DALLE STRADE BIANCHE ALLE CIME CATALANE È SEMPRE “POGI SHOW”: LO SLOVENO VINCE LA PRIMA TAPPA DI MONTAGNA

marzo 19, 2024 by Redazione  
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Alla Volta a Catalunya 2024 va di scena l’ennesimo show di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), al primo arrivo in salita l’attacco secco che gli consente di conquistare la tappa e passare al comando della classifica generale, restano sole briciole a Mikel Landa (Soudal-QuickStep), arrivato secondo, mentre chiude in terza posizione Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe).

Tappa importante della Volta a Catalunya 2024 con l’arrivo in salita a Vallter, pronti via e va in porto la fuga con dentro Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck), Kevin Colleoni (Intermarché – Wanty), Samuel Fernández (Caja Rural-Seguros RGA), Álex Jaime (Equipo Kern Pharma), Jambaljamts Sainbayar (Burgos-BH) e Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi). Il gruppetto in avanscoperta riesce in soli 15 chilometri a guadagnare ben 6’30” sul gruppo. Lo scossone da dietro arriva a sorpresa grazie a Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che tutto solo scatta portandosi dietro il compagno di squadra Domen Novak, i due immediati ed insoliti inseguitori verranno però ripresi una decina di chilometri dopo. In testa al gruppo si portano Israel – Premier Tech e UAE Team Emirates per cercare di iniziare a recuperare tempo ai fuggitivi che intanto guadagnano ancora arrivando ad avere un vantaggio massimo di 7’, tempo che scende a poco più di 5’ quando si arriva a Girona con il traguardo volante vinto da Isasa. Ai meno 60 chilometri dall’arrivo il gruppo è ancora in netta rimonta portandosi a 3’:20 dai fuggitivi, mentre al successivo sprint intermedio di Olot passa ancora per primo Isasa. Quando la corsa arriva alla salita verso il Col de Coubet inizia a piovere ma nulla scoraggia il grande lavoro degli uomini della UAE Team Emirates che forti dei propri mezzi si portano per la prima volta sotto i 3’ di ritardo dal gruppetto in fuga. A poco meno di 5 chilometri dal GPM è ancora Isasa a rendersi protagonista con un allungo a cui rispondono presente sia Fernández e Janssens, ma poco dopo Isasa si pianta ed i due restano da soli al comando della corsa scollinando con 40” sugli immediati inseguitori e circa 3’ sul gruppo dei migliori. La corsa entra nella fase calda, la discesa resa insidiosa dalla sede stradale bagnata viene affrontata con prudenza sia dalla coppia l comando sia dal gruppo che, una volta in pianura riprende a spingere per annullare la fuga, riassorbendo in pratica tutti gli ex uomini che ve ne facevano parte. La coppia al comando ha soli 2’ di vantaggio, Janssens si prende il terzo ed ultimo sprint intermedio e poco dopo Camprodom Fernández alza bandiera bianca. Resta da affrontare la salita conclusiva verso Vallter, Janssens la inizia con 50” di vantaggio, il gruppo è tirato sempre dagli uomini di Pogacar che è chiaramente intenzionato a vincere la tappa. Ai meno 9 dal traguardo il gruppo riprende Janssens, intanto una caduta a centro gruppo taglia fuori Lorenzo Fortunato, il ritmo sale sempre di più con la formazione emiratina a mettere tutti alla frusta, è il preludio allo scatto di Pogacar che avviene a 6,5 chilometri dall’arrivo a cui nessuno riesce a risponder. Mentre Pogacar in un baleno guadagna circa 1’, da dietro Mikel Landa (Soudal-QuickStep), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e Lenny Martinez (Groupama-FDJ) cercano di organizzare un inseguimento a cui poco dopo si uniscono Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Chris Harper (Team Jayco AlUla) e João Almeida (UAE Team Emirates) passivo in fondo al gruppetto. Davanti Pogacar transita sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro con 1’:15”, lo sloveno è scatenato e tutto solo va a prendersi tappa e maglia; al secondo posto chiude Landa a 1’:23”, terzo è Vlasov con un secondo in più, poi Almeida a 1’:38” che stacca tutti gli altri rimasti a sancire la netta superiorità della UAE Team Emirates. La classifica generale rispecchia l’ordine di arrivo con il quarto, Almeida dentro i 2’. Domani terza tappa con ancora montagne e ancora un interessante arrivo in salita a Port Ainè, vistp quanto accaduto oggi non sarà facile contrastare lo strapotere di Tadej Pogacar.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar trionfa a Vallter alla Volta a Catalunya 2024 (Photo: Getty Images)

Tadej Pogacar trionfa a Vallter alla Volta a Catalunya 2024 (Photo: Getty Images)

SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI & BARTALI, ACUTO DI MARCO BRENNER A PESARO

marzo 19, 2024 by Redazione  
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La corsa emiliano-romagnola parte dal capoluogo marchigiano con una breve tappa in linea di 109 km caratterizzata dalla salita del Monte della Cesana e dallo strappo di Gabicce Monte. Frazione altimetricamente mossa e finalizzata con un bell’attacco da finisseur da parte del tedesco del Tudor Pro Cycling Team. Il gruppo viene regolato da Matteo Malucelli (JCL Team Ukyo) in volata sul belga Jenno Berckmoes (Lotto – Dstny).

La fuga del giorno è partita poco dopo il via, avvenuto alle ore 14 da Pesaro, e ha visto protagonisti Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani – CSF – Faizanè), James Whelan (Q36.5 Pro Cycling Team), Erik Fetter (Team Polti – Kometa) e Luc Wirtgen (Tudor Pro Cycling Team). Sul GPM di Monte della Cesana ha la meglio Tarozzi, che conquista anche quello di Gabicce Monte. Fetter molla la compagnia degli altri tre e si stacca, ma la fuga viene raggiunta in seguito da Paul Double, compagno di squadra dell’ungherese. Il gruppo torna compatto poco prima dei -10 all’arrivo, ma il terreno a saliscendi favorisce i finisseur e Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team) ne approfitta: il tedesco guadagna quanto basta per andare a prendersi la tappa con un solo secondo di vantaggio sul gruppo dei migliori, regolato allo sprint da Matteo Malucelli (JCL Team UKYO). Nella top 10 di tappa si piazzano anche altri tre italiani, Davide De Pretto (Team Jayco AlUla, 6°), Diego Ulissi (UAE Team Emirates, 7°) e Kristian Sbaragli (Corratec Vini Fantini, 8°).
Per Marco Brenner, ventunenne bavarese di Augsburg, si tratta della prima vittoria tra i professionisti.

Domani si corre la seconda tappa, Riccione – Sogliano al Rubicone di 156.5 Km, su di terreno ancora selettivo e favorevole ad attacchi grazie il circuito finale che prevede di ripetere quattro volte la salita di 3.3 Km al 6.1% che condure al traguardo, lo stesso sul quale nel 2021 si era imposto un giovanissimo e ancora sconosciuto Jonas Vingegaard

Andrea Giorgini

Brenner vince la prima tappa della Settimana Internazionale Coppi & Bartali (foto Sprint Cycling)

Brenner vince la prima tappa della Settimana Internazionale Coppi & Bartali (foto Sprint Cycling)

SCHULTZ, ATTACCO VINCENTE A SANT FELIU DE GUIXOLS. TAPPA E MAGLIA PER L’AUSTRALIANO

marzo 18, 2024 by Redazione  
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Nick Schultz (Team Israel Premier Tech), ex velocista che si è ritagliato una buona carriera come finisseur, sfrutta l’incertezza delle squadre dei big che non chiudono sul suo attacco a circa 2 km dall’arrivo. L’australiano dà tutto negli ultimi 800 m in salita e vince dopo tre anni di digiuno. Secondo Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che ci riproverà sicuramente domani su a Vallter 2000

La prima tappa del Giro di Catalogna 2024 ha come sede di partenza e di arrivo Sant Feliu de Guíxols. Il percorso, lungo complessivamente 173.9 km, strizza l’occhio ai velocisti, anche se il terzo ed ultimo gpm dell’Alt de Sant Grau, a circa 20 km dalla conclusione, può ingolosire l’attacco di qualche finisseur ma soprattutto di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che ha candidamente dichiarato di essere venuto in Catalogna per vincere, dopo la mezza delusione della Milano – Sanremo. La fuga di giornata si formava dopo 16 km grazie all’azione di cinque ciclisti ovvero Simone Petilli (Team Intermarchè Wanty), Kenny Elissonde (Team Cofidis), Adne Holter (Team Uno X Mobility), Alex Baudin (Team Decathlon AG2R La Mondiale) e Mikel Bizkarra (Team Euskaltel Euskadi). Elissonde transitava in prima posizione sul primo gpm dell’Alt de la Ganga posto al km 29.8. Era invece Bizkarra ad imporsi sul primo traguardo volante di La Bisbal d’Empordà posto al km 40.3. L’UAE Team Emirates controllava la corsa e non lasciava che il vantaggio della fuga lievitasse eccessivamente. Elissonde si aggiudicava anche il secondo gpm dell’Alt dels Àngels posto al km 55. 3. Bizkarra vinceva il secondo traguardo volante di Cassà de la Selva posto al km 75.8. A 50 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo inseguitore era di 1 solo minuto. In testa al gruppo si erano affiancate altre squadre a dar man forte all’UAE Team Emirates. Bizkarra era il primo dei fuggitivi a rialzarsi a 42 km dal termine. Grazie ad una decisa accelerazione dell’INEOS Grenadiers, in vista del terzo ed ultimo targuardo volante, la fuga veniva ripresa a 33 km dalla conclusione. Proprio Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) vinceva il terzo traguardo volante di Llagostera posto al km 143.3, sopravanzando per di più proprio Pogacar. Sull’ultima salita dell’Alt de Sant Grau il ritmo elevato del gruppo metteva in croce alcuni velocisti ed uno dei primi a staccarsi era Bryan Coquard (Team Cofidis). Marc Soler (UAE Team Emirates) scollinava in prima posizione sull’Alt de Sant Grau posto al km 154. Anche Joao Almeida (UAE Team Emirates) tirava in testa al gruppo affiancando Soler. Nella discesa verso il traguardo il gruppo formava una lunga fila, segno dell’elevata velocità. A 3 km dalla conclusione era l’Israel Premier Tech a mettersi in testa ed a lanciare Nick Schultz, che riusciva con una grande progressione a evadere dal gruppo ed a sprintare negli ultimi 800 metri in progressiva ascesa, mentre nelle fasi concitate del finale una caduta coinvolgeva Egan Bernal, Damiano Caruso e Wout Poels (Team Bahrain Victorious). Schultz riusciva a imporsi sul traguardo per pochi metri davanti a Pogacar che a sua volta aveva accelerato negli ultimi 200 metri ma non era riuscito a riprendere il ciclista australiano. In terza posizione si classificava Stephen Williams (Team Israel Premier Tech) mentre chiudevano la top five Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale Team) in quarta posizione ed Axel Laurance (Team Alpecin Deceuninck) in quinta posizione. Schultz, la cui ultima vittoria risaliva alla seconda tappa dello Sazka Tour 2021, ottiene la prima vittoria stagionale e veste la prima maglia gialla con 2 secondi di vantaggio su Pogacar e 6 secondi di vantaggio su Williams. Domani la seconda tappa da Matarò a Vallter 2000 sarà già uno spartiacque del Giro di Catalogna 2024. Dopo una prima metà di tappa completamente pianeggiante si inizierà a salire prima sul Coll de Coubet, gpm di prima categoria posto al km 139, mentre successivamente si affronterà òa scalata finale verso una delle salite simbolo della Catalogna. Vallter 2000 è lunga 11.4 km ed ha una pendenza media del 7.5%. Una salita ideale per Pogacar che sembra in pole position per diventare la nuova maglia gialla.

Antonio Scarfone

Nick Schultz vince a Sant Feliu de Guixols (foto: Getty Images)

Nick Schultz vince a Sant Feliu de Guixols (foto: Getty Images)

LA SANREMO TORNA A UNO SPRINTER, PHILIPSEN TRIONFA IN VIA ROMA

marzo 16, 2024 by Redazione  
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Battuto il record di velocità media di Bugno, la Sanremo è volata via ad oltre 46 di media, la fuga non ha mai avuto spazio e, nel finale, i tentativi di anticipare la volata, comunque ristretta, sono naufragati. Il vincitore uscente si è sacrificato per permettere all’uomo più adatto ad un finale del genere di giocare le proprie carte al meglio.

Sarebbe stata la prima volta per entrambi. Per i due grandi favororiti della vigilia. Per Pogacar una prima volta personale, la prima vittoria alla Classicissima; per Van der Poel, che la Sanremo l’ha vinta lo scorso anno, sarebbe stata la prima vittoria della Sanremo da parte di un corridore all’esordio stagionale, traguardo che anche quest’anno è rimasto ancora inviolato.
Pogacar ha provato due volte e la prima non ha sortito grandi effetti, nonostante abbia provato uno scatto violento, ma troppo era il controllo degli avversari e troppo breve era il tratto con una pendenza di un certo rilievo. Più efficace è stato il secondo allungo, avvenuto un po’ a sorpresa da dietro, con un Van der Poel che però è riuscito molto bene a chiudere il buco e ad accodarsi allo sloveno nella discesa.
La Sanremo, si sa, è difficilissima da interpretare, aperta a tantissimi scenari, vinta da corridori con le caratteristiche più diverse, da un velocista puro come Mario Cipollini ad uno scalatore specialista degli attacchi da lontano come Claudio Chiappucci.
Quest’anno purtroppo, con una decisione scellerata, la corsa non è partita dalla città di Milano bensì da Pavia, con una riduzione del chilometraggio.
Vegni si è giustificato accusando l’amministrazione di Milano di non aver particolare interesse ad una corsa, pur così importante, come la Classicissima e probabilmente ha ragione. Questa circostanza però deve far riflettere su una situazione in cui – nonostante si promuova una mobilità dolce, della quale la bicicletta è non solo l’antesignana, ma anche la protagonista e nonostante Milano voglia proporsi come città in prima linea in questa battaglia – l’amministrazione preferisce non dar fastidio agli automobilisti e allontanare la corsa dalla città che l’ha resa grande.
Come si diceva, le medie sono state molto alte e la fuga di 10 uomini (Davide Baldaccini, Valerio Conti e Kyrylo Tsarenko del Team Corratec – Vini Fantini, Sergio Samitier del Movistar Team, Romain Combaud del Team Dsm-Firmenich PostNL, Davide Bais, Mirco Maestri e Andrea Pietrobon del (Team Polti-Kometa), Alessandro Tonelli e Samuele Zoccarato del VF Group-Bardiani CSF- Faizanè) che ha caratterizzato la corsa non ha mai avuto un grande spazio, raggiungendo un vantaggio massimo di 3 minuti
C’è stata, invece, grande attenzione da parte dei più attesi protagonisti che, sin dai tre storici capi dell’Aurelia hanno controllato, cercando di rimanere nelle prime posizioni e mantenendo la squadra sugli scudi. In questa fase si staccano due grossi nomi del calibro di Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) e Christophe Laporte (Team Visma)
Come era prevedibile, sulla Cipressa sono stati gli uomini della UAE ad imporre un ritmo in grado di assottigliare il gruppo, ma anche gli uomini della Ineos e della EF Education si sono dimostrati attivi. Diversi commentatori avevano previsto un tentativo di attacco di Tadej Pogacar (UAE) sulla Cipressa, attacco che non c’è stato.
Indubbiamente la Cipressa è molto più adatta rispetto al Poggio per provare a fare la differenza, però non si può non considerare che i chilometri da percorrere sull’Aurelia prima di andare a prendere il Poggio sono un suicidio sportivo se percorsi da soli ed anche lo stesso Poggio presenta pendenze che favoriscono l’inseguimento di un gruppo, con la sola eccezione del breve passaggio all’8%.
Il lavoro dei compagni di squadra del campione sloveno ha effettivamente assottigliato il gruppo, ma nei chilometri pianeggianti per andare a prendere il Poggio è rientrato un folto gruppo guidato da Jonathan Milan (Lidl – Trek), che poi è andato subito in testa al servizio del capitano Mads Pedersen. Nel frattempo lungo le rampe della Cipressa il gruppo di testa si è sgretolato e davanti sono rimasti solo Samitier, Maestri e Bais, con i primi due messi fuori gioco da una caduta nella successiva discesa. Bais non si è arreso e una volta ripreso dal gruppo è ripartito all’attacco, riuscendo a fare qualche chilometro allo scoperto.
Sul Poggio le prime squadre a condurre le operazioni sono Ineos e Lidl, ma è l’accelerazione di Tim Wellens (UAE) ad annunciare il primo vero attacco, quello di Pogacar. Lo scatto è violento ma non fa male sia perché a resistere sono in tanti, sia perché lo sloveno si è rialzato dopo aver visto che non era riuscito a fare il vuoto e che Mathieu Van der Poel (Alpecin – Deceuninck) non era interessato a dargli il cambio, si è rialzato.
Si è quindi formato un drappello di testa, con tutti i migliori: Pogacar, Van Der Poel, Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost), Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Pedersen, Michael Matthews (Team Jayco-AlUla), Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), Jasper Stuyven (Lidl-Trek), Matteo Sobrero (Bora-hansgrohe), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny).
Per il secondo attacco Pogacar decide di provare a sorprendere gli avversari e parte secco da dietro. Stavolta riesce a guadagnare qualche metro, ma Van der Poel è lesto a chiudere e gli si accoda in discesa. Philipsen è molto vicino e a quel punto, diviene lui il favorito per la vittoria, viste le sue doti di velocista.
Il campione del mondo, infatti, non collabora con lo sloveno, consentendo il rientro di diversi corridori, tra cui non solo Philipsen, ma anche Matej Mohoric (Bahrain – Victorious), che proprio alla fine della discesa parte secco. Ganna, invece, sembra pedalare bene, ma viene bloccato lungo la discesa da un incidente meccanico che gli fa perdere la scia dei migliori.
Mohoric prova l’azione da finisseur, ma gli avversari sono troppo vicini e Van der Poel chiude poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro. L’ultimo tentativo è di Sobrero, sulla cui ruota salta Pidcock che prova ad anticipare lo sprint.
Stavolta è Stuyven, vincitore nel 2021, a chiudere per lanciare lo sprint di Pedersen che però non è brillante. Sono Matthews e Philipsen che se la giocano al fotofinish con la vittoria del secondo, ma un ottimo Tadej Pogacar partecipa alla volata e coglie il terzo gradino del podio.
Nelle interviste del post gara, il capitano della UAE sembra molto contrariato, ma in realtà un terzo posto in uno sprint pure ristretto, ma popolato da uomini molto più veloci di lui, dimostra che, dopo 290 chilometri di gara, serve una brillantezza che in pochi riescono a conservare per disputare uno sprint all’altezza della situazione.
Stavolta il Poggio non ha fatto la differenza, ma un significativo ruolo nella vicenda lo ha avuto il campione del mondo. Decidendo giustamente di non collaborare con Pogacar, ha permesso il rientro del compagno di squadra velocista e di altri atleti che probabilmente non sarebbero rientrati in caso di una collaborazione per andare a tutta fino al traguardo.
In questo caso Van der Poel ha sacrificato una buona occasione perché, sulla carta, sarebbe arrivato avvantaggiato in una volata a due con Pogacar; tuttavia, come si diceva poc’anzi, in una volata dopo 290 km di corsa un corridore all’esordio stagionale potrebbe anche non avere il colpo di pedale adatto per affrontare un avversario che, sebbene meno veloce, è sempre tra i più temibili su ogni terreno.
La Classicissima non ha tradito le attese, il fascino intramontabile di questa corsa sta nella sua imprevedibilità, nella difficoltà di lettura per scegliere la strategia migliore, nello spettacolo offerto dal caos totale e convulso che il finale offre sempre. Una corsa sempre da gustare fino in fondo e che si spera tornerà presto a partire dalla sua naturale sede di partenza.

Benedetto Ciccarone

Philipsen vince allo sprint la Milano-Sanremo 2024 (Getty Images)

Philipsen vince allo sprint la Milano-Sanremo 2024 (Getty Images)

LUCA MOZZATO, SUCCESSO ITALIANO ALLA BREDENE KOKSIJDE CLASSIC

marzo 15, 2024 by Redazione  
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Sventola il tricolore sul primo gradino del podio della Bredene Koksijde Classic. Luca Mozzato si è imposto nella corsa belga su Groenewegen e Thijssen. Ai piedi del podio Simone Consonni, quarto

Al termine di una corsa nervosa, tipica delle latitudini fiamminghe. il successo ha sorriso a Luca Mozzato della Arkéa – B&B Hotels. Il veneto è stato capace di rimanere sempre nel vivo della corsa, nonostante i molteplici tentativi di allungo portati da molti partecipanti, e la pioggia e il vento che hanno reso ancora più complicato il tutto. Anche grazie all’apporto della squadra, però, il nostro ha potuto spendere le giuste energie e nelle fasi finali prima si è trovato con merito nel gruppo dei battistrada, poi ha potuto contrastare i velocisti ritornati su di loro. Atleti, questi, che sulla carta sono decisamente più veloci e adatti ad arrivi a ranghi più o meno compatti. Nelle ultimissime fasi una caduta ha ulteriormente complicato le cose, ma non ha interferito con la volata del portacolori della Arkéa – B&B Hotels.
Sul podio insieme a Mozzato sono saliti due signori velocisti, ovvero Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e Gerben Thijssen (Intermarché – Wanty). Quarta posizione per Simone Consonni (Lidl – Trek), per lui ancora una prestazione di livello dopo il quinto posto dell’altro ieri nella Danilith Nokere Koerse. A seguire si sono piazzati Arnaud De Lie (Lotto Dstny), Emīls Liepiņš (Team Dsm-Firmenich PostNL), Arvid de Kleijn (Tudor Pro Cycling Team), Timothy Dupont (Tarteletto – Isorex), Hugo Hofstetter (Israel – Premier Tech) e Dries Van Gestel (TotalEnergies).

Mario Prato

Mozzato vince in volata la semiclassica belga (Getty Images)

Mozzato vince in volata la semiclassica belga (Getty Images)

TIM MERLIER, ALLA NOKERE KOERSE LA TRIPLETTA È SERVITA

marzo 13, 2024 by Redazione  
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La Danilith Nokere Koerse numero 78 è andata, come le due edizioni precedenti, a Tim Merlier che si è imposto con un’azione di forza nel finale su Jakobsen e Philipsen .Quinto posto per Simone Consonni

Aria, aria di casa mia, aria di libertà… cantava nei primi anni ’80 Sammy Barbot. Lo stesso pensiero deve averlo Tim Merlier che, essendo nato a Wortegem-Petegem, distante solo 14 km da Nokere, si è “preso” la libertà di vincere anche per il terzo anno consecutivo la Danilith Nokere Koerse. A dispetto delle sue caratteristiche di velocista, oggi il portacolori della Soudal-Quick Step si è imposto con un’azione di forza ai meno 350 metri che gli ha permesso di vincere quasi per distacco davanti a Fabio Jakobsen (Team Dsm-firmenich PostNL), Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck), Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech), Simone Consonni (Lidl – Trek), Tom Van Asbroeck (Israel – Premier Tech), Maikel Zijlaard (Tudor Pro Cycling Team), Milan Menten (Lotto Dstny). Quattro secondi di ritardo ha accusato la coppia formata da Hugo Hofstetter (Israel – Premier Tech) e Pavel Bittner (Team dsm-firmenich PostNL), che completano la “top ten” mentre undicesimo a 7″ dal vincitore si è piazzato Filippo Baroncini (UAE Team Emirates).
Il finale scoppiettante è stato il giusto epilogo di una gara corsa in modo frizzante, ma che non ha mai permesso agli attaccanti di turno di prendere il largo in maniera definitiva.
Oggi si è altresì disputata la 5a edizione della corsa dedicata alle donne. Sulla distanza di 127 km si è imposta come nel 2023 Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime). La campionessa del ,ondo in carica ha preceduto di 17″ la compagna di squadra Lorena Wiebes, seconda anche lo scorso anno, e di 18″ Lily Williams (Human Powered Health). Ironia del destino anche nella gara femminile la prima delle italiane risponde al cognome Consonni: è Chiara, la piccola di casa, che difende i colori della UAE Team ADQ e ha chiuso in 12a posizione a 1’13” dalla fuoriclasse belga.

Mario Prato

Per il terzo anno consecutivo Tim Merlier vince la Nokere Koerse (foto Luc Claessen / Getty Images)

Per il terzo anno consecutivo Tim Merlier vince la Nokere Koerse (foto Luc Claessen / Getty Images)

ALBERTO BETTIOL, FUGA CAPOLAVORO ALLA MILANO – TORINO

marzo 13, 2024 by Redazione  
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La Classica più antica del mondo torna a parlare italiano dopo nove anni grazie alla impresa del corridore toscano della EF Education – Easy Post sul traguardo di Salassa. Decisivo lo scatto a 30 km dal termine sulla salita di Prascorsano, poi – aiutato dalle sue doti – è riuscito a resistere alla furia dei primi inseguitori. La UAE Team Emirates completa il podio grazie agli svizzeri Jan Christen e Marc Hirschi.

RCS Sport ha rinnovato il percorso della Milano – Torino, che torna ad essere mosso e collinare dopo alcune edizioni andate appannaggio dei velocisti. Non siamo ai livelli degli arrivi di Superga ma si è visto uno spettacolo degno di una grande corsa, sia dal punto di vista paesaggistico (bellissimi gli scenari con le montagne innevate del Parco Nazionale del Gran Paradiso), sia dal lato sportivo.

Da Rho si andava Salassa in 177 chilometri complessivi, con diversi importanti contendenti al via. In ottica Milano-Sanremo, per esempio, si erano schierati attesi protagonisti della “Classicissima” come Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team), Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), Ivan Garcia Cortina (Movistar Team), Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost). La fuga iniziale è composta da tre corridori, il francese Matteo Vercher (Total Energies), l’italiano Marco Murgano (Team Corratec – Vini Fantini) e lo spagnolo Marcel Camprubi (Q36.5 Pro Cycling Team), che parteno dopo otto chilometri e saranno raggiunta ai -37. Dopo il passaggio dalla linea d’arrivo si affrontata un circuito mosso che includeva le salite di Prascorsano e Colleretto Castelnuovo: è sulla prima salita (3 chilometri al 7% medio e massima del 12%) c’è va in scena lo scatto decisivo di Alberto Bettiol, dietro al quale si gettano all’inseguimento quindici corridori.

L’azione del toscano è forte e risulta praticamente imprendibile da tutti, nonostante alcune azioni, come quella di Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team), risultate poi vana. La UAE – Team Emirates lavora per Hirschi grazie a Jan Christen e Diego Ulissi, mentre per i colori italiani c’è anche Martin Marcellusi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Bettiol si difende sul secondo strappo e poi deve fare sfoggio delle sue doti di cronoman nel falsopiano che porta a Salassa. All’ultimo chilometro, quando il toscano ha soli 10” di vantaggio, c’è lo scatto di Christen, che inizialmentw sembra in grado di raggiungere Bettiol: il gap è, però, incolmabile e al traguardo si presente sette secondi prima dell’elvwtico. Dopo il Giro delle Fiandre 2019 e la tappa di Stradella al Giro d’Italia 2021, questa è la terza vittoria “di lusso” per il corridore della EF Education – Easy Post, che regala all’Italia un successo alla Milano – Torino nove anni dopo quello di Diego Rosa, trionfante a Superga nel 2015.

Con l’avvicinamento alla Milano-Sanremo, Bettiol torna così a essere uno dei papabili outsiders della Classicissima di primavera. Qui le parole del vincitore odierno: “Questa è una corsa iconica e ho voluto onorarla, non credevo di andare così forte. Ho disputato la Tirreno – Adriatico e ne sono uscito bene in vista della Sanremo, è un risultato che da fiducia a me ed alla squadra. La condizione è molto buona e voglio fare bene nei prossimi appuntamenti”.

Andrea Giorgini

Alberto Bettiol impegnato nella sua personale cronometro individuale sulle strade della Milano-Torino (Getty Images)

Alberto Bettiol impegnato nella sua personale cronometro individuale sulle strade della Milano-Torino (Getty Images)

JONATHAN MILAN DOMINA LA VOLATA CONCLUSIVA DELLA TIRRENO-ADRIATICO

marzo 10, 2024 by Redazione  
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E sono due! Vittoria ancora schiacciante per Jonathan Milan alla Tirreno-Adriatico 2024. Il velocista della Lidl – Trek conquista l’arrivo di San Benedetto del Tronto, secondo Alexander Kristoff, mentre terzo chiude Davide Cimolai (Movistar). La corsa dei due mari va invece a Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike)

L’ultima frazione della Tirreno Adriatico 2024 con l’arrivo a San Benedetto del Tronto vede i primi tentativi di fuga di un pimpante Ben Healy (EF Education-EasyPost) che tutto solo si porta in avanscoperta; l’irlandese è seguito da Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla) e Antonio Tiberi (Bahrain Victorious) andando così a formare un terzetto in testa alla corsa. Qualche chilometro dopo riescono ad entrare in testa anche Georg Steinhauser (EF Education-EasyPost), Damiano Caruso (Bahrain Victorious) e Luke Rowe (Ineos Grenadiers). Il gruppetto in fuga arriverà a toccare un vantaggio massimo di 2’, sempre sotto controllo dalle squadre dei velocisti che si alternano in testa per tenere alta l’andatura; troppo ghiotto l’arrivo in volata di quest’oggi. Sono infatti soprattutto gli Alpecin-Deceuninck e i Lidl-Trek a fare sempre capolino in gruppo, ed infatti il loro lavoro inizia a dare i frutti sperati rosicchiando secondi tra la testa della corsa ed il gruppo inseguitore. Lasciata alle spalle la parte più accidentata della tappa il gruppo affronta ampie strade favorevoli all’inseguimento ed infatti nel giro di una ventina di chilometri, poco dopo metà frazione, il vantaggio della fuga è di un solo minuto, tempo che resta invariato quando inizia il primo giro del circuito conclusivo. A dar man forte all’inseguimento arrivano anche gli uomini della Uno-X Mobility, il gap scende a 36”, poi ancora a 14” nella terza tornata, a questo punto il gruppo tiene a bagnomaria la fuga per non avvicinarsi troppo. Una caduta a 24 km dall’arrivo costringe al ritiro Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost). SI attende ormai soltanto la volata sul lungomare di San Benedetto del Tronto. Jonathan Milan imprime un’accelerazione pazzesca che lo fa quasi decollare e vince con un’autorità schiacciante davanti ad Alexander Kristoff (Team Uno X Mobility) e Davide Cimolai (Team Movistar). Chiudono la top five Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) e Stanislaw Aniolkowski (Team Cofidis), rispettivamente in quarta e il quinta posizone. Nella top ten si piazzano anche Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team) settimo, Giovani Lonardi (Team Polti Kometa) ottavo ed Enrico Zanoncello (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) decimo. E’ la seconda vittoria di tappa alla Tirreno Adriatico per Milan che vince anche la classifica a punti. Il dominio di Jonas Vingegaard è stato chiaro ed evidente nelle ultime due tappe ed il cilcista danese vince con merito la sua prima Tirreno Adriatico. Il due volte vincitore del Tour de France coglie la vittoria anche nella classifica dei gpm mentre Juan Ayuso (UAE team Emirates) si deve accontentare della vittoria nella classifica dei giovani. Infine l’UAE Team Emirates si aggiudica la classifica a squadre.

Antonio Scarfone

Jonathan Milan vince a San Benedetto del Tronto (foto: Getty Images)

Jonathan Milan vince a San Benedetto del Tronto (foto: Getty Images)

A NIZZA VINCE EVENEPOEL MA LA CORSA VERSO IL SOLE E’ DI JORGENSON

marzo 10, 2024 by Redazione  
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Nell’ottava ed ultima tappa della Parigi – Nizza Matteo Jorgenson (Team Jumbo Visma Lease a Bike) resta incollato alla ruota di Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) che nonostante i numerosi attacchi non riesce a staccare il ciclista statunitense, portandoselo fino al traguardo dove vince almeno la volata ristretta. Jorgenson vince così la Parigi – Nizza 2024

A differenza della Tirreno – Adriatico, la Parigi – Nizza 2024, giunta all’ultima tappa, non ha ancora un vincitore chiaro. Se nella Corsa dei Due Mari la vittoria di Jonas Vingegaard è apparsa subito schiacciante, con le ultime due tappe dominate dal campione danese, quella verso il sole si deciderà oggi con l’ottava ed ultima tappa proprio da Nizza a Nizza, che presenta il consueto percorso che si addentra nell’entroterra nizzardo ricco di ‘cols’ e ‘côtes’. Saranno ben cinque i gpm da affrontare e ce ne sarà anche un’altro, il Col d’Eze, sottoforma di traguardo volante. Saranno 110 km verosimilmente senza un attimo di respiro che ci diranno se Brandon McNulty (UAE Team Emirates) riuscirà a difendere la maglia gialla che conserva alla partenza da Nizza con soli 4 secondi su Matteo Jorgenson (Team Jumbo Visma Lease a Bike), con Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) poco più distanti ma a loro volta in corsa per la vittoria finale. Da Nizza non partivano David Gaudu (Team Groupama FDJ), Kuka Mezgec ed Elmar Reiders (Team Jayco ALUla). Dopo 4 km attaccavano in tre: Johan Jacobs (Team Movistar), Victor Campenaerts (Team Lotto Dstny) e Laurence Pithie (Team Gropama FDJ). Il terzetto di testa iniziava l’ascesa verso la Côte de Levens, primo gpm in programma posto al km 21, con 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Campenaerts restava da solo in testa alla corsa dopo che prima Pithie e poi Jacobs si staccavano. Il ciclista belga scollinava in prima posizione mentre nel gruppo maglia gialla erano già iniziate le schermaglie con un attacco a tre da parte di Laurens De Plus (Team INEOS Grenadiers), Bruno Armirail (Team Groupama FDJ), Christian Scaroni e Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan). Jacobs, staccato dalla testa della corsa, si aggregava a questi quattro ciclisti. Alle spalle del primo gruppo inseguitore si formavano altri drappelli in cui erano presenti uomini fuori classifica. Uno di questi riusciva a raggiungere il primo gruppo inseguitore all’inizio della salita della Côte de Châteauneuf. Erano complessivamente dodici i ciclisti che facevano parte di questo gruppo ed oltre a Battistella, Scaroni, De Plus, Jacobs e Armirail erano presenti Quentin Pacher (Team Groupama FDJ), Ion Izagirre (Team Cofidis), Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), Ewen Costiou (Team Arkéa B&B Hotels), Harry Sweeny (Team EF Education EasyPost), Ruben Guerreiro e Will Barta (Team Movistar). Campenaerts scollinava in prima posizione sulla Côte de Châteauneuf mentre il primo gruppo inseguitore si era arricchito di altri quattro ciclisti e cioè Mads Pedersen (Team Lidl Trek), Gijs Leemreize (Team DSM-Firmenich PostNL), Hugo Houle e Jakob Fuglsang (Team Israel Premier Tech). Dopo una decisa accelerazione, il gruppo maglia gialla riprendeva il primo gruppo inseguitore a metà ascesa della Côte de Berre-les-Alpes, in cima al quale scollinava ancora Campenaerts. Il ciclista belga veniva ripreso a 48 km dalla conclusione. Sulla Côte de Peille il gruppo si sfaldava sotto il forcing dell’UAE Team Emirates. Ma era Evenepoel ad attaccare a circa 2 km dalla vetta. Il ciclista belga si avvantaggiava insieme a Matteo Jorgenson (Team Jumbo Visma Lease a Bike) e Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe). Quest’ultimo scollinava in prima posizione. Il terzetto di testa aumentava il suo vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Jorgenson vinceva il tragaurdo volante del Col D’Eze posto al km 84.5. I tre battistrada iniziavano il Col des Quatre-Chemins, ultimo gpm della tappa, con quasi 2 minuti di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Evenepoel scollinava in prima posizione seguito come un’ombra da Jorgenson mentre Vlasov accusava la fatica e si staccava dalla testa della corsa. Jorgenson non si impegnava più di tanto nella volata finale avendo ormai in tasca la vittoria della Parigi – Nizza e praticamente lasciava che Evenepoel tagliasse per primo la linea del traguardo. Vlasov chiudeva in terza posizione a 50 secondi di ritardo. Più dietro a 1 minuto e 39 secondi di ritardo chiudevano la top five Skjelmose Jensen in quarta posizione e McNulty in quinta posizione. Evenepoel ottiene la terza vittoria stagionale mentre Jorgenson vince la Parigi – Nizza 2024. Per quanto riguarda le altre classifiche, Evenepoel vince quella a punti e quella dei gpm mentre Jorgenson vince la classifica della maglia bianca.

Antonio Scarfone

Remco Evenepoel vince a Nizza (foto: Getty Images)

Remco Evenepoel vince a Nizza (foto: Getty Images)

TIRRENO-ADRIATICO, VINGEGAARD INCIDE LA VITTORIA NEL PETRANO

marzo 9, 2024 by Redazione  
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C’è un solo padrone alla Tirreno-Adriatico 2024 ed è Jonas Vingegaard il corridore Visma | Lease a Bike impone la sua forza con uno scatto a 6 Km dall’arrivo sulla salita finale di Monte Petrano e di fatto mette nel proprio palmares la vittoria della breve corsa a tappe italiana. Non possono che accontentarsi delle restanti posizioni del podio odierno Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Jai Hindley (Team Bora-Hansgrohe), secondo e terzo anche in classifica generale

Tappa regina della Tirreno-Adriatico 2024 con qualche attacco a sorpresa fin dai chilometri iniziali con Richard Carapaz (EF Education – Easypost) e Damiano Caruso (Bahrain Victorious) a rendere frizzanti le prime fasi della corsa subito messe in calma dal gruppo che non lascia andar via uomini “pericolosi”, stessa sorte per un allungo di Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) e Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich PostNL) subito riassorbiti dal plotone, a questo punto ci prova, sfruttando un tratto favorevole all’attacco Ben Healy (EF Education – Easypost) a cui poco dopo si accoda, ancora il francese Alaphilippe portandosi dietro anche Nans Peters (Decathlon Ag2r La Mondiale). Tanti gli attacchi nei chilometri iniziali, con anche a provare a fuoriuscire dal plotone, ma il gruppo si mantiene inizialmente compatto per l’andatura molto sostenuta. Dopo una decina di chilometri, allungano ma la loro azione viene presto annullata. Subito, però, riparte al contrattacco , che riesce a prendere un vantaggio di una quindicina di secondi su un gruppo piuttosto frazionato per via dei tanti saliscendi presenti nelle prime fasi di tappa. I tre restano per qualche chilometro in avanscoperta ma il gruppo si rifà sotto e nel riprenderli, grazie ad un rallentamento, vi è un contrattacco di sei uomini che sono: Axel Zingle (Cofidis), Richard Carapaz (EF Education – Easypost), Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), Iván García Cortina (Movistar Team), Andreas Leknessund (Uno-X Mobility) e Nikias Arndt (Bahrain Victorious). Il gruppetto dei sei appena citati si riporta sui battistrada e così la fuga va via con nove uomini per arrivare ad un vantaggio massimo di circa 3 minuti. La situazione di corsa resta cristallizzata fino al chilometro quaranta dove il gruppo ha un cambio di ritmo che permette dieci chilometri dopo di portare lo svantaggio a 1 minuto e mezzo. All’attacco della salita di Pian di Trebbio è Healy a piazzare un allungo, seguito dal compagno Carapaz, ai due riescono a portarsi sotto Garcia Cortina, Leknessund, Peter e Kwiatkowski, ma sia Peter sia Kwiatkowski, si staccano prima dello scollinamento. I due compagni di squadra della EF impongono un passo troppo duro anche per Cortina che alza bandiera bianca. Verso la salita di Moira, terminato il lavoro di Healey, è Carapaz ad accelerare seguito da Leknessund, mentre, invece, in gruppo Juan Ayuso (UAE Team Emirates) deve fermarsi per una foratura proprio mentre la strada inizia a salire, costretto ad inseguire Ayuso riesce poco dopo a riportarsi nel gruppo dei migliori grazie al lavoro di Alessandro Covi. Il gruppo in questa fase riesce a rosicchiare terreno prezioso tirato da Attila Valter (Visma|Lease a Bike), mentre allo scollinamento è la Bahrain-Victorious con Damiano Caruso a prendere in mano la operazioni di inseguimento, con la testa della corsa distante 1 minuto e 45 secondi. All’inizio della salita di Monte Petrano il solito forcing della Jumbo Visma Lease a Bike allungava il gruppo ormai ridotto ad una dozzina di unità. A poco più di 6 km dalla vetta Scattava Hindley. Alla ruota del ciclista australiano si portavano immediatamente Vingegaaed e Ayuso. Il terzetto raggiungeva in pochissimo tempo Carapaz che piombava nelle retrovie. Vingegaard accelerava a sua volta e faceva il vuoto alle sue spalle, con Ayuso e Hindley che pedalavano del loro passo. Era un altro show del campione danese il quale andava a vincere in solitaria sul traguardo di Monte Petrano, mettendo il sigillo alla sua prima Tirreno – Adriatico. A 26 secondi di ritardo Ayuso la spuntava su Hindley nella volata per la seconda piazza. Quarto era Isaac Del Toro a 36 secondi di ritardo mentre chiudeva la top five Thomas Pidcock a 42 secondi di ritardo. Vingegaard ottiene la seconda vittoria consecutiva nella corsa dei due mari e ipoteca la vittoria nella generale visto che il suo vantaggio su Ayuso, secondo, è ora di 1 minuto e 24 secondi. Domani ci sarà la consueta passerella finale nella settima ed ultima tappa da San Benedetto del Tronto a San Benedetto del Tronto di 154 km. La prima parte del percorso è molto vallonata ed è presente anche il gpm di Montedinove ma gli 80 km finali totalmente pianeggianti favoriranno i velocisti che si giocheranno la vittoria di tappa, mentre come detto Vingegaard è ormai ad un passo dalla vittoria della maglia azzurra.

Antonio Scarfone

Jonas Vingegaard vince sul Monte Petrano (foto: Getty Images)

Jonas Vingegaard vince sul Monte Petrano (foto: Getty Images)

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