CHIAVE DI VUELTA: SORPRESE NEGATIVE AL PRIMO GIORNO, TRANNE NIBALI.

agosto 21, 2011 by Redazione  
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Nella cronosquadre di Benidorm sorprendono i risultati mediocri di Sky, Garmin – Cervelo, BMC, Geox, Rabobank e Radioshack, mentre è ottima la prestazione della Liquigas. Il siciliano è subito presente, puntando da subito all’arrivo di Sierra Nevada, previsto tra tre giorni.

Foto copertina: tripudio “rojo” per Fuglsang (foto Bettini)

Le prove contro il tempo, in particolare quelle individuali, sono da sempre una delle fasi cruciali dei grandi giri. Un po’ diversa la situazione delle cronometro a squadre, da svolgersi ad inizio manifestazione, seppur non vengono istituite ogni anno, ma lo stesso hanno momenti di grande intensità emotiva. La presenza di un uomo come Cancellara è stata per la Leopard – Trek sinonimo di successo quasi garantito, è così è stato, anche se non con distacchi esorbitanti a causa della breve lunghezza della prova corsa a Benidorm. Molto bene è andata alla Liquigas – Cannondale di Nibali e Sagan, quest’ultimo al battesimo nei grandi giri, capaci di essere addirittura in vantaggio a metà tracciato, e perdendo quattro miseri secondi sulla linea di arrivo. Risultato che sancirebbe la buona condizione del capitano e vincitore uscente della Vuelta, già pronto a darsi battaglia sulle prime montagne (martedi si arriva a Sierra Nevada, ndr). Al contrario, seri problemi in diverse squadre: maggiori delusioni per Sky e Geox, in netto ritardo, con Wiggins, Menchov e Sastre che dovranno già rincorrere dall’inizio. Nessun verdetto, ovviamente, ma qualche piccola sorpresina c’è già stata.
Intanto, buona Vuelta a tutti.

Andrea Giorgini

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI BENIDORM – RADUNO

agosto 20, 2011 by Redazione  
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Ecco l’oramai consueta rubrica di approfondimento delle grandi corse a tappe della stagione 2011. Adesso tocca alla Vuelta per la quale, come al solito, vi proporremo la rassegna stampa internazionale, i commenti dei tifosi, l’illustrazione delle singole tappe, le previsioni meteo e il racconto di una “Vuelta che fu”

Foto copertina: Benidorm e la sua spiaggia (www.zonainmobiliaria.es)

VUELTA A ESPAÑA, VUELTA DEL MUNDO

Vuelta, ecco i 6 rivali di Nibali e Scarponi (Gazzetta dello Sport)

Bradley Wiggins turns up the heat to be ready for Spanish test (The Times)

«Un plateau alléchant» (L’Equipe)

Nibali defiende su corona(AS)

La Vuelta a España, al detalle (Marca)

Todo al rojo (El Mundo Deportivo)

18 Belges au départ d’une Vuelta qui se cherche (Le Soir)

Van den Broeck pourra-t-il rivaliser avec Nibali et Rodriguez? (Sud Presse)

Toprenners laten Vuelta links liggen (De Standaard)

Les grimpeurs à l’ouvrage dans la 66e édition du Tour d’Espagne (La Dernière Heure/Les Sports)

Sans les gros bras du Tour (L’Avenir)

Nibali start als topfavoriet in Vuelta (Het Nieuwsblad)

Alles over dag één Vuelta(De Telegraaf)

HTC to ride into the sunset (Herald Sun)

HTC plans to leave its mark (The Age)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

La rubrica debutterà con la seocnda puntata dell’almanacco

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

LA TAPPA CHE VERRA’

Come dodici mesi fa, la Vuelta prenderà le mosse con una cronometro a squadre che, rispetto al precedente del 2011, si correrà ad un orario meno “antelucano”, con l’ultima formazione che taglierà il traguardo attorno alle 18.45. Anche il tracciato differisce da quello completamente pianeggiante che era stato tracciato sulle strade di Siviglia. A Benidorm, subito dopo essere scesi dalla rampa di lancio, insolitamente collocata nel bel mezzo della spiaggia della “Rimini spagnola”, si dovrà infatti affrontare una dolce salita nei primi 3,7 Km, caratterizzata da una pendenza media del 3,7%, con un “cuore” di 1400 metri al 5,2% e l’insidia dell’ampiezza della strada. Correndo in quel tratto su di una rotabile di circonvallazione a doppia corsia la larghezza della carreggiata, tendendo a lasciar intendere una pendenza più lieve, potrebbe infatti far incorrere le formazioni in pericolosi errori di valutazione. Raggiunti i 138 metri di quota, si ritornerò poi velocemente al livello del mare e più nessuna difficoltà altimetrica proporranno i rimanenti 9,8 Km. Complessivamente se ne percorreranno 13,5, 500 metri in più rispetto alla tappa di Siviglia, vinta dal Team HTC-Columbia, in gara anche quest’anno (col nome di HTC-Highroad) e grande favorito per quello che sarà l’ultimo successo collettivo di questo sponsor, che si ritirerà alla fine della stagione.

METEO VUELTA

Benidorm – partenza 1a squadra: sole e caldo, 32,3°C (percepiti 35,5°C), venti moderati da ENE (23 Km/h), umidità al 46%
Benidorm – arrivo ultima squadra: sereno e caldo, 31,2°C (percepiti 34°C), venti moderati da NE (22-23 Km/h), umidità al 47%

C’ERA UNA VUELTA

Dopo avervi narrato, attraverso i titoli dei giornali dell’epoca, il Giro del Centenario dell’Unità (1961) e il primo Tour vinto da Indurain (1991), ora vi proporremo il ricordo della Vuelta del 1956, la prima conquistata da un italiano, Angelo Conterno. Giusto 55 anni fa.
Titoli dal quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

BILBAO – RADUNO DI PARTENZA

LA VUELTA CICLISTA A ESPAÑA

Hoy se inicia con la etapa Bilbao – Santander (203 Kms)
Van Steenbergen hace favorito a Poblet – Partecipan 90 corridores – Mientras Botella serà jefe de fila en las cuatro primeras etapas, se apoyará a Poblet y Bover para los finales de etapa y a Bahamontes y Loroño para el Gran Premio de la Montaña (Mobylette- G.A.C.)

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Vuelta″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

DUNQUE … DOVE ERAVAMO RIMASTI ?

agosto 16, 2011 by Redazione  
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C’eravamo lasciati ormai da più di due anni. E’ passato tanto tempo dall’ultimo successo italiano in una Grande Classica. Sono trascorsi ormai più di due anni da quando Davide Rebellin ha conquistato per la terza volta in carriera la Freccia Vallone, regalandoci così quella che sarebbe stata l’ultima perla italiana. Oggi, nel vederlo dominare sullo strappo di Campione d’Italia nella Classica Tre Valli Varesine, si è riproposta la stessa immagine e la stessa emozione di allora sul Muro di Huy, con il valido Pozzovivo nelle vesti dello sfortunato Andy Schleck. Come se il tempo, intanto, non fosse passato. Due anni trascorsi tra rinunce e allenamenti intensi, sorretti dalla grande passione per il ciclismo che anima questo atleta e dalla consapevolezza di potere dare ancora tanto a questo sport. Non riesce a nascondere le emozioni nemmeno Alfredo Martini, il ‘Grande Vecchio’ guida del nostro ciclismo che, salito sul podio ad applaudire il campione ritrovato, nell’intervista rilasciata ai microfoni della RAI non è stato in grado di trattenere la propria perplessità circa la legittimità della squalifica alle Olimpiadi di Pechino. Eppure, “meritati o meno” per dirla con le parole di Martini, questi due anni sono trascorsi.
Grazie Davide.

Francesco Gandolfi

Foto copertina: Davide Rebellin e Alfredo Martini (foto Riccardo Scanferla)

E IL BRUTTO ANATROCCOLO DIVENTÒ CIGNO

luglio 28, 2011 by Redazione  
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La novantottesima edizione del Tour de France ha visto il trionfo dell’australiano Cadel Evans che, grazie ad una condotta di gara ineccepibile, riesce finalmente a scrollarsi di dosso l’appellativo di eterno secondo. Una corsa tanto incerta quanto entusiasmante che purtroppo nelle prime dieci tappe ha dovuto registrare l’abbandono a causa delle cadute di alcuni tra i protagonisti più attesi come Bradley Wiggins, Andreas Kloeden e, soprattutto, Alexandre Vinokourov. Per quanto riguarda le ruote veloci, Mark Cavendish ha ribadito il suo dominio negli sprint mentre gli italiani hanno concluso la Grand Boucle nell’anonimato, senza ottenere nessuna vittoria parziale e con Damiano Cunego migliore degli azzurri piazzatosi al settimo posto della classifica generale.

Foto copertina: Cadel Evans sugli Champs-Élysées (foto Bettini)

Cadel Evans: una stagione da incorniciare quella dell’australiano che si dimostra il corridore da corse a tappe più costante dell’anno con le vittorie in Tirreno – Adriatico, Giro di Romandia e Tour de France. Nella corsa francese si dimostra accorto e abile nell’evitare le cadute che caratterizzano da sempre le prime tappe; indomito sugli strappi (fa suo l’arrivo sull’arcigno Mur de Bretagne), si rivela capace di dirigere magistralmente la sua BMC nella cronometro a squadre. Mentre sui Pirenei si limita a controllare i diretti avversari, sulle Alpi mantiene i nervi saldi sia dopo l’attacco di Andy Schleck che negli istanti successivi l’incidente meccanico sul Telegraphe. In montagna è sempre lui a prendere in mano le sorti della corsa e la sua andatura sgraziata ma efficace, in salita, manda fuori giri quasi tutti i suoi avversari, tra cui Alberto Contador. La vittoria finale è la dimostrazione che questo atleta con un po’ meno sfortuna e con una squadra attrezzata a supportarlo nell’arco delle tre settimane sarebbe riuscito sicuramente a conquistare anche la Vuelta 2009, il Tour de France 2008 e, forse, quello 2007. Con la conquista della Grand Boucle rientra anche nel gotha di coloro che sono stati capaci di aggiudicarsi in carriera un Campionato del Mondo e un Tour de France, con la particolarità, però, che Cadel si è dimostrato un campione assoluto anche nelle gare di mountain-bike. Voto: 10 e lode.

Andy Schleck: da sacerdote del culto pantaniano non ho difficoltà a definire la vittoria del Fenicottero lussemburghese sul Lautaret un’impresa alla Pantani. Una vittoria splendida, indubbiamente la più emozionante degli ultimi anni. Un trionfo che meriterebbe il dieci in pagella ma data l’insicurezza e la sudditanza psicologica mostrata nelle tappe pirenaiche nei confronti del fratello maggiore, sembra più giusto attribuire un nove. I numeri per vestirsi di giallo a Parigi ce li ha anche se difficilmente si presenterà, in futuro, la possibilità di correre su di un percorso così favorevole agli scalatori come quello di questa edizione. Voto: 9.

Frank Schleck: a differenza del fratello non ha le doti per vincere un Tour de France e, in futuro, dovrà mettersi a disposizione di Andy sin dalle prime tappe (discorso che ripetiamo ormai da tre anni a questa parte) invece che coltivare la legittima ma alquanto irrealizzabile ambizione di vincere la corsa francese. Agguanta l’ultimo gradino del podio in extremis. Voto: 7,5.

Thomas Voeckler: va al di là di ogni umana immaginazione la prestazione che l’alsaziano ha offerto sulle strade di casa. Lui, che ha sempre sofferto le salite (persino gli strappi!), si è trovato a battagliare con i grandi del ciclismo mondiale sulle salite mitiche del Tour. Lui, che il miglior risultato alla Grand Boucle lo ha ottenuto nel famoso 2004 (18º posto), si è trovato a lottare per il podio. E lo avrebbe raggiunto, se solo non si fosse esaltato e non fosse andato a prendere Contador sul Telegraphe, un’azione che gli è rimasta terribilmente sulle gambe. A questo proposito merita una nota di biasimo il direttore sportivo Bernaudeau che avrebbe dovuto bloccare il tentativo scriteriato del suo corridore. Il “Fu T-Blanc” riesce comunque a resistere, nella cronometro conclusiva, al tentativo di recupero di Contador e a guadagnarsi una splendida quarta piazza nella classifica generale. Ora e più che mai è divenuto l’idolo non solo dei tifosi francesi di ciclismo, ma di tutta una nazione. Voto: 8,5.

Alberto Contador: era a caccia dell’accoppiata Giro e Tour ma il madrileno non sembra avere le qualità necessarie per riuscire nell’impresa. Oltre alle gambe che non girano a dovere anche la fortuna lo abbandona e, alla fine, deve accontentarsi della quinta posizione. L’attacco inscenato nella tappa dell’Alpe D’Huez con successiva debacle non fa che confermare il fatto che lo spagnolo non è uno scalatore puro, un grimpeur di razza ma uno scattista senza tenuta sulla distanza, come ho avuto già modo di dire è un centometrista non un maratoneta. Ha già annunciato che l’anno prossimo si concentrerà esclusivamente sul Tour, evitando di passare per l’Italia. Ce ne faremo una ragione. Voto: 6.

Samuel Sanchez: corre un Tour all’attacco, sia in salita che in discesa, e il coraggio, quando non si trasforma in follia, molto spesso paga. Infatti porta a casa uno splendido successo a Luz Ardiden e, grazie al secondo posto dietro a Pierre Rolland (voto: 9) nella tappa dell’Alpe D’Huez, conquista meritatamente anche la maglia di miglior scalatore. Ha dimostrato che l’oro olimpico vinto tre anni fa non è stato un caso. Voto: 8.

Damiano Cunego: la scelta di curare la classifica generale è ammirevole ma non si è dimostrata quella giusta. Un posto nei primi 10 della classifica non vale una vittoria di tappa prestigiosa, questo è fuori di dubbio. Damiano deve capire che è un corridore da corse in linea di razza mentre non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda le gare a tappe, in cui si troverà sempre a dover lottare per le posizioni di rincalzo. Voto: 6,5.

Ivan Basso: che cosa dire del varesino? La speranza ad inizio Tour era che col passare delle tappe potesse ritrovare quel colpo di pedale che gli permise un anno fa di domare il Mostro della Carnia. Ci siamo illusi a Luz Ardiden che potesse perlomeno lottare per il podio, ma l’impressione è che Ivan invece di crescere di condizione sia calato con il trascorrere dei giorni. A fine corsa ha affermato che l’anno prossimo vorrà tornare in Francia per vincere. Glielo auguriamo ma l’anagrafe non è dalla sua parte. Voto: 4.

Philippe Gilbert: impressionante. Dopo la tripletta sulle Ardenne vince, domina la prima tappa e veste anche la maglia gialla. La facilità con cui vince è così disarmante da far paura, tuttavia spreca almeno altre due occasioni di vittoria di tappa nel corso delle tre settimane. Non si limita a vincere sugli strappi ma prova anche a mantenere una buona posizione in classifica generale, affermando che in futuro proverà a vincere il Tour. Altamente improbabile, ma non impossibile. Voto: 8.

Mark Cavendish:semplicemente il più forte sprinter al Mondo, anche grazie agli ineccepibili meccanismi del suo treno giallo (HTC, voto: 9) riesce ad aggiudicarsi cinque tappe. Prossima fermata: Copenhagen. Voto: 9.

Thor Hushovd: incontenibile il Campione del Mondo in quest’edizione del Tour de France, perso un po’ del suo spunto veloce ha saputo vincere due meravigliose tappe di montagna con azioni entusiasmanti. La maglia verde, obiettivamente, era impossibile da conquistare con un Cavendish in quelle condizioni ma le sue due vittorie hanno un peso specifico molto maggiore rispetto a quelle di Cannonball. Sarà un osso duro anche per i prossimi Mondiali perché si è confermato uno dei migliori fondisti in circolazione. Voto: 9.

Alessandro Petacchi: l’età e le recenti disposizioni del CONI gli hanno impedito di correre un Tour da protagonista. Voto: 4.

Francesco Gandolfi

UN TOUR A DUE FACCE

luglio 26, 2011 by Redazione  
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È stato un Tour dai due volti quello conclusosi domenica scorsa a Parigi. Al clima di attesa e all’attendismo delle prime due settimane è infatti seguito un finale pirotecnico, caratterizzato da attacchi in salita e in discesa, crisi e resurrezioni, fino al sorpasso operato da Cadel Evans ai danni di Andy Schleck nella crono finale. Ripercorriamo la Grande Boucle 2011, passando brevemente in rassegna le prove dei principali protagonisti.

Foto copertina: Cadel Evans tra Andy e Frank Schleck sul podio finale del Tour de France (foto Roberto Bettini)

Due settimane di attesa e scaramucce, una di fuochi d’artificio: si potrebbe così riassumere lo sviluppo del Tour de France 2011, in maniera probabilmente troppo semplicistica, ma non troppo distante dalla realtà. Dopo una prima metà di gara in cui la griglia dei favoriti della vigilia è stata alterata quasi esclusivamente da cadute e ritiri e dei Pirenei risoltisi in un sostanziale nulla di fatto, l’ultima settimana ha invece regalato fuochi d’artificio: dall’attacco a sorpresa di Contador sul Col de Manse nella tappa di Gap al sorpasso ai danni di Andy Schleck da parte di Cadel Evans nella cronometro di Grenoble, passando per gli attacchi nella discesa del Pra Martino, l’impresa riuscita a Schleck jr. sul Galibier e quella mancata da Contador sull’Alpe d’Huez.
Elemento unificante delle due fasi è stata la sensazione che Cadel Evans fosse l’uomo più in forma; una sensazione nata già con il 2° posto alle spalle di Gilbert nella frazione inaugurale, suffragata dal successo in cima al Mur de Bretagne e dalla brillantezza mostrata dall’australiano sul Massiccio Centrale, e confermata dalla mai troppo sofferta difesa sui Pirenei, prima che, nella terza settimana, la maggiore solidità rispetto agli avversari e una condotta tattica talvolta rischiosa ma rivelatasi poi sempre azzeccata trasformassero quell’impressione in certezza.
È molto difficile trovare una pecca nel Tour di Evans: è stato il più regolare nell’arco delle tre settimane e il più forte a cronometro, ha corso tatticamente meglio degli altri pretendenti alla maglia gialla (cosa che non sempre era stata tra i suoi punti di forza in passato), e si è tolto anche la soddisfazione di cogliere il primo successo parziale “sul campo” in carriera alla Grande Boucle, dopo la crono di Albi consegnatagli a tavolino per la squalifica di Vinokourov. Non solo, ma Cadel ha messo anche in mostra, sulle Alpi in particolare, una personalità e una sicurezza che raramente avevamo riscontrato negli anni scorsi. Ne sono un esempio lampante l’inseguimento solitario ad Andy Schleck sul Galibier, condotto malgrado una totale assenza di collaborazione, che unita alle pendenze tutt’altro che proibitive del Lautaret rischiava di esporre l’australiano ad attacchi in contropiede, e il piglio con cui nella terzultima tappa Evans ha in prima persona rintuzzato l’azione di Contador e Schleck, rompendo gli indugi a 65 km dal traguardo, e sobbarcandosi larga parte del peso dell’inseguimento nel lungo tratto in fondovalle che conduceva all’Alpe d’Huez. A riprova di questa inedita forza mentale, Cadel ha coronato il suo sogno giallo con la miglior cronometro della sua carriera al Tour, sfiorando il secondo successo di tappa, e rifilando distacchi abissali agli altri favoriti, malgrado un chilometraggio non esagerato e un profilo alquanto mosso.
Così facendo, Evans si è definitivamente sbarazzato della poco ambita etichetta di eterno secondo, che solo la ancora giovane età impedisce di scaricare sulle spalle di Andy Schleck. Il lussemburghese ha raccolto la quarta piazza d’onore in altrettanti Grandi Giri in cui si è trovato a lottare per il successo; e se quella del Giro 2007 era un magnifico modo per rivelarsi al mondo, e quella del Tour 2009 la conferma di un talento già manifestatosi pienamente alla Liegi dello stesso anno, le ultime sono maturate in modo tale da far pensare che non stia certo nelle gambe l’ostacolo che si frappone tra Andy e il primo GT in carriera. Due sono gli elementi di cui Schleck sembra doversi ancora liberare prima di poter compiere il grande passo: il complesso di inferiorità nei confronti di Contador, mostratosi ancora chiaramente sui Pirenei – punto sul quale paiono esserci stati progressi sulle Alpi, ma che potrebbe ripresentarsi tra dodici mesi in caso di un Pistolero di nuovo al top sulle strade del Tour -, e soprattutto l’invisibile filo che sembra legarlo al fratello Frank. Anziché rappresentare un valore aggiunto, la compresenza di due papabili vincitori in seno alla Leopard Trek (e prima alla Saxo Bank) finisce regolarmente per risultare una zavorra, con i fratelli che sembrano più preoccupati di non staccare l’altro che di sbarazzarsi degli avversari. Non pensiamo infatti sia un caso se, nell’unica giornata in cui uno dei due – Andy – ha preso un’iniziativa decisa in solitaria, l’attacco ha rischiato di ribaltare la corsa, scrivendo in ogni caso una delle più belle pagine di ciclismo degli ultimi anni.
Fatale al duo Leopard Trek è stata la condotta spaventosamente attendista mantenuta sui Pirenei, con due frazioni che poco avevano da invidiare a quelle di Galibier e Alpe d’Huez pressoché buttate via tra scatti di 50 metri e controllo a uomo su un Contador palesemente distante dalla forma dei giorni migliori. Certo, le defezioni di uomini quali Fuglsang e Gerdemann, sulla carta pedine chiave in montagna, che non riuscivano però a reggere il ritmo dei pur encomiabili O’Grady e Voigt, può aver mandato all’aria delle strategie più aggressive, ma almeno sulle salite finali si sarebbe potuto e dovuto fare ben di più.
Il marcamento esasperato sulle grandi montagne ha fatto la fortuna di Thomas Voeckler, che ha saputo difendere come nessuno aveva pronosticato la maglia gialla conquistata, non senza un po’ di fortuna (quella legata al rallentamento del gruppo seguito alle cadute di Van den Broeck e Vinokourov), nella tappa di Saint-Flour. Più che le salite alpine, gli attacchi di Schleck e Contador e gli inseguimenti di Evans, è stato il tentativo suicida di riagganciare in solitaria lo scatenato madrileno sul Galibier a costare la vetta della generale all’alsaziano, comunque da considerarsi a pieno titolo uno degli MVP della corsa. Con una condotta tattica più accorta, T-Blanc sarebbe probabilmente salito sul podio, oltre a risparmiarsi la figura barbina rimediata con gli insulti ai tifosi sull’Alpe d’Huez e le accuse di aiuto illecito a Contador rivolte alle motociclette.
Proprio il campione uscente domina incontrastato la classifica delle grandi delusioni del Tour, pur con non poche scusanti: la fatica dovuta al massacrante Giro d’Italia dominato, il tempo perso nella prima settimana, le tante cadute e i problemi al ginocchio. Malgrado ciò, va riconosciuto a Contador l’aver dimostrato, non meno di quanto fatto anche in corse vinte, la propria statura di campione, a suon di attacchi portati più con l’orgoglio che con le gambe nell’ultima settimana, incluso un tentativo folle ma splendido di rovesciare la corsa nella frazione dell’Alpe d’Huez, l’indomani della peggior cotta in carriera in un GT.
Per certi versi simile a quello del madrileno è stato quello di Samuel Sanchez, anch’egli rimasto attardato nella prima settimana per via delle cadute, oltre che di una cronosquadre disastrosa. L’asturiano ha però iniziato ad attaccare sin dai Pirenei, avviando con la vittoriosa azione di Luz Ardiden una rimonta che, alla vigilia dei due tapponi alpini, lo aveva addirittura rimesso in corsa per il podio. Come Contador, Sanchez ha pagato gli sforzi dei giorni precedenti crollando sul Galibier, come Contador si è mosso da lontano nella tappa dell’Alpe, come Contador ci ha riprovato con successo sull’ascesa finale, e come Contador si è visto negare la vittoria di tappa da uno splendido e scaltro Pierre Rolland.
Quest’ultimo rappresenta senz’altro la sorpresa più lieta, specie in chiave futura, per il ciclismo francese, ancor più del quasi-podio di Voeckler. A neanche 25 anni, Rolland, maglia bianca malgrado il prezioso lavoro di gregariato svolto in appoggio a T-Blanc, si candida seriamente a raccogliere l’eredità rimasta vacante dopo il ritiro di Virenque, quando non, limati un po’ i comunque non tragici limiti a cronometro, a provare a riportare la Francia sul gradino più alto del podio al Tour, dove manca dal 1985.
È giunto attualmente invece a soli tredici anni, contro i ventisei dei cugini d’Oltralpe, il digiuno italiano alla Grande Boucle. Ciò che il Tour 2011 ha fatto capire, in tal senso, è che quasi certamente non sarà Ivan Basso ad interromperlo, alla luce di un 8° posto ampiamente al di sotto delle aspettative, per di più giunto al termine di una corsa in calando, dall’ottima prova di Luz Ardiden alla débacle sull’Alpe d’Huez. Considerato che solamente Cadel Evans, tra i papabili vincitori, è più vecchio per pochi mesi del varesino, è difficile ipotizzare per Basso altre chance di coronare il suo inseguimento alla maglia gialla.
Assai improbabile appare anche che il predestinato a far nuovamente sventolare il tricolore sui Campi Elisi possa essere Damiano Cunego, il cui 7° posto finale assume comunque connotati ben più positivi rispetto all’8° di Ivan, ben al di là della singola piazza di differenza. Pur non andando mai neppure vicino al successo di tappa, e malgrado una totale mancanza di intraprendenza a volte abbastanza irritante, Cunego ha comunque mostrato una competitività in salita che gli mancava in un GT dalla Vuelta 2009, tornando a respirare l’aria di alta classifica che aveva assaporato per l’ultima volta al Giro 2007. Senz’altro un buon viatico per una seconda parte di carriera da protagonista anche sulle tre settimane, benché non si possa dimenticare che l’analisi di ogni risultato, di Cunego e di chiunque altro, deve tener conto dello spaventoso numero di ritiri e cadute che ha estromesso dalla corsa al podio atleti quali Van den Broeck, Wiggins, Gesink, Leipheimer, Brajkovic, Kloden, Horner e Vinokourov (e almeno i primi due davano l’impressione di poter decisamente dire la loro).
Forse proprio le cadute rappresentano la vera nota negativa di questo Tour de France, ed è in tal senso interessante notare come, se al Giro d’Italia i corridori giungevano a far modificare il percorso a suon di proteste e reclami contro strade pericolose o presunte tali, alla Grande Boucle il gruppo abbia dimenticato a casa la lingua, accettando in silenzio discese ultra-tecniche e con sede stradale estremamente stretta, finali tortuosi e transiti per i centri di piccoli paesi, lungo vie inevitabilmente tutt’altro che ampie, a pochi chilometri dal traguardo, con il gruppo lanciato a cinquanta all’ora verso finali in volata.
Finali, questi ultimi, che si sono risolti quasi sempre con il solito acuto di un Mark Cavendish quasi ingiocabile, capace di conquistare la prima maglia verde in carriera e i successi di tappa numero 16, 17, 18, 19 e 20 alla Grande Boucle, alla veneranda età di 26 anni. Solamente André Greipel è riuscito, a Carmaux, ad imporsi in un testa a testa con Cannonball, approfittando di un finale tiratissimo che aveva messo fuori causa i vagoni del treno HTC, mentre Farrar e Boasson Hagen hanno fatto tesoro di arrivi anomali per raccogliere un successo a testa allo sprint. Per il resto, le ruote veloci hanno dovuto andare in caccia di successi via fuga; è stata questa, in particolare, la scelta dei due norvegesi, Thor Hushovd e lo stesso Boasson Hagen, con il primo capace di imporsi in solitaria a Lourdes e di bruciare allo sprint a Gap il connazionale, rifattosi ventiquattro ore più tardi a Pinerolo. Il tutto per un totale di quattro successi per i vichinghi, a fronte di appena due partecipanti. Quasi nulla ha invece saputo dire in volata Alessandro Petacchi, unico vincitore di tappa azzurro della passata edizione.
Venuto meno lo spezzino, il contingente italiano è tornato mestamente in patria con 0 successi, complici le rare comparse in fuga degli altri nostri portacolori, perlopiù impegnati in lavori di gregariato. Tra i sacrificati in compiti di fatica si è segnalato Daniel Oss, di gran lunga il miglior gregario di Ivan Basso, lanciatosi anche in qualche volata, con esiti discreti. Unico azzurro spesso protagonista in avanscoperta è stato Marco Marcato, che non ha mai indovinato l’azione giusta, ma ha mostrato in compenso una combattività degna dei tarantolati uomini FDJ.
In una corsa in cui l’attenzione è inevitabilmente focalizzata su uomini di classifica e sprinter, è giusto però spendere qualche parola anche su alcuni cacciatori di tappe che hanno animato le tre settimane francesi. In primis Philippe Gilbert, vincitore sul Mont des Alouettes con annessa prima maglia gialla in carriera, nonché serio pretendente alla maglia verde per larga parte del Tour. Il dominatore delle Ardenne 2011 è stato per due settimane anche protagonista in chiave classifica generale, complice il ritiro di Jurgen Van den Broeck, che ha liberato da ordini di scuderia il vallone e la sorpresa Jelle Vanendert, il più forte in assoluto sui Pirenei. Motivi senz’altro di soddisfazione per la Omega Pharma, che deve però mangiarsi le mani pensando a quali sarebbero state le prospettive del 5° classificato della passata edizione con una spalla di altissimo profilo come Vanendert, sul quale nessuno avrebbe puntato alla vigilia.
Meritano almeno una menzione anche Luis Leon Sanchez, capace di bruciare Voeckler a Saint-Flour, e Rui Faria da Costa, vincitore in solitaria a Super-Besse, dopo aver stoicamente resistito al ritorno di Vinokourov e del gruppo. Servirebbe invece forse un monumento per rendere onore a Johnny Hoogerland, rimasto in corsa per due settimane con 33 punti di sutura dovuti all’assurdo incidente occorsogli ad una ventina di chilometri dal traguardo di Saint-Flour, quando lo scriteriato olandese, perennemente all’attacco, meglio se privo di qualsiasi disegno tattico preciso, pareva finalmente aver indovinato la fuga giusta. L’immagine di Hoogerland che con le bende insanguinate completa ugualmente la 9a tappa resterà probabilmente una delle icone del Tour 2011. Subito dopo Cadel Evans che, ammantato nella bandiera australiana, si gode sui Campi Elisi il tanto agognato quanto meritato trionfo.

Matteo Novarini

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PARIGI

luglio 25, 2011 by Redazione  
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Anche durante il Tour ilciclismo.it vi accompagnerà con l’oramai consueta rubrica-contenitore. Troverete i commenti dei tifosi, le previsioni del tempo, la rassegna stampa, le previsioni del tempo, la presentazione della tappa che verrà e i titoli con il ricordo del Tour 1991, rivisto attraverso i titoli del quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”

Foto copertina: la Tour Eiffel (www.e-socrates.org)

TOUR DE FRANCE, TOUR DE MONDE

A Parigi ancora Cavendish. Trionfo Evans (Gazzetta dello Sport)

Presset Cavendish helt til målstreken (Aftenposten)

Ett minutts tour-stillhet (Adresseavisen)

Evans macht historischen Tour-Sieg perfekt (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Prost, Australier! (Süddeutsche Zeitung)

Australian Cadel Evans wins Tour de France (The Independent)

Green jersey for Cavendish (The Daily Telegraph)

Green is the colour (The Times)

Evans et Cavendish pleins champs(L’Equipe)

Cadel Evans remporte le Tour de France, Mark Cavendish finit en beauté (Le Monde)

Andy wieder “nur” Zweiter (Tageblatt)

Andy und Fränk Schleck: “Aufeinander stolz”(Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Cavendish gana la última etapa del Tour de Evans(AS)

El Tour de las antípodas (Marca)

“El año que viene no habrá Giro y vendré al Tour a ganar” (El Mundo Deportivo)

Cavendish roi des Champs-Elysées (Le Soir)

Cavendish remporte la dernière étape, Evans gagne le Tour 2011 (Sud Presse)

Cavendish pakt groene trui én ritwinst op Champs-Élysées (De Standaard)

L’étape et le vert pour Cavendish, Evans remporte son premier Tour (La Dernière Heure/Les Sports)

Cadel Evans remporte le Tour 2011 (L’Avenir)

Mark Cavendish pakt groene trui én ritwinst (Het Nieuwsblad)

Nummer 20 voor Cavendish(De Telegraaf)

With New Outlook, Evans Wins Tour de France(The New York Times)

Australian wins Tour de France (USA Today)

King of the Road (Herald Sun)

Our new sporting legend (The Age)

The Journey of Cadel (The Australian)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Al posto di un pronostico sul risultato finale vi chiede se secondo voi la nuova regola sull’assegnazione della maglia verde, quella critica da alcuni utenti del forum di proporre un solo traguardo volante a tappa, è risultata vincente o è rivedibile.

Patagonia63: mah, la maglia verde conta quel che conta…..piuttosto io chiedo se può andar bene non mettere alcun abbuono all’arrivo. Secondo me l’idea non è male, in quanto si stimolano i corridori più titolati per la vittoria finale a non risparmiarsi fino agli ultimi km di ogni tappa importante (vedi Contador al Giro)…alla fine però in, piccola parte, si sono visti con la fuga di Schleck e di Contador il giorno dopo sulle Alpi.

Hotdogbr: nei primi giorni di Tour il traguardo volante ha aumentato la spettacolarità, poi man mano che i pretendenti alla maglia verde diminuivano molto meno, io tornerei a metterne 3 per tappa magari aumentando i punti rispetto ai 6, 4 e 2 che erano prima

MirkoBL: Finalmente è finito il Tour e posso esultare per Evans.
Il brutto anatroccolo sfigato finalmente si è preso quella soddisfazione che si meritava per l’impegno che ci mette ogni anno, e durante tutto l’anno.
Sono quasi commosso.
Ha vinto il più forte di quest’anno, già secondo nella prima tappa, sempre davanti, sembrava sprecare energie negli arrivi della prima settimana, ma si è sempre mosso intelligentemente.
L’unica pecca è stata nella tappa del Galibier, quando ha dato troppo spazio a Andy, ma poi ha rimediato tirando per 18 km sul Galibier con il resto del gruppo a succhiargli la ruota e recupernado 2′ al lussemburghese.
Nella cronometro finale è andato addirittura meglio di quello che pensavo.
Ora, per me, Andy può pure cominciare a vincere i Tour, tanto finalmente Cadel uno è riuscito a portarselo a casa.
E, con un mondiale ed un Tour in carriera, ha un palmares già molto migliore di quello di tanti osannati campioni, di casa nostra e non.
Per quanto riguarda la tappa, Cavendish dimostra ancora una volta di essere nettamente il velocista più forte al mondo, coadiuvato da un grande treno e da un Renshaw stratosferico.
Può sbagliare la prima volata, come spesso gli accade, ma poi, quando si sblocca, è quasi inarrestabile.

Salitepuntocià: Finalmente ha vinto qualcosa di importante Evans, stavolta non ha fallito i calci di rigore a porta vuota come le crono dei penutimi giorni del tour 2007 e 2008, e ha aprofittato che contador non era lui e non aveva neppure preparato il tour e in piu con un ginocchio malandato, diciamo similare alla vittoria di zootmelk nel 1980 che aprofitto’ della condizione precaria di hinault che poi si ritiro’, mentre contador è arrivato quinto onorando la corsa…
Caso strano anche zootmelk ha poi vinto un mondiale alla maniera di evans, vedrete che correra’ fino a 40 anni pure lui

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
De Luca: “Se un fulmine dovesse colpire Cadel Evans nessuno si fermerebbe” (sadico!!!!)
De Stefano: “La compagna di Wouter Weylandt, la compagna Sophie” (è comunista?)
Pancani: “Il castello di Château de Vincennes” (per chi non sapesse il francese, château vuol dire castello)
De Stefano: “L’asfalto degli Champs-Élysées è un asfalto che tu senti” (che SOLO tu senti, visto che sono tutti in pavè)
Pancani, presentando il finale del Tour de l’Avenir: “Con l’arrivo di Fossano e Alba nella settima tappa” (sono due tappe distinte, la 6a e la 7a)
Pancani: “Con tutta un’altra convizione e convinzione”
Pancani: “Quando abbiamo attraversato tutta la valle della Loira” (proprio tutta no, sono 1020 Km di fiume!!!)
Presentazione ultima tappa su TV Sorrisi e Canzoni: favorito per il successo di tappa, Cadel Evans (quasi)

IL PRIMO INDURAIN

Ecco come il quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo” nel 1991 annunciava ai suoi lettori il primo Tour conquistato da Miguel Indurain
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

ULTIME DUE TAPPE

21a TAPPA: LUGNY – MACON (cronometro individuale, 57 Km)

APOTEOSIS INDURAIN
A lo gran campeón
Ya sólo queda el Arco del Triunfo – El navarro los eclipsa a todos – “Salí a mantener la ventaja” – Echávarr”: Miguel es el número uno – Reynel Montoya dio positivo

22a TAPPA: MELUN – PARIGI (178 Km)

REY DEL TOUR
El camino hacia París
El relevo está servido – Induráin, en el club de los elegidos – Estremecedora caída de “Abdu” – Indurain bajo el Arco del Triunfo – El cicista que jamás se inmuta – La experiencia de Banesto, decisiva – La estrategia, clave del triunfo – El balance de los directores españoles – Cómo se ganaron los otros tres Tours – El 73, año de gloria para Ocaña – Delgado, la explosión de un escalador – Solana, un ministro emocionado

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ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI GRENOBLE

luglio 24, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche durante il Tour ilciclismo.it vi accompagnerà con l’oramai consueta rubrica-contenitore. Troverete i commenti dei tifosi, le previsioni del tempo, la rassegna stampa, le previsioni del tempo, la presentazione della tappa che verrà e i titoli con il ricordo del Tour 1991, rivisto attraverso i titoli del quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”

Foto copertina: la “Bastiglia” di Grenoble (www.grenoble-tourism.com)

TOUR DE FRANCE, TOUR DE MONDE

Evans, il sogno è realtà. La maglia gialla è sua (Gazzetta dello Sport)

Evans cruiset inn til triumf i Tour de France (Aftenposten)

Evans på vei mot Tour-triumf (Adresseavisen)

Cadel Evans unmittelbar vor Tour-Triumph (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

LMartin gewinnt Zeitfahren – Evans vor Toursieg (Süddeutsche Zeitung)

Cadel Evans set to become first Aussie to win Tour (The Independent)

Evans overhauls Schleck (The Daily Telegraph)

Evans poised to win Tour de France title (The Times)

Le jour de gloire d’Evans (L’Equipe)

Evans file tout droit vers la victoire finale (Le Monde)

Aus der Traum (Tageblatt)

Cadel Evans schnappt sich das gelbe Trikot (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Cadel Evans gana el Tour de Francia(AS)

El Tour es para Evans (Marca)

Cadel Evans, virtual ganador del Tour (El Mundo Deportivo)

La fusée Evans passe au jaune, en route vers Paris (Le Soir)

Cadel Evans sera le premier Australien vainqueur du Tour (Sud Presse)

Pletwals Cadel Evans wint Tour de France in tijdrit (De Standaard)

Cadel Evans remporte le Tour de France! (La Dernière Heure/Les Sports)

Un Australien en jaune à Paris, une première (L’Avenir)

Pletwals Evans wint Tour de France in tijdrit (Het Nieuwsblad)

Evans wint Tour de France (De Telegraaf)

Cadel Evans Set to Win First Tour de France(The New York Times)

Evans grabs lead on next-to-last day of Tour de France (USA Today)

Lionheart in yellow (Herald Sun)

Cadel rides into history (The Age)

Evans rides into history (The Australian)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Prima della tappa

Mauro Facoltosi: Quanto può guadagnare Evans su Schleck, secondo voi?

Pedale Pazzo: In teoria Evans in una crono così dovrebbe staccare Schleck di 1 o 2 minuti.
In pratica e purtroppo Evans e Schleck oggi faranno un tempo simile o comunque con differenza non superiore ai 40-50 secondi.
(spero di sbagliarmi)

Hotdogbr: l’Evans di quest’anno è molto più forte di quello del 2008 però Andy pare migliorato molto a cronometro e al Giro di Svizzera malgrado fosse in fase di preparazione non è andato male a Sciaffusa, alla fine però credo che l’australiano ce la farà e se lo meriterebbe, per il terzo posto non è detto che Contador non riesca a recuperare i 3′ da Frank

Vedo23: Questo Contador?
Secondo me sono un po’ tutti alla frutta, anche Cadel… Non sarei così sicuro che l’australiano abbia nelle mani qeusto Tour!
Ricordo che lo scorso anno se fosse stato Andy a partire dopo Contador… probabilmente avrebbe mantenuto il Tour! (bastavano quei pochi secondi persi per la catena…) Avere i riferimenti conta tantissimo e, comunque, Andy aveva fatto una crono di alto livello!
Quest’anno parte per ultimo, ha i riferimenti e una condizione ottima. Ha un discreto margine, può evitare di partire alla disperata a tutta (come invece fece lo scorso anno) e gestirsi al meglio.
Per me:
70% Andy
30% Cadel
Podio: 90% Frank

Profpivo: Io spero vinca Evans, però credo che Andy riesca a farcela seppur per pochi secondi. Non è poi così scarso a cronometro.
Per il podio Contador è tagliato fuori, anche se Frank mi sembra un po’ stanco e a corto di energie.

Pedale Pazzo: Io comunque non mi stupirei di un Vockler che sale sul podio. Non so come va a Cronometro, ma recuperare 1 minuto e qualcosa a Frank non è roba impossibile.

Vedo23: Infatti quel 10% che non davo a Franck eran possibilità più per Voeckler che per Contador!
Anche se pure lui è super-alla-frutta!

Patagonia63: per gli italiani un giro un pò anonimo. Ok ne abbiamo due tra i primi otto, non è male, ma non sono quasi mai stati protagonosti, hanno sempre corso in modo attendistico sperando non so cosa…..Probabilmente la condizione non era al top, specie per Basso.
Peccato non aver vinto nemmeno una tappa! Pazienza.
In generale un Tour così, così. Decenti solo le tappe sulle Alpi, per il resto stendiamo un velo pietoso.

Salitepuntocià: per Basso si
Per cunego no, se prima del giro di svizzera mi avessero detto cunego nei primi 8 al tour senza le salite del giro, avrei riso in faccia.
dopo il svizzera, ho pensato che poteva entrare nei 15, ma prima della crono a soli 3′30 da sleck mai me lo sarei aspettato.
Questo Tour era per nibali, ALTRO CHE CRISI IN ITALIA, l’errore lo ha fatto al liquigas, basso era adatto al giro e nibali al tour, lo han detto tutti, tifosi e addetti ai lavori

Dopo la corsa

Salitepuntocià: Grandissimo Evans!
Finalmente una crono AI SUOI LIVELLI, ha persino dato quelle energie rimaste che non aveva usato nelle crono di 4 e 3 ani fa
Faccio notare che a.sleck è lui ora l’eterno secondo, col giro 2007, fan 4 GT 4 secondi posti , l’anno prossimo venga al giro se vuol vincere ma non sarà facile come penserebbe, al tour qualcuno lo batterà sempre, forse Nibali

Profpivo: Vittoria meritata quella di Evans, sempre costante e brillante durante tutto il Tour. Non dimentichiamoci che è stato l’unico a chiudere su Schleck nella tappa del Galibier, recuperando oltre 2′. E anche il giorno dopo è stato lui a condurre l’inseguimento sull’attacco di Contador. Non ha fatto imprese eclatanti, ma ha dimostrato di essere il più forte su tutti i terreni.

Gardabike: Bravo Cadel, trionfo strameritato. E’ stato il più continuo in questi 20 giorni ed è per questo che merita a pieno questo Tour.

Hotdogbr: Evans ha strameritato di vincere ma molto meno gli Schleck di arrivare 2° e 3° al di là dell’azione di Andy sull’Izoard, lasciamo perdere Voeckler che senza la mattana di ieri sul Galibier li avrebbe preceduti entrambi ma anche Sanchez, che ha perso tempo con la cronosquadre e con la caduta nella prima tappa, e lo stesso Contador avrebbero meritato di più

Pedale Pazzo: Finalmente!! sono contento per Evans, uno come lui doveva vincerlo il Tour!

N@po: Bravo Evans. Vittoria strameritata!

Gibosimoni: Sono strafelicissimo per Evans, piangeva di gioia come un bambino, era veramente commosso. Non ha mai mollato nonostante la costante sfortuna che lo ha assillato e ora arrivando in giallo a Parigi a 34 anni (ha detto che finchè non taglia il traguardo non festeggia, ed essendo Evans ha ragione ) corona finalmente una comunque strepitosa carriera. E nello stesso tempo passo lo scettro di eterno secondo ad Andy Schleck, terza volta consecutiva sul gradino più basso del podio al Tour (considerando anche il podio al Giro 2007)! Alla faccia della De Stefano che lo ama alla follia..

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gazzetta.it: “Dopo le fatiche alpine dei giorni scorsi i corridori dovranno affrontare 48 chilometri a cronometro” (erano 42,5 Km)
Cassani: Gerbermann (Gerdemann)
Cribiori: Sleck
De Luca: una Grenoble di 42 km e 500 metri
Pancani: Reine Taaramae (Rein)
De Stefano: “La voglia di battersi contro un orologio” (autolesionismo!!!!)
Pancani: “Tony Martin guida la classifica generale”
TelevideoRAI: “percorrendo come un missile 42,5 Km del tracciato”

LA TAPPA CHE VERRA’

Una pura formalità quasi burocratica, da espletare per dichiare ufficialmente Cadel Evans vincitore del Tour de France 2011. In tale formato si presenta da diversi anni la tappa conclusiva del Tour, privata anche dei GPM di 4a categoria che un tempo si affrontavano nell’attraversamento della vallata della Chevreuse, prima dell’ingresso in Parigi. Stabilito fin dal 2009 di chiudere definitivamente i giochi per la maglia a pois sull’ultima grande salita (quell’anno sul Ventoux, nel 2010 sul Tourmalet ed pra sull’Alpe d’Huez), stavolta rimarrebbe aperta la lotta per la conquista della maglia verde, anche se difficilmente Rojas riuscirà a levarla dalle spalle di Cavendish, favorito numero uno anche per il successo di tappa, al termine della frazione più facile di questa edizione, poco faticosa anche perchè, come al solito, prenderà il via al piccolo trotto, tra pacche sulle spalle, sorrisi e brindisi. Sotto le ruote dei superstiti del Tour scorreranno 95 Km di strada solo a tratti mollemente vallonata, come nel classico circuito che prevede di andar su e giù per i controviali in lieve ascesa degli Champs-Élysées, uno dei traguardo più prestigiosi del panorama ciclistico, da sempre terreno di conquista degli sprinter, anche se talvolta si registrarono sorprese, come quando nel 2005 si impose con una spettacolare azione il kazako Alexandre Vinokourov.

METEOTOUR

Créteil : cielo coperto, 18,8°C, venti moderati da WNW (21-29 Km/h), umidità al 49%
Parigi : nuvole sparse, 20,8°C, venti moderati da WNW (24-32 Km/h), umidità al 46%

IL PRIMO INDURAIN

Ecco come il quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo” nel 1991 annunciava ai suoi lettori il primo Tour conquistato da Miguel Indurain
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

20a TAPPA: AIX LES BAINS – MACON (177 Km)

INDURAIN, A REMATAR
Indurain ya piensa en París
Todos quieren ganar la contra reloj – Ekimov gana la persecución – Echavarri, en la hora del inventario – Tenemos Indurain para rato – El recorrido de la finalísima

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ARCHIVIO ALMANACCO
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COMMENTOUR DE FRANCE: INIZIA IL REGNO DI CADEL EVANS

luglio 23, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

La rimonta riuscita ai danni di Andy Schleck nella cronometro di Grenoble porta l’ex campione del mondo nella storia, essendo il primo australiano vincitore della Grande Boucle. La favola di un ragazzo passato da “eterno piazzato” a grande fuoriclasse del ciclismo su strada. E con l’Italia nel cuore.

Foto copertina: un commosso Cadel Evans in maglia gialla sul podio di Grenoble (foto Bettini)

Sta vivendo una favola Cadel Evans, che a trentaquattro anni si appresta a vincere il suo primo Tour de France. Un sogno atteso tanti anni, dopo i due secondi posti del 2007 e del 2008 e i non buoni piazzamenti nelle ultime due stagioni, complice anche un infortunio in corsa durante la edizione passata (corse il Tour con un gomito fratturato). Lacrime di dolore un anno fa, che diventano di gioia oggi, grazie all’obiettivo raggiunto alla grande nella prova a cronometro a Grenoble, spodestando quell’Andy Schleck tanto bravo sulle Alpi, ma disastroso quando deve correre contro il tempo.
Cadel Evans ha meritato il Tour, forse è l’atleta che ha più meritato di vincerlo: nessuno come lui è stato così bene sin dalla prima tappa, quando giunse secondo dietro a Philippe Gilbert. Rendimento continuo, mai un calo di forma e sempre lontano dal rischio di finire in mezzo alle cadute che hanno funestato la prima settimana. Ed è stato ancora lui, sulle Alpi, a guidare l’inseguimento proprio a Andy Schleck sul Galibier e ieri dopo il guasto meccanico salendo verso il Telegraphe. Una grande condizione e un successo coronato con la prestazione superba di oggi, in una stagione in cui l’australiano aveva già vinto la Tirreno – Adriatico ed era stato tra i migliori al Giro del Delfinato (dove tra l’altro è stata percorsa la stessa cronometro di oggi, cosa da cui Cadel ha tratto un grande vantaggio).
Mendrisio 2009 è stato il trampolino di lancio per un finale di carriera ad altissimo livello e il Tour è il coronamento di una grande carriera iniziata nella Mountain Bike. Un successo che lo porta dritto nella storia del ciclismo, e non solo quello australiano.

Andrea Giorgini

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ALPE D’HUEZ

luglio 23, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche durante il Tour ilciclismo.it vi accompagnerà con l’oramai consueta rubrica-contenitore. Troverete i commenti dei tifosi, le previsioni del tempo, la rassegna stampa, le previsioni del tempo, la presentazione della tappa che verrà e i titoli con il ricordo del Tour 1991, rivisto attraverso i titoli del quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”

Foto copertina: i tornanti verso L’Alpe d’Huez (skvots.net)

TOUR DE FRANCE, TOUR DE MONDE

Rolland vola, Schleck giallo. Domani crono decisiva(Gazzetta dello Sport)

Contador jager etappeseier (Aftenposten)

Schleck erobert Gelbes Trikot bei Tour de France(Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Letzter Angriff auf Andy Schleck(Süddeutsche Zeitung)

Schleck claims yellow jersey as Frenchman Rolland win latest stage (The Independent)

As it happened Contador rips peloton apart
(The Daily Telegraph)

Andy Schleck regains yellow jersey (The Times)

La Chanson de Rolland (L’Equipe)

Rolland triomphe à l’Alpe d’Huez, Schleck prend le jaune (Le Monde)

Andy Schleck im gelben Trikot (Tageblatt)

Andy Schleck auf der Alpe d’Huez in Gelb (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Contador saca su casta de campeón(AS)

Contador no culmina la gesta (Marca)

Rolland se impone en la 19 etapa del Tour por delante de Samuel Sánchez y Alberto Contador (El Mundo Deportivo)

Rolland dompte l’Alpe d’Huez, Andy Schleck prend le jaune (Le Soir)

Rolland s’impose à l’Alpe-D’Huez, Andy et Evans se neutralisent (Sud Presse)

Rolland wint op Alpe d’Huez (De Standaard)

L’étape pour Rolland, le jaune pour Andy (La Dernière Heure/Les Sports)

Schleck maillot jaune, le Français Rolland s’impose à l’Alpe d’Huez (L’Avenir)

Rolland bezorgt Fransen delirium, Andy Schleck pakt geel (Het Nieuwsblad)

Gesink: Haag maffe Hollanders (De Telegraaf)

ndy Schleck Grabs Overall Lead in Tour (The New York Times)

Pierre Rolland wins 19th stage of Tour de France(USA Today)

Cadel’s gutsy comeback (Herald Sun)

Evans slips but stays in hunt for Tour (The Age)

Cadel clocks on for destiny ride (The Australian)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Prima della tappa

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa?

Pedale Pazzo: Voeclker salta, non so dove ma salta, e arriva con 5 minuti dai vari Evans e Schleck.
Poi spero in un attacco di Cunego sull’alpe d’Huez mentre i 3 che si giocano il Tour si studiano un pò.
Evans dovrà stare attento ai giochi di squadra dei fratellini che oggi potrebbero farla da padrone, con un Frank molto più fresco mina vagante.
Contador e Sanchez incomprensibili, sembravano i più in forma e i più forti in salita. Sono fuori dai giochi senza nulla da perdere e potrebbero tentare assieme anche un attacco sul Galibier per giocarsi la tappa.
Basso lo vedo male per via della tappa troppo corta.
Tanto non c’azzecco mai quindi succederà l’esatto contrario

Mauro72: Oggi tocca all’altro Schleck, cha ha già vinto all’Alpe.
Tappa corta ma ricca. Di sicuro proveranno in parecchi sul Galibier, mi immagino che ci sia bagarre da Plan Lachat.
Spero che Evans non paghi troppo lo sforzo di ieri.
Sono molto curioso di vedere Contador, se ha superato il momento brutto di ieri, oggi farà scintille e il Galibier e la sua salita; lo ricordo in uno scatto devastante nel primo tour vinto proprio a 8km dalla vetta.

Hotdogbr: la tappa è corta il che in teoria è un vantaggio per Evans, Voeckler e Contador (che comunque ormai è fuori dai giochi e cercherà solo di vincere la tappa attaccando nel finale) ma anche per lo stesso Cunego che ha fatto la differenza in una frazione simile sul Grosse Scheidegg mentre è uno svantaggio per gli Schleck e Basso, i lussemburghesi però dovranno comunque attaccare sul Galibier anche se stavolta non ci sarà il Monfort di turno ad aiutarli e dovranno fare da soli, sperando in caso riuscissero a staccare Evans che l’australiano non trovi collaborazione da altri nei 45 km che separano la cima del Galibier dall’inizio dell’Alpe d’Huez

MirkoBL: Io temo che Evans paghi gli sforzi di ieri, ma sepro di no.
Il favorito per la tappa è Frank Schleck, ieri si è risparmiato per tutta ala tappa e all’arrivo era il più fresco.

Stress: Percorso di tappa insulso e non degno di un tour.
L’ultima tappa di salita con un dislivello inferiore ai 3000 m!!!!!
Chilometraggio da esordienti e galibier passando dalla galleria!!!!
Ma gli costava tanto inserire il mollard oppure l’accoppiata croix de fer/Glandon prima del telegraphe?

Dopo corsa

Ceemo: Attaccano tutti a 100 km dal traguardo! Spettacolo. Se vanno avanti così all’arrivo i distacchi saranno enormi.

Succhiaruote: Non sappiamo come andrà, ma dopo tante discussioni, una vecchia verità torna evidente: la corsa la fanno i corridori più dei percorsi.

Profpivo: Tappa fantastica, penso ce ne ricorderemo per molto tempo!

Emiliano: Verissimo: attacchi a 10km dalla partenza non so se vivrò tanto per vederne ancora…
Però sta di fatto che, nel ciclismo moderno (radioline, cardiofrequenzimetri, GPS, allenamenti ed alimentazione scientifici) nulla è lasciato al caso ed il livello è molto livellato.
Un po’ come le Formula 1, che sono talmente perfette che la differenza la fanno 10 l di benzina in più o in meno…
Oramai le imprese epiche, gli attacchi da lontano, rimarranno solo nei nostri ricordi (o meglio: di quelli più vecchi anche di me).
Tanto di cappello ad Andy per ieri: ma non dimentichiamoci che è stato “lasciato andare”…
Ne è una prova il fatto che oggi Contador, con un’azione esemplare, in una tappa praticamente senza pianura, con i suoi avversari che “ne avevano di meno” (lo si è visto nell’ultima salita), eccetera, è arrivato all’attacco dell’ultima salita nel gruppone.
Quindi: a che serve (e a che gli è servito…) attaccare subito?

Vedo23: Andy oggi ha curato solo Evans, è stato palese. Sono piuttosto fiducioso sulle sue possibilità di difesa domani…
Speriamo in una buona prova di Cunego, sarebbe importante!
Rolland si conferma un idolo!! E peccato ancora per Kern, messo ko praticamente prima ancora di vederlo all’opera…

Hotdogbr: -dunque Rolland vince sull’Alpe d’Huez, ci può stare visto che avendo Voeckler in maglia gialla non ha tirato un metro e visto anche che ha iniziato la salita davanti, però c’è un limite a tutto, gli Europcar davanti nel finale erano 6 (e mancava Kern) e per fortuna che Voeckler si era messo in testa di essere Merckx, altrimenti avrebbe conservato ancora la maglia gialla
-per quanto fatto in questo Tour Sanchez avrebbe meritato il podio almeno più di Frank Schleck, purtroppo per lui ha pagato la giornata nera di ieri e il tempo perso nelle prime tappe
-Contador ha tentato l’impresa, bravo, coraggioso, eroico tutto quello che volete ma intanto con Andy a ruota non avrebbe potuto comunque vincere il Tour e poi se si fosse limitato ad attendere l’ultima salita avrebbe vinto la tappa e con la crono sarebbe quasi certamente salito sul podio cosa che ora è difficile
-non so se l’incidente meccanico di Evans quando ha lasciato andare Contador fosse vero o finto ma così forte come in questo Tour non l’ho mai visto andare e oggi a mio avviso ha sprecato l’occasione per guadagnare sugli Schleck, non vorrei che dovesse pentirsene visti i miglioramenti a cronometro di Andy anche se questo Evans è tutt’altro corridore rispetto a quello spento nel finale del Tour 2008
-sia Andy, che malgrado nella fuga con Contador fosse rimasto quasi sempre a ruota è arrivato 1′ dietro allo spagnolo alla fine, che Frank come prevedibile hanno pagato la tappa corta e per quanto riguarda il più giovane anche la fatica di ieri, rischiano di rimpiangere il tempo non guadagnato sui Pirenei
-Cunego anche oggi con i migliori anche se sia sul Galibier che nel finale era un po’ impiccato, purtroppo per lui le prestazioni degli avversari hanno fatto sì che rischia di arrivare 8° a Parigi
-la prestazione di Basso era tutto sommato prevedibile alla luce delle precedenti in questo Tour, una tappa così corta e fatta ad andatura fortissima fin dall’inizio è il contrario di quello che predilige e se arriverà davanti a Cunego a Parigi deve ringraziare gli uomini della Europcar e della Cofidis, l’impressione come dicevo già nei giorni scorsi è che dopo la caduta dell’Etna abbia forzato la preparazione per tornare velocemente al top e ora stia pagando

Profpivo: Gli è servito a poco, però era l’unico modo che aveva per provare a vincere ancora il Tour, e non si può che apprezzare. Prima di arrendersi bisogna provarle tutte.

N@po: Mah! Per me gli Europcar sono i Colnago del 2009. Additivi a gogo. Tutta la squadra vola. Kern (30 anni e passa senza un sussulto), senza l’infortunio, avrebbe probabilmente vinto il tour visto il differenziale che aveva sui compagni al delfinato. In cima al Galibier erano in 5 che andavano più forte di Basso (han dovuto aspettare voeckler)…..
Se io fossi Preudhomme questa squadra l’anno prossimo al tour non la inviterei.
Mi chiedo se queste professional facciano lo stesso passaporto biologico delle protour.
Aggiungo che senza la truffa (decisiva) della prima tappa, Evans sarebbe in giallo (F Schleck, ad esempio, non è caduto, è stato staccato, seppur di pochi secondi, da Evans, ma alla fine ha ottenuto lo stesso tempo… che schifo!!, Andy si beccava almeno il minuto dell’ultimo dei rimasti in piedi) e pure Cunego avrebbe un minuto in meno di distacco ed uno in più su Basso.

MirkoBL: Onore a Contador. Ha sbagliato tatticamente, ma ha provato a far saltare il Tour e poi a vincere la tappa pur sapendo di non avere le gambe per farlo.
Ha lottato con orgoglio ed è caduto a testa alta. Così è diventato più umano.
Voeckler è un pazzo incosciente, ma è stato spettacolare . Col 53 sul Galibier! Ha sbagliato tutto oggi, ma onore anche a lui, che cade in piedi. E, per come l’ho visto sul Galibier, si è difeso alla grandissima nel finale.
Cunego bene. È sempre attaccato con lo sputo, ma non molla mai.
Su Evans e Andy non so che dire: chi si fregierà del titolo di “perdente”? CHi dei due centrerà la terza piazza d’onore al Tour? Io spero che vinca Evans per un fatto d’età (o quest’anno o mai più), ma visto che ormai conosce 1001 modi per perdere un grande giro, domani potrebbe inventarsi la 1002esima.
Basso penoso, vado di sicuro meglio io in discesa. Fa le curve quadrate come Zülle aveva la scusante di essere cecato.
SSG corona un buon Tour per lui con la maglia a pois.
Su Rolland: da anni è definito come il giovane più promettente del ciclismo francese; finalmente fa vedere di che pasta è fatto, ma si parla solo di sospetti e nient’altro.

Ceemo: Bellissima tappa, con un grande Contador e in generale tutti i big a darsele. Una delle tappe piu belle degli utlimi anni. Speriamo che tutti prendano da esempio Schleck e Contador nei prossimi anni. Attacchi da lontano fanno solo bene al ciclismo.
Per domani tifo Evans che con la sfortuna mi sembra abbia già pagato dazio. Temo però che le differenze saranno minime e che la maglia gialla sarà questione di pochi secondi.
Europcar: “fortissimi”; non sospetto solo su rolland che da anni stava per esplodere. Ma vederne 6 nel gruppo prima dell’Alpe è imbarazzante.
p.s.:Se Evans non avesse avuto il problema meccanico, secondo me sarebbero arrivati al traguardo in 3 con vagonate di vantaggio sugli altri.

Salitepuntocià: Ho seguito la tappa coll i phone dal lavoro, dal sito dell’equipe, che è piu aggiornato del sito stesso ufficiale del tour, la gazzetta invece E’ UN COLABRODO, zero aggiornamenti, e pure 2 euro ho pagato!
Veramente interessante, direi che nel finale il tour si è riscattato, era dagli anni 80 che non c’era un tour cosi’spettacolare, almeno nel finale.
Contador paradossalemnte perdendo ma combattendo è diventato piu umano e popolare, dando ancor piu lustro alla sua carriera. Poteva vicnere la tappa se stava a ruota tutto il giorno, invece ha preferito rischiare, e riattaccare sull alpe! Quanto al duello, ah, Evans potenzialemnte è strafavorito, ma ha perso gia 2 tour gia vinti. sarebbe il colmo che vinca frank sleck, che a parte l’episodio di luz ardiden non è che ha fatto sto granchè, ma è furbo. Anzi, non avendo il peso del pronostico, tutto su evans e andy.
Son contento che voekler ha perso la maglia,
cunego ha fatto un gran tour, basso ha deluso. Rolland puo essere il pntani francese, o cmq l’uomo su cui preudhomme puo fare i percorsi, e mettere mont du chat colombis etc, mentre qui senza zomegnan vedrete che torneranno le cronometro e i giri moderati, non dico come ai tempi di moser e indurain93, ma sullo stile primi anni 2000, ne facili ne troppo duri, sarebbe bello vedere al tour la tappa fauniera-sampeyre-agnello e arrivo sull’izoard.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
De Luca (ricommentando la tappa del Galibier): “Contador prende qui una bella balla, la prima e poi si stacca” (che caspita stava a dire?)
Pancani: “Contador si tiene incollato il fratello Andy Schleck” (adozione in corsa?)
Pancani: “Continuano ad esserci dei collegamenti sul collegamento internazionale”
Cassani: “Subito si è piombato alla ruota”
Cassani su Evans: “Dopo due minuti si riferma e cambia ruota” (aveva cambiato bici)
Cassani, ricordando lo scatto di Pantani sul Galibier nel 98: “A circa 5 Km dall’arrivo lo scatto perentorio di Marco Pantani” (dal GPM, l’arrivo era a Les Deux Alpes”)
Pancani: “Monumento PER Marco Pantani” (finito il Tour lo incartano e lo spediscono al cimitero di Cesenatico?)
Cassani: “Ha cominciato a pedalare anche con le spalle” (chi è? Houdini?)
Pancani: “Rimangano in quattro”
De Luca: “Damano Cunego”
Pancani: “Dovrà dire addiro”
De Stefano a Contador: “Eres un verdadero champion” (doveva dire campeon)
TelevideoRAI: “Christophe Peraud” (Jean-Christophe)

LA TAPPA CHE VERRA’

Sembrava una tappa piazzata nel percorso quasi solo per non far indispettire i cronoman, visto che, tolta la prova collettiva, non ne era previste altre di frazioni contro il tempo. Gli organizzatori cullavana il sogno che la corsa si decidesse proprio nel 42,5 Km del circuito di Grenoble, ma era quasi un’utopia perchè era da anni che l’ultima crono non riusciva a ribaltare la classifica. Invece, neanche la tappa dell’Alpe d’Huez ha dissipato del tutto i dubbi sul detentore finale della maglia gialla, che sarà decretato al termine di una tappa già nota a buona parte del gruppo. Poco più di un mese fa, infatti, la crono di Grenoble è stata affrontata al Delfinato e si è conclusa con verdetti interessanti. Non ci riferiamo tanto al risultato finale, che ha premiato il tedesco Tony Martin, quanto alla velocità fatta registrare dal vincitore, poco inferiore ai 46 Km/h. Generalmente sono piuttosto frenate, a causa della stanchezza accumulata, le crono finali dei grandi giri a tappe ma, in quel caso, si era solo al quarto giorno di una corsa di una settimana, con le principali salite ancora da affrontare. La “colpa” è di un tracciato decisamente impegnativo, pur non presentado salite vere e proprio. Sarà un continuo alternarsi di tratti veramente veloci ad altri decisamente più lenti, sia per le tortuosità del tracciato, sia per le ondulazioni prevista.
Un palcoscenico indovinato per la sfida che decreterà il vincitore del Tour numero 98

METEOTOUR

Grenoble – partenza primo corridore : piogge deboli (0,3 mm), 15,6°C, venti deboli da NW (9-13 Km/h), umidità al 94%
Grenoble – arrivo maglia gialla : alternanza di piogge deboli (0,3 mm) e schiarite, 17,3°C, venti deboli da N (8-13 Km/h), umidità al 83%

IL PRIMO INDURAIN

Ecco come il quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo” nel 1991 annunciava ai suoi lettori il primo Tour conquistato da Miguel Indurain
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

19a TAPPA: MORZINE – AIX LES BAINS (177 Km)

INDURAIN, A TRES ETAPAS DE LA LEYENDA
Indurain se acerca al éxtasis
Konyshev, más rápido que Richard – Melcior Mauri, la marca de la casa – PDM confima su versión inicial

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ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

COMMENTOUR DE FRANCE: IL CORAGGIO DI CONTADOR E IL TALENTO DI ROLLAND IN UNA TAPPA LEGGENDARIA

luglio 22, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo lo spettacolo del Galibier, i 110 chilometri verso l’Alpe d’Huez sono stati ad alto contenuto di tensione con lo show di Alberto Contador sin dai primi metri del Telegraphe. Con il crollo di Voeckler, Pierre Rolland dimostra il suo grande talento, passando da gregario a giovane campione emergente. E tra gli italiani c’è il grandissimo risultato di Damiano Cunego.

Foto copertina: Alberto Contador e Andy Schleck all’attacco nelle battute iniziali della 19a tappa (foto Bettini)

Centodieci chilometri da leggenda: le strade, le salite, il pubblico di oggi hanno mostrato un ciclismo epico. La fuga da lontano di un coraggioso Alberto Contador nel tentativo di riaprire a sorpresa il Tour, la rabbia di Voeckler salendo fuorigiri sul Galibier, fino al numero di Pierre Rolland negli ultimi chilometri. Telegraphe, Galibier e Alpe D’Huez sono giudici terribili per un Tour de France che ha regalato grandi emozioni nella terza settimana, sulle Alpi. Tappa breve, per corridori esplosivi come Alberto Contador, caparbio nella volontà di ribaltare un Tour per lui negativo. E per Andy Schleck, che è riuscito nell’intento di vestire la maglia Gialla.
Ma se il numero del vincitore del Giro non è andato a buon fine, ben diverso (e meritato) è stato il successo di Pierre Rolland. Fino a stamani gregario di Thomas Voeckler, con la crisi del capitano ha avuto via libera ottenendo la più bella vittoria della carriera, su una salita a dir poco mitica. Sempre a ruota di Sanchez, senza dare alcun cambio, ha saputo gestire le sue forze dando il colpo di grazia una volta che i due hanno raggiunto Contador. Un capolavoro di tattica e lucidità per il giovane francese, e lo stesso ha fatto Damiano Cunego, autore di una tappa splendida, in cui è riuscito a restare sempre coi migliori, tentando pure un allungo nel finale.
Flop del giorno: Ivan Basso e Thomas Voeckler. Il varesino ha pagato la sua non esplosività in una tappa che è stata durissima dal primo chilometro, e le gambe oggi non hanno retto il ritmo imposto da Contador e soci. L’alsaziano invece non poteva chiedere ai suoi mezzi di riuscire a stare dietro allo spagnolo e a Schleck sul Galibier, forse l’unica pecca in un Tour esemplare per il francese, ancora in lotta per il podio.
Riuscirà Andy Schleck a difendere la maglia gialla appena conquistata? La crono di Grenoble è per specialisti, ed Evans conosce benissimo il percorso avendolo fatto nella identica tappa del Giro del Delfinato. Ci approcciamo a seguire una battaglia sul filo dei secondi, come quello tra Lemond e Fignon nel 1989, quando l’americano la spuntò per soli otto secondi. Ma quest’anno è un gioco a tre, con i due fratelli lussemburghesi e l’australiano, il più brillante sin dal primo giorno sul Montèè des Aluettes. Ora gli ultimi quarantadue chilometri, ad altissima tensione.

Andrea Giorgini

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