MESSICO E NUVOLE. DEL TORO ESCE IN ROSA DALLA CORRIDA DEGLI STERRATI CON VAN AERT PRIMO SUL TRAGUARDO DI SIENA
L’ennesima stella nel firmamento UAE Team Emirates è Isaac Del Toro che con una condotta di gara perfetta va a prendersi la maglia gialla nella tappa degli sterrati e cede la vittoria di tappa a Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) alla prima vittoria stagionale. Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) tra i big più attardati
Il Giro giunge ad una delle tappe più attese e spettacolari con la nona frazione da Gubbio a Siena di 181 km. E’ infatti il momento delle strade bianche che i ciclisti percorreranno nella seconda metà della tappa per un totale di 30 km spalmato su cinque settori. I primi tre, lunghi rispettivamente 8, 9.3 e 9.3 km potranno fare già una bella selezione prima del quarto e del quinto, nel quale spicca la salita di Colle Pinzuto. Gli uomini di classifica sono chiamati ad una giornata davvero impegnativa in cui la sorpresa meno gradita potrebbe essere la pioggia, visto che alcune previsioni la danno per probabile nei dintorni di Siena tra le 15 e le 17. Diego Ulissi (Team XDS Astana) parte da Gubbio in maglia rosa ma non è detto che la conservi al termine della tappa. Dopo la partenza da Gubbio si formava un primo drappello di ciclisti formato da Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale), Milan Fretin (Team Cofidis), Kaden Groves e Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck). Taco van Der Hoorn (Team Intermarchè Wanty) e Luke Lamperti (Team Soudal Quick Step), dopo essere stati per una decina di km a bagnomaria, riuscivano a raggiungere i quattro battistrada. Il gruppo teneva comunque la fuga sotto controllo visto che il vantaggio almeno nei primi 60 km di tappa non saliva mai oltre i 3 minuti. De Bondt si aggiudicava il primo traguardo volante di Mercatale posto al km 46.6. Era invece Hermans a scollinare i prima posizione sul gpm di La Cima posto al km 52.4. Fretin era vittima di una scivolata in una curva in discesa ma il ciclista belga si rialzava immediatamente e si rimetteva in sella senza apparenti conseguenze. De Bondt si aggiudicava anche il secondo traguardo volante di Sinalunga posto al km 91.6. A 80 km dalla conclusione il vantaggio dei sei battistrada era di 1 minuto e 40 su un gruppo maglia rosa che procedeva a velocità regolare ma non ancora elevata. La fuga iniziava a percorrere il primo tratto in sterrato di Pieve a Salti con di vantaggio di 1 minuto e 45 secondi sul gruppo maglia rosa. Nei primi metri del primo settore di sterrato erano molto attivi nelle prime posizioni del gruppo Mads Pedersen (Team Lidl Trek) e Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) mentre la maglia rosa Diego Ulissi (Team XDS Astana) era un po’ attardato nella pancia del gruppo. Il primo fuggitivo ad essere ripreso era Fretin mentre il ritmo imposto dalla Lidl Trek faceva una netta selezione. Groves ed Hermans restavano in testa ed iniziavano il secondo settore in sterrato con una quarantina di secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Michael Storer (Team Tudor Pro Cycling) era vittima di una caduta proprio nella curva verso destra che immetteva nel secondo settore di sterrato. In un’altra curva più avanti a farne le spese erano Tom Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling) e Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe), anche loro vittima di una caduta. A questo punto era l’INEOS Grenadiers ad aumentare decisamente il ritmo, forte di più uomini (Rivera, Arensman e Bernal). Groves ed Hermans venivano quindi ripresi a 48 km dal termine. I guai per Roglic non erano finiti visto che era anche vittima di una foratura. Nel terzo settore di sterrato restavano in testa alla corsa il terzetto della INEOS formato da Bernal, Arensman e Rivera oltre a Van Aert ed Isaac Del Toro (UAE Team Emirates). Arensman si staccava dal gruppetto di testa a causa di un problema meccanico. Bernal scollinava in prima posizione sul gpm di San Martino in Grania posto al km 147. Anche Diego Ulissi, ormai ex maglia rosa, era vittima di una foratura a 25 km dalla conclusione. Mathias Vacek (Teal Lidl Trek) era intanto abile a riportarsi sul quartetto di testa dopo un inseguimento durato alcuni km. Dopo il ripido settore in sterrato di Montaperti, sul quale Del Toro tentava un allungo invano, il quartetto di testa si apprestava ad affrontare il quinto ed ultimo settore in sterrato di Colle Piunzuto, in cima al quale era posto anche l’abbuono come terzo traguardo volante. Del Toro e Van Aert allungavano su Vacek e Bernal e facevano praticamente il vuoto nel giro di un paio di km. Il messicano ed il belga si sarebbero giocati la vittoria di tappa mentre Bernal e Vacek arrancavano alle loro spalle e venivano ripresi dal gruppo Ayuso a circa 6 km dall’arrivo. Van Aert vinceva la tappa davanti a Del Toro con quest’ultimo che si ‘accontentava’ della maglia rosa mentre nello sprint per la terza posizione Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) aveva la meglio su Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) a 58 secondi di ritardo. Chiudeva la top five Simon Yates (Team Visma Lease a Bike) a 1 minuto di ritardo da Van Aert. Più dietro il gruppetto Roglic-Pidcock. Van Aert finalmente si sblocca ed ottiene la prima vittoria stagionale dopo ave corso ai suoi livelli. Del Toro è la nuova maglia rosa con 1 minuto e 13 secondi di vantaggio su Ayuso e 1 minuto e 30 secondi di vantaggio su Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious). Domani è in programma il secondo giorno di riposo prima della ripresa di martedì con la decima tappa da Lucca a Pisa, la seconda cronometro individuale del giro adatta agli specialisti e che darà un’altro significativo scossone alla classifica generale. Roglic può recuperare il tempo perso oggi ma deve fare una prova a cronometro davvero convincente.
Antonio Scarfone

Wout van Aert vince a Siena (foto: Getty Images)
AL GIRO E’ ARRIVATO IL MOMENTO DELLA FUGA. APPLAUSI PER PLAPP A CASTELRAIMONDO, ULISSI SI VESTE DI ROSA
Luke Plapp (Team Jayco AluLa) vince a Castelraimondo dopo un assolo di oltre 40 km. Il ciclista australiano sfrutta le sue doti da passista e lascia la compagnia dei fuggitivi, dai quali però Diego Ulissi (Team XDS Astana) balza agli onori della cronaca per essere la nuova maglia rosa, che mancava dalle spalle di un ciclista italiano dal 2021
L’ottava tappa del Giro 2025 parte da Giulianova e termina a Castelraimondo dopo 197 km; ci si addentra nell’Appennino marchigiano dove sono previste le scalate di quattro gpm: Croce di Casale, Sassotetto, Montelago e Gagliole. Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) è la nuova maglia rosa ma allo sloveno, come già fatto al termine della terza tappa, non spiacerà affatto cederla di nuovo sulle spalle di qualcun altro, visto che non siamo neanche a metà Giro e le tappe che contano devono ancora arrivare. Oggi è perciò una tappa da fuga e sono stati davvero tanti gli attacchi prima che si concretizzasse qualle giusta. Molto attivo nei primi km si segnalava Mads Pedersen (Team Lidl Trek) che andava a prendersi i punti del primo traguardo volante di Roccafluvione posto al km 49.9 rafforzando così la sua maglia ciclamino. Dopo il gpm di Croce di Casale posto al km 60.9 e sul quale scollinava per primo Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta), si segnalava l’accelerazione di Wilco Kelderman (Team Visma Lease a Bike) che faceva da anticamera alla fuga di giornata. La trentina di km che conducevano all’inizio della salita di Sassotetto erano molto frenetici e percorsi ad un ritmo davvero indiavolato con il gruppo maglia rosa spesso allunato. A Keldermann si sarebbero uniti un’altra ventina di ciclisti tra cui gli italiani Lorenzo Fortunato e Diego Ulissi (Team XDS Astana), Marco Frigo (Team Israel Premier Tech), Davide Formolo (Team Movistar), Stefano Oldani (Team Cofidis), Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale) e Mattia Bais (Team Polti VisitMalta). Fortunato scollinava in prima posizione sul gpm di Sassotetto posto al km 104.9. A 75 km dalla conclusione restavano in testa alla corsa Vendrame, Frigo, Fortunato, Ulissi, Kelderman, Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost), Damien Howson (Team Q36.5 Pro Cycling), Luke Plapp (Team Jayco AlUla), Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e Igor Arrieta (UAE Team Emirates). Tra rientri e scatti si arrivava alla scalata del successivo gpm di Montelago sul quale il gruppo di testa si riduceva a quattro unità ovvero Ulissi, Plapp, Kelderman e Steinhauser. Era Plapp a scollinare in prima posizione. Il ciclista australiano allungava sui compagni di fuga e con le sue qualità di passista aumentava pedalata dopo pedalata il suo vantaggio. Plapp scollinava tutto solo sul quarto ed ultimo gpm di Gagliole posto al km 190.5. mentre il gruppo maglia rosa era segnalato tra i 5 ed i 6 minuti di ritardo. Gli ultimi muri posti nel finale non fermavano l’azione dell’australiano che andava a vincere in solitaria sul traguardo di Castelraimondo. A 38 secondi di ritardo Kelderman batteva Ulissi nella volata per il secondo posto mentre chiudevano la top five Arrieta quarto e Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale) quinto, rispettivamente ad 1 minuto e 22 secondi ed a 1 minuto e 35 secondi di ritardo da Plapp. Il gruppo maglia rosa veniva regolato da Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che era abile a guadagnare anche 1 secondo sugli altri big di classifica. Per Plapp è la prima vittoria stagionale nonché la prima vittoria in un GT. In classifica generale Diedo Ulissi è la nuova maglia rosa con 12 secondi di vantaggio su Fortunato e 17 secondi di vantaggio su Roglic. Domani è in programma l’attesa tappa con le strade bianche da Gubbio a Siena, il cui finale ricalca proprio quello della semiclassica italiana di marzo con i ciclisti che dovranno percorrere una trentina di km di sterrato. L’arrivo in Piazza del Campo potrebbe riservare nuove sorprese in classifica generale, ancora abbastanza fuida.
Antonio Scarfone

Luke Plapp vince a Castelraimondo (foto: Getty Images)
AYUSO, SEGNALE AL GIRO. VITTORIA A TAGLIACOZZO PER LO SPAGNOLO, ROGLIC TORNA IN MAGLIA ROSA
La salita finale della settima tappa si fa dura negli ultimi 3 km ed il gruppo maglia rosa si riduce all’osso sotto il forcing di Lidl Trek, Bahrain Victorious e UAE Team Emirates. Juan Ayuso (UAE Team Emirates) coglie l’attimo a 500 metri dal traguardo e con una accelerazione be assestata vince praticamente in solitaria, lasciando a 4 secondi i diretti avversari. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) deve accontentarsi del quinto posto mentre Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) torna a indossare la maglia rosa
La settima tappa del Giro 2025 è il primo vero test per gli uomini di classifica. L’appennino abruzzese sarà assoluto protagonista con le salite di Roccaraso, Monte Urano, Vado della Forcella e Tagliacozzo, quest’ultimo anche arrivo di tappa. Si parte da Castel di Sangro e la distanza complessiva è di 168 km. Appare scontato il cambio della maglia rosa al termine della tappa, con Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) pronto a riprendersela dalle spalle di Mads Pedersen (Team Lidl Trek), anche se lo sloveno ha perso nella tappa di ieri un prezioso gregario come Jai Hindley, costretto al ritiro nella maxicaduta a 60 km dalla conclusione. Per quanto riguarda l’andamento tattico, la fuga potrebbe avere concrete chance di successo se ben assortita. Intanto dopo la partenza da Castel di Sangro il gruppo percorreva compatto ed a ritmo abbastanza tranquillo la salita verso Roccaraso, sulla quale transitava in prima posizione Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana). Nel tratto in pianura prima della discesa verso Sulmona si formava in testa alla corsa un gruppo di sette ciclisti ovvero Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale), Gianmarco Garofoli (Team Soudal Quick Step), Paul Double (Team Jayco AlUla), Casper van Uden (Team Picnic PostNL), Alessandro Tonelli (Team PoltiVisit Malta), Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e Christian Scaroni (Team XDS Astana). Tonelli vinceva il traguardo volante di Sulmona posto al km 49.9. All’inizio della salita di Monte Urano la fuga aveva 1 minuto e 40 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dalla Redbull BORA Hansgrohe e dalla Lidl Trek. Double scollinava per primo sul gpm di Monte Urano posto al km 70. Il ciclista britannico si ripeteva dopo una trentina di km scollinando per primo sul gpm di Vado della Forcella posto al km 104.9. Tonelli si aggiudicava invece il secondo traguardo volante di Ovindoli posto al km 115.5. Prima della scalata finale verso Tagliacozzo si segnalavano le cadute di Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e di David Gaudu (Team Groupama FDJ). Entrambi i ciclisti francesi riuscivano a rientrare nel gruppo maglia rosa scortati dai propri compagni di squadra. Tarozzi vinceva il terzo traguardo volante di Tagliacozzo posto al km 155.2. Dopo un lavoro encomiabile in testa al gruppo, Mads Pedersen si staccava all’inizio dell’ultima salita mentre il gruppo rimontava rapidamente sui fuggitivi tirato dagli uomini dell’INEOS Grenadiers. Van Uden e Double erano i primi due fuggitivi ad essere ripresi ad 8 km dalla conclusione. A 6 km dal termine la Bahrain Victorious si faceva vedere nelle prime posizioni del gruppo. Una decisa accelerazione annullava definitivamente la fuga quando mancavano 5 km alla fine. A poco meno di 3 km dal termine iniziavano le pendenze più arcigne in doppia cifra e Bardet era il primo nome caldo a staccarsi. Rafal Majka (UAE Team Emirates) si metteva in testa a fare l’andatura. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) dava una prima accelerazione a 1 km e 300 metri dalla conclusione. La stoccata decisiva era ad opera di Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che partiva a circa 500 metri dalla conclusione avvantaggiandosi decisamente sul resto degli avversari. Lo spagnolo vinceva praticamente in solitaria con 4 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Isaac del Toro e su Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) mentre Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) era quarto e Ciccone quinto a completamento della top five. Per Ayuso è la quinta vittoria stagionale. In classifica generale Roglic ritorna ad indossare la maglia rosa con 4 secondi di vantaggio su Ayuso e 9 secondi di vantaggio su Del Toro. Domani è in programma l’ottava tappa da Giulianova a Castelraimondo. Ancora l’appennino protagonista, questa volta quello marchigiano con le salite di Croce di Casale, Sassotetto e Montelago. Gli ultimi 45 km sono privi di particolari difficoltà altimetriche per cui se la fuga verrà ripresa non escludiamo che la vittoria di tappa possa giocarsi con una volata di una sessantina-ottantina di ciclisti.
Antonio Scarfone

Juan Ayuso vince a Tagliacozzo (foto: Luca Bettini / AFP / Getty Images)
ECATOMBE VERSO NAPOLI, VINCE GROVES MA LA TAPPA È NEUTRALIZZATA
L’australiano Kaden Groves vince a Napoli al termine di una tappa “inutile” ai fini della classifica, dopo che la giuria ha deciso di neutralizzarne gli effetti in classifica a causa di una maxicaduta innescata dalla pioggia
La sesta tappa del 108esimo Giro d’Italia è la più lunga di questa edizione dall’alto dei suoi 227 chilometri, e inizia già alle 11.50, due ore prima rispetto a quella di ieri. La partenza è a Potenza, secondo capoluogo di
provincia della Basilicata a essere toccato dal Giro (dopo che ieri il Giro era arrivato nel primo, Matera) e si
inizia subito con una salita impegnativa, il Valico Romito (4 chilometri al 4% circa), che tuttavia
non è GPM. Sarà molto più impegnativo, al 57esimo chilometro, il Valico di Monte Carruozzo, ben 20
chilometri al 3,7%, in realtà quasi sempre al 5-6% per la presenza di un lungo falsopiano a metà salita, e che
viene considerato GPM di 2° categoria. Dopo altri saliscendi in Irpinia intorno al centesimo chilometro si
affronterà un secondo GPM, stavolta di 3° categoria, la salita di Monteforte Irpino, anche questa molto
lunga, quasi 15 chilometri, ma la cui pendenza media è appena del 2,2%. Seguirà una discesa sino alla
pianura intorno a Napoli con l’arrivo di tappa previsto proprio nel capoluogo campano, sul lungomare di Via
Caracciolo alla fine di un lungo rettilineo: è la situazione ideale per assistere ad una volata di gruppo
nonostante le salite tutt’altro che banali, ma pur sempre lontane dal traguardo. Maglia rosa è il danese
Mads Pedersen (Lidl – Trek), tra i dominatori di questa prima parte di stagione, e già vincitore di tre tappe.
Sulla primissima salita, dopo qualche bagarre iniziale, partono sei corridori di secondo piano, tra i quali si
trova il nostro Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), attuale leader della classifica degli scalatori e che
punta palesemente a vincerla. A 20 chilometri dalla partenza si riporta sui fuggitivi il nostro Lorenzo
Germani (Groupama – FDJ), col gruppo che si trova ad una quarantina di secondi. Il distacco non aumenta
più di tanto e dapprima altri 5 corridori – fra i quali Mathias Vacek (Lidl – Trek), ieri sugli scudi e terzo in
classifica generale – e infine l’intero gruppo si riportano sui battistrada prima ancora che inizi l’ascesa del
Valico di Monte Carruozzo. All’inizio della salita vanno in fuga l’olandese Taco van der Hoorn (Intermarché –
Wanty, una tappa al Giro e una Parigi-Bruxelles) e il giovane francese Enzo Paleni (Groupama – FDJ), che
vengono ben presto raggiunti dal solito Fortunato. Col vantaggio che stavolta si dilata oltre i cinque minuti
quest’ultimo diventa a un certo punto anche maglia rosa virtuale e riesce a cogliere il suo obiettivo, la
vittoria sul GPM, dopo di che si fa staccare e riprendere dal gruppo. Intanto comincia a piovere, ma Van der
Hoorn e Paleni continuano nella loro azione e affrontano i saliscendi dell’Irpinia con un paio di
minuti sul gruppo. Passano molte decine di chilometri senza che nulla succeda, anche a causa del tempo
inclemente, e il vantaggio della coppia di fuggitivi rimane sempre stabile fra i due minuti e i due minuti e
mezzo.
Poco dopo le 15 i corridori passano da Avellino, a circa 93 chilometri dal traguardo, e iniziano la salita
verso il secondo GPM, quello di Monteforte Irpino; in città i due fuggitivi mantengono ancora 1 minuto e mezzo di vantaggio sul gruppo che, tirato dagli uomini della Team Visma | Lease a Bike, si avvicina un po’ ma senza mai colmare il distacco. Al GPM è Paleni a transitare per primo; il gruppo, guidato da Fortunato, scollina dopo circa un minuto. Verso la fine della discesa la tappa si ravviva, ma purtroppo nel modo peggiore: nella parte più arretrata del gruppo molti corridori cadono a causa l’asfalto reso viscido dalla pioggia sottile ma incessante. Data la gravità dell’incidente – sono coinvolti, tra gli altri, Jay Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe), Adam Yates (UAE Team Emirates – XRG), Derek Gee (Israel – Premier Tech), Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG), Fortunato e la stessa maglia rosa – la corsa viene neutralizzata dalla giuria, anche per dare tempo alle ambulanze al seguito di soccorrere i corridori incidentati. Tra questi a Hindley, vincitore del Giro del 2020, subisce un trauma cranico e nonostante non sembri avere niente di rotto è inevitabilmente costretto a ritirarsi. Dopo molte discussioni, che
coinvolgono anche gli stessi corridori, la giuria decide di far ripartire la corsa quando mancano 60 chilometri
al traguardo. Si assiste così allo spettacolo surreale del gruppo che si ferma poco fuori Nola e attende una nuova partenza, mentre 50 secondi prima di tutti gli altri vengono fatti ripartire i due fuggitivi in modo da mantenere il vantaggio residuo che avevano al momento dello stop. L’insistenza dei corridori induce infine la giuria a prendere una decisione di compromesso, che inevitabilmente scontenterà molti appassionati: la corsa
viene neutralizzata per la classifica generale, che quindi non cambierà a fine giornata, ma non per la vittoria
di tappa. Van der Hoorn e Paleni dovranno quindi essere ripresi dal gruppo se qualcuno vorrà impedire loro
di transitare per primi sul traguardo. Sono le 16.10 quando si riparte; il gruppo ha palesemente poca voglia
di impegnarsi e riesce a recuperare lo svantaggio solo quando mancano meno di tre chilometri all’arrivo. A
causa della neutralizzazione tutti gli uomini di classifica si sono fatti staccare e arrivano al traguardo con distacchi pesanti. Per questo motivo il gruppo che arriva a giocarsi la vittoria è composto solo da una cinquantina di corridori, quasi tutti velocisti con qualche compagno di squadra. Di questa anomala situazione cerca di approfittare il redivivo Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike), con un tentativo a 500 metri dalla linea del traguardo che per poco non riesce a dargli la vittoria. Alla fine va a vincere, con uno scatto poderoso negli ultimi 100 metri, l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck), un velocista puro, davanti al belga Milan Fretin (Cofidis) e al francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step). Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike), che indossa la maglia di leader della classifica a punti (primo in realtà è la maglia rosa Pedersen) e che stava rimontando su Groves, è stato però stretto alle transenne da Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), che infatti verrà relegato dalla giuria in ultima posizione, anche se il beneficio per Kooij, solo decimo, è minimo.
Tutto sommato la tappa di oggi è andata – sia nello svolgimento, sia nell’ordine d’arrivo – secondo le
previsioni e verrà ricordata quasi esclusivamente per la disastrosa caduta di Baiano e per le polemiche che
ne seguiranno, tra chi riterrà “giusta” la decisione di neutralizzare la tappa per evitare che le conseguenze
dell’incidente mettano fuori gioco troppi corridori incolpevoli, e chi invece sosterrà che il ciclismo si va
sempre più snaturando e che ormai bastano “poche gocce” per falsare le gare e che “una volta” si
gareggiava in condizioni ben peggiori e senza che i corridori si lamentassero. Altre discussioni infinite
nasceranno sulle cause dell’incidente odierno: incoscienza dei corridori, incapaci di “moderarsi” quando le
circostanze lo richiedono o grande sfortuna nell’incontrare un tratto di strada particolarmente insidioso? Il
ciclismo, sport da sempre avvolto da un mare di polemiche, continuerà ad inventarsi qualcosa per non
rinunciare ad uno spettacolo dove ormai la tradizione e la passione si mischiano continuamente a interessi
economici e persino politici. Intanto con Hindley, un altro dei grandi favoriti, i ritirati illustri sono già due:
ricordiamo che già nella prima tappa si era ritirato, anche lui per una caduta, lo spagnolo Mikel Landa,
uomo di punta della Soudal Quick-Step.
Andrea Carta

Il conciliabolo tra corridori e organizzatori dopo la caduta che portato alla neutralizzazione della tappa di Napoli (foto Dario Belingheri/Getty Images)
PEDERSEN TINGE DI ROSA I SASSI, IL DANESE VINCE A MATERA E CONSOLIDA IL PRIMATO
Il corridore danese ottiene la sua terza vittoria in cinque giorni e consolida a Matera il suo primato in classifica generale. Preceduti in volata l’italiano Zambanini e il britannico Pidcock
La quinta tappa del 108esimo Giro d’Italia parte alle ore 13.50 da Ceglie Messapica, un comune del brindisino e, dopo avere aggirato il golfo di Taranto, risale sull’Appenino lucano sino a giungere a Matera. Il passaggio per il paese di Montescaglioso (3 chilometri di salita con pendenza dell’8.4% e molti tratti ben superiori al 10%) è classificato come GPM di 4° categoria, mentre la successiva salita verso Matera (più di 6 chilometri con pendenza media del 4,3%) non lo è. Giunti in cima a questa salita si scende sulla tangenziale e si aggira Matera ad ovest per poi risalire sul lato Nord e arrivare, dopo una ulteriore salita tutt’altro che banale (punte del 13%), sul traguardo posto in via Dante.
Una tappa con questo finale può avere qualunque esito, inclusa la volatona di gruppo (comunque l’esito meno probabile) o la cavalcata solitaria di un uomo di classifica (ma difficilmente questo accadrà, in mancanza di Pogacar ed Evenepoel). Dopo pochi istanti dalla partenza inizia una fuga di tre corridori: Giosuè Epis (Arkéa – B&B Hotels), Lorenzo Milesi (Movistar Team), due anni fa campione del mondo (Under 23) a cronometro, e Davide Bais (Team Polti VisitMalta), famoso per aver vinto, nel Giro di due anni fa, l’ignobile tappa di Campo Imperatore. Il vantaggio del terzetto si stabilizza ben presto sui due minuti, dopo aver raggiunto un massimo di tre, mentre il gruppo è tirato quasi sempre da Jacopo Mosca (Lidl – Trek), fido gregario della maglia rosa Mads Pedersen, e poi da tutta la squadra di Primož Roglič, la Red Bull – BORA – hansgrohe. Nulla accade sino al paese di Bernalda, quando dopo un centinaio di chilometri privi di difficoltà altimetriche, la strada inizia lentamente a salire verso Matera. Il distacco del gruppo scende a questo punto sino a un minuto, ma poco dopo torna nuovamente a salite e tocca nuovamente i due minuti. I tre fuggitivi, a una quarantina di chilometri dal traguardo, iniziano a guardarsi in faccia finché Epis, rimasto attardato, viene ben presto riassorbito dal gruppo. Bais e Milesi insistono nella loro azione, col secondo che transita per primo al GPM di Montescaglioso; il gruppo, lungo la salita, perde quasi tutti i velocisti, ma transita in cima sostanzialmente compatto. La salita verso Matera vede la coppia di fuggitivi perdere a poco a poco il loro vantaggio, anche perché dietro, a tirare, si mettono gli uomini della UAE Team Emirates – XRG, forse in vista di un tentativo del loro capitano Juan Ayuso (che tuttavia non avverrà). A soli 13 chilometri dal traguardo, ormai in vista del primo passaggio da Matera, il gruppo si riporta su Bais e Milesi. A questo punto la UAE, sotto la spinta di Jay Vine, aumenta ancora il ritmo, ma ai piedi dello strappo finale il gruppo risulta composto ancora da un centinaio di corridori, fra i quali tutti i migliori, maglia rosa inclusa. L’ultima ascesa si dimostra più selettiva delle precedenti e molti corridori, inclusi Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), si staccano. Nel tratto più duro, sotto la spinta del suo compagno di squadra Mathias Vacek, che dovrebbe pilotarlo allo sprint, anche Pedersen sembra in difficoltà; ma con un ultimo sforzo la maglia rosa recupera nell’ultimo chilometro, torna nelle prime posizioni e, ben guidata dal corridore ceco, va a vincere anche questa tappa (ed è la terza su cinque) davanti al nostro Edoardo Zambanini (Bahrain – Victorious) e all’onnipresente Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team). Ovviamente Pedersen mantiene la maglia rosa e, grazie all’abbuono, porta a 17 secondi il suo vantaggio su Roglic. Nel complesso tappa decisamente noiosa, dove poteva succedere molto ma non è successo nulla, e che si è conclusa con una volata di ben 60 corridori, sia pure senza i velocisti puri; domani, con l’arrivo a Napoli, le prospettive non sembrano migliori.
Andrea Carta

Mads Pedersen vince anche la tappa di Matera (foto Luca Bettini/AFB via Getty Images)
GIRO D’ITALIA, SORPRESA VAN UDEN A LECCE
L’olandese del Team Picnic-PostNL nega il tris alla Maglia Rosa Mads Pedersen e si prende la sua prima vittoria World Tour in carriera, la quinta assoluta, vincendo la volata generale nel capoluogo pugliese. Il podio di tappa è tutto olandese, completato da Olav Kooij e Maikel Zijlaard. Primoz Roglic rosicchia due secondi di abbuono al traguardo volante e si porta a 7” dal leader della classifica generale Pedersen.
Dopo le tre tappe inaugurali in terra albanese, il Giro sbarca sullo “Stivale Italico” ripartendo con la Alberobello (Pietramadre) – Lecce, di 189 km. E’ una tappa facile dal punto di vista altimetrico, con il solo GPM di Putignano (4° cat.), posizionato poco dopo il via, ad alzare in maniera impercettibile i metri di dislivello. Ed è lo spagnolo Francisco Muñoz Llana (Team Polti – Visit Malta) l’unico protagonista della fuga di giornata, partito appena dopo il chilometro zero e da solo per ben 132 km.
L’iberico supera indenne il GPM di Putignano e raggiunge 4′20” di vantaggio massimo e passa al comando anche al traguardo volante di Polignano a Mare. In seguito si verifica una caduta nella quale restano coinvolti anche i leader della Lidl – Trek Mads Pedersen e Giulio Ciccone con Felix Engelhardt (Team Jayco – Alula) e il canadese Nickolas Zukowsky (Q36.5 Pro Cycling Team), che ha la peggio e deve ritirarsi.
Con il passare dei chilometri il vantaggio di Muñoz inizia a calare e si arriva al Red Bull Km di Ostuni, dove sprinta anche Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe), secondo in classifica generale, che rosicchia 2” a Pedersen. A fuga ripresa, rimane solo un traguardo volante, a San Pancrazio Salentino, dove il danese vincitore a Tirana e a Valona si prende qualche punto valido per la Maglia Ciclamino. E poi si arriva sul tortuoso circuito di Lecce, al termine del quale Casper Van Uden (Team Picnic PostNL) ha la meglio nello sprint davanti ai connazionali Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike) e Maikel Zijlaard (Tudor Pro Cycling Team). Agli ultimi due posti della topten si piazzano gli italiani Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team) e Filippo Zanoncello (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè).
In classifica ora Pedersen guida con 7” su Roglic e 14” sul compagno di squadra e leader della classifica giovani Mathias Vacek. Domani si va dalla Puglia alla Basilicata con la Ceglie Messapica – Matera di 151 km: oltre al finale in leggera in salita, è in programma un GPM a Montescaglioso (4° cat.) dopo 123 km.
Andrea Giorgini

Van Uden vince a sorpresa la tappa di Lecce (foto Luca Bettini/AFP via Getty Images)
ACKERMANN DOMINA LA VOLATA DI LENS E VINCE LA PRIMA EDIZIONE DELLA CLASSIQUE DUNKERQUE
Il tedesco della Israel-Premier Tech torna al successo dopo due anni battendo Girmay e Dainese al termine di una giornata piovosa e combattuta. Per lui è la 41esima vittoria in carriera.
Pascal Ackermann conquista la prima edizione della Classique Dunkerque, corsa francese nata da una “costola” della Quattro Giorni di Dunkerque, corsa a tappe che prenderà il via domani. Dopo 193 chilometri e mezzo disputati sotto la pioggia tra Dunkerque e Lens il velocista tedesco della Israel – Premier Tech si è imposto in rimonta su Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling), centrando così il suo primo successo dal 2 luglio 2023, quando si era imposto nella prima tappa del Giro dell’Austria, e la vittoria numero 41 in carriera.
L’azione si è accesa fin dai primi chilometri con una fuga composta da Similien Hamon (CIC – U – Nantes), Kenny Molly (Van Rysel Roubaix), Luca De Meester (Wagner Bazin WB) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets), che hanno accumulato fino a otto minuti di vantaggio. Il gruppo, guidato dalle squadre dei velocisti, ha sempre tenuto sotto controllo la situazione, ricucendo lungo la seconda salita verso Notre Dame de Lorette. A 30 km dall’arrivo ci ha provato un terzetto con Robbe Dhondt (Team Picnic PostNL), Per Strand Hagenes (Team Visma | Lease a Bike) e Samuel Watson (INEOS Grenadiers), ma anche questo tentativo è stato neutralizzato rapidamente.
A movimentare ulteriormente il finale è intervenuta una caduta a 6 km dal traguardo, causata da un cordolo spartitraffico: diversi atleti sono finiti a terra, ma senza gravi conseguenze.
Si arriva così allo sprint, lanciato da Bryan Coquard (Cofidis) e proseguito da Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team). Ma da dietro risalgono fortissimo sia Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), sia Ackermann: il tedesco, partito in ritardo ma perfettamente pilotato dalla sua squadra, piazza la stoccata decisiva proprio sulla linea d’arrivo, battendo di pochissimo l’eritreo e l’azzurro.
Le parole del vincitore – «Oggi la squadra ha fatto una bellissima gara, non potevo sciupare il prezioso lavoro dei miei compagni: sono stati veramente fortissimi», ha commentato Ackermann. «Ho avuto diversi infortuni nelle ultime stagioni, ma ora voglio ricominciare: spero che questa vittoria sia l’inizio della mia nuova vita ciclistica. Il mio obiettivo? Vincere una tappa al Tour».
Mario Prato

Ackermann vince la prima edizione della corsa transalpina (foto Luc Claessen/Getty Images))
BIS DI PEDERSEN, A VALONA IL DANESE SI RIPRENDE IL MALTOLTO
In una tappa che sulla carta poteva sembrare complicata il danese, grazie all’aiuto della squadra, riesce a portare la corsa allo sprint e la spunta su uno Strong affaticato dallo sforzo fatto per rientrare dopo essersi staccato in salita. Si va al riposo con Pedersen in rosa in attesa di rientrare in Italia con una tappa completamente pianeggiante.
Nell’intervista post tappa, Mauro Vegni, nel promuovere la tre giorni albanese, ha detto che dalla tappa di oggi si sarebbe aspettato di più, salvo poi darsi da solo la risposta osservando che siamo solo alla terza tappa.
Un tracciato come quello della frazione odierna, inserito al terzo giorno di una corsa che di tappe ne prevede ventuno, non poteva che mandare in scena ciò che si è visto e questo non significa necessariamente che le energie spese oggi non si faranno sentire in futuro.
Chiaramente, una tappa come quella di oggi, piazzata nella terza settimana, avrebbe probabilmente offerto quel quid pluris che Vegni si aspettava.
Il busillis oggi era in realtà capire se e chi, tra i velocisti, sarebbe riuscito a rimanere in gruppo dopo le salite e quindi quali sarebbero state le mosse delle squadre per portare gli uomini veloci a giocarsi lo sprint.
Mads Pedersen (Lidl – Trek), ad esempio, è riuscito a battere un pistard provetto come Corbin Strong (Israel – Premier Tech), che si era addirittura piazzato sulla sua ruota sfruttandone le scia e non si può fare a meno di pensare che quanto accaduto sia conseguenza delle energie che Strong, staccato sulla salita, ha dovuto spendere per rientrare in gruppo.
Pedersen, al contrario, più resistente in salita di Strong, è stato supportato da una squadra che ha impostato un ritmo adatto per tenere il danese in gruppo, probabilmente troppo elevato per molti velocisti puri, anche perché era necessario, oltre che far fuori potenziali avversari, evitare che l’attacco di due scalatori come Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) potesse prendere il largo.
Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) con la sua squadra ha fatto il minimo sindacale dettato da una sorta di noblesse oblige, essendo in realtà sommamente felice di cedere il vessillo del primato insieme all’onere di gestire la corsa a un corridore che tenterà di tenere la rosa sulle spalle il più a lungo possibile (probabilmente fino a Tagliacozzo).
Come nella prima tappa Giulio Ciccone (Lidl – Trek) si è messo la servizio del compagno di squadra e, se questo può avere un senso (ma fino a un certo punto) sulle salite, è sembrato piuttosto singolare mettere a rischio un corridore come l’abruzzese piazzandolo in testa al gruppo negli ultimi chilometri pianeggiati e tortuosi.
Quali che siano i piani della Lidl per Ciccone (classifica generale o lotta in tappe adatte) sarebbe stato più opportuno mettere davanti qualcun altro negli ultimi pericolosi chilometri.
Dopo un inizio concitato, con un po’ di fatica si forma una fuga di quattro uomini ai quali se ne aggiungono altri due in un secondo momento. Il sestetto che si forma al comando è composto da Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Joshua Tarling (Ineos Grenadiers), Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team), Chris Hamilton (Team Picnic PostNL), Dries De Bondt (Decathlon Ag2r La Mondiale Team) e Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta).
Il gruppo non lascia mai più di tre minuti agli attaccanti e sono soprattutto Lidl e Bora a incaricarsi di tenere sotto controllo il drappello in avanscoperta.
Su un percorso disseminato di saliscendi l’aumento del ritmo in gruppo fa precipitare il vantaggio dei battistrada e mette a dura prova anche molti uomini, in particolare velocisti, che si staccano nei punti più duri.
Sulla salita di seconda categoria del Passo Llogara la Lidl prosegue nel tentativo di staccare i velocisti senza mettere in croce Pedersen e imponendo un ritmo che è molto difficile da reggere per i velocisti puri ma risulta blando per gli scalatori. La situazione ispira in particolare Fortunato – che vede la possibilità di conquistare la maglia azzurra – Bilbao e Gianmarco Garofoli (Soudal Quick-Step) a tentare un attacco, mentre i fuggitivi del mattino vengono man mano riassorbiti.
E’ soprattutto Fortunato ad alimentare l’azione e il suo ritmo costringe Garofoli ad alzare bandiera bianca. I due attaccanti scollinano con meno di 50 secondi, troppo pochi per resistere al rientro del gruppo nei 40 chilometri che mancano per andare all’arrivo.
Lungo la salita ha provato ad evadere anche Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team), ma il suo tentativo è stato prontamente stoppato da Ciccone e a quel punto anche la UAE si è messa in testa al gruppo per evitare guai.
Ai meno 17 avviene il ricongiungimento e, nel finale, si organizzano le squadre, in un gruppo in cui è rientrato un ottimo velocista come Strong, che tenta di contendere la vittoria a Pedersen ma paga lo sforzo effettuato per chiudere e non riesce ad essere brillante.
Pedersen riconquista la maglia rosa e Roglic è ben felice di cedergliela in una prima parte di Giro che potrebbe rivelarsi dispendiosa per la squadra che dovrà controllare la corsa.
Ultima notazione degna di nota è il cattivo stato di forma di Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), che anche oggi ha palesato gravi difficoltà e che gli appassionati sperano di vedere al meglio più avanti, anche perché le tappe adatte alle sue caratteristiche non mancheranno di certo.
Domani giorno di riposo e rientro in Italia, poi la Corsa Rosa si rimetterà in marcia con una delle tappe più facili di questa edizione, 189 Km di quasi totale pianura da percorrere tra Alberobello e Lecce.
Benedetto Ciccarone

Pedersen punta a testa bassa verso il traguardo di Valona e la riconquista della maglia rosa (foto Luca Bettini / AFP via Getty Images)
TARLING, UN FULMINE A TIRANA. CRONOMETRO AL BRITANNICO DELL’INEOS, ROGLIC NUOVA MAGLIA ROSA
Joshua Tarling (Team INEOS Grenadiers) conferma i pronostici della vigilia e vince la cronometro individuale di Tirarna nonostante la strenua resistenza di Primoz Reglic (Team Redbull BORA Hansgrohe), secondo ad un solo secondo di ritardo dal britannico. Delude Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike). Roglic è la nuova maglia rosa
Se la prima tappa del Giro 2025 ha già detto qualcosina sulla forma e sugli obbiettivi dei ciclisti più attesi, la seconda può far capire ulteriormente la composizione delle gerarchie nelle squadre che schierano due o più ciclisti forti come l’UAE Team Emirates XRG. La cronometro di Tirana è lunga poco meno di 14 km e presenta diverse curve e cambi di direzione in cui bisognerà rilanciare il ritmo costantemente. Mads Pedersen (Team Lidl Trek) difende la maglia rosa dall’attacco di Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) che è distante solo 4 secondi ma il danese su distanze del genere ha mostrato in passato di sapersela cavare. Joshua Tarling conferma i pronostici della vigilia e vince con il tempo di 16 minuti e 7 secondi ma il brivido corre fino alla fine lungo la schiena del ciclista britannico visto che Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) prova a insidiarlo e si piazza alle spalle di Tarling con un solo secondo di ritardo. La terza piazza del podio se la prende Jay Vine, il migliore dello squadrone UAE Team Emirates XRG che chiude a 3 secondi di ritardo da Tarling. Completano la top five un buonissimo Edoardo Affini (Tean Visma Lease a Bike) in quarta posizione a 6 secondi di ritardo da Tarling e Matias Vacek (Team Lidl Trek) quinto anche lui a 6 secondi di ritardo da Vacek. La delusione più grossa è quella di Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) che chiude addirittura in 34° posizione a 39 secondi di ritardo da Tarling. Per quanto riguarda Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious), speranza italiana per la classifica generale, un 18° posto senza infamia e senza lode dal quale ripartire per la scalata verso le posizioni che contano. Per Tarling è la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta sempre a cronometro nella seconda tappe dell’UAE Tour. In classifica generale Roglic è la nuova maglia rosa con 1 secondo di vantaggio su Mads Pedersen (Team Lidl Trek) e 5 secondi di vantaggio su Vacek. Domani è il programma la terza tappa, l’ultima sul suolo albanese prima del ritorno in Italia. Valona è la sede di partenza e di arrivo per una tappa che misura complessivamente 160 km e che presenta due gpm da non sottovalutare, in particolare il secondo di Qafa e Llogarasë lungo 10 km e mezzo e con iìuna pendenza media del 7.5%, insomma una salita vera e propria anche se abbastanza distante dall’arrivo.
Antonio Scarfone

Tirling in azione nella crono di Tirana (foto Dario Belingheri/Getty Images)
HABEMUS PAPAM: PEDERSEN PRIMA TUNICA ROSEA GIRI ITALIAE
In un finale convulso caratterizzato da alcune cadute – a farne le spese più di tutti è Mikel Landa (Team Soudal Quick Step) – Mads Pedersen (Team Lidl Trek) vince da favorito battendo in volata Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike). Il danese è la prima maglia rosa del Giro 2025
La prime tre tappe del Giro d’Italia 2025 vedono l’Albania protagonista. Si parte con la prima tappa da Durazzo a Tirana di 160 km in cui i velocisti dovranno sudarsi la volata. I due gpm di Gracen e di Surrel, quest’ultimo da affrontare in due occasioni, appesantiranno subito le gambe dei ciclisti e non escludiamo che possano già verificarsi le prime schermaglie tra gli uomini di classifica. In particolare la salita di Surrel presenta nel tratto centrale più di un km all’8% di pendenza media con picchi del 12%. Dopo la partenza da Durazzo iniziavano subito scatti e controscatti per portare via la fuga. Erano in cinque ad evadere dal gruppo ovvero Sylvain Moniquet (Team Cofidis), Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty), Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta), Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed Alessandro Verre (Team Arkéa B&B Hotels). I cinque battistrada raggiungevano un vantaggio di circa 1 minuto e 30 secondi sul gruppo tirato da Lidl Trek, Alpecin Deceuninck e Visma Lease a Bike. Tonelli vinceva il primo traguardo volante di Papër posto al km 57.9 km. Era invece Tarozzi a vincere il successivo traguardo volante di Elbasan posto al km 67. Juan Ayuso (UAE Team Emirates) era coinvolto in una caduta apparentemente senza conseguenze a 90 km dalla conclusione. Il ciclista spagnolo rientrava in gruppo dopo il cambio bici. Il gruppo manteneva le distanze dalla fuga abbastanza invariate nella scalata verso il primo gpm di Gracen sul quale il primo a scollinare era Moniquet. Tarossi vinceva il traguardo volante di Sauk posto al km 112 dopo dicheè la fuga veniva ripresa prima dell’inizio della salita di Surrel, che mieteva alcune vittime tra i velocisti. Tra i primi a staccarsi erano Sam Bennett (Team Decathlon AG2R La Mondiale) ed Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike). Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana) scollinava in prima posizione sul primo gpm di Surrel posto al km 123.1. La Lidl Trek aumentava il ritmo sul secondo gpm di Surrel ed a farne le spese era Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) che così veniva tagliato fuori dal discorso vittoria di tappa. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) scollinava in prima posizione sul secondo gpm di Surrel posto al km 148.7. Nella discesa una caduta metteva fuori gioco Mikel Landa (Team Soudal Quick Step). Lo spagnolo era praticamente il primo ciclista a ritirarsi dal Giro 2025. Una trentina di ciclisti si presentavano alla volata di Tirana. Era Mads Pedersen (Team Lidl Trek) ad imporsi su Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) mentre chiudeva il podio di giornata Orluis Aular (Team Movistar). Chiudevano la top five Francesco Busatto (Team Intermarchè Wanty) in quarta posizione e Tom Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling) in quinta posizione. Per Pedersen è la seconda vittoria di tappa al Giro d’Italia dopo quella di Napoli nel Giro 2023. In classifica generale l’ex campione del mondo è primo con 4 secondi di vantaggio su Van Aert e 6 secondi di vantaggio su Aular. Domani è in programma la seconda tappa, la cronometro individuale di Tirana di quasi 14 km. Il breve tratto in salita di Sauk non dovrebbe impensierire più di tanto quei ciclisti a loro agio con le prove contro il tempo. La classifica generale, già bella frazionata, si assesterà ulteriormente.
Antonio Scarfone

Mads Pedersen vince a Tirana (foto: Luca Bettini / AFP / Getty Images)