TARLING, UNA FRECCIA NEL DESERTO: IL BRITANNICO VINCE LA CRONOMETRO ED È LA NUOVA MAGLIA ROSSA
Joshua Tarling (Team INEOS GREnadiers) domina da favorito la cronometro individuale di Al Hudayriyat Island e balza in vetta alla classifica generale. Domani primo vero test per gli uomini di classifica sull’arrivo in salita di Jebel Jais
La seconda tappa dell’UAE Tour è una cronometro individuale di 12.2 km da Al Hudayriyat Island ad Al Hudayriyat Island. Il percorso completamente pianeggiante favorirà i cronomen più forti anche se qualche curva impegnativa rallenterà la loro azione. Jonathan Milan (Team Lidl Trek) deve difendere la maglia rossa dopo la bella vittoria in volata nella prima tappa e i big di classifica non staranno a guardare; tutti guarderanno con interesse alla prova di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRD) ma sarà da seguire anche Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe), ottimo passista e buon scalatore, che è attualmente secondo in classifica generale dietro Milan. Il ciclista neozelandese è stato infatti favorito dal declassamento di Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) nella volata della prima tappa e quei sei secondi di vantaggio sugli avversari diretti possono già essere determinati oggi nella prova contro il tempo. A vincere è Joshua Tarling (Team INEOS Grenadiers), favorito della vigilia, con il tempo di 12 minuti e 55 secondi, unico ciclista a scendere sotto i 13 minuti alla media record di 56.671 km/h. In seconda posizione si piazza Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale) a 18 secondi di ritardo da Tarling. Tadej Pogacar chiude invece in terza posizione a 18 secondi di ritardo da Tarling. La top five è completata in quarta posizione da Jay Vine (UAE Team Emirates XRG) ed in quinta posizione da Max Walscheid (Team Jayco AlUla), rispettivamente a 21 e 24 secondi di ritardo da Tarling. Per il britannico dell’INEOS Grenadiers è la prima vittoria stagionale. Tarling è anche la nuova maglia rossa con 13 secondi di vantaggio su Bissegger e 18 secondi di vantaggio su Pogacar. Domani è in programma la terza tappa da Ras al Khaimah a Jebel Jais di 181 km. Dopo tre quarti di tappa completamente pianeggianti si sale in cima a Jebel Jais, una salita di 19 km al 5.6%. I big di classifica si daranno battaglia e la classifica generale assumerà una fisionomia ancora più definita dopo la cronometro di oggi.
Antonio Scarfone

Joshua Tarling vince la cronometro di Al Hudayriyat Island (foto: Getty Images)
CLÁSICA JAÉN, ASSOLO DI KWIATKOWSKI
Michal Kwiatkowski conquista la “Strade Bianche” spagnola davanti a Isaac Del Toro e Ibon Ruiz.
La fuga iniziale composta da sette corridori ottiene rapidamente il via libera del gruppo, raggiungendo un vantaggio massimo di cinque minuti. Alle loro spalle però UAE Team Emirates e Visma – Lease a Bike aumentano progressivamente il ritmo, riducendo il distacco col passare dei chilometri.
L’azione si accende nei settori di sterrato, dove il gruppo si sgretola come da previsioni. Arriola-Bengoa e Ruiz restano soli al comando, mentre dietro si susseguono gli attacchi. Wellens, Tulett e Bernal tentano di evadere, ma vengono ripresi. Successivamente, McNulty e Swift provano ad allungare, ma anche questo tentativo viene neutralizzato. La svolta arriva con l’attacco di Kwiatkowski e McNulty, che riescono a prendere un po’ di margine sul gruppo inseguitore insieme a Ruiz.
Ai 15 km dal traguardo una foratura costringe McNulty ad arrendersi, lasciando così Kwiatkowski solo al comando per l’ultima dozzina di chilometri.
Nel frattempo alle sue spalle Del Toro accelera e riprende Ruiz, ma non basta per raggiungere il polacco che si invola vrso il traguardo finale.
Kwiatkowski gestisce l’ultima parte con esperienza e vince con 30” di vantaggio su Del Toro, mentre Ruiz chiude terzo a 45”.
Lorenzo Alessandri

Kwiatkowski esulta in solitaria alla Clásica Jaén (Getty Images)
MILAN RE DEL DESERTO, TAPPA E MAGLIA A LIWA PALACE
Nella prima tappa dell’UAE Tour Jonathan Milan (Team Lidl Trek) è autore di un’imperiosa volata sul traguardo di Liwa, con una pendenza negli ultimi 200 metri che arrivava al 9%. Il trentino batte Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) e Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe) ed indossa la prima maglia rossa
L’UAE Tour è l’ultima corsa a tappe mediorientale ed essendo anche corsa WT vede un parterre d’eccezione nobilitato dalla presenza di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), all’esordio stagionale e subito deciso a portarsi a casa la terza vittoria dopo quelle del 2021 e del 2022. La prima tappa parte da Madinat Zayed e si conclude a Liwa dopo circa 137 km. Non sono previsti gpm e quindi assisteremo quasi sicuramente ad una volata, ma bisogna considerare l’ultimo km che sale intorno al 3% con punte del 9% negli ultimi 200 metri quindi i velocisti dovranno calcolare bene quando lanciarsi nello sprint. Rispetto alla lista partenti ufficiale, non prendeva il via Chris Harper (Team Jayco AlUla). La fuga di giornata si formava dopo appena due km dalla partenza grazie all’azione di Carlos Samudio (Team Solution Tech – Vini Fantini), Federico Biagini e Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Già dopo 5 km il vantaggio dei tre battistrada era salito a 2 minuti. Samudio si aggiudicava il primo traguardo volante di Liwa posto al km 48.2. Era invece Tarozzi a vincere il secondo traguardo volante posto al km 111.8 dopo essersi avvantaggiato sui due compagni di fuga. Il ciclista faentino perseverava nella sua azione anche se il gruppo si faceva sempre più minaccioso alle sue spalle con le squadre dei velocisti nelle prime posizioni; molto attive si registravano la Lidl Trek, l’Alpecin Deceuninck e la Soudal Quick Step. Tarozzi veniva ripreso a 1 km dal termine. SI registrava anche la caduta di Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates XRG) a 8 km dalla conclusione per cui il velocista della formazione di casa non avrebbe potuto partecipare alla volata. Era proprio Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) a lanciare lo sprint nel tratto più duro dell’ultimo km. Il fenomeno sloveno veniva affiancato da Jonathan Milan (Team Lidl Trek) che a sua volta era autore di una progressione irresistibile ed andava a vincere davanti a Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), successivamete declassato, Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe) e Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL). Quarto era Lennert van Eetvelt (Team Lotto) mentre chiudeva la top five Oscar Onley (Team Picnic PostNL). Per Milan si tratta della seconda affermazione stagionale dopo la vittoria nella quinta tappa della Volta a la Comunitat Vallenciana. Il ciclista friulano è la prima maglia rossa della corsa a tappe emiratina con 4 secondi di vantaggio su Fisher-Black e di 6 secondi su Andresen. La seconda tappa di domani, in circuito sull’Hudayriyat Island, è una cronometro individuale di 12.2 km. La classifica generale inizierà a delinearsi e vedremo all’opera quei ciclisti che cercheranno di insidiare il favoritissimo Pogacar.
Antonio Scarfone

Jonathan Milan vince a Liwa (foto:Getty Images)
MORGADO PROFETA IN PATRIA, IL PORTOGHESE VINCE LA FIGUEIRA CHAMPIONS CLASSIC
Il corridore lusitano vince la terza edizione della corsa di casa. Tra i protagonisti l’italano Filippo Ganna, a lungo in fuga solitaria
Non c’è disciplina sportiva nella quale non si cerchi in tutti i modi possibili, spesso a scapito della salute degli atleti, di aumentare il numero delle gare e di conseguenza i guadagni, diretti e indiretti, di cui godono un po’ tutti coloro che a vario titolo lavorano nell’ambito dello sport professionistico. Il ciclismo non fa certo eccezione e il mese di febbraio, un tempo dedicato agli allenamenti e a sporadiche competizioni di ciclocross, si va riempiendo di nuove gare alle quali anche i migliori corridori non disdegnano di partecipare, anche se solo per allenarsi in vista di quelle più importanti.
È stato così che a febbraio sono gradualmente entrate in calendario dapprima corse in località esotiche, ma che in quel periodo godono di un buon clima (Australia, Sudamerica, penisola arabica), e poi anche nelle zone più calde dell’Europa, in particolare Spagna e Portogallo. La classica portoghese chiamata “Figueira Champions Classic” è arrivata solo alla terza edizione, ma è già riuscita a guadagnarsi un posto nelle UCI ProSeries, il circuito che raccoglie le più importanti corse di seconda fascia del calendario mondiale (tra le quali, per fare un esempio, vi sono le nostre Milano-Torino, il Giro dell’Emilia e il Giro del Veneto). La corsa si è sempre svolta sullo stesso percorso, con partenza e arrivo nella località di Figueira da Foz, importante città marittima e turistica situata sulla costa portoghese a metà strada fra Lisbona e Porto. Il suo percorso che ricorda un po’ un trifoglio, con un primo lobo – a sud di Figueira – lungo circa 50 chilometri, un secondo – ad est – all’incirca sulla medesima distanza e infine un terzo e conclusivo disegnato a Nord della città, lungo 30 chilometri e che viene percorso 3 volte (l’anno scorso 4) per un totale complessivo di 193 chilometri circa. Il “lobo” conclusivo è quello che presenta le salite più impegnative, quelle su cui potrebbe decidersi la corsa: la Rua Parque Forestal (2,1 km all’8%) e la Enforca Cães (0,9 km al 10,3%), strappo breve ma molto duro situato a soli 6 chilometri dal traguardo.
Tra i favoriti, in assenza dei vincitori delle due precedenti edizioni (Casper Pedersen e Remco Evenepoel, entrambi della Soudal Quick Step), vanno segnalati il più forte dei corridori portoghesi, Joao Almeida (UAE Team Emirates – XRG), i francesi Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), il velocista eritreo Birian Girmay (Intermarché – Wanty) e il nostro Filippo Ganna (INEOS Grenadiers). Da non dimenticare due specialisti delle corse in linea come Nelson Powless (EF Education – EasyPost, vincitore di una San Sebastian) e il giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG), che l’anno scorso si è messo in luce vincendo diverse corse minori, tra le quali il Giro dell’Appennino.
Si parte puntualmente alle 12.30 locali (13.30 in Italia). Il cielo è nuvoloso ma non piove, la temperatura è mite, sui 14 gradi. Quasi subito parte la fuga di giornata, con dentro nove corridori, tutti spagnoli o portoghesi, nessuno dei quali è mai salito sul podio di una corsa importante: il più quotato sembrerebbe il portoghese Rafael Reis (Anicolor/Tien 21), campione nazionale a cronometro nel 2022. Il gruppo sonnecchia e la corsa si snoda senza sussulti fra le colline dell’entroterra sino alle 16 del pomeriggio (ora italiana) quando, una volta percorsi i primi due “lobi”, inizia il primo dei tre giri conclusivi. Il vantaggio dei fuggitivi non è stratosferico come avviene sempre in questi casi: si parla di soli 4 minuti, probabilmente più per demerito dei nove, nessuno dei quali pensa davvero di poter vincere la corsa, che per merito degli inseguitori. Già al primo passaggio sulla Rua Parque Forestal, una collina panoramica alta 210 metri sul livello del mare, il loro vantaggio si dimezza. Intanto il cielo si è rasserenato e la temperatura è rimasta intorno ai 14 gradi, anche 15, quasi ideale per chi voglia tentare lo sforzo di una fuga da lontano. Sulla seconda asperità, la Enforca Cães, è proprio Reis a passare per primo, mentre il gruppo continua a mantenersi a circa due minuti di distanza. La diretta televisiva inizia alla fine del primo giro, in un momento in cui il gruppo procede tranquillo e i fuggitivi, che intanto sono scesi ad otto, tornano a guadagnare, raggiungendo i tre minuti di vantaggio. Quando i corridori si accorgono di essere in diretta la musica cambia all’improvviso e, prima ancora che inizi la salita della Rua Parque Forestal il gruppo si allunga e dimezza lo svantaggio. Già a metà salita i fuggitivi vengono ripresi e in cima il gruppo passa sfilacciato, ma ancora abbastanza compatto (conta in tutto una cinquantina di corridori). Nei chilometri seguenti si mettono in luce prima Alaphilippe, poi Ganna: alla fine è proprio il passista italiano a guadagnare in discesa un vantaggio non banale. Col passare dei chilometri il gruppo, che pure insegue con notevole convinzione, non sembra recuperare, anzi. In vista della Enforca Cães si muovono il danese Michael Valgren (EF Education – EasyPost, una Amstel e un giro di Toscana fra le sue non poche vittorie) e l’eritreo Natnael Tesfatsion (Movistar Team), campione nazionale in carica; tuttavia, in cima alla salita Ganna mantiene 20 secondi di vantaggio. Più lontano il resto del gruppo, ormai ridotto a trenta, forse quaranta unità. Sul lungo tratto in pianura, lungo il mare, con cui termina il secondo giro i due inseguitori vengono ripresi, mentre l’italiano, che riesce a esprimere tutta la sua potenza, porta a 30 secondi il suo vantaggio, poi 35, infine 40 ai piedi della Rua Parque Forestal. Sulla salita, notoriamente il suo punto debole, Ganna si gioca la vittoria. E questa sfuma: affaticato e appesantito, l’italiano cede nel tratto più duro, dove la pendenza arriva al 16%, e viene passato con facilità dai primi inseguitori. È il giovane portoghese António Morgado (UAE Team Emirates – XRG), che l’anno scorso ha vinto il Giro di Romagna ed è stato campione nazionale a cronometro, a passare per primo in cima alla salita, con una manciata di secondi sul resto del gruppo, ormai ridotto a venti corridori. La discesa gli è favorevole e, come già aveva fatto Ganna nel giro precedente, Morgado porta a 30 secondi il suo vantaggio. In cima all’ultima salita, la terza ascesa all’Enforca Cães, il suo vantaggio è sempre di una trentina di secondi su ciò che resta del gruppo: ma negli ultimi 6 chilometri lo sforzo si fa sentire e dietro iniziano a tirare sul serio. Inesorabilmente il vantaggio scende, dapprima a 20 secondi al termine della discesa e poi, nel lungomare che sembra interminabile e sotto un sole che va tramontando come le sue forze, cala progressivamente sino a 13 secondi, quando arriva lo striscione dell’ultimo chilometro. Le forze abbandonano il giovane portoghese, da dietro lanciano persino lo sprint… ma alla fine, quando il più vicino degli inseguitori si trova a soli 30 metri, la linea del traguardo trasforma la sua sofferenza in una delle più importanti vittorie della sua carriera. Vince lo sprint per il secondo posto il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step), terzo il ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek). Girmay è sesto, Alaphilippe ottavo. Primo degli italiani Lorenzo Rota (Intermarché – Wanty), decimo. Filippo Ganna, che alla fine ha perso anche le ruote del gruppo principale, è solo ventinovesimo.
Andrea Carta

Il portoghese Morgado vince la terza edizione della Figueira Champions Classic (foto Figueira Champions Classic)
SAM BENNETT BISSA IL SUCCESSO DI TAPPA E MADS PEDERSEN BISSA IL TOUR DE LA PROVENCE
La conclusione della corsa a tappe francese ha visto il bis dell’irlandese Sam Bennett, che si impone anche ad Arles. Bis vittorioso anche per Mads Pedersen che si aggiudica nuovamente la corsa dopo il successo finale dello scorso anno. La volata è stata caratterizzata dalla caduta innescata da Pascal Ackermann. Primo degli italiani Alessandro Borgo.
La tappa conclusiva del Tour de la Provence 2025 per poco non ha premiato gli autori della fuga di giornata, ovvero Raùl Garcia Pierna (Arkéa-B&B Hôtels) – il corridore messo meglio in classifica essendo alla partenza 6° a 29″ dal leader Mads Pedersen (Lidl – Trek) – Samuel Leroux (TotalEnergies), Cériel Desal (Wagner Bazin WB), Daniel Smajkic Årnes (Van Rysel-Roubaix), Matisse Julien (CIC U Nantes) e Damien Girard (Nice Métropole Côte d’Azur). Nonostante la presenza dello spagnolo il gruppetto è riuscito a sfiorare i due minuti di vantaggio, cosa che ha permesso ad alcuni di questi coraggiosi di entrare nell’ultimo chilometro davanti a tutti. La loro avventura si è però conclusa grazie allle manovre che precedono ogni finale di gara, come questo già in atto. La conseguente volata è stata lanciata dal tedesco Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech), autore di una caduta sul quale sono “franati” altri corridori. Nel caos successivo a questo incidente ha avuto la meglio l’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team), che ha preceduto nell’ordine Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), Alexander Konijn (Nice Métropole Côte d’Azur), Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets), Paul Penhoët (Groupama – FDJ), Matyáš Kopecký (Team Novo Nordisk), Valentin Tabellion (Van Rysel Roubaix), Alessandro Borgo (Bahrain Victorious Development Team), Pedersen, Stanisław Aniołkowski (Cofidis) e il resto del plotone. Per l’irlandese un bis dopo la vittoria riportata nella prima tappa.
Così come lo scorso anno a imporsi in classifica è stato il danese Pedersen, che preceduto di 13″ Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) di 23″ Marijn van den Berg, salito sul podio finale proprio grazie al piazzamento odierno. Seguono Fred Wright (Bahrain – Victorious) a 23”, Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets) a 25” e Raúl García Pierna (Arkéa – B&B Hotels) a 26”, mentre il primo degli italiani è risultato Marco Tizza (Wagner Bazin WB), che ha chiuso in 12a posizione con 31″ di ritardo. grazie ai suoi 23 anni è il vincitore della speciale Classifica dei Giovani.
Le classifica accessorie sono state conquistato dallo stesso Pedersen (a punti), da Damien Girard (GPM), da García Pierna e dal team Lidl – Trek (a squadre).
Mario Prato
CLÁSICA DE ALMERÍA, VINCE FRETIN A SORPRESA
Milan Fretin vince la volata della Clásica de Almería davanti a Emilien Jeannière e Max Kanter.
Fin dai primi chilometri la corsa è stata animata dagli attacchi da lontano. Il primo tentativo, con Samuel Fernandez (Caja Rural), Aaron Van Poucke (Flanders-Baloise) e altri tre uomini, viene rapidamente annullato dal plotone, ma subito dopo parte un nuovo drappello di sei corridori, tra cui Victor Vercouillie (Flanders-Baloise) e Ibai Azanza (Equipo Kern Pharma). Il loro vantaggio si stabilizza intorno ai 2’30” ma il gruppo guidato da Tudor e Q36.5 tiene la situazione sotto controllo.
Nella seconda metà di gara il ritmo si alza: Lotto e Cofidis si uniscono a dare manforte alle operazioni di inseguimento e i battistrada iniziano a perdere pezzi. A 60 km dal traguardo Curto e Gamundi si staccano, mentre gli ultimi tre attaccanti resistono fino ai dieci chilometri finali, quando il gruppo chiude definitivamente il gap.
A questo punto inizia la battaglia per la volata. Movistar, Lotto, TotalEnergies e Bardiani si contendono le prime posizioni, ma negli ultimi mille metri emergono Cofidis e XDS Astana. Il team cino-kazako lancia perfettamente Max Kanter con Gleb Syritsa a fare da ultimo uomo, ma a spuntarla è a sorpresa Milan Fretin, che con uno sprint potente batte la concorrenza e firma una vittoria sorprendente. Sfortunati gli italiani: Giovanni Lonardi (Team Polti-VisitMalta) resta chiuso nel momento decisivo, mentre Alberto Dainese (Tudor) termina settimo senza riuscire a trovare lo spazio per lanciarsi.

Milan Fretin vince la Clasica de Almeria (Getty Images)
VENDETTA DANESE CON MADS PEDERSEN AL TOUR DE LA PROVENCE
Tappa e maglia per il danese Mads Pedersen che si è imposto nella seconda tappa del Tour de la Provence. Posizioni di rincalzo per Matej Mohorič e Fred Wright. Fuori dalla TopTen Marco Tizza, undicesimo .
Dopo la beffa di ieri che lo ha visto rimanere ai piedi del podio, nonostante il gran lavoro fatto da lui e dalla sua squadra, oggi Mads Pedersen (Lidl – Trek) ha messo in campo tutto il suo valore accendendo le fasi finali della Forcalquier-Manosque, seconda tappa del Tour de la Provence, frazione nella quale il corridore danese si era imposto anche lo scorso anno, quando fu proposto il medesimo tracciato sul quale si è gareggiato oggi.
L’ultimo a cedere all’aggressività agonistica dello scandinavo è stato lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious), che ha avuto solo le soddisfazioni del secondo gradino del podio e di un bel salto in avanti in classifica. La terza piazza è andata Fred Wright (Bahrain – Victorious) che, 16 secondi dopo l’arrivo di Pedersen, ha regolato il primo gruppo inseguitore precedendo nell’ordine Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), Paul Penhoët (Groupama – FDJ), Alex Kirsch (Lidl – Trek), Thibaud Gruel (Groupama – FDJ), Bauke Mollema (Lidl – Trek), Raúl García Pierna (Arkéa – B&B Hotels) e altri 11 corridori, tra i quali c’era l’italiano Marco Tizza (Wagner Bazin WB), che anche in questa tappa si è dimostrato il migliore dei nostri e ha chiuso 11°, appena fuori la TopTen.
La gara non è iniziata sotto i migliori auspici, poichè una caduta di gruppo nelle primissime fasi ha costretto alcuni al ritiro. L’immancabile fuga di giornata, partita dopo che la situazione si era normalizzata, porta la firma di Matis Louvel (Israel-Premier Tech), Mattéo Vercher (TotalEnergies), Damien Girard (Nice Métropole Côte d’Azur) e Daniel Årnes (Van Rysel-Roubaix). I quattro, partiti “a cannone” dopo 16 km dal via, hanno raggiunto un vantaggio di 4 minuti lungo l’ascesa al Col de Buire, il primo dei tre GPM previsti. La reazione del gruppo non si è fatta attendere, su iniziativa in primis della Decathlon AG2R La Mondiale. Il gap dei fuggitivi si è così inesorabilmante assottigliato, permettendo al plotone di tenerli a distanza di sicurezza. L’ingresso negli ultimi 40 km di gara vede i fuggitivi con un vantaggio di soli 30″. Staccatosi Girard, l’azione dei tre sopravvissuti ormai ha i minuti contati, situazione che accende le velleità di Vercher. La sua azione in solitaria termina, però, ai meno 31 e, riportato così l’ordine in gruppo, la Lidl-Trek prende in mano la corsa ad opera di Bauke Mollema, che ha letteralmente lanciato il compagno di squadra Mads Pedersen. L’azione del vincitore dello scorso anno ha frantumato il gruppo e i primi capaci di resistere con successo all’azione del danese sono stati Sander De Pestel (Decathlon Ag2R La Mondiale) e Jefferson Alexander Cepeda (Ef Education-EasyPost). All’inseguimento si sono portati Mohorič, Wright, Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets), Toms Skujiņš (Lidl-Trek), Ewen Costiou (Arkéa-B&B Hotels) e l’italiano Tizza. Il loro inseguimento si conclude con successo dopo qualche chilometri anche grazie al rallentamento del trio di testa, che ha preferito aspettarli. Con il gruppetto ricompattato il primo a muoversi è stato lo Mohorič. L’azione dello sloveno ha finito per provocare la reazione di Pedersen, intenzionato a bissare il successo dello scorso anno (il danese non vinse solo la tappa, come ricordato più sopra, ma portò a casa anche la classifica generale). I due procedono così verso il traguardo mettendo tra loro e i primi inseguitori secondi preziosi. Il duello a due sul rettilineo finale, in leggera salita, ha premiato Pedersen, che ha staccato il compagno di strada di 4″. Dopo 16″, come già detto, Wright ha conquistato la terza posizione regolando il primo gruppo inseguitore.
Dopo questa scoppiettante tappa la classifica vede Pedersen precedere di 13” Mohorič, che ha conquistato ben 13 posizioni in un colpo solo. 24 sono, invece, i secondi che separano Wright dalla vetta. Il vincitore di ieri Sam Bennett oggi ha chiuso 42° con un ritardo di 1’25, un vero e proprio addio ai piani nobili della classifica.
Domani si disputerà tra Rognac e Arles la terza ed ultima tappa, quasi totalmente pianeggiante ma non prive d’insidie in quanto disegnata attraverso la Camargue, terra conosciuta anche per i forti venti che sovente la spazzano. Previsioni meteo alla mano, però, domani Eolo dovrebbe starsene buono buono in disparte e Pedersen non dovrebbe aver troppi problemi a mettere in cascina il secondo successo consecutivo al Giro della Provenza.
Mario Prato

Pedersen vince ancora Manosque, come nel 2024 (Getty Images)
A MURCIA FABIO CHRISTEN TIMBRA LA PRIMA
Con un’azione da finisseur lo svizzero Q36.5 anticipa il gruppo e va a segnare la sua prima vittoria in carriera in una corsa professionistica. Alle sue spalle si piazzano Paret-Peintre (Decathlon AG2R) e Scaroni, che con Champussin e Fortunato completa una tripletta frimata XDS Astana.
La Vuelta a Murcia si presenta come sempre una corsa molto movimentata grazie al suo percorso di quasi 200 Km che alterna un profilo altimetrico impegnativo ad un finale pianeggiante con gli ultimi 10 Km privi di difficoltà altimetriche L’inizio della gara è scoppiettante con alcuni tentativi di fuga che si concretizzano poco prima del GPM dell’Alto El Portazgo. A provarci sono l’italiano Filippo D’Aiuto (Petrolike), José Luis Faura (Burgos), José María García (Illes Baleares), Francisco Joel Penuela e Samuel Fernandez (Caja Rural Seguros), mentre dietro il ritmo è fatto dalla UAE fino al secondo GPM di giornata, lungo il quale avviene il ricongiungimento.
E’ qui che si verifica l’azione decisiva che creerà il gruppetto che si andrà a giocare la corsa. Parte Tim Wellens (UAE Team Emirates), seguito dal compagno di squadra Isaac Del Toro (UAE) e da una ventina di altri corridori, tra i quali spiccano i nomi del colombiano Nairo Quintana (Movistar) e degli italiani Christian Scaroni, Lorenzo Fortunato e Simone Velasco, tutti e tre in forze alla XDS Astana Team. Nel tratto pianeggiante successivo un’altra trentina di corridori si aggiungono a questi attaccanti, non prima di un ultimo tentativo avvenuto nei pressi dello scollinamento del Collado Bermejo. Il gruppetto guidato dalla Movistar non lascia, però, strada e con questa situazione si arriva ai piedi dell’ultimo GPM, la Cresta del Gallo.
Qui è ancora Wellens a provare l’allungo, ma il suo tentativo non crea il vuoto e il belga viene lasciato a bagnomaria. Allo scollinamento si riporta sulla testa anche Scaroni, ma dietro una manciata di corridori è in agguato e attende la discesa per rientrare. Sono in sette i corridori che arrivano a giocarsi la vittoria in volata in quel di Murcia, dove l’elvetico Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) piazza un’azione chirurgica che gli consente di guadagnare quei pochi metri che gli permetteranno di passare per primo il traguardo e pareggiare i conti con il fratello minore Jan, vincitore a gennaio del Trofeo Calvià, allo Challenge Ciclista Mallorca
Andrea Mastrangelo

Fabio Christen vince la 45a edizione della Vuelta a la Región de Murcia (foto Tim de Waele/Getty Images)
TOUR DE LA PROVENCE, PRIMA TAPPA A SAM BENNETT
Volata vincente di Sam Bennett alla prima tappa del Tour de la Provence. L’irlandese si è imposto su Lukáš Kubiš e Alexis Renard, che salgono con lui sul podio di giornata e di conseguenza occupano nello stesso ordine anche i primi tre posti della classifica. Primo degli italiani Marco Tizza, quindicesimo.
Sulle strade francesi della Provenza ha preso il via l’omonimo Tour. La prima tappa ha visto il gruppo partire da Marsiglia per raggiungere Saint-Victoret in 169.3 Km. La conclusione in volata ha visto coinvolti solo una quarantina scarsa di atleti a causa del vento e dei continui saliscendi proposti dalla tappa, che prevedeva ben 8 ascese, tra le quali tre erano valide come GPM di seconda categoria. Lo sprint finale è andato all’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team), che ha preceduto nell’ordine Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets), Alexis Renard (Cofidis), Clément Russo (Groupama – FDJ), Mads Pedersen (Lidl – Trek), Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), Jake Stewart (Israel – Premier Tech), Thibaud Gruel (Groupama – FDJ) e Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies), con Fred Wright (Bahrain – Victorious) a completare la TopTen. In quindicesima posizione si è piazzato Marco Tizza (Wagner Bazin WB), primo della sparuta pattuglia dei corridori di casa nostra, 8 corridori in tutto. Al termine di questa prima tappa la classifica generale rispecchia i primi tre posti dell’ordine d’arrivo.
La giornata era iniziata con l’azione di Victor Guernalec (Arkéa-B&B Hotels), Antoine Hue (CIC-U-Nantes), Maximilien Juillard (Van Rysel Roubaix) e Baptiste Vadic (TotalEnergies). I quattro sono riusciti ad accumulare un vantaggio superiore ai due minuti in breve tempo. Nel gruppo inseguitore la situazione non è stata tranquilla perchè il vento, sempre presente nella zona, ha ispirato un’azione della Lidl – Trek che ha spezzato il plotone degli inseguitori. Il primo gruppo, di una quindicina di unità, comprendeva Pedersen, Bauke Mollema, Toms Skujiņš, Alex Kirsch e Julien Bernard (Lidl – Trek), Matej Mohoric e Niccolò Buratti (Bahrain Victorious), Darren Rafferty e Jefferson Alexander Cepeda (EF Education-EasyPost), Alexis Renard e Valentin Ferron (Cofidis), Ewen Costiou e Raul García Pierna (Arkéa-B&B Hotels), Jake Stewart (Israel-Premier Tech), Fabien Grellier e Lucas Boniface (TotalEnergies). L’azione ha permesso a questo gruppetto di riportarsi sui fuggitivi. Chi è rimasto indietro, però, è riuscito ad organizzarsi e ha chiuso il gap con i battistrada. La bagarre in gruppo non si è conclusa qui, soprattutto su ispirazione di EF Education-EasyPost e Lidl-Trek, e si sono susseguiti i tentativi, portati anche da nomi “pesanti” come quelli di Matej Mohoric e Mads Pedersen. Miglior fortuna sembra averla Samuel Leroux (Team TotalEnergies), che ai meno 10 ha 40″ di vantaggio, ridottisi a 20 ai meno 5. La presenza del transalpino davanti ha spaventato il danese Pedersen, che ha anticipato la volata, facendo da punto di riferimento per chi rimontava da dietro.
Archiviata questa prima tappa domani si rimette tutto in gioco con la Forcalquier-Manosque di 167 Km, frazione con caratteristiche simili a quella di oggi. Sono previsti infatti tre GPM, il Col de Buire (9,2 km al 2,9%) posto nella prima fase di gara, il Col de Viens (6km al 3%) e il Col de l’Aire dei Masco (6,3km al 4,8%) in quella finale. Per la precisione allo scollinamento dell’ultimo GPM mancheranno solo 25 km al traguardo, posto al termine di un ulteriore tratto in ascesa, poco più di 1000 metri al 3.9%. Quando al Giro della Provenza fu proposto questo identico tracciato la tappa risultò quella decisiva, con il successo di uno dei corridori protagonisti della frazione odierna, l’ex campione del mondo Pedersen, che giunse tutto solo al traguardo con 24″ sui francesi Bruno Armirail ed Ewen Costiou. E anche dietro a questi corridori si registrano importanti distacchi, a dispetto di un tracciato non particolarmente impegnativo.
Mario Prato

Sam Bennett vince la prima tappa del Giro della Provenza (Getty Images)
VALENTIN PARET-PEINTRE VINCE SULLA GREEN MOUNTAIN. AD ADAM YATES IL TOUR OF OMAN 2025
Com’era prevedibile i big di classifica vanno allo scontro frontale sulla Green Mountain, durissimo arrivo in salita della quinta ed ultima tappa del Tour of Oman. Valentin Paret-Peintre (Team Soudal Quick Step) attende il momento giusto per superare Adam Yates (UAE Team Emirates XRG) negli ultimi 100 metri ed andare a vincere la tappa mentre il britannico, secondo all’arrivo, vince la breve corsa a tappe mediorientale
Il Tour of Oman arriva alla resa dei conti con la quinta ed ultima tappa con il durissimo arrivo in salita della Green Mountain, sulla quale si deciderà il vincitore della breve corsa a tappe mediorientale. David Gaudu (Team Groupama FDJ) ambisce alla prima vittoria stagionale di una corsa a tappe ma dovrà fare i conti con diversi avversari, primo fra tutti Adam Yates (UAE Team Emirates XRG). L’inizio della tappa era molto vivace ed una maxi fuga di 17 ciclisti provava a scombinare le tattiche di squadra. I 17 ciclisti all’attacco erano Luca Giaimi (UAE Team Emirates), Mauri Vansevenant e Pepijn Reiderink (Team Soudal Quick Step), Anton Charmig (Team XDS Astana), Niklas Behrens (Team Visma Lease a Bike), Amaury Capiot (Team Arkea B&B Hotels), Pavel Bittner e Sean Flynn (Team Picnic PostNL), Orluis Aular (Team Movistar), Felix Engerhardt (Team Jayco AlUla), Anthony Turgis (Team TotalEnergies), Marcel Camprubi (Team Q36.5 Pro Cycling), Lukas Eriksson (Team Tudor Pro Cycling), Sakarias Koller Løland e Enrik Pedersen (Team Uno-X Mobility), Jose Luis Faura (Team Burgos Burpellet BH) e Dylan Hopkins (Team Roojai Insurance). Dopo 60 km il vantaggio della fuga sul gruppo maglia rossa era di 1 minuto e 40 secondi. Capiot si aggiudicava il primo traguardo volante di Wadi Squt posto al km 75.7. Flynn vinceva il traguardo volante di Birkat Al Mouz posto al km 127.3. La fuga iniziava la salita finale con poco più di 1 minuto di vantaggio sul gruppo in forte rimonta tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates XRG. A 4 km dalla conclusione restavano in testa Vansevenant, Eriksson e Faura che però venivano ripresi dal gruppo a circa 3 km e mezzo dall’arrivo. IL ritmo indiavolato imposto dall’UAE Team Emirates XRG riduceva il gruppo all’osso con Yates e Gaudu sempre nelle primissime posizioni. Jay Vine dava l’ultimo colpo di pedali prima dello scatto di Adam Yates a 2 km dalla conclusione. IL britannico distanziava Gaudu ed insiema a lui restava soltanto Valentin Paret-Peintre (Team Soudal Quick Step). Ma Gaudu non mollava anzi reagiva e riprendeva i due battistrada a poco più di 1 km dall’arrivo. AI meno 500 una nuova accelerazione di Yates metteva in difficoltà Gaudu. Nella volata a due Paret-Peintre aveva la meglio su Yates sopravanzandolo di 2 secondi. Terzo era Gaudu a 45 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Embret Svestad-Bårdseng (Team Arkéa – B&B Hotels) in quarta posizione a 51 secondi di ritardo e Cian Uijtdebroeks in quinta posizione a 51 secondi di ritardo. Per Paret-Peintre è la prima vittoria stagionale mentre Yates, pur non avendo vinto tappe, vince il Tour of Oman con 6 secondi di vantaggio su Paret-Peintre e 39 secondi di vantaggio su Gaudu. Per quanto riguarda le altre classifiche Paret-Peintre vince sia quella a punti che qualla di miglior giovane mentre il Team Q36.5 Pro Cycling vince la classifica a squadre.
Antonio Scarfone

Valentin Paret-Peintre vince sulla Green Mountain (foto: Getty Images)

