MARIANNE VOS CONQUISTA IL SUCCESSO A OVADA

luglio 4, 2021 by Redazione  
Filed under News

Marianne Vos (Team Jumbo-Visma Women) ha vinto la terza tappa del Giro Rosa in volata su Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women) e Liane Lippert (Team DSM) al termine di un attacco durato 50 chilometri. Anna Van der Breggen (SD Worx) difende il primato nella classifica generale.

La terza tappa del Giro Rosa presentava una frazione di 138 chilometri da Casale Monferrato a Ovada con un percorso mosso che poteva favorire diverse possibili soluzioni.
Come nella giornata di ieri non c’era nessuna vera fuga nelle fasi iniziali anche a causa della pioggia, sul primo GPM di Morsasco, a 60 chilometri dall’arrivo, si muoveva Brodie Chapman (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope), scollinando per prima sulla salita e venendo raggiunta poco dopo da Elise Chabbey (Canyon SRAM Racing), Sabrina Stultiens (Liv Racing), Grace Brown (Team BikeExchange), Liane Lippert (Team DSM), e Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women). Il gruppo riusciva a chiudere su di loro, mentre in un tratto di discesa Brand e Lippert attaccavano nuovamente, venendo raggiunte da Chabbey e Marianne Vos (Team Jumbo-Visma Women). Anche Mikayla Harvey (Canyon SRAM Racing) riusciva momentaneamente a stare con loro, ma lungo le dure pendenze della salita di Ovada doveva cedere contatto. Con 47 chilometri dalla conclusione scollinando questo quartetto di atlete poteva contare su una trentina di secondi su un gruppo forte ancora di 25 unità. Questa fuga tardiva continuava a incrementare il loro vantaggio fino a un vantaggio massimo di quattro minuti su un gruppo che andava a ricomporsi. Vos era chiaramente la favorita in volata, nonostante ciò nessuna avversaria provava nel finale ad anticipare lo sprint, probabilmente a causa del vento contrario. Arrivava quindi questo gruppetto a giocarsi la vittoria con Chabbey a prendere il finale in testa, sapendo di poter rientrare in classifica generale, Brand lanciava lo sprint a 250 metri dalla conclusione con Vos abile a prenderle immediatamente la scia andando a dominare la volata con due biciclette di vantaggio su Brand che riusciva a precedere Lippert. Il gruppo arrivava al traguardo con un ritardo di 3’18” che permetteva a Chabbey di risalire al quarto posto generale a 2’36” da Van der Breggen che difende senza patemi la maglia rosa. Per Marianne Vos è il 29esimo successo sulle strade d’Italia ottenute in 10 edizioni differenti.

Carlo Toniatti.

Ennesima vittoria delleterna campionessa Marianne Vos (Getty Images Sport)

Ennesima vittoria dell'eterna campionessa Marianne Vos (Getty Images Sport)

04-07-2021

luglio 4, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

L’australiano Ben O’Connor (AG2R Citroën Team) si è imposto nella nona tappa, Cluses – Tignes, percorrendo 144.9 Km in 4h26′43″, alla media di 32.596 Km/h. Ha preceduto di 5′07″ l’italiano Mattia Cattaneo (Deceuninck – Quick Step) e di 5′34″ l’italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious). Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) è ancora maglia gialla con 2′01″ su O’Connor e 5′18″ sul colombiano Rigoberto Urán Urán (EF Education – Nippo). Miglior italiano Cattaneo, 12° a 11′38″

GIRO D’ITALIA FEMMINILE INTERNAZIONALE

L’olandese Marianne Vos (Team Jumbo-Visma Women) si è imposta nella terza tappa, Casale Monferrato – Ovada, percorrendo 135 Km in 3h40′24″, alla media di 36.751 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women) e la tedesca Liane Lippert (Team DSM). Migliore italiana Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana), 8° a 3′18″. L’olandese Anna Van der Breggen (SD Worx) è ancora in maglia rosa con 1′21″ sulla sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (SD Worx) e 1′57″ sulla connazionale Demi Vollering (SD Worx). Migliore italiana Erica Magnaldi (Ceratizit-WNT Pro Cycling), 7° a 3′50″

SIBIU CYCLING TOUR (Romania)

L’italiano Giovanni Aleotti (Bora-Hansgrohe) si è imposto nella prima tappa, Sibiu – Păltiniș, percorrendo 177.9 Km in 4h25′15″, alla media di 40.241 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Fabio Aru (Team Qhubeka NextHash) e di 2″ il russo Sergei Chernetski (Gazprom – RusVelo). Aleotti è il nuovo leader della classifica con 17″ su Aru e 20″ sul ceco Michal Schlegel (Elkov – Kasper)

TOUR OF BULGARIA

Il tedesco Michel Aschenbrenner (P&S Metalltechnik) si è imposto nella quarta tappa, Sliven – Burgas, percorrendo 108 Km in 2h29′02″, alla media di 50.219 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Jakub Murias
(Voster ATS Team) e l’italiano Andrea Biancalani (Gragnano Sporting Club Caselli). Il tedesco Immanuel Stark (P&S Metalltechnik) è ancora leder della classifica con 34″ sul connazionale Georg Steinhauser (Tirol KTM Cycling Team) e 49″ sullo spagnolo Óscar Pelegrí Ferrandis (Electro Hiper Europa). Miglior italiano Alessandro Monaco (Bardiani-CSF-Faizanè), 15° a 1′14″

KAHRAMANMARAŞ GRAND PRIX ROAD RACE

Il panamense Christofer Robín Jurado López (Panama es Cultura y Valores) si è imposto nella corsa turca, circuito di Kahramanmaraş, percorrendo 124.5 Km in 3h00′08″, alla media di 41.469 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Metkel Eyob (Terengganu Cycling Team) e l’ucraino Mykhaylo Kononenko (Salcano Sakarya BB Team). Nessun italiano in gara

KAHRAMANMARAŞ GRAND PRIX ROAD RACE DONNE

La russa Anastasiia Chursina (Alé BTC Ljubljana) si è imposta nella corsa turca, circuito di Kahramanmaraş, percorrendo 93.9 Km in 2h27′55″, alla media di 38.089 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’ucraina Olena Sharga
(Lviv Cycling Team Women) e di 1′46″ l’ucraina Olga Shekel (Dubai Police Cycling Team). Nessuna italiana in gara

GIRO DEL MEDIO BRENTA

Il colombiano Didier Norberto Merchan (Colombia Tierra de Atletas-GW Bicicletas) si è imposto nella corsa italiana, Villa del Conte – Gallio, percorrendo 171.6 Km in 4h04′02″, alla media di 42.191 Km/h. Ha preceduto di 45″ l’eritreo Henok Mulubrhan (Team Qhubeka) e di 58″ l’italiano Simone Raccani (Zalf Euromobil Fior)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CLUSES – TIGNES

luglio 4, 2021 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

La seconda delle tre tappe alpine ripropone l’arrivo a Tignes, dove si sarebbe dovuto arrivare anche nel 2019 quando una frana interruppe la corsa nella discesa dell’Iseran. Stavolta si arriverà dalla direzione opposta rispetto a due anni fa, scalando in precedenza il Col du Prè e il Cormet de Roselend

La seconda tappa di montagna del Tour 2021 ha caratteristiche differenti rispetto a quella di Le Grand-Bornand (ieri l’arrivo era in discesa, oggi sarà in salita) ma ha un comun denominatore con la frazione appena vissuta dal gruppo, quello della presenza di due salite consecutive prese dal recente passato e dalla tradizione del Tour. Ventiquattrore fa si erano affrontati uno di fila all’altro il poco noto Col de Romme e il più conosciuto Col de la Colombière, oggi il gruppo dovrà arrampicarsi prima verso il Col du Prè – i cui 12.6 Km al 7.7% vantano uno solo precedente al Tour (anno 2018) – e successivamente punteranno ai quasi 2000 metri del Cormet de Roselend (5.7 Km al 6.5%), che di passaggi del Tour ne ha visti di più, 13 per la precisione. Di certo anche questa accoppiata potrebbe lasciare il segno, anche perché la strada del Col du Prè è piuttosto stretta e innescherà inevitabile selezione naturale, ma con tutta probabilità non dovremmo vedere qui grandi attacchi al vertice perché stavolta l’arrivo non sarà in fondo alla discesa dal secondo colle. Terminata quest’ultima, infatti, mancheranno ancora più di trenta chilometri al traguardo, che debutteranno con un lungo tratto di falsopiano nel quale, se davanti non staranno andando a tutta, chi si sarà staccato sui due colli precedenti senza accumulare un ritardo pesante potrebbe agevolmente rientrare. È ai meno 23 Km da Tignes che la strada tornerà a salire e si manterrà costante in questo assetto fin quasi al traguardo, incontrando 20.7 Km complessivi d’ascesa al 5.6%, con le pendenze più interessanti – pur non essendo particolarmente cattive – nei primi 6 Km e negli ultimi 7.7 Km. Da segnalare che questo non sarà un vero e proprio arrivo in salita perché dopo il GPM della Montée de Tignes bisognerà percorrere 2 Km pianeggianti per andare al traguardo, mentre la salita più ripida di giornata sarà affrontata ad inizio tappa, una ventina di chilometri dalla partenza da Cluses: è la Côte de Domancy (2.5 Km al 9.7%), l’ascesa che fu ripetuta venti volte nel durissimo circuito dei mondiali di Sallanches del 1980, vinti da Bernard Hinault e che furono conclusi da soli 15 corridori (su 107 partenti).

Il lago di Tignes e l’altimetria della nona tappa (m.savoie-mont-blanc.com)

Il lago di Tignes e l’altimetria della nona tappa (m.savoie-mont-blanc.com)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Rinomata stazione di sport invernali cara all’ex sciatore francese Jean-Claude Killy, che dal 1992 al 2001 è stato anche presidente di ASO (il gruppo organizzatore del Tour), Tignes aveva un conto aperto con la corsa francese dopo che la tappa che vi sarebbe dovuta terminare il 26 luglio del 2019 fu interrotta ai 2770 metri del Col de l’Iseran, dopo che un’improvvisa frana di fango aveva travolto la strada che il gruppo avrebbe pochi minuti dopo percorrere in discesa. Nell’immediatezza degli eventi la giuria decise di non assegnare la vittoria di tappa al corridore che era transitato in testa all’Iseran, Egan Bernal, ma di considerare validi per la classifica i distacchi che il colombiano aveva impresso nel tratto finale dell’Iseran, grazie ai quali strappò per 45” la maglia gialla al francese Julian Alaphilippe. L’organizzazione, invece, promise al “maire” di Tignes che la corsa sarebbe tornata gratuitamente nel centro della Savoia ma il disegno dell’edizione 2020 era già fatto e così sarà la nona tappa del Tour del 2021 a fare da “pendant” con quella qui terminata nel 2007. Quel giorno si disputava l’ottava frazione che, come quella odierna, presentava l’ascesa al Cormet de Roselend (completa, senza il Col du Prè) e quella conclusiva, in mezzo alle quali era stata inserita la Montée d’Hauteville, tratto iniziale del versante francese del Piccolo San Bernardo. Fu una tappa che avrebbe potuto essere decisiva perché a Tignes s’impose il danese Michael Rasmussen, che prese la maglia gialla con un importante vantaggio sugli avversari, mantenuto anche dopo le frazioni pirenaiche, dove si era imposto sul Col d’Aubisque. Lo stesso giorno di quest’ultima tappa sarà, però, licenziato con effetto immediato dalla sua squadra dopo che si era scoperta una sua “bugia” sul luogo dove tempo prima aveva effettuato un allenamento, saltando così l’appuntamento con un controllo antidoping a sorpresa. In quel momento era in testa alla classifica con 3’10” su Alberto Contador e senza quell’inciampo difficilmente gli sarebbe stata levata la maglia gialla dopo la crono prevista qualche giorno più tardi ad Angoulême, alla vigilia della passerella finale parigina. Quella prova contro il tempo, invece, rischiò per davvero di cambiare il volto alla maglia gialla perché a imporsi fu lo statunitense Levi Leipheimer, che fece meglio di 51” dell’australiano Cadel Evans mentre Contador fu soltanto 5° a 2’18”: lo spagnolo riuscì a salvare la sua leadership per il rotto della cuffia, imponendosi nella 94a edizione del Tour con soli 23” di vantaggio su Evans, mentre terzo a 31” si collocherà Leipheimer, piazzamento che nel 2012 gli sarà tolto dopo aver ammesso di aver fatto uso di prodotti dopanti.

METEO TOUR

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Cluses: previsioni non disponibili
Praz-sur-Arly (traguardo volante – Km 32.7) : temporale con pioggia consistente (1.5 mm), 15.1°C (percepiti 16°C), vento debole da WSW (10 km/h), umidità al 91%
Bourg-Saint-Maurice (112.2 Km): pioggia consistente (1.5 mm), 17.3°C, vento moderato da WSW (10-13 km/h), umidità al 92%
Tignes: pioggia consistente (0.9 mm), 9.3°C, vento moderato da W (12-16 km/h), umidità al 91%

GLI ORARI DEL TOUR

12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.00: partenza da Cluses
13.10: partenza ufficiale
13.40-13.45: scollinamento Côte de Domancy
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 32 Km dalla partenza)
14.05-14.10: traguardo volante di Praz-sur-Arly
14.40-14.55: scollinamento Col des Saisies
15.00-15.20: inizio salita Col du Pré
15.30-15.55: scollinamento Col du Pré
16.00-16.20: scollinamento Cormet de Roselend
16.35-17.10: inizio salita Montée de Tignes
17.25-18.05: scollinamento Montée de Tignes
17.30-18.10: arrivo a Tignes

TOURALCONTRARIO

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, Oyonnaz – Le Grand-Bornand

1° Arnaud Démare
2° Neilson Powless a 33″
3° Primož Roglič s.t.
4° Geraint Thomas s.t.
5° Jérémy Cabot s.t.

Miglior italiano: Jacopo Guarnieri, 36° a 33″

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Daniel McLay a 54″
3° Clément Russo a 1′46″
4° Marc Hirschi a 3′32″
5° Mads Pedersen a 5′33″

Miglior italiano: Jacopo Guarnieri, 15° a 12′55″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

De Luca: “Non ha neanche bisogno di riverirsi” (rivestirsi)
Conti: “Ha intascato i punti per l’abbuono per la maglia verde”
De Luca: “Rolf Sorensen ha militato tra i professionisti dal 1991 al 2002″ (è passato nel 1986)
De Luca: “Bahrain Vittorio” (Bahrain Victorious)
Garzelli: “Gli altri corridori che sono lontano”
Garzelli: “Salita molto liunga”
De Luca: “Jim Morrison è sepolto nel cimitero di un paese vicino a Parigi” (è sepolto del cimitero di Père-Lachaise, che si trova a Parigi)
De Luca: “Era partito il posteriore”
Garzelli: “A Vingegaard gli parte il posteriore”
De Luca: “Le Grand-Bornard” (Le Grand-Bornand)
Garzelli: “Colbrelli sta riportando le maglie dei suoi compagni di squadra” (gareggiavano nudi?)
De Luca: “Sono nelle nebbie dei monti dello Jura” (erano sul Col de Romme, che non si trova sullo Jura ma sulle Alpi)
De Luca: “Uran prova a riprendere le code del gruppo”
De Luca: “Si è aperto il gas”
Garzelli: “Pogacar sta aprendo secondi e minuti”
De Luca: “Castroviejo ha finito il suo lavoro, un po’ di sollievo per Carapaz” (a dire il vero, Carapaz avrebbe preferito averlo al suo fianco ancora per un po’)
De Luca: “Carapaz in difesa di Pogacar” (ma se sono avversari!!!)
Garzelli: “Gran Premio di Montagno”
De Luca: “Pogacar mise il sigillo finale sulla prova della Tirreno-Adriatico”
Garzelli: “Ha un’altra ritmo”
De Luca: “Siamo al limite della difesa della maglia gialla per il campione nazionale belga” (Wout Van Aert non indossava la maglia gialla, vestita da Mathieu Van der Poel)
Garzelli: “La testa della corsa è di Dylan Teuns”
Genovesi: “Lo vedevano a passare a Pogacar”
Garzelli: “Poracar”
Garzelli: “Pogacear”
Garzelli: “Pagacar” (stanotte Pogacar avrà delle crisi d’identità)
Televideo: “Pogacar si stacca sul Col de Romme” (esattamente il contrario)
Televideo: “Le Bornand” (Le Grand-Bornand)
Televideo: “Izaguirre” (Izagirre)
Televideo: “Guillamen Martin” (Guillaume Martin)
Televideo: “Guillame Martin” (mai uno volta che lo scrivessero giusto)
Televideo: “Peio Bilbao” (Pello, Peio è la pronuncia)

DISCOTOUR

Singin’ in the Rain (Arthur Freed, Nacio Herb Brown)

TAPPA A TEUNS, IMPRESA DI POGACAR, MA LO SLOVENO SEMBRA NON AVERE AVVERSARI

luglio 3, 2021 by Redazione  
Filed under News

Pogacar parte sul Col de la Romme a oltre 30 km dall’arrivo e polverizza la concorrenza. Carapaz resta a lungo allo scoperto ma, come ieri, viene ripreso nel finale. Ora Pogacar non sembra avere concorrenti credibili per la vittoria finale, ma ovviamente le giornate no possono capitare a chiunque. Teuns con un’ottima strategia vince la tappa, rischiando molto nell’ultima discesa.

Sino ad ora gli appassionati hanno vissuto un grandissimo Tour de France, con moltissime emozioni, oggi il rischio è, per quanto riguarda la vittoria finale, di rivedere dei Tour come quelli vinti da Indurain, in cui la maglia gialla era in cassaforte e la lotta era solo per il podio.
La speranza è che la relativa vulnerabilità della squadra di Pogacar, che sembra avere solo Formolo come gregario credibile, possa infondere fiducia negli avversari che potrebbero provare attacchi pensati in funzione della lotta per il podio che però potrebbero trasformarsi in pericoli qualora Pogacar vada incontro ad una giornata no che nelle tre settimane può sempre capitare.
In effetti, gli uomini di classifica alle spalle di Pogacar e Van Aert, che probabilmente rientrerà nei ranghi, sono tutti lì separati da qualche secondo, dal terzo Lutsenko, al nono Gaudu c’è meno di un minuto e mezzo, nonostante tutto quel che è successo in questa prima settimana, con i primi distacchi nelle tappe bretoni, la cronometro, la tappa di ieri ed infine la prima tappa alpina oggi che, sulla carta, non era durissima, ma che, tra il tempo e l’attacco di Pogacar, si è rivelata davvero terribile.
L’attacco da lontano ha funzionato, era difficile pensare che già all’ottava tappa qualcuno avrebbe provato l’azione da grosso distacco, ma evidentemente Pogacar non ha avuto bisogno di aspettare la terza settimana, quando le energie cominciano ad esser al lumicino, per fare la differenza. Questo potrebbe far nascere in qualcuno l’interrogativo sulla possibilità di sostenere questa condizione di forma sulle tre settimane, ma la nuova maglia già ha già dimostrato l’anno scorso di avere una ottima tenuta ed anzi di riuscire a crescere nel corso delle tre settimane. In ogni caso, una corsa come il Tour de France nasconde sempre insidie ed un corridore giovane come Tadej Pogacar potrebbe comunque commettere qualche errore di inesperienza.
Oggi però si è comportato da corridore navigato, ha sfruttato alla perfezione il lavoro di Formolo, unico uomo davvero in grado di dargli una mano ed ha affondato un colpo spietato, riuscendo a staccare in breve Carapaz e poi a continuare a guadagnare inesorabilmente. Alla fine, si è presentato sul traguardo tre minuti e venti secondi prima del gruppo uomini di classifica nel quale mancavano Alaphilippe, Thomas e Roglic definitivamente saltati.
Peccato per Richard Carapaz che, ancora una volta, ha percorso coraggiosamente molti chilometri allo scoperto per essere raggiunto proprio nel finale. Sarebbe un peccato se tutti questi sforzi che non hanno portato a nulla dovessero addirittura presentare il conto.
La prima fase di gara è stata estremamente confusa, con continui tentativi di attacco che hanno spezzato il gruppo più volte e la fuga che faticava a formarsi. A causa dei continui attacchi e contrattacchi, è impossibile fare una cronaca completa di ciò che è accaduto, il succo della questione è però che, ad esito della grande bagarre creatasi con gruppi che si formavano e si dissolvevano in breve, ci si è ritrovati con Thomas nel gruppo dei velocisti in grave ritardo, Roglic da solo a metà strada tra il gruppo maglia gialla e il gruppo di Thomas e alcuni uomini davanti che, con molta fatica, sono riusciti ad ottenere il via libera dal gruppo maglia gialla ridotto a poco più di cinquanta unità. Prima che si formasse il gruppo di contrattaccanti, però, era andato via in solitaria Wout Poels. Gli inseguitori rispondevano invece ai nomi di Sepp Kuss (TJV), Jonathan Castroviejo (IGD), Michael Woods (ISN), Kenny Elissonde (TFS), Mattia Cattaneo (DQT), Alejandro Valverde (MOV), Bruno Armirail (GFC), Guillaume Martin (COF), Aurélien Paret-Peintre (ACT), Nairo Quintana (ARK), Søren Kragh Andersen (DSM), Tiesj Benoot (DSM), Dylan Teuns (TBV), Christopher Juul-Jensen (BEX), Simon Yates (BEX), Ion Izaguirre (APT) e Sergio Henao (TQA).
Ai piedi del terzo GPM, Poels viene raggiunto e Valverde si rialza.
Dopo il GPM, Benoot e Kragh Andersen provano ad andarsene, con il primo che sembra faticare molto a tenere la ruota del compagno di squadra finché non si stacca definitivamente. Da dietro, è Woods ad uscire al gruppo dei contrattaccanti, che nel frattempo si sfalda col passare dei chilometri, ed a portarsi in testa alla corsa da solo.
Sulla penultima salita, nel gruppo dei migliori di cui ormai non fa più parte la maglia gialla, parte Pogacar al termine del lavoro di un grande Davide Formolo, Carapaz prova a rispondere ma è costretto a mollare.
Il vincitore del Tour dello scorso anno parte per una marcia trionfale, simile a quella andata in scena nella tappe di Castelfidardo alla ultima Tirreno Adriatico, chilometro dopo chilometro il divario cresce ed alla fine i distacchi saranno abissali, Nel gruppo degli uomini di classifica, tirato da Fraile, perde contatto Alaphilippe in grave crisi, mentre Carapaz nel suo inseguimento trova Castroviejo per strada, ma non riesce a scavare un solco significativo. Van Aert rimane staccato al gruppo uomini di classifica ma riesce, procedendo da solo, a limitare i danni ed a conservare la seconda posizione in generale.
Tadej Pogacar pian piano riprende uno ad uno tutti gli uomini in fuga ed allo scollinamento della Colombiere è a 20 secondi dal battistrada Dylan Teuns che, con un ritmo regolare, aveva ripreso e staccato Woods.
Nella discesa, Pogacar sceglie di non rischiare e viene raggiunto da Izagirre che aveva ripreso Woods. Lo spagnolo è un ottimo discesista, ma Teuns si prende più di qualche rischio e incrementa il vantaggio nei 14 chilometri che separano la cima della Colombiere da Le Grand Bornand.
Carapaz prova a resistere, ma nel finale viene riassorbito dal gruppo uomini di classifica nel quale Lutsenko è stato molto attivo. I distacchi sono abissali, gli uomini di classifica hanno accusato un ritardo di 3 minuti e 20 secondi da Pogacar, mentre Alaphilippe accusa 18 minuti dal vincitore, Roglic e Thomas, arrivati con i velocisti, 34 minuti.
E domani che si fa? Con una maglia gialla in queste condizioni è impensabile provare un attacco, però, visti i risicati distacchi, per il podio potrebbe esserci comunque bagarre. Pogacar potrebbe limitarsi a contenere un po’ come faceva Indurain, ma bisognerà vedere come risponderà la squadra perché, se i suoi scudieri dovessero saltare, il leader sarebbe costretto, se non a rispondere colpo su colpo almeno a lavorare in prima persona per tenere le distanze di sicurezza, cosa che potrebbe presentare il conto se dovesse ripetersi in ogni tappa di montagna.
La frazione non è durissima, ma presenta il Col du Pre che è un HC ed ha pendenze molto severe. Dopo, tra il Cormet de Roselend ed il tratto di recupero prima di attaccare l’ultima salita, c’è molto spazio per rimediare ad eventuali danni. L’ultima salita è molto lunga e, nella prima parte, si sta molto bene a ruota. L’arrivo è lo stesso saltato nel 2019 per la grandinata sulla discesa dell’Iseran, ma stavolta si arriva dalla parte opposta. La seconda parte della salita presenta pendenze più severe e sarà verosimilmente lì che ci saranno gli attacchi, anche perché, si ripete, tentare un attacco da lontano per mettere in crisi la maglia gialla sembra difficile, piuttosto un ritmo elevato sul Col du Pre potrebbe far saltare qualche altro uomo di classifica che magari oggi è riuscito a nascondersi ed a salvarsi.

Benedetto Ciccarone

Pogacar sferra lattacco sul Col de Romme e si volta a guardare Carapaz: non lo vedrà più fino al traguardo (Getty Images Sport)

Pogacar sferra l'attacco sul Col de Romme e si volta a guardare Carapaz: non lo vedrà più fino al traguardo (Getty Images Sport)

03-07-2021

luglio 3, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il belga Dylan Teuns (Bahrain – Victorious) si è imposto nell’ottava tappa, Oyonnax – Le Grand-Bornand, percorrendo 150.8 Km in 3h54′41″, alla media di 38.554 Km/h. Ha preceduto di 44″ lo spagnolo Ion Izagirre Insausti (Astana – Premier Tech) e di 47″ il canadese Michael Woods (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Deceuninck – Quick Step), 9° a 4′07″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) è la nuova maglia gialla con 1′48″ sul belga Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) e 4′38″ sul kazako Alexey Lutsenko (Astana – Premier Tech). Miglior italiano Cattaneo, 19° a 12′39″

GIRO D’ITALIA FEMMINILE INTERNAZIONALE

L’olandese Anna Van der Breggen (SD Worx) si è imposta nella seconda tappa, Boves – Prato Nevoso, percorrendo 100.1 Km in 2h58′31″, alla media di 33.644 Km/h. Ha preceduto di 1′22″ la sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (SD Worx) e di 1′51″ la connazionale Demi Vollering (SD Worx). Migliore italiana Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope), 4° a 1′53″. La Van der Breggen è la nuova maglia rosa con 1′26″ sulla Moolman-Pasio e 1′57″ sulla Vollering. Migliore italiana Erica Magnaldi (Ceratizit-WNT Pro Cycling), 6° a 3′50″

SIBIU CYCLING TOUR (Romania)

Il tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Sibiu, percorrendo 2.5 Km in 3′18″, alla media di 45.454 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’estone Martin Laas (Bora-Hansgrohe) e l’italiano Riccardo Stacchiotti (Vini Zabú). Ackermann è il primo leader della classifica con 3″ su Laas e Stacchiotti

TOUR OF BULGARIA

L’estone Mihkel Räim (HRE Mazowsze Serce Polski) si è imposto nella terza tappa, Troyan – Sliven, percorrendo 180 Km in 4h34′58″, alla media di 39.277 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giovanni Lonardi (Bardiani CSF Faizanè) e lo spagnolo Óscar Pelegrí Ferrandis (Electro Hiper Europa). Il tedesco Immanuel Stark (P&S Metalltechnik) è ancora leder della classifica con 34″ sul connazionale Georg Steinhauser (Tirol KTM Cycling Team) e 49″ su Pelegrí Ferrandis. Miglior italiano Alessandro Monaco (Bardiani-CSF-Faizanè), 15° a 1′14″

GERMENICA GRAND PRIX ROAD RACE

Il panamense Christofer Robín Jurado López (Panama es Cultura y Valores) si è imposto nella corsa turca, circuito di Kahramanmaraş, percorrendo 153.8 Km in 3h45′36″, alla media di 40.904 Km/h. Ha preceduto allo sprint il mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Cycling Team) e di 4″ il bielorusso Yauhen Sobal
(Minsk Cycling Club). Nessun italiano in gara

GERMENICA GRAND PRIX ROAD RACE DONNE

L’uzbeka Olga Zabelinskaya (Cogeas – Mettler Pro Cycling Team) si è imposta nella corsa turca, circuito di Kahramanmaraş, percorrendo 107.1 Km in 2h49′47″, alla media di 37.848 Km/h. Ha preceduto di 7′43″ la russa Tamara Dronova-Balabolina (Cogeas – Mettler Pro Cycling Team) e di 7′45″ l’ucraina Olga Shekel (Dubai Police Cycling Team). Nessuna italiana in gara

A PRATO NEVOSO VAN DER BREGGEN RIPRENDE COME HA TERMINATO NEL 2020

luglio 3, 2021 by Redazione  
Filed under News

Anna Van der Breggen (Trek-Segafredo) ha vinto la seconda tappa del Giro Rosa grazie a una performance dominante che le permette di prendere la maglia rosa con un vantaggio superiore al minuto davanti a Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx) e a Demi Vollering (Team SD Worx) che hanno completato una tripletta storica per il team olandese. Buona prestazione di Marta Cavalli, quarta, battuta in volata da Vollering dopo una prestazione convincente.

La seconda tappa del Giro Rosa con partenza da Boves e arrivo a Prato Nevoso doveva già delineare la classifica generale con un impegnativo arrivo in salita. Nessuna fuga veniva formata finché sul Colle del Morte, piccola salita dopo 65 chilometri e distante soltanto 35 dall’arrivo, Elise Chabbey (Canyon-SRAM), Kathrin Hammes (Ceratizit-WNT), Sofia Bertizzolo (Liv Racing), e Coryn Rivera (Team DSM) attaccavano avvantaggiandosi sul gruppo, Queste atlete raggiungevano un vantaggio massimo di 43”, per venire poi riprese ai piedi della salita finale dal ritmo della maglia rosa Ruth Winder (Trek-Segafredo). A 10 chilometri dall’arrivo era la neozelandese Niamh Fisher-Black (Team SD Worx) ad attaccare seguita da Elisa Magnald (Ceratizit-WNT). Il duetto guadagnava quasi 20” prima che Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx) aumentasse il passo andando a riprenderle impostando un passo consistente in un gruppo di 15 atlete. Poco dopo Anna Van der Breggen (Team SD Worx) decideva che fosse il momento giusto per attaccare lasciando sul posto tutte le avversarie con un azione come solo lei sa fare negli ultimi anni. Il dominio del Team SD Worx era tale che fosse direttamente Moolman-Pasio a inseguirla in solitaria. Il gruppo inseguitore alle loro spalle era composto da Marta Cavalli ( FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope), Magnaldi, Mavi Garcia (Alé BTC Ljubljana), Amanda Spratt (Team BikeExchange), Demi Vollering (Team SD Worx) e Gaia Realini (Isolmant – Premac – Vittoria). Negli ultimi 4500 Vollering provava a completare la tripletta della sua squadra ottenendo la resistenza di Cavalli. Nel frattempo Van der Breggen continuava la sua impressionante cavalcata che la portava a conquistare tappa e maglia, l’ennesima per lei. Alle sue spalle arrivava a 1’22” Moolman-Pasio, mentre Vollering riusciva a completare la tripletta battendo in volata Cavalli, distanti ben 1’51” da Van der Breggen. Brutta giornata per Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) che ha perso 8’30” con Elizabeth Deignan al momento leader della squadra, anche lei comunque ha subito un ritardo di 3’29” nella giornata odierna.

Carlo Toniatti.

Tappa e maglia per Anna Van der Breggen! (Getty Images Sport)

Tappa e maglia per Anna Van der Breggen! (Getty Images Sport)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): OYONNAZ – LE GRAND-BORNAND

luglio 3, 2021 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Le Alpi debuttano con un trittico di salite di prima categoria che potrebbero rivelarsi più selettive del previsto, alla luce della dispendiosa tappa di ieri. Si comincia con il Mont-Sassonex, per passare quindi al Col de Romme e infine al Col de la Colombière, posizionato proprio a ridosso del traguardo

Il Tour sbarca sulle Alpi e lo fa con una delle tappe di montagna più interessanti di questa edizione, che proporrà nel finale una serie di tre salite di prima categoria, la prima inedita, la seconda scoperta dalla Grande Boucle in tempi recenti e l’ultima più tradizionale. Difficilmente assisteremo a qualche azione al vertice sui 5.7 Km all’8.3% del Mont-Sassonex, troppo distanti dal traguardo (quasi 50 Km), mentre è molto più probabile che i primi attacchi tra i big accadano sul Col de Romme, la salita più ripida di questa frazione (9 Km al 9%), finora affrontata due sole volte nella storia del Tour e che costituisce una variante al tratto iniziale del più tradizionale Col de la Colombière, inserito per la prima volta nel percorso nel 1960 e che vanta 22 passaggi della corsa francese. Da non confondere con il Grand Colombier, che si trova sul massiccio del Giura e che ha ospitato un arrivo di tappa lo scorso anno, sarà scalato immediatamente dopo il Romme percorrendone i 7500 metri conclusivi, che salgono fino a 1618 metri di quota a una pendenza media dell’8.5%. Superato l’ultimo ostacolo di giornata, in vetta al quale sarà posizionato anche il “Point Bonus” che elargirà secondi d’abbuono per la classifica generale, mancheranno poco meno di 15 Km al traguardo, prevalentemente da trascorrere in discesa. È lampante che questa sarà una delle tappe fondamentali sulla via per Parigi e sugli esiti di questa giornata potrebbero pesare l’enorme quantità d’energie profusa ieri nella tappa di Le Creusot. Tra l’altro subito dopo la partenza da Oyonnaz dovrà essere superata una salita di 5 Km al 6.6% non considerata valido come Gran Premio della Montagna, quella della Forêt d’Échallon, e anche questa ascesa da affrontare a freddo potrebbe lasciare il segno

Il Col de la Colombière e l’altimetria dell’ottava tappa (www.roadstodrive.com)

Il Col de la Colombière e l’altimetria dell’ottava tappa (www.roadstodrive.com)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Stazione di sport invernali dell’Alta Savoia fornita di 84 Km di piste dedicate allo sci alpino e di 70 Km d’itinerari pensati per gli amanti dello sci di fondo, Le Grand-Bornand si è fatta conoscere nel mondo del ciclismo nel 1995, quando per la prima volta il suo nome fu inserito nella cartografia del Tour, sede di partenza di una tappa diretta a La Plagne, vinta dall’elvetico Alex Zülle. L’esperienza fu ripetuta nel 1999 (tappa del Sestriere, vinta da Lance Armstrong), mentre per assistere al primo arrivo di tappa in questo centro bisognerà attendere il 2004, quando la linea d’arrivo di Le Grand-Bornand fu inaugurata ancora dall’americano, i cui successi come sappiamo furono in seguito revocati dall’UCI senza assegnazione al secondo classificato, che in quell’occasione fu il tedesco Andreas Klöden. Sarà un suo connazionale, Linus Gerdemann, a imporsi qua nel 2007, mentre due anni più tardi – nel giorno nel quale fu per la prima volta proposta l’accoppiata Romme- Colombière – la tappa terminò con una volata che vide protagonisti i primi tre corridori della classifica generale, vinta dal lussemburghese Frank Schleck (3°) davanti alla maglia gialla Alberto Contador e al fratello minore Andy (2°). Dopo la tappa del 2013, vinta dal portoghese Rui Costa, nel 2018 l’ultimo traguardo finora disputato a Le Grand-Bornand sarà ancora caratterizzato delle due impegnative ascese che si scaleranno quest’anno: a cogliere la vittoria sarà il francese Julian Alaphilippe, transitato in solitaria sulla linea d’arrivo con quasi un minuto e mezzo di vantaggio sullo spagnolo Ion Izagirre.

METEO TOUR

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Oyonnax : pioggia debole (0.1 mm), 22.6°C, vento debole da SSW (10-12 km/h), umidità al 63%
Frangy (traguardo volante – Km 44.8) : pioggia modesta (0.4 mm), 22.6°C, vento debole da SSW (7-10 km/h), umidità al 78%
Le Grand-Bornand : pioggia consistente (1.2 mm), 15.2°C (percepiti 16°C), vento debole da S (5-6 km/h), umidità al 95%

GLI ORARI DEL TOUR

13.05: inizio diretta su Eurosport1
13.10: partenza da Oyonnaz
13.15: partenza ufficiale
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 31 Km dalla partenza)
14.20-14.25: traguardo volante di Frangy
14.50-15.00: scollinamento Côte de Copponex
15.05-15.20: scollinamento Côte de Menthonnex-en-Bornes
15.55-16.20: scollinamento Côte de Mont-Saxonnex
16.05-16.25: inizio salita Col de Romme
16.25-16.55: scollinamento Col de Romme
16.30-16.55: inizio salita Col de la Colombière
16.50-17.15: scollinamento Col de la Colombière
17.05-17.30: arrivo a Le Grand-Bornand

TOURALCONTRARIO

Ordine d’arrivo della settima tappa, Vierzon – Le Creusot

1° Roger Kluge
2° Jérémy Cabot a 1′16″
3° Cees Bol s.t.
4° Stefan Bissegger s.t.
5° Marc Hirschi s.t.

Miglior italiano: Davide Formolo, 17° a 1′16″

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Daniel McLay s.t.
3° Clément Russo a 52″
4° Marc Hirschi a 2′38″
5° Ide Schelling a 3′51″

Miglior italiano: Jacopo Guarnieri, 16° a 12′01″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Garzelli: “Rui Costi” (Rui Costa)
De Luca: “Questo attacco si fa sentire anche nella tappa di domani”
Conti: “Un ragazzo di 37 anni prossimi”
Garzelli: “Metodi di allenamentio”
Garzelli: “Quest’anno siamo un po’ tornatogli ai soliti livelli”
De Luca: “Stuyvent” (Stuyven)
Garzelli: “Il maglia bianca Tadej Pogacar”
De Luca: “Tadej Pogar”
De Luca: “Ha perso il piede dal pedale”
Garzelli: “Corridori che sembrano brillanti, dovuto alla fatica”
De Luca: “Cortina aveva fatto difficoltà”
Garzelli: “Vediamo i corridori con tanti sali minerali sulle maglie”
De Luca: “Stanno arrivando il terzetto”
De Luca: “Non riesce a cucire il distacco”
De Luca: “Sente la fatica nei pedali”
De Luca: “Il gruppo maglia banca”
De Luca: “La mimica del fisico di Van der Poel”
De Luca: “Esce fuori dal terreno il dorsale 117″ (Zombie 2021 la vendetta?)
De Luca: “Vancenzo Nibali”
Garzelli: “In questa mattina, alla partenza”
Garzelli: “Grandi crisi, su tutta quella di Roglic”
De Luca: “Le Crosè” (Le Creusot)
Garzelli: “Il Team Inos” (INEOS)
Televideo: “Styven” (Stuyven)

DISCOTOUR

Bandiera bianca (Franco Battiato)

02-07-2021

luglio 2, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) si è imposto nella settima tappa, Vierzon – Le Creusot, percorrendo 249.1 Km in 5h28′20″, alla media di 45.521 Km/h. Ha preceduto di 1′20″ il belga Jasper Stuyven
(Trek – Segafredo) e di 1′40″ il danese Magnus Cort Nielsen (EF Education – Nippo). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo), 13° a 2′57″. L’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) è ancora maglia gialla con 30″ sul belga Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) e 1′49″ sul danese Kasper Asgreen (Deceuninck – Quick Step). Miglior italiano Nibali, 6° a 4′12″

GIRO D’ITALIA FEMMINILE INTERNAZIONALE

Il team statunitense Trek-Segafredo Women si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre Fossano – Cuneo, percorrendo 26.7 Km in 12′22″, alla media di 47.584 Km/h. Ha preceduto di 8″ il team olandese SD Worx e di 40″ il team italiano Alé BTC Ljubljana. La statunitense Ruth Winder (Trek-Segafredo Women) è la prima maglia rosa con lo stesso tempo dell’olandese Ellen van Dijk (Trek-Segafredo Women) e dell’italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women)

TOUR OF BULGARIA

Il tedesco Immanuel Stark (P&S Metalltechnik) si è imposto nella seconda tappa, Plovdiv – Troyan, percorrendo 113 Km in 2h53′44″, alla media di 39.025 Km/h. Ha preceduto di 32″ il connazionale Georg Steinhauser (Tirol KTM Cycling Team) e di 52″ il belga Timo Kielich (Alpecin-Fenix Development). Miglior italiano Alessandro Monaco (Bardiani-CSF-Faizanè), 10° a 52″. Stark è il nuovo leader della classifica con 34″ su Steinhauser e 52″ su Kielich. Miglior italiano Monaco, 15° a 1′14″

TAPPA PAZZA, SUCCEDE DI TUTTO. VITTORIA DI MOHORIC, CRISI DI ROGLIC

luglio 2, 2021 by Redazione  
Filed under News

Vanno in fuga in ventinove, con nomi importanti tra cui la maglia gialla, il vantaggio resta consistente sino all’arrivo. Alla fine, ci sono gruppetti ovunque. Ci ha provato anche Carapaz stoppato dalla Movistar. Crisi per Roglic che esce di classifica e viene abbandonato dalla squadra.

Nella ultime righe del pezzo di ieri, chi scrive aveva suggerito che tappe come quella di oggi potevano risultare per la classifica generale più pericolose di una tappa di montagna.
In effetti è proprio quello che è accaduto oggi, sono volati i minuti, con corridori rientrati in classifica ed altri usciti clamorosamente.
La qualità degli attaccanti e il finale nervoso hanno letteralmente spaccato la corsa, ma un elemento da non sottovalutare è il chilometraggio.
In un ciclismo in cui si tende sempre più a diminuire i chilometraggi delle tappe, in cui ci sono spinte sia da parte dei tecnici che da parte delle tv a fare tappe più corte per renderle televisivamente più appetibili al grande pubblico, la frazione di oggi ha dimostrato che le tappe lunghe sfiancano i corridori, e possono provocare crisi. Al traguardo erano tutti stravolti ed i minuti sono volati.
Oggi sono stati smentiti tutti colori che ritengono che, per avere tappe più spettacolari, si debbano ridurre i chilometraggi. Chi scrive ritiene al contrario che anche le tappe lunghe nelle quali non succede nulla rimangono nelle gambe e si fanno sentire nei giorni successivi e nella fatica che si accumula sulle tre settimane.
I trabocchetti della tappa hanno funzionato egregiamente proprio perché arrivati nel finale, quando i corridori avevano già 220 Km nelle gambe ed erano stanchi, le salite oggettivamente brevi, anche se a tratti esigenti per le pendenze, hanno fatto danni oltre ogni aspettativa.
Subito dopo la partenza, iniziano i tentativi di attacco. Van Aert sembra uno dei più irrequieti, ma tutti gli scatti iniziali vengono neutralizzati dalla alta andatura.
La fuga buona si forma dopo il chilometro 25 ad esito di una girandola di scatti, ma non si tratta d una fuga qualunque, dentro ci sono la maglia gialla, il terzo della generale, un vincitore dei tre grandi giri come Nibali, un vincitore di una Vuelta come Simon Yates e soprattutto i corridori sono ventinove quindi in grado di far male al gruppo.
Oltre a Van de Poel e Van Aert in fuga ci sono Kasper Asgreen (DQT), Vincenzo Nibali (TFS), Søren Kragh Andersen (DSM), Toms Skujiņš (TFS), Ruben Guerreiro (EFN), Matej Mohorič (TBV), Jan Bakelants (IWG), Xandro Meurisse (AFC), Franck Bonnamour (BBK), Magnus Cort Nielsen (EFN), Hugo Houle (APT), Simon Yates (BEX), Boy Van Poppel (IWG), Philippe Gilbert (LTS), Dylan van Baarle (IGD), Dorian Godon (ACT), Brent Van Moer (LTS), Christophe Laporte (COF), Victor Campenaerts (TQA), Jasper Stuyven (TFS), Patrick Konrad (BOH), Imanol Erviti (MOV), Petr Vakoč (AFC), Mark Cavendish (DQT), Harrison Sweeny (LTS) e Mike Teunissen (TJV).
Basta leggere l’elenco per rendersi conto dello spessore degli uomini all’attacco, di cui alcuni anche potenzialmente pericolosi in chiave generale.
Con la maglia gialla all’attacco, tocca agli UAE mettersi in testa al gruppo ma la qualità degli uomini davanti mette in seria difficoltà la squadra della maglia bianca ed il vantaggio arriva a superare i 6 minuti e resta a lungo assestato su quel valore.
Dopo il traguardo volante Cavendish perde interesse alla fuga e non risponde quando Gilbert rilancia l’azione.
Nelle vicinanze del GPM, si avvantaggiano Mohoric e Van Moer che riescono a guadagnare un minuto sul drappello maglia gialla, ma in discesa cominciano gli scatti e sono Jasper Stuyven e Victor Campenaerts che riescono a riportarsi sulla coppia di testa, formando un buon quartetto che diventa presto un terzetto perché l’ex campione europeo a cronometro si stacca quasi subito. Dietro, Nibali accelera e comincia a sfoltire il drappello degli inseguitori, mentre in gruppo rimane attardato Nairo Quintana che aveva annunciato che non sarebbe venuto a Tour per fare classifica, ma che era sembrato in discrete condizioni nelle prime tappe.
La penultima ascesa era la più dura con l’ultimo chilometro sempre in doppia cifra. Nel gruppo maglia gialla, ci prova Konrad che, in un primo tempo, sembra avere lo spunto giusto, ma poi viene raggiunto da Asgreen, Cort Nielsen, Bonnamour e Skujins.
Nel gruppo maglia gialla, accelerano Van de Poel Van Aert e Nibali con Yates che accusa il cambio di ritmo.
Nel gruppo maglia bianca, parte Richard Carapaz, in bella progressione, e guadagna fino a 30 secondi. E’ inspiegabilmente la Movistar che va a tirare e che alla fine riuscirà a chiudere sull’ecuadoregno. Il comportamento della formazione iberica è francamente incomprensibile perché, se è vero che hanno Enric Mas vicino a Carapaz in generale, è anche vero che con un Pogacar in grande spolvero è necessario cercare di lasciare sulle spalle della sua squadra l’onere di chiudere su eventuali attacchi. Carapaz è un uomo pericoloso anche per Pogacar e probabilmente la UAE si sarebbe impegnata per chiudere, stancandosi a beneficio anche di Mas che avrebbe risparmiato i suoi uomini.
Sempre sulla salita di Signal d’Uchon, cede di schianto Primoz Roglic che viene abbandonato dalla squadra probabilmente informata della gravità della crisi. Se essa sia stata dovuta alla caduta od alla preparazione deficitaria, senza il ritmo gara che alcuni hanno cercato al Delfinato altri in Svizzera, probabilmente non lo sapremo mai, tuttavia lo sloveno era sembrato in discreta efficienza nella cronometro anche se non al top. Generalmente, le cronometro sono test abbastanza importanti perché non si può bluffare e quindi si può dire che la crisi grave di Roglic sia stata un po’ una sorpresa, anche se in una tappa di 250 Km certe cose possono succedere.
Davanti, nel frattempo, Mohoric ha staccato tutti e prosegue ad un ritmo elevato, tanto che nessuno riesce ad avvicinarsi. Nel finale, Stuyven riesce a staccare Asgreen, Bonnamour, Konrad e Cort Nielsen che vengono raggiunti dalla coppia Van der Poel, Van Aert che si erano liberati anche di Nibali, che arriva con Yates a quasi 3 minuti da Mohoric, pagando un dazio di 1:20 alla maglia gialla.
Il gruppo maglia bianca riprende Carapaz proprio sulla linea di arrivo e giunge a 5:15 dal vincitore, mentre Roglic taglia il traguardo dopo 9 minuti senza alcun compagno d squadra.
La generale ne è uscita abbastanza sconvolta. Rimangono saldi in testa Van der Poel e Van aert a 30 secondi, Pogacar però è quinto a 3:43, preceduto da Asgreen e Mohoric rispettivamente a 1:49 e a 3 minuti, alla spalle del detentore del titolo ci sono Nibali e Alaphilippe a poco più di 4 minuti. Gli altri restano con distacchi da Pogacar invariati, salvo Primoz Roglic che ora è a 9 minuti dalla maglia gialla e quindi a oltre 5 minuti dal connazionale.
Domani la prima delle due tappe alpine abbastanza soft.
Nel finale, ci sono il Col de Romme e la Colombier a 14 Km dal traguardo di Le Grand Bornand. Si tratta di salite abbastanza pendenti, sulle quali si può tentare un attacco. Oggi si è visto che Carapaz non sta nella pelle per cercare di recuperare il tempo perduto nella cronometro e, dopo la sfacchinata di oggi, c’è da capire chi sarà in grado di sferrare un attacco.
Il team Ineos è certamente più attrezzato della UAE e potrebbe muovere anche Thomas come diversivo, mentre la Jumbo dovrà reinventarsi e capire se lanciare Van Aert verso la maglia gialla o puntare sulla classifica di un uomo come Kruijswick che non è sembrato però al 100%.

Benedetto Ciccarone

La maglia gialla Mathieu van der Poel guida lattacco nella tappa di Le Creusot (Getty Images Sport)

La maglia gialla Mathieu van der Poel guida l'attacco nella tappa di Le Creusot (Getty Images Sport)

GIRO ROSA, BRILLA LA TREK-SEGAFREDO DI LONGO BORGHINI E BRAND

luglio 2, 2021 by Redazione  
Filed under News

La prima frazione del Giro Rosa ha visto la formazione americana della Trek-Segafredo vincere nella cronosquadre come già fatto nella passata edizione. Seconda la SD Worx di Van der Breggen a 8” e terza la Alé BTC Ljubljana di Marta Bastianelli a 40”. Prima maglia rosa per l’americana Ruth Winder.

La trentaduesima edizione del Giro d’Italia Rosa vede un parterre come al solito molto importante, seppur la corsa ha perso il titolo di World Tour a seguito di non aver rispettato i requisiti minimi imposti dall’UCI che consistono in un’ora di trasmissione, i quali sfortunatamente anche quest’anno non saranno garantiti dagli organizzatori.
Anna Van der Breggen (SD Worx) è chiaramente la favorita numero uno avendo già vinto la corsa nel 2020, 2017 e 2015. Una delle principali outsider è sicuramente Marianne Vos (Team Jumbo-Visma Women) avendo già vinto anch’essa tre volte la corsa, anche se l’ultima volta è arrivata nel 2014, infatti da lei ci si aspetta di più che allunghi il suo lunghissimo elenco di vittorie di tappa, al momento fermo a 28. Le speranze azzurre sono riposte in Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women) che come miglior piazzamento ha un secondo posto conquistato nel 2017. Altre delle atlete da monitorare per la classifica generale includono Ashleigh Moolman (SD Worx), Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women), Amanda Spratt (Team BikeExchange) e Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope). Altre atlete importanti da monitorare sono Elizabeth Deignan e Ellen Van Dijk (Trek-Segafredo Women), Lisa Brennauer (Ceratizit-WNT Pro Cycling), Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana), Chantal van den Broek-Blaak (SD Worx), Leah Kirchmann e Lorena Wiebes (Team DSM).

Il percorso dell’edizione presenta quattro tappe iniziale molto importanti, aperte da una cronosquadre, che viene seguita dalla prima tappa di montagna a Prato Nevoso, una tappa impegnativa per velocista e una cronoscalata. La fase centrale di corsa presenta quattro arrivi più facile con l’eccezione della tappa 7 a Puegnano del Garda su un circuito contenente una salita sulla quale è posto l’arrivo. La tappa regina è sicuramente sul Monte Matajur che viene seguita dalla tappa conclusiva di Cormons che contiene alcuni strappi, non lontani dall’arrivo.

La corsa si apriva quindi a Fossano con una cronosquadre di 27 chilometri fino a Cuneo con un percorso, ad eccezione dei primissimi chilometri in leggero falsopiano in salita. La vittoria andava alla Trek-Segafredo Women che conquistava il successo con un vantaggio di 8” sul Team SD Worx di Van der Breggen. Al terzo gradino del podio, ampiamente staccata la Alé BTC Ljubljana a 40 secondi. Da segnalare i distacchi più pesanti accumulati da Team Jumbo-Visma Women (1’16”), Team DSM (1’25”) e Team BikeExchange (1’31”).
La prima maglia rosa viene quindi indossata da Ruth Winder, prima atleta della Trek – Segafredo a tagliare il traguardo, con Longo Borghini e Lucinda Brand già avvantaggiate su tutte le altre rivali. La tappa di domani darà però già spazio a Anna Van der Breggen di poter tornare a dominare la corsa come ha finito nella passata edizione. Sono cento domani i chilometri in programma, con un percorso leggermente mosso prima dei 13 chilometri conclusivi al 7.2% che porteranno all’arrivo di prato Nevoso sul Colle del Prel.

Carlo Toniatti.

Il team Trek-Segafredo durante il suo sforzo vincente nella cronosquadre (Getty Images Sport)

Il team Trek-Segafredo durante il suo sforzo vincente nella cronosquadre (Getty Images Sport)

« Pagina precedentePagina successiva »