EDISON CALLEJAS SANTOS ACCENDE LA LUCE A ROCCARASO. GEORG ZIMMERMANN IPOTECA LA VITTORIA DEL GIRO D’ABRUZZO
In una tappa dalle difficili condizioni meteo, Edison Callejas Santos (Team Petrolike) approfitta delle marcature tra i big di classifica e sull’ultima salita verso il traguardo di Roccaraso sferra l’attacco decisivo che gli consente di ottenere la prima vittoria tra i pro. Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty) è secondo ma balza al primo posto della classifica generale
La terza tappa del Giro d’Abruzzo da San Demetrio ne’ Vestini a Roccaraso è lunga 160 km ed è quella che può scavare più di tutte significative differenze nelle classifica generale, ancora abbastanza corta. I tre gpm da affrontare sono tutti oltre i 10 km di lunghezza e chi vuole vincere – tappa e classifica finale – uscirà sicuramente allo scoperto. Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), attuale leader ma non proprio scalatore sopraffino, dovrebbe patire le pendenze e cedere la maglia BiancoVerdeBlu. La fuga di giornata si formava sulle prime rampre del primo gpm di Forca Caruro. Erano in cinque ad evadere dal gruppo ovvero Kiaan Watts (Team Israel Premier Tech Academy), Ben Granger (Team Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Federico Guzzo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank), Rune Herregodts (UAE Team Emirates – XRG) e Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Guzzo scollinava per primo sul predetto gpm posto al km 44.8. Herregodts si aggiudicava il traguardo volante di Gioia dei Marsi posto al km 73.2. Guzzo transitava in prima posizione anche sul gpm di Gioia Vecchio posto al km 87.8. Nel lungo tratto interlocutorio che portava ai piedi della salita finale verso Roccaraso il gruppo inseguitore manteneva le distanze rispetto ai cinque battistrada. Guzzo si rialzava a 27 km dalla conclusione e restavano così in quattro a mantenere la testa della corsa. All’inizio della salita finale verso Roccaraso i fuggitivi avavano ancora 2 minuti di vantaggio sul gruppo. A 10 km dalla conclusione sotto una pioggia insistente restavano al comando Granger ed Herregodts ai quali dopo un paio di km si affiancava Edison Callejas Santos (Team Petrolike). Il ciclista colombiano restava da solo in testa alla corsa mentre al suo inseguimento si portavano Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), David De La Cruz (Team Q36.5 Pro Cycling), Pablo Torres (UAE Team Emirates XRG) e Mathys Rondel (Tudor Pro Cycling Team). Nell’ultimo km, il più difficile della salita finale con pendenze costantemente in doppia cifra, Callejas Santos dava tutto andando a vincere in solitaria con 40 secondi di vantaggio su Zimmermann e 47 secondi di vantaggio su De La Cruz. Torres era quarto davanti a Rondel a 40 secondi di ritardo da Callejas Santos mentre i migliori ciclisti italiani all’arrivo chiudevano la top five dalla settima all’ottava posizione con Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG), Luca Cretti (Team MBH Bank Ballan CSB) ed Alessandro Fancello (JCL Team UKYO). Per Callejas Santos è la prima vittoria tra i pro mentre in classifica generale Zimmermann è il nuovo leader con 11 secondi di vantaggio su De La Cruz e 18 secondi di vantaggio su Torres. Domani è in programma la quarta ed ultima tappa da Corropoli a Isola del Gran Sasso, con il doppio GPM di Sparazzano che non dovrebbe stravolgere più di tanto una tappa favorevole ai velocisti, al termine dela quale Zimmermann potrà cogliere la prima vittoria di una corsa a tappe della sua carriera.
Antonio Scarfone

Edison Callejas Santos vince a Roccaraso (Eurosport)
RONDE VAN LIMBURG, VITTORIA DI MILAN FRETIN
L’edizione 2025 del Giro del Limburgo come da copione termina in volata. Il favorito numero uno è l’eritreo Girmay, che spreca un sacco di energie con un tentativo di fuga nel finale e non ha più frecce al suo arco al momento dello sprint finale: la volta premia così il corridore di casa Milan Fretin
La Ronde van Limburg (o Giro del Limburgo, come viene chiamata la parte orientale delle Fiandre), è una delle molte corse in linea che si disputano nel nord dell’Europa in questa stagione e che, pur non essendo fra le più prestigiose, ha comunque più di un secolo di vita e un discreto albo d’oro, nel quale spiccano i nomi di molti passisti-velocisti fra i quali vanno ricordati quelli di Rik Van Steenbergen, Peter Post, Frans Verbeeck ed Eric Vanderaerden. In tempi più recenti la corsa è stata vinta da Mathieu van der Poel per due volte, all’inizio della sua carriera su strada, e una volta anche da Wout Van Aert; nessun italiano l’ha mai vinta, col solo Simone Consonni, oggi assente, che per due volte è arrivato alle spalle del vincitore. In questa edizione il campo dei partecipanti non è stato eccelso e un solo nome di spicco si segnalava tra i partenti, quello del forte velocista eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), capace di vincere negli ultimi anni la classifica a punti del Tour e anche una Gand-Wevelgem. Nel probabile caso di un arrivo in volata sarà da tener d’occhio anche il nostro Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), terzo una settimana fa in una corsa dalle caratteristiche analoghe, la Scheldeprijs. Assente, invece, il vincitore della scorsa edizione, il velocista olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla).
Si parte alle 13.15 da Hasselt, capoluogo del Limburgo, per arrivare nella città di Tongeren dopo 178,6 chilometri. In realtà le due città distano solo 19 chilometri, ma il percorso farà dapprima un ampio giro a est di Tongeren, dove incontrerà un circuito di 16 chilometri da ripetersi due volte, caratterizzato un tratto in pavé di 500 metri e da un “muretto” (il Kelberg) di 600 metri con pendenza del 3,5%; successivamente si entrerà in un circuito disegnato a ovest della località sede d’arrivo, questo di 38 chilometri da percorrersi tre volte, che presenta le difficoltà maggiori: i “muretti” del Kolmontberg (500 metri al 4%) e dello Zammelenberg (900 metri al 3%) e due tratti in pavé da circa 1 chilometro e mezzo ciascuno. I chilometri totali di pavé non raggiungono i dieci e i “muretti” presentano pendenze davvero irrisorie, per cui l’arrivo in volata pare molto probabile: l’ultima volta che questa corsa ha visto un arrivo in solitaria è stato dieci anni fa, con la vittoria del belga Björn Leukemans.
Il tempo non è dei migliori: piove e ci sono 11 gradi. Ci vogliono quasi 30 chilometri perché inizi la fuga di giornata, della quale fanno parte sei corridori di secondo piano e tra questi c’è l’italiano Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk). Il vantaggio di questo gruppetto sale rapidamente sino a sfiorare i 4 minuti e non succede nient’altro sino all’abbandono di uno dei fuggitivi, l’olandese Michiel van Vliet (Metec – SOLARWATT p/b Mantel), che avviene nel corso del primo dei tre giri conclusivi. A due giri dall’arrivo il gruppetto mantiene un vantaggio di due minuti e mezzo sul plotone inseguitore, dal quale escono diversi corridori approfittando dei “muretti” e dei tratti in pavé, senza mai riuscire a riportarsi sui fuggitivi. All’inizio dell’ultimo giro il gruppo ha ancora 40 secondi di ritardo; dopo qualche chilometro il nostro Ridolfo si arrende e viene riassorbito dal gruppo, dove gli uomini di Girmay si sono messi a fare l’andatura. La convinzione non è eccessiva e spesso il gruppo si allarga a ventaglio: questo consente ai fuggitivi, che hanno continuato a perdere pezzi strada facendo e sono rimasti in tre, di resistere a lungo. A metà del giro, quando sta per iniziare il primo degli ultimi due tratti di pavé, hanno ancora 20 secondi di vantaggio. Proprio questo tratto di pavé gli è fatale e alla sua uscita il gruppo si presenta nuovamente compatto. Nella foga dell’inseguimento l’olandese Tibor Del Grosso (Alpecin – Deceuninck), che era stato fra i più attivi alla testa del gruppo, riesce a prendere alcuni secondi di vantaggio: dietro si guardano un po’ troppo, col risultato che Del Grosso entra nell’ultimo tatto di pavé, oltretutto in leggera salita, con una quindicina di secondi di vantaggio; ma l’olandese, passista alto e pesante, rallenta inesorabilmente e al momento di ritornare sull’asfalto viene raggiunto da altri quattro corridori, fra i quali il grande favorito Girmay. Mancano solo 9 chilometri all’arrivo, ma i cinque in fuga non collaborano e non riescono a distanziare il gruppo, se non di pochi secondi. A 6 chilometri dal traguardo il loro tentativo ha termine; parte subito in contropiede il belga Gianni Marchand (Tarteletto – Isorex), ma anche il suo tentativo si esaurisce dopo un chilometro. Non succede più nulla sino all’arrivo, quando è proprio il nostro Moschetti a lanciare la volata, ma nei tempi sbagliati: alle sue spalle sbuca il belga Milan Fretin (Cofidis), che va a vincere la corsa più importante della carriera (nel suo non nutrito palmares ci sono solo altre quattro corse di scarsa importanza) seguito dai connazionali Simon Dehairs (Alpecin – Deceuninck) e Milan Menten (Lotto). Moschetti è quinto; Girmay solo 17esimo pagando forse il fatto di aver sprecato troppe energie nel tentativo di fuga degli ultimi chilometri. Corsa nel complesso senza molti acuti e il cui vincitore difficilmente farà carriera, anche perché i Van der Poel e i Van Aert non nascono tutti i giorni.
Andrea Carta

Milan Fretin vince l'edizione 2025 del Giro del Limburgo (foto Cor Vos)
IVO OLIVEIRA VINCE A PENNE E AGGIUNGE UN ALTRO MATTONE ALLO STRAPOTERE DELL’UAE TEAM EMIRATES
Nella seconda tappa del Giro dell’Abruzzo Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) sceglie il momento giusto per attaccare sulla salita finale di Penne e coglie l’ennesima vittoria stagionale per la formazione emiratina. Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) è il nuovo leader della classifica generale
La seconda tappa del Giro dell’Abruzzo da Tocco da Casauria a Penne è lunga 138 km e rispetto alla prima tappa aumentano i metri di dislivello e soprattutto i gpm da affrontare, ovvero tre: la Forcella di Acciano, la Forca di Penne e Penne, quest’ultimo posto sulla linea del traguardo. Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) dovrà difendere la maglia di leader della classifica generale. Il primo attacco concreto per formare la fuga di giornata era portato da sei ciclisti dopo una trentina di km dalla partenza: Filippo Agostinacchio (Team Biesse – Carrera – Premac), Tommaso Bosio(Team General Store – Essegibi – F.Lli Curia), Matthew Kingston (Team Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Matteo Zurlo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank), Alexandre BAlmer (Team Solution Tech – Vini Fantini) e Luca Paletti (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Ma il gruppo reagiva annullando questo tentativo. Dopo circa cinque km ci riprovavano Simone Petilli (Team Intermarchè Wanty) e Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta). Questa volta il gruppo lasciava fare e i due battistrada aumentavano il loro vantaggio. Zoccarato scollinava in prima posizione sul primo gpm di Forcella di Acciano posto al km 42.5. All’inizio del secondo gpm di Forca di Penne la coppia di testa aveva poco più di un minuto di vantaggio sul gruppo inseguitore tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates XRG. Petilli vinceva il traguardo volante di Ofena posto al km 89.1, dopo dichè si rialzava e veniva ripreso dal gruppo in forte rimonta. Zoccarato riusciva a transitare in prima posizione sul gpm di Forca di Penne posto al km 98. Il gruppo tornava compatto a 15 km dalla conclusione. Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG) scattava a poco meno di 2 km dalla conclusione e sfruttando le sue buone doti di passista si avvantaggiava sul gruppo inseguitore. Il portoghese riusciva a mantenere la testa della corsa fino al traguardo che tagliava in prima posizione con 4 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore regolato da Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Terzo era Marco Brenner (Tudor Pro Cycling Team) mentre chiudevano la top five Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) in quarta posizione e George Bennett (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Per Oliveira è la prima vittoria stagionale ed anche lui contribuisce all’ennesima vittoria dell’UAE Team Emirates XRG, sulla buona strada per superare il record di vittorie del 2024. Grazie all’abbuono ottenuto al traguardo, sommato anche a quello di ieri, Fiorelli è il nuovo leader della classifica generale con 2 secondi di vantaggio su Covi e 8 secondi di vantaggio su Brenner. Domani la terza tappa da San Demetrio ne’ Vestini a Roccaraso di 160 km sarà decisiva per le sorti della classifica generale. Sono tre i gpm in programma di cui due hors categorie. L’ultimo, in particolare, seppur presenti alcuni tratti in pianura e in discesa, è lungo oltre 16 km e saranno gli scalatori a fare la voce grossa. Considerando che i primi 31 ciclisti in classifica generale sono racchiusi in 49 secondi ne vedremo sicuramente delle belle.
Antonio Scarfone

Ivo Oliveira vince a Penne (Eurosport)
COVI SI RIVEDE A CRECCHIO. TAPPA E MAGLIA PER IL CICLISTA LOMBARDO AL GIRO D’ABRUZZO
Dopo tre anni di anonimato e, probabilmente, di gregariato in una delle squadre più vincenti degli ultimi anni, Alessandro Covi (UAE Team Emirates XRG) torna alla ribalta nella prima tappa del Giro d’Abruzzo, mostrando quelle qualità che lo avevano messo in luce in precedenza. Il ciclista lombardo vince con autorità a Crecchio ed è il primo leader del Giro d’Abruzzo 2025
Il Giro d’Abruzzo 2025 si compone di quattro tappe in linea complessivamente omogenee, in cui la tendenza alle salite è abbastanza elevata. Già la prima tappa da Scerni a Crecchio di 151 km, pur avendo un solo gpm categorizzato, presenta diversi saliscendi ed anche il finale con l’ultimo km in costante ascesa può già scremare il gruppo rivelando i ciclisti che possono dire la loro in classifica generale. La fuga di giornata vedeva protagonisti tre ciclisti ovvero Cristian Remelli (Team General Store – Essegibi – F.lli Curia), Diego Bracalente (Team MBH Bank Ballan CSB) e Matteo Zurlo (Team S.C. Padovani Polo Cherry Bank). Zurlo scollinava in prima posizione sul gpm di Bocca di Valle posto al km 69.3. A 66 km dalla conclusione Remelli era vittima di una caduta e non rientrava più sulla testa della corsa, mentre la coppia Bracalente – Zurlo continuava nella propria azione anche se il gruppo aveva iniziato a fare sul serio. A tirare erano in particolar modo il Team Q36.5 Pro Cycling, il Team Intermarchè Wanty ed il Team Israel Pro Cycling. Bracalente vinceva il traguardo volante di Ripa Teatina posto al km 102.5. Il gruppo riprendeva i fuggitivi a 33 km dalla conclusione. Era l’UAE Team Emirates a fare l’andatura. Sotto l’impulso di Ludovico Crescioli (Team Polti VisitMalta), si avvantaggiava un drappello di otto ciclisti formato anche da Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty), Luca Cretti (Team MBH Bank Ballan CSB), Damien Howson ed Harm Vanhoucke (Q36.5 Pro Cycling Team), Martin Marcellusi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta) ed Ivo Oliveira (UAE Team Emirates XRG). A 13 km dalla conclusione il vantaggio del drappello di testa sul primo gruppo inseguitore era di 26 secondi. Gli attaccanti venivano infine ripresi a poco meno di 7 km dalla conclusione. Era ancora una volta l’UAE Team Emirates a dettare il ritmo nei km finali. Nell’ultimo km in costante ascesa, anche con punte che arrivavano al 9%, Alessando Covi (UAE Team Emirates) trovava il momento giusto per la stoccata vincente ed andava a vincere davanti a Filippo Fiorelli (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ed Alessandro Fancellu (Team JCL Team UKYO). Completavano la top five George Bennett (Team Israel Pro Cycling) in quarta posizione e Marco Brenner (Team Tudor Pro Cycling) in quinta posizione. Covi torna alla vittoria dopo tre anni visto che ad alzare le braccia sul traguardo l’ultima volta fu nella ventesima tappa del Giro d’Italia 2022. Il ciclista di Borgomanero è anche primo in classifica generale con 4 secondi di vantaggio su Fiorelli e 6 secondi di vantaggio su Fancellu. Domani è in programma la seconda tappa da Tocco da Casauria a Penne di 138 km, in cui le difficoltà aumenteranno visto che sono presenti tre gpm, l’ultimo dei quali coincide con la linea d’arrivo. Covi può rafforzare il primo posto in classifica generale in una tappa ancora favorevole alle sue caratteristiche.
Antonio Scarfone

Alessandro Covi vince a Crecchio (www.ilgirodabruzzo.it)
TRIS DI VAN DER POEL AL VELODROMO, UNA CADUTA IMPEDISCE A POGACAR DI GIOCARSI LA ROUBAIX
aprile 13, 2025 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, News
Come Francesco Moser Van der Poel conquista la “reine” per la terza volta consecutiva approfittando di una caduta di Pogacar, in compagnia del quale era in testa alla corsa, e andando poi ad incrementare il vantaggio sullo sloveno, che paga anche lo sforzo del tentativo di rientro.
Sino ad oggi era opinione comune che l’unica monumento che Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) non potesse vincere fosse la Parigi-Roubaix, per via di un tracciato che non sembrava sorridere alle caratteristiche del fuoriclasse sloveno, che infatti non vi aveva mai preso parte.
Quando l’iridato diede l’annuncio della sua partecipazione all’edizione 2025, però, qualcuno osservò che il capitano della UAE non si presenta alle corse importanti se non per provare a vincerle.
Oggi Pogacar ha dimostrato di poter competere senza problemi per la vittoria di questa monumento che, assieme alla Sanremo, manca al suo palmares, anche se è stato proprio un suo errore in un momento decisivo della corsa a tagliarlo fuori dai giochi. Senza la caduta a 38 chilometri dal traguardo il campione del mondo avrebbe certamente dato il via ai fuochi d’artificio sulle pietre del Carrefour de l’Arbre insieme al suo avversario Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e forse la corsa si sarebbe decisa nel velodromo, dove comunque l’olandaese avrebbe avuto dalla sua il favore del pronostico.
La caduta di Pogacar è stata certamente un errore del campione del mondo, che è arrivato troppo veloce sulla curva e forse ha anche sbagliato nella frenata andando a ribaltarsi, cosa che poi ha avuto come conseguenza un maggiore tempo per rimettersi in strada.
Nei primi chilometri dell’inseguimento l’iridato sembrava in grado di poter rientrare ma, arrivato a 12 secondi dal suo avversario, ha iniziato pian piano a perdere secondi fino a che, dopo un cambio di bici dovuto probabilmente a una foratura, il distacco è lievitato diventando impossibile da colmare, specialmente nei confronti di un uomo come Van der Poel.
Da lì in poi, Pogacar ha pagato lo sforzo del tentativo di rientro ed è andato in difficoltà anche dal punto di vista nervoso, come confermato anche dall’avvicinamento del terzetto inseguitore che ha ripreso oltre la metà del gap esistente prima della caduta.
Lo stesso cambio di bicicletta testimonia il fatto che il fuoriclasse sloveno avesse tirato un po’ i remi in barca, poichè non è sembrato affatto affrettato, nemmeno per la foga agonistica, segno che aveva ormai archiviato la possibilità di vittoria.
In ogni caso ha disputato una grande gara, portando attacchi da molto lontano come suo solito su un terreno che in teoria non sarebbe il suo.
Se quest’anno la corsa è esplosa già prima della foresta di Arenberg, cosa che non accadeva da anni, il merito è stato proprio dell’attacco di Pogacar, che è andato a frantumare gli avversari. Dopo il settore di Mons-en-Pévèle è rimasto da solo con Van der Poel e purtroppo la caduta ci ha impedito di vedere un duello che sarebbe stato memorabile sul Carrefour de l’Arbre.
Il vincitore è stato, invece perfetto, rispondendo a tutti gli attacchi dello sloveno e provando a sua volta accelerazioni brutali che hanno disintegrato la resistenza degli avversari.
Dopo la foratura di Mads Pedersen (Lidl – Trek), solo Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) era riuscito ad accordarsi ma, in seguito alle accelerazioni dei due campioni scatenati nel settore di Mons-en-Pévèle, anche il secondo classificato nelle ultimie due edizioni ha dovuto mollare, venendo poi riassorbito e staccato dagli inseguitori.
Nota di merito per Pedersen, non solo per la conquista del podio ma soprattutto perché sembrava in grado di poter competere con i due fenomeni, andando addirittura ad accender per primo le polveri. Fino alla foratura aveva risposto molto bene agli attacchi e comunque, anche nella sfortuna, si è fatto carico di condurre l’inseguimento per lunghi tratti; inoltre nel finale, dopo aver anche provato ad andar via e a recuperare su Pogacar, è andato a conquistare lo sprint valevole per l’ultimo gradino del podio davanti a Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), oggi un po’ sottotono, e a Florian Vermeersch (UAE Team Emirates – XRG).
Dopo 23 chilometri di corsa si forma una fuga di 8 uomini, che arriveranno ad accumulare un vantaggio di poco superiore ai tre minuti: sono Kim Heiduk (Ineos Grenadiers), Oier Lazkano (Red Bull – Bora – hansgrohe), Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), Jonas Rutsch (Intermarché-Wanty), Max Walker (EF Education-EasyPost), Jasper De Buyst (Lotto Cycling Team), Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets).
Nei chilometri immediatamente precedenti al primo settore di pavè si registrano numerose cadute, tra le quali vale la pena di segnalare quelle di Van Aert e Philipsen. Mentre il primo rientra agevolmente, il velocista dell’Alpecin si ritrova staccato di un minuto insieme a Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che accusa anche un problema meccanico nel primo settore di pavè, proprio mentre i suoi compagni erano in testa al gruppo.
L’inseguimento si rivela molto faticoso a causa degli alti ritmi imposti in gruppo dalla Lidl-Trek e solo un successivo rallentamento consente ai due gruppi di riunirsi a 125 Km dalla conclusione.
Nel settore di pavè numero 20, iniziano a muoversi i big: il primo è Pedersen e a quel punto Pogacar a Van der Poel non si fanno pregare e accelerano a loro volta, spezzando il gruppo. Alle spalle dei battistrada, all’ingresso nella foresta di Arenberg, ci sono Van der Poel, Philipsen, Pedersen, Pogačar, Van Aert, Vermeersch, Mathias Vacek (Lidl-Trek), Nils Politt (UAE Team Emirates XRG), Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike), Kim Heiduk (INEOS Grenadiers), Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Johan Jacobs (Groupama-FDJ), Clément Russo (Groupama-FDJ), Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale), Yevgeniy Fedorov (XDS Astana Team), Phil Bauhaus (Bahrain Victorious), Madis Mihkels (EF Education-EasyPost) e Iván García Cortina (Movistar Team) a soli 20 secondi.
Sul più celebre dei trenta settori di pavè i campioni si scatenano e da una girandola di attacchi e contrattacchi esce un quintetto formato da Van der Poel, Pogacar, Pedersen, Bissegger e Philipsen.
I cinque trovano l’accordo e, a quel punto, si capisce che il vincitore sarà uno di loro. Nel settore verso Sars-et-Rosières Pogacar riparte all’attacco e proprio in quel momento Pedersen perde contatto, vittima di una foratura (sorte che toccherà poco dopo anche a Bissenger). Philipsen è molto bravo a rientrare sulla coppia di testa per stringere Pogacar in una morsa formata dal primo e dal secondo classificato delle ultime due edizioni.
Sfumata la possibilità di vittoria Pedersen, organizza l’inseguimento con Van Aert, Brennan, Bissegger, Vermeersch, Rutsch e Hoelgaard.
Sul settore di Mons-en-Pévèle l’accelerazione di Van der Poel prima e di Pogacar poi porta Philipsen a cedere. Inizialmente Van der Poel sembra volerl aspettare il compagno di squadra per mantenere la superiorità numerica, ma ben presto si rende conto che il collega ha finito la benzina e si decide quindi a collaborare con Pogacar.
Nel settore di pavè poosta tra Pont-Thibault ed Ennevelin, a 38 chilometri dall’arrivo, avviene il fattaccio. Pogacar arriva troppo veloce su una curva e va dritto, sbagliando anche la frenata, andando ad arrotarsi sulla ruota anteriore e finendo per terra. L’errore è piuttosto grave perché, anche avendo sbagliato la curva, poteva comunque evitare di finire a terra danneggiando anche il mezzo e andando a perdere molti secondi.
In un primo momento Pogacar sembra in grado di ricucire il gap ma, dopo alcuni chilometri, comincia ad accusare lo sforzo e una successiva foratura lo mette del tutto fuori dai giochi. Van der Poel, invece, prosegue a tutta e neppure una foratura sul Carrefour de l’Arbre può metterlo in difficoltà.
Pogacar conquista comunque uno spettacolare secondo posto e dimostra che può competere per la vittoria anche in questa corsa, mentre un ottimo Pedersen regola il terzetto inseguitore conquistando il podio.
Il prossimo appuntamento con le monumento sarà il 27 aprile con la Liegi – Bastogne – Liegi, che sarà preceduta il giorno di Pasqua dalla “classica della birra”, l’Amstel Gold Race.
Benedetto Ciccarone

Mathieu van der Poel vince la sua terza Parigi-Roubaix (Getty Images)
JOAO ALMEIDA VINCE ANCHE AD EIBAR E SIGILLA LA VITTORIA DEL GIRO DEI PAESI BASCHI 2025
Seconda vittoria di tappa per Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) che mette alle corde tutti gli avversari diretti nell’ultima tappa di Eibar, grazie anche all’aiuto di una squadra superlativa. Soltanto Enric Mas (Team Movistar) resiste al ciclista portoghese che vince la sua prima corsa a tappe del 2025
L’ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi da Eibar a Eibar è un concentrato delle difficoltà altimetriche di quel territorio. Salite ripide su strade strette con i ciclisti pronti a darsi battaglia già da subito, visto che nei primi 30m km svetta il gpm di Azurki – preceduto da quello meno impegnativo di Elkorrieta – che già potrebbe fare una certa selezione se il gruppo decidesse di iniziare la tappa a tutta velocità. La partenza questa volta era abbastanza tranquilla ed il gruppo affrontava compatto il primo gpm di Elkorrieta sul quale scollinava in prima posizione Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Era invece sul successivo gpm di Azurki che provava ad evadere una fuga abbastanza numerosa composta da ventidue ciclisti ovvero Axel Laurance (Team INEOS Grenadiers), Bauke Mollema (Team Lidl Trek), Finlay Pickering (Team Bahrain Victorious), Ion Izagirre e Sergio Samitier (Team Cofidis), Callum Scotson e Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Daniel Martinez (Team Redbull BORA Hansgrohe), Pablo Castrillo e Gregor Muhlberger (Team Movistar), Ben Healy (Team EF Education EasyPost), Jordan Jegat (Team TotalEnergies), Warren Barguil e Guillermo Martinez (Team Picnic PostNL), Romani Gregoire (Team Groupama FDJ), Txomin Juaristi (Team Euskaltel Euskadi), Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step), Unai Iribar (Team Kern Pharma), Davide De Pretto e Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike) e Marc Hirschi (Team Tudor Pro Cycling). Armirail scollinava in prima posizione sul gpm di Azurki posto al km 24.9. Il ciclista francese scollinava in prima posizione anche sul successivo gpm di Krabelin posto al km 46.7. Armirail continuava nella sua azione e restava a lungo in testa da solo e scollinava iin prima posizione anche sul gpm di Trabakua posto al km 69.4. Il francese veniva ripreso da dieci ex compagni di fuga prima della scalata verso il successivo gpm di Karabieta, sul quale era ancora lui a scollinare per primo. Jegat si aggiudicava il primo traguardo volante di Eibar posto al km 109.1. Sulla salita di Izua la corsa esplodeva, complice anche una scivolata nel gruppo maglia gialla che coinvolgeva tra gli altri Wilco Kerderman (Team Visma Lease a Bike) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Healy restava da solo in testa e scollinava in prima posizione. Il gruppo di testa che iniziava l’ascesa dell’ultimo gpm di Trabakua era formato da Ben Healy (Team EF Education EasyPost), Joao Almeida, Marc Soler, Isaac del Toro (UAE Team Emirates XRG), Thibau Nis e Mattia Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek), Enric Mas (Team Movistar) e Jordan Jegat (Team Total Energies). Nella discesa successiva Skjelmose era vittima di una scivolata a causa della strada viscida e veniva ripreso, dopo essersi rimesso in sella, dal primo gruppo inseguitore con Schachmann e Lipowitz. Nei km finali la strada presentava alcuni saliscendi e Mas ed Almeida si avvantaggiavano ulteriormente, lasciandosi alle spalle Jegat ed Healy. Era una volata a due che premiava Almeida davanti a Mas con Healy terzo a 13 secondi di ritardo. Del Toro era quarto a 28 secondi di ritardo mentre chiudeva la top five Alex Aranburu (Team Movistar) a 58 secondi di ritardo. Simone Velasco (Team XDS Astana) regolava il gruppetto dei ritardatari a 1 minuto e 19 secondi di ritardo da Almeida che vince la seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi 2025 sigillando così una meritata vittoria in classifica generale. Il portognese vince la maglia gialla con 1 minuto e 52 secondi di vantaggio su Mas ed 1 minuto e 59 secondi su Schachman, che sale sul gradino più basso del podio. Per quanto riguarda le altre classifiche Almeida vince anche quella a punti, Armirail vince la classifica dei gpm, Isaac del Toro la classifica dei giovani e la Soudal Quick Step vince in fine la classifica a squadre. Ritroveremo molti protagonisti del Giro dei Paesi Baschi sulle Ardenne nella terza settimana di aprile.
Antonio Scarfone

Joao Almeida vince ad Eibar (foto: Getty Images)
BEN HEALY VINCE A GUERNICA. JOAO ALMEIDA A UN PASSO DALL VITTORIA NEI PAESI BASCHI
Nella penultima tappa del Giro dei Paesi Baschi, Ben Healy (Team EF Education EasyPost) trova il momento giusto non solo per andare in fuga ma anche per trovare l’azione decisiva che gli permette di andare a vincere in solitaria sul traguardo di Guernica. Joao Almeida (UAE Team Emirates) controlla la corsa senza patemi e domani è il candidato naturale per la vittoria finale
Non sarà dura come quella di ieri, ma la quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi 2025 ha comunque un suo perchè. Si parte da Urduña e si arriva a Guernica dopo 172.3km. Sono quattro i GPM da affrontare, tutti di terza categoria e tutti compresi nei primi 100 km. Il finale però, pur non avendo GPM categorizzati, presenta molti strappi ripidi, il più impegnativo dei quali da affrontare dopo essere transitati dal secondo traguardo volante di Forua. Ieri Joao Almeida (UAE Team Emirates) ha ipotecato la vittoria della breve corsa a tappe basca ma deve ancora tenere gli occhi bene aperti tra oggi e domani. La fuga di giornata nasceva sul primo gpm di Las Campas dopo circa 18 km. Gli attaccanti erano sei: Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Warren Barguil (Team Picnic PostNL), Julian Alaphilippen (Team Tudor Pro Cycling), Ben Healy ed Alex Baudin (Team EF Education EasyPost). Era Healy a scollinare in prima posizione. Era invece Armirail a vincere il successivo gpm di Sarasola posto al km 60. Dopo 70 km la fuga aveva 2 minuti e 45 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Armirail scollinava in prima posizione anche sul successivo gpm di Aretxabalgane posto al km 90.6. Baudin vinceva il primo traguardo volante di Arteaga posto al km 115.5. A 55 km dalla conclusione Healy se ne andava tutto lasciandosi alle spalle i suoi compagni di fuga mentre il primo fuggitivo ad essere ripreso al gruppo era Armirail. Healy, dopo aver conquistato il secondo traguardo volante di Forua, iniziava la scalata di Zalobante, nonostante non fosse categorizzato come gpm, con 2 minuti e 10 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il ciclista irlandese si avviava alla vittoria solitaria anche perchè il gruppo inseguitore non aveva più stimoli per rientrare sul ciclista di testa. Healy vinceva cosmeritatamente in solitaria sul traguardo di Guernica. Axel Laurance (Team INEOS Grenadiers), dopo essersi avvantaggiato di qualche metro nei km conclusivi, era secondo a 1 minuto e 49 secondi di ritardo da Healy mentre Simone Velasco (Team XDS Astana) regolava il gruppo maglia gialla in terza posizione a 1 minuto e 52 secondi di ritardo da Healy. Chiudevano la top five Alex Aranburu (Team Movistar) in quarta posizione e Romain Grégoire (Team Groupama FDJ) in quinta posizione. Per Healy è la prima vittoria stagionale ed è sulla buona strada per fare bene sulle Ardenne. La classifica generale rimane immutata con Almeida sempre in maglia gialla davanti a Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe). Domani la sesta ed ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi vede come al solito Eibar sede di partenza e di arrivo. I km totali da percorrere sono 153.4 con sette GPM, di cui tre di prima categoria. Ad Almeida basterà non correre rischi e tenere le ruote degli eventuali attaccanti per garantirsi la prima vittoria stagionale di una corsa a tappe. Oltre ai GPM categorizzati dove gli attacchi possono scatenarsi da un momento all’atro, segnaliamo anche il breve ma ripido strappo della Variante Eibar – quasi 500 metri ad olrre il 10% di pendenza media – che è posizionato a 5 km dalla conclusione e che potrebbe riservare qualche ulteriore sorpresa sull’esito della tappa.
Antonio Scarfone

Ben Healy vince a Guernica (foto: Getty Images)
ALMEIDA, ATTO DI FORZA A MARKINA-XEMEIN. IL PORTOGHESE SPIANA IL GPM DI IZUA ED E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA
Nella quarta tappa Joao Almeida (UAE Team Emirates) compie un vero e proprio capolavoro sul durissimo GPM di Izua, distanziando i diretti rivali pedalata dopo pedalata su pendenze con tratti al 20% e si invola in solitaria andando a vincere sul traguardo di Markina-Xemein. Il portoghese è la nuova maglia gialla e mette una seria ipoteca sulla vittoria del Giro dei Paesi Baschi 2025
Dopo la frizzante terza tappa di ieri, la quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi da Beasain a Markina-Xemein di 169.6 km metterà altra carne a cuocere tra i pretendenti alla vittoria finale. Anche oggi sono ben sette i GPM che i ciclisti dovranno scalare ma l’ultimo di questi, l’Alto di Izua a poco più di 10 km dalla conclusione, promette di essere decisivo non solo per la vittoria di tappa ma anche per la lotta tra i big di classifica. Basti pensare che nei primi 2 km e mezzo di salita, che misura in totale 3 km e mezzo, non si scenderà mai sotto il 10% e saranno frequenti i tratti vicini al 20%. Ieri Michael Schachmann (Team Soudal Quick Step) ha dimostrato di essere a suo agio su queste pendenze ed ha conservato meritatamente la maglia gialla, ma oggi, per parafrasare Via col vento, è un altro giorno. Dopo la partenza da Beasain il primo tentativo di fuga era portato ada Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling) e Simon Guglielmi (Team Arkéa B&B Hotels) intorno al km 15. AI due uomini in avanscoperta si univano qualche km più tardi anche Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) e Juri Hollmann (Team Alpecin Deceuninck). Sul primo gpm di Asentzio la fuga veniva ripresa e Marc Soler (UAE Team Emirates XRG) scollinava in prima posizione. Verso il km 50 ci riprovavano in tre: Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Ben Healy (Team EF Education EasyPost) e ancora Schmid. Ad essi si aggregavano Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike), Ander Okamika (Team Burgoa Burpellet BH), Txomin Juaristi (Team Euskaltel Euskadi), Alex Baudin (Team EF Education EasyPost), Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe), Leo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team ) ed Andrea Bagioli (Team Lidl Trek). Healy si aggiudicava il gpm di Muniketagane posto al km 72.3. Il ciclista irlandese si ripeteva sul successivo gpm di Bizkaiako begiratokia posto al km 80.9. Era invece Soler a imporsi sui gpm di Gontzagaraigane, di Lekoitzegane e di Milloi posti rispettivamente al km 87.8, al km 98.9 ed al km 117.4. Prima dell’ascesa decisiva di Izua, Bagioli si aggiudicava il traguardo volante di Mijoa Auzoa e di Elgoibar Sigma posti rispettivamente al km 129.6 ed al km. Il gruppo riprendeva la fuga a circa 3 km dall’inizio della salita di Izua. A fare l’andatura erano in un primo momento gli uomini della Lidl Trez ma dopo qualche decina di metri gli subentravano quelli della Bahrain Victorious. Era Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) che aumentava l’andatura e prendeva un po’ di margine sui diretti inseguitori. Il colombiano veniva raggiunto e superato da Joao Almeida (UAE Team Emirates) che a sua volta si avvantaggiava di qualche metro sui diretti avversari. Almeida allungava ed alle sue spalle si formava un terzetto con Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe), Clement Champoussin (Decathlon AG2R La Mondiale) ed Alex Aranburu (Team Movistar). Almeida scollinava da solo con circa 30 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore, al quale si erano aggregati un’altra decina di ciclisti tra cui la maglia gialla Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step). Almeida andava a trionfare in solitaria sul traguardo di Markina-Xemein. A 28 secondi di ritardo il gruppo inseguitore veniva regolato da Isaac del Toro (UAE Team Emirates) che precedeva Schachmann. Chiudevano la top five Champoussin in quarta posizione ed Aranburu in quinta posizione. Da segnalare il sesto posto di Simone Velasco (Team XDS Astana) nella top ten. Per Almeida è la seconda vittoria stagionale dopo quella nella quarta tappa della Parigi – Nizza. Il portoghese è anche la nuova maglia gialla con 30 secondi di vantaggio su Schachmann e 38 secondi di vantaggio su Lipowitz. Domani è in programma la quinta tappa da Urduña a Gernika-Lumo di 172.3km. I quattro gpm categorizzati che la caratterizzano saranno affrontati tutti entro i primi 100 km ma il finale è comunque impegnativo visto che dopo il secondo traguardo volante di Forua è presente una salita con pendenze interessanti. Se i big di classifica hanno in tenzione di scatenare un’altra bagarre, il terreno per farlo ci sta.
Antonio Scarfone

Joao Almeida vince a Markina-Xemein (foto: Getty Images)
BIS DI MERLIER ALLO SCHELDEPRIJS, TERZO MOSCHETTI
Per il secondo anno consecutivo il velocista belga fa sua la semiclassica belga disputata dalle parti di Anversa. La totale mancanza di salite favorisce la volata finale, nella quale Merlier prevale sul connazionale Philipsen e l’italiano Moschetti
Lo Scheldeprijs, anche noto come “Gran Prix de l’Escaut”, fa parte da sempre (dal 1907) del nutrito gruppo di corse che si disputano nel Nordeuropa tra marzo e aprile e, pur essendo tra le meno prestigiose, vanta comunque un albo d’oro di un certo livello, dove spiccano i nomi di Van Looy, Merckx, Maertens e De Vlaeminck. Lo scarso prestigio di questa corsa deriva del fatto che è tra quelle con meno salite dell’intero circuito ciclistico, salite del resto praticamente sconosciute dalle parti di Anversa, dove la gara si svolge, e difficilmente i brevi tratti di pavé che si troveranno nei pressi del traguardo, dove un circuito di 17 chilometri verrà percorso quattro volte, potranno evitare l’arrivo in volata. Non è infatti un caso che questa corsa sia stata vinta quasi sempre da velocisti puri, fra i quali vanno ricordati i nostri Mario Cipollini e Alessandro Petacchi, il tedesco Mark Kittel (che detiene il record di vittorie con 5 successi), l’australiano Caleb Ewan e l’inglese Mark Cavendish (3 successi). Negli ultimi quattro anni la gara è stata vinta dal belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step, l’anno scorso), dall’altro belga Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck, 2021 e 2023) e dal norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility, 2022), oggi tutti e tre in gara e largamente favoriti visti i loro notevoli palmarès (che comprendono diverse Monumento e molte tappe in tutti i Grandi Giri), a meno che il tratto di pavé nel circuito finale (1,7 chilometri), che come si diceva verrà ripetuto quattro volte, non faccia un po’ di selezione.
Si parte poco dopo le 13 da Terneuzen, città portuale situata in Olanda, al confine col Belgio, e si arriverà alla periferia di Anversa, nel paese di Schoten, dopo 203 chilometri. Il tempo è buono anche se la temperatura è di soli 12 gradi. Una fuga con otto corridori, dei quali il più noto è forse il francese Baptiste Veistroffer (Lotto), parte dopo soli 4 chilometri e raggiunge rapidamente un vantaggio di oltre 3 minuti. Diversamente da quanto succede di solito in queste gare il gruppo si lancia ben presto all’inseguimento e lo fa con foga tale da spaccarsi in vari tronconi; quello più avanzato, dove sono rimasti una cinquantina di corridori, si riporta sino a una trentina di secondi dai fuggitivi, il cui numero si dimezza strada facendo. A questo punto torna la calma e sia i fuggitivi, sia i gruppi al loro inseguimento proseguono a lungo alla stessa velocità. Dopo 75 chilometri si entra in Belgio, sempre con quattro fuggitivi davanti, mentre permane la divisione del gruppo in vari tronconi. Solo al 90esimo chilometro questi si riuniscono, dopo di che il vantaggio del quartetto torna a crescere, arrivando sino a un massimo di un minuto e venti secondi quando inizia il circuito conclusivo, a 68 chilometri dal traguardo. È a questo punto che la Soudal si dà da fare per recuperare lo svantaggio e portare Merlier alla volata e così a partire dal secondo dei quattro giri in programma i fuggitivi cedono ad uno ad uno. All’inizio del terzo sono rimasti in tre, fra i quali il citato Veistroffer, e mantengono circa 45 secondi di vantaggio; all’inizio del quarto sono rimasti in due, con una manciata di secondi di vantaggio e dopo un solo chilometro il gruppo è nuovamente compatto, salvo dividersi di nuovo quando, a 12 chilometri dalla fine, due corridori si toccano dando il via a una caduta rovinosa che ne coinvolge un’altra quindicina; nella parte anteriore del gruppo, composta da una sessantina di corridori, restano i migliori velocisti. Dopo l’incidente la corsa rimane bloccata sino allo sprint finale, con gli uomini del belga Edward Theuns (Lidl – Trek) che si alternano a quelli della Soudal di fronte al gruppo, che continua a perdere pezzi fino a ridursi a 30 uomini circa. Quando parte la volata Theuns (qui secondo nel 2015) si fa trovare troppo indietro e a giocarsi la vittoria restano i due principali favoriti, Merlier e Philipsen, col primo che riesce a vincere con relativa facilità uno sprint comunque combattuto. Ottimo terzo il nostro velocista Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), che si era presentato al via reduce da due vittorie di tappa al Giro di Grecia. Solo ottavo l’altro favorito Kristoff. Nell’insieme gara abbastanza mediocre, con i pochi tratti di pavé che non hanno fatto alcuna selezione e con le squadre dei velocisti che sono riuscite senza difficoltà a portare i loro uomini alla volata conclusiva: d’altronde negli ultimi 20 anni solo una volta (vittoria di Kristoff) questa corsa non si è conclusa in volata e non si può pretendere che i Pogacar e i Van der Poel corrano dappertutto.
Andrea Carta

Anche nel 2025 Merlier inserisce nel suo palmares lo Scheldeprijs (foto Luc Claessen/Getty Images)
ALEX ARANBURU VINCE A BEASAIN. MAX SCHACHMANN RESTA IN MAGLIA GIALLA
Attacchi e contrattacchi nella terza tappa del Giro dei Paesi Baschi vedono trionfare alla fine Alex Aranburu (Team Cofidis) sul traguardo di Beasain. Il campione nazionale spagnolo in carica coglie il momento giusto per attaccare attaccare e va a vincere in solitaria precedendo di 5 secondi Romain Gregoire (Team Groupama FDJ) e Maximilian Schachmann (Soudal Quick Step) che conserva la maglia gialla
Meaga, Andazarrate, Alkiza, Santa Ageda, Mandubia, Gainza e Lazkaomendi. Sono questi i nomi dei sette GPM della terza tappa del Giro dei Paesi Baschi da Zarautz a Beasain. Sarà una tappa che lascerà quasi certamente il segno sulla classifica generale, specialmente se gli uomini di classifica avranno voglia di dare battaglia sul gpm di Zarautz e di Beasain, gli ultimi due in ordine di ’scalata’ e anche quelli con le pendenze più impegnative. Dopo la partenza da Zarautz il ritmo era subito molto elevato ma la fuga aveva difficoltà a formarsi immediatamente. Sergio Samitier (Team Cofidis) vinceva il primo gpm di Meaga posto al km 16.1. Prima del secondo gpm ci provavano Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale) e Mattéo Vercher (Team TotalEnergies) che riuscivano ad avvantaggiarsi di una ventina di secondi sul gruppo inseguitore. Armirail transitava in prima posizione sul gpm di Andazarrate posto al km 38.9. Vercher si rialzava ed Armirail continuava nella sua azione. Il ciclista francese scollinava per primo sul successivo gpm di Alkiza posto al km 49.8. A 90 km dalla conclusione Armirail aveva un minuto e venti secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il francese scollinava in prima posizione sul successivo gpm di Santa Ageda posto al km 68.8. Da segnalare che alcuni ciclisti si staccavano dal gruppo principale e tra di loro era in difficoltà Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), che doveva sulla carta essere il capitano della squadra mediorientale. Armirail veniva ripreso a 73 km dalla conclusione. A 62 km dal termine in testa alla corsa si formava un gruppo di sei ciclisti ovvero Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek), Enric Mas e Nelson Oliveira (Team Movistar), Harold Tejada (Team XDS Astana) e Brandon McNulty e Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), ma sotto l’impulso del Team Redbull BORA Hansgrohe questo tentativo veniva annullato nel giro di pochi km. A 52 km dal termine si formava in testa un terzetto con Marc Soler (UAE Team Emirates XRG), Clément Berthet (Decathlon AG2R La Mondiale) e Rudy Molard (Team Groupama FDJ) che sfruttavano un rallentamento del gruppo maglia gialla forte di non più di una trentina di unità.SOler vinceva il primo traguardo volante di Beasain posto al km 111. Il terzetto di testa iniziava il durissimo gpm di Gainza con un minuto di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Berthet si avvantaggiava rispetto a Soler e Molard e scollinava in prima posizione con una cinquantina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla, che si era ridotto ad una quindicina di unità. Berthet si aggiudicava il secondo traguardo volante di Gaiza posto al km 119.4 ma veniva ripreso da un gruppo molto scremato dopo poche centinaia di metri dell’ultimo gpm di Lazkaomendi. Joao Almeida provava a scvare un solco nella discesa prima dell’arrivo ma sul portoghese si riportava Alex Aranburu (Team Cofidis) che continuava nella sua azione avvantaggiandosi sia sul ciclista portoghese che sul resto del gruppo maglia gialla. Negli utimi 2 km prima dell’arrivo Aranburu riusciva a mantenere un risicato vantaggio che gli permetteva di andare a vincere con 5 secondi di vantaggio sul primo drappello degli inseguitori regolato da Romain Grégoire (Team Groupama FDJ) mentre chiudeva in terza posizione Maximilian Schachmann (Team Soudal Quick Step). La giuria dopo l’arrivo annullava la vittoria di Aranburu perchè lo spagnolo aveva tagliato una rotonda negli ultimi km ma successivamente sarebbe tornata sui suoi passi confermando la vittoria per lo spagnolo. La top five era completata da Almeida in quarta posizione e da Enric Mas (Team Movistar) in quinta posizione. Per Aranburu è la prima vittoria stagionale, tra l’altro in maglia di campione spagnolo 2024. In classifica generale Schachmann resta in maglia gialla ed anzi aumenta il vantaggio rispetto agli immegiati inseguitori grazie agli abbuoni ottenuti nella tappa di oggi. Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe= è secondo a 4 secondi di ritardo mentre Almeida ha lo stesso tempo di Lipowitz ma perde una posizione in classifica generale per la somma dei piazzamenti. Domani la quarta tappa da Beasain a Markina-Xemein di 169.6 km è ancora all’insegna delle salite con altri sette gpm da scalare. Ed anche questa volta quello più duro è l’ultimo, l’alto di Izua a meno di 10 km dall’arrivo, con pendenze spesso e volentieri in doppia cifra. Sarà un’altra giornata da seguire con attenzione soprattutto per quanto riguarda la lotta per la classifica generale.
Antonio Scarfone

Alex Aranburu vince a Beasain (foto: Tim De Waele/Getty Images)

