VINGEGAARD TITANO A SAN MARINO. SECONDA VITTORIA DI TAPPA E COPPI E BARTALI SEMPRE PIU’ VICINA
A San Marino in una tappa con 4000 metri di dislivello Jonas Vingegaad (Team Jumbo Visma) fa capire di che pasta è fatto ottenendo la seconda vittoria di tappa alla Settimana Coppi & Bartali 2021. L’ultima tappa, che presenta altre salite, non sarà la solita passerella finale ma sarà quella decisiva vista la presenza di molti ciclisti racchiusi in alcune decine di secondi
La Repubblica di San Marino è la protagonista indiscussa della penultima tappa della Settimana Internazionale Coppi & Bartali visto che nella tappa odierna i ciclisti saranno impegnati a percorrere il suo territorio, costellato di saliscendi e molto simile a una classica del Nord; il dislivello totale è infatti di 4000 metri. Sono 154 e mezzo i km da affrontare, con tre GPM ed un circuito finale con pochissima pianura. La tappa iniziava immediatamente con diversi attacchi in testa al gruppo. Si formava un quintetto formato da Manuele Boaro (Team Astana), Abner Gonzale (Team Movistar), Tzomin Juaristi (Team Euskaltel), Eduardo Sepulveda (Team Androni Sidermec) ed Edoardo Zardini (Team Vini Zabù). Dopo una trentina di km ed un inseguimento accanito, riuscivano a portarsi sui cinque di testa altri cinque ciclisti: Alejandro Osorio (Caja Rural Seguros), Cristian Scaroni (Gazprom RusVelo), Guy Niv (Team Israel StartUp Nation), Antonio Nibali (Team Trek Segafrdo) e Xabier Mikel Azparren (Euskaltel). Il gruppo inseguiva a quasi 3 minuti e mezzo di ritardo. Dopo una quarantina di km, sulle insidiose rampe del Monte Titano, rientravano sul gruppo di testa Marton Dina (Team Eolo) e Johnatan Canaveral (Bardiani Csf Faizanè). Osorio scollinava in prima posizione sul primo GPM di San Marino. Il gruppo inseguiva a poco più di 3 minuti di ritardo. All’inizio della seconda scalata verso San Marino il gruppo, tirato dal Team Movistar, era segnalato a meno di 2 minuti dal drappello di testa. Osorio si aggiudicava anche questo GPM. La corsa entrava quindi nel circuito finale di sei giri, con diversi saliscendi ed in particolare una salita di oltre 2 km. In testa alla corsa Osorio, Canaveral e Zardini si avvantaggiavano sul resto degli attaccanti. Nel gruppo principale si segnalava la caduta di Ivan Sosa (Team INEOS Grenadiers), secondo in classifica generale. Il colombiano stringeva i denti e rientrava. Ad una quarantina di km dal termine, si ricompattava il gruppo di testa con 11 ciclisti ad esclusione di Dina, che si era fatto definitivamente riprendere dal gruppo inseguitore. A tre giri dalla conclusione la fuga perdeva altri quattro componenti. Restavano in testa Zardini, Boaro, Nibali, Sepulveda, Scaroni, Niv e Juaristi. Una decisa accelerazione del gruppo inseguitore riprendeva i fuggitivi durante il quarto giro. Le carte si rimescolavano e iniziavano nuovi attacchi. All’inizio dell’ultimo giro la testa della corsa era formata da Hector Carretero (Team Movistar) ed Oier Lazkano (Team Caja Rural). Il gruppo tornava sui due contrattaccanti, nonostante un estremo tentativo di Lazkano che terminava a 4 km dal termine. Sull’asperità finale, attaccava Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) che otteneva la seconda vittoria di tappa grazie ad una volata in salita e si metteva alle spalle Javier Romo (Team Astana) e Nick SChultz (Team Bikeexchange). Completavano la top five Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) in quarta posizione e Mauri Vansevenant (Team Deceuninck Quick Step) in quinta posizione. In classifica generale Vingegaard è sempre più primo ed ora comanda con 7 secondi di vantaggio su Schultz e 11 secondi di vantaggio su Hayter. Domani è in programma l’ultima tappa da Forlì a Forlì, un circuito cittadino da percorrere sette volte con la Rocca delle Caminate – 3.6 km al 6.4% – che potrebbe dare qualche sussulta in ottica classifica generale, proprio nella giornata conclusiva. Con dieci ciclisti nell’arco di 43 secondi tutto può ancora succedere.
Antonia Scarfone

La vittoria di Jonas Vingegaard a San Marino (foto: Bettini Photo)
CHAVES, RITORNO DI FIAMMA A PORT AINE’. ADAM YATES RESTA LEADER
Dopo una fuga iniziale e una bella azione solitaria di Lennard Kamna (Team Bora Hansgrohe) conclusasi a 14 km dall’arrivo, un ritrovato Esteban Chaves (Team Bikeexchange) attacca a 7 km dal traguardo, resiste al ritorno del gruppo e vince il tappone del Giro di Catalogna 2021 dopo due anni a bocca asciutta. Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) mantiene la maglia bianco verde e guarda con fiducia alle ultime tre tappe.
Se ieri Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) ha messo le basi per la vittoria finale del Giro di Catalogna 2021, oggi nel vero tappone della breve corsa spagnola può ipotecarla seriamente. Da Ripoll a Port Ainè saranno oltre 166 km di fatica e di passione visto che sono in programma tre durissimi GPM, uno di prima categoria e due hors categorie. Oggi si affronta senza tema di smentita, calendario e altimetria alla mano, una delle tappe più difficili di questo inizio di stagione. Dopo la partenza da Ripoll si registrava un primo tentativo d’attacco portato da due ciclisti: Diego Camargo (Team EF Education Nippo) ed Andreas Kron (Team Lotto Soudal). Kron riusciva a vincere il traguardo volante di Ribes de Freser, dopo una decina di km, dopodiché il gruppo reagiva e rientrava sui due uomini in testa. Un nuovo tentativo d’attacco, questa volta più consistente, prendeva corpo grazie all’azione di Wouter Poels (Team Bahrain Victorious), Antwan Tolhoek (Team Jumbo Visma), James Knox (Team Deceuninck Quick Step), Michael Storer (Team DSM), Attila Valter (Team Groupama FDJ), Ben Zwiehoff e Ide Schelling (Team Bora Hansgrohe). Nonostante gli sforzi dei sette in testa, il gruppo annullava anche questo tentativo e ritornava compatto dopo 22 km dal via. Lungo l’ascesa del Port de Toses si formava finalmente la fuga di giornata grazie all’azione di Lennard Kamna (Team Bora Hansgrohe), Juan Pedro Lopez (Team Trek Segafredo), Clement Champoussin (Team AG2R Citroen), Rigoberto Uran (Team EF Education First), Antonio Pedrero e Sergio Samitier (Team Movistar), Joe Dombrowski (UAE Team Emirates), Thomas De Gendt (Team Lotto Soudal), Louis Meintjes (Team Israel StartUp Nation), Valter, Tolhoek e Koen Bouwman (Team Jumbo Visma). Era Bouwman a scollinare in prima posizione con il gruppo che inseguiva a quasi 2 minuti di ritardo. De Gendt si aggiudicava il secondo traguardo volante di La Seu d’Ugell posto al km 75.3, mentre Lopez faceva suo il traguardo del centenario posto al km 66.4. Lungo l’ascesa del Port d’El Cantò, secondo GPM in programma, Kamna accelerava e faceva il vuoto sugli ex compagni di fuga. Il giovane tedesco scollinava con quasi 3 minuti di vantaggio sul gruppo tirato dagli uomini dell’INEOS Grenadiers. Nella successiva discesa il gruppo recuperava progressivamente su Kamna. Sulle prime rampe del Port d’Ainè, il gruppo inseguitore aumentava ulteriormente il ritmo e diventava sempre più esiguo a causa del ritmo molto elevato. Kamna veniva infine ripreso a poco più di 14 km dall’arrivo. Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) era il primo dello squadrone britannico a staccarsi, dopo aver lavorato per diverse decine di km in testa al gruppo. Lo rimpiazzava prima Carapaz (nonostante una foratura) e poi Thomas, al servizio entrambi di Adam Yates e Richie Porte, primo e secondo in classifica generale. Il primo vero attacco era portato a meno di 10 km dall’arrivo da Steven Krujswijk (Team Jumbo Visma), ma l’olandese non faceva molta strada in testa. Un nuovo attacco, un po’ più deciso, lo sferrava Esteban Chaves (Team Bikeexchange) a 7 km dall’arrivo. A 5 km dalla conclusione Chaves aveva 15 secondi di vantaggio sul gruppo. Da quest’ultimo usciva Enric Mas (Team Movistar) ai meno 4, ma lo spagnolo veniva ripreso a poco più di 2 km dall’arrivo. Nel frattempo Chaves sognava una vittoria che gli mancava dal 2019, quando vinse la 19° tappa del Giro d’Italia a San Martino di Castrozza in maglia Mitchelton Scott. Il piccolo colombiano aveva ancora 12 preziosi secondi di vantaggio quando transitava sotto il triangolo rosso dell’ultimo km. E stringendo i denti si imponeva con 7 secondi su Michael Woods (Team Israel StartUp Nation) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). La top five era completata al quarto posto da Adam Yates ed al quinto posto da Sepp Kuss (Team Jumbo Visma). In classifica generale Adam Yates mantiene 45 secondi di vantaggio su Porte mentre al terzo posto sale Thomas a 49 secondi di ritardo. Il dominio dell’INEOS è ormai evidente. Dopo due giorni davvero duri, domani è in programma un po’ di tregua con la quinta tappa da La Pobla de Segur a Manresa. Anche se si superano i 200 km, sono soltanto due i GPM da scalare: il Coll de Comiols dopo una trentina di km e il Port de Montserrat a circa 25 km dall’arrivo. Proprio quest’ultimo presenta pendenze regolari e vedremo se ci sarà ulteriore bagarre nel gruppo o se qualche velocista più resistente riuscirà a giocarsi le proprie chances in volata.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Ethan Hayter a Riccione (foto: Bettini Photo)
A RICCIONE SCOCCA L’ORA DI HAYTER. VINGEGAARD SEMPRE PRIMO
A Riccione il gruppo riprende la fuga a meno di 10 km dall’arrivo ed Ethan Heyter (Team INEOS Grenadiers) vince di forza la volata di gruppo, prevedibile ma non scontata sulla carta, battendo Shane Archbold (Team Deceuninck Quick Step) e Nick Schultz (Team Bikeexchange). Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) resta leader della generale
Sono quasi 147 i km che i ciclisti dovranno affrontare oggi, nella terza tappa della settimana Coppi & Bartali. Da Riccione ci si addentra nell’entroterra dove sono due i GPM in programma, prima di ritornare sulla riviera e concludere gli sforzi sempre a Riccione. Originariamente i GPM dovevano essere tre ma il passaggio sul Monte Carpegna è stato cancellato a causa delle forti nevicate degli scorsi giorni che hanno reso impraticabile la strada. I due GPM residui di Villaggio del Lago e di Albereto potrebbero farsi comunque sentire nelle gambe dei ciclisti. Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) ha la possibilità di conservare la maglia di leader della classifica generale, anche se la classifica nelle prime posizioni è molto corta e dovrà tenere gli occhi ben aperti. Dopo la partenza da Riccione un primo tentativo di fuga veniva portato da Eduardo Sepulveda (Team Androni-Sidermec), Txomin Juaristi (Team Euskaltel-Euskadi), Kamil Gradek (Team Vini Zabù), Riccardo Lucca (Team General Store), Guido Draghi (Team Mg.k Vis VPM), Mattia Petrucci (Team Colpack Ballan) e Antonio Puppio (Team Qhubeka). Il gruppo però non lasciava andate questi attaccanti e ritornava compatto. Miglior sorte aveva il successivo tentativo intorno al km 20, in un tratto in salita in corrispondeza col breve sconfinamento nella Repubblica di San Marino. Riuscivano ad evadere dal gruppo in sette: Einer Rubio (Team Movistar), Edoardo Zardini (Team Vini Zabù), Alejandro Osorio (Team Caja Rural-Seguros RGA), Antonio Nibali (Team Trek-Segafredo), Andrea Garosio (Team Bardiani-CSF-Faizanè), Manuel Senni (Nazionale Italiana) e Garikoitz Bravo (Team Euskaltel-Euskadi). Dopo 33 km la fuga aveva 1 minuto e 50 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dal Team Israel StartUp Nation. Al km 40 la fuga aveva guadagnato sul gruppo ed era segnalata con un vantaggio di 3 minuti e 10 secondi. La cancellazione per neve del Monte Carpegna Senni attaccava a sua volta lasciandosi alle spalle i compagni di fuga. A 60 km dal termine il gruppo di testa era formato da Senni, Osorio, Rubio, Nibali, Zardini e Bravo mentre Garosio si era leggermente staccato sul GPM di Villaggio del Lago. I fuggitivi si ricompattavano e si davano cambi regolari fino a una trentina di km dal termine, quando ricominciavano scatti e controscatti. Zardini e Nibali guadagnavano qualche centinaio di metri ed erano i primi ad affrontare la breve salita di Albereto, con pendenze in doppia cifra. I due in testa scollinavano con 1 minuto e 20 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dalla Jumbo Visma. A 20 km dall’arrivo, con il gruppo a meno di un minuto dalla testa della corsa, Nibali provava l’azione solitaria. A 10 km dal termine il gruppo aveva nel mirino il ciclista siciliano, ormai a soli 10 secondi. Nibali veniva infine ripreso a 9 km dalla conclusione. L’arrivo in volata premiava Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers), alla prima vittoria stagionale, davanti a Shane Archbold (Team Deceuninck Quick Step) e Nick Schultz (Team Bikeexchange). Chiudevano la top five Jacopo Mosca (Team Trek Segafredo) e Natnael Tesfatsion (Team Androni Giocattoli Sidermec). Tutto invariato nelle zone alte della classifica con Jonas Vingegaard davanti a Ivan Sosa (Team INEOS Grenadiers) e Ben Hermans (Team Israel StartUp Nation). Domani è in programma la penultima tappa da San Marino a San Marino, lunga 154 km, con diverse insidie altimetriche: sono tre i GPM previsti ma il circuito finale da percorrere sei volte in tutto ha pochissima pianura e lo rende molto simile al percorso di una classica del Nord.
Antonio Scarfone

La vittoria di Ethan Hayter a Riccione (foto: Bettini Photo)
CONTINUA L’ANNATA D’ORO DI SAM BENNETT A DE PANNE
Sam Bennet (Deceuninck – Quick Step) ha vinto la classica di Brugge-De Panne battendo di prepotenza Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) e Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe). Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) ha chiuso al quarto posto.
La quarantacinquesima edizione della Oxyclean Classic Brugge-De Panne presentava un percorso interamente pianeggiante di 203 chilometri da Bruges a De Panne. Tranne i primi chilometri, l’intera corsa si disputava all’interno di un circuito di 45 chilometri. I favoriti di giornata erano gli sprinter, tra i quali figuravano Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step), Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates), Pascal Ackermann (BORA – hansgrohe), Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) e Arnaud Demare (Groupama – FDJ). Dietro questa parterre di eccellenza c’erano vari outsider con due squadre di giovani molto interessanti come Team DSM con Cees Bol e Alberto Dainese, e il Team Jumbo-Visma con Olav Kooij e David Dekker.
La fuga di giornata veniva condotta da Alexis Gougeard (AG2R Citroën Team), Gerben Thijssen (Lotto Soudal), Barnabás Peák (Team BikeExchange), Ruben Apers (Sport Vlaanderen – Baloise), Erik Nordsaeter Resell (Uno-X Pro Cycling Team) e Wout Van Elzakker (Vini Zabù). Questi corridori ottenevano un vantaggio massimo di 4’35” dopo una sessantina di chilometri di corsa, col gruppo controllato dal solito Tim Declercq (Deceuninck – Quick Step). Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic) nella prima fase di corsa era costretto al ritiro. Intorno al km 80 si creava un ventaglio in gruppo dove una cinquantina di atleti si erano avvantaggiati, ma in breve tempo il gruppo si ricompattava andando nel frattempo a ridurre il distacco dei fuggitivi a soltanto due minuti. La fuga veniva ripresa a 76 chilometri dalla conclusione durante il tratto esposto al vento che aveva fatto la differenza anche nella tornata precedente. Ai -70 era Sebastián Mora (Movistar Team) ad attaccare in solitaria, mentre altri atleti avevano provato ad attaccare senza successo, riuscendo a resistere all’avanscoperta fino ai -48. Le squadre che si distinguevano principalmente nella gestione corsa erano Deceuninck Quick Step, Lotto Soudal e Team Jumbo-Visma.
Ai -30 attaccavano Davide Martinelli (Astana – Premier Tech) e Lluís Mas (Movistar Team), venendo però ripresi ai -20 dal lavoro della Team Qhubeka ASSOS. Praticamente immediata era l’azione di Brent Van Moer (Lotto Soudal) ad avvantaggiarsi in solitaria per una decina di chilometri. Tantissime squadre si alternavano in testa al gruppo, una volta giunti all’interno degli ultimi due chilometri tentava un attacco Tosh Van der Sande (Lotto Soudal) resistendo fino all’arco dell’ultimo chilometro con un plotone allungatissimo guidato da Deceuninck – Quick Step. Michael Mørkøv come al suo solito era perfetto nel lanciare la volata a Sam Bennett, rimasto quasi chiuso tra Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) e Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), ma abile a trovare lo spazio sufficente per passare e imporsi senza nessuna difficoltà. Philipsen si doveva accontentare del secondo posto davanti ad Ackermann. Quarta posizione per Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS).

Carlo Toniatti.
ADAM YATES SPIANA VALLTER 2000. TAPPA E MAGLIA PER IL BRITANNICO
Sull’arrivo in salita di Vallter 2000, Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) si impone in progressione, attaccando a circa 4 km dall’arrivo e staccando tutti, compagni d’avventura e fuggitivi della prima ora. Adesso il britannico guarda tutti gli altri dall’alto verso il basso con un vantaggio sostanzioso sui diretti inseguitori
Dopo la cronometro individuale di ieri che ha dato interessanti valutazioni sullo stato generale di alcuni ciclisti per quanto riguarda la vittoria finale e non solo, Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step) parte da Canal Olímpic de Catalunya con la maglia di leader della classifica nella terza tappa del Giro di Catalogna 2021. L’arrivo, dopo 203 km, è a Vallter 2000, al termine di una salita molto impegnativa, soprattutto nella prima parte, con 6 km al 9%. La fuga riusciva a evadere dal gruppo dopo pochi km dalla partenza e si componeva di nove ciclisti: Thymen Arensman (Team DSM), Alexander Kamp (Team Trek Segafredo), Clement Venturini (Team AG2R Citroen), Thomas Champion (Team Cofidis), Alexander Evans (Team Intermarchè Wanty Gobert), Colin Joyce (Team Rally Cycling), Francisco Galvan (Team Kern Pharma), Reinardt Janve Van Rensburg e Sean Bennett (Team Qhubeka ASSOS). Dopo 40 km la fuga aveva 6 minuti di vantaggio sul gruppo. Galvan, con 1 minuto e 2 secondi di ritardo in classifica generale da Joao Almeida, era virtualmente al comando. Proprio la Deceunick Quick Step si faceva vedere nelle prime posizioni del gruppo inseguitore, affinchè il vantaggio della fuga non aumentasse troppo. Eppure al km 70 la fuga aveva raggiunto un vantaggio di 11 minuti. Galvan si aggiudicava il primo traguardo volante di Sant Fruitós de Bages posto al km 81.3. Era invece Van Rensburg a transitare per primo sul traguardo ‘Sprint Ediciò 100’ di Sant Feliu Sasserra posto al km 109.7, il traguardo inserito quest’anno dall’organizzazione nelle tappe in linea per onorare le 100 edizioni del Giro di Catalogna. Kamp infine transitava per primo sul successivo traguardo intermedio di Perafita posto al km 129. Intanto il gruppo accelerava e si alternavano in testa a tirare anche uomini della Jumbo Visma e dell’INEOS Grenadiers. A 30 km dal termine il vantaggio della fuga era di 4 minuti e 20 secondi. All’inizio della salita finale il gruppo aveva ormai messo nel mirino i fuggitivi, che iniziavanoa perdere qualche elemento. A circa 9 km e mezzo dall’arrivo nel gruppo inseguitore iniziavano i primi attacchi, mentre davanti restavano in testa Arensman e Kamp. Il primo dei biga staccarsi era Chris Froome (Team Israel StartUp Nation). A 7 km dall’arrivo Arensman era rimasto da solo in testa; al suo inseguimento si era portato un indomito Alejandro Valverde (Team Movistar) che dopo un km tutto solo veniva raggiunto da Nairo Quintana (Team Arkea Samsic); alle loro spalle si muovevano anche Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers) e Kenny Elissonde (Team Trek Segafredo). A 4 km e mezzo dal traguardo Arensman aveva soltanto 10 secondi su Valverde, Sepp Kuss (Team Jumbo Visma) e Adam Yates (Team INEOS Grenadiers). Il terzetto raggiungeva il giovane ciclista olandese a 4 km dall’arrivo. A poco più di 2 km dal traguardo si staccava Valverde e subito dopo, sotto l’impulso di Yates, anche Kuss perdeva la testa della corsa. Yates si involava tutto solo verso la vittoria, la prima del 2021, e tagliava il traguardo con 13 secondi di vantaggio su Esteban Chaves (Team Bikeexchange) e 19 secondi di vantaggio su Valverde. Più indietro GeraintThomas (Team INEOS Grenadiers) regolava un gruppetto con Kuss, Harm Vanhoucke (Team Lotto Soudal) Hugh Carthy (Team EF Education First). Yates balza al comando della classifica generale con 45 secondi di vantaggio sul Richie Porte (Team INEOS Grenadiers) e 50 secondi di vantaggio su Joao Almeida. Domani si sale ancora, anzi si disputerà il vero tappone della breve corsa spagnola. Si parte da Ripoll e si arriva a Port Ainè dopo 166.5 km. Un GPM di prima categoria e due hors categorie, di cui l’ultimo che coincide con l’arrivo, dicono tutto sulla difficoltà di questa tappa. Chi vince lassù può ipotecare la vittoria della centesima edizione del Giro di Catalagna.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Adam Yates a Vallter 2000 (Foto: Getty Images Sport)
VINGEGAARD, LO STAMBECCO DI SOGLIANO. TAPPA E MAGLIA PER IL GIOVANE DANESE
Sulla rampa finale di Sogliano al Rubicone, in lastricato e con pendenze vicine al 20%, Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) ottiene una vittoria prestigiosa nella seconda tappa della Settimana Coppi & Bartali, raggiungendo anche il primo posto in classifica generale.
La seconda tappa della Settimana Coppi & Bartali parte da Riccione e arriva a Sogliano al Rubicone dopo 163.5 km. Una tappa molto interessante visto che non ci sarà molta pianura. Dopo la scalata di Torriana, primo GPM posto al km 42.3. i ciclisti entreranno nel circuito finale di Sogliano al Rubicone da percorrere cinque volte, con altrettante salite che terminano sulla linea del traguardo, due delle quali – la seconda e la quarta – valevoli come GPM. L’arrivo sarà davvero spettacolare perché consiste in trecento metri di lastricato con una pendenza superiore al 15%. La fuga di giornata era composta da Marton Dina (Team Eolo Kometa), Xabier Azparren (Team Euskaltel Euskadi), Lorenzo Visintainer (Team General Store Curia), Emil Dima (Team Giotti Victoria Savini Due), Francesco Carollo (Team MGKVIS VPM) e Mattia Petrucci (Team Colpack Ballan). Già dopo 8 km dal via i sei in fuga avevano un vantaggio di oltre 2 minuti e mezzo sul gruppo. Petrucci si aggiudicava il primo GPM di Torriana, sul quale il gruppo transitava con un ritardo di 4 minuti. All’inizio del circuito finale il gruppo era tirato dagli uomini della deceuninck QUick Step che si alternavano con quelli dell’Israel StartUp Nation. A 60 km dall’arrivo restavano in testa alla corsa Dina ed Azparren. All’inizio del penultimo giro del circuito finale Dina restava al comando ma il gruppo era segnalato a soli 40 secondi di ritardo. L’azione di Dina si concludeva a circa 23 km dal termine. Al comando si portava un gruppetto di una decina di ciclisti. Molto attivi erano Mauri Vansevenant (Team Deceuninck Quick Step) e Juan Ayuso (Team Colpack Ballan) che attaccavano con decisione e mantenevano un vantaggio, seppur esiguo, sugli immediati inseguitori. Lo spagnolo allungava ma veniva ripreso a poco più di 1 km dall’arrivo. Il gruppetto in testa si spezzettava ulteriormente sulla rampa finale che portava al traguardo ed era Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) ad avere la meglio su Ivan Ramiro Sosa (Team INEOS Grenadiers), mentre terzo a 4 secondi si piazzava Nick Schultz (Team Bikeexchange). Ben Hermans (Team Israel StartUp Nation) era quarto mentre Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) chiudeva la top five. Vingegaard, alla prima vittoria stagionale, è il nuovo leader della classifica generale con 1 secondo di vantaggio su Sosa e 3 secondi di vantaggio su Hermans. Domani è in programma la terza tappa da Riccione a Riccione, lunga 145 km. Sono tre i GPM in programma, tutti abbastanza lontani dal traguardo: Monte Carpegna, Villaggio del Lago e Alboreto. Gli ultimi 20 km sono tutti in pianura e vedremo quali e quanti velocisti potranno giocarsi la volata, anche se non escludiamo attacchi vincenti di finisseur o simili.
Antonio Scarfone

La vittoria di Vingegaard a Sogliano al Rubicone (foto: Bettini Photo)
COPPI, BARTALI, MARECZKO, ISRAEL STARTUP NATION, MA ALLA FINE RIDE CAVENDISH
Nella prima giornata della Settimana Coppi&Bartali, le prime due semitappe vedono le vittorie di Jakub Mareczko (Team Vini Zabù) e della Israel StartUp Nation. Ma alla fine è Mark Cavendish (Team Deceuninck Quick Step) a indossare la maglia di leader.
Posizionata in calendario subito dopo la Milano Sanremo ed in contemporanea con Giro di Catalogna e importanti classiche del Nord (Oxyclean Brugge De Panne, E3 Harelbeke e Gand Wevelgem), nonostante tutto la Settimana Internazionale Coppi e Bartali vede ai nastri di partenza dell’edizione 2021 ben 25 squadre, di cui nove WT. Una partecipazione sicuramente importante che arricchisce la gloriosa corsa emiliana. Il percorso strizza l’occhio agli atleti più resistenti in salita, ma anche la seconda semitappa di martedì, la cronometro a squadre di Gatteo di 14 km, può dare interessanti indicazioni per i pretendenti alla classifica generale. Gatteo è protagonista anche della prima semitappa in linea, lunga 98.6 km. Il circuito finale da ripetere tre volte presenta lo strappetto di Longiano, oltre 1 km con pendenze in doppia cifra, ma i velocisti dovrebbero superarlo agevolmente; dall’ultimo dei tre scollina menti il traguardo è distante circa 17 km. Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) non prendeva il via. Dopo i primi scatti e contro scatti al comando si formava una coppia formata da Raffaele Radice (Team MGK Vis) e Francesco Zandri (Team Work Service Marchiol). Dopo una ventina di km il vantaggio della coppia in fuga era di 1 minuto e 20 secondi. Zandri transitava in prima posizione sul primo GPM di Longiano posto al km 52.5. Il gruppo transitava a 57 secondi di ritardo. Sul secondo GPM di Longiano posto al km 66.9 era sempre Zandri a scollinare in prima posizione. Il gruppo aumentava l’andatura e riprendeva i due in testa al km 74, ma Radice riusciva ad aggiudicarsi il terzo GPM di Longiano posto al km 81.3. Il gruppo iniziava a prepararsi per la volata e l’andatura era molto sostenuta. Vano era il tentativo d’allungo di Manuele Boaro (Team Astana) a circa 15 km dall’arrivo. La volata era ormai lanciata e se l’aggiudicava Jakub Mareczko (Team Vini Zabù) che aveva la meglio su Mark Cavendish (Team Deceuninck Quick Step) e Marius Mayrhofer (Team DSM). Chiudevano la top five Dylan Sunderland (Team Qhubeka ASSOS) ed Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) rispettivamente quarto e quinto. Mareczko, alle seconda vittoria stagionale, si presenta così alla partenza della cronosquadre pomeridiana con la maglia di leader della classifica generale. Al pomeriggio quindi la cronosquadre vedeva l’affermazione della Israel Start-Up Nation con il tempo di in 11’36” per coprire i 10,8 chilometri del percorso di Gatteo, al secondo posto, ad un solo secondo di differenza, la Astana – Premier Tech, al terzo posto, a soli 2”, la Deceuninck – QuickStep. Grazie al secondo posto di Mark Cavendishi nella frazione del mattino ed al terzo posto della squadra belga nella cronosquadre, il britannico torna a vestire la maglia de leader di una corsa, al secondo posto segue Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation) terzo il compagno di squadra Ben Hermans. Domani è in programma la seconda tappa da Riccione a Sogliano al Rubicone, lunga 163.6 km; una tappa che ci dirà molto in ottica classifica generale visto che non c’è molta pianura e i ciclisti dovranno rilanciare spesso l’andatura; in particolare, il circuito finale da ripetere cinque volte presenta l’arrivo in salita di Sogliano al Rubicone: sono 3 km al 6% di pendenza media, molto più di uno zampellotto.
Antonio Scarfone

Mark Cavendish leader della classifica generale (Foto: Bettini Photo)
DENNIS DETTA LEGGE A BANYOLES. E’ SUA LA CRONOMETRO. ALMEIDA NUOVO LEADER DELLA CLASSIFICA GENERALE
Al Giro di Catalogna brillano i campioni contro il tempo e Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) conferma le sue doti vincendo a Banyoles davanti alla coppia della Deceuninck-Quick Step formata da Remi Cavagna e Joao Almeida. Proprio il portoghese è il nuovo leader della classifica generale. E nei prossimi due giorni i ciclisti sono attesi a due insidiose tappe con arrivo in salita.
Oggi è tempo di cronometro e se alla Settimana Internazionale di Coppi & Bartali avrà luola la prima cronometro a squadre della stagione 2021, quella individuale di Banyoles, lunga 18 km e mezzo, servirà a scremare la classifica generale ed a far emergere i presunti protagonisti del Giro di Catalogna. Diciamo presunti perché poi le abilità a cronometro dovranno scontrarsi con quelle in salita, visto che la terza e la quarta tappa presentano i difficili arrivi di Vallter 2000 e di Port Ainè, sui quali si deciderà al 90% il vincitore finale di Barcellona. Il primo a partire sarà Karel Vacek (Team ) alle ore 13.41 mentre l’ultimo Andreas Kron (Team Lotto Soudal). Su un percorso velocissimo, vista la pressoché totale assenza di salite di rilievo, non potevano che farla da padrone gli specialisti contro il tempo. E chi se non Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers), già pluricampione mondiale della specialità. Il ciclista australiano, alla prima affermazione del 2021, completava il percorso nel tempo di 22 minuti e 27 secondi, alla media di quasi 49 km e mezzo. Secondo e a cinque secondi di ritardo da Dennis si piazzava Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step), mentre chiudeva al terzo posto Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step) a 28 secondi di ritardo da Dennis. La top five veniva completata da Brandon McNulty (UAE Team Emirates), quarto a 29 secondi di ritardo e Steven Krujswijk (Team Jumbo Visma) a 33 secondi di ritardo. L’INEOS fa la parte da leone visto che nella top ten inserisce anche Richie Porte, Adam Yates e Geraint Thomas, rispettivamente sesto, settimo e decimo. Come preannunciato la classifica generale risente dei risultati della prova a cronometro visto che il nuovo leader è ora Almeida che conduce con 1 secondo di vantaggio su McNulty e 3 secondi di vantaggio su Adam Yates. Le due successive tappe di montagna modelleranno ulteriormente la classifica generale, che contiene i primi 20 ciclisti in 44 secondi. Domani è in programma la terza tappa da Canal Olimpic de Catalunya a Vallter 2000. I suoi 203 km sono tutti in leggera salita, fino alla scalata finale che inizia ufficialmente a 11 km dall’arrivo. I primi 6 km in particolare presentano una pendenza media che sfiora il 9%: una tappa adatta quindi agli scalatori e dove vedremo chi ha veramente le carte in regola per puntare alla vittoria del Giro di Catalogna 2021.
Giuseppe Scarfone

Rohan Dennis in azione nella cronometro di Banyoles (Foto: Getty Images Sport)
KRON, PRIMA VITTORIA DA PRO A CALELLA. TAPPA E MAGLIA PER IL GIOVANISSIMO DANESE
Il nuovo che avanza questa volta ha il nome e il volto di Andreas Kron (Team Lotto Soudal), che vince in una volata ristretta battendo Luis Leon Sanchez (Team Astana) nella prima tappa del Giro di Catalogna 2021 al termine di un finale appassionante con continui attacchi.
Il covid esclude dal Giro di Catalogna la Fenix Alpecin a causa della positività di tre componenti dello staff ma la corsa spagnola presenta comunque una starting list di tutto rispetto. A partire dalla Movistar, squadra di casa, che sarà capitanata dall’inossidabile Alejandro Valverde; suoi fidi scudieri saranno Enric Mas e Marc Soler, in predicato di diventare uomini di classifica in caso di difficoltà del murciano. Anche l’INEOS Grenadiers , forse più della Movistar, schiera un vero e proprio squadrone, con Richie Porte, Geraint Thomas, Adam Yates, Rohan Dennis e Richard Carapaz, quest’ultimo all’esordio stagionale. Altri esordienti di prestigio nella stagione in corso sono Marc Hirshi (UAE Team Emirates), Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma), Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe). La squadra tedesca porta in Catalogna anche Peter Sagan, ottimo quarto alla Milano Sanremo e bisognoso di mettere km nelle gambe dopo un’inizio stagionale abbastanza travagliato a causa della positività al covid. Altri nomi da seguire in ottica classifica generale sono Joao ALmeida (Team Deceuninck Quick Step), Rui Costa (UAE Team Emirates), Oscar Rodriguez (Team Astana), Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo), Hugh Carthy (Team EF Education Nippo), Simon Yates e Lucas Hamilton (Team Bikeexchange), Wout Poels (Team Bahrain Victoriuos), Nairo Quintana (Team Arkea Samsic) ed infine il tridente della Israel StartUp Nation formato da Chris Froome, Daniel Martin e Michael Woods. Venendo al percorso, la centesima edizione del Giro di Catalogna appare subito esigente. Soltanto la prima tappa può offrire un’opportunità, ma nemmeno così chiara, ai velocisti. La seconda tappa è una cronometro individuale di 18 km e mezzo che già potrà dire molto in ottica classifica generale. Gli arrivi in salita della terza e quarta tappa scremeranno ulteriormente la rosa dei pretendenti alla vittoria finale. La quinta e la sesta prevedono arrivi insidiosi adatti a scattisti e finisseur mentre la settima ed ultima tappa di Barcellona offre il consueto circuito del Montjuic da ripetere sei volte. La prima tappa è lunga precisamente 178.4 metri e va da Calella a Calella. La seconda parte del tracciato presenta tre GPM. I pochi velocisti presenti potrebbero avere qualche opportunità di vincere in volata, ma dovranno comunque sudarsela. Dopo la partenza da Calella, il primo attacco era portato dalla coppia formata da Natnael Berhane (Team Cofidis) e Sylvain Moniquet (Team Lotto Soudal). I due riuscivano a sprintare al primo traguardo volante di Tossa de Mar con l’eritreo che aveva la meglio sul belga. Nel frattempo a causa di una caduta che coinvolgeva alcuni ciclisti Pieter Serry (Team Deceuninck Quick Step) era costretto ad abbandonare la corsa. Berhane si aggiudicava anche il successivo traguardo volante di Vidreres. Alla coppia di testa si erano uniti anche Rein Taaramae (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Gotzon Martin (Team Euskaltel Euskadi). I quattro di testa affrontavano il Port de Les Guilleries , primo GPM di giornata, con quasi 4 minuti di vantaggio sul gruppo tirato da Bora Hansgrohe e Movistar. Era Taaramae a scollinare per primo mentre anche Rui Costa (UAE Team Emirates) era metteva il piede a terra e si ritirava per le conseguenze della caduta precedente. Sul successivo Port de Santa Fè del Montseny, secondo GPM in programma, cedeva Peter Sagan, ancora non al 100%, e così era il Team Movistar a restare davanti al gruppo a tirare. Moniquet, che aveva preso un centinaio di metri di vantaggio sui compagni di fuga, scollinava in prima posizione; il gruppo ormai incombeva alle sue spalle e scollinava con un ritardo di soli 10 secondi sul giovane ciclista belga. Il gruppo riprendeva Moniquet nelle prime centinaia di metri della discesa, con la Movistar sempre nelle prime posizioni. Anche Chris Froome (Team Israel StartUp Nation) era segnalato in ritardo. A circa 25 km dall’arrivo un gruppo di una ventina di ciclisti si avvantaggiava di un centinaio di metri sul gruppo principale. Era in particolare il campione di spagna Luis Leon anchez (Team Astana) a rilanciare più volte l’andatura. In compagnia dello spagnolo erano presenti Lennard Kamna (Team Bora Hansgroe), Andreas Lorent Kron (Team Lotto Soudal) e Remy Rochas (Team Cofidis). I quattro aumentavano il loro vantaggio lungo l’ascesa del Port de Collsacreu, ultimo GPM della tappa odierna. Era Sanchez a scollinare in prima posizione; il gruppo aveva un ritardo di 30 secondi. A 8 km dal termine il quartetto di testa aveva aumentato a 40 secondi il vantaggio sul gruppo, nel quale non c’era una squadra capace di organizzare un inseguimento efficace. In particolare erano uomini del Team Bikeekchange, Movistar ed EF Education Nippo ad alternarsi in testa al gruppo ma a 5 km dalla conclusione il vantaggio della fuga era sempre intorno ai 40 secondi. Anche l’INEOS Grenadiers dava una mano e il vantaggio della fuga calava leggermente. A 2 km dall’arrivo il ritardo del gruppo sulla fuga era di 33 secondi. L’azione promossa da Luis Leon Sanchez sembrava a questo punto dare i suoi frutti. Nella volata a quattro la spuntava Kron che aveva la meglio su Sanchez e Rochas. Il gruppo veniva regolato da Dion Smith (Team Bikeexchange) a 16 secondi di ritardo da Kron. Il giovane ciclista danese, appena ventiduenne, ottiene la prima vittoria da pro, per di più in una corsa WT e veste la maglia di leader della classifica generale con 4 secondi di vantaggio su Sanchez e 6 secondi di vantaggio su Rochas. Domani è in programma la seconda tappa, una cronometro individuale di 18 km e mezzo da Banyoles a Banyoles. Già potremmo farci un’idea sui ciclisti che potrebbero avere un ruolo da protagonista in questo Giro di Catalogna 2021.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Andreas Kron a Calella (Foto: Getty Images)
PER SEMPRE ALFREDO, MOSCHETTI FA SUA LA PRIMA EDIZIONE
Matteo Moschetti vince la prima edizione della corsa dedicata ad Alfredo Martini. Alle sue spalle Mikel Aristi e Samuele Zambelli
Per tutto c’è una prima volta: oggi domenica 21 Marzo è il turno di onorare la memoria di una leggenda del ciclismo italiano, lo storico c.t. azzurro Alfredo Martini, fiorentino e toscano vero.
La corsa in linea a lui dedicata è stata impostata con due circuiti nei dintorni di Firenze: il primo risalendo per tre volte Fiesole e le Tre Croci, il secondo intorno al suo borgo natale, Sesto Fiorentino, periferia nord ovest del capoluogo.
È sull’ascesa di giornata verso le Croci di Calenzano che si avvantaggiano in quattro: Nicolò Buratti (nazionale italiana), Christian Scaroni (Gazprom RusVelo), Stefano Gandin (Zalf Desirée Fior) e Paul Double (Mg K Vis). Quando dopo le difficoltà altimetriche odierne il percorso torna pianeggiante sul secondo anello intorno a Sesto Fiorentino, il gruppo trainato dalla Vini Zabù e dalla Trek – Segafredo si riavvicina in modo repentino ai battistrada. Bastano pochi km al plotone per ricucire il distacco, ma quando la volata generale sembra il finale più probabile una clamorosa caduta di gruppo ai -4 dal traguardo scombina i piani a tanti favoriti di giornata, come Matteo Malucelli (Androni Sidermec), Filippo Fiorelli (Bardiani Csf Faizanè) e uno sfortunato Jacub Mareczko (Vini Zabù), che era quest’oggi riuscito a sopravvivere alle asperità in programma.
Dalla caduta si avvantaggiano in una ventina di corridori che si giocano così la volata per la vittoria. Il più veloce è Matteo Moschetti (Trek – Segafredo), che beffa Mikel Aristi (Euskaltel – Euskadi), ancora secondo dopo il piazzamento alla Valenciana. Chiude il podio Samuele Zambelli, in maglia azzurra della nazionale italiana.
Da Sesto Fiorentino
Lorenzo Alessandri
TW @LorenzoAle8
Matteo Moschetti esulta sul traguardo (Credit: Bettini Photo)

