SORPRESA CERNY A PORT-VALAIS: IL CECO VINCE IL PROLOGO ED E’ IL PRIMO LEADER DEL ROMANDIA

aprile 25, 2023 by Redazione  
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Non si può certamente dire che oggi Josef Cerny partisse con il favore del pronostico, suona perciò abbastanza inaspettata la sua vittoria nel prologo che ha aperto oggi la 76sima edizione del Tour de Romandie. Il corridore ceco in forza alla Soudal-Quick Step è riuscito a sorprendere tutti, battendo di un niente il campione del mondo delle prove contro il tempo Tobias Foss (Jumbo-Visma) e il compagno di squadra Remi Cavagna, distanziati rispettivamente di 29 e 97 centesimi. Ai piedi del podio un bravo Nico Denz (Team DSM) a 4″ e il corridore di casa Joel Suter (Nazionale Svizzera) a 5″.
Tra gli uomini di classifica, ottima prestazione per Juan Ayuso (UAE Team Emirates) al suo esordio stagionale con un ottimo 13° posto a 10″ dal vincitore. Bene anche Romain Bardet (Team DSM), Damiano Caruso (Bahrain-Victorius) e i fratelli Adam e Simon Yates. Perdono qualche secondo di troppo Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Ion Izagirre (Cofidis) e Michel Woods (Israel-Premier Tech).

Come da tradizione, la corsa a tappe della Svizzera Romanda si è aperta con un classico prologo di 6,8 km interamente pianeggiante con partenza e arrivo in quel di Port-Valais. Ad aprire le danze è stato l’elevetico Jonathan Bogli corridore dilettante schierato in quest’occasione dalla selezione Svizzera.
Il primo tempo degno di nota è stato fatto segnare dall’Austriaco Rainer Kepplinger (Bahrain-Victorius) che ha concluso la sua prova in 7′38″55. Nel frattempo aveva preso il via il primo degli uomini di classifica, il francese Romain Bardet (Team DSM), bravo a limitare i danni con un discreto 7′41″. Di lì a poco, il tempo di Kepplinger è stato battuto prima dal portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates), capasce di fare meglio di 4″ (7′34″40 il suo tempo), e poi da Nico Denz (Team DMS), primo a scendere sotto la soglia dei sette minuti e mezzo in 7′29″60. Il tedesco è rimasto a lungo in testa alla corsa, mentre man mano diversi uomini papabili per la vittoria finale arrivavano al traguardo. Tra questi da segnalare la prestazione di Juan Ayuso (UAE Team Emirates) al suo esordio stagionale dopo una serie di problemi fisici. Il giovane talento iberico ha fatto segnare un ottimo 7′37″45, 8 secondi in più rispetto a Denz, tempo pressochè identico a quello del connazionale Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers). Meno buona invece la prova di Damiano Caruso (Bahrain-Victorius), che ha chiuso il suo prologo in 7′43″, un secondo meglio di Adam Yates (UAE Team Emirates) giunto al traguardo pochi minuti dopo il siciliano.
Decisamente sfortunato Alberto Rui Costa (Intermarchè-Circus-Wanty) incappato in un incidente a dir poco rocambolesco: il portoghese ha rotto la moltiplica proprio mentre scendeva dalla rampa di partenza, sbattendo il ginocchio sul manubrio e compromettendo così la sua corsa (sarà poi ultimi a quasi 5 minuti dal vincitore).

I primi pericoli per Denz sono arrivati ad opera di un altro portoghese, Nelson Oliveira (Movistar Team), bravo a chiudere in 2a posizione provvisoria a 5″87. La leadership del tedesco si è però interrotta pochi minuti dopo, quando al traguardo è arrivato uno scatenato Josef Cerny (Soudal-Quick Step) che, grazie ad un ottimo 7′25″88, ha scalzato dalla prima piazza il corridore della DSM. E’ stato quindi il turno dei colombiani Sergio Higuita (Bora-Hansgrohe) ed Egan Bernal (Ineos Grenadiers), quest’ultimo in cerca di riscatto dopo il bruttissimo infortunio dello scorso anno e i problemi di inzio stagione. I due sudamericano sono giunti entrambi a 7′50″.
Ottima la crono di Matteo Sobrero (Team Jayco-AlUla) con il tempo di 7′34″25. Buone anche le prestazioni di Ethan Vernon (Soudal-Quick Step), che ha chiuso la sua prova a 9″25 dal compagno di squadra, e soprattutto di Joel Suter (Tudor Pro Cycling), terzo a 4″18 da Cerny.
Male invece Michael Woods (Israel Premier Tech) che non è riuscito ad andare oltre una deludente 148a posizione a 48″ dal leader. Non buoni neanche i tempi di Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) e Ion Izagirre entrambi a 35″ da Cerny. Ci si poteva aspettare di meglio anche da Kevin Vauquelin (Team Arkea-Samsic), giunto a 25″ da Cerny. Bene invece Simon Yates (Team Jayco AlUla) che ha chiuso in 7′45″, appena un secondo peggio del gemello Adam.

A questo punto mancavano all’arrivo pochi corridori, diversi dei quali candidati ad attaccare seriamente il primato di Cerny. Uno degli uomini più attesi era Ethan Hayter (Ineos Grenadiers) vincitore del prologo dello scorso anno. Il britannico è andato forte, ma non abbastanza da battere Cerny (4″39 il suo distacco, poco dietro Suter). Ancora più forte è andato Remi Cavagna (Soudal-Quick Step) che si è arreso al compagno per appena 97″. I brividi non erano però finiti perchè a quel punto è giunto al traguardo Tobias Foss (Jumbo-Visma). Il norvegese sembrava in grado di sopravvanzare il ceco, ma alla fine si è dovuto accontentare del 2° posto a soli 29″. L’ultimo pericolo l’ha portato Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), giunto 7° a 9 secondi.
Per Cerny si tratta della prima vittoria stagionale. Il ceco è ovviamente anche leader della classifica generale che guida davanti a Foss e Cavagna. Alle loro spalle Nico Denz a 4″, Joel Suter ed Ethan Hayter a 5″, Bjerg Sobrero e Ivo Oliveira a 9″ e quindi Ethan Vernon, Nelson Oliveira ed Arthur Kluckers (Tudor Pro Cycling) a 10″.

Domani è in programma la prima tappa in linea: saranno 169 i km che condurranno i corridori da Crissier a Vallì de Joux. Il percorso offrirà nella parte centrale 3 gpm (due di 2a e uno di 3a categoria) che potranno lanciare i fuggitivi di giornata. Gli ultimi 47 km, praticamente piatti, favoriranno però un ricompattamento del gruppo ed un probabile epilogo in volata.

Pierpaolo Gnisci

Cerny sorprende al Romandia (Image credit: FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

Cerny sorprende al Romandia (Image credit: FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

LIEGI BAGNATA TADEJ SFORTUNATO, REMCO SENZA RIVALI

aprile 23, 2023 by Redazione  
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Il campione del mondo Remco Evenepoel ha vinto in maglia iridata la edizione numero 109 della Liegi-Bastogne-Liegi, la quarta classica monumento della stagione, con un attacco partito a pochi metri dallo scollinamento della mitica Redoute. La caduta di Tadej Pogacar ha, però, non solo privato gli appassionati di un duello che si annunciava epico, ma anche lo stesso Evenepoel di un vero termine di paragone vista l’enorme differenza emersa nei confronti dei, pur agguerriti, residui rivali.

La prima vera notizia arriva molto presto, intorno al chilometro 90 di gara, quando il gruppo si trova nei pressi di Bastogne. Mikkel Honore (EF Education-EasyPost) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) finiscono a terra. Lo sloveno prova a ripartire ma si rende subito conto che non gli sarà possibile portare a termine la corsa. I successivi accertamenti in ospedale confermeranno la frattura dello scafoide e dell’osso semilunare della mano sinistra in conseguenza della quale il capitano del team UAE sarà sottoposto ad intervento chirurgico nelle prossime ore.
A questo punto, l’uomo da battere diventava inevitabilmente il solo Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) e la corsa per la vittoria ha avuto due soli momenti chiave: gli ultimi 200 metri della Redoute e il successivo inedito tratto di salita, pochissimi metri che sono bastati al belga per levarsi di ruota tutti gli avversari e involarsi in solitaria verso il traguardo, continuando ad aumentare il proprio vantaggio, mentre dietro gli altri si davano battaglia per il podio.
Certamente pregevole l’impresa del campione del mondo, che ha centrato la seconda vittoria su due partecipazioni e ha ancora una volta attaccato sulla Redoute, che per molti anni aveva ceduto il primato di punto chiave alla Roche-aux-Faucons, più vicina al traguardo.
Da quando sono arrivati sulla scena uomini come Pogacar ed Evenepoel è invece tornato in auge l’attacco da lontano, sfruttando punti che in passato avevano propiziato grandi imprese e che, negli ultimi anni, avevano perso un po’ di incisività proprio per non essere in linea con la moda dell’attacco nel finale.
La strategia era diventata quella di fare gran ritmo su salite come la Redoute per tentare di mettere fatica nella gambe degli avversari e poi tentare di far la differenza sull’ultima asperità.
Proprio per avere sia Evenepoel sia Pogacar rotto questo schema il loro duello era attesissimo da tutti gli appassionati e probabilmente i due se le sarebbero suonate sulla Redoute e, se non ne fosse uscito un uomo da solo, i contendenti avrebbero continuato a darsele di santa ragione per tutti i chilometri successivi con grande incertezza per la gioia di tutti i tifosi.
La sorte maligna ci ha privati di questo spettacolo, ma comunque la Doyenne, svoltasi per molti chilometri sotto una pioggia che non ha portato fortuna al fuoriclasse sloveno, ci ha regalato una bellissima azione del campione del mondo e una bella battaglia per il podio, nella quale si era inizialmente inserito Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), che ha poi un po’ pagato nel finale.
Le corse con elevato chilometraggio del resto sono ancora indigeste a molti in gruppo e coloro che non sono portati per questo genere di sforzi riescono spesso solo con l’esperienza ad ovviare a questo handicap.
Sul versante televisivo non può che commentarsi la pessima copertura offerta dalla RAI che ha mandato in onda solo gli ultimi 50 chilometri di una delle corse più importanti della stagione, vieppiù se si pensa a ciò che si è preferito trasmettere sulla rete sportiva, i campionati nazionali di tuffi e una partita di serie C, eventi che, con tutto il rispetto, mantengono una dimensione nazionale rispetto ad una corsa non solo di livello internazionale, ma tra le più importanti del ciclismo. Su Rai2, invece, si è invece preferito mandare in onda programmi preregistrati che potevano trovare collocazione in qualsiasi altro momento della giornata.
La corsa ha visto il formarsi della fuga sin da subito con l’iniziativa promossa da Lars van den Berg (Groupama-FDJ), alla quale hanno aderito subito Fredrik Dversnes (Uno-X Pro Cycling Team), Johan Meens (Bingoal WB), Jason Osborne (Alpecin-Deceuninck), Simone Velasco (Astana Qazaqstan, Georg Zimmermann (Intermarché – Circus – Wanty). Poco dopo Ruben Apers (Team Flanders – Baloise), Alexandre Balmer (Team Jayco AlUla), Héctor Carretero (Equipo Kern Pharma), Mathis Le Berre (Team Arkéa – Samsic) e Paul Ourselin (TotalEnergies) raggiungono la testa della corsa andando a formare un drappello di 10 uomini che accumulano un vantaggio massimo di poco inferiore ai 5 minuti.
Il tentativo è tenuto agevolmente sotto controllo dal gruppo, che ha visto gli uomini della UAE collaborare in testa sino al chilometro 90, quando la caduta di cui già si è parlato ha messo fuori gioco il leader designato della formazione emiratina. Va detto che il fuoriclasse sloveno non ha alcuna colpa essendo stato coinvolto suo malgrado nell’incidente.
Ai meno 100 provano ad attaccare in gruppo Magnus Sheffield (Ineos), Jan Tratnik (Jumbo-Visma) e Valentin Madouas (Groupama-FDJ), con l’uomo della Jumbo che stacca prima Madouas e poi Sheffield. La conseguente accelerazione del gruppo mette in difficoltà grossi nomi come Mikel Landa (Bahrain – Victorious) ed Enric Mas (Movistar Team), che vengono staccati, mentre anche tra i fuggitivi ci sono defezioni. Davanti restano così in 5 con Osborne, Ourselin, Velasco, Zimmermann e Lars van den Berg.
Tratnik si porta sui fuggivi e prosegue nell’azione, alla quale resiste il solo Velasco, mentre il gruppo continua ad assottigliarsi e altri uomini importanti come Julian Alaphilippe (Soudal – Quick Step) e Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) che perdono contatto.
Sulla Redoute si esaurisce il tentativo del mattino e a quel punto entrano in scena i big.
A tirare a più non posso è Ilan Van Wilder (Soudal-QuickStep) ma, quando Evenepoel accenna un’accelerazione si nota che la sua ruota slitta e il belga aspetta gli ultimi 200 metri per attaccare e rimanere solo senza particolari problemi.
Il tratto sino alla scollinamento, però, è troppo breve per distanziare adeguatamente Tom Pidcock (INEOS Grenadiers), che aveva cercato invano di tenere la ruota. L’abilità in discesa del britannico della Ineos gli permette, però, di riportarsi abbastanza agevolmente sul battistrada.
Tuttavia, nei successivi tratti in ascesa inseriti quest’anno per la prima volta al posto del falsopiano Evenepoel riesce a levarsi di ruota Pidcock senza neppure scattare, semplicemente con il ritmo elevato. Il belga si alzerà sui pedali solo dopo aver notato che il portacolori della Ineos aveva mollato la presa.
Ancor più dietro cercano di tenere duro e riportarsi su Pidcock anche i due della Trek Giulio Ciccone e Mattias Skjelmose. L’operazione si rivela più complicata del previsto tanto che, poco dopo il ricongiungimento, il trio viene raggiunto in un batter d’occhio da Ben Healy (EF Education-EasyPost) e poi dal resto del gruppo, che ormai è ridotto a circa 20 unità.
Mentre davanti Evenepoel procede nel suo assolo continuando a guadagnare, Healy e Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) allungano sulla Roche-aux-Faucons. A loro riesce comunque ad accodarsi uno stoico Pidcock che, dopo il tentativo di mantenere la ruota di Evenepoel, sembrava aver esaurito la benzina.
Sarà proprio il vincitore dell’ultima Strade Bianche a conquistare la volata per il secondo posto su Buitrago e su Healy, che manca il podio dopo essersi accollato il maggior peso nell’attacco.
Come si era detto in apertura, per la vittoria non c’è stata storia. Si è visto subito che Evenepoel aveva un altro passo rispetto a tutti. Sono bastati 200 metri per levarsi tutti di ruota e poi, dopo che Pidcock si era accodato sfruttando la discesa, è stato sufficiente un ritmo regolare ma molto elevato per chiudere la partita definitivamente. L’assenza di Pogacar in questo senso è stata una sciagura ancor più grande, anche se la lotta per il podio si è comunque rivelata appassionante.
Chiusa la stagione delle classiche di primavera che hanno offerto quest’anno un grande spettacolo, manca solo il Giro di Romandia prima di poter gustare un giro d’italia che tutti ci auguriamo appassionante e spettacolare come sono state le classiche. Sarà anche l’occasione per verificare su un terreno più significativo della Vuelta i miglioramenti di Evenepoel nella corse a tappe.

Benedetto Ciccarone

Evenepoel vola a prendersi la sua seconda Liegi consecutiva (Getty Images)

Evenepoel vola a prendersi la sua seconda Liegi consecutiva (Getty Images)

CARR, FUGA VINCENTE A BRUNICO. TAO GEOGHEGAN HART RE DELLE ALPI

aprile 21, 2023 by Redazione  
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Simon Carr vince (Team EF Education EasyPost) vince a Brunico la quinta ed ultima tappa del TotA 2023 riuscendo a inserirsi nella fuga di giornata ed attaccando al momento giusto sul gpm di Riomolino. Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) vince la breve corsa alpina

Gli oltre 144 km da Cavalese a Brunico, quinta ed ultima tappa del Tour of the Alps 2023, propongono un percorso complessivamente esigente con due difficili gpm da affrontare uno all’inizio ed un altro verso la conclusione della tappa. Il primo è il Passo Lavazè, che verrà affrontato subito dopo la partenza e potrà fare da trampolino di lancio per la fuga di giornata. Il secondo è Riomolino, che presenta 6 km durissimi dove i big di classifica potrebbero sparare le ultime cartucce della breve corsa alpina. Alla partenza da Cavalese si segnalava l’assenza di Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe), spedito dalla squadra tedesca in Belgio dove parteciperà domenica alla Liegi-Bastogne-Liegi. La fuga di giornata, partita ufficialmente dopo il primo traguardo volante di Chiusa, vedeva all’attacco oltre 20 uomini, tutti lontani dai primi posti della classifica generale. Tra di loro, erano presenti gli italiani Matteo Fabbro (Team BORA Hansgrohe), Luca Covili (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Edoardo Zambanini (Team Bahrain Victorious) e Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team). Le fasi salienti della tappa si sono avute sul secondo gpm di Riomolino, quando Simon Carr (Team EF Education EasyPost) era protagonista di un attacco a cui nessuno dei compagni di fuga riusciva a rispondere. Il britannico aumentava a poco a poco il vantaggio sugli immediati inseguitori e scollinava in prima posizione. Negli ultimi 20 km tra discesa e pianura Carr manteneva un vantaggio rassicurante e andava a vincere sul traguardo di Brunico con 53 secondi di vantaggio su Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost), mentre terzo era Matteo Fabbro, subito dietro Steinhauser. Carr ottiene la prima vittoria stagionale mentre Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) vince il TotA 2023 davanti a Hugh Carthy (Team EF Education EasyPost) e Jack Haig (Team Bahrain Victorious). Il Tour of the Alps si conferma interessante banco di prova per alcuni dei ciclisti che saranno protagonisti al prossimo Giro d’Italia e come al solito fa ritornare alla mente Michele Scarponi, che vinse la sua ultima tappa proprio in questa corsa – era il 17 Aprile 2017 – cinque giorni prima del tragico incidente che pose fine alla sua esistenza.

Antonio Scarfone

Simon Carr vince a Brunico (foto: Tim De Waele/Getty Images)

Simon Carr vince a Brunico (foto: Tim De Waele/Getty Images)

PER GREGOR MÜHLBERGER VITTORIA DOPO LA FUGA, TAO GEOGHEGAN HART RESTA AL COMANDO DEL TOUR OF THE ALPS

aprile 20, 2023 by Redazione  
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Gregor Mühlberger (Movistar) vince la quarta tappa del Tour of the Alphs 2023 dopo che un drappello di 13 uomini si era avvantaggiato andando in fuga, l’austriaco batte in volata Torstein Træen (Uno-X) e Giulio Pellizzari (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Nessuna variazione tra gli uomini di classifica che mantengono invariate le proprie posizioni con Tao Geoghehan Hart (Ineos) sempre al comando della corsa.

Il profilo della quarta tappa lasciava presagire la possibilità di lasciar andare una fuga e che questa potesse arrivare in porto, da Rovereto fino a Pedrazzo riparte il Tour of the Alps 2023. La partenza offre subito la salita verso Folgaria e Passo Somma e fa subito vivere un colpo di scena con Aleksandr Vlasov (BORA – Hansgrohe) che si avvantaggia insieme ad un drappello composto da: Georg Steinhauser (EF Education-Easypost), Óscar Rodríguez (Movistar Team), Sebastian Berwick (Israel – Premier Tech), Marco Frigo (Israel – Premier Tech), Giulio Pellizzari (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè) e Torstein Træen (Uno-X Pro Cycling Team). La Inesos non si fa trovare impreparata e si riporta sotto i fuggitivi, l’andatura folle spezza il gruppo in più tronconi creando già fin dalla prima ora di corsa una forte selezione. Vlasov prova ancora un allungo ma la Ineos c’è ed annulla un secondo tentativo di attacco, il russo si rassegna, l’andatura a questo punto cala e ad appofittarne è un gruppetto al cui interno troviamo: Torstein Træen (Uno-X), Patrick Konrad (BORA – Hansgrohe), Antonio Pedrero (Movistar), Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team), Giulio Pellizzari (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè), Óscar Rodríguez (Movistar Team), Henok Mulueberhan (GreenProject-Bardiani-CSF-Faizanè), Stefan De Bod (EF Education-Easypost), Gregor Mühlberger (Movistar Team), Simon Carr (EF Education-Easypost), Marco Frigo (Israel – Premier Tech), Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team) e Sergio Samitier (Movistar Team), a loro si aggancerà in discesa anche Mark Donovan (Q36.5). Nessun uomo costituisce un pericolo per la maglia verde e quindi la Ineos lascia fare, vantaggio della fuga che arriva a 4’:25” al secondo GPM di giornata del Lago di Santa Colomba, restano da percorrere 94 Km di corsa. Il gruppo da dietro si limita a controllare e si arriva così all’imbocco dell’ultima salita, quella di Passo Pramadiccio, con la fuga che conserva oltre 4’ di vantaggio. la vittoria di tappa pende sempre di più a favore di un uomo in fuga ed infatti a rompere gli indugi in testa piazzando il primo vero scatto è Mühlberger. Sull’austriaco si portano prima Pellizzari e poi Træen. I tre restano soli al comando della corsa fino a 3 km dal GPM quando Pellizzari si porta in testa da solo e va a scollinare con 15” sulla coppia alle sue spalle. In gruppo si registra solo un attacco da parte di Mikel Bizkarra (Euskaltel-Euskadi) riassorbito dali Ineos. La corsa si fa davanti con Pellizzari che viene ripreso in discesa da Mühlberger e Træen. Al GPM il gruppo transita con 3’ di ritardo troppi visto che al traguardo per la testa della corsa mancano soltanto 9 Km. I tre arrivano appaiati sotto l’arco dell’ultimo chilometro, il più scaltro e veloce è Mühlberger, secondo Træen e terzo Pellizzari. A 40” arrivano tutti gli altri corridori che facevano parte della fuga mentre ad oltre 3’ il gruppo con dentro tutti i migliori. Niente cambia in classifica generale con Tao Geoghehan Hart (Ineos) sempre al comando della corsa. Domani quinta ed ultima tappa da Cavalese a Brunico 145 Km con il GPM di seconda categoria di Riomolino a 21 Km dall’arrivo.

Antonio Scarfone

Gregor Mühlberger vince la quarta tappa del Tour of the Alps (Image credit: Tim de Waele/Getty Images)

Gregor Mühlberger vince la quarta tappa del Tour of the Alps (Image credit: Tim de Waele/Getty Images)

LENNARD KÄMNA CONQUISTA LA TAPPA REGINA DEL TOUR OF THE ALPS, TAO GEOGHEGAN HART SEMPRE LEADER

aprile 19, 2023 by Redazione  
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Prova di forza di Lennard Kämna nella tappa regina del Tour of the Alps 2023 abile a sfruttare un allungo nel tratto più duro della salita finale, secondo il compagno di squadra Aleksand Vlasov per una Bora – hansgrohe che si rivede nella tappa più attesa, terzo Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost). La Ineos di Geoghegan Hart controlla e fa sì che il proprio capitano chiuda in terza quarta posizione nel gruppetto dei migliori.

Tappa principe del Tour of the Alps 2023 partenza da Ritten con l’arrivo a San Valentino, la partenza in discesa e l’alta velocità fin dalle prime pedalate non cosente a nessuno di evadere dal gruppo. Bisogna aspettare quasi 50 Km di corsa quando ad avvantaggiarsi sono Joseph Dombrowski (Astana Qazaqstan), Giovanni Carboni (Equipo Kern Pharma), Lorenzo Milesi (DSM), Jasha Sütterlin (Bahrain Victorious), Liam Johnston (Trinity Racing), Andrea Vendrame (Ag2r Citroen Team), Juri Hollmann (Movistar), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Riccardo Lucca (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Alexander Hajek e Lukas Pöstlberger (AUT). Nel gruppetto in fuga nessun uomo preoccupa la Ineos che lascia arrivare la fuga ad oltre 7’ all’attacco della salita verso Lago di Cei. In testa si portano gli uomini della Education – EasyPost riuscendo nei 9,7 Km dell’ascesa a portare il ritardo a 3’:40”, al GPM transita per primo Sutterlin. In discesa il gruppo fa l’elastico, la Ineos non fa correre rischi al proprio capitano e così la fuga ritorna ad avere più margine, alla fine della discesa il gruppo insegue a 4’:15”. Si arriva così alla salita di San Valentino, lunga con i suoi 15,4 Km e pendenza in doppia cifra per una media al 7,5%. Il primo a muoversi in testa è Vendrame su di lui dopo pochi chilometri si porta Dombrowski che supera l’italiano e resta da solo al comando della corsa. Dietro ai Bora – hansgrohe non sta bene il ritmo degli Inesos, si portano in testa ed il cambio dell’andatura è immediato andando a riprendere pian piano tutti i fuggitivi. Davanti intanto il solo Dombrowski entra nei 10Km finali con 50” di vantaggio. Il gruppetto dei migliori ha dentro tutti i capitani, in testa si porta Matteo Fabbro per una Bora – hansgrohe che vuole la vittoria di tappa. A 6 Km dall’arrivo per il gruppo Lennard Kamna, lontano in classifica generale, scatta con la Inesos passiva che lascia fare. Segue anche uno scatto di Jefferson Cepeda (EF Education – EasyPost) che si porta sotto Kamna, i due vanno così a riprendere Dombrowski ai meno quattro chilometri dall’arrivo. Dietro entra in scena Pavel Sivakov che ancora una volta pilota il proprio capitano al meglio nonostante un allungo di Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) riassorbito subito. Ai meno tre il gruppetto inseguitore è formato da: Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers), Santiago Buitrago e Jack Haig (Bahrain-Victorious), Hugh Carthy (EF Education – EasyPost), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa), Max Poole (Team DSM) e Matthew Riccitello (Israel-PremierTech). A due chilometri dall’arrivo lo scatto di Geoghegan Hart mette in crisi Poole e Riccitello e Sivakov, la coppia di resta è a soli 12”. Cepada e Kåmna entrano nell’ultimo chilometro e qui il tedesco piazza la stoccata vincente, imprendibile anche per uno scatenato Geoghegan Hart. La volata del gruppetto dei migliori, a 4”, è regolata da Vlasov, che passa Cepada terzo, per una bella doppietta Bora – hansgrohe, Geoghegan Hart quarto seguono Jack Haig (Bahrain-Victorious) e Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) un pò più indietro a 10” chiude Lorenzo Fortunato (Eolo – Kometa). Tra i big paga 32” Santiago Buitrago uscendo così dale prime posizioni della generale che vede sempre Geoghegan Hart al comando. Domani quarta tappa da Rovereto a Pedrazzo con il Passo del Pramadiccio a 15,5 Km dall’arrivo.

Antonio Scarfone

Lennard Kamna esulta a San Valentino (Image credit: Getty Images)

Lennard Kamna esulta a San Valentino (Image credit: Getty Images)

POGACAR SEMPRE PIU’ ALIENO. SUA ANCHE LA FRECCIA VALLONE

aprile 19, 2023 by Redazione  
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Con una progressione fulminante a circa 150 metri dall’arrivo, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), conquista la sua prima Freccia Vallone demolendo la resistenza degli avversari e confermando di essere uno dei più forti ciclisti in circolazione. Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo) è secondo e primo degli umani. Buon quinto posto per il compagno di squadra Giulio Ciccone, primo italiano al traguardo

La Freccia Vallone propone ancora un percorso esplosivo, con tre passaggi sul Muro de Huy, simbolo di questa corsa. Alla partenza è assente Dylan Teuns (Team Israel Premier Tech), vincitore lo scorso anno. E, nonostante fosse iscritto, non prende il via neanche Benoit Cosnefroy (AG2R Citroen), la cui forma lascia a desiderare. La fuga di giornata, partita dopo una quindicina di km, vedeva protagonisti otto ciclisti, ovvero Daryl Impey (Team Israel Premier Tech), Lawrence Naesen (Team AG2R Citroen), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Circus Wanty), Jakob Hindsgaul (Uno-X Pro Cycling Team), Soren Kragh Anderson (Team Alpecin Deceuninck), Raul Garcia Pierna (Team Kern Pharma), Johan Meens (Team Bingoal WB) e Jetse Bol (Team Burgos BH). Le squadre maggiormente impegnati nell’inseguimento sono state l’UAE Team Emirates ed il Team INEOS Grenadiers. La fuga ha raggiunto un vantaggio massimo di 3 minuti e 50 secondi intorno al km 60 salvo poi scendere progressivamente. A circa metà del percorso facevano capolino in testa al gruppo anche uomini della Jumbo Visma e dell’EF Education EasyPost. Il primo nome caldo ad alzare bandiera bianca era David Gaudu (Team Groupama FDJ), quando veniva scalato per la prima volta il Mur de Huy. Il francese metteva addirittura il piede a terra e si ritirava, quando mancavano 75 alla conclusione. Il primo fuggitivo a rialzarsi e ad essere ripreso dal gruppo inseguitore era Naesen. La fuga perdeva altri pezzi nei successivi 30 km ed a 47 km dalla conclusione restavano in testa alla corsa soltanto Zimmermann e Kragh Andersen, che scollinavano sul secondo Mur de Huy con un vantaggio risicato sul gruppo inseguitore dove adesso faceva la voce grossa l’UAE Team Emirates. A 35 km dall’arrivo Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan) e Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step) raggiungevano la testa della corsa. A 21 km dall’arrivo una caduta nel gruppo metteva fuori gioco, tra gli altri, Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) e Jesus Herrada (Team Cofidis). Vervaeke restava da solo in testa alla corsa a poco meno di 7 km dalla conclusione. Il gruppo riprendeva il ciclista belga poco prima del passaggio sotto lo striscione dell’ultimo km, quando i big erano già tutti davanti per dare tutto sulle pendenze in doppia cifra. Era Michael Woods (Team Israel Premier Tech) il primo ad allungare a circa 400 km dalla conclusione ma alla sua ruota restava attaccato, apparentemente senza difficoltà, Tadej Pogacag (UAE Team Emirates), che superava sullo slancio il ciclista canadese con un’imperiosa accelerazione. Lo sloveno andava a vincere precedendo sul traguardo un ottimo Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo), secondo e primo degli umani. Terzo a 3 secondi di ritardo era Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) mentre chiudevano la top five Woods in quarta posizione e Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) in quinta posizione. Non ci sono più parole per descrivere Tadej Pogacar, probabilmente all’apice o quantomeno ad uno degli apici della sua carriera, avendo già vinto nel 2023 sei delle otto corse (tra corse di un giorno e corse a tappe) a cui ha partecipato. E non finisce qui, visto che il fenomeno sloveno è atteso domenica ad un’altre prova di forza alla Liegi-Bastogne-Liegi, dove si scontrerà con un certo Remco Evenepoel.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone 2023 (foto: Getty Images Sport)

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone 2023 (foto: Getty Images Sport)

LA LEGGE DI TAO GEOGHEGAN HART, BIS AL TOUR OF THE ALPS

aprile 19, 2023 by Redazione  
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Seconda vittoria consecutiva per Tao Geoghegan Hart (Ineos) al Tour of the Alps 2023, il britannico rafforza il primato in classifica generarle protetto da una squadra perfetta con un ultimo uomo, Pavel Sivakov, capace di chiudere sugli attacchi nel finale. Al secondo posto si piazza Jack Haig al terzo il compagno di squadra Santiago Buitrago della (Bahrain-Victorious). Fuori dai giochi invece Felix Gall (Ag2r Citröen) per una scivolata nell’ultima curva.

Anche quest’oggi la fuga si forma nei primissimi chilometri di corsa, infatti poco dopo cinque chilometri a prendere il largo è Simon Carr (EF Education – EasyPost) su cui si portano Moran Vermeulen (Austria) e Marti Marquez (Equipo Kern Pharma). Il terzetto sembra poter andare via di comune accordo ma una foratura per Marquez fa si che la fuga resti di soli due uomini. Qualche chilometro dopo provano ad uscire dal gruppo anche Sergio Samitier (Movistar) e Sebastian Schonberger (Austria) i due restano in avanscoperta senza però riuscire a portarsi sulla testa della corsa che detiene un vantaggio di circa 3’. I contrattaccanti vengono ripresi da un terzo tentativo promosso da Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi). I tre immediati inseguitori riescono questa volta a portarsi sui fuggitivi, il gruppo resta dietro a 2’ con 65 Km di corsa percorsi. A circa metà tappa dopo aver scollinato il Passo del Brennero i cinque al comando, in discesa, riescono a guadagnare un minuto sul gruppo che, tirato dagli Ineos, non rischia più di tanto nella lunga discesa. Discorso che cambia sulla salita di Velturno, la fuga perde pedine ed in testa rimangono Carr, Samitier e Schonberge, dietro il gruppo si porta a 2’:40” riassorbendo intanto Juaristi e Vermeulen. Verso la successiva salita di Barbiano i tre iniziano a faticare tanto che ad alzare bandiera bianca è Schonberger, il più in palla sembra essere Carr ed infatti grazie ad un allungo si toglie da ruota Samitier e resta così da solo al comando. Al GPM Carr transita con 1:15” sul gruppo in netta rimonta, in pianura grazie ad un sontuoso Thymen Arensaman (Ineos Grenadiers) il gruppo recupera ancora arrivando ai piedi dell’ultima salita di giornata con soli 30” da recuperare. Sorti segnate per Carr ripreso a poco più di 7 Km dall’arrivo. Il copione è lo stesso di ieri, andatura folle degli Ineos per non far scattare nessuno e portare il capitano nella miglior condizione e posizione in vista dell’ultimo chilometro. E così Laurens de Plus ancora in testa a fare l’andatura proprio come nella prima tappa, la situazione non sta bene a Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) che con grande coraggio prova un allungo in faccia alla corazzata Ineos. Immediata è la reazione di Sivakov che si riporta sotto il colombiano nel falsopiano subito dopo il GPM. Il ritmo di Sivakoc fa male tanto che in testa restano in pochissimi, il gruppetto dei migliori è formato da Geoghegan Hart, Sivakov, Felix Gall (Ag2r Citroën), Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), Ivan Sosa (Movistar), Buitrago, Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost). Il grande assente è Aleksandr Vlasov e la sua Bora-hansgrohe. Il gruppetto dei nove arriva a giocarsi la vittoria di tappa all’ultimo chilometro che tira all’insù, nell’ultima curva Gall cade, senza conseguenze, esce bene, invece, Geoghegan Hart che tutto solo va a vincere sulla coppia Haig e Buitrago della (Bahrain-Victorious), quarto Siavakov nonostante il grande lavoro nel finale, quinto Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa). In classifica generale Geoghegan Hart si porta a 18” su Felix Gall (Ag2r Citroën), accreditato allo stesso tempo per via della neutralizzazione nei chilometri conclusivi, segue in terza posizione Buitrago (Bahrain-Victorious) a 22”. Domani tappa regina del Tour of the Alps 2023 con arrivo in salita a San Valentino, ascesa di 15,4 Km con media al 7,4%, vedremo se qualcuno riuscirà a scalfire gli Ineos ed mettere in difficoltà Tao Geoghegan Hart.

Antonio SCarfone

Tao Geoghegan Hart seconda vittoria al Tour of the Alps 2023 (Image credit: Getty Images)

Tao Geoghegan Hart seconda vittoria al Tour of the Alps 2023 (Image credit: Getty Images)

TAO GEOGHEGAN HART E LA INEOS METTONO SUBITO LE COSE IN CHIARO AL AL TOUR OF THE ALPS

aprile 17, 2023 by Redazione  
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Tao Geoghegan Hart conquista in solitaria la prima tappa con arrivo in salita al Tour of the Alps 2023 dopo che la Ineos lo ha pilotato al meglio nel finale di tappa, al secondo posto chiude Felix Gall (Ag2r Citröen) riuscendo a precedere Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) tutto solo al comando della corsa fino all’imbocco della salita conclusiva. Nel gruppo dei migliori si piazza, per gli italiani, Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) in settima posizione.

Tappa esigente in apertura al Tour of the Alps 2023 con arrivo in salita che chiama subito allo scoperto gli uomini di classifica andando a definire le gerarchie in ogni squadra al via. Si parte subito forte con un drappello di sei uomini che riescono a portare via la fuga buona, i loro nomi sono: Andrea Garosio (Eolo-Kometa), Kinfe Hailemichael (Caja Rural), Alex Martin (Eolo-Kometa), Valentin Paret-Peintre (Ag2R), Sergio Samitier (Movistar) e Moran Vermeulen (Selezione Austria). Per loro vantaggio massimo di 3′, con il gruppo tirato da Ineos Grenadiers e Bora-hansgrohe, vantaggio che resterà invariato fino ai piedi della prima asperità di giornata, la salita verso Brandenberg dove al GPM scollina per primo Paret-Peintre; il gruppo inizia a rosicchiare secondi preziosi transitando a 2’. Tra la successiva discesa e la seconda salita il gruppo aumenta la velocità e così si porta a solo un minuto dalla testa della corsa, al GPM di Alpbach il vantaggio dei sei scende sotto il minuto per poi annullarsi a 17 Km dal traguardo. Resta da affrontare l’ultimo GMP il più ostico con pendenze in doppia cifra, ciò che resta del gruppo è tirato da Laurens De Plus con tutta la Ineos Grenadiers in blocco in testa, ritmo importante tanto che a farne le spese è proprio un Ineos, Thymen Arensman. Il lavoro di De Plus screma ulteriormente il gruppo ridotto ad una ventina di uomini, ad 1,5 Km dal GPM il primo attacco è piazzato da è Jack Haig (Bahrain-Victorious), l’australiano riesce subito a guadagnare una cinquantina di metri, da dietro esce anche Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost) che in un amen si porta sotto Haig e lo passa restando da solo al comando della corsa scollinando per primo, nel gruppo è Pavel Sivakov (Inoes Grenadiers) a tirare. In discesa Haig riesce ad agganciare Cepada e grazie ad una maggiore abilità di guida della bicicletta tra i tornanti tecnici riesce ad avvantaggiarsi, per lui 26” di vantaggio al termine della discesa. Dietro c’è anche Geraint Thomas ad aiutare Sivakov (Ineos Grenadiers) che con un grande lavoro riescono a guadagnare secondi preziosi su Haig distante solo 15” con la strada che nei cinque chilometri conclusivi torna a salire verso il traguardo. Nell’ultimo chilometro, quello con la pendenza più dura, Haig va in sofferenza, da dietro allunga sia Felix Gall (Ag2r Citröen) sia Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) seguiti un attimo dopo da Geoghegan Hart la pedalata del britannico è più efficiente e si toglie così tutti di ruota andando a prendersi il traguardo di Alpbach a braccia alzate concretizzando un magistrale lavoro di squadra, Ineos faro della corsa mette subito le cose in chiaro piazzando Hart al comando della classifica generale, seguono Felix Gall a 6”, Hugh Carthy a 10”, poi tre uomini a 16” e sono Iván Ramiro Sosa (Movistar), Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) e Pavel Sivakov (Ineos), Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) e Lennard Kamna (Bora-hansgrohe) a 20”, Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious) nono a 22” chiude la top dieci Jack Haig (Bahrain-Victorious) a 24”. Domani seconda tappa con arrivo a Renon e la scalata al Monte di Mezzo GPM di seconda categoria posto a 4 chilometri dal traguardo.

Antonio Scarfone

Tao Geoghegan Hart esulta sul traguardo di Alpbach (Credit Images: Tim de Waele/Getty Images)

Tao Geoghegan Hart esulta sul traguardo di Alpbach (Credit Images: Tim de Waele/Getty Images)

RESTREPO FA SUO IL GIRO DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA

aprile 17, 2023 by Redazione  
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Successo del colombiano che regala alla GW Shimano Sidermec di Gianni Savio il primo successo di questo 2023. Sul podio salgono Tivani e Maestri.

A Reggio Calabria il porta colori della GW Shimano Sidermec Jhonatan Restrepo si è imposto in una volata ristretta di undici elementi, un successo che ha permeso al colombiano di iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della corsa calabrese, ritornata in calendario dopo 11 anni di assenza.
Il gruppetto di undici elementi che si è giocato la competizione si era creato nelle fasi finali, dopo aver scollinato il Monte Sant’Elia. Fino a quel punto la corsa era stata tenuta chiusa dagli uomini della Eolo-Kometa, reduci dal buon Giro di Sicilia di Vincenzo Albanese.
La presenza nel gruppetto in testa alla corsa di corridori a proprio agio nello sprint fa si che prima di arrivare al traguardo ci siano stati i tentativi di Valerio Conti (Corratec) ed Alessandro Tonelli (Green Project), seguiti poi da quello di Filippo Magli (Green Project). Per loro non c’è stata fortuna. Il gruppetto si è così presentato compatto a giocarsi la corsa in volata, dove ha primeggiato il colombiano davanti a German Nicolás Tivani (Corratec) e Mirco Maestri (Eolo-Kometa). Quarto Felix Engelhardt del Team Jayco-AlUla, unica formazione WT al via, quinto Bart Lemmen (Human Powered Health).
Prima che si formasse il gruppetto che ha animato le fasi finali del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la corsa è vissuta sullo stretto controllo della Eolo-Kometa, che ha messo il guinzaglio a tutti i tentativi di fuga. Da segnalare che questo gran lavoro aveva fatto spezzare il gruppo in due tronconi salendo verso il primo GPM di giornata.

Mario Prato

La vittoria di Restrepo a Reggio Calabria (www.strettoweb.com)

La vittoria di Restrepo a Reggio Calabria (www.strettoweb.com)

TOUR DU DOUBS, VINCE HERRADA DAVANTI A PINOT

aprile 16, 2023 by Redazione  
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Jesus Herrada vince la classica francese davanti a Thibaut Pinot e Nans Peters

Nuovo giorno di classiche nell’est della Francia, stesse condizioni meteo variabili e incerte a giocare un ruolo non di secondo piano sulla corsa. La fuga del giorno evade dopo pochi chilometri, un gruppetto abbastanza folto composto da Nicolas Debeaumarché (St. Michel-Mavic-Auber 93), Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex), Angel Madrazo (Burgos-BH), Dawit Yemane, Vinzent Dorn (Bike Aid), Andreas Stokbro Nielsen (Leopard TOGT), James Fouché (Bolton Equities-Black Spoke), Aaron van Poucke (Team Flanders), Clément Alleno (Burgos-BH) e Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), ai quali dopo un non semplicissimo inseguimento si aggiungono anche Viggo Moore (Rappresentativa Usa) e Charlie Quarterman (Corratec). Il gruppo lascia fare mandando i battistrada ad un vantaggio massimo di quasi cinque minuti, sotto il vigile controllo della Groupama – FDJ.
Con il passare dei chilometri il ritmo da dietro si alza progressivamente, con la diretta conseguenza di vedere il margine sempre più ridotto man mano che la bandiera a scacchi si fa più vicina. Ai piedi dell’ultima asperità di giornata il ritardo del gruppo è sotto il minuto, e davanti parte la bagarre fra gli attaccanti per provare ad avvantaggiarsi ed allungare le speranze di vittoria.
Quando dietro però attaccano Joris Delbove (St-Michel-Mavic-Auber 93) e Xabier Azparren (Euskaltel-Euskadi) per la fuga del mattino non c’è più niente da fare, con gli ultimi ex battistrada raggiunti e sopravanzati dalla nuova coppia di testa. Il più pimpante davanti è Azparren, il quale tiene botta anche al rientro e rilancio da dietro di Yael Joalland (CIC U Nantes Atlantique), mentre Delbove perde le ruote e resta a mezzo fra la nuova coppia al comando e il resto del gruppo, che comunque è incombente a meno di 10″ di distanza.
Ai -3 un allungo della Cofidis per il capitano Guillaume Martin ricompatta la testa della corsa: è proprio il capitano della formazione francese a sferzare poco dopo un allungo, seguito a ruota da Thibaut Pinot (Groupama – FDJ). La coppia francese tuttavia non riesce a fare il vuoto alle loro spalle, e da dietro poco prima del rush finale rientra un nutrito gruppetto di corridori per giocarsi la volatina a ranghi ristretti per la vittoria, in una nebbia fitta calata sulla corsa.
Fra questi il più lesto è Jesus Herrada (Cofidis), che beffa Pinot ancora una volta piazzato e battuto nelle fasi conclusive. Chiude il podio Nans Peters (AG2R Citroen).

Lorenzo Alessandri

Jesus Herrada vince nella nebbia francese di Doubs. Photo Credit: Agence Zoom / Fabien Boukla

Jesus Herrada vince nella nebbia francese di Doubs. Photo Credit: Agence Zoom / Fabien Boukla

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