OLANDA OLE’! LA JUMBO VINCE LA CRONOMETRO DI UTRECHT, GESINK PRIMA MAGLIA ROSSA
Ad Utrecht la prima tappa della Vuelta 2022 premia nella cronosquadre i padroni di casa del Team Jumbo Visma che non lasciano scampo agli avversari. Seconda è il Team INEOS mentre terza il Team Quick Step Alpha Vinyl. Robert Gesink è la prima maglia rossa.
La Vuelta a Espana 2022 inizia con una cronometro a squadre di 23 km in quel di Utrecht. Dopo Giro (partenza in Ungheria) e Tour (partenza in Danimarca), anche il terzo ed ultimo GT dell’anno parte dall’estero e precisamente dall’Olanda. Da valutare le condizioni atmosferiche, visto che nella cittadina olandese è prevista pioggia fino alle 19 e quindi le ultime squadre potrebbero essere favorite trovando la strada più asciutta. Disputandosi interamente all’interno del circuito cittadino, la cronosquadre presenta pochi rettilinei e diverse curve, perciò i ciclisti dovranno fare attenzione anche in considerazione dell’asfalto che sarà bagnato per lunghe fasi della prova. Sulla carta sarà un testa a testa Jumbo Visma – Quick Step Alpha Vinyl per la vittoria di tappa ma non escludiamo qualche sorpresa. E’ il Team Jumbo Visma a dominare la cronosquadre. Partita per ultima, la squadra olandese fa segnare già il miglior intertempo dopo 11 km ed alla fine guadagnerà praticamente mezzo secondo al km sul Team Ineos mentre il Team Quick Step cede alla distanza facendo una seconda parte di cronometro in calando. Da segnalare che tutti gli otto ciclisti del Team Jumbo Visma giungono insieme al traguardo ed il primo a tagliare la linea bianca è Robert Gesink, che indossa la prima maglia rossa della Vuelta 2022. Il tempo della squadra olandese al traguardo è di 24 minuti e 40 secondi, alla media di 56.676 km/h. Il Team INEOS giunge secondo a 13 secondi di ritardo mentre il Team Quick Step Alpha Vinyl è terzo con il tempo di 24 minuti e 54 secondi, a 14 secondi di ritardo dalla Jumbo Visma. Le prime tre squadre classificate sono le uniche ad aver concluso la prova in meno di 25 minuti. In quarta posizione si classifica il Team Bike Exchange Jayco a 31 secondi di ritardo dalla Jumbo Visma mentre l’UAE Team Emirates è quinta a 33 secondi di ritardo dalla squadra olandese. Tra gli attesi uomini di classifica Mikel Landa, Jai Hindley ed Enric Mas sono ancora più dietro visto che BORA HAnsgrohe, Bahrain Victorious e Movistar hanno un ritardo dai primi di 41, 42 e 43 secondi. Ancora peggio fa il Team Astana Qazaqstan di Nibali e Lopez, a 46 secondi di ritardo dalla Jumbo Visma. In classifica generale è dominio Jumbo con Gesink davanti a Primoz Roglic e Chris Harper. Domani è in programma la seconda tappa da ‘s-Hertogenbosch ad Utrecht di 175.1 km. E’ la prima opportunità per i velocisti visto che il percorso sarà quasi totalmente pianeggiante, se si eccettua il facile GPM di quarta categoria dell’Alto de Amerongse posto a 70 km dall’arrivo.
Antonio Scarfone

Il Team Jumbo Visma vince la cronosquadre di Utrecht (foto: Tim de Waele/Getty Images)
SVIZZERA DA URLO A MUNCHEN. BISSEGGER BATTE D’UN SOFFIO KUNG E SI LAUREA CAMPIONE D’EUROPA A CRONOMETRO. TERZO GANNA
E’ il grande giorno della Svizzera ai Campionati Europei di Monaco di Baviera. Dopo la vittoria di Marlen Reusser, che poco dopo pranzo era riuscita a battere nientepopodimeno che Ellen Van Dijk nella cronometro riservata alle donne, nel tardo pomeriggio gli Elvetici han saputo fare ancora di meglio conquistando sia l’oro che l’argento nella prova maschile. A vestire la maglia di Campione d’Europa nelle prove contro il tempo per i prossimi 365 giorni sarà il giovane Stefan Bissegger che ha anticipato di appena 34 centesimi il connazionale e campione uscente Stefan Kung al termine di una gara incerta ed appassionante. Per il corridore in forza alla EF Education-EasyPost una delle affermazioni più importanti della sua (ancora) breve carriera, mentre per Kung sfuma d’un niente la possibilità di vincere il suo terzo titolo europeo consecutivo. Terzo posto per Filippo Ganna che, dopo un’ottima partenza, ha pagato nel finale terminando a 9 secondi dal vincitore e confermando una condizione non eccezionale.
La crono degli europei proponeva un tracciato piuttosto corto (appena 25,4 km) con parteza ed arrivo nella cittadina di Fürstenfeldbruck, nel sud della Baviera. Subito dopo il via i corridori dovevano affrontare un breve strappetto in cima al quale era posto il primo quanto insignificante rilevamento cronometrico. Quindi il percorso diventava quasi completamente piatto ad eccezione del finale in leggerissima discesa. I grandi favoriti della vigilia erano il bicampione uscente Stefan Kung e il campione del mondo in carica Filippo Ganna, col giovane Stefan Bissegger pronto a recitare il ruolo di terzo incomodo.
Al via si sono presentati 35 corridori, col Montenegrino Slobodan Milonjic ad aprire le danze seguito dall’Armeno Stepan Grigoryan e dal Kosovaro Blerton Nuha. E così la prima prestazione degna di cronaca è stata quella dello Spagnolo Oier Lazkano. Il basco in forza alla Movistar, partito nel bel mezzo degli atleti provenienti da nazioni ‘minori’, ha chiuso la sua prova col tempo di 28′51″, con una media appena inferiore ai 50 km/h. Lo spagnolo è rimasto in testa una decina di minuti, vedendosi superato di soli 3″ da un Mattia Cattaneo comunque non in grande giornata. Decisamente migliore la prestazione del danese Morten Hulgaard che è riuscito a superare il bergamasco di quasi 30 secondi. La corsa a questo punto si è accesa: il Danese non ha avuto neanche il tempo di esultare che il transalpino Kevin Vauquelin, partito soltanto 2 minuti dopo Hulgaard, è riuscito a far di meglio di neanche un secondo. Ma anche il regno di Vauquelin non era destinato a durare troppo perchè di lì a poco sarebbe arrivato l’Irlandese Ben Healy salito in testa alla classifica provvisoria con un tempo di 28′02″, 16 secondi in meno rispetto al corridore dell’Arkea-Samsic.
Nel frattempo, l’elvetico Stefan Bissegger, compagno di Healy alla EF Education, era partito fortissimo passando in testa nettamente all’intermedio posto intorno al km 16. Lo Svizzero ha poi completato la sua eccellente prestazione col tempo di 27′06″ alla media di 53.137 e con addirittura 56 secondi di vantaggio sull’Irlandese. Una prestazione da podio o forse qualcosa in più…
Buona la performance del Danese Mikkel Bjerg, ma non abbastanza da impensierire Bissegger. Il corridore dell’UAE Team Emirates ha concluso la sua crono con un ritardo di 27 secondi, guadagnando la seconda posizione provvisoria alle spalle dell’Elvetico e davanti a Ben Healy. L’irlandese poco dopo è stato scavalcato anche dal veterano Maciej Bodnar, giunto con un passivo di 37 secondi da Bissegger. Negativa invece la crono dello Sloveno Jan Tratink che ha pagato un passivo di ben 1′41″ (alla fine il corridore della Bahrain sarà soltanto 13°), poco meglio rispetto all’Olandese Jos Van Emden (1′22″ da Bissegger).
A questo punto mancavano all’arrivo soltanto in 3: Max Walscheid, Stefan Kung e Filippo Ganna. Il Tedesco ha subito vanificato la sua prova con una caduta che lo ha letteralmente fatto fuori da ogni discorso di medaglia ed è stato ripreso dopo pochi chilometri da Stefan Kung. Lo Svizzero è passato in testa all’intermedio del km 16 con appena 2 secondi e 80 centesimi sul connazionale Bissegger e addirittura 1 secondo e 90 su Filippo Ganna, ultimo a prendere il via. Gli ultimi 10 km sono stati palpitanti con ben 3 atleti che potevano giocarsi la medaglia d’oro. Ne Kung ne Ganna hanno però saputo fare meglio di Bissegger, il più veloce nella seconda parte del tracciato, e si sono dovuti accontentare rispettivamente della medaglia d’argento (appena 34 centesimi il ritardo del corridore della Groupama) e di quella di bronzo (9 secondi il gap finale per Ganna). Per Bissegger si tratta del primo grande successo tra i professinisti, mentre per Kung si è trattato di una beffa che gli ha impedito di raccogliere il terzo successo consecutivo nella prova a cronometro dei Campionati Europei. Una prova che continua ad essere stregata per Ganna che, dopo l’argento dello scorso anno, deve accontentarsi stavolta della medaglia meno preziosa.
L’ordine d’arrivo vede quindi trionfare Stefan Bissegger (Svizzera) con 34 centesimi di vantaggio sul connazionale Stefan Kung e 9 secondi su Filippo Ganna (Italia). Si ferma ai piedi del podio il Danese Mikkel Bjerg, 4° a 27″ davanti al Polacco Maciej Bodnar (a 37″). Quindi troviamo l’Irlandese Ben Healy a 56″, il fancese Kevin Vauquelin ad 1′12″ e il Danese Morten Hulgaard a 1′13″. Completano la top ten Jos Van Emden (Olanda) a 1′22″ e l’Estone Tanel Kangert (ad 1′26″). Fuori dai 10 il soprendente Svedese Jacob Ahlsson (ad 1′34″), il Belga Rune Herregodts (ad 1′38″), lo Sloveno Jan Tratnik (ad 1′41″) ed il nostro Mattia Cattaneo, solo 14° ad 1′42″ poco avanti a Oier Lazkano (1′45″).
Il grande ciclismo si sposta adesso in Spagna (o meglio, in Olanda dove è prevista la cronosquadre d’apertura): a partire da venerdì pomeriggio si disputerà La Vuelta, l’ultima grande corsa a tappe della stagione ciclistica.
Pierpaolo Gnisci
LEKNESSUND PROFETA IN PATRIA. TAPPA E VITTORIA FINALE NELL’ARCTIC TOUR OF NORWAY
Con un attacco a circa 90 km dall’arrivo, Andreas Leknessund (Team DSM) si invola verso la vittoria nella corsa di casa, resistendo al ritorno dell’ex maglia salmone Alex Zingle (Team Cofidis). Il giovane norvegese vince la sua prima corsa WT dimostrando di essere un ottimo fondista che con il tempo potrà solo migliorare. Da segnalare il buon terzo posto nella generale di Nicola Conci (Team Alpecin Deceuninck).
L’Arctic Tour of Norway si conclude con una tappa che presenta praticamente un circuito nel circuito. Sede di partenza e di arrivo è Trondheim. I primi 127 km si percorreranno nei dintorni della cittadina norvegese mentre gli ultimi 32 km consistono in quattro giri del percorso finale in cui spiccano le quattro ascese del Tyholt Tower Summit, sulle quali si scatenerà la battaglia tra gli uomini di classifica ed uscirà il vincitore della breve corsa scandinava. Victor Lafay (Team Cofidis) parte in maglia salmone dopo la vittoria di ieri e conta di vincere la sua prima corsa a tappe WT. La fuga faticava a partire dopo la partenza da Trondheim. Era addirittura il Team Cofidis a mantenere alta l’andatura per evitare fughe nei primi km, visto che il primo traguardo volante di Spongdal, che si percorreva dopo 26 km, allettava proprio la maglia salmone Zingle, che con i 3 secondi di abbuono poteva rafforzare la sua leadership in classifica generale. E proprio Zingle transitava in prima posizione sul suddetto sprint intermedio. Dopo una trentina di km si formava un drappello di dodici uomini in testa alla corsa ma la loro azione non durava più di 2 km, venendo interrotta dal gruppo. Finalmente riuscivano ad evadere soltanto a 92 km dall’arrivo Andreas Leknessund (Team DSM), Fabien Grellier (Team TotalEnergies) ed Alessandro Verre (Team Arkea Samsic). A 75 km dall’arrivo il terzetto di testa aveva 2 minuti e 15 secondi di vantaggio sul gruppo. Una volta entrati nel circuito finale di Trondheim il gruppo accelerava e così Leknessund decideva di andarsene da solo e lasciarsi alle spalle Verre e Grellier. A 10 km dall’arrivo il norvegese aveva 31 secondi di vantaggio su un drappello di sette uomini in cui erano presenti anche Nicola Conci e Kristian Sbaragli (Team Alpecin Deceuninck). Leknessund resisteva all’inseguimento e andava a vincere da solo sul traguardo di Trondheim. Alle sue spalle si piazzava in seconda posizione Conci a 16 secondi di ritardo mentre Axel Zingle, partito in ritardo per rintuzzare l’attacco di Leknessund, non riusciva a fare meglio del terzo posto, a 18 secondi di ritardo dal norvegese. Chiudevano la top five Max Poole (Team DSM) e Hugo Houle (Team Israel Premier Tech), rispetivamente a 18 ed a 20 secondi di ritardo da Leknessund. Dopo la bella vittoria nella seconda tappa del Giro di Svizzera, Leknessund ottiene la seconda vittoria stagionale ma soprattutto è il vincitore della corsa di casa. Chiudono il podio finale Houle a 8 secondi di ritardo e Conci a 9 secondi di ritardo. Da segnalare la buona prova complessiva dell’italiano, sempre presente nei finali delle tappe più difficili. Per quanto riguarda le altre classifiche, Zingle vince quella a punti, Stepehen Basset (Team Human Powered Health) quella dei GPM e Leknessund quella dei giovani. Infine il Team Alpecin Deceuninck fa sua la classifica a squadre. Il Nord Europa sarà ancora protagonista a partire dal 16 Agosto, quando scatterà il Giro di Danimarca, anche se ormai l’attesa vera e propria è per la Vuelta a Espana che inizierà venerdì 19 Agosto con le prime tre tappe in Olanda.
Antonio Scarfone

Andreas Leknessund vince a Trondheim (foto: Getty Images Sport)
MONACO INCORONA JAKOBSEN. L’OLANDESE SI LAUREA CAMPIONE D’EUROPA DAVANTI A DEMARE E MERLIER. DISASTRO AZZURRO.
Fabio Jakobsen è il nuovo Campione d’Europa su strada. L’Olandese, grande favorito della vigilia, si impone sul traguardo di Monaco di Baviera grazie ad una volata perentoria che non ha davvero lasciato scampo alla concorrenza. Il corridore di Gorinchem, lanciato perfettamente dal connazionale Danny Van Poppel, ha distanziato di oltre una bici Arnaud Demare (Francia) e Tim Merlier (Belgio). Quarto posto per lo stesso Van Poppel, bravo ad ottenere un ottimo piazzamento nonostante il lavoro svolto in favore del compagno e l’esultanza finale. Jakobsen interrompe così il dominio dell’Italia che si era aggiudicata le ultime 4 edizioni della rassegna europea con 4 corridori diversi. Proprio gli Italiani sono stati i protagonisti in negativo nell’ultimo chilometro, rendendosi artefici di un pasticcio che ha letteralmente mandato in frantumi il treno azzurro una volta passati sotto la flamme rouge.
La 7a edizione della rassegna continentale riservata ai professionisti proponeva un tracciato che sin dalla vigilia era stato chiaramente indicato come favorevole ai velocisti. Il percorso, 207.9 km da Murnau am Staffelsee a Monaco di Baviera, presentava un primo tratto in linea lungo circa 140 km che conduceva i corridori dal piccolo borgo posto al confine con l’Austria al capoluogo Bavarese. Quindi i corridori erano attesi da un circuito cittadino di 13 km da ripetere per 5 volte. Se nel tatto in linea vi era la presenza di qualche strappetto, l’anello finale era quasi completamente piatto favorendo chiaramente un epilogo allo sprint.
Pronti via e già al km 0 si è formata la fuga di giornata. Ad comporla sono stati soltanto due corridori: lo Svizzero Silvain Diller e l’Austriaco Lukas Postlberger. Il duo ha subito raggiunto un vantaggio superiore ai 3 minuti (massimo 3′20″) ma poi il gruppo ha deciso di non rischiare, mantenendo la coppia di testa sempre ad una distanza di sicurezza. La gara è stancamente andata avanti senza colpi di scena fino ai -115: in prossimità dello strappo di Eurasburg, una delle pochissime difficoltà altimentriche di giornata, la nazionale italiana ha provato ad animare la corsa grazie all’azione di Matteo Trentin. All’allungo dell’azzurro hanno subito risposto il Belga Bert Van Lerberghe, la coppia teutonica formata da John Degenkolb e Nils Politt, il Francese Bryan Coquard e il Danese Michael Morkov. L’azione è però morta dopo un battito di ciglio e in breve le acque in gruppo si sono nuovamente calmate, ristabilendo la precedente condizione di quiete.
Ai -48, quando i corridori avevano già completato il primo giro del circuito finale, Pascal Ackermann, capitano della nazionale Tedesca, è finito a terra dopo aver urtato una transenna con la spalla sinistra. Per il povero Ackermann la corsa è finita lì mentre i gradi di leader della Germania sono passati sulle spalle di Phil Bauhaus. La fuga di Dillier e Postblerger, che non hanno mai veramente coltivato sogni di gloria, si è invece interrotta ai -27, quando sono stati riassoribiti dal plotone. A quel punto l’esito della corsa era ormai scritto anche se non tutti erano d’accordo: ai -3500 un altro elvetico, Stefan Bissegger, ha provato ad anticipare il gruppo grazie ad un’azione da finisseur molto adatta alle sue caratteristiche da inseguitore. L’andatura del plotone era però troppo elevata e così Bissegger si è dovuto arrendere al ritorno del gruppo ai 2300 metri dall’arrivo.
Si è così giunti alla prevedibilissima volata finale. Ai -1600 in testa al gruppo, che fino ad allora aveva visto i Tedeschi sempre in prima linea, è apparso il treno azzurro forte di ben 6 componenti: Filippo Baroncini, Matteo Trentin, Filippo Ganna, Jacopo Guarnieri, Elia Viviani e infine Alberto Dainese, velocista designato della nazionale Italiana. Il campione del mondo u23 è stato bravissimo a portare gli altri azzurri in testa, quindi è stato il turno di Filippo Ganna che si è poi messo a ruota di Matteo Trentin. Il campione d’Europa 2018 si è prodotto in un’ottima trenata, spostandosi poi sulla destra della carreggiata una volta esaurito il suo lavoro. A quel punto si sarebbe dovuto ritrovare in testa nuovamente Ganna che però evidentemente aveva esaurito la benzina nel corso della precedente tirata. Il Piemontese si è così spostato a destra insieme a Trentin, lasciando in testa al trenino azzurro un Jacopo Guarnieri evidentemente sorpreso dalla situazione. A quel punto mancavano circa 500 metri all’arrivo e l’Italia aveva ancora 3 corridori in testa ma evidentemente qualocosa nei meccanismi azzurri non ha funzionato. Sta di fatto che Guarnieri si spostato abbastanza presto e a quel punto Viviani con Dainese a ruota hanno perso diverse posizioni e la possibilità di giocarsi la corsa. Ad approfittare del caos azzurro, è stato il trenino belga intento a lanciare Tim Merlier. Il corridore dell’Alpecin è partito lungo ma non ha pututo nulla quando alla sua sinistra è emerso Fabio Jakobsen splendidamente lanciato da Danny Van Poppel. Jakobsen ha tagliato il taguardo con più di una lunghezza di vantaggio su Arnaud Demare e Tim Merlier. Ai piedi del podio il bravissimo Van Poppel che ha preceduto Sam Bennett (Irlanda), Luka Mezgec (Slovenia) ed Elia Viviani. Quindi troviamo Alexander Kristoff (Norvegia) davanti a Jon Aberasturi (Spagna) e Mads Pedersen (Danimarca). Soltanto 11° Alberto Dainese, vittima di un meccanismo di squadra che si è clamorosamente inceppato nel momento decisivo.
Per Fabio Jakobsen si tratta della dodicesima vittoria stagionale, un successo che lo consacra definitivamente come il miglior velocista del mondo a poco più di due anni di distanza da quella terribile caduta al Tour de Pologne che lo aveva ridotto in fin di vita.
Pierpaolo Gnisci

Jakobsen campione d'Europa (fonte: Getty Images)
LAFAY, TAPPA E MAGLIA SULLA SKALLSTUGGU SUMMIT. DOMANI A TRONDHEIM TERMINA L’ARCTIC TOUR
Victor Lafay vince sulla Skallstuggu Summit come il più scafato dei finisseur, scattando in salita a circa 2 km dall’arrivo e resistendo al ritorno di un drappello di inseguitori. Il francese è la nuova maglia salmone e la dovrà difendere domani nell’ultima e decisiva tappa di Trondheim.
La terza tappa dell’Arctic Tour of Norway 2022 da Namsos alla Skallstuggu Summit, lunga 181 km, è quella altimetricamente più insidiosa ed in cui coloro che vogliono ambire alla vittoria finale dovranno attaccare. Chi vincerà in cima alla salita finale di prima categoria potrebbe ipotecare infatti la vittoria della breve corsa scandinava. Lo Strugstad Summit, lo Stene Summit ed il Reinslia Summit, compresi tra il km 87 ed il km 142, faranno da antipasto alla salita finale che è lunga quasi 6 km e che presenta un km in doppia cifra ideale per gli attacchi. Vedremo se Axel Zingle (Team Cofodis) sarà in grado di difendere la maglia salmone. Dopo la partenza da Namsos ci volevano oltre 20 km prima che la fuga di giornata riuscisse ad evadere dal gruppo. Erano quattro i ciclisti che cercavano la gloria: Maurice Ballerstedt (Team Alpecin Deceuninck), Håkon Aalrust (Team Coop), Tom Virtgen (Team Bingoal Pauwels) e Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert). La posizione in classifica generale di Aalrust e Ballerstedt, entrambi a 13 secondi di ritardo da Zingle, era tale da non permettere alla fuga di avvantaggiarsi troppo nei confronti del gruppo, tirato proprio dal Team Cofidis. Ballerstedt si aggiudicava il primo traguardo volante di Namdalseid posto al km 33.1. Per diverso tempo il giovane tedesco sognava la maglia salmone, che indossava virtualmente, visto che il gruppo rallentava e dopo 65 km il vantaggio della fuga era di quasi 5 minuti. Aalrust scollinava in prima posizione sul primo GPM di Strugstad posto al km 85.8, mentre il gruppo aumentava il ritmo con Team Cofidis e Team TotalEnergies. Wirtgen scollinava per primo sul secondo GPM di Stene posto al km 126.4. Aalrust si aggiudicava il successivo GPM di Reinslia posto al km 139.5. Ballerstedt vinceva il secondo traguardo volante di Levanger posto al km 156.8. Era invece Van der Hoorn a vincere il terzo ed ultimo traguardo volante di Hojem posto al km 163.9. I fuggitivi iniziavano ad avvertire la fatica ed i primi a rialzarsi erano Aalrust e Wirtgen a circa 9 km dal termine. A 7 km dall’arrivo il vantaggio di Van der Hoorn e Ballerstedt nei confronti del gruppo, sempre più minaccioso al loro inseguimento, era di soli 35 secondi, mentre si segnalava in difficoltà Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan), terzo in classifica generale. I due ciclisti in testa venivano ripresi poco prima della salita finale. I primi ad attaccare erano Victor Lafay (Team Cofidis) e Nicola Conci (Team Alpecin Deceuninck). Il francese staccava l’italiano nel tratto più duro della salita, a circa 2 km dall’arrivo e resisteva al ritorno di un drappello formato da otto ciclisti, andando a vincere sul traguardo della Skallstuggu Summit. A 3 secondi di ritardo si piazzava in seconda posizione Kevin Vauquelin (Team Arkea Samsic) mentre terzo era Hugo Houle (Team Israel Premier Tech). Chiudevano la top five Sven Erik Bystrom (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quarta posizione e Carl Fredrik Hagen (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Conci era il primo degli italiani, decimo a 9 secondi di ritardo da Lafay. Il francese ottiene la prima vittoria stagionale e va al comando in classifica generale davanti a Vauquelin e Houle, staccati rispettivamente di 7 e di 9 secondi. Domani è in programma la quarta ed ultima tappa dell’Arctic Tour of Norway. S parte e si arriva a Trondheim dopo 160 km. Nel circuito finale da ripetere quattro volte si dovrà scalare l’impegnativo strappo del Tyholt Tower Summit, lungo quasi un km e mezzo con pendenze che arrivano al 10%. La classifica generale è ancora abbastanza compatta, visto che i primi 28 ciclisti sono racchiusi in 56 secondi. Lafay ha qualche chance in più di successo ma dovrà stare attento agli attacchi che gli verranno portati nel finale di tappa ed anzi lui stesso dovrà attaccare.
Antonio Scarfone

Victor Lafay vince sulla Skallstuggu Summit (foto: Michael Steele/Getty Images)
TRA I FIORDI SPUNTA GROENEWEGEN. VITTORIA IN VOLATA PER L’OLANDESE, ZINGLE CONSERVA LA MAGLIA
Dylan Groenewegen (Team BikeExchange Jayco) torna alla vittoria dopo 40 giorni battendo in volata Amaury Capiot (Team Arkea Samsic) ed Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies) in quel di Brønnøysund. Axel Zingle (Team Cofidis) conserva la maglia salmone.
L’Arctic Tour of Norway procede verso il sud del Paese scandinavo con la seconda tappa da Mosjøen a Brønnøysund di quasi 155 km. I velocisti, sorpresi ieri dal bell’attacco nei 300 metri finali di Axel Zingle, che ha consegnato tappa e maglia al giovane ciclista francese della Cofidis, oggi hanno la possibilità di rifarsi su un arrivo completamente in pianura. Infatti le uniche insidie altimetriche sono lontane dal traguardo, visto che l’ultimo dei tre GPM in programma dovrà essere affrontato ad oltre 50 km dall’arrivo. La fuga di giornata si formava grazia all’azione di cinque ciclisti: Stephen Bassett (Team Human Powered Health), Iker Mintegui (Team Euskaltel Euskadi), Aaron van Poucke (Team Sport Vlaanderen Baloise), Liam Johnston (Team Trinity Racing) e Johan Ravnøi (Team Coop). Sul primo GPM di Laksforsen, situato al km 21, era Van Poucke a scollinare per primo. Il ciclista belga si ripeteva dopo circa 12 km transitando in prima posizione sul traguardo volante di Grane. Il vantaggio della fuga sul gruppo non aumentava mai oltre i due minuti, anche perchè i velocisti non volevano perdere la possibilità di giocarsi la vittoria di tappa in volata. Van Poucke scollinava in prima posizione anche sul secondo GPM di Tosen posto al km 69.9. Nelle prime posizioni del gruppo erano presenti, oltre alle squadre dei velocisti, anche il Team Cofidis, squadra della maglia salmonse Axel Zingle. Van Poucke transitava per primo sul terzo GPM di Lande, posto al km 94.8, rafforzando così la sua leadership nella classifica di specialità. Mintegui era il primo dei fuggitivi a rialzarsi e ad essere ripreso dal gruppo a poco meno di 40 km dall’arrivo. Anche Bassett avvertiva la fatica di una tappa corsa per gran parte del tempo con vento e pioggia e veniva ripreso dal gruppo a circa 12 km dal termine. Il forcing di Team Intermarchè Wanty Gobert e Team DSM metteva fine definitivamente alla fuga quando mancavano 11 km al termine. Ricominciavano attacchi e contrattacchi nel gruppo ma le squadre dei velocisti riuscivano a mantenerlo quanto più compatto in vista dell’ormai scontata volata finale. Sven Erik Bystrøm (Team Intermarchè Wanty Gobert) si aggiudicava il traguardo volante di Torghatten posto al km 141.8. Nella volata conclusiva era Dylan Groenewegen (Team BikeExchange Jayco) ad avere la meglio su Amaury Capiot (Team Arkea Samsic) ed Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies). Chiudevano la top five Blake Quick (Team Trinity Racing) in quarta posizione e Matteo Malucelli (China Glory Continental Cycling Team) in quarta posizione. Dopo un Tour de France con più bassi che alti, Groenewegen torna alla vittoria dimostrando di avere una condizione ancora accettabile. La classifica generale non cambia poi molto, almeno nelle prime posizioni dove Zingle resta primo con 5 secondi di vantaggio su Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies) e 7 secondi di vantaggio su Capiot. Domani è in programma la terza tappa da Namso a Skallstuggu di 177.7 km. La prima parte del percorso, prevalentemente pianeggiante, farà da preparazione alla seconda metà che è praticamente un crescendo di salite e salitelle. I GPM categorizzati sono quattro e la bagarre di scatenerà negli ultimi 40 km dove la pianura è poca. In particolare gli ultimi 20 km si impennano costantemente fino alle pendenze più arcigne degli ultimi 7 km. Chi vuole puntare alla vittoria della breve corsa scandinava domani dovrà attaccare.
Antonio Scarfone

Dylan Groenewegen vince a Brønnøysund (foto: Michael Steele/Getty Images)
ZINGLE, A MO I RANA TAPPA E MAGLIA PER IL GIOVANE FRANCESE
Nella prima tappa dell’Arctic Tour of Norway, Axel Zingle sfrutta le sue doti da scattista veloce per staccare la concorrenza e vincere nettamente sul dentello in salita di Mo I Rana, vestendo anche la prima maglia salmone.
La prima tappa dell’Arctic Tour of Norway 2022 è praticamente un circuito che parte da Mo i Rana e termina a Mo i Rana dopo quasi 187 km. Nella prima parte del percorso sono presenti i tre GPM della tappa, di cui quello di Korgfjellet da scalare due volte, al km 46.9 ed al km 107.9, e quello di Elsfjord, posto in mezzo ai due predetti, posto al km 95.3, dopodichè la strada è tutta in pianura fino all’arrivo. I velocisti possono giocarsi sulla carta la prima maglia oro (anche se molti la chiamano maglia salmone), ma il vento previsto potrebbe scompaginare le carte in tavola. La fuga di giornata si componeva di cinque uomini, ovvero Stephen Bassett (Team Human Powered Health), Luis Angel Mate (Team Euskaltel Euskadi), Aaron van Poucke (Team Sport Vlaanderen Baloise), Eirk Lunder (Team Coop) e Sam Culverwell (Team Trinity Racing). Dopo una trentina di km dalla partenza la fuga aveva oltre 5 minuti di vantaggio sul gruppo. Era il Team Intermarchè Wanty Gobert a tirare il gruppo, Bassett era il primo a scollinare sul primo GPM di Korgfjellet, mentre la pioggia batteva impetuosa sui ciclisti. In testa al gruppo si facevano vedere anche gli uomini del Team Israel Premier Tech, mentre Lunders era il primo ciclista della fuga a rialzarsi. Bassett si aggiudicava anche il secondo GPM di Elsfjord e chiudeva la personale ‘tripletta’ transitando in testa al terzo GPM di Korgfjellet. Nella seconda parte del percorso il gruppo si avvicinava sempre di più ai quattro uomini in fuga. Culverwell si vinceva il primo traguardo volante di Finneidfjord posto al km 135. Altre squadre si facevano vive in testa al gruppo, tra cui BikeExchange Jayco ed Uno-X Pro Cycling Team. Anche Mate si staccava dai fuggitivi quando mancavano 27 km all’arrivo. Il forcing finale di due squadre francesi, il Team Arkea Smsic ed il Team TotalEnergies. Metteva definitivamente fine alle speranze dei fuggitivi, che venivano ripresi a circa 3 km dall’arrivo. Nell’ultimo km, con pendenze che arrivavano al 5%, un deciso scatto di Axel Zingle (Team Cofidis) si rivelava determinante per la vittoria del giovane ciclista francese, che trionfava sul traguardo di Mo i Rana con 1 secondo di vantaggio su Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) e Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies). Chiudevano la top five Amaury Capiot (Team Arkea Samsic) in quarta posizione e Nick Schultz (Team BikeExchange Jayco) in quinta posizione. Zingle ottiene la seconda vittoria stagionale dopo quella nella Route Adélie de Vitré dello scorso Aprile. In classifica generale lo stesso Zingle è primo con 4 secondi di vantaggio su Burgaudeau e 5 secondi di vantaggio su Syritsa. Domani è in programma la seconda tappa da Mosjøen a Brønnøysund di poco più di 154 km. Tre GPM di seconda categoria nei primi 95 km potrebbero offrire l’occasione buona alla fuga di giornata, ma il piatto forte dei km conclusivi sarà l’arcigno dentello di Torghatten, poco più di 1 km a quasi il 9% di pendenza media, non categorizzato come GPM ma come traguardo volante. Dalla vetta mancheranno all’arrivo 13 km tra discesa e pianura. Zingle potrebbe sfruttare le sue doti da finisseur per rafforzare la sua leadership in classifica generale ma anche i velocisti potrebbero avere ottime chances di vittoria, anche perchè rispetto ad oggi l’arrivo sarà in pianura.
Antonio Scarfone

Axel Zingle vince a Mo I Rana (foto: Getty Images)
PAVEL SIVAKOV VINCE LA VUELTA A BURGOS. SI SCALDANO I MOTORI PER LA VUELTA
Pavel Sivakov (Team INEOS) emerge dalla rosa dei capitani che lo squadrone inglese spedisce abitualmente nelle corse a tappe e si candida come uomo da seguire per la prossima Vuelta a Espana. Si rivede Miguel Angel Lopez (Team Astana Qazaqstan) mentre Vincenzo Nibali (Team Astana Qazaqstan) cala alla distanza.
La Vuelta a Burgos 2022 si conferma corsa impegnativa e selettiva, adatta a testarsi in vista dell’imminente Vuelta e ciò è testimoniato anche dalla presenza di numerosi ciclisti che prenderanno il via da Utrecht venerdì 19 Agosto. Le cinque tappe in linea che la caratterizzano presentano arrivi mai banali e probabilmente soltanto la seconda tappa è adatta ai velocisti. Tra le varie insidie altimetriche, spiccano senz’altro il Picon Blanco che si scalerà nella terza tappa da Quintana Martin Galindez a Villarcayo e Las Lagunas de Neila, piatto forte dell’ultima tappa, che coincide con l’arrivo e che determinerà la graduatoria definitiva. Dopo il blitz nella prima tappa da parte di Santiago Buitrago (Team Bahrain Victoroius), che attaccava nel finale e riusciva a vincere sul traguardo dell’Alto del Castillo, indossando la prima maglia rossa, la seconda tappa con arrivo a Villadiego vedeva una caduta rovinosa del gruppo a poche centinaia di metri dall’arrivo, dove il Team Jumbo Visma piazzava un’inaspettata tripletta con Timo Roosen, vincitore di tappa, seguito da Edoardo Affini e Chris Harper. Era la terza tappa, più che la quinta, a decidere il destino della breve corsa spagnola. Il giovane Bastien Tronchon (Team AG2R Citroen) otteneva la prima vittoria da pro ed il secondo posto di Pavel Sivakov (Team INEOS) consentiva al francese di rompere gli indugi all’interno di una squadra nella quale è sempre presente più di un capitano per corsa – co-capitani oltre a Sivakov potevano essere considerati a tutti gli effetti Carlos Rodriguez e Tao Geoghegan Hart. Sivakov diventava la nuova maglia rossa, anche con un discreto vantaggio sui diretti inseguitori, e non l’avrebbe più mollata nelle due successive tappe. Nella quarta tappa l’arrivo di Ciudad Romana de Clunia vedeva giocarsi la vittoria una fuga composta da gente fuori classifica e ad avere la meglio era Matevz Govekar, ennesima giovane promessa slovena in forza al Team Bahraim Victorious che, come Tronchon due giorni prima, coglieva la sua prima vittoria da pro. Il gran finale sulle Lagunas de Neila vedeva la INEOS controllare gli attacchi degli avversari di Sivakov, il quale si ‘limitava’ ad arrivare terzo dietro Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Miguel Angel Lopez (Team Astana Qazakstan). Sivakov vince così la Vuelta a Burgos con 35 secondi di vantaggio su Almeida e Miguel Angel Lopez, mentre chiudono la top five generale Carlos Rodriguez in quarta posizione ed Ilan van Wilder (Team Quick Step Alpha Vinyl) in quinta posizione. Tra gli attesi protagonisti della Vuelta, dopo la vittoria del Giro d’Italia, Jai Hindley termina in settima posizione a 52 secondi di ritardo da Sivakov. Per quanto riguarda le altre classifiche Ruben Guerreiro (Team EF Education EasyPost) vince quella a punti, Carlos Rodriguez (Team INEOS) vince quella dei giovani, Miguel Angel Lopez (Team Astana Qazaqstan) quella dei GPM ed infine il Team BORA Hansgrohe si aggiudica la classifica a squadre. Il conto alla rovescia per l’ultimo GT dell’anno è iniziato, ma a cavallo di Ferragosto si svolgeranno i Campionati Europei di Ciclismo che promettono di essere un gustoso antipasto della Vuelta.
Giuseppe Scarfone

Pavel Sivakov vince la Vuelta a Burgos 2022 (foto:Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
DEMARE, SQUILLO FRANCESE A CRACOVIA. HAYTER VINCE IL GIRO DI POLONIA 2022
Nella settima ed ultima tappa del Giro di Polonia 2022, l’ennesima volata di gruppo – cinque tappe su sette conclusesi in volata – consegna la vittoria ad Arnaud Demare (Team Groupama FDJ). Ethan Hayter vince la corsa polacca, ottenendo così la prima vittoria stagionale di una corsa a tappe, per di più UWT.
Un Giro di Polonia abbastanza modesto e monotono si conclude oggi con la settima ed ultima tappa da Valsir a Cracovia di 177.8 km. Su sette tappe cinque si sono concluse in volata e soltanto la seconda e la sesta a cronometro sono state capaci di fare le differenze in classifica generale. Ethan Hayter (Team INEOS) sfrutta le sue doti da cronoman e vince la corsa polacca anche se Thymen Arensman (Team DSM), ieri vittorioso nella cronometro, può a ben vedere recriminare per aver perso qualche secondo di troppo nelle tappe precedenti, visto che il suo ritardo dal britannico è di soli 11 secondi. Dopo la partenza da Valsir un primo tentativo d’attacco di sette ciclisti, tra i quali era presente anche Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan) veniva annullato dal gruppo maglia gialla. Era intorno al km 15 che riusciva a concretizzarsi la fuga di giornata grazie all’azione di quattro ciclisti: Alessandro De Marchi (Team Israel Pro Cycling), Julius Johansen (Team Intermarchè Wanty Gobert), Jarrad Drizners (Team Lotto Soudal) e Syver Waersted (Uno-X Pro Cycling Team). De Marchi si aggiudicava il primo sprint intermedio di Lanckorona posto al km 23.7 mentre Drizners transitava per primo sul primo GPM di Bieńkówka posto al km 41.2. Da segnalare il mancato aggancio della fuga da parte di Felix Gall (Team AG2R Citroen) e Patryk Stosz (Nazionale Polacca), che dopo una trentina di km in avanscoperta si rialzavano e venivano ripresi dal gruppo. Drizners transitava per primo anche sul secondo GPM di Gmina Budzów posto al km 45.9. De Marchi vinceva il secondo traguardo volante di Myślenice posto al km 61.3. L’italiano risultava a lungo maglia gialla virtuale, avendo in classifica generale 2 minuti e 43 secondi di ritardo da Hayter. A 70 km dall’arrivo Waersted si rialzava lasciando i compagni di fuga, che avevano ancora oltre 2 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Era il Team Jumbo Visma, oggi a disposizione di Olav Kooij, a farsi vivo nelle prime posizioni del gruppo. Johansen era il primo a scollinare sul terzo ed ultimo GPM di Kaszow posto al km 139.8. A 30 km dalla conclusione i tre ciclisti rimasti in testa avevano 1 minuto e 30 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Anche Johansen e drizners si rialzavano dalla fuga e lasciavano De Marchi da solo al comando della corsa. A 11 km dal termine Nans Peters (Team AG2R Citroen) evadeva dal gruppo e raggiungeva De Marchi. L’azione dei due durava poco visto che venivano ripresi a poco più di 5 km dall’arrivo. Erano in particolare Team Jumbo Visma e Team Groupama FDJ a lavorare per la volata dei propri capitani. Era Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) a vincere davanti ad Olav Kooij (Team Jumbo Vista) ed a Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious). Chiudevano la top five Max Kanter (Team Movistar) in quarta posizione e Gerben Thijssen (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il settimo posto di Davide Cimolai (Team Cofidis). Demare, dopo la maglia verde e tre tappe vinte al Giro d’Italia, conferma di essere in forma per la seconda parte di stagione. La classifica generale non cambia rispetto a ieri ed Ethan Hayter vince il Giro di Polonia 2022 davanti a Thymen Arensman (Team DSM) e Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious). Da segnalare il buon quarto posto di Matteo Sobrero (Team BikeExchange Jayco). Per quanto riguarda le altre classifiche, Demare vince quella della a punti, Drizners quella dei GPM ed infine il Team INEOS vince la classifica a squadre. Tra oggi e domani terminano le due corse a tappe – Giro di Polonia e Vuelta a Burgos – che sono servite di preparazione alla Vuelta a Espana che parte venerdì 19 Agosto dall’Olanda e che hanno dato indicazioni sullo stato di forma dei pretendenti alla maglia rossa. Vedremo se anche nella settimana di Ferragosto, nella quale si svolgeranno i Campionati Europei di Ciclismo a Monaco di Baviera, qualche ciclista atteso alla Vuelta si testerà ulteriormente per rifinire la condizione.
Giuseppe Scarfone

Arnaud Demare vince a Cracovia (foto: Bas Czerwinski/Getty Images)
ARENSMAN CRONOMETRO MAGISTRALE. L’OLANDESE NON HA RIVALI, HAYTER NUOVA MAGLIA GIALLA
Nella cronometro individuale della penultima tappa del Giro di Polonia, Thymen Arensman (Team DSM) coglie la prima vittoria stagionale dando segnali di ulteriore crescita nella specialità. Ethan Hayter (Team INEOS), terzo davanti ad Arensman ed al compagno di squadra Magnus Sheffield, è la nuova maglia gialla.
Alla luce di quattro tappe terminate in volata e di una soltanto, la seconda, che aveva fatto segnare distacchi un po’ più elevati, la cronometro individuale della sesta tappa da Nowy Targ alla stazione di sport invernali di Rusinski era evidentemente quella che avrebbe deciso il vincitore del Giro di Polonia 2022. Sergio Higuita (Team BORA Hansgrohe) partiva in maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) e 6 secondi di vantaggio su Quinten Hermans (Team Intermarchè Wanty Gobert) ma alle loro spalle era presente un discreto gruppo di ciclisti, precisamente nove, tutti a 10 secondi dal colombiano. Nei quasi 12 km della penultima tappa si scontravano così individualmente diverse categorie di ciclisti e di quel gruppo tra i più a loro agio con le corse contro il tempo erano presenti Ethan Hayter (Team INEOS) e Matteo Sobrero (Team BikeExchange Jayco). Per diverto tempo il primo posto veniva detenuto da Magnus Sheffield (Team INEOS), che faceva fermare le lancette sul tempo di 17 minuti e 47 secondi. Il britannico veniva superato da Thymen Arensman (Team DSM), che era l’unico a fare meglio facendo segnare 17 minuti e 40 secondi. L’olandese era l’unico ciclista capace di abbattere i 40 km/h di velocita media. Con un ottimo 17 minuti e 48 secondi, Hayter terminava in terza posizione e si issava al primo posto in classifica generale, vestendo la maglia gialla. Il campione a cronometro britannico dimostrava di essere superiore rispetto a chi lo precedeva in classifica generale, visto che Higuita si piazzava soltanto il sedicesima posizione ed Hermans addirittura in trentatreesima posizione. Soltanto Bilbao resisteva in qualche modo allo strapotere di Hayter, visto che lo spagnolo faceva segnare 24 secondi di ritardo sul britannico con il tempo di 18 minuti e 20 secondi. Chiudevano la top five di tappa Remi Cavagna (Team Quick Step Alpha Vinyl) con 20 secondi di ritardo da Arensman e Marco Brenner (Team DSM) con 26 secondi di ritardo da Arensman. Da segnalare i discreti tempi all’arrivo di Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan) e Matteo Sobrero, rispettivamente settimo ed ottavo a 30 e 31 secondi di ritardo da Arensman, che ottiene la prima vittoria stagionale. In classifica generale, come anticipato, Hayter adesso è primo davanti ad Arensman e Bilbao; l’olandese ha un ritardo di 11 secondi mentre lo spagnolo di 18 secondi. Hayter è ormai ad un passo dalla prima vittoria di una corsa a tappe, per di più UWT, della stagione in corso anche perché domani nella passerella finale di Cracovia si prevede un altro arrivo in volata.
Giuseppe Scarfone

Thymen Arensman vince la cronometro di Rusinski (foto: Getty Images Sport)


