ADAM YATES ALTISSIMO A THYON 2000. TAPPA E MAGLIA PER IL BRITANNICO
Nel tappone di Thyon 2000, Adam Yates (UAE Team Emirates) scatta al momento giusto sulla salita conclusina e non viene più raggiunto. Secondo un redivivo Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ) mentre terzo è Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious). Yates è anche la nuova maglia gialla
A indurire il tappone del Giro di Romandia 2023, da Sion a Thyon 2000, si è messo il maltempo. La pioggia è caduta sui ciclisti praticamente per tutti i quasi 162 km, contribuendo a indurire ancora di più una tappa dura già di suo. Dopo la bella vittoria nella cronometro di ieri con la conseguente conquista della maglia gialla, Juan Ayuso (UAE Team Emirates) partiva oggi da favorito, anche se la sua condizione è ancora sostanzialmente un punto interrogativo dopo la tendinite che lo ha afflitto durante l’inverno. Da Sion non partivano Tobias Foss e Robert Gesink (Team Jumbo Visma), già con la testa al Giro dove saranno due preziosi uomini in appoggio a Primoz Roglic. La tappa odierna vedeva una maxi fuga partire dopo una ventina di km, durante la scalata del secondo gpm di Anzère. Tra gli attaccanti si segnalava la presenza di Gianmarco Garofoli (Team Astana Qazaqstan), unico italiano presente. La tappa esplodeva sul gpm di Suen, quando restavano in testa in cinque: Josef Cerny (Soudal Quick Step), Ben Zwiehoff (Team BORA Hansgrohe), Thomas de Gendt (Team Lotto Dstny), Christopher Juul-Jensen e Lawson Craddock (Team Jayco AlUla). I cinque di testa mantenevano sul gruppo maglia gialla, tirato dall’UAE Team Emirates, un vantaggio di circa 2 minuti che però diminuiva rapidamente sulle prime rampe della salita di Thyon 2000. Era proprio l’UAE Team a prendere il comando della situazione e, una volta sfilatosi Ayuso, puntare tutto su Adam Yates. Il gruppo si sfaldava km dopo km e a circa 7 km dalla conclusione restavano in testa alla corsa non più di una decina di ciclisti, tra cui Max Poole e Romain Bardet (Team DSM), Matteo Jorgenson (Team Movistar), Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious), Cian Uijtdebroeks (Team BORA Hansgrohe), Thibaut Pinot (Team Groupama FDJ), Eddie Dunbar e Filippo Zana (Team Jayco AlUla). Yates trovava lo scatto giusto a 4 km dall’arrivo, quando in seguito ad una prepotente accelerazione riusciva a lasciarsi alle spalle gli altri ciclisti. Il britannico manteneva un ritmo costante ed andava a vincere in solitaria sul traguardo di Thyon 2000. A 7 secondi di ritardo si classificava Pinot in seconda posizione mentre Caruso era terzo a 19 secondi di ritardo. E’ questa la seconda vittoria stagionale per Yates che balza al comando della classifica generale del Giro di Romandia con 19 secondi di vantaggio su Jorgenson e 27 secondi di vantaggio su Caruso. Yates mette così una bella ipoteca sulla vittoria finale visto che l’ultima tappa di domani da Vufflens-la-Ville a Ginevra non presenta grandissime difficoltà, se si eccettuano due gpm – uno di secondo ed un altro di terza categoria – piuttosto semplici.
Antonio Scarfone
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Adam Yates vince a Thyon 2000 (foto: Getty Images)
AYUSO RITORNO COL BOTTO: VINCE LA CRONO E SI VESTE DI GIALLO
Che Juan Ayuso fosse uno dei corridori più talentuosi tra quelli nati nel nuovo millennio era una certezza acquisita già al termine dalla scorsa Vuelta. Ciò che non era affatto scontato era che il corridore della UAE Team Emirates potesse andare così forte già al Tour de Romandie dopo aver trascorso così tanti mesi lontano dalle corse a causa di una fastidiosa nevralgia. Invece il ritorno alle competizioni ci ha subito regalato un corridore in grandissimo spolvero. L’iberico, classe 2002 (compirà 21 anni il prossimo settembre), aveva già dato saggio delle sue ottime condizioni durante il prologo di martedì e soprattutto con il secondo posto conquistato ieri. Oggi si è però superato, vincendo la crono di Chatel-Saint-Denis con 5″ su Matteo Jorgenson (Movistar Team), altro giovane di talento, e 17″ sul compagno di squadra Adam Yates.
Ayuso diventa così anche il nuovo leader della classifica generale alla vigilia della tappa regina che domani incoronerà il vincitore del Romandia. Lo spagnolo ora guida con 18″ su Jorgenson e 19″ su un deludente Tobias Foss (Jumbo-Visma).
La crono odierna era la prima delle due frazioni destinate a riscrivere profondamente la classifica della corsa Svizzera. La prova, lunga poco meno di 19 km, presentava nella sua fase centrale una salita di circa 6 km seguita da una discesa che terminava poco prima del traguardo. Una prova non propriamente adatta agli specialisti delle prove contro il tempo e che sorrideva invece agli uomini di classifica. La corsa, che si è aperta con la notizia della non partenza di Ion Izagirre e Anthony Perez (entrambi Cofidis) causa covid, è stata disputata in condizioni climatiche tutto sommato buone viste le premesse della vigilia.
Il primo tempo degno di nota è stato fatto segnare da uno degli specialisti delle prove contro il tempo, Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), che ha fermato le lancette sul tempo di 25′39″. Il danese è rimasto in testa alla graduatoria per una mezzoretta, per essere poi superato dalla prova dello statunitense William Barta (Movistar Team) che è riuscito ad impiegare 5″ in meno rispetto a Bjerg. La classifica provvisoria è rimasta sostanzialmente inalterata fino alla partenza degli uomini di classifica. Tra questi ha subito colpito il primo intermedio di un altro statunitense della Movistar, ovvero Matteo Jorgenson. Il 23enne di Walnut Creek ha fatto segnare un tempo di 14′22″ che verrà poi battuto poco dopo soltanto da Adam Yates (UAE Team Emirates). Alle loro spalle, distanziato di 5″ da Yates, un altro corridore in forza alla compagine Emiratina, ovvero Juan Ayuso. Lo spagnolo è stato però formidabile nel tratto finale, quasi tutti in discesa, che gli ha consentito una clamorosa rimonta.
Ayuso ha concluso la sua crono con il tempo di 25′15″, 5″ in meno rispetto ad un bravissimo Jorgenson. Adam Yates, nonostante un finale in calando, è riuscito a conservare la terza posizione del podio, chiudendo con un distacco di ben 17″ dal più giovane compagno di squadra. Quarta piazza per uno specialista delle prove contro il tempo, il portoghese Nelson Oliveira (Movistar Team) giunto a 18″ davanti ad un altro compagno di squadra, William Barta, 5° a 19″. Buona prestazione anche per Damiano Caruso (Bahrain-Victorius) piazzatosi in 6a posizione a 20″ da Ayuso e capace di precedere Mikkel Bjerg ed un deludente Tobias Foss (Jumbo-Visma) entrambi arrivati con 24″ di ritardo. La top ten di giornata è stata completata da Gino Mader (Bahrain-Victorius) che ha pagato 25″ e dal giovane britannico Max Poole (Team DSM) a 27″. Male l’ormai ex-leader Ethan Hayter (Ineos Grenadiers) giunto 21° a 49″ e Romain Bardet (Team DSM) addirittura 32° a 57″ in compagnia di Cian Uijtdebroeks (Bora-Hansgroe).
La nuova classifica generale vede in testa proprio Ayuso con 18″ su Jorgenson, 19″ su Foss e 22″ su Nelson Oliveira. Seguono Adam Yates a 30″, Damiano Caruso a 32″ e un altro giovane di casa UAE, il neozelandese Finn Fisher-Black a 34″. Competano la top10 provvisoria Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) a 36″, Max Poole a 37″ ed Hayter a 38″.
Domani è in programma la 4a tappa, la frazione regina di questa edizione: appena 162 km da Sion a Thyon 2000 infarciti di salite. Dopo lo strappo di Chamoson (2 km al 7,2%) posto immediatamente dopo il via, i corridori dovranno affrontare l’ascesa di Anzére (14,6 km al 6,9%) al km 45 e subito dopo la breve salita di Lens (3,6 km al 6,8%). Quindi troveranno un tratto pianeggiante che sarà il preludio al gran finale con la salita di Suen (14 km al 6,6%) al km 115 e infine la lunghissima salita finale che condurrà i corridori a Thyon 2000 (20,9 km al 7,6%). Sarà senza ombra di dubbio la tappa decisiva.
Pierpaolo Gnisci
AL ROMANDIA E’ SEMPRE QUESTIONE D’ETHAN. HAYTER VINCE A LA CHAUX-DE-FONDS ED E’ IL NUOVO LEADER
Da un Ethan all’altro. Si potrebbe riassumere così l’esito della 2a tappa in linea del Tour de Romandie. Dopo la vittoria di Vernon in quel di Vallèe de Joux, oggi è stato il turno dell’altro Ethan, il più famoso Hayter che ha messo a segno il classico colpo “tappa e maglia”. Il corridore della Ineos Grenadiers ha battuto allo sprint a ranghi ridotti il giovane talento iberico Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Romain Bardet (Team DSM), ancora piazzato dopo il 4° posto conquistato ieri. Hayter adesso guida con 6″ su Tobias Foss (Jumbo-Visma) e Remi Cavagna (Soudal-Quick Step). Irrimediabilmente staccati i vincitori delle prime frazioni, Josef Cerny ed Ethan Vernon, entrambi in forza alla Soudal-Quick Step.
La seconda tappa del Romandia 2023, da Morteau a La Chaud-de-Fonds per un totale di 162,7 km, si presentava come una frazione adatta a soluzioni diverse vista la presenza di ben 5 gpm negli ultimi 90 km: il Baset (6.7 km al 6.0%) al km 81, Le Communal (1.5 km al 8.1%) al km 99, il Col de la Vue des Alpes (5.2 km al 4.8%), il Col de la Tourne (4.4 km al 7.1%) e quindi di nuovo lo strappo di Le Communal, la cui cima era posta ad appena 12 km dall’arrivo.
La fuga di giornata si è formata dopo una ventina di chilometri dal via, grazie all’azione di 3 uomini: Gleb Brussenskiy (Astana Qazaqstan Team), Tom Bohli (Tudor Pro Cycling) e Julien Bernard (Trek-Segafredo), quest’ultimo già in fuga nella prima tappa. Al terzetto di testa ha provato ad aggiungersi anche un altro svizzero, Antoine Aebi (Nazionale Svizzera), ma la sua azione ritardta non ha avuto buon esito si è esaurita quando all’arrivo mancavano oltre 115 km. Il trio di testa ha così man mano guadagnato raggiungendo abbastanza velocimente un margine di circa 3′30″ sul gruppo tirato dagli uomini della Soudal-Quick Step. Il distacco ha continuato ad aumentare arrivando fino a 5 minuti in corrispondenza dell’inizio della prima salita di giornata.
A questo punto il ritmo del gruppo è cambiato grazie all’impulso fornito dagli uomini della Jumbo-Visma che han man mano ridotto il gap (3′ in cima a Baset). L’andazzo non è cambiato sulla successiva ascesa, quella di Le Communal, in corrispondenza della quale il gruppo aveva ulteriormente ridotto lo svantaggio a poco più di 2 minuti. Lungo la terza salita di giornata, il Col de la Vue des Alpes, il drappello di testa ha iniziato a perdere pezzi vista le difficoltà a cui è andato incontro Bohli. Lo svizzero si è irrimediabilmente staccato, lasciando in testa alla corsa la coppia Bernard-Brussenskiy che allo scollinamento poteva vantare un margine di solo 1 minuto sul gruppo, da cui avevano perso contatto già diversi corridori.
I due fuggitivi sono stati ripresi lungo la penultim salita (-30), mentre nel frattempo i vincitori delle prime due frazioni, Josef Cerny ed Ethan Vernon (entrambi Soudal-Quick Step), avevano perso già contatto dal plotone sempre tirato dalla Jumbo. Negli ultimi 15 km dal plotone, ridotto ad una settantina di corridori, hanno provato ad evadere diversi uomini: Harol Tejada (Astana Qazaqstan Team), poi Michael Woods (Israel-Premier Tech) immediatamente seguito da Thomas Gloag (Jumbo-Visma), Oscar Onley (Team DSM) e Gregor Muhlberger (Movistar Team). Sull’ultimo strappo hanno invece provato a muoversi Ion Izagirre (Cofidis), William Barta (Movistar Team) e Max Poole (Team DSM). In discesa è invece stato il turno di Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e Damiano Caruso (Bahrain-Victorius). Tutte azioni senza esito positivo.
Gli uomini della Ineos, entrati in scena negli ultimi chilometri, sono così riusciti a tenere cucito il gruppo di testa, lanciando la volata del loro uomo, Ethan Hayter che ha battuto allo sprint un sorprendente Juan Ayuso (UAE Team Emirates), Romain Bardet (Team DSM), Matteo Sobrero (Team Jayco-AlUla) e Oscar Onley (Team DSM). Quindi troviamo Harry Sweeny (Lotto-Dstny), Kobe Goossens (Intermarchè-Circus-Wanty), Magnus Cort (EF Education-EasyPost), Finn Fischer-Black (UAE Team Emirates) e Nick Schultz (Israel-PremierTech).
La nuova classifica generale vede in testa proprio Ethan Hayter, che ora guida con 6″ sulla coppia formata da Tobias Foss (Jumbo-Visma) e Remi Cavagna (Soudal-Quick Step). Seguono Juan Ayuso a 11″ e Mattia Sobrero a 14″. Completano la top ten provvisoria Nelson Oliveira (Movistar Team) a 15″, Romain Bardet e Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) e Fischer-Black a 17″ e Rainer Kepplinger (Bahrain-Victorius) a 18″.
Domani 3a tappa, una cronometro individuale di 18.8 km piuttosto complicata. Dopo i primi 6 km sostanzialmente pianeggianti, i corridori dovranno affrontare 5 km all’insù e quindi un tratto di discesa che anticiperà l’arrivo. Una frazione che darà sicuramente una ulteriore scossa alla classifica generale.
Pierpaolo Gnisci
ANCORA WOLFPACK AL ROMANDIA. VERNON VINCE IN VALLÉE DE JOUX ED E’ IL NUOVO LEADER
Sarà l’effetto della vittoria di Remco Evenepoel o forse è solo il caso. Sta di fatto che la Soudal-Quick Step ha iniziato il Tour de Romandie veramente alla grande. Dopo l’exploit di Josef Cerny, vincitore del prologo del martedì, ad alzare le braccia al cielo al termine della prima tappa in linea è stato il giovane Ethan Vernon, che ha battuto nettamente nello sprint finale un Thibau Nys (Trek-Segafredo) al primo risultato di rilievo tra i professionisti e l’altro belga Milan Menten (Lotto-Dstny), reduce da un inizio di stagione molto positivo. Il corridore britannico, grazie all’abbuono conquistato sul traguardo di Le Sentier, è riuscito anche a conquistare la maglia gialla, scalzando dalla prima posizione in suo compagno di squadra per una questione di centesimi.
La prima frazione della corsa Romanda, 170,9 km da Crissier alla Vallée de Joux, presentava un percorso interlocutorio. Lla fase centrale della frazione era caratterizzata da due gpm di 2a categoria in rapida sequenza: il Fontanezier (4.5 km al 8%) al km 66 e Mauborget (5.3 km al 7.1%) al km 72. Dopo la successiva discesa ed un lungo tratto in falsopiano, al km 122 era posto l’ultimo gpm di giornata, il Col Mont d’Orzeires (2 km al 5.5%). Il finale però era favorevole alle ruote veloci visti gli ultimi 47 km praticamente piatti che consentivano ai corridori eventualmente staccati di rientrare sul gruppo.
Da segnalare la non partenza di Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) colpito dal covid.
La fuga di giornata è nata già al primo km, quando in 4 sono evasi dal gruppo: Michael Schar (Ag2r Citroen Team), Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), Julien Bernard (Trek-Segafredo) e Jan Stockli (Nazionale Svizzera). A loro si è aggiunto poco dopo un altro rappresentante della selezione elvetica, Dario Lillo. I cinque battistrada hanno rapidamente guadagnato margine, ma non sono poi riusciti ad andare oltre un vantaggio di circa 3 minuti. Il lavoro degli uomini della Soudal-Quick Step infatti ha tenuto il drappello di testa sempre a distanza di sicurezza: il loro vantaggio ai piedi della prima salita di giornata, il Fontanezier (-110), si attestava intorno ai 2′15″. Proprio lungo l’ascesa Stockli ha perso contatto dai 4 compagni di fuga a causa di un problema meccanico. Nel frattempo il gruppo tirato dagli uomini della Ineos aveva decismente accelerato l’andatura, portandosi ad 1′20″ dai fuggitivi. Il gruppo ha continuato ad accelerare anche lungo la seconda salita, il Mauborget, facendo staccare diversi corridori, tra cui il leader Josef Cerny ed Ethan Vernon (Soudal-Quick Step) e Magnus Cort (EF Education-EasyPost). Davanti invece Bernard era riuscito a vincere anche il secondo gpm di giornata, mentre Bayer aveva perso contatto venendo poi ripreso dal gruppo. Nel frattempo si erano ritiratidiveri corridori di primo piano: Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty) a causa del colpo preso ieri ad inizio del prologo; Simon Yates (Team Jayco-AlUla) per problemi di stomaco; Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) dopo aver perso contatto dal gruppo lungo le prime rampe del Fontanezier.
Il gruppo tirato da Egan Bernal (Ineos Grenadiers) ha continuato a recuperare, riducendo il gap a soli 20″ in cima al gpm e rendendo inevitabile il ricongiungimento coi 3 battistrada poi avvenuto ai -75. Il plotone, che si era frantumato lungo la discesa, si è andato man mano a ricomporre sotto il controllo degli uomini della Soudal-Quick Step e della EF Education-EasyPost che hanno accompagnato la corsa verso un inevitabile epilogo in volata. Unico sussulto l’attacco di Remi Cavagna (Soudal-Quick Step) ai -4 a cui ha protamente risposto Matteo Sobrero (Team Jayco-Alula). Vernon, abilmente lanciato dal suo compagno Casper Pedersen, è riuscito a guadagnare quel margine che reso impossibile la rimonta del giovane figlio d’arte Thibau Nys (Trek-Segafredo), all’esordio in una corsa a tappe WT, e l’altro belga Milan Menten (Lotto-Dstny). Dietro di loro Romain Bardet (Team DSM), Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Nick Schultz (Israel-PremierTech) e Lilian Calmejane (Intermarchè-Circus-Wanty). Chiudono la top ten di giornata Clement Venturini (Ag2r Citroen Team), Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) e Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck).
Vernon, ieri decimo nel prologo, è riuscito anche a strappare la leadership al compagno di squadra Cerny grazie all’abbuono guadagnato sul traguardo. Il britannico ora guida a pari tempo con Cerny, 1″ su Tobias Foss (Jumbo-Visma) e Remi Cavagna, 4″ su Nico Denz (Bora-Hansgrohe) e 5″ sulla coppia formata da Joel Suter (Tudor Pro Cycling) e Ethan Hayter (Ineos Grenadiers).
Domani 2a tappa in linea. I corridori dovranno percorrere 162.7 km per arrivare da Morteau a Le-Chaux-de-Fonds, affontando ben 5 gpm tutti concentrati negli ultimi 90 km di corsa: Baset (6.7 km al 6.0%) al km 81, Le Communal (1.5 km al 8.1%) al km 99, il Col de la Vue des Alpes (5.2 km al 4.8%), il Col de la Tourne (4.4 km al 7.1%) e nuovamente le Communal, il cui secondo passaggio verrà affrontato ad una dozzina di km dal traguardo. Una frazione in cui sarà possibile vedere le prime scaramucce tra i pretendenti alla vittoria finale.
Pierpaolo Gnisci
SORPRESA CERNY A PORT-VALAIS: IL CECO VINCE IL PROLOGO ED E’ IL PRIMO LEADER DEL ROMANDIA
Non si può certamente dire che oggi Josef Cerny partisse con il favore del pronostico, suona perciò abbastanza inaspettata la sua vittoria nel prologo che ha aperto oggi la 76sima edizione del Tour de Romandie. Il corridore ceco in forza alla Soudal-Quick Step è riuscito a sorprendere tutti, battendo di un niente il campione del mondo delle prove contro il tempo Tobias Foss (Jumbo-Visma) e il compagno di squadra Remi Cavagna, distanziati rispettivamente di 29 e 97 centesimi. Ai piedi del podio un bravo Nico Denz (Team DSM) a 4″ e il corridore di casa Joel Suter (Nazionale Svizzera) a 5″.
Tra gli uomini di classifica, ottima prestazione per Juan Ayuso (UAE Team Emirates) al suo esordio stagionale con un ottimo 13° posto a 10″ dal vincitore. Bene anche Romain Bardet (Team DSM), Damiano Caruso (Bahrain-Victorius) e i fratelli Adam e Simon Yates. Perdono qualche secondo di troppo Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Ion Izagirre (Cofidis) e Michel Woods (Israel-Premier Tech).
Come da tradizione, la corsa a tappe della Svizzera Romanda si è aperta con un classico prologo di 6,8 km interamente pianeggiante con partenza e arrivo in quel di Port-Valais. Ad aprire le danze è stato l’elevetico Jonathan Bogli corridore dilettante schierato in quest’occasione dalla selezione Svizzera.
Il primo tempo degno di nota è stato fatto segnare dall’Austriaco Rainer Kepplinger (Bahrain-Victorius) che ha concluso la sua prova in 7′38″55. Nel frattempo aveva preso il via il primo degli uomini di classifica, il francese Romain Bardet (Team DSM), bravo a limitare i danni con un discreto 7′41″. Di lì a poco, il tempo di Kepplinger è stato battuto prima dal portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates), capasce di fare meglio di 4″ (7′34″40 il suo tempo), e poi da Nico Denz (Team DMS), primo a scendere sotto la soglia dei sette minuti e mezzo in 7′29″60. Il tedesco è rimasto a lungo in testa alla corsa, mentre man mano diversi uomini papabili per la vittoria finale arrivavano al traguardo. Tra questi da segnalare la prestazione di Juan Ayuso (UAE Team Emirates) al suo esordio stagionale dopo una serie di problemi fisici. Il giovane talento iberico ha fatto segnare un ottimo 7′37″45, 8 secondi in più rispetto a Denz, tempo pressochè identico a quello del connazionale Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers). Meno buona invece la prova di Damiano Caruso (Bahrain-Victorius), che ha chiuso il suo prologo in 7′43″, un secondo meglio di Adam Yates (UAE Team Emirates) giunto al traguardo pochi minuti dopo il siciliano.
Decisamente sfortunato Alberto Rui Costa (Intermarchè-Circus-Wanty) incappato in un incidente a dir poco rocambolesco: il portoghese ha rotto la moltiplica proprio mentre scendeva dalla rampa di partenza, sbattendo il ginocchio sul manubrio e compromettendo così la sua corsa (sarà poi ultimi a quasi 5 minuti dal vincitore).
I primi pericoli per Denz sono arrivati ad opera di un altro portoghese, Nelson Oliveira (Movistar Team), bravo a chiudere in 2a posizione provvisoria a 5″87. La leadership del tedesco si è però interrotta pochi minuti dopo, quando al traguardo è arrivato uno scatenato Josef Cerny (Soudal-Quick Step) che, grazie ad un ottimo 7′25″88, ha scalzato dalla prima piazza il corridore della DSM. E’ stato quindi il turno dei colombiani Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe) ed Egan Bernal (Ineos Grenadiers), quest’ultimo in cerca di riscatto dopo il bruttissimo infortunio dello scorso anno e i problemi di inzio stagione. I due sudamericano sono giunti entrambi a 7′50″.
Ottima la crono di Matteo Sobrero (Team Jayco-AlUla) con il tempo di 7′34″25. Buone anche le prestazioni di Ethan Vernon (Soudal-Quick Step), che ha chiuso la sua prova a 9″25 dal compagno di squadra, e soprattutto di Joel Suter (Tudor Pro Cycling), terzo a 4″18 da Cerny.
Male invece Michael Woods (Israel Premier Tech) che non è riuscito ad andare oltre una deludente 148a posizione a 48″ dal leader. Non buoni neanche i tempi di Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) e Ion Izagirre entrambi a 35″ da Cerny. Ci si poteva aspettare di meglio anche da Kevin Vauquelin (Team Arkea-Samsic), giunto a 25″ da Cerny. Bene invece Simon Yates (Team Jayco AlUla) che ha chiuso in 7′45″, appena un secondo peggio del gemello Adam.
A questo punto mancavano all’arrivo pochi corridori, diversi dei quali candidati ad attaccare seriamente il primato di Cerny. Uno degli uomini più attesi era Ethan Hayter (Ineos Grenadiers) vincitore del prologo dello scorso anno. Il britannico è andato forte, ma non abbastanza da battere Cerny (4″39 il suo distacco, poco dietro Suter). Ancora più forte è andato Remi Cavagna (Soudal-Quick Step) che si è arreso al compagno per appena 97″. I brividi non erano però finiti perchè a quel punto è giunto al traguardo Tobias Foss (Jumbo-Visma). Il norvegese sembrava in grado di sopravvanzare il ceco, ma alla fine si è dovuto accontentare del 2° posto a soli 29″. L’ultimo pericolo l’ha portato Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), giunto 7° a 9 secondi.
Per Cerny si tratta della prima vittoria stagionale. Il ceco è ovviamente anche leader della classifica generale che guida davanti a Foss e Cavagna. Alle loro spalle Nico Denz a 4″, Joel Suter ed Ethan Hayter a 5″, Bjerg Sobrero e Ivo Oliveira a 9″ e quindi Ethan Vernon, Nelson Oliveira ed Arthur Kluckers (Tudor Pro Cycling) a 10″.
Domani è in programma la prima tappa in linea: saranno 169 i km che condurranno i corridori da Crissier a Vallì de Joux. Il percorso offrirà nella parte centrale 3 gpm (due di 2a e uno di 3a categoria) che potranno lanciare i fuggitivi di giornata. Gli ultimi 47 km, praticamente piatti, favoriranno però un ricompattamento del gruppo ed un probabile epilogo in volata.
Pierpaolo Gnisci
LIEGI BAGNATA TADEJ SFORTUNATO, REMCO SENZA RIVALI
aprile 23, 2023 by Redazione
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Il campione del mondo Remco Evenepoel ha vinto in maglia iridata la edizione numero 109 della Liegi-Bastogne-Liegi, la quarta classica monumento della stagione, con un attacco partito a pochi metri dallo scollinamento della mitica Redoute. La caduta di Tadej Pogacar ha, però, non solo privato gli appassionati di un duello che si annunciava epico, ma anche lo stesso Evenepoel di un vero termine di paragone vista l’enorme differenza emersa nei confronti dei, pur agguerriti, residui rivali.
La prima vera notizia arriva molto presto, intorno al chilometro 90 di gara, quando il gruppo si trova nei pressi di Bastogne. Mikkel Honore (EF Education-EasyPost) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) finiscono a terra. Lo sloveno prova a ripartire ma si rende subito conto che non gli sarà possibile portare a termine la corsa. I successivi accertamenti in ospedale confermeranno la frattura dello scafoide e dell’osso semilunare della mano sinistra in conseguenza della quale il capitano del team UAE sarà sottoposto ad intervento chirurgico nelle prossime ore.
A questo punto, l’uomo da battere diventava inevitabilmente il solo Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) e la corsa per la vittoria ha avuto due soli momenti chiave: gli ultimi 200 metri della Redoute e il successivo inedito tratto di salita, pochissimi metri che sono bastati al belga per levarsi di ruota tutti gli avversari e involarsi in solitaria verso il traguardo, continuando ad aumentare il proprio vantaggio, mentre dietro gli altri si davano battaglia per il podio.
Certamente pregevole l’impresa del campione del mondo, che ha centrato la seconda vittoria su due partecipazioni e ha ancora una volta attaccato sulla Redoute, che per molti anni aveva ceduto il primato di punto chiave alla Roche-aux-Faucons, più vicina al traguardo.
Da quando sono arrivati sulla scena uomini come Pogacar ed Evenepoel è invece tornato in auge l’attacco da lontano, sfruttando punti che in passato avevano propiziato grandi imprese e che, negli ultimi anni, avevano perso un po’ di incisività proprio per non essere in linea con la moda dell’attacco nel finale.
La strategia era diventata quella di fare gran ritmo su salite come la Redoute per tentare di mettere fatica nella gambe degli avversari e poi tentare di far la differenza sull’ultima asperità.
Proprio per avere sia Evenepoel sia Pogacar rotto questo schema il loro duello era attesissimo da tutti gli appassionati e probabilmente i due se le sarebbero suonate sulla Redoute e, se non ne fosse uscito un uomo da solo, i contendenti avrebbero continuato a darsele di santa ragione per tutti i chilometri successivi con grande incertezza per la gioia di tutti i tifosi.
La sorte maligna ci ha privati di questo spettacolo, ma comunque la Doyenne, svoltasi per molti chilometri sotto una pioggia che non ha portato fortuna al fuoriclasse sloveno, ci ha regalato una bellissima azione del campione del mondo e una bella battaglia per il podio, nella quale si era inizialmente inserito Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), che ha poi un po’ pagato nel finale.
Le corse con elevato chilometraggio del resto sono ancora indigeste a molti in gruppo e coloro che non sono portati per questo genere di sforzi riescono spesso solo con l’esperienza ad ovviare a questo handicap.
Sul versante televisivo non può che commentarsi la pessima copertura offerta dalla RAI che ha mandato in onda solo gli ultimi 50 chilometri di una delle corse più importanti della stagione, vieppiù se si pensa a ciò che si è preferito trasmettere sulla rete sportiva, i campionati nazionali di tuffi e una partita di serie C, eventi che, con tutto il rispetto, mantengono una dimensione nazionale rispetto ad una corsa non solo di livello internazionale, ma tra le più importanti del ciclismo. Su Rai2, invece, si è invece preferito mandare in onda programmi preregistrati che potevano trovare collocazione in qualsiasi altro momento della giornata.
La corsa ha visto il formarsi della fuga sin da subito con l’iniziativa promossa da Lars van den Berg (Groupama-FDJ), alla quale hanno aderito subito Fredrik Dversnes (Uno-X Pro Cycling Team), Johan Meens (Bingoal WB), Jason Osborne (Alpecin-Deceuninck), Simone Velasco (Astana Qazaqstan, Georg Zimmermann (Intermarché – Circus – Wanty). Poco dopo Ruben Apers (Team Flanders – Baloise), Alexandre Balmer (Team Jayco AlUla), Héctor Carretero (Equipo Kern Pharma), Mathis Le Berre (Team Arkéa – Samsic) e Paul Ourselin (TotalEnergies) raggiungono la testa della corsa andando a formare un drappello di 10 uomini che accumulano un vantaggio massimo di poco inferiore ai 5 minuti.
Il tentativo è tenuto agevolmente sotto controllo dal gruppo, che ha visto gli uomini della UAE collaborare in testa sino al chilometro 90, quando la caduta di cui già si è parlato ha messo fuori gioco il leader designato della formazione emiratina. Va detto che il fuoriclasse sloveno non ha alcuna colpa essendo stato coinvolto suo malgrado nell’incidente.
Ai meno 100 provano ad attaccare in gruppo Magnus Sheffield (Ineos), Jan Tratnik (Jumbo-Visma) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ), con l’uomo della Jumbo che stacca prima Madouas e poi Sheffield. La conseguente accelerazione del gruppo mette in difficoltà grossi nomi come Mikel Landa (Bahrain – Victorious) ed Enric Mas (Movistar Team), che vengono staccati, mentre anche tra i fuggitivi ci sono defezioni. Davanti restano così in 5 con Osborne, Ourselin, Velasco, Zimmermann e Lars van den Berg.
Tratnik si porta sui fuggivi e prosegue nell’azione, alla quale resiste il solo Velasco, mentre il gruppo continua ad assottigliarsi e altri uomini importanti come Julian Alaphilippe (Soudal – Quick Step) e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) che perdono contatto.
Sulla Redoute si esaurisce il tentativo del mattino e a quel punto entrano in scena i big.
A tirare a più non posso è Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep) ma, quando Evenepoel accenna un’accelerazione si nota che la sua ruota slitta e il belga aspetta gli ultimi 200 metri per attaccare e rimanere solo senza particolari problemi.
Il tratto sino alla scollinamento, però, è troppo breve per distanziare adeguatamente Tom Pidcock (INEOS Grenadiers), che aveva cercato invano di tenere la ruota. L’abilità in discesa del britannico della Ineos gli permette, però, di riportarsi abbastanza agevolmente sul battistrada.
Tuttavia, nei successivi tratti in ascesa inseriti quest’anno per la prima volta al posto del falsopiano Evenepoel riesce a levarsi di ruota Pidcock senza neppure scattare, semplicemente con il ritmo elevato. Il belga si alzerà sui pedali solo dopo aver notato che il portacolori della Ineos aveva mollato la presa.
Ancor più dietro cercano di tenere duro e riportarsi su Pidcock anche i due della Trek Giulio Ciccone e Mattias Skjelmose. L’operazione si rivela più complicata del previsto tanto che, poco dopo il ricongiungimento, il trio viene raggiunto in un batter d’occhio da Ben Healy (EF Education-EasyPost) e poi dal resto del gruppo, che ormai è ridotto a circa 20 unità.
Mentre davanti Evenepoel procede nel suo assolo continuando a guadagnare, Healy e Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) allungano sulla Roche-aux-Faucons. A loro riesce comunque ad accodarsi uno stoico Pidcock che, dopo il tentativo di mantenere la ruota di Evenepoel, sembrava aver esaurito la benzina.
Sarà proprio il vincitore dell’ultima Strade Bianche a conquistare la volata per il secondo posto su Buitrago e su Healy, che manca il podio dopo essersi accollato il maggior peso nell’attacco.
Come si era detto in apertura, per la vittoria non c’è stata storia. Si è visto subito che Evenepoel aveva un altro passo rispetto a tutti. Sono bastati 200 metri per levarsi tutti di ruota e poi, dopo che Pidcock si era accodato sfruttando la discesa, è stato sufficiente un ritmo regolare ma molto elevato per chiudere la partita definitivamente. L’assenza di Pogacar in questo senso è stata una sciagura ancor più grande, anche se la lotta per il podio si è comunque rivelata appassionante.
Chiusa la stagione delle classiche di primavera che hanno offerto quest’anno un grande spettacolo, manca solo il Giro di Romandia prima di poter gustare un giro d’italia che tutti ci auguriamo appassionante e spettacolare come sono state le classiche. Sarà anche l’occasione per verificare su un terreno più significativo della Vuelta i miglioramenti di Evenepoel nella corse a tappe.
Benedetto Ciccarone

Evenepoel vola a prendersi la sua seconda Liegi consecutiva (Getty Images)
CARR, FUGA VINCENTE A BRUNICO. TAO GEOGHEGAN HART RE DELLE ALPI
Simon Carr vince (Team EF Education EasyPost) vince a Brunico la quinta ed ultima tappa del TotA 2023 riuscendo a inserirsi nella fuga di giornata ed attaccando al momento giusto sul gpm di Riomolino. Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) vince la breve corsa alpina
Gli oltre 144 km da Cavalese a Brunico, quinta ed ultima tappa del Tour of the Alps 2023, propongono un percorso complessivamente esigente con due difficili gpm da affrontare uno all’inizio ed un altro verso la conclusione della tappa. Il primo è il Passo Lavazè, che verrà affrontato subito dopo la partenza e potrà fare da trampolino di lancio per la fuga di giornata. Il secondo è Riomolino, che presenta 6 km durissimi dove i big di classifica potrebbero sparare le ultime cartucce della breve corsa alpina. Alla partenza da Cavalese si segnalava l’assenza di Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe), spedito dalla squadra tedesca in Belgio dove parteciperà domenica alla Liegi-Bastogne-Liegi. La fuga di giornata, partita ufficialmente dopo il primo traguardo volante di Chiusa, vedeva all’attacco oltre 20 uomini, tutti lontani dai primi posti della classifica generale. Tra di loro, erano presenti gli italiani Matteo Fabbro (Team BORA Hansgrohe), Luca Covili (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Edoardo Zambanini (Team Bahrain Victorious) e Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team). Le fasi salienti della tappa si sono avute sul secondo gpm di Riomolino, quando Simon Carr (Team EF Education EasyPost) era protagonista di un attacco a cui nessuno dei compagni di fuga riusciva a rispondere. Il britannico aumentava a poco a poco il vantaggio sugli immediati inseguitori e scollinava in prima posizione. Negli ultimi 20 km tra discesa e pianura Carr manteneva un vantaggio rassicurante e andava a vincere sul traguardo di Brunico con 53 secondi di vantaggio su Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost), mentre terzo era Matteo Fabbro, subito dietro Steinhauser. Carr ottiene la prima vittoria stagionale mentre Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) vince il TotA 2023 davanti a Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost) e Jack Haig (Team Bahrain Victorious). Il Tour of the Alps si conferma interessante banco di prova per alcuni dei ciclisti che saranno protagonisti al prossimo Giro d’Italia e come al solito fa ritornare alla mente Michele Scarponi, che vinse la sua ultima tappa proprio in questa corsa – era il 17 Aprile 2017 – cinque giorni prima del tragico incidente che pose fine alla sua esistenza.
Antonio Scarfone

Simon Carr vince a Brunico (foto: Tim De Waele/Getty Images)
PER GREGOR MÜHLBERGER VITTORIA DOPO LA FUGA, TAO GEOGHEGAN HART RESTA AL COMANDO DEL TOUR OF THE ALPS
Gregor Mühlberger (Movistar) vince la quarta tappa del Tour of the Alphs 2023 dopo che un drappello di 13 uomini si era avvantaggiato andando in fuga, l’austriaco batte in volata Torstein Træen (Uno-X) e Giulio Pellizzari (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Nessuna variazione tra gli uomini di classifica che mantengono invariate le proprie posizioni con Tao Geoghehan Hart (Ineos) sempre al comando della corsa.
Il profilo della quarta tappa lasciava presagire la possibilità di lasciar andare una fuga e che questa potesse arrivare in porto, da Rovereto fino a Pedrazzo riparte il Tour of the Alps 2023. La partenza offre subito la salita verso Folgaria e Passo Somma e fa subito vivere un colpo di scena con Aleksandr Vlasov (BORA – Hansgrohe) che si avvantaggia insieme ad un drappello composto da: Georg Steinhauser (EF Education-Easypost), Óscar Rodríguez (Movistar Team), Sebastian Berwick (Israel – Premier Tech), Marco Frigo (Israel – Premier Tech), Giulio Pellizzari (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè) e Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team). La Inesos non si fa trovare impreparata e si riporta sotto i fuggitivi, l’andatura folle spezza il gruppo in più tronconi creando già fin dalla prima ora di corsa una forte selezione. Vlasov prova ancora un allungo ma la Ineos c’è ed annulla un secondo tentativo di attacco, il russo si rassegna, l’andatura a questo punto cala e ad appofittarne è un gruppetto al cui interno troviamo: Torstein Træen (Uno-X), Patrick Konrad (BORA – Hansgrohe), Antonio Pedrero (Movistar), Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team), Giulio Pellizzari (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè), Óscar Rodríguez (Movistar Team), Henok Mulueberhan (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè), Stefan De Bod (EF Education-Easypost), Gregor Mühlberger (Movistar Team), Simon Carr (EF Education-Easypost), Marco Frigo (Israel – Premier Tech), Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team) e Sergio Samitier (Movistar Team), a loro si aggancerà in discesa anche Mark Donovan (Q36.5). Nessun uomo costituisce un pericolo per la maglia verde e quindi la Ineos lascia fare, vantaggio della fuga che arriva a 4’:25” al secondo GPM di giornata del Lago di Santa Colomba, restano da percorrere 94 Km di corsa. Il gruppo da dietro si limita a controllare e si arriva così all’imbocco dell’ultima salita, quella di Passo Pramadiccio, con la fuga che conserva oltre 4’ di vantaggio. la vittoria di tappa pende sempre di più a favore di un uomo in fuga ed infatti a rompere gli indugi in testa piazzando il primo vero scatto è Mühlberger. Sull’austriaco si portano prima Pellizzari e poi Træen. I tre restano soli al comando della corsa fino a 3 km dal GPM quando Pellizzari si porta in testa da solo e va a scollinare con 15” sulla coppia alle sue spalle. In gruppo si registra solo un attacco da parte di Mikel Bizkarra (Euskaltel-Euskadi) riassorbito dali Ineos. La corsa si fa davanti con Pellizzari che viene ripreso in discesa da Mühlberger e Træen. Al GPM il gruppo transita con 3’ di ritardo troppi visto che al traguardo per la testa della corsa mancano soltanto 9 Km. I tre arrivano appaiati sotto l’arco dell’ultimo chilometro, il più scaltro e veloce è Mühlberger, secondo Træen e terzo Pellizzari. A 40” arrivano tutti gli altri corridori che facevano parte della fuga mentre ad oltre 3’ il gruppo con dentro tutti i migliori. Niente cambia in classifica generale con Tao Geoghehan Hart (Ineos) sempre al comando della corsa. Domani quinta ed ultima tappa da Cavalese a Brunico 145 Km con il GPM di seconda categoria di Riomolino a 21 Km dall’arrivo.
Antonio Scarfone

Gregor Mühlberger vince la quarta tappa del Tour of the Alps (Image credit: Tim de Waele/Getty Images)
LENNARD KÄMNA CONQUISTA LA TAPPA REGINA DEL TOUR OF THE ALPS, TAO GEOGHEGAN HART SEMPRE LEADER
Prova di forza di Lennard Kämna nella tappa regina del Tour of the Alps 2023 abile a sfruttare un allungo nel tratto più duro della salita finale, secondo il compagno di squadra Aleksand Vlasov per una Bora – hansgrohe che si rivede nella tappa più attesa, terzo Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost). La Ineos di Geoghegan Hart controlla e fa sì che il proprio capitano chiuda in terza quarta posizione nel gruppetto dei migliori.
Tappa principe del Tour of the Alps 2023 partenza da Ritten con l’arrivo a San Valentino, la partenza in discesa e l’alta velocità fin dalle prime pedalate non cosente a nessuno di evadere dal gruppo. Bisogna aspettare quasi 50 Km di corsa quando ad avvantaggiarsi sono Joseph Dombrowski (Astana Qazaqstan), Giovanni Carboni (Equipo Kern Pharma), Lorenzo Milesi (DSM), Jasha Sütterlin (Bahrain Victorious), Liam Johnston (Trinity Racing), Andrea Vendrame (Ag2r Citroen Team), Juri Hollmann (Movistar), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Riccardo Lucca (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Alexander Hajek e Lukas Pöstlberger (AUT). Nel gruppetto in fuga nessun uomo preoccupa la Ineos che lascia arrivare la fuga ad oltre 7’ all’attacco della salita verso Lago di Cei. In testa si portano gli uomini della Education – EasyPost riuscendo nei 9,7 Km dell’ascesa a portare il ritardo a 3’:40”, al GPM transita per primo Sutterlin. In discesa il gruppo fa l’elastico, la Ineos non fa correre rischi al proprio capitano e così la fuga ritorna ad avere più margine, alla fine della discesa il gruppo insegue a 4’:15”. Si arriva così alla salita di San Valentino, lunga con i suoi 15,4 Km e pendenza in doppia cifra per una media al 7,5%. Il primo a muoversi in testa è Vendrame su di lui dopo pochi chilometri si porta Dombrowski che supera l’italiano e resta da solo al comando della corsa. Dietro ai Bora – hansgrohe non sta bene il ritmo degli Inesos, si portano in testa ed il cambio dell’andatura è immediato andando a riprendere pian piano tutti i fuggitivi. Davanti intanto il solo Dombrowski entra nei 10Km finali con 50” di vantaggio. Il gruppetto dei migliori ha dentro tutti i capitani, in testa si porta Matteo Fabbro per una Bora – hansgrohe che vuole la vittoria di tappa. A 6 Km dall’arrivo per il gruppo Lennard Kamna, lontano in classifica generale, scatta con la Inesos passiva che lascia fare. Segue anche uno scatto di Jefferson Cepeda (EF Education – EasyPost) che si porta sotto Kamna, i due vanno così a riprendere Dombrowski ai meno quattro chilometri dall’arrivo. Dietro entra in scena Pavel Sivakov che ancora una volta pilota il proprio capitano al meglio nonostante un allungo di Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) riassorbito subito. Ai meno tre il gruppetto inseguitore è formato da: Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers), Santiago Buitrago e Jack Haig (Bahrain-Victorious), Hugh Carthy (EF Education – EasyPost), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa), Max Poole (Team DSM) e Matthew Riccitello (Israel-PremierTech). A due chilometri dall’arrivo lo scatto di Geoghegan Hart mette in crisi Poole e Riccitello e Sivakov, la coppia di resta è a soli 12”. Cepada e Kåmna entrano nell’ultimo chilometro e qui il tedesco piazza la stoccata vincente, imprendibile anche per uno scatenato Geoghegan Hart. La volata del gruppetto dei migliori, a 4”, è regolata da Vlasov, che passa Cepada terzo, per una bella doppietta Bora – hansgrohe, Geoghegan Hart quarto seguono Jack Haig (Bahrain-Victorious) e Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) un pò più indietro a 10” chiude Lorenzo Fortunato (Eolo – Kometa). Tra i big paga 32” Santiago Buitrago uscendo così dale prime posizioni della generale che vede sempre Geoghegan Hart al comando. Domani quarta tappa da Rovereto a Pedrazzo con il Passo del Pramadiccio a 15,5 Km dall’arrivo.
Antonio Scarfone

Lennard Kamna esulta a San Valentino (Image credit: Getty Images)
POGACAR SEMPRE PIU’ ALIENO. SUA ANCHE LA FRECCIA VALLONE
aprile 19, 2023 by Redazione
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, News
Con una progressione fulminante a circa 150 metri dall’arrivo, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), conquista la sua prima Freccia Vallone demolendo la resistenza degli avversari e confermando di essere uno dei più forti ciclisti in circolazione. Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo) è secondo e primo degli umani. Buon quinto posto per il compagno di squadra Giulio Ciccone, primo italiano al traguardo
La Freccia Vallone propone ancora un percorso esplosivo, con tre passaggi sul Muro de Huy, simbolo di questa corsa. Alla partenza è assente Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech), vincitore lo scorso anno. E, nonostante fosse iscritto, non prende il via neanche Benoit Cosnefroy (AG2R Citroen), la cui forma lascia a desiderare. La fuga di giornata, partita dopo una quindicina di km, vedeva protagonisti otto ciclisti, ovvero Daryl Impey (Team Israel Premier Tech), Lawrence Naesen (Team AG2R Citroen), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Circus Wanty), Jakob Hindsgaul (Uno-X Pro Cycling Team), Soren Kragh Anderson (Team Alpecin Deceuninck), Raul Garcia Pierna (Team Kern Pharma), Johan Meens (Team Bingoal WB) e Jetse Bol (Team Burgos BH). Le squadre maggiormente impegnati nell’inseguimento sono state l’UAE Team Emirates ed il Team INEOS Grenadiers. La fuga ha raggiunto un vantaggio massimo di 3 minuti e 50 secondi intorno al km 60 salvo poi scendere progressivamente. A circa metà del percorso facevano capolino in testa al gruppo anche uomini della Jumbo Visma e dell’EF Education EasyPost. Il primo nome caldo ad alzare bandiera bianca era David Gaudu (Team Groupama FDJ), quando veniva scalato per la prima volta il Mur de Huy. Il francese metteva addirittura il piede a terra e si ritirava, quando mancavano 75 alla conclusione. Il primo fuggitivo a rialzarsi e ad essere ripreso dal gruppo inseguitore era Naesen. La fuga perdeva altri pezzi nei successivi 30 km ed a 47 km dalla conclusione restavano in testa alla corsa soltanto Zimmermann e Kragh Andersen, che scollinavano sul secondo Mur de Huy con un vantaggio risicato sul gruppo inseguitore dove adesso faceva la voce grossa l’UAE Team Emirates. A 35 km dall’arrivo Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan) e Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step) raggiungevano la testa della corsa. A 21 km dall’arrivo una caduta nel gruppo metteva fuori gioco, tra gli altri, Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) e Jesus Herrada (Team Cofidis). Vervaeke restava da solo in testa alla corsa a poco meno di 7 km dalla conclusione. Il gruppo riprendeva il ciclista belga poco prima del passaggio sotto lo striscione dell’ultimo km, quando i big erano già tutti davanti per dare tutto sulle pendenze in doppia cifra. Era Michael Woods (Team Israel Premier Tech) il primo ad allungare a circa 400 km dalla conclusione ma alla sua ruota restava attaccato, apparentemente senza difficoltà, Tadej Pogacag (UAE Team Emirates), che superava sullo slancio il ciclista canadese con un’imperiosa accelerazione. Lo sloveno andava a vincere precedendo sul traguardo un ottimo Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo), secondo e primo degli umani. Terzo a 3 secondi di ritardo era Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) mentre chiudevano la top five Woods in quarta posizione e Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) in quinta posizione. Non ci sono più parole per descrivere Tadej Pogacar, probabilmente all’apice o quantomeno ad uno degli apici della sua carriera, avendo già vinto nel 2023 sei delle otto corse (tra corse di un giorno e corse a tappe) a cui ha partecipato. E non finisce qui, visto che il fenomeno sloveno è atteso domenica ad un’altre prova di forza alla Liegi-Bastogne-Liegi, dove si scontrerà con un certo Remco Evenepoel.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone 2023 (foto: Getty Images Sport)





