L’ONDA POGACAR SI ABBATTE ANCORA SULLE STRADE BIANCHE
Nonostante una caduta rocambolesca in una discesa a circa 50 kn dall’arrivo, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) risale in bici, va a riprendere Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling), lo supera e lo lascia al palo a 18 km dall’arrivo, andando a vincere in solitaria la sua terza Strade Bianche
La diciannovesima edizione delle Strade Bianche può proiettare a ben diritto Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) nella hall of fame di questa corsa, ancora relativamente giovane ma dall’appeal già consolidato di Monumento. In caso di vittoria, lo sloveno raggiungerebbe Fabian Cancellara in vetta al numero di vittorie. Del resto, la superiorità schiacciante con cui Pogacar ha vinto e dominato sia nel 2022 che nel 2024 non lascia molto spazio all’immaginazione. Gli avversari più temibili per lo sloveno saranno Thomas Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling), vincitore nel 2023, Toms Skujins (Team Lidl Trek), primo degli umani nel 2024, Marc Hirschi (Team Tudor Pro Cycling), Christian Scaroni (Team XDS Astana), risultati alla mano uno dei migliori ciclisti del 2025, Mathias Vacek (Team Lidl Trek), Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Pello Bilbao e Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), Romain Grégoire e Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Ben Haly (Team EF Education EasyPost), eccetera, eccetera. Dopo la partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di dieci ciclisti: Johan Price-Pejtersen (Team Alpecin Deceuninck), Stan Dewulf (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Connor Swift (Team INEOS Grenadiers), Simone Petilli (Team Intermarché Wanty), Albert Withen Philipsen (Team Lidl Trek), Mark Donovan (Team Q36.5 Pro Cycling), Pepijn Reinderink (Team Soudal Quick Step), Anders Foldager (Team Jayco AlUla) e Fabian Weiss (Team Tudor Pro Cycling). Dopo 90 km il vantaggio dei dieci battistrada era di 3 minuti e 50 secondi. Erano ovviamente gli uomini dell’UAE Emirates XRG a dettare il ritmo in testa al gruppo. A 90 km dalla conclusione restavano in testa in sei: Askey, Swift, Donovan, Reinderink, Foldager e Weiss. Il gruppo inseguitore era segnalato a 1 minuto e 50 secondi di rotardo mentre si avvicinava uno degli sterrati più lunghi e più impegnativi, quello di Monte Sante Marie. Pogacar e Pidcock si avvantaggiavano e dopo aver raggiunto i sei battistrada a 77 km dalla conclusione tiravano dritto. Swift rientrava sui due battistrada a 73 km dalla conclusione. Alle spalle dei tre uomini di testa si era formato un altro terzetto che comprendeva Roger Adriá (Team Redbull BORA Hansgrohe), Gianni Vermeersch (Team Alpecin Deceuninck) e Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious). Questi tre venivano ripresi da Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Tim Wellens (UAE Team Emirates XRG), Ben Haely e Michael Valgren (Team EF Education EasyPost), Lennert van Eetvelt (Team Lotto) e Magnus Cort Nielsen (Tean Uno X Mobility). Prima dello sterrato di Colle Pinzuto Pogacar scivolata in una curva verso sinistra rimanendo attardato. Pidcock si avvantaggiava sullo sloveno e su Swift. Pogacar riprendeva Pidcock a 46 km dall’arrivo. Sulla seconda ascesa di Colle Pinzuto Pogacar accelerava e staccava Pidcock. Gli ultimi 18 km erano una cavalcata trionfale per lo sloveno che andava a vincere in solitaria – come nel 2022 e nel 2024 – con 1 minuto e 24 secondi di vantaggio su Pidcock. Terzo era Tim Wellens a 2 minuti e 12 secondi di ritardo mentre chiudevano la top five Ben Healy in quarta posizione e Pello Bilbao in quinta posizione. Per Pogacar è la terza vittoria stagionale e nella Milano – Sanremo, suo prossimo impegno, sarà ancora una volta protagonista.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la sua terza Strade Bianche (foto: Getty Images)
AYUSO PORTA IL LAIGUEGLIA IN SPAGNA, BATTUTO SCARONI
Nella 62° edizione della corsa che apre il calendario ciclistico italiano Juan Ayuso (UAE Team Emirates) si impone in una volata ristretta davanti a Christian Scaroni (Team XDS Astana) e Micahel Storer (Team Tudor Pro Cycling). È la prima vittoria di uno spagnolo al Laigueglia
Il calendario ciclistico italiano scatta come da tradizione con il Trofeo Laigueglia, corsa di 197 km il cui percorso abbraccia per la maggior parte l’entroterra savonese e specialmente nel finale si conclude sulla riviera. Non mancano le insidie altimetriche con la prima tre quarti di corsa caratterizzata dai gpm di Cima Paravenna e di Testico. Il finale è invece vedrà protagonista il circuito conclusivo di Laigueglia da affrontare quattro volte con le altrettanto quadruple scalate di Colla Micheri e Capo Mele. La fuga di giornata, partita dopo una decina di km, vedeva la presenza di Victor Guernalec (Team Arkea B&B Hotels), Kevin Colleoni (Team Intermarchè Wanty), Asbjørn Hellemose (Team Jayco AlUla), Matteo Badilatti (Team 36.5 Pro Cycling), Mattia Bais (Team Polti VisitMalta), Odd Christian Eiking (Team UnibetTietema Rockets), Alex Tolio (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Johan Meens (Team Wagner Bazin WB) e Lorenzo Nespoli (Team MBH Bank Ballan CSB). All’inizio della prima salita verso Cima Paravenna il vantaggio dei nove battistrada sul gruppo tirato dall’UAE Team Emirates XRG era di 3 minuti 30 secondi. Dopo lo scollinamento di Cima Paravenna il Team INEOS Grenadiers dava man forte all’UAE Team Emirates Xrg in testa al gruppo e così il vantaggio della fuga iniziava a scendere. All’inizio del successivo gpm del Testico il vantaggio della fuga era di nuovo aumentato a oltre 3 minuti. Dopo lo scollinamento dal Testico anche il Team EF Education EasyPost si metteva a tirare in testa al gruppo inseguitore anche se Lukas Nerurkar, uno dei possibili protagonisti della squadra statunitense, era costretto al ritiro dopo una caduta. A 60 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era sceso a 2 minuti. A 40 km dalla conclusione dopo le prime scalate di Colla Micheri e Capo Mele restavano in testa Eiking, Bais, Badilatti, Colleoni e Tolio. I primi movimenti nel gruppo portavano la fima di Ewen Costiou (Team Arkea B&B Hotels) e Louis Barré (Team Intermarché Wanty). Igor Arrieta (UAE Team Emirates XRG) si sacrificava a tirare nelle prime posizioni di quel che restava del gruppo dei migliori. A 20 km dal traguardo erano una ventina i ciclisti in testa alla corsa. Era il momento dell’attacco di Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che trascinava con sé un indomito Christian Scaroni (Team XDS Astana). I due battistrada venivano raggiunti da Neilson Powless (Team EF Education Easy Post) e Micahel Storer (Team Tudor Pro Cycling). Dopo il quarto ed ultimo scollinamento da Colla Michieri restavano in testa Ayuso, Scaroni e Powless. Anche Storer rientrava sul terzetto di testa proprio in vista dell’ultimo km. Nella volata a quattro si imponeva Ayuso davanti a Scaroni mentre Storer era terzo e Powless Quarto. A 3 secondi di ritardo chiudeva la top five Giovanni Carboni (Team Unibet Tietema Rockets). Nella top ten si segnavano anche il settimo posto di Andrea Bettiol (Team XDS Astana) a 23 secondi di ritardo da Ayuso ed il decimo posto di Simone Gualdi (Team Intermarché Wanty) a 23 secondi di ritardo da Ayuso. Per il 22enne spagnolo dell’UAE Team Emirates XRG si tratta della seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta alla Faun Drôme Classic e sarà certamente uno degli uomini da tenere in considerazione alla prossima Tirreno – Adriatico. Per la Spagna, invece, si tratta della primo successo in questa corsa, che lo stesso Ayuso aveva già sfiorato nel 2022, quando si era piazzato secondo alle spalle dello sloveno Jan Polanc, e lo scorso anno, preceduto dal francese Lenny Martinez e dall’italiano Andrea Vendrame. Prima di lui un solo altro spagnolo era riuscito a salire sul podio a Laigueglia, quando nel 2011 Ángel Vicioso si era piazzato terzo dietro Daniele Pietropolli e Simone Ponzi.
Antonio Scarfone

Juan Ayuso vince la 62° edizione del Trofeo Laigueglia (foto: Getty Images)
VAN DER POEL, DEBUTTO COI FIOCCHI SULLE STRADE DEL BELGIO
Era il corridore più titolato al via della Ename Samyn Classic e ha mantenuto le attese: l’olandese Mathieu van der Poel, al suo esordio stagionale, ha vinto sulle strade del Belgio la Ename Samyn Classic, semiclassica vallone caratterizzata più dai numerosi tratti di pavè, comunque non terribili, che dalle salite, brevi e poco pendenti. Inevitabile l’arrivo in volata, dove il campione del mondo 2023 si è imposto alla sua maniera, senza praticamente rivali in grado di arginarne la potenza
Da sempre è marzo il mese in cui inizia veramente la stagione del ciclismo su strada. Nel mese di febbraio si disputano molte corse in luoghi più o meno esotici, come l’Australia o la penisola arabica, ma è a marzo, quando si torna a correre in Belgio, in Olanda, nel nord della Francia, che si inizia a fare sul serio. Fra le corse minori, ma ricche di tradizione, spicca la belga Ename Samyn Classic, il cui nome ricorda il suo primo vincitore, il giovane e promettente francese José Samyn, morto durante un criterium nell’estate del 1969: oltre ad aver vinto la prima edizione di questa gara, allora chiamata “Grand Prix de Fayt-le-Franc” aveva al suo attivo una tappa del Tour, da lui corso in tutto tre volte.
L’edizione di quest’anno parte dal paese di Quaregnon e dopo una prima metà pianeggiante torna indietro verso il traguardo situato nel paese di Dour, a pochi chilometri dalla partenza, dove andrà percorso quattro volte un circuito di 29 chilometri che presenta due salitelle, la Côte de la Roquette e la Côte des Nonnettes, peraltro corte e tutt’altro che ripide. I veri problemi verranno dai numerosi tratti in pavé, ben 22: forse non basteranno per impedire che la corsa si decida in volata, come è sempre accaduto nelle ultime cinque edizioni, ma la presenza di Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), al suo esordio stagionale, fa ben sperare; da tener d’occhio è anche il giovane talento belga Arnaud De Lie (Lotto), che ha già una trentina di vittorie al suo attivo in carriera e quest’anno ha già vinto una tappa all’Étoile de Bessèges, un mese fa. Doveva essere presente anche il vincitore della scorsa edizione, il passista belga Laurenz Rex (Intermarché – Wanty), che però ha dovuto rinunciare poco prima della partenza a causa di una “malattia” non specificata.
La corsa, lunga in tutto 199 chilometri, parte alle 12,35. Il tempo è ottimo; non fa caldo, ma la temperatura supera comunque i 10 gradi. Una caduta nelle fasi iniziali raffredda un po’ gli entusiasmi dei corridori e, anche se le sue conseguenze non sono serie, la fuga di giornata non parte che dopo una trentina di chilometri, con dentro otto corridori di secondo piano, dei quali il più titolato è forse il passista belga Loïc Vliegen (Wagner Bazin WB), che ha vinto due volte il Giro di Vallonia, breve corsa a tappe che si disputa proprio su queste strade poco dopo la conclusione del Tour. Il vantaggio dei fuggitivi, complice una seconda caduta in gruppo, sale lentamente sino a sfiorare i tre minuti all’ingresso del circuito conclusivo. Alle 15 gli otto corridori in fuga transitano per la prima volta sotto la linea del traguardo, dopo un primo giro in cui non è successo nulla e il distacco si è sempre mantenuto poco sotto i tre minuti, senza mai salire o scendere; nessuno tira, né davanti né dietro, e i corridori sembrano più impegnati in una scampagnata sui prati – che a differenza dei boschi da queste parti non mancano – che in una competizione ciclistica. Nel corso del secondo giro la fatica inizia a farsi sentire: ben poco succede, a parte un’ennesima caduta senza conseguenze, ma la squadra di Van der Poel comincia a tirare il gruppo, e non è un caso: quando il distacco si è dimezzato è proprio il fuoriclasse olandese ad accelerare sulla salita della Côte des Nonettes, dove si trova uno dei tratti in pavé. Inesorabilmente alle sue spalle si fa il vuoto e per qualche minuto il pubblico assapora la grande impresa. Ma il tratto difficile non è lungo e il tentativo dell’olandese serve solo a saggiare il terreno, anche perchè il gruppo si ricompatta ben presto. In compenso questa azione fa calare ulteriormente il vantaggio dei fuggitivi, rimasti in sette, che transitano alla fine del secondo giro con soli 20 secondi di vantaggio. La loro sorte è ormai segnata e dopo un altro paio di chilometri il gruppo, adesso allungato, è di nuovo compatto. Nel terzo giro non succede molto, tranne una nuova accelerazione di Van der Poel che allunga notevolmente il gruppo. Lungo la discesa della Côte de la Roquette, sotto la spinta del giovane francese Axel Huens (Unibet Tietema Rockets) si forma un nuovo gruppetto di fuggitivi, in tutto nove corridori di secondo piano: il più titolato è probabilmente Taco van der Hoorn (Intermarché – Wanty, una vittoria nella corsa un tempo nota come Parigi-Bruxelles, e una tappa al Giro). La fuga acquista consistenza col passare dei chilometri e il terzo e penultimo passaggio dal traguardo vede i nove transitare con una trentina di secondi sul gruppo. Il vantaggio non è enorme, ma i nove sembrano crederci e non vengono ripresi che a metà dell’ultimo giro, sotto la spinta degli uomini dell’Arkéa – B&B Hotels, della Uno-X Mobility e della Lidl – Trek. L’ultima fuga degna di questo nome si verifica a 6 chilometri dall’arrivo, quando ci provano in tre, fra i quali il giovane belga Alec Segaert (Lotto), più volte campione europeo (Under 23) a cronometro, ma in pochi minuti il gruppo è di nuovo compatto. Neanche l’ultimo tratto di pavé, a 2 chilometri dal traguardo, riesce a fare selezione, anche se il gruppo si divide in due tronconi. L’arrivo a ranghi quasi compatti è inevitabile, ma nessun velocista di rango ha preso il via stamattina, per cui la vittoria arride proprio a Van der Poel, che non ha problemi a lanciare una volta lunga alla quale nessuno può resistere. Il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step), già secondo pochi giorni fa all’Omloop Het Nieuwsblad (una volta Het Volk), è secondo anche oggi. Terzo il francese Emilien Jeannière (Team TotalEnergies), solo 14esimo De Lie. Primo degli italiani è il giovane gregario dell’Astana Alessandro Romele.
La gara non è stata tra le più appassionanti, anche perché il percorso, privo di vere salite e di tratti di pavé davvero impegnativi, non permetteva più di tanto. Van der Poel, vincendo all’esordio stagionale col minimo sforzo, sembra volerci ricordare il noto proverbio che recita “il buongiorno si vede dal mattino”. Pogacar, che ha nel mirino la Sanremo, il Fiandre, e forse anche la Roubaix, è avvertito.
Andrea Carta

Van der Poel vince l'edizione 2025 della Ename Samyn Classic (Getty Images)
MAGNUS CORT CHIUDE IN BELLEZZA, DEREK GEE TRIONFA ALLA O GRAN CAMIÑO 2025
Magnus Cort conquista la tappa finale della O Gran Camiño 2025 con una volata perfetta a Santiago di Compostela, firmando il terzo successo in questa edizione. Derek Gee controlla la corsa e si aggiudica la classifica generale davanti a Davide Piganzoli e allo stesso Cort. Il canadese si porta a casa anche la classifica degli scalatori, mentre il danese vince la maglia a punti.
La O Gran Camiño 2025 si conclude con il sigillo di Magnus Cort, che chiude la corsa con un incredibile tris di vittorie di tappa. Il danese della Uno-X Mobility si è imposto anche nella frazione finale con arrivo a Santiago di Compostela battendo in volata Carlos Canal della Movistar e Giovanni Lonardi della Polti-VisitMalta. A seguire si sono classificati César Macías della Petrolike, Mirco Maestri della Polti-VisitMalta, Xavier Cañellas della Anicolor-Tien21, Davide Piganzoli della Polti-VisitMalta, Francisco Joel Peñuela della Caja Rural-RGA, José Antonio Prieto della Petrolike e Thomas Pesenti della Soudal-Quick Step.
La classifica generale ha visto il successo di Derek Gee della Israel-Premier Tech, che ha controllato la situazione senza problemi nell’ultima frazione e ha potuto festeggiare il trionfo. Il canadese ha chiuso con 35 secondi di vantaggio su Piganzoli e 38 su Cort, che grazie agli abbuoni ha conquistato il terzo gradino del podio. Seguono in classifica Iván Cobo della Kern Pharma a 1 minuto e 15 secondi, Eric Fagúndez della Burgos-Burpellet-BH a 1 minuto e 34 secondi, Sergio Geovani Chumil della Burgos-Burpellet-BH a 1 minuto e 53 secondi, Jefferson Cepeda della Movistar a 1 minuto e 56 secondi, Viktor Soenens della Soudal-Quick Step a 1 minuto e 59 secondi, Mauri Vansevenant della Soudal-Quick Step a 2 minuti e 2 secondi e Johannes Kulset della Uno-X Mobility a 2 minuti e 22 secondi.
L’ultima tappa è stata caratterizzata da un avvio molto combattuto, con numerosi tentativi di fuga. Dopo vari attacchi rintuzzati dal gruppo, una fuga di nove uomini è riuscita a prendere il largo. Clément Braz Afonso (Groupama – FDJ), Fredrik Dversnes (Uno-X Mobility), Mats Wenzel (Equipo Kern Pharma), Martin Marcellusi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Josh Burnett (Burgos Burpellet BH), Nicolás Alustiza (Euskaltel – Euskadi), Rafael Reis (Anicolor / Tien 21), Pedro Pinto (Efapel Cycling) e Asier Pablo Gonzalez (Illes Balears Arabay) hanno guadagnato fino a due minuti di vantaggio, ma la Israel-Premier Tech ha tenuto la situazione sotto controllo. La prima scalata all’Alto de Lampai ha visto un tentativo in solitaria di Marcellusi, ripreso poco dopo da Burnett, Dversnes e altri attaccanti. Sui settori sterrati che caratterizzavano il tratto successivo la Soudal-Quick Step ha aumentato il ritmo, riducendo progressivamente il vantaggio dei fuggitivi. A dodici chilometri dal traguardo il gruppo si è ricompattato, dando il via a una serie di nuovi scatti. Luca Paletti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ha provato un’azione solitaria, ma la Uno-X ha chiuso ogni varco per preparare lo sprint a Cort.
Negli ultimi chilometri ha provato ad attaccare anche il leader della classifica Gee, ma la Uno-X ha annullato ogni tentativo e ha lanciato alla perfezione il danese, che si è imposto con una volata irresistibile su Canal e Lonardi. Per Cort si è trattato del terzo successo di tappa in questa edizione, a conferma del suo ottimo stato di forma. Giovanni Lonardi, terzo anche nella tappa inaugurale, ha commentato così la sua prova: “La tappa è stata super tirata, c’è stato tanto nervosismo. sono riuscito a tenere duro, ma sapevamo che Cort era favorito. Ho provato a tenergli la ruota, l’ho perso alla fine ma in questo momento è davvero difficile batterlo perchè sta davvero bene. Puntavo al secondo posto ma sono rimasto un po’ chiuso. La settimana? In generale il morale è alto, la condizione è buona e così adesso andiamo alla Tirreno”. Il premio di corridore più combattivo della giornata è andato a Martin Marcellusi, protagonista della fuga, che ha dichiarato: “L’obiettivo di oggi della squadra era quello di entrare in fuga e provare a fare il colpo. Io ho sfruttato la tappa anche per testare un po’ la gamba visto che la condizione è buona. Purtroppo davanti non c’era grande collaborazione tant’è che ho provato anche ad andar via da lontano ma era impossibile. Però ci abbiamo provato, mi consolo con il riconoscimento di più combattivo. Prossime corse? Sarò in gara al Laigueglia, Tirreno-Adriatico e poi quasi sicuramente la Sanremo. Esco da questa O Gran Camiño consapevole dei miei mezzi: dopo il 2° posto a Maiorca ho fatto un altro secondo posto qui che dimostra che posso esserci. Come ho già detto, da adesso in poi, correrò in modo differente”.
La O Gran Camiño 2025 si chiude così con il trionfo di Derek Gee, che si conferma corridore solido e maturo. Oltre al successo in classifica il canadese si è portato a casa anche la classifica degli scalatori precedendo Ander Okamika della Burgos-Burpellet-BH e Chumil. Cort grazie ai tre successi di tappa ha, invece, conquistato la classifica a punti, battendo Piganzoli e lo stesso Gee. Il miglior giovane è stato Viktor Soenens della Soudal-Quick Step, mentre la migliore squadra è risultata la Burgos-Burpellet-BH.Magnus. Ora lo sguardo si sposta sulle prossime gare, con molti protagonisti di questa corsa attesi alla Tirreno-Adriatico e alla Milano-Sanremo.
Mario Prato

Magnus Cort trionfa nell'ultima tappa della corsa galiziana (foto Lavandeira / EFE)
DRÔME CLASSIC, ASSOLO DI AYUSO
Juan Ayuso trionfa nella classica animata da un appassionante duello a distanza con Mathias Skjelmose
L’azione decisiva è arrivata a circa 40 chilometri dal traguardo, quando Ayuso ha sferrato un attacco deciso sul Col de la Grande Limite. Mathias Skjelmose (Lidl-Trek) ha reagito dopo qualche esitazione, riducendo il distacco fino a 20 secondi, ma nel finale lo spagnolo ha trovato le energie per consolidare il suo vantaggio e tagliare per primo il traguardo di Étoile-sur-Rhône, conquistando così il suo primo successo della stagione 2025.
Alle loro spalle, Ben Tulett (Visma | Lease a Bike) ha saputo imporsi nello sprint del gruppo, chiudendo in terza posizione sulla Côte Chaude e completando così il podio. Buona prestazione anche per Andrea Bagioli (Lidl-Trek), che ha terminato quinto, mentre Lorenzo Fortunato (XDS Astana) si è assicurato un posto nella top ten.
Lorenzo Alessandri

Juan Ayuso esulta in solitaria. Photo Credit: Getty Images
JASPER PHILIPSEN SENZA RIVALI ALLA KUURNE-BRUXELLES-KUURNE
Pilotato alla perfezione dai suoi compagni di squadra, Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceunick) non lascia scampo agli avversari e vince con autorità la KBK 2025 davanti ad Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) ed Hugo Hofstetter (Team Israel Premier Tech)
La Kuurne – Bruxelles – Kuurne si conferma corsa di difficile lettura con la parte centrale disseminata di strappi, nell’ordine Tiegemberg, Volkegemberg, Boembeek, Bossenaarstraat, Berg Ten Houte, La Houppe, Hameau des Papins, Le Bourliquet, Mont Saint-Laurent, Kruisberg, Hotond, Côte de Trieu, Kluisber. Ad essi si aggiungono quattro tratti in pavè ovvero Holleweg, Maarke-Kerkem, Etikhove e Kortrijk-Bellegem. Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) prova a confermarsi dopo la vittoria del 2024 anche se finora, dopo la stagione del cross, il ciclista belga deve ancora carburare ed ha all’attivo solamente un secondo posto nella cronometro individuale della Volta ao Algarve. La schiera dei velocisti è anch’essa agguerrita con alcuni nomi di primissimo ordine come, per citarne alcuni, Tim Merlier (Team Soudal Quick Step), Jonathan Milan (Team Lidl Trek), Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike), Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), Arnaud Demare (Team Arkea B&B Hotels), Arne Marit (Team Intermarchè Wanty), Jordi Meeus (Team Redbull BORA Hansgrohe) e Søren Wærenskjold (Team Uno X Mobility), ieri vittorioso alla Omloop het Nieuwsblad. La fuga,partita dopo una trentina di km, era formata da sette ciclisti ovvero Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Huub Artz (Team Intermarché – Wanty), Ward Vanhoof(Team Flanders – Baloise), Marius Mayrhofer (Tudor Pro Cycling Team), Tomáš Kopecký (Team Unibet Tietema Rockets), Ceriel Desal e Axandre van Petegem (Team Wagner Bazin WB). Dopo 60 km il vantaggio dei sette battistrada sul gruppo inseguitore era di 4 minuti e 30 secondi. A 95 km dalla conclusione un contrattacco di Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Timo Kielich (Team Alpecin Deceuninck) e Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates XRG) provava a scombinare i piani dei velocisti. I tre contrattaccanti venivano però ripresi nel giro di una decina di km. Il gruppo, aumentando l’andatura, vedeva contemporaneamente ridursi il suo ritardo nei confronti dei sette battistrada. A 55 km dalla conclusione dopo un forcing della Visma Lease a Bike ed alcuni attacchi solitari in testa restavano De Bondt, Vanhoff, Mayrhofer, Kopecký, Desal e Van Petegem ai quali si erano aggiunti Tim Wellens (UAE Team Emirates XRG) e Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Alle spalle dei battistrada si erano avvantaggiati Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) e Roger Adrià (Team Redbull BORA Hansgrohe). Sotto la spinta della Lidl Trek e della Soudal Quick Step Van Aert ed Adrià venivano ripresi a 50 km dalla conclusione. Desal, Wellens, Mayrhofer e De Bondt erano gli ultimi a resistere all’impetuoso ritorno del gruppo. A 11 km dalla conclusione il gruppo tornava compatto ed era forte di una ottantina di unità. L’Alpecin Deceuninck era la squadra che lavorava meglio nel lanciare la volata al suo capitano e Philipsen non si faceva pregare andando a vinvere nettamente davanti ad Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) ed Hugo Hofstetter (Team Israel Premier Tech). Chiudevano la top five Arne Marit (Team Intermarchè Wanty) in quarta posizione e Rick Pluimers (Tudor Pro Cycling Team) in quinta posizione, mentre Jonathan Miola (Team Lidl Trek) era soltanto sesto. Per Philipsen è la prima vittoria stagionale ed un buon viatico per la Milano – Sanremo, dove tornerà per difendere la vittoria del 2024.
Antonio Scarfone

Jasper Philipsen vince la KBK (foto: Getty Images)
O GRAN CAMIÑO 2025: SERGIO CHUMIL SORPRENDE TUTTI A O CEBREIRO, GEE CONSOLIDA LA LEADERSHIP
Sergio Chumil sorprende tutti nella quarta tappa della O Gran Camiño 2025 battendo in volata il leader della corsa Derek Gee. Il canadese della Israel-Premier Tech, però, consolida la sua maglia gialla aumentando il vantaggio in classifica generale su Davide Piganzoli e Magnus Cort Nielsen. Domani il gran finale a Santiago di Compostela con sei settori di sterrato che potrebbero riservare sorprese.
Colpo di scena nella quarta tappa della O Gran Camiño 2025, dove a sorpresa ha tagliato per primo il traguardo Sergio Chumil (Burgos-Burpellet BH), campione nazionale del Guatemala, che ha conquistato la vittoria precedendo in volata il leader della corsa Derek Gee (Israel-Premier Tech).
Alle loro spalle, a completare la top ten di giornata, sono arrivati Davide Piganzoli (Polti-VisitMalta) a 18″, Jefferson Cepeda (Movistar) a 19″, David Jesús Peña (AP Hotels & Resorts-Tavira) a 41″, Magnus Cort (Uno-X Mobility) a 42″, Eric Fagúndez (Burgos-Burpellet-BH) a 42″, Jonathan Klever Caicedo (Petrolike) a 42″, Viktor Soenens (Soudal-Quick Step) a 43″ e Mauri Vansevenant (Soudal-Quick Step) a 44″.
Nonostante il secondo posto di tappa, Gee ha così incrementato il suo vantaggio in classifica generale grazie agli abbuoni e al distacco inflitto ai rivali. Ora il canadese guida la corsa con 37″ su Piganzoli e 49″ su Cort . Seguono Iván Cobo (Kern Pharma) a 1′14″, Eric Fagúndez (Burgos-Burpellet-BH) a 1′33″, Cepeda a 1′48″, Soenens a 1′51″, Chumil a 1′52″, Vansevenant a 2′01″ e Johannes Kulset (Uno-X Mobility) a 2′14″.
A differenza delle precedenti frazioni in linea, gli attacchi iniziali non si sono concretizzati in tentativi di fuga. Il gruppo ha viaggiato compatto fino al traguardo volante di Sarria, vinto dall’ex leader della classifica Cort. Subito dopo è partita l’azione di Fredrik Dversnes (Uno-X) e Unai Esparza (Illes Balears Arabay), che hanno guadagnato fino a 1′40″ prima della reazione della Israel-Premier Tech.
Sulle rampe del primo GPM di giornata, l’Alto Fonte da Saúde, la fuga si rimescola grazie all’ingresso di nuovi attaccanti, tra i quali si segnalano Matteo Scalco (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) e Ander Okamika (Burgos-Burpellet BH); ma anche in questo caso il gruppo inseguitore tiene tutto e tutti sotto controllo. Anche un successivo tentativo di Kulset, Vansevenant, Alessandro Tonelli (Polti-VisitMalta), Josh Burnett (Burgos-BH-Burpellet) e Samuel Fernandez (Caja Rural-Seguros RGA) viene neutralizzato sulla salita dell’Alto a Pitinidoira, l’ascesa più impegnativa della tappa.
A quel punto il leader della classifica Gee prende in mano la corsa e imprime un ritmo sostenuto che screma il gruppo, portandosi dietro solo Chumil. I due scollinano con 10″ su Cepeda e Piganzoli, mentre Cort perde progressivamente terreno fino a sfiorare il minuto di ritardo. Sulla salita che conduce verso il traguardo il vantaggio dei due si assottiglia, ma Chumil e Gee riescono a difendere il margine di sicurezza che gli consentirà di giocarsi la vittoria allo sprint, dove il guatemalteco beffa il canadese per pochi centimetri.
Alle loro spalle, Piganzoli strappa l’abbuono del terzo posto a Cepeda, mentre Cort, con il sesto posto a 42″, scivola in terza posizione in classificas.
Il verdetto finale della O Gran Camiño 2025 arriverà domani nella tappa conclusiva con arrivo a Santiago di Compostela. Se le gerarchie sembrano ormai definite, gli insidiosi sei settori in sterrato previsti nel finale potrebbero scardinale la classifica, regalando un ultimo colpo di scena.
Mario Prato

Chumil vince a sorpresa la tappa regina della corsa iberica (foto Iraia Calvo, www.marca.com)
GREGOIRE VINCE LA FAUN ARDECHE CLASSIC, ENNESIMO CAOS NEL FINALE PER UN ERRORE DI PERCORSO
Romain Grégoire vince la classica francese, ma con un nuovo caso di sbaglio di strada nel finale
L’Ardeche ospita una delle corse più impegnative di questa prima parte di stagione, su percorsi che tra qualche mese vedranno protagonisti gli Europei.
La fuga si forma subito con sette uomini ma il gruppo principale non concede troppo spazio, mantenendo il distacco intorno ai due minuti. Lo scenario rimane invariato fino agli ultimi 25 km, quando il plotone affronta la salita verso Saint Romain de Lerps, il tratto più duro del percorso, decisivo per il ritorno della corsa a ranghi compatti.
Ripresi i battistrada del mattino iniziano gli scatti: tra i più attivi ci sono Aurelien Paret-Peintre, Romain Gregoire e Juan Ayuso. Nessuno però riesce a prendere un vantaggio significativo, fino a quando Lorenzo Fortunato accelera e si porta in testa. Alle sue spalle il ritmo aumenta, ma l’italiano riesce a scollinare con circa 30 secondi di margine a 20 km dall’arrivo.
In discesa però il gruppo inseguitore, composto da circa venti corridori, recupera terreno e riduce il gap prima dello strappo del Val d’Enfer. L’azione di Fortunato si esaurisce a 7 km dal traguardo quando Enric Mas, in gran spolvero, lo raggiunge e stacca insieme a Marco Brenner. I due affrontano l’ultima salita con pochi secondi di vantaggio su un gruppetto comprendente Gregoire, Hirschi, Ayuso e Scaroni.
A 2 km dal termine anche questa coppia viene riassorbita, lasciando una dozzina di uomini a giocarsi la vittoria. Tuttavia, un errore di percorso manda fuori strada metà dei corridori, spianando la via al successo solitario di Romain Gregoire. Dietro di lui si piazzano Brenner e Fortunato, seguiti da Champoussin, Scaroni e poi gli sfortunati atleti finiti fuori rotta: Skjelmose, Romo, McNulty, Mas e Ayuso.
Lorenzo Alessandri

Gregoire esulta in solitaria. Photo Credit: Getty Images
SØREN WÆRENSKJOLD SPAZZA VIA TUTTI DI RUOTA ALLA OMLOOP NIEWSBALD
Dopo una volata confusa Søren Wærenskjold piazza la sua ruota prima di tutti sulla liena del traguardo della Omloop Niewsbald 2025, niente da fare per Jasper Philpsen (Alpecin Deuceuninck) terzo e Wout Van Aert (Visma-Lease Bike) fuyori dalla top 10, chiude in seconda posizione invece Paul Magnier (Soudal Quick-Step).
La Omloop Nieuwsblad 2025 entra subito nel vivo grazie alla fuga che si viene a formare subito dopo il chilometro zero promossa da Giosuè Epis (Arkéa-B&B Hotels), Elmar Reinders (Team Jayco AlUla), Enzo Leijnse (Team Picnic PostNL), Julius Van Den Berg (Team Picnic PostNL), Victor Vercouillie (Team Flanders – Baloise) e Hartthijs De Vries (Unibet Tietema Rockets). Il sestetto in testa immagazzina subito un vantaggio importante che supera di poco i 6’ che si riduce a 5’ a causa di un passaggio a livello abbassato e qui a queste latitudini quando passa una corsa ciclistica non è una novità. Il gruppo si inizia ad organizzare grazie soprattutto alla Visma-Lease Bike che riesce a rosicchiare in una ventina di chilometri circa 1’ nel tratto in pavè di Paddestraat. Il vantaggio dei sei al comando quindi si attesta adesso a 4’ con la corsa che tra transita dal successivo tratto in pavè di Haaghoek, successivamente il muro di Leberg con pendenze in doppia cifra causa la rottura del gruppo inseguitore in due tronconi, dopo lo scollinamento il gruppo si ricompatta con la fuga che nel frattempo ha riacquistato qualche secondo, il gaop è di 4’:45”. Dietro la corsa vive un momento di calma, troppa quiete, non c’è una squadra che prende in mano l’inseguimento e tutto giova ai fuggitivi che nel percorrere una trentina di chilometri poco dopo la metà tappa si portano ad un vantaggio massimo di 7’:40”. Le maglie gialle della Visma-Lease Bike allora ritornano in testa per l’inseguimento che nei settori di pavè successivi vedono anche l’aiuto della UAE Team Emirates XRG e della Alpecin-Deceuninck nonché anche della Tudor Pro Cycling. Il lavoro delle squadre fin qui attese porta i frutti sperati, infatti i sei al comando perdono terreno, cronometrati a 4’:50”. A meno 60 Km dall’arrivo anche la Bora-hansgrohe si porta in testa a dare una mano, la velocità di chi insegue è altissima e si fa fatica a tenere le ruote del gruppo, addirittura Edoardo Affini, in testa, prova a lanciare il compagno Matthew Brennan a cui si riescono ad agganciare Tim Van Dijke (Red Bull – BORA – hansgrohe) e Vito Braet (Intermarché-Wanty). Il terzetto riesce ad avvantaggiarsi ma è, in pratica, a bagnomaria tra chi insegue e la testa della corsa, i tre sono riassorbiti dal gruppo. A meno 50 prova l’azione Joshua Tarling (Ineos Grenadiers), il forte passista riesce a portarsi a 1’ dalla testa della corsa, prova ad emularlo anche Rasmus Søjberg Pedersen (Decathlon AG2R La Mondiale), che guadagna a sua volta una ventina di secondi sul gruppo ma viene poco dopo ripreso dal plotone. In testa si porta la Alpecin – Deceuninck che in vista del Molenberg, alza in ritmo causando la frattura del gruppo in più tronconi. Nonostante questo frazionamento i gruppetti, con tutti gli uomini più attesi, riescono a ricompattarsi, il gruppo una volta riorganizzatosi dà nuova energia all’inseguimento che va a concretizzarsi sul Berendries, il primo ad essere ripreso è Tarling poi i sei fuggitivi della prima ora di corsa. Grande impulso al ricongiungimento è stato dato dalla Alpecin- Deucenickè che resta in testa alla corsa, all’orizzonte il Muro di Grammont che è indegisto ad uno dei favoriti di giornata ovvero Arnaud De Lie (Lotto), mentre Tim Wellens (UAE Team Enirates XRG) si porta in testa alla corsa il belga è seguito da Mathias Vacek (Lidl-Trek), alla coppia si accodano poco dopo da Samuel Watson (Ineos Grenadiers), Matteo Jorgenson (Visma-Lease a Bike), Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling), Wout Van Aert (Visma|Lease a Bike) e Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck). Un altro gruppetto riesce a ricongiungersi in testa, questo è formato da: Tim Van Dijk (Red BUll – Bora – hansgrohe), Laurenz Rex (Intermarché-Wanty), Paul Magnier (Soudal Quick-Step), Fred Wright (Bahrain Victorious), Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Lewis Askey (Groupama-FDJ), Jhonatan Narváez (UAE Team Emirates XRG), Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), Marco Haller (Tudor Pro Cycling Team), Rick Pluimers (Tudor Pro Cycling Team) e Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets). In vista del Bosberg altri corridori riescono a rientrare, qui ancora Wellens e Vacek provano ad allungare ma senza fare la differenza. In pianura prova a sorprendere tutti Stefan Kung (Groupama-FDJ), Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling) ha un attimo di esitazione che non riesce, seppur bravo nell’intenzione, a tenere le ruote dello svizzero che diventa la testa della corsa. Le squadre dei velocisti, inizialmente sorprese, riesco ben presto ad organizzarsi quando Kung, intanto, ha guadagnato una ventina di secondi. Ed è allora che Alpecin-Deceuninck, Soudal Quick-Step e Visma-Lease a Bike riescono così a chiudere sull’ex campione europeo a cronometro proprio in vista dell’ultimo chilometro. La volata sembra non essere lanciata, troppi uomini sono al vento sul lato sinistro della sede stradale, come Wout Van Aert (Visma-Lease Bike), il treno giusto è sulla destra da dove sbucano Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility), Paul Magnier (Soudal Quick-Step) e Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) è proprio l’uomo della Uno X Mobility a vincere una volata “non volata” resa confusa dall’assenza di una squadra predominate nelle fasi finali della corsa, secondo Magnier terzo Philipsen quarto Brent Van Morer (Lotto), quinto Smuel Watson (Ineos Grenadiers). Gran bella soddisfazione per la promettente Uno X Mobility grazie al successo di Wærenskjold in cui per i nostri atleti segnaliamo l’ottava posizione di Vincenzo Albanese (EF-Education-EasyPost).
Antonio Scarfone

Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility) sulla sinistra va a vincere la Omloop Niewsblad 2025
O GRAN CAMIÑO 2025: DEREK GEE DOMINA LA CRONOMETRO E CONQUISTA LA MAGLIA DI LEADER
Derek Gee domina la cronometro della O Gran Camiño 2025, conquistando la vittoria sui 15,6 km da percorrere tra Orense e Pereiro de Aguiar e prendendosi la leadership della classifica generale. Ottima prova per Davide Piganzoli, secondo di giornata e ora terzo in classifica a 17” dal canadese. Magnus Cort scende al secondo posto con un ritardo di 5”. Domani attesa la dura tappa con arrivo a O Cebreiro.
Derek Gee si impone nella cronometro della O Gran Camiño 2025 sfornando una prestazione straordinaria. Il canadese della Israel-Premier Tech ha coperto i 15,6 chilometri da Orense a Pereiro de Aguiar nel tempo di 23’17”, mantenendo una velocità media di 40,1 km/h. Il percorso, con un GPM di terza categoria nella prima parte, si è rivelato impegnativo ma Gee ha saputo interpretarlo al meglio. Grazie a questa vittoria il canadese ha scalzato Magnus Cort (Uno-X Mobility) dalla vetta della classifica generale, con il danese che, nonostante il quarto posto di giornata, scende in seconda posizione con un ritardo di soli 5 secondi.
Ottima la prova di Davide Piganzoli (Polti VisitMalta), che con un’eccellente prestazione si è piazzato secondo, superando le aspettative e guadagnando diverse posizioni in classifica. Ora si trova a soli 17” da Gee e nelle rimanenti due tappe sarà coinvolto nella lotta per il successo finale. Terzo al traguardo Maxime Decomble (Equipe Groupama-FDJ), seguito per l’appunto da Cort, mentre Iván Cobo (Equipo Kern Pharma) ha chiuso in quinta posizione. Seguono Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi), Urko Berrade (Equipo Kern Pharma), Fredrik Dversnes (Uno-X Mobility), Hugo Houle (Israel – Premier Tech) e Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA).
Anche gli altri italiani si sono messi in luce, con Federico Savino (Soudal – Quick-Step Team) che ha ottenuto il 14° posto, Marco Frigo (Israel – Premier Tech) che ha chiuso 15°, Luca Paletti (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) 16° e Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta) 19°.
Come abbiamo già detto, grazie a questa vittoria Gee si prende la leadership della classifica generale, con Magnus Cort che ora segue a 5” di distanza. Terzo è Piganzoli a 17”, mentre Iván Cobo e Maxime Decomble si trovano rispettivamente a 27” e 39” dal canadese.
Domani i corridori affronteranno la tappa altimetricamente più impegnativa tappa, che si snoderà per 137 tra A Pobra do Brollón e la località di O Cebreiro, situata non distante dal punto più elevato del celebre Cammino di Santiago. I primi 80 chilometri saranno relativamente tranquilli, ma gli ultimi 60 metteranno a dura prova gli atleti con una serie di salite impegnative: Alto de Campo do Arbre, Alto de Catro Ventos, Alto da Pintinidoira e infine l’ascesa verso O Cebreiro. Con oltre 3000 metri di dislivello, questa frazione potrebbe essere decisiva per la classifica generale, anche se gli sterrati dell’ultimo giorno potrebbero ancora rivoluzionare tutto.
Mario Prato

Il canadese Gee in azione nella crono della O Gran Camiño (foto EFE)

