CALEB EWAN VINCE IN VOLATA A LODOSA. MAX SCHACHMANN RESTA IN MAGLIA GIALLA
Il contratto firmato a fine gennaio con la nuova squadra fa bene a Caleb Ewan (Team INEOS Grenadiers) che vince per la seconda volta in stagione nel giro di due settimane. A Lodosa l’australiano batte in volata Luca van Boven (Team Intermarchè Wanty) e Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) resta leader della classifica generale
La seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi è lunga poco meno di 187 e collega le località Pamplona a Lodosa. L’organizzazione ha leggermente modificato il percorso visto che l’Alto de la Oliva è stato sostituito con l’Alto San Martin Unx, ma lo spartito tattico della tappa non dovrebbe cambiare più di tanto con il velocisti che restano i favoriti per la vittoria. Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) parte da Pamplona con la maglia di leader della classifica generale. La fuga partiva subito dopo la partenza grazie all’azione di Xabier Isasa (Team Euskaltel Euskadi), Tobias Bayer (Team Alpecin Deceuninck), Diego Uriarte (Team Kern Pharma), Sinuhé Fernandez (Team Burgos Burpellet BH) e Julien Arriola-Bengoa (Team Caja Rural Seguros RGA). Uriarte scollinava in prima posizione sul gpm di San Martin Unx posto al km 47.8. Bayer si aggiudicava il primo traguardo volante posto al km 125. Il ciclista austriaco vinceva anche il secondo traguardo volante di Allo posto al km 145.7. Le squadre più impegnate all’insegumento dei cinque battistrada erano la Visma Lease a Bike e la Soudal Quick Step. Arriola-Bengoa era il primo ciclista della fuga a rialzarsi. A 10 kmdalla conclusione i quattro battistrada avevano 28 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Isasa aumentava il ritmo e restava da solo in testa a circa 5 km dalla conclusione. Lo spagnolo veniva ripreso a 2 km dalla conclusione. Ritrovando la freschezza dei bei tempi Caleb Ewan (Team INEOS Grenadiers) vinceva abbastanza nettamente davanti a Luca van Boven (Team Intermarchè Wanty) e Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Chiudevano la top five Thibaud Gruel (Team Groupama FDJ) in quarta posizione e Iúri Leitão (Team Caja Rural – Seguros RGA) in quinta posizione. Per Ewan è la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta nella prima tappa della Settimana Internazionale di Coppi & Bartali. La classifica generale resta invariata nelle primissime posizioni con Schachmann in maglia gialla davanti a Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Domani è in programma la terza tappa da Zarautz a Beasain di 156.6 km. Un saliscendi continuo attende i ciclisti visto che sono ben sette i gpm da scalare. Gli ultimi due – Gainza e Lazkaomendi – sono anche i più duri avendo punte che superano ampiamente il 10% di pendenza. La classifica generare inizierà a scremarsi ed emergeranno coloro che vorranno puntare davvero alla vittoria finale del Giro dei Paesi Baschi.
Antonio Scarfone

Caleb Ewan vince a Lodosa (foto: Getty Images)
SCHACHMANN TAPPA E MAGLIA A VITORIA-GASTEIZ. IL TEDESCO SORPRENDE CICLISTI PIU’ QUOTATI
Una tiratissima cronometro d’apertura al Giro dei Paesi Baschi vede la vittoria di Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) che batte per pochi decimi di secondo Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG). Terzo a 1 secondo di ritardo Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Schachmann è la prima maglia gialla
Il Giro dei Paesi Baschi 2025 si apre con una cronometro individuale di 16.5 km a Vitoria-Gasteiz Il percorso è quasi completamente pianeggiante se si esclude il piccolo dentello di Arzubiaga, valido anche come GPM di terza categoria, lungo 900 metri al 2.4%. Oggi si definirà subito, a grandi linee, la classifica generale con una schiera di ciclisti che possono puntare alla vittoria, in assenza di mostri sacri come Pogacar, Roglic e Vingegaard. Ebbene, è stata una delle cronometro più incerta degli ultimi anni con ben tre ciclisti che hanno tagliato la linea d’arrivo con lo stesso tempo e l’organizzazione ha dovuto ricirrere ai decimi di secondo per stilare la classifica di tappa. A vincere è stato Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) con il tempo di 18 minuti e 37 secondi. Il secondo piazzato, Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), ha fatto ‘peggio’ del tedesco per soli 26 decimi di secondo, mentre Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) si è piazzato in terza posizione con 48 decimi di secondo di ritardo da Schachmann, poi convertiti per difetto a 1 secondo di ritardo. Hanno chiuso la top five Ethan Hayter (Team Soudal Quick Step) in quarta posizione con 6 secondi di ritardo da Schachmann ed Aleksandr Vlasov (Team Redbull BORA Hansgrohe) in quinta posizione con 10 secondi di ritardo da Schachmann. Da segnalare che i primi 48 ciclisti all’arrivo sono racchiusi in un minuto perciò ancora è tutto in ballo. Per Schachmann è la prima vittoria stagionale in maglia Soudal Quick Step. Tra i ciclisti che hanno dichiarato di voler puntare alla vittoria del Giro dei Paesi Baschi, uno dei ‘messi peggio’ è Enric Mas (Team Movistar), che deve recuperare 1 minuto e 10 secondi a Schachmann e via via tutti gli altri. Ovviamente la classifica generale ricalca quella parziale con Schacmann in maglia gialla davanti ad Almeida e Lipowitz. Domani è in programma la seconda tappa da Pamplona a Lodosa, probabilmente l’unica in cui i velocisti possono dire la loro. L’unico gpm dell’Alto de la Oliva dopo 53.4 km, oltre ad essere troppo lontano dal traguardo, non ha pendenze insuperabili e a meno del successo di una fuga a lunga gittata, saranno molto probabilmente le ruote veloci a giocarsi la vittoria di tappa.
Antonio Scarfone

Maximilian Schachmann vince la cronometro di Vitoria-Gasteiz (foto: Getty Images)
POGACAR – VAN DER POEL 1 – 1, LO SLOVENO STACCA TUTTI SUL VECCHIO KWAREMONT
aprile 6, 2025 by Redazione
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Dopo la sconfitta alla Sanremo Pogacar rende pan per focaccia al rivale olandese e stavolta, dopo molti tentativi, riesce a levarsi di ruota il più temibile avversario delle classiche di primavera. Neppure il lavoro di un fuoriclasse come Van Aert consente al gruppo inseguitore di avvicinarsi al campione del mondo, che mette in bacheca l’ottava monumento della carriera.
La sfida a a due che sta caratterizzando la stagione della classiche di primavera si ripeterà domenica prossima sui tratti di pavè della edizione 2025 della Parigi-Roubaix, alla quale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) parteciperà per la prima volta.
L’Inferno del Nord non presenta un percorso adatto alla caratteristiche dell’iridato ma, si sa, quando Pogacar decide di partecipare ad una corsa non lo fa per andare a fare esperienza ma punta sempre e comunque alla vittoria.
Pogacar si presenterà sulle pietre dopo aver pareggiato i conti al Giro delle Fiandre con il vincitore delle ultime due edizioni Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che lo aveva sconfitto due settimane fa alla Milano-Sanremo dopo essere riuscito a resistere agli attacchi portati dallo sloveno sulla Cipressa e sul Poggio.
La “classicissima”, però, non presenta pendenze sulle quali fare agevolmente la differenza ed è quindi difficile, anche per un fuoriclasse come Pogacar, riuscire a fare la differenza; al contrario, sui muri delle Fiandre i continui attacchi hanno alla fine sfiancato tutti e, una volta che Pogacar si è levato di ruota i più pericolosi rivali, lo sloveno si è involato verso il traguardo nonostante l’inseguimento condotto da un altro pezzo da 90 come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike)
La sfida, dunque, continua, ma oggi si è avuta una chiara dimostrazione che lo stato di forma del capitano della UAE non è, fino a questo momento, inferiore a quello dello scorso anno; anzi, il campione del mondo si sta dimostrando anche più maturo e pronto alla sfida più difficile sulle pietre.
Oggi, in corsa, Pogacar ha perso diversi compagni coinvolti in cadute ma, una volta chiuso sui tentativi di attacco da lontano, ha iniziato una girandola di scatti tutti rintuzzati da Van der Poel, fino al terzo passaggio sul vecchio Kwaremont, dove è partito in contropiede su un attacco di Van Aert, riuscendo a levarsi di ruota anche l’olandese.
A quel punto gli avversari, che si erano un po’ sfilacciati, si sono ricompattati in un quartetto che contemplava anche Jasper Stuyven e Mads Pedersen (Lidl – Trek), ma non sono riusciti a trovare un accordo e così l’inseguimento è stato condotto soprattutto da Van Aert, che ha dato l’impressione di averne di più rispetto a Van der Poel (comunque alla fine arrivato sul podio alla spalle di Stuyven, precedendo proprio il belga).
Dopo i primi cinque sono giunti al traguardo Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike) e Stefan Kung (Groupama – FDJ), ultimi superstiti del primo contrattacco, mentre Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che era stato riassorbito dal gruppo, ha conquistando l’ottava posizione; la top ten che è stata chiusa dallo spagnolo Iván García (Movistar) e dal nostro Davide Ballerini (XDS Astana Team)
Subito dopo la partenza di Bruges sono in molti a provarci, ma il tentativo buono è quello animato da Elmar Reinders (Jayco AlUla), Alessandro Romele (Astana), Connor Swift (INEOS), Rory Townsend (Q36.5), Marco Haller (Tudor), Victor Vercouille (Team Flanders), Sean Flynn e Timo Roosen (Picnic).
La UAE e la Alpecin mettono in testa i loro uomini per tenere la fuga sotto controllo. Dopo il primo muro si verifica una caduta a centrogruppo in cui resta coinvolto senza conseguenze anche Van der Poel, mentre due uomini di Pogacar (Wellens e Narvaez) escono malconci dal capitombolo andando a complicare i piani dell’iridato.
Sul Molenberg nasce un tentativo di contrattacco promosso da Ballerini al quale aderiscono anche Vito Braet (Intermarché – Wanty), Küng e Benoot. Intorno ai -100 sul terzetto si riportano Ganna, Matteo Trentin (Tudor), Daan Hoole (Lidl Trek) e Quinten Hermans (Alpecin), mentre i battistrada, che conservano solo 25 secondi di margine, vedono la loro sorte inesorabilmente segnata.
La presenza di un uomo dell’Alpecin tra i contrattaccanti fa ricadere il peso dell’inseguimento sulla UAE. Pogacar a questo punto decide si aprire le danze lungo la seconda ascesa al vecchio Kwaremont e sulle sue ruote saltano senza indugio Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Van Aert, Pedersen e Van der Poel.
Mentre davanti resistono Ganna, Ballerini, Trentin, Benoot, Hoole e Küng, tra i più immediati inseguitori infuria la battaglia sul Paterberg e sul Koppenberg, con Pogacar e Van der Poel che se le danno di santa ragione e sembrano i più brillanti.
Dopo il Koppenberg gli inseguitori si ricompattano e ai -40 raggiungono la testa della corsa, andando a formare un drappello di tredici uomini Van der Poel, Pogacar, van Aert, Ganna, Küng, Pedersen, Hoole, Stuyven, Trentin, Benoot, Jorgenson, Haller e Ballerini.
Sui successivi muri – Steenbeekdries, Taaienberg e Oude Kruisberg – Pogacar attacca a testa bassa ma trova sempre qualcuno in grado di rispondere; in particolare Van der Poel rimane da solo con lui per qualche chilometro, prima del rientro di Stuyven, Pedersen e Van Aert in vista dell’ultimo passaggio sul vecchio Kwaremont.
Il primo ad attaccare è Van Aert, ma Pogacar parte per la quinta volta e passa il belga a doppia velocità e stavolta anche Van der Poel, che pure aveva provato a rispondere, deve cedere e paga lo sforzo perché da qui in avanti non riuscirà a dar linfa al tentativo di rientro.
L’inseguimento è vano perché lo sloveno continua ad incrementare il vantaggio e va a vincere la Ronde edizione 2025 con un minuto su Stuyven, che riesce a conquistare la piazza d’onore anticipando lo sprint. Van der Poel si consola con gradino più basso del podio, come aveva fatto il suo rivale sul traguardo di Sanremo.
La sfida è di nuovo in parità e la prossima puntata sarà sulle pietre della Roubiax, dove il grande favorito sarà l’olandese vincitore delle ultime due edizioni.
Benedetto Ciccarone

Pogacar aggiunge un'altra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)
NYS SHOW A ESTELLA, ITALIA SUL PODIO CON BAGIOLI
Thibau Nys trionfa al GP Miguel Indurain davanti ad Alex Molenaar e Andrea Bagioli, firmando una grande vittoria da finisseur. Buona prestazione per gli italiani: Bagioli chiude terzo, Velasco ottavo e Zamperini è stato protagonista in fuga. Gara selettiva e spettacolare, accesa negli ultimi chilometri dalle salite navarre.
La 34ª edizione del Gran Premio Miguel Indurain, disputata oggi con partenza e arrivo a Estella lungo un percorso di 203,9 km, ha regalato emozioni e colpi di scena fino all’ultimo chilometro. A imporsi è stato il belga Thibau Nys (Lidl-Trek), autore di un’autentica prodezza da finisseur e supportato da una squadra impeccabile. Completano il podio Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) e Andrea Bagioli (Lidl-Trek), protagonista anche lui nel finale.
Si è trattato di una vittoria speciale per Nys, figlio del leggendario Sven, che al suo esordio stagionale su strada mette a segno il suo 12° successo da professionista, confermando tutto il suo talento anche fuori dal ciclocross.
La corsa è stata accesa sin dai primi chilometri dalla fuga di otto uomini: Edoardo Zamperini (Arkéa-B&B Hôtels), Jesús Herrada (Cofidis), Anthon Charmig (Astana), Alan Jousseaume (TotalEnergies), Harrison Wood (Anicolor-Tien 21), Xabier Isasa (Euskaltel-Euskadi), Jambaljamts Sainbayar (Burgos-BH) e Unai Esparza (Illes Balears-Arabay). Il loro vantaggio ha raggiunto anche i sei minuti, ma la selezione naturale delle salite navarre e il lavoro del gruppo hanno portato al loro riassorbimento a circa 13 km dall’arrivo.
Decisivo, come spesso accade in questa corsa, è stato il tratto finale con l’Alto de Muru e l’Alto de Ibarra a fare selezione. Qui si è distinto il lavoro della Lidl-Trek, prima con Bagioli, instancabile nell’accelerare il ritmo sulle rampe, e poi con l’attacco fulmineo di Nys, lanciato a 1,5 Km dal traguardo. Il belga ha staccato il terzetto di testa composto da Felix Großschartner (UAE Team Emirates), Alex Molenaar (Caja Rural – Seguros RGA) e Bauke Mollema (Lidl – Trek), regalando alla squadra di Luca Guercilena una splendida vittoria e un doppio piazzamento sul podio.
Alle spalle dei tre saliti sul podio, a 7 secondi, hanno chiuso Guillermo Silva (Caja Rural), Alex Aranburu (Cofidis) e Marc Hirschi (Tudor). Nella top 10 figurano anche Felix Großschartner (UAE), Simone Velasco (Astana), Alex Baudin (EF Education-EasyPost), Pau Miquel (Kern Pharma) e Archie Ryan (EF Education-EasyPost).
Da sottolineare anche l’ottima prova dell’italiano Zamperini tra i protagonisti della fuga di giornata, oltre all’ottavo posto finale di Simone Velasco, a conferma del buon momento del tanto vituperato ciclismo di casa nostra.
Il GP Indurain si conferma ancora una volta una classica esigente e spettacolare, riservata a scalatori e corridori completi. E oggi, in cima all’albo d’oro, brilla il nome di Thibau Nys.
Mario Prato

Nys vince la corsa intitolata a Miguel Indurain (Getty Images)
NEILSON POWLESS, VITTORIA STRABILIANTE ALLA DWARS DOOR VLAANDEREN
Epilogo inaspettato alla Dwars door Vlaanderen con la Visma Lease a Bike che sembrava poter dominare la corsa forte di tre uomini al comando – Van Aert, Benoot e Jorgenson – e invece nella volata ristretta la spunta Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) che vince la sua prima classica del Nord
La Dwars door Vlaanderen (in italiano Attraverso le Fiandre) è l’ultima corsa belga prima dell’atteso Giro delle Fiandre di domenica 6 Aprile. Nonostante le assenze di Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) e di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG), la lista partenti è di altissimo livello con Mads Pedersen (Team Lidl Trek) che guida l’elenco dei favoriti. Il ciclista danese appare uno dei più in forma del momento e punta alla vittoria dopo aver dominato la Gand – Wevelgem. Ma i suoi avversari non staranno a guardare, primi fra tutti Matteo Jorgenson e Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike). Lo statunitense difende la vittoria del 2024 mentre il belga dopo un’inizio di stagione non ancora convincente vuole mettersi alle spalle la grave caduta che proprio l’anno scorso patì in questa corsa e che lo tenne fuori dalle competizioni per due mesi. Negli ultimi anni a vincere la Dwars door Vlaanderen è sempre stato un uomo da classiche – citiamo Yves Lampaert, Mathieu van der Poel, Christophe Laporte e Matteo Jorgenson – ma alla partenza sono presenti anche forti velocisti come Tim Merlier (Team Soudal Quick Step), Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), Jonathan Milan (Team Lidl Trek), Jordi Meeus (Team Redbull BORA Hansgrohe), Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty), eccetera, eccetera, i quali potrebbero dire la loro se la corsa non dovesse essere troppo movimentata nelle fasi finali. La partenza è da Roeselare e l’arrivo è a Waregem dopo 184.2 km. La fuga di giornata si concretizzava soltanto dopo una sessantina di km grazie all’azione di Taco van der Hoorn (Team Intermarché Wanty), Joshua Giddings (Team Lotto), Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates XRG), Fabio Christen (Team Q36.5 Pro Cycling), Rasmus Søjberg Pedersen (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Ceriel Desal (Team Wagner Bazin BH), Petr Kelemen (Tudor Pro Cycling Team). Dopo il primo passaggio sul Knokteberg restavano in testa Bjerg e Pedersen mentre il gruppo inseguitore iniziava ad allungarsi. Alle loro spalle i primi inseguitori erano Joshua Tarling (Team INEOS Grenadiers), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) e Fabio van den Bossche (Team Alpecin Deceuninck). La Visma Lease a Bike aumentava l’andatura e proprio Van Aert attaccava in prima persona insieme a Jorgenson e Benoot, andando a riprendere Pedersen e Van den Bossche. Nel frattempo erano tornati sulla testa della corsa anche Powless e Bjerg. Il gruppo inseguitore tirato dall’Intermarchè Wanty era a non più di 25 secondi di ritardo quando mancavano 62 km alla conclusione. Sul secondo Knokteberg restavano in testa i tre uomini della Visma e Powless mentre il gruppo inseguitore era molto sgranato. A 50 km dalla conclusione i quattro battistrada avevano 30 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore, forte di una trentina di unità. A 41 km dalla conclusione una caduta nel gruppo inseguitore coinvolgeva Laurence Pithie (Team Redbull BORA Hansgrohe) e Nils Politt (UAE Team Emirates XRG). Intanto il vantaggio dei quattro uomini di testa aveva raggiunto i 40 secondi. A 18 km dalla conclusione il vantaggio era salito a 50 secondi. Per la vittoria sembrava ormai un discorso a quattro fra i tre della Visma e Powless. I più immediati inseguitori erano Mads Pedersen (Team Lidl Trek), Tibor Del Grosso (Team Alpecin Deceuninck), Stefan Kung (Team Groupama FDJ), Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale), Alec Segaert ed Arjen Livyns (Team Lotto), che erano ormai destinati a giocarsi il quinto posto. Nella volata, clamoroso a dirsi, Powless metteva nel sacco i tre della Visma battendo Van Aert e Benoot mentre Jorgenson era quarto. Nella volata degli sconfitti Pedersen era quinto con 45 secondi di ritardo da Powless. Non vorremmo essere nei panni del ds della Visma Lease a Bike che deve inghiottire un boccone più che amaro, a cominciare da Van Aert che sembrava poter vincere con facilità, avendo l’appoggio dei compagni di squadra. Ma il ciclismo è anche questo, onore a Powless che ci ha creduto fino alla fine e che vince la sua prima classica belga, succedendo a Jorgenson, un altro statunitense. Ed ora il pensiero va al Giro delle Fiandre, dove vedremo uno scontro frontale tra Van Aert, Van der Poel, Pedersen, Pogacar e a questo punto, per la vittoria di oggi, anche Powless.
Antonio Scarfone

Neilson Powless vince la Dwars door Vlaanderen (foto: Getty Images)
GAND – WEVELGEM, ASSOLO VINCENTE DI MADS PEDERSEN. TERZO JONATHAN MILAN
marzo 31, 2025 by Redazione
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A 56 km dalla conclusione, tra Baneberg e doppio Kemmelberg, l’ex campione del mondo accelera e se ne va tutto solo, iniziando una cavalcata trionfale che lo porterà a vincere la sua terza Gand – Wevelgem. Buon terzo posto nella volata dei battuti per Jonathan Milan (Team Lidl Trek), che si piazza alle spalle di Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck)
L’assenza di ciclisti del calibro di Van der Poel, Pogacar, Van Aert e Ganna vede una Gand Wevelgem maggiormente equilibrata, dove un mix di velocisti, finisseur e uomini da classiche possono ambire al successo. Più di tutti l’indiziato numero uno ad essere il favorito della corsa è Mads Pedersen (Team Lidl – Trek), reduce dal secondo posto alla E3 Saxo Bank Classic e vincitore della Gand Wevelgem già in due occasioni, nel 2020 e nel 2024. Si parte da Ypres e si arriva a Wevelgem dopo poco più di 250 km. Le insidie altimetriche maggiori, oltre agli inevitabili pavè, sono Monteberg, Baneberg e Kemmelberg, quest’ultimo che verrà percorso da due versanti differenti. La fuga, partita definitivamente dopo una ventina di km, era composta da nove ciclisti ovvero Sam Maisonobe (Team Cofidis), Jasha Sutterlin (Team Jayco AlUla), Marco Haller (Tudor Pro Cycling Team), Emīls Liepiņš (Q36.5 Pro Cycling Team), Victor Vercouillie (Team Flanders – Baloise), Max Walker (Team EF Education EasyPost), Rui Oliveira (UAE Team Emirates XRG), Samuel Leroux ed Alexys Brunel (Team TotalEnergies). Dopo un vantaggio massimo di quasi 4 minuti la fuga perdeva velocemente terreno sul gruppo anche perchè tra il km 90 ed il km 100 entravano di scena vento e ventagli. Tra le vittime più illustri restate nelle retrovie si segnalavano Gianni Vermeersch (Team Alpecin Deceuninck), Arnaud De Lie (Team Lotto) e Søren Wærenskjold (Team Uno X Mobility). In particolare DE Lie si ritirava dalla corsa a 192 km dalla conclusione. Una caduta all’inizio dei tratti ‘berg’ metteva fuori gioco, tra gli altri, Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates XRG), Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling) e Jordi Meeus (Team Redbull BORA Hansgrohe). Nelf frattempo Victor Campenaerts (Team Visma Lease a Bike) si univa ai battistrada in testa alla corsa. Una foratura rallentava Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), uno fra i più attivi nelle fasi calde della corsa, sempre sulle ruote di Mads Pedersen. Il doppio Kemmelberg decideva le sorti della corsa. Prima la fuga iniziava a perdere, oltre che terreno dal gruppo inseguitore, anche uomini. In secondo luogo Pedersen accelerava e si avvantaggiava sul resto del gruppo a 56 km dalla conclusione. Una volta raggiunta quel che restava della fuga, Pedersen se ne andava tutto solo. Il danese aumentava il vantaggio sul gruppo, dove tiravano Alpecin Deceuninck e Uno X Mobility. A 15 km dalla conclusione il ciclista danese aveva 1 minuto e 25 secondi di vantaggio. La cavalcata trionfale dell’ex campione del mondo si concludeva sul traguardo di Wevelgem. Treza vittoria per lui della Gand Wevelgem. Il gruppo era regolato a 49 secondi di ritardo da Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck) mentre Jonathan Milan (Team Lidl Trek) era terzo. Chiudevano la top five Alexander Kristoff (Team Uno X Mobility) in quarta posizione ed Hugo Hofstetter (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Da segnalare nella top ten il sesto posto di Davide Ballerini (Team XRD Astana). E adesso Pedersen punta al Giro delle Fiandre, dove però dovrà fare i conti anche con quei ciclisti che abbiamo elencato all’inizio, primi fra tutti Van der Poel e Pogacar.
Antonio Scarfone

Mads Pedersen vince la Gand - Wevelgem 2025 (foto: Getty Images)
PRIMOZ ROGLIC DI NOME E DI FATTO. LO SLOVENO VINCE IL GIRO DI CATALOGNA
Nella settima ed ultima tappa di Barcellona si decide tutto nel finale con Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) che spiana l’Alt de Montjuic andando a vincere in solitaria. Prova di forza dello sloveno che a questo punto diventa uno dei maggiori favoriti per il prossimo Giro d’Italia
L’ultima tappa del Giro di Catalogna d Barcellona a Barcellona è lunga poco più di 88 km e vede una prima parte pianeggiante ed una seconda, da affrontare nel consueto circuito del capoluogo catalano, in cui spiccano i sei passaggi sull’Alt de Montjuic. Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG) divente la maglia bianco verde dagli attacchi degli avversari, primo fra tutti Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) che appare già in un’ottima condizione per il Giro d’Italia. E le cose si mettevano subito bele per Roglic che vinceva il traguardo volante di Viladecans posto al km 12.6. Nel circuito finale si consumavano diversi attacchi. Uno dei primi veniva portato da Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) e da Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale) ma i due ciclisti venivano ripresi dal gruppo quasi subito. Mats Wenzel (Team Kern Pharma) faceva suo il gpm dell’At de Montjuic posto al km 43.4. Giulio Pellizzari (Team Redbull BORA Hansgrohe) vinceva il secondo posto al km 51.3. Jokin Murguialday (Team Euskaltel – Euskadi) vinceva il terzo posto al km 59.2. A 16 km dalla conclusione Roglic aumentava il ritmo e se ne andava tutto solo. Il ciclista sloveno vinceva gli ultimi tre gpm mantenendo un vantaggio sugli immediati inseguitori tra 20 e 30 secondi. Roglic vinceva in solitaria sul traguardo di Barcellona. Secondo era Laurens De Plus (Team INEOS Grenadiers) a 14 secondi di ritardo mentre Lennert van Eetvelt (Team Lotto) era terzo dietro De Plus. Chiudevano la top five Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale) in quarta posizione e Sylvain Moniquet (Team Cofidis) in quinta posizione, entrambi a 19 secondi di ritardo da Roglic. Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana), sesto, era il primo italiano all’arrivo. Roglic ribalta a sua favore la classifica generale e vince il Giro di Catalogna con 28 secondi di vantaggio su Ayuso, mentre Enric Mas (Team Movistar) è terzo a 53 secondi di ritardo. Per quanto riguarda le altre classifiche, Roglic fa il cannibale vincendo anche quella a punti e quella gpm mentre Ayuso vince quella riservata ai giovani. Infine il Team Visma Lease a Bike vince la classifica a squadre.
Antonio Scarfone

Primoz Roglic vince a Barcellona (foto: Getty Images)
SETTIMANA COPPI & BARTALI: BIS DI VINE NEL GIORNO DELLA CONSACRAZIONE DI TULETT
Il britannico Ben Tulett vince la 40a edizione della Settimana Coppi & Bartali e parla inglese anche il gradino più alto del podio della conclusiva frazione di Forlì, vinta dall’australiano Jay Vine (già primo un paio di giorni fa a Cesena)
La quinta e ultima tappa della Settimana Internazionale di Coppi e Bartali mostra nuovamente l’abilità degli organizzatori di questa corsa nell’inventare percorsi sempre diversi e impegnativi. Questa volta i corridori dovranno percorrere una specie di flipper, nei 133 chilometri dalla partenza nel paese appenninico di Brisighella sino al traguardo di Forlì. Da Brisighella si scende rapidamente sulla via Emilia, che viene percorsa in direzione di Forlì ma poi, dopo neanche 10 chilometri, si torna a salire per entrare in un circuito sull’Appennino caratterizzato dalla salita al castello di Rocca delle Caminate (8 chilometri al 4%), da affrontare due volte. Si esce poi da questo circuito per raggiungerne ben presto un secondo, dove si affronta la salita al borgo di Polenta (solo 2,3 chilometri, ma all’8,5%). Terminato questo anello si ritorna nel precedente, ma stavolta la salita di Rocca delle Caminate viene affrontata da un versante più corto, già percorso in discesa dopo il primo passaggio (6,5 chilometri al 4.3%, con tratti al 10%); infine, dopo essere nuovamente usciti dal primo circuito, stavolta in direzione di Forlì, si scende rapidamente sino a tornare sulla via Emilia e finalmente raggiungere l’agognato traguardo, posto a circa 16 chilometri dall’ultimo GPM.
Sperando che anche oggi nessuno si perda all’interno del “flipper”, si parte alle 12.50 con l’ormai consueto brutto tempo (pioggerella inclusa) e con l’inglese Ben Tulett (Team Visma | Lease a Bike) al comando della classifica con 18 secondi sull’altro inglese Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team) e 23 sullo spagnolo Igor Arrieta (UAE Team Emirates – XR). Dopo una ventina di chilometri, quando la strada torna a salire, parte una prima fuga con nove corridori di secondo piano, che vengono ripresi non appena inizia la salita verso Rocca delle Caminate; abbandona la corsa, in questa fase, il nostro Alberto Bettiol (XDS Astana Team), campione italiano in carica che ben poco aveva combinato nei giorni scorsi. Lungo la discesa il gruppo si divide in due tronconi, mentre abbandona anche l’australiano Caleb Ewan (INEOS Grenadier), che aveva vinto in volata la prima tappa. Il secondo passaggio dalla Rocca delle Caminate prevede un GPM viene vinto allo sprint dal giovanissimo Enea Sambinello (UAE Team Emirates Gen Z). Si entra quindi nel secondo circuito con un primo gruppo composto da una trentina di corridori che procede ad un buon ritmo e impedisce ogni tentativo di fuga: a Polenta vince la volata un altro giovane, il nostro Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO). Lungo la discesa il gruppo si riunisce e procede compatto per qualche chilometro; una nuova e decisiva frattura avviene lungo la salita del paese di Bertinoro, non classificata come GPM. Rimangono quindi in testa circa 25 corridori, fra cui tutti i primi della classifica generale, che si portano ben presto all’attacco dell’ultima salita di questa corsa, il terzo passaggio alla Rocca delle Caminate. Prima ancora di iniziare l’ascesa tenta la fuga il nostro Lorenzo Nespoli (MBH Bank Ballan CSB); dopo un paio di chilometri dal gruppo escono dapprima l’italiano Filippo D’Aiuto (Petrolike) e poi l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG), vincitore l’altroieri. Verso la cima della salita tenta la fuga anche l’americano Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), oggi dodicesimo in classifica dopo aver perso ieri il primato, ma Tulett è lesto ad accordarsi alla sua ruota. Nel frattempo Vine e D’Aiuto si riportano su Nespoli, poi l’australiano prosegue da solo transitando primo al GPM. Al suo inseguimento vi sono ora due coppie, Nespoli-D’Aiuto e più indietro Sheffield-Tulett. Lungo la discesa il gruppo finisce per riassorbire a poco a poco tutti i fuggitivi tranne Vine che, con un’azione molto potente, simile a quella compiuta da lui stesso due giorni prima, arriva a guadagnare quasi un minuto. Nel finale il giovane talento belga Jarno Widar (Lotto Development Team) tenta di uscire a sua volta dal gruppo, ma viene ripreso, senza essere riuscito a riportarsi su Vine, a un centinaio di metri dal traguardo. L’australiano intanto è andato a vincere in tranquiliità, con 33 secondi sul gruppo regolato in volata dal nostro Davide Donati (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies) davanti al kazako Alexey Lutsenko (Israel – Premier Tech).
Resta immutata la classifica generale: Ben Tulett vince dunque la Settimana Coppi & Bartali con 18 secondi su Donovan e 23 su Arrieta (primo nella classifica dei giovani). Per Tulett, già secondo in questa corsa tre anni fa, si tratta certamente della vittoria di maggior prestigio della sua carriera, ancora acerba. Jay Vine, grazie alle due vittorie di tappa, vince la classifica a punti, mentre quella degli scalatori va allo spagnolo Marc Cabedo (JCL Team UKYO). Migliore degli italiani è Simone Velasco (XDS Astana Team), quinto. Ha pesato molto l’assenza di Christian Scaroni (XDS Astana Team), che sarebbe stato il naturale favorito di questa corsa e che, dopo una rovinosa caduta alle Strade Bianche, è stato sostituito dal compagno di squadra Diego Ulissi, che dopo un podio nella seconda tappa aveva fatto sperare i suoi tifosi, ma alla fine non è andato oltre il 15esimo posto. Delusione anche il per il campione italiano Bettiol, addirittura ritirato e che da tempo sembra aver smarrito il suo talento: il suo miglior risultato, dallo scorso mese di giugno, è stato un settimo posto al recente Trofeo Laigueglia.
Andrea Carta

Jay Vine bissa il successo di Cesena nella conclusiva frazione della corsa emiliana (foto Dario Belingheri/Getty Images)
QUINN SIMMONS, FAGIANATA VINCENTE A BERGA. JUAN AYUSO CONSERVA LA MAGLIA BIANCOVERDE
In una tappa prima accorciata, poi stravolta e infine iniziata ufficialmente a 25 km dalla conclusione, Quinn Simmons (Team Lidl Trek) mette nel sacco i velocisti già pronti alla volata e con un’azione che ha ricordato il miglior Cancellara illuminal’ultimo km della tappa andando a vincere di forza e di coraggio. Ayuso domani difenderà la sua maglia biancoverde nell’ultima tappa di Barcellona
La sesta tappa del Giro di Catalogna da Berga al Santuario di Queralt veniva accorciata in un primo momento da parte degli organizzatori per il rischio di vento forte sul Coll del Pradell, che doveva essere l’attrazione principale della tappa ma che veniva brutalmente tagliato dal percorso. Sebrava che restassero comunque i tre GPM del Coll de la Batallola, della Collada de Sant Isidre e di Queralt, sul quale era posto l’arrivo. Ma una nuova e definitiva disposizione veniva adottata in mattinata: tutti i GPM venivano tagliati dal percorso originario e la tappa si sarebbe svolta su un percorso ondulato di 145.6 Km ma senza GPM, con il traguardo spostato dal santuario alla sottostante cittadina di Berga. La corsa iniziava con l’ulteriore decisione di ‘corsa neutralizzata’ fino a quando l’organizzazione non avrebbe ravvisato le condizioni per garantire la normalità. Juan Ayuso (UAE Team Emirates XRG), primo con un solo secondo di vantaggio su Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe), partiva in maglia biancoverde. Alla fine, tra ripensamenti e cambi di decisione, la corsa iniziava ufficialmente a 25 km dalla conclusione. SI formava subito una fuga di quattro uomini composta da Frank van den Broek (Team Picnic PostNL), Carlos Verona (Team Lidl Trek), Rémi Rochas (Team Groupama FDJ) e Diego Uriarte (Team Kern Pharma). Ma il ritmo imposto dal gruppo che tirava con la Movistar e l’INEOS Grenadiers annullava questo tentativo a meno di 9 km dalla conclusione. Van den Broek ci riprovava a 6 km dalla conclusione insieme a Wout Poels (Team XDS Astana) e Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) ma anche questa azione non portava a risultati. Il gruppo varcava compatto lo striscione dell’ultimo km finche Quinn Simmons (Team Lidl Trek) provava la fagianata. Il ciclista a stelle e strisce riusciva a resistere al ritorno del gruppo con un’azione davvero encomiabile ed andava a vincere davanti a Pavel Bittner (Team Picnic PostNL) e Corbin Strong (Team Israel Premier Tech). Chiudevano la top five Anders Foldager (Team Jayco AlUla) in quarta posizione e Lennert van Eetvelt (Team Lotto) in quinta posizione. Da segnalare nella top ten il settimo posto di Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Per Simmons è la prima vittoria stagionale mentre la classifica generale rimane immutata con Ayuso un maglia biancoverde davanti a Roglic. Domani è in programma la sesta ed ultima tappa Barcellona a Barcellona di 88.2 km col circuito finale da affrontare sei volte e nel quale l’Alt de Montjuic sancirà il vincitore del Giro di Catalogna 2025.
Antonio Scarfone

Quinn Simmons vince a Berga (foto: Lidl-Trek)
COPPI E BARTALI 2025: NUOVO RIMPASTO IN CLASSIFICA, DOPO BRISIGHELLA COMANDA TULETT
Quattro tappe e quattro leader diversi alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali 2025: dopo l’australiano Caleb Ewan, il britannico Paul Double e lo statunitense Magnus Sheffield è arrivato il turno di un altro corridore inglese, Ben Tulett. L’esponente del Team Visma | Lease a Bike è uscito vittorioso dal complicato toboga che caratterizzava la tappa di Brisighella e ora comanda con 18″ sul connazionale Donovan e 23″ sullo spagnolo Arrieta. Assisteremo ad un ennesimo e definitivo ribaltono domani nella conclusiva frazione di Forlì?
La quarta tappa della Settimana Internazionale di Coppi e Bartali ci mostra, in tutta la sua brillantezza, la sagacia degli organizzatori: partenza e arrivo avvengono nello stesso punto, il paese di Brisighella in provincia di Ravenna, dove i 150 chilometri del percorso si snodano attraverso non uno, ma due circuiti fra loro intrecciati. Inizialmente ne verrà percorso uno molto largo, di 37 chilometri, e una volta concluso il terzo giro se ne percorrerà due volte un altro, più corto, la cui prima parte coincide con la prima del circuito maggiore, mentre la seconda è una sorta di scorciatoia che consente di tornare a Brisighella dopo soli 20 chilometri. Nella speranza che qualche corridore non finisca per imboccare la strada sbagliata, a complicare le cose ci si metteranno le salite: quella di Monticino (2,6 chilometri al 6,2% con punte del 9%), situata subito sopra la partenza, verrà percorsa cinque volte ma , per l’intreccio dei circuiti, farà da GPM solo tre volte; il valico di Rio Chiè (solo 1 chilometro, ma al 7,4% con punte del 10%), situato nella “scorciatoia” del secondo circuito, verrà percorso due volte, l’ultima a poco più di 5 chilometri dal traguardo.
Si parte, come ieri, intorno alle 12.20. Il tempo è nuovamente brutto e freddo, ma almeno non piove. Si muovono subito quattro corridori, tra i quali l’inglese Paul Double (Team Jayco AlUla), l’uomo che aveva vinto la seconda tappa prendendo il comando della classifica, ma prima che il loro vantaggio diventi troppo grande altri nove li raggiungono. Nessuno di questi tredici corridori ha una buona posizione di classifica e nessuno è noto al grande pubblico: il più titolato è forse l’olandese Pascal Eenkhoorn (Soudal Quick-Step), che negli anni passati ha vinto due tappe proprio in questa corsa e nel 2022 è stato campione nazionale. La fuga prosegue senza intoppi e al termine del primo giro ha circa due minuti di vantaggio. Il gruppetto dei fuggitivi scala il Monticino senza frantumarsi e in cima è proprio Eenkhoorn a transitare per primo; il gruppo segue a un minuto e 40 secondi. Nel corso del secondo giro nulla cambia; sul Monticino transita per primo lo spagnolo Marc Cabedo (JCL Team UKYO), che in questo modo rafforza la sua prima posizione nella classifica degli scalatori. Il gruppo segue a circa un minuto e mezzo. Nel corso del terzo giro il vantaggio dei fuggitivi si riduce progressivamente a meno di un minuto e quando mancano pochi chilometri all’inizio della terza ascesa al Monticino il nostro Alberto Bettiol (XDS Astana Team) e il belga Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step) si riportano sui fuggitivi. In cima alla salita è Double a transitare per primo, mentre il gruppo accusa una quarantina di secondi di ritardo. Dopo qualche chilometro si entra nella “scorciatoia” che porta al valico di Rio Chiè: la salita, breve ma dura, frantuma il nutrito gruppo di fuggitivi e il primo a transitarvi è il francese Adrien Maire (Unibet Tietema Rockets). Al termine del primo dei due giri del secondo circuito il gruppo transita ormai compatto sul traguardo di Brisighella, con gli ultimi superstiti della lunga fuga a guidare con pochi metri di vantaggio. La salita di Monticino arriva subito e il gruppo inizia a perdere unità, riducendosi a una ventina di corridori: verso la fine della salita si avvantaggiano il polacco Rafał Majka (UAE Team Emirates – XRG) e il giovane talento belga Jarno Widar (Lotto Development Team), che si era già messo in luce l’altroieri. Nel corso della discesa Vansevenant si riporta sui due battistrada e il vantaggio del terzetto sale ben presto a una ventina di secondi. Il secondo e ultimo passaggio sul valico di Rio Chiè è, però, fatale ai tre fuggitivi, che cedono di schianto già all’inizio della salita. Questa, che si snoda su di una strada di campagna stretta e molto impegnativa, sgretola definitivamente il gruppo, davanti al quale prendono un piccolo vantaggio i primi due della classifica generale, l’americano Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers) e l’inglese Ben Tulett (Team Visma | Lease a Bike), che transita per primo in cima al valico. Un altro inglese, Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team), anche lui tra i primi della classifica, riesce a raggiungerli nel corso della successiva discesa, lungo la quale Tulett finisce per staccare gli altri, sia pure di pochi secondi. Nel finale Sheffield cede, e mentre Tulett va a vincere sul traguardo di Brisighella, conquistando anche il primato nella classifica generale, da ciò che resta del gruppo esce lo spagnolo Igor Arrieta (UAE Team Emirates – XRG), che arriva secondo, mentre Donovan conserva la terza posizione. Gli uomini del gruppo arrivano alla spicciolata, regolati da Simone Velasco (XDS Astana Team), primo degli italiani. In classifica generale Sheffield scende al terzo posto, mentre Donovan sale al secondo, con 18 secondi di ritardo da Tulett; Arrieta è quarto, Velasco quinto. Anche oggi Diego Ulissi (XDS Astana Team), il più quotato dei nostri, è arrivato a ridosso dei primi ma, con un ritardo complessivo ormai superiore al minuto, sembra tagliato fuori dai giochi. Nell’insieme la tappa è stata movimentata e interessante, con l’ennesimo cambiamento ai vertici della classifica: in quattro tappe si sono avvicendati quattro diversi leader. Vedremo domani se Tulett, sul traguardo finale di Forlì, riuscirà a confermarsi o se assisteremo ad un altro, ovviamente definitivo, ricambio ai vertici.
Andrea Carta

Tulett vince la tappa di Brisighella della Settimana Internazionale Coppi e Bartali (foto Dario Belingheri/Getty Images)

