CIC MONT VENTOUX, SIGILLO DI LENNY MARTINEZ

giugno 13, 2023 by Redazione  
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Lenny Martinez vince la classica provenzale accorciata per maltempo. Woods e Carr chiudono il podio

L’edizione 2023 della corsa intorno al gigante della Provenza viene accorciata in via temporanea già nella giornata di ieri, causa rischio grandine sulla corsa. L’ufficialità del cambio di percorso avviene a pochi minuti dal via con l’organizzazione che riduce ad una sola tornata il circuito ponendo l’arrivo in vetta al Mont Ventoux dopo la sua prima e unica scalata di giornata, fissando così il chilometraggio sotto le tre cifre.
La corsa si avvicina in modo guardingo ma via via più veloce all’attacco della temibile ascesa citata da Francesco Petrarca, senza nessun gruppetto che riesce veramente a prendere il largo sul resto del plotone. Anche nel gruppo dei migliori c’è discreto attendismo grazie anche all’ottimo lavoro in testa delle compagini più quotate oggi, fra cui la Israel – Premier Tech per Michael Woods con il ritmo dettato in suo supporto da un ottimo Domenico Pozzovivo.
Alla fine l’attacco decisivo lo porta nelle fasi conclusive il talentino francese Lenny Martinez portacolori della Groupama – FDJ, senza fare il vuoto davvero ma portando via tre corridori e distanziandoli nei metri conclusivi tanto che basta per tagliare il prestigioso gran premio della montagna a braccia levate. Alle sue spalle il primo dei battuti fra il ristretto gruppetto è proprio Woods, il quale per poco non è riuscito a completare l’ottimo lavoro dello scalatore lucano suo compagno di squadra e settimo finale oggi. Chiude il podio Simon Carr (EF Education – EasyPost).

Lorenzo Alessandri

Lenny Martinez stremato ma vincitore sul traguardo del Mont Ventoux. (foto Dario Belingheri / Getty Images)

Lenny Martinez stremato ma vincitore sul traguardo del Mont Ventoux. (foto Dario Belingheri / Getty Images)

SKJELMOSE JENSEN, TAPPA E MAGLIA A VILLARS-SUR-OLLON

giugno 13, 2023 by Redazione  
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Il giovane ciclista danese della Trek Segafredo prova a seguire le orme del più noto connazionale Jonas Vingegaard e vince con autorità la prima tappa in salita del Tour de Suisse, indossando anche la maglia gialla. Battuti Felix Gall (Team AG2R Citroen) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates), poco più dietro Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step)

Il Col des Mosses e la salita verso Villars-sur-Ollon sono il piatto forte della terza tappa del Tour de Suisse. Due gpm di prima categoria che disegneranno una nuova classifica generale al termine di questa frazione, dalla quale emergeranno i veri valori in campo e di conseguenza avremo più chiari la rosa di ciclisti che potrà puntare concretamente alla vittoria finale della corsa svizzera. Stefan Kung (Team Groupama FDJ), non proprio uno scalatore, lascerà la maglia gialla sulle spalle di chi? Questo sarà il più grande interrogativo a cui verrà data risposta al termine della tappa. Dopo la partenza da Tafers si formava subito la fuga di giornata grazie all’azione di quattro ciclisti: Lilian Calmejane (Team Intermarchè Circus Wanty), Nickolas Zukowsky (Q36.5 Pro Cycling Team), Paul Ourselin (Team TotalEnergies) ed Alaxander Kamp (Tudor Pro Cycling Team). Dopo 10 km il vantaggio del quartetto di testa sul gruppo maglia gialla era di 1 minuto e 30 secondi. Il vantaggio massimo della fuga veniva fatto registrare intorno al km 30, quanto i quattro battistrada avevano 3 minuti e 30 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. La squadra più attiva all’inseguimento era la Soudal Quick Step. Calmejane era il primo a transitare sul primo gpm del Col des Mosses posto al km 110. Nella discesa verso Aigle il gruppo maglia gialla, già abbastanza scremato dopo il forcing della Soudal Quick Step, riprendeva i fuggitivi. Iniziava così l’ultima salita verso il traguardo di Villars-sur-Ollon. Dopo una stoica resistenza, la maglia gialla Kung si rialzava a circa 6 km dalla conclusione. Il drappello degli uomini di testa era sempre più ridotto ed iniziavano a questo punto anche scatti e controscatti tra i ciclisti più quotati. A circa 3 km dalla conclusione restavano in testa Mattias Skjelmose Jensen (Team trek Segafredo), Felix Gall (Team AG2R Citroen), Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates). Era Skjelmose Jensen ad accelerare nuovamente a poco meno di 1 km dalla conclusione. Il danese riusciva a mantenere la testa della corsa nonostante Gall cercasse di rientrare su di lui. Skjelmose vinceva sul traguardo di Villars-sur-Ollon con 3 secondi di vantaggio su Gall e 12 secondi di vantaggio su Ayuso, mentre Evenepoel era quarto a 21 secondi di ritardo. Chiudeva in quinta posizione Cian Uijtdebroeks, anche lui a 21 secondi di ritardo da Skjelmose Jensen. Il ciclista danese ottiene la terza vittoria stagionale, dopo essersi già imposto nella quarta tappa dell’Etoile des Besseges e nella seconda tappa del Tour des Alpes Maritimes et du Var. Skjelmose Jensen è anche la nuova maglia gialla, avendo un vantaggio di 17 secondi su Evenepoel e di 24 secondi su Ayuso. Domani è in programma la quarta tappa da Monthey a Leukerbad, con tre gpm nella seconda parte del percorso: Crans-Montana, Varenstrasse e Hohenweg. Gli uomini di classifica avranno una nuova occasione per confrontarsi e la classifica generale potrà subire ulteriori assestamenti.

Antonio Scarfone

Mattias Skjelmose Jensen vince a Villars-sur-Ollon (foto:Getty Images)

Mattias Skjelmose Jensen vince a Villars-sur-Ollon (foto:Getty Images)

L’ACUTO DI BINIAM GIRMAY AL GIRO DI SVIZZERA, L’ERITREO TORNA A BRILLARE

giugno 12, 2023 by Redazione  
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Bellissima vittoria in volata di Biniam GirmayI (ntermarché-Circus-Wanty) nella seconda tappa del Giro di Svizzera 2023, l’eritreo si mette dietro atleti del calibro di Arnaud Démare (Groupama-FDJ) secondo e Wout Van Aert (Jumbo-Visma) terzo che aveva lanciato la volata conclusiva. Nulla cambia in classifica generale se non un un secondo di abbuono preso da Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) che si avvicina così al leader Stefan Küng (Groupama-FDJ). Da segnalare una caduta di Jay Vine (UAE Team Emirates) tagliato fuori dal gruppo dei migliori con oltre 9’ di ritardo all’arrivo.

Tappa in linea che stizza l’occhio ai velocisti al Giro di Svizzera 2023 e viste le successive frazioni in montagna le ruote veloci non vogliono assolutamente farsi scappare l’occasione di un arrivo in volata. Ecco quindi che la fuga iniziale nata da una azione di Michael Schär (Ag2r Citroen) e Nickolas Zukowsky (Q36) non ha ampio margine, il gruppo infatti fa buona guardia prima con gli uomini della Groupama – FDJ poi con le squadre dei velocisti. La coppia al comando farà segnare un vantaggio massimo poco superiore ai 4’ per poi iniziare a calare in vista del primo gpm di giornata. Le uniche emozioni della corsa si segnalano ai due chilometri d’oro Tissot al passaggio del gruppo, traguardo con abbuoni, in un chilometro, dal chilometro 51 all’arrivo, il primo terzo posto è preso da Mauro Schmid (Soudal-QuickStep) a regolare il gruppo, mentre il secondo è stato preso da Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) ad anticipare il gruppo con un allungo e guadagnare cosi 1” in classifica generale. I tre GPM di giornata invece sono stato vinti da Zukowsky che quindi va al comando della speciale classifica. Dentro i meno 50 dal traguardo alla fuga non resta che 1’:50 di vantaggio che scende a 1:35 a meno 35 dalla conclusione. Poco dopo una caduta nel gruppo inseguitore vede coinvolto Jay Vine (UAE Team Emirates) attardato poi all’arrivo di oltre 9’. All’ultimo GPM la Jumbo Visma si mette in testa e riprende prima Schär e poi subito dopo lo scollinamento anche Zukowsky, fuga annullata e si portano in testa alla corsa Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling) e Alex Aranburu (Movistar) ma il gruppo annulla subito il loro tentativo di attacco, si entra così con il gruppo dei migliori compatto e le squadre dei velocisti che iniziano a formare i proprio treni nei 3 chilometri finali. Passato l’arco dell’ultimo chilometro poco dopo è Wout Van Aert (Jumbo-Visma) sulla destra della sede stradale a lanciare lo sprint, il belga parte decisamente troppo presto tanto che Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty) gli esce di ruota e da centro strada lancia la sua volata irresistibile per tutti anche per Arnaud Démare (Groupama-FDJ) che, seppur inizialmente un pò chiuso, deve accontentarsi del secondo posto, quarto Pavel Bittner (Team DSM), quinto Peter Sagan (Total Energies). Come detto in apertura sostanzialmente cambia poco in classifica generale con Stefan Küng (Groupama – FDJ) ora al comando con 5” di vantaggio su Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) e 6”, grazie all’abbuono della volata, su Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Classifica generale che domani potrà avere un nuovo volto visto il primo ostico arrivo in salita a Villars-sur-Ollon.

Antonio Scarfone

Lesultanza di Biniam Girmay nella seconda tappa del Giro di Svizzera (Credit Image Dario Belingheri/Getty Images)

L'esultanza di Biniam Girmay nella seconda tappa del Giro di Svizzera ( Credit Image Dario Belingheri/Getty Images)

GIRO NEXT GEN: BIS BELGA A CHERASCO, VITTORIA DI GIL GELDERS

giugno 12, 2023 by Redazione  
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Gil Gelders resiste al ritorno del plotone e conquista la seconda tappa del Giro Netx Gen a Cherasco davanti a Busatto e De Pretto. Segaert rimane in rosa.

“Seven seconds” cantavano Youssou N’Dour e Neneh Cherry nel lontano 1994, quando l’intero plotone impegnato nel Giro Netx Gen non era neanche nato. A Gil Gelders, promettente portacolori della Soudal – QuickStep Development, ne è bastato uno di meno per mettere in scacco l’intero plotone e aggiudicarsi la seconda tappa del Giro d’Italia riservato agli Under23. La seconda piazza è andata a Francesco Busatto (Circus – Reuz – Technord), già migliore degli azzurri nella cronometro d’apertura disputata ieri, che ha anticipato Davide De Pretto (Zalf Euromobil Fior).
L’impresa del giovane belga è nata nella seconda parte di un tracciato che, grazie ai continui saliscendi. ricordava una classica. La prima parte di gara è stata, invece, monopolizzata dalla lunga fuga di Sil Van Daele (Bingoal WB DT), Colin Savioz (La Conti Groupama-FDJ), Samuele Leone (Work Service-Vitalcare-Dynatek) ed Edoardo Zamperini (Zalf Euromobil Fior), quest’ultimo molto attivo e autore di un allungo meritevole di maggior fortuna ai meno 50, quando il gruppetto apripista ha cominciato ad accusare la fatica. L’italiano è stato raggiunto poco dopo da un’avanguardia del plotone formata da Gil Gelders (Soudal Quick Step Devo Team) e Darren Rafferty (Hagens Berman Axeon).
E’ stato proprio il belga della Soudal ad avere la meglio quando ha reagito al sopraggiungere del plotone, arrivando sul traguardo con soli sei secondi… uno in meno di quelli cantati dalla coppia senegalsvedese nel 1994 e troppo pochi per stravolgere la classifica generale, che vede ancora il vincitore di ieri Alec Segaert (Lotto Dstny Development Team).
Piccola nota a margine: il vincitore odierno deve aver una certa predisposizione per il Piemonte poichè lo scorso anno si era imposto a Peveragno, sempre in questa gara.
Domani la terza tappa da Priocca a Magenta, 146 Km quasi del tutto pianeggianti, dovrebbe vedere l’entrata in scena le ruote veloci del plotone.

Mario Prato

Gil Gelders firma la seconda vittoria belga consecutiva al Giro Netx Gen (www.gironextgen.it)

Gil Gelders firma la seconda vittoria belga consecutiva al Giro Netx Gen (www.gironextgen.it)

GIRO NEXT GEN, ALEC SEGAERT DOMINA LA CRONOMETRO DI AGLIÈ

giugno 11, 2023 by Redazione  
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Il portacolori della Lotto Dstny è stato il più veloce nella cronometro d’apertura del Giro Next Gen ad Agliè. Sul podio di giornata sono saliti Loe Van Belle e Aivaras Mikutis. Primo italiano Francesco Busatto, sedicesimo.

È iniziato con una cronometro di poco meno di 10km il Giro Next Gen, la corsa a tappe italiana dedicata agli Under 23 che continua la tradizione del Giro d’Italia dilettanti nato nel 1970.
L’organizzazione di questa nuova edizione è passata nelle mani della RCS, nella speranza che il know how degli organizzatori della “Corsa più dura nel paese più bello del mondo” possa dare nuovi stimoli e nuova linfa al movimento ciclistico giovanile.
La prima tappa disputatatasi oggi nella sabauda Agliè ha visto il successo del belga Alec Segaert (Lotto Dstny), che ha preceduto di 11″ Loe Van Belle (Jumbo-Visma Development Team), di 13″ Aivaras Mikutis (Tudor Pro Cycling Team U23) e Jonathan Vervenne (Soudal Quick-Step Devo Team) e di 19″ Robert Donaldson (Trinity Racing). Per quanto riguarda i corridori di casa nostra la speciale classifica a loro dedicata vede in“prima posizione Francesco Busatto (Circus-RE UZ-Technord), il migliore dei nostri sul traguardo di Agliè, con un vantaggio di 9″ su Manlio Moro (Zalf Euromobil Fior), di 10″ su Marco Andreaus (Cycling Team Friuli), di 11″ su Nicolas Milesi (Team Colpack Ballan) e 19″ su Davide Dapporto (Team Technipes).
Domani la seconda tappa vedrà la “prossima generazione” dei ciclisti percorrere 150 Km da San Francesco in Campo a Cherasco su un tracciato che potrebbe sorridere sia ai finisseur, sia a chi proverà fortuna da lontano.

Mario Prato

Alec Segaert in maglia rosa dopo la vittoria nella cronometro dapertura (www.gironextgen.it)

Alec Segaert in maglia rosa dopo la vittoria nella cronometro d'apertura (www.gironextgen.it)

KUNG FU AL GIRO DI SVIZZERA: COLPO DEL PADRONE DI CASA CHE ABBATTE I FAVORITI EVENEPOEL E VAN AERT NELLA CRONOMETRO D’APERTURA

giugno 11, 2023 by Redazione  
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Lo specialista a cronometro Stefan Küng (Groupama – FDJ) nel Giro di Svizzera 2023 si mette tutti dietro nella crono inaugurale, lo svizzero fa fermare le lancette a 13’31″82 sui 12,7 Km del percorso ad una media superiore ai 56 Km/h, completano il podio Remco Evenepoel (Soudal – QuickStep) e Wout Van Aert (Jumbo-Visma).

Il Giro di Svizzera 2023 si apre all’insegna del bel tempo con la prima prova una cronometro individuale di 12,7 Km adatta agli specialisti. Tanta l’attesa per gli specialisti delle corse contro il tempo nonchè per gli uomini di classifica che già da oggi capiranno la loro condizione in vista poi delle tante montagne che da sempre caratterizzano questa breve corsa a tappe. A far registrare il miglior tempo per un lungo tratto di corsa è Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers) con 13’:41” che alla fine conserverà il miglior primo intertempo per solo 1” sul vincitore. Tempo, quello dello statunitense, che è stato migliorato sia da Stefan Küng (Groupama – FDJ) sia da Remco Evenepoel (Soudal – QuickStep) , sia Wout Van Aert (Jumbo-Visma) rispettivamente a 6 e 10 secondi dallo svizzero . Tra gli uomini che lotteranno per la vittoria finale Juan Ayuso e Jay Vine della (UAE Team Emirates) pagano 25″ il primo e 27” il secondo, mentre Pello Bilbao (Bahrain-Victorious) perde già 37” , per Romain Bardet (team DSM) ritardo simile con 39” da Kung, va decisamente più male Wilco Kelderman (Jumbo-Visma) che lascia per strada ben 52”. Domani seconda tappa questa volta in linea con poche difficoltà altimetriche se non uno stappo nel finale con un GPM di terza categoria posto circa 15 km dall’arrivo.

Antonio Scarfone

Stefan Kung vola verso la vittoria nella crono inaugurale del Giro di Svizzera (Image credit: Getty Images)

Stefan Kung vola verso la vittoria nella crono inaugurale del Giro di Svizzera (Image credit: Getty Images)

IMPRESA DI CICCONE A GRENOBLE. UN IMBATTIBILE VINGEGAARD CONQUISTA IL DELFINATO

giugno 11, 2023 by Redazione  
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Il Criterium du Dauphiné si conclude con una bellissima vittoria di Giulio Ciccone. L’abruzzese della Trek-Segafredo, andato in fuga sin dalla mattina insieme ad altri 8 corridori, è riuscito a staccare tutti i compagni d’avventura sul Col de Porte e ha poi resistito sulle durissime rampe che hanno condotto i corridori a la Bastille di Grenoble. Per Ciccone si tratta del 3° successo stagionale, il primo dopo la positività al covid che lo aveva costretto al forfait all’ultimo Giro d’Italia. Ancora una grande prestazione per Jonas Vingegaard che nel finale ha nuovamente staccato tutti gli avversari, legittimando ancora una volta il suo primato. Il danese della Jumbo-Visma trionfa nella classifica finale con 2′23″ su Adam Yates (UAE Team Emirates) e 2′56″ su Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team).

L’8a ed ultima tappa del Critérium du Dauphiné presentava un percorso decisamente impegnativo benchè, come nella precedente frazione, il chilometraggio fosse molto limitato. I 153 km che separavano Le-Pont-de-Claix da Grenoble proponevano infatti ben 5 gpm. Pronti via e i corridori si ritrovavano immediatamente il Col de Pinet (6,3 km al 6,1%), quindi, dopo una fase di saliscendi, vi era il Col de Mouilles (3,9 km al 7,1%). I successivi 50 km erano piuttosto semplici e facevano da prologo ad una dura sequenza di salite concentrate negli ultimi 60 km: il Col du Granier (9,6 km al 8,6% di pendenza media) posto al km 105, il Col du Cucheron (7,7 km al 6,2%) al km 123 e il Col de Porte (7,4 km al 6,8%) al km 135. Infine, dopo una lunga discesa, vi era il terribile strappo finale de La Bastille (1,8 km al 14,2%) che conduceva i corridori sulla linea d’arrivo. Una tappa in grado di riscrivere la classifica, almeno per le posizioni di rincalzo.

La bagarre per entrare nell’azione di giornata è partita praticamente al km 0. Tra i protagonisti il ’solito’ Victor Campenaerts (Lotto-Dstny) e un David Gaudu (Groupama-FDJ) finora decisamente deludente. Gli attacchi sono continuati nei chilometri successivi, finchè dopo una decina di chilometri dal via non si è formato un drappello comprendente 6 corridori: oltre al sopracitato Campenaerts vi erano Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic), Franck Bonnamour (Ag2r Citroen Team) e David De La Cruz (Astana Qazaqstan Team). Il drappello dei 6 battistrada è transitato in testa al primo gpm di giornata, il Col de Pinet, regolato da un Campenaerts alla ricerca di altri preziosi punti per la maglia a pois. Nel frattempo i contrattacchi continuavano senza soluzione di continuità. Al km 25 sono finalmente riusciti ad evadere dal gruppo anche Tiesj Benoot (Jumbo-Visma), Nelson Oliveira (Movistar Team), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Andrey Amador (EF Education-EasyPost). Quest’ultimo ha immediatamente perso contatto dagli altri 3 contrattaccanti che hanno invece proseguito la loro azione avvicinandosi man mano ai 6 battistrada fino al ricongiugimento avvenuto poco prima del km 40.
Il gruppo, tirato dagli uomini della Bora-Hansgrohe, non ha però mollato la presa vista anche la presenza nel gruppo di testa di Julian Alaphilippe: il gap in corrispondenza del Col de la Mouilles era di 1′10″ e non è dilagato neanche nei chilometri successivi (1′35″ al km 60; 2′30″ al km 80). La corsa si è così stabilizzata con gli uomini della Bora (molto attivo Danny Van Poppel) intenzionati a non dare il via libera definitivo agli attaccanti che hanno approcciato le prime rampe del Col du Granier con un margine di 2′45″ sul plotone.

Proprio lungo la principale asperità di giornata il drappello di testa ha iniziato a perdere i pezzi: il primo a staccarsi è stato Bonnamour, seguito poco dopo da Trentin (in precedenza aveva già mollato Campenaerts). Dietro invece il gruppo ha aumentato l’andatura grazie al lavoro prodotto dagli uomini della Ineos Grenadiers (molto attivo Omar Fraile) che hanno messo subito in difficoltà sia David Gaudu (Groupama-FDJ) che Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) entrambi ancora in evidente ritardo di condizione. Stessa sorte poco dopo anche per Mikel Landa (Bahrain-Victorius) ed Esteban Chaves (EF Education-EasyPost). La selezione ha continuato a sfoltire anche il gruppo dei battistrada da cui, nel giro di pochi chilometri, si sono staccati prima Oliveira e De La Cruz e poi anche Champoussin, lasciando al comando della gara un terzetto composto da Alaphilippe, Benoot e Ciccone. Champoussin però non ha mollato ed è riuscito successivamente a rientrare sui primi tre. Il quartetto di testa ha scollinato con circa 1 minuto su Castroviejo e De La Cruz. Il gruppo, ora guidato da Dylan Van Baarle (Jumbo-Visma) aveva recuperato buona parte del gap, portandosi ad 1′20″.
Lungo la successiva discesa Castroviejo ha staccato De La Cruz. Il corridore dell’Astana è stato poi ripreso dal gruppo, mentre l’iberico della Ineos ha continuato ad inseguire tutto solo i battistrada con un ritardo di circa 50 secondi. Lungo le prime rampe del Col du Cucheron Castroviejo ha inziato a recuperare qualche secondo sui battistrada (30″ di ritardo ai -4 dallo scollinamento) ed ha poi completato l’inseguimento a 400 metri dal passaggio sul gpm, vinto da Benoot. Il gruppo, sempre tirato da Van Baarle e ridotto a circa 30 unità, è transitato a circa 1′35″.

La battaglia è ripartita ai -24, lungo il primo chilometro del Col de Porte, quando Giulio Ciccone ha dato un’improvvisa rasoiata che ha immediatamente messo in grande difficoltà Champoussin. L’unico in grado di reggere l’accelerazione di Ciccone è stato Alaphilippe, mentre poco dietro Benoot e Castroviejo inseguivano con circa 10″ di ritardo. Nel frattempo, il lavoro di Van Baarle si era esaurito e così in testa al gruppo sono arrivate la maglie dell’UAE Team Emirates, pronte a lavorare per Adam Yates. L’azione della squdra emiratina ha iniziato a far diminuire il gap dai due battistrada, costringendo cotemporaneamente molti corridori a perdere contatto. Tra questi Lenny Martinez (Groupama-FDJ), Tobias Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team) e di nuovo Mikel Landa (Bahrain-Victorius). Ai -20, Ciccone e Alaphippe avevano un margine di 15″ su Benoot e Castroviejo e 50″ su quel che restava del gruppo. A quel punto Ciccone ha provato un nuovo allungo a cui questa volta Alaphilippe non è riuscito a rispondere. Di lì a poco è giunto anche l’attacco di Adam Yates a cui si è subito accodato facilmente la maglia gialla Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma). Ai primi due della generale si sono poi aggiunti Antonio Pedrero (Movistar Team) e Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team) mentre Benoot, Castroviejo e poi Alaphilippe venivano ripresi. Poco più dietro inseguiva un gruppetto comprendente gli altri uomini di classifica e tirato da Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). Prima dello scollinamento dal gruppo maglia gialla è partito, un pò a sorpresa, lo spagnolo Pedrero che è riuscito a guadagnare qualche metro sul gruppetto Vingegaard. Ciccone è così transitato sul gpm con circa 30″ su Pedrero e 35″ sul gruppetto maglia gialla composto da soli 10 uomini.

Lungo la discesa i distacchi sono leggermente aumentati: Ciccone ha approcciato il durissimo muro finale con poco meno di 40″ su Pedrero e 55″ sul drappello maglia gialla. Appena iniziata l’ascesa Pedrero è andato in difficoltà ed è stato ripreso dal gruppetto formato ormai solo da Vingegaard, Adam Yates, Rafal Majka (UAE Team Emirates) e Ben O’Connor. In corrispondenza dell’ultimo km, Vingegaard ha accellerato, restando tutto solo alle spalle di Ciccone. L’abruzzese perà aveva un buon margine di vantaggio ed ha gestito alla perfezione il finale riuscendo a conservare un margine di sicurezza che gli ha consentito di tagliare il traguardo a braccia alzate. Vingegaard è giunto 2° a 23″, dimostrando ancora un volta d’essere nettamente il migliore del lotto. Ancora bene Adam Yates, 3° a 33″ da Ciccone. Quindi troviamo O’Connor a 49″, Guillaume Martin (Cofidis) a 54″ e Jai Hindley a 59″. Alle loro spalle (ad 1′00″) è invece giunto il terzetto formato da Rafal Majka, Jack Haig (Bahrain-Victorius) e Louis Meintjes (Intermarchè-Circus-Wanty). 10a piazza per il giovane Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) a 1′03″.

La classifica finale certifica lo stradominio di Vingegaard che conquista il Delfinato con 2′23″ su Adam Yates e 2′56″ su O’Connor. Si ferma ai piedi del podio Jai Hindley, 4° a 3′16″ davanti all’altro australiano Haig, che chiude a 3′47″. Quindi troviamo Guillaume Martin (6° a 4′51″), Louis Meintjes (7° a 5′02″) e la sorpresa Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling Team), 8° a 5′15″. Completano la top ten finale Carlos Rodriguez a 5′19″ e Julian Alaphilippe 10° a 5′37″.

Pierpaolo Gnisci

Impresa Ciccone a Grenoble (fonte:Getty Images)

Impresa Ciccone a Grenoble (fonte:Getty Images)

VINGEGAARD METTE IN CROCE GLI AVVERSARI. IL DANESE DOMINA LA CROIX DE FER E CONSOLIDA IL PRIMATO

giugno 10, 2023 by Redazione  
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Dominio. Probabilmente non c’è modo migliore per descrivere il Critérium du Dauphinè di Jonas Vingegaard. Il campione della Jumbo-Visma si è aggiudicato in solitaira la 7a tappa della corsa francese, la Porte-de-Savoie – Col-de-la-Croix-de-Fer, sbaragliando la concorrenza con una facilità disarmante. Il vincitore dell’ultimo Tour de France è scattato quando al traguardo mancavano poco più di 50 secondi, facendo immediatamente il vuoto e giungendo all’arrivo con 41″ di vantaggio su un ottimo Adam Yates (UAE Team Emirates), 53″ sul vincitore del Giro d’Italia 2022 Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) e oltre 1 minuto su Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team). Risulta quasi superfluo dire che il danese ha ulteriormente rafforzato la leadership nella classifica generale, che ora guida con un vantaggio di ben 2′11″ su Yates e 2′24″ O’Connor.

Nonostante la lunghezza a dir poco limitata (appena 147,9 km), sulla carta la 7a tappa rappresentava una delle giornate cruciali della corsa transalpina. I primi 50 km erano piatti come un biliardo, dopodichè i corridori erano attesi da oltre 3500 metri di dislivello. La prima asperità di giornata, classificata come gpm Hors Categorie, era il famoso Col de la Madeleine (25,1 km al 6,2%) collocato a metà gara. Dopo la lunga discesa e un breve tratto di fondovalle, la strada tornava a salire in concomitanza del Col du Mollard (18,5 km al 5,8%) posto al km 128. Infine, dopo un brevissimo tratto di discesa, arrivava il momento dell’ascesa finale, il Col de la Croix de Fer (13,1 km al 6,2%, con ultimi 6 km caratterizzati da pendenza media dell’8%).

La fuga di giornata ha iniziato a prender corpo dopo una ventina di chilometri dal via. I primi ad allungare sono stati Anthony Perez (Cofidis), Remi Cavagna (Soudal-Quick Step), Madis Mihkels (Intermarché-Circus-Wanty) e Victor Campenaerts (Lotto-Dstny). Poco dopo all’inseguimento dei 4 battistrada si sono lanciati anche Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Reuben Thompson (Groupama-FDJ), Anton Charming (Uno-X) e Matteo Vercher (TotalEnergies). I due quartetti hanno approcciato la prima salita di giornata, il Col de la Madeleine, distanziati di quasi due minuti, mentre nel frattempo dal plotone era evaso anche Pierre Latour (Total-Energies) intenzionato ad rientrare sulla testa della corsa nonostante il distacco ormai superiore ai 5 minuti. Di lì a poco Vercher si è volontariamente staccato dal gruppo inseguitore per aspettare il compagno di squadra che aveva già recuperato quasi due minuti dai battistrada. La bagarre non si era però di certo conclusa perchè dal gruppo maglia gialla erano evasi invano anche altri corridori tra cui Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Eduardo Sepulveda (Lotto-Dstny).

Lungo la salita Mihkels ha perso le ruote dei tre compagni di squadra, mentre Thompson, Charmig e Bayer avevano gudagnato qualcosa (1′25″ il loro gap dal terzetto di testa a 10 km dallo scollinamento). Ancora più evidente il recupero di Latour che si trovava a 2′45″. Il gruppo, tirato dagli uomini della Ineos, era invece segnalato a 3′45″. Di lì a poco Campenaerts è rimasto tutto solo in testa alla corsa visto che han perso contatto prima Cavagna (-79) e poi anche Perez (-76). Il belga della Lotto-Dstny ha così scollinato in solitaria, precedendo Perez e quindi un gruppetto formato da Latour, Charmig e Bayer. Lungo la successiva discesa Latour ha subito perso contatto da Charmig e Bayer che sono così rimasti soli all’inseguitmento di Perez. Il gruppo, che aveva iniziato a raccogliere per strada i primi fuggitivi, a questo punto aveva ridotto il distacco al di sotto dei 3 minuti. Lungo la discesa Perez è stato ripreso da Charmig e Bayer, mentre poco dopo Latour si è rialzato.

Si è così arrivati ai piedi del Col du Mollard con Campenaerts solo in testa con un vantaggio di quasi 2 minuti su Perez, Charmig e Bayer mentre il gruppo si trovava a poco più di 3 minuti. Lungo le prime rampre della seconda salita di giornata Perez è andato in difficoltà, imitato poco dopo anche da Bayer. Charmig è così rimasto tutto solo all’inseguimento di Campenaerts. Il gruppo nel frattempo aveva aumentato il ritmo grazie al lavoro profuso dal belga Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma). La situazione è rimasta pressochè invariata lungo l’ascesa. Ai -30 Campenaerts vantava ancora un margine di 1′25″ sul danese Charmig e 2′15″ sul gruppo maglia gialla, sempre meno folto. La fuga di Charmig è terminata ai -26, quando è stato raggiunto dal gruppo che a quel punto si era pericolosamente avvicinato anche a Campenaerts (1′25″ il gap). Il belga della Lotto è però riuscito a resistere in testa fino al gpm scollinando con 20″ sul plotone. Il prevedibile ricongiungimento si è consumato al termine della successiva discesa (-12,5).

Nei primi km della salita finale il gruppo ha proceduto in modo regolare, tirato da Dylan Van Baarle che aveva rilevato il compagno Van Hooydonck in testa al plotone. Giunti al cambio di pedenza (-6), Attila Valter ha imposto un evidente aumento dell’andatura che ha mandato subito in difficolta David Gaudu (Groupama-FDJ), Clement Champoussin (Team Arkea-Samsic) e Mikel Landa (Bahrain-Victorius). Il ritmo dell’ungherese della Jumbo-Visma ha letteralmente sfaldato il gruppo, prologo del prevedibile ed inesorabile attacco di Jonas Vingegaard avvenuto quando al traguardo mancavano 5300 metri e a cui nessuno ha trovato ne le gambe ne il coraggio di reagie. Alle spalle del Danese è rimasto tutto solo Adam Yates (UAE Team Emirates) bravo a salire del proprio passo senza perdere troppo (ai -3 pagava solo 15″). Ben più dietro un gruppetto comprendente Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team), Jai Hindley (Bora-Hansgrohe), Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), Jack Haig (Bahrain-Victorius) e Dani Martinez (Ineos Grenadiers) che ai 3000 metri dal traguardo aveva un distacco di 40 secondi.

Ai -2,2 Hindley ha provato ad evadare dal gruppetto inseguitore, mentre Carapaz perdeva le ruote degli altri uomini di classifica. Di lì a poco O’Connor ha provato a rientrare in solitaria su Hindley, ma ha finito per andare a sua volta in leggera difficoltà. Chi invece stava benissimo era proprio Vingegaard che si è concesso la 10a vittoria stagionale giugendo sulla linea d’arrivo con un vantaggio di 41″ su Adam Yates e 53″ su Hindley. O’Connor ha invece chiuso in 4a posizione a 1′04″, precedendo un gruppetto giunto a 1′10″, regolato dal giovanissimo britannico Max Poole (Team DSM) e comprendente anche Jack Haig (Bahrain-Victorius), Guillaume Martin (Cofidis), Torstein Traeen (Uno-X Pro Cycling Team), Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), Louis Meintjes (Intermarchè-Circus-Wanty) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers).
La nuova classifica generale vede ovviamente in testa Vingegaard con 2′11″ su Adam Yates, 2′24″ su Ben O’Connor e 2′36″ su Jai Hindley. Quinta piazza provvisoria per un altro australiano, Jack Haig che paga 3′04″. Quindi troviamo Dani Martinez a 3′27″ e Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) a 3′48″. Completano la top ten Guillaume Martin a 4′14″, Meintjes a 4′19″ e Traeen a 4′21″.

Domani è in programma l’8a ed ultima tappa, da Le-Pont-de-Claix a Grenoble per un totale di 153 km. Si tratta di un’altra frazione d’alta montagna caraterizzata da ben 5 gpm. Particolarmente difficili gli ultimi 60 km che presenteranno il Col du Granier (9,6 km all’8,6%), il Col du Cucheron (7,7 km al 6,2%), il Col de Porte (7,4 km al 6,8%) e infine il durissimo strappo finale de la Bastille (1,8 km al 14,2%). C’è da chiedersi se Vingegaard si accontenterà di amministrare l’ampio vantaggio di cui gode o se vorrà chiudere in bellezza.

Pierpaolo Gnisci

Vingegaard domina la Croix-de-Fer (fonte:Getty Images)

Vingegaard domina la Croix-de-Fer (fonte:Getty Images)

DELFINATO: FUGA VINCENTE DI ZIMMERMANN A CREST-VOLAND. VINGEGAARD SEMPRE LEADER.

giugno 9, 2023 by Redazione  
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Il weekend conclusivo del Critérium du Dauphiné edizione 2023 si è aperto con la fuga vincente di Georg Zimmermann (Intermarché-Circus-Wanty). Il 25enne di Augsburg ha alzato le braccia al cielo al termine della 6a tappa staccando in cima alla breve salita finale i compagni di fuga Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), giunto a 1″ secondo dal tedesco, e Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers), terzo a 8″. No contest tra gli uomini di classifica che sono giunti tutti (o quasi) insieme a 48″ dal vincitore di giornata. Resta praticamente invariata la classifica generale che vede sempre saldamente in testa Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) con 1′10″ su Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team) e 1′23″ sul redivivo Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step).

La 6a frazione, poco più di 170 km da Nantua a Crest-Voland, era la più semplice delle tre tappe alpine poste a conclusione della breve corsa a tappe francese. I primi 140 km non erano troppo impegnativi e presetavano un solo gpm: la Cote de Droisy (2a categoria; 7,9 km al 4,5%) posta al km 53. Poco dopo il traguardo volante di Saint-Jean-de-Sixt (km 141,5) aveva inizio la principale asperità di giornata, ovvero il Col de Aravais (7,7 km al 5,9%) classificato come gpm di 2a categoria. Dopo la successiva discesa vi erano altri due brevi gpm in rapidissima sequenza: la Cote de Notre Dame de Bellecombe (3,2 km al 6,4%) posta a 4 km dal traguardo e lo strappo di Crest-Voland (2,4 km al 6,9%) che terminava proprio in corrispondenza della linea d’arrivo. Una frazione non troppo complicata e che sorrideva ai fuggitivi di giornata anche alla luce delle difficoltà altimetriche proposte della due tappe conclusive.

Proprio alla luce delle premesse sopra indicate, la battaglia per entrare nella fuga di giornata è stata incessante e così soltanto dopo oltre 100 km di scatti e controscatti, un drappello di 14 corridori è riuscito ad evadere dal controllo del plotone:Nans Peters (Ag2r Citroen Team), Axel Zingle (Cofidis), Andrey Amador (EF Education-EasyPost), Georg Zimmermann (Intermarchè-Circus-Wanty), Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers), Matteo Jorgenson (Movistar Team), Andrea Bagioli e Dries Devenyns (Soudal-Quick Step), Simon Guglielmi (Team Arkea-Samsic), Lawson Craddock (Team Jayco-AlUla), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e infine il terzetto della TotalEnergies formato da Mathieu Burgaudeau, Alexis Vuillermoz e Mattero Vercher. Il gruppo non ha però mai mollato del tutto la presa e ha mantenuto il gap intorno ai 3 minuti per poi scendere sotto i 2′ all’imbocco del Col de Aravis. Proprio lungo la salita più lunga di giornata, la fuga è letteralmente esplosa grazie all’iniziativa di Castroviejo e Burgaudeau. Alla coppia franco-spagnola si è poi aggiunto anche Zimmermann che è rientrato in corrispondenza del gpm. A poco più di 30″ dal terzetto di testa è transitato un quartetto formato da Bagioli, Trentin, Guglielmi e Peters, mentre il plotone tirtato dalla Uno-X e dalla Trek è passato con 1′20″.

Nel tratto di discesa successivo e lungo la Cote de Notre-Dame-de-Bellecombe il gruppo non è riuscito a ridurre ulteriormente il gap e di conseguenza il terzetto di testa si è presentato ai piedi della salitella finale con un margine decisamente rassicurante che gli ha consentito di giocarsi il successo di tappa. Ai 1500 metri dal traguardo è arrivato lo scatto del tedesco Zimmermann a cui in un primo momento ha cercato di reagire Castroviejo. L’iberico si è però piantato ed, all’altezza dell’ultimo km, è stato superato anche da Burgaudeau. Il corridore della TotalEnergies è quindi riuscito a riprendere Zimmermann ai -500, lanciando poco dopo la sua lunghissima volata. Zimmermann è rimasto lucido ed è partito ai -200 e ha scavalcato il transalpino tornando al successo dopo 2 anni. Zimmermann ha tagliato il traguardo con 1″ su Burgaudeau e 8″ su Castroviejo. Alle loro spalle è giunto il gruppo dei big forte di una ventina di unità e regolato da Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) davanti ad un redivivo Ben O’Connor (Ag2r Citroen Team).

La classifica generale resta immutata alla vigilia delle due tappe più dure della corsa. Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) guida comodamente con 1′10″ su Ben O’Connor, 1′23″ su Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step), 1′26″ su Adam Yates (UAE Team Emirates) e 1′37″ su Jai Hindley (Bora-Hansgrohe). Seguono Jack Haig (Bahrain-Victorius) ad 1′44″, Daniel Martinez (Ineos Grenadiers) a 2′07″ e Guillaume Martin (Cofidis) a 2′54″.

Domani è in programma la 7a tappa, appena 148 km da Porte-de-Savoie al Col-de-la-Croix-de-Fer infarciti di salite: il Col de la Madeleine (28 km al 6,1%) al km 76, il Col du Mollard (18,3 km al 5,7%) al km 129 e infine l’ascesa finale (13,1 km al 6,1%). Considerando la netta (quasi imbarazzante) superiorità messa in mostra in queste prime tappe, c’è da aspettarsi l’ennesimo show di Vingegaard.

Pierpaolo Gnisci

Zimmermann fuga vincente (fonte:Dario Berlingheri/Getty Imges)

Zimmermann fuga vincente (fonte:Dario Berlingheri/Getty Imges)

VINGEGAARD VINCE E CONVINCE A SALINS-LES-BAINS. IL DANESE E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA

giugno 8, 2023 by Redazione  
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Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) accelera sull’ultimo gpm della quarta tappa, la Côte de Thésy, e se ne va tutto solo aumentando il vantaggio sul gruppo. Arriva in solitaria sul traguardo di Salins-les-Bains ed ipoteca la vittoria del Delfinato 2023

Dopo la cronometro di ieri che ha visto prevalere Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), nuova maglia gialla del Delfinato, oggi è in programma la quarta tappa da Cormoranche-sur-Saône a Salins-les-Bains. Vedremo se il ciclista danese riuscirà a confermarsi in testa alla classifica, anche se i tre gpm posizionati nella seconda metà del tracciato, lungo complessivamente 191 km, possono dargli qualche grattacapo. In particolare il gpm della Côte de Thesy, 3.7 km all’8.2% di pendenza media, sarà un bel banco di prova anche per quei ciclisti che ieri hanno deluso e che vogliono rifarsi oggi. La fuga di giornata si formava dopo circa cinque km dalla partenza grazie all’azione di sei ciclisti: Thomas De Gendt (Team Lotto Dstny), Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies), Jonas Gregaard (Uno X Pro Cycling Team), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Circus Wanty), Nils Politt (Team BORA Hansgrohe) e Leon Heinschke (Team DSM). Dopo una sessantina di km il vantaggio della fuga era di poco inferiore ai 4 minuti sul gruppo maglia gialla, tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates. Gregaard scollinava in prima posizione sul primo gpm della Côte de Château-Chalon posta al km 97.7. A dar man forte ai compagni di squadra di Bjerg, in testa al gruppo erano arrivati anche gli uomini della Soudal Quick Step, oggi tutti a disposizione di Julian Alaphilippe. Politt si aggiudicava il traguardo volante di Salins-les-Bains posto al km 142.4. Sul successivo gpm della Côte d’Ivory, posta al km 154.4, era ancora Gregaard a scollinare per primo. Il gruppo, che da un po’ di tempo aveva imposto un ritmo più elevato, aveva un ritardo di un minuto circa quando mancavano 34 km alla conclusione. Sulla Côte de Thésy, ultima difficoltà altimetrica della tappa, nonché quella più difficile con i primi due km che superavano il 10% di pendenza media, la fuga si spezzettava venendo ripresa poco prima dello scollinamento grazie al forcing decisivo del Team Jumbo Visma, che lanciava il suo capitano Vingegaard, primo a scollinare. Il danese, che già prima dello scollinamento aveva ‘maturato’ qualche metro di vantaggio sugli avversari, allungava in discesa e confidando sulle sue ottime capacità di passista aumentava addirittura il vantaggio sugli immediati inseguitori. Vingegaard si imponeva in solitaria sul traguardo di Salins-les-Bains con 31 secondi di vantaggio su Alaphilippe, che regolava il gruppo alle spalle del danese davanti a Tobias Halland Johannessen (Uno X Pro Cycling Team). Quarto era Clément Champoussin (Team Arkéa Samsic) mentre chiudeva la top five Max Poole (Team DSM). Vingegaard non solo vince la tappa ma si prende anche la maglia gialla, che può dirsi già ipotecata, visto che Alaphilippe è secondo a 1 minuto e 23 secondi di ritardo, mentre Ben O’Connor (Team AG2R Citroen) è terzo a 1 minuto e 24 secondi di ritardo. Domani è in programma la sesta tappa da Nantua a Crest-Voland lunga poco più di 170 km, che presenta un totale di quattro gpm. Il finale di tappa è molto impegnativo con tre gpm concentrati nel giro di 20 km. Quasi sicuramente saranno gli uomini di classifica a battagliare nuovamente per la vittoria di tappa, con la classifica generale che subirà nuovi assestamenti.

Antonio Scarfone

Jonas Vingegaard vince a Salins-les-Bains (foto: Dario Belingheri/Getty Images)

Jonas Vingegaard vince a Salins-les-Bains (foto: Dario Belingheri/Getty Images)

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