JONAS ABRAHAMSEN CONQUISTA A SORPRESA LA BRUXELLES CYCLING CLASSIC

giugno 3, 2024 by Redazione  
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Finale a sorpresa alla Bruxelles Cycling Classic. Il norvegese Jonas Abrahamsen sorprende il plotone e conquista la corsa belga in solitaria. Podio per Biniam Girmay e Kaden Groves. Quinto Matteo Moschetti, settimo Filippo Fiorelli.

Finale a sorpresa alla Bruxelles Cycling Classic. Grazie ad un’azione ai meno quattro iJonas Abrahamsen (Uno X Mobility) ha conquistato la corsa belga in solitario anticipando il gruppo di quattro secondi.
La prima vittoria stagionale del corridore norvegese è nata grazie ad un’attacco portato da Martin Svrcek (Soudal Quick Step), prontamente seguito da Abrahamsen. L’azione a due è proseguita fino ai meno 4, quando con un attacco deciso il norvegese ha allungato ed è andato a conquistare la corsa belga, fino al 2012 nota con il nome di “Parigi-Bruxelles”-
La volata dei battuti è andata a Biniam Girmay (Intermarché-Wanty) davanti a Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck).
L’azione decisiva che ha segnato la corsa era stata preceduta da una condotta di gara molto intensa, che aveva ridotto il gruppo dei migliori a una quarantina di unità. Buone le prove di Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling) e Filippo Fiorelli (VF Group Bardiani CSF Faizanè), rispettivamente quinto e settimo.

Mario Prato

Abrahamsen vince ledizione 2024 dellex Parigi-Bruxelles (Getty Images)

Abrahamsen vince l'edizione 2024 dell'ex Parigi-Bruxelles (Getty Images)

02-06-2024

giugno 2, 2024 by Redazione  
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ

Il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek) si è imposto nella prima tappa, circuito di Saint-Pourçain-sur-Sioule, percorrendo 172.5 Km in 4h01′30″, alla media di 42.857 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e il francese Hugo Page (Intermarché – Wanty). Miglior italiano Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan Team), 6°. Pedersen è il primo leader della classifica con 4″ su Bennett e 6″ su Page. Miglior italiano Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan Team), 9° a 10″

BRUSSELS CYCLING CLASSIC

Il danese Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility) si è imposto nella corsa belga, Etterbeek – Bruxelles, percorrendo 218.4 Km in 4h53′23″, alla media di 44.665 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 5° a 4″.

RONDE DE L’OISE

Il francese Pierre Barbier (Philippe Wagner/Bazin) si è imposto anche nella quarta ed ultima tappa, circuito di Beauvais, percorrendo 180.6 Km in 4h05′02″, alla media di 44.223 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Daniel Skerl (CTF Victorious) e il ceco Šimon Vaníček (ATT Investments). Barbier si impone in classifica con 11″ su Skerl e 18″ sul belga Lars Vanden Heede (Soudal – Quick-Step Devo Team)

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

L’austriaco Riccardo Zoid (Team Felt Felbermayr) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Jabłonka – Przehyba, percorrendo 126 Km in 3h02′54″, alla media di 41.334 Km/h. Ha preceduto di 23″ l’ungherese Márton Dina (ATT Investments) e il tedesco Jonas Rapp (Hrinkow Advarics). Miglior italiano Carlo Francesco Favretto (Gallina Ecotek Lucchini), 21° a 2′29″. Zoidl si impone in classifica con 12″ su Dina e 35″ su Rapp. Miglior italiano Favretto, 23° a 4′04″

TOUR DU MAROC

Il francese Paul Hennequin (Nice Métropole Côte d’Azur) si è imposto nella terza tappa, Agadir – Essaouira, percorrendo 168.5 Km in 4h19′19″, alla media di 38.987 Km/h. Ha preceduto allo sprint i turchi Batuhan Özgür (Beykoz Belediyesi Spor Türkiye) e Mounir Makhchoun (Sidi Ali – Unlock Team). Due italiani in gara: Filippo Tagliani (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) 4°, Lorenzo Cataldo (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) 15°. Il francese Emmanuel Cognet (Team France Défense) è ancora leader della classifica con 16″ sul connazionale Alessio Cialone (Vendée U) e 24″ sul connazionale Rayan Boulahoite (Vendée U). Tagliani 23° a 3′14″, Cataldo 46° a 9′56″

TOUR DU CAMEROUN

L’olandese Goldwijnn Cannister (Global Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Garoua, percorrendo 99.2 Km in 2h30′10″, alla media di 39.636 Km/h. Ha preceduto allo sprint il marocchino Mehdi El Otmany (nazionale marocchina) e il francese Médéric Clain (Team Ufusport). Nessun italiano in gara. Il camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) è ancora leader della classifica con 1′03″ sugli algerini AAbdallah Benyoucef (nazionale algerina) e Oussama Abdellah Mimouni (nazionale algerina)

COURS DE LA PAIX – GRAN PRIX JESENÍKY (Repubblica Ceca – Under23)

L’olandese Wessel Mouris (nazionale olandese) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Šumperk – Jeseník, percorrendo 126.8 Km in 3h03′29″, alla media di 41.464 Km/h. Ha preceduto di 28″ il francese Paul Magnier
(nazionale francese) e il connazionale Tibor Del Grosso (nazionale olandese). Miglior italiano Alessandro Borgo (nazionale italiana), 7° a 28″. Il francese Brieuc Rolland (nazionale francese) si impone in classifica con 4″ sul belga Aaron Dockx (nazionale belga) e 15″ sul connazionale Léo Bisiaux (nazionale francese). Miglior italiano Ludovico Crescioli (nazionale italiana), 15° a 39″

DWARS DOOR DE WESTHOEK (Donne)

L’austriaca Kathrin Schweinberger (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team) si è imposta nella corsa belga, circuito di Boezinge, percorrendo 134.1 Km in 3h22′10″, alla media di 39.805 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiana Lauretta Hanson (Lidl – Trek) e di 1′46″ la statunitense Lily Williams (Human Powered Health). Miglior italiana Ilaria Sanguineti (Lidl – Trek), 11° a 1′46″

ALPES GRESIVAUDAN CLASSIC (Donne)

La francese Marion Bunel (St Michel – Mavic – Auber93 WE) si è imposta nella corsa francese, Chapareillan – Chamrousse, percorrendo 113.5 Km in 3h53′30″, alla media di 29.165 Km/h. Ha preceduto di 1′38″ la connazionale Évita Muzic (FDJ – SUEZ) e di 1′40″ la connazionale Julie Bego (Cofidis Women Team). Miglior italiana Giada Borghesi (BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo), 6° a 2′51″

COPPA DELLA PACE – TROFEO FRATELLI ANELLI (Under23)

L’italiano Kevin Pezzo Rosola (General Store – Essegibi – F.Lli Curia) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Sant’Ermete, percorrendo 172 Km in 4h03′57″, alla media di 42.304 Km/h. Ha preceduto di 2″ il sudafricano Travis Stedman (Q36.5 Continental Team) e Lorenzo Peschi (General Store – Essegibi – F.Lli Curia)

POURÇAIN MISERIA, CHE PEDERSEN!

giugno 2, 2024 by Redazione  
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Nella prima tappa del Giro del Delfinato con partenza ed arrivo a Saint-Pourçain-sur-Sioule, Mads Pedersen (Team Lidl Trek) vince in volata davanti a Sam Bennett (Team Decathlon AG2R La Mondiale) ed Hugo Page (Team Intermarchè Wanty). Vittoria da favorito per l’ex campione del mondo che è la prima maglia gialla della breve corsa transalpina

Il Giro del Delfinato conferma la sua tradizione di mini Tour ed anche quest’anno, forse soprattutto quest’anno, offre un percorso davvero interessante spalmato su otto tappe in cui i presunti protagonisti del prossimo Tour – ad esclusione di Tadej Pogacar e di Jonas Vingegaard – affineranno la loro condizione. Delle otto tappe, due sono favorevoli ai velocisti, mentre gli uomini di classifica saranno i protagonisti delle restanti sei, tra le quali spicca una cronometro individuale di oltre 34 km e tre tappe finali davvero esigenti con tre difficili arrivi in salita consecutivi. Si parte oggi con la Saint-Pourçain-sur-Sioule – Saint-Pourçain-sur-Sioule di 174.8 km. Dopo una prima parte vallonata con tre gpm, dove la fuga di giornata potrà evadere dal gruppo, il finale quasi completamente piatto dovrebbe consentire alle squadre dei velocisti di annullare la fuga e di permettere ai propri capitani di giocarsi la vittoria di tappa. Nei primi cinque km dopo la partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Mark Donovan (Team Q36.5 Pro Cycling) e di Mathis Le Berre (Team Arkea B&B Hotels). Donavan scollinava in prima posizione sulla Côte de Jenzat, primo gpm della tappa posto al km 17.5. Donovan si ripeteva poco dopo scollinando per primo anche sul successivo gpm della Côte de Gannat posto al km 26.9. Il ciclista britannico metteva la firma sulla personale tripletta giornaliera scollinando in prima posizione ance sul terzo ed ultimo gpm della tappa, la Côte de Chouvigny posta al km 44.4. Le squadre impegnate maggiormente nell’inseguimento dei due battistrada erano il Team Lidl Trek ed il Team Decathlon AG2R La Mondiale. Le Berre transita in prima posizione sul traguardo volante di Chantelle posto al km 77.3. Dopo un vantaggio massimo che aveva sfiorato i 5 minuti, la coppia di testa veniva progressivamente avvicinata dal gruppo. A 50 km dalla conclusione Donovan e Le Berre avevano 2 minuti e 40 secondi di vantaggio. A 30 km dalla conclusione il gruppo inseguitore aveva rosicchiato un altro minuto e 20 secondi ai due uomini di testa. La fuga veniva ripresa definitivamente a 16 km dalla conclusione. Il gruppo, una volta raggiunti Donovan e Le Berre, rallentava l’andatura mentre si segnalava un problema meccanico a Luca Vergallito (Team Alpecin Deceuninck) il quale era costretto a cambiare la bici. Ua 12 km dalla conclusione uno scatto improvviso di Nils Politt (UAE Team Emitares) smuoveva le acque in testa al gruppo. Marco Haller (Team BORA Hansgrohe) si piazzava alla sua ruota ma a 10 km dalla conclusione il gruppo ritornava pressochè compatto. Team INEOS Grenadiers e UAE Team Emirates erano costantemente nelle prime posizioni del gruppo che sfiorava i 100 km/h nella breve ma ripida discesa verso il traguardo. La Lidl Trek prendeva in mano le redini della situazione e con Alex Kirsch e Ryan Gibbons spianava la strada a Mads Pedersen per la volata finale. Il danese era artefice di una volata di grande potenza ed andava a vincere con una certa autorevolezza davanti a Sam Bennett (Team Decathlon AG2R La Mondiale) ed Hugo Page (Team Intermarchè Wanty). Chiudevano la top five Clément Venturini (Team Arkea B&B Hotels) in quarta posizione ed Owain Doull (Team EF Education EasyPost) in quinta posizione mentre nella top five si segnalava il buon sesto posto di Michele Gazzoli (Team Astana Qazaqstan). Pedersen, prima maglia gialla del Delfinato davanti a Bennett e Page, torna ad alzare le braccia al cielo dopo oltre due mesi visto che la sua ultima vittoria, in un 2024 finora comunque ottimo, risaliva al 24 marzo scorso quando si impose nella Gand – Wevelgem. Domani è in programma la seconda tappa da Gannat al Col de la Loge. Sarà il primo esame per gli uomini di classifica che dovranno affrontare quattro gpm. L’ultima salita verso il Col de la Loge non è classificata come gpm ma si sale comunque per circa 7 km al 3-4%. Se di una cosa possiamo essere certi è che cambierà la maglia gialla.

Antonio Scarfone

Mads Pedersen vince a Saint-Pourçain-sur-Sioule (foto: Getty Images)

Mads Pedersen vince a Saint-Pourçain-sur-Sioule (foto: Getty Images)

01-06-2024

giugno 1, 2024 by Redazione  
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HEYLEN VASTGOED HEISTSE PIJL

Il norvegese Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) si è imposto nella corsa belga, Vosselaar – Heist-op-den-Berg, percorrendo 196.5 Km in 4h14′51″, alla media di 46.263 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Casper van Uden (Team Dsm-Firmenich PostNL) e il belga Amaury Capiot (Arkéa – B&B Hotels). Miglior italiano Jacopo Guarnieri (Lotto Dstny), 34° a 8″

RONDE DE L’OISE

Il francese Pierre Barbier (Philippe Wagner/Bazin) si è imposto nella terza tappa, Bresles – Ressons-sur-Matz, percorrendo 184.2 Km in 4h15′58″, alla media di 43.177 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Mees Vlot
(Development Team Dsm-Firmenich PostNL) e Roy Hoogendoorn (Metec – SOLARWATT p/b Mantel). Miglior italiano Daniel Skerl (CTF Victorious), 7°. Barbier è il nuovo leader della classifica con 13″ su Skerl e 16″ sul belga Lars Vanden Heede (Soudal – Quick-Step Devo Team)

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

L’austriaco Felix Ritzinger (Team Felt Felbermayr) si è imposto nella seconda tappa, Wieliczka – Nowy Targ, percorrendo 148 Km in 3h45′05″, alla media di 39.452 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Gustav Frederik Dahl (Airtox – Carl Ras) e di 2′02″ il danese Mads Andersen (Airtox – Carl Ras). Miglior italiano Carlo Francesco Favretto (Gallina Ecotek Lucchini), 33° a 2′02″. Dahl è il nuovo leader della classifica con 9″ sull’ungherese Márton Dina (ATT Investments) e 14″ su Andersen. Miglior italiano Favretto, 36° a 1′49″

TOUR DU MAROC

Il francese Alessio Cialone (Vendée U) si è imposto nella seconda tappa, Guelmim – Tiznit, percorrendo 131.1 Km in 3h07′04″, alla media di 42.049 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Emmanuel Cognet (Team France Défense) e di 4″ il connazionale Rayan Boulahoite (Vendée U). Due italiani in gara: Filippo Tagliani (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) 22° a 2′47″, Lorenzo Cataldo (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) 56° a 4′22″. Cognet è il nuovo leader della classifica con 16″ su Cialone e 24″ su Boulahoite. Tagliani 22° a 3′14″, Cataldo 57° a 9′56″

TOUR DU CAMEROUN

L’algerino Oussama Abdellah Mimouni (nazionale algerina) si è imposto nella seconda tappa, Figuil – Garoua, percorrendo 102.7 Km in 2h16′30″, alla media di 45.143 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Hamza Megnouche (nazionale algerina) e Abdallah Benyoucef (nazionale algerina). Nessun italiano in gara. Il camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) è ancora leader della classifica con 1′03″ su Mimouni e Benyoucef

COURS DE LA PAIX – GRAN PRIX JESENÍKY (Repubblica Ceca – Under23)

Il francese Brieuc Rolland (nazionale francese) si è imposto nella terza tappa, Bruntál – Dlouhé Stráně, percorrendo 99.7 Km in 2h36′30″, alla media di 38.224 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Aaron Dockx (nazionale belga) e il portoghese António Morgado (nazionale portoghese). Miglior italiano Ludovico Crescioli (nazionale italiana), 15° a 29″. Rolland è il nuovo leader della classifica con 4″ su Dockx e 15″ sul connazionale Léo Bisiaux (nazionale francese). Miglior italiano Crescioli, 15° a 39″

VUELTA A ANDALUCÍA-RUTA CICLISTA DEL SOL (Donne)

La cubana Arlenis Sierra (Movistar Team) si è imposta nella quarta ed ultima tappa, Alhaurín de la Torre – Pizarra, percorrendo 100.2 Km in 2h45′06″, alla media di 36.414 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’olandese Quinty Ton (Liv AlUla Jayco) e la bielorussa Alena Amialiusik (UAE Team ADQ). Miglior italiana Nadia Quagliotto (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), 7° a 1″. La spagnola Margarita Victoria García (Liv AlUla Jayco) si impone in classifica con 15″ sull’olandese Silke Smulders (Liv AlUla Jayco) e 3′18″ sulla neozelandese Ella Wyllie (Liv AlUla Jayco). Miglior italiana Carlotta Cipressi (UAE Development Team), 14° a 13′56″

GIUGNO 2024, PEDALANDO VERSO IL TOUR

giugno 1, 2024 by Redazione  
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E’ ora di cominciare a pensare al Tour, ancora più quest’anno che la corsa inizierà alla fine di giugno, con una settimana d’anticipo rispetto al solito a causa delle Olimpiadi. E come il solito all’inizio del mese si correrà la tradizionale “prova generale” della Grande Boucle, quel Giro del Delfinato che al via schiererà molti dei partecipanti al Tour. C’è, però, chi sceglierà di preparare la corsa transalpina al Giro di Svizzera o al coevo Giro della Slovenia, poi spazio ai campionati nazionali, che per l’Italia andranno in scena in Toscana. Ma non è ancora finita perché a giugno si correrà anche il Giro d’Italia riservato agli under23 e, un mese più tardi, anche l’edizione femminile.

Il Giro d’Italia è appena finito, ma è già ora di pensare al Tour. In tanti ci stanno già pensando da tempo e in primis Tadej Pogacar, che quest’anno ha in mente la doppietta con la Corsa Rosa, un’impresa che sulle strade del ciclismo non si vede da ben 26 anni, dalla magica estate di Pantani del 1998. Vincere Giro e Tour nella stessa stagione sembrava oramai un obiettivo quasi irraggiungibile, sfiorato da Chris Froome nel 2018 e che forse solo il corridore sloveno e il danese Jonas Vingegaard potrebbero agguantare. Intanto Pogacar il Giro l’ho ha portato a casa dominandolo dall’inizio alla fine e ora punta dritto verso un Tour che quest’anno scatterà con una settimana d’anticipo rispetto al solito causa Olimpiadi (il primo colpo di pedale sarà dato a Firenze il 29 giugno) e dove troverà come principale sfidante proprio Vingegaard, sempre che lo scandinavo si sia ripreso in pieno dal disastroso incidente accadutogli a inizio aprile al Giro dei Paesi Baschi (e, infatti, al momento è ancora incerta la sua presenza alla Grande Boucle).

Basterà attendere soli sette giorni dalla conclusione del Giro per assistere a una succulenta anteprima del Tour, come il solito offerta dal Giro del Delfinato (2-9 giugno), la cui 76a edizione vedrà al via molti dei corridori che a luglio cercheranno di mettere in difficoltà l’inaffondabile Pogacar. Il piatto forte della corsa transalpina sarà offerto fra le tre tappe d’alta montagna che si affronteranno consecutivamente negli ultimi giorni e la cronometro individuale di quasi 35 Km che gli organizzatori hanno piazzato al quarto giorno di gara, affiancate a due frazioni di media montagna e lasciando ai velocisti solo i “bruscolini”, come quelli della tappa d’apertura che si disputerà in circuito attorno a Saint-Pourçain-sur-Sioule, un anello di 172 Km che concentra le pedalabili difficoltà altimetriche nei primi 45 Km. Subito un arrivo in salita – anche se non ufficiale – sarà proposto al secondo giorno, quando si partirà da Gannat alla volta del Col de la Loge, dove lo striscione del traguardo sarà teso a 1255 metri di quota, percorsa un’ascesa finale che gli organizzatori hanno suddiviso in tre tratti: i primi 7 Km al 5.8% saranno validi come GPM di 2a categoria, i successivi 3.1 Km al 6.1% saranno classificati di 3a categoria, mentre varrà solo per la vittoria di tappa e la classifica generale il passaggio sotto il traguardo, percorso un ultimo tratto caratterizzato da una pendenza media del 2.5%. Un arrivo in salita più tradizionale, pur nella sua semplicità (3.8 Km al 5.2%), si vedrà l’indomani a Les Estables, piccola stazione di sport invernali del Massiccio Centrale dove si giungerà dopo esser partiti da Celles-sur-Durolle e aver affrontato lungo il cammino, ma distante quasi 100 Km dal finale, l’ascesa più difficile di questa tappa, la breve ma arcigna Côte de Saint-Victor-sur-Arlanc, poco più di 3 Km all’8.8% di pendenza media. I favoriti per la vittoria finale in queste prime frazioni non dovrebbero esporsi più di tanto, anche per non sprecare troppe energie in vista della tappa a cronometro del quarto giorno, che si disputerà per 34.4 Km tra Saint-Germain-Laval e Neulise, su di un tracciato che non è liscissimo ma nemmeno complicato e sul quale i passisti non dovrebbero aver problemi a lanciare le loro cilindrate, se si pensa che gli organizzatori sulle tabelle di marcia hanno preconizzato 41 minuti di percorrenza media per i corridori più veloci, che corrispondono a una media oraria poco superiore ai 50 Km/h. Alla prova contro il tempo seguirà una frazione di media montagna che si snoderà tra Amplepuis e Saint-Priest, infarcita di difficoltà altimetriche pedalabili fino a 23 Km dall’arrivo, quando il percorso diventerà pianeggiante. Il gran finale vedrà protagonisti gli scalatori, che avranno dalla loro parte tre impegnati arrivi in salita, una serie inaugurata dalla tappa che scatterà da Hauterives per concludersi a Le Collet d’Allevard, con gli ultimi 11 Km all’8.3% che saranno preceduti di quasi 45 Km dalla scalata a un classico colle del Tour, il Granier (9 Km al 5.5%). Il penultimo giorno andrà in scena un vero e proprio tappone perché si accumuleranno quasi 4500 metri di dislivello (per intenderci, un numero molto simile a quello del tappone del doppio Monte Grappa e inferiore a quello del tappone dolomitico del Brocon) percorrendo i 155 Km della frazione che da Albertville condurrà a Samoëns 1600: quattro le salite in “menù” con il Col de Saisies (9.6 Km al 6.4%) da scalare in partenza, la Côte d’Araches (6.2 Km al 7.4%) e il Col de la Ramaz (14.1 Km al 7%) ad anticipare l’inedita ascesa finale di 10 Km all’8.8%. E non è ancora finita perché ci sarà pane per i denti dei “grimpeurs” anche nella conclusiva tappa disegnata tra Thônes e il Plateau des Glières, altopiano che gli appassionati di ciclismo hanno scoperto grazie ad un arrivo di tappa del Tour de l’Avenir nel 2013 e che è stato esplorato per la prima volta dal professionismo in occasione della tappa di Le Grand-Bornand del Tour 2018, quando Froome forò sullo sterrato sommitale. Stavolta il tratto bianco sarà evitato, anche perché si salirà dal meno impegnativo versante occidentale, che comunque non è una passeggiata, considerata la pendenza media del 7.2% che si registrerà nei 9 Km conclusivi.

Ma non c’è soltanto il Delfinato quale gara preparatoria del Tour e, infatti, alcuni dei “big” che saranno al via della Grande Boucle hanno scelto di schierarsi ai nastri di partenza del Giro di Svizzera (9-18 giugno). Giunta quest’anno all’87a edizione la corsa elvetica proporrà un tracciato ancora più accondiscendente verso gli scalatori rispetto al Delfinato per la presenza di una cronoscalata e di ben quattro tappe di alta montagna, tutte caratterizzate dall’arrivo in salita. Stavolta i bruscolini saranno lasciati ai passisti che prediligono le cronometro piatte come il veloce cronoprologo che aprirà le danze a Vaduz, poco meno di 5 Km resi ancora più filanti dall’abbondanza di rettilinei e dalla penuria di curve (ne sono previste tre a gomito e pochissime altre meno secche). Pure i velocisti avranno ben pochi traguardi a loro disposizione; anzi a ben guardare l’unico alla loro portata dovrebbe essere quello della prima tappa in linea, che dalla capitale del Liechtenstein condurrà a Regensdorf, traguardo che comunque non sarà alla portata di tutti gli sprinter perché 11 Km prima si dovrà scollinare la cima di un’ascesa di 2.2 Km al 7.7% che, inevitabilmente, tarperà le ali a diversi tra i velocisti al via. Fa, invece, gola ai “finisseur” il finale della tappa del giorno successivo, che terminerà a Rüschlikon in vetta a uno strappo di 800 metri al 7.7%, immediatamente preceduto da un dentello simile e da alcune ascese leggermente più lunghe ma non particolarmente difficili. La prima occasione per i “grimpeurs” per dare la scalata al Tour de Suisse sarà offerta il giorno dopo ai 2091 metri del Passo del San Gottardo, anche se i cultori delle grandi salite storceranno il naso alla notizia che al celebre valico si salirà dal versante meno impegnativo e spettacolare, quello di Andermatt, 21 Km al 5.6% con il tratto conclusivo lastricato in pavé. Sulle strade del Canton Ticino si snoderà la quarta tappa, disegnata tra Ambrì e Carì, due località che distano tra loro una quindicina di chilometri, anche se oggi i corridori dovranno percorrerne quasi 150: dopo un primo passaggio dalla sede d’arrivo bisognerà effettuare una lunga escursione priva di difficoltà altimetriche in direzione di Bellinzona per poi fare ritorno a Carì, dove il traguardo sarà posto al termine di una salita di 11 chilometri e mezzo caratterizzata da una pendenza media dell’8%. L’indomani si ripartirà da Locarno per inerpicarsi fino ai 2480 metri del Passo della Novena (13.7 Km al 7.0%), il punto più elevato del tracciato che da quest’anno perderà la tradizionale  denominazione di “Cima Ferdy Kubler” e sarà intitolato alla memoria di Gino Mäder, il corridore che lo scorso anno ha perso la vita sulle strade del Tour de Suisse, in seguito ad una drammatica caduta dalla discesa dal Passo dell’Albula: la cima del Novena sarà scavalcata a una sessantina chilometri dal traguardo, previsto a Blatten-Belalp al termine di una salita di 7 Km al 9.3%. Sarà, infine, la località di sport invernali di Villars-sur-Ollon a ospitare il gran finale accogliendo l’arrivo delle ultime due tappe, la prima delle quali sarà un circuito d’alta montagna breve (118 Km) ma intenso, che prevede di salire per ben due volte ai 1772 metri del Col de la Croix (la versione “completa” misura 17 Km e presenta una pendenza media del 7%) prima dell’arrivo in quota a Villars, percorsa un’ascesa finale di 8.6 Km all’8% ben nota ai corridori: affrontata spesso sia al Giro di Svizzera, sia al Giro di Romandia, sarà ripetuta anche ventiquattrore più tardi in occasione della cronoscalata conclusiva, che prenderà le mosse da Aigle, vera e propria capitale del ciclismo essendo la sede dell’Unione Ciclista Internazionale.

Chi preferirà un approccio più soft al Tour potrebbe decidere di schierarsi al via del Giro di Slovenia (12-16 giugno), che quest’anno costituirà l’unica alternativa a Delfinato e Svizzera perché non si disputerà la Route d’Occitanie, la cui 48a edizione è stata rinviata al 2025 a causa della concomitanza del passaggio, nelle stesse zone nelle quali si sarebbe dovuto gareggiare, della torcia olimpica nel suo viaggio verso Parigi, stesso motivo per il quale è stata annullata anche la Mont Ventoux Dénivelé Challenges. La corsa slovena, che si disputerà per la trentesima volta nella storia, scatterà con una tappa destinata ai velocisti che dal primo raduno di partenza di Murska Sobota condurrà al traguardo di Ormož, poi gli sprinter in gara avranno la possibilità di giocarsi la rivincita – e sarà questa per loro l’ultima occasione – il giorno successivo al termine della Žalec – Rogaška Slatina. La frazione più attesa dai tifosi italiani, pur non essendo la più impegnativa, sarà la terza, disegnata dalla capitale Lubiana in direzione di Nova Gorica, attorno alla quale è stato tracciato un lungo circuito che prevede lo sconfinamento in Friuli, dove si affronterà la salita di San Floriano del Collio (2 Km al 7.7% con un muro finale di 500 metri al 10.4%), anche se la principale difficoltà di gara s’incontrerà dopo esser rientrati in territorio sloveno, quando è in programma a una decina di chilometri dal traguardo l’ascesa a Ravnika, ufficialmente 5.7 Km al 5.6%  ma con i primi 3 Km all’8.8%, resi ancora più selettivi dalla sede stradale stretta. Per i corridori in gara questa sarà la vigilia della tappa regina che dopo la partenza da Škofljica avrà come meta la stazione di sport invernali di Krvavec, dove si giungerà al termine di una salita di quasi 12 Km al 7.7% con il veleno nella coda perché l’ultimo chilometro – inedito a differenza del precedente tratto della salita – presenta un’inclinazione media del 12.5%. Un altro muro sarà in programma l’indomani nel finale della conclusiva tappa che da Šentjernej porterà il gruppo al tradizionale approdo dell’ultimo giorno di Novo Mesto, dove – al posto del classico circuito passerella pianeggiante da ripetere più volte – si dovrà effettuare una sola tornata dell’anello di 16 Km che prevede l’ascesa della collina di Trška, 1500 metri al 10.5% e un picco massimo del 20% che potrebbero creare un po’ di scompiglio se la tappa del giorno prima non avrà chiuso del tutto i giochi di classifica.

Infine, una settimana dopo la fine del Giro di Svizzera e sette giorni prima del “via” del Tour de France andranno in scena in quasi tutte le nazioni i campionati nazionali, che per l’Italia si svolgeranno domenica 23 giugno tra Firenze e Sesto Fiorentino, su di un tracciato di 235 Km che rappresenterà anche la quarta edizione della Per Sempre Alfredo, la corsa dedicata all’ex corridore e commissario tecnico della nazionale Alfredo Martini, solitamente in programma a marzo il giorno successivo la Milano-Sanremo. Infatti, il circuito finale ricalcherà quell’edizione 2023 e così a decidere le sorti della maglia tricolore, attualmente indossata da Simone Velasco, sarà la salita di Collina (3.6 Km al 6.1% con un muretto finale di 800 metri al 10.6%), che dovrà essere ripetuta quattro volte. Tra il 19 e il 20 del mese, invece, a Grosseto saranno assegnati i titoli a cronometro per tutte le categorie.

Conclusa la panoramica sulle principali corse professionistiche del mese torniamo ora a parlare di Giro d’Italia perché nei prossimi due mesi si disputeranno anche le edizioni cadette della Corsa Rosa, quelle destinate a giovani e donne e che quest’anno saranno entrambe organizzate da RCS Sport, il ramo della “Gazzetta dello Sport” che allestisce anche il Giro dei professionisti e che già nel 2023 aveva ricevuto dalla federazione il mandato di organizzare la corsa Under23, ribattezzata nell’occasione Giro Next Gen (letteralmente “Giro della Prossima Generazione”). La 47a edizione della corsa, che in passato è stata chiamata anche Giro Baby e Girobio, si correrà tra il 9 e il 16 giugno, in parallelo al Giro di Svizzera, e si aprirà ad Aosta con l’unica prova contro il tempo inserita nel tracciato, una cronometro individuale di 8.8 Km che prevede a metà percorso la salita di Beauregard (1200 metri al 6.1% con strappo iniziale di 300 metri al 9%). Interamente sulle strade valdostane si correrà anche la prima tappa in linea, ma non s’incontreranno grandi salite nei 107 Km da percorrere tra Aymavilles e Saint-Vincent, attorno alla quale è stato disegnato un circuito di una dozzina scarsa di chilometri che prevede di affrontare la pedalabile ascesa di Champ de Vigne. Gli scalatori dovranno attendere il terzo giorno quando, dopo la partenza da Verrès, ci si sposterà in Piemonte per l’arrivo sul Pian della Mussa (1761 metri), spettacolare altopiano al quale si giungerà dopo aver percorso un’ascesa lunga oltre 20 Km e caratterizzata da una pendenza media del 5.9%, traguardo che in futuro (magari già nel 2026) potrebbe essere proposto anche al Giro dei “grandi”. I velocisti avranno a disposizione due traguardi, inseriti consecutivamente nel tracciato che ora proporrà una poco ondulata tappa che da Pertusio condurrà a Borgomanero, seguita da una più snella frazione che avrà come protagonista il settore della Pianura Padana da percorrere tra Bergamo e Cremona. Pur non salendo in alta quota, l’indomani si tornerà a pedalare in salita per un’altra tappa ideale alle doti gli scalatori, che scatterà da Borgo Virgilio in direzione di Fosse, dove il traguardo sarà posto poco sotto i mille metri sul livello del mare, ma al termine di un’ascesa di 8.5 Km all’8.6% di pendenza media, la più impegnativa di questa edizione. In quota sarà anche la conclusione della successiva tappa che prenderà il via da Montegrotto Terme per raggiungere Zocca (762 metri), il centro dell’appennino emiliano principalmente noto per aver dato i natali a Vasco Rossi, anche se non è per nulla “spericolata” la salita che si dovrà percorrere per andare al traguardo (10.7 Km al 4.8%). Più interessante ai fini della classifica, se le salite non avranno provocato grandi divari, potrebbe rivelarsi la conclusiva tappa che da Cesena condurrà alla vicina Forlimpopoli, dove sono previste quattro tornate di un circuito che avrà il suo momento clou nella breve ascesa di Bertinoro (1.9 Km al 7.2%).

La corsa femminile, da quest’anno Giro d’Italia Women, si disputerà invece a luglio, tra il 7 e il 14 del mese, nello stesso periodo nel quale sarà in corso di svolgimento la settimana centrale del Tour de France maschile e, come quella giovanile, si aprirà con una cronometro che potrebbe essere molto impattante in classifica perché si snoderà sulla distanza di 14.6 Km: tanto misurerà la prova disegnate sulle filanti strade di Brescia, con l’unica difficoltà altimetrica rappresentata dalla pedalabile ascesa verso il castello (800 metri al 5.2%). Nelle stesse zone dove il mese scorso si è svolta la crono di Desenzano del Giro d’Italia si dipanerà la prima tappa in linea che scatterà da Sirmione per terminare con un presumibile volatone a Volta Mantovana. Come al Giro degli Under23 il terzo giorno sarà consacrato all’arrivo in quota, anche se la strada che condurrà al borgo di Toano (10 Km al 5.2%), al quale si giungerà dopo esser partiti da Sabbioneta, non è per nulla paragonabile a quella diretta a Pian della Mussa. Il giorno successivo tra Imola e Urbino si disputerà una movimentata frazione collinare che prevede l’attraversamento della Repubblica di San Marino, con la salita alla piccola capitale (5.4 Km al 6.9%) prima di entrare in territorio marchigiano, dove s’incontreranno le ascese consecutive di Monte Altavelio (3.4 Km al 7.4%) e di Monte Osteriaccia (3.1 Km al 6.3%). Ci sarà nuovamente spazio per le velociste sul traguardo della successiva Frontone – Foligno, per poi tornare a immergersi nelle colline durante la tappa che partirà da San Benedetto del Tronto alla volta di Chieti, secondo arrivo in salita di questa edizione (5.2 Km al 5.4%, dei quali i primi 3.5 Km al 7.3%). A questo punto si correrà l’unica frazione di alta montagna, modellata su quella della doppia scalata al Monte Grappa vista all’ultimo Giro d’Italia. La tappa, che partirà da Lanciano, sarà imperniata attorno alla salita del Blockhaus, anche se le donne saliranno da un versante meno impegnativo rispetto a quella dal quale sono arrivati i “girini” nel 2017 e nel 2022: l’ascesa da Lettomanoppello non sarà comunque facile perché sono previsti quasi 18 Km al 7.8%, mentre alla prima scalata si percorreranno solo i primi 12 Km (media dell’8.4%) fermandosi ai 1311 metri di Passo Lanciano (traguardo di tappa a 1663 metri). L’indomani calerà il sipario sul Giro femminile con la conclusiva frazione che da Pescara condurrà le atlete rimaste in gara all’Aquila, tappa di media montagna nella quale si andranno a ricalcare gli ultimi 74 dell’ultima giornata del Giro d’Abruzzo affrontato ad aprile e vinta dal francese d’origine russa Pavel Sivakov: come in quella tappa si dovranno affrontare le lunghe ma pedalabili salite della Forca di Penne (21 Km al 3.3%) e di Castel del Monte (13.4 Km al 4.7%) prima dei due strappi finali, con il traguardo posto in cima all’ultimo (mille metri al 7%).

Mauro Facoltosi

I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO

Critérium du Dauphiné

www.criterium-du-dauphine.fr/en/

Tour de Suisse

www.tourdesuisse.ch/en/

Tour of Slovenia

https://tourofslovenia.si/en

Giro Next Gen

www.gironextgen.it/

Giro d’Italia Women

www.giroditaliawomen.it/

Tour de France

www.letour.fr/en/

La stazione di sport invernali di Le Collet dAllevard, sede darrivo della terzultima tappa del Delfinato (www.lecollet.com)

La stazione di sport invernali di Le Collet d'Allevard, sede d'arrivo della terzultima tappa del Delfinato (www.lecollet.com)

31-05-2024

maggio 31, 2024 by Redazione  
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RONDE DE L’OISE

L’italiano Daniel Skerl (CTF Victorious) si è imposto nella seconda tappa, Liancourt – Ribécourt-Dreslincourt, percorrendo 190.5 Km in 4h37′31″, alla media di 41.187 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Pierre Barbier (Philippe Wagner/Bazin) e il ceco Šimon Vaníček (ATT Investments). Il neozelandese Lewis Bower (Equipe continentale Groupama-FDJ) è ancora leader della classifica con 1″ su Skerl e 2″ su Barbier

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

L’ungherese Márton Dina (ATT Investments) si è imposto anche nella prima tappa, Koszyce – Myślenice (Góra Chełm), percorrendo 150 Km in 3h28′55″, alla media di 43.079 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Lukáš Kubiš (Elkov – Kasper) e il polacco Tomasz Budziński (Mazowsze Serce Polski). Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 United), 18°. Dina è ancora leader della classifica con 8″ su Budziński e 11″ su Kubiš. Miglior italiano Ballabio, 12° a 16″

TOUR DU MAROC

Il marocchino Adil El Arbaoui (nazionale marocchina) si è imposto nella prima tappa, Laayoune – Tarfaya, percorrendo 99.7 Km in 2h18′13″, alla media di 43.28 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Heiko Homrighausen (Embrace The World) e il francese Emmanuel Cognet (Team France Défense). Due italiani in gara: Filippo Tagliani (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) 6° a 17″, Lorenzo Cataldo (Vini Monzon – Savini Due – OMZ) 73° a 5′24″. El Arbaoui è il primo leader della classifica con 4″ su Homrighausen e 6″ su Cognet. Tagliani 7° a 27″, Cataldo 73° a 5′34″

TOUR DU CAMEROUN

Il camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) si è imposto nella prima tappa, circuito di Maroua, percorrendo 127 Km in 3h00′13″, alla media di 42.282 Km/h. Ha preceduto di 3′13″ il connazionale Rodrigue Eric Kuere Nounawe (SNH Vélo Club) e l’algerino Oussama Abdellah Mimouni (nazionale algerina). Nessun italiano in gara. Kamzong è il primo leader della classifica con 3′13″ su Kuere Nounawe e Mimouni

COURS DE LA PAIX – GRAN PRIX JESENÍKY (Repubblica Ceca – Under23)

Il francese Paul Magnier (nazionale francese) si è imposto nella seconda tappa, Uničov – Rýmařov, percorrendo 117.6 Km in 2h48′01″, alla media di 41.996 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’olandese Tibor del Grosso (nazionale olandese) e il colombiano Jeferson Armando Ruiz Acuña (nazionale colombiana). Miglior italiano Alessandro Borgo (nazionale italiana), 6°. Il danese Nørtoft Morten Aalling (nazionale danese) è ancora leader della classifica con 1″ sul norvegese Storm Ingebrigtsen (Team Coop – Repsol) e 2″ su Magnier. Miglior italiano Cesare Chesini (nazionale italiana), 8° a 10″

VUELTA A ANDALUCÍA-RUTA CICLISTA DEL SOL (Donne)

La neozelandese Ella Wyllie (Liv AlUla Jayco). si è imposta nella terza tappa, Torre del Mar – Vélez Málaga, percorrendo 77.7 Km in 2h18′46″, alla media di 33.596 Km/h. Ha preceduto di 3″ la spagnola Margarita Victoria García (Liv AlUla Jayco) e l’olandese Silke Smulders (Liv AlUla Jayco). Miglior italiana Nadia Quagliotto
(Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), 6° a 2′32″. La García è ancora leader della classifica con 21″ sulla Smulders e 3′24″ sulla Wyllie. Miglior italiana Carlotta Cipressi (UAE Development Team), 14° a 14′02″

30-05-2024

maggio 30, 2024 by Redazione  
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RONDE DE L’OISE

Il neozelandese Lewis Bower (Equipe continentale Groupama-FDJ) si è imposto nella prima tappa, Crèvecœur-le-Grand – La Neuville-en-Hez, percorrendo 140.1 Km in 2h53′19″, alla media di 48.501 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Lars Vanden Heede (Soudal – Quick-Step Devo Team) e il danese Mads Landbo (Uno-X Mobility Development Team). Miglior italiano Marco Andreaus (CTF Victorious), 23°. Bower è il primo leader della classifica con 5″ sul belga Vanden Heede e 7″ su Landbo. Miglior italiano Andreaus, 24° a 11″

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

L’ungherese Márton Dina (ATT Investments) si è imposto nel prologo, cronoscalata di Bielany, percorrendo 1.4 Km in 2′55″, alla media di 28.8 Km/h. Ha preceduto di 1″ il polacco Michał Paluta (Santic – Wibatech) e di 2″ il lussemburghese Ivan Centrone (Global 6 United). Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 United), 28° a 6″. Dina è il primo leader della classifica con 1″ su Paluta e 2″ su Centrone. Miglior italiano Ballabio, 28° a 6″

COURS DE LA PAIX – GRAN PRIX JESENÍKY (Repubblica Ceca – Under23)

Il danese Nørtoft Morten Aalling (nazionale danese) si è imposto nella prima tappa, Krnov – Opava, percorrendo 123.8 Km in 2h50′18″, alla media di 43.617 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Louis Sutton (nazionale britannica) e il norvegese Storm Ingebrigtsen (nazionale norvegese). Miglior italiano Cesare Chesini (nazionale italiana), 4°. Morten Aalling è il primo leader della classifica con 2″ su Sutton e 3″ su Ingebrigtsen. Miglior italiano Chesini, 5° a 10″

VUELTA A ANDALUCÍA-RUTA CICLISTA DEL SOL (Donne)

La spagnola Margarita Victoria García (Liv AlUla Jayco) si è imposta nella seconda tappa, Arjona – Otura, percorrendo 148.8 Km in 3h36′19″, alla media di 31.898 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’olandese Silke Smulders (Liv AlUla Jayco) e di 35″ la norvegese Mie Bjørndal Ottestad (Uno-X Mobility). Miglior italiana Giorgia Vettorello (Roland), 15° a 1′44″. La García è la nuova leader della classifica con 13″ sulla Smulders e 3′25″ sulla neozelandese Ella Wyllie (Liv AlUla Jayco). Miglior italiana la Vettorello, 15° a 9′27″.

29-05-2024

maggio 29, 2024 by Redazione  
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CIRCUIT FRANCO-BELGE

L’eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) si è imposto nella corsa belga, Tournai – Mont-de-l’Enclus, percorrendo 190.6 Km in 4h37′52″, alla media di 41.156 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Axel Zingle (Cofidis) e l’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates). Miglior italiano Vincenzo Albanese (Arkéa – B&B Hotels), 6°.

MERCAN’TOUR CLASSIC ALPES-MARITIMES

Il francese Lenny Martinez (Groupama – FDJ) si è imposto nella corsa francese, Puget-Théniers – Valberg, percorrendo 168.2 Km in 4h49′28″, alla media di 34.864 Km/h. Ha preceduto di 10″ il francese Clément Berthet (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e di 15″ il belga Harm Vanhoucke (Lotto Dstny). Due italiani in gara: Davide Formolo (Movistar Team) 15° a 3′16″, Gianmarco Garofoli (Astana Qazaqstan Team) 42° a 16′36″

VUELTA A ANDALUCÍA-RUTA CICLISTA DEL SOL (Donne)

L’olandese Silke Smulders (Liv AlUla Jayco) si è imposta nella prima tappa, Castellar de la Frontera – Alcalá del Valle, percorrendo 115 Km in 3h36′19″, alla media di 31.898 Km/h. Ha preceduto allo sprint la spagnola Margarita Victoria García (Liv AlUla Jayco) e di 1′29″ la neozelandese Ella Wyllie (Liv AlUla Jayco). Miglior italiana Carlotta Cipressi (UAE Development Team), 10° a 4′05″. La Smulders è la prima leader della classifica con lo stesso tempo della García e 1′29″ sulla Wyllie. Miglior italiana la Cipressi, 10° a 4′05″.

TOUR OF BOSTONLINQ (Uzbekistan)

Lo spagnolo Benjamín Prades (VC Fukuoka) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Oqtosh, percorrendo 166 Km in 4h04′21″, alla media di 40.761 Km/h. Ha preceduto di 1″ il rumeno Cristian Raileanu
(Li Ning Star) e di 4″ l’olandese Steven Willemsen (Universe Cycling Team). Nessun italiano in gara. Il mongolo Tegsh-bayar Batsaikhan (nazionale mongola) si impone in classifica con 27″ su Willemsen e 52″ sul connazionale Jambaljamts Sainbayar (nazionale mongola)

TOUR OF BOSTONLINQ LADY (Uzbekistan)

La kazaka Bota Batyrbekova Samyang (Astana Dewi Women Team) si è imposta nella terza ed ultima tappa, circuito di Oqtosh, percorrendo 106 Km in 3h16′31″, alla media di 32.364 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Violetta Kazakova (Astana Dewi Women Team) e di 2″ l’iraniano Somayeh Yazdani (MIX Az Watuba UAE). L’uzbeka Yanina Kuskova (Samarkand) si impone in classifica con 1′11″ sulla kazaka Faina Potapova (Astana Dewi Women Team) e 1′20″ sulla kazaka Akpeiil Ossim (Astana Dewi Women Team)

GIRO DI NORVEGIA 2024, VITTORIA FINALE DI LAURENCE

maggio 29, 2024 by Redazione  
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La conclusione del Tour of Norway 2024 ha visto Alexander Kristoff conquistare l’ultima tappa e il francese Axel Laurance,vincitore della seconda tappa, conquistare la corsa a tappe

In questo maggio ricco di appuntamenti ciclistici la settimana scorsa si è disputato anche il Tour of Norway. La corsa a tappe scandinava si è sviluppata su 4 tappe dal 23 al 26 maggio ed era resa interessante dal rientro in gruppo del belga Wout Van Aert (Visma), rimasto lontano dalle corse per quasi due mesi in seguito al tremendo infortunio occorsogli il 27 marzo alla Dwars door Vlaanderen e nella quale aveva riportato fratture a clavicola, costole e sterno. La vittoria finale, dopo aver dimostrato il belga di esseresulla via del ritorno alla normalità (nell’ultima tappa si è piazzato terzo in volata), è andata al francese Axel Laurance (Alpecin – Deceuninck) con il quale sono saliti sul podio Bart Lemmen (Team Visma | Lease a Bike) e Ådne Holter (Uno-X Mobility), mentre primo degli italiani si è classificato Luca Vergallito (Alpecin – Deceuninck), undicesimo.
La manifestazione norvegese aveva con un tappa di 142 Km disegnata nei dintorni del centro di Voss. Il tracciato vallonato e l’arrivo in salita presso il Voss Resort (4 Km al 5.8%) ha premiato Thibau Nys (Lidl – Trek), fresco vincitore del Giro d’Ungheria, che è transitato per primo sul traguardo con un vantaggio di 4″ su Holter e Laurance, due corridori che si sapranno far valere in chiave classifica generale.
L’indomani è stata la volta della tappa più impegnativa, tracciata per 205 Km tra Odda e Gullingen. L’arrivo in salita, più impegnativo rispetto a quello del giorno precedente (5.5 Km all’8.9%) ha premiato il già citato Laurance, che ha regolato in una volata a tre Ethan Hayter (INEOS Grenadiers) e Lemmen. Come il giorno prima, quando si era piazzato undicesimo, il mighliore degli italiani è stato il milanese Vergallito, stavolta decimo, mentre grazie al successo di tappa Laurance è salito al vertice della classifica.
Sabato si è disputata la terza tappa, la Sola – Egersund di 173.1km, frazione dedicata alle ruote veloci che ha visto il successo di Jordi Meeus (BORA – hansgrohe) su Pavel Bittner (Team dsm-firmenich PostNL) e l’esperto Alexander Kristoff (Uno-X Mobility). Quinto si è piazzato Elia Viviani (INEOS Grenadiers), preceduto da Van Aert, al suo primo sprint dopo l’infortunio.
La quarta ed ultima tappa si è disputata domenica in circuito per 124 Km attorno a Stavanger. La presenza di uno strappo di 600 metri al 7,5%, da ripetere sei volte, non ha rovinato la festa agli sprinter, che sono riusciti a giocarsi anche questa tappa, andata vecchia volpe delle volate del calibro di Alexander Kristoff (Uno-X Mobility). La seconda piazza è andata a Meeus davanti al connazionale Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), mentre stavolta il primo degli italiani è stato il bergamasco Lorenzo Rota (Intermarché – Wanty), quattordicesimo.
In classifica Laurence ha anticipato di 12″ Lemmen e di 13″ Hotel, con Vergallito che si è confermato migliore dei nostri terminando 12° con quasi un minuto di distacco. Le altre classifiche hanno visto imporsi il norvegese Eirik Vang Aas del team nazionale (GPM), il ceco Mathias Vacek della Lidl – Trek (giovani) e il team di casa Uno-X Mobility (squadre), mentre non era eccezionalmente prevista la classifica a punti e la rispettiva leadership

Mario Prato

La vittoria di Laurence nella tappa decisiva del Giro di Norvegia (Eurosport)

La vittoria di Laurence nella tappa decisiva del Giro di Norvegia (Eurosport)

POGACAR E NON SOLO. LE PAGELLE DEL GIRO 2024

maggio 28, 2024 by Redazione  
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Pubblichiamo come di consueto al termine del Giro d’Italia le pagelle dei ciclisti che hanno brillato o deluso di più. Migliore senza dubbio Pogacar mentre tra i peggiori non possiamo non nominare Romain Bardet.

TADEJ POGACAR. Una dimostrazione di classe e di potenza che raramente si era vista nelle ultime edizioni del Giro d’Italia. Oltre alla vittoria della maglia rosa e della maglia azzurra, sei tappe vinte, piazzamenti un po’ ovunque, show nelle tappe più dure ma anche momenti di generosità (vedi borracce e gadget vari dispensati a piene mani ai piccoli tifosi alla partenza, all’arrivo e anche durante le tappe). L’unico piccolissimo appunto è il non aver indossato la maglia rosa nella prima tappa ma aver dovuto “attendere” fino alla seconda. Un fuoriclasse del ciclismo e dello sport in generale che aspettiamo di rivedere al Tour de France, dove partirà nuovamente con i gradi di strafavorito. VOTO: 9.5

GERAINT THOMAS. A 38 anni compiuti proprio durante il Giro 2024 mostra di essere ancora competitivo pur non riuscendo a bissare il secondo posto dello scorso anno. Il gallese è terzo e come Pogacar affronterà il Tour, probabilmente con gli stessi risultati del Giro, potendo mettere nel mirino al massimo uno dei gradini più bassi del podio finale. VOTO: 8

ANTONIO TIBERI. Il ventiduenne laziale è la speranza italiana per i GT e dopo un ottimo Tour of the Alps conferma di meritarsi i gradi di capitano alla Bahrain Victorious. Nonostante l’incidente meccanico nella seconda tappa che gli fa perdere terreno sui primi, non si perde d’animo e, grazie anche alle due ottime cronometro (per lui due sesti posti), risale la classifica generale fino al quinto posto. Vince meritatamente la classifica della maglia bianca e lo aspettiamo fin da ora al Giro 2025, nel quale dovrà confermarsi e, perchè no, migliorare il piazzamento di quest’anno. VOTO: 8

RAFAL MAJKA. E’ sempre stato l’ultimo ad allungare il gruppo dei big e a fare il forcing decisivo che mette Pogacar in rampa di lancio. Uno dei migliori gregari in circolazione che, ricordiamolo, prima di lavorare per il ciclista sloveno è stato anche lui capitano alla Tinkoff e alla BORA Hansgrohe. VOTO: 8

JULIAN ALAPHILIPPE. Vince la tappa di Fano e va spesso in fuga, rilanciando diverse volte l’azione come al suo solito. Il due volte campione del mondo a 32 anni può ancora dire la sua. VOTO: 8

JONATHAN MILAN. Per larghi tratti ha dato l’impressione di essere il più forte velocista in circolazione e merita la seconda maglia ciclamino consecutiva. Alla distanza, però, ha pagato qualcosa contro Merlier. VOTO: 8

DOMENICO POZZOVIVO. Dopo 19 anni sulla bici, Roma gli tributa il giusto omaggio con un commovente applauso della folla al primo passaggio sul traguardo. VOTO: 8

DANIEL FELIPE MARTINEZ. Va bene il secondo posto per il ciclista colombiano, ma un guizzo, un sussulto, un moto d’orgoglio per mettere in difficoltà Pogacar? Niente di niente…Il primo degli umani, giunto comunque a quasi 10 minuti di ritardo dal fenomeno sloveno, si accontenta della piazza d’onore con qualche piazzamento per la seconda posizione. VOTO: 7.5

BEN O’CONNOR . L’australiano non sembra mai in grado di poter aspirare alle posizioni del podio. Spesso accusa la fatica e deve ringraziare la sua squadra d alcuni preziosi compagni come Valentin Paret-Peintre e Alex Baudin, che rinunciano alle fughe per stargli vicino e proteggerlo in salita. Alla fine ottiene un quarto posto tutto sommato discreto. VOTO: 7.5

GIULIO PELLIZZARI. Dopo Tiberi, è il giovane italiano che si è messo più in luce nelle tappe mosse e soprattutto nelle fughe sulle Alpi. Secondo sul Monte Pana, battuto soltanto da Pogacar, e primo a scollinare sul primo passaggio sul Monte Grappa nella ventesima tappa, la più dura del Giro 2024. Il ventunenne ciclista marchigiano ha posto le basi per una carriera prestigiosa. VOTO: 7.5

TIM MERLIER. Il velocista belga inizia male ma conclude bene; praticamente compie il contrario di Milan, al quale contende lo stesso numero di tappe vinte, tre. VOTO: 7.5

GEORG STEINHAUSER. Le precarie condizioni di salute nella prima settimana lo tengono fuori dalla contesa, ma non si perde d’animo e dopo aver ripreso la condizione è autore di una delle più belle vittorie al Giro 2024 nella tappa della doppia scalata al Passo Brocon. Il ventiduenne tedesco, figlio d’arte, potrà avere un brillante futuro nelle corse a tappe. VOTO: 7.5

JHONATAN NARVAEZ Con la vittoria nella prima tappa l’ecuadoriano impedisce a Pogacar di indossare la maglia rosa. Si distingue sia nelle fughe, sia come gregario per l’INEOS, facendo spesso il ritmo in salita. VOTO: 7

FILIPPO GANNA. Oltre al compito di gregariato per Thomas, gli obiettivi dichiarati di Filippo erano le due cronometro. A Perugia si deve arrendere a Pogacar, troppo più forte negli ultimi 6 km in costante ascesa, mentre a Desenzano del Garda fa valere le sue doti da cronoman e vince nettamente. VOTO: 7

ANDREA VENDRAME. Dopo Milan e Ganna è l’altro ciclista italiano a vincere una tappa. Lo fa nella diciannovesima, con una fuga dove sembrava in un primo momento in difficoltà, ma con grande abnegazione è riuscito successivamente a prevalere. VOTO: 7

THYMEN ARENSMAN. Doveva essere l’alternativa a Thomas nelle fila dell’INEOS Grenadiers, ma il suo inizio non è dei migliori visto che nella prima settimana è l’ombra di se stesso e inizia a migliorare soltanto nella cronometro di Perugia, dove ottiene un ottimo quarto posto. Sulle grandi montagne cerca di arrabattarsi come può, senza comunque mai dare l’impressione di brillare. Il sesto posto finale lascia in generale qualche perplessità. VOTO: 6.5

EINER RUBIO. Curioso il caso del corridore colombiano. Lo vediamo brillare nelle prime due tappe e nelle ultime due di montagna. In mezzo l’anonimato totale, aggravato dagli svariati minuti persi nelle due prove a cronometro. Il sudamericano chiude in settima posizione ma nella Movistar, dopo l’era Valverde, bisognerà chiedersi se ci sia qualche ciclista buono per le corse a tappe. VOTO: 6.5

NAIRO QUINTANA.. Gli anni passano ma diamo comunque la sufficienza al vincitore del Giro 2014, che a 34 anni cerca comunque di limitare i danni, sfavorito anche dall’aumento dei chilometri a cronometro. Sfiora la vittoria sul Mottolino dopo una fuga ben organizzata, ma si deve arrendere allo strapotere di Pogacar. VOTO: 6

CIAN UIJTDEBROEKS Nella prima settimana ha dato l’impressione di essere il più serio candidato alla maglia bianca, ma è costretto al ritiro per problemi di salute prima dell’undicesima tappa. VOTO: 6

JAN HIRT. Così anonimo il suo giro che ormai non lo riconosceremmo neanche in faccia se ci passasse accanto. Il ceco conclude in ottava posizione ma poteva benissimo essere l’ottantesima per quanto visto sulla strada. VOTO: 5.5

MICHAEL STORER. Doveva essere uno dei più attivi ciclisti da fuga e invece non ci va quasi mai, restando attaccato al treno dei big fino all’inevitabile declino nella terza settimana. Alla fine è decimo in classifica generale ad oltre 21 minuti di ritardo da Pogacar. Sarà per la prossima volta. VOTO: 5

ROMAIN BARDET. Insufficienza piena per il capitano del Team DSM-Firmenich PostNL. Crolla subito nella prima settimana e non bastano il secondo posto di Bocca della Selva ed il quarto del Mottolino. Che il Giro sia stato di preparazione per il Tour de France, che disputerà come Pogacar e Thomas? Vedremo… VOTO: 4

Antonio Scarfone

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