ROGLIČ BIS A BIOT, LO SLOVENO SEMPRE PIU’ IN GIALLO

marzo 12, 2021 by Redazione  
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A Biot in una volata in discreta pendenza e non proprio a ranghi compatti Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) ha la meglio su Christophe Laporte (Team Cofidis) e Michael Matthews (Team Bike Exchange). Lo sloveno ottiene la seconda vittoria di tappa alla Parigi Nizza 2021 e rafforza il primato in classifica generale alla vigilia del tappone di sabato con arrivo a Valdeblore La Colmiane.

La Parigi Nizza 2021 offre oggi una tappa che potrebbe rivelarsi molto insidiosa per i pretendenti alla vittoria finale. La maglia gialla Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) dovrà tenere gli occhi aperti lungo un percorso davvero esigente. Infatti gli oltre 202 km da Brignoles a Biot prevedono nella parte centrale cinque GPM. Di questi la Cote de Cabris ed il suo prolungamento, il Col du Ferrier, collocati tra il km 91 ed il km 113, possono creare interessanti azioni tese ad attaccare lo stesso Roglic. In più, gli ultimi 20 km sono un continuo saliscendi che daranno ulteriore interesse alle fasi finali. Il primo tentativo di fuga dopo la partenza da Brignoles era portato da Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates). La coppia si avvantaggiava di circa un minuto sul gruppo. Quest’ultimo teneva Cavagna e Trentin costantemente nel mirino e infatti annullava la loro azione dopo 35 km, visto anche che l’andatura era molto sostenuta. Un nuovo tentativo di fuga si formava al km 50, in vista del primo GPM di giornata. Erano in sei a cercare di evadere dal gruppo: Anthony Perez (Team Cofidis), Victor Campenaerts (Team Qhubeka ASSOS), Kenny Elissonde Team (Trek-Segafredo), Alexey Lutsenko (Team Astana), Jonathan Hivert (Team B&B Hotels) e Julien El Fares (Team EF Education-Nippo). Perez transitava in prima posizione sul Col de Tuilieres posto al km 52. Dopo 58 km il vantaggio dei sei di testa sul gruppo era di 1 minuto e 5 secondi. Perex si aggiudicava anche il GPM di del Col de Mont Meaulx posto al km 67.4. La fuga scollinava con un vantaggio di 2 minuti e 50 secondi sul gruppo maglia gialla. Dopo una caduta Brandon McNulty (UAE Team Emirates), maglia bianca e terzo classificato nella generale, era costretto al ritiro. Era il quarto ciclista che si ritirava durante la tappa odierna dopo Kaden Groves (Team Bike Exchange), Daniel Arroyave (Team EF Education Nippo) e Miles Scotson (Team Groupama FDJ). Sul Cote de Cabris , terzo GPM di giornata, Perez transitava in prima posizione. Il francese, sempre più leader della classifica GPM, si aggiudicava anche il successivo Col du Ferrier posto al km 112.9. Il gruppo maglia gialla scollinava con 4 minuti di ritardo dalla fuga. A 60 km dalla conclusione la fuga aveva ancora un vantaggio di 2 minuti e 15 secondi sul gruppo che aveva accelerato. Perez dopo essersi ‘abbuffato’ di traguardi GPM si faceva sfilare insieme ad El Fares e così in testa alla corsa restavano quattro uomini. Lutsenko si aggiudicava il primo traguardo volante di Cipieres posto al km 145.5. Elissonde si aggiudicava l’ultimo GPM di giornata del Col de Gourdon. A 30 km dalla conclusione la fuga, priva anche di Lutsenko a causa di una foratura, aveva un vantaggio di 1 minuto e 40 secondi sul gruppo in forte rimonta. A 25 km dal traguardo il gruppo aveva ulteriormente ridotto il ritardo ad un solo minuto. Elissonde attaccava a meno di 20 km dall’arrivo, lasciandosi alle spalle i compagni di fuga e transitando per primo sul secondo traguardo volante di Roquefort-les-Pins. Dal gruppo maglia gialla evadeva Jonas Rutsch (Team EF Education Nipp), che si riportava su Elissonde in testa alla corsa. La Deceuninck Quick Step si metteva all’inseguimento della coppia di testa, visto che Sam Bennett era presente nel gruppo maglia gialla ed aveva la possibilità di sprintare per ottenere la terza vittoria nella corsa verso il sole. A 5 km dalla conclusione Aleksander Vlasov (Team Astana) era vittima di una foratura ma dopo il cambio ruote riusciva a rientrare nel gruppo maglia gialla. Intanto l’azione di Elissonde e di Rutsch si era fatta più pesante, con quest’ultimo che veniva infine ripreso dal gruppo a poco più di 2 km dall’arrivo, che presentava le ultime centinaia di metri in costante ascesa. Era proprio Bennett a farne le spese. L’irlandese si staccava dal gruppo e la volata, piuttosto anomala, veniva vinta da Primoz Roglic davanti a Christophe Laporte (Team Cofidis) e Michael Matthews (Team Bike Exchange). Chiudevano la top five Dylan Teuns (Team Bahrain Victoriuos) ed Aurelien Paret-Peintre (Team AG2R Citroen). Roglic è sempre più primo in classifica generale con un vantaggio di 41 secondi su Schachmann e di 50 secondi su Ion Izagirre (Team Bahrain Victorious). Domani è in programma la settima e penultima tappa della breve corsa a tappe francese. E’ il vero tappone della Parigi Nizza 2021, con l’arrivo in quota di Valdeblore La Colmiane: oltre 16 km al 6.3% di pendenza media. Roglic potrà chiudere il discorso sulla vittoria finale o magari, chissà, farsi sorprendere dagli immediati inseguitori. A tal proposito siamo curiosi di vedere cosa potrà fare Schachmann, vincitore della Parigi Nizza 2021, su un arrivo non proprio adatto alle sue caratteristiche.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Primoz Roglic a Biot (foto: Getty Images)

La vittoria di Primoz Roglic a Biot (foto: Getty Images)

ALAPHILIPPE, UN ARCOBALENO A CHIUSDINO. VAN AERT RESTA IN MAGLIA AZZURRA

marzo 11, 2021 by Redazione  
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Il campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick-Step) fa sua la seconda tappa della Tirreno Adriatico 2021 con un allungo in vista del traguardo sullo strappo di Chiusdino; di spessore i nomi dei battuti con Mathieu Van Der Poel e Wout Van Aert che devono accontentarsi della seconda e terza posizione.

Da Camaiore a Chiusdino la seconda tappa in linea della Tirreno Adriatico offre un percorso tipico della breve corsa a tappe dei “due mari”, tortuosa nel finale con alcuni strappi nel cuore della Toscana strizza l’occhio ai cacciatori di tappe ed agli esperti delle classiche. La fuga di giornata è composta da Simon Pellaud (Androni Sidermec), Marcus Burghardt (Bora Hansgrohe), Simone Velasco (Gazprom Rusvelo) e Pieter Vanspeybrock (Intermarché Wanty), Vincenzo Albanese e John Archibald (Eolo Kometa) con l’italiano, come ieri, in cerca di punti per rafforzare la sua maglia verde. I sei al comando arriveranno ad avere un vantaggio massimo di 5’, dietro è la Jumbo Visma della maglia azzurra del leader Wout Van Aert a condurre le operazioni di recupero. Nei 50 Km conclusivi, l’orografia del territorio, con il profilo mosso verso l’ascesa a Casciano accende d’un tratto la corsa, ritmo elevato ed a farne le spese sono soprattutto i velocisti costretti ad alzare bandiera bianca, tra loro anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) in netto ritardo di condizione. Il gruppo si porta allo scollinamento a soli 20” dalla testa della corsa il cui destino è ormai segnato in vista dello salita verso Poggio alla Croce. Ben 3,5 Km chilometri con lo strappo finale al 9% invoglia Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) a piazzare uno scatto, il colombiano è seguito da Kasper Asgreen (Deceuninck-Quick-Step) e Jasper De Buyst (Lotto Soudal) che riprendono i fuggitivi e transitano al gpm allungando nel falsopiano successivo con 15” di vantaggio sul gruppo da cui intanto hanno provato a muoversi diversi uomini tra cui, in ottica classifica generale, Sergio Higuita (EF-Nippo), Tim Wellens (Lotto Soudal) e Quinn Simons (Trek-Segafredo). Ripresi i contrattaccanti, grazie soprattutto al lavoro della Jumbo Visma, questa volta è Simon Yates (Team Bike Exchange) a provare un allungo seguito da Pavel Sivakov (Ineos-Grenadiers), Mikel Landa (Bahrain-Victorious) e Joao Almeida (Deceuninck-Quick-Step). Raggiunto il britannico i quattro continuano l’azione quanto mancano 30 Km alla conclusione e la salita verso Chiusdino, ultima difficoltà altimetrica di giornata. Il quartetto di testa imbocca la salita finale con un vantaggio di 35 secondi e 7 Km all’insù da percorrere. Le pendenze non sono proibitive, ed il quartetto al comando può giocarsi la vittoria di tappa, dietro serve un cambio alla Jumbo Visma che ha lavorato tutto il girono per proteggere e tenere al coperto Wout Van Aert, arrivano proprio gli uomini di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) a cercare di ricucire sugli scatenati al comando che sentono odore di vittoria. A meno 3 Km dal traguardo, cede di colpo, Simon Yates, e grazie alle tirate di Davide Formolo (UAE Team Emirates) il gruppetto guadagna terreno mentre davanti sono Pavel Sivakov e Joao Almeida a scattarsi e riscattarsi in faccia l’uno contro l’altro. Il portoghese ne ha di più e si porta tutto solo al comando quando mancano 1200 m all’arrivo, dentro l’ultimo chilometro arriva una progressione di Geraint Thomas (Ineos Granadiers) che va tutto solo ad avvicinarsi ad Almeida, il gallese si porta a ruota Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick-Step) e Wout Van Aert (Jumbo Visma), situazione ideale per il campione del mondo, il più fresco di tutti, visto il compagno di squadra davanti che gli ha fatto risparmiare energie e così saltato Almeida ai 100m finali la maglia iridata va a tagliare a braccia alzate la linea di arrivo, secondo in netta rimonta Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix), terzo Wout Van Aert, quarto Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). In classifica generale il belga Van Aert ha ora 4” sul Alaphilippe e 8” su Van Der Poel. Domani l’arrivo a Gualdo Tadino con la strada che “tira” all’insù offrirà ancora spettacolo, ed i protagonisti attesi sono in gran parte coloro che hanno reso storico l’arrivo odierno.

Antonio Scarfone

La vittoria di Alaphilippe a Chiusdino (foto: Getty Images)

La vittoria di Alaphilippe a Chiusdino (foto: Getty Images)

SAM BENNETT, VOLATA SENZA RIVALI A BOLLÈNE. ROGLIČ RESTA IN GIALLO

marzo 11, 2021 by Redazione  
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A Bollène Sam Bennett (Team Deceuninck Quick Step) bissa il successo della prima tappa imponendosi su Nacer Bouhanni (Team Arkea Samsic) e Pascal Ackermann (Team Bora Hansgrohe).

Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) riparte da Vienne con la maglia gialla ben salda sulle spalle. Dopo la vittoria di ieri a Chroubles lo sloveno guarda con fiducia al futuro. Nizza non è lontana e la possibilità di vincere la sua prima Parigi Nizza si fa davvero concreta. Oggi la quinta tappa da Vienne a Bollène è quella tipica da trasferimento con i velocisti a giocarsi la vittoria, visto che i 203 km che i ciclisti dovranno affrontare è presente un solo facile gpm di terza categoria a una trentina di km dall’arrivo. A proposito di GPM, Anthony Perez (Team Cofidis) è la nuova maglia a pois che dovrà difendere nelle ultime tre tappe costellate di GPM. Dopo la partenza da Vienne non si segnalavano attacchi e la fuga non partiva. La Deceuninck Quick Step imponeva un’andatura abbastanza sostenuta in vista del traguardo volante di Dion posto al km 54. Anche gli uomini di classifica erano interessanti agli abbuoni, in particolare Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe) che sprintava e coglieva il secondo posto e due secondi di abbuono alle spalle di Jasha Sutterlin (Team DSM). Anche dopo il traguardo volante l’andatura restava molto elevata. Ad una settantina di km dall’arrivo provava a partire un piccolo drappello di 11 ciclisti, tutti belgi, ma il gruppo annullava rapidamente la loro azione. Schachmann, oggi molto attivo, si aggiudicava anche il GPM della Cote de Saint Restitut posta al km 166.4. A poco più di 30 km dall’arrivo una caduta coinvolgeva alcuni ciclisti del Team Jumbo Visma, tra i quali proprio la maglia gialla Primoz Roglic. Lo sloveno ripartiva senza apparenti problemi mentre il suo compagno Tony Martin era costretto al ritiro. Ion Izagirre (Team Astana) si aggiudicava il secondo traguardo intermedio di Derboux posto al km 184. Le squadre dei velocisti si preparavano alla volata. Era la Deceuninck Quick Step a lanciare nel modo migliore il suo uomo di punta, ovvero Sam Bennett. L’irlandese anche questa volta non dava scampo agli avversari diretti e bissava il successo della prima tappa. In seconda posizione si piazzava Nacer Bouhanni (Team Arkea Samsic) mentre terzo era Pascal Ackermann (Team Bora Hansgrohe). Chiudevano la top five di giornata Phil Bahaus (Team Bahrain Victorious) in quarta posizione e Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) in quinta posizione. In classifica generale resta tutto invariato con Roglic davanti a Schachmann e Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Domani è in programma la sesta tappa da Brignoles a Biot, con quattro GPM concentrati tra il km 52 ed il km 156. Una fuga vincente potrebbe finalmente caratterizzare la tappa, ma vedremo se qualche velocista riuscirà a resistere nella parte centrale della tappa per provare a giocarsi le sue chance in volata.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Sam Bennett a Bollène (foto: Getty Images)

La vittoria di Sam Bennett a Bollène (foto: Getty Images)

SCOCCA IL FULMINE ROGLIC TRA I VIGNETI DEL BEAUJOLAIS, FOLGORATI GLI AVVERSARI

marzo 10, 2021 by Redazione  
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Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) scatta a 3 km dall’arrivo e con una progressione impetuosa va a vincere tutto solo la quarta tappa della Parigi Nizza 2021. L’arrivo di Chiroubles si conferma insidioso e rivoluziona la classifica generale. E’ proprio Roglic la nuova maglia gialla ed il suo vantaggio sui diretti inseguitori si fa interessante, visto che Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe) è secondo a 35 secondi di ritardo.

La quarta tappa della Parigi Nizza 2021 prevede bel giro tra i dipartimenti della Saone-et-Loire e quello del Rodano. Da Chalon-sur-Saone a Chiroubles sono 188 km con pochissima pianura ed una serie quasi interminabile di col e cotes, che sono classificati per la classifica GPM in un numero di sette. In particolare nella seconda parte della tappa, giunti a Fleure, i ciclisti dovranno affrontare per due volte un difficile percorso caratterizzato dalla doppia scalata del Mont Brouilly e del Col de Durbize, con l’arrivo di Chiroubles, proseguimento di quest’ultimo, sempre in salita. Insomma una tappa che ci dirà molto sui pretendenti alla vittoria finale della corsa verso il sole. La fuga di giornata si concretizzata già dopo solo 4 km dalla partenza, con sei ciclisti che riuscivano ad evadere dal gruppo: Julien Bernard (Team Trek Segafredo), Anthony Perez (Team Cofidis), Fabien Doubey (Team Total Direct Energie), Jose Rojas (Team Movistar), Oliver Naesen (Team AG2R Citroen) ed Oscar Riesebeek (Team Alpecin Fenix). Al km 12 il vantaggio della fuga era già di 4 minuti e mezzo sul gruppo. Perez si aggiudicava il primo GPM del Col des Chevres posto al km 27.6. Il ciclista della Cofidis transitava in prima posizione anche sul successivo Col de la Pistole posto al km 47.1. Al km 55 il ritardo del gruppo era di 4 minuti e 55 secondi. Perez non faceva sconti e faceva suo anche il GPM della Cote de la Croix de Montmain; così facendo nella classifica di specialità Perez era virtualmente primo, scavalcando Doubey. Perez serviva il poker di GPM conquistati anche sul successivo Col de la Roche de Solutré, aumentando il vantaggio su Doubey nella classifica della specialità. A questo punto, giunti a Julienas, la corsa iniziava a percorrere il circuito finale di due giri, caratterizzati dalla scalata del Mont Brouilly ma soprattutto del Col de Durbize, con quest’ultimo che presentava in un paio di km pendenze davvero arcigne e in doppia cifra. Nel frattempo il gruppo, tirato dagli uomini della Jumbo Visma e dell’INEOS Grenadiers, faceva segnare un ritardo dalla testa della corsa inferiore ai 4 minuti. La prima ascensione del Mont Brouilly vedeva ancora una volta Perez protagonista. Il francese scollinava in prima posizione mentre il gruppo maglia gialla era segnalato a meno di 3 minuti. A 50 km dalla conclusione il gruppo accelerava. Bernard aveva il tempo di aggiudicarsi il primo traguardo volante del Col de Durbize posto al km 139.6. La maglia gialla Stefan Bisseger (Team EF Education First) era nelle ultime posizioni del gruppo e tutto faceva pensare che si sarebbe lasciato sfilare definitivamente all’inizio della bagarre vera e propria nella parte finale della tappa. Doubey era il primo dei fuggitivi a cedere. A 40 km dal termine i cinque in testa avevano un vantaggio di 2 minuti e 40 secondi sul gruppo in costante recupero. Come pronosticato, sulla seconda ascesa verso il Mont Broully Bisseger tirava definitivamente i remi in barca e poteva così iniziare la vera lotta tra i big della classifica. Bernard restava da solo in testa alla cosa e riusciva a scollinare in prima posizione. Nella discesa si segnalavano le cadute di David Gaudu (Team Groupama FDJ) e di Tao Gheogegan Hart (Team INEOS Grenadiers), che restavano attardati. All’inseguimento di Bernard si portavano Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) e Luis Leon Sanchez (Team Astana), mentre Hart restava definitivamente attardato, al contrario di Gaudu che riusciva a rientrare nel gruppo principale. A 10 km dall’arrivo Bernard aveva 20 secondi di vantaggio su Sanchez e Cavagna mentre il gruppo inseguiva a un minuto. La sfortuna questa volta si abbatteva su Cavagna che aveva un problema meccanico e restava attardato. Sanchez raggiungeva Bernard in testa alla corsa e a 5 km dal termine la coppia di testa aveva un vantaggio di 25 secondi sul gruppo in forte recupero. Lo spagnolo restava da solo in testa alla corsa ma alle sue spalle esplodeva la bagarre. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) rompeva gli indugi e si riportava su Sanchez con facilità. Lo sloveno accelerava e conquistava il secondo traguardo volante del Col de Durbize, a poco meno di 3 km dall’arrivo. L’azione di Roglic continuava fin sul traguardo, visto che nessuno riusciva a riportarsi su di lui. Lo sloveno, alla prima vittoria stagionale, tagliava il traguardo con 12 secondi di vantaggio su Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe) e Guillaume Martin (Team Cofidis). Quarto era Tiesj Benoot (Team Lotto Soudal) e quinto Alexander Vlasov (Team Astana). Fabio Aru (Team Qhubeka ASSOS), primo italiano al traguardo, terminava ventiseiesimo a 1 minuto e 7 secondi di ritardo da Roglic. La classifica generale viene così rivoluzionata, con Roglic in maglia gialla davanti a Schachmann e Brandon McNulty (UAE Team Emirates), distanziati rispettivamente di 35 e 37 secondi. Domani è in programma la quinta tappa da Vienne a Bollene. Dopo l’indigestione odierna di GPM, questa tappa ne prevede soltanto uno, a circa 35 km dall’arrivo. Tutto fa presumere che le ruote veloci torneranno protagoniste.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Primoz Roglic a Chiroubles (foto: Getty Images Sport)

La vittoria di Primoz Roglic a Chiroubles (foto: Getty Images Sport)

VAN AERT, LECTIO MAGISTRALIS IN VERSILIA

marzo 10, 2021 by Redazione  
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La tappa di apertura della Tirreno Adriatico con arrivo in volata è vinta da un magistrale Wout van Aert (Jumbo-Visma) con una grande prova di forza si mette dietro i velocisti puri più attesi, secondo Caleb Ewan (Lotto Soudal) terzo Fernando Gaviria (UAE Team Emirates).

Il varo della corsa dei due mari la Tirreno-Adriatico 2021 con partenza e arrivo da Lido di Camaiore avviene è subito animato fin dai primi chilometri con sei atleti capaci di portare via la fuga del giorno, questi sono: Simone Velasco (Gazprom-Rusvelo) e Guy Niv (Israel StartUp-Nation), Mattia Bais (Androni-Sidermec), Samuele Rivi e Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Jan Bakelants (Intermarché-Wanty Gobert-Matèriaux). Il gruppo dietro insegue lasciando alla fuga un vantaggio massimo di 3’:20”, che viene iniziato ad essere rosicchiato in vista dei tre passaggi sul GPM di giornata posto a Pitoro. Al primo passaggio in testa transita Bakelants, ai successivi due passaggi il primo è Albanese andando così a far sua la prima maglia assegnata in corsa, la verde. Posta alle spalle l’unica difficoltà altimetrica odierna, nei 70Km dall’arrivo, il gruppo ha un unico obiettivo, riprendere i fuggitivi e far sì che le squadre dei velocisti possano organizzarsi per poi chiudere in volata con il proprio uomo veloce. Prima però c’è da segnalare la vittoria al traguardo volante di Simone Velasco (Gazprom-Rusvelo), mentre dietro in testa il plotone è tirato dalla Lotto Soudal, dalla Cofidis e dalla Deceuninck-Quick-Step. La fuga viene assorbita dal gruppo quando la corsa entra nei meno 11 Km dal traguardo di Lido di Camaiore, lungo la costa tirrenica fanno capolino in testa anche la Alpecin-Fenix, Jumbo-Visma e la UAE Team Emirates. E’ una lunga volata da parte di tutte le squadre per mettere fatica nelle gambe degli avversari destinati alla volata. Transita sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro il gruppo allungato da Maxi Richeze (UAE Team Emirates) per lanciare, protetto alla sua ruota, il compagno di squadra Fernando Gaviria, ma davanti esce, sulla destra verso il centro strada Wout Van Aert, imprendibile per tutti anche per la rimonta di Caleb Ewan che deve accontentarsi del secondo posto, terzo come detto Fernando Gaviria. Il belga della Jumbo Visma va prendersi tappa e maglia e con l’abbuono di 10”, importantissimi nell’economia di una gara che spesso di è decisa sul filo del secondi, va al comando della classifica generale che già domani sarà ridisegnata in vista dell’arrivo a Chiusdino che strizza l’occhio proprio al talento Wout Van Aert oggi alla sua vittoria stagionale.

Antonio Scarfone

Van Aert vince allo sprint la prima tappa della Tirreno - Adriatico (Getty Images Sport)

Van Aert vince allo sprint la prima tappa della Tirreno - Adriatico (Getty Images Sport)

BISSEGER, A GIEN NASCE UN CAMPIONE. TAPPA E MAGLIA PER IL BABY SVIZZERO

marzo 9, 2021 by Redazione  
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Stefan Bisseger (Team EF Education Nippo) ad appena 22 anni ed al primo anno (intero) da professionista sbaraglia la concorrenza nella cronometro individuale di Gien e veste anche la maglia gialla di leader della classifica generale. Domani la difficile tappa di Chiroubles darà nuove conferme, con Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) pronto ad attaccare lo svizzero che è distante solo 6 secondi.

La cronometro individuale di Gien, terza tappa della Parigi Nizza 2021, darà le prime indicazioni per quanto riguarda la classifica generale. Dopo le prime due tappe dominate dai velocisti, oggi ci schiariremo le idee sui ciclisti che potranno ambire alla vittoria finale della breve corsa a tappe francese. Gli occhi sono puntati su Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), all’esordio stagionale in Francia e dato da molti come uno dei possibili protagonisti. E lo sloveno ha effettivamente dato un saggio delle sue qualità contro il tempo, visto che percorreva i 15 km scarsi in 17 minuti e 40 secondi. Meglio di lui facevano però due cronomen puri come Stefan Bisseger (Team EF Education Nippo) e Remo Cavagna (Team Deceuninck Quick Step). Entrambi facevano fermare le lancette sul tempo di 17 minuti e 34 secondi, facendo meglio rispetto a Roglic di 6 secondi. Era Bisseger, per una questione di decimi, a sopravanzare Cavagna. Il nuovo talento svizzero delle corse contro il tempo, appena ventiduenne, ottiene la sua prima vittoria in carriera da pèro, per altro in una corsa WT, e già si candida ad essere l’erede di Cancellara e Kung. Per onor di cronaca chiudevano la top five Brandon McNulty (UAE Team Emirates) quarto e Soren Kragh Andersen (Team DSM) quinto, rispettivamente con un ritardo di 9 e 10 secondi da Bisseger. Tra le delusioni di giornata troviamo Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers), vincitore del Giro d’Italia 2020, soltanto quarantunesimo con un ritardo di 44 secondi da Bisseger; ma anche Victor Campenaerts (Team Qhubeka ASSOS), ex campione europeo, delude con un anonimo trentesimo posto a 32 secondi di ritardo da Bisseger. La classifica generale, alla luce di questi risultati, viene rivoluzionata. Bisseger è la nuova maglia gialla, davanti a Cavagna con lo stesso tempo, mentre terzo è Roglic a 6 secondi di ritardo. Proprio lo sloveno è in pole position per attaccare chi lo precede nell’insidiosissima tappa di domani. Infatti mercoledì si correrà la quarta tappa da Chalon-sur-Saône a Chiroubles. Una tappa davvero tosta visto che in 188 km sono ben sette i gpm da scalare. Un susseguirsi di cols e cotes sui quali sembra scontato che si scatenerà una bella lotta in ottica classifica generale. L’arrivo finale sul Col de Durbize, anticamera di Chiroubles, prevede oltre 7 km di scalata con una pendenza media superiore al 6 % e promette spettacolo.

Giuseppe Scarfone

Stefan Bisseger durante la cronometro di Gien (foto:Getty Images Sport)

Stefan Bisseger durante la cronometro di Gien (foto:Getty Images Sport)

UN TULIPANO AD AMILLY: BOS SBOCCIA IN VOLATA, MATTHEWS NUOVA MAGLIA GIALLA

marzo 8, 2021 by Redazione  
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Ad Amilly la pronosticatissima volata della seconda tappa arride a Cees Bol (Team DSM) abile ad avere la meglio su Michael Matthews (Team Bike Exchange) e Mads Pedersen (Team Trek Segafredo). Sam Bennett (Team Deceuninck QUick Step) non va oltre il quarto posto e cede la maglia gialla a Matthews. Domani primo vero spartiacque della corsa verso il sole con la cronometro individuale di Gien.

La seconda tappa della Parigi – Nizza 2021 è lunga 188 km e va da Oinville-sur-Montcient ad Amilly. I ciclisti dovranno affrontare un solo GPM di terza categoria, la Cote des Granges-le-Roi, poco più che uno zampellotto, posta al km 72.5. Il vento potrebbe essere l’unico ostacolo per un arrivo in volata a ranghi compatti. La maglia gialla Sam Bennett (Team Deceuninck Quick Step) ha tutte le carte in regola per bissare il successo di ieri, anche se il finale è piuttosto complicato poiché ci sono alcune curve molto insidiose negli ultimi km. La partenza era priva di Richie Porte (Team INEOS Grenadiers), costretto al ritiro a causa di una caduta avvenuta ieri. Dopo un inizio piuttosto tranquillo, una coppia di ciclisti prendeva il largo dopo 18 km. Erano Sander Armee (Team Qhubeka ASSOS) e Dries de Bondt (Team Alpecin-Fenix). Il gruppo lasciava fare ma non concedeva troppo vantaggio. Dopo 34 km il ritardo dl gruppo era di 4 minuti e 20 secondi. Erano soprattutto gli uomini della Deceuninck Quick Step a condurre l’inseguimento. Armee si aggiudicava il GPM di Cote des Granges-le-Roi posta al km 72.5. Intorno al km 80 la Trek Segafredo con una vigorosa accelerazione animava un po’ la situazione nel gruppo. Dal momento che si formavano alcuni ventagli. Il risultato principale era la conclusione della fuga della coppia belga, che veniva ripresa al km 84. Michael Mattheuws (Team Bike Exchange) si aggiudicava il primo traguardo volante di Oussay posto al km 91. A 50 km dal termine il gruppo si ricompattava, riunendo i vari drappelli che si erano formati a causa dei ventagli. A Bellegarde, secondo traguardo volante posto al km 154, era Andre Greipel (Team Israel StartUp Nation) ad imporsi sullo stesso Matthews. Un paio di km più tardi George Bennett (Team Jumbo Visma) era vittima di una caduta. Il ciclista neozelandese si rialzava subita e appariva un po’ intontito, ma si rimetteva in sella con l’aiuto dell’ammiraglia e rientrava in gruppo nel giro di qualche km. L’andatura del resto era abbastanza da cicloturismo e sembrava tutto deciso per la volata di gruppo. Un’altra caduta a 22 km dal termine coinvolgeva il francese Alexis Vuillermoz (Team Direct Energie), che sembrava dolorante al braccio sinistro. Era la Trek Segafredo a distinguersi nuovamente negli ultimi 3 km. Mads Pedersen, ormai sprinter a tutti gli effetti, voleva dire la sua in volata. Alcune curve e controcurve allungavano il gruppo che arrivava alla volata conclusiva abbastanza sfilacciato. Era Cees Bol (Team DSM), alla prima vittoria del 2021, a imporsi su Pedersen e Matthews. Chiudevano la top five Bryan Coquard (Team B&B Hotels) e Sam Bennett, rispettivamente al quarto e al quinto posto. Grazie anche agli abbuoni conquistati ai traguardi intermedi, oltre cje all’arrivo, Matthews scalza Bennett in prima posizione nella classifica generale. L’australiano adesso è primo con 4 secondi di vantaggio su Bennett e su Pedersen. Domani è in programma la cronometro individuale di 14.4 km da Gien a Gien. Il percorso è complessivamente pianeggiante se si eccettuano proprio gli ultimi 400 metri, che hanno una pendenza media superiore al 6%. La classifica generale inizierà a prendere forma, con Bennett che lascerà la maglia di leader sulle spalle di qualcun altro.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Cees Bol ad Amilly (foto: Getty Images)

La vittoria di Cees Bol ad Amilly (foto: Getty Images)

SAM BENNETT VOLATA REGALE A SAINT-CYR-L’ÉCOLE. L’IRLANDESE E’ LA PRIMA MAGLIA GIALLA DELLA PARIGI-NIZZA

marzo 7, 2021 by Redazione  
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Sam Bennett (Deceunick-Quick Step) conferma lo straordinario momento di forma e conquista la prima tappa della Parigi-Nizza. L’irlandese ha dominato lo sprint finale battendo nettamente Arnaud Demare (Groupama-FDJ) e l’ex-Campione del Mondo Mads Pedersen (Trek-Segafredo). Bennett è anche la prima maglia gialla della Course au Soleil grazie agli abbuoni conquistati al traguardo. Costretto al ritiro a causa di una caduta Richie Porte (Ineos Grenadiers), già vincitore delle edizioni 2013 e 2015 e tra gli uomini più attesi per la conquista della classifica finale.

La tappa d’apertura si dipanava interamente nell’Ile-de-France con un lunghissimo circuito (83 km da percorrere due volte) attorno alla cittadina di Saint-Cyr-l’École, a pochi passi da Versailles.
I primi 45 km erano quelli altimetricamente più semplici. La seconda parte del circuito era invece resa frizzante dalla presenza di una serie di strapetti, due dei quali classificati come gpm di 3a categoria: la Côte de Senlisse (1,1 km al 5,5%) e la Côte de Méridon (1,4 km al 5,2%), da affrontare per l’ultima volta rispettivamente a 32,5 e 26 km dal traguardo. Sempre in cima ad uno strappetto, la Côte de Chateaufort, erano previsti i due traguardi volanti di giornata, il secondo dei quali a soli 15,5 km dall’arrivo.

Le fasi iniziali della tappa sono state affrontate ad un’andatura piuttosto sostenuta, condizione che non ha lasciato margini ai vari tentativi di evasione dal gruppo. Dopo circa 15 km, la fuga di giornata ha finalmente preso corpo grazie all’azione solitaria di Fabien Doubey (Total Direct Energie). Nel giro di pochi chilometri, il francese è riuscito a mettere un buon margine tra e il gruppo (circa 5′30” al km 40) rimanendo a lungo da solo in testa alla corsa. Il plotone, guidato dagli uomini di Trek-Segafredo e Deceunick-Quick Step, ha man mano aumentato l’andatura andando a ridurre il gap dal transalpino che al primo passaggio sulla linea del traguardo vantava 3′30” di vantaggio.

Una volta entrati neli ultimi 80 km, il gruppo ha ulteriormente aumentato la velocità e di conseguenza nel giro di pochi chilometri il vantaggio del fuggitivo è collato ad 1′20”. A questo punto è entrato in scena Philippe Gilbert. Il vallone della Lotto-Soudal è uscito dal gruppo insieme ad Anthony Perez (Cofidis), Christopher Lawless (Total Direct Energie) e al compagno di squadra Stefano Oldani, rintrando poco dopo sul battistrada. Lawless, evidentemente stremato dallo sforzo profuso per rientrare, si è staccato poco dopo. In testa alla corsa è dunque rimasto un quartetto il cui vantaggio però non mai preso il largo: ai 40 km dall’arrivo il gap era di appena 30 secondi.

Intanto, nel gruppo pincipale il nervorsismo era aumentato con l’avvicinarsi al traguardo. Ne è venuta fuori una serie di piccole cadute che hanno caratterizzato il finale. La prima, a 39 km dall’arrivo, ha coinvolto Matthias Brandle (Israel Start-Up Nation) e Sander Armee (Team Qhubeka-Assos). Entrambi sono rapidadamente risaliti in sella e ripartiti. A 33 km dal traguado un’altra caduta ha invece mietuto la prima vittima eccellente della corsa: Richie Porte (Ineos Grenadiers). Il Tasmaiano, sin da subito apparso sofferente, è risalito in bici ma successivamente ha dovuto alzare bandiera bianca e abbandonare la corsa.
Nel frattempo, in testa alla corsa Fabie Doubey aveva vinto il terzo gpm di giornata (il secondo sulla Côte de Senlisse) per poi staccarsi dai compagni di fuga. I tre superstiti sono stati ripresi poco dopo in prossimità del secondo scolinamento sulla Côte de Méridon, ai -26,5.

Gli uomini della Lotto-Soudal non si sono persi d’animo, riproponendosi immediatamente all’attacco grazie all’azione di Kobe Goossens. Il giovane fiammingo è partito quando mancavano 25 km all’arrivo e ha velocemente guadagnato una ventina di secondi, ma altrettanto rapidadamente ha visto assottigliarsi il margine per poi essere ripreso ai -17.
Gli scatti in testa al gruppo non sono però cessati. Subito dopo il secondo traguardo volante di Chateaufort, vinto da Michael Matthews (Team BikeExchange), è stato Pierre Latour (Total Direct Energie) a provarci. Sulle ruote del transalpinosi si sono riportati altri 5 corridori: Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix), Soren Kragh Andersen (Team DSM), Mattia Cattaneo (Deceunick-Quick Step), Cyril Gautier (B&B Hotels p/b KTM), Edward Theuns (Trek-Segafredo). Una volta esaurito anche quest’ultimo tentativo di evasione, in testa al gruppo sono iniziate le operazioni di preparazione della volata. Tra le squadre più attive la Trek-Segafredo, la Total Direct Energie la Groupama-FDJ.

Proprio gli uomini di Arnaud Demare sono riusciti a prendere l’ultimo km in testa, mentre poco dietro l’ennesima caduta di giornata ha visto coinvolti una ventina di corridori. Gli uomini della Groupama-FDJ sono stati scavalcati ai 300 metri da Jordi Meeus (Bora-Hansgrohe) abilissimo nel lanciare al meglio Pascal Ackermann. Il velocista tedesco si è però piantato, mentre alla sua sinistra rinveniva a velocità decisamente superiore Sam Bennett (Deceunick-Quick Step). L’irlandese si è così imposto nettamente davanti ad Arnaud Demare (Groupama-FDJ) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo), recente vincitore della Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Alle loro spalle Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), Bryan Coquard (B&B Hotels p/b KTM), Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) e Phil Bauhaus (Bahrain-Victorius).
Sam Bennett naturalmente veste anche la maglia gialla di leader con 4” di vantaggio su Demare e 5” su Michael Matthews (Team BikeExchange) vincitore di entrambi i traguardi intermedi. Seguono Mads Pedersen a 6” e Ben Swift (Ineos Grenadiers) a 9”.

Domani la 2a tappa, 188 km da Oinville-sur-Montcient a Amilly, dovrebbe sorridere nuovamente alle ruote veloci. Il percorso sarà infatti quasi interamente pianeggiante con un unico gpm di 3a categoria, la Côte des Granges-le-Rol posta al km 72. I velocisti dovranno comunque fare attenzione all’ultimo km caratterizzato da un strappetto di 400 metri al 7,2 %.

Pierpaolo Gnisci

Bennett domina il primo sprint (fonte:Getty Images)

Bennett domina il primo sprint (fonte:Getty Images)

VAN DER POEL, RASOIATA D’AUTORE ALLA STRADE BIANCHE

marzo 6, 2021 by Redazione  
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Mathieu Van der Poel ha vinto l’edizione 2021 della Strade Bianche, con una accelerazione violenta sullo strappo di Santa Caterina che non ha lasciato scampo neppure ad un campione del mondo in grande spolvero come Alaphilippe. Corsa bellissima, esplosa già prima del tratto di Monte Sante Marie.

Nel 2020, la strade bianche aveva inaugurato la stagione ciclistica sconvolta dal restrizioni connesse al dilagare dell’epidemia a Covid19, quest’anno si è ritornati ad un calendario più tradizionale con il Laigueglia ad inaugurare la stagione delle corse serie.
Resta infatti incomprensibile a chi scrive come una corsa del calibro del Laigueglia possa essere tenuta fuori dal circuito world tour, in favore di corse di scarso valore tecnico, organizzate in posti del tutto inadatti ad ospitare corse ciclistiche.
Adattissimi sono invece gli sterrati senesi, teatro della battaglia odierna tra uomini di primo piano.
Questa corsa targata RCS non ha una grande tradizione, essendosi disputata, come corsa per professionisti, per la prima volta nel 2007 (con il nome di Monte Paschi Eroica) ma le strade affrontate sono perfette per offrire uno spettacolo ciclistico di grande spessore.
In breve infatti, la strade bianche è diventato un appuntamento irrinunciabile per i grandissimi delle corse di un giorno, ma quest’anno al via erano presenti anche grossi calibri delle grandi corse a tappe, come gli ultimi due vincitori del Tour de France Tadej Pogacar e Egan Bernal che è pure finito sul podio.
La corsa, anche quest’anno, non ha tradito le attese ed ha visto i big sugli scudi, con il gruppetto dei migliori che si è formato nel tratto di sterrato più difficile, quello di Monte Sante Marie. I componenti di questo drappello non verranno più ripresi e formeranno a loro volta altri meno folti gruppetti fino ad arrivare in tre ai piedi del severo strappo finale.
Non è stato semplice portar via la fuga, nonostante i continui attacchi nei primi chilometri.
I primi a sfuggire al controllo del gruppo sono stati Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix), Kevin Ledanois (Arkea-Samsic) e Simone Bevilacqua (Vini Zabù) nel secondo tratto di sterrato. I tre sono poi stati raggiunti da Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert) e Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizané).
Il gruppo però non ha lasciato un margine importante ai battistrada e questo ha favorito il rientro di Filippo Tagliani (Androni-Sidermec), Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Tosh Van der Sande (Lotto Soudal).
Così formato, il gruppo di 8 uomini in testa alla corsa è riuscito a scavare un solco massimo di 4 minuti e mezzo sul gruppo.
E’ stata la Jumbo Visma a polverizzare il vantaggio nel settore di sterrato di Lucignano d’Asso, con una accelerazione che ha portato il gruppo a meno di un minuto dalla testa della corsa in vista del fasi cruciali.
A questo punto, davanti si mescolano un po’ le carte con Tagliani che perde terreno, Petilli che prova l’azione solitaria, Rivi che fora e gli altri che vanno in difficoltà.
Dal gruppo, invece, rinvengono su ciò che resta della fuga Rudy Molard (Groupama – FDJ), Sergio Samitier (Movistar). Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux).
Quest’ultimo stacca gli altri nel sesto settore di sterrato, ma viene a sua volta ripreso e staccato da Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Gonzalo Serrano (Movistar).
A questo punto, ci prova l’intramontabile Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen) che si porta dietro un gruppetto abbastanza folto dal quale sono però assenti gli uomini della squadre più attrezzate, la Jumbo e la Alpecin che organizzano l’inseguimento e riescono ben presto ad annullare il tentativo sullo sterrato di Monte Sante Marie.
E’ proprio questo difficile tratto di sterrato, intitolato al tre volte vincitore Fabian Cancellara, a dare alla corsa la fisionomia definitiva.
In testa, si forma un drappello composto da Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma), Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), , Michael Gogl (Team Qhubeka-Assos), Tadej Pogačar (Uae Team Emirates), Egan Bernal e Thomas Pidcock (Ineos-Grenadiers), Quinn Simmons (Trek-Segafredo) e Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick-Step).
All’inseguimento di questi atleti, c’è un altro gruppetto popolato da Kevin Geniets (Groupama-FDJ), staccatosi dal gruppo di testa, Gianni Vermeersch e Petr Vakoč (Alpecin-Fenix), Tim Wellens (Lotto Soudal), Jakob Fuglsang (Astana-Premier Tech), Kévin Geniets (Groupama-FDJ), Rob Power e Simon Clarke (Team Qhubeka-Assos). Simon Carr (E.F.).
Il vantaggio dei battistrada è di una manciata di secondi, ma il tasso tecnico dei corridori di testa si fa sentire ed i 19 chilometri asfalto tra la fine del Monte Sante Marie e l’inizio del tratto sterrato di Monteaperti non servono a far tornare sotto gli inseguitori. Questo nono settore è molto breve, ma presenta uno strappo secco sul quale scatta Alaphilippe. La vittima illustre è un po’ a sorpresa il detentore del titolo Van Aert, che rimane staccato insieme a Pidcock che in un primo tempo aveva accennato un tentativo di rientro.
Con grande caparbietà però, l’uomo di punta della Jumbo riesce a rientrare nel tratto di sterrato di Colle Pinzuto, anche perché i battistrada non si scatenano sulle severe pendenze che arrivano al 15%.
Sull’ultimo tratto di sterrato di Le Tolfe, Van Der Poel accelera e l’unico a tenere la sua ruote è Alaphilippe. Dietro però Egan Bernal stringe i denti e si riporta sulla coppia, mentre gli altri componenti del gruppetto di testa rimangono inesorabilmente staccati.
Ai -3, Van der Poel prova una prima accelerata, ma il terreno non è favorevole e gli altri due non si fanno sorprendere. Sul tratto al 16% di Via Santa Caterina, però, l’olandese piazza una rasoiata impressionante, violenta, irresistibile. Neppure il campione del mondo che è specialista di finali come questo riesce a replicare, mentre Bernal, che non ha nell’esplosività la sua dote migliore, non ci prova nemmeno e perderà ben 20 secondi in soli 700 metri.
Van Der Poel ha vinto meritatamente, è sempre sembrato in ottime condizioni, sulle Tolfe ha piazzato il primo attacco che ha ridotto il gruppo a tre unità, con Bernal che ha fatto fatica a rientrare e poi, sullo strappo di Santa Caterina, ha impressionato per la violenza che ha scaricato sui pedali, una vera fucilata senza possibilità di appello.
Alaphilippe non ha sfigurato, è stato sempre attento ed attivo ed è sembrato oggettivamene in forma, ha ceduto solo alla rasoiata del campione olandese che però è stata davvero una cosa fuori dall’ordinario.
Buoni segnali anche da Bernal che, sulle accelerate violente, ha ovviamente accusato, non possedendo quella esplosività necessaria in finali come questo, ma ha comunque dimostrato tenacia nel rientrare dopo le Tolfe e comunque ha confermato quanto di buono aveva già mostrato al Laigueglia mercoledì. In vista del Giro d’Italia la preparazione sembra partita col piede giusto.
Una grande corsa con grandi nomi strappati alla Parigi Nizza che inizierà domani.
Il Giro d’Italia quest’anno proporrà una bellissima tappa sugli sterrati con arrivo a Montalcino. Sarebbe bello che gli sterrati diventassero un appuntamento fisso per la corsa rosa, anche andando in altre regioni. Quest’anno ad esempio si arriverà a Sega di Ala e, dal Passo Fittanze, si stacca una meravigliosa strada con uno sterrato tenuto molto bene.
Le corse ciclistiche sono anche un’occasione per preservare e riscoprire sterrati che costituiscono un patrimonio importante, sia per il paesaggio sia per le corse ciclistiche che, oggi come oggi, forse trovano più occasioni per far selezione sugli sterrati piuttosto che sulle salite. Il livellamento dei valori, la tecnologia, le squadre che fanno ritmi elevatissimi rendono infatti sempre più difficile fare la differenza anche in salite molto ripide, mentre sugli sterrati questi elementi hanno meno peso. Oggi, sul Monte Sante Marie, c’erano corridori ovunque, ognuno da solo con sé stesso, anarchia totale.
Unico neo di questa corsa è il chilometraggio che, essendo sotto i 200 km, non è ancora all’altezza di quello delle grandi classiche, tuttavia rimediare a questo unico inconveniente non dovrebbe essere difficile.

Benedetto Ciccarone

Il momento della rasoiata di Van der Poel sul muro di Santa Caterina a Siena (Getty Images Sport)

Il momento della rasoiata di Van der Poel sul muro di Santa Caterina a Siena (Getty Images Sport)

MOLLEMA SI GODE LA RIVIERA, IL LAIGUEGLIA E’ SUO

marzo 3, 2021 by Redazione  
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Fantastico assalto solitario di Bauke Mollema Trek-Segafredo al Trofeo Laigueglia prima gara della stagione in Italia, l’olandese va via al penultimo giro del circuito della corsa ligure andando a tagliare il traguardo a braccia alzate. Il gruppo dei migliori è regolato da Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) su Mauri Vansevenant (Deceuninck-QuickStep).

Il via della corsa avviene sotto un tiepido sole con le temperature dell’aria ideali che presto si riscaldano in gruppo in vista della prima difficoltà altimetrica del percorso posta a 30 Km dal via, è qui che inizialmente nove uomini portano via la fuga di giornata, sono Veljiko Stojnic e Alessandro Iacchi (Vini Zabù), Nicolas Edet (Cofidis), Mattia Bais (Androni-Sidermec), Knife Hailemichael (Delko), John Archibald (Eolo-Kometa), Mathias Vacek (Gazprom-Rusvelo), Raffaele Radice (MG.K Vis VPM), Davide Persico (Colpack-Ballan). Poco dopo sui nove al comando si portano Nikita Stalnov (Astana-PremierTech) e Unai Cuadrado (Euskaltel-Euskadi) ed infine in terza battuta Juri Hollmann (Movistar). Il gruppo lascia fare e così il gruppetto dei dodici in testa riesce ad avere un vantaggio massimo poco inferiore ai 4’ al GPM di Paravenna quando è la Trek – Segafredo a portarsi in testa al gruppo e tenere la corsa sotto controllo, chiaro segnale di come la formazione statunitense vuole far bene avendo in squadra Giulio Ciccone vincitore nello scorso anno. Entrati nel circuito finale, davanti restano soltanto Hollmann, Bais ed Edet, per poi venire riassorbiti dal gruppo una volta che verso Colla Micheri iniziano i primi attacchi tra gli uomini più attesi. Infatti dietro intanto è Mikel Landa (Bahrain-Victorious) che prova un primo allungo in faccia al gruppo subito rintuzzato, come poi subito dopo, nel tratto in falsopiano, Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), con Carlos Rodriguez (Ineos-Grenadiers) ed ancora a Landa forzano l’andatura avvantaggiandosi sul gruppo che poi ancora ricuce sui tre. Sono le prime micce ad accendersi, preludio di un finale frizzante grazie anche ad un percorso ben disegnato che lascia pochi spazi per rifiatare. E’ al penultimo dei quattro giri previsti che Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) attacca verso l’ascesa di Colla Micheri e questa volta l’azione del colombiano ha tutto un altro effetto sul gruppo dei migliori, l’unico a riuscire a stargli in scia è un promettente Clément Champoussin (Ag2r Citroën), i due guadagnano qualche secondo e scollinano insieme al GPM. Soltanto nella successiva discesa vengono ripresi con il gruppo dei migliori tirato nuovamente dalla Trek-Segafredo in cui i più attivi nel tratto in salita sono apparsi Mikel Landa, Giulio Ciccone, Bauke Mollema, Valentin Madouas (Groupama – FDJ) ed il giovane belga Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quickstep). Con il gruppo dei migliori tornato compatto, nell’ultimo giro, Bauke Mollema piazza l’attacco decisivo, l’olandese guadagna subito 15” con dietro il compagno di squadra Giulio Ciccone a fare buona guardia. E’ una tattica perfetta perché i secondi di vantaggio diventano 33” per affrontare in tutta sicurezza prima la salita verso Capo Mele e poi ancora, Colla Micheri nonostante Egan Bernal provi a dare un ultimo impulso all’inseguimento. Al GPM Mollema conserva 20” sugli immediati inseguitore e vola via verso il secondo successo stagionale, secondo arriva un ottimo Egan Bernal, forse il migliore in salita, davanti ad un brillante Vansevenant, quarto Champoussin, quinto Ciccone che festeggia insieme a Mollema in una Trek-Segafredo oggi apparsa perfetta.

Antonio Scarfone

La vittoria di Bauke Mollema a Laigueglia (foto: Bettini Photo)

La vittoria di Bauke Mollema a Laigueglia (foto: Bettini Photo)

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