SCHELDEPRIJS, CALEB EWAN DOMINA UNA VOLATA CAOTICA

ottobre 14, 2020 by Redazione  
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Caleb Ewan (Lotto Soudal) ha ottenuto la sesta vittoria stagionale vincendo in volata allo Scheldeprijs con ampio margine sulla concorrenza. Dietro di lui il caos, tra cadute, polemiche e squalifiche, alla fine è stato Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Energie) a conquistare il secondo posto davanti a Bryan Coquard (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM). Pascal Ackermann (BORA – hansgrohe) inizialmente classificatosi secondo è stato squalificato per aver causato una caduta.

L’edizione 108 della Scheldeprijs si è dovuta adeguare alla situazione causata dal coronavirus, con un percorso decisamente condizionato dalle limitazioni imposte dai Paesi Bassi. Infatti, normalmente la corsa sarebbe partita e poi transitata per gran parte del percorso su territorio olandese prima di arrivare nella cittadina di Schoten dove i corridori avrebbero percorso il solito circuito che includeva un tratto di pavè. Questa edizione, però, anche per controllare meglio la competizione viste le nuove misure imposte dal governo belga è stata disputata interamente sul circuito di Schoten con l’unica variante nell’assenza del tratto di pavè. La classica ha sempre favorito gli sprinter, ma chiaramente con queste modifiche l’arrivo in volata era praticamente garantito, non presentando alcuna asperità altimetrica e una distanza comunque ridotta a 174 chilometri.
La lista dei partenti garantiva una volata di livello includendo Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step), Caleb Ewan (Lotto Soudal), Pascal Ackermann (BORA – hansgrohe), Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Jasper Philipsen e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) come principali favoriti vedendo come possibili outsiders Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic), Cees Bol (Team Sunweb), Bryan Coquard (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM), André Greipel (Israel Start-Up Nation) e Mark Cavendish (Bahrain – McLaren) che dopo una struggente intervista al termine della Gent-Wevelgem ha fatto capire che da qui in poi ogni corsa potrebbe essere la sua ultima in carriera nella speranza di ottenere un contratto per la prossima stagione.

Nella prima tornata, nonostante i tentativi, nessuno era in grado di avvantaggiarsi sul gruppo, mentre nel secondo giro prendeva piede la fuga comprendente Lewis Askey (Groupama – FDJ), Cavendish, Dmitriy Grudzev (Astana Pro Team), Piotr Havik (Riwal Securitas Cycling Team), Christopher Juul-Jensen (Mitchelton-Scott), Travis McCabe (Israel Start-Up Nation), Michael Schär (CCC Team) e Luc Wirtgen (Bingoal – Wallonie Bruxelles). Nello stesso tratto era costretto a ritirarsi Casper Pedersen (Team Sunweb) per una caduta e nel giro seguente anche il compagno di squadra Mads Pedersen si fermava, curiosamente entrambi vincitori domenica scorsa (rispettivamente alla Paris – Tours e alla Gent-Wevelgem). Apparentemente il suo ritiro è stato precauzionale per un fastidio al ginocchio in vista del suo obiettivo, il Giro delle Fiandre di domenica, lasciando il ruolo di capitano nella giornata odierna ad Edward Theuns.
La fuga rimaneva costantemente controllata a un minuto – un minuto e mezzo con in gruppo ad alternarsi corridori di Deceuninck – Quick Step, Lotto Soudal, UAE-Team Emirates, Alpecin-Fenix e B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM. Cavendish perdeva contatto dalla fuga quando mancavano 34 chilometri dalla conclusione, mentre il gruppo restava a 34” di ritardo. Quando la fuga passava per l’ultima volta sotto il rettilineo d’arrivo allungava Askey seguito da Havik, il quale, poco dopo, contrattaccava tentando di resistere in solitaria al ritorno del gruppo, che riusciva però a chiudere su di lui a otto chilometri dall’arrivo.
Erano Deceuninck – Quick Step e B&B Hotels – Vital Concept a controllare le fasi conclusive con un inserimento negli ultimi tre chilometri di UAE-Team Emirates prima, e BORA – hansgrohe poi. Kristoff si occupava di lanciare la volata per Philipsen, ma alla sua ruota riusciva ad inserirsi Ewan che con un grande sprint vinceva con due biciclette di margine su Ackermann, il quale verrà squalificato per aver causato la caduta di August Jensen (Riwal Securitas Cycling Team). Al secondo posto si è classificato Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Energie) davanti a Coquard. Nel finale molto confuso Philipsen, classificatosi quinto, si era lamentato con Bonifazio per averlo chiuso verso le transenne e nel farlo ha anche spinto leggermente il corridore ligure, azione che ha fatto a sua volta polemizzare Merlier, all’arrivo quarto, per il gesto pericoloso compiuto dal connazionale.
Nella caduta è rimasto coinvolto anche Ivàn Garcia Cortina (Bahrain – McLaren), fortunatamente sia per lo spagnolo sia per Jensen non sono state riportate conseguenze gravi.

Carlo Toniatti.

Lesultanza di Caleb Ewan dopo la vittoria al Scheldeprijs (foto Getty Image Sports)

L'esultanza di Caleb Ewan dopo la vittoria al Scheldeprijs (foto Getty Image Sports)

POKER DI DÉMARE, TAPPE PER VELOCISTI DA RIPENSARE

ottobre 14, 2020 by Redazione  
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La quarta vittoria del campione francese Démare in una tappa per velocisti puri con il più classico dei copioni, con fuga tenuta a bagnomaria tutta la tappa e raggiunta negli ultimi chilometri, impone una seria riflessione sul disegno delle tappe per velocisti che, pur essendo tappe di trasferimento, vanno ripensate in chiave moderna.

Spesso si osserva da più parti come, nel ciclismo moderno, le andature sempre più elevate per via della tecnologia e di diversi altri arcinoti fattori provochino effetti poco desiderabili, come la difficoltà di fare la vera differenza in salita, corse sempre più chiuse e quindi anche meno spettacolo e meno inviti ai corridori all’intraprendenza.
Se questa è la situazione riguardo alla salite, non vi è chi non intuisca che nelle tappe di pianura gli effetti siano amplificati oltremodo.
Già da moltissimi anni, nelle tappe pianeggianti, il copione abbastanza monotono è sempre quello di una fuga di un drappello composto principalmente da giovani di belle speranze che tentano di mettersi in mostra per gli sponsor e per far emergere le loro potenzialità. Oggi, con la situazione sopra descritta anche tappe con difficoltà altimetriche non impossibili difficilmente sfuggono alle grinfie dell’epilogo in volata a ranghi compatti.
Per questo motivo, ad avviso di chi scrive, le tappe completamente pianeggianti non possono più essere proposte se non in situazioni nella quali sia assolutamente impossibile comportarsi diversamente, come ad esempio per le tappe al centro delle desolate pianure dell’interno della Francia, dove il Tour in tempi andati si recava per quasi tutta la prima metà della corsa.
In Italia, una simile situazione si verifica, per nostra fortuna, solo nella pianura padana mentre, nelle altre zone del Paese è possibile trovare delle asperità da porre nella parte finale della tappa per offrire almeno una possibilità non solo teorica, per chi ha coraggio, di anticipare lo sprint.
Non è che non si riconosca che è necessario inserire in un grande giro delle tappe dedicate agli sprinter, tuttavia si ritiene che lo sprint debba essere comunque conquistato e che ci debba essere una battaglia non solo in astratto tra chi va in fuga e il gruppo che insegue.
Come si diceva oggi gli sprinter sono in grado di resistere su ascese non durissime, quindi l’inserimento di asperità nella parte finale della tappa non va a modificare la natura della tappa che rimane per sprinter, ma va ad inserire un barlume di interesse per la possibilità, seppur minima, di sottrarre la frazione da un esito scontato.
Nella zona di Rimini, è possibile trovare delle ascese fattibili come ad esempio nei dintorni di San Marino, anche se l’antica Repubblica era già stata toccata lo scorso anno in occasione della tappa a cronometro.
Detto ciò, la cronaca della corsa risulta davvero scarna; già nella battute iniziali evadono Mattia Bais (Androni Giocattoli – Sidermec), Marco Frapporti (Vini-Zabù), Sander Armée (Lotto Soudal), Francesco Romano e Fabio Mazzucco (Bardiani-CSF).
Questi uomini sono stati costantemente tenuti sotto tiro dal gruppo che ha mantenuto per moltissimi chilometri il gap nell’ordine dei tre minuti per opera delle squadre dei velocisti. Dopo il traguardo volante di Coriano, Elia Viviani viene investito da una moto per fortuna senza conseguenze, mentre davanti si rompe l’accordo tra i fuggitivi con Sander Armée e Mattia Bais che staccano gli altri attaccanti.
Elia Viviani rientrerà in gruppo senza particolari problemi mentre, quando mancano 25 chilometri all’arrivo Armée, resta solo in testa alla corsa, ma il gruppo procede ad elevatissima velocità e riassorbe l’ultimo baluardo della fuga ai -6.
A quel punto, parte la solita girandola dei treni con l’epilogo che non cambia rispetto a quanto visto sinora, Démare conferma la propria superiorità allo sprint e si rifà dei punti che Sagan era riuscito a recuperare ieri nella classifica per la maglia ciclamino.
Domani è prevista la tappa di Cesenatico che ricalca il percorso della Nove Colli, ci si aspetta battaglia anche se difficilmente entreranno in azione gli uomini di classifica.
Non è però escluso che qualcuno ci voglia provare, vista la mala parata che si profila per le montagne.
Non bisogna dimenticare infatti che Almeida, nella cronometro inaugurale ha viaggiato sui tempi di Geraint Thomas e si è classificato secondo dietro a Ganna a quindi potrebbe incrementare il proprio vantaggio in classifica generale nella cronometro di sabato che ha anche un chilometraggio di un certo rilievo.
Venerdì ci sarà un’altra tappa pianeggiate ma, fortunatamente, poco prima dell’arrivo di Monselice, saranno affrontati due dentelli con pendenze severe che potrebbero consentire a chi ha il coraggio di provarci di evitare la volata a ranghi compatti.

Benedetto Ciccarone

Lattimo della vittoria di Arnaud Démare sul traguardo di Rimini (foto Bettini)

L'attimo della vittoria di Arnaud Démare sul traguardo di Rimini (foto Bettini)

DOPPIO TERREMOTO AL GIRO: IL COVID MANDA A CASA DUE SQUADRE; TAPPA FOLLE, ANARCHIA TOTALE.

ottobre 13, 2020 by Redazione  
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Con i tamponi molecolari del giorno di riposo, vengono trovati 8 positivi di cui due corridori e quattro meccanici della Mitchleton. Positivo uno degli attesi protagonisti sulle montagne, l’olandese Steven Kruijswisjk e il cacciatore di tappe Matthews. La Jumbo non si presenta al foglio firma, mentre la Sunweb parte regolarmente. Sagan conquista la tappa da campione dopo un attacco portato via di forza, nonostante il tentativo di Démare di impedire il formarsi della fuga con lo slovacco che si avvicina al francese nella classifica a punti.

Purtroppo oggi non è possibile parlare solo della interessantissima tappa andata in scena, perché il giorno di riposo è stato, come di consueto, giorno di tamponi e stavolta i tamponi hanno provocato un terremoto che non ha nulla da invidiare ai terremoti provocati da un tappone di montagna o da una tappa a cronometro.
La positività di quattro membri dello staff ha portato al ritiro della squadra della Mithcleton che già aveva perso il proprio capitano Simon Yates, il quale non era però affatto brillante forse proprio a causa del virus SarsCov 2 in incubazione.
Positivo anche l’olandese Steven Kruijswick, atteso protagonista per la classifica generale anche se, pure lui, nella tappa con arrivo all’Aremogna non era apparso brillante ed aveva perso diversi secondi nel finale. Anche in questo caso, la squadra ha deciso per il ritiro, non presentandosi alla partenza. In questo caso però, la squadra non ha rispettato il protocollo UCI che prevedeva il ritiro della squadra con almeno due positività.
Protocollo che invece ha deciso di rispettare la Sunweb che, con il solo Matthews positivo, ha deciso di prendere il via.
Ora i controlli dovrebbero essere rafforzati in quelle squadre con i test rapidi mentre, nel secondo giorno di riposo, verranno ripetuti i tamponi molecolari.
In questi giorni, tra le neve che sta cominciando a cadere copiosa sulle alpi e il covid che comincia a serpeggiare, nonostante la bolla, il povero Vegni si ritrova con diverse gatte da pelare.
Tutti gli appassionati sperano che si possa arrivare a Milano senza altre defezioni e dopo aver percorso integralmente il tracciato previsto.
Nonostante le defezioni di atleti importanti, la tappa è stata molto interessante sin dalle prime battute. Dopo una iniziale girandola di scatti e controscatti, si forma in testa una coppia di lusso formata da Sagan e Ganna. In questa fase, la tappa doveva affrontare il GPM di Chieti che prevedeva la salita da Via del Tricalle (chiamata dal locali la salita del gas). Il sottoscritto può garantire per esperienza personale che le pendenze sono di quelle che fanno davvero male ben oltre il 20% nonostante la brevità del tratto duro.
I due non riescono a guadagnare moltissimo perché il gruppo dietro viaggia ad elevata velocità. Poco dopo, sulla coppia di testa, si porta un drappello di contrattaccanti con Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli-Sidermec), Simon Clarke (EF), Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), Davide Villella e Dario Cataldo (Movistar), Ben Swift e Filippo Ganna (Ineos-Grenadiers), Stéphane Rossetto (COF) e Nicolas Edet (COF).
In gruppo Démare mette la squadra davanti a tirare a tutta per chiudere sulla fuga, in particolare per via della presenza di Sagan che è l’unico che potrebbe insidiare la sua maglia ciclamino.
Il ritmo porta al riassorbimento di un gruppetto di ulteriori contrattaccanti con Jaakko Hänninen (Ag2r La Mondiale), Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), Kamil Malecki (CCC), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM) che si era formato alle spalle della testa della corsa.
Dopo una prima fase di inseguimento, nella quale il vantaggio era rimasto stabilmente oltre i 30 secondi, il gruppo riesce a recuperare un po’ portandosi a 20 secondi dalla testa. Giulio Ciccone, che faceva parte della fuga, poco convinto della possibilità della fuga di andar via, si rialza mentre Edet e Rossetto sembrano non aver le gambe per reggere il ritmo indiavolato dei battistrada che cercano disperatamente di prendere il largo e non vogliono rassegnarsi al ritorno del gruppo.
La testardaggine dei fuggitivi ha la meglio perché, nonostante il gruppo viaggi a 60 km orari con Démare che si mette anche a tirare in prima persona, il distacco non viene significativamente eroso perché davanti c’è un passistone come Ganna ed altri ottimi corridori che si danno cambi regolari. Il ritmo elevato dei fuggitivi causa addirittura il distacco in pianura di alcuni componenti del drappello meno brillanti.
In gruppo nessuna squadra offre collaborazione al ritmo folle imposto dalla Groupama ed alla fine la squadra della maglia ciclamino è costretta a tirare in remi in barca e lasciare che la fuga prenda un vantaggio che arriva quasi a 5 minuti con un perfetto accordo tra i componenti.
La UAE Emirates di Ulissi, che potrebbe ambire ad un traguardo come quello odierno, si mette in testa per controllare il vantaggio ed eroderlo un po’, cosa che in effetti avviene perché ai piedi del muro di Colonnella il vantaggio è dimezzato. Sullo strappo prova ad avvantaggiarsi Cataldo, ma Sagan si riporta sulle ruote del corridore di casa trascinandosi dietro parte del gruppo di testa che però comincia a sfilacciarsi, con Ganna che perde terreno. Sul muro di Controguerra, non succede granchè anche perché le pendenze sono elevatissime e scattare diventa molto difficile, inoltre la distanza dal traguardo non consiglia di tentare una azione solitaria. In gruppo però Pozzovivo mette davanti la squadra ed il ritmo sale notevolmente.
Nella discesa però Ganna riesce a rientrare sulla testa, in modo egregio, mentre dietro è proprio Pozzovivo che, a causa di un incidente meccanico, è costretto a fermarsi e ad iniziare un disperato inseguimento per riprendere le ruote del gruppo maglia rosa che, sui due muri affrontati sino a quel punto, si era ridotto davvero parecchio. Il lucano riesce a riportarsi sul gruppo dei migliori dimostrando l’ottima condizione che lo assiste.
Nelle fasi successive, davanti si forma una coppia con Sagan e Swift che staccano tutti gli altri mentre dal gruppo evade Pello Bilbao che decide di attaccare la maglia rosa.
Sull’ultimo strappo verso Tortoreto alta, Bilbao supera Swift che patisce l’accelerazione di Peter Sagan che se ne va da solo quando il vantaggio su Pello Bilbao è di soli 10 secondi e di circa 20 sul gruppo maglia rosa. E’ proprio il leader della classifica generale che accelera sulle dure rampe al 18% per difendersi dall’attacco di Pello Bilbao che non riesce a riportarsi sullo slovacco al comando. Anche Pozzovivo prova ad allungare.
Nella discesa Pello Bilbao viene ripreso, mentre Sagan tira dritto a tutta. In gruppo fora Fuglsang in un punto in cui non c’è l’assistenza delle ammiraglie. Il danese si fa dare la bicicletta da Felline ma il ritardo è grave ed il capitano dell’Astana non riuscirà a rientrare.
Sul traguardo si presenta Sagan in perfetta solitudine mentre, dietro, Brandon McNulty (UAE Team Emirates) precede di pochi secondi il gruppo maglia rosa regolato allo sprint proprio dal capoclassifica che va a prendersi l’abbuono per il terzo posto.
Fuglsang, ritrovatosi in un gruppetto con tutti gregari dei suoi avversari, è costretto a prendere completamente sulle sue spalle l’inseguimento ed alla fine il passivo sul traguardo rispetto ai big sarà superiore al minuto.
Sagan ne ha fatta una delle sue: è partito nelle prime fasi di gara quando mancavano ben più di 100 Km al traguardo. Nonostante l’inseguimento forsennato del gruppo durato moltissimi chilometri, non ha ceduto ed è riuscito, grazie anche alla collaborazione degli altri fuggitivi, a resistere all’attacco della Groupama. Sull’attacco di Cataldo, è stato prontissimo e replicare ed infine è stato implacabile sul muro finale. Non ha avuto scampo Swift, ma neppure Pello Bilbao, che pareva in forte rimonta, è riuscito ad agganciarlo nel finale. La discesa lo ha aiutato a consolidare il vantaggio ma poi anche in pianura il campione slovacco ha retto bene, riuscendo a tornare alla vittoria dopo un lungo digiuno.
Ottimo anche Ganna che, nella prima fase, ha contribuito al buon esito della fuga grazie alle proprie doti di passista e che, a questo punto, se ancora in condizione potrà lottare per la vittoria nella tappa a cronometro del prosecco.
Almeida è apparso reattivo quando ha visto in pericolo il simbolo del primato. Non sarà un gioco da ragazzi strappargli le insegne rosa, specialmente se la terza settimana dovesse subire pesanti modifiche a causa del meteo. La situazione sembrerebbe in miglioramento tuttavia, anche se si dovesse riuscire a sgombrare la strada dalla neve caduta nei giorni scorsi, non bisogna sottovalutare le temperature che, se fossero particolarmente rigide alle quote del Passo dello Stelvio, Cima Coppi, e del Colle dell’Agnello, potrebbero far scattare il protocollo Uci sulle condizioni meteo estreme che prevede il blocco delle corse in caso di temperature sotto lo zero.
Domenico Pozzovivo sembra il più in condizione ed essendo ottimamente piazzato in generale diventa un candidato alla vittoria finale. Va però considerato che, in passato, lo scalatore lucano ha sempre accusato dei passaggi a vuoto nelle corse di tre settimane.
Nibali si è mantenuto tranquillo e, vista la mancanza di esplosività, sta sicuramente tramando qualche azione per le tappe con le salite vere.
Domani dovrebbero tornare in scena i velocisti, mentre dopodomani l’attesissima tappa di Cesenatico che ricalcherà il percorso della nove colli e renderà omaggio al Pirata.
In una corsa come quella che stiamo vivendo, nella quale non ci sono squadre a farla da padrone come abbiamo invece visto al Tour, c’è da aspettarsi di tutto.

Benedetto Ciccarone

Il ritorno alla vittoria di Peter Sagan: non alzava le braccia al cielo dal 10 luglio dellanno scorso, quando si era imposto nella tappa di Colmar del Tour de France (foto Bettini)

Il ritorno alla vittoria di Peter Sagan: non alzava le braccia al cielo dal 10 luglio dell'anno scorso, quando si era imposto nella tappa di Colmar del Tour de France (foto Bettini)

MADS PEDERSEN METTE LA FIRMA ALLA GAND-WEGELVEM

ottobre 12, 2020 by Redazione  
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Corsa esplosa a 15 chilometri dal finale, l’ex campione del mondo batte in volata Florian Senechal (Deceuninck-QuickStep). Bene gli italiani Matteo Trentin (CCC Team) e Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) rispettivamente terzo e quarto.

—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DELLA “GAND”—

Ottantaduesima edizione della Gand-Wevelgem che veniva vinta da Mads Pedersen (Trek-Segafredo), il quale aver condotto una corsa attenta e sempre nelle prime posizioni pronto a sfruttare l’azione decisiva. Edizione corsa in autunno come tutte le classiche del nord a causa dell’emergenza Covid-19. Al via col dorsale numero 1, si presentava il campione in carica Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), insieme a Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma), Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), mentre tra gli italiani con ambizioni di vittoria, ultimo connazionale a vincere la Gand-Wevelgem Luca Paolini nel 2016, c’erano Matteo Trentin (CCC Team) e Alberto Bettiol (EF Pro Cycling).
Corsa che partiva da Ypres in Belgio, località nota per una serie di bataglie durante la prima guerra mondiale. Dopo sei settori in pavé e nove cote nei 232,5 chilometri di gara, la corsa sarebbe terminata a Wevelgem. Pronti e via e partivano i primi attacchi di giornata, tra i vari tentativi, prendevano il largo sette corridori: Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), Mark Cavendish (Bahrain-Mclaren), Alexander Konychev (Mitchelton-Scott), Leonardo Basso (Ineos Grenadiers), Julien Morice (B&B Hotels – Vital Concept), Kenny Molly (Bingoal – Wallonie Bruxelles) e Gilles De Wilde (Sport Vlaanderen – Baloise). Un’annotazione per Cavendish, che a fine corsa, ai microfoni di Sporza diceva che la Gand-Wegelvem potrebbe essere stata l’ultima corsa della propria carriera. Speriamo di no. Collaborando bene tra loro, i fuggitivi raggiungevano un vantaggio di 7′34”. Gruppo che trainato dalle squadre dei big, li ripredeva a circa 65 km dalla conclusione.
Al primo passaggio sul Kemmelberg il gruppo si frantumava, mentre prima del secondo passaggio, tra il gruppo in testa attaccava Matteo Trentin (CCC Team). Dietro l’italiano della CCC Team si portavano Stefan Küng (Groupama -FDJ), Mads Pedersen (Trek-Segafredo),Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix), Mike Teunissen (Jumbo-Visma), ancora Alexis Gougeard, Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Luke Rowe (Ineos Granadiers), Sep Vanmarcke (EF Pro Cycling). Il gruppeto veniva ripreso durante la terza scalata del Kemmelberg da un gruppetto che si era formato sempre sul Kemmelberg, ma al secondo passaggio grazie ad un attacco di Wout Van Aert. Il campione fiammingo aveva attaccato portandosi dietro altri ciclisti tra cui: Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Kasper Asgreen, Florian Sènèchal e Yves Lampaert (Deceunicnk QuickStep), Dylan Teuns (Bahrein McLaren), John Degenkolb (Lotto Soudal) e Alberto Bettiol (EF PRo Cycling).
Un Trenti scatanto a 15 km dall’arrivo attaccava nuovamente, alle sue spalle reagivano e lo raggiungevano Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Wout Van Aert (Jumbo-Visma), John Degenkolb (Lotto-Soudal), Alberto Bettiol (EF Education First), Stefan Kung (Groupama – FDJ), Florian Sènèchal e Yves Lampaert (Deceuninck – Quick-Step). Tra vari falsi tentativi di attacco, si arriva ai chilometri finali, Trentin attaccava ancora lasciando di stucco Van Aert e Van der Poel il quale si marcavano a vicenda non preoccupandosi colpevolmente degli altri avversari. Non si faceva sorprendere un attento ma stanco Bettiol e sopratutto Senechal, Kung e Pedersen. Proprio l’ex Campione del Mondo rilanciava, e si arrivava così allo sprint con i quattro che arrivavano a giocarsi la vittoria allo sprint con Pedersen che sprintava di prepotenza battendo Senechal. Terzo posto per un combattivo Trentin, quarto Bettiol. Solo ottavi e noni Van Aert e Van der Poel, i quali avevano fatto lavorare tanto i gregari per far uscire una corsa dura ma alla fine, marcandosi troppo, si erano lasciati sfuggire la vittoria. Dall’altra parte, grande successo meritato di Pedersen che dimostrava come il titolo di Campione del Mondo del 2019 non è stato un caso, ma un trionfo meritato.

LE PAGELLE

MADS PEDERSEN: Sempre attento in testa, su chiunque attaccasse si portava lui! Corre concentrato e senza scoprirsi più di tanto. Vittoria meritata con uno sprint regale. VOTO: 10

MATTEO TRENTIN: Vuole la vittoria e ci prova in tutti i modi. Il più combattivo di giornata, il terzo posto gli va stretto. VOTO: 8,5

FLORIAN SÉNÉCHAL: Anche lui corre in modo accorto. Ha uno squadrone dalla sua e lo fa lavorare bene. Viene battuto in volata da un strepitoso Pedersen. VOTO: 7,5

ALBERTO BETTIOL: Fra una settimana dovrà difendere il titolo del Giro delle Fiandre, al momento si tiene in formissima correndo un’ottima Gand-Wevelgem. VOTO: 7

STEFAN KÜNG: Ha trenate che fanno male ma allo sprint non è una macchina da guerra. Quinto posto sufficiente e che gli fa ben sperare per le prossime corse del nord. VOTO: 6,5

JOHN DEGENKOLB: La cancellazione della Parigi-Roubaix è una brutta cosa per tutti, per il tedesco più di altri, data la buona forma che non dimostrava da anni. VOTO: 6

ALEXANDER KRISTOFF: Il campione in carica arriva scarico all’appuntamento, 19° a oltre 3 minuti. VOTO: 5

WOUT VAN AERT e MATHIEU VAN DER POEL: Fanno lavorare tanto e molto i gregari per poi marcarsi a vicenda nel finale e lasciando la possibilità di giocarsi la vittoria finale ad altri. VOTO: 5

OLIVER NAESEN: Arriva scarico sul Kemmelberg, non riesce a seguire nè il primo attacco di Trentin, nè il secondo attacco di Van Aert. VOTO: 5

MARK CAVENDISH: Oggi protagonista in fuga, forse è la sua ultima corsa. per lui una mega Standing-Ovation. VOTO: 48, come le tappe vinte nei Grandi Giri.

Luigi Giglio

È il giorno dei Pedersen: dopo la vittoria di Casper alla Parigi-Tours arriva quella dellex campione del mondo Mads alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)

È il giorno dei Pedersen: dopo la vittoria di Casper alla Parigi-Tours arriva quella dell'ex campione del mondo Mads alla Gand-Wevelgem (Getty Images Sport)

CASPER PEDERSEN IMPERIOSO ALLA PARIGI-TOURS

ottobre 11, 2020 by Redazione  
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La Parigi-Tours, giunta alla 114ma edizione, è stata conquistata da Casper Pedersen (Team Sunweb) grazie ad una prova di forza con cui si è sbarazzato di Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale) nello sprint in Viale Grammont dopo che insieme i due avevano piazzato l’attacco a 35 Km dalla conclusione. Terzo il giovane e promettente Joris Nieuwenhuis (Team Sunweb) che ha regolata il primo gruppetto degli immediati inseguitori.

Dopo il via diversi attacchi in testa al gruppo con la fuga buona che prende il via al chilometro 33 di gara, sono in sei in avanscoperta, ed è composta da: Elmar Reinders (Riwal Readynez Cycling), Mikel Aristi (Euskaltel-Euskadi), Petr Rikunov (Gazprom-RusVelo), Sergio Roman Martin (Caja Rural-Seguros RGA), Emiel Vermeulen (Natura 4Ever Lille Roubaix) ed Evaldas Siskevicius (Nippo Delko One Provence KTM). Per gli uomini al comando il vantaggiò massimo è di 3’:30” , successivamente grazie all’azione combinata ad inseguire di Ag2R e Team e Sunweb il vantaggio a 55 Km dall’arrivo scende a poco più di un minuto. Ad animare la corsa alcune fasi contraddistinte da ventagli che dividono il gruppo inseguitore in più tronconi. Il primo vero attacco di giornata arriva da Romain Bardet a 50 Km, il francese favorisce il successivo contrattacco di un gruppetto con dentro Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), Rudy Molard (Groupama-FDJ), Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept), Casper Pedersen (Team Sunweb) e Alexander Krieger (Alpecin-Fenix). In queste fasi di gara Soren Kragh Andersen (Team Sunweb) vincitore del 2018 rimane invece coinvolto in una caduta e, ormai attardato dalla lotta in testa al gruppo inseguitore decide di ritirarsi dalla corsa. Davanti il ritmo sale così che i contrattaccanti si portano sulla testa della corsa con il resto del gruppo che insegue a sua volta a 30”. A poco più di 30 Km dall’arrivo Cosnefroy piazza un attacco a cui riesce a rispondere soltanto Pedersen sorprendendo il gruppetto. Intanto dietro è un altro francese a far registrare un allungo, infatti Warren Barguil (Arkea-Samsic) prova a raggiungere i due al comando, poco dopo lo affiancano Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Joris Nieuwenhuis (Team Sunweb) e Petr Vakoc (Alpecin-Fenix). Ripresi via via tutti gli ex fuggitivi la lotta per la vittoria è tra la coppia di testa ed i cinque uomini ad inseguire. Il vantaggio dai meno 20Km ai meno 10Km oscilla tra il 45” ed i 15” tanto che ai meno 7Km dall’arrivo sembra possibile il ricongiungimento. Solo grazie all’ingresso nel centro abitato di Tours, con la strada tornata a non dare riferimenti agli inseguitori, la coppia al comando torna a guadagnare riportando il vantaggio a 25”. Sotto il triangolo dell’ultimo chilometro i due hanno ormai 35” di vantaggio con Pedersen sempre in testa e Cosnefroy alla sua ruota. La volata è lanciata da Pedersen sul lato destro della sede stradale, il danese di forza tiene il vento in faccia nonostante Cosnefroy dietro non riesca mai ad affiancarlo e passarlo. Vittoria di forza, meritata e netta, nonostante la generosità del francesce, secondo quindi un ottimo Cosnefroy, terzo, a regolare gli inseguitori Joris Nieuwenhuis in una giornata fantastica per il Team Sunweb che ne piazza due sul podio. Seguono i cinque inseguitori piazzandosi in quarta posizione Valentin Madouas (Groupama-FDJ), quinto Warren Barguil (Arkea-Samsic), sesto Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e settimo August Jensen (Riwal Securitas Cycling).

Antonio Scarfone

Casper Pedersen esulta sul traguardo di Tours (Getty Images Sport)

Casper Pedersen esulta sul traguardo di Tours (Getty Images Sport)

IL PORTOGALLO GODE: GUERREIRO VINCE, ALMEIDA TIENE LA ROSA

ottobre 11, 2020 by Redazione  
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Sorride al Portogallo la 9a tappa del Giro d’Italia 2020. Ad alzare la braccia al cielo, al termine di una tappa condizionata dalla pioggia e infine anche da un forte vento, è stato il lusitano Ruben Guerreiro. Il corridore della EF Pro Cycling ha avuto la meglio su Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) al termine di una fuga nata ad una settantina di chilometri dal via. Il suo connazionale Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) è invece riuscito a difendere la maglia rosa, conquistata ormai 6 giorni fa sull’Etna, nonostante abbia perso qualche secondo lungo le dure rampe finali che portavano ai 1658 metri di Piano Aremogna.

La tappa odierna si presentava come una delle più complicate della prima parte di Giro con i suoi 4000 metri di dislivello. I primi 30 km, tutti lungo la costa adriatica, erano pianeggianti. Arrivati a Fossacesia, si iniziava a salire verso Guardiagrele (km 75,6) dove era posto il primo traguardo volante di giornata. Superato un breve tratto in discesa, iniziava la salita più dura di giornata, il Passo Lanciano (12,4 km al 7,1%) la cui vetta era posta al km 91,9. Dopo la successiva discesa la strada ricominciava a salire, seppur senza grandi pendenze, vista la presenza di altri due gpm, il Passo di San Leonardo (km 146) e la salita di Bosco Sant’Antonio (km 181,4), entrambi di seconda categoria.
Proprio in cima al 3° gpm di giornata iniziava un tratto sostanzialmente pianeggiante che terminava nell’abitato di Roccaraso (km 198,8), dove aveva inizio la salita finale, lunga quasi 10 km. L’ascesa era divisa in due parti: la prima, lunga 5 km e con pendenze compese tra il 5 e il 7 %, era seguita da tre km di falsopiano; la seconda parte terminava in sotto il traguardo ed era lunga 1,6 km con pendenze sempre intorno al 10%.

Da segnalare il ritiro di Rudy Barbier (Israel Start-Up Nation) che non è partito a causa di problemi intestinali.
La partenza della corsa è avvenuta sotto una fitta pioggia. Sin dal via è iniziata la bagarre visto che in tanti avevano intenzione di entrare nella fuga di giornata. Tra i più attivi, da segnalare Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling). Proprio perchè la fuga interessava a tanti, nessuno è riuscito ad evadere e la battaglia ha continuato ad infuriare per tantissimi km. Ne è venuto fuori un inizio ad altissima velocità. A farne le spese Pavel Kochetkov (CCC Team) e Stephane Rossetto (Cofidis) che hanno subito perso contatto dal gruppo e si sono ritrovati ad inseguire per tutta tappa. Il russo si è poi ritirato dopo neanche 100 km.
Intorno al km 40 si sono avvantaggiati un instancabile Filippo Ganna, Kilian Frankiny (Groupama-FDJ), Luca Chirico (Androni Giocattoli-Sidermec) e Dario Cataldo (Movistar). I 4 attaccanti hanno raggiunto circa mezzo minuto di vantaggio prima di essere ripresi. Dopo un’ora di corsa i corridori avevano già percorso 50 km, ma la fuga non era riuscita ancora ad andare via.
I tentativi si sono speracati. Dopo un attacco di Matteo Spreafico (Vini Zabù-Brado-KTM), è stato il turno di un terzetto formato da Josef Cerny (CCC Team), Matthew Holmes (Lotto-Soudal) e Simon Pellaud (Androni-Giocattoli), già protagonista di numerose fughe nel corso delle prime tappe. I tre sono evasi poco prima dell’inizio della salita che portava a Guardagrele ma sono stati ripresi al km 70 km. Poco prima del traguardo volante posto al km 75,6, hanno provato ad avvantaggiarsi Jack Haig (Mitchelton-Scott), Jonathan Narvaez (Ineos Grenadiers) e il duo del Movistar Team formato da Davide Villella e Sergio Samitier. Con loro inizialmente si è ritrovato anche Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), che ha ovviamente subito desistito. Anche questo attacco non ha avuto fortuna.

Proprio in prossimità del traguardo volante di Guardiagrele, è finalmente andata via la fuga di giornata grazie all’azione di un quartetto formato da Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling), Ben O’Connor (NTT Pro Cycling), Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) e Eduardo Sepulveda (Movistar Team). Il gruppo ha rallentato e il drappello di testa ha immediatamente guadagnato, imboccando l’ascesa al Passo Lanciano con un paio di minuti di vantaggio. Dietro di loro, con circa 30” di ritardo, inseguivano Giovanni Visconti (Vini Zabù-Brado-KTM) e Larry Warbasse (Ag2r La Mondiale). Poco più dietro vi era invece l’elvetico Kilian Frankiny (a 40”). I tre inseguitori sono riusciti a rientrare sulle prime rampe della salita dando vita ad un gruppetto di 7 uomini.
Nel frattempo anche il danese Mikkel Bjerg (UAE-Team Emirates) era uscito dal gruppo all’inseguimento dei battistrada, iniziando la salita con circa 4’ di ritardo. Il danese ha man mano recuperato ed è passato al gpm di Passo Lanciano (vinto da Giovanni Visconti davanti a Guerreiro e Castroviejo), con uno svantaggio di circa 1’, prima di rientrare al termine della discesa (ai -89). Il gruppo, dopo essere transitato al gpm con 6’30” di ritardo, ha condotto la discesa a velocità altissima recuperando un minuto agli 8 battistrada. In particolare sono stati gli uomini della Trek-Segafredo, guidati da Giulio Ciccone, ad imporre l’andatura in discesa spaccando il gruppo in più tronconi. Tra i corridori rimasti attardati anche Filippo Ganna (Ineos Grenardiers) e Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal). Finita la discesa, l’andatura del gruppo è calata e i vari drappelli si sono ricongiunti. Il distacco si è così stabilizzato intorno ai 6’20” per diversi km, mentre sulla corsa tornava il maltempo.

Lungo la salita verso Passo San Leonardo (km 154,7) il gruppo, tiratato dagli uomini di Deceuninck-Quick Step, Astana Pro Team e Trek-Segafredo, ha aumentato notevolmente l’andatura facendo staccare diversi corridori e recuperando oltre due minuti ai fuggitivi. In cima al gpm, vinto nuovamente da Giovanni Visconti davanti a Guerreiro e Castroviejo, il distacco del gruppo era di poco inferiore ai 4’. Il gap è rimasto costante nella successiva discesa, al termine del quale iniziava subito l’ascesa verso Bosco di Sant’Antonio (9,4 km al 5,1%). Appena iniziata la salita, Bjerg e Castroviejo hanno provato ad avvantaggiarsi. Su di loro sono rientrati rapidamente Frankiny, Warbasse e quindi anche Guerreiro che ha poi vinto il gpm davanti a Castroviejo e Frankin. Lo svantaggio in questa fase è nuovamente diminuito (3′22″ al gpm) a causa della ricomparsa in testa degli uomini della Trek-Segafredo. Nel successivo tratto di falspoiano il gruppo ha però rallentato e la fuga ha riguadagnato qualche secondo.

Giunti nell’abitato di Roccaraso, ai piedi della salita finale, il gruppo si è frazionato a causa del vento e del ritmo imposto dagli uomini del Team Sunweb. Iniziata la salita, però, è stato nuovamente Antonio Nibali (Trek-Segafredo) a prendere la situazione in mano favorendo la selezione del gruppo. Nel frattempo, ai -6, nel gruppo di testa Castroviejo ha provato a scrollarsi di dosso i quattro compagni di fuga. L’unico a resistergli è stato Guerreiro, mentre Frankiny, Warbasse e Bjerg sono andati in difficoltà.
Il primo a rompere gli indugi nel gruppo è stato invece Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott) seguito a ruota da Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers). I due contrattaccanti all’imbocco della rampa finale avevano già guadagnato circa 40 secondi sul gruppo. Davanti invece Warbasse, Frankiny e Bjerg inseguivano i due battistrada a 30”. Prorio all’inizio dell’ultimo tratto di salita, il vento è diventato ancora più insistente spirando in direzione laterale rispetto alla marcia dei corridori.
Forse anche a causa di questo aspetto i due battistrada hanno proseguito insieme giocandosi la tappa in volata. Castroviejo, che ha condotto in testa per tutto l’ultimo km, ha provato ad accelerare ai 200 metri ma Guerreiro gli è facilmente uscito di ruota, tagliando il traguardo con 8” di vantaggio sullo spagnolo. 3° posto, a 58”, per Mikkel Bjerg che ha preceduto Kilian Frankiny (4°) e Larry Warbasse (5°), entrambi giunti ad 1’16”. A pochi secondi da loro sono arrivati i due contrattanti, ovvero Tao Geoghegan Hart (6° ad 1’19”) e Lucas Hamilton (7° a 1’32”).
Nel gruppo maglia rosa la battaglia si è consumata soltanto dopo il triangolo dell’ultimo chilometro. A fare la selezione sono stati Wilco Kelderman (Team Sunweb) e Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) giunti ad 1’38” insieme all’altro corridore del Team Sunweb, Jai Hindley. Poco dietro il duo Bora formato da Rafal Majka e Patrick Konrad, arrivato ad 1’41”. Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) ha tagliato il traguardo ad 1’44” in compagnia di Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Non bene Vincenzo Nibali, arrivato 16° ad 1’52”, mentre Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) ha perso 1’56”, conservando la maglia rosa. Ancora peggio Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), giunto ad 1′59″ insieme ad Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal).

Nella nuova classifica generale il portoghese guida con 30” su Wilco Kelderman, 39” su Pello Bilbao (Bahrain-McLaren) e 53” su Domenico Pozzovivo. Vincenzo Nibali resta in 5a posizione a 57” dal portoghese e con appena 4” di vantaggio su Jakob Fuglsang, ora 6°. Il giovane Harm Vanhoucke è scivolato in 7a posizione, ad 1’02”. Chiudono la top ten Patrick Konrad (8° a 1’11”), Jay Hindley (9° a 1’15”) e Rafal Majka (10° a 1’17”).

Domani è in programma il primo giorno di riposo della Corsa Rosa. Si ripartirà martedì con la 10a tappa, da Lanciano a Tortoreto per un totale di 177 km. La prima parte del percorso sarà abbastanza semplice, nononostante un paio di strappi di cui uno classificato come gpm di 4a categoria. Ben più insidiosi saranno invece I 40 km finali a causa della presenza di 5 muri in rapida sequenza nel giro di neanche 20 chilometri. Tra questi da segnalare in particolare il primo a Colonnella (km 140) e l’ultimo a Tortoreto (km 168). Gli ultimi 10 km saranno invece completamente piatti. Tappa insidiosa che potrebbe favorire una nuova fuga e stuzzicare qualche uomo di classifica.

Pierpaolo Gnisci

Guerreiro conquista Roccaraso (foto: Getty Images)

Guerreiro conquista Roccaraso (foto: Getty Images)

A VIESTE SCOCCA L’ORA DI DOWSETT, IL COVID METTE FUORI CORSA YATES

ottobre 10, 2020 by Redazione  
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Una lunga fuga terminata con l’assolo di un emozionatissimo Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation). E’ questo il riassunto dell’8a tappa del Giro d’Italia 2020. Il britannico, ex-recordman dell’ora, è riuscito ad imporsi con un’azione solitaria nata ai -18 dall’arrivo, al termine di una lunga fuga che ha visto protagonisti 6 corridori. Alle sue spalle un bravo Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers) e l’altro britannico Matthew Holmes (Lotto-Soudal). Resta in maglia rosa Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) alla vigilia della tappa di Roccaraso che potrebbe dare una nuova svolta alla corsa. Ritirato Simon Yates (Mitchelton-Scott), risultato positivo al coronavirus.

L’8a tappa, 200 km da Giovinazzo a Vieste, si presentava come una delle frazioni interlocutorie visto che si prestava a diversi epiloghi. I primi 95 km erano piatti come un biliardo. Giunti a Manfredonia, dove era posto il primo traguardo volante di giornata, iniziava la salita di Monte Sant’Angelo (km 106,2) classificata come gpm di 2a categora. Al termine della successiva discesa, i corridori dovevano affrontare un finale costellato di strappetti che terminava con un circuito di 14,5 km da percorrere quasi per due volte. Particolarmente insidioso era lo strappo di La Chiesuola (1 km al 9,3 % di pendenza media) posto ad appena 10 km dall’arrivo

La grande notizia della giornata è arrivata ancora prima della partenza. Simon Yates (Mitchelton-Scott) è risultato positivo al covid e ha dovuto abbandonare la corsa. Il britannico aveva avvertito i primi sintomi ieri sera ed è stato sottoposto al tampone che ha dato esito positivo. Fortunatamnte sono risultati negativi i tamponi effettuati ai suoi compagni di squadra.
Oltre a Yates, altri 4 corridori sono stati costretti ad alzare bandiera bianca a causa degli infortuni subiti durante la tappa di Matera: Matteo Affini (Mitchelton-Scott) ha rimediato una frattura alla mano destra, Tony Gallopin (Ag2r La Mondiale) una frattura al polso sinistro, mentre Sean Benntt (EF Pro Cycling) si è rotto lo scafoide sinistro. Tante botte invece per Patrick Gamper (Bora-Hansgrohe), anche lui costretto al ritiro.

Pronti, via ed è subito scoppiata la battaglia per andare in fuga. Per diversi chilometri si sono consumati numerosi attacchi, nessuno dei quali ha avuto successo, finchè al km 21 è riuscito ad avvantaggiarsi un drappello formato da Matthias Brandle e Alex Dowsett, entrambi della Israel Start-Up Nation, Matthew Holmes (Lotto-Soudal), Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers), Simone Ravanelli (Androni Giocattoli-Sidermec) e Joey Rosskopf (CCC Team). Il gruppo non ha lasciato andare subito la fuga, tenendola a 20” per qualche chilometro, prima di arrendersi una volta usciti da Barletta. I fuggitivi hanno così avuto via libera e nel giro di un paio di km il distacco ha superato i 3’. Per tutta la prima fase di tappa, il gruppo è stato tirato da Iljo Keisse (Deceuninck-Quick Step) con a ruota gli uomini della Bahrain-McLaren. Il belga ha imposto un ritmo piuttosto blando che ha consentito al sestetto di testa di dilatare a dismisura il vantaggio: dopo 60 km il gruppo pagava già 7’35”, mentre al km 90 il gap aveva superato i 9’30”.

Poco prima del traguardo volante di Manfredonia (km 90,3), in testa al gruppo sono arrivati altri corridori della Deceuninck e il ritmo è leggermente aumentato. Lungo la salita Monte Sant’Angelo (9,6 km al 6,1%) non si sono registrati attacchi ne cambi di ritmo e il distacco si è così stabilizzato intorno ai 10’20”. Il gpm, così come il precedente traguardo volante, è stato conquistato dal britannico Holmes. Nel gruppo invece a trasitare per primo è stato Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) che ha voluto imboccare in testa la discesa.
Proprio lungo la discesa è avvenuta una caduta che ha visto coinvolti Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e Ben Gastauer (Ag2r La Mondiale). Il lussemburghese è stato costretto al ritiro a causa di una sospetta frattura alla clavicola sinistra. Problemi anche per Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) che ha forato ed è stato costretto ad attendere l’ammirglia perdendo oltre 1’ dalla testa del gruppo, nel frattempo spaccato in più tronconi. Ai – 70 il gruppo maglia rosa, sempre guidato dalla Trek-Segafredo, pagava 7’55” mentre il gruppo in cui era rientrato Fuglsang e che vedeva presente anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) si trovava a 8’45”. Nel mezzo vi era un ulteriore drappello con Arnaud Demare (Groupama-FDJ) che stava per rientrare sul gruppo principale.
Di lì a poco la Trek si è rialzata, il gruppo Fuglsang è rientrato (ai -68) e la fuga ha ricominciato a guadagnare. A quel punto è stato chiaro che la vittoria di tappa era una qustione che riguardava solo i sei battistrada.

I fuggitivi hanno proseguito di comune accordo fino ai -30, quando è arrivato il primo scatto, ad opera di Alex Dowsett su ci ha immediatamente chiuso Salvatore Puccio. Proprio l’uomo della Ineos ha tentato l’assolo sul primo passaggio dello strappo de La Chiesuola, ai -25. L’unico corridore in grado di resistergli è stato Matthew Holmes, mentre alle loro spalle provava a rientrare Joey Rosskopf. Più staccati Ravanelli, Dowsett e l’austriaco Brandle che ere stato il primo a perdre contatto.
Rosskopf è riuscito a rientrare subito dopo lo scollinamento, dando vita ad un terzetto in testa alla corsa. I tre inseguitori avaveno perso una quindicina di secondi lungo lo strappo ma sono rientrati a 18,5 km dall’arrivo in particolare per merito del lavoro svolto dal duo della Israel. Appena ricompattati, Alex Dowsett è partito in progressione lungo un tratto pianeggiante. Nessuno è riuscito a rispondere al britannico che, forte delle sue doti sul passo, ha subito guadagnato un buon margine, pari a 30” al penultimo passaggio sulla linea del traguardo. Il gruppo viaggiava tranquillamente ormai ad 12’.
Dowsett ha incrementato ancora il vantaggio che ha raggiunto I 55” ai piedi delo strappo de La Chiesuola. Lungo la rampe più dure Holmes e Puccio hanno vistosamente accelerato nel disperato tentativo di riavvicinare il corridre della Israel. Il duo inseguitore, alle cui spalle vi era di nuovo Rosskopf, ha letteralmente dimezzato il gap, portandolo a 23” allo scollinamento.
Così come successo nel precedente giro, Rosskopf è immediatamente rientrato su Holmes e Puccio. L’inseguimento di Dowsett però non ha dato buoni frutti e il britannico è riuscito nuovamente a guadagnare qualche secondo e ad arrivare tutto solo a braccia alzate sotto il traguardo di Vieste. Per il corridore Inglese si tratta della seconda vittoria di tappa al Giro, 7 anni dopo quella nella crono di Saltara. Per la Israel Start-Up Nation è invece la prima vittoria in assoluto in un grande giro.
Alle spalle dell’ex-recordman dell’ora, il terzetto inseguitore è arrivato ad 1’15” regolato da Salvatore Puccio, davanti Matthew Holmes e Joey Rosskopf. Matthias Brandle (a 2’10”) ha facilmente battuto Simone Ravanelli nello sprint per il quinto posto, mentre il gruppo ha tagliato il traguardo con ben 13’56” di ritardo, regolato da Michael Matthews (Team Sunweb) davanti a Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates), Mikkel Bjerg (UAE-Team Emirates) e Andrea Vendrame (Ag2r La Mondiale).

In classificata generale non cambia niente. Resta in rosa Joao Almeida (Deceuninck- Quick Step) con 43” su Pello Bilbao (Bahrain-McLaren), 48” su Wilco Kelderman (Team Sunweb), 59” su Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal) e 1’01” su Vincenzo Nibali. Seguono Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) a 1’05”, Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) a 1’19” e Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma) a 1’21”.

Domani è in programma la 9a tappa, la più dura della prima parte di Giro. La San Salvo-Roccaraso proporrà un inizio di corsa relativamente semplice, ma dopo 80 km il canovaccio cambierà completamente vista la presenza di numerose salite. La prima ascesa sarà quella del Passo Lancino (12,4 km al 7%), gpm di 1a categoria posto al km 100,9. Dopo la discesa la strada tornerà a salire fino a raggiungere il Passo di San Leonardo (2a categoria, km 146) e poi il penultimo gpm di giornata di Bosco di Sant’Antonio (km 172,8). Infine, dopo esser transitati per Pescocostanzo, I corrridori dovranno salire fino ai 1658 metri di Roccaraso/Piano Aremogna. Particolarmente impegnativo sarà l’ultimo km, al 10,6% di pendenza media.

Pierpaolo Gnisci

Assolo di Dowsett a Vieste (foto:Bettini)

Assolo di Dowsett a Vieste (foto:Bettini)

TRIS DI DÉMARE NEL GIORNO DEI VENTAGLI

ottobre 9, 2020 by Redazione  
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Sulla carta era la tappa più semplice del Giro d’Italia 2020. Lunga soltanto 143 km e completamente piatta, la Matera-Brindisi era destinata a diventare la classica tappa di trasferimento con un prevedibile epilogo in volata. E invece la 7a tappa ha rischiato d’essere una delle più importanti della 107a edizione della “Corsa Rosa” grazie al vento che ha condizionato la frazione. Alla fine ad alzare le braccia al cielo è stato nuovamente Arnaud Démare (Groupama-FDJ), giunto già al terzo sigillo dopo aver finalizzato nel migliore dei modi il grande lavoro dei suoi compagni. Ancora 2° Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) davanti a Michael Matthews (Team Sunweb). Nessun movimento in testa alla classifica che vede ancora in maglia rosa Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step) davanti a Pello Bilbao (Bahrain-McLaren) e Wilco Kelderman (Team Sunweb).

Il via ufficiale alla corsa è stato dato da Stefano Allocchio alle 13:10. Dopo appena un paio di km è riuscito ad avvantaggiarsi un quartetto composto da Josef Cerny (CCC Team) e dai soliti Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Marco Frapporti (Bardiani-CSF-Faizanè) e Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), già protagonisti delle fughe nelle precedenti frazioni. Non è riuscito invece a cogliere l’attimo giusto il giovane Fabio Mazzucco (Bardiani-CSF-Faizanè) che si è lanciato poco dopo all’inseguimento dei quattro battistrada senza riuscire a rientrare. Il vantaggio dei fuggitivi è cresciuto rapidamente raggiungendo i 2’ al km 10.

A quel punto, il copione della corsa è stato letteralmente stravolto dagli uomini della Deceuninck-Quick Step che hanno provato a creare scompiglio sfruttando il vento laterale. Sotto l’impulso della formazione Belga, il plotone si è letteralmente frantumato in diversi ventagli. Nel giro di pochissimi km nel gruppo principale sono rimasti circa 30 corridori, tra cui il leader Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step), Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma), Wilco Kelderman (Team Sunweb), Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), Elia Viviani (Cofidis) e Arnaud Démare (Groupama-FDJ). Nel primo gruppo inseguitore vi erano tra gli altri Jakob Fuglsang (Astana Pro Team), Pello Bilbao (Bahrain-McLaren), Rafal Majka e Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe). Nel secondo drappello erano rimasti intruppati Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal), e Simon Yates (Mitchelton-Scott). Quest’ultimo, abituato a stazionare nelle retrovie del gruppo, era stato tra i primi uomini di classifica a perdere contatto.
Il gruppetto della maglia rosa, tirato da Deceuninck-Quick Step, Team Sunweb e Jumbo-Visma, ha continuato a forzare, andando a riprendere i quattro battistrada poco prima del km 25. Poco dietro, il gruppo di Fuglsang stava invece provando a riavvicinarsi grazie al grande lavoro profuso dagli uomini dell’Astana. Man mano l’intensità del vento è calata e il primo gruppo inseguitore è riuscito a ridurre lentamente il distacco e poi a rientrare sul gruppo maglia rosa al km 46. Il gruppo di Simon Yates, Harm Vanhoucke e Domenico Pozzovivo è invece riuscito a completare il ricongiungimento soltanto dopo 61 km.

Una volta ricompattato, il gruppo ha rallentato l’andatura. Ad approfittarne sono stati Marco Frapporti e Simon Pellaud che sono nuovamente ripartiti in avanscoperta poco prima del traguardo volante di Taranto.
A 500 metri dallo sprint intermedio (km 66,2) nel gruppo di testa è avvenuta una caduta che ha convolto tra gli altri, Jakob Fulgsang e Harm Vanhoucke, nuovamente rimasti attardati. Questa volta però l’inseguimento è durato molto di meno.
La corsa si è così stabilizzata e nel gruppo principale sono continuati a rientrare corridori precedentemente staccati durante i ventagli, tra cui Ilnur Zakarin (CCC Team). Il vantaggio della coppia di testa però non è mai decollato, restando sempre al di sotto dei 20”. I due coraggiosi sono stati ripresi ai -55, poco prima del secondo traguardo volante, posto a Grottaglie (km 91,5), vinto da Manuele Boaro (Astana Pro Team).
Sotto lo striscione dei -45 è arrivata l’ennesima caduta di giornata che ha coinvolto tanti corridori, tra cui il fiammingo Harm Vanhoucke, 4° in classifica e protagonista di una giornata piena d’imprevisti. La caduta ha costretto molti corridori a mettere il piede a terra e a perdere terreno da quel che rimaneva del gruppo principale. Tra gli uomini costretti ad inseguire, da segnalare il “solito” Domenico Pozzovivo. I vari gruppetti sono riusciti a completare l’inseguimento poco prima dello striscione che indicava i 20 km all’arrivo.

La fase finale di corsa è stata decisamente più tranquilla fino al prevedibile epilogo in volata. La preparazione dello sprint ha visto protagonisti gli uomini di Deceuninck-Quick Step, Groupama-FDJ e Jumbo-Visma. In particolare, sono stati gli uomini di Démare a prendere la testa del plotone sotto lo striscione dell’ultimo km e a guidare in modo perfetto il loro capitano verso lo sprint. Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step) ha provato ad anticipare la volata, ma Démare è stato subito lesto a prendergli la ruota e saltarlo con l’ennesima irresistibile volata. Il Francese ha tagliato il traguardo a braccia alzate, conquistando la terza vittoria di tappa in questo Giro. Peter Sagan, che ha provato timidamente ad uscire dalla ruota del Francese, si è dovuto accontentare di un altro 2° posto. Il podio di giornata è stato completato da Michael Matthews (Team Sunweb) che ha preceduto a Ben Swift (Ineos Grenardiers), Alvaro Hodeg (Deceuninck-Quick Step) e Rudy Barbier (Israel Start-Up Nation). Chiudono la top ten Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step), Enrico Battaglin (Bahrain-McLaren), Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e un deludente Elia Viviani (Cofidis).

Nonostante la tempesta di inizio tappa, resta immutata la classifica generale che vede in testa sempre Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step). Il portoghese precede di 43” Pello Bilbao (Bahrain-McLaren), di 48” Wilco Kelderman (Team Sunweb) e di 59” Harm Vanhoucke che è riuscito a non perdere tempo nonostante la giornataccia. Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) resta in 5a posizione (a 1’01”), davanti a Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), 6° a 1’05”, e Jakob Fuglsang (Astana Pro Team), 7° a 1’19”. Seguono Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma) a 1’21” e i due corridori della Bora-Hansgrohe, Patrick Konrad e Rafal Majka, rispettivamente 9° ad 1’26” e 10° a 1’32”.
Domani è prevista l’8a tappa, da Giovinazzo a Vieste per un totale di 200 km. I primi 90 km saranno completamente piatti, quindi i corridori dovranno affrontare il gpm di 2a categoria di Monte Sant’Angelo (9,4 km al 6,2%). Gli ultimi 80 km saranno costellati di strappetti che renderanno duro il finale. La frazione si presta ad una lunga fuga da lontano, ma non è da escludere l’arrivo in volata di un gruppo ristretto.

Pierpaolo Gnisci

Démare, tris a Brindisi (foto:Bettini)

Démare, tris a Brindisi (foto:Bettini)

DÉMARE LASCIA TUTTI DI SASSO A MATERA. VOLATA SUPERBA DEL FRANCESE

ottobre 8, 2020 by Redazione  
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Grazie ad una stupefacente volata Arnaud Démare (Groupama-FDJ) trova la sua seconda vittoria al Giro d’Italia 2020 al termine della 6a tappa, la Castrovillari-Matera. Il Campione di Francia ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, vicendo quasi per distacco davanti a Michael Matthews (Team Sunweb) e Fabio Felline (Astana Pro Team). Per il ragazzo di Beauvais anche la soddisfazione della maglia ciclamino strappata a Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), oggi deludente 8°. Resta letteralmente immutata la classifica generale che vede sempre in testa il giovanissimo Joao Almeida della Deceuninck-Quick Step con 43” di vantaggio da Pello Bilbao (Bahrain-McLaren).

Dopo l’impesa di Filippo Ganna nella tappa di Camigliatello Silano, il Giro è ripartito da Castrovillari per giungere nella splendida Matera dopo 188 km non privi di insidie. La 6a tappa prevedeva subito dopo il via due salite non banali anche se non classificate come gpm: il Valico di Campotenese al km 13 e l’ascesa di Croce Pantana al km 53. Una volta usciti dal Parco del Pollino, iniziava un tratto prevalentemente pianeggiante, lungo circa 90 km, che precedeva l’unico gpm di giornata, posto a Millotta dopo 162,3 km. Negli ultimi 10 km la strada tornava però a salire grazie ad un paio di strappetti situati poco prima del traguardo. Da segnalare, in particolare, una “rampa” di 750 metri al 6,3% (con punte al 10%) che terminava a 2 km dall’arrivo.

Il via ufficiale è stato dato alle ore 11:58. Da registrare il ritiro (già l’ottavo di questa edizione) dello statunitense Brent Bookwalter (Mitchelton-Scott), costretto ad alzare bandiera bianca prima ancora della partenza a causa di una sospetta frattura ad una vertebra lombare.
Poco dopo il via si è formata la fuga di giornata grazie all’azione di 4 corridori: Mattia Bais (Androni Giocattoli-Sidermec), Marco Frapporti (Vini Zabù-Brado-KTM), James Whelan (EF Pro Cycling) e Filippo Zana (Bardiani-CSF-Faizanè). I battistrada già al km 6 avevano raggiunto un vantaggio di 1’35” sul gruppo che stava approcciando la salita di Campotenese con un ritmo decisamente blando. Il gap è così lievitato rapidamente superando i 6’30” al km 20. La Deceuninck-Quick Step, infatti, non aveva nessun interesse ad andare a riprendere i battistrada, considerato il loro elevato distacco in classifica dalla maglia rosa Joao Almeida (il più vicino era Mattia Bais, 109° a oltre 50′ dal portoghese).
Il traguardo volante di San Severino Lucano (km 62,1), valido per la classifica a punti, è stato vinto dal giovane Bais davanti a Frapporti, Zana e Whelan. Arnaud Démare (Groupama-FDJ) ha invece battuto facilmente Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), recuperando 2 punti in classifica allo Slovacco grazie anche al maldestro sprint di Maciej Bodnar (Bora-Hansgrohe) che si è piazzato davanti al compagno di squadra.
I fuggitivi hanno continuato a guadagnare fino a raggiungere un vantaggio massimo di 9’33” (ai -100). Di lì a poco la Bora-Hansgrohe ha prepotentemente preso la testa del gruppo imponendo un ritmo decisamente più sostenuto che ha consentito di ridurre sensibilmente il distacco, sceso a 6’10” ai -80. L’inseguimento del gruppo è stato favorito dal vento che è spirato a lungo in senso contrario alla marcia dei corridori: a 60 km dall’arrivo, al quartetto di testa restavano soltanto 3’18”.

Il secondo traguardo volante, posto nei pressi del delizioso borgo di Craco (km 135,1) e valido solo per gli abbuoni, è andato a Frapporti davanti a Bais, mentre il gruppo è transitato con circa 2 minuti di svantaggio.
Ai -37 la maglia rosa Almeida è stato involontaria protagonista di un incidente. Il lusitano si è fermato sul lato destro della strada per espletare un bisogno fisiologico ed è stato colpito in pieno da Brandon McNulty (UAE-Team Emirates). Fortunatamente i corridori sono subito ripartiti senza nessuna conseguenza.
Ai -32, poco prima dell’inizio dell’unico gpm di giornata, Marco Frapporti ha provato l’azione in solitaria. Il bresciano è stato ripreso poco dopo, proprio sotto lo striscione dei -30. La collaborazione dei fuggitivi era però ormai venuta meno e ciò ha favorito una serie di scatti e controscatti. Ad avere la meglio (ai -29) è stato l’australiano James Whelan che ha allungato in maniera decisa staccando i tre compagni di fuga. Whelan è così riuscito a transitare per primo sul gpm di Millotta con un vantaggio ridotto a poco più di 30” sul gruppo che nel frattempo aveva riassorbito gli altri 3 fuggitivi di giornata. Proprio dal gruppo in cima al gpm avevano provato ad evadere un imperterrito Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e Thomas De Gendt (Lotto-Soudal). I due sono stati subito riassorbiti però dal plotone, mentre il coraggioso Whelan si è arreso soltanto a 13,7 km dall’arrivo.
Gli uomini della Bora hanno continuato a condurre il gruppo fino ai 7 km dall’arrivo, quando in testa al plotone sono apparse le maglie di diverse formazioni intenzionate ad approcciare l’insidioso tratto finale in una posizione avanzata. Le squadre più attive in questa fase sono state l’Astana Pro Team, il Team Sunweb, la Jumbo-Visma e l’Ineos Grenadiers.

Il gruppo ha imboccato lo strappo posto poco dopo i -3 ad altissima velocità grazie ad un infaticabile Filippo Ganna, giunto nuovamente in testa al gruppo. Quando il piemontese ha terminato il suo lavoro, nessuno ha avuto la forza di partire e la Bora ha ripreso la testa del plotone col fine di pilotare Peter Sagan verso lo sprint finale. Sotto lo striscione dell’ultimo km è partita la rasoitata di Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) a cui si sono subito accodati Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e lo stesso Sagan. Il Siciliano ha desistito immediatamente ed in testa al gruppo è apparso Rafal Majka (Bora-Hansgrohe) abile a rilanciare l’andatura. Peter Sagan, però, nel frattempo aveva perso terreno rimanendo intruppato oltre la 10° posizione.
A lanciare lo sprint è stato così Fabio Felline (Astana Pro Team) pilotato da un generosissimo Jakob Fuglsang. Alla sua ruota si era posizionato Démare, che è partito lungo con una progressione impressionante che non ha lasciato speranze agli altri sprinter. Il francese ha vinto la volata quasi per distacco davanti ad un Michael Matthews (Team Sunweb) in rimonta e a Fabio Felline, ottimo 3°. Seguono il colombiano Juan Sebastian Molano (UAE-Team Emirates), Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation), Andrea Vendrame (Ag2r La Mondiale) e Mikkel Honorè (Deceuninck-Quick Step). Completano la top ten di giornata un deludente Peter Sagan (8°), Enrico Battaglin (Bahrain-McLaren) e Jhonatan Narvaez (Ineos Grenadiers). Démare ha completato la giornata trionfale strappando la maglia ciclamino a Peter Sagan e ora guida la classifca con 106 punti, 39 in più di Sagan.

Resta inalterata la classifica che vede sempre in testa il talento portoghese Joao Almeida con 43”su Pello Bilbao (Bahrain-McLaren), 48” su Wilco Kelderman (Team Sunweb) e 59” su Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal). Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) resta in 5a posizione (ad 1’01”) davanti all’altro azzurro Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling) che occupa la 6a posizione ad 1’05” e a Jakob Fuglsang (Astana Pro Team), 7° a 1’19”.
Domani 7a tappa, da Matera a Brindisi per un totale di 143 km. Si tratta di una delle tappe più semplici di questa edizione del Giro. Il percorso sarà quasi completamente piatto e si presterà ad un nuovo epilogo in volata. Le difficoltà maggiori che incontreranno i corridori sono le curve poste nel finale, poco prima dello striscione dell’ultimo km.

Pierpaolo Gnisci

Démare domina lo sprint a Mater (foto: Bettini)

Démare domina lo sprint a Matera (foto: Bettini)

FRECCIA DEL BRABANTE, ALAPHILIPPE SI RISCATTA COL BRIVIDO

ottobre 8, 2020 by Redazione  
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Julian Alaphilippe vince la sua prima corsa in maglia iridata davanti a Mathieu Van Der Poel e Benoit Cosnefroy.

Appuntamento numero 60 della classica belga che si tiene come da copione fra le côtes in pavé delle Ardenne, con il tradizionale circuito finale da ripetere 3 volte prima del traguardo di Overijse.
La fuga di giornata evade già nelle fasi iniziali: gli avventurieri quest’oggi sono Clément Chevrier (Ag2r La Mondiale), Andrea Peron (Team Novo Nordisk), Juraj Sagan (Bora – Hansgrohe), Thomas Sprengers (Sport Vlaanderen – Baloise) e Michael Storer (Sunweb), ai quali in seguito si ricongiunge Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo). Il vantaggio massimo toccato è di 5 minuti all’imbocco del circuito finale, quando a prendere in mano le redini della corsa è la Alpecin – Fenix del favorito di giornata Mathieu Van Der Poel.
Distacco pressoché annullato già sul primo passaggio sul terribile pavè di Moskesstraat, dove con un forcing in testa al plotone si avvantaggiano Julian Alaphilippe (Deceuninck – QuickStep) e lo stesso Van Der Poel. Dietro a fatica riescono a rientrare nel falsopiano successivo Sonny Colbrelli (Bahrain-McLaren), Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) Omar Fraile (Astana) e Benoit Cosnefroy (Ag2r La Mondiale).
Si transita così per la penultima volta sulla linea del traguardo: sul secondo e decisivo passaggio sul muro di Moskesstraat questa volta è molto più deciso l’affondo del campione del mondo, a cui ancora una volta solamente Van Der Poel riesce a tenere botta. Alle loro spalle l’unico che non perde nettamente contatto è un ottimo Cosnefroy, il quale con una grande azione in pianura riesce ad accodarsi nuovamente alla coppia di testa. Dietro il terzetto al comando si formano vari drappelli inseguitori, uno dei quali composto anche dalla coppia italiana Colbrelli e Alessandro Covi (UAE Team Emirates) che riescono addirittura a portarsi a 6” dalla testa della corsa ma senza mai riuscire a chiudere il buco che risulterà poi incolmabile.
Si giunge così alla volata ristretta per i primi 3 gradini del podio: parte lungo Cosnefroy ma viene risucchiato dalla sparata vincente di Alaphilippe, questa volta ben attento ad esultare dopo la linea bianca del traguardo per proteggersi dall’ultimo colpo di reni di Van Der Poel. Alle loro spalle, Colbrelli regola la volatina per il quarto posto davanti a Warren Barguil (Team Arkéa-Samsic) e Michał Kwiatkowski. Per i colori italiani ottima prova di Andrea Bagioli (Deceuninck-QuickStep) settimo ed Alessandro Covi nono.

Lorenzo Alessandri

La vittoria di Alaphilippe nella Freccia del Brabante (Getty Image Sport)

La vittoria di Alaphilippe nella Freccia del Brabante (Getty Image Sport)

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