OLAV KOOIJ, PRIMA VITTORIA STAGIONALE AL CIRCUITO DELLA SARTHE
Nel giorno del ritiro di Peter Sagan, Olav Kooij ottiene la sua prima vittoria del 2022 dopo le belle cose fatte vedere nelle corse a tappe di inizio stagione. Podio di giornata per Mads Pedersen, leader di questa corsa, e Lorrenzo Manzin.
La seconda tappa del Circuito della Sarthe ha visto la vittoria di Olav Kooij. Il gioiellino della Jumbo-Visma ha preceduto grazie al suo spunto veloce il leader della corsa Mads Pedersen (Trek – Segafredo), che aveva lanciato una volata lunga, pensando di bissare quanto fatto il giorno precedente. Terza piazza per Lorrenzo Manzin, che ha così onorato i colori della TotalEnergies ne giorno del ritiro di Peter Sagan per problemi fisici. Nella Top dieci di giornata sono entrati anche Elia Viviani (Ineos-Grenediers), settimo, e Mark Cavendish (Quick Step-Alpha Vinyl), che in parte hanno disatteso il lavoro dei rispettivi team in fase di controllo della fuga di giornata. Questa ha avuto come protagonisti Antoine Berlin (Nice Métropole Côte d’Azur), Maël Guégan (Team U Nantes-Atlantique) – a caccia dei punti dei GPM e infatti si rialzerà infatti dopo l’ultimo – Marco Tizza (Bingoal Pauwels Sauces WB), Mattia Bais (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Thibault Guernalec (Arkéa-Samsic) e Pierre Rolland (B&B Hotels-KTM), raggiunti ai meno 30 anche da Alexis Gougeard (B&B) e Anthony Maldonado (St Michel-Auber 93). L’ultimo a cedere di questi coraggiosi è stato Rolland, raggiunto quando mancavano una quindicina di chilometri al traguardo.
Terminata la fuga tutte le energie sono state così indirizzate verso la volata che avrebbe decretato il vincitore di questa seconda tappa. La volata lunga di Pedersen è stata sufficiente a contenere le velleità di quasi tutti gli avversari, eccezion fatta per Kooij che, grazie al suo spunto veloce, ha saltato il leader della corsa francese transitando per primo sotto il traguardo di Le Lude davanti allo stesso Pedersen e a Manzin. Completano la TopTen Bram Welten (Groupama-FDJ), Marc Sarreau (AG2R Citroën Team), Pierre Barbier (B&B), Viviani, Jason Tesson (St Michel-Auber 93). Bert Van Lerberghe (Quick-Step) e Cavendish.
In classifica generale Mads Pedersen ha allargato il suo vantaggio grazie agli abbuoni e ora precede Benoît Cosnefroy (AG2R) e Axel Zingle (Cofidis) di 13″, Lucas Plapp (Ineos) e Gougeard di 18″, Kévin Vauquelin (Arkéa) e Thibaut Pinot (Groupama) di 19″, Sean Quinn (EF Education EasyPost) di 20″, il vincitore odierno di 30″ e Julien Simon TotalEnergies) di 40″.
Oggi è in programma la tappa più semplice delle quattro previste, ma sulle strade del pianeggiante circuito di Sablé-sur-Sarthe si abbatteranno forti folate di vento – fino ad oltre 50 Km/h – che potrebbe rendere la corsa molto più dura e selettiva del previsto.
Mario Prato

Olav Kooij a segno nella seconda tappa (foto Dario Belingheri/Getty Images)
ALEXANDER KRISTOFF SI RIGUSTA LA VITTORIA ALLO SCHELDEPRJS!
Si impone a modo suo Alexander Kristoff allo Scheldeprijs 2022 il norvegese in forza alla Intermarché-Wanty-Gobert fa corsa dura sul tratto in pavè a 8Km dal traguardo e va a prendersi una prestigiosa vittoria anticipando il gruppetto in testa alla corsa ed evitando così una volata in cui poteva, forse, essere battuto. Devono accontentarsi dei piazzamenti Danny Van Poppel (Bora-hansgrohe) secondo, e Sam Welsford (Team DSM) terzo arrivati a 24″ dal norvegese.
Sarà il vento fin dalle prime fasi di corsa a caratterizzare la corsa ed infatti subito dopo il ventesimo chilometro il gruppo si spezza causa di un ventaglio in più tronconi, davanti si trovano Jasper Philipsen, Tim Merlier (Alpecin-Fenix), Rudiger Selig (Lotto Soudal), Alexander Kristoff, Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty-Gobert), Sam Bennett, Jordi Meeus, Ryan Mullen, Danny Van Poppel (Bora-hansgrohe), Casper Van Uden, Cees Bol, Sam Welsford (Team DSM), Edward Theuns (Trek-Segafredo), Daniel McLay (Arkéa-Samsic) e Soren Waerenskjold (Uno-X Pro Cycling). Si comprende che la situazione in corsa non è facilemte gestibile pe chi insegue in quanto davanti ci sono rappresentate squadre con uomini capaci di andare all’arrivo. La grande assente in testa è la Quick-Step Alpha Vinyl che vede il suo uomo di punta, Fabio Jackobsen costretto ad inseguire. Un aiuto la squadra belga lo riceve anche dalla Lotto, per Arnaud De Lie, che di certo dà più garanzie in caso di volata. E’ una corsa nella corsa tra chi, davanti, accumula sempre più vantaggio, e dietro chi insegue. Il gruppetto in testa arriva ad avere un margine che oscilla tra i 30” e i 35” a 50 Km dall’arrivo ed al primo passaggio sulla linea d’arrivo. Da qui tre giri conclusivi del circuito con il tratto in pavè Broekstraat di 700m a complicare l’inseguimento. In questa fase di corsa il vantaggio in testa aumenta fino a 47”, poi 50” quando mancano due giri alla conclusione. Le speranze del gruppo inseguitore si fanno sempre più vane nonostante l’immane sforzo della Quick-Step Alpha Vinyl con uomini dell’Alpecin e della Bora a rompere i cambi e far perdere così, inevitabilmente, ancora, tempo! All’ultimo giro la corsa inizia anche ad essere bagnata dalla pioggia è la sentenza finale, a rendere difficile l’inseguimento, con il margine dei battistrada che passa ormai il minuto di vantaggio. Davanti, intanto, i primi attacchi dagli uomini meno veloci con Mullen e Meeus a provare un allungo che viene però subito stoppato dal duo Alpecin-Fenix che hanno la ghiotta occasione di essere in superiorità numerica come del resto i Bora-hansgrohe. Ma è a 8Km dalla conclusione sul tratto in pavè che Alexander Kristoff piazza l’allungo decisivo, il norvegese in un amen lascia tutti sul posto ed allunga riuscendo a scavare un solco importante, all’arrivo conserverà ben 24”, sugli ex compagni di avventura in testa. Dietro nessuno riesce a rispondere e così il norvegese rivitalizzato dalla nuova squadra va, tutto solo, ad alzare le braccia al cielo sulla linea del traguardo rigustando così la vittoria che qui già ottenne nel 2015. Dietro di lui Danny Van Poppel (Bora-hansgrohe) secondo, e Sam Welsford (Team DSM), quarto arriva Van Uden (Team DSM), quinto invece Edward Theuns (Trek Segafredo.
Antonio Scarfone

Kristoff impegnato nell'assolo sulle strade del Gran Premio dello Schelda (Getty Images)
AD AMURRIO SCOCCA L’ORA DI BILBAO. ROGLIC RESTA IN MAGLIA GIALLA
La terza tappa del Giro dei Paesi Baschi 2022 si decide nel secondo dei due giri del circuito finale con le insidiose salite di Opellora e Ozeka. Un gruppetto di una decina di ciclisti, tra cui i migliori della classifica generale, va a riprendere Cristian Rodriguez (Team TotalEnergies), fugaiolo della prima ora. Nella volata ristretta un insospettabile Pello Bilbao (Team Bahrain Merida) ha la meglio su Julian Alaphilippe (Team Quick Step Alpha Vynil), che si deve accontentare del secondo posto dopo la vittoria di ieri. Primoz Roglic resta in maglia gialla.
Al Giro dei Paesi Baschi si inizia a fare sul serio visto che la terza tappa riserva le prime vere insidie altimetriche tipiche del territorio, e cioè salite brevi ma ripidissime. Sono quasi 182 i km che i ciclisti dovranno percorrere da Laudio ad Amurrio e la seconda metà di tappe è quella più interessante con un circuito da ripetere due volte che presenta le salite di Opellora ed Ozeka. La prima è lunga poco più di 1 km e la pendenza media è del 13%, mentre la seconda è lunga 3.6 km e la pendenza media è del 7.4%. Nel finale si lascia questo circuito e si dovrà affrontare uno strappo finale di 500 metri al 10% a 5 km dall’arrivo. Insomma è una tappa che potrebbe ricalcare per grandi tratti quella di ieri, con una fuga ripresa nel finale, ma con un gruppo più sgranato all’arrivo dove i soliti noti potrebbero giocarsi la vittoria di tappa. Alla partenza di Laudio non si presentavano George Bennett (UAE Team Emirates), Julius Johansen (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Valentin Paret-Peintre (Team AG2R). Nonostante qualche attacco iniziale, il gruppo affrontava compatto il primo GPM di ALtube posto dopo 22.5 km, sul quale scollinava per primo Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma). Una caduta intorno al km 30 metteva ko Hugo Page (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Paul Lapeira (Team AG2R), entrambi costretti al ritiro. Al km 42 riuscivano ad evadere dal gruppo Jan Polanc (UAE Team Emirates), Cristian Rodriguez (Team TotalEnergies) ed Hugo Houle (Team Israel Premier Tech). Dopo 60 km il vantaggio del terzetto di testa sul gruppo maglia gialla era di 3 minuti e 30 secondi. Polanc si aggiudicava il primo traguardo volante di Laudio posto al km 91.7. Lo sloveno si ripeteva sul secondo GPM di Opellora posto al km 114.2. Il gruppo inseguitore intanto aumentava l’andatura con il Team INEOS a tirare in testa. Rodriguez si aggiudicava il terzo GPM di Ozeka posto al km 121.4. Lo spagnolo restava da solo in testa e transitava in prima posizione sul secondo traguardo volante di Arrespalditza posto al km 128.4. A 40 km dal termine Rodriguez aveva 4 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Rodriguez scollinava sul quarto GPM di Opellora, posto al km 150.5, con poco più di 2 minuti di vantaggio sul gruppo che si stava avvicinando sempre di più. All’inizio del quinto ed ultimo GPM di Ozeka, il vantaggio di Rodriguez sul gruppo in netto recupero era di 1 minuto e 30 secondi. Era sempre il Team INEOS a tirare con Geraint Thomae e Tao Geoghegan Hart. Rodriguez riusciva a scollinare in prima posizione ma alle sue spalle il gruppo era esploso ed ora al suo inseguimento si era formato un drappello di una decina di ciclista, tra cui molti big di classifica. Rodriguez veniva ripreso a 15 km dall’arrivo. Oltre a lui, erano altri 15 a giocarsi la vittoria di tappa: Primoz Roglic e Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), Julian Alaphilippe e Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl), Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious), Adam Yates e Daniel Martinez (Team INEOS), Aleksandr Vlasov (Team Bora Hansgrohe), Marc Soler (UAE Team Emirates), Enric Mas (Team Movistar), Ion Izagirre (Team Cofidis), Pierre Latour (Team TotalEnergies), David Gaudu (Team Groupama FDJ), Rigoberto Uran (Team EF Education EasyPost) e Steff Cras (Team Lotto Soudal). Un attacco di Mas sullo strappo di 500 metri al 10% metteva in difficoltà Soler che si staccava dal gruppetto di testa. La volata ristretta premiava Pello Bilbao che aveva la meglio su Julian Alaphilippe ed Aleksandr Vlasov. Chiudevano la top five Gaudu in quarta posizione e Mas in quinta posizione. Bilbao ottiene la prima vittoria stagionale, probabilmente la prima della sua carriera ottenuta in volata. In classifica generale Roglic resta in maglia gialla con 5 secondi di vantaggio su Evenepoel e 14 secondi di vantaggio su Vlasov. Domani è in programma la quarta tappa da Vitoria Gasteiz a Zamudio di 185.6 km. Dopo i primi 60 km senza grosse difficoltà, i ciclisti affronteranno un percorso molto simile a quello di un elettrocardiogramma, con diversi su e giù e con quattro GPM posti tra il km 70 ed il km 166. In particolare il terzo ed il quarto GPM, entrambi di seconda categoria, presentano le pendenze più arcigne e gli ultimi 20 km, tra discesa e strada sostanzialmente pianeggiante, vedranno quasi sicuramente una volata a ranghi ridotti, con i pretendenti alla maglia gialla più o meno presenti; in fin dei conti ci aspettiamo una tappa dallo sviluppo molto simile a quello di oggi .
Giuseppe Scarfone

Pello Bilbao vince ad Amurrio (foto: Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
IL CIRCUITO DELLA SARTHE SI APRE ALL’INSEGNA DI PEDERSEN
Mads Pedersen si è aggiudicato una frizzante prima tappa del Circuit Cycliste Sarthe – Pays de la Loire. Quinto posto per Filippo Ganna.
Inizio con il botto per il 68° Circuit Cycliste Sarthe – Pays de la Loire. Ad imporsi al termine di una tappa tirata e combattuta è stato il campione del mondo 2019 Mads Pedersen (Trek-Segafredo), che ha regolato i coautori di un attacco di otto corridori portato in vista del GPM del Col des Quatre Gardes, quando al traguardo mancava ancora un centinaio di chilometri e la gara era in quel momento condotta da quattro fuggitivi della prima ora, Alexander Kamp (Trek Segafredo), Sean Quinn (EF éducation Easypost), Alexis Gougeard (B & B hotels KTM) e Mael Guegan (Team U Nantes Atlantique).
Ad animare l’attacco che si è dimostrato vincente sono stati oltre al danese Thibaut Pinot (Groupama – FDJ), Axel Zingle (Cofidis), Lucas Plapp, Brandon Rivera e Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Kevin Vauquelin (Arkea Samsic) e Benoit Cosnefroy (AG2R-Citroen).
Nonostante la distanza dal traguardo il gruppetto di testa è riuscito, dopo aver annullato la fuga dei quattro, a mantenere un seppur esiguo vantaggio e arrivare al traguardo per giocarsi la vittoria e la prima leadership di questa breve corsa a tappe.
Sul podio di giornata sono così saliti Cosnefroy e Zingle, che hanno preceduto nell’ordine Vauquelin, Ganna, Plapp e Pinot.
Domani la gara transalpina affronterà la seconda tappa, un circuito con partenza e arrivo fissto a Le Lude e uno sviluppo di poco meno di 175 km con un continuo saliscendi che potrebbe rendere interessante e frizzante anche questa seconda frazione.
Mario Prato

L'affermazione di Pedersen nella tappa d'apertura del Circuito della Sarthe (foto Dario Belingheri/Getty Images))
ALAPHILIPPE, VITTORIA A VIANA CON VISTA SULLE ARDENNE. ROGLIC RESTA IN MAGLIA GIALLA
Dopo un inizio di stagione soft e con pochi acuti, Julian Alaphilippe (Team Quick Step Alpha Vinyl) ottiene la prima vittoria del 2022 nella seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi battendo in volata Fabien Doubey (Team TotalEnergies) e Quinten Hermans (Team Intermarchè Wanty Gobert). Il campione del mondo sembra essere sulla strada buona per le Ardenne. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) resta saldamente in maglia gialla.
La seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi 2022 è la più lunga con i suoi 208 km da Leitza a Viana. Sono tre i GPM da scalare. Il primo arriva dopo quasi 4 km e può essere il trampolino di lancio per la fuga di giornata. Gli altri due, più lunghi ma con pendenze piuttosto dolci, non dovrebbero condizionare più di tanto il ritorno del gruppo che nel finale affronterà comunque diversi saliscendi. Una tappa dove gli uomini di classifica dovranno tenere gli occhi ben aperti visto che il rischio di una fagianata nei km conclusivi è più che concreto. Dopo la partenza da Leitza si iniziava subito a salire verso Uitzi, primo GPM posto dopo quasi 4 km. Quattro ciclisti si avvantaggiavano sul gruppo maglia: Julen Amezqueta (Team Caja Rural), Ander Okamika (Team Burgos BH), Ibai Azurmendi (Team Euskaltel Euskadi) e Ibon Ruiz (Team Kerm Pharma). Ruiz scollinava in prima posizione e nella successiva discesa il quartetto di testa aumentava il vantaggio sul gruppo maglia gialla. Il quartetto di testa iniziava la scalata verso il secondo GPM di Lizarraga con 4 minuti e 20 secondi sul gruppo inseguitore. Ruiz scollinava in prima posizione sul GPM di Lizarraga posto al km 59.5. Ora sarebbero trascorsi un centinaio di km tra discesa e salita prima dell’ultimo GPM di Aguilar Gaina. Durante questo tragitto si segnalava la presenza dei due traguardi violanti. Su quello di Lodosa, posto al km 123.9, Azurmendi transitava in prima posizione. Lo spagnolo si ripeteva anche su quello successivo di Viana posto al km 164.4 transitando in prima posizione. Erano soprattutto Team Quick Step Alpha Vinyl e Team Jumbo Visma a dettare i tempi dell’inseguimento. Ion Izagirre (Team Cofidis) era vittima di una foratura ma dopo il cambio ruota rientrava immediatamente in gruppo. All’inizio dell’ascesa verso Aguilar Gaina, terzo ed ultimo GPM do giornata posto al km 178, il vantaggio dei quattro di testa era sceso ad 1 minuto e 40 secondi. Ruiz scollinava in prima posizione e la fuga si lanciava in discesa aumentando il vantaggio sul gruppo che aveva un po’ rallentato. Si segnalava un altro problema meccanico, questa volta per Enric Mas (Team Movistar), ma anche questa volta il ciclista riusciva a rientrare in gruppo con l’aiuto dei compagni. A 18 km dall’arrivo il ritardo del gruppo maglia gialla sulla fuga era di 2 minuti e 10 secondi e così i quattro in testa iniziavano a coltivare speranze di successo. A poco più di 12 km dalla conclusione Ruiz accelerava e lasciava sul posto i compagni di fuga. Il gruppo maglia gialla provava a ridurre il distacco dalla testa della corsa con diverse squadre che si alternavano in testa, tra cui AG2R Citroen, Bora Hansgrohe e Groupama FDJ. A 10 km dall’arrivo Ruiz aveva ancora 1 minuto e 50 secondi di vantaggio sul gruppo. A 6 km dall’arrivo il vantaggio dello spagnolo era sceso a 57 secondi. I sogni di vittoria di Ruiz crollavano a 500 metri dall’arrivo quando il gruppo rientrava su di lui grazie alla decisiva trenata di Remco Evenepoel (Team QUick Step Alpha Vinyl). Il belga lanciava alla perfezione il compagno Julian Alaphilippe che si imponeva su Fabien Doubey (Team TotalEnergies) e Quinten Hermans (Team Intermarchè Wanty Gobert). Chiudevano la top five Hugo Houle (Team Israel Premier Tech) in quarta posizione e Orluis Aular (Team Caja Rural) in quinta posizione. Alaphilippe ottiene la prima vittoria stagionale e guarda con fiducia ai prossimi impegni sulle Ardenne. In classifica generale resta tutto invariato con Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) in maglia gialla davanti ad Remco Evenepoel e Remi Cavagna (Team Quick Step Alpha Vinyl). Domani è in programma la terza tappa da Laudio ad Amurrio lunga quasi 182 km. Anche in questo caso si affronterà un GPM dopo la partenza che potrebbe accendere la miccia per la fuga di giornata, ma il piatto forte della tappa sarà servito nella seconda parte del tracciato quando i ciclisti percorreranno per due volte un circuito in cui svettano le arcigne salite di Opellora ed Ozeka, brevi ma con tratti che superano il 15%. Gli ultimi 20 km sono prevalentemente pianeggianti ed all’arrivo di Amurrio il gruppo potrebbe arrivare piuttosto sgranato con interessanti ripercussioni in classifica generale.
Giuseppe Scarfone

Julian Alaphilippe vince a Viana (foto: Luis Angel Gomez/Sprint Cycling Agency)
ROGLIC SULLA CRESTA DELL’HONDA…RRIBIA. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO
Nella prima tappa del Giro dei Paesi Baschi, Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) mette subito le cose in chiaro e vince con autorità davanti a un pur discreto Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl). La superiorità dei due ciclisti è testimoniata dal fatto che sono stati gli unici a scendere sotto i dieci minuti. Roglic è la prima maglia gialla della corsa basca e da come si sono messe le cose potrebbe vestirla fino alla fine.
Il percorso del Giro dei Paesi Baschi 2022 conferma la predilezione per la ‘specialità’ del territorio, ovvero salite brevi e ripide, sulle quali i ciclisti con spiccate doti di scalatori saranno protagonisti. Alla partenza ci sarà Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), vincitore nelle edizioni 2018 e 2021 ed alla ricerca della tripletta dopo un buon inizio stagionale con la vittoria nella Parigi Nizza e discrete prestazioni sul pavè del GP de Denain ed alla Milano Sanremo. Già la prima tappa, una cronometro individuale di 7 km e mezzo da Hondarribia a Hondarribia presenta qualche strappo interessante in doppia cifra che favorirà i pretendenti alla vittoria finale. In particolare, si dovrà affrontare un primo tratto di 500 metri che porta al Castello di San Telmo nella prima metà del percorso. Il finale vede altri due strappetti in salita: uno di 400 metri al 5% ed un altro di 200 metri al 9%, quest’ultimo anche in pavè. E su un tracciato come questo i favoriti principali non possono essere che il già citato Primoz Roglic e Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vynil). Entrambi esplosivi, entrambi a loro agio con percorsi tortuosi, confermano già all’intertempo di essere i più forti facendo segnare lo stesso tempo, con ben 8 secondi di vantaggio sul terzetto formato Remi Cavagna (Team QUick Step Alpha Vinyl), Adam Yates e Geraint Thomas (Team INEOS). Negli ultimi 4 km Roglic accelera sul belga e con la media record di quasi 46 km/h chiude in 9 minuti e 49 secondi. Evenepoel è secondo con il tempo di 9 minuti e 54 secondi, a 5 secondi di ritardo dallo sloveno. Dopo di loro, gli unici due ciclisti a scendere sotto i 10 minuti, il vuoto…Cavagna è terzo a 16 secondi di ritardo da Roglic mentre chiudono la top five Thomas e Yates a 18 secondi dallo scatenato sloveno. Buon sesto posto per Aleksandr Vlasov che a meno di rivoluzioni si guadagna i gradi di capitano in casa Bora Hansgrohe a discapito di Emanuel Buchmann e Sergio Higuita, autori di una prova anonima. Roglic vince la prima tappa a cronometro del 2022 dopo il secondo posto della quarta tappa della Parigi – Nizza. Lo sloveno comanda già da subito in classifica generale e indossa la maglia gialla di leader che, tutto considerato, può benissimo vestire dalla prima all’ultima tappa. Domani è in programma la seconda tappa in linea, anche la più lunga dell’edizione 2022, con i suoi 208 km da Leitza a Viana. Pur essendo la tappa meno difficile dal punto di vista altimetrico, sono presenti comunque tre GPM – uno di seconda e due di terza categoria – che potrebbero stimolare l’azione di qualche finisseur ed impedire una volata più o meno massiccia. Nel finale, dopo un primo passaggio sul traguardo di Viana, si dovrà affrontare il GPM di Aguilar Gaina, lungo quasi 13 km e dalla pendenza media del 3.1%. Dallo scollinamento mancheranno 30 km all’arrivo, con qualche ulteriore saliscendi negli ultimi 10 km. Un finale di tappa sicuramente frizzante che seguiremo con attenzione.
Giuseppe Scarfone

Primoz Roglic vince la cronometro di Hondarribia (foto: Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
DOPPIETTA VAN DER POEL NELLE FIANDRE CON FINALE A SORPRESA
aprile 3, 2022 by Redazione
Filed under 3) GIRO DELLE FIANDRE, News
Mathieu van der Poel, in uno sprint a quattro, ha vinto l’edizione 106 del Giro delle Fiandre, dopo aver conquistato qualche giorno fa la semiclassica “Dwars door Vlaanderen”, che condivide alcuni tratti di percorso con la più illustre sorella maggiore, dopo aver resistito a tutti gli attacchi di Pogacar ed al ritorno di Madouas e Van Baarle a pochissimi metri dall’arrivo.
Questa volta indubbiamente Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha commesso un grave errore di valutazione.
Il ragazzo è giovane e probabilmente la sua grande potenza è di gran lunga superiore alla sua esperienza.
Questo fa sì che lo sloveno riesca a vincere corse dure, contro avversari di valore, anche partendo da molto distante e rischiando parecchio; tuttavia quando la corsa si fa tatticamente difficile, gli manca ancora quel pizzico di furbizia ed intelligenza che solo l’esperienza ti può dare.
Pogacar, dopo aver attaccato a più riprese ed essere rimasto da solo con Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), senza essere riuscito a staccarlo, era perfettamente consapevole di essere sfavorito allo sprint ed ha deciso quindi di cercare ad ogni costo di rimanere alla ruota dell’olandese, mandando in scena una specie di surplace.
Ha così trascurato i pericoli di andare incontro ad una volata a quattro con Valentin Madouas (Groupama – FDJ) e Dylan van Baarle (INEOS Grenadiers), che arrivavano da dietro a doppia velocità
Van der Poel, conscio di essere il più forte allo sprint, ha lasciato fare a Pogacar per poi far valere il suo spunto veloce nei confronti di Van Baarle e Madouas, che erano rientrati proprio per via del rallentamento.
Risultato, vittoria di Van Der Poel, Pogacar fuori dal podio e abbastanza alterato per essere stato chiuso nello sprint da Van Baarle.
Lo sloveno va comunque lodato per aver messo in strada un’altra volta la sua grande classe e potenza, iniziando a fare il diavolo a quattro quando mancavano ancora più di 50 km alla conclusione.
Su ogni muro dava una sgasata, scrollandosi di dosso colpo su colpo tutti i corridori, salvo un coriaceo Van der Poel, che ha mirato solo a non mollare la ruota dell’avversario più pericoloso, ben consapevole che lasciare venti metri di vantaggio a Pogacar significa aver perduto la corsa.
Sul Peterberg, muro in pavè con pendenze al 20%, l’olandese ha dato ad un certo punto l’impressione di aver avuto un passaggio a vuoto, ma probabilmente si è trattato solo di un inconveniente nel cercare di andare a prendere la parte più esterna della carreggiata per evitare le pietre.
Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), vincitore lo scorso anno, è stato sfortunato perché ha patito un incidente meccanico nel punto più duro del Koppenberg, mentre Pogacar attaccava a più non posso, e questo lo ha tagliato fuori dai giochi molto presto.
Sfortunato è stato anche un altro superfavorito come Wout Van Aert (Jumbo-Visma), che ha dovuto dare forfait a causa della positività al covid, notizia che purtroppo non si è rivelata essere un pesce d’aprile come molti appassionati avevano sperato.
La corazzata Jumbo si è così affidata a Tiesj Benoot, arrivato secondo qualche giorno fa nella Dwars door Vlaanderen, che però non è riuscito ad essere all’altezza dei migliori, pur avendo provato comunque a collaborare all’inseguimento quando in testa erano in cinque.
La corsa è partita di buon mattino, visto il lungo chilometraggio da coprire, le temperature erano rigide anche se, per fortuna, i corridori non hanno dovuto correre sotto il nevischio che era caduto nella giornata di venerdì e che aveva fatto temere condizioni da tregenda.
I tentativi di fuga sono partiti subito e quello buono ha visto la partecipazione di Sébastien Grignard (Lotto Souda), Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwels Sauces WB), Taco van der Hoorn (Intermarché-Wanty-Gobert), Stan Dewulf (Ag2r Citroen), Tom Bohli (Cofidis), Max Kanter (Movistar), Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM) e Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise).
Il tentativo di attacco è sempre stato tenuto sotto controllo da Jumbo-Visma, Alpecin-Fenix, Quick-Step Alpha Vinyl e Ineos Grenadiers, che non hanno mai lasciato prendere più di cinque minuti ai battistrada. Dopo i primi due tratti di pavè, quando stavano per iniziare i muri, il gruppo ha alzato i ritmi, cominciando ad erodere pian piano il gap.
La prima azione che muove le acque nasce per iniziativa di Jonas Koch (Bora-hansgrohe), che accelera in modo deciso e viene poco dopo raggiunto da Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma).
I due riescono a prendere circa trenta secondi sul gruppo dal quale escono, sulle rampe del Berendries, Ivan Garcia Cortina (Movistar) Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), Marco Haller (BORA – hansgrohe), Alex Kirsch e Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Olivier Le Gac (Groupama – FDJ), Jannik Steimle e Zdeněk Štybar (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Ben Turner (INEOS Grenadiers), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Mick van Dijke (Jumbo-Visma). Questo gruppetto raggiunge i due andando a comporre un primo gruppo inseguitore, mentre dietro il gruppo principale si spezza a causa di una caduta e il primo a dare una frustata è Matteo Trentin (UAE Team Emirates), che spezza ulteriormente il plotone e riduce il distacco.
Dopo questa fase, il gruppo si placa e i contrattaccanti tornano a raggranellare circa trenta secondi, mentre la fuga del mattino continua a perdere terreno.
Avvicinandosi al Vecchio Kwaremont Trentin ripropone un allungo che è il preludio all’attacco di Pogacar, il quale si riporta agevolmente sugli inseguitori che, nel frattempo, avevano chiuso sulla testa della corsa.
In cima rimane un gruppetto con Pogacar e Asgreen, ma un drappello di circa venti uomini con Tom Pidcock (INEOS Grenadiers) e Van der Poel si riporta prontamente sulla testa.
Nel successivo tratto, allungano Fred Wright (Bahrain-Victorious) e Van Baarle.
Sul Koppenberg Pogacar imprime una nuova accelerazione e stavolta riescono e resistere solo Van der Poel e, seppur con qualche difficoltà, Madouas, mentre Asgreen, a causa di un problema meccanico nel punto peggiore, perde contatto e non riuscirà più a rientrare.
Il gruppo inseguitore si è estremamente ridotto e manca l’accordo per strutturare un inseguimento sicché, quando i battistrada hanno già quasi un minuto di vantaggio, escono dal plotone Benoot, Stefan Kung (Groupama-FDJ) e Dylan Teuns (Bahrain-Victorious).
All’ultimo passaggio sul Vecchio Kwaremont è nuovamente Pogacar ad accelerare e stavolta resiste solo Van der Poel, mentre dietro si forma una coppia all’inseguimento perchè Van Baarle raggiunge Madouas, che aveva ceduto per ultimo all’accelerazione del vincitore degli ultimi due Tour de France.
Sulle durissime pendenze del Peterberg Pogacar prova di nuovo ad accelerare a tutta, ma anche stavolta l’olandese della Alpecin resiste alla sfuriata.
Negli ultimi 13 chilometri pianeggianti la coppia di inseguitori non si dà per vinta e riesce a rosicchiare pian piano qualcosa sino a portarsi a circa 20 secondi all’ultimo chilometro, mentre si avvicinano pericolosamente anche Wright, Kung e Teuns.
20 secondi sotto il triangolo rosso sembrano più che sufficienti per andarsi a giocare lo sprint a due, ma Pogacar vuole partire da dietro per cercare di avere una possibilità contro un avversario decisamente superiore allo sprint.
Va così in scena un quasi surplace tra i due, cosa che permette a Van Baarle e Madouas di rientrare a doppia velocità ai 300 metri.
Van der Poel è lesto a lanciare lo sprint e vincerlo senza difficoltà, mentre Pogacar viene superato dai due avversari e non riesce ad uscire, complice anche una manovra di Van Baarle che lo chiude in maniera comunque regolamentare.
Lo sloveno che è stato sicuramente il più attivo della corsa, avendo tentato l’affondo su tutti i muri sin dai 50 km all’arrivo e avrebbe certamente meritato di più, ma la mancanza di esperienza lo ha lasciato fuori dal podio.
Il ragazzo comunque ha una condizione di forma straordinarie e, se la Parigi Roubaix allo stato attuale non sembra adatta alle sue caratteristiche (ma chissà…), le altre monumento che non ha ancora vinto (Sanremo e Fiandre) potrebbero sicuramente entrare nel suo palmares nei prossimi anni.
Benedetto Ciccarone

Van der Poel vince la seconda classica monumento della stagione 2022 (Getty Images Sport)
GP INDURAIN – NEVE, FREDDO E… WARREN BARGUIL
Warren Barguil (Team Arkéa Samsic) ha vinto il GP Miguel Indurain in volata su Aleksandr Vlasov (BORA – hansgrohe) e Simon Clarke (Israel – Premier Tech) al termine di una corsa condizionata dal freddo e la neve caduta in Navarra nella giornata di oggi. Quinto posto per Vendramix (AG2R Citroën Team), il migliore degli italiani.
La trentunesima edizione del Gran Premio Miguel Indurain si correva sull’ormai consueto percorso di Estella di 204 chilometri su un percorso che transitava su tutte le salite circondanti il paese della Navarra. Il dislivello di 3500 metri e le varie salite che si susseguono permettevano gli attacchi ai tanti corridori venuti qui per preparare l’imminente Giro dei Paesi Baschi.
L’Alto de Eraul è la salita simbolo della corsa con i suoi 3800 metri al 5.6% da ripetere due volte, la prima a 100 chilometri dall’arrivo, mentre la seconda ad appena dieci chilometri e viene seguita da una discesa intervallata dai due strappi di Alto de Muru e Alto Ibarra, il quale seppur breve di 600 metri ha una pendenza media dell’11.5%.
Gli atleti favoriti alla vigilia erano Enric Mas (Movistar Team), Sergio Higuita, Aleksandr Vlasov ed Emanuel Buchmann (BORA – hansgrohe), Pello Bilbao e Gino Mäder (Bahrain – Victorious), Jesus Herrada e Ion Izagirre (Cofidis), Clement Champoussin e Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), João Almeida, Marc Hirschi, Davide Formolo e Marc Soler (UAE Team Emirates), Warren Barguil (Team Arkéa Samsic) e Pierre Latour (TotalEnergies).
Come era chiaro da questo elenco BORA e UAE si presentavano alla partenza con due formazioni estremamente competitive che avrebbero provato probabilmente a fare corsa dura durante la giornata, ma al mattino i corridori si accorgevano che c’era qualcosa di strano, la Navarra era imbiancata con la neve che continuava a scendere fino a costringere gli organizzatori a cambiare il percorso rimuovendo tutte le salite principali, il percorso risultava quindi di 190 chilometri con solo salite brevi e il finale con due Alto Ibarra da ripetere.
La nevicata terminava prima del via ufficiale della corsa al quale non prendevano parte Alex Molenaar (Burgos-BH) e Derek Gee (Israel – Premier Tech). Solo dopo 35 chilometri si creava la fuga di giornata con Rafael Reis (Glassdrive Q8 Anicolor), Xabier Mikel Azparren e Mikel Bizkarra (Euskaltel – Euskadi), Alex Martin (EOLO-Kometa), Jon Barrenetxea (Caja Rural – Seguros RGA), Stephen Bassett (Human Powered Health), Paul Lapeira (AG2R Citroën Team), Ivan Cobo (Equipo Kern Pharma), e Oscar Cabedo (Burgos-BH).
Questi atleti ottenevano un vantaggio massimo di quattro minuti che rimaneva abbastanza stabile per diversi chilometri poi andare progressivamente a diminuire col gruppo che tornava compatto ai -21, proprio in vista del penultimo passaggio sull’Alto Ibarra.
Sul muro Enric Mas (Movistar Team) produceva un ritmo costante ed elevato che allungava il gruppo fino allo scollinamento dove Davide Formolo (UAE Team Emirates) prendeva la testa per allungare e creare vari divisioni in gruppo, una volta passati sotto l’arrivo per un ultimo circuito da compiere tutti si rialzavano permettendo a chiunque stesse tenendo duro di tornare in testa, sfruttava questo momento l’ex fuggitivo Bizkarra per attaccare, il quale veniva seguito da Alexandr Riabushenko (Astana Qazaqstan Team) in un secondo momento. Questo tentativo veniva però ripreso poco dopo quando sulle docili rampe dell’Alto de Irache attaccava Vlasov (BORA – hansgrohe) con Bilbao e Mäder, Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural – Seguros RGA), Victor Lafay (Cofidis) e Gorka Izagirre (Movistar). Dalla cima della salita mancavano 13 chilometri principalmente il falsopiano in discesa che conducevano all’Alto Ibarra ai -2. Proprio in fase di scollinamento Mäder cedeva con Cepeda, quest’ultimo però rispondeva nel tratto di falsopiano per formare questo tentativo di cinque corridori, mentre al loro inseguimento si formava un gruppetto di otto unità che inizialmente sembrava poter riuscire a rientrare, per poi però rialzarsi e aspettare il grosso del gruppo che doveva riprendere 15” dalla testa ai -10.
Dopo una prima fase dove l’inseguimento non era deciso, la TotalEnergies si organizzava aumentando il ritmo del gruppo con l’azione che veniva finalizzata da Formolo, il quale riusciva a tornare sulle code della fuga proprio ai piedi del muro finale. Qui erano chiaramente Latour e Hirschi gli uomini più in palla alternandosi negli scatti e riuscendo a scollinare in testa, con Vlasov leggermente più staccato, ma il gruppo in fila indiana a breve distanza.
Nonostante Latour tentasse di mantenere un forte ritmo nella tecnica discesa, da dietro rientravano una dozzina di corridori a 500 metri dall’arrivo con Clément Champoussin che si sacrificava per Andrea Vendrame (AG2R Citroën Team). Alla ruota del corridore francese c’era però Alexis Vuillermox (TotalEnergies) il quale lanciava lo sprint finale negli ultimi 300 metri, sfruttando la sua schiena Simon Clarke (Israel – Premier Tech) provava a saltarlo con successo, venendo però sopravvanzato alla sua destra da Vlasov, ma soprattutto negli ultimi 25 metri dallo spunto di Barguil che andava a conquistare il successo sull’atleta russo e lo stesso Clarke. Vendrame restava un po’ chiuso nel finale, come Latour e Hirschi, dovendosi accontentare del quinto posto alle spalle anche di Vuillermoz.
Carlo Toniatti.

La vittoria di Barguil nella corsa dedicata al grande "Miguelon" Indurain (foto SprintCyclingAgency)
VAN DER POEL METTE SUBITO LE COSE IN CHIARO. VINCE LA DWARS DOOR VLAANDEREN IN ATTESA DEL GIRO DELLE FIANDRE…
Mathieu Van Der Poel vince la Dwars door Vlaanderen 2022 con un’azione delle sue, scattando ad un’ottantina di km dall’arrivo insieme a un ben assortito gruppo di ciclisti che non viene più ripreso dal gruppo principale, dove si è segnalato un Tadej Pogacar molto attivo. Van der Poel batte in una volata ristretta un ottimo Tiesij Benoot (Team Jumbo Visma) ed ora ci apprestiamo a seguire un Giro delle Fiandre di altissima qualità domenica 3 Aprile.
La Dwars door Vlaanderen, conosciuta in Italia col nome di Attraverso le Fiandre, è il classico appuntamento di metà settimana che fa da antipasto all’atteso Giro delle Fiandre in programma domenica. Pur essendo una corsa che raramente presenta finali con il gruppo compatto, sono diversi i velocisti che si presentano ai nastri di partenza di Roeselare. L’arrivo è posto a Waregem dopo 184 km che presentano tredici muri e cinque tratti in pavè. Arricchiscono la lista di partenza Mathieu van Der Poel (Team Alpecix Fenix), vincitore nel 2019, e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che dopo un’inizio stagionale scoppiettante ha voglia di assaggiare muri e pavè del Nord. La fuga si formava soltanto una trentina di km dopo la partenza da Roeselare grazie all’azione di Nils Politt (Team Bora Hansgrohe), Johan Jacobs (Team Movistar), Kelland O’Brien (Team BikeExchange Jayco), Aaron Verwilst (Team Sport Vlaanderen Baloise) e Mathijs Paasschens (Team Bingoals Pauwels). Dopo 75 km ed i passaggi sul Nieuwe Kwaremont al km 62 e sullo Zeelstraat al km 71, la fuga aveva 4 minuti e 50 secondi sul gruppo tirato dagli uomini del Team Alpecin Fenix. Un primo deciso attacco veniva portato sul Berg Ten Houte al km 113. Dal gruppo evadevano in sei: Thomas Pidcock e Ben Turner (Team INEOS), Mathieu van Der Poel (Team Alpecin Fenix), Tiesij Benoot (Team Jumbo Visma), Victor Campenaerts (Team Lotto Soudal) e Stefan Kung (Team Groupama FDJ). Nel giro di una decina di km, complici anche il successivi muro del Kanarieberg, il primo gruppo inseguitore distanziava di una trentina di secondi il gruppo principale, mentre nel tratto in pianura tra il Kanarieberg ed Knokteberg Trieu Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) provava l’azione isolata a caccia del primo gruppo inseguitore, ma dopo cinque km il talento sloveno si rialzava venendo ripreso dal gruppo. Sul Knokteberg Trieu la testa della corsa faceva registrare 18 secondi di vantaggio sul gruppo Van Der Poel e 36 secondi di vantaggio sul gruppo principale, quest’ultimo molto allungato. A 48 km dall’arrivo il gruppo Van der Poel raggiungeva il gruppo di testa. A circa 30 secondi di ritardo si era formato un nuovo gruppetto di inseguitori con il sempre presente Pogacar, Jan Tratnik (Team Bahrain Victorious), Soren Kragh Andersen (Team DSM), Greg Van Avermaet (Team AG2R), Bryan Coquard (Team Cofidis) e Valentin Madouas (Team Groupama FDJ). Una decisa accelerazione di Benoot sul Ledeuze allungava il drappello di testa e faceva staccare Jacobs, Verwilst e Paasschens. A 35 km dalla conclusione il gruppetto di testa, forte di otto uomini, aveva 40 secondi di vantaggio sul gruppo Pogacar. A 17 km dall’arrivo gli otto uomini di testa avevano 45 secondi di vantaggio su Tratnik, Pogacar e Madouas, che avevano staccato gli ex compagni d’attacco, compresi Van Avermaet che era rimasto vittima di una foratura. Sembrava ormai certo che gli otto uomini di testa tra cui i fugaioli della prima ora Politt e O’Brien, si sarebbero giocati la vittoria finale. Sull’Holstraat, l’ultimo muro a 10 km dall’arrivo, non succedeva nulla di rilevante. Negli ultimi dieci km si registrava un deciso attacco di Campenaerts che però veniva ripreso a circa 5 km dall’arrivo. Il belga della Lotto Soudal ripartiva a circa 3 km dall’arrivo ma Benoot lo teneva a bada ed anzi ripartiva a 1 km e 300 metri dall’arrivo, portandosi con sé Van der Poel. Il belga e l’olandese andavano a tutta nell’ultimo km distanziando gli avversari ed era Van der Poel ad imporsi in una volata ristretta davanti a Benoot. Terzo era Pidcock a 5 secondi di ritardo mentre chiudevano la top five Campenaerts in quarta posizione e Kung in quinta posizione. Dopo l’inizio di stagione in Italia tra Milano – Sanremo e Settimana Coppi & Bartali, Van der Poel va al Nord e fa subito capire che intenzioni ha…La Dwars door Vlaanderen si conferma come un ottimo riscaldamento per il Giro delle Fiandre di domenica 3 Aprile. Van Der Poel parte tra i favoriti ed anche, Kung, Benoot e Campenaerts, tra gli uomini più attesi domenica, confermano di avere un’ottima forma. Lo stesso Pidcock è tornato a dire la sua dopo un’inizio di stagione difficile. Pogacar, da parte sua, sembra avere la pedalata giusta per mettere in difficoltà gli altri campioni che affronterà domenica, a partire da Wout van Aert. Ci aspettiamo insomma un Giro delle Fiandre bellissimo e combattutissimo.
Giuseppe Scarfone

Mathieu Van Der Poel vince la Dwars door Vlaanderen (foto: Getty Images)
LARCIANO PREMIA DIEGO ULISSI
Vittoria di Diego Ulissi nella 44ª edizione del Gp Industria di Larciano. Il toscano, dopo essersi messo al servizio della squadra, ha saputo sfruttare a proprio vantaggio l’evolversi della competizione regolando sul traguardo il gruppetto dei battistrada. Sul podio con il portacolori della UAE Team Emirates sono saliti Alessandro Fedeli e Xandro Meurisse.
Un Gp Industria & Artigianato di Larciano molto combattuto ha visto il successo del portacolori della UAE Team Emirates, Diego Ulissi, alla sua prima vittoria stagionale, 43ª in carriera. Il suoi ultimi successi risalgono alla Settimana Ciclistica Italiana dello scorso luglio, quando si impose nella prima tappa, nella quarta e nella classifica generale.
Al via di questa edizione della corsa organizzata dalla UC Larcianese si sono presentati 4 UCI WorldTeams, 8 UCI ProTeams, 8 UCI Continental teams e la Nazionale Italiana diretta in ammiraglia da Daniele Bennati. Come era facile ipotizzare il peso della corsa doveva ricadere sui 4 TopTeam presenti. Infatti sono stati loro quelli che si sono avvicendati in testa al plotone per gestire le varie situazioni di gara.
In primis si sono trovati a tenere sott’occhio la classica fuga di giornata, partita quando il plotone si era già messo alle spalle più di 60 km. Ad andarsene in avanscoperta sono stati Giulio Masotto (Team Corratec), Jozsef-Attila Malnasi (Giotti Victoria – Savini Due) e Michael Belleri (Biesse – Carrera), raggiunti poco dopo da Connor Sens (Mg.K Vis-Color for Peace-VPM) e Matteo Freddi (Beltrami TSA – Tre Colli). I cinque hanno ricoperto il ruolo di battistrada fino ai meno 67, con il plotone “gestito” soprattutto da UAE Team Emirates e Alpecin Fenix.
Ovviamente con i fuggitivi ripresi e il San Baronto da percorrere ancora due volte, la corsa non poteva addormentarsi. Così in un susseguirsi di attacchi portati anche con più che ottime intenzioni, si sono trovati a condurre la corsa corridori del calibro di Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo), Chad Haga (Human Powered Health), Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Nicolas Edet (Team Arkéa Samsic), Natnael Tesfatsion (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Antonio Tiberi (Trek – Segafredo) e Andrea Vendrame (Naz. Italiana), solo per citarne alcuni. Con questo tourbillon in testa alla gara si è arrivati alle fasi finali con Alessandro Verre (Arkéa Samsic) che, cercando di anticipare tutti, si è portato a rimorchio Alessandro Fedeli (Naz. Italiana), Antonio Tiberi e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), che precedevano di un nonnulla i sopraggiungenti inseguitori.
A imporsi sul gruppetto di battistrada proprio un attimo prima che gli inseguitori – che già avevano lanciato la volata con Natnael Tesfatsion (Drone Hopper – Androni Giocattoli) – colmassero il gap è stato Diego Ulissi che, dopo aver lavorato per il compagno Hirschi nei giri precedenti, ha avuto l’occasione di giocarsi le sue carte ottenendo il massimo risultato. Sono saliti con il toscano sul podio di questa edizione del GP Industria e Artigianato Alessandro Fedeli (nazionale italiana) e Xandro Meurisse (Alpecin-Fenix). Completano la topTen di questa giornata lancianese Tesfatsion, Andrea Vendrame (AG2R Citroën Team), Maxime Bouet (Team Arkéa Samsic), Tony Gallopin (Trek – Segafredo), Hirschi e Verre.
Mario Prato


