JESUS HERRADA BRILLA A LAGUNA NEGRA FINALIZZANDO AL MEGLIO LA FUGA DI GIORNATA, NO CONTEST TRA I BIG
Jesus Herrada (Cofidis) fa suo l’arrivo in salita di Laguna Negra alla Vuelta a España 2023, lo spagnolo ha la meglio sulla fuga di 26 uomini che ha contraddistinto la tappa odierna in cui i big nonostante l’arrivo in salita decidono di arrivare tutti insieme appassionatamente. Al secondo posto chiude Romain Gregoire (Groupama-FD), terzo Andreas Kron (Lotto Dsnty) il gruppo arriva ben sei minuti dopo. Nessuna variazione quindi tra le prime posizioni della classifica generale.
Dopo la cronometro di ieri in tanti hanno salvato la gamba per provare ad andare in fuga quest’oggi nella undicesima tappa della Vuelta a España 2023 e così dal chilometro zero i tentativi di fuga si susseguono in continuazione, ma la sede stradale piatta non offre particolare vantaggio per evadere dal gruppo, bisogna infatti aspettare il sessantesimo chilometro di corsa per vedere formarsi il tentativo buono, ad avere la meglio è un gruppo composto da ben 26 uomini. Ecco i loro nomi: Geraint Thomas e Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Rudy Molard, Lewis Askey e Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Jonathan Caicedo e Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost), Paul Ourselin e Alan Jousseaume (TotalEnergies), Dorian Godon, Nicolas Prodhomme e Damien Touzé (Ag2r Citroen), Jacopo Mosca e Otto Vergaerde (Lidl-Trek), Jose Manuel Diaz, Eric Fagúndez e Pelayo Sánchez (Burgos-BH), Luis León Sánchez (Astana Qazaqstan), Jesús Herrada (Cofidis), Jorge Arcas (Movistar), Andreas Kron (Lotto Dstny), Łukasz Owsian (Team Arkéa-Samsic), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA), Jan Maas (Team Jayco AlUla), Julius Johansen (Intermarché-Circus-Wanty) e Sean Flynn (Team dsm-firmenich). Tanti i nomi buoni in questo gruppo numeroso che lasciano ben sperare al buon esito della fuga anche perchè dopo lo sforzo della cronometro i valori in campo possono essere celati per recuperare energie preziose. Il gruppo è tirato dalla Jumbo-Visma con Sepp Kuss in maglia rossa ben protetto dai suoi uomini. la tappa con l’unica salita conclusiva non offre particolari emozioni ed infatti il vantaggio dei drappello in testa arriva a circa 6’. A questo punto è chiaro che il vincitore odierno uscirà dal gruppetto dei 26 e sarà “corsa nella corsa”. L’approccio alle prime rampe della salita Laguna Negra offre subito un primo scatto piazzato da Ourselin che però viene ripreso a circa 5 chilometri dal traguardo grazie ad un gran ritmo di Filippo Ganna al servizio di Thomas. Il ritmo del verbanese è irresistibile per tanti, si ha selezione da dietro, restano agganciati soltanto Thomas, Molard, Gregoire, Caicedo, Prodhomme, Herrada, Kron e Sanchez. I nove uomini al comando arrivano insieme ai 1500 metri dall’arrivo, qui nel tratto con pendenze maggiori Ganna termina il suo lavoro, il primo scatto è di Caicedo con Thomas che riesce a chiudere portandosi dietro tutti gli altri. Dopo l’arco dell’ultimo chilometro Caicedo riparte Thomas lo riprende ma è Herrada ai 300 metri ad andarsene tutto solo verso il traguardo. Lo scatto dello spagnolo è chirurgico a nulla vale il tentativo di Gregoire e Kron di portarsi sotto i quali devono accontentarsi rispettivamente del secondo e terzo posto. Il gruppo maglia rossa affronta la salita senza nessuno scatto dei big se non un “allungo” di Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) che non produce buchi tra gli uomini di classifica arrivati di fatto tutti insieme. Domani dodicesima tappa con le ruote veloci che torneranno protagoniste a Saragozza.
Antonio Scarfone

Jesus Herrada conquista il traguardo di Laguna Negra (Photo credit: Getty Images)
OLAV KOOIJ… E SONO TRE…
Terzo successo consecutivo per il velocista della Jumbo Visma al Tour of Britain, come sempre assistito da Van Aert. Seconda piazza per Danny Van Poppel davanti a Ethan Vernon.
Tre su tre. Niente male come curriculum per Olav Kooij che nelle prime tre tappe del Tour of Britain 2023 ha sempre colto il bersaglio grosso. Dopo i successi a Manchester e Wrexham anche il traguardo di Beverley è finito nel carniere del giovane velocista olandese della Jumbo-Visma. Anche oggi come nelle tappe precedenti il regista della volata del ventunenne di Numansdorp è stato Wout van Aert. Il belga, diversamente dai giorni scorsi, non è però salito sul podio di giornata e, anzi, non è entrato nemmeno nella TopTen avendo chiuso 13° dietro al primo italiano sul traguardo, Davide Persico (Bingoal WB).
Alle spalle dell’irraggiungibile Kooij si son piazzati nell’ordine Danny van Poppel (BORA – hansgrohe), Ethan Vernon (nazionale britannica), Max Kanter (Movistar Team), Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers), Robert Donaldson (Trinity Racing), Casper van Uden (Team dsm – firmenich) e Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke).
Grazie a questo tris di successi il giovane olandese continua a vestire la maglia di leader anche se, non essendo previsti abbuoni, la maggior parte dei ciclisti che lo seguono in classifica hanno lo stesso tempo di Kooij.
Oggi è in programma una tappa che scatterà dalla celebre foresta di Sherwood, quella di Robin Hood, per concludersi dopo 167 Km a Newark-on-Trent, dove è atteso un altro arrivo in volata.
Mario Prato

Terzo successo consecutivo per Kooij sulle strade del Tour of Britain (foto SW Pix)
GANNA TORNA AL TOP. BATTUTI EVENEPOEL E ROGLIC. KUSS RESISTE IN MAGLIA ROJA.
Finalmente una prestazione super in una prova contro il tempo come non avveniva ormai da qualche mese, una performance degna del miglior Filippo Ganna. Il fuoriclasse della Ineos domina la 10a tappa della Vuelta, una crono di 25,8 km attorno a Valladolid, battendo di 16″ Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) e prendendosi così una meritata rivincita dopo le sconfitte inflittegli dal Belga al Giro e ai recenti mondiali di Glasgow. Terza posizione per un ottimo Primoz Roglic (Jumbo-Visma) giunto a 36″ e rimasto di conseguenza in scia di Evenepoel in classifica generale. Mezzo passo falso per l’altro capitano della Jumbo, Jonas Vingegaard che paga 1′02″ al Belga, mentre il compagno di squadra Sepp Kuss si difende bene e conserva la maglia roja con 26″ su un ottimo Marc Soler (UAE Team Emirates) e 1′09″ su Remco
Dopo il primo giorno di riposo la corsa riprendeva subito con una frazione fondamentale, una cronometro individuale di 25,8 km in quel di Valladolid. Il percorso era quasi completamente piatto, ad eccezione di un breve strappetto (500 m al 7.1%) posto a Parquesol al km 7. Una volta terminata la brevissima discesa iniziava un lungo viale quasi privo di curve da percorerre in entrambi i sensi di marcia prima dell’arrivo sul traguardo della città Castillana.
La corsa ha preso il via con la partenza di Miles Scotson (Team Jayco-AlUla) alle 14.01. Il primo corridore a far segnare un tempo degno di nota è stato il francese Clement Davy (Groupama-FDJ) che ha completato la sua prova con un tempo di 30′55″. Il primato del transalpino non è durato molto perchè dopo una ventina di minuti è giusto al traguardo Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost) che ha fatto segnare il miglior tempo provvisorio in 28′58″, tempo che lo candidava sicuramente ad un piazzamento.
Di lì a poco è però partito uno dei favoritissimi, ovvero Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che ha messo subito le cose in chiaro già al primo intermedio, dove è transitato con un vantaggio monstre su Bissegger di 33″, diventati poi 52″ al secondo punto di rilevazione. Ganna si è quindi portato in testa con il tempo di 27′39″, ben 1′19″ in meno del campione europeo delle prove contro il tempo. Il piemontese ha fatto segnare una media di quasi 56 km/h, dando subito l’idea che sarebbe stato molto difficile togliergli la vittoria oggi.
Una volta conclusa la prova di Ganna, l’attenzione era quasi tutta rivolta verso gli uomini di classifica, ultimi a partire, tra cui figuravano anche i due maggiori pericoli per la leadership del corridore dell’Ineos, ovvero Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e soprattutto Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step). Nell’attesa dei big, sono sicuramente da segnalare le buone prove di Jonathan Castroviejo, altro alfiere dell’Ineos che ha chiuso ad 1′24″, Nelson Oliveira (Movistar Team) giunto ad 1′12″ e soprattutto di Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step) momentaneamente 2° ad 1′09″ dal leader.
Si è così giunti ai corridori che puntano alla top ten finale. Tra questi, ottima la prestazione di Aleksandre Vlasov (Bora-Hansgrohe) che è partito benissimo (2° a 23″ da Ganna al primo intermedio) ed è poi arrivato al traguardo con 52″ di ritardo, primo corridore a contenere il gap al di sotto del minuto. Poco dopo il russo è stato superato dal portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates), giunto con appena 2″ di vantaggio. Discreta la prestazione del suo compagno di squadra Juan Ayuso che ha completato la sua crono in 28′50″ ad 1′11″ da Ganna, mentre Enric Mas (Movistar Team) ha dovuto limitare i danni, giungendo ad 1′46″.
Nel frattempo era patito anche Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) che però ha subito dimostrato di non avere la gamba del Tour: già al primo intermedio pagava 25″, ha poi perso ulteriomente al secondo intermedio (55″) per poi chiudere a 1′18″. Chi invece è andato forte è stato il suo compagno di squadra e co-capitano Primoz Roglic che è transitato con appena 10″ di ritardo al primo intermedio, poi diventati 27″ al secondo rilevamento e infine 36″ al traguardo, distacco che gli è valso il secondo posto provvisorio. Immediatamente dopo di lui era il turno di Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) campione del mondo cronometro. Il belga si è inserito al 3° posto al primo rilevamento (11″), ma ha poi sopravvanzato Roglic nel tratto successivo transitando con un ritardo di18″ da Ganna al secondo intermedio. Infine ha addirittura recuperato qualcosa a Ganna nel finale chiudendo a 16″ e sancendo ufficiosamente la vittoria dell’Italiano.
Mancavano a questo punto solo i primi 3 della graduatoria: il giovanissimo Lenny Martinez (Groupama-FDJ) ha probabilmente pagato la fatica della prima settimana, chiudendo con un modesto 30° posto a 2′29″ da Ganna. Oltre ogni aspettativa invece la prestazione di Marc Soler (UAE Team Emirates) capace di chiudere la sua prova addirittura all’8° posto con un ritardo di 1′12″, appena 1″ peggio del suo compagno Ayuso. Bene anche Sepp Kuss, leader della generale. Lo statunitense della Jumbo ha perso solo 1′29″ (13° posto per lui) difendendo la sua leadership nella classifica generale che ora lo vede in testa con 26″ su Soler, 1′09″ su Evenpoel ed 1′36″ su un Roglic finora impeccabile. Scivola in 5a posizione Lenny Martinez, ora distanziato di 2′02″, mentre Almeida risale di ben 4 posizione ed ora è 6° a 2′16″. Poco dietro di lui Jonas Vingegaard a 2′22″ ed ora più distante dal duo Roglic-Evenepoel. Chiudono la top ten provvisoria Juan Ayuso a 2′25″, Mas a 2′50″ e Vasov a 3′14″.
Domani è in programma l’11a tappa da Lerma a Laguna Negra (163 km). I primi 150 km abbondanti saranno praticamente piatti. Poi nel finale il classico arrivo monopuerto tanto caro alla corsa iberica. I corridori arriveranno al traguardo al termine di una salita di 6.5 km al 6.7%. Da segnalare gli ultimi 500 metri con pendenze a doppia cifra.
Pierpaolo Gnisci
BIS DI OLAV KOOIJ AL TOUR OF BRITAIN
Ancora un successo in volata per l’uomo della Jumbo-Visma lanciato nuovamente da Wout van Aert. Anche la seconda tappa si inchina così al duo Jumbo Visma. Seconda piazza per l’olandese Van Poppel.
Come da manuale, la coppia ormai collaudata Kooji-Van Aert mette il sigillo anche alla seconda tappa del Tour of Britain. Rispetto alla tappa inaugurale però si è, per così dire, intromesso Danny van Poppel della Bora Hansgrohe, che ha colto la seconda piazza davanti a Van Aert. A seguire si sono piazzati: Sam Bennett (BORA – hansgrohe), Max Kanter (Movistar Team), Ethan Vernon – che difende i colori della nazionale di Albione – Luke Lamperti (Trinity Racing), Stian Fredheim (Uno-X Pro Cycling Team), Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers), e Davide Bomboi (TDT-Unibet Cycling Team) che ha chiuso la TopTen precedendo l’italiano Davide Persico, stagista alla Bingoal WB.
Oltre alla già citata coppia della Jumbo-Visma ed agli altri protagonisti della volata conclusiva, la tappa ha visto alla ribalta anche gli animatori della fuga di giornata. I coraggiosi rispondono al nome di Jacob Scott (Bolton Equities Black Spoke), Callum Ormiston (Global 6 Cycling), Finn Crockett (Saint Piran) e Abram Stockman (TDT-Unibet Cycling Team). I quattro hanno impegnato non poco le squadre dei velocisti poichè il loro essere battistrada si è interrotto solo ai meno 15, quando sono stati ripresi i due fuggitivi rimasti in avanscoperta, Crockett e Stockman-
Nelle fasi conclusive, si è avuta la caduta di Tobias Lund Andresen (Team DSM Firmenich), che a causa di una sbandata ha colpito un ostacolo a bordo strada finendo per terra. L’impatto, però, non sembra aver avuto conseguenze per il giovane danese, che comunque terminato la tappa con il distacco subito annullato dalla giuria, essendo l’incidente avvenuto all’interno degli ultimi 3 Km.
Domani si attende un altro arrivo in volata al termine della terza frazione, che si snoderà tra Goole e Beverley sulla distanza di 154 Km e su di un percorso movimentato da un paio di colli di 3a categoria da affrontare nei primi 70 Km di gara.
Mario Prato

La seconda vittoria di Kooij sulle strade del Tour of Britain (foto SWPix)
VALENTIN MADOUAS, VITTORIA IN CASA ALLA BRETAGNE CLASSIC
Valentin Madouas (Groupama-FDJ) in maglia di campione francese conquista il prestigioso arrivo a Plouay della Bretagne Classic 2023, il bretone si impone in uno sprint ristretto avendo la meglio su Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Felix Grosschartner (UAE Team Emirates).
Dopo il chilometro zero in due vanno via e sono Aaron van der Beken (Bingoal WB) e Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizané), la coppia a va formare la fuga di giornata. Nel gruppo è presente anche il campione del mondo Mathieu van der Poel che con l’Alpecin Deceuninck inizialmente si mette in testa al gruppo a controllare. La situazione di corsa rimane cristallizzata, dopo ben 100 chilometri il vantaggio della coppia la comando è di 5 minuti, tempo che inizia a calare grazie al lavoro in testa al plotone della Soudal – QuickStep e del Team Dsm, il cambio di ritmo è repentino ed il gruppo nei dieci chilometri successivi si porta a circa 1’ dai fuggitivi. Van der Beken e tonelli vengono riassorbiti dal gruppo ad 85 chilometri dall’arrivo in vista del primo passaggio sul noto sterrato di Le Hellès. La corsa finalmente si infiammo e ad accenderla è Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) con un allungo dei suoi su cui si portano Greg Van Avermaet (Ag2r Citroën), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), il gruppo riesce ad essere inizialmente unito, la selezione è da dietro ed infatti un nuovo allungo di Mick van Dijke (Jumbo-Visma) e Stefan Küng (Groupama-FDJ) causa un pò di selezione. I due guadagnao subito 2 minuti con 60 chilometri da percorrere. Un’altra coppia prova ad evadere dal gruppo e sono Lilian Calmejane (Intermarché-Circus-Wanty) e Gianni Moscon (Astana Qazaqstan Team) i due riescono a guadagnare una cinquantina di secondi restando di fatto a bagnomaria tra il gruppo e la testa della corsa che non riusciranno a prendere. Intanto una caduta taglia fuori dalla possibilità di vittoria Warren Barguil (Arkéa-Samsic), Jake Stewart (Groupama-FDJ) e Ben Healy (EF Education-Easy Post) frazionando il gruppo inseguitore. In testa Stefan Küng quando mancano 35 chilometri all’arrivo va via tutto solo, poco dopo in testa al gruppo Marc Hirschi (UAE Team Emirates) allunga sulla Côte di Marta, lo svizzero è seguito da Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) mentre alzano bandiera bianca sia Christophe Laporte (Jumbo-Visma) sia Arnaud De Lie (Lotto Dstny) sia Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) tra i favoriti alla partenza. A rientrare sullo svizzero sono così, dopo un’alta accelerazione di Cosnefroy, Mathieu Burgaudeau, Valentin Madouas, Alex Aranburu, Marc Hirschi, Felix Grossschartner e Jai Hindley.Poco dopo rientrano anche Benoot, Sivakov e Fuglsang, formando un gruppetto di 14 uomini al comando prima di entrare nel circuito conclusivo di 11,7 chilometri. Ancora Stefan Küng indiavolato prova a riprendersi la testa della corsa seguito da Felix Grossschartner e Frederik Wandahl a cui si aggiungono successivamente Valentin Madouas e Mathieu Burgaudeau; sembra l’azione buona perchè da dietro non c’è organizzazione e davanti guadagnano subito una trentina di secondi a 20 chilometri dall’arrivo. Sull’ultimo strappo Grossschartner prova un allungo cede il solo Wandahl, gli altri restano con lui. Il quartetto arriva così compatto nel rettilineo di arrivo, un grande Küng si mette al lavoro per Madouas, che piazza un allungo e va vincere la corsa di casa, riportando così i bretoni a vincere a Plouay dopo oltre 20 anni, alle sue spalle si piazzano Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Felix Grosschartner (UAE Team Emirates) a 17 secondi arriva un altro quartetto chiuso da Jasper De Buyst (Lotto Dstny), che regola Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Frederik Wandahl (Bora-hansgrohe) poi a 35” Elia Viviani (Ineos Grenadiers) regola ciò che resta del gruppo.
Antonio Scarfone

Valentin Madouas esulta sul traguardo di Plouay alla Bretagne Classic 2023 (Credit photo: Getty Images)
MARYLAND CLASSIC, SKJELMOSE DOMINATORE SOLITARIO
Mattias Skjelmose Jensen domina in solitaria la classica statunitense. Alle sue spalle Neilson Powless e Hugo Houle.
Seconda edizione della classica oltreoceano intorno alla città di Baltimora, Maryland (USA), da cui il nome di questa corsa di un giorno. Il percorso presenta qualche difficoltà altimetrica nella prima metà per poi immettersi nel circuito intorno alla metropoli dell’omonimo stato. Quest’oggi non c’è un vero padrone della corsa tanto che si susseguono frazionamenti e ricongiungimenti anche piuttosto numerosi in testa al plotone.
Da uno di questi momenti di stallo esce in solitaria Mattias Skjelmose Jensen, campione danese in carica della Lidl – Trek, e fa subito il vuoto. Dietro le operazioni di rincorsa sono complicate e frammentate, che portano il vantaggio massimo del campioncino vichingo fino a sfiorare i 3 minuti, lasciandogli come unica preoccupazione in vista del traguardo l’esultanza con cui festeggiare la vittoria in terra a stelle e strisce.
Alle sue spalle alla fine si avvantaggiano in quattro, con Neilson Powless (EF Education – EasyPost) a regolare la volata dei battuti su Hugo Houle (Israel – Premier Tech) e Lucas Hamilton (Team Jayco AlUla).
Lorenzo Alessandri

Mattias Skjelmose Jensen domina in solitaria a Baltimora /SnowyMountain Photography)
VENTAGLI E CONFUSIONE ALLA VUELTA, ALLA FINE VINCE KAMNA. KUSS RESTA LEADER.
La 9a tappa della Vuelta a Espana ci ha riservato scenari non preventivati alla vigilia, ma soprattutto ci lascia la sensazione che in questi primi 9 giorni troppi meccanismi nell’organizzazione della corsa iberica non abbiano funzionato adeguatamente. La frazione, caratterizzata dai ventagli venuti fuori ad inizio tappa e poi nuovamente a metà corsa, alla fine è stata mortificata da una decisione degli organizzatori che definire tafazziana è quasi un complimento: la neutralizzazione degli ultimi 2 km a causa di un’intensa precipitazione avvenuta qualche ora prima dell’arrivo della corsa. Le immagini dei corridori che giungevano al traguardo ha poi dimostrato come la decisione fosse completamente sbagliata, situazione che fa il paio con quanto avvenuto nello scorso weekend a Barcellona. Alla fine a vincere la tappa è stato il micidiale Lennard Kamna (Bora-Hasngrohe) che con il successo odierno è entrato nel club di coloro che hanno vinto tappe in tutti e tre i grandi giri. Alle sue spalle l’ottimo Mattia Sobrero (Team Jayco-AlUla) staccato di 13″ e Chris Hamilton (Team dsm-firmenich) ad oltre un minuto. Solo qualche scaramuccia tra i big che si sono limitati ad una sorta di sprint nei pressi dello striscione dei -2, in corrispondenza del quale sono stati presi i tempi validi per la classifica generale che vede sempre in testa Sepp Kuss (Jumbo-Visma) con 43″ su Marc Soler (UAE Team Emirates) e 1′02″ su Lenny Martinez (Groupama-FDJ).
La 9a frazione della Vuelta, la Cartagena-Collado de La Crus de Caravaca (181 km), presentava un arrivo in salita non troppo complicato, ma rappresentava comunque un’altra occasione di confronto tra i big oltre che una ghiotta occasione per i cacciatori di tappa. I primi 40 km erano prevalentemente pianeggiati, quindi i corridori erano attesi dal Puerto de Casas la Marina la Periz (12.1 km al 4,9%) posto al km 60. Dopo la successiva discesa iniziava un lungo tratto misto che culminava con il falsopiano che faceva da antipasto all’ultima salita. L’ascesa finale (8.2 km al 5.4%) era del tutto irregolare vista l’alternanza fra tratti decisamente semplici e altri molto più difficili. In particolare il terzultimo km prevedeva pendenze superiori al 10%. Quindi, dopo un km in leggera discesa, un ultimo km nuovamente molto duro.
Pronti via e subito il primo colpo di scena: sfruttando il vento laterale, gli uomini della Jumbo-Visma hanno immediatamente provato a sorprendere gli avversari, mettendo in atto un attacco di squadra che ha letteralemente disintegrato il gruppo dando il là a dei ventagli. Davanti si sono ritrovati in 13, di cui ben 7 uomini della squadra olandese: Jonas Vingegaard, Primoz Roglic, Sepp Kuss, Dylan Van Baarle, Jan Tratnik, Wilco Kelderman e Attila Valter. Insieme a loro Remco Evenepoel e Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step), Alexander Vlasov, Nico Denz ed Emmanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) e Matevz Govekar (Bahrain-Victorius). Sono quindi rimasti fuori dall’azione . I due uomini della Soudal hanno contribuito a dare una mano a quelli della Jumbo con l’evidente intenzione di fare definitivamente fuoriEnric Mas (Movistar Team) e gli uomini della UAE Team Emirates (Juan Ayuso, Josè Almeida e Marc Soler). Il vantaggio del gruppo di testa ha raggiunto i 45″ ma il lavoro profuso dietro da UAE, Movistar e Bahrain ha fatto si che intorno al km 50 i battistrada fossero ripresi. Una volta calmate le acque, il gruppo di nuovo compatto ha rallentato l’andatura favorendo la formazione di una fuga che ha preso corpo sulla prima salita di giornata, il Puerto Casas de Marina la Perdiz. I primi a muoversi sono stati Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe), Ruben Fernandez (Cofidis), Amanuel Gebreigzabhier (Lidl-Trek), Matteo Sobrero (Team Jayco-AlUla) e Daniel Navarro (Burgos-BH). Di lì a poco su di loro sono ritornati prima Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA) e poi anche Jonathan Caicedo (EF Education-EasyPost) e Chris Hamilton (Team dsm-firmenich).
Il vantaggio degli 8 fuggitivi è immediatamente dilagato arrivando ad 8′ ai -100. A quel punto il buon esito della loro azione sembrava decisamente scontato, ma di lì a poco (ai -80) il vento laterale è tornato nuovamente protagonista dando vita ad altri ventagli. In questo caso a spingere maggiormente in testa al gruppo sono stati gli uomini della Soudal. A farne le spese è stato l’ex leader della generale Lenny Martinez (Groupama-FDJ) rimasto attardato nel gruppo inseguitore. Il ritmo imposto dal drappello dei big è stato talmente alto da far si che nel giro di 10 km il vantaggio dei battistrada crollasse a 4′20″, mentre il primo gruppo inseguitore, tirato da Goupama e Bora, navigava a 5′30″. Una volta girata la strada e cessato il vento laterale, gli uomini della Soudal si sono ritrovati a dover sostenere l’intera azione che di conseguenza si è man mano affievolita fino all’inevitabile ricongiungimento avvenuto ai -52. A quel punto il vantaggio della fuga era di poco superiore ai 3 minuti e mezzo. La Jumbo, nuovamente in testa al gruppo con Van Baarle, non aveva però l’intenzione di riprendere i battistrada e di conseguenza il gap è nuovamente aumentato (4′45″ ai -30).
A questo punto è arrivata un’imporante notizia dall’organizzazione della corsa: a causa di una intensa precipitazione piovosa che aveva interessato la zona d’arrivo diverse ore prima lasciando del fango in una curva posta ai -150 dal traguardo, i tempi per la classifica sarebbero stati presi ai 2050 metri dall’arrivo. Una decisione che difatto neutralizzava il tratto finale per quel che riguarvadala classifica generale, depotenziando la tappa. I fuggitivi, chiaramente non interessati a tale decisione, hanno proseguito di comune accordo fino ai -8, quando è iniziata la salita finale e con essa gli scatti. I primi a perdere contatto sono stati Fernandez e Navarro, quindi anche Barrenetxea e Caicedo. Ai -5 ha mollato anche Chris Hamilton, lasciando così in testa il trio formato da Kamna, Gebreigzabhier e Sobrero. A quel punto è giunta una prima decisa accelerazione di Kamna che ha fatto perdere contatto anche al corridore eritreo. Il ritmo di Kamna era però troppo alto anche per Sobrero che a sua volta ha perso contatto dal tedesco. Il piemontese non ha mollato restando ad una distanza non troppo elevata (circa 15″) dal corridore della Bora e provando a rientrare nel tratto più duro della salita. Kamna ha però controllato con grande fermezza ed è così riuscito a tagliare il traguardo tutt solo. Sobrero si è dovuto accontentare della piazza d’onore con un ritardo (misurato ai -2) di 13″. Terza posizione per Chris Hamilton (ad 1′12″) davanti a Gebreigzabhier (1′00″ di ritardo per il corridore della Lidl che è stato superato da Hamilton negli ultimi 2 km).
Il gruppo maglia roja ha invece approcciato la salita finale con gli uomini della Movistar in testa a cui si sono rapidamente alternati quelli della Soudal, in particolare con Mattia Cattaneo. Il ritmo non era però così altro e così ai -3 sono partiti Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe). Gli altri big non hanno reagito e così la suddetta coppia è riuscita a prendere un piccolo margine sul resto degli uomini di classifica che si sono mossi soltanto in prossimità dei -2, ovvero del punto di rilevamento dei tempi. Roglic ha messo in mostra una gamba eccezionale, ma il taglio della tappa gli ha sostanzialmente impedito di approfittarne. I big sono così arrivati praticamente tutti insieme: Almeida e Vlasov hanno guadagnato 5″ su Roglic, Vingegaard, Evenepoel, Mas e Ayuso, mentre da Kuss, Landa e Soler ne han persi 9″. La nuova classifica generale ricalca quindi in buona parte quella di ieri: Kuss guida con 43″ su Soler, 1′02″ su Lenny Martinez, 2′22″ su Evenepoel, 2′29″ su Landa e Roglic. Poi troviamo Vingegaard e Mas a 2′33″, Ayuso a 2′43 e Almeida a 2′55″.
Domani la corsa osserverà il primo dei due giorni di riposo. Martedì si riprenderà col botto grazie alla cronometro di Valladolid. Sarà una prova contro il tempo breve (25,8 km) e completamente piatta che sicuramente contribuirà a modificare la classifica generale.
Pierpaolo Gnisci
AD OLAV KOOIJ LA PRIMA DEL TOUR OF BRITAIN
Successo in volata per l’uomo della Jumbo-Visma lanciato da Wout van Aert, che ha chiuso secondo, verso la linea del traguardo. Terza piazza per Sam Bennett.
Ha preso il via oggi con la Altrincham-Manchester la 19a edizione del Tour of Britain. La prevedibile conclusione in volata ha visto il successo della Jumbo Visma, che ha nominato velocista titolare il giovane olandese Olav Kooij. Per il delicato ruolo di ultimo uomo la scelta in casa del team olandese è caduta su una delle ruote più veloci del gruppo, Wout van Aert: una coppia inedita, che ha dato da subito buoni risultati. I due olandesi sono andati, infatti, ad occupare i primi due gradini del podio, dopo che la squadra ha controllato la gara tutto il giorno, neutralizzando la più classica delle fughe di giornata. Terzo si è piazzato l’irlandese Sam Bennett (BORA – hansgrohe) e a seguire sono passati sotto lo striscione d’arrivo Max Kanter (Movistar Team), Ethan Vernon (Soudal – Quick Step), Stian Fredheim (Uno-X Pro Cycling Team), Davide Bomboi (TDT-Unibet Cycling Team), Danny van Poppel (BORA – hansgrohe), Gonzalo Serrano (Movistar Team) e Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) a completare la Top10. Per trovare i primi corridori di casa nostra bisogna scorrere l’ordine d’arrivo fino alla 22a posizione, occupata da Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), e alla 25a con Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), due dei componenti della sparuta pattuglia azzurra che comprende anche Davide Persico del Team Colpack Ballan CSB (ma in forza alla Bingoal WB) ed Edoardo Affini (Jumbo-Visma).
Mario Prato

Kooij vince la prima tappa del Giro della Gran Bretagna (Getty Images)
XORRET DE CATI’ AI GIALLONERI: VINCE ROGLIC, KUSS E’ IL NUOVO LEADER
Dopo la minirivoluzione di Jalavambre, l’arrivo di Xorret de Catì sembrava destinato a rompere definitivamente gli equilibri. Invece, l’unica certezza che ci lascia l’8a frazione della Vuelta 2023 è che la corazzata Jumbo dovrà vedersela fino alla fine con Remco Evenepoel, mentre Enric Mas e Juan Ayuso sono pronti a recitare il ruolo dei guastafeste. In attesa della resa dei conti che si consumerà nelle prossime due settimane, oggi i calabroni hanno portato a casa un’altra tappa grazie allo sprint vincente di Primoz Roglic, bravo ad infilare nel finale Evenepoel, e al contempo hanno conquistato la maglia roja, adesso vestita dal bravissimo Sepp Kuss. La classifica alle spalle dello statunitense è però decisamente corta e lascia ancora ampio margine a diversi scenari.
L’8a tappa proponeva un percorso interamente ricavato a ridosso della Costa Blanca e che culminava con l’ormai classico arrivo di Xorret de Catì. Una tappa che, sebbene lontana dalle gradi montagne iberiche, rappresentava un interessante banco di prova per i corridori di classifica vista la presenza di ben 5 gpm, l’ultimo dei quali era proprio il famigerato Xorret de Catì (3.8 km al 11.5% di penzenza medie e punte fino al 17%). Subito dopo la partenza di Denìa i corridori erano attesi da 20 km completamente piatti, praticamente gli unici di questa frazione. Dopodichè iniziava un lungo su e giù per l’entroterra Valenciano: il primo gpm di giornata era l’Alto de Vall d’Ebo (8 km 6.5%, 2a cat.) posto al km 28, seguito dal Puerto de Tolos (4 km al 5.7%, 3a cat) al km 50. Quindi un tratto di saliscendi precedeva il Puerto de Benifallim (9.1 km al 5.1%, 2a cat) al km 82. Al termine della successiva discesa iniziava la salita più lunga di giornata, il Puerto de Carrasqueta (11 km al 4,6%) posto al km 110. A questo punto i corridori dovevano affrontare un tratto di circa 45 km relativamente semplice e che conduceva ai piedi del muro di Xorret de Catì (km 162), dalla cui cima mancavano appena 4 km, quasi tutti in discesa, fino al traguardo. Una frazione che sorrideva ai cacciatori di tappe e che al contempo chiamava all’azione anche gli uomini di classifica.
Il primo tentativo di fuga è giunto al km 7, quando dal gruppo sono usciti Nico Denz (Bora-Hansgrohe), Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Thomas De Gendt (Lotto-Dstny), Julius Van Den Berg (EF Education-EasyPost), Damien Touze (Ag2r Citroen Team), Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA), Ander Okamika e Pelayo Sanchez (Burgos-BH). La loro azione non ha però avuto fortuna e si è cosi scatenato un valzer fatto di attacchi e contrattacchi che è andato avanti a lungo. La situazione non è cambiata neanche lungo la prima salita di giornata, l’Alto de Vall d’Ebo, in cima al quale il plotone è transitato compatto. Proprio dopo lo scollinamento, intorno al km 30, il danese Andreas Kron (Lotto-Dstny), vincitore della tappa di Barcellona pochi giorni fa, ha provato l’allungo. Dietro di lui si sono man mano aggiunti altri corridori andando a comporre un gruppo di ben 30 corridori: Andreas Kron, Thomas De Gendt, Sylvain Moniquet e Lennert Van Eetvelt (Lotto-Dstny), Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen Team), Javier Romo e Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan Team), Ben Zwiehoff (Bora-Hansgrohe), Jesus Herrada e Ruben Fernandenz (Cofidis), Diego Camargo e Julius Van Den Berg (EF Education-EasyPost), Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Damiano Caruso e Antonio Tibero (Bahrain-Victorius), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Rui Costa (Intermarchè-Circus-Wanty), Kenny Elissonde e Bauke Mollema (Lidl-Trek), Oier Lazkano e Nelson Oliveira (Movistar Team), Christian Rodriguez (Team Arkea-Samsic), Romain Bardet (Team dsm-firmenich), Welay Berhe e Callum Scotson (Team Jayco-AlUla), Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates), Jose Manuel Diaz e Pelayo Sanchez (Burgos-BH), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA), Fabien Doubey e Paul Ourselin (TotalEnergies). Il folto gruppo di testa ha ben presto fatto il vuoto approcciando il secondo gpm di giornata, il Puerto de Tolos, con 2 minuti e mezzo di vantaggio, gap si è poi ulteriormente dilatato in salita (quasi 4′ allo scollinamento).
Subito dopo il gpm, Thomas De Gendt ha lasciato la compagnia degli altri 29 fuggitivi, lanciandosi verso una delle sue lunghissime fughe in solitaria. Lungo il successivo tratto di saliscendi De Gendt è riuscito a a guadagnare un discreto margine, transitando al km 70 con 1 minuto sul gruppo inseguitore e 5′20″ sul plotone. La situazione è cambiata quando la strada è tornata a salire verso il Puerto de Benifallim (km 82). In testa al gruppo maglia roja sono arrivati gli uomini della Jumbo-Visma: il ritmo imposto da Robert Gesink ha immediatamente fatto diminuire il gap dal battistrada a 4′20″. Contemporaneamente anche il gruppo inseguitore aveva alzato il ritmo rompendosi in più drappelli. De Gendt ha così perso qualche secondo di vantaggio passando al gpm con 35″ su un primo gruppetto inseguitore comprendente Tiberi, Lazkano, Romo e Rodriguez. Ad una ventina di secondi da questo quartetto vi erano Elissonde e Prodhomme e subito dietro il resto degli altri fuggitivi, da cui si erano staccati i soli Mollema e Van Den Berg. Il gruppo, sempre tirato dall’instancabile Gesink, si era però ulteriormente avvicinato, scollinando con 4′ di ritardo. L’azione solitaria di De Gendt si è esaurita lungo la successiva discesa quando è stato ripreso e poi staccato (a causa di problemi meccanici) dai quattro inseguitori ai quali nel frattempo s’era aggiunto anche Rui Costa.
Ai -70, il drappello formato da Rui Costa, Lazkano, Romo, Rodriguez e Tiberi vantava circa 20″ su un terzetto composto da Elissonde, Kron e Prodhomme. Quindi a circa 1′ si trovavano gli altri 20 fuggitivi, mentre il gruppo tirato dalla Jumbo e dagli uomini della Groupama era segnalato a 3′50″.
La situazione si è nuovamente rimescolata sulla successiva salita, il Puerto de la Carrasqueta, quando i due drappelli di testa sono stati riassorbiti dal terzo gruppetto da cui nel frattempo avevano perso contatto diversi uomini: De Gendt, Scotson, Herrada, Fernandez, Diaz, Nicolau poi anche Doubey. La quiete è però durta poco: a circa 3 dallo scollinamento è infatti arrivato l’allungo di Damiano Caruso a cui si sono subito aggiunti i giovani Berhe e Moniquet e poi anche Tiberi, Lazkano, Rui Costa, Bardet e Rodriguez. Di lì a poco gli equilibri sono nuovamente mutati grazie all’allungo di Caruso, Kron, Lazkano e Rui Costa. Il nuovo quartetto ha trovato subito l’accordo guadagnando un margine interessante sugli ex-compagni di fuga, scivolati rapidamente ad oltre 1 minuto. Il problema per i 4 battistrada a questo punto non erano più gli inseguitori, bensì il gruppo che, sempre tirato dalla Jumbo (ora con Dylan Van Baarle) si era pericolosamente avvicinato: ai -25 Kron, Caruso, Lazkano e Rui Costa avevano 40″ sui primi insieguitori, Van Eetvelt e Camargo, e 1′25″ sul plotone. A questo punto era ormai chiaro che l’esito della fuga non sarebbe stato positivo: Camargo e Van Eetvelt sono stati ripresi ai -10, mentre gli ultimi 4 fuggitivi sono riusciti a resistere fino alle prime rampe del terribile muro di Xorret de Catì.
Lungo la salita finale il ritmo è stato inizialemente scandito dagli uomini della Jumbo, prima con Jan Tratnik e poi con Attila Valter. Successivamente è stato Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) a mettere i propri compangi Louis Vervaeke e Mattia Cattaneo in testa al gruppo dei migliori sempre meno folto e da cui aveva appena perso contatto il leader della classifica generale, Lenny Martinez (Groupama-FDJ). Esaurita l’azione di Vervaeke e Cattaneo, è stato proprio Evenepoel a prendere le redini del drappello di testa. L’aumento di andatura imposto dal campione del mondo a cronometro ha fatto sì che nel giro di pochi metri restassero alla sua ruota pochissimi corridori: il trio della Jumbo formato da Jonas Vingegaard, Primoz Roglic e Sepp Kuss, Enric Mas (Movistar Team), Juan Ayuso e Marc Soler (UAE Team Emirates), mentre un altro corridore della formazione emiratina, Jose Almeida, era leggermente staccato. Ai – 5 Kuss ha provato ad andare via tutto solo, ma l’azione dell’americano è stata poco incisiva e così ai -4 gli otto corridori sopra menzionati si sono nuovamente trovti tutti insieme. Evenepoel è così tornato ad imporre l’andatura ma la sua azione non è riuscita a fare davvero la differenza visto che Vingegaard, Roglic, Mas e Ayuso gli sono rimasti a ruota abbastanza agevolmente. Kuss, Soler e Almeida hanno invece scollinato con una manciata di secondi di ritardo, recuperati poi nella brevissima discesa che precedeva l’arrivo. Si è così giunti all’ultimo km con Evenepoel sempre in testa che ha di fatto spianato la strada all’inesorabile sprint di Roglic. Lo sloveno ha vinto nettamente davanti al fuoriclasse belga e Juan Ayuso. Alle loro spalle, staccati di 2″, sono giunti Mas, Vingegaard, Almeida, Kuss e Soler.
La nuova classifica generale vede Kuss in testa con 43″ su Soler, 1′00″ su Lenny Martinez e 2′05″ su un ottimo Wout Poels (Bahrain-Victorius), oggi 9°. Seguono Mikel Landa (Bahrain-Victorius) a 2′29″, Evenepoel a 2′31″, Roglic a 2′38″ e la coppia formata da Mas e Vingegaard a 2′42″. Completa la top ten provvisoria Juan Ayuso, 10° a 2′52″.
Domani il programma prevede la 9a tappa, da Cartagena a Collado De La Cruz de Caravaca per un totale di 184.5 km. La frazione sarà caratterizzata da un altro arrivo impegnativo: la salita finale (8.2 km al 5.4%) proporrà un paio di km veramente difficili, con pendenze superiori al 10%.
Pierpaolo Gnisci
CARNEADE SOUPE SORPRENDE TUTTI A OLIVA. MARTINEZ RESTA IN MAGLIA ROSSA
In una Vuelta il cui livello dei velocisti non è eccelso, la settima tappa vede primeggiare il trentacinquenne Geoffrey Soupe (Team Total Energies), che pesca il jolly dopo una carriera tutt’altro che esaltante. Secondo Orluis Aular (Team Caja Rural Seguros), terzo Edward Theuns (Team Lidl Trek). Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) conserva la maglia rossa
La prima settimana della Vuelta 2023 si conclude con una tappa adatta ai velocisti. Si parte da Utiel e si arriva a Oliva dopo quasi 201 km. L’assenza totale di gpm induce a pensare che la tappa sia favorevole ai velocisti ma gli ultimi 80 km si correranno costantemente lungo la costa e il vento potrebbe scompaginare le carte, oltre che il gruppo stesso. Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck), già saldamente al comando nella classifica a punti, vorrà comunque esibirsi in un’altra volata e provare a vincere per la terza volta dopo le vittorie nella quarta e nella quinta tappa. La fuga di giornata partiva già dopo un km grazie all’azione di José Herrada (Team Cofidis) ed Ander Okamika (Team Burgos BH). Dopo che la fuga si era stabilizzata, si segnalava soltanto la caduta di Geraint Thoma (Team INEOS) dopo un’ottantina di km. Il ciclista gallese, che già aveva toccato il suolo nella seconda tappa, doveva essere la punta di diamante della squadra inglese per la corsa spagnola ma a questo punto temiamo che possa anche ritirarsi, anche perché il suo ritardo in classifica dalla maglia rossa Lenny Martinez (Team Groupama FDJ) inizia a farsi pesante. Il gruppo col passare dei km recuperava secondi su secondi ai due ciclisti in fuga. A 67 km dalla conclusione Herrada era il primo fuggitivo a rialzarsi mentre Okamika, rimasto solo in testa alla corsa, veniva ripreso una ventina di km più tardi, quando era ormai vicino l’unico traguardo volante di Cullera posto al km 166.8. Groves era il primo a transitarvi e ad incrementare ulteriormente il suo vantaggio nella classifica a punti. Gli ultimi 30 km erano percorsi ad un’andatura pressochè turistica da parte del gruppo, che attendeva solamente la volata finale. Il ritmo aumentava finalmente negli ultimi 10 km quando le squadre dei velocisti si facevano vedere in testa al gruppo a tirare. Tra le più attive si segnalavano la Lotto Dstny, la DSM, la EF Education EasyPost e l’Intermarchè Circus Wanty. A poco meno di 6 km dalla conclusione una caduta spezzava il gruppo che comunque riusciva a ricompattarsi poco dopo. Tra i ciclisti caduti il più sofferente sembrava Thymen Arensman (Team INEOS Grenadiers), prontamente soccorso dai medici. In una volata piuttosto confusa era Geoffrey Soupe (Team Total Energies) ad avere la meglio su Orluis Aular (Team Caja Rural Seguros) ed Edward Theuns (Team Lidl Trek). Quarto era Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) mentre Groves chiudeva soltanto in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il nono posto di Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers). Soupe ottiene la prima vittoria di prestigio della sua carriera, visto che il trentacinquenne di Viriat si era imposto quest’anno soltanto nella prima tappa della Tropicale Amissa Bongo, mentre per trovare una vittoria precedente bisogna andare al 2011 quando vinse una tappa sempre nella corsa africana ed al Tour Alsace. La classifica generale resta invariata con Martinez in maglia rossa davanti a Sepp Kuss (Team Jumbo Visma) e Marc Soler (UAE Team Emirates). Domani è in programma l’ottava tappa da Denia a Xorret de Catì di 165 km. Tappa non lunghissima ma che presenta cinque gmp, due di seconda, due di terza ed uno di prima categoria. La salita conclusiva è la più dura con i suoi 3.8 km all’11.5%. Sarà battaglia tra gli uomini di classifica e capiremo anche se Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) riuscirà a tenere testa alla coppia della Jumbo Visma formata da Jonas Vingegaard e da Primoz Roglic, sullo sfondo della vice-leadership di Sepp Kuss che a questo punto può sognare in grande.
Antonio Scarfone

Geoffrey Soupe vince a Oliva (foto: Getty Images)