COLPI D’ALA AL TOUR: CAPOLAVORO DI JULIAN, LA MAGLIA GIALLA TORNA IN FRANCIA
La stella di Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) risplende nella seconda tappa di Nizza del Tour 2020 grazie ad un deciso attacco all’inizio del Col des Quatre Chemins, a 13 km dall’arrivo. Al francese hanno la forza di rispondere soltanto Marc Hirschi (Sunweb) e Adam Yates (Mitchelton Scott), che pur collaborando nell’azione vengono battuti dal transalpino sulla Promenade des Anglais. Alaphilippe, alla prima vittoria stagionale, indossa la maglia gialla e si candida ad un ruolo di primo piano nel prosieguo della corsa
Si riparte nuovamente da Nizza per la seconda tappa del Tour de France 2020. Questa volta la capatina verso l’entroterra sarà più esigente dal punto di vista altimetrico, visto che si scaleranno due salite di prima categoria. I ciclisti troveranno, infatti, nella prima metà di tappa – lunga complessivamente 186 km – due asperità ben note e già proposte alla Parigi Nizza, il Col de la Colmiane d il Col de Turini. La parte finale della tappa vedrà, invece, le scalate al Col d’Èze, di seconda categoria, e al Col de Quatre Chemins, il cui scollinamento assegnerà degli abbuoni temporali. Le condizioni meteo dovrebbero essere completamente opposte a quelle di ieri, quando cui pioggia e cadute sono state le grandi protagoniste della tappa. Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) riparte in maglia gialla ma sa che al termine della tappa odierna dovrà cederla a qualcun altro, forse un finisseur, forse un fuggitivo o forse a un vero e proprio uomo di classifica. Da Nizza non partivano in tre, John Degenkolb (Lotto Soudal) per aver sforato il tempo massimo nella prima tappa, Philippe Gilbert (Lotto Soudal) e Rafael Valls (Bahrain McLaren) a causa delle conseguenze della cadute di ieri (frattura della rotula per il belga e del femore per lo spagnolo). Nei primi chilometri si registrava un attacco di 8 ciclisti: Peter Sagan e Lukas Pöstleberger (Bora-Hansgrohe), Benoît Cosnefroy (AG2R-La Mondiale), Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick Step), Toms Skujiņš (Trek-Segafredo), Anthony Perez (Cofidis), Michael Gogl (NTT Cycling) e Matteo Trentin (CCC). Dopo 9 km il loro vantaggio era di 20 secondi. Trentin si aggiudicava il traguardo intermedio del Lac du Broc, posto al km 16, poi si fermava per un problema meccanico e veniva ripreso dal gruppo. Al comando della corsa restavano così sette ciclisti, i quali aumentavano incrementavano il loro vantaggio, attestatosi a 3 minuti all’inizio della salita della Colmiane, quando il gruppo maglia gialla era tirato dall’UAE-Team Emirates. Era Cosnefroy a scollinare in prima posizione, trainando con sé Asgreen, Gogl e Perez. Il gruppo aveva in vetta un ritardo di 2 minuti e 12 secondi. Nella successiva discesa in testa alla corsa i fuggitivi si ricompattavano, mentre il gruppo inseguitore era ora tirato dal Team Jumbo Visma. Salendo al Col de Turini Sagan si staccava dal gruppo di testa. Perez scollinava in prima posizione ravvivando la lotta per la classifica dei GPM. Il gruppo a sua volta scollinava con 2 minuti e 10 secondi di ritardo mentre i velocisti, tra i quali la maglia gialla Kristoff, erano segnalati ancora più dietro. A 80 km dall’arrivo il gruppo, una volta ripreso Sagan, aveva guadagnato ulteriormente sui sette di testa. Nella discesa del Turini una foratura rallentava Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), che era costretto ad un lungo inseguimento per rientrare. Il gruppo raggiungeva i fuggitivi proprio all’inizio del Col d’Èze, a 40 km dall’arrivo. Erano in particolare Jumbo Visma, Deceuninck-Quick Step e INEOS Grenadiers a fare l’andatura. Una caduta di Lennard Kamna (Bora Hansgrohe) aumentava la tensione in un gruppo composto da non più di una cinquantina di unità. Nicolas Roche (Sunweb) scollinava per primo quando mancavano poco più di 33 km all’arrivo. La Jumbo Visma continuava a fare l’andatura. In discesa una caduta metteva fuori gioco Daniel Martínez (EF Education First) e anche Alejandro Valverde (Movistar) restava attardato nelle retrovie a causa di una foratura. Intanto il gruppo si impegnava in una sorta di sprint per prendere a tutta il Col des Quatre Chemins dopo essere transitato per la prima volta dal traguardo di Nizza. Sia Valverde, sia Martínez rientravano in gruppo, proprio al pasaaggio sulla linea d’arrivo. Era Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) a rompere gli indugi quasi subito ed a partire ai meno 13. L’unico che riusciva a stargli dietro era Marc Hirschi (Sunweb), mentre in una curva verso sinistra Tom Dumoulin (Jumbo Visma) era vittima di una caduta. Mentre l’olandese rientrava in seno al gruppo nel giro di qualche decina di metri, Adam Yates (Mitchelton Scott) ne usciva e raggiungeva la coppia di testa. A 10 km dall’arrivo il vantaggio dei tre al comando era di una decina di secondi sul gruppo, nel quale era l’INEOS Grenadier a condurre l’inseguimento. Yates scollinava per primo sul Col des Quatre Chemins e si intascava gli 8 secondi di abbuono. In discesa il terzetto di testa portava a 23 secondi il vantaggio e andava a giocarsi la vittoria di tappa. Era Alaphilippe a vincere da favorito su Hirschi e Yates, mentre il gruppo in forte rimonta era regolato dopo due secondi da Greg Van Avermaet (CCC). Alaphilippe ottiene così la prima vittoria stagionale, dedicandola al padre scomparso due mesi or sono. Il francese indossa anche la maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Yates e 7 secondi di vantaggio su Hirschi. Domani è in programma la terza tappa da Nizza a Sisteron, che presenta quattro GPM, di cui tre di terza e uno di quarta categoria: saranno 198 km con una prima metà del percorso senza ombra di pianura, se si escludono i primi 7 km. È ipotizzabile la prima fuga vincente del Tour 2020, purchè abbastanza consistente e composta da uomini scafati, visto che la seconda parte della tappa favorisce l’inseguimento del gruppo e qualche velocista potrebbe far lavorare la propria squadra per giocarsi la vittoria in volata.
Giuseppe Scarfone

L'attacco di Alaphilippe sul Col des Quatre Chemins (Getty Images Sport)
FELLINE RISORGE AL MEMORIAL PANTANI
Torna al successo Fabio Felline (Astana) e lo fa imponendosi in volata al Memorial Marco Pantani disputatosi quest’oggi con l’arrivo a Cesenatico. Grande iniezione di fiducia per il corridore piemontese nella nuova squadra kazaka.
L’inizio della cosa è stato caratterizzato dalla fuga iniziale promossa da cinque corridori – Kenny Molly (Bingoal-Wallonie Bruxelles), Matúš Štoček (Beltrami Tsa Marchiol), Alexander Evans (Circus-Wanty Gobert), Matteo Rotondi (Work Service Dynatek Vega) e Tommaso Rigatti (Colpack Ballan) – i quali hanno avuto un vantaggio massimo di circa 5′ fino ai piedi della salita di Rocca delle Caminate, quando il gruppo ha rapidamente assorbito i fuggitivi ed annullato la loro azione. Tutto da rifare quando il plotone si è apprestato ad entrare compatto nel circuito caratterizzato dall’ascesa di Montevecchio, da ripetere per tre volte.
Nella discesa verso Cesana il primo allungo è portato da Lorenzo Rota (Vini Zabù KTM) e Mattia Bais (Androni Giocattoli-Sidermec), che ispirano altri attaccanti. Così sulla coppia la comando si porta inizialmente Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè), poi il terzetto viene agganciato da un gruppetto composto da Manuele Boaro (Astana), Alessandro Covi (UAE-Team Emirates), Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Simone Ravanelli (Androni-Sidermec), Jefferson Alexander Cepeda (Caja Rural-Seguros RGA) e Jhonatan Narváez (Ineos). La testa della corsa è così formata da nove uomini, troppi per lasciare loro spazio: la nuova fuga raggiungerà, infatti, un vantaggio massimo di appena 30” e il gruppo inseguitore li riprenderà a 30 Km dal traguardo.
A rilanciare l’azione ci riprovano ancora Covi e Mosca, inseguiti da Domen Novak (Bahrain-McLaren), Manuele Boaro (Astana), Andrea Pasqualon (Circus-Wanty Gobert), Luca Chirico e Simone Ravanelli (Androni-Sidermec). Il gruppo resta a 27” per poi, ai meno 8 Km dall’arrivo, riprendere definitivamente i fuggitivi. Con un gruppo composto da una quarantina di unità si aspetta soltanto la volata, con le squadre a prepararla al meglio per i loro uomini veloci.
A prevalere nettamente su tutti è Fabio Felline (Astana) che negli ultimi metri sopravanza il britannico Ethan Hayter (Ineos) andando a tagliare a braccia alzate il traguardo, mentre in terza posizione si piazza il bielorusso Aleksandr Riabushenko (UAE-Team Emirates); completano la topfive Mosca e Pasqualon. Torna così alla vittoria Fabio Felline, che non vinceva dal cronoprologo del Tour de Romandie del 2017, dando a sè stesso ed alla squadra una gran bella iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione.
Antonio Scarfone

Fabio Felline torna alla vittoria nella corsa dedicata all'ìndimenticato scalatore romagnolo (foto Bettini)
ROPERO INAUGURA IL GIRO D’ITALIA UNDER23
In concomitanza con il più blasonato Tour de France ha preso il via da Urbino, la più importante corsa a tappe per gli Under23. Il successo nella città natale di Raffaello, con conseguente prima maglia di leader, è andato allo spagnolo Alejandro Roperto del Kometa-Xstra Cycling Team.
Nella sua personalissima ricerca della normalità il ciclismo non solo italiano cerca di ripartire comprimendo un calendario che altrimenti rischiava veramente di essere messo in un cassetto e tirato fuori ai primi del 2021. Proprio in questa ottica di tornare alle corse, sabato 29 Agosto per gli appassionati dello sport del pedale non c’è stato che l’imbarazzo della scelta. Per quanto riguarda i professionisti a Nizza è andata in scena la prima tappa del Tour de France, mentre a Pescara si è disputato il Trofeo Matteotti. Per quanto riguarda gli Juniores ha preso il via il Giro del Friuli Venezia Giulia, mentre per la categoria degli Under23 a Urbino ha mosso i primi colpi di pedale il Giro d’Italia riservato alla categoria. Questa corsa a tappa griffata ENEL e organizzata dalla Nuova Ciclistica Placci 2013, prevede 8 tappe e si concluderà il 5 settembre all’Aprica. Al via i sono presentati 176 tra i ciclisti Under 23 più forti a livello nazionale e internazionale, in rappresentanza di 31 team (18 italiani, e 13 stranieri) e provenienti da 11 Paesi.
La prima tappa, disegnataattorno ad Urbino per 150,5 km, prevedeva 1.300 metri di dislivello e circuito ondulato di circa 40 km da ripetere per 4 volte, con la salita dei Gualdi (GPM di 3° categoria, 458 metri slm) quale ultimo GPM a 9 km dall’arrivo.
Il successo di giornata è andato ad Alejandro Ropero Molina, corridore spagnolo del Kometa-Xstra Cycling Team al suo primo successo stagionale. Lo spagnolo ha preceduto Henri Vandenabeele (Lotto Soudal Development Team) e Antonio Tiberi (Colpack Ballan), terzetto che nel finale di gara ha saputo resistere all’inseguimento di Davide Baldaccini (Colpack Ballan), Davide Bais (Cycling Team Friuli), Matteo Carboni (Biesse Arvedi) e Manuele Tarozzi (#inEmiliaRomagna Cycling Team). Il gruppo, giunto dopo 15”, è stato regolato da Luca Colnaghi (Zalf Euromobil Désirée Fior).
L’orografia del tracciato odierno ha scatenato la fantasia dei corridori, soprattutto quelli della Casillo-Petroli Firenze-Hopplà, in avanscoperta sin dal primo giro grazie a Gabriele Benedetti ed Edoardo Faresin (figlio di Gianni Faresin (professionista dal 1988 al 2004), ai quali si sono successivamente accodati altri corridori. La situazione è mutata nel corso del secondo giro, quando al comando si sono trovati ben 23 corridori: Benedetti, Faresin, Pasquale Abenante e Marco Murgano (Casillo-Petroli Firenze-Hopplà), Samuele Zoccarato (Colpack), Matteo Carboni (Biesse Arvedi), James Fouché (Hagen Bergman Axeon), Samuele Zambelli (Iseo Serrature Rime Carnovali), Martin Nessler e Andrea Pietrobon (Cycling Team Friuli), Lorenzo Visintainer (General Store Essegibi), Harrison Wood e Daan Hoole (SEG Racing Academy), Matteo Fantoni (Velo Plus Palazzago), Reto Müller e Yannis Voisard (Swiss Racing Academy), Manuel Allori e Nicolò Garibbo (Maltinti Lampadari), Mattia Guasco (NTT Continental), Asbjørn Hellemose (Velo Club Mendrisio), Filippo Baroncini (Beltrami TSA Marchiol), Samuele Rivi (Tirol KTM) e Jokin Murguialday (Caja Rural-Seguros RGA Amateur).
Raggiunti più di 4 minuti di vantaggio è venuta a mancare la collaborazione e il feeling tra i battistrada, svanita del tutto nel corso dell’ultima tornata. L’attacco a due di Hoole e Fouché è stato il canto del cigno degli attaccanti, raggiunti a breve dagli inseguitori, guidati da Ropero. È stato proprio lo spagnolo a passare per primo sull’ultimo GPM dei Gualdi. Seguito da Tiberi e dal belga Vandenabeele, il corridore iberico li ha poi preceduto allo sprint sul traguardo, posto al termine di una breve ma ripida rampa in pavè che presentava pendenze fino al 14%.
Domani il “Giro Under” proseguirà con la tappa, Gradara – Riccione di 125 km. Dalla località marchigiana celebre per il castello nel quale Dante collocò le vicissitudini di Paolo e Francesca, il gruppo si muoverà verso l’entroterra per superare un primo GPM di 3a categoria dopo 69 km (Pietrarubbia, 5,5 km con pendenza media al 5,3% dal bivio di Frontino alla cima). Poi discesa ritornando verso l’Adriatico, superando il traguardo volante di Mercatino Conca e andando veloci all’arrivo di Riccione.
Successivamente il Giro proseguirà verso l’Emilia-Romagna (Gradara-Riccione, Riccione-Mordano) e quindi il Veneto per la quarta e la quinta tappa (Bonferraro di Sorgà-Bolca, Marostica-Rosà). Il gran finale si svolgera in Lombardia, che ospiterà ben tre tappe: la Colico-Colico, suggestivo giro del lago di Como in senso antiorario; la Barzio-Montespluga, tappa delle “tre V” (Valsassina, Valtellina, Valchiavenna) che si concluderà a oltre 1.900 metri di quota, e infine la tappa dell’Aprica con la temibile scalata del Mortirolo.
Mario Prato

Lo spagnolo Ropero vince la prima tappa del Giro d'Italia riservato alla categoria U23 (foto © Giro d'Italia Under 23)
VOLATA E CADUTE, KRISTOFF IN PARADISO A NIZZA
In una prima tappa segnata dal maltempo e da moltissime cadute, a Nizza la volata che assegna la prima maglia gialla è vinta da Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) su Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) e Cees Bol (Team Sunweb). Il norvegese indossa per la prima volta in carriera il simbolo del primato al Tour de France.
Il giorno tanto atteso del Tour de France è finalmente è arrivato. Il primo GT del 2020 parte in pompa magna da Nizza, per la prima volta a fine Agosto, tra misure anticovid e quant’altro. Ci auguriamo che la Grande Boucle possa arrivare senza difficoltà a Parigi dopo le 21 tappe canoniche. Delle ultime edizioni, questa è sicuramente una delle più incerte. Egan Bernal (INEOS Grenadier) è il campione uscente ma deve combattere contro un fastidioso mal di schiena che ne sta limitando la condizione. Non convocati Chris Froome e Geraint Thomas, in casa INEOS è pronto eventualmente a dire la sua Richard Carapaz. In casa Jumbo Visma stesso discorso, più o meno, per Primož Roglič: se non fosse caduto rovinosamente al recente Giro del Delfinato lo sloveno sarebbe in pole position per la maglia gialla. Bisognerà vedere se e come ha recuperato e non si può escludere nella formazione olandese il ritorno in auge di un Tom Dumoulin che sembra aver definitivamente risolto il problema al ginocchio che lo ha limitato per più di un anno e che può essere una seconda non indifferente carta da giocare. Anche Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe) e Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), altri due pretendenti ai primissimi posti della classifica generale, devono fare i conti con i postumi di una caduta e bisognerà vedere strada facendo le rispettive condizioni di salute. Chi sembra in una forma sostanzialmente buona è Thibaut Pinot. La Groupama FDJ è tutta per lui e il francese vuole dimenticare il Tour dello scorso anno, nel quale fu costretto al ritiro a causa di una forte contusione alla gamba. Chi è pronto a dire la sua è l’usato sicuro formato dalla coppia Mikel Landa (Bahrain McLaren) – Richie Porte (Trek Segafredo). Il forte scalatore spagnolo accoglie con piacere l’unica prova a cronometro, da sempre suo tallone d’Achille, che si svolgerà alla penultima tappa e avrà l’arrivo in salita; l’australiano, invece, può contare su una forma discreta ma deve fare attenzione alle cadute che al Tour hanno spesso limitato le sue performance. Già detto di Quintana, la Colombia schiera altri ciclisti interessanti come il vincitore del Delfinato Daniel Martínez, Sergio Higuita, Rigoberto Urán – tutti facenti parte del team EF Pro Cycling – e Miguel Ángel López (Astana), che possono disputare un Tour interessante, così come sono attesi Julian Alaphilippe (Deceunick-Quick Step) e Peter Sagan (Bora Hansgrohe) per brillare rispettivamente nelle classifiche della maglia a pois e della maglia verde. Come detto all’inizio, la prima tappa parte da Nizza e si conclude sulla Promenade des Anglais dopo 156 km. La doppia ascesa della Côte de Rimiez, posta a metà e a tre quarti di tappa, potrebbe indurire le gambe di qualche velocista, ma la soluzione più probabile è lo sprint di un gruppo abbastanza numeroso. Dopo la partenza da Nizza si formava la prima fuga del Tour 2020 grazie all’azione di Michael Schär (CCC), Cyril Gautier (B&B Hotels-Vital Concep) e Fabien Grellier (Total Direct Énergie). Dopo 12 km il terzetto di testa aveva 2 minuti di vantaggio sul gruppo, tirato ancora blandamente da Deceuninck-Quick Step, INEOS e Jumbo Visma. Le prime gocce di pioggia, peraltro attese, provocavano alcune cadute. Tra le vittime illustri si segnalavano Sam Bennett (Deceuninck Quick Step), Domenico Pozzovivo (NTT Cycling), Pierre-Roger Latour (AG2R) e Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers). Nel frattempo Grellier faceva suo il primo GPM della Côte de Rimiez, posto al km 48.5, mentre in grande ritardo si segnalava Sivakov, i cui segni della caduta erano evidenti sul braccio destro. Anche Alaphilippe era segnalato in ritardo, addirittura dietro Sivakov. Nel tratto di pianura che precedeva la seconda ascesa verso la Côte de Rimiez il gruppo rallentava vistosamente, permettendo così a molti dei caduti di rientrare. Chi ancora inseguiva con circa 40 secondi di ritardo era Alaphilippe. A 80 km dal termine la fuga aveva preso vigore ed ora aveva 2 minuti e 50 secondi di vantaggio sul gruppo. A 60 km dall’arrivo Schär e Gautier restavano in testa, mentre Porte riusciva a rientrare in gruppo dopo essere restato attardato da una caduta. Un altro capitombolo coinvolgeva l’australiano Caleb Ewan (Team Lotto Soudal), uno dei corridori più attesti oggi allo sprint, che ad un certo punto veniva cronometrato con un ritardo di 6 minuti. La fuga veniva ripresa definitivamente dopo il secondo passaggio in vetta sulla Côte de Rimiez, che aveva visto transitare in testa Schär. Anche Giacomo Nizzolo (NTT Cycling) e Sonny Colbrelli (Bahrain McLaren) venivano coinvolti in una caduta, ma seppur con difficoltà riuscivano a rientrare in gruppo. Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step) restava indietro per una foratura ma rientrava in gruppo scortato dalla sua ammiraglia. Dopo un’accelerazione dell’Astana in discesa, culminata con un fuoripista di Miguel Angel López, il gruppo ritornava a mantenere un’andatura moderata, tale da far rientrare anche Ewan. Nella discesa finale anche George Bennett (Jumbo Visma) era vittima di una caduta, restando attardato nelle retrovie. Lasciatosi alle spalle il tratto più pericoloso della tappa il gruppo tornava ad alzaew l’andatura negli ultimi 20 km, mentre le squadre dei velocisti iniziavano a preparare lo sprint su di una strada che per fortuna andava asciugandosi. L’ultimo attacco veniva portato da Benoît Cosnefroy (AG2R), che però veniva risucchiato in gruppo nel giro di un paio di chilometri. Un’ultima caduta poco dopo i 3 km all’arrivo coinvolgeva Pinot e altri corridori. La volata veniva vinta da Alexander Kristoff (UAE-Team emirates) sul campione del mondo Mads Pedersen (Trek segafredo) e Cees Bol (Sunweb). Nella top ten si segnalavano il sesto posto di Elia Viviani (Cofidis) ed il settimo di Nizzolo. Il norvegese ottiene così la prima vittoria stagionale e la prima maglia gialla della sua carriera.
Domani è in programma la seconda tappa ancora con protagonista Nizza. Questa volta il giro verso l’entroterra prevede le più esigenti ascese dei colli della Colmiane e di Turini prima delle salite finali del Col d’Èze e del Col des Quatre Chemins, non classificato come GPM ma “dotato” di abbuoni temporali al suo passaggio. Insomma, una tappa dove già si potrebbe vedere qualcosa di concreto in ottica classifica generale.
Giuseppe Scarfone

Kristoff vince allo sprint la prima tappa del Tour de France 2020 (foto Bettini)
AL MATTEOTTI TORNANO I CONTI
Grande giornata per la UAE-Team Emirates che dopo la vittoria di Kristoff al Tour de France ottiene il primo posto anche al Trofeo Matteotti, dove Valerio Conti si impone per distacco su Diego Rubio (Burgos) e Daniel Savini (Bardiani), ottenendo il primo successo stagionale.
La gara, svoltasi sull’ormai classico circuito attorno a Pescara da ripetersi 13 volte per un totale di 195 km, si apre con la fuga a quattro di William David Muñoz (Colombia Tierra de Atletas – GW Bicicletas), Valter Ghigino (D’Amico), Giulio Masotto (Colpack) e Viesturs Lukševics (Amore&Vita). Alle loro spalle il gruppo, comandato dagli uomini della Trek, lasciava fare fino a consentire un vantaggio superiore ai 5’ per i battistrada.
Nulla da segnalare fino a metà gara quando, mentre il gruppo dietro iniziava ad accelerare, un problema tecnico costringe Ghigino a lasciare i compagni di fuga: li riprenderà quando ai battistrada restano poco più di 2’ di vantaggio e il gruppo è inesorabilmente in rimonta.
Ripresi i fuggitivi nel corso dell’ottavo giro, attacca Jacopo Mosca (Trek-Segafredo) mentre va segnalata la caduta, senza conseguenze, per Giovanni Visconti (Vini Zabù). Il secondo attacco, in un gruppo composto da una sessantina di corridori, lo opera Luca Wackermann (Vini Zabù), ma anche per lui nessuna gloria, così come per Nicolas Nesi (D’Amico) poco dopo.
La fuga buona parte durante il penultimo giro, quando escono dal gruppo Mauro Finetto (NIPPO DELKO One Provence), Valerio Conti (UAE-Team Emirates), Jan Bakelandts (Circus – Wanty Gobert) e Simone Velasco (Gazprom), che si aggregano a Nicola Conci (Trek-Segafredo) e Lorenzo Rota (Vini Zabù), partiti poco prima. Nelle prime fasi dell’ultimo giro rientrano anche Gonzalo Serrano (Caja Rural), Diego Rubio (Burgos-BH), Jelle Vanendert (Bingoal), Riccardo Lucca (General Store Essegibi) e Mosca, con il plotone che paga circa 6”.
È l’ultimo passaggio da Montesilvano Colle, a sei chilometri dal traguardo, a decidere la corsa: Conti parte da solo e guadagna una decina di secondi che riesce a gestire ottimamente fino al traguardo, tagliato con una manciata di metri di anticipo su Rubio e Savini. Tredici secondi più tardi Velasco che vince la volata del gruppo.
Domani il calendario italiano propone la 17a edizione del Memorial Pantani, che si disputerà per 200 Km tra Castrocaro Terme e Cesenatico affrontando le salite della Rocca delle Caminate, del Monte Cavallo, di Montevecchio (da ripetere tre volte) e di Longiano prima di ritrovare definitivamente la pianura negli ultimi 40 Km.
Andrea Mastrangelo

Valerio Conti (www.dubaiprnetwork.com)
NIZZOLO, BALSAMO AZZURRO ALL’EUROPEO
Giacomo Nizzolo consegna all’Italia la terza affermazione continentale consecutiva dopo quelle di Matteo Trentin nel 2018 e di Elia Viviani nel 2019. A Plouay il neo campione italiano batte in una volata ristretta Arnaud Démare (Francia) e Pascal Ackermann (Germania) al termine di una corsa frizzante caratterizzata da diversi attacchi nel finale.
Il primo giorno dei Campionati Europei su Strada in quel di Plouay iniziava bene per l’Italia con la vittoria di Elisa Balsamo (Valcar – Travel & Service) tra le Under 23 e si concludeva ancora meglio con il trionfo di un magnifico Giacomo Nizzolo (NTT Pro Cycling) nella prova riservata agli uomini élite. Due arrivi allo sprint, seppur non a gruppi compatti, che hanno mostrato la facilità del percorso bretone, privo di salite tali da far esplodere concretamente la corsa. La Balsamo aveva avuto la meglio sull’olandese Lonneke Uneken (Boels – Dolmans Cycling Team) e sulla danese Emma Cecilie Norsgaard (Équipe Paule Ka). La prova maschile era partita con la fuga di quattro atleti durante il primo dei tredici giri del circuito. Il polacco Paweł Bernas (Mazowsze Serce Polski), il cipriota Andreas Miltiadis (Gios Kiwi Atlántico), il serbo Dušan Rajović (NIPPO DELKO One Provence) e il rumeno Emil Dima (Giotti Victoria) andavano a costituire un quartetto che veniva controllato da un gruppo in testa al quale si alternavano atleti delle nazionali italiana, francese e belga. Il vantaggio massimo dei quattro, 3 minuti e 45 secondi, si registrava alla fine del quinto giro in programma. A 65 km dall’arrivo in testa restavano Dima e Bernas, mentre una caduta metteva fuori gioco Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates), uno degli uomini più veloci della nazionale belga. La fuga veniva infine riassorbita a 53 km dal termine. Iniziavano a questo punto alcuni scatti e controscatti da parte di diversi atleti. Si formava un nuovo drappello al comando composto dallo spagnolo Diego Rubio (Burgos-BH), dall’olandase David van der Poel (Alpecin-Fenix), dal portoghese Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling) e ancora da Bernas. Li raggiungeva il belga Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), il quale provava l’assolo a circa 50 km dal termine. Ripreso quando mancavano poco più di tre giri al termine, ricominciava la girandola di scatti e controscatti. Tra i più attivi si segnalava l’atteso olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), che con le sue trenate spezzettava diverse volte il gruppo di testa. A ricucire sullo scatenato olandese era in prima persona il nostro Matteo Trentin (CCC Team), che si impegnava in modo impeccabile come stopper. Negli ultimi 20 km erano due le azioni degne di nota, la prima da parte dello svizzero Johan Jacobs (Movistar Team), la seconda – molto più determinata – da parte del norvegese Markus Hoelgaard (Uno-X Pro Cycling Team). L’atleta scandinavo sfruttava le sue doti di passista e le stradine strette del percorso per avvantaggiarsi di circa 15 secondi proprio durante l’ultimo giro. Al suo inseguimento univano le forze le nazionali italiana, francese e olandese. Il norvegese veniva ripreso sulla Côte du Pont Neuf, l’ultima delle tre brevi salite previste lungo il circuito. A giocarsi la vittoria finale erano una trentina di ciclisti. La volata ristretta premiava Nizzolo, abile a superare sulla sinistra il lanciatissimo francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) proprio nei metri finali. Il terzo posto lo conquistava il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe), poi chiudevano la top five Van der Poel e Stuyven, mentre si registrava nella top ten anche il sesto posto di Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step). Grande soddisfazione tra le fila della squadra azzurra che porta a casa la terza medaglia d’oro consecutiva dopo le affermazioni di Matteo Trentin nel 2018 e di Elia Viviani nel 2019. Intanto Giacomo Nizzolo sveste la maglia tricolore di campione italiano appena conquistata per indossare già da sabato prossimo al Tour de France quella di campione europeo.
Giuseppe Scarfone

Il terzo europeo consecutivo conquistato dall'Italia porta la firma di Giacomo Nizzolo (Getty Images)
MATTHEWS, VITTORIA DA FAVORITO A PLOUAY
Michael Matthews (Sunweb) vince il GP di Plouay rispettando i pronostici della vigilia grazie ad una bella azione all’ultimo chilometro. L’australiano sfrutta il lavoro del compagno di squadra Nils EEkhoff, che lo conduce ad una vittoria abbastanza agevole su Luka Mezgec (Mitchelton Scott) e Florian Sénéchal (Deceuninck Quick Step). Buon quinto posto per l’italiano Alessandro Fedeli (Team Nippo Delko One Provence).
Il Bretagne Classic – Ouest-France, per i più nostalgici GP di Plouay, si disputa a cavallo tra le due prove principali dei Campionati Europei di ciclismo, ovvero la cronometro di ieri e quella in linea di domani. Ai nastri di partenza non si aggregavano Team INEOS e Team Jumbo Visma, impegnate probabilmente a trovare le migliori soluzioni per l’imminente Tour de France. Purtroppo per loro c’è una sostanziosa multa in arrivo da parte dell’UCI per le due squadre WT che sono per regolamento obbligate a disputare una gara del circuito. Non partente neanche la Bora Hansgrohe, ma la squadra tedesca era giustificata per la presenza in rosa di un suo ciclista trovato positivo al Covid e pertanto, nel rispetto del protocollo, ha dovuto rinunciare alla corsa francese. Una corsa che quest’anno ha cambiato alcuni tratti del tracciato ed in particolare nel finale non si farà la Côte de Ty-Marrec, breve ma insidiosa ascesa con pendenze in doppia cifra, con massimo sollievo da parte dei velocisti che potranno provare a dire la loro su un tracciato comunque non banale, costellato di moltissimi saliscendi e che nel finale propone una tornata del circuito dell’europeo di domani. La fuga di giornata, dopo un inizio tra vento e pioggia, si concretizzava grazie all’azione di Joey Rosskopf (CCC), Floris De Tier (Alpecin-Fenix), William Clarke (Trek Segafredo), Alexander Cataford (Israel StartUp Nation), Rémi Cavagna (Deceuninck Quick Step), Julien Morice e Maxime Cam (B&B Hotels Vital Concept).A circa 75 km dal termine, con il gruppo che incombeva,Cavagna decideva di allungare e lasciarsi alle spalle la compagnia dei fuggitivi. Il gruppo iniziava a spezzettarsi, complice le strade strette e i saliscendi che obbligavano a rilanciare continuamente l’andatura. Cavagna veniva ripreso a circa 45 km dall’arrivo, tra continui scatti e contro scatti da parte dei ciclisti più avanzati. A 42 km dall’arrivo si formava un terzetto di nuovi contrattaccanti, composto da Harm Vanhoucke (Lotto Soudal), Albert Torres (Movistar) e Robert Stannard (Mitchelton Scott). Erano Deceunick-Quick Step ed EF Education First a condurre l’inseguimento dei tre in testa, il cui vantaggio si attestava sui 50 secondi a 34 km dall’arrivo. Il terzetto veniva ripreso a 23 km dal traguardo e immediatamente ripartivano Olivier Le Gac (Groupama-FDJ) e Sergio Henao (UAE-Team Emirates), ai quali il gruppo non concedeva troppo spazio. Scott Thwaites (Alpecin-Fenix) era l’artefice di un nuovo attacco a circa 13 km dall’arrivo. Al britannico si univano in sei, tra cui spiccava il nome di Iván García Cortina (Bahrain McLaren), uno dei grandi nomi pronosticati per la vittoria finale. Il gruppo rispondeva subito e annullava l’azione dei sette. Victor Lafay (Cofidis) rilanciava l’azione a 7 km dal termine e nel giro due chilometri, grazie alle numerose curve e alle strade strette, riusciva ad accumulare 20 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore, ridotto ormai a una trentina di unità. Nonostante il grande sforzo profuso le speranze del giovane francese terminavano a poco meno di 3 km dall’arrivo, quando veniva riassorbito dal gruppo. A poco più di un chilometro dal traguardo, nel tratto finale di discesa, un allungo di Florian Sénéchal (Deceuninck Quick Step) e Nils Eekhoff (Sunweb) trainava altri cinque ciclisti tra i quali c’era Michael Matthews (Sunweb), che sfruttava così il lavoro del compagno di squadra e vinceva in scioltezza su Luka Mezgec (Mitchelton Scott) e sullo stesso Sénéchal. Chiudevano la top five Aimè De Gendt (Circus Wanty Gobert) e un ottimo Alessandro Fedeli (Nippo Delko One Provence). Matthews conquista così la prima vittoria stagionale dopo il terzo posto ottenuto alla Milano-Sanremo. Domani sempre a Plouay spazio alla prova in linea dei campionati europei, con l’attesa per la squadra italiana diretta dal ct Cassani. Dopo le medaglie d’oro di Matteo Trentin nel 2018 e di Elia Viviani nel 2019, l’Italia spera in una clamorosa tripletta consecutiva, anche se si troverà di fronte una concorrenza davvero agguerrita.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Matthews a Plouay Michael Matthews (Team Sunweb) sprints to win at Bretagne Classic 2020 ahead of Luka Mezgec (Getty Images Sport)
NIZZOLO E I SUOI FRATELLI
Dopo la conclusione della settimana destinata ai campionati nazionali, ecco una rassegna sui più interessanti verdetti sanciti da questa rassegna
La scorsa settimana è ricca di appuntamenti ciclistici nelle varie nazioni europee, dove si sono concentrate le corse che assegnavano i titoli nazionali. Come vi abbiamo già annunciato negli scorsi giorni in Italia Giacomo Nizzolo (NTT Pro Cycling) si è laureato campione italiano in linea su strada per la seconda volta in carriera, inviando ottimi segnali al proprio team, che l’ha convocato per l’ìmminente Tour de France. In Spagna al quarantenne Alejandro Valverde (Movistar) è succeduto un altro “vecchietto” e così, a 36 anni, Luis León Sánchez (Astana) ha vinto per la prima volta in carriera il titolo di campione spagnolo: è stato un dominio quello del Team Astana, completato anche dal secondo posto di Gorka Izagirre, che il campionato l’aveva vinto nel 2018.
Nei Paesi Bassi si è potuto assistere ad vero e proprio capovaloro di Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix). Dopo una fuga solitaria di 44 chilometri, il campioncino olandese è andato a tagliare il traguardo in solitaria, mentre da dietro hanno cercato invano di riprenderlo: per Van der Poel si tratta del secondo titolo nazionale in carriera.
In Francia Arnaud Démare (FDJ-Groupam) ha battuto Bryan Coquard (B&B Hotels-Vital Concept) e Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) in volata,conquistando il terzo titolo dopo quelli del 2014 e del 2017.
Sorpresa in Germania dove Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe) ha ceduto allo sprint e la vittoria è andata a Marcel Meisen (Alpecin-Fenix). In Repubblica Slovacca Jurai Sagan (Bora Hangrohe), fratello minore di Peter, diventa campione nazionale per la quarta volta, mentre in Repubblica Ceca e in Lussemburgo la Deceuninck-Quick Step è stata beffata da Adam Ťoupalík (Elkov-Kasper), vincente su Zdeněk Štybar, e da Kevin Geniets (Groupama-FDJ), vincente su Bob Jungels. La formazione belga si è rifatta in Danimarca con la vittoria in uno sprint di gruppo di Kasper Asgreen.
In Finlandia titolo per Antti-Jussi Juntunen della Tartu2024, mentre Valentin Götzinger della WSA KTM Graz ha trionfato in Austria. La UAE-Team Emirates si impone in Norvegia, non con Alexander Kristoff ma con Sven Erik Bystrøm, e anche anche in Portogallo, dove qualche qualche giorno si era imposto Rui Costa. In Polonia il CCC Development Team si è imposto con Stanisław Aniołkowski mentre in giugno, con forte anticipo sugli altri campionati nazionali, si era disputato quello sloveno, conquistato da uno dei corridori più attesi al via del prossimo Tour de France, Primož Roglič (Jumbo-Visma).
Luigi Giglio

La vittoria di Van der Poel nel campionato nazionale olandese (foto Bettini)
CON GANNA E NIZZOLO IL TRICOLORE SVENTOLA IN PIEMONTE E IN LOMBARDIA
Dopo la bella affermazione di Filippo Ganna nella prova a cronometro l’altroieri, oggi nella prova su strada, dopo quasi 260 km combattutissimi, è un gruppo ridotto ad una decina di unità a giocarsi la vittoria finale. È Giacomo Nizzolo (NTT pro Cycling) a battere in una volata ristretta Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step) e Sonny Colbrelli (Bahrain McLaren). Il lombardo ottiene così il secondo titolo di campione italiano dopo quello vinto nel 2016.
Il Veneto è la location dei Campionati italiani su Strada 2020. Per quanto riguarda le gare più attese, ovvero Prova a Cronometro e Prova su strada Uomini Elite, venerdì 21 Agosto si è svolta la prima prova ed oggi, domenica 23 Agosto la seconda. Sui quasi 39 km da Bassano del Grappa a Cittadella che hanno caratterizzato la gara contro il tempo era Filippo Ganna (INEOS) a confermarsi Campione italiano della specialità, bissando il successo del 2019. Il ciclista di Verbania terminava la prova in 45 minuti netti, dimostrando una netta superiorità rispetto ai suoi avversari. Alessandro De Marchi (CCC) giungeva secondo a 50 secondi dopo aver insidiato Ganna nella parte iniziale della corsa e precisamente fino al primo intermedio, considerato che era presente la salita della Rosina, più adatta alle doti da passista di De Marchi. Ganna progressivamente aumentava il vantaggio nella seconda parte del tracciato, molto più adatto alle sue caratteristiche. Ancora più dietro Edoardo Affini (Mitchelton Scott), giunto terzo a 1 minuto e 31 secondi da Ganna. Chiudevano la top five l’enfant du pays Manuele Boaro (Astana) e Matteo Sobrero (NTT Pro Cycling Team).
La già citata salita della Rosina caratterizza anche la corsa in linea, visto che dovrà essere percorsa ben 12 volte al’interno di un circuito da percorrere 11 volte. L’ultima scalata sarà anticipata anche dall’insidiosa salita della Tisa, 350 metri in pavè al 15%. La notizia del giorno è che, a causa della positività al coronavirus di Leonardo Basso (INEOS), i quattro atleti della squadra britannica non prenderanno il via da Bassano del Grappa. Spiccava quindi l’assenza di Gianni Moscon, che poteva essere a buon diritto citato tra i più attesi per la vittoria finale. Dopo la partenza da Bassano del Grappa l’andatura del gruppo rimaneva abbastanza regolare e solo dopo il decimo chilometro iniziavano gli scatti. La fuga buona si formava dopo una ventina di chilometri grazie all’azione di sei ciclisti: Luca Pacioni (Androni-Sidermec), Raffaele Radice (Sangemini Trevigiani), Filippo Tagliani (Zalf Euromobil), Federico Burchio (Work Service) Giovanni Lonardi e Filippo Zaccanti (Bardiani CSF). Ai sei attaccanti si univa al km 69 un consistente gruppo composto da ben 21 atleti, tra i quali spiccavano i nomi di Marco Marcato (UAE Team Emirates), Gianluca Brambilla e Giulio Ciccone (Trek Segafredo), Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step), Francesco Manuel Bongiorno (Vini Zabù KTM) ed Eros Capecchi (Bahrain McLaren). A 90 km dall’arrivo, dopo continui rimescolamenti nel maxi gruppo di testa, restavano davanti sei uomini, ovvero Masnada, Marcato, Alessandro Tonelli (Bardiani CSF), Andrea Pasqualon (Wanty Gobert), Jacopo Mosca (Trek-Segafredo) e Ciccone. Il gruppo inseguitore, dopo un ritardo massimo che aveva oltrepassato i 3 minuti, era adesso segnalato a 1 minuto e 20 secondi dalla testa della corsa. A 70 km dal termine Ciccone e Masnada, dopo aver aumentato il ritmo in testa, avevano 40 secondi sugli immediati inseguitori e 1 minuto e 20 secondi sul gruppo, tirato da UAE-Team Emirates e Bahrain McLaren. Sulla penultima ascesa della Rosina iniziavano gli attacchi da parte del gruppo inseguitore, con Trek-Segafredo e Deceuninck-Quick Step molto attive. La fuga veniva ripresa ed il gruppo affrontava il muro della Tisa forte di una quarantina di unità. Dopo lo scollinamento restavano davanti in sette: Davide Ballerini e Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step), Marco Canola (Rusvelo), Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Daniel Oss (Bora-Hansgrohe), Sonny Colbrelli (Bahrain McLaren) e Giacomo Nizzolo (NTT Pro Cycling). Sull’ultima ascesa della Rosina rientravano sul gruppetto di testa Andrea Vendrame (AG2R), Alessandro De Marchi (CCC) e Diego Ulissi (UAE-Team Emirates). A 21 km dall’arrivo rientravano anche Giacomo Garavaglia (Kometa Xstra), Oss, Samuele Battistella (NTT Pro Cycling) e Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix). Erano quindi in 13 a giocarsi la vittoria finale dopo gli ultimi 23 km di pianura. In una volata a ranghi ristretti aveva la meglio Nizzolo su Ballerini e Colbrelli, quest’ultimo partito forse un po’ troppo in anticipo. Chiudevano la top five Vendrame e Sbaragli. Nizzolo bissa così il successo del 2016 ed ora potrà sfoggiare la maglia tricolore per un anno.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Giacomo Nizzolo nel campionato italiano 2020 (foto Bettini)
DÉMARE PIGLIATUTTO: IL TOUR DE WALLONIE PARLA FRANCESE
La quarta ed ultima tappa va al francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) che precede allo sprint i belgi Philippe Gilbert (Lotto – Soudal) e Greg Van Avermaet (CCC). Démare si aggiudica così la classifica finale della breve corsa vallone.
Era la tappa più attesa quella che con i suoi 199 chilometri avrebbe condotto il gruppo da Blegny a Erezée, su un percorso altamente tecnico, ricco delle tipiche côtes che i corridori affrontano anche alla Liegi – Bastogne – Liegi; in particolare la più interessante era la Côte de Beffe da superare a nove chilometri da un traguardo che a sua volta era posto in vetta ad una salita di mille metri. Un percorso perfetto per corridori esplosivi che si esaltano nelle classiche delle Ardenne. La corsa ha preso il via da Blegny e gli attacchi sono iniziati appena dopo il via, ma la fuga principale di giornata si è fatta attendere parecchio. A fatica si sono sganciati in sette, tra i quali il ceco Zdeněk Štybar (Deceuninck – Quick Step). Probabilmente per la presenza di questo corridore il gruppo, tirato da Groupama e Lotto, non ha concesso troppo vantaggio ai fuggitivi. Tattica ineccepibile, visto che ai piedi della famigerata Côte de Beffe il gruppo è tornato compatto. Sulla difficile erta, seppur breve, è Jhonatan Narváez (Ineos) ad attaccare: il sudamericano classe ’97 riesce a fare il vuoto e a guadagnare nel tratto seguente un vantaggio massimo di quindici secondi, un buon bottino per sperare nella vittoria e, per di più, su un gruppo inseguitore che all’inizio fatica a organizzarsi. Il disaccordo, intanto, permette a Démare di rientrare dopo aver perso contatto sulla salita, e di conseguenza, la sua squadra si rimette subito in testa a fare il ritmo, con l’aiuto dell’Ag2r che ha fatto tirare Oliver Naesen per dare possibilità al duo Venturini – Vendrame di giocarsela all’ultimo chilometro. Per Narváez le speranze si affievoliscono e così il plotone ridotto a una trentina di corridori si presenta compatto all’ultimo chilometro. Philippe Gilbert (Lotto – Soudal) tenta la stoccata ai meno 300 metri e l’unico che riesce a stare nella scia del vallone è proprio Démare, che ha ancora forza nelle gambe per un sorpasso che si concretizza negli ultimi cinquanta metri. Festeggia Démare, che precede Gilbert e Greg Van Avermaet (CCC), mentre Andrea Vendrame (Ag2r) chiude all’ottavo posto. La festa di Démare è doppia perché il velocista francese riesce a conquistare nettamente anche il successo nella classifica generale, conservando la leadership nella tappa, per lui, meno adatta. Il podio finale vede quindi Démare al primo posto, davanti a Van Avermaet e Amaury Capiot (Sport Vlaanderen).
Paolo Terzi

La decisiva vittoria di Démare nella frazione conclusiva del Tour de Wallonie (Getty Images Sport)

