A LABASTIDA LA VOLATA E’ PER HAYTER
Nella prima tappa del Giro dei Paesi Baschi 2023 la volata di Labastida, al termine di un finale costellato di saliscendi, vede la vittoria di Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) davanti a Mauro Schmid (Team Soudal Quick Step) e Jon Aberasturi (Team Trek Segafredo). Il britannico è la prima maglia gialla
Il Giro dei Paesi Baschi anche quest’anno offre tappe cosparse di muri e salite, sui quali si scatenerà la battaglia per la vittoria finale. Anche la prima tappa, la più facile dal punto di vista altimetrico, offre insidie e trabocchetti lungo il suo percorso. Sono poco più di 165 i km da percorrere da Vitoria-Gasteiz a Labastida e l’unico gpm da affrontare, l’Alto de Opakua posto al km 32.5, sarà seguito da innumerevoli mangia e bevi che contribuiranno a renderà la tappa incerta fino alla fine. I velocisti la vittoria se la dovranno guadagnare anche perché le squadre degli uomini di classifica nel finale lavoreranno per i propri capitani. La fuga di giornata si formava intorno al km 12 grazie all’azione di Cristian Rodriguez (Team Arkea Samsic), Jon Barrenetxea (Team Caja Rural-Seguros RGA) e Txomin Juaristi (Team Euskaltel Euskadi). Era Barrenetxea a scollinare in prima posizione sull’Alto de Opakua. Juaristi vinceva il primo traguardo volante di Labastida posto al km 110.4. Il gruppo riprendeva il terzetto di testa a 30 km dalla conclusione. Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers) vinceva il secondo traguardo volante di Laguardia posto al km 144.9. Il gruppo affrontava il finale di tappa complessivamente compatto ed erano in particolar modo Team Soudal Quick Step e Team INEOS Grenadiers a tenere un ritmo elevato nelle prime posizioni del gruppo. Nonostante un effimero tentativo di allungo da parte di Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies) a circa 2 km dalla conclusione, la volata finale premiava Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers), il quale sfruttava nel migliore dei modi il lavoro della sua squadra e otteneva così la prima vittoria stagionale. Il britannico precedeva sulla linea del traguardo Mauro Schmid (Team Soudal Quick Step) e Jon Aberasturi (Team Trek Segafredo). A chiudere la top five erano Alex Aranburu (Movistar) in quarta posizione ed Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA) in quinta posizione, mentre il primo degli italiani era Cristian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), decimo. Domani è in programma la seconda tappa da Viana a Leitza di 193.8 km. La seconda parte del tracciato è quella più difficile, con quattro gpm che seguono il primo posto al km 75. Dal km 120 fino alla conclusione sarà un continuo saliscendi e nel finale assisteremo sicuramente ad attacchi e contrattacchi per la vittoria della tappa.
Antonio Scarfone

Ethan Hayter vince a Labastida (foto: Getty Images Sport)
SUI MURI FIAMMINGHI POGACAR VENDICA L’AFFRONTO DI SANREMO
aprile 2, 2023 by Redazione
Filed under 3) GIRO DELLE FIANDRE, News
Tadej Pogacar ha vinto l’edizione 2023 del Giro della Fiandre imponendo corsa dura e sgretolando il gruppo a oltre 50 km dall’arrivo. Dopo essere rimasto solo con Van Aert e Van der Poel ha resistito all’attacco dell’olandese, che ha fatto fuori il corridore di casa, e ha poi piazzato l’affondo decisivo che gli ha permesso di presentarsi solo sul traguardo con una quindicina di secondi di vantaggio sul corridore che lo aveva staccato sul Poggio andando a vincere la Milano Sanremo, obbiettivo dichiarato dello sloveno.
“Vendetta, tremenda vendetta” deve aver pensato Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) dopo essersi lasciato sfuggire Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck) sul Poggio di Sanremo ed aver fallito uno degli obiettivi di stagione al quale teneva di più.
Tanto non stava più nella pelle lo sloveno da dimenticare anche che la vendetta è un piatto che si serve freddo. Alla prima vera occasione il capitano delle UAE ha servito il suo piatto ancora fumante al rivale olandese, staccandolo con una progressione micidiale e mantenendo senza problemi il distacco accumulato anche nel tratto pianeggiante che dal Paterberg portava all’arrivo.
La vittoria, però, non è stata costruita nel finale. Il primo affondo di Pogacar è arrivato sull’Oude Kwaremont, a oltre 50 Km dalla conclusione. E’ stato quello l’attacco che ha fatto esplodere la corsa e poi uno successivo sul Paterberg a formare un terzetto di contrattaccanti.
Pogacar ha così dimostrato di avere energie da vendere perché non si è limitato a finalizzare un lavoro svolto da altri, ma ha attaccato a più riprese finché non è riuscito a levarsi tutti di ruota. Del resto, arrivare al traguardo con Van der Poel o Wout Van Aert (Jumbo-Visma) sarebbe stata una condanna alla sconfitta senza alcuna possibilità di diverso epilogo.
Nella prima fase di gara il gruppo non consente alcun tentativo di fuga e le emozioni sono date da un’accelerazione della Bahrain che spezza il gruppo, lasciando indietro anche qualche big come ad esempio Van der Poel. Saranno necessari circa 20 chilometri e un inevitabile dispendio di energie per la squadre prima di arrivare al ricongiugimento.
Poco dopo una caduta provoca un secondo frazionamento del gruppo nel quale incappa Pogacar. In questo caso, però, le operazioni di inseguimento di concludono più rapidamente.
Ripresa la girandola di attacchi sono Filippo Colombo (Q36), Jasper De Buyst (Lotto-Dstny), Daan Hoole (Trek-Segafredo), Elmar Reinders (Jayco-AlUla) e Guillaume Van Keirsbulck (Bingoal WB) ad andar via. I cinque vengono raggiunti da Jonas Rutsch (EF Education-EasyPost), Tim Merlier (Soudal-QuickStep) e Hugo Houle (Israel-PremierTech) nel primo tratto di pavè.
A questo punto il gruppo lascia fare agli attaccanti, che mettono da parte un buon vantaggio, circa 4 minuti.
Poco prima del primo passaggio sull’Oude Kwaremont, Filip Maciejuck (Bahrain Victorious) finisce fuoristrada e centra una buca con dell’acqua e, nel tentativo di riportarsi sulla strada, innesca una maxi caduta nella quale rimangono coinvolti diversi atleti. Ad avere la peggio saranno Tim Wellens (UAE Team Emirates), Shane Archbold e Marco Haller (Bora-Hansgorhe) che dovranno abbandonare la corsa ed affidarsi alla cure ospedaliere.
La perdita di Wellens è un brutto colpo per la UAE, se si pensa all’accelerazione che questo forte atleta aveva impresso sul Poggio di Sanremo per lanciare il capitano all’attacco.
Sul Wolvenberg è Mads Pedersen (Trek – Segafredo)a provare un attacco, con Matteo Trentin (UAE Team Emirates), Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck) e Kevin Geniets (Groupama-FDJ) che non mollano la ruota dell’ex iridato. Questo tentativo sarà rintuzzato, mentre migliore sorta avrà quello nato sul Molenberg per iniziativa di Kasper Asgreen (Soudal-QuickStep). Al danese si accodano Stefan Küng (Groupama-FDJ), Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Trentin, Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma) e Fred Wright (Bahrain Victoroius) e, in un secondo momento, Pedersen e Florian Vermeersch (Lotto-Dstny). Anche Matteo Jorgenson (Movistar) e Benoit Cosnefroy (Ag2R Citroen) riescono ad unirsi a questo drappello di contrattacanti, che incrementano il loro vantaggio sul gruppo e si riportano sui battistrada sul Berg Ten Houte quando mancano circa 80 chilometri alla conclusione e il gruppo ha 1′45″ di ritardo.
La UAE prende in mano le redini delle operazione e in un primo tempo lascia fino a 3 minuti di vantaggio al gruppo di testa; ma al secondo passaggio sull’Oude Kwaremont inizia un gran forcing di Mikkel Bjerg che lancia all’attacco il capitano Pogacar. L’azione sorprende Van Aert e Van der Poel che si trovavano nella retrovie.
I due grandi favoriti cercano di chiudere il gap insieme a Christophe Laporte (Jumbo-Visma) e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers). E’ proprio una successiva accelerata di Laporte che permette al drappello di riportarsi su Pogacar, il quale attacca nuovamente e, stavolta, sono solo Van Aert e Van der Poel che riescono a resistere alla sgasata.
Nel gruppo di testa, intanto, diversi atleti vengono staccati e via via ripresi dal terzetto di fuoriclasse all’inseguimento.
Tra i reduci del gruppo dei battistrada è Pedersen a lanciare il guanto della sfida ai piedi del Kruisberg. Su queste rampe Van der Poel prova un allungo che fa male a Van Aert, il quale rimane staccato, mentre Pogacar riesce agevolmente chiudere.
Van Aert continua a perdere nel successivo falsopiano e l’aiuto di Van Hooydonck, che sembra efficace, arriva forse troppo tardi perché all’ultimo passaggio sul Vecchio kwaremont Pogacar con una progressione micidiale stacca anche Van der Poel, che pure si era dimostrato pimpante staccando Van Aert. Niente da fare perchè Pedersen viene fagocitato rapidamente, mentre Pogacar se ne va e Van der Poel, che non molla, rimane da solo all’inseguimento. A questo punto, inizia una sfida a distanza tra i due che lascerà il gap oscillare tra i 15 e i 20 secondi fino al traguardo, tagliato a braccia alzate da Pogacar che mette nel palmeres una monumento che non aveva mai vinto prima, mentre Van der Poel deve accontentarsi della seconda posizione, centrando il quarto podio in cinque partecipazioni.
Dietro, si ricompatta un gruppetto con Pedersen, Van Aert, Powless, Kung, Asgreen e Wright.
E’ Pedersen a regolare questo gruppetto togliendo a Van Aert la gioia del podio.
Anche la seconda monumento della stagione non ha tradito le attese, si è accesa già a 50 Km dall’arrivo e da lì è stato un susseguirsi di emozioni e attacchi.
Pogacar ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un fuoriclasse e di poter vincere su tutti i terreni.
Le sue dichiarazioni bellicose fanno pensare che punti a vincere almeno una volta tutte le classiche monumento e allo stato attuale la più ostica per lui sembrerebbe la Roubaix, ma a questo punto non si può esser certi di nulla.
La vera speranza è quella di vedere Pogacar tentare la doppietta Giro-Tour perché, dopo Marco Pantani, se c’è qualcuno che può davvero riuscirci questi è proprio lo sloveno, che ha tra l’altro dato prova di andar forte per tutta la stagione.
La fase della classiche di primavera sta offrendo grande spettacolo, oggi i corridori hanno interpretato alla grande una corsa che presenta già di per sé un percorso duro, dal chilometraggio elevato e costellato di muri e i favoriti hanno sfruttato appieno le difficoltà per darsi battaglia, senza attendismi o tatticismi, a dimostrazione che, anche nel ciclismo moderno, è possibile affrontare certe prova a viso aperto anche rischiando di saltare.
Il prossimo appuntamento per gli appassionati sarà la Parigi-Roubaix in programma il giorno di Pasqua. Nell’attesa della classica della pietre domani prenderà il via la sesta corsa a tappe stagionale del circuito World Tour, il Giro dei Paesi Baschi.
Benedetto Ciccarone

Pogacar all'attacco sul Paterberg (foto Tim de Waele/Getty Images)
VOLTA LIMBURG CLASSIC, GROVES BATTE UN COLPO
Kaden Groves vince nella tempesta la classica neerlandese davanti a Van Gils e Eenkhoorn
Percorso duro, pietre e per di più tempo da lupi nel sud dei Paesi Bassi. La fuga se ne va sotto la pioggia pochi chilometri dopo il via, composta da Tim Marsman (Metec-Solarwatt p/b Mantel), Timo de Jong (VolkerWessels Cycling Team), Marien Bogerd (Allinq Continental Cycling Team), Pierre-Pascal Keup (Team Lotto-Kern Haus), Abraham Stockman (TDT-Unibet) e Julian Borresch (Saris Rouvy Sauerland Team).
Al km 40 di corsa accade il surreale: il gruppetto di testa prende la strada sbagliata uscendo dal percorso di gara, che viene così neutralizzata momentaneamente per ristabilire l’ordine. A prescindere dalle strade intraprese però, i fuggitivi non raggiungono mai più di 1 minuto di vantaggio permettendo ad avventori di giornata di provare il contrattacco dal plotone. Si susseguono dunque vari tentativi singoli di ricongiungimento, alcuni dei quali con successo aumentando volta volta le unità del gruppetto al comando.
Appurata l’impossibilità del rientro a ranghi compatti date le asperità planimetriche, altimetriche e meteorologiche, la Lotto oggi protagonista della rincorsa si fa da parte e decide al contrario di lanciare unità singole alla rincorsa. Se ne vanno così dal gruppo Milan Menten, Pascal Eenkhoorn e Maxim Van Gils, con al traino Dries De Bondt (Alpecin-Deceuninck) e Mathias Bregnhøj (Leopard TOGT Pro Cycling). Il gruppetto inseguitore trova l’accordo e riesce ben presto e rientrare sul folto drappello al comando della corsa.
Con i distacchi così ridotti si susseguono fasi molto confuse di corsa senza un vero padrone. Uno dei momenti di svolta della giornata è l’attacco della coppia Oscar Onley (Team DSM) e Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) dal gruppo: i due in poco tempo recuperano uno ad uno tutti gli attaccanti e si portano al comando. Ai -37 ci prova di nuovo Groves, oggi in grande spolvero, il quale riesce nell’obiettivo di ridurre ancora di più le unità del gruppo ma senza rimanere da solo. Compito che gli riesce – quasi – finalmente durante l’ascesa del Moerslag, ultima asperità di giornata: sulla sua ruota resta il solo Van Gils che strenuamente resisterà fin sul traguardo, con la duplice speranza di un rientro da dietro di un compagno di squadra in Lotto, e di giocarsi le proprie carte nella volata a 2. Vane entrambe alla prova dei fatti: l’australiano Groves è il più veloce e vince così la classica odierna. Chiude il podio l’altro deluso di giornata in Lotto Dsnty, Pascal Eenkhoorn.
Lorenzo Alessandri

Kaden Groves esulta a Limburg sotto la pioggia
ION IZAGIRRE SULLE ORME DI MIGUEL INDURAIN. ALLO SPAGNOLO IL GP DEDICATO AL CAMPIONE NAVARRO
Ion Izagirre (Team Cofidis) vince il GP Miguel Indurain 2023 grazie ad un attacco che non lascia scampo agli avversari sul muro finale a circa 2 km dalla conclusione. Lo spagnolo ha la meglio su Sergio Higuita (Team BORA Hansgrohe) e Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo), entrambi distanziati di 2 secondi.
L’edizione 2023 del GP Miguel Indurain parte da Estella e si conclude a Estella dopo circa 204 km. Come al solito questa corsa serve di preparazione per il Giro dei Paesi Baschi che prenderà il via lunedì 3 Aprile e vedrà ai nastri di partenza molti ciclisti in gara oggi. Tra i più attesi si segnalano Sergio Higuita (Team BORA Hansgrohe), Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo), Andreas Kron (Team Lotto Dstny) e una consistente ‘flotta’ di ciclisti spagnoli tra cui spiccano Alex Aranburu e Gonzalo Serrano (Team Movistar), Marc Soler (UAE Team Emirates) e Ion Izagirre (Team Cofidis), per citarne alcuni. Assente invece Warren Barguil, che vinse lo scorso anno grazie ad una volata ristretta. Il percorso, piuttosto esigente, è caratterizzato da diverse salite, non durissime, ma che spezzeranno continuamente il ritmo e che saranno trampolino di lancio ideale per i vari attacchi, specialmente nelle fasi calde della corsa. La fuga di giornata, partita intorno al km 20, era composta da quattro ciclisti: Alessandro Fancellu (Team EOLO-Kometa), Xavier Canellas (Team Electro Hiper Europa), Mikel Bizkarra (Team Euskaltel Euskadi) e Matyas Kopecky (Team Novo Nordisk). Sotto il forcing prima dell’UAE Team Emirates e del Team Movistar, e successivamente del Team EF Education First, il gruppo principale diminuiva progressivamente il ritardo sui fuggitivi, che tra l’altro iniziavano a perdere pezzi. Il primo a rialzarsi era infatti Fancello, seguito poco più tardi da Kopecki e Bizkarra. Il gruppo si ricompattava a circa 30 km dalla conclusione e subito ricominciavano i nuovi attacchi, i primi dei quali erano portati da Luis Leon Sanchez (Team Astana Qazaqstan) e Nelson Oliveira (Team Movistar). La coppia si avvantaggiava di qualche decina di secondi e restava in avanscoperta una decina di km, dopodichè l’inseguimento del gruppo aveva la meglio e Sanchez e Oliveira venivano ripresi a 13 km dalla conclusione. L’Alto Ibarra, a poco più di 2 km dalla conclusione, risultava decisivo, con Ion Izagirre (Team Cofidis) che accelerava e staccava Sergio Higuita. Lo spagnolo scollinava per primo e dava tutto nella breve discesa che portava al traguardo di Estella. Izagirre vinceva con 2 secondi di vantaggio su Higuita mentre terzo era Mattias Skjelmose Jensen, anche lui a 2 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Andreas Kron in quarta posizione e Roger Adrià in quinta posizione. Nella top ten si segnalava il decimo posto di Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), primo italiano all’arrivo. Izagirre ottiene la prima vittoria stagionale e si candida ad essere un uomo da osservare molto attentamente al prossimo Giro dei Paesi Baschi.
Antonio Scarfone

Ion Izagirre vince il GP Indurain 2023 (foto: David Ramos/Getty Images)
DWARS DOOR VLAANDEREN: TRIONFANO ANCORA LAPORTE E LA JUMBO-VISMA
Settantasettesima edizione della Dwars door Vlaanderen – A travers la Flandre che viene vinta da Christophe Laporte (Jumbo-Visma) con un’azione da finisseur lanciata a 3,5 km dall’arrivo, un successo importante per il corridore francese che si ripete dopo la Gand-Wevelgem vinta domenica.
Corsa come ogni anno incerta che stavolta non vedeva al via il vincitore in carica Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) ma aveva ai nastri di partenza campioni del calibro di Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), Michael Matthews (Team JayCo), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e il vincitore di giornata Laporte con la corazzata Jumbo-Visma. Subito dopo la partenza prendeva il largo la fuga con Alexander Kristoff (Uno-X), Yevgeniy Gidich (Astana Qazaqstan), Oier Lazkano (Movistar), Leon Heinschke (Team DSM), Nickolas Zukowsky (Q36.5) e Ward Vanhoof (Flanders-Baloise). I sei attaccanti, che avevano staccato il gruppo a 15 chilometri dal via, arrivano a guadagnare fino a 4 minuti, un brutto segnale per gli inseguitori.
Le squadre dei big si avvicendavano in testa al plotone per recuperare il gap dai fuggitivi e uno sforzo notevole lo avevano fatto gli uomini della Trek-Segafredo. Proprio in questa fase, a 90 km dall’arrivo, cadeva a terra Tim Merlier (Soudal-QuickStep) che dava così l’addio alla gara. Tra il Kanarieberg e il Knokteberg, a una sessantina di chilometri all’arrivo, la corsa entrava nel vivo con la Jumbo-Visma che faceva partire all’attacco i suoi campioni. Il primo a tentare di evadere dal gruppo era Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) con un doppio attacco; al secondo tentativo gli restavano dietro solo 8 corridori: Laporte, Mikkel Frølich Honoré e Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), Stefan Küng, Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck). Questi contrattaccanti raggiungevano tutti i fuggitivi con l’esclusione di Kristoff e Lazkano che, stoicamente, mantenevano ancora un residuo vantaggio. Dopo essersi fatti prendere di sorpresa, Pedersen e la sua Trek-Segafredo si mettevano all’inseguimento del gruppetto Benoot, che nel frattempo aveva raggiunto Kristoff e Lazkano. Chilometro dopo chilometro, grazie anche all’aiuto dell’Alpecin-Deceuninck, il gruppo forte di trenta unità recuperava terreno arrivando a un gap di pochissimi secondi. A sei chilometri dalla linea d’arrivo con il gruppo a pochi metri partiva l’assolo di Laporte. Il ciclista francese della Jumbo-Visma partiva in progressione lasciando sul posto gli ex compagni di fuga e involandosi verso il traguardo di Waregem.
Secondo si piazzava Powless, che batteva allo sprint un irriducibile Lazkano. Philipsen regolava lo sprint del gruppo inseguitore piazzandosi quarto. Primo degli italiani è Davide Ballerini (Soudal-QuickStep), settimo davanti ad Andrea Pasqualon (Bahrain Victorious).
Luigi Giglio

Le Fiandre portano ancora bene a Laporte: dopo la Gand-Wevelgem di domenica il corridore francese vince anche la Dwars Door Vlaanderen (foto Tim de Waele/Getty Images)
GP LARCIANO, ACUTO DI BEN HEALY
Ben Healy vince in solitaria la classica toscana. Dietro di lui Ghebregzabhier e Stewart
Pronti via e la fuga di giornata è già fatta e lasciata dal gruppo: al comando si trovano in 6, Declan Irvine (Team Novo Nordisk), Francesco Galimberti (Biesse-Carrera), Pier Elis Belletta (Biesse-Carrera), Michele Berasi (General Store-Essegibi-F.lli Curia), Davide Dapporto (Team Technipes inEmiliaRomagna) e Filippo Dignani (Work Service-Vitalcare-Dynatek).
Come da tradizione del GP Industria e Artigianato sono 4 le tornate in programma intorno al borgo medievale di Larciano nel pistoiese, con altrettante scalate al breve ma arcigno GPM del Fornello.
Nel gruppo a battere il ritmo senza sosta è in gran parte la UAE Emirates, tanto che la fuga viene ricongiunta ben prima delle fasi conclusive della corsa. Si susseguono dunque fasi confuse caratterizzate da attacchi e contrattacchi approfittando delle pendenze del Fornello, che non portano grosse novità di cronaca se non la frattura avvenuta nel plotone intorno ai -40 dal traguardo. Al comando delle ostilità si trova in questa fase un nutrito gruppetto di 17 unità con nomi interessanti, fra cui il blocco UAE Diego Ulissi, Davide Formolo, Marc Hirschi e Felix Grossschartner, e il trio Trek Segafredo Amanuel Ghebreigzabhier, Tony Gallopin e Natnael Tefsatsion.
I battistrada trovano un discreto accordo fino ai piedi dell’ultima e decisiva tornata sul Fornello, dove tutti si aspettano un allungo da parte di un uomo UAE in maggioranza numerica e ai punti del talento fra gli uomini al comando. Dietro per il gruppo ormai le sorti sono segnate, nonostante un tentativo strenuo della Eolo-Kometa di ricucire lo strappo.
Davanti intanto in pochi danno peso all’attacco di Ben Healy EF Education – EasyPost, già vincitore di tappa e terzo finale alla Coppa e Bartali dei giorni passati. L’irlandese prende un piccolo margine nel tratto più duro del Fornello, quanto basta per valergli il successo finale in solitaria nel centro di Larciano. Dietro di lui si avvantaggia di poco sugli altri Amanuel Ghebregzabhier (Trek-Segafredo), mentre la volantina per l’ultima posizione sul podio è regolata da Mark Stewart (Bolton Equities Black Spoke). Piccola delusione in team UAE col solo sesto finale per Diego Ulissi, non riuscito a saltare prontamente sulle ruote del vincitore odierno.
Lorenzo Alessandri

Ben Healy, vincitore odierno in solitaria a Larciano. Photo Credit: Getty Images
PREMIATA DITTA ROGLIC & EVENEPOEL, IN CATALOGNA È SPETTACOLO FINO ALL’ULTIMO COLPO DI PEDALE
A Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) la tappa e a Primoz Roglic (Jumbo Visma) la Volta a Catalunya 2023. È l’epilogo giusto della corsa a tappe iberica, conclusasi oggi con la settima ed ultima frazione
La tappa conclusiva del Giro di Catalogna, disegnata nei dintorni di Barcellona con l’insidioso circuito del Montjuic nel finale, inizia con un attacco di Richard Carapaz (EF Education-EasyPost). Insieme all’ecuadoriano ci sono il compagno di squadra Simon Carr, Guillaume Martin (Cofidis), Carlos Verona (Movistar Team) e David de la Cruz (Astana Team). A questi si accodano Geoffrey Bouchard (AG2R Citroen Team), Tsgabu Grmay (Team Jayco AIUIa), Mikel Bizkarra (Euskatel-Euskadi) e Txomin Juaristi, anch’egli del team basco.
Il gruppo, trainato dalla Soudal Quick Step, si mantiene a circa minuto e 10”.
A 15 km dall’inizio del primo dei sei giri del circuito fora Ivo Oliveria (UAE Emitrates) mentre Bouchard si aggiudica il secondo traguardo volante di giornata.
Ai -47 dalla conclusione inizia l’anello conclusivo con il plotone a un minuto. La salita che caratterizza il circuito non lascia scampo a Bizkarra e Hater, usciti dal drappello dei fuggitivi. Dopo il primo GPM il gruppo vede i corridori in fuga, dai quali prova a staccarsi De La Cruz. Ai -30 km vengono ripresi i 7 lì davanti, eccezion fatta per De La Cruz, anche se il tentativo dello spagnolo si esaurisce subito.
Ai -200 metri dal terzo scollinamento ecco lo scatto di Evenepoel con la risposta di Roglic. Poco dopo è Marc Soler (UAE Team Emirates) a partire per provare a raggiungerli.
La sfida entra nel vivo quando restano ancora 20 km. Remco vuole giocarsi il tutto per tutto e recuperare i 10” di distacco da Primoz nell’ultimo giro del circuito. Il belga ci prova, ma Roglic non gli lascia un centimetro di strada e alla fine il campione del mondo in carica deve accontentarsi della vittoria di tappa, del secondo posto finale a 6” dallo sloveno e della conquista della classifica finale degli scalatori, mentre Roglic arriva secondo e trionfa nella Volta a Catalunya 2023. Terzo è Soler, un piazzamento che non è sufficiente allo spagnolo per raggiungere il gradino più basso del podio della graduatoria finale, appannaggio di Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 2’11”. Buonissimo settimo posto per Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) a 3’06” dal vincitore Roglic.
Vito Sansone

Evenepoel e Roglic danno spettacolo anche nell'ultima tappa (foto David RamosGetty Images)
LAPORTE VINCE LA GAND-WEVELGEN NEL TRIONFO DELLA JUMBO VISMA
marzo 26, 2023 by Redazione
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News
Christophe Laporte e Wout van Aert arrivano tutti soli a Wevelgem dopo un attacco incrociato tra Molenberg e Kemmelberg. La coppia della Jumbo Visma ripete l’exploit dello scorso anno all’E3 Saxo Bank ma questa volta primo e secondo si invertono. Ganna cade e si ritira
La Gand-Wevelgem 2023 conserva complessivamente lo stesso percorso dello scorso anno quando a vincere fu Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert), che diede la prima storica vittoria all’Africa in una classica così prestigiosa. Si parte da Ypres e si arriva a Gand dopo oltre 260 km. La strada sarà pianeggiante fino alla serie di nove ‘berg’ che caratterizzeranno il finale di corsa, dal km 166 al km 226. Tra il Kemmelberg ed il Monteberg, quarto e quinto berg da affrontare, ci saranno anche tre settori in sterrato/pavè che potrebbero indurire ulteriormente la corsa, già di suo impegnativa perché sono previsti pioggia e vento. Alla partenza, oltre a Girmay, non mancano gli specialisti del Nord tra cui, in ordine sparso, citiamo Wout van Aert e Christophe Laporte (Team Jumbo Visma), Mads Pedersen e Jasper Stuyven (Team Trek Segafredo), Tim Merlier e Kasper Asgreen (Team Soudal Quick Step), Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious). L’Italia punta a degli outsider di tutto rispetto come Matteo trentin (UAE Team Emirates), Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) ed Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost). Dopo poco più di 10 km dalla partenza di Ypres evadeva la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti: Lewis Askey (Team Groupama FDJ), Johan Jacobs (Team Movistar), Milan Fretin (Team Flanders Baloise), Luca van Boven (Team Bingoal WB) e Colin Joyce (Team Human Powered Health). Dopo 63 km Greg van Avermaet (Team AG2R Citroen), Yevgeniy Fedorov (Team Astana Qazaqstan) e Jelle Wallays (Team Cofidis) raggiungevano i cinque ciclisti in testa alla corsa. Al km 95 altri sei ciclisti riuscivano a raggiungere il gruppo di testa, ovvero Mike Teunissen (Team Intermarchè Circus Wanty), Jenthe Biermans (Team Arkea Samsic), Elmar Reinders (Team Jayco AlUla), Aaron van Poucke (Team Flanders Baloise), Sandy Dujardin (Team TotalEnergies), Guillaume van Keirsbulck (Team Bingoal WB). Erano così 14 i fuggitivi ‘totali’. Il gruppo inseguiva per il momento a 3 minuti e mezzo. Tra vari rimescolamenti, favoriti dalla pioggia battente che faceva aumentare la fatica nel gruppo, una volta ripresa la fuga ricominciavano vari attacchi nella seconda parte del tracciato, dopo aver superato i tratti in sterrato/pavè. Purtroppo si segnalava anche il ritiro di Pilippo Ganna e di Michal Kwiatkowski (Team INEOS Grenadiers) a causa di una caduta. Erano Christophe Laporte e Wout van Aert (Team Jumbo Visma) che si involavano come nell’E3 Harelbeke 2022. L’azione giusta della coppia si concretizzava tra il Monteberg ed il secondo Kemmelberg. Il gruppo provava a reagire tirato dal team INEOS e dal team Alpecin Deceuninck ma Van Aert e Laporte in breve tempo arrivavano ad avere oltre 1 minuto di vantaggio. La coppia di testa si presentava ai piedi del terzo Kemmelberg, scalato però da un altro versante, con 1 minuto e 10 secondi sul gruppo inseguitore. Era ormai un deja vu dell’anno scorso alla E3 Saxo Bank Classic con Van Aert e Laporte che si avviavano insieme per la parata finale. E se lo scorso anno non ci fu volata, con Van Aert che si impose sul francese, questa volta il campione belga ‘ricambiava’ il favore, con Laporte che tagliava per primo il traguardo. Al terzo posto, dopo che un gruppetto di inseguitori si era staccato dal gruppo principale, si piazzava Sep Vanmarcke (Team Israel Premier Tech) a quasi 2 minuti di ritardo da Laporte mentre chiudevano la top five Frederik Frison (Team Lotto Dstny) in quarta posizione e Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) in quinta posizione. Laporte ottiene la prima vittoria stagionale e insieme a Van Aert potrà preparare al meglio il Giro delle Fiandre.
Antonio Scarfone

Christophe Laporte vince la Gand-Wevelgem
CATALOGNA, A MOLINS DE REI BIS DELL’AUSSIE GROVES. ROGLIC SEMPRE IN TESTA ALLA GENERALE
Fora negli ultimi 3 km, cambia la bici, domina la volata e vince. Con una grande prova di forza e tenacia Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck) si aggiudica, alla media di 45,300 km/h, la sesta e penultima tappa della Volta a Catalunya, la Martorell-Molins de Rei di 174 km. Battuti allo sprint il francese Bryan Coquard (Cofidis) e l’olandese Ide Schelling (Bora – Hansgrohe). In testa rimane saldo Primoz Roglic (Jumbo – Visma) con 10” di vantaggio su Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step). Più staccato, a 1’07”, Joao Almeida (UAE Team Emirates).
Frazione, quella odierna, ridisegnata nel finale ed accorciata di 9 km dopo l’eliminazione del secondo GPM in programma, l’Alt de Fontpineda, a causa della discesa ritenuta pericolosissima. Subito dopo aver scalato l’Alt de la Creu d’Aragall si scende e si fa rotta verso Palleja, da dove si va dritti verso l’arrivo.
Fuga breve da parte di Rune Herregotds (Intermarché – Circus – Wanty), Louis Vervaeke (Soudal – Quick Step) e Andreas Kron (Lotto Dstny). Dopo essere stati ripresi, ecco il primo traguardo volante, a Terres de Lleida, con il leader della corsa Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che beffa Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) aumentando di un secondo il vantaggio parziale in classifica.
Tutto questo accade a poco più di 100 km dal traguardo, poi un nuovo drappello di corridori prova la fuga. Si tratta di Fausto Masnada (Soudal – Quick Step), Carlos Verona (Movistar Team), Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team), Oscar Onley (Team DSM), Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team) e Jonas Gregaard (Jumbo-Visma). Prova a raggiungerli Kevin Colleoni (Team Jayco AlUla). Intanto c’è una caduta in gruppo che coinvolge, tra gli altri, Egan Bernal (Ineos Grenadiers). Dal gruppo dei migliori vanno via Koen Bouwman (Jumbo-Visma) e Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), inseguiti e raggiunti da Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), Gino Mäder e Tobias Foss (Bahrain – Victorious), Ide Schelling (Bora – Hansgrohe) e Jetse Bol (Burgos-BH), Tutti questi tentativi sono stoppati dall’azione virulenta del gruppo, trainato dalla Jumbo-Visma. Ripreso anche Colleoni, restano Masnada, Verona, Bouchard, Onley, Velasco e Gregaard con 55” di vantaggio sul plotone a 80 km dal traguardo.
Bernal, sfortunatissimo, è costretto al ritiro. Il gruppo accelera e in prossimità dell’Alt de la Creu d’Aragall (salita di 7,1 km al 6% con picchi al 13%) riprende i fuggitivi. Inizia la salita e parte subito lo spagnolo Marc Soler (UAE Team Emirates), che acciuffa Bouchard e s’invola. Sembra efficace l’azione dell’iberico, il quale a un chilometro dallo scollinamento arriva ad avere 23” di vantaggio sul gruppo. Ma ai -500 metri dal GPM parte Evenepoel. Roglic risponde e i due in cima transitano con 17” di ritardo da Soler e con 13” di vantaggio sul resto del plotone. La discesa favorisce i duellanti per la vittoria finale del Giro di Catalogna. Soler viene ripreso ai -20 km dall’arrivo. I tre hanno 23” di vantaggio sul resto dei corridori. Ai -17 altra accelerata dell’iridato in carica. Soler si stacca ed a ruota del belga resta solo Roglic. I due, però, non riescono a guadagnare quanto necessario per giocarsela allo sprint, anche perchè lo sloveno non dà alcun cambio al portacolori della Soudal- Quick Step. Dunque ai -8 km il gruppo torna compatto. Remco vince l’ultimo sprint intermedio di giornata e si prende i 3” di abbuono (oltre a 3 punti nella classifica a punti). Secondo è Roglic (2” e 2 punti) e terzo Marc Soler (un secondo e un punto). Dunque il distacco del campione del mondo dallo sloveno è ritornato ad essere di 10”, come alla partenza da Martorell. Dal gruppo ci provano Mikel Landa (Bahrain – Victorious) e Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), ma vengono risucchiati ai -5.
Foratura per Groves ai -3. L’australiano prende la bici del compagno Xandro Meurisse e prova a riprendere il gruppo. Ci riesce quando siamo in vista dell’ultimo chilometro. Bruno Armirail (Groupama – FDJ) cerca di sorprendere tutti senza successo. Il gruppo si ricompatta negli ultimi 1000 metri. Evenepoel prova ad inserirsi nella mischia, ma Groves va dritto come una spada e trionfa per l’undicesima volta in carriera, la terza in Catalogna e la seconda nell’edizione di quest’anno.
Domani la chiusura vedrà protagonista Barcellona. Durante un primo ampio circuito si scalerà l’Alt de Begues (7 km al 5.4%). Nel finale si riproporrà l’impegnativo percorso delle ultime due edizioni, che prevede a metà della tradizionale salita al Montjuïc una deviazione a sinistra per affrontare il muro che porta fino al castello: 2.5 km al 4.6%, ma con una pendenza massima del 19%. Nei 5 km che portano all’arrivo ecco un ulteriore strappo nei pressi dello Stadio Olimpico (circa 700 metri al 6%). Il circuito verrà ripetuto per 6 volte.
Vito Sansone

Secondo successo sulle strade catalane per l'australiano Groves (Getty Images)
CAVAGNA VINCE LA CRONOMETRO DI CARPI. A SCHMID LA SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI & BARTALI
Nell’ultima tappa a cronometro di Carpi Remi Cavagna (Team Soudal Quick Step) si impone davanti a Michael Hepburn (Team Jayco AlUla) e Ben Healy (Team EF Education EasyPost). Mauro Schmid (Team Soudal Quick Step) vince la Settimana Internazionale Coppi & Bartali
La cronometro individuale di Carpi, lunga 18.6 km e piatta come un tavolo da biliardo, pone fine alla Settimana Coppi & Bartali 2023. La breve corsa romagnola anche quest’anno ha visto eccellere volti più o meno nuovi del ciclismo internazionale e con le sue tappe dai percorsi imprevedibili e complessivamente impegnativi ha raccolto l’interesse di tifosi e appassionati. Mauro Schmid (Team Soudal Quick Step), tra i favoriti della vigilia, prenderà il via per ultimo potendo sfruttare i 14 secondi di vantaggio su James Shaw (Team EF Education First), rivelatosi il suo più pericoloso avversario. A tenere alto il nome dell’Italia ci penseranno Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team), Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team) e Domenico Pozzovivo (Team Israel Premier Tech), rispettivamente terzo, quarto e quinto in classifica generale a 28, 35 e 43 secondi di ritardo da Schmid. Remi Cavagna (Team Soudal Quick Step) aveva i favori del pronostico ed il francese non ha deluso le aspettative facendo fermare il cronometro a 22 minuti e 12 secondi. In seconda posizione si è classificato Michael Hepburn (Team Jayco AlUla) a 18 secondi di ritardo mentre sul gradino più basso del podio di giornata è salito Ben Healy (Team EF Education EasyPost) a 26 secondi di ritardo da Cavagna. Hanno chiuso la top five Joel Suter (Tudor Pro Cycling Team) in quarta posizione a 26 secondi di ritardo da cavagna e Leo Hayter (Team INEOS Grenadiers) a 27 secondi di ritardo da Cavagna. Per quanto riguarda la lotta per la classifica generale, Mauro Schmid ha chiuso in ottava posizione con un ritardo di 41 secondi dal compagno di squadra francese ma le prove peggiori degli immediati inseguitor – se si esclude la buona prestazione di Healy – hanno consentito allo svizzero di vincere abbastanza agevolmente la Settimana Coppi & Bartali 2023 con un vantaggio di 16 secondi su James Shaw e di 22 secondi su Healy. Un podio finale tutto straniero dopo le deludenti prestazioni di Brambilla, Calzoni e Pozzovivo, tutti e tre autori di una cronometro impalpabile. Schmid vince la sua prima corsa a tappe del 2023 e si candida ad essere un ciclista da seguire con grande attenzione in questi tipi di corse, avendo ottime doti da cronomen, da scalatore e da finisseur. Molti degli atleti che hanno partecipato alla Settimana Internazionale Coppi & Bartali prenderanno il via già domani al GP Industria & Artigianato di Larciano, mentre la prossima corsa a tappe che si disputerà in Italia sarà il Giro di Sicilia dall’11 al 14 Aprile prossimi.
Antonio Scarfone

Remi Cavagna vince la cronometro di Carpi (foto: Bruno Bade/Getty Image)

