GIRO DELL’AUSTRIA, ULISSI TRIONFA MA IL DRAMMA DI DREGE SPEGNE TUTTI I SORRISI

luglio 8, 2024 by Redazione  
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Si è concluso con l’annullamento dell’ultima tappa il Giro d’Austria funestato dalla tragedia della morte del corridore norvegese André Drege, caduto in discesa durante la quarta frazione. Per rimanere nella stretta cronaca sportiva il successo finale è andato a Diego Ulissi, mentre gli italiani De Pretto, Ulissi e Ganna hanno centrato la vittoria di tappa.

Il fato, il destino, lo zampino del diavolo, la sfortuna, chiamatelo come volete, ma da ieri lo sport del ciclismo annovera un’altra vittima. Durante lo svolgimento della quarta tappa del Giro d’Austria, affrontando la discesa del Grossglockner il norvegese in forza alla Team Coop – Repsol André Drege ha perso la vita, vittima di una caduta che, a sentire le prime voci arrivate, sarebbe stata provocata dallo scoppio di un tubolare.
Un fatale evento che ha fatto si che la corsa a tappe austriaca si fermasse con un giorno d’anticipo. Nella giornata di domenica era prevista la quinta e ultima tappa che poteva essere decisiva prevedendo l’impegnativo arrivo in salita a Kühtai. L’intero gruppo ha, invece, preferito svolgere una passerella per commemorare lo sfortunato venticinquenne che ha visto infrangere il suo sogno di entrare nel WorldTour: era, infatti, previsto per lui il passaggio al Team Jayco AlUla a fine stagione.
Nonostante quanto accaduto faccia passare in secondo piano l’intero svolgimento della corsa, non si può non dare il dovuto risalto all’aspetto sportivo di questi sei giorni di gara.
Il Giro d’Austria 2024 è iniziato con la vittoria di Cameron Rogers (Lidl – Trek Future Racing) nel prologo di Sankt Pölten, 3 Km percorrendo i quali ha fatto registrare un tempo inferiore di un solo secondo rispetto a quelli di Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) e Tomáš Kopecký (TDT – Unibet Cycling Team).
La prima tappa in linea ha visto il primo successo italiano di questa edizione poichè Davide De Pretto (Team Jayco AlUlaBad) si è imposto in volata a Bad Tatzmannsdorf., mettendosi alle spalle Rui Oliveira (UAE Team Emirates), Niklas Behrens (Lidl – Trek Future Racing), Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Martin Marcellusi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e il resto del plotone.
Anche la seconda tappa si è conclusa in volata, con la vittoria a Steyr del colombiano Brandon Smith Rivera (INEOS Grenadiers) su Marcellusi, Xandro Meurisse (Alpecin – Deceuninck), De Pretto, Giulio Pellizzari (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Ulissi e gli altri.
La Schladming-Alpendorf, terza tappa della corsa austriaca, prevedeva l’arrivo in salita al termine di una rampa di 2.5 Km al 6.5% che ha visto salire in cattedra di Ulissi. Il toscano ha preso la maglia di leader della classifica imponendosi con un vantaggio di 3″ su Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Felix Grossschartner (UAE Team Emirates) e Adrien Maire (TDT – Unibet Cycling Team). Dopo 6” Rafał Majka (UAE Team Emirates) ha regolato un gruppetto di 8 elementi, comprendente anche Giulio Pelizzari, settimo.
La tappa funestata dalla tragedia di Drege prevede un altro arrivo in salita, ai quasi 1300 metri di quota di Kals am Grossglockner, dove Ganna ha preceduto allo sprint Ulissi, mentre dopo 3″ Brandon Smith Rivera ha anticipato Felix Engelhardt (Team Jayco AlUla), Sheffield (INEOS Grenadiers) e gli altri componenti del gruppo che inseguiva la coppia italiana al comando.
Diego Ulissi si è aggiudicato così il Giro d’Austria precedendo di 6” Rivera e di 9” Sheffield. Il toscano si è imposto anche nella cassifica a punti dove pure ha preceduto Rivera, mentre terzo si è piazzato De Pretto.
Samuele Zoccarato (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) si è aggiudicato la classifica GPM, la speciale classifica dei giovani ha premiato Sheffield, mentre l’UAE Team Emirates di Ulissi è risultata la migliore squadra, con 31 secondi di vantaggio sul Team Jayco AlUla, la formazione nella quale avrebbe dovuto passare nel 2025 André Drege

Mario Prato

André Drege (Getty Images)

André Drege (Getty Images)

TURGIS ESULTA NELLA TEMUTA TAPPA DEGLI STERRATI. POGACAR CI PROVA, MA RESTA TUTTO INVARIATO

luglio 7, 2024 by Redazione  
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L’attesissima e controversa tappa degli sterrati regala tanto spettacolo, ma alla fine si può dire che la montagna (non in senso lettarale) ha partorito il topolino. Ad esultare sul traguardo di Troyes al termine di una fuga nata a circa 150 km dall’arrivo, è stato Anthony Turgis (TotalEnergies) che ha battuto in una volata ristretta Tom Pidcock (INEOS Grenadiers) e Derek Gee (Israel-Premier Tech). Per il francese, già piazzato in diverse classiche di peso, si tratta della vittoria più importante della carriera. Grande battaglia tra i big della classifica, grazie ai numerosi attacchi messi in opera da Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che però non è riuscito a staccare un tenace Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike). Resta così praticamente immutata la classifica generale che vede lo sloveno in testa con 33″ su Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) ed 1′15″ sul danese vincitore uscente.

La 9a tappa, 199 km con partenza e arrivo nella città di Troyes, proponeva uno scenario del tutto inedito nella storia recente del Tour de France grazie alla presenza, molto criticata da diversi Team Manager, di ben 14 tratti di sterrato tutti concentrati nel dipartimento dell’Aube. Dopo i primi 45 km abbastanza semplici i corridori erano attesi dal 1° sterrato, quello di Bligny-à-Bergères (km 49) al termine del quale il primo gpm (4a cat) di giornata, la Cote de Bergères (km 51,5). Un tratto di saliscendi precedeva il secondo tratto di strada non asfaltata (Baroville) e la successiva Cote. Quindi al km 95 iniziava una sequenza di sterrati caratterizzati da un continuo saliscendi: Haut-Fortes (km 95), Polisy à Celles-sur-Ource (km 105), Loches-sur-Ource à Chacenay (km 118), Plateau de la côte des Bar (km 132), Thieffrain à Magnant (km 141) e Briel-sur-Barse (km 152). Infine, il tratto finale completamente piatto proponeva l’ultima serie di strade bianche: Rue de Paradis (km 165), Fresnoy-Le-Château à Clérey (km 169) Verrières (km 175), Daudes (km 178), Montaulin à Rouilly-Saint-Loup (km 182) e Saint-Parres-aux-Tertres (189). Dal termine dell’ultimo tratto al traguardo mancavano poco meno di 10 chilometri.
Una tappa difficile da interpretare e che lasciava spazio a colpi di scena e imprevisti in grado di mutare la fisionomia della classifica generale.

La frazione è stata contrassegnata sin dai primissimi chilometri da una notevole bagarre, tanti erano i corridori desiderosi di azzeccare la fuga di giornata. Perciò diventa quasi pleonastico snocciolare tutti i vari tentativi che si sono sprecati nei pimi 40 km della tappa. L’azione buona è partita infatti soltanto poco prima del primo tratto di sterrato quando sono evasi dal gruppo 10 corridori: Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Derek Gee (Israel-Premier Tech), Elmar Reinders (Jayco-AlUla), Jasper Stuvyen (Lidl-Trek), Maxim van Gils (Lotto Dstny), Oier Lazkano e Javier Romo (Movistar) ed Anthony Turgis (TotalEnergies). Proprio lungo lo sterrato di Bligny-à-Bergères (km 49) dal gruppo sono evasi anche Alex Aranburu (Movistar Team) e Axel Zingle (Cofidis), poi rientrati sulla testa della corsa pochi chilometri dopo.
Ma la battaglia non era ancora terminata perchè alla spicciolata sono usciti fuori dal gruppo anche i vari Davide Ballerini (Astana), Tom Pidcock (INEOS Grenadiers), Ben Healy (EF), Arnaud De Lie (Lotto) e Romain Bardet.
Healy e Pidcock hanno rapidamente preso e lasciato sul posto Ballerini, mentre Powless (-135) si rialzava per aspettare il compagno Healy, rientrato sulla testa della corsa insieme a Pidcock un paio di chilometri più tardi.
Dietro invece si era formato un gruppo inseguitore con Bardet, Ballerini, De Lie, Stefan Kung e Clement Russo (Groupama-FDJ), Jake Stewart (Israel-Premier Tech) e Magnus Cort (Uno-X Mobility).

La corsa è però esplosa poco dopo, lungo il secondo sterrato, quello di Baroville (-132). La Visma ha preso in mano la situazione accellerando proprio lungo il tratto a massima pendenza. Il gruppo messo alla frusta si è letteralmente spezzato anche perchè in tanti sono stati costretti a mettere il piede a terra. Tra gli attardati anche Primoz Roglic (Red Bull-Bora-Hansgrohe) che si è ritrovato staccato di circa 30 secondi dal gruppo principale. Nel frattempo il drappello di testa perdeva i primi pezzi (Powless e Reinders).
Il gruppo maglia gialla, ridotto ad appena 25 unità al termine del secondo sterrato, aveva praticamente dimezzato il gap (circa 1′30″) dalla testa della corsa avvicinandosi pericolosamente al drappello dei contrattaccanti, poi ripreso ai -110. Roglic e gli altri big ritardari hanno invece approfittato del tratto successivo allo sterrato per rientrare in gurppo.
Lungo il terzo tratto di sterrato, quello di Chemin des Hautes Forêts (-102), il gruppo è stato nuovamente messo alla frusta, stavolta dagli uomini della UAE. Contemporaneamente Jonas Vingegaard era vittima di una foratura, circostanza che lo ha costretto a farsi dare la bici dal compagno Jan Tratnik, bici che non ha poi più potuto cambiare sino al traguardo.

Ai -90 è stato direttamente Pogacar ad allungare dal gruppo maglia gialla. Su di lui si è immediatamente riportato Remco Evenepoel e la coppia della Visma formata da Christophe Laporte e Matteo Jorgenson, che però non hanno ovviamente collaborato consentendo il pronto rientro del loro capitano Vingegaard. Una altro importante attacco è arrivato ai -77, stavolta ad opera di Remco Evenepoel. Pogacar ha temporeggiato solo qualche secondo prima di lanciarsi all’inseguimento del belga con il solito Vingegaard a ruota. I vicintori degli ultimi 4 Tour de France si sono rapidamente riportati sul belga e nel giro di pochi chilometri il formidabile terzetto ha addirittura ripreso i battistrada (nel frattempo rimasti in 10 dopo le defezioni di Veermersch e Lazkano). Vingegaard però, evidentemente anche a causa della bici non della giusta taglia, non ha fornito collaborazione e così, rapidamente i primi tre della graduatoria si sono rialzati, lasciando gli altri 10 battistrada in testa alla gara. Pogacar, Evenepoel e Vingegaard sono così stati ripresi da quel che restava del gruppo dei big, consentendo a Roglic per la seconda volta nel corso della tappa di salvarsi.

Ai -57, lungo il settore di Thieffrain à Magnant, Evenepoel è stato vittima di un salto di catena, che lo ha costretto a rincorrere per qualche chilometro prima di rinvenire sulla testa del gruppo maglia gialla. Poco dopo (-50) Vlasov si è arruotato con un altro corridore finendo in un fosso. Il russo si è rapidamente rialzato, seppur portando con se diverse escoriazioni (al gluteo e alla coscia destra oltre che sul collo).
A quel punto, una volta usciti da una sequenza di sterrati e strappi, il gruppo si è leggermente rilassato, consentendo ai fuggitivi di riportare il gap a circa 2′. Come coseguenze di tale atteggiamento, dal plotone che si era rimpolpato, sono tornati gli scatti: ai -42 Michael Matthews (Jayco-AlUla) ha accelerato portando con se un redivivo David Gaudu (Groupama-FDJ). Alla suddetta coppia un pò per volta si sono uniti altri nomi altisonanti, quali il campione del mondo Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck), la maglia verde Biniam Girmay (Intermarchè-Wanty) e poi Rui Costa (EF), Jakob Fuglsang (Free Palestine) e Rasmus Tiller (Uno-X). I 7 contrattaccanti si sono così lanciati all’inseguimento degli 8 battistrada superstiti (Pidcock, Stuyven, Healy, Gee, Aranburu, Romo, Lutsenko e Turgis), portando lo svantaggio a circa 1′.

La battaglia nel gruppo maglia gialla però non era ancora finita perchè ai -22 Pogacar ha nuovamente attaccato. Jorgenson e Laporte hanno reagito prontamente, riportando Vingegaard su Pogacar, mentre dietro il gruppo si disintegrava. Non contento, lo sloveno ha nuovamente riaccellerato poco dopo con Jorgenson ruota. Poco dietro Laporte trainava Vingegaard, poi aspettato anche da Jorgenson che lo ha riportato su Pogacar per l’ennesima volta. Di lì a poco (-18) è rientrato anche il quartetto formto da Laporte, Evenepoel e dai due UAE Juan Ayuso e Joao Almeida.
Nel frattempo nel gruppo di testa erano iniziate le scaramucce, mentre il gruppo di Girmay e Van der Poel non riusciva a recuperare altro terreno, galleggiando ad un distacco compreso tra i 45 e i 60 secondi.
Ai -11, dal gruppo di testa è invece partito in contropiede Stuyven. Il fiammingo ha subito guadagnato 10″ sugli altri 7 fuggitivi che però non hanno mollato la presa. Contemporanemente l’indomito Pogacar provava altri 2 allunghi, anche stavolta prontamente rintuzzati dai Visma con un Vingegaard bravissimo a non perdere le ruote dello sloveno. A questo punto gli animi nel gruppo dei big si sono definitivamente calmati.

Davanti continuava il braccio di ferro tra Stuyven e i 7 ex compagni di fuga che ai -3 avevano ancora 10″ di ritardo da recuperare. Le accelerazioni di Healy e Gee hanno però ricucito il gap e il belga è stato ripreso poco dopo lo striscione dell’ultimo chilometro. Healy ha provato nuovamente ad accelerare, ma ha così finito per tirare la volata agli altri fuggitivi. Lo sprint è stato lanciato da Aranburu alla cui ruota si era però collocato Anthony Turgis che è uscito al centro della sede stradale non lasciando scampo agli avversari. Il francese ha nettamente battuto Pidcock, Gee e Aranburu. Dietro di loro staccati di 2″ sono giunti i generosi Healy e Lutsenko. Poco più dietro Romo (a 12″) e Stuven (a 18″). Il gruppo inseguitore, giunto ad 1′17″ è stato regolato da Girmay che ha così portato a casa altri preziosissimi punti per la maglia verde, sempre più salda sulle sue spalle (ben 96 punti di vantaggio su Jasper Philipsen). 10a posizione per Matthews davanti ad un Van der Poel evidentemente non al meglio.

Resta sostanzialmente invariata la classific generale che vede Pogacar in testa con 33″ su Evenepoel, 1′15″ su Vingegaard e 1′36″ su Roglic. Seguono Ayuso a 2′16″, Almeida a 2′17″ e Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers) a 2′31″. Completano la top ten Mike Landa (Soudal-Quick Step) a 3′35″, Derek Gee a 4′02″ e Matteo Jorgenson a 4′03″.

Domani è in programma la prima giornata di riposo, che farà da vigilia ad una serie di tappe potenzialmente non così decisive.

Pierpaolo Gnisci

Turgis esulta a Troys (fonte: GettyImages)

Turgis esulta a Troys (fonte: GettyImages)

LONGO BORGHINI “LEONESSA ROSA” D’ITALIA

luglio 7, 2024 by Redazione  
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Elisa Longo Borghini è la prima maglia rosa dell’edizione 2024 del Giro d’Italia Women. La corsa a tappe italiana dedicata al ciclismo femminile ha preso il via oggi a Brescia con una cronometro individuale di 15,7 km e con il successo della portacolori della Lidl-Trek. Il podio di giornata è stato completato dalla Brown e dalla Chapman, compagna di squadra della vincitrice.

Brescia, la Leonessa d’Italia, ha dato le mosse oggi all’edizione 2024 del Giro d’Italia Women e lo ha fatto vestendo di rosa una vera leonessa del ciclismo non solo nazionale, ovvero Elisa Longo Borghini (Lidl-Trek), più volte campionessa italiana sia di specialità, sia su strada. Alle spalle della ciclista di Ornavasso, che ha completato i quasi 16 km di gara in 20’37” si sono piazzate nell’ordine a 1″ Grace Brown (FDJ – SUEZ), a 13″ Brodie Chapman (Lidl – Trek); a 23″ Lieke Nooijen (Team Visma | Lease a Bike); a 25″ Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime), a 28″ Elena Hartmann(Roland), a 29″ Juliette Labous (Team dsm-firmenich PostNL), a 30″ Ruth Edwards (Human Powered Health), a 38″ Cédrine Kerbaol (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team) e Loes Adegeest (FDJ – SUEZ) a completare la TopTen di giornata.
Grazie alla peculiarità della prova odierna e la ovvia mancanza di abbuoni, la classifica generale rispecchia pedissequamente l’ordine d’arrivo.
Al termine della gara che le ha permesso di indossare la prima maglia rosa Elisa Longo Borghini ha dichiarato: “E’ il modo migliore di iniziare questo Giro, al quale mi sono presentata con molte ambizioni e con una squadra molto forte a supporto. L’anno scorso la Corsa Rosa non è andata come volevo, a causa di una caduta, e quindi volevo dimostrare di stare bene fin da subito. La Maglia Rosa è un sogno prima di essere un obiettivo e partire così è veramente stupendo. Essere in Maglia Rosa significa tanto per me perchè l’anno scorso ero caduta al Giro e ne avevo sofferto le conseguenze per tutto il resto della stagione. Ho lavorato tanto lo per tornare ad alto livello e per questo devo ringraziare la Lidl – Trek per il supporto. E’ stata una cronometro difficile da interpretare, io e Grace Brown siamo state appaiate fin dall’inizio e quando ho visto che era arrivata dietro ho tirato un sospiro di sollievo. Sarà una bella settimana di gara, non voglio fare proclami per ora, penso soprattutto a godermi questa bellissima Maglia Rosa”.
Prima della partenza di Carmela Cipriani (Bepink – Bongioanni), prima atleta prendere il via alle 11.35, è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Andrè Drege, il corridore norvegese tragicamente scomparso ieri al Giro dell’Austria.
Domani il Giro lascerà Brescia per arrivare nel mantovano, sulle cui strade si snoderà la prima tappa in linea, disegnata tra Sirmione e Volta Mantovana, sulla distanza di 110 Km e su di un percorso quasi completamente pianeggiante.

Mario Prato

Elisa Longo Borghini veste la prima maglia rosa del Giro dItalia Women (Getty Images)

Elisa Longo Borghini veste la prima maglia rosa del Giro d'Italia Women (Getty Images)

L’ONDA VERDE GIRMAY SI ABBATTE SU COLOMBEY, BIS AL TOUR PER L’ERITREO

luglio 6, 2024 by Redazione  
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Biniam Girmay fa il bis nell’arrivo di Colombay e rafforza il primato in maglia verde, volata di forza dell’ereitreo della Intermarché – Wanty con gli ultimi metri in leggera salita che si toglie di ruota sia Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) sia Arnaud De Lie (Lotto Dstny) rispettivamnte secondo e terzo. In classifica generale nulla cambia con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia gialla.

Tappa potenzialmente ricca di insidie quella odierna al Tour de France 2024 con anche la pioggia a creare nervosismo in gruppo, la fuga della prima ora si forma subito dopo il via grazie al solito Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility) che va via insieme a Neilson Powless, e Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost), il gruppo lascia fare pilotato dalle squadre interessate alla tappa, tra tutte due in particolare la Intermarché-Wanty e Lotto Dstny. Qualche chilometro dopo Abrahamsen transita per primo al primo GPM dei cinque previsti, tra seconda e quarta categoria, rafforzando il primato della maglia a pois. Sulla Côte de Verrey-sous-Salmaise dal gruppo attacca Jordan Jegat (TotalEnergies), che riesce a riportarsi su Powless e Bissegger, a superarli portandosi tutto solo all’inseguimento di Abrahamsen. La coppia della EF-Education-EasyPost invece si rialza e si fa riassorbire dal gruppo. E’ ancora la formazione americana ad attirare su di se l’attenzione ed infatti Alberto Bettiol e Ben Healy provano a muoversi portandosi dietro Stephen Williams (Israel-Premier Tech), Maxim Van Gils (Lotto Dstny) e Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies). Sono uomini di certo pericolosi ed infatti la reazione di altre squadre è immediata, tanto da accelerare per andarli dopo aver transitato anche loro dal GPM a riprenderli. In testa alla corsa inevitabilmente Abrahamsen vede ridursi il vantaggio che è di poco superiore al minuto. Dal gruppo scatta anche Romain Gregoire (Groupama-FDJ), che inizia il secondo GPM, la Côte de Villy-en-Auxois, con venti secondi sul gruppo. Dietro non c’è pace, ancora attacchi questa volta con un drappello in cui vi sono Healy, il campione del mondo Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Deceuninck) e Paul Lapeira (Decathlon Ag2r La Mondiale) che vanno a riprendere Gregoire, ma da dietro il gruppo pian piano va a chiudere ritornando compatto. Finalmete il gruppo inizia così un passo più moderato taanto che i velocisti che si erano staccati sulla prima côte riescono a ricongiungersi con il plotone. In testa alla corsa, una volta che il gruppo torna in controllo, spenti ogni possibioli focolai di attacco, resta da solo Jonas Abrahamsen con un vantaggio che a questo piunto dilaga fino ad arrivare a 6’30″. Nonostante ciò la tappa fa gola a tonti e la maglia pois è ripresa a poco più di 10 chilometri dall’arrivo. Iniziano così le consuete operazioni delle squadre dei velocisti per restare davanti tenendo alta l’andatura, la Lotto Dstny per De Lie sembra la più coesa, come anche la Alpecin – Deceuninck per Ohilipsen; si vedono anche gli Intermarché-Wanty per la maglia verde di Girmay. E sono proprio queti tre, sul finale al 3% che diventano immediatamente protaginisti della volata, il primo a muoversi, forse troppo presto, è Philipsen, seguito dalla maglia verde nella migliore posizione; subito dietro risale De Lie ma il belga resta chiuso, tanto che deve smettere di pedalare, la volta è vinta da Girmay che rafforza il primato nella speciale classifica della maglia verde, secondo Philipsen che in questo Tour de France, seppur con una ottima condizione, non riesce a trovare la serenità giusta per una volata vincente, terzo De Lie anche lui, con una gamba ottima ma mai nel posto giusto nei metri finali. In classifica generale, invece, non cambia niente, con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia gialla. Domani frazione numero nove, la tanto attesa tappa degli sterrati di Troyes.

Antonio Scarfone

Biniam Girmay fa bis al Tour de France 2024 (Photo Credit: Getty Images)

Biniam Girmay fa bis al Tour de France 2024 (Photo Credit: Getty Images)

EVENEPOEL DETTA I TEMPI, SUA LA PRIMA CRONO DEL TOUR DE FRANCE

luglio 6, 2024 by Redazione  
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Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) sfodera una prestazione delle sue a crono e vince la speciale tappa con arrivo a Gevrey-Chambertin, si arrende cedendo 12” la maglia gialla Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), terzo a 34” Primož Roglic (Red Bull – BORA – Hansgrohe).

La crono di ieri al Tour de France ha confermato l’ottimo stato di forma di Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). il belga è riuscito infatti ad avere la maglio sul leader della corsa francesce la maglia gialla Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), il campione sloveno ha dichiarato di dover ora guardare con attenzione anche il belga che potrebbe, a questo punto, essere davvero l’avversario più temibile nonostante la sua prima partecipazione al Tour de France. Il terzo a far registrare il miglior tempo è stato Primož Roglic (Red Bull – BORA – Hansgrohe), anche dallo sloveno, dopo essere apparso leggermente in difficoltà sul Galibier, ci si aspettava una conferma in posto e la crono ha detto che il connazionale della maglia gialla è in crescita. Resta invece sempre vicino a primi anche Jonas Vingegard (Team Visma | Lease a Bike) quarto all’arrivo a 37” buona la sua prestazione visto l’avvicinamento al Tour. La crono di Gevrey-Chambertin ha confermato l’ottimo stato di forma anche di João Almeida l’alfiere di Pogacar riesce chiudere a 57” con l’ottavo tempo male invece l’altro compagno di squadra Adam Yates a 1’:47”. In classifica generale adesso Remco Evenepoel resta sempre secondo ma a soli 33” da Pogacar, terzo Vingegard a 1’.15”, quarto Roglic a 1”:36 che scavalca Jan Ayuso (UAE Team Emirates). Oggi tappa numero otto da Semur-en-Auxois – Colombey-Les-Deux-Églises, sulla carta destinata ai velocisti ma con un profilo più nervoso dei precedenti arrivi in volata.

Antonio Scarfone

Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) impegnato nella crono del Tour de France 2024 (Photo credit: Getty Images)

Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) impegnato nella crono del Tour de France 2024 (Photo credit: Getty Images)

A MÂCON GROENEWEGEN VINCE IN VOLATA. POGACAR RESTA IN MAGLIA GIALLA

luglio 4, 2024 by Redazione  
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Nella scontata volata di Mâcon Dylan Groenewegen (Team Jayco ALUla) vince in maglia di campione nazionale olandese battendo Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), successivamente declassato, e Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty). Domani l’attesa cronometro individuale di 25 km che potrebbe influire sulla classifica generale

Con la vittoria di ieri a Saint-Vulbas Mark Cavendish (Team Astana Qazaqstan) entra nella storia del ciclismo con il record di vittorie al Tour de France e oggi il ciclista britannico può renderlo ancora più splendente questo record in un’altra tappa per velocisti. Si parte da Mâcon e si arriva a Digione dopo 163.5 km. I ciclisti sono attesi da un percorso totalmente pianeggiante se si eccettua il facile Col du Bois Clair posto dopo 10 km, che potrebbe fare da trampolino per la fuga di giornata. La lotta per la maglia verde entra sempre più nel vivo visto che Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) non sembra ancora essere quello dello scorso anno quando ipotecò la vittoria della classifica a punti già dopo una decina di tappe. Il belga avrà voglia di rivalsa e dopo il secondo posto di ieri avrà gli occhi puntati addosso. La tappa si animava subito visto che il gpm del Col du Bois Clair veniva affrontato dopo soli 10 km dalla partenza. Era Jonas Abrahamsen (Team Uno X Mobility) a scollinare in prima posizione. Il ciclista norvegese continuava nell’azione e si avvantaggiava insieme ad Axel Zingle (Team Cofidis). Dopo una ventina di km i due battistrada avevano 1 minuto e 10 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. La coppia di testa oerò si rialzava in vista del traguardo volante di Cormatin posto al km 31.1, vinto da Jasper Philipsen. La tappa continuava senza troppe note di cronaca a parte un’accelerazione del Team Visma Lease a Bike che allungava il gruppo formando qualche piccolo ventaglio ma a 50 km dalla conclusione il gruppo era ancora compatto. A 45 km dal termine si segnalava una caduta senza conseguenze di Fred Wright (Team Bahrain Victorious), Jonas Abrahamsen, Tobias Halland Johannessen e Johannes Kulset (Team Uno X Mobility). Una caduta a circa 6 km dalla conclusione metteva ko Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost) che in questo modo non poteva lanciarsi in volata. Negli ultimi 3 km era molto attiva l’Uno X Mobility che portava avanti Alexander Kristoff. Nella volata che ne seguiva era Dylan Groenewegen (Team Jayco ALUla) ad avere la meglio su Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), che sarà successivamente declassato dalla giuria per volata irregolare. Sale così dal terzo al secondo posto dell’ordine d’arrivo Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty), con Fernando Gaviria (Team Movistar) sul gradino più basso del podio e Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) e Arnaud De Lie (Lotto Dstny) a chiudere la topfive. Per Groenewegen, in maglia di campione nazionale olandese, è la quinta vittoria stagionale. In classifica generale resta tutto invariato con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in maglia gialla davanti a Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) e Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike). Dopo la quarta tappa con il Galibier, domani è un’altro giorno importante per il Tour 2024 perchè si svolgerà la cronometro individuale da Nuits-Saint-Georges a Gevrey-Chambertin di 25.3 kmè sostanzialmente pianeggiante anche se la parte centrale , posizionata tra il primo ed il secondo intertempo, è caratterizzata da una salitella di un paio di km e da un successivo falsopiano sul quale bisognerà spingere. Tornano di scena gli uomini di classifica e tra di loro si può prevedere un duello spettacolare, sia per la maglia gialla che per la vittoria di tappa, tra Pogacar, Evenepoel e Vingegaard, guarda caso i primi tre in classifica generale.

Antonio Scarfone

La combattuta volata sul rettilineo darrivo di Digione (foto Tim de Waele/Getty Images)

La combattuta volata sul rettilineo d'arrivo di Digione (foto Tim de Waele/Getty Images)

MARK CAV…ALIERE DEL TOUR. 35 VITTORIE PER CAVENDISH, NESSUNO COME LUI!

luglio 3, 2024 by Redazione  
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Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) come un funambolo negli ultimi metri dell’arrivo a Saint-Vulbas va a vincere la quinta tappa del Tour de France 2024 rendendo così questa giornata storica per se stesso per l’Astana e per tutti gli appasionati che gli vogliono un gran bene; si deve arrendere Jasper Philipsen (Alpecin – Deucenix) secondo, terzo invece, dopo una caduta, un inossidabile Alexander Kristoff.

La prima tappa interamente in territorio francese parte con una andatura davvero blanda, in testa al gruppo nessuno prova a portar via la fuga tanto che quasi per caso davanti si ritrovano Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Oier Lazkano (Movistar) con 40” di vantaggio, ripresi i due il gruppo torna compatto. Il primo vero allungo è portato dalla coppia alvetica con Stefan Küng (Groupama-FDJ) e Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost), ma anche per loro il gruppo si rifà sotto. La fuga buona si va a concretizzare quando Clément Russo (Groupama-FDJ) scatta tutto solo, sul francese si riporta soltanto Matteo Vercher (TotalEnergies), siamo al chilometro 33 di gara ed il gruppo questa volta lascia andare i due. La coppia al comando della corsa arriva ad avere un vantaggio massimo di circa 5’ quando le squadre dei velocisti iniziano a fare capolino in testa, e quindi prima i Lidl-Trek poi gli Alpecin-Deceuninck aumentano l’andatura. Al primo GPM di giornata di Cheval Blanc il vantaggio scende a 2’:30”. Subito dopo un brivido per la maglia gialla Tadej Pogacar (UAE – Team Emirates) abilissimo ad evitare l’impatto con uno spartitraffico, seppur ben segnalato e protetto, cosa che non riesce a chi è dietro di lui, ne pagano le conseguenze alcuni ciclisti tra cui segnaliamo Pello Bilbao (Bahrain Victorious) senza particolari danni fisici. Allo sprint intermedio la coppia al comando transita con poco più di 1’:30”, avventura che si conclude a 35 chilometri dall’arrivo, il gruppo torna compatto. Il secondo GPM è la la Côte de Lhuis su cui passa per primo Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), dopo il tratto in discesa quando si torna in piano iniziano le operazioni delle squadre dei velocisti, la velocità in testa è costantemente tenuta alta, diverse prove generali per i treni e, soprattutto, per tenere davnti i propri uomini veloci nonchè gli uomini di classifica. La strada bagnata, a causa di uno scroscio di pioggia, in un curva insidiosa vede la caduta di Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) e Christophe Laporte (Visma | Lease a Bike), che riescono comunque, grazie anche all’aiuto delle ammiraglie, a rientrare in gruppo qualche chilometro dopo. Dopo il cartello dei meno 4 chilometri dall’arrivo, iniziata la neutralizzazione prevista per questo arrivo, gli uomini di classifica si sfilano dalla testa del gruppo per non incorrere in possibili cadute vista lòa determinazione delle squadre dei velocisti a tenere una andatura altissima. I treni migliori sembrano essere quelli della Astana Qazaqstan sulla destra della sede stradale e quello della Alpecin-Deceuninck che inizialmente sembra essere indietro, gli uomini di Philipsen in un batter d’occhio si riportano in testa con Van Der Poel che spiana la strada al proprio compagno di squadra ma la strada che va a stringersi una una serie di curve accennate va rimescolare la carte in gioco e così i treni si perdono, tanto che Philipsen resta chiuso sulla destra con Van Der Poel che deve quasi rallentare, a sinistra invece Mark Cavendish trova un varco nell’apertura di Pascal Ackermann (Israel-PremierTech), il britannico lo segue scartando tutto a sinistra, Philipsen a questo punto lo segue ma è troppo tardi, il folletto dell’Isola di Man legge al meglio la volata ed è imprendibile per tutti, trasforma così una tappa noiosissima in una leggenda da raccontare e far rivivere. Al secondo posto chiude proprio Philipsen, terzo Alexander Kristoff (Uno-X Mobility). In classifica generale non cambia nulla, domani sesta tappa da Mâcon a Dijon ancora per i velocisti e chissà se rivivremo ancora le stesse emozioni di oggi grazie a Cannonball!

Antonio Scarfone

Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) è leggenda a Saint Vulbas (photo credit, Getty Images)

Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) è leggenda a Saint Vulbas (photo credit, Getty Images)

POGACAR RIPRENDE DA DOVE AVEVA LASCIATO

luglio 2, 2024 by Redazione  
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Dopo il test sul San Luca per saggiare le condizioni degli altri, Pogacar affonda il colpo sul Galibier, mettendo alla frusta il gruppo grazie all’azione di una squadra fortissima, con uomini che possono anche puntare al podio, e scattando nell’ultimo chilometro. Nel corso della discesa riesce ad incrementare il vantaggio anche nei confronti di Vingegaard, che aveva tentato di resistere ad una sparata violenta che poi si è rivelata fatale.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) aveva vinto l’ultima tappa di montagna del Giro d’Italia ed oggi è andato a prendersi anche la prima tappa alpina del Tour de France, piazzata molto presto nel percorso di quest’anno che, dopo le tappe italiane, è tornato in terra francese.
Il suo più diretto avversario Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) è apparso in condizione, ha provato a resistere il più possibile ma, come si era visto anche lo scorso anno, lo sloveno ha una punta di velocità decisamente più elevata del danese. In discesa Pogacar ha preso grossi rischi, lanciandosi a tutta velocità, sfruttando l’intera sede stradale nelle curve e andando a far la barba al ciglio dei precipizi su una strada priva di protezioni laterali.
Nella seconda parte della discesa, meno tecnica, il nuovo leader della generale ha continuato a spingere a più non posso e questo gli ha permesso di guadagnare sino a 35 secondi su Vingegaard, che è poi stato ripreso da Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers), Juan Ayuso (INEOS Grenadiers), Primoz Roglic (Red Bull-BORA-hansgrohe) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step).
Le tappe di montagna che arrivano così presto riservano spesso sorprese e, in effetti, quando la UAE ha iniziato a tirare con i suoi assi Adam Yates, Joao Almeida e Ayuso, abbiamo assistito alle crisi di diversi uomini che in montagna vanno molto forte, ad iniziare dalla ormai ex maglia gialla Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) – arrivato al traguardo con un ritardo di 5 minuti – e per proseguire con Simon Yates (Team Jayco-AlUla), che l’anno scorso ha sfiorato il podio finale e oggi è uscito di classifica.
Ottimo, invece, è stato Mikel Landa (Soudal Quick-Step), che nonostante l’età ha tenuto benissimo ed è arrivato al traguardo con una cinquantina di secondi di ritardo dal vincitore insieme ad Almeida, che già al Giro di Svizzera aveva mostrato una condizione invidiabile.
Giulio Ciccone (Lidl-Trek), Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Adam Yates, Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike) e Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), tutti corridori che avevano sinora mostrato ottime cose, sono arrivati con un ritardo di 2′41″.
Roglic è arrivato con il gruppetto dei migliori alle spalle del capoclassifica, ma è sembrato in difficoltà quando gli UAE stavano producendo il massimo sforzo, anche se poi, con la consueta caparbietà che lo contraddistingue, è riuscito a salvarsi, rientrando e mantenendosi nel gruppetto dei migliori sino all’arrrivo.
Allo stato attuale Pogacar ha già un buon vantaggio in generale: 45 secondi su Evenepoel e 50 su Vingegaard, mentre a 1′10″ c’è il suo compagno di squadra Ayuso.
La strategia di Pogacar potrebbe essere quella di tentare di guadagnare il più possibile in questa prima fase, sfruttando magari anche la tappa degli sterrati, per poi cercare di stare tranquillo grazie ad una squadra fortissima che potrebbe essere in grado di supportarlo anche in caso di attacchi da lontano.
La condizione di forma di Vingegaard, ultimo vincitore della Grande Boucle, non può lasciare tranquillo lo sloveno perché, se è vero che – senza aver corso per 3 mesi – il danese potrebbe accusare la terza settimana, è anche vero il contrario, nel senso che l’organismo del Vingegaard potrebbe anche reagire, guadagnando in condizione proprio mettendo chilometri nella gambe a ritmo gara.
Una squadra forte come la UAE a questo Tour potrebbe essere fondamentale per la nuova maglia gialla.
Ora c’è un po’ di respiro ma attenzione, perché tra pochi giorni andrà in scena una lunga cronometro che potrebbe rimescolare le carte.
Il percorso è favorevole a Evenepoel, che potrebbe recuperare qualcosa a Pogacar, anche se lo sloveno al Giro è riuscito a viaggiare sui tempi di un cronoman di razza come Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) anche in una lunga cronometro tutta piatta come è stata quella di Desenzano. Evenepoel poi, anche se oggi si è mostrato forte in salita, non sembra comunque in grado di competere con Pogacar e Vingegaard per la vittoria finale.
Invece, sarà interessante vedere il confronto tra i due maggiori pretendenti. L’anno scorso la sfida fu vinta nettamente da Vingegaard, che diede oltre un minuto a Pogacar, ma quest’anno il capitano della UAE è migliorato molto nella specialità e non è detto che in una prova in cui si corre da soli al massimo sforzo Vingagaard non accusi una condizione non perfetta.

Venendo alla cronaca della tappa, nelle prima fasi della corsa si è assistito a una girandola di scatti e controscatti con corridori anche importanti come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike) e Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), ma i tentativi naufragano anche perché il gruppo è piuttosto nervoso e non lascia spazio.
Il tentativo buono si forma dopo diversi chilometri con un gruppo di 17 uomini che riesce ad evadere. Ricevono l’autorizzazione del gruppo il citato Van Der Poel, Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), Julien Bernard (Lidl-Trek), Bruno Armirail (Decathlon Ag2r La Mondiale Team), David Gaudu (Groupama-FDJ), Romain Grégoire (Groupama-FDJ), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Stephen Williams (Israel-Premier Tech), Oier Lazkano (Movistar Team), Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels), Cristián Rodríguez (Arkéa-B&B Hotels), Kobe Goossens (Intermarché-Wanty), Warren Barguil (Team dsm-firmenich PostNL), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Odd Christian Eiking (Uno-X Mobility), Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies).
Sulle salite verso Sestriere e il Monginevro non succede nulla di particolare, se non che il gruppo si mostra intenzionato a non lasciare troppo spazio alla fuga che non riesce mai ad andare oltre i 3 minuti di vantaggio.
Nei primi chilometri verso il Col du Lautaret (la prima parte più facile del Galibier) Nils Politt e Tim Wellens della UAE Team Emirates iniziano ad inseguire seriamente, riducendo il gap, mentre davanti salta l’accordo e iniziano a scattarsi in faccia.
Dopo diversi tentativi è Lazkano che riesce a staccare i fuggitivi, ma anche il suo destino è segnato perché Marc Soler (UAE Team Emirates) imprime una bella accelerata.
Ai – 6 dal GPM tutti i fuggitivi vengono ripresi, mentre il ritmo degli UAE inizia a mandare il difficoltà corridori importanti come Simon Yates e Tom Pidcock (INEOS Grenadiers), che era indicato da numerosi commentatori come uno dei favoriti per via dell’arrivo al termine di una discesa tecnica, sulla quale il portacolori Ineos aveva già mostrato le sue doti funamboliche al Tour di due anni fa.
La selezione si fa più spietata quando si porta in testa Almeida; cedono Enric Mas (Movistar Team), Romain Bardet (Team Dsm-Firmenich PostNL), Aleksandr Vlasov (Red Bull-BORA-hansgrohe) e soprattutto la maglia gialla Carapaz, che pure è un ottimo scalatore abituato a pedalare a grandi altitudini.
Quando passa in testa Ayuso, anche Ciccone e Bernal cedono e pure Adam Yates, terzo lo scorso anno e recente vincitore al Giro di Svizzera, va inaspettatamente in difficoltà.
Poco dopo lo striscione che indica un chilometro al GPM Pogacar parte con una sparata tremenda, quando nel gruppo ci sono solo Vingegaard, Roglic, Rodriguez, Evenepoel, Landa, Almeida e Ayuso.
Vingegaard resiste per qualche metro ma la punta di velocità di Pogacar è superiore e il danese adotta la stessa tecnica dell’anno scorso, andando a tutta ma senza pretendere di stare incollato al rivale, cercando di perdere il meno possibile, e scollina con 10 secondi di ritardo. Pogacar puntava certamente all’abbuono al GPM ma, visto il vantaggio, ha tirato dritto e ha fatto la discesa a tutta.
Evenepoel gestisce molto bene l’ultimo chilometro e riesce a distanziare di 10 secondi Roglic, Rodriguez e Ayuso, che però lo riprendono e per qualche chilometro lo staccano nella parte tecnica della discesa.
Davanti Vingegaard cerca di non perdere troppo ma Pogacar, forte discesista, prosegue prendendosi enormi rischi e anche nel tratto finale meno pendente continua a spingere sui pedali.
Al traguardo Vingegaard arriva dietro a Evenepoel, Ayuso e Roglic con 37 secondi da Pogacar, che si prende tappa e maglia.
Per via degli abbuoni, lo sloveno vanta ora una riserva di 45 secondi su Evenepoel e 50 su Vingegaard.
Ora gli uomini di classifica potranno tirare il fiato grazie a due tappe per velocisti prima dell’altra prova cruciale, quella contro il tempo che andrà in scena venerdì.

Benedetto Ciccarone

Pogacar mette a segno un importante colpo nel primo tappone alpino del Tour 2024 (foto Thomas Samson / AFP/ Getty Images)

Pogacar mette a segno un importante colpo nel primo tappone alpino del Tour 2024 (foto Thomas Samson / AFP/ Getty Images)

GIRMAY VINCE IN VOLATA A TORINO. CARAPAZ NUOVA MAGLIA GIALLA

luglio 1, 2024 by Redazione  
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In una Torino vestita a festa per il Tour, Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) è autore di una volata sensazionale sul traguardo del capoluogo piemontese. Alle spalle dell’eritreo, alla prima vittoria al Tour, si posizionano Fernando Gaviria (Team Movistar) ed Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny), Grazie ai piazzamenti Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) è la nuova maglia gialla. E domani è già tempo di Alpi

La terza tappa del Tour è la più lunga dell’edizione 2024 con i suoi 231 km da Piacenza a Torino. Dopo il ricordo di Bartali e Pantani si corre nelle terre di Fausto Coppi, altra leggenda italiana di questo sport. A Torino è attesa la prima volata e i velocisti si daranno battaglia per raccogliere i primi veri punti per la classifica della maglia verde visto che i tre GPM situati lungo il percorso sono poco più di un breve zampellotto. Attenzione anche alle manovre per la maglia gialla con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) minacciato da Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost), Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), tutti con lo stesso tempo. Dopo una parvenza di fuga operata da Jonas Abrahamsen e Johannes Kulset (Team Uno X Mobility), il gruppo viaggiava compatto verso il primo GPM della Côte de Tortona – Fausto Coppi, posta al km 70.8, sul quale scollinava in prima posizione proprio Abrahamsen. Mads Pedersen si aggiudicava il traguardo volante di Alessandria posto al km 94.3. Con un successivo attacco isolato, Matteo Sobrero (BORA Hansgrohe) scollinava in prima posizione sul secondo GPM della Côte de Barbaresco posta al km 156.1. Il gruppo riprendeva Sobrero e subito riattaccava Fabien Grellier (Team TotalEnergies), il quale scollinava per primo sul GPM della Côte de Sommariva Perno posta al km 181.4. Il gruppo riprendeva Grellier a 28 km dalla conclusione. Negli ultimi 20 km della tappa si segnalavano le cadute di Bruno Armirail (Team Decathlon AG2R La Mondiele) e Casper Pedersen (Team Soudal Quick Step), con quest’ultimo che termina la tappa in ultima posizione prima di recarsi all’ospedale, dove gli sarà riscontrata la frattura della clavicola. A poco più di 6 km dalla conclusione Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) era vittima di un problema meccanico che lo costringeva a cambiare la bici e a non poter lavorare negli ultimi km per il compagno di squadra Jasper Philipsen, tra i grandi favoriti per la vittoria di tappa. Una nuova caduta a poco meno di 3 km dalla conclusione rallentava proprio Philipsen che doveva dire addio alle vittoria di tappa. Il gruppo si spezzettava in più tronconi ed a giocarsi la vittoria in volata erano una quindicina di ciclisti, fatti salvi i tempi all’arrivo che successivamente sarebbero stati neutralizzati a causa della caduta. Con una grande progressione negli ultimi 100 metri Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) andava a vincere davanti a Fernando Gaviria (Team Movistar) ed Arnaud De Lie (Team Lotto Dstny) mentre chiudevano la top five Mads Pedersen (Team Lidl Trek) in quarta posizione e Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il nono posto di Davide Ballerini (Team Astana Qazaqstan). Per Girmay è la terza vittoria stagionale ma soprattutto la prima in una tappa del Tour de France. Grazie ai migliori piazzamentio Carapaz diventa la nuova maglia gialla con lo stsso tempo di Pogacar, Evenepoel e Vingegaard. La quarta tappa di domani da Pinerolo a Valloire potrà dare le prime vere indicazioni sulla lotta per la maglia gialla visto che i tre GPM del Sestriere, del Colle del Monginevro e dell’accoppiata Lautaret-Galibier chiamano all’appello i big di classifica. Il duello tra Pogacar e Vingegaard si annuncia entusiasmante ma avranno un occhio di riguardo anche i vari Carapaz, Roglic, Rodriguez, Yates e perchè no lo stesso Ciccone, apparso brillante nelle prime due tappe.

Antonio Scarfone

Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) vince a Torino (foto: (foto: Dario Belingheri/Getty Images))

Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) vince a Torino (foto: (foto: Dario Belingheri/Getty Images))

A BOLOGNA VINCE VAUQUELIN MA E’ GIA’ DUELLO TRA POGACAR E VINGEGAARD, CON LO SLOVENO NUOVA MAGLIA GIALLA

luglio 1, 2024 by Redazione  
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La doppia scalata del San Luca anima il finale della seconda tappa da Cesenatico a Bologna, con Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), tra i fuggitivi della prima ora, abile a trovare il momento giusto per attaccare e andare a vincere in solitaria. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) dà subito spettacolo e l’unico che gli rimane a ruota è Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike). Lo sloveno è la nuova maglia gialla

La seconda tappa del Tour de France celebra Marco Pantani con il suo percorso che si insinua interamente in Emilia Romagna tra le province di Ravenna e Bologna. Si parte da Cesenatico e si arriva nel capoluogo emiliano dopo quasi 200 km. La doppia ascesa finale alla Madonna di San Luca sarà il clou della tappa ma i ciclisti dovranno affrontare altri quattro dentelli categorizzati come GPM nei chilometri precedenti, nell’ordine le “côte” di Monticino, Gallisterna, Botteghino di Zocca e Montecalvo. Romain Bardet (Team DSM Firmenich PostNL) veste la maglia gialla dopo la bella vittoria di ieri e oggi dovrà difenderla in una tappa che si annuncia spettacolare, con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) atteso ad uno dei suoi numeri proprio sul muro della Madonna di San Luca, sul quale verranno tastati i polsi degli altri big di classifica, primo fra tutti Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike). Intorno al decimo chilometri di gara si formava una fuga di undici ciclisti. I battistrada erano Quentin Pacher (Team Groupama FDJ), Axel Laurance (Team Alpecin Deceuninck), Hugo Houle (Team Israel Premier Tech), Nelson Oliveira (Team Movistar), Cristian Rodriguez e Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Mike Teunissen (Team Intermarchè Wanty), Bram Welten (Team DSM- Firmenich PostNL), Harold Tejada (Team Astana Qazaqstan), Jonas Abrahamsen (Team Uno X Mobility) e Jordan Jegat (Team Total Energies). Era il norvegese Abrahamsen a scollinare in prima posizione sul GPM di Monticino, posto al km 74. Abrahamsen faceva il bis sulla successiva salita di Gallisterna, posta al km 88.8, mentre Welten rallentava e veniva ripreso dal gruppo maglia gialla, probabilmente richiamato dall’ammiraglia per contribuire al lavoro in testa al gruppo per Romain Bardet. Abrahamsen nel frattempo vinceva anche il traguardo volante di Dozza, posto al Km 108.1. Nel gruppo si segnalava una caduta che vedevano coinvolti Wour Van Aert e Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike), i quali ripartivano senza apparenti problemi. Abrahamsen continuava a mietere traguardi intermedi aggiudicandosi anche il GPM di Botteghino di Zocca, posto al km 143. Era ancora il corridore scandinavo a fare suo il successivo GPM di Montecalvo, posto al km 151.2. A 35 km dalla conclusione i dieci uomini di testa avevano 4 minuti e 30 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Dopo aver lavorato per Vingegaard lungo la prima ascesa alla Madonna di San Luca, Van Aert si rialzava. Abrahamsen scollinava ancora in prima posizione con il gruppo inseguitore che si faceva minaccioso, avendo un ritardo dai battistrada di poco superiore ai 3 minuti. A 20 km dalla conclusione Abrahamsen, Oliveira e Vauquelin si erano avvantaggiati di una decina di secondi sugli ex compagni di fuga, mentre il gruppo maglia gialla aveva rallentato l’andatura e inseguiva con circa 4 minuti di ritardo. Vauquelin attaccava subito all’inizio della seconda scalata al San Luca e faceva il vuoto. Nel gruppo maglia gialla uno scatto mortifero di Pogacar scompaginava le carte. Lo sloveno veniva raggiunto da Vingegaard, mentre Vauquelin andava a completare con il successo la sua cavalcata trionfale verso il traguardo di Bologna. Il francese – alla seconda vittoria stagionale, sicuramente la più prestigiosa della sua carriera – vinceva in solitaria con un vantaggio di 36 secondi su Abrahamsen mentre Pacher era terzo a 49 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Rodriguez in quarta posizione e Tejada in quinta posizione. A 2 minuti e 21 secondi giungeva il gruppetto Pogacar-Vingegaard al quale si erano uniti Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) e Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost). I 21 secondi di ritardo del gruppo Bardet consentivano a Pogacar di essere la nuova maglia gialla, mentre Evenepoel e Vingegaard erano rispettivamente secondo e terzo con lo stesso tempo dello sloveno. Ora è in programma la quarta tappa da Piacenza a Torino di 231 km, la più lunga del Tour 2024. A meno di sorprese saranno i velocisti a giocarsi la vittoria di tappa, anche perchè i tre facili GPM da affrontare lungo il percorso sono lontani dal traguardo e gli ultimi 50 km sono completamente pianeggianti.

Antonio Scarfone

Vauquelin vince la seconda tappa italiana del Tour 2024 (Getty Images)

Vauquelin vince la seconda tappa italiana del Tour 2024 (Getty Images)

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