I CALIFFI DELLA SOUDAL VOLANO NELLA CRONOSQUADRE, MA È L’INEOS PLAPP IL NUOVO SCEICCO DELL’UAE TOUR
La cronometro a squadre dell’UAE Tour ha un impatto lieve in classifica, perchè al termine dei 17 Km e rotti del circuito di Khalifa Port la maggior parte delle squadre accusano distacchi di risibile entità. Vittoria alla Soudal Quick Step del grande favorito per la vittoria finale Remco Evenepoel, che però non veste la maglia di leader della classifica, che viene assegnata dalla giuria all’australiano Luke Plapp.
Alla Soudal Quick Step del vincitore di ieri Tim Merlier e del campione del mondo Remco Evenepoel va la cronosquadre di Khalifa Port, 17,3 km completamente piatti. Distanziata di un solo secondo arriva la EF Education Easy Post. Gradino più basso del podio per la Ineos Grenadiers di Luke Plapp. Quest’ultimo, però, approfitta del fatto che il leader della classifica Merlier si sia staccato a circa un chilometro dall’arrivo, dopo il grande lavoro svolto per portare la Soudal al successo di questa seconda tappa dell’UAE Tour, per vestire la maglia rossa di leader della classifica. Plapp, nella generale, ha praticamente lo stesso tempo di Remco Evenepoel, ancora grande protagonista, ma la giuria gli assegna la leadership in virtù di un miglior piazzamento nella classifica a punti, come prescrive il regolamento. Sale, invece, dalla quinta alla terza posizione Nikias Arndt (Barhain-Victorious), staccato di 3”.
Si parte e l’UAE Emirates chiude la cronosquadre in 18’e 33” lasciando Groupama-FDJ a 10”, Alpecin-Deceuninck a 32″ e Tudor Pro Cycling Team a 34″, detenendo per parecchio il miglior tempo. Irrompe successivamamente la EF-Education EasyPost, che è già in vantaggio di 12” rispetto all’UAE al primo intermedio e alla fine la superano per 15″ La Trek-Segafredo giunge al traguardo terza a 18” dall’EF, mentre tutti attendono le prestazioni di Ineos-Grenadiers e Soudal Quick Step. Plapp e compagni, che all’intermedio erano arrivati con 7” di ritardo, rosicchiano lo svantaggio e giungono sul traguardo con solo 2” in pù.
Parte il team della maglia rossa, ma all’inizio la Soudal pare avere il freno tirato e paga 10″ di ritardo dall’EF al primo intermedio. Nel frattempo la Bahrain-Victorius di Arndt e Phil Bauhaus arriva al traguardo piazzandosi temporaneamente terza.
A questo punto, come avvenuto ieri, Evenepoel si rende conto che è ora di aumentare l’andatura ed è autore di uin lavoro pazzesco, con la preziosa collaborazione di Merlier. La fatica che viene pagata a caro prezzo da quest’ultimo, che si stacca dal trenino della Soudal a mille metri dalla conclusione, cedendo il simbolo del primato a Plapp.
Grazie all’azione dei due belgi la Soudal riesce a rimontare ed a sorpassare l’EF proprio nel finale, fermando il crono sui 18’11″, alla media di 56.773 km/h.
La maglia rossa, come detto, va aa Plapp. Dietro di lui c’è Evenepoel con lo stesso tempo, quindi Arndt a 3”, Pello Bilbao (Bahrain-Victorius) a 4” e Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) a 5”.
Plapp è anche leader della classifica dei giovani (maglia bianca), mentre per Merlier c’è la casacca verde della graduatoria a punti.
Domani terza frazione dalla Umbrella Beach di Al Fujairah alla Jebel Jais, la più lunga (185 Km) e impegnativa dell’UAE 2023 con la lunga salita finale, (21.1 km al 5.4%) e gli ultimi 3 km con pendenza media del 7% e massima del 9%.
Vito Sansone

Il trenino della Soudal-QuickStep lanciato verso la vittoria nella cronometro a squadre (foto Dario Belingheri / Getty Images)
MERLIER AL FOTOFINISH, EVENEPOEL COL VENTO IN POPPA
Allo sprinter della Alpecin la 1a frazione dell’UAE TOUR. L’iridato guadagna 51” sui diretti avversari
Una volata sul filo dei millesimi, anzi dei millimetri. A spuntarla nella prima tappa dell’UAE Tour – 151 km da Al Dhafra Castle ad Al Mirfa – è Tim Merlier (Alpecin-Deceuninck) su Caleb Ewan (Lotto Dstny). Ma c’è anche un vincitore morale di questo atto iniziale del Giro degli Emirati Arabi Uniti ed è Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step). Il campione del mondo in carica, infatti, negli ultimi 6 chilometri sconvolge una tappa lì per lì abbastanza noiosa e condizionata dal vento, tirando il gruppetto dei 13 e guadagnando una cinquantina di secondi su tutti i suoi avversari per la vittoria finale.
Una prima frazione, del resto, fatta apposta per le ruote veloci, con un percorso pianeggiante, fatta eccezione per uno piccolo strappo di 500 metri dubito dopo il primo passaggio sul traguardo, nel circuito finale di 18 km e mezzo.
Grande incognita i ventagli. Detto, fatto. Il plotone si scompone in tanti gruppettini.
A metà gara davanti sono Evenepoel, poi Elia Viviani, Kim Heiduk, Joshua Tarling e Luke Plapp (Ineos-Grenadiers), Michel Hessmann, Olav Kooij, Thomas Gloag e Tosh Van Der Sande (Jumbo-Visma), Andrey Amador, Martijn Van Den Berg (EF Education), Maurice Ballerstedt (Alpecin-Deceuninck), Sam Bennett, Danny Van Poppel (BORA-Hansgrohe), Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), Pello Bilbao, Phil Bauhaus, Matevz Govekar, Niklas Arndt e Fran Miholjevic (Bahrain Victorious), Arthur Kluckers, Maikel Zijlaard (Tudor), Cees Bol (Astana-Qazaqstan), Clement Davy (Groupama-FDJ) e Tobias Lund Andersen (Team DSM), Jarrad Drizners (Lotto-Dstny). Questi 23 hanno 43” di margine su Merlier, Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team), Arnaud Demare (Groupama-FDJ.), Ewan ed Adam Yates (UAE Team Emirates).
Plapp si aggiudica il secondo sprint intermedio davanti ad Evenepoel e ad Arndt.
Ora il mini-gruppo guidato da Merlier, Cavendish ed Yates, con l’UAE Team Emirates e la Soudal-Quick Step a tirare, fa sentire il fiato sul collo alla testa della corsa fino al riaggancio ai -50 km. Diventano in 57 lì davanti con un altro italiano, Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty) ad aggiungersi a Viviani. Mentre il plotone è ad oltre 4’ e 30”.
L’assenza di vento non aiuta Evenepoel e soci ed il gap si assottiglia sempre più. Ai -33 il gruppone ha solo 1’25” di svantaggio e vede i 57 lì davanti. Ai -30, però, ecco il campione del mondo tirar fuori il coniglio dal cilindro; contrattacca portandosi appresso Merlier, Bert Lerberghe (Soudal-Quick Step), poi Cavendish e Cees Bol (Astana-Qazaqstan), Bilbao, Arndt, Govekar e Phil Bauhaus (Bahrain-Victorious), Luke Plapp (Ineos Grenadiers), Olav Kooij (Jumbo-Visma), Caleb Ewan e Jarrad Drizners (Lotto-Dstny). Questi tredici in fuga hanno 32” sui vecchi compagni ed un minuto sul gruppo principale. Dopo il primo passaggio sul circuito finale cresce il forcing di Evenepoel, aiutato anche dalla Barhain-Victorius, e il vantaggio del gruppetto di testa: 1’ su Adam Yates e soci ed 1’43” sul gruppo principale. Ai -10 i contrattaccanti vengono risucchiati dal gruppo principale, ora staccato di 1’15”. Negli ultimi 6 km inizia lo show di Remco, che aumenta i giri del suo motore per mettere alla prova gli altri 12. Si arriva all’ultimo chilometro e inizia la bagarre. Merlier parte ai -150 metri, con Ewan che recupera. Sulla linea del traguardo arrivano in pratica assieme. Bisogna analizzare il fotofinish. Dopo momenti abbastanza convulsi, viene ufficializzata la vittoria di Merlier. Terzo posto per Cavendish. Quindi Kooij, Arndt, Bauhaus, Plapp, Evenepoel, Bilbao e Bol.
Il gruppone, con Sam Bennet, arriva a 51”.
Tutto questo mentre Evenepoel gongola, avendo guadagnato subito quasi un minuto sui suoi competitors in attesa della tappa di domani, la cronosquadre di Khalifa Port, 17.3 km nei quali il campione del mondo avrà occasione di incrementare ulteriormente il suo vantaggio.
Nella generale Tim Merlier è leader con 4” di vantaggio su Ewan e 5” su Plapp, quest’ultimo maglia bianca di miglior giovane.
Vito Sansone

E' stato un fotofinish difficilissimo da interpretare quello che ha decretato la vittoria di Tim Merlier nella prima tappa dell'UAE Tour
IN ANDALUSIA FRAILE NEGA IL POKERISSIMO ALLA UAE. POGACAR CONQUISTA LA CLASSIFICA FINALE
E’ merito di Omar Fraile se oggi l’UAE Team Emirates non ha potuto festeggiare un clamoroso en-plein dopo le 4 vittorie nelle prime 4 tappe (tre con lo scatenato Pogacar ed una con Tim Wellens). La squadra di Tadej Pogacar aveva designato Alessandro Covi come capitano di giornata lanciandolo in testa nella volata finale, ma stavolta si è dovuta accontentare del secondo posto. Fraile (Ineos Grenadiers) è stato abile a prendere le ruote di Covi, per poi superarlo negli ultimi 100 metri, conquistando la sua prima vittoria in maglia Ineos. 3° posto per un ottimo Andrea Pasqualon (Bahrain-Victorius).
Tadej Pogacar ha conservato agevolmente la leadership concludendo la Ruta del Sol con 1′18″ su Mikel Landa e 1′23″ su Santiago Buitrago, entrambi della Bahrain-Victorius.
L’ultima frazione di questa spettacolare edizione della Vuelta a Andalusia, da Otura ad Alàhurin de la Torre per un totale di 185 km, presentava un percorso altimetricamente abbastanza complicato nella parte iniziale e poi decisamente più semplice nel tratto conclusivo. Tre dei quattro gran premi della montagna in programma erano infatti concentrati nei primi 100 km: l’Alto El Cerrajón (7.9 km al 3.4%) al km 25, l’Alto del Navazo (6.3 km al 4.1%) al km 57 e il Puerto del Sol (17.3 km al 4.9%) posto proprio al km 100. Quest’ultimo rappresentava senza dubbio l’ostacolo più arduo dell’ultima frazione. Dopo un lungo tratto prevalentemente in discesa era posto l’ultimo gpm, l’Alto de Los Nuñez (4.5 km al 5.9%). Dalla cima dell’ultima asperità mancavano circa 25 km, tutti pianeggiati ad eccezione dell’ultimo km che tirava leggermente all’insù.
Subito dopo la partenza sono andati via Xabier Isasa (Euksaltel-Euskadi), Dries Van Gestel (Total Energies) e Vincent Van Hemelen (Team Flanders-Baloise). Il terzetto è stato ripreso poche centinaia di metri dopo da altri 4 atleti: Dries De Bondt (Alpecin-Deceuninck), Kevin Colleoni (Team Jayco-AlUla), Pascal Eenkhoorn (Lotto-Dstny) ed Erik Fetter (Eolo-Kometa).
I 7 battistrada hanno avuto il via libera dal gruppo che però non ha voluto lasciare troppo margine, mantenendoli sempre a distanza di sicurezza (massimo 3′). I fuggitivi hanno proceduto di comune accordo fino ai piedi dell’ultimo gpm, l’Alto de Los Nunez, quando Isasa ha provato a lasciare la compagnia degli altri 6 battistrada. Van Hemelen si è subito staccato, mentre il suo connazionale De Bondt si è lanciato all’inseguimento di Isasa che ha poi ripreso e staccato. Il corridore dell’Alpecin-Deceuninck ha scollinato tutto solo e ha deciso di tirare dritto nonostante mancassero 30 km all’arrivo.
Dietro nel frattempo il gruppo, che si era selezionato nelle precedenti salite, era composto da non più di una quaratina di corridori, tra cui non mancavano però icorridori veloci. A prendere le redini del plotone in questa fase è stata la Movistar che puntava al successo di tappa con Ivan Garcia Cortina. De Bondt invece ha proseguito con la sua azione, ma il margine sul gruppo inseguitore era ormai decisamente risicato (20″ ai -20) rendendo inevitabile il ricongiugimento, arrivato ai -9. A questo punto sono inziate le operazioni per la volata finale. A prendere la testa del plotone sono state l’UAE e la Ineos. I primi hanno sacrificato sia Wellens che Pogacar, quest’ultimo autore di un’accelerazione prodigiosa che ha allungato in modo evidente il gruppo. Una volta esaurita l’azione del campione Sloveno, Alesandro Covi ha lanciato la sua volata. Fraile ha preso le ruote del piemontese e lo ha scavalcato con facilità vincendo nettamente lo sprint. Covi si è dovuto così accontentare della piazza d’onore davanti ad un altro italiano, Andrea Pasqualon (Bahrain-Victorius). Quarta piazza per Andreas Kron (Lotto-Dstny) che ha preceduto Nick Schultz (Israel-Premier Tech), Gonzalo Serrano (Movistar Team) ed Edvald Boasson Hagen (Total Energies). Caruso, ottavo a 5″, ha regolato un gruppetto comprendente Jesu Ezquerra (Burgos-BH) e Lorenzo Rota (Intermarchè-Circus-Wanty).
Pogacar conquista la classifica generale con un vantaggio di 1′18″ su Mikel Landa e 1′23″ su Santiago Buitrago, entrambi della Bahrain-Victorius. Giù dal podio Carlos Rodriguez (Ineos Grenardiers) a 1′39″ ed un Enric Mas (Movistar Team), quinto a 2′02″, che ha pagato a caro prezzo il guaio meccanico avuto nella prima tappa. Sesta posizione per Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers) a 2′47″, davanti a Damiano Caruso (Bahrain-Victorius), 7° a 3′05, e Lorenzo Rota (Intermarchè-Circus-Wanty), ottavo a 3′23″. Chiudono la top ten Andreas Kron (Lotto-Dstny), 9° a 3′40″, e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), 10° a 3′57″.
Pierpaolo Gnisci
PARET-PEINTRE “DIPINGE” L’ULTIMA TAPPA, CLASSIFICA FINALE A VAUQUELIN
Ultima tappa del Tour des Alpes Maritimes et du Var vinta da Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team) grazie ad un poderoso scatto messo a segno a cinque chilometri dal traguardo, azione che gli ha permesso di sorprendere il gruppo dei migliori e imporsi in solitaria a Vence. Il corridore francese ventiseienne ha tagliato il traguardo con 5″ di vantaggio su Mattias Skjelmose (Trek – Segafredo), terzo il vincitore della classifica generale Kévin Vauquelin (Team Arkéa Samsic).
Frazione mossa con ben quattro GPM, il primo in cima al Col d’Èze dopo pochi chilometri di gara, l’ultimo sulla Montée de Sine a quattro chilometri dal traguardo. Proprio lungo la salitella finale è scoppiata la corsa grazie all’andatura imposta da Esteban Chavez (EF Education-EasyPost ) e dagli uomini della Trek Segafredo, che hanno scremato il gruppo. Da segnalare la buona prova del colombiano in supporto al capitano Nelson Powless, secondo in classifica alla partenza dell’ultima frazione. A cinque chilometri dalla linea d’arrivo l’azione decisiva di Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team) che ha sorpreso i migliori prendendo qualche secondo e costringendo il leader della generale Kévin Vauquelin a muoversi in prima persona. Pur non riuscendo a riportarsi sul fuggitivo il 21enne della Arkea Samsic è riuscito a conquistare la vittoria finale in classifica, divenendo così il più giovane vincitore del Tour des Alpes Maritimes et du Var.
Diciannovesimo e primo degli italiani nella frazione di oggi a 50″ dal vincitore, Marco Tizza (Bingoal WB) ha chiuso in classifica generale al sedicesimo posto con un ritardo di 1′29″ da Vauquelin.
Luigi Giglio

La vittoria di Aurélien Paret-Peintre nella tappa conclusiva della corsa transalpina (foto Luc Claessen / Getty Images)
KUNG INSUPERABILE A LAGOA. A MARTINEZ LA VOLTA AO ALGARVE 2023
Nella cronometro conclusiva di Lagoa, Stefan Kung non fa sconti e mette in fila tutti i suoi rivali della specialità, Cavagna, Ganna e Foss in primis. Con il quarto posto ottenuto oggi, Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers) vince la Volta ao Algarve 2023, beffando per soli 2 secondi Filippo Ganna
La cronometro individuale di Lagoa – oltre 24 km completamente pianeggianti – offre ai ciclisti più dotati nella corsa contro il tempo la possibilità di rivoluzionare la classifica generale proprio nella quinta ed ultima tappa della Volta ao Algarve. Thomas Pidcock (Team INEOS Grenadiers) partirà per ultimo e con la maglia gialla addosso ma riuscirà a portare a casa la vittoria finale difendendosi dagli attacchi di autentici fenomeni ancora in gioco come Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) e Tobias Foss (Team Jumbo Visma)? La risposta giungeva già con il risultato del primo intertempo del ciclista britannico, dopo 8 km e mezzo. Pidcock era undicesimo a 30 secondi di ritardo da Stefan Kung (Team Groupama FDJ) e le cose sarebbero andate sempre peggio. Alla fine Pidcock avrebbe concluso la sua prova con il tempo di 31 minuti ed 1 secondo, ad 1 minuto e 27 secondi di ritardo proprio da Kung, il vincitore della cronometro. Lo svizzero partiva forte, rallentava leggermente nel tratto centrale per poi concludere la sua prova accelerando nuovamente e chiudendo con il tempo di 29 minuti e 34 secondi, ottenendo così la sua prima vittoria stagionale. In seconda posizione si classificava Remi Cavagna (Team Soudal Quick Step) a 4 secondi di ritardo mentre terzo era Filippo Ganna a 10 secondi di ritardo. L’ex campione del mondo della specialità aveva comunque con la sua prestazione di poter vincere la maglia gialla ma non aveva fatto i conti con il compagno di squadra Daniel Martinez, autore di una cronometro di tutto rispetto che gli valeva la quarta posizione con il tempo di 29 minuti e 50 secondi. In questo modo il ciclista colombiano riusciva a sopravanzare tutti ed in particolare Ganna per soli 2 secondi. Un secondo posto finale che sa di beffa per l’ex campione del mondo della specialità, che sia sull’Alto de Foia che sull’Alto de Malhao era riuscito a non perdere troppo tempo ed a restare in gioco per giocarsi le chance di vittoria nella crono di oggi. Invece a festeggiare è Martinez, alla prima corsa stagionale in Europa. Per quanto riguarda le altre classifiche Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost) vince quella a punti, Kasper Agreen (Team Soudal Quick Step) quella GPM ed Oscar Onley (Team DSM) quella del miglior giovane. Infine il Team INEOS Grenadiers vince la classifica a squadre.
Antonio Scarfone

Stefan Kung impegnato nella cronometro di Lagoa (foto:Tim de Waele / Getty Images)
POGACAR SIGLA IL TRIPLETE A IZNAJAR. 3° SUCCESSO DI TAPPA PER LO SLOVENO.
Ancora una straordinaria prova di forza del fenomeno Sloveno che conquista anche la 4a frazione della Vuelta Andalucia staccando di 3″ un tenace e battagliero Enric Mas (Movistar Team) lungo lo strappo finale posto nel grazioso borgo di Iznàjar. Per il corridore dell’UAE Team Emirates si tratta della terza vittoria di tappa in una Ruta del Sol che sta dominando in lungo e in largo. Ottima terza posizione per Lorenzo Rota (Intermarchè-Circus-Wanty) che ha tagliato il traguardo a 9″ da Pogacar, davanti ai due leader della Bahrain-Victorius, Mikel Landa (a 12″) e Santiago Buitrago (a 21″). Pogacar allunga ancora nella classifica generale che, alla vigilia della tappa conclusiva, guida con 1′14″ su Landa e 1′19″ su Buitrago.
La 4a frazione, 164.8 km da Olvera ad Iznàjar, proponeva una prima parte di percorso mossa ma non troppo impegnativa con un solo gpm nei primi 100 km, il Puerto de Algàmitas (5.8 km al 3.1%) posto al km 13. Dopo lo sprint posto a Lucena (km 105), la musica però era destinata a cambiare vista la presenza di 5-6 brevi salite che rendevano il finale particolarmente adatto agli attacchi. Tre di queste erano classificate come gpm: il Cerro de San Cristobal (2.8 km al 6.6%) al km 109, l’Alto del el Jaramillo (4.8 km al 7.3%) al km 138 ed infine il Fuentes de Cesna (4.3 km al 4.7%) al km 154. Dalla cima dell’ultimo gpm mancavano poco più di 10 al traguardo, quasi tutti in discesa ad eccezione di due brevi strappi che anticipavano la linea d’arrivo (ultimi 900 m al 5.8%).
La corsa è partita ad un ritmo decisamente alto, visto che in tanti volevano inserirsi nella fuga di giornata. Al primo attacco, messo in scena già al km 0 da Matej Mohoric (Bahrain-Victorius), ne sono seguiti numerosi altri, tutti con esito infelice. Tra questi da segnalare quello di una decina di corridori, tra cui nuovamente Mohoric, partito intorno al km 35. E così la fuga di giornata si è formata soltanto dopo una sessantina di chilometri, grazie all’azione di un drappello di 9 uomini: Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), Dion Smith (Intermarchè-Circus-Wanty), Ruben Guerreiro e Gonzalo Serrano (Movistar Team), Matteo Sobrero (Team Jayco-AlUla), Pascal Eenkhoorn (Lotto-Dstny) ed Edvaldo Boasson Hagen (Total Energies), Edoardo Zambanini (Bahrain-Victorius) e Jefferson Cepeda (Caja Rural-Seguros RGA)
I fuggitivi hanno subito guadagnato un margine di sicurezza di 1 minuto e hanno poi continuato lentamente a rosicchiare qualche secondo (2′25″ ai -75). Lungo la seconda salità di giornata, l’Alto Cerro de San Cristobal, la fuga si è spaccata: davanti sono rimasti Sivakov, Cepeda, Sobrero, Guerreiro, Boasson ed Eenkhoorn, mentre Seranno, Smith e Zambanini hanno perso contatto. I 6 battistrada hanno proceduto per diversi chilometri con un gap di circa 2 minuti finchè in testa al gruppo non sono apparse le maglie della Bahrain-Victorius, la cui azione ha contribuito a far diminuire lo svantaggio: ai piedi della penultima salita, ai battistrada restava meno di un minuto. E così intorno ai -30, lungo l’Alto de El Jaramillo, Sivakov ha provato ad andare via tutto solo. Alle sue spalle l’unico a restare a galla è stato Cepeda che è poi riuscito a rientrare sul Francese una paio di chilometri più in là.
Dietro nel frattempo Rafal Majka (UAE Team Emirates) aveva decisamente aumentato l’andatura, dando il là ad un primo attacco di Enric Mas (Movistar Team) su cui hanno immediatamente chiuso proprio i corridori dell’UAE.
Lungo l’ultima salita di giornata Sivakov ha di nuovo, e questa volta definitivamente, staccato Cepeda, mentre nel gruppo principale la Bahrain-Victorius aveva prodotto una decisa accelerazione, prologo di ben 3 attacchi sferrati da Jack Haig, tutti rintuzzati direttamente dalla maglia gialla di Tadej Pogacar. Lo sloveno, evidentemente non sazio dopo la prima scorpacciata di vittorie, ha poi allungato ai -13 con un’accelerazione partita quando era in fondo al gruppetto dei migliori. L’unico a resistere alla progressione del fuoriclasse Sloveno è stato Enric Mas che nel giro di poche decine di metri è riuscito a riportarsi faticosamente sulle ruote di Pogacar. Il nuovo duo inseguitore ha raggiunto e staccato Sivakov poco prima dello scollinamento, lanciandosi lungo la discesa con un margine di una dozzina di secondi su quel che restava del drappello dei big. Ai -5 sulle loro ruote è riuscito a rientrare il funambolo Mohoric, ma il vincitore dell’ultima Sanremo si è subito arreso sulle prime rampe del penultimo strappetto preso in testa da Mas con Pogacar alla sua ruota. Di lì a poco sulla coppia di testa si sono riportati Mikel Landa (Bahrain-Victorius), Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty) e Andreas Kron (Lotto-Dsnty).
Ai -600 Mas ha provato una nuova accelerazione, ma così come accaduto 2 giorni fa, Pogacar gli si è subito messo a ruota per poi accelerare ulteriormente negli ultimi 200 metri. Lo Sloveno ha così tragliato il traguardo con 3″ su Mas, 9″ sul bravissimo Rota, 12″ su Landa e 21″ su Santiago Buitrago (Bahrain-Victorius) che ha preceduto Nick Schultz (Israel-Premier Tech) e Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers). 10° a 32″ dal vincitore Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) caduto senza conseguenze nel finale.
La classifica generale vede sempre più saldamente al comando Tadej Pogacar. Sale al secondo posto Mikel Landa (a 1′14″) che scavalca il compagno Buitrago (a 1′19″). Rodriguez resiste al 4° posto (a 1′35″) davanti ad un Enric Mas (5° a 1′54″) sembrato in ottime condizioni. Decisamente più lontano Geoghegan Hart, 6° a 2′43″.
Domani ultima tappa: i corridori partiranno da Otura per giungere ad Alhaurin de la Torre al termine di 181 km ancora una volta complicati in cui dovranno affrontare 4 gpm. Tra questi spicca il Puerto del Sol (17 km al 5%) posto a metà tappa. Gli ultimi 30 km, in prevalenza pianeggianti, potrebbero favorire l’arrivo di una fuga.
Pierpaolo Gnisci
PIDCOCK VINCE SULL’ALTO DE MALHAO ED E’ LA NUOVA MAGLIA GIALLA
Nella quarta tappa della Volta ao Algarve Thomas Pidcock (Team INEOS Grenadiers) vince con una bella progressione nell’ultimo km e diventa la nuova maglia gialla. Domani l’incertissima cronometro finale di Lagoa ci dirà chi vincerà la breve corsa portoghese
La quarta tappa della Volta ao Algarve darà una nuova scossa alla classifica generale visto che la doppia scalata finale dell’Alto de Malhao è molto impegnativa ed il gruppo si spezzetterà sicuramente. Le pendenze spesso in doppia cifra, nonostante la salita sia lunga soltanto 2 km e mezzo, questa volta potrebbero impensierire lo stesso Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost), reduce da due vittorie consecutive e per adesso meritata maglia gialla della breve corsa portoghese. Prima della doppia scalata dell’Alto do Malhao i ciclisti dovranno affrontare altri tre gpm tra il km 47 ed il km 140. Dopo pochi km dalla partenza di Albufeira si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Kasper Asgreen (Team Soudal Quick Step), Lewis Askey (Team Groupama FDJ) e Mathias Vacek (Team Trek Segafredo). Asgreen scollinava in prima posizione sul gpm di Picota posto al km 47.1. Il danese vinceva anche il primo traguardo volante di Sao Bras de Alportel posto al km 70. La fuga raggiungeva un vantaggio massimo che fiorava i 5 minuti dopodichè il gruppo iniziava ad aumentare il ritmo. Una volta superato il secondo gpm di Vermelhos poso al km 111.1 e sul quale Asgreen scollinava ancora una volta per primo, il gruppo aveva ormai rosicchiato la maggior parte del ritardo sui fuggitivi i quali a 60 km dal termine potevano contare ancora su 1 minuto di vantaggio. Asgreen scollinava in prima posizione sul terzo gpm di Alte posto al km 140.4. La fuga veniva ripresa dal gruppo maglia gialla a 38 km dall’a conclusione. Giaà sulla prima scalata dell’Alto do Malhao il gruppo perdeva diversi pezzi, ciò dovuto anche al forcing della Trek Segafredo in testa alla corsa. Un attacco congiunto di Remi Cavagna (Team Soudal Quick Step) e di Kobe Goossens (Team Intermarchè Circus Wanty) scuoteva l’ultima parte della scalata verso la vetta dell’Alto do Malhao. Era il belga a scollinare in prima posizione. La coppia di testa raggiungeva una quindicina di secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla, adesso tirato da Team INEOS e Team BORA Hansgrohe. A 20 km dall’arrivo il vantaggio di Cavagna e Goossens sul gruppo era salito a 33 secondi. Le cose si rimescolavano sulla seconda ascesa verso l’Alto de Malhao, con i due battistrada che venivano ripresi e con diversi attacchi che allungavano il gruppo ormai sfilacciatissimo. A poco meno di 2 km dal termine restavano davanti Sergio Higuita (Team BORA Hansgrohe), Oscar Onley (Team DSM), Ilan van Wilder (Team Soudal Quick Step) e Thomas Pidcock (Team INEOS Grenadiers). Da dietro rinveniva forte anche Joao Almeida (UAE Team Emirates) che provava a raggiungere Pidcock, rimasto solo al comando a meno di 1 km dall’arrivo. Il britannico stringeva i denti e riusciva a tagliare il traguardo in prima posizione con un vantaggio di 1 secondo su Almeida e di 5 secondi su Van Wilder. Chiudevano la top five la coppia della BORA formata da Sergio Higuita e Jai Hindley, quarto e quinto a 5 e 10 secondi di ritardo da Pidcock. Il ciclista britannico dopo aver già fatto centro nella stagione del ciclocross tra novembre e gennaio – due vittorie per lui – ottiene la prima vittoria stagionale su strada ed è soprattutto la nuova maglia gialla con 5 secondi di vantaggio su Van Wilder e 7 secondi di vantaggio su Almeida. Domani è in programma la quinta ed ultima tappa della Volta ao Algarve 2023, ovvero la cronometro individuale di Lagoa di 24.4 km. Una distanza di tutto rispetto per una crono di inizio stagione, nella quale gente come Foss, Ganna e lo stesso Cort Nielsen andranno a nozze e potranno così ottenere anche un buon risultato finale in ottica classifica generale. Pidcock dovrà fare davvero una cronometro perfetta per provare a vincere la Volta ao Algarve 2023.
Antonio Scarfone

Tom Pidcock vince sull'Alto de Malhao (foto: Tim de Waele/Getty Images)
SKJELMOSE JENSEN VINCE AD ANTIBES, VAUQUELIN ANCORA LEADER
Seconda tappa del Tour des Alpes Maritimes, Mandelieu-la-Napoule – Antibes di 178,9 chilometri, vinta in volata da Mattias Skjelmose Jensen. Il corridore danese della Trek Segafredo ha battuto Neilson Powless (EF Education EasyPOst) e il leader della classifica generale Kevin Vauquelin (Areka Samsic). Primo degli italiani Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost) in decima posizione.
Corsa caratterizzata dalla fuga di giornata promossa dall’italiano Lorenzo Milesi del Team DSM, dal norvegese Adne Holter della Uno-X Pro Cycling Team e dal francese Mathieu Burgaudeau della TotalEnergies. A pochi chilometri dal traguardo si staccano Milesi e Holter, mentre Burgaudeau verrà ripreso a sette chilometri dalla fine. A gruppo compatto ci prova Alessandro Fedeli (Q36.5 Pro Cycling) ma anche il suo tentativo fallisce. Finale convulso con varie azioni votate ad anticipare i velocisti; tra i più brillanti si segnala un Thibaut Pinot (Groupama FDJ) in gran spolvero che in progressione allunga le fila del plotone. In testa spunta anche Marco Tizza (Bingoal WB), migliore degli italiani in classifica, e la maglia gialla Vauquelin, che si portava in testa alla corsa negli ultimi 2000 metri. Gruppo sfilacciato per la volata con Skjelmose Jensen che piazza la botta vincente.
Domani conclusione con la tappa più impegnativa, da Villefranche-sur-Mer a Vence per 132 Km, affrontando strada facendo quattro GPM, uno di prima categoria, uno di seconda e due di terzi, l’ultimo dei quali piazzato a soli 4 Km dal traguardo.
Luigi Giglio

Skjelmose Jensen a segno nella seconda frazione (foto Luc Claessen / Getty Images)
MAGNUS CORT NIELSEN CI PRENDE GUSTO, DOPPIETTA ALLA VOLTA AO ALGARVE
E’ ancora vittoria per Magnus Cort (EF Eduaction – EasyPost) alla Volta ao Algarve 2023, questa volta il danese va a vincere in volata battendo un drappello di attaccanti proprio quando il gruppo principale stava per riportarsi sotto prima del rettilineo di arrivo. Il forte velocista sorprende tutti e batte Filippo Ganna (Inoes Grenadiers) e Jordi Meeus (Bora-hansgrohe).
La terza tappa della Volta ao Algarve 2023 parete ad andatura veloce e la fuga della prima ora si forma non appena il gruppo si apre nella sede stradale, un allungo portato da Guillermo Garcia Janeiro (Radio Popular) e Fábio Costa (Glassdrive Q8 Anycolor) fa sì che si forma la fuga buona rinvigorita poco dopo da Pedro Andrade (ABTF Betao-Feirense), Aleksandr Grigorev (Efapel) e Daniel Viegas (Aviludo-Loletano). Per i battistrada vantaggio massimo poco superiore ai 4’:20” dopo circa due ore corsa. In prossimità della prima salita che porta al GPM di terza categoria di Portela de Corcha il gruppo è tirato soprattutto da due squadre, quella del leader Magnus Cort Nielsen, la EF Education – EasyPost e la Soudal – QuickStep. Allo scollinamento il gruppo rosicchia circa 1’. In discesa la Soudal – QuickStep fa la voce grossa e prima dell’attacco alla seconda salita, sempre di terza categoria, molto ravvicinata alla precedente viene recuperato un altro minuto, i battistrada scollinano con soli 2’ di vantaggio. Sempre grazie all’impulso della squadra belga il gruppo si porta ad un solo minuto di ritardo, davanti iniziano i primi segnali di fatica, il primo a perdere contatto dalla testa della corsa è Viegas mentre il più in palla sembra essere Costa che prova un allungo per dar nuova linfa all’azione d’avanscoperta. Al portoghese non risponde nessuno e quindi a circa 50 chilometri dall’arrivo si trova tutto solo al comando della corsa. L’avventura del lusitano termina dieci chilometri dopo quando dopo l’arco dei 40 all’arrivo il gruppo che aveva già ripreso i suoi compagni di fuga riassorbe anche l’ultimo uomo in testa. Tutti si aspettano a questo punto della corsa le squadre dei velocisti organizzare i propri treni per la volata finale, vista questa tappa sia l’unica appannaggio per i velocisti, ma a 21 chilometri dall’arrivo ecco il colpo di scena, Filippo Ganna (Inoes Grenadiers) cerca di lanciare il compagno di squadra Tom Pidcock in vista del traguardo volante con abbuoni, il britannico è però battuto da Magnus Cort nettamente più veloce. Nonostante cìò Ganna sfrutta il momento in cui tutti si rilassano e rilancia la sua azione con l’italiano si accodano sia il leader della corsa sia proprio Pidock, poi Rui Costa (Intermarché – Cirucs – Wanty), Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Tobias Foss (Jumbo-Visma). Sei uomini pericolosi tutti interessati sia alla vittoria di tappa sia alla vittoria della corsa. Il gruppo è sorpreso, tanto che il vantaggio dilaga quasi a toccare il minuto. Dietro la Bora – Hansgore la Soudal – QuickStep e la Uno-X cercano di correre ai ripari organizzando un nuovo inseguimento ma dopo l’arco dei 10 chilometri all’arrivo i sei davanti conservano ancora 20” di vantaggio! In vista della flamme rouge Alpecin – Deceuninck e UAE Team Emirates subentrano in testa ma è evidentemente troppo tardi, o quasi! Si perché sull’ultima curva che immette nel rettilineo di arrivo il gruppo si porta sotto i sei, ripresi! No, perché a sorpresa Magnus Cort decide di scattare, seguito da Ganna in una volata lunghissima da cui Ganna non riesce mai a saltare la ruota del danese, al terzo posto chiude Jordi Meeus (Bora-hansgrohe). In classifica generale Magnus Cort Nielsen rafforza il primato, seguito in seconda posizione da Rui Costa a 18” (Intermarché-Circus-Wanty), poi terzo a 20” segue Van Wilder (Soudal-QuickStep). Domani quarta tappa da Albufeira all’Alto do Malhão con arrivo in salita, frazione che sarà determinate per la classifica generale in vista della cronometro conclusiva.
Antonio Scarfone

Magnus Cort Nielsen domina l'arrivo di Tavira (Image credit: Roberto Bettini/SprintCyclingAgency)
AD ALCALA’ DE LOS GAZULES E’ SEMPRE “TIME” WELLENS. DOMINIO UAE, POGACAR SEMPRE LEADER.
Continua senza interruzioni la supremazia dell’UAE Team Emirates in Andalucia. Dopo la doppietta messa a segno da Pogacar nelle prime due tappe, è stato oggi il turno del redivivo Tim Wellens che aveva già vinto ad Alcalà de los Gazlues 5 anni fa. Il belga è entrato nella fuga di giornata e ha poi staccato i compagni d’avventura sullo strappo finale tornando alla vittoria dopo quasi un anno di digiuno.
Resta quasi immutata la classifica generale che vede sempre in testa l’insaziabile Tadej Pogacar. Alle sue spalle Santiago Buitrago (Bahrain-Victorius) a 48″ e la coppia formata da Mikel Landa (Bahrain-Victorius) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) a 52″.
La terza tappa della Vuelta a Andalucia prevedeva il via da Alcalá de Guadaira e l’arrivo ad Alcalá de los Gazules dopo 161 chilometri prevalentemente pianeggianti. Il primo gpm di giornata, l’Alto de Medina Sidonia (3.1 km al 5.9%), era posto infatti soltanto al km 130. Il finale però non era affatto banale visto che l’arrivo, modificato rispetto al percorso originario a causa del forte vento che ha condizionato la tappa, era posto in cima ad uno strappo.
La corsa è stata caratterizzata da una fuga di ben 22 corridori partita dopo una decina di chilometri dal via. Il drappello di testa era formato da: Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), Dries De Bondt, Samuel Gaze e Stefano Oldani (tutti e tre dell’Alpecin-Deceuninck), Edoardo Zambanini (Bahrain-Victorius), Connor Swift e Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers), Laurenz Rex (Intermarchè-Circus-Wanty), Gorka Izagirre (Movistar Team), Felix Engelhardt (Team Jayco-AlUla), Tim Wellens e Domen Novak (UAE Team Emirates), Cyril Barthe e Josè Manuel Diaz (Burgos-BH), Joel Nicolau (Caja Rural-Seguros RGA), Erik Fetter e Davide Bais (Eolo-Kometa), Ibai Azurmendi (Euskaltel-Euskadi), Hugo Houle (Israel-Premier Tech), Liam Slock (Lotto-Dstny), Pierre Latour e Geoffrey Soupe (Total Energies).
Il gruppo ha lasciato andare e così i fuggitivi hanno rapidamente guadagnato un margine significativo (3′45″ al km 30).
Di lì a poco è giunta la notizia dello spostamento del traguardo a causa delle forti raffiche di vento (fino a 75 km/h) previste per il tratto finale. La linea d’arrivo, inizialmente posta in cima ad uno strappo di 1.2 km al 10.7%, è stata rilocata a Plaza Alameda de la Cruz, circa 500 metri più in basso.
L’andazzo della corsa non è però cambiato con i battistrada che hanno continuato a guadagnare, procedendo di comune accordo fino agli ultimi 10 km, quando ha avuto inizio una sequenza infinita di attacchi che ha visto tra i protagonisti i vari Rex, Bais, Oldani, Latour, Barthe, De Bondt e Puccio. L’attacco più incisivo è stato quello partito intorno ai -5 ad opera di Rex, raggiunto poco dopo dallo scatenato De Bondt. Il duo belga ha guadagnato un piccolo margine, ma è stato poi ripreso in cima al penultimo strappo -4). Subito dopo, in un breve tratto di discea, hanno allungato Battistella, Houle e Diaz. Il nuovo trio di testa ha imboccato lo strappo finale con un leggerissimo vantaggio sugli inseguitori ma si è subito arreso già lungo le prime rampe. A quel punto è partita l’accelerazione di Tim Wellens che non ha lasciato scampo agli altri fuggitivi e si è lanciato verso la sua prima vittoria in maglia UAE. Piazza d’onore per Latour (a 14″) che ha preceduto Battistella e Swift (entrambi a 15″). Quinta posizione per Laurenz Rex (16″) giunto insieme agli italiani Bais e Zambanini.
Resta quasi immutata la classifica generale che vede sempre saldamente in testa uno strepitoso Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) davanti a Santiago Buitrago (Bahrain-Victorius), secondo a 48″, e alla coppia formata da Mikel Landa (Bahrain-Victorius) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) a 52″. Seguono Enric Mas (Movistar Team) ad 1′47″ e Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers) a 2′12″.
Domani si torna a salire nella 4a tappa, con partenza da Olvera e arrivo ad Iznàjar al termine 165 km particolarmente mossi. I corridori negli ultimi 60 km dovranno affrontare ben 5 salite di cui 3 classificate come gpm (due di terza e uno di seconda categoria). Dalla cima dell’ultima ascesa, il Fuentes de Cesna (4.3 km al 4.7%) mancheranno poco meno di 10 km, quasi tutti in discesa. Una frazione che potrebbe nuovamente sorridere ai fuggitivi di giornata.
Pierpaolo Gnisci