MCNULTY DOMINA LA CRONOMETRO DI WIELICZKA E CONQUISTA IL GIRO DI POLONIA 2025
Brandon McNulty firma un’impresa nell’ultima tappa del Giro di Polonia 2025: lo statunitense della UAE Team Emirates – XRG vince la cronometro conclusiva di Wieliczka e strappa la maglia gialla a Victor Langellotti, conquistando così la prima corsa a tappe WorldTour della sua carriera. Tiberi e Sobrero completano un podio finale a forte tinte azzurre.
L’82ª edizione del Giro di Polonia si è chiusa con un colpo da maestro di Brandon McNulty (UAE Team Emirates – XRG). Lo statunitense, 27 anni, ha dominato i 12,5 chilometri della cronometro individuale di Wieliczka imponendosi con il tempo di 14’31” e rifilando 12 secondi a un ottimo Lorenzo Milesi (Movistar) e 15” a Matteo Sobrero (Red Bull-BORA-hansgrohe). Antonio Tiberi (Bahrain Victorious) ha chiuso quarto a 16″, davanti a Ben Turner (INEOS Grenadiers) e Stefan Küng (Groupama-FDJ).
La tappa decisiva partiva con un equilibrio sottilissimo: Victor Langellotti (INEOS Grenadiers) vestiva la maglia gialla con soli 7 secondi di vantaggio su McNulty e meno di 30 su Tiberi. Il tracciato proponeva una salita iniziale di 1,5 km al 6%, un tratto ondulato centrale e una discesa veloce verso il traguardo, scenario perfetto per una sfida a cronometro di altissimo livello.
McNulty ha fatto subito capire le sue intenzioni: già al primo intermedio (5,9 km) aveva quasi 20 secondi di vantaggio sui migliori tempi registrati da Sobrero e Milesi. Un ritmo che non ha mai calato, fino a conquistare la vittoria di tappa e la classifica generale con 29” su Tiberi e 37” su Sobrero. Jan Christen (UAE Emirates-XRG) e Langellotti hanno chiuso quarto e quinto in classifica finale.
Il bilancio per l’Italia resta positivo: oltre al podio di Tiberi e Sobrero, troviamo Alberto Bettiol sesto, Marco Frigo settimo e Filippo Zana decimo nella generale, con una presenza massiccia nella top-10 di giornata e della corsa.
Per McNulty questa è la prima vittoria in una corsa a tappe WorldTour, la 18ª in carriera, e conferma la straordinaria stagione del team emiratino, già dominatore del calendario 2025. La corsa polacca, ancora una volta, ha offerto spettacolo fino all’ultimo metro.
Mario Prato

Il podio del Giro di Polonia 2025 (www.uaeteamemirates.com)
ARCTIC RACE OF NORWAY: NELLA TAPPA REGINA PIDCOCK CI PROVA, STRONG SI DIFENDE
Tom Pidcock (Q36.5) l’aveva segnata fin da subito questa tappa mettendo la sua squadra a controllare la corsa. Voleva sfruttare la salita finale verso Malselv, 3.7km all’8% che il britannico ha saputo sfruttare alla perfezione
La tappa regina dell’Arctic Race of Norway termina con uno il successo dei favoriti per la vittoria, il britannico Tom Pidcock, anche se l’ascesa finale verso Malselv non gli è bastata per staccare il sorprendente leader della classifica Corbin Strong (Q36.5 Pro Cycling Team), mentre tutti gli altri diretti riveli hanno patiti distacchi, seppur non pesanti.
Prima del finale ci avevano provato Storm Ingebrigtsen (Team Coop-Repsol) e Georg Rydningen Martinsen (Lillehammer CK), percorrendo in solitaria la corsa fino a 30 Km dal traguardo, poi era stato il turno del corridore di casa Sebastian Veslum, che gareggiava con le insegne della nazionale, e che ha tentato di resistere al ritorno del gruppo, riuscendoci fino ad una decina di chilometri dall’arrivo.
Proprio sul più bello Pidcock è incappato in un problema meccanico che sembrava averlo messo fuori dalla gara. Col lavoro della sua squadra è stato, però, in grado di rientrare sul gruppo ed attaccare a poco più di un chilometro dal traguardo.
Il leader della classifica Strong si è immediatamente messo sulla sua ruota non staccandosi più fino alla linea d’arrivo, tagliata in seconda posizione senza patire nessun distacco. Il neozelandese ha così difeso la leadership, pur lasciando la vittoria al rivale, salito al secondo della classifica.
Alle loro spalle il bresciano Christian Scaroni (XDS Astana) si è piazzato terzo a 12”, seguito dal compagno di squadra Clément Champoussin a 16” e da Kevin Vermaerke (PicNic) a 17”. Ora Strong ha un vantaggio di 6″ su Pidcock e di 23″ su Scaroni, con i primi 25 corridori della classifica racchiusi nella spazio di un minuto: decisiva potrebbe così rivelarsi la conclusiva tappa di Tromsø, che prevede di ripetere per 8 volte la breve ma non semplicissima salita di Prestvannet (1.2 Km al 6.9%).
Andrea Mastrangelo

Pidcock precede la maglia tappa Strong nella tappa regina dell'Arctic Race of Norway (foto Arctic Race of Norway)
UN MONEGASCO IN PARADISO, TAPPA E MAGLIA PER LANGELLOTTI IN POLONIA
Un colpaccio in rimonta regala a Victor Langellotti la vittoria nella sesta tappa del Giro di Polonia 2025, con arrivo a Bukowina Tatrzańska. Il corridore monegasco della Ineos Grenadiers non solo conquista il successo più prestigioso della sua carriera, ma si prende anche la maglia gialla, portandosi al comando della classifica generale a una tappa dalla conclusione. Ottima prova anche per Antonio Tiberi, quinto, e per gli altri azzurri presenti nella top 10.
La sesta frazione del Giro di Polonia, 147,6 chilometri con partenza e arrivo a Bukowina Tatrzańska, ha offerto un percorso duro e spettacolare, con più ripetizioni delle impegnative salite dei muri di Harnaś e di Bukowina, seguite dall’ascesa finale verso il traguardo.
La giornata si è animata subito con una fuga a nove corridori, tra i quali velocisti di spessore come Olav Kooij e Matthew Brennan della Visma e Paul Magnier della Soudal Quick-Step, tutti già vincitori di tappa in questa edizione. Ma i fuggitivi non hanno mai guadagnato più di 2 minuti e alla fine è rimasto solo l’americano Colby Simmons (EF Education – EasyPost) a tenere il comando prima di essere ripreso a meno di 50 km dall’arrivo.
Nel finale la corsa si è accesa con una serie di attacchi tra i big, in un gruppo ristretto a circa quindici unità. Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), sempre tra i più attivi, ha provato più volte ad allungare, senza però trovare lo spazio per un affondo decisivo. Brandon McNulty (UAE Team Emirates – XRG) ha forzato a 800 metri dall’arrivo, guadagnando qualche metro sul gruppo. Quando sembrava che lo statunitense potesse farcela, Victor Langellotti (Ineos Grenadiers) ha sfoderato uno sprint irresistibile negli ultimi 50 metri, riprendendo e superando McNulty per andare a conquistare la sua prima vittoria WorldTour, un successo doppio che gli vale anche la maglia gialla della classifica generale.
Sul podio di giornata è salito anche Pello Bilbao (Bahrain Victorious), terzo, mentre Tiberi ha chiuso quinto, confermandosi tra i protagonisti di questo Giro. In top 10 sono entrati anche Marco Frigo (Israel – Premier Tech), settimo, e Matteo Sobrero (Red Bull – BORA – hansgrohe), ottavo.
In classifica generale,Langellotti guida con 7 secondi di vantaggio su McNulty e 20 su Tiberi, con altri italiani – Alberto Bettiol (XDS Astana Team), Filippo Zana (Team Jayco AlUla), Frigo e Sobrero – tutti racchiusi entro meno di mezzo minuto, promettendo una gara serrata nella cronometro conclusiva di domani a Wieliczka.
Con 12,5 chilometri a cronometro da percorrere, il finale del Giro di Polonia si preannuncia appassionante, con Langellotti chiamato a difendere il suo primato contro specialisti come McNulty e Tiberi, che puntano a un ribaltone.
Il colpaccio di oggi conferma il talento del corridore monegasco e mantiene viva la sfida fino all’ultimo metro in questa edizione 2025 del Giro di Polonia.
Mario Prato

Langellotti si impone nella penultima tappa del Giro di Polonia (foto Luc Claessen/Getty Images)
VUELTA A BURGOS, CICCONE VINCE ANCORA, MA ALLA FINE LA SPUNTA DEL TORO
Altra vittoria di prestigio per il nostro Giulio Ciccone, che trionfa nella tappa regina della Vuelta a Burgos e dimostra che, senza la caduta nella prima tappa che ne ha compromesso le chance di vincere questa corsa a tappe, sarebbe stato lui a salire sul gradino più alto del podio. È invece il messicano Isaac Del Toro a salirci, giungendo secondo al traguardo dei Laghi di Neila dopo un finale abbastanza combattuto.
La Vuelta a Burgos si conclude con la tappa più corta ma più impegnativa: sono 138 i chilometri che porteranno i corridori da Quintana del Pidio, a sud del capoluogo, sino alle Lagunas de Neila, piccoli specchi d’acqua di origine glaciale che si trovano a quasi 2000 metri di quota, e dove l’arrivo in salita sarà talmente duro da essere classificato HC, con 6.4 km al 9.1% e punte del 15%. Ma non solo: a 22 chilometri dall’arrivo i corridori dovranno anche scalare l’Alto de Rozavientos (3.3 km al 9.7% con punte del 17%), un GPM di 1a categoria, mentre meno impegnativi saranno l’Alto del Cerro (3a categoria, 5 km al 3.8%), dopo 52 chilometri, e l’Alto de Arroyo (3a categoria, 3.3 km al 5.2%) dopo 83 Km. Difficilmente vedremo i favoriti muoversi su queste prime salite, e forse neanche sulla penultima, mentre non vi sono dubbi che la corsa di deciderà proprio sull’ascesa conclusiva, in un finale che viene riproposto ogni anno, quasi sempre nella tappa finale, e che spesso ha visto il corridore primo ai laghi imporsi anche in classifica generale. Potrebbe essere così anche quest’anno: la classifica, all’inizio della tappa, è molto corta ed è capeggiata dal giovane neoprofessionista Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore della terza frazione, davanti al nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), staccato di 22 secondi, e al grande favorito per la vittoria finale, il messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), che si trova a 26 secondi con lo stesso tempo del nostro Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team). Senza dubbio assisteremo a una battaglia fra questi quattro corridori, ai quali potrebbero aggiungersi altri grandi nomi come il colombiano Egan Bernal (INEOS Grenadiers), decimo a 53 secondi, il nostro Giulio Ciccone (Lidl – Trek), sedicesimo a 1’36” (tutti rimediati nella prima tappa a causa di una caduta occorsa durante la volata conclusiva) e lo spagnolo Mikel Landa (Soudal Quick-Step): questi ultimi dovranno però sfoderare una prestazione davvero maiuscola per ribaltare a loro favore l’esito della corsa, che vede in Del Toro il naturale favorito, Bisiaux permettendo.
Si parte dopo le 13 con tempo ottimo e, come sempre, molto caldo. Dopo alcuni chilometri vanno in fuga sei corridori di secondo piano, fra i quali spiccsno il navigato passista tedesco Nico Denz (Red Bull – BORA – hansgrohe), vincitore di tappe al Giro, lo spagnolo Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), primo nella classifica degli scalatori e che spera di accumulare oggi abbastanza punti per rimanerci sino all’ultimo, e il nostro velocista Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), vincitore in volata della seconda tappa. Il gruppetto supera i due minuti e mezzo di vantaggio ai piedi del primo GPM, l’Alto del Cerro, al punto che uno dei fuggitivi, il basco Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi), diventa maglia viola virtuale. Come previsto García Pierna è primo in cima alla salita, dove il vantaggio del gruppetto sale a 3 minuti. La situazione non cambia sull’Alto de Arroyo: Garcia Pierna primo in cima, il gruppo a tre minuti. L’unica novità arriva dal nostro Moschetti, che da buon velocista non va d’accordo con le salite e si stacca per essere ripreso dal gruppo, in progressivo riavvicinamento sotto la spinta delle squadre di Bisiaux, Ciccone e Del Toro. A 40 chilometri dall’arrivo si è ridotto a due minuti lo svantaggio del gruppo principale, del quale non fa più parte Moschetti, ritiratosi forse per aver preteso troppo dalle sue forze. Con l’avvicinarsi del Rozavientos Denz inizia a spingere con più decisione e il vantaggio dei fuggitivi risale nuovamente, anche se uno di loro, il nostro Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), cede e viene ben presto ripreso dal gruppo. Davanti restano quindi in quattro: Denz, Garcia Pierna, Juaristi e l’olandese Mathijs Paasschens (Bahrain – Victorious). In cima alla salita passa primo, ancora una volta, Garcia Pierna, che con i punti ottenuti vince matematicamente la classifica degli scalatori; gli altri fuggitivi transitano alla spicciolata, ormai tallonati dal gruppo che ha recuperato quasi tutto lo svantaggio. Il portoghese Afonso Eulálio (Bahrain – Victorious) riesce a staccarsene e a riportarsi rapidamente sui fuggitivi, mentre Del Toro fora e si ritrova costretto ad inseguire proprio quando la strada inizia a salire verso i laghi di Neila. Il gruppo, ormai ridotto a circa 30 corridori, insegue a soli 30 secondi. A 10 chilometri dalla fine Del Toro rientra in gruppo; a 9 chilometri Paasschens e Juaristi sono ripresi; a 5 chilometri la stessa sorte tocca a Garcia Pierna. In testa rimane il solo Eulalio (Denz si è staccato da tempo), mentre in gruppo nessuno si muove, il che permette al portoghese di mantenere a lungo una ventina di secondi di vantaggio. Gli uomini di Ciccone continuano a tenere l’alta l’andatura, ma il loro capitano non attacca. A fatica i corridori risalgono, nei boschi del parco di Neila, la strada che porta ai laghi, la cui pendenza aumenta col passare dei chilometri. Quando ne mancano 3 alla fine cede Pellizzari e il gruppo si sgretola; Eulalio viene ripreso e in testa si ritrovano solo Del Toro, Ciccone, il corridore portoghese e l’ecuadoregno Jefferson Alveiro Cepeda (Movistar Team); infine, Ciccone e Del Toro restano da soli, gli altri cedono e Bisiaux tenta una difesa, inseguendo a pochi secondi con Bernal, Cepeda e Fortunato. A due chilometri dall’arrivo Bisiaux e Cepeda si staccano, mentre Ciccone e Del Toro aumentano il loro vantaggio, col messicano che, secondo pronostico, sembra ormai avere in tasca la vittoria. All’ultimo chilometro Bisiaux è staccato di 35 secondi, mentre Bernal e Fortunato cercano in ogni modo di contenere il loro distacco. Finalmente Ciccone attacca e va in cerca dell’impresa, ormai troppo tardi per recuperare lo svantaggio in classifica generale: la vittoria è sua, ma Del Toro, secondo ad appena 10 secondi, vince la Vuelta a Burgos. Terzo di tappa, a 27 secondi, è Fortunato, che si insedia al secondo posto in classifica generale; Bisiaux, che arriva undicesimo al traguardo con un minuto scarso di distacco, conserva almeno il terzo gradino del podio. Pellizzari recupera nel finale e arriva subito alle spalle di Bernal, a 38 secondi dal vincitore: sarà quarto in classifica generale davanti a Ciccone e allo stesso Bernal.
La Vuelta a Burgos vede quindi la vittoria – la nona, quest’anno – di Isaac Del Toro, davanti a Fortunato e alla rivelazione Bisiaux; la classifica a punti viene vinta, per un solo punto, da Ciccone su Bisiaux grazie alla vittoria odierna, mentre Garcia Pierna, come già detto, vince quella degli scalatori (Ciccone è secondo). Bisiaux cede a Del Toro anche la vittoria nella classifica dei giovani. Il giovane talento francese, e tutti coloro che hanno primeggiato in questa breve corsa a tappe, ad esclusione di Del Toro, torneranno a darsi battaglia alla Vuelta a España, che scatterà da Torino fra una quindicina di giorni.
Andrea Carta

Dopo la Classica di San Sebastian Giulio Ciccoine porta a casa la tappa regina della Vuelta a Burgos (foto Antonio Baixauli/Getty Images)
ARCTIC RACE OF NORWAY: PER KRISTOFF È QUASI QUOTA 100
Il norvegese Alexander Kristoff si è fermato ad un passo (anzi due) dalla centesima vittoria in carriera cogliendo la sua 98a affermazione al termine della seconda tappa dell’Arctic Race of Norway.
Ha dichiarato di voler arrivare a cento vittoria prima del ritiro,e con quella di oggi il veterano Alexander Kristoff (Uno-X) ha raggiunto quota 98 aggiudicandosi la seconda frazione della corsa di casa, la Tennevoll – Sorreisa di 166,5 km, caratterizzata da due GPM di prima e uno di seconda categoria nella prima parte di gara e da alcuni tratti di sterrato nel finale.
Il norvegese dovrà sicuramente ringraziare la squadra e soprattutto Ramsus Tiller (Uno-X Mobility) per come è stato portato sul rettilineo finale, dove cui non c’è stata assolutamente storia e dove Kristoff ha vinto staccando di diversi metri Tom Van Asbroeck (Israel-Israel – Premier Tech), Karsten Larsen Feldmann (Team Coop – Repsol), Jules Hesters (Team Flaanderen) e Cees Bol (XDS Astana), con Davide De Pretto (Team Jayco AlUla) 17° e primo degli italiani.
In classifica generale il norvegese grazie agli abbuoni raggiunge il vincitore della prima tappa Corbin Strong
(Israel – Premier Tech), che rimane leader della corsa a causa della somma dei piazzamenti. Pur perdendo cinque posizioni Davide Ballerini (XDS Astana Team) si conferma il migliore degli azzurri, 15° con un passivo di soli 10 secondi.
Prima dello sprint finale la seconda tappa del “Giro della Norvegia Artica” è stata caratterizzata dalla fuga di 5 corridori, composta da Josh Burnett (Burgos-BH), Storm Ingebrigtsen (Team Coop–Repsol), Georg Rydningen Martinsen (Lillehammer CK Continental Team), Eirik Vang Aas (Team Coop–Repsol) e Morthen Wang Baksaas (Team Ringerikskraft), che si è aggiudicato due dei tre GPM in programma. Il tentativo ha raggiunto un vantaggio massimo di circa un minuto e mezzo, per poi perdere Baksaas nel tratto sterrato posto a 20 Km dal traguardo; i quattro rimasti all’avanscoperta hanno visto man mano erodersi il gruzzoletto temporale accumulato fino ad essere ripresi circa 5 Km più avanti. Ai meno undici è uscito dal gruppo Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets), che ha guadagnato 12 secondi prima di essere raggiunto e staccato da Kevin Vermaerke (Team Picnic PostNL), a sua volta agguantato da un piccolo drappello di inseguitori: ma nemmeno loro hanno avuto fortuna e si è così arrivati all’arrivo in volata, condizionato anche da una caduta.
Tra sabato e domenica si disputeranno le due tappe decisivive e in particolare oggi si affronterà quella che, 182 Km dopo la partenza da Husøy, proporrà l’arrivo in salita nella stazione di sport invernali di Målselv, dove si giungerà dopo aver percorso un’ascesa di 3.7 Km all’8.1%.
Andrea Mastrangelo

Kristoff ottiene la 98a vittoria in carriera (foto A.S.O / Maxime Delobel)
TOUR DE POLOGNE, A ZAKOPANE SFRECCIA MATTHEW BRENNAN
E’ il britannico della Visma il vincitore della 5° tappa del Giro di Polonia 2025 (Katowice – Zakopane, 206 km), grazie a una imperiosa volata in cui ha avuto la meglio su Ben Turner (Ineos-Grenadiers) e Andrea Bagioli (Lidl-Trek). Ottima prova per i colori italiani: oltre al corridore di Lanzada, si piazzano in top 10 anche Raccagni Noviero (4°), Tiberi (6°), Bettiol (8°) e Milesi (10°). A due tappe dal termine resta al comando il francese Paul Lapeira ma domani c’è la frazione regina di Bukovina Tatrzanska.
Il Giro di Polonia 2025 regala nuove emozioni a ogni tappa e in quella odierna con arrivo a Zakopane – la “Capitale invernale della Polonia”, città di 28 mila abitanti situata ai piedi dei Monti Tatra e uno dei più importanti centri di villeggiatura dei Carpazi – si è visto un finale molto avvincente.
Dopo il via da Katowice la tappa si è ravvivata grazie all’azione d’attacco di Jensen Plowright (Alpecin – Deceuninck), Huub Artz (Intermarché – Wanty), Patrick Gamper (Jayco – Alula) e e Martin Svrcek (Soudal – Quickstep). Il quartetto resiste fino all’azione finale del gruppo sulla non impegnativa erta che anticipa il traguardo. Artz e Plowright sono gli ultimi a desistere e nella discesa attacca prima Marco Frigo (Israel – Premier Tech), seguito poi da Jan Christen (UAE Emirates XRG) e Alberto Bettiol (XDS – Astana Team). La coppia italo-svizzera raggiunge fino a 15” di vantaggio e sembra che possano farcela, ma alle loro spalle il plotone ristretto rinsavisce e li va a prendere prima dell’ultimo chilometro. Al momento della volata spunta dal nulla Matthew Brennan (Visma) con una fucilata d’altri tempi sul rettilineo d’arrivo e fulmina tutti quanti, a partire da Ben Turner (INEOS Grenadiers), piazzato per il secondo giorno consecutivo dopo aver vinto la tappa di mercoledì); alla spalle dei primi due dell’ordine d’arrivo si piazzano gli italiani Andrea Bagioli (Lidl – Trek) e Filippo Raccagni Noviero (Soudal Quick-Step). Brennan può così fregiarsi di una vittoria di tappa importante, la terza nel World Tour alla prima stagione da professionista, due giorni dopo il suo ventesimo compleanno.
Resiste al vertice della classifica generale il francese Paul Lapeira (Decathlon – AG2R La Mondiale), con 8” sul monegasco Victor Langellotti (Ineos – Grenadiers) e 12” sull’elvetico Jan Christen (UAE Emirates XRG) e sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious). Da domani scatta la fase decisiva del Tour de Pologne: la sesta tappa (Bukovina Resort – Bukovina Tatrzanska, 147 km) è la classica tappa di medio-alta montagna sui Monti Tatra, con le salite di Sciana Harnas e Sciana Bukovina inserite in un circuito da ripetere tre volte. Seguirà poi domenica la cronometro individuale a Wielicka, cittadina alle porte di Cracovia nota per le sue imponenti miniere di sale, patrimonio UNESCO dal 1978.
Andrea Giorgini

Brennan vince la tappa di Zakopane del Giro di Polonia (foto Luc Claessen/Getty Images))
ACUTO DI CARUSO, RUI COSTA SECONDO: IL RUGGITO DEI VECCHI LEONI ALLA VUELTA A BURGOS
Nella quarta tappa della Vuelta a Burgos trionfa il nostro Damiano Caruso, corridore che, nonostante pochissime vittorie in carriera (quella odierna è l’ottava) e un’età che sfiora ormai i 38 anni, è tra i più forti specialisti delle corse a tappe in attività, ancora quinto nel Giro di quest’anno. Alle sue spalle si piazza un altro veterano, il portoghese Rui Costa. Nulla cambia nella classifica generale, in attesa del gran finale di domani.
La partenza della quarta tappa della Vuelta a Burgos viene data poco mezzogiorno e mezzo dal paesino di Doña Santos e, dopo molti giri sulla meseta che si stende a sud del capoluogo, a circa 1000 metri di quota, il percorso affronta l’Alto del Collado de Vilviestre (5.3 km al 3.8%), GPM di 3a categoria, dopo 121 chilometri e poi, dopo 152, l’Alto del Cargadero (7.6 km al 2.9%, inclusi due di falsopiano), pure GPM di 3a categoria. Dopo 11 chilometri dalla cima di quest’ultimo GPM e 163 complessivi la tappa si concluderà nel paese di Regumiel de la Sierra, a est di Burgos.
Stamane è in maglia viola il giovane neoprofessionista francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore della tappa di ieri; secondo a 22 secondi è il nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe) e terzo a 26 secondi è il grande favorito della corsa, il messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG); più indietro gli altri grandi nomi in gara: il colombiano Egan Bernal (INEOS Grenadiers) decimo, il nostro Giulio Ciccone (Lidl – Trek) sedicesimo, lo spagnolo Mikel Landa (Soudal Quick-Step) trentesimo dopo il fallimento del suo attacco nella tappa di ieri. Non parte il colombiano Nairo Quintana (Movistar Team), da anni sul viale del tramonto e in passato vincitore due volte di questa corsa. Tutta l’attenzione è comunque rivolta alla rivelazione di questa Vuelta, il francese Bisiaux, che oggi dovrebbe difendere il primato in classifica per poi giocare tutte le sue carte nell’ultima, e decisiva, tappa di sabato.
Un serie di attacchi e contrattacchi, nelle fasi iniziali della tappa, non ottengono alcun risultato, finché, dopo una ventina di chilometri, sette corridori riescono a prendere un buon vantaggio. Sono tutti uomini di secondo piano, tranne due veterani carichi di allori e ormai prossimi ai quanrant’anni: il nostro Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) e il portoghese Rui Costa (EF Education – EasyPost), entrambi troppo attardati in classifica generale per sperare di portarsi nelle prime posizioni. Il vantaggio del gruppetto tocca anche i cinque minuti, poi inizia a scendere nel corso della seconda metà della tappa e all’inizio del primo GPM si è ridotto a circa tre minuti e mezzo. Nonostante una temperatura che supera i 30 gradi e che si avvia a toccare i 40 la velocità è altissima, con una media che sfiora i 50 km/h e il gruppo spesso molto allungato in attesa delle salite finali. La prima ascesa, comunque, non provoca alcuna selezione e allo scollinamento (dove Caruso passa per primo) il vantaggio dei fuggitivi, nessuno dei quali ha ceduto sulla salita, rimane immutato. Ai piedi dell’Alto del Cargadero, quando mancano solo 20 chilometri al traguardo, il gruppetto mantiene tre minuti sul gruppo, vantaggio che dovrebbe bastare a far vincere la tappa a uno di loro. Infatti, già all’inizio della salita, è Caruso a tentare l’azione solitaria e a sgretolare senza difficoltà il resto del gruppetto, mentre nel plotone, pure allungato, nessuno si muove. L’azione del corridore italiano fa il vuoto: Caruso passa per primo anche sul secondo GPM, dove i primi inseguitori transitano con 1’20” di ritardo; il gruppo, che sta recuperando su questi ultimi, ha ancora più di tre minuti da recuperare. Nessuno dei primi in classifica si è mosso, nessuno si muove nella successiva discesa e Caruso non ha il minimo problema ad arrivare da solo sul traguardo di Regumiel de la Sierra. Alle sue spalle si piazza secondo, regolando in volata gli altri reduci della fuga, proprio Rui Costa, con un distacco di 1’26”; terzo è l’altro portoghese Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG). Il gruppo arriva dopo 3’15” e nulla cambia nelle varie classifiche, con Bisiaux sempre al comando della generale, di quella a punti (ma Caruso è ora secondo a soli due punti) e di quella dei giovani, mentre lo spagnolo Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), che ancora gode dei frutti raccolti con la lunga fuga della tappa inaugurale, comanda quella degli scalatori. Domani la Vuelta a Burgos si conclude con una tappa davvero impegnativa, che presenterà un arrivo in salita classificato Hors Catégorie ai laghi di Neila, a quasi 1900 metri di quota. Vedremo tra 24 ore se Bisiaux è davvero un corridore di razza o se uno dei grandi favoriti – Ciccone, Bernal, Landa e soprattutto Del Toro – riuscirà a conquistare il gradino più alto del podio.
Andrea Carta

Caruso vince la quarta tappa della Vuelta a Burgos (foto Fernando Miguel)
UNA DOPPIETTA ISRAEL APRE L’ARCTIC TOUR OF NORWAY
La prima tappa della corsa norvegese se la aggiudica Corbin Strong (Israel), superando in volata il compagno Sheehan
In contemporanea ai più blasonati Tour de Pologne e Vuelta a Burgos ha preso via la 12a edizione dell’Arctic Race of Norway, giovane corsa norvegese che dal 2013 si disputa nei territori dello stato scandinavo situati a nord del Circolo Polare Artico.
La prima tappa, 182 Km altimetricamente molto mossi, si è snodata tra Borkenes (Kvæfjord) e Harstad su di un tracciato che non ha comunque impedito l’arrivo allo sprint, volata nella quale il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) ha fatto valere tutta la sua potenza.
Sotto la pioggia e una temperatura intorno ai 14 gradi, la gara fatica ad accendersi. I numerosi tentativi di inizio giornata non vanno a buon fine e bisogna attendere parecchi chilometri per veder evadere la fuga, composta dapprima da Romain Combaud (Team PiciNic PostNL), Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets), Vetle Torin Eskedal (Team Norway) e Storm Ingebrigtsen (Team Coop-Repsol), raggiunti in un secondo momento da Fredrik Dversnes (Uno-X) e Georg Martinsen (Lillehammer CK Continental Team).
In ogni caso il loro vantaggio non supererà mai il 1’30” e il loro destino appare fin da subito segnato. Ingebrigsten fa appena in tempo ad aggiudicarsi l’ultimo GPM di giornata prima che il gruppo li riassorba. A quel punto sarà la Ken Pharma a portare il gruppo alla volata finale, nonostante alcuni tentativi velleitari negli ultimi chilometri.
La volata è quindi vinta da Strong che va a vestire sia la maglia di leader della classifica generales,sia quella della classifica a punti. Alle sue spalle si piazzano il compagno di squadra Riley Sheehan, Rasmus Tiller (Uno-X Mobility), Ricks Pluimers (Tudor Pro Cycling Team), Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels), Karsten Larsen Feldmann (Team Coop – Repsol) e Davide Ballerini (XDS Astana Team), settimo e primo degli italiani.
Dopo questo primo atto la breve corsa norvegese – quattro tappe in tutto – proporrà una frazione dal finale insidioso perchè nel circuito conclusivo della Tennevoll – Sørreisa si dovranno percorrre quasi 6 Km su fondo sterrato.
Andrea Mastrangelo

Strong vince la prima tappa dell'Arctic Race of Norway (foto Ivan Benedetto / SprintCyclingAgency)
MAGNIER VINCE LO SPRINT DI CIESZYN, LAPEIRA RESTA LEADER IN POLONIA
Dopo la rocambolesca tappa di ieri, oggi il Giro di Polonia non ha offerto particolari “brividi”. Il leader della classifica Paul Lapeira è così riuscito a terminare la tappa in gruppo, senza risentire dell’incrinatura alle costole, e conservare la maglia di leader alla vigilia delle frazioni decisive. Oggi protagonisti sono stati prima gli uomini della fuga, poi i velocisti con il successo allo sprint di un altro transalpino, Paul Magnier
Oggi il Giro di Polonia si è rimesso in viaggio con sette corridori in meno, quasi tutti coinvolti ieri pomeriggio nella brutta caduta che ha portato alla neutralizzazione della terza tappa. Il ritiro più eccellente è stato quello del campione nazionale ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek), che al momento del capitombolo era secondo in classifica generale con appena due secondi di ritardo dal francese Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Le conseguenze peggiori erano capitate al nostro Filippo Baroncini (UAE Team Emirates – XRG), finito all’ospedale con una serie di fratture, tra le quali una cervicale che fortunatamente non ha innescato problemi neurologici. Anche il leader della classifica Lapeira è finito a terra, riportando solo l’incrinatura di due costole, danno che gli ha consentito di prendere il via stamattina alla quarta tappa, da lui conclusa senza patire ritardi e al termine della quale ha così conservato la maglia di leader. Per sua fortuna quella odierna era una delle due tappe destinate ai velocisti, che prevedeva di percorrere 201 Km tra Rybnik e Cieszyn, affrontando tre salite “confinate” nella fase centrale del tracciato, con quasi 70 Km di strada a separare l’ultima ascesa dal traguardo.
Abbassata la bandierina del “via” sono andati subito in fuga tre corridori polacchi, Filip Maciejuk della Red Bull-Bora-Hansgrohe), Paweł Bernas e Michał Pomorski, questi ultimi in gara con le insegne della nazionale polacca. Controllato da Visma-Lease a Bike e Soudal-QuickStep, il gruppo ha lasciato che questo trio raggiungesse un vantaggio massimo di quasi 4 minuti, gap che inesorabilmente si è pian piano sbriciolato quando i tre sono arrivati al cospetto delle salite previste nella fase centrale, toccando i 2′20″ in vetta al GPM del Passo Przegibek, conquistato da Bernas. Nel frattempo esce dal gruppo principale il belga Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck), che raggiunge gli uomini in fuga e va ad aggiudicarsi i due rimanenti traguardi della montagna, consolidando così il suo primato nella classifica degli scalatori, che ora domina con 41 punti, 18 in più rispetto a quello di Tomasz Budziński, altro elemento nella nazionale di casa. Terminate le salite Bernas si stacca e davanti rimangono Kielich e Maciejuk, con il primo che tira i remi in barca dopo aver conquistato anche i due traguardi volanti posti dopo la fine delle salite. Dal canto suo Maciejuk tenta di resistere e riesce a transitare in solitaria al primo passaggio dal traguardo, quando il suo vantaggio sul gruppo è di 50 secondi spaccati e iniziano le tre tornate del circuito cittadino di Cieszyn, un anello di 6.5 Km reso insidioso dalla presenza di una cinquantina di curve, da un breve tratto in pavè e, soprattuto per i velocisti, dal traguardo posto al termine di una breve salitella, 700 metri al 3.9%. Verso la fine del primo giro prova dal gruppo l’azione solitaria l’italiano Lorenzo Milesi (Movistar), che riesce ad agganciare la lepre Maciejuk quando all’arrivo mancano 15 Km e il vantaggio della testa della corsa è calato a 12 secondi, che rimangono praticamente stabili fino all’inizio dell’ultima tornata, quando i cronometri registrano ancora 10 secondi per i due attaccanti. L’inevitabile ricongiungimento avviene a 2.5 Km dal traguardo, subito prima dell’imbocco del breve tratto in pavè – 600 metri in tutto – che caratterizza il finale di corsa. Le operazioni che anticipano la volata vedono in pole position gli uomini della Groupama-FDJ, che riescono ad allungare il gruppo, poi alla squadra transalpina subentra la INEOS, che punta al bis con Ben Turner, già vincitore ieri della tappa neutralizzata. La doppietta, però, non riesce al britannico perchè alla sua ruota si piazza il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step), che parte di scatto subito prima della curva che introduce il breve rettilineo d’arrivo, riuscendo ad anticipare l’avversario allo sprint, mentre terzo si piazza il tedescol Tim Torn Teutenberg
(Lidl – Trek). Il miglior degli italiani è Alberto Bettiol (XDS Astana Team) che su piazza dodicesimo, con lo stesso tempo dei primi e sei posizioni nell’ordine d’arrivo prima di Lapeira che, come detto, non ha risentito dell’incrinatura alle costole e così ha conservato la maglia di leader con distacco immutato sul monegasco Victor Langellotti (INEOS Grenadiers), distanziato di otto secondi.
Domani è previsto l’arrivo nella più nota stazione di sport invernali della Polonia, ma la tappa che terminerà a Zakopane non si annuncia particolarmente difficile. Come nella frazione appena affrontata le ascese principali si dovranno superare nelle fasi centrale e pure in questi casi non s’inconteranno pendenze impegnative; isolata dal tutte le altre sarà la salita di 4 Km al 5.4% sulla quale si scollinerà a 13 Km dall’arrivo, ma non si tratta di un’asperità particolarmente “appetitosa”, anche perchè in vetta non sarà previsto il Gran Premio della Montagna. La classifica è ancora corta – i primi 35 corridori sono raccolti nello spazio di 59 secondi – e inevitabilmente ci sarà un po’ di bagarre, anche se per assistere alle “scintille” vere tra i big del Tour de Pologne si dovrà forse attendere la più complicata tappa di sabato.
Mauro Facoltosi

Paul Magnier vince la quarta tappa del Giro di Polonia (foto Luc Claessen/Getty Images)
LÉO BISIAUX VINCE A VALPUESTA: STA NASCENDO UNA STELLA?
La tappa odierna della Vuelta a Burgos offre agli spettatori un finale molto combattuto, nel quale torna a mettersi in evidenza il nostro Ciccone. Ma nel duello fra l’italiano, spalleggiato dai connazionali Pellizzari e Fortunato, e il leader della UAE, il messicano Del Toro, la spunta il giovane neo professionista Bisiaux, che si era già fatto notare nella classica di San Sebastian e che assume di prepotenza il comando della classifica generale.
La terza tappa della Vuelta a Burgos parte dal monastero di San Pedro de Cardeña, pochi chilometri a est della città che dà il nome a questa corsa, punta con decisione a Nord in direzione di Bilbao e, dopo 184 chilometri che presentano molti saliscendi e ben 4 GPM, di cui uno di 1° categoria, torna indietro sino a raggiungere il centro di Valpuesta, situato a un centinaio di chilometri da Burgos. Il primo GPM è l’Alto de Barcina (7.1 km al 3.5%), 3a categoria, che arriva dopo 62 chilometri; il secondo è il Puerto de Ozeka, breve ma ripido (2.7 km al 8.6%), pure di 3a categoria, dopo 132 Km; poi la tappa entrerà nel vivo e si dovrà salires sull’Alto de Las Campas (4 km al 2.6%), 3a categoria, al chilometro 149, e infine arrivare in cima al Puerto de Orduña (8.1 km al 7.4%), 1a categoria, al chilometro 162, quando ne mancheranno 22 alla fine. Da un lato non ci sono dubbi che l’ultima salita provocherà una selezione importante, dall’altro la distanza dal traguardo sembra eccessiva per consentire un arrivo in solitaria a qualcuno dei grandi favoriti. È più probabile che la vittoria arrida a un “cacciatore di tappe” o che si assista a una volata ristretta all’interno di un gruppetto con tutti i migliori.
Si parte poco dopo mezzogiorno con una temperatura di 26 gradi destinata a salire sino a 35 e oltre e che certamente scoraggerà i corridori dal tentare azioni avventate. In maglia viola è lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – hansgrohe) davanti al francese Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale Team): sono ancora i primi due classificati della prima tappa, ma è probabile che stasera tutte le classifiche vedranno dei grandi cambiamenti. Occorrono ben 40 chilometri perché si formi una fuga promettente e finalmente parte un gruppetto composta da sei corridori di secondo piano (cinque spagnoli e un belga), il cui vantaggio supera rapidamente i cinque minuti. A passare primo in cima all’Alto de Barcina è il basco Gorka Sorarrain (Caja Rural – Seguros RGA) con il gruppo segue a circa 4 minuti. Sulla seconda salita la pendenza si fa sentire e alcuni corridori, fra cui il nostro Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), vincitore ieri, iniziano a staccarsi mentre davanti i fuggitivi si frazionano: restano in testa il belga Sander De Pestel (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Sorarrain, che passa per primo anche sul secondo GPM. Il gruppo transita a 3 minuti, poi sulla terza salita cominciano a tirare gli uomini di Giulio Ciccone (Lidl – Trek), il che lascia sperare che il nostro corridore si sia pienamente ripreso dalla caduta dell’altro ieri e voglia tentare qualcosa per recuperare il distacco rimediato in quell’occasione. È invece Mikel Landa (Soudal Quick-Step), un altro dei grandi nomi presenti in questa corsa, a partire sulle ultime rampe dell’Alto de Las Campas. In cima al GPM transita per primo, ancora una volta, Sorarrain, sempre con De Pestel a ruota; gli altri fuggitivi sono stati ripresi e alle spalle del duo di testa c’è adesso il solo Landa. Quando inizia il quarto e ultimo GPM il gruppo ha ancora un minuto di mezzo di ritardo dalla coppia di testa, ancora inseguita da Landa. Presto il corridore basco desiste dall’inseguimento solitario, viene ripreso e finisce addirittura per essere staccato, mentre sono sempre gli uomini di Ciccone che mantengono alto il ritmo. A 4 chilometri dallo scollinamento cedono i primi due della classifica generale, Labrosse e Adrià. Subito dopo, finalmente, attacca Ciccone in compagnia del giovane francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team), mentre il gruppo si sfalda completamente. I due fuggitivi vengono ripresi in poche centinaia di metri, ma la nuova coppia di testa non riesce a fare il vuoto e alcuni corridori tra i più quotati, fra i quali Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), rimangono a breve distanza. È tuttavia Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) il primo a riportarsi su Ciccone e Bisiaux, seguito poco da Pellizzari, mentre sia Del Toro sia Bernal appaiono un po’ in difficoltà. Bisiaux transita primo sul Puerto de Orduña, poi in discesa anche Del Toro si riporta sul quartetto di testa; tutti gli altri rimangono indietro e non riusciranno più a rientrare. I cinque procedono di buon accordo sino al traguardo quando, con uno scatto improvviso a circa 600 metri dalla linea d’arrivo, parte il meno titolato del quintetto, Bisiaux, che coglie così la sua prima vittoria da professionista e si porta anche al comando della classifica generale. Ciccone è secondo, Pellizzari terzo (e diventa secondo in classifica generale con 22 secondi di ritardo). Gli altri corridori arrivano a piccoli gruppetti, con Bernal a circa 40 secondi e Landa addirittura a 2 minuti.
Terzo in classifica generale, dopo Bisiaux e Pellizzari, è ora Del Toro con 26 secondi di ritardo e anche Fortunato ha il medesimo distacco. Bernal è decimo, Ciccone è risalito al 16esimo posto in classifica, ma il suo ritardo è sempre di 1’36”. Per quanto riguarda le classifiche secondarie Bisiaux comanda anche quelle a punti e di miglior giovani, Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH) mantiene la leadership degli scalatori mentre la Red Bull – BORA – hansgrohe scavalca la Decathlon e la Bahrain – Victorious portandosi al vertice della classifica a squadre. Domani ci attende una tappa un po’ più breve, ma con due GPM nel finale; l’esito potrebbe essere simile a quello odierno, ma la cosa più interessante sarà vedere fin dove vorrà spingersi Bisiaux e c’è già chi ipotizza che possa addirittura conservare la maglia viola sino alla conclusione. Sta nascendo una nuova stella?
Andrea Carta

Bisiaux taglia in solitaria il traguardo di Valpuesta (foto EFE/Santi Otero)

