POGACAR PIGLIATUTTO: L’AMSTEL E’ SUA E PUNTA AL TRIS ALLE ARDENNE

aprile 16, 2023 by Redazione  
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Tadej Pogacar ha vinto l’Amstel Gold Race con un attacco partito a 90 Km dall’arrivo insieme ad un gruppo di 16 uomini che ha sgretolato un po’ per volta sino a rimanere da solo ai meno 27. In realtà non c’è stata storia, senza Van der Poel e Van Aert: la superiorità dello sloveno è stata netta anche nei confronti di Pidcock,l che pure aveva fatto una impresa proprio in stile Pogacar alla Strade Bianche.

Niente da fare: disco rosso per tutti.
Gli aggettivi per definire Tadej Pogacar si sono ormai esauriti e quindi tanto vale definirlo semplicemente per quello che è: un fuoriclasse. Quando punta ad una corsa non ce n’è per nessuno, con qualche rarissima eccezione, come ad esempio la Sanremo, con la quale ha ancora un conto aperto e che vuole vincere nonostante non sia affatto adatta alla sue caratteristiche.
Pogacar ha dichiarato di voler disputare tutte e tre le corse delle Ardenne (Amstel, Freccia e Liegi) per vincerle nello stesso anno e realizzare così uno storico tris.
La cosa, a quanto pare, è iniziata nel migliore dei modi, visto che lo sloveno oggi ne ha fatta una delle sue.
Non appena il gruppo ha ripreso la fuga del mattino, quando mancavano ancora 90 Km allo striscione del traguardo, è nato un tentativo con sedici uomini di primo piano nel quale il capitano UAE si è inserito senza farsi pregare.
Le manovre di inseguimento, forse non organizzate al meglio, non hanno avuto esito ma lo sloveno non si è limitato ad inserirsi nella fuga ed a dare il suo contributo. Invece, ha piazzato accelerate su ogni collina, assottigliando sempre di più il drappello fino a rimanere con i soli Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Ben Healy (EF Education-EasyPost) che sono stati messi in croce e staccati perentoriamente sul Keutenberg.
Da lì, un assolo di 30 chilometri come tanti ne abbiamo visti sinora, il vantaggio che sale inesorabilmente poco alla volta grazie a un ritmo regolare ma molto elevato, che dietro non riescono proprio a tenere. I vari gruppi formatisi al suo inseguimento hanno continuato a perdere e al traguardo i distacchi sono stati abissali. Solo un ottimo Healy ha tentato di reagire intorno ai -13, attaccando a testa bassa Pidcock, che ha dovuto cedere e ha rischiato di perdere il podio. Con l’attacco Haely ha recuperato una quindicina di secondi sino a portarsi a 20 dal battistrada ma, quando Pogacar ha visto assottigliarsi il gap ha aumentato il ritmo e il vantaggio ha ripreso a lievitare fino a quando l’irlandese ha un po’ pagato lo sforzo e si è arreso, tagliando comunque il traguardo con un braccio alzato per festeggiare quello che è per lui è comunque un gran risultato.
In un simile quadro la cronaca della corsa diventa un elemento quasi relativo.
La fuga, partita nei primi chilometri, è formata da Alessandro Fedeli (Q36.5 Pro Cycling Team), Leon Heinschke (Team DSM), Tobias Ludvigsson (Q36.5 Pro Cycling Team), Martin Urianstad (Uno-X), Mathias Vacek (Trek – Segafredo), Ward Vanhoof (Team Flanders – Baloise) e Mattéo Vercher (TotalEnergies). Il vantaggio massimo di questi uomini arriverà a toccare i 4 minuti e mezzo per poi ridursi fino ad essere annullato intorno ai 100 Km dalla conclusione.
A questo punto, è già il momento decisivo, attaccano Pogacar, Healy, Pidcock, Gianni Veermersch (Alpecin), Kévin Geniets (Groupama – FDJ), Christopher Juul-Jensen (Team Jayco – AlUla), Andreas Kron (Lotto Dstny), Arjen Livyns (Lotto Dstny), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Quentin Pacher (Groupama – FDJ), Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Matteo Sobrero (Team Jayco – AlUla), Tosh Van Der Sande (Jumbo-Visma), Axel Zingle (Cofidis), Lars van den Berg (Groupama – FDJ) e Stan Van Tricht (Soudal – QuickStep).
Sono presenti molti uomini rappresentativi di diverse squadre e quindi in gruppo sono poche le formazioni che si incaricano dell’inseguimento; lo scarso coordinamento tra loro non aiuta.
Pogacar parla spesso via radio con l’ammiraglia che in un primo tempo non riesce ad avvicinarsi, finché sul Kruisberg raggiunge il capitano che cambia la bicicletta.
Su questa salita attaccano Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), Jai Hindley (Bora-hansgrohe), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling), che rispondono a una accelerazione di Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Ide Schelling (BORA – hansgrohe), che vengono ripresi e staccati. Sul quartetto di contrattaccanti si riportano pure Mattias Skjelmose Jensen (Trek – Segafredo) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny). Il drappello arriva sino a 15 secondi dalla testa della corsa, ma sull’Eyserbosweg Pogacar fa il diavolo a quattro e solo Pidcock resiste, mentre Healy si riporta sulla coppia in un secondo momento, gestendosi molto bene. Invece, Lutsenko e Kron non riescono a seguire l’irlandese.
Questa battaglia taglia fuori dai giochi il gruppetto di Bagioli, che continua a perdere terreno.
Sul Keutenberg Pogacar piazza il colpo del knock out, staccando senza pietà Pidcock e Healy. In un primo tempo Pidcock rimane da solo all’inseguimento ma successivamente Healy si riporta su di lui ed ai -13 riuscirà anche a staccarlo.
Healy taglia il traguardo con un distacco di 38 secondi mentre Pidcock, molto provato nel finale, ha rischiato di perdere il podio venendo praticamente raggiunto dalla coppia Kron – Lutsenko, giunta con un ritardo di oltre 2 minuti.
A oltre 3 minuti il gruppo di Bagioli, regolato in volata proprio dall’italiano.
Forse gli inseguimenti non sono stati organizzati bene ed è mancata la collaborazione tra le squadre, ma è anche vero che quando va via un gruppo con quei componenti il rischio che almeno qualcuno vada all’arrivo è molto alto, per cui quelli che puntano alla vittoria devono inserirsi (cosa che Pogacar ha dimostrato di aver capito). Semmai il problema sta nel fatto che la moderna cultura del ciclismo fa considerare scriteriato un tentativo che parte da così lontano. Da quando, però, sono comparsi sulla scena atleti come Mathieu van der Poel, Wout Van Aert e Pogacar questi schemi mentali devono cambiare, perché questi corridori hanno dimostrato di essere capaci di tirare fuori il coniglio dal cilindro in ogni gara. Ovviamente per potersi inserire nei vari tentativi non basta solo la lettura tattica, ma servono anche le gambe che indubbiamente fanno la differenza.
L’impresa di oggi, con l’attacco partito a 90 Km dal traguardo, dimostra che non è affatto vero quel che da più parti si va dicendo, ossia che si dovrebbero ridurre i chilometraggi dei tracciati per avere più spettacolo. Simili assurde tesi sono portate avanti soprattutto dalle televisioni, che puntano a far adattare gli sport alle loro esigenze e ai loro tempi. E’ invece importante lottare in ogni modo contro questa insana sottocultura affaristica che fa dello sport un prodotto economico. Occorre resistere per difendere la bellezza, il fascino, la vera emozione e il valore sportivo della tradizione ciclistica.
Dopo la grande impresa di oggi, si attende Pogacar mercoledì alla Freccia Vallone, secondo atto delle Ardenne che lo sloveno intende conquistare.
Si tratta di una corsa ancor più antica ed iconica dell’Amstel, tuttavia l’aver posto l’arrivo sul durissimo muro di Huy ha portato spesso a una corsa decisa all’ultimo chilometro, senza particolari sussulti nei chilometri precedenti. Visto, però, il modo di correre del fuoriclasse sloveno gli appassionati sono legittimati ad aspettarsi lo spettacolo che una corsa di tradizione come la Freccia Vallone merita.

Benedetto Ciccarone

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

TOUR DU JURA, VAUQUELIN VINCE NELLA NEBBIA

aprile 15, 2023 by Redazione  
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Kevin Vauquelin vince la classica francese davanti a Thibaut Pinot e Guillaume Martin

È il giorno della classica per scalatori che si corre della regione della Giura, dipartimento francese nella zona della Borgogna. Il percorso strizza l’occhiolino agli scalatori, e non mancano i nomi di peso a riguardo come Pinot e Martin.
Il clima è uggioso per le costanti piogge che cadono oggi sulla corsa, così la fuga tarda a prendere il largo fino a quando si forma un manipolo di sei uomini al comando composto da Théo Delacroix (St Michel-Mavic-Auber 93), Mauro Verwilt, Jonas Geens (Tarteletto-Isorex), Xabier Mikel Azparren (Euskaltel-Euskadi), Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) e Nicolas Dalla Valle (Team Corratec). Prima che questi riescano definitivamente a prendere il largo però dal gruppo continuano gli attacchi, così che si stacca un altro avamposto composto stavolta da Morne Van Niekerk (St Michel-Mavic-Auber 93), Luca Van Boven (Bingoal WB), Vinzent Dorn (Bike Aid), Andreas Stokbro Nielsen, Emil Vinjebo (Leopard TOGT Pro Cycling) e Noa Isidore (CIC U Nantes Atlantique). Dopo qualche chilometro di rincorsa i due gruppetti in avanscoperta si uniscono in un unico corposo plotoncino a guidare le ostilità, a cui il resto del gruppo lascia fino a 3 minuti e mezzo di margine massimo.
A questo punto sono soprattutto Groupama-FDJ e Ag2r Citroën a dirigere le operazioni di rincorsa, con il vantaggio che è intanto è già ridotto a 1 minuto e mezzo dopo le prime asperità in programma oggi, ancora sotto una leggera ma costante pioggia. Quando in gruppo si aggiunge anche la Cofidis, oramai il vantaggio dei battistrada è minimo: vengono riassorbiti uno ad uno tutti gli attaccanti del mattino con l’eccezione dell’unico stoico rimasto Azparren, il quale riuscirà a tenere botta in solitaria al comando della corsa fino ai -27 km dal traguardo.
Raggiunto il portacolori della Euskaltel-Euskadi a provarci è subito Alessadro Verre (Arkéa-Samsic), che riesce a guadagnare un piccolo margine e scollinare da solo al comando, raggiungendo 45″ di distacco sul gruppo guidato dalla Groupama-FDJ ormai ai piedi della salita anche arrivo di giornata, Mont Poupet. Dopo i primi chilometri senza pendenze arcigne il vantaggio dell’azzurro crolla una volta che la strada inizia ad inerpicarsi in modo severo, tanto che dietro un gruppetto di attaccanti composto da Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Guillaume Martin (Cofidis), Kevin Vauquelin (Arkéa-Samsic), Igor Arrieta (Equipo Kern Pharma), Ben O’Connor (Ag2r Citroen) e Victor Lafay (Cofidis) riesce a chiudere.
Non è finita però l’azione di giornata di Verre, che si mette subito a fare un grande lavoro per il compagno Vauquelin: è ai -2300 metri dal traguardo che questi si sposta dalla ruota dell’italiano e piazza l’attacco che lascia tutti sul posto, per portarlo vittorioso in solitaria al traguardo nella nebbiolina giunta sulla vetta del monte.
Volata per il piazzamento alle sue spalle fra Pinot e Martin, con il primo in grado di aggiudicarsi la medaglia d’argento.

Lorenzo Alessandri

Vauquelin spunta in solitaria nella nebbia (foto Zoé Soullard, DirectVelo)

Vauquelin spunta in solitaria nella nebbia (foto Zoé Soullard, DirectVelo)

CLASSIC GRAND BESANCON DOUBS, VINCE LAFAY

aprile 14, 2023 by Redazione  
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Victor Lafay vince la classica francese in volata ristretta su Lenny Martinez e Roger Adrià

Pronti via ed esce subito la fuga di giornata ad opera di una decina di unità, che dopo qualche tira e molla iniziale si compatta al comando. Una volta raggiunto buon accordo e avendo perso un paio di unità lungo la strada, la testa della corsa è composta da Morne Van Niekerk (St Michel-Mavic-Auber 93), Sean Christian (Stati Uniti), Wesley Mol (Bike Aid), Emil Vinjebo (Leopard TOGT Pro Cycling), Rory Townsend (Bolton Equities Black Spoke) e Charles Quarterman (Team Corratec), ai quali il gruppo lascia rapidamente un vantaggio consistente fino a sfiorare i 5 primi.
Dietro il plotone gestisce le operazioni di rincorsa da manuale, rosicchiando progressivamente e inesorabilmente il margine agli uomini al comando fino a riassorbirli ai -14 km dalla bandiera a scacchi. Si giunge così a ranghi compatti ai piedi della rampa conclusiva, Montfaucon: i due più pimpanti sono Lenny Martinez (Groupama-FDJ) e Victor Lafay (Cofidis), i quali riescono dopo scatti a controscatti a fare un piccolo buco su due pezzi da novanta presenti in gara oggi, Guillaume Martin (Cofidis) e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), ai quali si aggiunge successivamente anche Roger Adrià (Kern Pharma).
Quando ormai per la coppia al comando sembra fatta, l’immobilismo ai -500 metri riavvicina sensibilmente il terzetto alle loro spalle tanto che Adrià prova a prendere tutti in contropiede con una spring lunghissimo. I due francesi al comando però oggi non hanno rivali per condizione fisica, e lanciata la volata raggiungono e sopravanzano appaiati lo spagnolo che concluderà terzo. Showdown transalpino per la vittoria finale: a prevalere è Lafay su un deluso Martinez oggi apparso in grande spolvero, forse anche troppo viste le energie sprecate in precedenza.

Lorenzo Alessandri

La vittoria di Lafay nella corsa transalpina

La vittoria di Lafay nella corsa transalpina

GIRO DI SICILIA: LUTSENKO FA FILOTTO… TAPPA E SUCCESSO FINALE

aprile 14, 2023 by Redazione  
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Nella ultima e decisiva ultima tappa del Giro di Sicilia il kazako dell’Astana fa filotto conquistando tappa e classifica finale. Sul podio di giornata Meintjes e Albanese che ottengono le stesse posizioni anche nella generale.

Nelle previsioni dei giorni scorsi la tappa odierna era stata indicata dai più come quella definitiva e nel novero dei pretendenti della corsa a tappe siciliana quello di Alexey Lutsenko era uno nomi dei più gettonati.
Mai previsioni e pronostici sono stati più azzeccati.
La tappa era certamente decisiva e le capacità di gestirsi del giovane Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates) erano tutte da scoprire. Non erano, invece, una novità le qualità e la determinazione di altri pretendenti al successo finale. Uno su tutti quel Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) che non aveva mai fatto mistero di puntare al successo nella terra del “Gattopardo”. “Sono felicissimo per questa vittoria e per il lavoro della mia squadra. – queste le sue parole dopo il traguardo – Era da molto tempo che non vincevo una gara, più di un anno, e anche la mia squadra aveva bisogno di vincere. Sono riuscito a partire sul tratto più duro della salita e ho continuato fino al traguardo. È bello vincere Il Giro di Sicilia prima delle classiche delle Ardenne. Sono molto contento. Era da tanto che non vincevo, così come la squadra. Vincere Il Giro di Sicilia ci rende di nuovo felici. È importante per il morale. Domani volerò in Olanda per disputare l’Amstel Gold Race. L’anno scorso, in questo periodo, mi sono rotto una clavicola durante un ritiro sul Teide. Ho perso tre settimane di allenamento. Prima di quella frattura, avevo preso l’influenza a casa. È stato un peccato, perché avevo iniziato bene la stagione 2022 vincendo la mia prima gara dell’anno [Jaén Paraiso Interior]. Considerando quello che è successo in primavera, il mio Tour de France non è stato male l’anno scorso. Questa settimana mi è stato molto utile l’aiuto del Direttore Sportivo Giuseppe Martinelli, che ha una grande esperienza. Ho molti amici italiani e per questo mi fa molto piacere vincere qua”.
Alle spalle del kazako, che si era involato in solitaria sulle rampe dell’ultimo GPM di giornata, l’unica reazione è stata quella del sudafricano Louis Meintjes (Intermarchè Circus Wanty), che ha tentato senza successo l’inseguimento tagliando il traguardo dopo 40″, sufficienti a farlo salire sul secondo gradino del podio in classifica. Più o meno lo stesso si può dire per Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa), che regolando gli inseguitori dopo 1’13” ha conquistato il terzo posto nella classifica finale.
La maglia giallorossa Fisher-Black si è comunque difesa con onore chiudendo 8° a 1’15”, una discreta prestazione che però lo ha fatto scivolare ai piedi del podio finale a pari tempo con Albanese.
Fuori dalla TopTen di giornata, invece, sono finiti due dei nomi molto gettonati prima della competizione, Damiano Caruso (11° di tappa e 10° nella generale) e Diego Ulissi (13° al traguardo e 12° in classifica).
Chiusa questa competizione l’attenzione degli appassionati si sposta verso le Ardenne dove sono previste nell’ordine Amstel, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Per quanto riguarda l’Italia il prossimo appuntamento ha la data del 17 aprile, giorno d’avvio del Tour of the Alps. Successivamente il 25 aprile prenderà il via il Tour de Romandie, ultima corsa a tappe di un certo rilievo prima del Giro d’Italia, che scatterà il 6 maggio da Fossacesia Marina.

Mario Prato

Lutsenko allattacco sulle strade di Sicilia (Getty Images Sport)

Lutsenko all'attacco sulle strade di Sicilia (Getty Images Sport)

GIRO DI SICILIA, EROICO SUTTER A TERMINI IMERESE

aprile 13, 2023 by Redazione  
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Con una galoppata solitaria negli ultimi 10 km di gara l’elvetico Joel Suter, unico reduce della fuga di giornata, si è imposto sul traguardo di Termini Imerese. Seconda piazza per Fiorelli davanti a Viviani, terzo. Caduta nel finale per Damiano Caruso.

Enna-Termini Imerese… ovvero il vincitore che non ti aspetti. Joel Suter, elvetico ventiquattrenne del Tudor Pro Cycling Team, ha fatto il botto. Andato in fuga con altri cinque coraggiosi fin dalle prime battute di gara, ai meno 10, quando il plotone aveva già a vista il gruppetto dei battistrada, ha salutato la compagnia tenendo testa da solo al sopraggiungere del gruppo. Il traguardo in cima allo strappo della città siciliana ha messo fine alla sua impresa, consegnandogli la vittoria con un vantaggio di 4” sulle prime avanguardie del gruppo, guidato da Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) che ha preceduto nell’ordine Elia Viviani in maglia azzurra della nazionale italiana, Giosuè Epis (Zalf Euromobil Désirée Fior), Vincenzo Albanese (Vincenzo EOLO-Kometa), Luc Wirtgen (Tudor Pro Cycling), Niccolò Bonifazio (Intermarché – Circus – Wanty), Nikiforos Arvanitou (Sofer Savini Due OMZ), Kevin Colleoni (Team Jayco AlUla) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates) a chiudere la TopTen. Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates) ha chiuso in 21a posizione conservando la maglia giallo-rossa di leader della classifica generale. Da segnalare nelle fasi finali la scivolata in un tornante di Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), al momento del capitombolo nelle prime posizioni del gruppo: nessun problema per lui che ha chiuso 54°, senza perdere le ruote del gruppo dei migliori.
Joel Sutter alla sua prima vittoria da professionista ha così commentato: “È molto bello vincere. Era il mio obiettivo ma a metà gara la situazione sembrava complicata. Tuttavia, lo scenario è diventato favorevole verso la fine. Ho deciso di andare da solo perché non sono abbastanza veloce. È la mia prima vittoria da professionista su strada ed è molto importante per la mia squadra”.
Detto dell’avvincente finale, grazie alla “cronometro” dello svizzero che ha emulato il suo connazionale Fabian Cancellara, Deus ex Machina del team svizzero, non possiamo non nominare i coraggiosi che insieme a lui hanno animato la quasi totalità della tappa, ovvero Pierelis Belletta (Biesse-Carrera), Michele Berasi (General Store-Essegibi-F.lli Curia), Roberto Carlos González (Mg.K Vis-Colors for Peace), Giacomo Garavaglia (Work Service-Vitalcare-Dynatek) e Edoardo Faresin (Zalf Euromobil Désirée Fior), figlio d’arte avendo il padre Gianni corso tra i professionisti dal 1988 al 2004, periodo nel quale il corridore veneto vinse – tra le altre corse – il Giro di Lombardia del 1995 e il campionato nazionale nel 1997.
Domani con l’arrivo a Giarre si concluderà questa edizione della corsa a tappe siciliana. L’ultima frazione prevede 3 GPM di categoria superiore: la salita di Floresta (complessivi 40 km al 3% medio con tratti al 7%), quella dell’Etna (fino alla località Due Monti, quasi 18 km al 6%) e quella di Scorciavacca (10 km al 6.4%). L’arrivo dopo 216 km sarà in leggera salita, al 2% circa.

Mario Prato

La vittoria di Sutter a Termini Imerese (foto La Presse)

La vittoria di Sutter a Termini Imerese (foto La Presse)

DORIAN GODON VINCE LA FRECCIA DEL BRABANTE

aprile 13, 2023 by Redazione  
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Con un’azione combinata a circa 30 km dalla conclusione, Dorian Godon (Team AG2R Citroen) e Ben Healy (Team EF Education EasyPost) trovano il momento giusto per involarsi e giocarsi la vittoria. E’ il francese a prevalere sull’arrivo in leggera salita con punte al 5%

La Freccia del Brabante segna tradizionalmente il passaggio dal pavè alle cotes delle Ardenne. Sono 24 i tratti tra pavè e brevi salite sulle quali si esibiscono diverse tipologie di ciclisti. La fuga di giornata è stata caratterizzata dall’azione di quattro ciclisti: Johan Meens (Team Bingoal WB), Sander De Pestel (Team Flanders Baloise), Rory Townsend (Team Bolton Equities Black Spoke) e Tord Gudmestad (Uno-X Pro Cycling Team). Dopo 25 km il vantaggio del quartetto di testa era di 4 minuti e dopo 50 km era cresciuto ulteriormente a quasi 7 minuti. Le cattive condizioni meteo, con pioggia costante e frequenti raffiche di vento, già a metà percorso vedeva un gruppo piuttosto frastagliato. A 50 km dall’arrivo prima un’azione di Rémi Cavagna (Team Soudal Quick Step) e una seconda azione combinata di Andreas Kron (Team Lotto Dstny) e Ben Healy (Team EF Education EasyPost) rimescolava le carte in tavola in testa alla corsa, con la fuga che veniva ripresa formalmente a 47 km dalla conclusione. Gumestad era l’ultimo fuggitivo ad essere ripreso dal gruppetto di testa, che oltre a Cavagna, Kron e Healy comprendeva anche Dorian Godon (Team AG2R Citroen) e Lucas Eriksson (Tudor Pro Cycling Team). A circa 33 km dall’arrivo attaccavano Godon ed Healy. Era questa l’azione decisiva della corsa visto che la coppia riusciva nel giro di un paio di km a raggiungere un vantaggio di una cinquantina di secondi sul primo gruppo inseguitore, mentre il secondo gruppo all’inseguimento, più numeroso, aveva un minuto e 20 secondi di ritardo. Da quest’ultimo gruppo provavano ad uscire, Arnaud De Lie e Pascal Eenkhoorn, ma la coppia della Lotto Dstny veniva ripresa quasi subito. Godon staccava infine Healy sull’arrivo in salita ed andava a vincere con un secondo di vantaggio sull’irlandese. Benoit Cosnefroy (Team Ag2R Citroen) era terzo a 21 secondi di ritardo, mentre chiudevano la top five Cavagna in quarta posizione a 24 secondi di ritardo ed Axel Zingle (Team Cofidis) a 25 secondi di ritardo. Andrea Bagioli (Team Soudal Quick Step) era il primo italiano all’arrivo e giungeva in ottava posizione. Godon ottiene la prima vittoria stagionale e si candida ad essere una valida spalla di Cosnefroy nelle prossime corse nelle Ardenne.

Antonio Scarfone

Dorian Godon vince la Freccia del Brabante (foto: Luc Claessen/Getty Images)

Dorian Godon vince la Freccia del Brabante (foto: Luc Claessen/Getty Images)

GIRO DI SICILIA, BONIFAZIO RITROVA IL GUSTO DELLA VITTORIA

aprile 12, 2023 by Redazione  
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Nella città siciliana dal nome beneaugurante la vittoria è andata a Bonifazio che si è imposto in una volata di gruppo su Albanese e Blake. Quinto Caruso.

La Canicattì-Vittoria di 193 km, seconda tappa del Giro di Sicilia 2023, ha visto la vittoria di Niccolò Bonifazio. Il ligure portacolori della Intermarché – Circus – Wanty si è imposto con l’esperienza al termine di una volata di gruppo che ha portato l’intero plotone a piombare sul traguardo di giornata. Secondo posto per Vincenzo Albanese, che ha schierato la propria Eolo-Kometa a gestire le fasi di preparazione alla volata con l’intenzione di centrare la vittoria per scalzare dal primo posto della classifica il vincitore di ieri, il neozelandese Finn Fisher-Black (UAE Team Emirates). Terza piazza per Blake Quick (Team Jayco AlUla). Da segnalare la quinta posizione di Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), un piazzamento inatteso in una tappa non adatta alle sue caratteristiche che dimostra tutta la sua volontà nel bissare il successo finale dello scorso anno. Il vincitore di giornata ha così commentato la sua vittoria: “Ho lavorato molto durante l’inverno ma non avevo avuto ancora la mia occasione, tuttavia stamattina ero fiducioso di poter vincere oggi. Sono partito lungo e ce l’ho fatta. La mia ultima vittoria risale a quasi 300 giorni fa, poco prima del Tour de France dello scorso anno. Voglio vedere cosa succederà ora. È una vittoria importante”.
La tappa odierna a parte la scarica adrenalinica del finale, dove ha prevalso la scaltrezza del velocista ligure, ha vissuto sull’impresa dei 9 coraggiosi impegnati nella lunga fuga di giornata: Riccardo Ciuccarelli (Biesse – Carrera), Michael Belleri (Biesse – Carrera), Giannicola di Nella (D’Amico – UM Tools), Tommaso Bergagna (General Store – Essegibi – F.Lli Curia), Andrés Liber Mancipe (GW Shimano-Sidermec), Ben Granger (Mg.K Vis – Colors for Peace), Luca Cretti (Team Colpack Ballan), Charles Planet (Team Novo Nordisk), Gabriele Petrelli (Team Technipes #inEmiliaRomagna).
Fallito in parte l’assalto di Albanese alla maglia giallorossa di Fisher-Black in classifica domina ancora il neozelandese con 6″ sul corridore campano, che ora comanda la classifica a punti, con 14″ su Diego Ulissi (UAE Team Emirates) e 18″ su Caruso.
Dopo il traguardo Fisher-Black ha commentato “È stata una bella sensazione correre con la maglia di leader oggi. Non l’avevo mai provata prima. Mi aspettavo che Vincenzo Albanese si lanciasse in volata oggi e non potevo fare ugualmente. Domani la tappa sarà più impegnativa”.
Domani la terza tappa, Enna-Termini Imerese di 150 Km, prevede le ascese di Rocca Vutura, di Sperlinga e della Portella di Bafurco prima della lunga discesa che porterà sulla costa tirrenica. Finale pianeggiante, con l’eccezione dell’ultimo chilometri in salita al 6% con 5 tornanti. Non è una “tappa dolomitica” ma ha tutti gli ingredienti per ingolosire gli appassionati di ciclismo.

Mario Prato

La volata vincente di Bonifazio a Vittoria (foto La Presse)

La volata vincente di Bonifazio a Vittoria (foto La Presse)

AGRIGENTO PREMIA FISHER-BLACK, PRIMO NEOZELANDESE A VINCERE AL GIRO DI SICILIA

aprile 12, 2023 by Redazione  
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Successo neozelandese ad Agrigento sede d’arrivo della prima tappa del Giro di Sicilia 2023. A primeggiare è infatti stato Finn Fisher-Black in maglia UAE. Piazze d’onore per Albanese ed Ulissi.

Ha preso il via ieri a Marsala il Giro di Sicilia, breve corsa a tappe organizzata dalla RCS e ritornata in calendario nel 2019 dopo 40 anni di assenza.
L’edizione 2023 prevede quattro tappe e si concluderà a Giarre venerdì prossimo venturo. Ieri, primo giorno di gara, il plotone ha preso le mosse in quel di Marsala per dirigersi verso Agrigento. L’arrivo che puntava verso l’alto ha premiato il neozelandese in maglia UAE Team Emirates Finn Fisher-Black. Il giovane, alla sua prima vittoria da professionista, grazie al gioco di squadra ha piazzato una vera e propria azione da finisseur infliggendo così 8” a Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa), giunto secondo davanti a Diego Ulissi (UAE Team Emirates). Per il toscano la soddisfazione di salire comunque sul podio dopo aver favorito l’azione del compagno di squadra. Quarto si è piazzato il vincitore dello scorso anno Damiano Caruso (Bahrain – Victorious)
Prima della conclusione della tappa che ha visto il successo di Fisher-Black, attuale possessore di tutte le maglie in palio di questa edizione, la tappa ha vissuto sulle gesta di 7 coraggiosi, Sebastian Schonberger (Human Powered Health), Michael Belleri (Biesse-Carrera), Niccolò Galli (Nazionale Italiana), Nicolas Milesi (Colpack Ballan), Umberto Poli (Novo Nordisk), Matteo Montefiori (Technipes #inEmiliaRomagna) e Roland Thalmann (Tudor Pro Cycling). Nonostante la loro buona volontà, il plotone (guidato dall’Astana e dall’UAE Team Emirates) non ha mai lasciato il guinzaglio troppo lungo e il loro vantaggio non è mai salito sopra ai 3’.
Quando mancavano una trentina di chilometri alla conclusione l’allungo perentorio di Thalmann ha suonato il “De Prufundis” per l’armonia del gruppo di testa e ne ha favorito il riassorbimento da parte del plotone, avvenuto a 5 Km dall’arrivo. Poco dopo ci provava Emanuele Ansaloni (Technipes #inEmiliaRomagna), tentativo subito stoppato dal gruppo.
Dopo l’arrivo il giovane neozelandese, primo vincitore del paese al Giro di Sicilia, ha così commentato: “Non era affatto questo il piano. Mi aspettavo che Diego vincesse. Ho attaccato e, quando mi sono guardato indietro, non c’era più nessuno. Il direttore sportivo alla radio mi ha detto di continuare. Non credevo di vincere finché non ho tagliato il traguardo. È la mia prima vittoria da professionista ed è molto importante per me, visto che l’anno scorso mi sono rotto una gamba e tornare è stato molto difficile… E’ stato emozionante ricevere i complimenti da parte di Vincenzo Nibali sul palco. Sono cresciuto guardandolo in televisione e mi ha dato motivazione per diventare professionista. Spero di poter diventare un corridore da corse a tappe ma, per questo Giro di Sicilia, dovrò vedere come starò domani. Ho un grande supporto da parte del team ma allo stesso tempo ci sono tante opzioni per la vittoria finale. Ho corso assieme a Jonas Vingegaard quando ero alla Jumbo-Visma e vedere la sua crescita come corridore mi ha sicuramente aiutato.”
Oggi la seconda tappa da Canicattì a Vittoria prevede un tracciato con una lunga sequenza di curve e saliscendi che terminano a circa 20 km dalla linea di arrivo. Il finale pianeggiante dovrebbe favorire le ruote veloci.

Mario Prato

Finn Fisher-Black (foto Getty)

Finn Fisher-Black (foto Getty)

VAN DER POEL RE DEL PAVE’. ALL’OLANDESE LA PARIGI-ROUBAIX 2023

aprile 9, 2023 by Redazione  
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Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) doma lo storico pavè con lucidità, classe, potenza ed anche un po’ di fortuna, visto che Wout van Aert (Team Jumbo Visma), il suo peggior rivale, è fermato da una foratura sul più bello. La festa dell’Alpecin Deceuninck è completata dal secondo posto di Jasper Philipsen. Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) è il primo italiano all’arrivo

La Parigi-Roubaix si conferma ancora una volta corsa dura, imprevedibile e variegata, con un ritmo già elevato da subito, tant’è vero che la fuga di giornata vera e propria partiva dopo un’ottantina di km dalla partenza ad opera di Sjoerd Bax (UAE Team Emirates), Derek Gee (Team Israel Premier Tech), Jonas Koch (Team BORA Hansgrohe), Juri Hollmann (Team Movistar) e Nils Eekhoff (Team DSM). Il vantaggio dei cinque di testa non superava mai i 2 minuti anche perché il ritmo del gruppo inseguitore era sempre abbastanza elevato, con Team Jumbo Visma, Team Trek Segafredo, Team INEOS Grenadiers e Team Bahrain Victorious spesso davanti a tirare. Peter Sagan (Team TotalEnergies) se non tra i ciclisti più attesi, almeno tra quelli più acclamati, anche perché oggi disputava la sua ultima Parigi-Roubaix, era costretto al ritiro a causa di una caduta dopo 105 km. La Foresta d’Aremberg si rivelava lo spartuacque della corsa, con i fuggitivi che venivano ripresi proprio al suo interno e con una caduta nel gruppo inseguitore che metteva fuori due pezzi da novanta come Dylan van Baarle (Team Jumbo Visma) e Kasper Asgreen (Team Soudal Quick Step). In testa alla corsa, a circa 80 km dalla conclusione, si formava un gruppo in cui era presente il terzetto di capitani dell’Alpecin Deceuninck con Mathieu van der Poel, Gianni Vermeersch e Jasper Philipsen, gli ultimi due rientrati sul gruppo di testa che si era avvantaggiato sul resto dei ciclisti e che comprendeva anche Christophe Laporte e Wout van Aert (Team Jumbo Visma), Stefan Kung (Team Groupama FDJ), John Degenkolb (Team DSM), Laurenz Rex (Team Intermarchè Circus Wanty) e Max Walscheid (Team Cofidis). Insieme a Vermeersch e Philipsen, rientravano sul gruppo di testa anche Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) e Mads Pedersen (Team Trek Segafredo). Laporte doveva arrendersi a causa di una foratura, lasciando così il capitano Van Aert da solo. A circa 50 km dalla conclusione, dopo alcune accelerazioni di Van Aert e di Van der Poel nel settore di Mons-en-Pévèle, si staccavano dal gruppo di testa Rex, Walscheid e Vermeersch. A 20 km dalla conclusione era ormai chiaro che a giocarsi la vittoria sarebbero stati Kung, Pedersen, Van Aert, Van der Poel, Philipsen, Degenkolg, Ganna e Kung. Durante l’attraversamento del Carrefour de l’Arbre, tra i settori di pavè più sconnessi, una caduta tagliava fuori Degenkolb. Si avvantaggiavano per un attimo Van Aert e Van der Poel ma era l’olandese ad accelerare ed a guadagnare sia sul belga, rallentato anche da un problema meccanico che lo costringeva a cambiare bici, che sul resto del gruppo. Van der Poel era così autore di una cavalcata trionfale negli ultimi 20 km. Alle sue spalle Van Aert, ferito nell’animo ma non abbattutosi del tutto, dimostrava di avere comunque un’ottima gamba visto che le sue accelerazioni mettevano in croce Pedersen, Kung e Ganna. Soltanto Philipsen riusciva a stargli dietro. Van der Poel trionfava nel velodromo di Roubaix di fronte ad una folla festante mentre Philipsen si piazzava secondo a 46 secondi di ritardo battendo Van Aert nella volata per i gradini più bassi del podio. Pedersen era quarto a 50 secondi di ritardo, mentre chiudeva la top five Kung. Ganna, primo degli italiani, si piazzava in sesta posizione e confermava così di essere la speranza italiana per le Parigi-Roubaix che verranno. La stagione del pavè si chiude formalmente oggi, anche se la settimana entrante si disputerà la Freccia del Brabante, che porterà alle nuove corse sulle Ardenne che caratterizzeranno la seconda metà di Aprile e dove Van der Poel vorrà ancora stupire.

Antonio Scarfone

Mathieu van der Poel vince la Parigi-Roubaix 2023 (foto: Getty Images Sport)

Mathieu van der Poel vince la Parigi-Roubaix 2023 (foto: Getty Images Sport)

A EIBAR IL TRIS DI VINGEGAARD. IL DANESE VINCE CON AUTORITA’ IL GIRO DEI PAESI BASCHI 2023

aprile 8, 2023 by Redazione  
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Ancora Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) protagonista al Giro dei Paesi Baschi, con un’ultima tappa in cui mette il sigillo alla vittoria finale. Il danese attacca sul gpm di Izua e lo rivedono solo alla fine. La Jumbo Visma si conferma squadrone vero

La sesta ed ultima patta del Giro dei Paesi Baschi parte da Eibar e termina nella medesima località dopo 137.8 km. Un chilometraggio non eccessivo che presenta però un percorso molto esigente con ben sette gmp sui quali la corsa potrebbe esplodere grazie ai ciclisti che vogliono contrastare il dominio, finora piuttosto netto, di Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), ormai ad un passo dalla vittoria della breve corsa basca. Il primo tentativo di attacco dopo la partenza veniva portato da Nicolas Prodhomme (Team AG2R Citroen) e Jimmy Janssens (Team Alpecin Deceuninck). Il gruppo maglia gialla reagiva e riprendeva i due attaccanti sul primo gpm di Elkorrieta, posto al km 13.5, sul quale scollinava per primo Jon Barrenetxea (Team Caja Rural – Seguros RGA). Il gruppo restava compatto anche sul successivo gpm di Azurki, posto al km 24.9, sul quale scollinava in prima posizione Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma). Proprio l’olandese era tra i protagonisti dell’allungo decisivo con cui si formava la fuga di giornata. Oltre a lui, erano presenti il compagno di squadra Attila Valter, Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Ruber Guerreiro (Team Movistar), Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla), rein Taaramae (Team Intermarchè Circus Wanty), Bruno Armirail (Team Groupama FDJ), Esteban Chaves (Team EF Education EasyPost), Harm Vanhoucke (Team DSM), Emanuel Buchmann (Team BORA Hansgrohe), Valentin Paret-Peintre (Team AG2R Cicloweb) e Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers). Sul successivo gpm di Gorla posto al km 45, era Guerreiro a scollinare in prima posizione. Ad 80 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo maglia gialla era di 1 minuto e 35 secondi. Tra le squadre più attive in testa al gruppo si segnalava il Team Bahrain Victorious, con Mikel Landa che classifica alla mano era l’uomo più insidioso per Vingegaard. Si avvicinava il gpm di Krabelin, il più duro della tappa, con pendenze superiori al 10% per larghi tratti. I 12 uomini di testa iniziavano la scalata del predetto gpm con un minuto di vantaggio sul gruppo inseguitore. Guerreiro scollinava in prima posizione. Oltre al portoghese, restavano in testa Chaves, Kruijswijk e Valter. Chaves si aggiudicava il primo traguardo volate di Markina-Xemein posto al km 83.7. Il colombiano si ripeteva poco dopo scollinando in prima posizione sul gpm di Trabakua posto al km 92.6. Mauro Schmid (Team Soudal Quick Step) raggiungeva il gruppetto di testa quando mancavano circa 40 km alla conclusione. Lo svizzero si aggiudicava il secondo traguardo volante di Eibar posto al km 104.5. Sul successivo gpm di Izua uno scatto secco di Jonas Vingegaard spezzettava il gruppo degli inseguitori. Il danese si riportava in poco tempo su Chaves e Schmid, che nel frattempo erano rimasti da soli in testa. Anzi, dopo averli raggiunti, Vingegaard ripartiva tutto solo distanziandoli nettamente nel giro di un centinaio di metri. Il danese scollinava in prima posizione ed al suo inseguimento si formava un gruppetto di undici uomini. Vingegaard scollinava per primo sull’ultimo gpm di Urkaregi posto al km 125.3 e guadagnava tra discesa e pianura oltre 1 minuto sugli immediati inseguitori. Il danese andava a vincere così la sua terza tappa del Giro dei Paesi Baschi, mentre James Knox (Team Soudal Quick Step) si piazzava in seconda posizione a 47 secondi. In terza posizione Ion Izagirre (Team Cofidis) regolava il gruppo degli inseguitori mentre chiudevano la top five Brandon McNulty (UAE Team Emirates) in quarta posizione e Sergio Higuita in quinta posizione. Il trionfo di Vingegaard è netto visto che in classifica generale rifila 1 minuto e 12 secondi di ritardo a Landa ed 1 minuto e 29 secondi di ritardo a Izagirre. Per quanto riguarda le brevi corse a tappe, c’è già attesa in Trentino per il prossimo Tour of the Alps, in programma dal 17 al 21 Aprile. Sarà come al solito la classica preparazione in vista del Giro d’Italia.

Antonio Scarfone

Jonas Vingegaard vince il Giro dei Paesi Baschi 2023

Jonas Vingegaard vince il Giro dei Paesi Baschi 2023

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