VERSO IL SANTUARIO DEL PIRATA
maggio 5, 2024 by Redazione
Filed under 05 MAGGIO 2024 - 2a tappa: SAN FRANCESCO AL CAMPO - SANTUARIO DI OROPA, News
Il Giro 2023 propone subito un’altra dura salita, molto più impegnativa rispetto al Colle della Maddalena scalato 24 ore prima nella frazione d’apertura della Corsa Rosa. Stavolta ci si dovrà arrampicare fino ai 1142 metri del Santuario di Oropa, dove ancora oggi viene “venerata” la fantastica impresa siglata da Marco Pantani al Giro del 1999. Senza dimenticare che sei anni prima anche un grande campione del calibro di Miguel Indurain aveva passato un brutto quarto d’ora sulla salita biellese.
Da un ricordo più triste il Giro d’Italia ora veleggia verso un ricordo più lieto, anche se pure carico di un velo di malinconia. Nel 2024 non cadrà soltanto l’anniversario della tragedia del Grande Torino, ma anche quello di una delle più esaltanti imprese che il mondo del ciclismo ricordi. Correva l’anno 1999 e sono già trascorsi ben 5 lustri dal giorno della vittoria di Marco Pantani a Oropa, gesta sportive che ci fecero e ancora ci fanno orgogliosamente gonfiare il petto al ricordo del grande campione che abbiamo avuto, un ricordo che allo stesso tempo c’intristisce perché è pochi giorni più tardi che inizierà, a Madonna di Campiglio, la parabola discendente della carriera del “Pirata”, un abisso nel quale lo scalatore romagnolo sprofonderà sino al momento della sua drammatica scomparsa. Era il 30 maggio e si correva la quindicesima tappa della Corsa Rosa, una frazione che in 160 Km conduceva da Racconigi al santuario di Oropa e che Pantani affrontava in maglia rosa dopo aver ripreso il giorno prima quelle insegne del primato che il francese Laurent Jalabert gli avevo sfilato a cronometro. Il regno del “Pirata” non appare traballante perché si ritrovava in testa alla classifica con poco meno di un minuto sul bergamasco Paolo Savoldelli, ma non poteva immaginare come il destino stia per tirargli un tranello proprio all’inizio della salita finale, sotto la forma di una foratura. Davanti si scatenano, dietro Pantani perde terreno ma strada facendo trova ad attenderlo i compagni di squadra, che lo aiutano a rientrare sulla coda del gruppo; quasi tutti sono convinti che la maglia rosa finirà inevitabilmente sulle spalle di qualcun altro ma non hanno fatto i conti con la tenacia e la forza di volontà del romagnolo, che pian piano raggiunge e stacca tutti, fino a riprendere e lasciare sul posto anche colui che si era rimasto solitario al comando della corsa, Jalabert, che al traguardo di Oropa sarà anticipato dallo scatenato Pantani di una ventina di secondi.
È così nel solco di quella storica giornata di ciclismo che si metteranno in marcia i “girini” per la prima tappa di montagna dell’edizione 2023, una frazione che potrebbe riuscire ad adombrare – almeno per qualche ora – il ricordo dell’impresa del Pirata perché affrontare una salita come quella di Oropa subito al secondo giorno di gara potrebbe far uscire molto presto dai giochi qualche favorito per la vittoria finale.
Si partirà da San Francesco al Campo, dove il raduno di partenza avverrà all’interno del Velodromo Francone, impianto costruito nel 1996 e sede di un centro di avviamento alla pista sul quale si sono “fatti le ossa” corridori del calibro del primatista dell’ora Filippo Ganna e della campionessa olimpica di Tokyo Elisa Balsamo. Nei chilometri iniziali si attraverserà l’altopiano della Vauda, formatosi ai piedi del ghiacciaio che in epoca remota ricopriva interamente l’area delle Valli di Lanzo, pedalando in direzione di Favria, centro dove si trova l’interessante chiesa romanica di San Pietro Vecchio e presso il quale è terminata l’ultima edizione del Gran Piemonte, vinta dal valtellinese Andrea Bagioli. Attraversata la vicina Rivarolo Canavese – comune che nel 2014 accolse l’arrivo della 13a frazione del Giro, traguardo sul quale erano attesi i velocisti ma, invece, per soli 11 secondi andò in porto la fuga di giornata con il successo di Marco Canola davanti al venezuelano Jackson Rodríguez e al francese Angélo Tulik – si supererà il corso del torrente Orco per poi puntare prima su Ozegna e poi, cambiata direzione di marcia, su San Giorgio Canavese, centro il cui castello è noto agli appassionati di fiction in costume perché è stato set di “Elisa di Rivombrosa”, dove era la residenza della marchesa Lucrezia Van Necker, interpretata dall’attrice italo – britannica Jane Alexander.
La successiva meta del gruppo sarà Caluso, centro situato all’estremità meridionale dell’anfiteatro morenico di Ivrea, un luogo conosciuto dagli appassionati di enologia per la produzione dei vini Passito ed Erbaluce. Attraversata la vicina Mazzè – dove è visitabile un curioso museo dedicato alla tortura nei sotterranei del locale castello – i corridori andranno ad affrontare la prima difficoltà altimetrica del tracciato, appena 600 metri al 4.6% che spezzeranno per un attimo la “monotonia” dei primi 87 Km totalmente pianeggianti. Salutata la provincia di Torino si entrerà in quella di Vercelli pedalando in direzione di Cigliano per poi “imbarcarsi” in un tratto quasi perfettamente rettilineo di una dozzina di chilometri che si concluderà alle porte di Tronzano Vercellese. Siamo entrati nella zona delle celebri risaie, impiantate alla fine del XV secolo per opera dei monaci benedettini e che saranno compagne di viaggio della Corsa Rosa nel successivo tratto verso Santhià, cittadina il cui nome deriva da quello della patrona Sant’Agata, alla quale è dedicata la collegiata, in parte romanica e in parte neoclassica. Costeggiando la “Baraggia” – area caratterizzata da fitte brughiere alternate a vaste praterie, un contesto ambientale protetto da una riserva naturale e che in certi aspetti ricorda la savana – si andrà a concludere la fase iniziale pianeggiante con i passaggi dai centri di Cossato e Valdengo, il comune del biellese che in tempi recenti ha ospitato il via di due tappe della Corsa Rosa, dirette a Plan di Montecampione (2014) e Bergamo (2017), rispettivamente vinte dal sardo Fabio Aru e dal lussemburghese Bob Jungels. Erano entrambe frazioni caratterizzate da salite e, infatti, è arrivato il momento di cambiare decisamente marcia, anche se le ascese che s’incontreranno nei chilometri successi saranno tutt’altro che difficili. La prima – 7 Km al 3% porterà fino ai 485 metri di Valle San Nicolao poi, scesi nella valle del torrente Strona di Mosso, si dovrà affrontare quella di 2.7 Km al 5.2% che terminerà alle porte di Croce Mosso. In discesa ci si porterà nella valle del torrente Sessera, dove ci si troverà ai piedi della prima delle tre salite ufficiali di giornata, che terminerà dopo 5.7 Km al 5.2% in località Lora, la frazione dell’ex comune di Trivero (dal 2019 divenuto parte di quello di Valdilana) presso la quale si trova la casa madre di Zegna, la celebre casa di moda qui fondata nel 1910 dall’imprenditore Ermenegildo Zegna, al quale è dedicata anche l’omonima “Oasi”, la spettacolare strada panoramica che inizia proprio da questo centro e che sale fino ai 1500 metri della stazione di sport invernali di Bielmonte: voluta proprio dallo Zegna, che fece impiantare lungo l’itinerario più di 500.000 conifere, dai suoi belvedere offre impareggiabili viste verso il Monte Rosa, incorniciate da fioriture di azalee e rododendri. Tutto questo sarà “vietato” ai corridori perché, pur essendo il GPM chiamato proprio “Oasi Zegna”, non dovranno percorrere nemmeno un centimetro di questa spettacolare strada panoramica, ma andranno subito ad imboccare la discesa, nel corso del quale si attraverseranno alcune delle frazioni dello scomparso comune di Mosso, anch’esso confluito in quello di Valdilana: tra queste ultima c’è Sella, il piccolo borgo del quale è originario Quintino Sella, il cui nome è scritto sui libri di storia non soltanto per essere stato per tre mandati Ministro delle Finanze del Regno d’Italia, ma anche per aver ispirato la fondazione del Club Alpino Italiano, da lui concepito il 12 agosto del 1863 dopo una scalata al Monviso e del quale fu presidente dal 1876 al 1884. Transitati ai piedi del Viadotto della Pistolesa, uno dei templi del bungee jumping, si andrà quindi verso l’appuntamento con la penultima salita di giornata, che ha come meta la località di Nelva, la frazione di Callabiana non distante dalla quale nel dicembre del 1944 trasmise le sue emissioni “Radio Libertà”, l’unica che nel periodo della Resistenza fu direttamente gestita dai partigiani. Tornando al percorso del Giro 2023 la salita che affronteranno i corridori per arrivare a Nelva (4.9 Km al 5.4% con un muretto di 300 metri al 15%) non è mai stata inserita nel percorso del Giro ma non sarà del tutto inedita perché nel 2019 era nel tracciato del Gran Piemonte, quell’anno terminato proprio a Oropa con la vittoria del colombiano Egan Bernal. Come in quella corsa, giunti in vetta a Nelva mancheranno poco meno di 25 Km al traguardo, scendendo all’inizio di quest’ultimo tratto in direzione della valle del torrente Cervo, il principale affluente del fiume Sesia, che si raggiungerà all’altezza di Andorno Micca, centro che contende alla vicina Sagliano i natali di Pietro Micca, l’eroe dell’assedio francese di Torino del 1706, durante il quale perse la vita nel tentativo di fermare l’ingresso in città dell’esercito nemico. Attraversando Tollegno si entrerà quindi in Biella, dove anche per i “girini” inizierà il pellegrinaggio verso Oropa, che li vedrà affrontare un’ascesa lunga poco meno di 12 Km e caratterizzata da una pendenza media del 6.2%, apparentemente nulla di eccezionale ma, come ricordavamo, già il fatto d’essere appena alla seconda giornata di gara la renderà un duro “muro” contro il quale potrebbero subito infrangersi le speranze di qualche corridore che puntava a ben figurare ma si è presentato al via con una condizione ancora approssimativa. L’inizio è morbido e, infatti, s’incontra un’inclinazione media del 4.5% nei primi 3 Km, numero che scende al 2.7% nei 2000 metri successivi, terminati i quali si abbandonerà temporaneamente la statale per imboccare la vecchia strada d’accesso al santuario e attraversare il piccolo borgo di Favaro. Qui l’asfalto lascerà brevemente il passo al pavé mentre le pendenze prenderanno ad accentuarsi poiché per arrivare alle soglie del paesino si deve affrontare un troncone di quasi un chilometro e mezzo al 9.5%. In corrispondenza del tratto in lastricato – 200 metri in tutto – la pendenza torna a scemare ma è giusto un attimo poiché usciti da Favaro e ripresa la “strada maestra” per il santuario le pendenze tornano a incrementare. Da qui a Oropa mancano ancora 5 Km, nei quali la media torna a salire fino al 7.9% mentre si arriva a toccare un picco massimo del 14% quando mancano poco più di 2 Km a un traguardo rimasto nella storia del ciclismo e non soltanto per l’impresa di Pantani. Lassù, il 12 giugno del 1993, il lettone Ugrumov riuscì a mettere in crisi un certo Miguel Indurain…
Mauro Facoltosi

Le cappelle del Sacro Monte di Oropa e l’altimetria della seconda tappa (www.italia.it)
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella Vacchiero (677 metri), Sella di Fusero (718 metri). Sono toccate dalla Strada Provinciale 106 “Callabiana – Pianezze” tra Callabiana e Andorno Micca, lungo la salita al GPM di Nelva.
Sella Sant’Antonio di Marcone (748 metri). Vi transita la Strada Provinciale 105 “Andorno – Mosso Santa Maria” tra Callabiana e Andorno Micca. Il gruppo vi transiterà in discesa, dopo il GPM di Nelva.
Sella di Favaro (758 metri). Si trova quasi al centro dell’omonimo abitato, toccato dal vecchio tracciato della strada che sale a Oropa.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Il Piazzo, il suggestivo borgo di stampo medioevale arroccato che costituisce una delle due storiche “anime” di Biella (l’altro è il sottostante Piano), ha costituito un irresistibile richiamo per le troupe cinematografiche che hanno individuato per le riprese la cittadina piemontese. E in particolare lassù sono saliti, in due distinti momenti, quattro autentici fuoriclasse della comicità italiana. I primi sono stati Carlo Verdone ed Enrico Montesano, che a Biella nel 1984 hanno girato – con il primo nel doppio ruolo di regista e attore – diverse scene de “I due carabinieri”, pellicola nella quale i due esponenti dell’arma protagonisti del film sono trasferiti da Roma a un imprecisato borgo del Piemonte: alcune scene furono girate a Torino, ma uno dei set principali, la caserma nella quale i due si ritrovano, è Palazzo Gromo di Ternengo, che si trova proprio nel cuore del Piazzo. Diciassette anni più tardi ad altri due campioni della risata si sono ritrovati lassù, i “toscanacci” Leonardo Pieraccioni e Massimo Ceccherini e anche in quel caso c’è in ballo una caserma dei carabinieri, stavolta inventata dalla produzione in Piazza Cisterna: il film è “Il principe e il pirata”, la cui trama racconta del viaggio di due fratelli (uno dei quali è un pregiudicato curiosamente soprannominato “Gimondi”) dalla Sicilia alla Valle d’Aosta per intascare l’eredità lasciata loro dal defunto padre.
In collaborazione con www.davinotti.com

Palazzo Gromo di Ternengo a Biella set de “I due carabinieri” (www.davinotti.com)
Le altre location dei due film citati
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-due-carabinieri/50002208
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-principe-e-il-pirata/50004048
FOTOGALLERY
San Francesco al Campo, Velodromo Francone
Favria, chiesa di San Pietro Vecchio
Castello di San Giorgio Canavese
Castello di Mazzè
Santhià, Collegiata di Sant’Agata
Un cicloturista ammira lo scenario offerto dalla Riserva Naturale Orientata delle Baragge
Trivero, la storica sede della Ermenegildo Zegna SpA
Una delle spettacolari viste concesse dall’Oasi Zegna
Viadotto della Pistolesa
Piazza della Cisterna, cuore del borgo del Piazzo a Biella
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI TORINO
maggio 4, 2024 by Redazione
Filed under 04 MAGGIO 2024 - 1a tappa: VENARIA REALE - TORINO, Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
Che spettacolo al Giro d’Italia! Narvaez vince lo sprint e si prende la maglia rosa. Pogacar subito protagonista
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Pogiju ni uspelo, za las je izgubil rožnato majico (Pogi fallì, perdendo per un pelo la maglia rosa)
Delo
Regno Unito
Giro d’Italia favourite Pogacar outsprinted on opening stage (Pogacar, il favorito del Giro d’Italia, ha superato allo sprint nella tappa di apertura)
The Independet
Francia
Narváez s’impose, Pogacar fait le spectacle (Vince Narváez, Pogacar dà spettacolo)
L’Équipe
Spagna
Pogacar baila en San Vito, Narváez manda (Pogacar balla a San Vito, Narváez comanda)
AS
Belgio
Van een verrassing gesproken: Jhonatan Narváez countert aanvallen van Tadej Pogacar en sprint naar ritzege en eerste roze trui – Jhonatan Narváez zag Tadej Pogacar foutje maken in de sprint, Cian Uijtdebroeks tevreden met gevoel: “Zeker op de lange klim voelde ik me goed” (A proposito di sorprese: Jhonatan Narváez contrasta gli attacchi di Tadej Pogacar e scatta verso la vittoria di tappa e la prima maglia rosa – Jhonatan Narváez ha visto Tadej Pogacar commettere un errore nello sprint, Cian Uijtdebroeks soddisfatto del feeling: “Mi sentivo bene, soprattutto sulla lunga salita”)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Narváez kan Pogacar weerstaan en wint openingsetappe Giro d’Italia (Narváez resiste a Pogacar e vince la tappa inaugurale del Giro d’Italia)
De Telegraaf
Germania
Duell mit Pogacar: Schachmann verpasst Tagessieg – Narvaez gewinnt Auftakt (Duello con Pogacar: Schachmann manca la vittoria di giornata – Narvaez vince il primo gol)
Kicker
USA
Narváez outsprints Giro d’Italia favorite Pogačar to win opening stage in Turin (Narváez supera Pogačar, favorito del Giro d’Italia, vincendo la tappa di apertura a Torino)
The Washington Post
Colombia
Sorpresa en el Giro: Narváez derrota a Pogacar, Daniel Martínez, el mejor colombiano (Sorpresa al Giro: Narváez batte Pogacar, Daniel Martínez il miglior colombiano)
El Tiempo
Ecuador
Jhonatan Narváez se impone a Tadej Pogacar y es el primer líder del Giro de Italia 2024 (Jhonatan Narváez batte Tadej Pogacar ed è il primo leader del Giro d’Italia 2024)
El Universo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
No la dejes marchar (Julio Jaramillo)
METEOGIRO
San Francesco al Campo: parzialmente nuvoloso, 19°C, vento debole da E (3-16 Km/h), umidità al 59%
Cigliano (Km 49.3) : cielo coperto, 20°C, vento debole da SE (6-18 Km/h), umidità al 60%
Valdengo – traguardo volante Sprint (Km 93.9): parzialmente nuvoloso, 19°C, vento debole da SE (8-21 Km/h), umidità al 60%
Oasi Zegna – GPM (Km 122.7): parzialmente nuvoloso, 16°C, vento debole da S (7-22 Km/h), umidità al 70%
Santuario di Oropa : pioggia debole (0.2 mm), 15.5°C, vento debole da S (9-13 Km/h), umidità al 76%
GLI ORARI DEL GIRO
12.45: inizio diretta su Eurosport
13.05: partenza da San Francesco al Campo
13.10: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su Rai2
15.05-15.20: traguardo volante Sprint di Valdengo
15.25-15.45: traguardo volante Intergiro di Crocemosso
15.50-16.15: GPM di Oasi Zegna
16.15-16.40: GPM di Nelva
16.30-16.55: traguardo volante Sprint di Biella (con abbuoni) e inizio salita finale
17.0-17.30: arrivo al Santuario di Oropa
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
Bortuzzo: “Vincere in maglia rosa a Oropa, come solo Pantani seppe fare” (c’è riuscito anche Tom Dumoulin nel 2017)
Professor Fagnani: “Pasaggi meravigliosi”
Cassani (parlando della Bardiani, che schiera solo corridori italiani): “Unica squadra con corridori italiani”
Genovesi (parlando della casa natale di Don Bosco): “Qui c’è la casa nativa, la cucina, la stalla di sopra” (e le mucche avevano le ali?)
Pancani: “Pozzovivo, il più giovane del Giro” (per i pochi che ancora non lo conoscono, il “Pozzo” ha 41 anni)
Rizzato: “Riprendere le code dei corridori”
Rizzato: “C’è un ricco rallentamento”
Fabio Baldato: “Può trovare un po’ imballati qualcuno”
Fiorelli: “Stamattina parlando nel direttore sportivo”
De Luca: “Il tuo papa” (papà)
Televideo: “Frazione animata dall’evazione di sei corridori”
Televideo: “Gebreigzabhier” (Ghebreigzabhier)
Televideo TV Svizzera: “10° Benjamin Thomas” (il corridore britannico è arrivato 63°, decimo si è piazzato il suo connazionale Geraint Thomas)
Televideo TV Svizzera: “Napolil”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della prima tappa, Venaria Reale – Torino
1° David Dekker
2° Riley Pickrell a 23″
3° Adrien Petit a 1′13″
4° Louis Barré a 1′28″
5° Torstein Træen a 2′55″
Miglior italiano Alberto Dainese, 16° a 3′11″
Classifica generale
1° David Dekker
2° Riley Pickrell a 23″
3° Adrien Petit a 1′13″
4° Louis Barré a 1′28″
5° Torstein Træen a 2′55″
Miglior italiano Alberto Dainese, 16° a 3′11″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
21 MAGGIO 1954 – 1a TAPPA: PALERMO (circuito del Monte Pellegrino, cronometro a squadre, 36 Km)
FAUSTO COPPI AL COMANDO DELLA CLASSIFICA DOPO LA PRIMA TAPPA DEI GIRO D’ITALIA
Il campionissimo ha compiuto i 36 Km. del percorso a cronometro alla media di circa 43 all’ora – Confusione alla partenza per l’invasione della pista – Koblet distaccato di 1′25″ – Petrucci ritirato – Oggi: Palermo-Taormina di Km. 274

Anche la Mole Antonelliana di Torino ha vestito l'abito rosa (www.viveretorino.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Venaria Reale
NARVAEZ SORPRENDE POGACAR, LA PRIMA MAGLIA ROSA VOLA IN ECUADOR
maggio 4, 2024 by Redazione
Filed under 04 MAGGIO 2024 - 1a tappa: VENARIA REALE - TORINO, News
La prima tappa del Giro 2024 vede subito le scintille tra i big con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che spiana il duro strappo finale di San Vito. Il fuoriclasse sloveno non si scrolla di dosso Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers) che vince nella volata ristretta davanti a Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe) ed indossa la prima maglia rosa
Il Giro 2024 presenta subito una tappa impegnativa da Venaria Reale a Torino, anche se è soltanto di 140 km. Al di là dei tre gpm categorizzati di seconda, di terza e di quarta categoria (rispettivamente Colle Maddalena, Superga e Berzano di San Pietro), sarà il secondo passaggio dal Bivio di San Vito che deciderà molto probabilmente chi vestirà la prima maglia rosa. La salita è lunga 1 km e mezzo e raggiunge pendenze che superano il 15%. Ovviamente Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) vorrà subito far vedere di che pasta è fatto ed in una certa misura capiremo anche quali saranno i suoi avversari per il prosieguo della corsa rosa. Dopo la partenza da Venaria Reale si formava la prima fuga del Giro 2024 grazie all’azione di Louis Barrè (Team Arkea B&B Hotels), Nicolas Debeaumarchè (Team Cofidis), Lilian Calmejane (Team Intermarchè Wanty), Amanuel Ghebreigzabhier (Team Lidl Trek), Andrea Pietrobon (Team Polti Kometa) e Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Fiorelli scollinava in prima posizione sul primo gpm di Barzano di San Pietro posto al km 48.4. Il ciclista del Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè si aggiudicava anche il successivo traguardo volante di Moriondo Torinese posto al km 57.9. Sul secondo gpm di Superga il gruppetto dei favoriti si spezzettava e restavano in testa Ghebreigzabhier , Fiorelli, Calmejane e Pietrobon. Ghebreigzabhier scollinava in prima posizione sul gpm di Superga posto al km 78.5. Nella discesa verso Torino Ghebreigzabhier e Calmejane allungavano. A 50 km dalla conclusione il vantaggio della coppia di testa si aggirava sui 3 minuti. Il gruppo era sempre tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates. Calmejane vinceva il traguardo Intergiro di Corso Moncalieri posto al km 104.7. All’inizio del Colle Maddalena la coppia di testa aveva 1 minuto e 40 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore. Domenico Pozzovivo (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) era vittima di una caduta insieme ad altri cinque ma nonostante ciò si rimetteva subito in sella e rientrava nel gruppo principale a circa 3 km dallo scollinamento. IL forcing dell’UAE Team Emirates faceva delle vittime illustri, tra cui si segnalavano Thymen Arensman (Team INEOS Grenadiers), Michael Woods (Team Israel Premier Tech) e Romain Bardet (Team DSM Firmenich PostNL). Calmejane restava da solo in testa e riusciva con grande sforzo a scollinare in prima posizione. Prima della seconda salita del Bivio di San Vito attaccavano Nicola Conci (Team Alpecin Deceuninck), Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious), Maximilian Schachmann (Team BORA Hansgrohe), Mikkel Honoré (Team EF Education EasyPost), Alex Baudin (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Alessando De Marchi (Team Jayco AlUla) e Giulio Pellizzari (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Caruso vinceva il trguardo volante di Moncalieri posto al km 130.4. Conci si avvantaggiava e approcciava in testa lo strappo di San Vito. Dopo una violenta accelerazione Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) andava a prendere ad uno a uno gli attaccanti ed alla sua ruota riusciva a restare solamente Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grendiers). La nuova coppia di testa scollinava con qualche secondo di vantaggio su Schachmann che riusciva a rientrare sui primi due. Dopo la velocissima discesa la volata a tre premiava Narvaez che aveva la meglio su Schachmann e Pogacar. Quarto a 6 secondi era Baudin mentre il drappello degli inseguitori era regolato in quinta posizione da Conci. Per Narvaez è la terza vittoria stagionale ma soprattutto la prima volta che veste la maglia rosa. Il campione nazionale dell’Ecuador ha 3 secondi di vantaggio su Schachmann e 6 secondi di vantaggio su Pogacar. Domani è in programma la seconda tappa da San Francesco al Campo al Santuario di Oropa di 161 km. Le difficoltà sono concentrate tutte negli ultimi 50 km con i tre gpm di Oasi Zegna, Melva e l’arrivo al Santuario di Oropa. Tadej Pogacar avrà sicuramente voglia di riscattarsi dopo la mezza delusione di oggi.
Antonio Scarfone

L'ecuadoriano Narvaez vince la prima tappa del Giro 2024 (foto Luca Bettini / AFP / Getty Images)
NELLA PRIMA MAGLIA ROSA BATTE UN CUORE GRANATA
maggio 4, 2024 by Redazione
Filed under 04 MAGGIO 2024 - 1a tappa: VENARIA REALE - TORINO, News
Il Giro 2024 parte nel ricordo del Grande Torino. Sono passati 75 anni dalla tragedia di Superga, nella quale persero la vita i componenti della squadra granata, e il Giro renderà omaggio alla leggendaria formazione del capoluogo piemontese con una prima tappa subito impegnativa, che inevitabilmente porterà la Corsa Rosa sulla collina di Superga, anche se questa sarà affrontata dal versante meno impegnativo. A rubargli lo scenario agonistico sarà il successivo Colle della Maddalena, una salita nettamente più difficile e atipica per il primo giorno di un grande giro: chi ambirà a vestire la maglia rosa finale a Roma dovrà presentarsi ai nastri di partenza già al top della condizione.
NOTA: rispetto al percorso qui presentato è stata introdotta un’ulteriore salita subito a ridosso del traguardo: è quella di San Vito (1.5 Km all’8.6% e un picco del 16%), che dovrà essere ripetuta due volte e in cima alla qiale si svetterà a 2.9 Km dall’arrivo
Il 4 maggio del 1949 è una data impressa a fuoco nella storia dello sport italiano, è il giorno nel quale si spezzò per sempre la gloriosa parabola del Grande Torino, infrantasi con l’aereo sul quale viaggiava la squadra contro la collina di Superga. Fu una tragedia immensa, che colpì l’ Italia intera e non soltanto l’ambiente prettamente sportivo. Tra i grandi del pedale ne fu intimamente colpito Fausto Coppi, che era legato da sincera e profonda amicizia a Ezio Loik, la mezzala d’origine istriana che era perita nell’incidente assieme ad altri 17 compagni di squadra: fu a lui che, un mese più tardi, il Campionissimo dedicherà la vittoria nella Cuneo – Pinerolo per poi fare dono di una bicicletta a Mirella, la figlia del calciatore, il giorno successivo sul traguardo di Torino.
Il 4 maggio del 2024 saranno trascorsi esattamente 75 anni dal quel tragico pomeriggio e nella stessa data l’Unione Ciclistica Internazionale ha stabilito che ci sarà la partenza del Giro d’Italia. L’organizzazione della Corsa Rosa, il cui “proprietario” è proprio Urbano Cairo, l’imprenditore che dal 2005 è presidente del Torino, ha così scelto il capoluogo del Piemonte per la tappa d’apertura, una frazione che inevitabilmente avrà in programma l’ascesa a Superga, anche se questa sarà affrontata dal versante orientale, quello meno impegnativo, per evitare d’interferire con la mesta processione dei tifosi granata, che ogni anno nell’anniversario salgono in laico pellegrinaggio alla basilica, anche chi è nato dopo il 1949 e non ha vissuto, sulla pelle e nel cuore, quel grande dolore. Per il Giro si tratterà di una partenza decisamente fuori dai soliti schemi e, complice anche l’arrivo in salita del giorno successivo a Oropa, i corridori che punteranno al successo finale dovranno necessariamente schierarsi ai nastri di partenza già al top della forma, mentre in passato si poteva anche correre il rischio di partire con una condizione ancora non ottimale, contando di affinarla nei primi giorni di gara, solitamente poco impegnativi. Anche perché questa tappa non presenterà solo la salita di Superga ma anche quella del Colle della Maddalena, poco abituale per il giorno d’apertura di un grande giro per via dei suoi 6.3 Km inclinati al 7.3% medio.
Come nel 2011, quando il Giro iniziò con una cronometro a squadre di quasi 20 Km, le operazioni di partenza si svolgeranno per la reggia di Venaria Reale, cuore della tenuta di caccia che i duchi di Savoia decisero di realizzare nelle campagne a nordovest di Torino nella seconda metà del ‘600. Il debutto della Corsa Rosa sarà in pianura per i primi 50 Km, pedalando subito dopo il via in direzione di Borgaro Torinese, presso il quale nel 2018 è stato inaugurato un monumento dedicato al “Grande Torino” con la gigantografia di una foto che ritrae i giocatori scomparsi nell’incidente. Attraversato il giovane comune di Mappano, istituito nel 2013, si giungerà sulle strade di Leinì, centro dominato dai 33 metri della Torre dell’Ammiraglio, eretta probabilmente nel XIII secolo e intitolata all’ammiraglio del Regno Sabaudo Andrea II Provana di Leynì (così si scriveva il nome del comune fino all’avvento del fascismo). Giunti a Volpiano si punterà quindi su Brandizzo, dove sono ancora vivi gli echi di un’altra tragedia, quella che il 30 agosto scorso ha visto morire cinque operai che stavano lavorando sulla linea ferroviaria che attraversa questo centro, investiti da un treno in transito. Sfiorata la vicina Chivasso, la capitale per due secoli del marchesato del Monferrato al cui centro svetta l’asimmetrica facciata della collegiata di Santa Maria Assunta, il percorso supererà per il corso del Po avvicinandosi all’estremità settentrionale della cosiddetta “Collina torinese”, il poco elevato massiccio che separa la città dal resto del Monferrato. E’, infatti, arrivato il momento di misurarsi con la prima delle salite ufficiali del Giro 2024, quella che in 2.7 Km al 5.3% condurrà a Berzano di San Pietro, il borgo dell’astigiano nel cui cimitero riposa Nino Defilippis, corridore dal 1952 al 1964 (vinse nove tappe al Giro e vanta tuttora il primato di maglia rosa più giovane di sempre, vestita a soli vent’anni d’età per due giorni nella stagione del debutto) e commissario tecnico della nazionale italiana per una sola stagione, quella del 1973 che vide laurearsi campione del mondo a Barcellona Felice Gimondi.
La prima discesa del Giro avrà come meta Castelnuovo Don Bosco, il paese natale del celebre sacerdote la cui modesta casa si può visitare in frazione Becchi, accanto all’imponente basilica che sarà innalzata in suo onore al culmine della collina che oggi porta il suo nome.
Alla prima difficoltà altimetrica ufficiale ne seguirà una non “categorizzata” ma per questo non semplice, un vero e proprio muro di quasi 500 metri al 10% necessario per arrivare a Moriondo, paese del quale fu sindaco per quasi trent’anni, fino al 1974, l’industriale Virginio Bruni Tedeschi, nonno della top model ed ex première dame di Francia Carla Bruni. Rientrati in provincia di Torino si andrà ora incontro all’appuntamento con la salita di Superga che, come anticipato, si affronterà dal versante orientale, sicuramente meno nobile in quanto a pendenze rispetto a quello tradizionale (6.6 Km al 4.2% vs 5.1 Km all’8.2%), ma non meno blasonato poiché è da Baldissero che si saliva fino a qualche decennio fa nel finale della Milano – Torino, quando il traguardo della corsa più antica del calendario italiano (prima edizione disputata nel 1876) era ancora in città, a volte previsto presso il Parco del Valentino, altre volte sulla pista del motovelodromo che nel 1990 fu intitolato a Fausto Coppi. Scollinati a circa 2 Km di distanza dalla basilica, progettata dall’architetto messinese Filippo Juvarra, inizierà una dolcissima planata lungo la sinuosa strada panoramica che collega il colle di Superga a quello di Pino Torinese, in cima al quale il 28 maggio del 1950 s’incrociarono per la prima volta le storie del Giro d’Italia e della RAI: in quell’occasione la futura tv di stato (all’epoca Radio Audizioni Italiane) v’installò appositamente un ripetitore per una delle prime “prove tecniche di trasmissione”, che consentì di mostrare al pubblico che affollava il motovelodromo di Torino le fasi finali della tappa del Giro vinta dall’abruzzese Franco Franchi. Alle porte di Pino anziché imboccare la discesa verso Torino si proseguirà in quota in direzione del Colle della Maddalena, andando ad affrontare la breve e modesta ascesa del Col d’Arsete, in vetta al quale si svolterà in direzione di Pecetto Torinese, località conosciuta per la coltivazione di rinomate ciliegie, alla quali è dedicata una sagra che nel 2024 taglierà il traguardo della centonovesima edizione. Terminata la discesa il gruppo andrà a innestarsi sul circuito finale, continuando a procedere in lieve discesa verso Moncalieri, dove un piccolo strappo che – 28 Km più avanti – costituirà l’ultima difficoltà altimetrica del tracciato, posta immediatamente prima del passaggio al cospetto del Castello Reale di Moncalieri, in epoca risorgimentale fu residenza prediletta dal futuro primo re d’Italia Vittorio Emanuele II, che lo preferiva al trambusto del Palazzo Reale situato nel centro di Torino.
Dopo un primo transito dalla linea d’arrivo si sfilerà di fronte alla neoclassica chiesa della Chiesa della Gran Madre di Dio, le cui linee ricordano quelle del Pantheon romano, seguitando lungo le rive del Po per circa un chilometro prima di svoltare in direzione della Villa della Regina, progettata come “casa di campagna” per il cardinale Maurizio di Savoia e in seguito divenuta residenza estiva prediletta dalle due sovrane sabaude che le attribuirono l’attuale nome, Anna Maria d’Orleans e Polissena d’Assia. Quando i corridori transiteranno dinanzi ai cancelli della villa sarà iniziata da poche centinaia di metri la salita “faro” di questa tappa, una descrizione che calza doppiamente a pennello perché in vetta al Colle della Maddalena si trova effettivamente un faro, costruito per celebrare il decimo anniversario della vittoria nella Prima Guerra Mondale e realizzato a spese del fondatore della FIAT Giovanni Agnelli, senatore e nonno del celebre e omonimo “avvocato”. Come anticipato in precedenza per arrivar fin lassù si dovranno affrontare 6.3 Km di salita caratterizzata da una pendenza media del 7.3%, da un picco massimo del 12% e dai tratti più scoscesi che s’incontreranno nei pressi del cosiddetto Eremo, convento fondato dal duca Carlo Emanuele I di Savoia come ringraziamento dopo la fine della pestilenza che aveva colpito Torino nel 1599 e della cui costruzione originaria sono rimaste solo alcune piccole parti, come la torre dalla quale il duca assistette alla posa della prima pietra del monastero.
Raggiunti il Faro si scenderà verso Pecetto, per poi ritrovare le strade già percorse in precedenza, con lo strappo verso Moncalieri e il finale lungo il Po prima di andare a conoscere la prima maglia rosa dell’edizione 2024.
Mauro Facoltosi

La basilica di Superga e l’altimetria della prima tappa (www.italia.it)
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Pino (507 metri). Vi transita la Strada Provinciale 5 “di Pino” tra Reaglie e Pino Torinese, nel punto dove vi confluisce la panoramica proveniente da Superga. Il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2022, durante la tappa Santena – Torino, vinta da Simon Yates. È stata luogo di passaggio anche alla Milano – Torino, quando la scalata a Superga veniva affrontata dal versante di Baldissero Torinese e l’arrivo era fissato all’interno del Parco del Valentino: è nella discesa da Pino verso Reaglie che nel 1995 avvenne l’incidente che tenne lontano dalle corse per parecchi mesi Marco Pantani. Anche il Giro del Piemonte l’ha inserita in più occasioni nel suo tracciato.
Sella dell’Eremo (621 metri). Valicato dalla Strada Eremo, che mette in comunicazione diretta Torino con Pecetto Torinese evitando l’ascesa fino al Colle della Maddalena. Il Giro d’Italia l’ha toccato nel 2022 durante la pocanzi citata tappa Santena – Torino. Come la Sella di Pino, in passato è stata inserita nel tracciato del Giro del Piemonte.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Riaperta al pubblico nel 2007 dopo quasi dieci anni di lavori di restauro, preceduti da un periodo d’abbandono e degrado durato decenni, la reggia di Venaria Reale è tornata a mostrarsi in tutta la sua bellezza e di questa bellezza se n’è accorto anche il mondo del cinema. Già l’anno successivo sarà set de “I demoni di San Pietroburgo”, il penultimo film diretto dal regista genovese Giuliano Montaldo, recentemente scomparso. Sarà, però, nel 2013 che la reggia si prenderà la ribalta grazie alle molte scene che vi furono girate per il film “Benvenuto Presidente!”, pellicola nella quale Claudio Bisio interpreta il ruolo di Giuseppe Garibaldi, omonimo dell’eroe dei due mondi e bibliotecario di un piccolo paesino di montagna che si ritrova a sua insaputa nominato Presidente della Repubblica. Non essendo disponibile per ovvie ragioni il Quirinale per le scene ambientate nella residenza ufficiale del capo dello stato si optò per location più a “portata di mano”, realizzando così un collage che mixa i romani Palazzo Farnese e Villa Aurelia (per gli esterni) a edifici situati in Piemonte, dove già erano state girate le scene in montagna, filmate a Sauze di Cesana, non lontano dal Sestriere. Così si vede Bisio in azione tra il Palazzo Civico di Torino, Palazzo Carignano (dove l’attore ha dormito nientemeno nel letto che fu di Camillo Benso Conte di Cavour), la biblioteca dell’Accademia di Scienze (dove Bisio precipita dall’alto tra le braccia della Smutniak) e soprattutto la reggia di Venaria Reale, che si è accaparrata le scene più spettacolari. Il corridoio dove il neoletto presidente viene accolto al Quirinale è la suggestiva Galleria di Diana, mentre è all’interno della cappella della reggia, dedicata a Sant’Uberto, che s’incontrano segretamente i tre politici che tramano alle spalle del presidente per costringerlo alle dimissioni. Ad un certo punto i tre saranno convocati dai “poteri forti”, le eminenze grigie che tessono le reti della politica italiana: nel maestoso ambiente che un tempo ospitava i cavalli alloggiati nelle scuderie juvarriane, i tre si troveranno effettivamente davanti a due colossi, non della politica ma del cinema italiano poiché a interpretare quei ruoli furono, infatti, chiamati due monumenti della “settima arte”, i registi Pupi Avati e Lina Wertmüller.
In collaborazione con www.davinotti.com

La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)
La Galleria di Diana della Reggia di Venaria Reale nel film “Benvenuto Presidente!” (www.davinotti.com)
Le altre location dei due film citati
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-demoni-di-san-pietroburgo/50013889
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/benvenuto-presidente/50030839
FOTOGALLERY
La reggia di Venaria Reale
Borgaro Torinese, monumento dedicato al “Grande Torino”
Leinì, Torre dell’Ammiraglio
Chivasso, collegiata di Santa Maria Assunta
Colle Don Bosco, casa natale di San Giovanni Bosco
Castello di Moncalieri
Torino, Chiesa della Grande Madre di Dio
Torino, la Villa della Regina vista da uno dei tornanti del Colle della Maddalena
La torre dell’Eremo Camaldolese situato lungo la salita al Colle della Maddalena
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Colle della Maddalena, Il Faro della Vittoria
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI VENARIA REALE
maggio 3, 2024 by Redazione
Filed under 04 MAGGIO 2024 - 1a tappa: VENARIA REALE - TORINO, Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)
SALA STAMPA
Italia
Chi vince il Giro? Non solo Pogacar: ecco tutti i favoriti
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Na Giro v zadnjem vagonu – Kmalu spet z Rogličem? Tratnik ima sladke skrbi (Al Giro con l’ultima carrozza – Presto di nuovo con Roglič? Tratnik ha dolci preoccupazioni)
Delo
Regno Unito
Can anyone stop Pogacar? The main challengers and key stages – Doomed to fail but dreaming of next win – meet the Giro underdogs (Qualcuno può fermare Pogacar? I principali sfidanti e le fasi chiave – Destinato a fallire ma sognando la prossima vittoria: ecco gli sfavoriti del Giro)
The Times
Francia
Le doublé Giro-Tour, le nouveau défi de Pogacar (La doppietta Giro-Tour, la nuova sfida di Pogacar)
L’Équipe
Spagna
El desafío de Pogacar (La sfida di Pogacar)
AS
Belgio
Het wordt tóch nog een spannende Giro met… onze Pogacar-bingo! – Veertien Belgen prijken op deelnemerslijst Giro d’Italia 2024, Tadej Pogacar start als dé topfavoriet (Sarà comunque un Giro emozionante con… la nostra tombola Pogacar! – Quattordici belgi nell’elenco dei partecipanti al Giro d’Italia 2024, Tadej Pogacar parte da primo favorito)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Pogacar voelt zich niet onklopbaar in Giro en denkt aan Vingegaard: ’Dat was horror’ – Overzicht Giro | Visma mist ook Koen Bouwman: ’Maar we hebben nog steeds een sterke ploeg’ (Pogacar non si sente imbattibile al Giro e pensa a Vingegaard: “Che orrore”) – Panoramica Giro | Alla Visma manca anche Koen Bouwman: “Ma abbiamo ancora una squadra forte”)
De Telegraaf
Germania
Tadej Pogacar geht als Favorit in Italien an den Start. Die Turiner Fans sind von der Streckenführung nicht begeistert. (Tadej Pogacar parte da favorito in Italia. I tifosi del Torino non sono entusiasti del percorso)
Kicker
Colombia
Nairo Quintana calienta el Giro de Italia y advierte a los críticos: ‘Me gustaría estar peleando’ – Esteban Chaves le pone la mira al Giro de Italia tras ser el último colombiano confirmado (Nairo Quintana scalda il Giro d’Italia e avverte i critici: ‘Vorrei lottare’ – Esteban Chaves punta al Giro d’Italia dopo essere stato l’ultimo colombiano confermato)
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Notte rosa (Umberto Tozzi)
METEOGIRO
Venaria Reale : nubi sparse, 19°C, vento debole da SE (6-19 Km/h), umidità al 51%
Berzano di San Pietro – GPM (Km 48.4) : nubi sparse, 18°C, vento debole da E (6-18 Km/h), umidità al 53%
Torino – 1° passaggio (Km 109.8): parzialmente nuvoloso, 20°C, vento debole da E (5-17 Km/h), umidità al 49%
Torino – arrivo: parzialmente nuvoloso, 20°C, vento debole da E (5-19 Km/h), umidità al 49%
GLI ORARI DEL GIRO
13.30: inizio diretta su Eurosport
13.50: inizio diretta su RaiSport
13.55: partenza da Venaria Reale
14.00: inizio diretta su Rai2
14.55-15.05: GPM di Berzano di San Pietro
15.10-15.20: traguardo volante Sprint di Moriondo Torinese
15.35-15.50: GPM di Superga
16.10-16-25: traguardo volante Intergiro di Corso Moncalieri (Torino)
16.20-16.35: primo passaggio dal traguardo di Torino
16.35-17.00: GPM di Colle Maddalena
16.50-17.15: traguardo volante Sprint di Moncalieri (con abbuoni)
17.05-17.30: arrivo a Torino
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario
Cassani: Partenza da Villa Reale (il Giro 2024 parte da Venaria Reale)
Televideo: Venaria Real
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
L’anno scorso è finita così:
1° Nicolas Dalla Valle
2° Alberto Dainese a 2′57″
3° Arashiro Yukiya a 5′28″
4° Albert Torres a 7′16″
5° Alexander Krieger a 17′59″
Miglior italiano Filippo Tagliani, 7° a 44′53″
Maglia nera Primoz Roglic, 125° a 5h26′45″
IL GIRO DI 70 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici
20 MAGGIO 1954 – RADUNO DI PARTENZA A PALERMO
SI INIZIA OGGI IL GIRO D’ITALIA CON UNA BREVE TAPPA A CRONOMETRO
La tappa, con partenza e arrivo a Palermo, è a squadre ma con classifica individuale – Le operazioni di punzonatura – La carovana ricevuta dal presidente della Regione – Interviste con Coppi e Koblet

La Reggia di Venaria Reale illuminata di rosa in occasione del Giro (www.ansa.it)
LIEGI 2024 – LE PAGELLE
aprile 21, 2024 by Redazione
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, Approfondimenti
Le pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi 2024
TADEJ POGACAR: Non ci sono più aggettivi per questo corridore straordinario. Era il favorito della Liegi-Bastogne-Liegi e correva contro tutti ma per lui nessun problema. Il corridore della UAE Team Emirates corre con attenzione e intelligenza non facendosi sorprendere dalle cadute del gruppo. Tadej fa lavorare bene la squadra e a meno 35 chilometri dalla fine piazza la stoccata vincente che lascia tutti di sasso. Fenomenale. VOTO: 10
ROMAIN BARDET: Il 33enne transalpino coglie in questa edizione il piazzamento più alto in carriera in una Classica Monumento. Non prova a tenere le ruote di Pogacar, sapendo che sarebbe stato un azzardo, e attacca con astuzia nel gruppetto degli inseguitori, andandosi a prendere un ottimo secondo posto. VOTO: 7,5
MATHIEU VAN DER POEL: Il Campione del Mondo dopo aver vinto in meno di un mese Parigi-Roubaix e Giro delle Fiandre arrivava alla Liegi nei panni di uno dei principali favoriti. Rimane coinvolto in una caduta di gruppo che gli fa spendere molte energie per rientrare e per questo soffre sulle pendenze delle “côtes” valloni. Nonostante una condizione atletica in calo e una giornata sfortunata riesce a vincere lo sprint del gruppo degli inseguitori e prendersi un meritato terzo posto. VOTO: 7
MAXIM VAN GILS: Il giovane belga della Lotto Dnsty è una delle belle realtà di questo 2024. Corridore che onora tutte le corse a cui partecipa con piazzamenti molto interessanti, come il quarto posto di giornata. VOTO: 6,5
AURELIEN PARET-PEINTRE: Il corridore della Decathlon AG2R La Mondiale Team raccoglie un buon quinto posto col minimo sforzo. Corre per il piazzamento cetellinando al minimo gli sforzi e raggiunge il suo obiettivo. VOTO: 6,5
DIEGO ULISSI: Il toscanaccio dela UAE Emirates fa la solita corsa di sacrificio per il suo capitano. Quando c’è da menare e fare l’andatura in testa al gruppo non si tira mai indietro. VOTO: 6,5
EGAN BERNAL: Vedere il corridore colombiano attaccare sulla Rouche-aux-Faucons dopo gli anni difficili post-infortuni è un inno alla gioia per tutti gli appassionati di ciclismo. Termina al diciannovesimo posto nel gruppo regolato da Van der Poel. VOTO: 6,5
ANTONIO TIBERI: Il giovane ciclista della Bahrain-Victorious è il primo degli italiani al traguardo. Si fa notare negli ultimi 20 chilometri, quando cerca di avvantaggiarsi con altri inseguitori dal gruppetto Van der Poel. VOTO: 6
BEN HEALY: Solita corsa generosa del corridore irlandese della EF Education-EasyPost. Tanta grinta ma purtroppo per lui non basta. VOTO: 6
ROMAIN GREGOIRE: Seconda punta della Groupama-FDJ che riesce ad entrare nel gruppetto Bardet a 15 chilometri dal traguardo. Pogacar era già lontano ma l’azione per il podio viene sfruttata solo dal corridore del Team DSM. Nel complesso buona gara per il giovane francese. VOTO: 6
LUCA VERGALLITO: Quando Van der Poel rimane coinvolto nella caduta il nostro connazionale si mette in testa al gruppo a tirare per il suo capitano. Le sue fatiche sono state ripagate con il podio del Campione del Mondo. VOTO: 6
BENOIT COSNEFROY: Solita corsa di cuore per il ciclista francese. Entra nell’azione che lancia Bardet al secondo posto, ma purtroppo non riesce a tenergli le ruote. VOTO: 6
RICHARD CARAPAZ: Lo scalatore ecuadoriano è l’unico che prova a tenere le ruote di Pogacar quando scatta. Stringe i denti ma molla le ruote dello sloveno dopo qualche metro e i fuorigiri gli precludono la lotta al podio. VOTO: 5,5
THOMAS PIDCOCK: La sfortuna lo colpisce con un problema meccanico nel bel mezzo della corsa. Recupera e rientra nel gruppo dei migliori, ma si nasconde non riuscendo a trovare il guizzo giusto per un buon piazzamento. Nonostante un settimo posto, da un ciclista con le sue qualità e fresco vincitore dell’Amstel ci aspettavamo di più. VOTO: 5
SANTIAGO BUITRAGO: La maxi-caduta ad inizio corsa coinvolge anche lui, oltre che a Van der Poel. Corre sempre di rimessa ma le energie finiscono subito. VOTO: 5
ALEKSANDR VLASOV: Il corridore della Bora-Hansgrohe non riesce a fare il salto di qualità che ci aspettiamo da anni. Che sia un Grande Giro o una corsa di un giorno il risultato non cambia. VOTO: 4,5
STEPHEN WILLIAMS: Il vincitore della Freccia Vallone 2024 esce subito dai giochi arrivando al traguardo con oltre quindici minuti di ritardo da Pogacar. VOTO: 4
Luigi Giglio
LIEGI-BASTOGNE-LIEGI SENZA STORIA. POGACAR VINCE DOMINANDO
aprile 21, 2024 by Redazione
Filed under 7) LIEGI - BASTOGNE - LIEGI, News
L’attacco sulla Côte de la Redoute era una delle mosse più pronosticate degli ultimi eventi ciclistici e così è stato per Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che allunga e in pochi km otterrà un vantaggio che si dilaterà fino al termine della corsa con Romain Bardet (Team DSM – Firmenich PostNL) che si guadagna il secondo posto mentre un comunque discreto Mathieu van Der Poel chiude in terza posizione
Dopo la vittoria nel 2021 Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si presenta alla Liegi-Bastogne-Liegi come grande favorito anche in considerazione del fatto che Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), vincitore nel 2022 e nel 2023, è ai box dopo la caduta patita al Giro dei Paesi Baschi. L’avversario più temibile per lo sloveno sembra essere il campione del mondo Mathieu van der Poel (Team Alpecin Fenix) ma non mancano altri ciclisti che palesano una buona condizione come Santiago Buitrago e Wour Poels (Team Bahrain Victorious), Tom Pidcock (Team INEOS Grenadiers), Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek), Stephen Williams (Team Israel Premier Tech) e Maxim van Gils (Teal Lotto Dstny). Negli oltre 254 km da Liegi a Liegi si dovranno affrontare 11 cotes e come di consueto saranno quelle finali a decidere la gara, ovvero il trittico formato dal Col du Rosier, dalla Côte de la Redoute e dalla Côte de la Roche-aux-Faucons. La fuga partiva dopo pochi km grazie all’azione di nove ciclisti: Gil Gelders (Team Soudal Quick Step), Remy Rochas (Team Groupama FDJ), Enzo Leijnse (Team DSM – Firmenich PostNL), Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Lilian Calmejane (Team Intermarchè Wanty), Ivan Romeo (Team Movistar), Loic Vliegen (Team Bingoal WB), Fabien Doubey e Paul Orselin (Team TotalEnergies). Il gruppo lasciava andare i nove attaccanti che dopo 30 km avevano un vantaggio di 3 minuti e 30 secondi. Dopo la Côte de Bellerue e la Côte de Saint-Roch, le due prime asperità categorizzate che i ciclisti avevano affrontato, il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore tirato dall’UAE Team Emirates era di 4 minuti e 40 secondi. Le cose iniziavano a cambiare ritornando verso Liegi visto che ai piedi della Côte de Mont-le_soie il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore era sceso a minuto. La prima caduta di una certa rilevanza veniva registrata a 99 km dall’arrivo e vi erano coinvolti William Junior Lecerf (Team Soudal Quick Step), Chris Hamilton (Team DSM – Firmenich PostNL) e Toon Clynhens (Team Flanders Baloise). Poco dopo un rallentamento a causa di un restringimento della carreggiata causava una sensibile frattura nel gruppo. Tra gli altri restava invischiato nelle retrovie Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck). La seconda parte del gruppo doveva recuperare una cinquantina di secondi sulla prima parte del gruppo. Il forcing dell’Israel Premier Tech allungava il primo gruppo inseguitore che annullava la fuga a 88 km dall’arrivo. Nel gruppo inseguitore oltre a Van der Poel erano presenti anche Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Jesus Herrada (Team Cofidis), Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe), Simon Yates (Team Jayco AlUla) e Tom Pidcock (Team INEOS Grenadiers). A 83 km dalla conclusione il ritardo del gruppo Van der Poel era di 1 minuto e mezzo. Israel Premier Tech e UAE Team Emirates continuavano a darsi cambi regolari in testa al gruppo. Grazie al’impegno di INEOS Grenadiers e Bahrain Victorious, il gruppo Van der Poel rientrava sul gruppo principale a 70 km dalla conclusione. Sul Col du Rosier, uno dei punti più alti di tutta la Liegi-Bastogne-Liegi, scollinavano una sessantina di ciclisti. Domen Novak (UAE Team Emirates) trainava il gruppo anche sulla successiva Côte de Desniè. IL gruppo prendeva a tutta velocità la Côte de la Redoute, questa volta tirato da EF Education EasyPost e Lidl Trek. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) dava una prima bottarella accelerando e mettendo in fila il gruppo. Alla sua accelerazione resisteva in un primo momento Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) ma poco dopo lo sloveno si avvantaggiava e scollinava con 8 secondi di vantaggio sul ciclista ecuadoriano. Pogacar aumentava il vantaggio sugli avversari. AI piedi della Côte des Forgues era già di un minuto abbondante. Alle sue spalle si era formato un primo quartetto di inseguitori che comprendeva Benoit Cosnefroy (Team Decathlon AG2R La Mondiale), Ben Healy (Team EF Education EasyPost), Romain Gregoire (Team Groupama FDJ) e Romain Bardet (Team DSM – Firmenich PostNL). Allo scollinamento della Côte de la Roche aux Façons il vantaggio di Pogacar era di 1 minuto e 30 secondi su Bardet mentre più dietro inseguiva un drappello formato da una ventina di ciclisti. Pogacar gestiva tranquillamente il suo vantaggio sugli inseguitori ed andava a vincere tra il tripudio della folla la sua seconda Liegi-Bastogne-Liegi. Piazza d’onore per Bardet che tagliava il traguardo con 1 minuto e 39 secondi di ritardo mentre Van der Poel saliva sul gradino più basso del podio regolando il gruppetto dei ritardatari. Maxim van Gils (Team Lotto Dstny) era quarto mentre Aurelien Paret-Peintre (Team Decathlon AG2R La Mondiale) chiudeva la top five. Il primo degli italiani era Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious), ventiduesimo nel gruppo Van der Poel. Pogacar è già bello carico dopo il ritiro in altura e vince una Monumento come se fosse un semplice allenamento. Adesso vedremo quali e quante briciole concederà al prossimo Giro d’Italia.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la Liegi-Bastogne-Liegi 2024
STEPHEN WILLIAMS DOMINA FREDDO, PIOGGIA E AVVERSARI; SUA LA FRECCIA VALLONE
aprile 17, 2024 by Redazione
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, News
La Freccia Vallone 2024 verrà ricordata soprattutto per la pioggia ed il freddo che ne ha condizionato non poco l’esito; dopo i tantissimi i ritiri, tra i superstiti spunta Stephen Williams (Israel-Premier Tech) che nell’ultimo passaggio sul Mur de Huy sorprende tutti e vince la corsa mentre Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) è secondo e chiude il podio Maxim Van Gils (Lotto Dstny)
Condizioni meteo inclementi si abbattono sulla Freccia Vallone 2024, tanta pioggia e temperature pressochè invernali segnano la corsa fin dal suo avvio. La fuga si forma subito grazie al primo scatto di Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi) a cui successivamente si accodano Lilian Calmejane (Intermarché-Wanty), Alan Jousseaume (TotalEnergies), James Whelan (Q36.5 Pro Cycling Team), Igor Chzhan (Astana Qazaqstan Team) e Johan Meens (Bingoal WB). In gruppo tutti i ciclisti indossano gambali e mantelline procedendo con cautela, lasciando così ben volentieri andare il sestetto di testa. In vista della prima ascesa, la Côte d’Yvoir, in testa al gruppo si portano la Lidl-Trek e la Ineos Grenadiers per limare il ritardo che si attesta intorno ai 5’; allo scollinamento il gruppo recupera qualcosa passando a 4’:30”. Questo gap resta sostanzialmente invariato fino alla Côte d’Ereffe che di fatto introduce i corridori nel circuito finale caratterizzato dai quattro passaggi su Mur de Huy. La pioggia, intanto, diventa più intensa e davanti a dare un aiuto si portano anche gli uomini della UAE Team Emirates. Gli emiratini imprimono un cambio di ritmo che fa male a tanti ed uno dei primi a farne le spese tra i grandi nomi è Michael Matthews (Team Jayco AlUla). In testa si porta anche la EF Education – EasyPost ed il vantaggio dei sei in fuga a questo punto della corsa si riduce drasticamente arrivando dopo il primo passaggio da Huy a 2’. In testa Jousseaume accusa una crisi di freddo e alza bandiera bianca, la testa della corsa resta in cinque unità, ma non è il solo perchè in gruppo si ritirano Dylan Teuns (Israel-Premier Tech) e Pello Bilbao (Bahrain Victorious). Grazie all’apporto della Groupama – FDJ i fuggitivi vengono ripresi e nello stesso tempo il gruppo si fraziona in due tronconi, dietro restano Mattias Skjelmose (Lidl-Trek) e Marc Hirschi (UAE Team Emirates) che poco dopo decidono, anche loro, di ritirarsi, siamo al secondo passaggio da Huy. Dopo il terzo passaggio sul Mur de Huy mettono piede a terra anche Tom Pidcock (Ineos Grenadiers) e Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike), poco dopo a 60 chilometri dall’arrivo Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) piazza uno scatto a cui cercano di agganciarsi Nicholas Prodhomme (Decathlon Ag2r La Mondiale) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ), seguiti sulla Côte d’Ereffe da Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility). Il danese riesce a prendere un po’ di margine ed il vantaggio sale a 1’20” in vista della terza ascesa al Mur de Huy. Nel gruppo invece prova un allungo Stephen Williams (Israel-Premier Tech) seguito da Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) e Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), a loro volta seguiti a breve distanza da Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny). I quattro si compattano andando a riprendere Williams, i cinque immediati inseguitori con cambi regolari si portano a 35” da Kragh Andersen mentre dietro ciò che resta del gruppo è tirato dagli uomini della Uno-X. I cinque uomini della Uno-X vanno prima, ai meno 17 chilometri dall’arrivo, a riprendere il gruppetto davanti e poi Kragh Andersen che ha terminato le energie non appena inizia la Côte d’Ereffe. In cima ci prova Andreas Leknessund (Uno-X Mobility) ma viene ripreso da Tim Van Dijke (Visma | Lease a Bike) che per diversi chilometri si mette a tirare il gruppo. Il gruppo dei migliori rimasti arriva appaiato all’ultimo passaggio sul Mur de Huy preso in testa dalla Uno-X e dalla Decathlon Ag2r La Mondiale, poco dietro Carapaz (EF Education – EasyPost), Benoot (Visma | Lease a Bike) e Buitrago (Bahrain Victorius) sembrano poter partire ma, invece non ne hanno, a sorpresa dalla sinistra della strada, da dietro, scatta Stephen Williams (Israel-Premier Tech), la sua è una accellerazione che produce subito un buon margine. Nessuno riesce a rispondere, tardiva è la reazione sia di Benoit Cosnefroy (Decathlon Ag2r La Mondiale) sia di Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) nonchè di Van Gils (Arkéa-B&B Hotels), infatti Williams nonostante abbia pagato un pò lo sforzo va comunque a vincere, secondo Vanquelin e terzo Van Gils che ha la meglio su Cosnefroy. Tra gli italiani il miglior risultato è di Davide Formolo (UAE Team Emirate) che arriva in 24ma posizione.
Antonio Scarfone

Stephen Williams vince la Freccia Vallone 2024
I VOTI DELL’AMSTEL GOLD RACE 2024
aprile 14, 2024 by Redazione
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Promossi e bocciati dell’Almstel Gold Race, prima di tre corse che vede le Ardenne protagoniste. Tom Pidcock vince e convince mentre Van der Poel è tra le maggiori delusioni
TOM PIDCOCK . Dopo due podi (2021 e 2022) vince con merito dimostrando di avere la gamba migliore e regalando alla Gran Bretagna la prima Classica della Birra. La brutta caduta e il ritiro al Giro dei Paesi Baschi è solo un brutto ricordo e tra Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi sarà di nuovo tra i protagonisti. Voto: 9
MARC HIRSCHI . L’UAE Team Emirates era sulla carta una delle squadre più forti giunte in Olanda e alla fine a giocarsi la vittoria è stato Marc Hirschi, che però si è dovuto accontentare della piazza d’onore pur riportando sul podio dell’Amstel la Svizzera dopo sette anni (l’ultimo fu Marc Albasini, terzo nel 2017). VOTO: 8
TIESJ BENOOT . Il belga era il capitano di una Visma rattoppata ma è stato sempre nel vivo della corsa. Proprio le sue continue accelerazioni hanno scremato il gruppo nei chilometri finali e il terzo posto finale è tutto sommato un buon risultato. VOTO: 7.5
MAURI VANSEVENANT. Dopo il forfait di Alaphilippe a causa della frattura al perone, la Soudal Quick Step ha recitato a soggetto non avendo un vero e proprio capitano su cui puntare. Vansevenant è stato abile a prendere il comando della corsa insieme a Pidcock, Hirschi e Benoot, ma dei quattro era quello che soffriva di più le accelerazioni degli altri. Alla fine chiude in quarta posizione, ottenendo anche il suo miglior risultato stagionale. VOTO: 7
PAUL LAPEIRA. Aveva palesato una buona condizione vincendo tre corse tra metà marzo e inizio aprile. Il francese della Decathlon AG2R La Mondiale perde probabilmente il treno giusto all’ultimo passaggio sul Cauberg e vince la volata dei battuti. VOTO: 6.5
MICHAEL MATTHEWS Dopo il secondo posto alla Milano – Sanremo il ciclista australiano ha inanellato una serie di prestazioni discrete, ma il decimo posto di oggi non può bastare per raggiungere la sufficienza. VOTO: 5.5
BENOIT COSNEFROY . Quattro giorni fa aveva vinto con grande autorevolezza la Freccia del Brabante. Oggi appariva uno dei grandi favoriti per la vittoria, ma alla fine ottiene soltanto un anonimo sedicesimo posto. VOTO: 5
MATHIEU VAN DER POEL . Il campione del mondo partiva come l’uomo da battere ma si è visto davvero poco e anche l’Apecin Deceuninck è sembrata un po’ svagata durante lo svolgimento della corsa. Chissà, forse il campione del mondo era un po’ distratto e stava pensando al duello con Pogacar alla Liegi-Bastogne-Liegi. VOTO: 5
SIMONE VELASCO. Diciottesimo e primo italiano all’arrivo. Prosegue mestamente la crisi del ciclismo italiano. VOTO: 5
Antonio Scarfone
PIDCOCK, STAVOLTA LO SPRINT E’ VINCENTE. IL BRITANNICO TRIONFA ALL’AMSTEL
aprile 14, 2024 by Redazione
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Il finale dell’Amstel 2021 lo aveva visto sconfitto per una questioni di millimetri e tra le polemiche di chi contestava l’esito di un incertissimo fotofinish. Stavolta non c’è neanche stato il bisogno di ricorrere al replay perchè la volata con cui Thomas Pidcock (Ineos Grendadiers) è riuscito ad imporsi nella corsa più importante dei Paesi Bassi ha avuto un esito ben più netto. E così, dopo averla rincorsa per per diversi anni (fu terzo la passata stagione), il britannico è riuscito ad imporsi superando i tre compagni di fuga con cui si era avvantaggiato nel finale. Alle sue spalle Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike) e Mauri Vansevenant (Soudal-Quick Step). Non pervenuto Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck), evidentemente a corto di energie dopo la fragorosa doppietta Fiandre-Roubaix.
La 58sima edizione della corsa organizzata dalla famosa birra Olandese presenteva un percorso uguale a quello dello scorso anno, con partenza a Maastricht e arrivo a Berg en Terbljit, nei pressi di Valkeburg, dopo 253 km costellati dagli ormai classici “berg” del Limburgo. Il menu prevedeva ben 33 strappetti, gli ultimi dei quali componevano l’ormai classica sequenza:Cauberg (0.6 km à 8.3%), Geulhemmerberg (1 km à 5.9%) e Bemelerberg (0.7 km à 5.9%).
Da segnalare un ininfluente cambio di percorso causato da un incidente occorso ad un poliziotto al seguito della corsa che ha costretto gli organizzatori a fermare momentamente la corsa e a deviare la gara sul Korenweg (al posto del Bergseweg).
La fuga di giornata ha preso corpo dopo circa 35 km per merito di 4 corridori: Tosh van der Sande (Visma | Lease a Bike), Enzo Leijnse (Team DSM-Firmenich-PostNL), Alexander Hajek (Bora-Hansgrohe) e Zeb Kyffin (TDT-Unibet Cycling Team). Il quartetto non ha però mai preso il largo, tanto che il suo vantaggio sul gruppo non ha mai superato i 2 minuti in particolare per merito del lavoro profuso dagli uomini di Alpecin-Deceuninck, Ineos-Grenadiers, Groupama-FDJ e Lidl-Trek. La corsa ha proseguito senza nessun particolare sussulto (qualche caduta a parte) fino ai -80, quando sono iniziate le scaramucce in testa al gruppo. Il primo a muoversi è stato Bob Jungels (Bora-Hansgrohe) che ha cercato invano di portare via un gruppetto di inseguitori. Poco dopo, ai -74, Kyffin e Leijnse sono stati ripresi dal gruppo, stesso destino toccato poco dopo anche ad Hajek e Van der Sande. Ai -70, nel tratto di avvicinamento al primo passaggio sul Bemelerberg, una caduta ha coinvolto Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Arthur Kluckers (Tudor) e il duo della Lotto-Dstny formato da Pascal Eenkhoorn e Jonas Gregaard.
Poco prima del Loorberg (-63) la corsa si è nuovamente accesa grazie all’azione di Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), Mikkel Frølich Honoré (EF Education-EasyPost) e Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale) che sono riusciti ad avvantaggiarsi guadagnando una ventina di secondi sul gruppo. Nella fase successiva il nuovo terzetto di testa è riuscito a mantenere un minimo vantaggio sul plotone che però inseguiva con un distacco minimo. E così ai -44 Michal Kwiatkowski (Ineos-Grenadiers) ha provato ad uscire dal plotone nel tentativo di ricucire il gap coi battistrada. Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) ha però immediatamente reagito, vanificando l’azione del Polacco. Qualche chilometro più in là (-36) Vervaeke ha perso contatto da Honoré e Lapeira venendo ripreso dal gruppo in testa al quale stava scandendo il ritmo Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) di ritorno alle corse dopo l’infortunio patito alla Tirreno-Adriatico.
La situazione è nuovamente esplosa ai -35 quando sul Fromberg Marc Hirschi è riuscito ad andare via dal gruppo imitato poco dopo da Roger Adrià (Bora-Hansgrohe) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e quindi dal ‘vecchio’ Bauke Mollema (Lidl-Trek). L’attacco di Hirschi ha letteralmente dato il via alle danze perchè alle spalle del quartetto appena citato molti altri corridori hanno provato ad evadere dal gruppo: per primo trovavamo un terzetto formato Andreas Kron (Lotto Dstny), Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike)e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), quindi vi erano Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Quentin Pacher (Groupama-FDJ) e poi anche Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike). Nel giro di poco più di 5 km i vari gruppetti di attaccanti si sono rincongiunti andando a formare un drappello di testa forte di ben 12 uomini: Adrià, Benoot, Bilbao, Lapeira, Honoré, Hirschi,
Madouas, Mollema, Pacher, Pidcock,Vansevenant e Kevin Vauquelin (Arkea – B&B Hotels).
I battistrada hanno rapidamente guadagnato un margine interessante (circa 1′ ai -22) su quel che rimaneva di un gruppo che non sembrava avere le forze necessarie per imbastire un inseguimento adatto alla situazione. In particolare, l’Alpecin-Decuninck del favorito Van der Poel era rimasta col solo Quentin Hermans a disposizione, troppo poco per poter pensare di andare a riprendere i 12 scatenati fuggitivi. Sull’ultimo passaggio sul Cauberg (-18) si sono così consumati gli ultimi tentativi di contrattacco con Matthias Skjelmose (Lidl-Trek) prima e Andreas Kron in compagnia di Michael Matthews (Team Jayco-Alula) poi. Nessuno di loro è però riuscito a guadagnare abbastanza. Il plotone, con un Van der Poel apparso decisamente sottotono, ha quindi alzato bandiera bianca.
Davanti invece la situazione è tornata ad essere decisamente frizzante: sul penultimo strappo, il Geulhemmerberg, Bilbao ha provato a salutare la compagnia degli altri fuggitivi, ma il suo tentativo è stato neutralizzato da Pidcock, Hirschi e Vansevenant. Proprio al termine della salita è partito in maniera molto decisa Hirschi portandosi dietro Vansevenant, Benoot e Pidcock. Gli altri 6 fuggitivi superstiti (Lapeira, Adrià, Madouas, Pacher, Mollema e Bilbao) hanno provato a più riprese senza successo a rientrare sul nuovo quartetto di testa che si è così presentato all’ultimo km in testa con una ventina di secondi di vantaggio sui 6 inseguitori e poco più di mezzo minutio sul gruppo principale. Lo sprint è stato lanciato dal meno veloce dei battistrada ovvero Vansevenant che è partito lungo ai -300. Ai 150 metri dall’arrivo dalla sua ruota è uscito però Pidcock con Hirschi che ha provato a superare il britannico spuntando fuori alla sua sinistra. Stavolta però Pidcock ha saputo resistere al ritorno dell’avversario, tagliando il traguardo davanti allo svizzero e a Benoot che si è così dovuto accontentare del terzo gradino del podio. Quarta posizione per il bravo Vansevenant che ha provato a salvare la disastrosa primavera del Wolfpack. Subito dietro il giovane Lapeira seguito da Madouas, Mollema, Pacher e Bilbao. La volata del gruppo, giunto ad 11″, è stata vinta da Matthews che ha così chiuso in decima posizione. Il campione del mondo Van der Poel ha chiuso con un anonimo 22° posto.
Prossimo appuntamento con le classiche del nord mercoledì 17 Aprile con la Fleche Wallonne e l’arrivo sul famigerato Mur d’Huy.
Pierpaolo Gnisci