MARECZKO, VOLATA VINCENTE A MERU RAYA. SOSA CONSERVA LA MAGLIA GIALLA

ottobre 14, 2022 by Redazione  
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Nella scontata volata di Meru Raya, al termine di una tappa priva di insidie altimetriche, Jakub Mareczko (Team Alpecin Deceuninck) ritrova lo spunto dei tempi migliori andando a vincere davanti a Rudiger Selig (Team Lotto Soudal) ed Eduard Michael Grosu (Team Drone Hopper Androni Giocattoli). Ivan Sosa (Team Movistar) conserva agevolmente la maglia gialla.

La quarta tappa del Tour de Langwaki è la più facile dal punto di vista altimetrico della breve corsa malese. L’assenza totale di GPM e di altre insidie altimetriche la rende adatta per un arrivo caratterizzato da una volata a ranghi compatti. Ritornano quindi di scena i velocisti che all’arrivo di Meru Raya troveranno pane per i loro denti. Dopo la partenza da Sabak Bernam si formava la fuga di giornata grazie all’azione di tre ciclisti: Ricardo Alejandro Zurita (Team Drone Hopper Androni Giocattoli), Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team) e Ryuki Uga (Team UKYO). Sainbayar si aggiudicava il primo traguardo volante di Hulan Melintang posto al km 14.1. Era ancora Sainbayar a transitare per primo sul secondo traguardo volante di Kampung Gajah posto al km 60.6. Il ciclista mongolo timbrava la tripletta personale transitando in prima posizione anche sul terzo ed ultimo traguardo volante di Tanjung Tualang posto al km 85.3. Nel frattempo Team Movistar e Team Alpecin Deceuninck avevano ridotto il ritardo nei confronti della fuga, tirando il gruppo inseguitore in vista della scontatissima volata finale. A 50 km dall’arrivo si facevano vivi in testa al gruppo anche gli uomini del Team Astana Qazaqstan, al quale seguiva anche il lavoro dell’UAE Team Emirates con Molano, scottato dal declassamento della seconda tappa, che aveva una legittima volontà di rivalsa. Una volta ripresi i fuggitivi, le squadre dei velocisti si preparavano per la volata finale. Dopo una caduta che coinvolgeva alcuni ciclisti nell’ultimo km, era Jakub Mareczko (Team Alpecin Deceuninck) a vincere davanti a Rudiger Selig (Team Lotto Soudal) ed a Eduard Michael Grosu (Team Drone Hopper Androni Giocattoli). Chiudevano la top five Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) in quarta posizione ed Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) in quinta posizione. Mareczko ottiene la terza vittoria stagionale dopo essersi già imposto nella quarta tappa del Tour of Antalya e nella terza tappa dello ZLM Tour. La classifica generale resta invariata nelle prime posizioni con Ivan Sosa (Team Movistar) che conserva la maglia gialla con 23 secondi di vantaggio su Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost) e 2 minuti e 2 secondi di vantaggio su Einer Rubio (Team Movistar). Domani è in programma la quinta tappa da Kuala Kangsar a Kulim per un totale di 172 km. I ciclisti, dopo l’unico GMP di Sumpitan posto al km 64, non troveranno ulteriori insidie altimetriche per il resto della tappa, per cui saranno di nuovo i velocisti a contendersi la vittoria.

Giuseppe Scarfone

Jakub Mareczko vince in volata a Meru Raya (foto: Sprint Cycling Agency)

Jakub Mareczko vince in volata a Meru Raya (foto: Sprint Cycling Agency)

SOSA E’ IL PIU’ FORTE A GENTING HIGHLANDS. AL COLOMBIANO TAPPA E MAGLIA

ottobre 13, 2022 by Redazione  
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Dopo una stagione senza grandissimi risultati, Ivan Ramiro Sosa (Team Movistar) dimostra di essere ancora un valido scalatore e mette tutti in fila a Genting Highlands, salita simbolo della Tour de Langkawi. Il colombiano vince in solitaria ed è la nuova maglia gialla.

Genting Highlands svetta a più di 1400 metri sulla terza tappa e su tutto il Tour de Langkawi e su quseta salita, la più caratteristica e caratterizzante della corsa malese, con i suoi km al, si avranno i primi significativi se non definitivi indizi su coloro che potranno ambire alla vittoria finale. Dopo due tappe favorevoli ai velocisti oggi saranno gli scalatori a prendere la scena ed a contendersi la vittoria di tappa. La salita finale sarà preceduta da un altro GPM, quello di Gohtong Jaya, lungo quasi 14 km al 6%, che contribuirà a selezionare il gruppo dei favoriti. La fuga di giornata, partita intoro al km 12, era composta da tre ciclisti: Michael Eduard Grosu (Team Drone Hopper Androni Giocattoli), Muhammad Nur Aiman Mohd Zariff (Terengganu Polygon Cycling Team), Carter Bettles e Kane Richards (ARA Pro Racing Sunshine Coast). Grosu si aggiudicava il primo traguardo volante di Semenyih posto al km 32.6. Mohd Zariff scollinava in prima posizione sul primo GPM di Bukit Hantu posto al km 54.7. Il ciclista malese scollinava in prima posizione anche sul secondo GPM di Lokk Out Point posto al km 67.2. Grosu vinceva il secondo ed il terzo traguardo volante di Ampang Jaya e di Taman Melati posti rispettivamente al km 75.8 ed al km 87.1. All’inizio della salita di Gohtong Jaya il gruppo della maglia gialla era segnalato a circa 6 minuti di ritardo. Era il Team Burgos BH ad accelerare sulle prime rampe della penultima salita di giornata ed a farne le spese erano prima di tutto i velocisti, con la maglia gialla Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) subito nelle retrovie. Anche tra i fuggitivi la fatica si faceva sentire, soprattutto sugli ultimi 4 km di scalata del Gohtong Jaya, costantemente oltre l’8% di pendenza. Bettles era il primo a scollinare mentre alle sue spalle il gruppo degli inseguitori non contava più di una quindicina di unità. Sulle prime rampe di Genting Highlands Bettles veniva ripreso e si scatenava la battagli tra gli scalatori, con il Team Movistar molto attivo, avendo tra le sue fila sia Ivan Ramiro Sosa che Einer Rubio. Era Sosa a prendere l’iniziativa ed a fare il forcing decisivo quando mancavano circa 3 km all’arrivo. Il colombiano aumentava l’andatura lasciandosi alle spalle sia Rubio che altri ciclisti come la coppia della EF Education EasyPost formata da Esteban Chaves ed Hugh Carthy. Sosa andava a vincere con 19 secondi di vantaggio proprio su Carthy mentre Rubio era terzo ad 1 minuto e 56 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Chaves e Torstein Traeen (UNO-X Pro Cycling Team), rispettivamente a 2 minuti e 1 secondo ed a 2 minuti e 10 secondi da Sosa. Il colombiano, che nel 2022 si era fatto notare soltanto per la vittoria della seconda tappa e della classifica generale della Vuelta Asturias, è la nuova maglia gialla e dovrà gestire un vantaggio di 23 secondi – considerando gli abbuoni ottenuti all’arrivo – su Carthy, unico ciclista che può impensierirlo per la vittoria finale. Domani è in programma la quarta tappa ed i velocisti torneranno in azione visto che nella Sabak Bernam – Meru Raya di 135 km non è presente neanche un GPM e la strada pianeggiante invita a una volata di gruppo compatto.

Giuseppe Scarfone

Ivan Ramiro Sosa vince a Genting Highlands (foto: Rafa Gomez/Sprint Cycling Agency)

Ivan Ramiro Sosa vince a Genting Highlands (foto: Rafa Gomez/Sprint Cycling Agency)

TRENTIN: UN COLPO ALLA SFORTUNA E FA SUO IL GIRO DEL VENETO

ottobre 13, 2022 by Redazione  
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E’ un Matteo Trentin (UAE) in stato di grazia quello che si impone nel traguardo di Vicenza e fa suo il Giro del Veneto, la seconda edizione del nuovo formato promosso da Filippo Pozzato nella nuova veste di organizzatore.

Dopo tanta sfortuna in stagione, tra cadute, covid e forature nei momenti decisivi, il corridore di Borgo Valsugana riesce finalmente a presentarsi in gara in ottima forma e non si fa sfuggire l’occasione di mettere nel palmares la terza corsa stagionale dopo Le Samyn e una tappa al Giro del Lussemburgo.
Una corsa preparata “nei minimi dettagli con Baldato e Marcato, padroni di casa, e resa dura fin da subito perché era l’unico modo per giocarsela” dirà a fine gara il vincitore. La gara si accende all’inizio delle prime rampe di Ca’ Lerca, quando se ne vanno in dodici tra i quali anche Alessandro De Marchi (Israel), Rémy Rochas (Cofidis), Diego Ulissi (UAE), Davide Formolo (UAE), Miguel Angel Lopez (Astana) e Trentin, mentre davanti ancora conducevano i quattro fuggitivi della prima ora. Una volta raggiunti questi attaccanti si forma così un drappello di 15 unità, poi scremato nel circuito finale dalla salita di Arcugnano.
Nel momento decisivo restano davanti in 5 con Trentin che fa di tutto per tenere chiuso il gruppo rispondendo in prima persona agli attacchi, nell’ordine, di Lopez – che ci prova su un cavalcavia – e di De Marchi, del quale Trentin dirà “mi aspettavo il suo attacco, sapevo che ci avrebbe provato e non potevo lasciargli un metro, se no lo rivedevo all’arrivo”. Infine, all’interno dell’ultimo chilometro, Rochas prova a partire lungo. Trentin lascia qualche metro al francese, ma poi in volata non c’è storia e il corridore trentino lo scavalca passando il traguardo a braccia alzate.
Alle sue spalleRochas e l’altro transalpino Matteo Vercher (Total), quindi Lopez e De Marchi a completare la top five. Staccati di oltre 20” tutti gli altri, regolati da Ulissi.
Ritiro per “l’ospite d’onore” Mathieu Van der Poel, venuto per timbrare il cartellino dopo il terzo posto al mondiale gravel.

Andrea Mastrangelo

La vittoria di Trentin al Giro del Veneto (Eurosport)

La vittoria di Trentin al Giro del Veneto (Eurosport)

WIGGING, UN NOME, UNA GARANZIA. SYRITSA CONSERVA LA MAGLIA GIALLA

ottobre 13, 2022 by Redazione  
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Nella seconda tappa del Tour de Langkawi la scontata volata di gruppo al termine di un percorso quasi totalmente pianeggiante vede la vittoria in volata dell’australiano Craig Wiggins (ARA Pro Race Sunshine Coast) dopo che Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), in un primo momento vincitore, viene squalificato e declassato per un’evidente sgomitata nei confronti di Max Kanter (Team Movistar). Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) mantiene la maglia gialla.

La seconda tappa del Tour de Langwaki 2022 offre una seconda opportunità ai velocisti, visto che il percorso è decisamente più facile di quello della prima tappa, al termine della quale Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) ha sprintato per la vittoria ed ha indossato la prima maglia gialla. Si parte da da Kuala Klawang e si arriva a Raub dopo 178.9 km e i due facili gpm di terza categoria, per di più lontanissimi dal traguardo, non incideranno minimamente su un nuovo arrivo in volata che sembra scontato. Anche oggi la fuga di giornata partiva nei primissimi km successivi alla partenza. Erano sei i ciclisti ad evadere dal gruppo: Jambaljamts Sainbayar e Muhammad Nur Aiman Mohd Zariff (Terengganu Polygon Cycling Team), Ratchanon Yaowarat (Thailand Continental Cycling Team), Didier Munyaneza (Team Pro Touch), Nik Mohamad Azman Zulkifli (Team Malaysia), Marco Lumanog (Team Philippines) e Muhammad Andy Royan (Team MULA). Sulla salita di Petaseh, primo GPM di giornata posto al km 8.2, era Mohd Zariff a scollinare in prima posizione. Intorno al km 20 Sainbayar si rialzava e veniva ripreso dal gruppo. Al primo traguardo intermedio di Simpang Durian, posto al km 42.7, Royan transitava in prima posizione. Il vantaggio dei fuggitivi sul gruppo si manteneva intorno ai 3 minuti. Le squadre dei velocisti, oggi più che certi protagonisti dell’arrivo, controllavano la fuga. Lumanog si aggiudicava il secondo traguardo volante di Karak posto al km 96.8. A 75 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di poco superiore ai 2 minuti. Mohd Zariff scollinava in prima posizione sul successivo GPM di Bukit Damar posto al km 122.8. A 50 km dall’arrivo si rompeva l’armonia nel gruppo di testa, con scatti e controscatti che preludevano alla rottura definitiva. Si avvantaggiava Yaowarat mentre il gruppo accelerava con Team Astana Qazaqstan e Team Alpecin Deceunink molto attivi. A 35 km dall’arrivo Yaowarat aveva 3 minuti e 30 secondi di vantaggio sul gruppo. Yaowarat vinceva il terzo ed ultimo traguardo volante di Mempaga posto al km 144.1. A 20 km dalla conclusione il vantaggio del ciclista indonesiano era sceso a 1 minuto e 30 secondi. Il gruppo lo riprendeva a poco meno di 10 km dall’arrivo. La scontata volata finale vedeva Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) vincere davanti a Craig Wiggins (ARA Pro Race Sunshine Coast) e Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) ma nel rivedere le immagini dall’alto i giudici notavano un’evidente scorrettezza del ciclista colombiano che nel posizionarsi al meglio per la volata ‘intralciava’ posizionamento e visuale di Max Kanter (Team Movistar), allungando pericolosamente il braccio sinistro verso il tedesco. Inevitabile a questo punto la retrocessione di Molano all’ultima posizione del gruppo principale con Wiggins vincitore davanti a Syritsa e Jakub Mareczko (Team Alpecin Deceuninck). Wiggins ottiene la prima vittoria del 2022 mentre Syritsa resta in maglia gialla con 10 secondi si vantaggio su Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) e Jambaljamts Sainbayar. Domani è in programma la terza tappa da Putrajaya a Genting Highlands. E’ senza dubbio la tappa più difficile del Tour de Langwaki 2022, con l’arrivo sulla salita simbolo della corsa malese. I due GPM collegati di Gohtong Jaya e di Genting Highlands, se si esclude un breve tratto in discesa di tre-quattro km, assommano ad una ventina di km di salita, ed anche abbastanza ripida, visto che il solo GPM finale è lungo quadi 9 km all’8.5%. Una salita quindi che non ha nulla da invidiare ai più impegnativi passi alpini o appenninici, e sulla quale emergeranno i veri valori della corsa asiatica, visto che chi vincerà a Genting Highlands sarà in pole position per la vittoria finale del Tour de Langwaki 2022.

Giuseppe Scarfone

Craig Wiggins vince a Raub la seconda tappa del Tour de Langkawi (foto: Getty Images)

Craig Wiggins vince a Raub la seconda tappa del Tour de Langkawi (foto: Getty Images)

AL TOUR DE LANGKAWI IL PRIMO SQUILLO E’ DI SYRITSA. TAPPA E MAGLIA PER IL RUSSO

ottobre 11, 2022 by Redazione  
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Al termine di una prima tappa caratterizzata dalla forte pioggia nel finale, a Kuala Lumpur Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) vince in volata davanti a Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) e Max Kanter (Team Movistar). Il russo è la prima maglia gialla e domani potrà di nuovo mettersi in mostra nella seconda tappa, ancora adatta ai velocisti.

La prima tappa del Tour de Langkawi parte da Kuala Pilah e termina a Kuala Lumpur dopo 157.3 km. Il percorso è subito impegnativo visto che i ciclisti dovranno affrontare cinque GPM, di cui due di terza e tre di seconda categoria. Il finale in particolare potrebbe riservare già alcune importati indicazioni in ottica classifica generale visto che a meno di 30 km dall’arrivo è in programma il non banale GPM di Bukit Handu, quasi 3 km di ascesa ad oltre il 6% di pendenza media. Dopo una breve discesa si risale sull’ultimo GPM di giornata, il Look Out Point, oltre 4 km al 4%. Gli ultimi 13 km si dividono tra discesa e pianura. Volata di gruppo? Volata ristretta di un drappello più o meno numeroso di ciclisti? Fuga vincente? Questa prima tappa è certamente aperta a più soluzioni e capiremo con l’andare del tempo il suo evolversi. Dopo la partenza da Kuala Pilah si formava la foga di giornata grazie all’azione di nove ciclisti: Trym Westgaard Holther (Team Drone Hopper Androni Giocattoli), Jambaljamts Sainbayar e Muhammad Nur Aiman Mohd Zariff (Terengganu Polygon Cycling Team), Tiano Da Silva (Team Pro Touch), Carter Bettles (ARA Pro Racyng Sunshine Coast), Peerapol Chawchiangkwang (Thailand Continental Cycling Team), Etienne Van Empel (China Glory Continental Cycling Team), Nik Mohamad Azman Zulkifli (Team Malaysia) e John Salazar (Team Philippines). Salazar si aggiudicava il primo traguardo volante di Senaling posto al km 12.3. Sain bayar scollinava in prima posizione sul successivo GPM di Senaling posto al km 16.1. Mohd Zariff scollinava in prima posizione sul secondo GPM di Bukit Miku posto al km 43.2 mentre Sainbayar vinceva il secondo traguardo volante di Rembau posto al km 49.9. Il gruppo dopo 50 km era segnalato ad oltre 5 minuti di ritardo. Sainbayar si aggiudicava anche il terzo traguardo volante di Senawang posto al km 69.3. Sul terzo GPM di Mantin il gruppo di testa iniziava a perdere pezzi e restavano in testa in sei, dopo che si erano rialzati Holther, Da Silva e Salazar. A 60 km dall’arrivo il vantaggio dei sei fuggitivi era sceso a 3 minuti e 55 secondi. Le squadre più impegnate nell’inseguimento erano il team Astana Qazaqstan ed il Team Movistar. Sulla salita di Bukit Hantu il drappello di testa si spezzettava ancora di più, mentre il gruppo inseguitore si faceva sempre più minaccioso alle sue spalle. Era Sainbayar a scollinare in prima posizione. Sotto l’impulso del Team Movistar, la fuga veniva ripresa a corca 20 km dall’arrivo, poco prima dell’inizio dell’ultimo GPM di Look Out Point. Ander Okamika (Team Burgos BH) scollinava in prima posizione. Il gruppo passava sotto il triangolo rosso dell’ultimo km forte di una sessantina di ciclisti. Ad imporsi in volata era Gleb Syritsa (Team Astana Qazaqstan) davanti ad Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) e Max Kanter (Team Movistar). Chiudevano la top five Lionel Taminiaux (Team Alpecin Deceuninck) in quarta posizione e Marijn van den Berg (team EF Education EasyPost) in quinta posizione. In classifica generale Syritsa è la prima maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Blikra e Sainbayar. Syritsa ottiene la prima vittoria da pro e prova ad emergere come velocista in un panorama di ciclisti russi piuttosto scarno, che al momento vede solo Aleksandr Vlasov competere con i migliori. Domani è in programma la seconda tappa da Kuala Klawang a Raub, di 178.9 km. Il percorso è prevalentemente pianeggiante, con due GPM di terza categoria entrambi lontani dal traguardo. I velocisti sono attesi ad un’altra esibizione dopo la tappa odierna.

Giuseppe Scarfone

Gleb Syritsa vince la prima tappa del Tour de Langkawi (foto: Tim de Waele/Getty Images)

Gleb Syritsa vince la prima tappa del Tour de Langkawi (foto: Tim de Waele/Getty Images)

DÉMARE FA IL POGACAR ALLA PARIGI TOURS. BIS DEL FRANCESE DOPO LA VITTORIA DELLO SCORSO ANNO

ottobre 9, 2022 by Redazione  
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La Parigi-Tours si conferma corsa dura ed aperta a mille soluzioni. Sterrati e cotes nella seconda parte del percorso alimentano le speranze dei fuggitivi che vengono ripresi soltanto a poco più di 1 km dall’arrivo. E’ Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) a bissare il successo dello scorso anno davanti ad Edward Theuns (Team trek Segafredo) e Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe).

La Parigi Tours conferma il percorso degli ultimi anni in cui la corsa che chiude il calendario francese – se si eccettua la Chrono des Nations di domenica prossima riservata ai cronomen – non vede più come una volta il probabile arrivo di una volata di gruppo sulla mitica Avenue de Grammont ma una lotta serrata tra diversi tipi di ciclisti. Otto cotes e dieci settori di sterrato si alterneranno dal km 143 al km 204, prima degli ultimi 10 km pianeggianti. Tra i partenti è presente Arnaud Demare (Team Groupama FDJ), vincitore nel 2021, ma saranno tanti e variegati i suoi avversari, a partire da un Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) che ha battuto proprio il francese pochi giorni fa nella Parigi – Bourges. Da segnalare anche la presenza di Christophe Laporte (Team Jumbo Visma), recente vincitore della Binche – Chimay – Binche, anch’egli in ottima forma visto che è ancora fresco l’argento mondiale di Wollongong. Se ieri al Giro di Lombardia sono stati Vincenzo Nibali ed Alejandro Valverde ad aver chiuso la carriera, oggi tocca a Philippe Gilbert (Team Lotto Soudal), Sebastian Langeveld (Team EF Education EasyPost) ed a Niky Terpstra (Team TotalEnergies). Dopo la partenza da Chartres, a sud di Parigi, il ritmo era subito elevato e diversi ciclisti partivano all’attacco per provare a inserirsi nella fuga di giornata. Al km 7 in tre riuscivano ad avvantaggiarsi sul gruppo: Alexis Gougeard (Team B&B Hotels KTM), Jonas Abrahamsen (UNO-X Pro Cycling Team) e Clement Carisey (Team Go Sport – Roubaix Lille Metropole). Dopo 23 km il vantaggio dei tre di testa era di oltre 1 minuto sul gruppo inseguitore, mentre si segnalavano le cadute di Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e di Benoit Cosnefroy (Team AG2R Citroen), apparentemente senza conseguenze. Al km 33 Maël Guégan (Team U-Nantes Atlantique) e Romain Cardis (Team St Michel-Aubert 93) raggiungevano la testa della corsa. La fuga definitiva si componeva così di cinque uomini. Dopo 50 km il vantaggio della fuga era salito a 4 minuti e 30 secondi. Il vantaggio massimo della fuga arrivava a sfiorare i 7 minuti intorno al km 80, dopodichè gli uomini del Team Groupama FDJ e del Team Deceuninck Alpecin giungevano in forze in testa al gruppo a comandare l’inseguimento. All’inizio della Côte de Limeray, prima ‘salita’ della corsa posta al km 146.1, a cui seguiva il primo tratto in sterrato di 900 metri, il vantaggio dei cinque fuggitivi era sceso a 5 minuti, mentre nel gruppo si verificava qualche caduta di troppo. Tra le vittime si segnalavano anche Langeveld e Terpstra. A 68 km dalla conclusione un’altra caduta di una decina di ciclisti annoverava tra gli altri Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) ed Anthony Turgis (Team TotalEnergies). Dal gruppo uscivano Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe) e Kim Heiduk (Team INEOS). A 60 km dall’arrivo la fuga aveva 3 minuti e 35 secondi di vantaggio sui primi due inseguitori mentre il gruppo principale inseguiva a 3 minuti e 50. Nei primi tratti in sterrato iniziavano gli attacchi veri e propri anche nel gruppo principale, che si allungava vistosamente. Tra i protagonisti di questi attacchi era presente anche Luca Mozzato (Team B&B Hotels KTM). A 50 km dall’arrivo si segnalava il ritiro di Arnaud De Lie (Team Lotto Soudal). A 40 km dalla conclusione il gruppo di testa aveva 2 minuti di vantaggio su un primo drappello di inseguitori formato da Bennett, Heiduk, Mozzato, Clement Russo (Team Arkea Samsic) ed Alex Kirsch (Team Trek Segafredo). A 31 km dall’arrivo Cosnefroy si fermava a bordo strada per cambiare la sua bici. Il gruppo principale aveva accelerato notevolemente ed il suo ritardo dalla testa della corsa era sceso ad 1 minuto e 40 secondi quando mancavano 30 km alla fine. Gougeard era il primo ciclista ad alzare bandiera bianca nel gruppo di testa mentre Carisey era fermato da una foratura. Il gruppo inseguitore era sempre più vicino alla testa della corsa, con il Team Jumbo Visma a fare l’andatura. I tre ciclisti rimasti in testa iniziavano il penultimo tratto in sterrato a 22 km dal termine, Peu Morier, uno dei più lunghi visto che misurava 1 km e 600 metri. A 17 km dall’arrivo Cosnefroy, che aveva stretto i denti dopo la caduta patita nella prima parte di gara, si sfilava dal gruppo. Lo sterrato di Rochecorbon e la successiva cote che portava lo stesso nome erano le ultime due vere difficoltà che fuggitivi e gruppo inseguitore affrontavano a 13 km dall’arrivo. Abrahamsen restava da solo in testa all’inizio della cote de Rochecorbon, mentre il gruppo tirato questa volta dal Team Cofidis iniziava a vedere le ruote dei fuggitivi. A 7 km dall’arrivo restavano in testa Abrahamsen, Heiduk, Kirsch ed Olivier Le Gac (Team Groupama FDJ). A 6 km dall’arrivo il quartetto di testa aveva 15 secondi di vantaggio sul gruppo. Un‘improvvisa accelerazione del Team Arkea Samsic e del Team Trek Segafredo consentiva al gruppo di riprendere i quattro ciclisti in testa a poco più di 1 km dall’arrivo. Il Team Groupama FDJ tirava alla perfezione per Arnaud Demare che andava a bissare il successo dello scorso anno davanti ad Edward Theuns (Team Trek Segafredo) ed a Sam Bennett (Team BORA Hansgrohe). Chiudevano la top five Simone Consonni (Team Cofidis) e Luca Mozzato (Team B&B Hotels KTM). Demare finisce in crescendo la stagione, proprio come lo scorso anno.

Giuseppe Scarfone

Anche nel 2002 la Parigi-Tours finisce nel palmares del velocista transalpino (Getty Images Sport)

Anche nel 2002 la Parigi-Tours finisce nel palmares del velocista transalpino (Getty Images Sport)

OVER THE TOP: GANNA (S)TRAVOLGE IL RECORD DELL’ORA E VOLA A QUASI 57 Km/h!

ottobre 8, 2022 by Redazione  
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Filippo Ganna è il nuovo detentore del record dell’ora. Il ciclista piemontese nel velogromo svizzero di Grenchen supera in un colpo solo il tempo di Dan Bigham – ex primatista del record dell’ora – e Chris Boardman, che nel 1996 ottenne la migliore prestazione umana sull’ora, quando ancora si potevano utilizzare bici particolari.

Al termine di una stagione ciclistica non proprio da ricordare, nella quale ha collezionato sei vittorie tutte in prove a cronometro, Filippo Ganna tenta di migliorare il record dell’ora sul velodromo svizzero di Grenchen, dal punto di vista statistico ed ambientale tra i più adatti alla prova. Qui infatti sono stati già protagonisti del miglioramento Jens Voigt il 18 Settembre 2014, Rohan Dennis l’8 Febbraio 2015 ed infine Dan Bigham, lo scorso 19 Agosto. Proprio il britannico detiene il record dell’ora con la distanza di 55,548 km, il secondo ciclista ad aver superato quota 55 km dopo Victor Campenaerts, che percorse 55,089 km il 16 Aprile 2019 nel velodromo messicano di Aguascalientes. Ganna proverà a entrare nella speciale classifica che tra i ciclisti italiani vede la presenza di Giuseppe Olmo, Fausto Coppi ed Ercole Baldini, capaci di migliorare il record tra il 1935 ed il 1956, quando il Vigorelli di Milano era il velodromo di riferimento per la prova. Un posto di rilievo, anche se considerata come miglior prestazione umana sull’ora, lo occupa anche Francesco Moser, che a Città del Messico nel 1984 abbattè il muro dei 55 km con una bici particolare. Filippo Ganna, supportato da un nutrito gruppo di tifosi assiepati nella tribuna centrale, non delude le aspettative, percorrendo la distanza di 56,792 km. Il ciclista piemontese migliora di oltre 1 km e 200 metri il precedente primato di Bigham ma la prova in sé è ancora più rilevante visto che viene abbattuto anche il record come migliore prestazione umana sull’ora, che apparteneva a Chris Boardman da ben 26 anni. Ganna ha iniziato la sua prova in sordina, tenendosi sui tempi di Bigham per i primi 20-25 minuti, dopodichè un netto cambio di passo nella seconda mezzora ha determinato un progressivo aumento del ritmo con i km che venivano letteralmente macinati ed i giri che venivano completati – alla fine saranno 2227 – abbastanza regolarmente tra i 15,4 e i 15,5 secondi. Da segnalare il quarto record dell’ora ottenuto con una bici Pinarello, dopo quelli di Miguel Indurain, Bradley Wiggins e lo stesso Dan Bigham. Ganna oggi scrive un pezzo di storia del ciclismo e crediamo che il suo record per adesso potrà migliorarlo soltanto lui. Il prossimo obbiettivo sarà quello di abbattere il muro dei 57 km.

Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna è il nuovo primatista del record dellora (foto: Getty Images Sport)

Filippo Ganna è il nuovo primatista del record dell'ora (foto: Getty Images Sport)

BIS DI POGACAR AL LOMBARDIA, LE FOGLIE MORTE CADONO ANCORA SU TADEJ

ottobre 8, 2022 by Redazione  
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Chiude la stagione della classiche come l’aveva iniziata alla Strade Bianche Tadej Pogacar, con la seconda vittoria di fila al Lombardia. L’attacco decisivo come era prevedibile è nato sulla salita del Civiglio con il solo Enric Mas, uscito in gran forma dalla Vuelta, a tenere il passo dello sloveno sino alla volata finale, alla quale la superiorità di Pogacar era ampiamente nota.

Il Giro di Lombardia è sempre stata una corsa straordinaria, la corsa che chiude la stagione delle grandi classiche, l’ultima corsa importante della stagione ed è proprio con questa corsa che due grandi campioni come Alejandro Valverde (Movistar) e Vincenzo Nibali (Astana) hanno deciso di chiudere la loro splendida e lunga carriera. Il palcoscenico è di quelli d’eccezione, una grande monumento che si disputa addirittura dal 1905, dai tempi del ciclismo pionieristico e straordinario dell’inizio del secolo scorso. Nibali ha centrato due volte la vittoria su queste strade, mentre Valverde non è mai riuscito ad aggiudicarsi la classica delle foglie morte, pur avendo centrato tre volte la piazza d’onore.
Questa volta è andata meglio allo spagnolo che, vincendo la volata del gruppetto dei battuti, si è aggiudicato il sesto posto, mentre lo “Squalo” ha ceduto alle fiammate sul Civiglio ed è arrivato ventiquattresimo.
Il percorso di quest’anno prevedeva l’itinerario da Bergamo a Como, con una prima parte con molte salite in successione, prima di affrontare una sessantina di chilometri pianeggianti. Nel finale, la storica salita della Madonna del Ghisallo con il suo Museo del Ciclismo, un primo pssaggio sul San Fermo della Battaglia, quindi la durissima ascesa del Civiglio prima di ripetere per l’ultima volta la salita verso San Fermo della Battaglia.
Tatticamente è andata come quasi tutti si aspettavano, con una fuga che è andata via nelle fasi iniziali e che è stata ripresa nel tratto di pianura, prima che le squadre dei favoriti iniziassero a forzare sul Ghisallo. Proprio sulla salita verso il santuario più caro ai ciclisti si sono avuti i primi segnali dai big con il francese Julian Alaphilippe (Quick-Step) che ha perso terreno.
La corsa ha visto il primo vero momento decisivo sul Civiglio e il secondo sul San Fermo, per poi decidersi in una volata a due dall’esito abbastanza prevedibile visti i valori in campo.
Tadej Pogacar (UAE) si è così vendicato della sconfitta subita pochi giorni fa al Giro dell’Emilia ad opera di Enric Mas (Movistar), che se lo era levato di ruota sulle rampe del San Luca.
Lo spagnolo è uscito dal Giro di Spagna con una forma straordinaria e a questo punto è ancora maggiore il rammarico per l’assenza dell’iridato Remco Evenepoel (Quick-Step), uscito ancor meglio di Mas dalla Vuelta e unico big a non rispondere all’appello della classica delle foglie morte.
La corsa ha visto, sin dalla prima battute, vari tentativi di allungo, dalla bagarre è uscita fuori una fuga formata da Christian Scaroni (Astana), Alex Tolio (Bardiani-CSF-Faizanè) e Simone Ravanelli (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Davide Bais (EOLO-Kometa), Luca Covili (Bardiani-CSF-Faizanè), Lawson Craddock (BikeExchange – Jayco), Alessandro De Marchi (Israel – Premier Tech), Kenny Elissonde (Trek – Segafredo) e Natnael Tesfatsion( Drone Hopper – Androni Giocattoli). L’ultimo ad unirsi all’azione di attacco è stato Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team), che aveva perso il momento decisivo ma riesce ad evadere grazie ad un rilassamento del gruppo principale.
Come era prevedibile sono le squadre dei due grandi protagonisti dell’ultimo Tour de France a tenere in mano le operazioni in gruppo. Il vantaggio non arriva mai a livelli elevati, anche perché sulle salite bergamasche il gruppo viaggia a un’sndatura sostenuta, mentre le discese, affrontate con prudenza dal gruppo, sorridono maggiormente ai battistrada. In questa fase, meritano segnalazione due cadute che causano i ritiri di Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Mikel Nieve (Caja Rural-Seguros RGA) la prima e di Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert) la seconda.
E’ il tratto di pianura di 60 km che porta a Bellagio che segna la fine del tentativo del mattino, aprendo di fatto gli scenari ad un’altra corsa, quella vera, nella quale i big iniziano a pensare alle grandi manovre.
Sulla salita verso il mitico Santuario del Ghisallo è dapprima la Jumbo Visma a forzare il ritmo, ma sarà invece Joao Almeida (UAE) in versione gregario a provocare i maggiori problemi in coda al gruppo, con l’ex campione del mondo Alaphilippe che perde contatto confermando il momento negativo attuale. Anche Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), punta dell’Italia all’ultimo mondiale, perde contatto mettendo ancor più in luce il momento negativo del nostro movimento.
Sulla prima ascesa verso San Fermo della Battaglia si vedono davanti anche gli uomini della Bora – Hansgrohe con Matteo Fabbro che ottiene la collaborazione di Marc Hirschi (UAE) per selezionare ulteriormente il gruppo, che già si era notevolmente assottigliato sul Ghisallo.
La corsa si accende sul Civiglio, con Pogacar che, lanciato da Davide Formolo e Rafal Majka, parte ai -20 seguito da Mas e Mikel Landa (Bahrain – Victorious), mentre Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) rimane imbrigliato nel gruppo. Il capitano della Bahrain però non riesce a reggere il ritmo dei due scatenati compagni di attacco e scollina con 12 secondi di ritardo, mentre un plotoncino formato da Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe), Vingegaard, Rudy Molard (Groupama – FDJ), Adam Yates (INEOS Grenadiers), Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), Valverde, Romain Bardet (Team DSM), Bauke Mollema (Trek – Segafredo) e Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) transita con 35 secondi.
Considerando il percorso, l’attacco sul Civiglio era più che previsto e Mas è stato lesto a rispondere.
In discesa Landa riesce a rientrare sui battistrada ma, quando sul San Fermo della Battaglia Mas dà fuoco alle polveri, per il basco non c’è niente da fare, mentre invece Pogacar segue senza problemi lo spagnolo e prova sua volta un allungo. Dietro si avvantaggiano sul plotoncino che non viaggia a folle velocità Higuita e Rodriguez, ma è troppo tardi per sperare di conquistare un posto sul podio. La vittoria se la vanno a giocare in volata i due e, come era prevedibile, è Pogacar a trionfare anche se meno nettamente di quanto si potesse immaginare. L’impressione è quella che Pogacar abbia sbagliato i tempi, pur riuscendo a battere Mas che gli è nettamente inferiore allo sprint; aveva, non a caso, cercato per due volte di levarselo di ruota sul San Fermo.
Terzo è Landa mentre, dopo Higuita e Rodriguez, è Valverde a regolare il plotoncino dei primi inseguitori, chiudendo la carriera con un sesto posto dopo il terzo conquistato alla Tre Valli Varesine.
Pogacar ha chiuso la stagione come la aveva iniziata, con una vittoria in una grande classica. La Strade Bianche non è una monumento ma certamente rappresenta la prima grande corsa della stagione, mentre il Lombardia è l’ultima. Questo rende l’idea di come Pogacar sia competitivo tutto l’anno. Lo sloveno ha fallito l’obbiettivo Tour de France, pur avendo vinto tre tappe, ma colui che lo ha battuto sulle strade francesi non può vantare una stagione come quella del ventiquattrenne vincitore oggi.
Mas, dopo questo finale di stagione, ha fatto capire quale sia la sua dimensione e certamente lo ritroveremo protagonista l’anno prossimo.
Il rammarico è stata l’assenza di Evenepoel, che però non ci farà mancare anch’egli lo spettacolo nella prossima stagione.
Dello spettacolo offerto da questi corridori abbiamo ora quanto mai bisogno dopo l’abbandono di Nibali e Valverde, che oggi appendono la bici al chiodo.
Terminata l’ultima grande classica agli appassionati non rimane che accompagnare questa sera Filippo Ganna nel tentativo di stabilire il nuovo record dell’ora

Benedetto Ciccarone

Il bis di Pogacar sul traguardo del Giro di Lombardia (Getty Images)

Il bis di Pogacar sul traguardo del Giro di Lombardia (Getty Images)

AL GRAN PIEMONTE SI PARLA SPAGNOLO, VITTORIA DI IVAN GARCIA CORTINA!

ottobre 6, 2022 by Redazione  
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Il finale che non ti aspetti al Gran Piemonte 2022 con un gruppetto a giocarsi la vittoria dopo aver tagliato fuori dai giochi, sull’unica salita del percorso, i velocisti puri. Ad vincere è Ivan Garcia Cortina (Movistar Team) su Matej Mohoric (Bahrain Victorious) e Alexis Vuillermoz (Total Enegie).

Da Omegna a Beinasco per 198 Km il Gran Piemonte 2022 non offre particolari difficoltà altimetriche se non la salita del Pilonetto di 3,3 Km pendenza media del 7,7 % posta a circa 50 Km dall’arrivo. In leggera salita anche la partenza motivo per cui è subito fuga, ad avvantaggiarsi infatti abbiamo Matteo Jorgenson (Movistar), Kamil Małecki (Lotto Soudal), Andrea Pietrobon (Eolo-Kometa) e Marco Tizza (Bingoal Pauwels Sauces WB). Gli attaccanti arrivano a guadagnare ben 5’:22” loro vantaggio massino che fa scattare l’allarme in gruppo, in testa al plotone infatti prende subito l’iniziativa la Jumbo-Visma. Grazie anche all’auto della Quick-Step Alpha Vinyl il vantaggio della fuga rientra a 3’:15” per poi scendere a poco più di 2’ in vista della salita del Pilonetto. In questa fase di corsa c’è un ulteriore allungo del gruppo con altre squadre a tirare in testa come la Alpecin – Deceuninck ed EF Education – EasyPost, il ritmo alto fa si che il gruppo inseguitore si spezzi in più tronconi ed a farne le spese, un po’ a sorpresa, sono proprio i velocisti più puri, coloro che avrebbero voluto giocarsi la vittoria in volata. Cambia quindi lo scenario della corsa, in testa restano al comando Jorgenson e Malecki mentre Tizza e Pietrobon sono riassorbit dal gruppo dal quale si sganciano Giulio Ciccone (TFS), Thomas Gloag (TJV), Marc Hirschi (UAD), Neilson Powless (EFE) e Ben Zwiehoff (BOH), l’azione dei cinque continua fino al falsopiano del Col d’Arsete, poi giù in discesa verso Cambiano. La coppia di testa dallo scollinamento conserva circa 1’ su un gruppo di una quartina di unità tirato dalla Intermarché Wanty Gobert e dalla Israel Premier Tech, la fuga viene ripresa a poco più di 30 Km dal traguardo. I velocisti più attesi come Olav Kooij (Jumbo Visma) Elia Viviani (INEOS Grenadiers) e Kaden Groves (Team BikeExchange) sono ormai tagliati fuori dai giochi. Il gruppo dei 40 hanno infatti un vantaggio di 1’:30” sugli immediati inseguitori, lodevole lo sforzo della Ineos per riportare sotto Elia Viviani, con anche l’aiuto dei Cofidis per Simone Consonni ma davanti il gruppo va di comune accordo. A 25 chilometri dalla conclusione il distacco scende così a 45 secondi, mentre davanti arrivano anche uomini Bora – hansgrohe, EF Education – EasyPost e Movistar a tirare. Grazie anche al supporto della Bahrain – Victorious, il gruppo di testa rilancia ulteriormente la sua azione, portandosi a più di un minuto di vantaggio sul gruppetto dei velocisti, che a cinque chilometri dall’arrivo alza definitivamente bandiera bianca. La corsa è ormai avanti, il primo tentativo di attacco è lanciato da Pieter Serry (Quick-Step Alpha Vinyl) stoppato subito dalla Intermarché – Wanty – Gobert con Jan Bakelants. Si arriva così all’ultimo chilometro e nell’ultima curva ci entra deciso Neilson Powless (EF Education – EasyPost) per tenere alto il ritmo in favore di Alberto Bettiol, ma da dietro è Matej Mohoric a rifarsi sotto, affiancare Bettiol, e proseguire diritto, lo sloveno però deve arrendersi sul rettilineo d’arrivo ad una strepitosa rimonta di Ivan Garcia Cortina (Movistra Team) nettamente il più veloce di tutti, lo spagnolo vince così un appassionante Gran Piemonte su Matej Mohoric (Bahrain Victorious) e Alexis Vuillermoz (Total Enegie), quarto posto per Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious), quinto Bettiol. Il gruppo dei velocisti ha chiuso ad oltre un minuto, regolato da Magnus Cort (EF Education Easy-Post).

Antonio Scarfone

La vittoria di Ivan Garcia Cortina al Gran Piemonte (Photo: Tim de Waele/Getty Images)

La vittoria di Ivan Garcia Cortina al Gran Piemonte (Photo: Tim de Waele/Getty Images)

POGI POWER! LO SLOVENO VINCE UNA TRE VALLI VARESINE GRANDI FIRME IN ATTESA DEL LOMBARDIA

ottobre 4, 2022 by Redazione  
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Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) vince da favorito la Tre Valli Varesine regolando sul traguardo di Varese un gruppo di una ventina di unità. Al secondo posto si piazza Sergio Higuita (Team BORA Hansgrohe) mentre Alejandro Valverde (Team Movistar) giunge terzo. Il ciclista sloveno, dopo il secondo posto al Giro dell’Emilia, sarà l’uomo da battere sabato nel Giro di Lombardia.

La Tre Valli Varesine, terzo ed ultimo atto del Trittico Lombardo 2022, conferma per larghi tratti il percorso dello scorso anno che strizza l’occhio a scalatori e uomini da GT. Non per niente alla partenza sono presenti tra gli altri ciclisti del calibro di Alejandro Valverde (Team Movistar), Vincenzo Nibali (Team Astana Qazaqstan), Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ed Adam Yates (Team INEOS), che oltre ad avere ambizioni di successo rifiniranno la preparazione per sabato 8 Ottobre, quando il Giro di Lombardia metterà la parola fine alla stagione e, nei casi di Nibali e di Valverde, alla carriera. Presente anche Alessandro De Marchi (Team Israel Premier Tech), vincitore dello scorso anno che difficilmente potrà confermarsi. Si parte da Busto Arsizio e si arriva a Varese dopo quasi 197 km, in un percorso costellato di strappi e controstrappi, in cui spiccano le salitelle del Montello e di Bobbiate. Da Busto Arsizio non partiva Pavel Sivakov (Team INEOS). Dopo una serie di attacchi e contrattacchi nei primi 20 km di corsa, in testa riusciva a formarsi un drappello di dieci fuggitivi: Daryl Impey (Team Israel-PremierTech), Quinten Hermans (Team Intermarché-Wanty-Gobert), Mathias Vacek (Team Trek-Segafredo), Mark Christian (Team EOLO-Kometa), Mattéo Vercher (Team TotalEnergies), Samuele Zoccarato (Team Bardiani CSF), Johan Meens (Team Bingoal Pauwels Sauces WB), Joel Nicolau (Team Caja Rural-Seguros RGA), Mattia Bais (Team Drone Hopper-Androni Giocattoli), Hector Carretero (Team Equipo Kern Pharma). Dopo 25 km il vantaggio dei fuggitivi sul gruppo era di 2 minuti e 25 secondi. All’entrata del primo circuito di Varese, da percorrere otto volte, il vantaggio della fuga nei confronti del gruppo sfiorava i 3 minuti. Era il Team Movistar a farsi vedere nelle prime posizioni del gruppo, segno che sia Mas che Valverde avevano intenzione di fare la corsa. Nicolau era il primo fuggitivo a rialzarsi, seguito successivamente da Impey. Il sudafricano in particolare era vittima di un problema meccanico. Oltre al Team Movistar, anche l’UAE Team Emirates si portava nelle prime posizioni del gruppo ed il vantaggio della fuga diminuiva progressivamente. A 75 km dal termine il ritardo del gruppo sulla fuga era di poco più di un minuto. Hermans dava maggiore vigore all’azione, scremando il drappello di testa. A 60 km dall’arrivo restavano in testa Vacek, Hermans, Bais e Vercher. Il gruppo inseguiva a 1 minuto e 30 secondi di ritardo. A 55 km dall’arrivo Marco Brenner (Team DSM) scattava nel gruppo principale mettendosi all’inseguimento del quartetto di testa. Iniziavano i due giri conclusivi, che rispetto agli otto centrali della corsa, prevedevano anche le salite di Morosolo e di Casciago. Brenner raggiungeva la testa della corsa a poco più di 49 km dalla conclusione. A 47 km dall’arrivo il gruppo tornava compatto ed il primo ciclista a provare un nuovo scatto era Jay Vine (Team Alpecin Deceuninck), ma l’UAE Team Emirates non lasciava troppo spazio all’australiano, con Rafal Majka attentissimo a guidare il gruppo. Anche Vincenzo Nibali (Team Astana Qazaqstan) era sempre nelle prime posizioni. Il gruppo, a 32 km dal termine, era forte di un a settantina di ciclisti. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) allungava a 29 km dall’arrivo, ma anche il belga doveva arrendersi al forcing del’UAE Team Emirates. A poco meno di 24 km dal termine scattava Daniel Martinez (Team INEOS) ma alla sua ruota si incollava Davide Formolo (UAE Team Emirates). Il gruppo era ancora compatto a 15 km dall’arrivo. Nelle prime posizioni si facevano vivi alcuni uomini del Team AG2R Citroen. A 13 km dall’arrivo Diego Ulissi (UAE Team Emirates) si metteva davanti a tirare con alle spalle un attento Pogacar. L’azione del toscano scremava il gruppo di testa che affrontava gli ultimi 10 km forte di una ventina di unità. Thomas Gloag (Team Jumbo Visma) accelerava subito dopo, riuscendo ad accumulare un vantaggio massimo di 10 secondi sui diretti avversari. Era Enric Mas (Team Movistar) il primo a riportarsi sul britannico, quando mancavano 7 km e mezzo alla conclusione. Era ancora l’UAE Team Emirate a farsi carico dell’inseguimento ed annullare il tentativo della coppia di testa a poco più di 6 km dall’arrivo. Iniziava così l’ultima salita di Casbeno che terminava ad 1 km dalla linea d’arrivo. Era Nibali ad accelerare, ma questa volta era il Team Movistar a fare buona guardia. Nella volata di una ventina di ciclisti Tadej Pogacar vinceva davanti a Sergio Higuita (Team BORA Hansgrohe) ed Alejandro Valverde. Chiudevano la top five Pierre Latour (Team TotalEnergies) in quarta posizione e Benoit Cosnefroy (Team AG2R Citroen) in quinta situazione. Nella top ten l’unico italiano era Domenico Pozzovivo (Team Intermarchè Wanty Gobert) che si classificava in ottava posizione. Pogacar, dopo il secondo posto al Giro dell’Emilia e la vittoria oggi nella Tre Valli Varesine, approccia nel migliore dei modi il Giro di Lombardia di sabato che lo vede tra i grandi favoriti.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Pogacar alla Tre Valli Varesine (Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) wins 2022 Tre Valli Varesine (foto Dario Belingheri/Getty Images)

La vittoria di Pogacar alla Tre Valli Varesine (Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) wins 2022 Tre Valli Varesine (foto Dario Belingheri/Getty Images)

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