TOUR DE WALLONIE, BENNETT DI NUOVO AL MASSIMO

agosto 19, 2020 by Redazione  
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La terza tappa del Tour de Wallonie 2020 va all’irlandese Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step) che riesce a precedere nella volata finale il francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) ed il tedesco John Degenkolb (Lotto Soudal). La maglia di leader della corsa diventa di proprietà di Démare.

Rimasto a secco di successi da Burgos, Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step) ha assorbito la delusione derivata dall’insoddisfacente risultato conseguito alla Milano – Sanremo ed è ritornato al successo nella terza frazione del Giro di Vallonia. La tappa, ricca di strappetti, era molto più complicata delle frazioni precedenti: sui 192 chilometri del percorso che conduce da Montzen a Visé, infatti, sono ben pochi i tratti pianeggianti. La corsa comincia col classico canovaccio, una fuga da lontano composta da cinque atleti che viene ben controllata dal gruppo inseguitore. Il ritmo del gruppo risulta essere meno prudente del solito e si avvicina ai fuggitivi ben presto, al punto tale che la situazione torna compatta a quaranta chilometri dal traguardo. Nel finale l’alta velocità e la complessità del percorso selezionano il plotone al comando, con la conseguenza che si staccano corridori del calibro di Nacer Bouhanni (Arkéa Samsic) e, soprattutto, di Caleb Ewan (Lotto Soudal), il leader della corsa. Alcuni attacchi caratterizzano il finale, ma vengono tutti ripresi dal gruppo, tirato principalmente dalla Groupama – FDJ e dalla Lotto Soudal, che dopo la resa di Ewan punta tutto su Philippe Gilbert. A dieci chilometri dal traguardo c’è da affrontare la Côte de Cheratte, breve strappo che presenta pendenze al 13% e si presta come “trampolino” perfetto per un beffare le ruote veloci rimaste. Sulla salitella, il primo a partire è Florian Sénéchal (Deceuninck – Quick Step) che riesce a mettere in fila il gruppo, ma non a fare la differenza. È, invece lo scatto di Jhonatan Narváez (Ineos) a fare selezione: l’ecuadoregno si porta dietro due calibri da novanta come Greg Van Avermaet (CCC) e Zdeněk Štybar (Deceuninck – Quick Step); con loro si trova anche Loïc Vliegen (Circus – Wanty Gobert), il vincitore della scorsa edizione. Il quartetto sembra poter avere molte possibilità di arrivare, ma la Groupama e la Lotto riescono a riportare il gruppo sui fuggitivi. E così è di nuovo volata. Dopo aver ceduto inaspettatamente sul traguardo di ieri Bennett si presenta negli ultimi metri sfoggiando un colpo di pedale invidiabile e vince abbastanza nettamente su Arnaud Démare (Groupama – FDJ) e John Degenkolb (Lotto Soudal), mentre si piazza al quarto posto il vice campione del mondo Matteo Trentin (CCC) e al sesto Andrea Vendrame (Ag2r La Mondiale). Dopo la débâcle di Ewan, tocca a Démare indossare la maglia di leader, vestita con un vantaggio di 16” su Amaury Capiot (Sport Vlaanderen) e James Fouché (Hagens Berman Axeon). Questa la situazione di classifica alla vigilia dell’ultima e più impegnativa frazione – da Blegny da Erezée per quasi 200 Km, con la salita della Côte de Beffe (1600 metri all’8.7%) da superare a poco meno di 9 Km dall’arrivo, a sua volta posto in cima ad un breve strappo – che Trentin affronta da migliore italiano della corsa belga e con soli 17″ da recuperare su Démare

Paolo Terzi

La vittoria di Sam Bennett nella penultima tappa del Giro della Vallonia (Getty Images)

La vittoria di Sam Bennett nella penultima tappa del Giro della Vallonia (Getty Images)

VLASOV ZAR DELL’EMILIA

agosto 19, 2020 by Redazione  
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Talento e Gioventù. Si potrebbe riassumere con queste due parole l’esito della 103a edizione del Giro dell’Emilia. Ad alzare la braccia al cielo è stato il russo Alexander Vlasov (Astana) nel giorno in cui le nuove generazioni hanno dato spettacolo lungo le rampe del San Luca. Il 24enne dell’Astana si è imposto al termine di un finale vibrante davanti al 22enne portoghese João Almeida (Deceuninck-Quick Step) e a Diego Ulissi (UAE-Team Emirates).

Al via della classica Emiliana, ricollocata al termine di un incredibile filotto di classiche e semiclassiche italiane, 7 formazioni WT e molti reduci del recente Giro di Lombardia. Tra i protagonisti più attesi ovviamente erano da segnalare il duo dell’Astana formato da Jakob Fuglsang e Alexander Vlasov, recenti dominatori della classica lombarda, e la coppia italiana Vincenzo Nibali-Giulio Ciccone della Trek-Segafredo. In casa Ineos, invece, era da evidenziare la non partenza di Richard Carapaz, vincitore dell’ultimo Giro d’Italia e ancora alle prese con i postumi della caduta subita al recente Tour de Pologne.
Il percorso, lungo 199,7 km, ricalcava quasi interamente quello delle ultime edizioni: un primo tratto in linea con partenza da Casalecchio di Reno e caratterizzato dalla salita di Serra dello Zanchetto, e un finale in circuito con la terribile ascesa al Santuario di San Luca da ripetere per ben 5 volte a fare da giudice alla corsa.
Dopo diversi tentativi nei primissimi chilometri la fuga di giornata si è andata a formare dopo circa 40 km. A farne parte ben 8 corridori: Andrea Garosio e Giovanni Visconti della Vini Zabù-KTM, Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix), Danilo Wyss (NTT Pro Cycling), Manuel Senni (Bardiani-CSF-Faizanè), Felix Dopchie (Bingoal WB), Dario Puccioni (Work Service Dynatek Vega) e Óscar Quiroz (Colombia Tierra de Atletas).
I battistrada hanno raggiunto un vantaggio massimo di circa 7 minuti e mezzo lungo le prime rampe della Serra dello Zanchetto, finchè l’Astana, fresca della vittoria al Lombardia, ha deciso di imporre un ritmo più alto per riavvicinarsi ai fuggitivi.
Si è così giunti all’ingresso del circuito finale (-40 al traguardo) con un distacco ridotto a circa 4 minuti. Sulle prime rampe del San Luca è stato Garosio ad involarsi in solitaria. Il bresciano è stato poi ripreso lungo la seconda ascesa prima dal compagno di squadra Visconti e poi dal crossista tedesco Walsleben.
Lungo la seconda ascesa al San Luca dal gruppo principale è evaso un quartetto formato dal colombiano Harold Tejada (Astana), Eddie Dunbar (Team Ineos), Ciccone e João Almeida (Deceuninck-Quick Step). I quattro hanno rapidamente recuperato terreno sui fuggitivi, scollinando con meno di 1 minuto e mezzo dai 3 battistrada. Dietro di loro il gruppo, decisamente selezionato, cercava di mantenere il gap sotto controllo grazie al lavoro degli Astana.
Lungo la terza ascesa la corsa è ulteriormente esplosa, poichè un deciso allungo di Fuglsang ha prodotto il ricongiungimento con i 4 inseguitori e una ulteriore selezione del gruppo, ormai ridotto in cima allo strappo a non più di una decina di corridori.
A questo punto sono stati i due giovanissimi talenti della Deceuninck-Quick Step, ovvero prima Andrea Bagioli e poi Almeida, a provare l’allungo. Ad avere successo è stata l’azione del corridore portoghese, che si è così lanciato in solitaria all’inseguimento di Visconti e Garosio dopo aver saltato a velocità doppia Walsleben.
Ad inseguire il lusitano un drappello formato da Bagioli, Nibali, Ciccone, Vlasov, Fuglsang, Dunbar, Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) e Tejada.
A circa 10 km dall’arrivo, lungo la penultima ascesa del San Luca, Almeida è riuscito a riprendere e superare con facilità prima un esausto Garosio e quindi Giovanni Visconti, scollinando con 35” di vantaggio sul gruppo degli otto inseguitori. Il portoghese ha difeso il gap lungo il tratto successivo, imboccando la salita finale con circa mezzo minuto di vantaggio.
A circa 1500 metri dal traguardo Vlasov ha rotto gli indugi con un allungo a cui inizialmente il solo Bagioli è riuscito a tener testa. L’azione del corridore russo è stata però irresistibile e di li a poco ha costretto l’italiano ad alzare bandiera bianca. L’uomo dell’Astana è poi riuscito a riprendere anche Almeida a circa 700 metri dal traguardo, saltandolo immediatamente con estrema facilità.
Il russo ha così chiuso in solitaria a braccia alzate, tagliando il classico traguardo posto in prossimità del Santuario di San Luca con 9” su un coraggioso Almeida e 19” su Ulissi. Ai piedi del podio altri due giovanissimi, Eddie Dubar (4° a 21”) e Andrea Bagioli (5° a 24”), che hanno anticipato Fuglsang, arrivato 6° a 29 secondi dal compagno di squadra.
Più staccato un Nibali ancora non al massimo della condizione (49”). Chiudono la top ten Ciccone, giunto 8° a 1′32″ dopo aver tirato nel finale, e il duo formato da Visconti e Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo), arrivati con un ritardo di 2′41″.
Con i campionati nazionali in programma in Veneto alla fine di questa settimana si concluderà così un intenso periodo di corse italiane. In attesa dell’inizio del Tour de France, al via il 29 Agosto, i prossimi impegni in Italia saranno la Settimana Coppi e Bartali (da primo al 5 Settembre) e la Tirreno-Adriatico (dal 7 al 13 settembre), diventati importantissimi appuntamenti di preparazione al Giro d’Italia.

Pierpaolo Gnisci

La vittoria di Vlasov al Giro dellEmilia (Getty Images)

La vittoria di Vlasov al Giro dell'Emilia (Getty Images)

TOUR DE WALLONIE, DÉMARE SI PRENDE LA RIVINCITA

agosto 18, 2020 by Redazione  
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La seconda tappa va al francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) che regola allo sprint il vincitore di ieri, l’australiano Caleb Ewan (Lotto – Soudal), e il britannico Daniel McClay (Arkéa Samsic). La maglia di leader è sempre vestita da Ewan.

In una frazione ancora adattissima alle ruote veloci erano davvero basse le possibilità che un attacco da lontano arrivasse al traguardo. Al Tour de France manca sempre meno e i velocisti che puntano alla corsa a tappe francese sono impazienti nell’avere qualche riscontro. Come nella tappa di ieri, anche la frazione odierna, da Frasnes-lez-Anvaing a Wavre per un totale di 172 chilometri senza rilevanti difficoltà altimetriche, ha previsto la solita fuga da lontano, caratterizzata da sei battistrada. Può non sorprendere ma è comunque utile sottolineare come il gruppo non abbia lasciato che il vantaggio dei sei al comando andasse oltre il limite dei cinque minuti. Con un gap attestato sui quattro minuti è più semplice il lavoro di inseguimento da parte delle formazioni dei velocisti. Nel frattempo alcune cadute riportano l’attenzione in gruppo: tra quelli finiti a terra troviamo gente come Giacomo Nizzolo (NTT Pro Cycling), Greg Van Avermaet (CCC Team) e Arnaud Démare (Groupama – FDJ), che riescono comunque a rientrare in gruppo. Prosegue anche la sfida impari tra plotone e fuggitivi, che viene naturalmente vinta dal primo e la situazione torna di gruppo compatto a ventotto chilometri dal traguardo. A quel punto la volata sembra inevitabile, ma su uno strappo in pavé posto ai meno dieci Philippe Gilbert (Lotto Soudal) prova la gamba con uno scatto secco, portandosi dietro Zdeněk Štybar (Deceuninck-Quick Step), Amaury Capiot (Sport Vlaanderen – Baloise) e Loïc Vliegen (Circus – Wanty Gobert). Nonostante la determinazione degli attaccanti le squadre dei velocisti sono ancora organizzate e raggiungono i quattro a sette chilometri dal traguardo. Se vi fossero alcuni dubbi sul finale in volata, ora non ve ne sono più. Stavolta è la Lotto – Soudal a impostare lo sprint, con Roger Kluge a lanciare Caleb Ewan, che a quel punto si trova la strada spianata davanti a sé verso il successo. All’improvviso, però, a una cinquantina di metri dal traguardo si concretizza il sorpasso di Démare, mai domo e voglioso di riscatto dopo la deludente volata di ieri. Vince così il francese davanti all’australiano e alla coppia Arkéa formata da Daniel McClay e Nacer Bouhanni, mentre conclude al settimo posto Nizzolo. Grazie al secondo posto allo sprint Ewan conserva la maglia di leader della corsa vallone precedendo di 2″ il belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix) e di 6″ Démare.

Paolo Terzi

Il successo di Démare nella seconda tappa della corsa belga (Getty Images Sport)

Il successo di Démare nella seconda tappa della corsa belga (Getty Images Sport)

A TEMPLEUVE SPUNTA CALEB EWAN

agosto 17, 2020 by Redazione  
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La prima tappa del Tour de Wallonie va all’australiano Caleb Ewan (Lotto – Soudal), che precede allo sprint l’irlandese Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step) ed il campione nazionale belga Tim Merlier (Alpecin – Fenix).

In questo calendario strapazzato il Tour de Wallonie è diventato un’ottima corsa di preparazione per il Tour de France, in particolar modo per le ruote veloci che possono affinare la condizione su percorsi più adatti e meno impegnativi rispetto a quelli del Critérium du Dauphiné. Non deve quindi sorprendere la presenza dei migliori velocisti sulla piazza e la prima tappa presentava una prima occasione di scontro. La seconda conseguenza di questa constatazione è un interesse decisamente generale per un gruppo compatto all’arrivo, e, dunque, pochissime possibilità per i fuggitivi. La Lotto – Soudal per Caleb Ewan, la Deceuninck per Sam Bennett e la Groupama – FDJ per Arnaud Démare, senza dimenticare la Bahrain – McClaren per Phil Bauhaus, hanno monopolizzato questa prima frazione pianeggiante, da Soignies a Templeuve per un totale di 185 chilometri. Il tentativo proposto da cinque corridori poco dopo la partenza è stato controllato senza problemi dalle squadre dei velocisti, con il gruppo che torna compatto ai meno 25 dal traguardo. E la volata è a quel punto inevitabile. L’ultimo chilometro è gestito dalla Groupama e vede Jacopo Guarnieri tirare lo sprint a Démare, ma il francese non ha la stessa brillantezza della Milano-Torino e, partendo troppo presto, viene superato dagli altri concorrenti. Caleb Ewan non ha pari negli ultimi cento metri e, pur partendo da una posizione arretrata, riesce a imporsi con una ruota di vantaggio rispetto a Bennett. Dietro di loro si piazza terzo il campione nazionale belga Tim Merlier (Alpecin – Fenix), mentre chiudono la top ten nell’ordine Arvid de Klejin ( Riwal Readynez Cycling Team), Nacer Bouhanni (Arkéa Samsic), il giovane israeliano Itamar Einhorn (Israel Start-Up Nation), Démare, Manuel Peñalver (Burgos-BH), Silvan Dillier e Clément Venturini (AG2R La Mondiale).

Paolo Terzi

Ewan vince la prima tappa del Tour de Wallonie (Getty Images)

Ewan vince la prima tappa del Tour de Wallonie (Getty Images)

ROGLIČ NON PARTE, PINOT NON DECOLLA, MARTÍNEZ VOLA

agosto 16, 2020 by Redazione  
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Quinta ed ultima tappa del Delfinato scoppiettante! Primož Roglič non prende il via e Daniel Martínez ne approfitta per vincere la corsa. Tappa a Sepp Kuss.

Il vincitore del Critérium du Dauphiné 2020 è Daniel Felipe Martínez. Il colombiano della EF Pro Cycling, complice l’assenza di Primož Roglič (Jumbo-Visma), è riuscito nell’impresa di ribaltare i pronostici della vigilia e a superare in classifica generale Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), ormai dato dai più come sicuro vincente quando si era appresa la notizia che il campione sloveno non aveva recuperato dalla caduta di ieri e aveva deciso per il ritiro.
La tappa, lunga 153,5 Km partiva da Megève per far ritorno nella medesima località dopo aver superato terminava a Megève dopo ben otto GPM. Tenere chiusa la corsa in assenza di velleità da parte della Jumbo-Visma era impresa ardua e così partivano subito all’attacco Julian Alaphilippe (Deceunick-Quick Step) e Pavel Sivakov (Ineos). Sulla Côte de la Frassette andavano in crisi pezzi da 90 quali Mikel Landa (Astana), Nairo Quintana (Cofidis) e Richie Porte (Trek Segafredo), mentre sul successivo GPM della Côte de Domancy si accendevano le micce tra i big. Partivano, infatti, “Dani” Martínez, Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), Miguel Ángel López (Astana) e Sepp Kuss (Jumbo-Visma), mentre appariva in difficoltà il leader della corsa Pinot. l quattro raggiungevano Alaphilippe, che poi si staccherà, e Sivakov. Sulla salita che conduceva al traguardo Kuss staccava tutti e andava a vincere la tappa, chiudendo in bellezza un Delfinato lodevole per la Jumbo-Visma, da 110 e lode se non si fosse ritirato Roglič. Martínez arrivava secondo a 27” da Kuss, salendo del suo passo, mentre Pinot accusava il colpo e tagliava il traguardo con oltre un minuto di ritardo da Kuss, ritardo che gli costava la classifica generale. La tappa vedeva terzo Pogačar, quarto Sivakov e quinto Tom Dumoulin (Jumbo-Visma). La classifica generale vede Martínez trionfare con 29” su Pinot e 41” su Guillame Martin (Cofidis). Per il colombiano c’è anche la vittoria nella classifica dei giovani, mentre quella a punti è conquistata dal vincitore della Milano – Sanremo Wout van Aert (Jumbo Visma), la cui formazione si è consolata portandosi a casa anche la classifica a squadre precedendo di quasi venti minuti la Groupama – FDJ di Pinot.
Ora la marcia d’avvicinamento al Tour prevede tappe importanti come il Giro dell’Emilia di martedì 18, il campionato europeo di mercoledì 26 e la maggior parte dei campionati nazionali: la gara che assegnerà la maglia tricolore al successore di Davide Formolo, grande protagonista in questa edizione del Delfinato, si disputerà domenica prossima sulla distanza di 253 Km tra Bassano del Grappa e Cittadella, su di un percorso caratterizzato dalla salita della Rosina da ripetere 12 volte.

Luigi Giglio

Daniel Martínez lanciato verso la maglia gialla nellultima e decisiva tappa del Criterium del Delfinato (Getty Images)

Daniel Martínez lanciato verso la maglia gialla nell'ultima e decisiva tappa del Criterium del Delfinato (Getty Images)

DWARS DOOR HET HAGELAND, TRIONFA RICKAERT

agosto 16, 2020 by Redazione  
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Nella corsa belga di Ferragosto si impone in solitaria Jonas Rickaert. Alle sue spalle Nils Eekhoff e Gianni Vermeersch.

Corsa dura fin dalle prime battute nella consueta razione di muri e sterrato del Ferragosto fiammingo.
Dopo una fase iniziale turbolenta il tentativo buono prende il largo a circa 50 km dal traguardo grazie all’apporto fondamentale di Jonas Rickaert (Alpecin Fenix) e Nils Eekhoff (Team Sunweb). I due hanno poi dimostrato di essere quelli con la gamba migliore oggi, rimanendo da soli al comando a decidere la corsa. Qui la differenza l’ha fatta l’allungo irresistibile di Rickaert che si è involato in solitaria verso la bandiera a scacchi lasciando soltanto la piazza d’onore a Eekhoff, a cui è mancato lo spunto nella fase decisiva. Alle loro spalle Gianni Vermeersch ha regolato la volata per il terzo posto portando a quota due i piazzati sul podio per il Team Alpecin Fenix.
Alla corsa belga hanno preso parte anche tre corridori italiani. Mentre Matteo Moschetti (Trek – Segafredo) non ha terminato la gara, Luca Mozzato (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM) e Alberto Dainese (Sunweb) hanno rispettivamente concluso in 17a e in 40a posizione, il primo 35 secondi dopo l’arrivo di Rickaert e il secondo a poco più di 3 minuti dal vincitore

Lorenzo Alessandri

La vittoria di Rickaert nella corsa belga (Getty Images Sport)

La vittoria di Rickaert nella corsa belga (Getty Images Sport)

BRIVIDI NEL TORRIDO LOMBARDIA DELL’ASSUNTA: REMCO NEL BURRONE, FUGLSANG IN PARADISO

agosto 15, 2020 by Redazione  
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Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) cade nella discesa del Muro di Sormano e dice addio ai sogni di gloria. La vittoria del Lombardia 2020 va a Jakob Fuglsang (Astana) che allunga sul San Fermo della Battaglia lasciandosi alle spalle George Bennett (Jumbo Visma) e Aleksander Vlasov (Astana), giunti rispettivamente secondo e terzo. Delusione per la Trek Segafredo, nel finale in superiorità numerica con Nibali, Mollema e Ciccone, ma che raccoglie solo le briciole.

Da Classica delle foglie morte a Classica di Ferragosto è un attimo. E così, dopo la Milano Sanremo dello scorso sabato, anche il Giro di Lombardia, a causa dell’emergenza covid19, viene riprogrammato in un periodo dell’anno inusuale, cambiando diametralmente il posizionamento nel calendario ciclistico e disputandosi in piena estate. Partenza da Bergamo ed arrivo a Como dopo 231 km per l’edizione 2020, che conserva le mitiche salite che hanno fatto la storia della corsa lombarda, prima fra tutte il muro di Sormano che attende i ciclisti a poco più di 50 km dall’arrivo con le sue pendenze “monstre”. Il parterre, nonostante la contemporaneità con il Giro del Delfinato, è più che dignitoso ed è oggetto di particolari attenzioni Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step), osservato specialissimo dopo i trionfi in quattro brevi gare a tappe in questo tormentato 2020, ultima delle quali il Giro di Polonia. Ma la coppia della Trek-Segafredo formata da Vincenzo Nibali e da Bauke Mollema (vincitore nel 2019) non vorrà restare a guardare. Delle altre formazioni WT, va presa in considerazione anche il Team Ineos con il tris d’assi Carapaz – Sosa – Moscon, l’Astana con la coppia in formissima Fuglsang-Vlasov e la Jumbo Visma con un George Bennett in grande spolvero dopo aver vinto tre giorni fa il Gran Piemonte. La corsa è stata caratterizzata da una fuga di 11 uomini formata da Petr Vakoč (Alpecin-Fenix), Davide Gabburo (Androni Giocattoli-Sidermec), Joseph Rosskopf (CCC Team), James Piccoli (Israel Start-Up Nation), Florian Stork (Sunweb), Alexander Riabushenko (UAE-Team Emirates), Andrea Pasqualon (Circus-Wanty Gobert). A questi si sono aggiunti strada facendo Daniel Savini (Bardiani-CSF Faizané), Emmanuel Morin (Cofidis), Denis Nekrasov (Gazprom-Rusvelo) e Marco Frapporti (Vini Zabù/KTM). Gli attaccanti hanno avuto un vantaggio massimo di quasi 5 minuti dopo circa 100 km, ma sotto i colpi di Deceuninck, Astana e Trek il vantaggio della fuga è andato via via scemando fino al ricongiungimento definitivo lungo l’ascesa della Madonna del Ghisallo. Qui si formava in testa alla corsa il gruppo di una trentina di unità che si apprestava ad affrontare la salita della Colma di Sormano, i cui 2 Km conclusivi, il mitico muro, presentano punte di pendenza fino al 25%. Era sempre la Deceuninck a tirare un gruppo davvero ridotto all’osso. Dries Devenyns era l’ultimo uomo rimasto a tirare per Evenepoel. All’inizio del muro era l’Astana a balzare in testa. Dei ciclisti più attesi, il primo a cedere era Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe), mentre Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix) cercava di restare aggrappato al gruppetto dei migliori con le unghie e con i denti. I primi a scollinare erano Evenepoel, Bennett, la coppia Vlasov-Fuglsang ed il terzetto della Trek Segafredo formato da Nibali, Mollema e Giulio Ciccone. Il colpo di scena avveniva nella discesa, quando Evenepoel cadeva rovinosamente al di là di un muretto. Il giovane belga dopo essere stato immobilizzato, assistito dal DS Davide Bramati, veniva trasportato in ospedale dove gli saranno riscontrati la frattura del bacino e una contusione ad un polmone. Intanto era palese che i sei rimasti in testa si sarebbero giocati la vittoria del Lombardia 2020, anche perché gli inseguitori – tra i quali Van Der Poel, Diego Ulissi (UAE-Team Emirates), Rafał Majka (Bora Hansgrohe) e Richard Carapaz avevano mollato e avevano quasi 2 minuti di ritardo sul gruppo di testa. Fuglsang e Bennett attaccavano a 19 km dall’arrivo sulle insidiose rampe del Civiglio. Vlasov si accodava alla coppia, mentre era evidente la débâcle della Trek-Segafredo, che veniva meno proprio nel finale. Fuglsang attaccava sull’ultima salita di San Fermo della Battaglia staccando Bennett, ultimo ciclista a resistergli. Il danese vinceva per la prima volta in carriera la classica d’autunno, mentre salivano sul podio George Bennett a 30 secondi di ritardo e Aleksandr Vlasov a 50 secondi di ritardo. Delusione infine tra le fila della Trek Segafredo, che doveva accontentarsi del quarto posto di Mollema, del quinto di Ciccone e del sesto di Nibali.

Giuseppe Scarfone

Fuglsang vince leccezionale edizione agostana del Giro di Lombardia (Getty Images Sport)

Fuglsang vince l'eccezionale edizione agostana del Giro di Lombardia (Getty Images Sport)

JUMBO & INEOS, GIOIE E DOLORI NELLA PENULTIMA TAPPA DEL DELFINATO

agosto 15, 2020 by Redazione  
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È stata una tappa agrodolce la penultima del Delfinato per la Jumbo-Visma, la formazione del leader della corsa Primož Roglič, che oggi è riuscita – seppur senza affondi – a confermare la supremazia del corridore sloveno ma ha perso per una caduta l’olandese Steven Kruijswijk, fondamentale pedina per l’imminente Tour de France. Non si ride nemmeno nella casa avversaria, perchè gli INEOS si sono visti ritirati il loro uomo di punta, Egan Bernal, per problemi alla schiena.

La quarta tappa del settantaduesimo Critérium du Dauphiné partiva col botto per l’assenza al via di Egan Bernal (Ineos), che si fermava a causa di problemi alla schiena. Lo stesso Team Ineos, che non ha raccolto al momento risultati eccellenti in questa strana stagione, dovrà iniziarsi a preoccuparsi per in vista di un Tour De France per il quale Bernal e compagni di squadra non sembrano all’altezza della corazzata Jumbo-Visma. Ma oggi anche il team sta facendo il bello e il cattivo tempo al Delfinato doveva fare i conti con la sfortuna, che si concretizzava con il ritiro di Steven Kruijswijk, vittima di una caduta nella discesa del Col de Plan Bois. Anche per lui, come per Bernal, si tratta di brutte notizie in chiave Tour de France, arrivate in una tappa che vedeva costretti al ritiro anche due corridori della Bora-Hansgrohe, Gregor Mühlberger ed Emanuel Buchmann, che era terzo in classifica a 20″ da Primož Roglič (Jumbo-Visma)
La penultima tappa, ancora favorevole agli scalatori, partiva da Ugine per terminare a Megève dopo aver percors 153.5 Km e aver affrontato ben sei Gran Premi della Montagna. Alla fine si impone il giovane tedesco Lennard Kamna (Bora Hansgrohe), tra i protagonisti della prima fuga di giornata, che comprendeva anche Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step). Roglič controllava i suoi diretti rivali senza difficoltà e senza subire attacchi importanti tagliava il traguardo insieme a Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), che lo precedeva sulla linea d’arrivo tre minuti dopo la vittoria di Kamna. Da segnalare che sia Roglič, sia Pinot erano stati coinvolti in una caduta in discesa che, fortunatamente, non impediva loro di riprendere la corsa e di rientrare in gruppo, anche se in un primo momento sembrava che lo sloveno stesse per imitare Kruijswijk e salire in ammiraglia, come testimoniano gli scatti di un fotografo che lo avevano immortalato a bordo di una vettura della sua squadra, subito dopo la caduta.
La seconda posizione veniva conquistata dopo 41″ da David de la Cruz (UAE-Team Emirates), terzo si piazzava Alaphilippe a 56” mentre il primo italiano a tagliare il traguardo era Fausto Masnada del CCC Team, sesto a 1′10”. La classifica generale che non vede cambiamenti e Roglič continua a comandare con i 14” di vantaggio che aveva su Pinot stamattina, mentre al terzo posto – complice il ritiro di Buchmann – sale il francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits).
Appuntamento a domani con l’ultima e attesa tappa, che come quella odierna si concluderà a Megève al termine di un tracciato, pure lungo 153 Km, che prevede otto Gran Premi della Montagna, tra i quali la doppia ascesa alla Côte de Domancy e il colli di Romme e della Colombière

Luigi Giglio

La caduta di Roglič durante la quarta tappa del Delfinato (Getty Images)

La caduta di Roglič durante la quarta tappa del Delfinato (Getty Images)

SCONTRO TRA TITANI AL DELFINATO: “ROCCIA” GRANITICO, ROGLIČ INSCALFIBILE

agosto 14, 2020 by Redazione  
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Vittoria italiana al Delfinato per opera di un mastodontico Davide Formolo, che corona con la vittoria una fuga durata quasi 130 Km, 70 dei quali in solitaria. È uno scontro tra titani quello che contrappone il fuggitivo al gruppo dei migliori, che per 33 secondi non riesce a raggiungere il corridore veneto che, per diversi chilometri, era stato anche maglia gialla virtuale. Quella vera rimane sulle spalle di un indisturbato Roglič, che sprinta davanti agli avversari e intasca anche l’abbuono del secondo posto

La terza tappa del Giro del Delfinato vede la vittoria di forza, tenacia e coraggio di Davide Formolo (UAE-Team Emirates) dopo una lunga fuga iniziata ad una trentina di chilometri dal via con altri otto compagni d’avventura, Søren Kragh Andersen (Sunweb), Maxime Chevalier (B&B Hotels-Vital Concept), Pierre-Roger Latour (AG2R La Mondiale), Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step), Christopher Juul Jensen (Mitchelton-Scott), Guy Niv (Israel Start-Up Nation), Jasha Sütterlin (Team Sunweb) e Daniel Oss (Bora-Hansgrohe). Dopo aver notato segni di cedimento nei compagni di fuga Formolo, maglia di Campione Italiano sulle spalle, partiva in solitaria a 70 chilometri dal traguardo, praticamente all’inizio della salita del Col de la Madeleine, in cima al quale transitava con 45″ di vantaggio su Latour, quasi 3 minuti su Jungels e 5’25” sul plotone guidato da Wout van Aert (Jumbo-Visma). Sulla Madeleine si ritirava Tiesj Benoot (Sunweb) a causa del mal di schiena. Da segnalare che altri ciclisti come Juan Pedro López (Trek-Segafredo) e Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) non avevano preso il via per colpa di una caduta avvenuta nella tappa di ieri.
Sull’ascesa finale verso Saint-Martin-de-Belleville anche Formolo mostrava segni di cedimento, mentre alle sue spalle la Jumbo-Visma di Primož Roglič controllava con enorme facilità, tanto che nel finale il leader attuale del Delfinato coglieva l’occasione per dare un’altra stoccata ai rivali. Chris Froome (Ineos), ancora lontano dalla condizione migliore, si staccava mestamente ai meno 13 chilometri all’arrivo. Formolo, intanto, andava pedalata dopo pedalata a tagliare il traguardo conquistando una vittoria davvero incredibile, dando valore al soprannome di “Roccia” che gli è stato attribuito da dilettante. Con la sua stoccata Roglič tagliava il traguardo 33 secondi più tardi, regolando allo sprint Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e altri cinque corridori, mentre nove secondi dallo sloveno accusavano corridore attesti come Egan Bernal (Ineos), Richiw Porte (Trek-Segafredo) e Nairo Quintana (Arkéa Samsic).
La prova odierna di Roglič e le gare fin qui disputate dalla Jumbo-Visma da quando si è ripresi a correre lasciano poco spazio alla fantasia. Togliere il Delfinato dalle mani dell’ex saltatore con gli sci sloveno sembra una cosa irrealizzabile, anche se mancano ancora due impegnative tappe di montagna da disputare. Domani si viaggerà per 153 Km da Ugine alla nota stazione turistica di Megève, affrontando strada facendo sei Gran Premi della Montagna: il più impegnativo è il penultimo, la Montée de Bisanne (13 Km al 7.7%), che precederà di circa 26 Km l’attacco della pedalabile ascesa di 7.5 Km al 4.9% diretta al traguardo di Megève.

Luigi Giglio

Davide Formolo si gode il trionfo sul traguardo di Saint-Martin-de-Belleville (foto Bettini)

Davide Formolo si gode il trionfo sul traguardo di Saint-Martin-de-Belleville (foto Bettini)

LA JUMBO NON SMETTE DI VOLARE, STAVOLTA DECOLLA ROGLIČ

agosto 13, 2020 by Redazione  
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Anche nella tappa odierna prova di forza della Jumbo-Visma con Primož Roglič taglia per primo il traguardo conquistando tappa e classifica generale. Secondo Thibaut Pinot, solo decimo un generoso Egan Bernal.

Dopo essere partito quando mancava poco più di un chilometro alla linea del traguardo, Primož Roglič (Jumbo-Visma) ha vinto la seconda tappa del Critérium du Dauphiné, frazione che era partita da Vienne e terminata dopo 135 impegnativi chilometri sul Col de Porte, salita lunga quai 17 km e caratterizzata da una pendenza media del 6.2%. Salendo verso il Porte il talento sloveno sfruttava appieno il lavoro dei suoi compagni di squadra e del Team Ineos, formazioni che avevano tenuta chiusa la corsa. Pedalata dopo pedalata, dopo aver lasciato tutti i contendenti alle spalle – per ultimo Egan Bernal (Ineos), il quale provava a tenergli testa per poi crollare e farsi superare da Thibaut Pinot (Groupama – FDJ) e company – Roglič andava a trionfare con 8 secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori.
La fuga di giornata, nata subito dopo la partenza, era composta dal francese Bruno Armirail (Groupama-FDJ), che sarà l’ultimo ad arrendersi al gruppo, Fabien Doubey (Circus-Wanty Gobert), Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step), Ben O’Connor (NTT Pro Cycling), Michael Schär (CCC Team), Jasha Sütterlin (Sunweb), Jérôme Cousin e Geoffrey Soupé (Total Direct Énergie). Prima la Jumbo, con il solito Tony Martin, poi il Team Ineos concludevano l’inseguimento e rendevano il gruppo compatto, gruppo che perdeva pezzi importanti sul Col de Porte come Davide Formolo (UAE Team Emirates), Bob Jungels e Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), che si staccava a 6 km dall’arrivo. Il ritmo Ineos dettato da Michał Kwiatkowski, che faceva male ai meno 4,5 km ad Adam Yates (Mitchelton Scott), ad Alejandro Valverde (Movistar) e allo stesso Chris Froome, che si lasciava sfilare mesto mesto nelle retrovie senza dare il suo contributo alla causa Bernal: per il keniano bianco un brutto segnale in vista del Tour de France.
Altri ciclisti si staccavano a causa dell’andatura imposta da Pavel Sivakov (Ineos), ultimo gregario rimasto a disposizione di Bernal, a partire dai meno 3 km al traguardo. La corsa scoppiava completamente con lo scatto di Emanuel Buchmann (Bora – Hansgrohe), caduto ieri, a 2,5 km dall’arrivo. Il tedesco veniva raggiunto da Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Pinot, Roglič e Nairo Quintana (Cofidis). Doopo qualche metro rientrava un altro gruppetto di big, tra i quali c’erano Miguel Ángel López (Astana), Richie Porte (Trek Segafredo), Bernal e Mikel Landa (Bahrain-McLaren). Bernal provava lo scatto, Roglič lo agguantava e, dopo aver aspettato l’avvicinarsi dell’arco che che segnava un chilometro all’arrivo, piazzava l’affondo finale. Per lui tappa e primo posto nella classifica generale, secondo posto per Pinot a 8 secondi e terzo Buchmann subito dietro.
Prima dell’ascesa finale da segnalare una brutta caduta che coinvolgeva diversi ciclisti tra i quali Sergio Higuita (EF Pro Cycling), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), Pierre-Roger Latour (Groupama-FDJ) e Luis León Sánchez (Astana), costretti a dire addio ai sogni di gloria, almeno in questa tappa.
Domani è in programma un altro arrivo in salita a Saint-Martin-de-Belleville, 15 Km all’5.9% che costituiscono la parte iniziale dell’intermabile ascesa verso Val Thorens, dove al Tour dell’anno scorso si impose Vincenzo Nibali. In precedenza si salirà ai quasi 2000 metri del Col de la Madeleine, tradizionale valico che sarà però affrontato dall’inedito versante di Montgellafrey, 18 Km all’8.2% sui quali tra un mese – il 16 settembre – i corridori torneranno a misurarsi in occasione della tappa di Méribel del Tour de France.

Luigi Giglio

La vittoria di Roglič in vetta al Col de Porte (Getty Images Sport)

La vittoria di Roglič in vetta al Col de Porte (Getty Images Sport)

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