GIRO D’ITALIA WOMEN: LOTTE KOPECKY INSIDIA LA MAGLIA ROSA DELLA LONGO BORGHINI
Con il successo e i relativi abbuoni nella quinta tappa nel Giro d’Italia Women la Campionessa del Mondo Lotte Kopecky si avvicina pericolosamente alla leadership di Elisa Longo Borghini. Podio di giornata anche per Chiara Consonni e Arlenis Sierra.
La conclusione in volata della Frontone-Foligno ha premiato la Campionessa del Mondo Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime). La maglia rossa – la belga è la leader della classifica a punti – dopo due secondi posti centra finalmente la vittoria davanti a Chiara Consonni (UAE Team ADQ) e Arlenis Sierra (Movistar Team). La maglia rosa Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) non ha preso parte alla volata e ha chiuso diciottesima, ma ha comunque mantenuto la leadership in classifica generale, anche se per soli 3”. Infatti, il primo posto odierno ha fruttato alla Kopecky 10” preziosissimi secondi d’abbuono.
Alle spalle delle tre cicliste citate la topten di questa quinta tappa è completata da Kathrin Schweinberger (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team), Barbara Guarischi (Team SD Worx – Protime), Vittoria Guazzini (FDJ – SUEZ), Ruby Roseman-Gannon (Liv AlUla Jayco), Martina Alzini (Cofidis Women Team) e Laura Tomasi (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi).
Non aveva certo bisogno del successo odierno per dimostrarlo, ma la Kopecky è ogni tappa che passa un’avversaria molto pericolosa per la Borghini, dalla quale è divisa dall’inezia di 3” alla vigilia di un trittico decisivo, dove le favorite per la vittoria finale si dovranno affrontare a viso aperto fino a domenica prossima.
Ora la classifica vede, dietro alle due “primedonne” di questo Giro d’Italia Women, Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – Suez) a 38″, Juliette Labous (Team dsm-firmenich PostNL) a 49″, Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) a 51″, Antonia Niedermaier (Canyon//SRAM Racing) a 1′06″, Niamh Fisher-Black (Team SD Worx – Protime) a 1′07″, Mavi García (Liv AlUla Jayco) a 1′33″, Katrine Aalerud (Uno-X Mobility) e Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck) a 1′34″, Gaia Realini (Lidl – Trek) a a 1′44″, un gradino fuori dalla topten.
Al termine della sua prima vittoria in questa edizione del Giro Lotte Kopecky ha così commentato “Ho sfiorato il successo tante volte da inizio Giro e finalmente ce l’ho fatta. Ci tengo a ringraziare il mio team che mi ha posizionato alla perfezione nel finale. Le prossime frazioni saranno complicate, vedremo come riuscirò ad andare Devo ringraziare il mio team che ha controllato la corsa tutto il giorno. Nel finale Elena Cecchini e Barbara Guarischi mi hanno pilotato alla perfezione per raggiungere questo successo che era il mio grande obiettivo fin da inizio Giro. Sono a 3 secondi dalla Maglia Rosa ma credo che il Blockhaus sia un ostacolo troppo grande per me. Corro senza lo stress della classifica generale vedendo come evolverà la situazione giorno dopo giorno”.
Numeri alla mano e visto lo sviluppo preso fin dalle prime pedalate della corsa oggi, Elisa Longo Borghini non rischiava di perdere la maglia, ma quei soli 3” non sono un gruzzoletto che può far stare tranquilli. Queste sono state le sue parole dopo l’arrivo: “Oggi è stata una buona tappa nella quale ho cercato di salvare la gamba in vista del prossimo trittico che sarà decisivo per la classifica generale. Lotte Kopecky si è avvicinata ma per me cambia poco perchè nei prossimi giorni i distacchi saranno molto più rilevanti. La tappa di domani mi piace molto e voglio fare bene”.
La sfida tra queste due atlete è stata lanciata e ora si prospetta un finale da fuochi artificiali,
Ora si disputerà la San Benedetto del Tronto-Chieti di 154 Km, caratterizzata da un susseguirsi di colline senza neanche un tratto di pianura. I momenti più impegnativi si avranno lungo la salita finale verso Chieti, 6.5 Km al 4.2% con la prima metà al 7.9% e uno ripido strappo al 19%
Mario Prato

Lotte Kopecky si impone a Foligno (Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): AGEN – PAU
luglio 12, 2024 by Redazione
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Giorno di vigilia dei Pirenei per il gruppo che oggi affronta un’altra tappa di trasferimento votata all’arrivo in volata. Ma attenti al vento!!!
Il Tour si ferma ai piedi della catena pirenaica per uno dei più classici traguardi della Grande Boucle, che oggi proporrà per la 63a volta nella storia un arrivo a Pau, la città più visitata dalla corsa transalpina dopo Bordeaux (81 volte) e Parigi, che guida questa speciale classifica dall’alto dei 114 traguardi di tappa finora organizzati nella capitale, un primato che non sarà nemmeno lontanamente scalfito dalla mancanza della “Ville Lumière” nel percorso dell’edizione in corso. Il tracciato odierno sarà ancora favorevole alle ruote veloci, anche se si seguirà un percorso speculare rispetto alla tappa di ieri, che proponeva all’inizio le colline e nel finale la pianura. Quest’ultima sarà la protagonista nei primi 120 Km, poi si attraverserà da parte a parte la fascia di colline che fanno da apripista ai Pirenei, andando ad affrontare cinque brevi ascese che per nulla fanno paura agli sprinter: di queste la più difficile è la Côte de Simacourbe (1.8 Km al 6.5% con un troncone intermedio di 400 metri al 7,4%), mentre dopo l’ultimo strappo – 500 metri al 5% – si dovranno percorrere una dozzina di chilometri per andare al traguardo, nuovamente scorrevoli e resi ancor più filanti dal rettilineo lungo 5 Km che terminerà a 5000 metri dall’arrivo. Le difficoltà, però, potrebbero non essere terminate qui perchè per la giornata di oggi è è previsto vento moderato per tutta la durata della tappa, con folate che potrebbero superare i 40 Km/h e rendere la corsa ancora più complicata e dispendiosa se qualche squadra decidesse di aprire un ventaglio.
METEO TOUR
Agen : nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da NO (22-44 Km/h), umidità al 58%
Gabarret (Km 55.1): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da O (19-45 Km/h), umidità al 52%
Nogaro (Traguardo Volante – Km 88.5): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da O (21-46 Km/h), umidità al 53%
Pau : parzialmente nuvoloso, 21°C, vento moderato da O (20-44 Km/h), umidità al 58%
GLI ORARI DEL TOUR
13.15: inizio diretta su Eurosport
13.50: partenza da Agen
14.45: inizio diretta su Rai2 (dopo la diretta del Giro d’Italia Femminile, dalle 14.00)
15.40-15.55: traguardo volante di Nogaro
16.30-16.50: GPM della Côte de Blachon
16.40-17.00: GPM della Côte de Simacourbe
17.20-17.45: arrivo a Pau
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=73546
RASSEGNA STAMPA
Italia
Tour, la legge di Girmay: 3° successo! Roglic affonda, Demare e Cavendish retrocessi
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Še ena francoska nočna mora za Primoža Rogliča – Girmay dosegel hat-trick. Roglič zaostal več kot dve minuti (Un altro incubo francese per Primož Roglič – Girmay ha segnato una tripletta. Roglič era più di due minuti indietro)
Delo
Danimarca
Biniam Girmay vinder for tredje gang – Tourens helt store åbenbaring troede, at løbet kun var for hvide europæere (Biniam Girmay vince per la terza volta – La più grande rivelazione del Tour pensava che la gara fosse solo per gli europei bianchi)
Politiken
Regno Unito
Biniam Girmay takes Tour de France stage 12 win as Primoz Roglic crashes (Biniam Girmay vince la dodicesima tappa del Tour de France mentre Primoz Roglic cade)
The Daily Telegraph
Francia
Girmay puissance trois, Roglic grand perdant (Girmay potenza tre, Roglic grande perdente)
L’Équipe
Spagna
Girmay celebra la tercera, Roglic llora otra caída (Girmay festeggia la terza, Roglic piange un’altra caduta)
AS
Belgio
Net niet voor ingesloten Wout van Aert: Biniam Girmay wint opnieuw sprint in de Tour, tijdsverlies voor Roglic na val in volle finale (Non proprio davanti al bloccato Wout van Aert: Biniam Girmay vince un altro sprint al Tour, perdita di tempo per Roglic dopo la caduta nel finale)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Derde ritzege Girmay in Tour de France, Roglic verliest tijd na valpartij (Girmay vittoria della terza tappa al Tour de France, Roglic perde tempo dopo la caduta)
De Telegraaf
Germania
Dritter Sieg für Girmay – Roglic verliert nach erneutem Sturz viel Zeit (Terza vittoria per Girmay – Roglic perde molto tempo dopo l’ennesima caduta)
Kicker
Stati Uniti
Roglic crashes near finish of stage won by Girmay on Tour de France (Roglic cade vicino all’arrivo della tappa vinta da Girmay al Tour de France)
The Washington Post
Colombia
Tercera victoria de Biniam Girmay en el Tour de Francia, Pogacar sigue de amarillo (Terza vittoria di Biniam Girmay al Tour de France, Pogacar continua in giallo)
El Espectador
Ecuador
Biniam Girmay se queda con el esprint de la etapa 12 del Tour de Francia; Richard Carapaz afectado por caída masiva en el tramo final (Biniam Girmay prende lo sprint della tappa 12 del Tour de France; Richard Carapaz colpito da una violenta caduta nel tratto finale)
El Universo
Australia
Joy for Girmay but despair for Roglic in Tour de France (Gioia per Girmay ma disperazione per Roglic al Tour de France)
The West Australian
Eritrea
Hat-Trick win by Biniam Girmay on 12th Stage of Tour de France (Tripletta di Biniam Girmay nella 12a tappa del Tour de France)
(Shabait)
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della dodicesima tappa, Aurillac – Villeneuve-sur-Lot
1° Alexey Lutsenko
2° Raúl García a 2′57″
3° Jarrad Drizners a 3′23″
4° Maxim Van Gils s.t.
5° Harm Vanhoucke s.t.
Miglior italiano: Luca Mozzato, 10° a 7′48″
Classifica generale
1° Bram Welten
2° Jarrad Drizners a 19′17″
3° Gerben Thijssen a 19′35″
4° Davide Ballerini a 24′44″
5° Cees Bol a 25′04″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Petacchi: “Quando viene assegnata la neutralizzazione del tempo”
Rizzato: “Si sono fermato altro quattro uomini”
Rizzato: “Più davanti possibili”
Rizzato: “Il gruppo tutto spianato” (li hanno asfaltati?)
Gasparotto: “Era meglio se non succedesse”
Teletext TV Svizzera: “Villneuve-sur-Lot” (Villeneuve-sur-Lot)
Sport Mediaset: “Il capitano della Red Bull-Bora-Hansgrohe è scivolato negli ultimi venti chilometri”
Sport Mediaset: “Pa” (Pau)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
14 LUGLIO 1948 – GIORNO DI RIPOSO A CANNES – ATTENTATO A PALMIRO TOGLIATTI
RIPOSO A CANNES: SI FA IL CONTO DEI DISTACCHI
Dopo la vittoria della penicillina e la “cotta delle mogli”
Bobet si è fato fotografare con il grosso bubbone sotto il ginocchio – Non era una storia che stesse male
UN ATTENTATO ALL’ON. TOGLIATTI
Stamane, poco prima di mezzogiorno, sulla soglia di Montecitorio – Unanime sdegno contro l’atto criminale – Prognosi “riservata”
Il “leader” comunista colpito da tre rivoltellate: alla testa, alla milza e sotto il polmone sinistro – L’attentatore arrestato dai carabinieri – Il ferito, medicato nell’infermeria della Camera, sarà operato in una clinica – Il Parlamento sospende le sedute – Il prof. Ceravolo esclude la lesione del polmone, ma le condizioni del ferito sono preoccupanti

Il castello di Pau e l’altimetria della tredicesima tappa (hotel-roncevaux-pau.com)
11-07-2024
luglio 11, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
L’eritreo Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) si è imposto nella dodicesima tappa, Aurillac – Villeneuve-sur-Lot, percorrendo 203.6 Km in 4h17′15″, alla media di 47.487 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) e il tedesco Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech). Retrocesso per scorrettezze il francese Arnaud Démare (Arkéa – B&B Hotels), che si era piazzato terzo. Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 26°. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia gialla con 1′06″ su belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 1′14″ sul danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Ciccone, 10° a 7′36″
GIRO D’ITALIA WOMEN
La belga Lotte Kopecky (Team SD Worx) si è imposta nella quinta tappa, Frontone – Foligno, percorrendo 108 Km in 2h38′54″, alla media di 40.78 Km/h. Ha preceduto di 17″ l’italiana Chiara Consonni (UAE Team ADQ) e la cubana Arlenis Sierra (Movistar Team). L’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) è ancora in maglia rosa con 3″ sulla Kopecky e 38″ sulla danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – SUEZ)
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
L’australiana Jensen Plowright (Alpecin – Deceuninck) si è imposto nella quinta tappa, Gonghe – Xihaizhen, percorrendo 127.2 Km in 2h58′46″, alla media di 42.693 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Davide Persico (Bingoal WB) e il danese Alexander Salby (Bingoal WB). L’ecuadoriano Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural – Seguros RGA) è ancora leader della classifica con 1′48″ sull’uruguaiano Guillermo Thomas Silva (Caja Rural – Seguros RGA) e 1′52″ sullo spagnolo Mario Aparicio (Burgos – BH). Miglior italiano Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 4° a 2′20″
GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFÉU JOAQUIM AGOSTINHO (Portogallo)
Il portoghese Rafael Reis (Sabgal / Anicolor) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Turcifal, percorrendo 8 Km in 9′55″, alla media di 48.403 Km/h. Ha preceduto di 3″ il venezuelano Orluis Aular (Caja Rural – Seguros RGA) e di 11″ il danese Julius Johansen (Sabgal / Anicolor). Nessun italiano in gara. Reis è il primo leader della classifica con 3″ su Aular e 11″ su Johansen
GIRMAY CENTRA UN TERNO AL LOT. TERZA VITTORIA PER L’ERITREO AL TOUR 2024
A Villeneuve-sur-Lot su un arrivo in leggera salita, ottimo per le sue caratteristiche, Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) vince con una volata bruciante davanti a Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) ed Arnaud Démare (Team Arkea B&B Hotels), successivamente retrocesso. Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) cade a 12 km dalla conclusione e perde più di 2 minuti
Sono quasi 204 i km da Aurillac a Villeneuve-sur-Lot per la dodicesima tappa del Tour 2024. Continua la marcia del gruppo verso il sud ovest della Francia, ovvero verso i Pirenei che in questo fine settimana saranno grandi protagonisti. Se dopo la tappa di ieri la maglia gialla Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) inizia a temere Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike), vedremo se al termine della tappa odierna la maglia verde Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty) dovrà guardarsi dalla rimonta di Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck). Sulla carta è una nuova possibilità per le ruote veloci visto che il percorso è complessivamente pianeggiante. La presenza di tre facili gpm di quarta categoria posti nella parte centrale non dovrebbe impensierire più di tanto i velocisti. Alla partenza da Aurillac non si presentava Michael Morkov (Team Astana Kazakstan), vittima del Covid, è così Mark Cavendish perdeva il suo migliore apripista per la volata. Dopo un paio di km dalla partenza si avvantaggiavano di una ventina di secondi Kevin Geniets (Team Groupama FDJ) e Thomas Gachignard (Team TotalEnergies). I due ciclisti francesi venivano raggiunti da Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty) ma il gruppo non concedeva troppo spazio e rientrava sul terzetto di testa dopo un paio di km. Una caduta a centro gruppo rallentava Tadej Pogacar che era costretto a mettere il piede a terra ma il ciclista sloveno rientrava rapidamente dopo che un compagno di squadra lo aveva atteso. Alla fine la fuga di giornata si concretizzava grazie all’azione di Jonas Abrahamsen (Team Uno X Mobility), Anthony Turgis (Team TotalEnergies), Quentin Pacher e Valentin Madouas (Team Groupama FDJ). Dopo 60 km i quattro battistrada avevano 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla tirato dagli uomini del team Alpecin Deceuninck. Abrahamsen vinceva i tre gpm di tappa, nell’ordine la Côte d’Autoire posta al km 62.8, la Côte de Rocamadour posta al km 84.3 e la Côte de Montcléra posta al km 135.5, mentre Turgis si aggiudicava l’unico traguardo volante di Gourdon posto al km 110. Durante lo svolgimento della tappa si segnalavano anche i ritiri di Fabio Jakobsen (Team DSM Firmenich PostNL) e di Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious). La fuga veniva ripresa a 42 km dalla conclusione. A 12 km dalla conclusione una caduta in mezzo al gruppo coinvolgeva tra gli altri Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) che al traguardo sarebbe arrivato dolorante con oltre 2 minuti di ritardo. Nella volata finale, in leggera pendenza al 2-3 %, Biniam Girmay sceglieva alla perfezione i tempi della sua progressione e batteva di mezza ruota Wout Van Aert (Team Visma Lease a Bike) mentre terzo era tedesco Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech), terzo dopo la retrocessione di Arnaud Démare (Team Arkea B&B Hotels). Chiudevano la top five Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) in quarta posizione e Arnaud De Lie (Lotto Dstny) in quinta posizione. Per Girmay è la terza vittoria di tappa aTour 2024 e l’eritreo vede sempre più sua la maglia verde. In classifica generale resta tutto invariato nelle prime tre posizioni con Tadej Pogacar in maglia gialla davanti a Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step). Domani è in programma la tredicesima tappa da Agen a Pau do 165.3 km. Ancora protagonista la vallonata pianura francese con due gpm di quarta categoria posti negli ultimi 30 km che potrebbero riservare qualche sorpresa, estromettendo dal probabile sprint finale i velocisti meno resistenti.
Antonio Scarfone

Biniam Girmay vince a Villeneuve-sur-Lot (foto: Getty Images)
A URBINO VINCE LA EMOND, LONGO BORGHINI ANCORA IN ROSA
La quarta tappa del Giro d’Italia Women è andata a Clara Emond. Al secondo e terzo posto si sono classificate rispettivamente Soraya Paladin e Cecilie Uttrup Ludwig. Longo Borghini lotta con la Kopecky e mantiene la maglia rosa.
La Imola-Urbino, quarta tappa del Giro d’Italia Women, ha visto la prima vittoria in carriera della ventisettenne Clara Emond (EF Education – Cannondale). La canadese, andata in fuga con altre 4 “colleghe”, è partita sulla salita di San Marino, a più di 50 km dall’arrivo e non è stata più ripresa, nonostate l’inseguimento – partito in ritardo – di atlete del calibro di Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) e di Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – Suez). Quest’ultima sullo strappo finale in pavè provava un ultimo attacco assieme alla trevigiana Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), che si piazzava seconda con 17″ di ritardo dalla Emond, alla sua prima vittoria da professionista. La canadese così ha commentato: “E’ la prima vittoria della mia carriera e ottenerla al Giro è un’emozione speciale. La Corsa Rosa per me e per il team non era iniziata benissimo e questo successo ci darà una grande spinta dal punto di vista del morale. Spero che possa essere una svolta nella mia carriera”.
La Maglia Rosa Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek), oggi ottava al traguardo dopo aver “duellato” con Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime), ha conservato la leadership con 13″ di vantaggio sulla belga: “Era una tappa in cui pensavo potesse arrivare la fuga e così è stato. Sono contenta per Clara, è sempre bello vedere quando il coraggio viene premiato. Nel finale io e Lotte ci siamo sfidate a viso aperto, quasi come fosse una rivincita delle Strade Bianche, e sono contenta di esserle finita davanti. Non vuol dire nulla per la classifica generale ma dà morale”.
Da segnalare, infine, che grazie all’attacco nel finale, la Ludwig ha guadagnato sei posizione in classifica ed è risalita fino al terzo posto, con 38″ di passivo dalla Longo Borghini
Oggi si disputerà l’ultima tappa facile prima dell’impegnativo trittico finale che determinerà la classifica del Giro. Si dovranno percoprrere 108 Km tra Frontone e Foligno, senza affrontare particolari insidie.
Mario Prato

Clara Emond in fuga solitaria verso Urbino (www.cyclingnews.com)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): AURILLAC – VILLENEUVE-SUR-LOT
luglio 11, 2024 by Redazione
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Il Tour torna a pedalare verso la pianura, sulla quale sono disegnate le prossime due frazioni, entrambe terreno di caccia per i velocisti. Ma anche i fugaioli, soprattutto oggi, avranno di che sbizzarrirsi
Dopo la capatina nel Massiccio Centrale il Tour torna ad adagiarsi in pianura e lo farà per 48 ore, nelle quali andranno in scena due tappe di trasferimento verso i Pirenei disegnate con il pensiero rivolto ai velocisti, per i quali le occasioni saranno oramai agli sgoccioli. Dopo queste due frazioni, infatti, a loro disposizione ne rimarrà soltanto una, offerta lunedì prossima dalla tappa che terminerà a Nîmes. Oggi, però, protagonisti saranno anche i “barodeurs”, come in gergo vengono definiti i cacciatori di tappe, i corridori che tentano la fuga anche in giornate che vedranno le loro azioni inesorabilmente condannate al fallimento. Dalla loro parte giocheranno i primi 135 Km vallonati ed è molto probabile, se il gruppo deciderà di lasciarli andare, che il loro tentativo parta sui saliscendi che caratterizzano i primi 30 Km. Terminata questa fase, una discesa di circa 10 Km deporrà il gruppo ai piedi della tratto centrale della tappa, movimentato da sette ascese, brevi e pedalabili, che in tre occasioni metteranno in palio un punto a testa per la classifica degli scalatori. Più snello sarà il tracciato negli ultimi 70 Km, tratto nel quale – nonostante la presenza di alcune modestissime difficoltà altimetriche – le squadre dei velocisti avranno tanto spazio a disposizione per alzare la velocità e ricompattare il gruppo in vista delle grandi manovre dello sprint. L’ultima “noia” i velocisti la troveranno al momento d’imboccare il lungo rettilineo d’arrivo, quasi 1200 metri nei quali la strada prenderà quasi impercettibilmente a salire, una lievissima pendenza che potrebbe “fulminare” quegli sprinter che saranno arrivati stanchi a questo punto della gara.
METEO TOUR
Aurillac : pioggia debole (0.3 mm), 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da SE (4-22 Km/h), umidità al 68%
Côte d’Autoire (GPM – Km 62.8): pioggia debole (0.3 mm), 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da N (9-32 Km/h), umidità al 69%
Gourdon (Traguardo Volante – Km 110): temporale (1.1 mm), 25°C (percepiti 27°C), vento moderato da NE (11-33 Km/h), umidità al 71%
Condat (Km 160.9): nubi sparse, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da N (6-21 Km/h), umidità al 59%
Villeneuve-sur-Lot: nubi sparse, 29°C (percepiti 31°C), vento moderato da NO (8-24 Km/h), umidità al 60%
GLI ORARI DEL TOUR
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.50: partenza da Aurillac
14.10-14.20: GPM della Côte d’Autoire
14.40-14.50: GPM della Côte de Rocamadour
14.45: inizio diretta su Rai2 (dopo la diretta del Giro d’Italia Femminile, dalle 14.00)
15.10-15.30: traguardo volante di Gourdon
15.45-16.05: GPM della Côte de Montcléra
17.15-17.45: arrivo a Villeneuve-sur-Lot
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=73500
RASSEGNA STAMPA
Italia
No, il Tour non è finito: a Le Lioran Vingegaard batte Pogacar nel superduello
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Roglič je padel, Vingegaard zmagal – Pogačarjev peklenski načrt brez zmage, Rogličeva dvojna sreča v nesreči (Roglič è caduto, Vingegaard ha vinto – Il piano infernale di Pogačar senza vittoria, la doppia fortuna di Roglic nell’incidente)
Delo
Danimarca
Der kan aldrig igen stilles spørgsmål ved Vingegaards manddom (La virilità di Vingegaard non potrà mai più essere messa in discussione)
Politiken
Regno Unito
Vingegaard beats Pogacar in remarkable comeback to keep Tour de France battle alive (Vingegaard batte Pogacar in una straordinaria rimonta per mantenere viva la battaglia del Tour de France)
The Daily Telegraph
Francia
Vingegaard surprend Pogacar (Vingegaard sorprende Pogacar)
L’Équipe
Spagna
Vingegaard devuelve el golpe (Vingegaard risponde)
AS
Belgio
Jonas Vingegaard deelt mentale tik uit aan Tadej Pogacar in enerverende Touretappe, Remco Evenepoel beperkt de schade en eindigt derde (Jonas Vingegaard dà un colpo mentale a Tadej Pogacar in una tappa emozionante del Tour, Remco Evenepoel limita i danni e chiude terzo)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Vingegaard slaat toe in 11e etappe Tour en klopt Pogacar (Vingegaard colpisce nell’undicesima tappa del Tour e batte Pogacar)
De Telegraaf
Germania
Vingegaard pariert Attacken und schlägt Pogacar im Sprint (Vingegaard para gli attacchi e batte Pogacar in volata)
Kicker
Stati Uniti
Emotional Vingegaard beats Pogacar in sprint to win Tour de France Stage 11 in Massif Central (L’emozionante Vingegaard batte Pogacar in volata e vince la tappa 11 del Tour de France nel Massiccio Centrale)
The Washington Post
Colombia
El danés Jonas Vingegaard se impone con autoridad en la etapa 11 del Tour de Francia (Il danese Jonas Vingegaard vince con autorità l’undicesima tappa del Tour de France)
El Espectador
Ecuador
¡Sigue la batalla! Etapa para Jonas Vingegaard en duelo ante Tadej Pogacar; Richard Carapaz protagonista en la fuga (Continua la battaglia! Tappa per Jonas Vingegaard nel duello contro Tadej Pogacar; Richard Carapaz protagonista della fuga)
El Universo
Australia
Vingegaard underlines recovery as he edges out Pogacar (Vingegaard sottolinea il recupero mentre supera Pogacar)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Évaux-les-Bains – Le Lioran
1° Fabio Jakobsen
2° Bram Welten s.t.
3° Arnaud Démare s.t.
4° Michael Mørkøv s.t.
5° Søren Kragh Andersen s.t.
Miglior italiano: Luca Mozzato, 32° a 11′24″
Classifica generale
1° Fabio Jakobsen
2° Bram Welten a 1′01″
3° Gerben Thijssen a 22′38″
4° Cees Bol a 26′05″
5° Mark Cavendish a 26′10″
Miglior italiano: Davide Ballerini, 7° a 28′07″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Rizzato: “Siamo sul terreno favorevolmente a Vingegaard”
Pancani: “Avremo tanto spazio da trascorrere insieme”
Cassani: “Strada piuttosto stretta che si ampierà negli ultimi 1000 metri”
Cassani: “Di spazio ce l’è”
Cassani: “Si è messo seduto in piedi”
Cassani: “Le cose sarebbero andato in modo molto diverso”
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
13 LUGLIO 1948 – 12a TAPPA: SANREMO – CANNES (170 Km)
L’ATTACCO DI BOBET PIEGA BARTALI
Il Tour è entrato nella fase decisiva
La prodigiosa ripresa del detentore della maglia gialla che domina sui monti e vince a Cannes – Bartali si attarda con Robic, fora e perde otto minuti

Villeneuve-sur-Lot e l’altimetria della dodicesima tappa (wikipedia)
1+1+1+1 = ZONA ZERO; IL TOUR ESPLODE ANCORA
Quattro leoni scappano dalla gabbia verso Le Lioran, e il massiccio centrale, punto medio del Tour, fa dà perno di una giostra che si inclina in modo imprevedibile. Pogacar attacca, Vingegaard vince, Remco resiste e Roglic ringhia.
Se fosse calcio, Pogacar sbaglia per il raddoppio un appoggio sotto porta, poi parte un contropiede e segna Vingegaard. Uno a uno e palla al centro (forse Pogacar gioca in dieci). Ma calcio non è. Se fosse tennis, Vingegaard annulla un set point e poi porta a casa perfino un bel break. Ma non è nemmeno tennis. Se fosse basket, il danese ultima un recupero tumultuoso e si porta avanti di uno all’inizio del terzo tempo. Con tutta l’inerzia della partita dalla sua. Eppure non è nemmeno basket. È ciclismo folle, esaltante, da brividi e nervi a fior di pelle.
In questo ciclismo, dispiace per gli altri. Bruciati via dallo schermo perché davanti la corsa esplode in un fuoco bianco e giallo di fosforo e zolfo che sovraespone l’immagine e lascia in vista – a stento – solo i quattro fenomeni che già guidano la classifica generale. Pogacar, Evenepoel, Vingegaard, Roglic. E di questi quattro fenomeni lo scatto del fotofinish ne immortala solo due, Pogi e Vingo, gli extraterrestri, gli unici che contano quando si assaltano l’un l’altro e il resto del mondo si dissolve in polvere, fenomeni inclusi, come già s’intuiva nelle dinamiche viste sullo sterrato.
Per capirci, stiamo parlando di una delle poche tappe rimaste over 200 km nel panorama moderno dei Grandi Giri. Niente salitone alpine, ma più di 4.000 metri da macinare su stradine tortuose, tutte a mangia e bevi, con un finale brutale che inanella un muro dietro l’altro. Ciò nonostante, si parte con un bel paio d’ore a 50 km/h di media perché il gotha dei fugaioli mondiali si è andato risparmiando in vista di oggi, e viceversa la UAE di Pogacar non ha la benché minima intenzione di lasciare spazio a chicchessia. Quando la fuga costa così cara, rischia di aver vita breve, perché il dispendio di energie è sovrumano e nel finale lo si paga. In effetti sul traguardo i fuggitivi, a dispetto della loro indubbia qualità (dallo specialista Guillaume Martin al campione olimpico Carapaz, spesso frequentatore di podi a Giro, Vuelta e Tour, e tanti altri) finiscono a quasi un quarto d’ora di distacco da primi. Ma con un’eccezione: l’irlandese “cavallo pazzo” Ben Healy sarà 17esimo di giornata, contenendo in meno di cinque minuti il ritardo da Vingegaard. Ma dobbiamo liquidare questa prestazione fenomenale in una frase, così come in una frase facciamo cenno alla meravigliosa e insensata caparbietà di Carapaz che, agli sgoccioli ormai dell’avventura di giornata, quando si avvantaggiano il compagno Healy e l’arrembante giovane spagnolo Lazkano, non demorde, tiene duro, rientra sui due, il tutto con l’unica finalità di regalare a Healy un’ultima trenata: tutto questo con l’UAE lanciata come una locomotiva mezzo minuto dietro di loro, vale a dire nella futilità più assoluta. Correre comunque, correre alla grande, anche se non serve a niente e nessuno se ne ricorderà oltre le due righe in cronaca. Questo resta agli altri, a tutti gli altri.
Perché Pogacar ha messo la squadra a pestare duro, perché il peloton ormai conta meno uomini che la top ten in classifica generale, perché all’ultimo km del Puy Mary Pas de Peyrol, uno di quei nomi di valico impastati da ASO che suona più che altro come una bestemmia, ecco che Adam Yates, assistman di Pogi oggi, dà tutto, spreme le gambe sul 15%, e poi, bam!, scatta Pogacar, scatta forte, fa subito malissimo a tutti senza eccezioni, Vingegaard guarda gli altri, Roglic fa la mossa, tira un po’, ma niente ci vogliono proprio le gambe dell’unico altro extraterrestre o niente, e allora il danese apre gas, attacca pure lui, arranca ma c’è poco da fare, il distacco metro a metro si dilata, e infine sul falsopiano finale, come se fossimo in cima alla Redoute (ma una Redoute lunga due volte tanto), i metri non sono più decine ma centinaia, si parla di mezzo minuto, e tutti quanti già inseguono uno ad uno. Fuori quadro. Non ci sono moto o elicotteri per tutto e tutti. Pogacar. Vingegaard. Roglic. Evenepoel.
Vingegaard tentenna in discesa e Rogla lo salva, lo riprende e gli traccia le linee, brevissima alleanza cruciale. Remco appena c’è una miseria, uno straccio di pianura, innesta il suo passo speciale e irrompe in coda al duo, trascinando con sé qualche resto di top ten che occhieggia da dietro nelle vesti del bravo discesista Carlos Rodríguez, di un eccellente Ciccone. Loro due i primi degli umani, a loro modo, scortati dai gregari di lusso dei primi Almeida, Yates o l’inossidabile Mikel Landa.
Ma la pianura è un fazzoletto e subito si risale verso il Perthus. Pogacar sembra opaco, chiede qualcosa all’ammiraglia, sospetta anche lui dei tubeless come già Remco a crono, o forse ha bisogno di rifocillarsi, ma la solitudine del primato è tremenda. Non ci sono i puntuali ometti del team a rifornirlo di beveroni a scansioni regolari come li ebbe Froome dopo il Finestre: la UAE è un superteam ma in certe cose continua a somigliare alla vecchia Lampre più che alla vecchia Sky.
Vingegaard ricambia il favore e in salita tira lui, pure abbastanza regolare, non giochicchia né scatta. Ma arriva il momento in cui fiuta il sangue di un Pogacar che si dissangua di vaga stanchezza, e in quel momento innesca una progressione assolutamente devastante. Di nuovo, uno ad uno. E presto due a due.
Pogacar è ripreso. Extraterrestri in testa. Fenomeni a inseguire, Remco e Rogla. Poi niente, poi niente, poi ancora niente. Poi i grandi ciclisti polverizzati dal superciclismo.
I valori espressi da Vingegaard nei dodici minuti del Perthus in cui riprende Pogacar corrispondono ai massimi assoluti mai toccati dal ciclismo di ogni tempo. 1900 di VAM. 6,9 watt/kg. Evidentemente, la forma è tornata.
Il duo di testa si alterna con cambi regolari. Sprint tiratissimo al Gpm. La spunta Pogi per un’incollatura. Ancora (brevi) discese ardite, ancora (brevissime) risalite. Tensione più appicciosa del sudore, fatica e dolore. Cambi regolari, prudenza, ma nessuna strategia: Pogacar potrebbe facilmente rifiutarsi di prendere la testa, e lasciare così a Vingegaard la scelta fra tirare e veder sprecati i propri sforzi pregressi a fronte di un potenziale rientro da parte di Remco e Rogla, già espulsi dai picchi di velocità ascensionale ma solidissimi sulla tenuta e in avvicinamento ad ogni incertezza davanti. Tuttavia Pogacar non esita mai. Tornano in mente le immagini di Boonen contro Cancellara al Fiandre, ancora ai tempi del Kapelmuur e del Bosberg, il terreno prediletto del belga, i muri su cui accelerare con brutalità in cui sembrava inevitabile che a prevalere dovesse essere l’esplosività del più grande ciclista da pavé di tutti i tempi, e quando ancora lo svizzero era un punto interrogativo in queste gare. Ma nella fuga a due, col passare dei km, subentra la certezza che Cancellara ne abbia di più: Boonen si potrebbe mettere a ruota più che legittimamente, forte del proprio spunto veloce, ma non ci pensa neppure. Cambi regolari anche se vuol dire avviarsi al macello, come puntualmente avviene. Qui Tadej è su un terreno che per lui dovrebbe essere il più consono in assoluto. Un incrocio fra Lombardia e Liegi, le gare in linea nelle quali è il dominatore incontrastato. Il passo, la potenza, l’esplosività. Ma le energie vengono meno. Gli equilibri dell’universo si sono spostati impalpabilmente ma implacabilmente e chi a stento teneva le ruote ora a più energia nelle gambe. Pogacar, però, si nega a risparmiarsi. E puntualmente va a giocarsi da favoritissimo la volata, per puntualmente perderla, “scioltosi il nodo delle ginocchia” come recitano i versi dell’epica greca, non può spingere in piedi sui pedali allo sprint, si alza, si risiede, si rialza, si risiede, è sconfitto.
Dietro Roglic casca all’ultima curva dell’ultima discesa, ma la regola dei 3 km neutralizzati, inspiegabilmente indicata da regolamento per la tappa odierna, lo salva. I quattro arrivano in 2-1-1, ma sull’ordine d’arrivo saranno due coppie. Vingegaard-Pogacar. Evenepoel-Roglic.
Il Tour è ancora una volta nuclearizzato. Vingo guadagna un secondo, solo un secondo, nel gioco degli abbuoni vari, ma lo scossone è brutale. Pogacar avrebbe dovuto guadagnare e ha fatto di tutto per riuscirci. Senza esito. L’inerzia della gara precipita a favore di Vingegaard in modo assolutamente folle. Sul Pas de Peyrol Pogacar ha staccato Vingegaard con maggior nettezza ancora che sul Galibier. Ma Vingegaard è tornato con forza ancor maggiore. Sulla carta le tappe che ci attendono, anzi la settimana che ci attende, è molto favorevole al danese. Gli sterrati e il massiccio centrale sarebbero dovuti essere molto favorevoli a Pogacar e si sono tradotti in moltissimo frastuono per un nulla in classifica. Dunque da ora prevarrà con nettezza Vingegaard? O viceversa altre sorprese ci attendono, con un’inversione di ruoli? I due gemelli diversi come in ogni caccia mortale, preda e predatore, detective e serial killer, divengono l’uno il doppio dell’altro, s’immedesimano e rispecchiano: ho allenato espressamente gli strappi dice Vingegaard; ho allenato espressamente le salite lunghe, dice Pogacar. Quel che è sicuro è che in ogni fondamentale, a prescindere dalla loro condizione, sono su un pianeta a parte, con Remco e Roglic unici a poterli sfiorare o a fatica sfidare. Di Pogacar sappiamo con certezza assoluta che ha corso il Giro, seppur con le tabelle d’allenamento in mano. Di Vingegaard sappiamo che è finito in ospedale, anche se dubbi crescenti e legittimi si addensano sull’effettiva natura e gravità delle lesioni dichiarate, stante comunque l’indiscutibile bruttezza dell’incidente. Certamente entrambi non dovrebbero essere al picco teorico e assoluto del proprio potenziale – altrettanto certamente vi sono arrivati molto vicini. Per ora. Certamente entrambi si sono spremuti alla morte in questa prima metà di Tour (e ben più dei loro rivali vicini e lontani): mentre Evenepoel ridacchiava sui rulli il gilet gelato facendo cooling down, Pogacar era piegato in due sulla bici statica, la faccia nera di polvere, come un minatore estratto dopo settimane da un crollo nelle profondità della terra; Vingegaard pure stentava a tenere il capo dritto davanti al microfono, bianco, emaciato, grondante sudore a fiotti, come un marinaio estratto dagli abissi dopo lo sprofondamento di un sottomarino atomico.
Tutto è (ancora) possibile? Proprio tutto? Quanto tutto? Ci resta mezzo Tour per scoprirlo. Intanto si riparte da 1+1+1+1 = ZERO. Il tutto, il niente, il mistero, un cerchio che si chiude, un varco che si apre.
Gabriele Bugada

Vingegaard e Pogačar a un passo dal traguardo di Le Lioran (foto Dario Belingheri/Getty Images)
10-07-2024
luglio 10, 2024 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nell’undicesima tappa, Évaux-les-Bains – Le Lioran, percorrendo 211 Km in 4h58′00″, alla media di 42.483 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) e di 25″ il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek), 5° a 1′47″. Pogačar è ancora in maglia gialla con 1′06″ su Evenepoel e 1′14″ su Vingegaard. Miglior italiano Ciccone, 10° a 7′36″
GIRO D’ITALIA WOMEN
La canadese Clara Emond (EF Education-Cannondale) si è imposta nella quarta tappa, Imola – Urbino, percorrendo 134 Km in 3h35′45″, alla media di 37.265 Km/h. Ha preceduto di 17″ l’italiana Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing) e di 20″ il danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – SUEZ). L’italiana Elisa Longo Borghini (Lidl – Trek) è ancora in maglia rosa con 13″ sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) e 38″ sulla Ludwig
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
Lo spagnolo Mario Aparicio (Burgos – BH) si è imposto nella quarta tappa, Guide – Gonghe, percorrendo 136.1 Km in 3h28′31″, alla media di 39.162 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Adne van Engelen (Roojai Insurance) e di 2″ l’uruguaiano Guillermo Thomas Silva (Caja Rural – Seguros RGA). Miglior italiano Lorenzo Quartucci (Team Corratec – Vini Fantini), 8° a 2′39″. L’ecuadoriano Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural – Seguros RGA) è il nuovo leader della classifica con 1′50″ su Silva e 1′52″ su Aparicio. Miglior italiano Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 4° a 2′20″
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ÉVAUX-LES-BAINS – LE LIORAN
luglio 10, 2024 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Dalla sconfinata pianura francese il Tour si trasferisce per 24 ore sulle insidiose strade del Massiccio Centrale, palcoscenico di una frazione di media montagna che avrà il suo momento culminante nella salita al Puy Mary
Son sempre insidiose le strade del Massiccio Centrale, a causa di percorsi privi di salite particolarmente difficili ma anche scevri di tratti in cui rifiatare, resi ancora più problematici dalla “canicule”, il caldo che spesso si fa sentire in maniera più accentuata nelle zone centrali della Francia e che rende particolarmente appiccicose le strade, su asfalti nuovi di zecca e al limite della liquefazione. Se queste tappe vengono affrontate con spirito particolarmente battagliero possono – come spesso accaduto in passato – anche risultare determinanti per l’esito finale del Tour e ne sa qualcosa Claudio Chiappucci, che avrebbe quasi certamente vinto l’edizione del 1990 se gli avversari non avessero imbastito un attacco a sorpresa nella frazione che terrminava a Saint-Étienne. Rispetto a quella tappa stavolta si gareggerà al capo opposto del massiccio, seguendo una rotta percorsa anche al Tour del 2016, quando a Le Lioran si impose Greg Van Avermaet, il belga che un mese più tardi conquistò la medaglia d’oro nella gara di ciclismo su strada alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. In particolare gli ultimi 42 Km saranno i medesimi, a partire dallo scollinamento del Col de Néronne , che quest’anno sarà affrontato da un versante più impegnativo rispetto a otto anni fa (4 Km all’8.6%). Immediatamente dopo si scalerà il Puy Mary, punto culminante della tappa non soltanto per i quasi 1600 metri dello scollinamento ma anche perchè si tratterà dell’ascesa più impegnativa (5.3 Km al 7.9%, con gli ultimi 1.3 Km al 13.4%), in vetta alla quale nel 2020 terminò una tappa vinta dal colombiano Daniel Martínez. Non scherza nemmeno il successivo Col de Pertus (4.5 Km all’8.2%), mentre l’unico colle del finale a non presentare pendenze particolarmente difficili sarà il Font de Cère, i cui 3.4 Km al 5.5% sono in concreto un arrivo in salita perchè si raggiungerà il traguardo 3 Km più avanti, percorso anche uno strappo finale di 800 metri al 6%, ultimo tassello di una tappa che prevede un mosaico di 4177 metri di dislivello complessivo.
METEO TOUR
Évaux-les-Bains: parzialmente nuvoloso, 20°C, vento debole da O (4-14 Km/h), umidità al 78%
Bourg-Lastic (traguardo volante – Km 65): parzialmente nuvoloso, 22°C (percepiti 24°C), vento moderato da SO (6-20 Km/h), umidità al 68%
Bort-les-Orgues (Km 108.6): nubi sparse, 24°C (percepiti 26°C), vento moderato da O (8-24 Km/h), umidità al 64%
Le Vigean (Km 138): nubi sparse, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da O (8-26 Km/h), umidità al 64%
Pas de Peyrol – Puy Mary (GPM – Km 180): nubi sparse, 21°C, vento moderato da O (11-34 Km/h), umidità al 73%
Le Lioran: pioggia debole (0.3 mm), 21°C, vento moderato da O (11-35 Km/h), umidità al 71%
GLI ORARI DEL TOUR
11.00: inizio diretta su Eurosport
11.30: partenza da Évaux-les-Bains
13.10-13.25: traguardo volante di Bourg-Lastic
13.30-13.50: GPM della Côte de Mouilloux
13.45-14.05: GPM della Côte de Larodde
14.45: inizio diretta su Rai2 (dopo la diretta del Giro d’Italia Femminile, dalle 14.00)
15.50-16.20: GPM del Col de Néronne
16.10-16.45: GPM del Pas de Peyrol (Puy Mary)
16.30-17.10: GPM del Col de Pertus (con abbuoni)
16.50-17.30: GPM del Col de Font de Cère
16.55-17.35: arrivo a Le Lioran
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
Oggi non presente
RASSEGNA STAMPA
Italia
Tour, Vdp pilota lo sprint di Philipsen. Pogacar resta in maglia gialla
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Končno je uspelo tudi Philipsenu. Pogačar ostaja v rumenem (Philipsen alla fine ci riuscì. Pogačar rimane in giallo)
Delo
Danimarca
Endelig fik belgieren en etapesejr i år (Alla fine, quest’anno il belga ha ottenuto una vittoria di tappa)
Politiken
Regno Unito
Philipsen ends Tour de France drought with stage victory (Philipsen pone fine alla siccità del Tour de France con la vittoria di tappa)
The Daily Telegraph
Francia
La bonne pour Philipsen (Quello giusto per Philipsen)
L’Équipe
Spagna
Philipsen remata el sopor (Philipsen pone fine alla sonnolenza)
AS
Belgio
Vijfde keer, goeie keer: Jasper Philipsen pakt eindelijk eerste ritzege in de Tour (Quinta volta fortunata: Jasper Philipsen conquista finalmente la sua prima vittoria di tappa al Tour)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Philipsen pakt ritzege in Tour na perfecte lead-out Van der Poel (Philipsen conquista la vittoria di tappa al Tour dopo il perfetto vantaggio di Van der Poel)
De Telegraaf
Germania
Knapp vorbei: Ackermann bei Sieg von Philipsen Dritter (Poco oltre: Ackermann terzo nella vittoria di Philipsen)
Kicker
Stati Uniti
Philipsen finally triumphs in sprint finish on Stage 10 of Tour de France (Philipsen trionfa finalmente in volata nella decima tappa del Tour de France)
The Washington Post
Colombia
Philipsen ganó la etapa 10 de Tour de Francia: Gaviria fue quinto (Philipsen ha vinto la decima tappa del Tour de France: Gaviria è quinto)
El Espectador
Ecuador
Belga Jasper Philipsen conquistó la 10.ª etapa del Tour de Francia, y Richard Carapaz se ubicó en el puesto 153 (Il belga Jasper Philipsen ha conquistato la 10a tappa del Tour de France e Richard Carapaz si è piazzato 153esimo)
El Universo
Australia
Philipsen triumphs at last after Tour sprint finish (Philipsen trionfa finalmente dopo l’arrivo in volata del Tour)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della decima tappa, Orléans – Saint-Amand-Montrond
1° Ben Turner
2° Jan Hirt a 53″
3° Sean Quinn s.t.
4° Davide Ballerini a 1′08″
5° Jan Tratnik s.t.
Classifica generale
1° Fabio Jakobsen
2° Bram Welten a 1′01″
3° Davide Ballerini a 13′21″
4° Nils Eekhoff a 13′50″
5° Gerben Thijssen a 14′53″
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Cassani: “Ha fatto la volata sulle manopole”
Rizzato: “I nostri punti forzi”
Pancani: “Andiamo a vedere cosa ci aspetta domani sulle tappe del Tour”
Borgato e Televideo RAI: “Le Lorian” (Le Lioran)
Televideo RAI: “Bianiam Girmay” (Biniam)
Sport Mediaset: “Gran Boucle” (Grande Boucle)
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1948
La partenza del Tour da Firenze ci riporta con la memoria al Tour del 1948, l’ultimo dei due vinti dal fiorentino Gino Bartali, conquistato nei drammatici giorni dell’attentato al leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. Riviviamo quei giorni attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
12 LUGLIO 1948 – 11a TAPPA: MARSIGLIA – SANREMO (245 Km)
IL TOUR È GIUNTO A SANREMO
Lunga passeggiata turistica, poi vittoriosa fuga finale dell’italiano Sciardis – La tappa odierna con meta a Cannes è fra le più dure – Bobet all’ospedale per iniezioni di penicillina – Si cerca nella carovana il bandito “Pierrot le fou”

La funivia che da Le Lioran conduce al Plomb du Cantal e l’altimetria dell’undicesima tappa (blog.ekosport.fr)
NIAMH FISHER-BLACK PRIMA A TOANO, LONGO BORGHINI ANCORA IN ROSA
Il primo arrivo in salita del Giro d’Italia Women 2024 ha visto il successo della neozelandese Niamh Fisher-Black; seconda con leggero distacco la compagna di squadra Lotte Kopecky davanti a Juliette Labous e Elisa Longo Borghini, che conserva la maglia Rosa.
La terza tappa del Giro Women da Sabbioneta a Toano era il primo vero banco di prova per le aspiranti alla vittoria finale, che non si sono tirate indietro. Si è ridisegnate in parte la classifica generale, che vede sempre al comando Elisa Longo Borghini (Lidl-Trek) oggi quarta a sei secondi dalla vincitrice, la neozelandese Niamh Fisher-Black (Team SD Worx – Protime). Insieme alla campionessa italiana sono arrivate, precedendola sul traguardo, Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) e Juliette Labous (Team DSM-Firmenich PostNL).
Con la vittoria di oggi la Fisher-Black porta per la prima volta nella storia del Giro la bandiera neozelandese alla vittoria. Non era mai successo fino a oggi che un’atleta del paese australe si imponesse in una tappa e lo ha fatto rispondendo all’attacco di Mavi Garcia (Liv AlUla Jayco) ai meno 2, per poi lasciare la compagna di strada nel tratto più duro andando a centrare il successo. Il secondo posto della campionessa del mondo Lotte Kopecky, nuova maglia rossa della classifica a punti, sancisce il successo odierno del Team SD Worx – Protime.
La nuova classifica generale vede sempre, come già detto, al comando la Longo Borghini sulla Kopecky (a 13″) e sulla Labous (a 25″) risalite rispettivamente al secondo e terzo posto scavando un piccolo solco sulla maglia bianca Antonia Niedermayer (Canyon//SRAM Racing, a 59″) e sulla vincitrice di giornata e nuova maglia azzurra dei GPM Fisher-Black (a 1′00″). Seguono la Garcia a 1’26”), Katrine Aalerud (Uno-X Mobility) e Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck) a 1′27″, Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – SUEZ) a 1′30″ e Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) a 1′31″.
Al termine della prova la Fisher-Black si è così espressa: “Questo successo è la ciliegina sulla torta dopo un anno non facilissimo. Mi sentivo bene nelle settimane precedenti al Giro e il risultato di oggi è il frutto di ciò che ho seminato in allenamento. Il risultato del team è eccellente e ci dà grande morale. E’ la più bella vittoria della mia carriera! Sono arrivata al Giro in buona forma ma sicuramente un risultato del genere dà una svolta positiva anche per il morale. Nel finale io e Lotte abbiamo studiato le avversarie e abbiamo deciso che toccava a me anticipare. Ho colto l’attimo giusto ed è andata bene. La Maglia Azzurra è un bel traguardo ma non è il mio obiettivo principale. Mi piace puntare in alto”.
Lotte Kopecky ha aggiunto: “Il secondo posto di oggi è molto più dolce rispetto a quello di ieri. Sono contentissima per Niamh, perchè da sempre la incito a credere in sè stessa e sono convinta che questo successo la proietterà in un’altra dimensione. Per quanto mi riguarda, continuerò a cercare la vittoria di tappa, ci sono tante occasioni da qui a L’Aquila”.
La maglia rosa Elisa Longo Borghini ha, invece, così commentato la sua gara: “La tappa è andata come me l’aspettavo. Non era una salita da distacchi folli ma il caldo l’ha resa molto dura. Avevo timore di questa frazione perchè nelle corse a tappe soffro sempre il terzo giorno ma oggi è andato tutto liscio. Lotte Kopecky sta andando forte su ogni terreno ma sia io che Gaia Realini stiamo molto bene e restiamo fiduciose”.
Domani la quarta tappa potrebbe influire nuovamente sulla classifica. La Imola-Urbino di 134 Km presenta una seconda parte appenninica con tre ascese, la prima a San Marino, concentrate negli ultimi 50 km. L’ultimissimo tratto si disputerà nel centro storico di Urbino con strade in pavè e pendenze che raggiungono il 14%.
Mario Prato

Niamh FIsher-Black vince a Toano (Getty Images)