans abbia provato ad ingaggiare in corsa i corridori della Footon-Servetto per sostituire i propri…

And the winner is… Lampre! Cento ne fanno, una su cento la pensano.

BEST “SHOUT IT OUT LOUD”
Vinokourov – L’ultimo km della cronosquadre sembrava un film hollywoodiano sulle spietatezze dell’Armata Rossa. Gran motivatore, comunque: i ben informati sostengono che (non si sa in quale lingua) stesse “rincuorando” e non “rimproverando” Stangelij. Quando Arroyo sceglie di aspettare Evans, Vino non esprime il proprio dissenso via telegramma.
Basso – Né “out” né “loud”, ma la lavata di capo che deve aver rifilato alla Liquigas la sera dell’Aquila ha rivoltato il Giro. Hic incipit Basso novus?
Pineau e Monier – esultano per vittorie a lungo, lunghissimo attese.
Evans e Righi – Non mandarsele a dire.
Nibali – che investe il piccione. Quando si dice partire con grinta!
Sorensen – e le sue smorfie sul Terminillo.

And the winner is… Basso! Come vorremmo essere stati su quel pulman.

BEST RIDERS IN THE STORM
Olanda – Vento e pioggia. E vento.
Cuneo – Temporali grandinanti e sole di sguincio a illuminare le squadre schierate sotto un cielo nero.
Montalcino – L’Eroica.
Cava de’ Tirreni – La grande tradizione della pallanuoto campana inventa il ciclonuoto nelle piscine di Nola.
Terminillo – Potevano mancare le nuvole basse a far Transilvania?

And the winner is… Montalcino! Quando i quattro elementi cospirano la battaglia appassiona. Per il fuoco, chiedere a Vinokourov.

Gabriele Bugada

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