BIS DI CASTRILLO SUL CUITU NEGRU. ROGLIC ROSICCHIA ALTRI SECONDI A O’CONNOR CHE RESTA LEADER
Pablo Castrillo c’ha preso gusto. Dopo la bella vittoria ottenuta pochi giorni fa a Manzaneda, il giovane corridore in forza all’Equipo Kern Pharma, ha ottenuto oggi un’altra vittoria, stavolta ancora più spettacolare e sorprendente. In cima alle durissime rampe che portavano al Cuitu Negru, l’aragonese è riuscito ad avere la meglio su Alexander Vlasov (RedBull-Bora-Hansgrohe), e Pavel Sivakov (UAE Team Emirates), ultimi superstiti di una fuga partita da lontano. La lotta per la maglia roja ha visto Enric Mas (Movistar Team) e Primoz Roglic (RedBull-Bora-Hansgrohe) rosicchiare altri 38″ al leader Ben O’Connor (Decathlon-Ag2r La Mondiale). Lo sloveno al termine della frazione è stato poi penalizzato di 20″ per aver usufruito a lungo della scia dell’ammiraglia dopo un cambio di bici. O’Connor resta quindi leader con 1′03″ su Roglic e 2′23″ su Mas.
La 15a tappa della Vuelta proponeva il durissimo arrivo in salita in cima al Cuitu Negru, sede d’arrivo della corsa iberica per la seconda volta dopo il 2012 (vittoria di Dario Cataldo). La frazione, lunga appena 143 km, prevedeva la partenza dalla cittadina di Infiesto e altri 3 gpm oltre alla salita finale. I primi 30 km erano sostanzialmente piatti, quindi i corridori erano chiamati ad affrontare per la prima volta l’Alto de la Colladiella (6,5 km al 8%) al km 37,5, classificato come gpm di 1a categoria. Dopo un tratto molto semplice, al km 65 era posto l’Alto de Santo Emiliano (5,6 km al 4,9%) e quindi, al km 88 nuovamente l’Alto de la Colladiella, sempre dallo stesso versante. Infine, un lungo tratto quasi totalmente pianeggiante anticipava la terribile salita finale, lunga ben 18,9 km e con una pendenza media (7,1%) che tradiva la reale durezza dell’ascesa vista la presenza di pendenze che arrivavano fino al 24%. Particolarmente duri erano gli ultimi 3 km, costantemente al di sopra del 10%.
La lotta per entrare nella fuga di giornata sono iniziati sin dal via, con Txomin Juaristi (Euskaltel-Euskadi) e Kasper Asgreen (Soudal-Quick Step) tra i primi a provarci. Dopo una dozzina di km si è formato un primo gruppo di attaccanti, composto da Jay Vine (UAE Team Emirates), il già citato Asgreen, Marco Frigo e Riley Sheehan (Israel-Premier Tech), Jonas Gregaard (Lotto-Dstny), Thomas Champion (Cofidis), Pablo Castrillo e Juan Antonio Soto (Equipo Kern Pharma). Gli attacchi in testa al gruppo principale non si sono però fermati e poco dopo in testa al gruppo è rientrato anche Max Poole (Team DSM-Firmenich-PostNL). Al primo passaggio sull’Alto de la Colladiella la corsa è ulteriormente esplosa grazie all’ennesimo attacco di Marc Soler (UAE Team Emirates) seguito da Michael Woods (Israel-PremierTech) e a cui si sono poi accodati anche Adam Yates (UAE Team Emirates), Dani Martinez (Red Bull-Bora-Hansgrohe), Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale) e Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step).
Lungo la successiva discesa nel gruppo dei big è tornata la quiete, che però si è prontamente interrotta sul 2° gpm di giornata l’Alto de Santo Emiliano. Proprio lungo tale ascesa la fuga di giornata, composta da ben 21 uomini, ha preso definitivamente forma. A comporre il corposo gruppo di testa erano: Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan Team), Jack Haig (Bahrain-Victorius), Ion Izagirre (Cofidis), Bruno Armirail e Valentin Paret-Peintre (Decathlon-Ag2r La Mondiale), Stefan Kung e Quentin Pacher (Groupama-FDJ), Oscar Rodriguez (INEOS Grenadiers), Louis Meintjes (Intermarchè-Wanty), Riley Sheehan, Marco Frigo e George Bennett (Israel-Premier Tech), Jonas Gregaard (Lotto-Dstny), Oier Lazkano (Movistar Team), Alexander Vlasov e Daniel Martinez (RedBull-Bora-Hansgrohe), Jay Vine, Pavel Sivakov e Marc Soler (UAE Team Emirates) Steven Kruijswijk (Visma-Lease a Bike) e Pablo Castrillo (Equipo Kern Pharma).
Il drappello dei fuggitivi è stato a lungo tirato dagli uomini della UAE, con Marc Soler molto attivo nella prima fase della fuga, mentre in testa al plotone vi erano gli uomini della Soudal (occasionalmente chiamata T-Rex nel corso della Vuelta) che hanno scandito a lungo il ritmo per il capitano Mikel Landa. Una volta arrivati al secondo passaggio sull’Alto de la Colladiella, Soler si è fatto da parte lasciando le redini della fuga nelle mani, anzi nelle gambe, di Jay Vine che ha imposto un ritmo decisamente elevato. L’andatura dell’Australiano ha letteralmente sgranato il gruppetto di testa che allo scollinamento era composto ormai solo da Vine, Sivakov, Pacher, Kung, Castrillo, Vlasov e Armirail. I 7 battistrada a questo punto avevano un vantaggio di circa 2′40″ su gruppo della maglia roja.
Ai -23, Roglic è stato protagonista di un cambio di bici in vista della salita finale: lo sloveno ha scelto di affrontare gli ultimi km con un monocorona e ruote a basso profilo. L’operazione di rientro nel gruppo ha però richiamato l’attenzione della giuria vista il prolungato dietro-macchina effettuato da Roglic e dai compagni di squadra. La manovra è costata cara allo sloveno visto che nel post-tappa è statao sanzionato con 20″ di penalità.
Si è così giunti alla salita finale, imboccata dai fuggitivi con poco più di 3′ sul gruppo. Sulle prime rampe si è immediatamente fatto da parte un esausto Vine, imitato poco dopo da Kung (-15,5), Pacher (-14,5) e Armirail. Davanti è così rimasto un terzetto formato da Sivakov, Vlasov e Castrillo con il francese di origine russa che si è sobbarcato tutto il lavoro. Nel gruppo invece, una volta esauirto il lavoro di Louis Vervaeke e James Shaw, sono entrati in azione nell’ordine Mauri Vansevenant, William Junior Lecerf e soprattutto di Mattia Cattaneo, tutti a supporto del capitano Mikel Landa. Ai -6 Cattaneo si è fatto da parte, lasciando spazio ad un timido quanto inefficace tentativo del Basco che non ha però fatto nessuna differenza. In testa al gruppetto dei big si è quindi posto Florian Lipowitz (RedBull-Bora-Hansgrohe) che ha tirato per i successivi 3 km.
Ai -3, proprio dove le rampe della salita finale diventavano infernali, la corsa è letteralmente esplosa: davanti Castrillo è immediatamente scattato lasciando sul posto Sivakov e Vlasov. Dietro invece, una volta spostatosi Lipowitz, è partito Roglic. Castrillo è riuscito rapidamente a guadagnare una dozzina di secondi sui due inseguitori e ha gestito il gap fino all’ultimo km. A quel punto dalla nebbia è spuntata la sagoma di Vlasov che ha poi raggiunto l’iberico ai -800. Dietro invece, Mas è riuscito a rientrare su Roglic e a staccarlo leggermente nei metri successivi. Poco più in là O’Connor saliva del suo passo cercando di limitare i danni.
Davanti la nuova coppia formata da Castrillo e Vlasov ha proseguito insieme fino ai -400 quando lo spagnolo ha lanciato un nuovo attacco al quale il russo non ha saputo reagire. Castrillo si è così lanciato verso un clamoroso quanto meritato bis dopo la vittoria ottenuta appena 4 giorni fa a Manzanada. Dietro di lui, staccato di 12″ Vlasov, mentre Sivakov si è dovuto accontentare del terzo posto di giornata, staccato di 31″. Alle loro spalle è invece giunta la coppia formata da Mas e Roglic (a 1′04″), quindi un ottimo Skjelmose (Lidl-Trek) a 1′09″. Seguono Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) a 1′13″, Sepp Kuss (Visma-Lease a Bike) a 1′22″ e un deludentissimo Mikel Landa a 1′27″. Chiude la top ten di giornata David Gaudu (Groupama-FDJ) giunto ad 1′37″.
Come già anticipato, Roglic ha poi subito una penalizzazione di 20″ a causa della scia prolungata della sua ammiraglia usufruita dopo il cambio di bici.
La nuova classifica, alla vigilia del secondo giorno di riposo, vede O’Connor sempre primo con 1′03″ su Roglic, 2′23″ su Enric Mas, 2′44″ su Carapaz e 3′05″ su Mikel Landa.
Pierpaolo Gnisci
LA VUELTA PARLA INGLESE. WOODS E GROVES SI IMPONGONO NELLA 13° e NELLA 14° TAPPA
Prima la fuga concretizzata dal canadese dell’Israel Premier Tech sul Pierto de Ancares, poi l’australiano vince in volata una tappa che sembrava poter nuovamente arridere ai fuggitivi. E domani il Cuitu Negru aspetta i big di classifica per una tappa che potrebbe essere lo spartiacque della Vuelta 2024
La Vuelta si conferma GT dove le fughe hanno concrete possibilità di successo e lo svolgimento della tredicesima tappa è un piccolo riassunto di ciò, dove si pensava inizialmente che i big di classifica si sarebbero giocati la vittoria sul durissimo Puerto de Ancares e invece ancora una volta ad avere la meglio sono stati i fuggitivi. Una vera e propria maxi fuga di 23 ciclisti ha infatti caratterizzato la tredicesima tappa e ad avere la meglio è stato Michael Woods (Team Israel Premier Tech) che ha allungato alla sua maniera sulle pendenze in doppia cifra del Puerto de Ancares trionfando in solitaria davanti a Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) arrivato a 45 secondi di ritardo mentre terzo si è classificato Marc Soler (UAE Team Emirates) a 1 minuto e 11 secondi di ritardo. Primoz Roglic (Team Red Bull BORA Hansgrohe) ha attaccato sulla salita finale guadagnando altro tempo prezioso sulla maglia rossa Ben O’Connor (Team Decathlon AG2R La Mondiale). Per Woods è stata la seconda vittoria stagionale dopo aver vinto il titolo nazionale su strada lo scorso 22 Giugno. Più incerto invece l’esito della quattordicesima tappa, la Villafranco del Bierzo – Villablino di 200.5 km. La fuga di sei uomini – Jhonatan Narvaez (Team INEOS Grenadiers), Marco Frigo (Team Israel Premier Tech), Harold Tejada (Team Astana Qazaqstan), Xandro Meurisse (Team Alpecin Deceuninck), Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny) e Isaac del Toro (UAE Team Emirates) – ha mantenuto un vantaggio abbastanza stabile fino ai piedi del Puerto de Leitariegos , la salita più lunga della Vuelta 2024 con i suoi 22.8 km di ascesa. Il forcing del team Visma Lease a Bike ha ridotto progressivamente il vantaggio della fuga fino al suo annullamento a pochi km dallo scollinamento. Il primo a transitare sul gpm del Puerto de Leitariegos è stato lo stesso Van Aert che ha rafforzato la sua posizione di leader della classifica gpm. Dopo la veloce discesa verso Villablino, nella quale Primoz Roglic doveva fare gli straordinari per rientrre nel gruppo maglia rossa dopo una foratura, la volata di una gruppo piuttosto risicato premiava Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) che aveva la meglio su Van Aert e Corbin Strong (Team Israel Premier Tech). Chiudevano la top five Mathias Vacek (Team Lidl Trek) in quarta posizione e Pau Miquel (Team Kern Pharma) in quinta posizione. Per Groves è la seconda vittoria alla Vuelta 2024 mentre la classifica generale resta invariata nelle primissime posizioni con Ben O’Connor (Team Decathlon AG2R La Mondiale) in maglia rossa davanti a Primoz Roglic ed Enric Mas (Team Movistar). Domani è in programma la quindicesima tappa da Infiesto al Cuitu Negru di 143 km. L’Alto de San Emiliano di terza categoria e la doppia scalata del pur difficile Alto de la Colladiella – oltre 6 km all’8% di pendenza media – faranno da anticamera per la durissima salita finale verso Cuitu Negru, lunga 14 km con gli ultimi tre che sono una vera e propria rampa di garage con pendenze che non scendono mai sotto il 13%. I big di classifica non potranno nascondersi e la maglia rossa di Ben O’Connor sembra poter essere seriamente messa in pericolo da un arrivo che guarda caso sembra fatto apposta per Roglic.
Giuseppe Scarfone

Michael Woods si impone sul Puerto de Ancares (Tim de Waele/Getty Images)
CASTRILLO VINCE A MANZANEDA. BEN O’CONNOR RESTA IN MAGLIA ROSSA
Ancora fuga alla Vuelta e questa volta ad avere la meglio è Pablo Castrillo (Team Kern Pharma), che attacca all’inizio della scalata finale e riesce a mantenere un bel vantaggio sugli immediati inseguitori. Secondo è Max Poole (Team DSM Firmenich PostNL) e terzo Marc Soler (UAE Team Emirates). No contest nel gruppo maglia rossa con i big che aspettano la difficile tappa di domani con l’arrivo sul Puerto de Ancares
La dodicesima tappa della Vuelta 2024 parte da Ourense e termina alla Stazione sciistica di Manzaneda dopo 137.5 km che offrono le maggiori insidie altimetriche sull’unica salita in programma, lunga una decina di km. I big di classifica potrebbero decidere per la terza tappa consecutiva di non volersi giocare la vittoria di tappa, eventualmente preda di una nuova fuga. Da Ourense non partiva Lennert van Eetvelt (Team Lotto Dstny), portato via in ambulanza al termine della tappa di ieri per dei problemi respiratori. La fuga buona partiva dopo una trentina di km grazie all’azione di Harold Tejada (Team Astana Qazaqstan), Pablo Castrillo (Team Kern Pharma), Max Poole (Team DSM Firmenich PostNL), Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty), Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), Carlos Verona (Team Lidl Trek), Mauri Vansevenant (Team Soudal Quick Step), Oscar Rodriguez e Jhonatan Narvaez (Team Ineos Grenadiers) e Marc Soler (UAE Team Emirates). LA fuga a poco a poco prendeva il largo ed a 50 km dalla conclusione il suo vantaggio sul gruppo maglia rossa era di circa 9 minuti e 40 secondi. Al traguardo volante di Sas de Penelas posto al km 101.1, il vantaggio dei fuggitivi era di 10 minuti. La fuga iniziava l’ascesa finale con oltre 8 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rossa. Castrillo accelerava e riusciva a mettere fra sé e gli immediati inseguitori una ventina di secondi di vantaggio nel giro di un km. L’azione del ciclista spagnolo manteneva vigore e il vantaggio aumentava fino a quasi 30 secondi. Alle spalle di Castrillo si formava un gruppetto di inseguitori con Narvaez, Soler, Schmid e Poole. Nonostante il disperato tentativo di inseguimento, Castrillo manteneva la testa della corsa anche negli ultimi due km, i più difficili dal punto di vista altimetrico, ed andava a vincere in solitaria con 8 secondi di vantaggio su Poole e 16 secondi di vantaggio su Soler. Chiudevano la top five Schmid in quarta posizione e Narvaez in quinta posizione, rispettivamente a 23 e 34 secondi di ritardo da Castrillo. Mentre i big del gruppo maglia rossa decidevano di non affondare il colpo giungendo praticamente insieme a 6 minuti e mezzo di ritardo. Per Castrillo è la prima vittoria in carriera in una tappa di un GT. Domani è in programma la tredicesima tappa da Lugo al Puerto de Ancares, Sono quattro i gpm da affrontare, con i primi tre che faranno da anticamera per la durissima ascesa finale lunga 7.5% con pendenze quasi sempre in doppia cifra. La fuga avrà un’altra giornata di gloria o questa volta i big di classifica prenderanno inl toro per le corna e si daranno battaglia per la vittoria di tappa? Domani lo sapremo.
Antonio Scarfone

Pablo Castrillo vince a Manzaneda (foto: Tim de Waele/Getty Images)
DUNBAR, EFFETTO ELASTICO AL CAMPUS TECNOLOGICO CORTIZO
Ancora fuga e vittoria per un fuggitivo alla Vuelta a España 2024 a sorprendere tutti è stato Eddie Dunbar (Team Jayco – AlUla) dal gruppetto nel rettilineo di arrivo si è involato verso il traguardo con una sparata fulminea e bellissima da vedere, secondo Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) terzo Max Poole (Team dsm-firmenich PostNL); dal gruppo dei migliori Primoz Roglic (Red Bull Bora hansgrohe) recupera qualcosa alla maglia rossa Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale) costretto a difendersi sull’ultima salita.
I tentativo di allungo subito dopo il via ufficiale è di Julius Van Den Berg (Team dsm-firmenich PostNL), ma il neerlandese viene subito ripreso stessa sorte per Pablo Castrillo (Equipo Kern Pharma), il gruppo tiene un ritmo elevato e nessuno riesce a portare via la fuga, si arriva ai piedi del primo GPM di giornata, il terreno è buono per provare e così fa Marco Frigo (Israel-Premier Tech) che riesce a trovarsi tutto solo in testa alla corsa. Poco dopo un gruppetto si riporta sotto ed è composto da: Urko Berrade (Equipo Kern Pharma), Sam Oomen (Lidl-Trek), Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), Louis Meintjes (Intermarché-Wanty), Ruben Fernandez (Cofidis), Gianmarco Garofoli (Astana Qazaqstan) e ancora Pablo Castrillo (Equipo Kern Pharma). Il gruppo sembra un alveare da cui si involano altri corridori, ad uscire abbiamo anche: Fran Miholjevic (Bahrain Victorious), Casper Pedersen (T-Rex Quick-Step), Gijs Leemreize (Team dsm-firmenich PostNL), Thibault Guernalec (Arkéa-B&B Hotels), e Stefan Küng (Groupama-FDJ). Sembra che i due gruppetti debbano compottarsi ma al gruppo non sta bene e dopo 5 chilometri si torna nuovamente tutti insieme subito dopo il GPM. Il gruppo rallenta l’andatura ed a provarci sono Victor Campenaerts (Lotto Dstny), Dylan Teuns (Israel-Premier Tech) ed ancora Casper Pedersen. Davanti Campenaerts sembra il più in palla ed infatti resta da solo al comando della corsa che ancora è in via di definizione, da dietro infatti un gruppetto formato da Narvaez, Mathis Le Berre (Arkéa-B&B Hotels), Ion Izagirre (Cofidis), Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi), Reuben Thompson (Groupama-FDJ), Max Poole (Team dsm-firmenich PostNL), Filippo Zana e Edward Dunbar (Team Jayco AlUla), Frigo e Garofoli ha nel mirino il belga distanziato soltanto di 10”. Ma non è finita qua, perchè un altro gruppetto p a sua volta all’nseguimento degli immediati inseguitori, il gruppo è formato da: Attila Valter (Team Visma | Lease A Bike), Brandon McNulty (UAE Team Emirates), James Knox (T-Rex Quick-Step), Carlos Verona (Lidl-Trek), Nico Denz e Daniel Felipe Martinez (Red Bull-Bora-hansgrohe), Matthew Riccitello e Corbin Strong (Israel-Premier Tech), Arjen Livyns e Eduardo Sepulveda (Lotto Dstny), Sven Erik Bystrøm e Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Pelayo Sanchez (Movistar Team), Fran Miholjević (Bahrain Victorious), Chris Hamilton (Team dsm-firmenich PostNL) e Ibon Ruiz (Equipo Kern Pharma). Nel primo passaggio del circuito che porta i corridori a transitare per la prima volta al Campus Tecnológico Cortizo di Padrón il primo a passare è Campenaerts ma poco dopo viene ripreso dal primo gruppetto, il secondo poi va in pratica a fondersi con la testa della corsa per avere al comando un bel gruppo di 36 unità a cui riescono ad aggiungersi anche Brandon Rivera (Ineos Grenadiers), Patrick Gamper (Red Bull-Bora-hansgrohe), George Bennett (Israel-Premier Tech), Carlos Canal (Movistar Team) e Gijs Leemreize (Team dsm-firmenich PostNL) per i 39 in fuga. Da dietro la situazione di corsa sta bene agli uomini della maglia rossa e quindi la Decathlon Ag2r La Mondiale si affaccia in testa al gruppo dei migliori per condurli ad andatura blanda, davanti nessuno preoccupa. In salita prova un allungo, tutto solo, Meurisse, il belga resta al comando della corsa con quasi 30” di vantaggio, il gruppo dei migliori intanto naufraga a oltre 6’. Tra lo scollinamento e la pianura Meurisse rosicchia ancora margine così come il gruppo che stabilizza il ritardo a 5’.40”, Meurisse prende la salita verso il Puerto Aguasantas al comando, dietro un grandissimo Frigo si mette all’inseguimento e di fatto riacciuffa il belga a 30 chilometri dalla conclusione. Il gruppo in fuga torna compatto, ma poco dopo si sfilano Canal, Denz e Gamper, intanto dietro cambia qualcosa perchè a prendere la testa del gruppo maglia rossa c’è la Red Bull – Bora – hansgrohe, è il preludio allo scatto di Primoz Roglic che mette i suoi uomini a fare una andatura fortissima. Davanti intanto all’ultimo passggio al GPM di 3 Km all’8% scattano Berrade, Verona e Zana, su di loro riesce a rientrale Pole mentre Zana perde contatto. E’ corsa nella corsa perchè cinque minuti dopo Roglic piazza uno scatto secco appena inizia la salita, l’unico a resistergli è Enric Mas (Movistar), la maglia rossa di Ben O’Connor inizia a perdere contatto, prima 10” poi ben 30” allo scollinamento, gli uomini della Decathlon Ag2r La Mondiale trovano un aiuto in Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) m< ormai la sitiuazione di corsa non consente un recupero. Davanti intanto grazie ad un lavoro magistrale di Narvaez gli immediati inseguitori riescono a riportarsi sul terzetto in testa e vanno a giocarsi la tappa tutti insieme. Nel rettilineo di arrivo da centro gruppo sulla parte destra della carreggiata mentre il gruppetto si stava aprendo parte a elastico Eddie Dunbar (Team Jayco – AlUla), l’irlandese è imprendibile perchè dà continuità alla sua azione e va a vincere in modo magistrale. Al secondo posto regola la volata dei battuti Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) su Max Poole (Team dsm-firmenich PostNL). dai migliori Mikel Landa (T-Rex Quick-Step) riesce a riportarsi su Roglic e Mas stessa discorso per Carapaz, Pavel Sivakov (UAE Team Emirates) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) che arrivano dopo il gruppetto dei figgitivi tutti insieme, chi perde terreno è la maglia rossa che lascia ben 37” accorciando così la classifica generale che vede sempre Ben O’Connor al comando copn 3’:15” su Roglic e 3’:58” su Mas. Domani tappa con arrivo in salita all’ Estacion De Montana De Manzaneda, frazione che potrà riservare ancora sorprese.
Antonio Scarfone

L'esultanza di Eddie Dunbar all'arrivo della 12ma tappa della Vuelta a Espana 2024 (Photo credit: Getty Images)
WOUT VAN AERT, TRIS ALLA VUELTA DOPO UNA FUGA INFINITA
Wout Van Aert (Visma | Lease a Bike) con un attacco da lontano mette il terzo sigillo alla Vuelta a España 2024, nulla può nella volata a due Quentin Pacher (Groupama-FDJ) unico a riusciore a stare con il belga fino all’arrivo di Baiona, terzo Marc Soler (UAE Team Emirates) che regola il grupperro dei fuggitivi. I big arrivano tutti insieme e nulla cambia in classfifica generale con Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale) al comando.
In classifica generale, dunque, resta saldamente al comando , che mantiene 3’53 di vantaggio su Primoz Roglic (Red Bull-Bora-hansgrohe), 4’32” su Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) e 4’35” su Enric Mas (Movistar).
Tappa che fin dalla partenza è resa frizzante grazie agli attacchi di Jay Vine (UAE Team Emirates) per portare via la fuga ma la Decathlon Ag2r La Mondiale fa buona guardia ed annulla ogni tentativo di allungo in testa aò gruppo. Il tentativo buono è di Marc Soler (UAE Team Emirates) a cui riescono ad aggannciarsi Wout Van Aert e, solo inizialemente, Sepp Kuss (Visma | Lease a Bike) e William Junior Lecerf (T-Rex Quick-Step). Il terzetto in avanscoperta affronta la prima salita di giornata verso l’Alto de Fonfria scollinando con 15” sul gruppo che insegue. proprio dal gruppo, vista la fase di corsa in salita riescono a scattare anche Juri Hollmann (Alpecin-Deceuninck) e Quentin Pacher (Groupama-FDJ) riuscendosi a portare sulla testa della corsa. Fuga quindi con 5 unità, peccato per Alessandro De Marchi, che tenuto a bagnomaria per diversi chilometri, non è riscito a portarsi sul quintetto al comando, l’italiano è riassorbito dal gruppo ai meno 70 Km dall’arrivo di Baiona, il gruppo insegue a poco oltre 5’. Verso la seconda salita di giornata in fuga c’è collaborazione, dietro gli uomini della maglia rossa iniziano a recuperare inzialmente terreno ma senza strafare in quanto nessono dei cinque preoccupa Ben O’Connor, tanto che all’Alto de Vilachán il vantagghio si dilata verso i 6’. Soltanto grazie alla presenza in testa al gruppo della Red Bull-Bora-hansgrohe il distacco dei fuggitivi torna a 5’, qui va in difficoltà Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny) giornata difficile per il giovane belga ma che riuscirà ad arrivare con il gruppo dei migliori. Alla fine della discesa al traguardo volate passa per primoVan Aert per prendersi i punti della maglia verde, i compagni di fuga si rilassano un pò o forse è meglio dire che il belga continua tutto solo, si accorge del pericolo il buon Pacher che riesce in extremis a portarsi sotto il campione belga. I due al comando fiutano la possibilità di andare tutti soli all’arrivo e così con i cambi regolari iniziano ad avere prima 10” di vantaggio, poi 23” ed iniziare la salita verso l’Alto de Mougas. Dietro il più attivo è Soler mentre Hollmann si stacca in salita, Lacerf resta iunvece con lo spagnolo. Il gruppo attacca la salita con 5’ di ritardo, in controllo con la Decathlon Ag2r La Mondiale a dettare un passo regolare finchè davanti il primo scatto è di Alexander Cepeda (EF Education-EasyPos), l’ecuadoregno fa espodere il gruppo, restano una ventina di corridori, con tutti i migliori della classifica generale. Intanto Van Aert e Pacher sono irragiungibili per tutti gli immediati inseguitori, nel rettilineo aumentano ancora e vanno a giocarsi la vittoria di tappa, scontata nonostante Pacher provi un disperato scatto, il belga non si lascia soprepdere e lo salta andando ad alzare le braccia l cielo per la tera vittoria nella corsa spagnola. Nel gruppo non succede più nulla, la strada non consente attacchi, ed i big arrivano di come accordo. In classifica generale, resta al comando Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale), che mantiene 3’53 di vantaggio su Primoz Roglic (Red Bull-Bora-hansgrohe), 4’32” su Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) e 4’35” su Enric Mas (Movistar).
Antonio Scarfone

Wout Van Aert è tris alla Vuelta 2024
VUELTA, A GRANADA ADAM YATES FA L’IMPRESA E SI RIVOLUZIONA LA CLASSIFICA GENERALE
Nella città andalusa lo scalatore britannico vince in solitaria dopo una fuga di circa cinquanta chilometri e fa riaprire i conti per quanto riguarda la maglia rossa, che resiste sulle spalle di Ben O’Connor. Sale nella Top 3 Richard Carapaz (EF Education – Easypost) che giunge al traguardo a 1′39” dal corridore della UAE Team Emirates, squadra che perde Joao Almeida a causa del Covid. Torna a casa anche Antonio Tiberi, ritiratosi per un fortissimo colpo di calore sul secondo GPM. Domani c’è il primo giorno di riposo.
Il tappone Motril – Granada della Vuelta a España 2024 rimarrà nella memoria dei corridori e degli appassionati per vari motivi: la grande impresa di Adam Yates (UAE Team Emirates) è da ricordare perchè “lo scienziato” britannico non aveva mai vinto con una fuga da così lontano prima di oggi, fuga durata per un totale di cinquantotto chilometri e che gli ha permesso di recuperare ben venti posizioni in classifica generale, rientrando nella Top 10. Discorso simile per Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), che col secondo posto di tappa e un distacco più basso nei confronti della maglia rossa Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team), viene proiettato addirittura al terzo posto, appena dietro Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe)
Lo sloveno non è apparso brillante come nei giorni scorsi, la fatica e le gambe pesanti si sono fatte sentire parecchio e non ha guadagnato nulla sul sorprendente rivale australiano. Ci ha provato anche Enric Mas (Movistar Team), ripreso a soli cinque chilometri dall’arrivo e dopo un “brivido” lungo la seconda discesa dall’Alto de Hazallanas.
La UAE aveva salutato Joao Almeida questa mattina a causa della positività al Covid del portoghese e nella tappa ha mandato in fuga, oltre ad Adam Yates, anche Jay Vine e Marc Soler. I tre corridori del team emiratino erano in compagnia di altri 23 elementi, tra i quali spiccavano la maglia berde Wout Van Aert (Visma-Lease a Bike) ed il capitano della Groupama – FDJ Damien Gaudu. Carapaz nel gruppo della maglia rossa prova già a fare la differenza sul Puerto del Purche, ma fa altrettanto Marc Soler tra i fuggitivi. Si attende il primo passaggio sull’Alto de Hazallanas (1° cat. con pendenze fino al 20%) e ai -58 parte l’azione di Yates. E’ qui che nel plotone inseguitore Antonio Tiberi inizia a staccarsi, fino a fermarsi definitivamente a causa di un colpo di calore. Il romano della Bahrain – Victorious era quarto in classifica questa mattina ed era anche il miglior giovane, primato ceduto al tedesco Florian Lipowitz (Red Bull – Bora Hansgrohe).
Roglic non riesce a fare la differenza e Carapaz si invola verso il secondo posto della tappa scattando sul secondo passaggio dall’Alto de Hazallanas. Prova a fare altrettanto anche Mas, che prende un po’ di vantaggio e recupera anche qualche fuggitivo della prima ora come Vine, Gaudu e Pablo Castrillo (Equipo Kern Pharma), ma va dritto nella discesa rischiando di cadere in modo rovinoso. Rimasto in sella, il capitano della Movistar verrà poi raggiunto a 5 km da Granada, dove Yates può festeggiare una delle più belle imprese della sua carriera, la sesta vittoria stagionale e la ventinovesima assoluta da pro.
Carapaz arriva a 1′39” e il gruppo regolato da O’Connor giunge a 3′45”. L’australiano chiude la prima settimana di Vuelta con un vantaggio solido di 3′53” su Roglic e 4′32” sull’ecuadoriano campione olimpico in linea di Tokyo 2020. Domani non si corre ma c’è il lungo trasferimento che porterà la carovana dalla andalusa Sierra Nevada alla Galizia. Da qui si riparte martedì, quando ci attende un’interessante tappa di media montagna, la Ponteareas – Baiona di 160 km. Si scaleranno nell’ordine l’Alto de Fonfrìa (2.Cat.), l’Alto de Vilachan (3° cat.), l’Alto de Mabia (2° cat.) e il decisivo Alto de Mougas (1° cat.), la cui cima è a 21 km dal termine.
Andrea Giorgini

Adam Yates in azione durante il tappone di Granada (foto Dario Belingheri/Getty Images)
BRETAGNE CLASSIC, COLPO DI HIRSCHI
Marc Hirschi vince in solitaria la Bretagne Classic con un attacco da finisseur. Alle sue spalle Magnier e Cort
Continua l’anno d’oro della UAE Emirates con il successo nella prestigiosa classica con arrivo a Plouay, Francia.
La corsa si dirama nervosa e senza un vero padrone lungo tutti i colli bretoni in programma fino ai chilometri finali: è qui che ai -3.5 dalla bandiera scacchi ci prova Marc Hirschi (UAE Emirates), riuscendo a mettere fra sé e gli altri un gap che risulterà poi incolmabile.
Alle sue spalle infatti un attimo di troppo di esitazione dei suoi avversari fa sfumare ogni velleità di chiudere sulla testa della corsa: alla volata finale per il primo dei piazzati il più veloce è Paul Magnier (Soudal – QuickStep) su Magnus Cort (UnoX Mobility), giunti ad un solo secondo dal vincitore di giornata ad accrescere qualche recriminazione di troppo.
Per la UAE Emirates è il 66esimo successo in stagione, cifre da dominatori assoluti del panorama ciclistico mondiale.
Lorenzo Alessandri

Marc Hirshi vince in solitaria la Bretagne Classic 2024 (Photo Credit: Luc Claessen/Getty Images)
GIRO DI GERMANIA, TRIONFO PEDERSEN E LIDL TREK
Mads Pedersen vince l’ultima tappa e la generale del Giro di Germania 2024, siglando il trionfo Lidl Trek nella corsa
Un cronoprologo e 4 le frazioni in linea in programma per l’edizione 2024 del Lidl Deutschland Tour, il Giro di Germania giunto quest’anno alla 39esima edizione, percorso che strizzava l’occhiolino a ruote veloci ma abili a muoversi su percorsi mossi e vallonati. Un nome su tutti, Mads Pedersen (Lidl – Trek): l’ex campione del mondo non si è fatto sfuggire la ghiotta occasione e ha fatto suo due tappe e maglia di leader della generale.
La corsa si apre con un cronoprologo di 2.6 km: i primi due a tagliare il traguardo nello spazio di 71 centesimi di secondo sono Jonathan Milan (Lidl – Trek) e il compagno di squadra Mads Pedersen. Chiude terzo di giornata Maikel Zijlaard (Tudor) a più di 1 secondo dall’azzurro.
Lo stesso Milan coglie un grande bis il giorno seguente, prima frazione in linea con arrivo a Heilbronn: sua la volata davanti a Jordi Meeus (Red Bull – Bora – Hansgrohe) e Max Kanter (Astana).
Nella seconda tappa cambia il vincitore, ma non la formazione: ancora un grande successo Lidl Trek con l’arcigno arrivo sullo strappo di Schwäbisch Gmünd vinto da Mads Pedersen su Tobias Johannessen (Uno-X) e Archie Ryan (EF – EasyPost). Alle loro spalle si crea anche un gap di 6″ che sarà importanti ai fini della classifica finale.
Nuovamente un successo Lidl nella terza tappa: ancora una volta è l’azzurro Milan a calare la tripletta – due frazioni in linea e il cronoprologo.
Sembra un allenamento della Lidl – Trek ma non lo è quando nella quarta e ultima frazione è ancora Pedersen a fare bis in terra tedesca: non c’è storia nella volata di Saarbrücken, vinta davanti a Danny Van Poppel (Red Bull – Bora – Hansgrohe) e Luke Lamperti (Soudal – QuickStep).
La classifica finale in virtù delle tappe e del breve vantaggio accumulato recita Mads Pedersen sul gradino più alto del podio, davanti a Danny Van Poppel distanziato di 22 secondi e Tobias Johannessen in ritardo di 23″.
Lorenzo Alessandri

Mads Pedersen vince due tappe e la classifica generale (Photo Credit: Christian Kaspar Bartke/Getty Images)
IL COLLE DELLE FINESTRE PREMIA TORRES, MA BLACKMORE VINCE IL TOUR DE L’AVENIR PER 12”
Lo sterrato del Colle delle Finestre esalta Pablo Torres che manda anche in crisi Blackmore, ma non abbastanza da sfilargli la maglia gialla. Tra le ragazze tappa e vittoria finale per Marion Bunel
L’ultima tappa del Tour de l’Avenir, corsa interamente in Piemonte, ha messo fine all’edizione 2024 della corsa a tappe francese dedicata agli Under23. Sullo stesso percorso si sono cimentati i ciclisti e le cicliste del domani, anche se alcuni già si sono affacciate al mondo dei Pro.
Tra i “garçon” lo spagnolo Pablo Torres si è esaltato sugli sterrati del colle diventato uno dei simboli del Giro d’Italia. La sua azione, quasi un all-in, ha mandato in crisi la maglia gialla Joseph Blackmore. Il britannico, però, ha stretto i denti e ha messo fine alle sue fatiche chiudendo in seconda posizione a 3’43” dallo spagnolo, mantenendo così per soli 12” la maglia gialla. Terzo di tappa e anche in classifica si è piazzato, l’olandese Tijmen Graat. I colori azzurri si sono ben comportati anche oggi con Florian Samuel Kajamini 12°, Simone Gualdi 13° e Matteo Scalco 14°), piazzamenti utilissimi per la classifica dei team. Gli stessi italiani sono anche presenti nella Top15 della classifica, nella quale ol meglio piazzato è Kajamini, quinto a 3’40”. In decima posizione a 11’49” troviamo Scalco, Simone Gualdi ha chiuso in quattordicesima posizione a 15’44”.
Quello non riuscito a Blackmore, invece, è riuscito a Marion Bunel tra le donne La transalpina si è, infatti, tolta il lusso di andare a vincere in maglia gialla sull’iconico traguardo del Colle delle Finestre, riifilando ben 1’55” alla sua più diretta concorrente, la canadese Isabella Holmgren, che chiude così in seconda posizione in classifica con 2′11″ di ritardo. Di 3′30″ è stato, invece, il distacco rifilato alla coppia spagnola composta da Paula Blasi e Eneritz Vadillo. Le stesse ragazze, in posizioni inverse, seguono la francese in classifica, dove la Vadillo è terza a 5′16″, seguita dalla Blasi, quarta a 6′17″. Prima delle italiane è Eleonora Ciabocco, che si piazzata in ottava posizione sul traguardo e in sesta in classifica, con un passivo di 7′04″-
Al termine di una corsa a tappe lunga o breve che sia, importante o meno, l’ultimo giorno è quello dedicato ai consuntivi delle varie classifiche.
Tra i ragazzi come detto la maglia gialla è andata a Joseph Blackmore, che ha conquistato anche quella verde della classifica a punti ai danni dell’italiano Kajamini, con il quale era appaiato a 45 punti, ma il britannico aveva migliori piazzamenti. Quella a pois dei GPM se la porta a casa l’olandese Graat mentre lo spagnolo Torres, forte del suo secondo posto in classifica, e ha conquistato la speciale challenge riservati ai giovani. La nazionale italiana, infine, grazie ai buoni piazzamenti degli azzurri e a due vittorie di tappa si è aggiudicata la classifica a squadre.
Marion Bunel, tra le ragazze, oltre alla maglia gialla ha messo in valigia anche quella di miglior giovani. La vincitrice di sabato Eglantine Rayer ha conquistato la maglia verde, mentre quella a pois è andata alla canadese Holmgren, giunta seconda nella classifica generale. Tra i team la vittoria è andata alla nazionale francese davanti a quelle spagnola e olandese, con l’Italia ai piedi del podio, quarta.
Mario Prato

Pablo Torres si impone ai 2176 metri del Colle delle Finestre (Foto Tour de l'Avenir)
VUELTA, ROGLIC DOMA LA SIERRA DI CAZORLA. DÉBÂCLE PER O’CONNOR, OTTIMI VERGALLITO E TIBERI
Il terzo arrivo in salita (Ubeda – Cazorla, 159 km) è appannaggio del campione sloveno della Red Bull – Bora Hansgrohe, che sprinta più veloce di Enric Mas (Movistar Team). Chiude il podio di tappa Mikel Landa (Soudal – Quickstep), seguito dal corridore romano della Bahrain – Victorious, leader della classifica dei giovani. Bella prova anche del milanese della Alpecin – Deceuninck, in fuga e ripreso solamente nei metri finali. La maglia rossa perde circa un minuto sulla breve ma arcigna erta conclusiva.
La classifica generale subisce una lieve ma interessante mutazione al termine della ottava tappa della Vuelta. Torna al successo Primoz Roglic (Red Bull – Bora Hansgrohe), che si prende un’altro arrivo in salita, quello della Sierra de Cazorla, uno strappo di quattro chilometri con punte fino al 20%; lo sloveno ha avuto la meglio nella sfida a due con lo spagnolo Enric Mas (Movistar Team).
La fuga ha visto protagonisti Harold Tejada (Astana – Qazaqstan), Oier Lazkano (Movistar Team), Sam Oomen (Lidl-Trek), Mathis Le Berre (Arkea – B&B Hotels), Ion Izagirre (Cofidis), Mauro Schmid (Jayco – Alula), Gijs Leemreize (DSM – Firmenich – PostNL) e Luca Vergallito (Alpecin – Deceuninck), i quali hanno proceduto di comune accordo fino al GPM del Puerto del Mirador de las Palomas (2° Cat.), dove l’olandese della DSM ha perso terreno. Il campione nazionale svizzero Schmid ha scollinato in vetta al comando e in seguito ha attaccato con Tejada, ma la loro azione si è spenta quasi sul nascere. Nel gruppo avviene la caduta di Giulio Ciccone a circa 15 km dall’arrivo, ma l’abruzzese della Lidl-Trek è riuscito a ripartire, seppur acciaccato.
Il gap si assottiglia sempre più e all’attacco della salita finale rimangono solamente Tejada, Lazkano e l’ottimo Vergallito, che si stacca inizialmente sulla rampa al 20% per poi rientrare in seguito. Alle loro spalle si accendono le scaramucce e Roglic è uno dei più attivi: con due allunghi lo sloveno fa sbriciolare il distacco e insieme ad Enric Mas si riporta sulla fuga. Allo sprint finale il capitano della Movistar pare avere la meglio, ma viene superato da Roglic che si aggiudica la tappa. Mikel Landa (Soudal Quick-Step) occupa la terza posizione e c’è un ottimo Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious) al quarto posto. Appena fuori dalla top 10 c’è Vergallito, che ha assaporato l’odore della vittoria di tappa. Su questa salita vanno in crisi sia Joao Almeida (UAE Team Emirates), sia il leader della classifica Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team): la maglia rossa perde 56” (incluso l’abbuono) e ora ha 3′49” da amministrare nei confronti del campione sloveno. Mas sale al terzo posto in classifica generale, mentre Tiberi gli è alle spalle.
Domani si sale ancora: la Motril – Granada è il tappone della prima settimana di questa Vuelta grazie a tre GPM di 1° categoria, il Puerto de El Purche e l’Alto de Hazallanas, quest’ultimo da scalare due volte. Su entrambe le salite ci sono pendenze elevatissime, che toccano il 17 e il 20%: lo spettacolo è garantito.
Andrea Giorgini

Secondo successo di tappa alla Vuelta 2024 per Roglic a Cazorla (foto Jorge Guerrero / AFP / Getty Images)


