16-03-2022
marzo 16, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
MILANO – TORINO
Il britannico Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto nella classica italiana, Magenta – Rivoli, percorrendo 199 Km in 4h31′22″, alla media di 44.000 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Nacer Bouhanni (Team Arkéa-Samsic) e il norvegese Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Andrea Vendrame (AG2R Citroën Team), 6°.
DANILITH NOKERE KOERSE
Il belga Tim Merlier (Alpecin-Fenix) si è imposto nella corsa belga, Deinze – Nokere, percorrendo 199 Km in 4h20′04″, alla media di 43.789 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Max Walscheid (Cofidis) e il connazionale Arnaud De Lie (Lotto Soudal). Miglior italiano Marco Frigo (Israel-Premier Tech), 56° a 53″
DANILITH NOKERE KOERSE DONNE
L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella corsa belga, Deinze – Nokere, percorrendo 125.9 Km in 3h14′47″, alla media di 38.782 Km/h. Ha preceduto di 1″ la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx) e l’italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ)
VOLTA AO ALENTEJO (Portogallo)
Il venezuelano Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA) si è imposto nella prima tappa, Vendas Novas – Sines, percorrendo 176.7 Km in 4h05′56″, alla media di 43.109 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Iuri Leitao (Caja Rural-Seguros RGA) e il connazionale Leangel Linarez (Tavfer-Mortágua-Ovos Matinados). Nessun italiano in gara. Aular è il primo leader della classifica con 4″ sui portoghesi Leitao e Rodrigo Caixas (L.A. Alumínios/Credibom/Marcos Car)
PHIL BAUHAUS, PRIMA VITTORIA STAGIONALE ALLA CORSA DEI DUE MARI, TADEJ POGACAR VINCE LA TIRRENO ADRIATICO 2022.
A San Benedetto del Tronto questa volta è volata di gruppo con la vittoria che va a Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) che in rimonta va ad imporsi su Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) e Kaden Groves (Team BikeExchange-Jayco). Nulla cambia in classifica generale con Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che fa sua la Corsa dei Due Mari, secondo gradino del podio per Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e terzo gradino del podio per Mikel Landa (Bahrain-Victorious).
Ultimo atto della Tirreno Adriatico 2022 con l’arrivo a San Benedetto del Tronto che strizza l’occhio ai velocisti. Non partono, dopo le cadute di ieri Enric Mas (Movistar) e Tao Geoghegan Hart (Ineos-Grenadiers). In avvio subito una caduta che va a coinvolgere Olav Kooij e Sepp Kuss (Jumbo-Visma). Ad avere la peggio però sono Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost) e Mattia Bais (Drone Hopper-Androni Sidermec) costretti al ritiro. Qualche chilometro dopo va via la fuga di giornata caratterizzata dalla presenza di Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizané), Jorge Arcas (Movistar) e Manuele Boaro (Astana Qazaqstan). I tre, con il gruppo evidentemente rilassato, riescono a guadagnare un vantaggio massimo di 3’25”. Al GPM passa per primo Manuele Boaro, da qui in poi restano 90 Km pianeggianti in cui il gruppo inizia ad organizzare le operazioni per tornare sui fuggitivi. Ecco quindi le squadre più attrezzate per la volata alternarsi in testa al plotone, il lavoro è ripartito tra Jumbo-Visma, Quick-Step Alpha Vinyl, Alpecin-Fenix e Groupama-FDJ. Al primo passaggio sotto il traguardo il ritardo dai battistrada è di circa 2’. Da registrare al successivo passaggio dal traguardo una foratura per Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), il secondo della classifica generale riesce poco dopo a rientrare nel gruppo dei migliori. In testa, una volta entrati nei 15 Km conclusivi, Tonelli è il primo a cedere ed essere così riassorbito dal gruppo ormai lanciatissimo verso la volata. Davanti la coppia Boaro e Arcas conserva 40” di vantaggio, poca cosa a dispetto dell’impulso con cui dietro il gruppo, in gran forze, sta per arrivare sulla testa della corsa con anche l’Alpecin-Fenix a dare il proprio contributo nel ricucire e riuscire a riprendere la fuga quando mancano 8 Km. A questo punto le carte in gruppo vanno a rimescolarsi, davanti è una lotta tra i treni delle squadre, a fare la voce grossa anche la Bahrain Victorious, Arkea-Samsic, Trek-Segafredo e Israel-Premier Tech oltre all’UAE Team Emirates per proteggere il leader della corsa Tadej Pogacar. Tranditati sotto l’arco dell’ultimo chilometro è Rick Zabel (Israel-Premier Tech) a condurre verso lo sprint il proprio compagno di squadra Giacomo Nizzolo, subito dietro in rimonta spunta, scortato dal fidato Andrea Pasqualon, Alexander Kristoff (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) ma senza riuscire a superare Nizzolo che sembra lanciato verso il successo alla sinistra della carreggiata, dietro l’italiano Kaden Groves (Team BikeExchange – Jayco) e Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) escono verso destra e con uno spunto più veloce è Bauhaus a bruciare Nizzolo sul traguardo, terzo Groves, quarto Davide Cimolai (Cofidis), quinto Alberto Dainese (Team DSM). In classifica generale non cambia nulla con il fenomeno sloveno in maglia azzurra da leader Tadej Pogacar (sue anche le maglie della speciale classifica a punti e miglior giovane) che fa sua la Tirreno Adriatico 2022 con 1’:52” su Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e 2’:33 su Mikel Landa (Bahrain-Victorious), quarto a 2’:44 Richie Porte (Ineos-Grenadiers), quinto a 3’:05” Jay Hindley (Bora – Hansgrohe). Adesso attendiamo Pogacar alla Milano Sanremo di sabato prossimo ed il forte ciclista sloveno dopo aver già mostrato una forma eccezionale da inizio anno, vincendo tutte le corse a cui ha partecipato, non si pone limiti e siamo sicuri che si inventerà qualcosa anche sul Poggio. Da notare che prima della Classicissima ci sarà un antipasto molto gustoso mercoledì con la Milano – Torono, classica autunnale che quest’anno si correrà un po’ prima…
Antonio Scarfone

Phil Bauhaus vince a San Benedetto del Tronto (foto: Getty Images Spot)
13-03-2022
marzo 13, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PARIGI-NIZZA
Lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) si è imposto nella settima tappa, Nizza – Col de Turini, percorrendo 155.2 Km in 4h02′47″, alla media di 38.355 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Daniel Felipe Martinez (INEOS Grenadiers) e di 2″ il britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiano Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), 35° a 10′59″. Roglic è ancora leader della classifica con 47″ su Yates e 1′00″ su Martinez. Miglior italiano Felline, 29° a 22′23″.
TIRRENO-ADRIATICO
Il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) si è imposto nella settima ed ultima tappa, circuito di San Benedetto del Tronto, percorrendo 152 Km in 3h39′58″, alla media di 43.37 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) e l’australiano Kaden Groves (Team BikeExchange-Jayco). Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si impone in classifica con 1′52″ sul danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e 2′33″ sullo spagnolo Mikel Landa (Bahrain Victorious). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 7° a 3′20″
ALBERT ACHTERHES PROFRONDE VAN DRENTHE
Il belga Dries Van Gestel (TotalEnergies) si è imposto nella corsa olandese, Assen – Hoogeveen, percorrendo 198.1 Km in 5h08′47″, alla media di 38.493 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’ungherese Barnabas Peak (Intermarché-Wanty-Gobert) e il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa-Samsic). Unico italiano in gara Jakub Mareczko (Alpecin-Fenix), 17° a 1′14″.
DORPENOMLOOP RUCPHEN
L’olandese Maikel Zijlaard (VolkerWessels Cycling Team) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Rucphen, percorrendo 186 Km in 4h07′33″, alla media di 45.081 Km/h. Ha preceduto di 4″ i belgi Sasha Weemaes (Sport Vlaanderen-Baloise) e Timothy Dupont (Bingoal-WB Development Team).
ISTARSKO PROLJEĆE – ISTRIAN SPRING TROPHY
L’elvetico Robin Froidevaux (Swiss Racing Academy) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Pisino – Umago, percorrendo 114 Km in 2h27′50″, alla media di 46.268 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Bartosz Rudyk (Santic – Wibatech) e il croato Viktor Potočki (Ljubljana Gusto Santic). Miglior italiano Filippo Fortin (Maloja Pushbikers), 9°. Lo statunitense Matthew Riccitello (Hagens Berman Axeon) si impone in classifica con 15″ sul francese Alex Baudin (Swiss Racing Academy) e 23″ sul britannico Sean Flynn (Swiss Racing Academy). Miglior italiano Martin Marcellusi (Bardiani CSF Faizanè), 18° a 1′03″
SOUTH AEGEAN TOUR (Grecia)
Il canadese Matteo Dal-Cin (Toronto Hustle) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Rodi – Salakos, percorrendo 168.8 Km in 4h06′09″, alla media di 41.146 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Alexis Guérin (Team Vorarlberg) e il norvegese Embret Svestad-Bårdseng (Team Coop). Miglior italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 20° a 19″. Dal-Cinè si impone in classifica con 6″ sul tedesco Luca Dressler (Team Lotto-Kern Haus) e 10″ su Guérin. Miglior italiano Peron, 17° a 2′17″
CLASSICA DA ARRABIDA – CYCLIN’PORTUGAL
Il venezuelano Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA) si è imposto nella corsa olandese, Sesimbra – Setúbal, percorrendo 161.8 Km in 3h40′31″, alla media di 44.024 Km/h. Ha preceduto allo sprint i portoghesi Luís Gomes (Kelly-Simoldes-UD Oliveirense) e Luis Mendonça (Glassdrive/Q8/Anicolor). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (JAVA Kiwi Atlántico), 67° a 5′53″
PARIS-NICE: ROGLIC RESISTE A SIMON YATES E CONQUISTA LA CORSA. MONUMENTALE VAN AERT
La tappa finale della Paris-Nice non delude le aspettative e regala spettacolo, pur senza riservare il ’solito’ ribaltone. Primoz Roglic (Jumbo-Visma) riesce quindi finalmente a portare a casa la prestigiosa corsa a tappe francese che un anno fa gli era sfuggita proprio all’ultima tappa dopo averla dominata in lungo e in largo. Anche questa volta però per lo sloveno non sono mancati i rischi grazie all’azione di Simon Yates (Team BikeExchange), vincitore della tappa odierna che ha messo in discussione la leadership dello sloveno. Alla fine il britannico si è dovuto ‘accontentare’ della vittoria di tappa e del secondo posto nella classifica generale. Gigantesca la prestazione di Wout Van Aert che ha scortato il compagno di squadra dal primo all’ultimo chilometro.
L’ultima tappa della Corse au Soleil prevedeva l’ormai classico circuito attorno a Nizza infarcito di brevi salite. I km da percorrere erano appena 115 ma presentavano ben 5 gpm e oltre 2000 metri di dislivello. Subito dopo il via di Nizza i corridori erano attesi da una sequenza di ben 3 gpm di 2a categoria, la Cote de Levens (km 21), la Cote de Chateauneuf (km 37) e la Cote de Barre-les-Alpes (km 52). Quindi era il turno della Cote de Peille (6.6 km al 6.9%) posta ai -46 e classificata come gpm di 1a categoria. Infine, al termine della successiva e lunghissima discesa, iniziava l’ultimo gpm, il Col d’Eze, stavolta affrontato da un versante inedito (6,1 km al 7,6%) caratterizzato da un chilometro centrale durissimo (al 12.6 %). Dalla cima dell’ultima ascesa all’arrivo posto in Promenade des Anglais mancavano appena 16 km, quasi tutti in discesa ad eccezione degli ultimi 2500 m pianeggianti. Una tappa molto insidiosa che nel corso delle ultime stagioni ha spesso contribuito a ribaltare l’esito della corsa francese.
Nonostante il maltempo (pioggia e freddo sin dalla partenza) la bagarre è partita subito dopo il via ufficiale ed è continuata per diversi chilometri. Nessuno dei vari tentativi di fuga è però riuscito ad andare via a causa dell’alto ritmo del gruppo, tirato nelle fasi iniziali da Thomas De Gendt (Lotto-Soudal). Il plotone ha così approcciato la prima salita di giornata, il gpm di 2a categoria de la Cote de Levens (6.3 km al 5.8%) posto al km 21, sotto l’impulso di Wout Van Aert (Jumbo-Visma). L’andatura imposta dal campione belga ha messo in difficoltà diversi uomini, che han man mano perso contatto dal plotone. Tra questi ben sette corridori hanno alzato bandiera bianca poco dopo andandosi ad aggiungere agli 8 non partenti (tra cui De La Cruz, 11° in classifica).
Poco dopo il passaggio sul gpm, vinto da Quentin Pacher (Groupama-FDJ), è giunto l’attacco di Bauke Mollema (Trek-Segafred) a cui nel giro di poche pedalate si sono aggiunti Wout Van Aert e Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team). Qualche centianaio di metri più tardi, poco prima del traguardo volante di Levens (km 25.8) vinto da Van Aert, sul terzetto sono rinvenuti altri 8 uomini: Conor Swift (Arkea-Samsic), Soren Kragh Andersen (Team DSM), Omar Fraile e Andrey Amador (Ineos Grenadiers), Guillaume Martin (Cofidis), Gorka Izagirre (Movistar Team), Alex Kirsch (Trek-Segafredo) e Stefan Kung (Groupama-FDJ). I 10 battistrada (Van Aert si era rialzato subito dopo il traguardo volante) non hanno però mai guadagnato un margine significativo ed il loro tentativo è e stato neutralizzato ai -87, poco prima dell’inizio della seconda salita di giornata, la Cote de Chateauneuf (5.4 km al 4.5%) posta al km 37. Il ritmo imposto dalla Jumbo-Visma lungo l’ascesa ha impedito ulteriori attacchi consentendo a Pacher di conquistare anche il secondo gpm.
La situazione è rimasta inalterata, con gli uomini giallo-neri a guidare il plotone, anche lungo la discesa e nella successiva salita, il gpm di 2a categoria di Cote de Barre-les-Alpes (km 52). L’andatatura della Jumbo-Visma però ha notevolmente selezionato il gruppo principale che, in cima alla cote, era ormai ridotto a non più di una trentina di unità. Lungo la discesa è iniziato il calvario di Pierre Latour (Totalnergies) che ha prima forato e poi ha dovuto cambiare la bici, perdendo irrimediabilmente terreno dal gruppo maglia gialla, sempre tirato dai generosissimi Rohan Dennis e Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma). La situazione è finalmente mutata lungo la salita de la Cote de Peille, quando gli uomini della Ineos Grenadiers (in evidenza Omar Fraile) hanno preso la testa del gruppo, aumentando ancora di più la velocità. Il guppetto maglia gialla di conseguenza si è ulteriormente frantumato finchè, quando mancavano 3,2 km alla vetta, non è partito Daniel Martinez (Ineos Grenadiers). Sulle sue ruote si è subito riportato Nairo Quintana (Arkea-Samsic) seguito poi dal duo Jumbo formato da Primoz Roglic e Wout Van Aert e da Simon Yates (Team BikeExchange). Il nuovo quintetto di testa è stato letteralmente trainato da Wout Van Aert che ha continuato ad imprimere un’andatura sostenuta fino allo scollinamento. Alle spalle dei battistrada nel frattempo si era formato un terzetto composto da Adam Yates (Ineos Grenadiers), Andreas Leknessund (Team DSM) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates) che è stato poi ripreso poco prima dello scollinamento da un ulteriore drappello, comprendente tra gli altri Jack Haig (Bahrain-Victorius), Ion Izagirre e Guillaume Martin (Cofidis). Il gruppetto inseguitore, forte di una dozzina di corridori, ha scollinato con circa 55″ di ritardo dai 5 battistrada.
Van Aert è rimasto in testa anche nella tratto successivo, una lunga discesa alternata a tratti di falsopiano, mantenendo il distacco stabile intorno al minuto. L’unico momento in cui la maglia verde non è stata in testa al drappello è stato in occasione dello sprint con abbuoni di La Turbie (km 80,5) vinto da Yates davanti a Martinez e allo stesso Van Aert. Una manciata di chilometri più tardi, Daniel Martinez è stato vittima di una foratura che gli ha fatto perdere oltre 40″ estromettendolo dalla corsa per la tappa. Il colombiano ha provato un disperato recupero, ma alla fine si è dovuto arrendere al ritorno del gruppo inseguitore una volta entrati a Nizza per imboccare l’ascesa verso il Col d’Eze. Sulle prime rampe dell’ultima salita di giornata, Nairo Quintana ha preso la testa del gruppetto, evidentemente deciso a difendere il margine sugli inseguitori (circa 45″) che gli avrebbe consentito di salire sul podio. Ai 4300 metri dalla vetta il colombiano è partito in maniera decisa trascinandosi dietro Yates e Roglic, mentre Van Aert ha impiegato qualche metro in più prima di rientrare. Sul successivo rallentamento è però partito Simon Yates e questa volta nessuno è riuscito a reggere lo scatto. Yates ha guadagnato rapidamente una quindicina di secondi, approfittando del tratto più duro della salita. Roglic è invece andato in difficoltà, restando in compagnia di Quintana e Van Aert, col belga tornato a scandire il ritmo a favore del compagno di squadra. Il campione belga ha letteralmente scortato fino in cima un Roglic in leggera crisi, mentre Quintana ha perso contatto ai -2 dalla vetta. Allo scollinamento il duo della Jumbo è transitato con un distacco di 24″. Dietro di loro Nairo Quintana e quindi un terzetto formato da Daniel Martinez, Brandon McNulty e Guillaume Martin transitato con 1′20″.
Il distacco di Roglic e Van Aert è lentamente diminuito lungo la discesa, scendendo sotto i 10″ ai 5500 metri dal traguardo, ma Simon Yates ha saputo stringere i denti difendendo il risicatissimo margine fino al traguardo. Per il britannico prima vittoria stagionale davanti a Van Aert e Roglic, giunti a 9″. Quarto posto per McNulty che ha regolato un gruppetto di undici unità arrivato a 1′44″, battendo nell’ordine Soren Kragh Andersen (Team DSM), Stefan Kung (Groupama-FDJ), Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team), Adam Yates (Ineos Grenadiers), Wout Poels (Bahrain-Victorius), Ion Izagirre (Cofidisi) e Jack Haig (Bahrain-Victorius).
La classifica generale vede il trionfo di Primoz Roglic che ha battuto Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco), arrivato a 29″, e Daniel Martinez (Ineos Grenadiers) che è riuscito a difendere il podio (a 2′37″). Quarta posizione per un altro uomo della Ineos, Adam Yates (a 3′29″), davanti a Nairo Quintana (Arkea-Samsic), 5° a 3′43″, e Jack Haig (Bahrain-Victorius), 6° a 3′51″. Completano la top ten Ion Izagirre (Cofidis) a 4′32″, Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 5′43″, Guillaume Martin (Cofidis) a 5′48″ e Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team) a 6′32″.
Per Roglic si tratta della 15a vittoria nella classifica generale di una corsa a tappe, una bella rivincita dopo la disfatta del 2021. Una vittoria ottenuta grazie anche al grandissimo supporto offerto da un generosissimo Wout Van Aert che ha saputo limitare i danni nel momento di maggiore difficoltà per lo sloveno.
Pierpaolo Gnisci

Roglic resiste e conquista la Parigi-Nizza (fonte:Getty Images Sport)
TADEJ POGACAR INFIAMMA IL MONTE CARPEGNA, VITTORIA DA PROTAGONISTA!
Incontenibile Tadej Pogar (UAE Team Emirates) alla Tirreno Adriatico 2022, lo sloveno in maglia azzurra domina la tappa regina della Corsa dei due Mari, spiana, tutto solo, la doppia ascesa al Monte Carpegna ed ipoteca il successo finale. Devono alzare bandiera bianca e limitare i danni Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Mikel Landa (Bahrain Victorious) e Richie Porte (Ineos Grenadiers).
La tappa decisiva della Tirreno Adriatico parte da Apecchio e termina a Carpegna dopo 215 km. La doppia scalata del Monte Carpegna sarà il momento clou non solo della tappa odierna ma di tutta la Corsa dei due Mari. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha 9 secondi di vantaggio su Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vinyl) ma alle loro spalle forti scalatori come Miguel Angel Lopez (Team Astana Qazaqstan), Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo), Richie Porte (team INEOS), Mikel Landa (Team Bahrain Victorious), Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma), per dirne alcuni, daranno filo da torcere alle due stelle più brillanti presenti alla breve corsa italiana. La tappa tanto attesa della Tirreno Adriatico offre fin da subito un tentativo di fuga, a provarci sono Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën Team), Marco Haller (Bora – Hansgrohe), Davide Bais (Eolo-Kometa Cycling Team) e Alexander Konychev (Team BikeExchange – Jayco), per loro già dopo il Km 20 di corsa il vantaggio è di 45” con la UAE Team Emirates che lascia fare. Qualche chilometro dopo un nuovo allungo in testa al gruppo che insegue è piazzato dal campione del mondo Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl). Il francese inizialmente porta via con sé un gruppetto ma vengono subito ripresi. Poco dopo è ancora Alaphilippe a muoversi riuscendo a portarsi sulla testa della corsa insieme a Marco Haller (Bora – Hansgrohe), Alex Aranburu (Movistar Team) , Luis Mas (Movistar Team), Mikkel Honoré (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e Quinn Simmons (Trek – Segafredo) quest’ultimo per difendere la maglia della speciale classifica dei GPM. Questi uomini danno linfa ed energie alla fuga iniziale e così nel breve tempo riescono ad avere un vantaggio di ben 4’. Dietro ad inseguire si alternano Trek – Segafredo e Israel – Premier Tech con anche la presenza della UAE Team Emirates. Verso Urbino il vantaggio dei battistrada sale ancora a 5’, ma nel tratto in discesa che porta a Carpegna grazie anche all’apporto della Bahrain – Victorious il gruppo riesce a rosicchiare secondi preziosi. Sulla strada che porta al primo passaggio del Monte Carpegna, salita tanto cara a Marco Pantani, la fuga inizia a perdere elementi, davanti rimangono i più forti: Mas, Aranburu, Alaphilippe, Simmons e Cosnefroy, con il gruppo sempre più vicino, al GPM soltanto 2’ di vantaggio. Il primo acuto nei tratti più duri del Carpegna è di Rafal Majka (UAE Team Emirates) davanti a fare l’andatura in testa al gruppo, mentre in testa Simmons riesce a staccare tutti i compagni di fuga che uno dopo l’altro vengono riassorbiti dal gruppo dei favoriti. Altro scatto da parte di Diego Rosa (Eolo – Kometa), bella da vedere ma con poca efficacia, destinata ad essere subito annullata dal gruppo. La prima scalata al carpegna registra vittime illustri, a pagare è Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team), stessa sorte per Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers). In vista dello scollinamento, in testa al gruppo si porta Caruso, che prova a forzare l’andatura, il gruppo dei migliori va così a frazionarsi e prima del nuovo passaggio da Carpegna la testa del gruppo con i migliori va a riprendere Simmons transitato al GPM con appena 20″ di vantaggio. A questo punto è ancora la Bahrain Victorious che prova a far valere la superiorità numerica sganciando Pello Bilbao, ma anche lui viene presto ripreso dagli altri dodici del gruppo maglia azzurra. Il primo a rompere gli indugi quando la strada torna a salire è Landa, che si porta dietro Pogacar, Vingegaard ed Enric Mas, mentre un po’ in affanno Richie Porte (Ineos Grenadiers) prova da solo a riportarsi sul quartetto al comando. A 15 km dall’arrivo ecco la fiammata decisiva di Tadej Pogacar. Alle sue spalle subito il vuoto, nessuno riesce a reagire allo strapotere dello sloveno. Dietro la maglia azzurra si forma la coppia con Landa e Vingegaard ripresi poi anche da Porte. In cima all’ultima salita di giornata Pogacar conserva oltre un minuto e mezzo di vantaggio su Landa, Porte, Mas e Vingeggard, mentre più dietro si trovano Hindley, Pinot e Caruso. Lo sloveno scende in picchiata verso la gloria ed il traguardo finale di Carpegna senza particolari problemi, mentre nel drappello alle sue spalle una rovinosa caduta mette fuori causa Mas e rallenta Richie Porte. Pogacar vince ancora da protagonista sul traguardo di Carpegna, bissando il successo nella seconda tappa di Bellante. In seconda posizione a 1 minuto e 3 secondi di ritardo Vingegaard anticipa Landa, mentre chiudono la top five Porte in quarta posizione ad 1 minuto e 34 secondi di ritardo e Damiano Caruso in quinta posizione a 1 minuto e 49 secondi di ritardo. Evenepoel giunge in tredicesima posizione perdendo 4 minuti da Pogacar. Lo sloveno ipoteca la vittoria della Tirreno Adriatico 2022 e nella passerella di domenica di San Benedetto del Tronto, favorevole ai velocisti, potrà mostrare a tutto il mondo il suo secondo tridente consecutivo.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince a Carpegna (foto: Roberto Bettini/Spint Cycling Agency)
12-03-2022
marzo 12, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PARIGI-NIZZA
Lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) si è imposto nella settima tappa, Nizza – Col de Turini, percorrendo 155.2 Km in 4h02′47″, alla media di 38.355 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Daniel Felipe Martinez (INEOS Grenadiers) e di 2″ il britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiano Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), 35° a 10′59″. Roglic è ancora leader della classifica con 47″ su Yates e 1′00″ su Martinez. Miglior italiano Felline, 29° a 22′23″.
TIRRENO-ADRIATICO
Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) si è imposto nella sesta tappa, Apecchio – Carpegna, percorrendo 215 Km in 5h28′57″, alla media di 39.216 Km/h. Ha preceduto di 1′03″ il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e lo spagnolo Mikel Landa (Bahrain Victorious). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′49″. Pogacar è ancora leader della classifica con 1′52″ su Vingegaard e 2′33″ su Landa. Miglior italiano Caruso, 7° a 3′20″
ISTARSKO PROLJEĆE – ISTRIAN SPRING TROPHY
Il francese Alex Baudin (Swiss Racing Academy) si è imposto nella seconda tappa, Cittanova – Montona, percorrendo 175 Km in 4h09′49″, alla media di 42.031 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’ecuadoriano Harold Martin Lopez (Astana Qazaqstan Development Team) e l’elvetico Fabio Christen (EF Education-NIPPO Development). Miglior italiano Gianmarco Garofoli (Astana Qazaqstan Development), 18° a 33″. Lo statunitense Matthew Riccitello (Hagens Berman Axeon) è il nuovo leader della classifica con 15″ su Baudin e 23″ su Christen. Miglior italiano Martin Marcellusi (Bardiani CSF Faizanè), 18° a 1′03″
SOUTH AEGEAN TOUR (Grecia)
Il tedesco Luca Dressler (Team Lotto-Kern Haus) si è imposto nella prima tappa, circuito di Koskinou, percorrendo 172.1 Km in 4h23′25″, alla media di 39.2 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Matteo Dal-Cin (Toronto Hustle) e lo statunitense Jared Scott (Aevolo). Miglior italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 11° a 1′42″. Dressler è il primo leader della classifica con 4″ su Dal-Cin e 6″ su Scott. Miglior italiano Peron, 12° a 1′52″
RONDE VAN DRENTHE (Donne)
L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella corsa olandese, Assen – Hoogeveen, percorrendo 155.9 Km in 4h03′31″, alla media di 38.412 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’italiana Elisa Balsamo (Trek-Segafredo) e la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx)
ROGLIC DOMA IL COL DE TURINI E IPOTECA LA PARIGI-NIZZA
Continua il dominio della Jumbo-Visma nella Parigi-Nizza 2022. Dopo le vittorie di Christophe Laporte nella frazione di apertura e di Wout Van Aert nella cronometro, a centrare il successo nella tappa regina dell’edizione 2022 della “Course au Soleil” è stato lo sloveno Primoz Roglic. In cima ai 1605 m del Col de Turini, il capitano della formazione Neerlandese ha controllato gli attacchi degli avversari e ha poi battuto in uno sprint a due Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), rafforzando la leadership nella classifica generale che ora guida con 47″ di vantaggio su Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco), oggi terzo a 2″ da Roglic, e 1 minuto proprio su Daniel Martinez. Per lo sloveno una vittoria che ha il sapore dell’ipoteca sulla corsa francese, ma bisognerà comunque prestare molta attenzione nella tappa finale che spesso negli ultimi anni ha saputo riservare sorprese e ribaltoni (e proprio Roglic ne sa qualcosa…).
La 7a tappa della Paris-Nice, con partenza a Nizza e arrivo in vetta al Col de Turini dopo appena 155.2 km, proponeva l’arrivo più duro di quest’edizione, che era stato in forse fino a qualche giorno fa a causa del meteo. I primi 140 km, nonostante la presenza di un gpm di 2a categoria (la Cote de Coursegoules, al km 55), erano prevalentemente pianeggianti e non lasciavano troppo spazio alla fantasia. Poi, una volta superato l’abitato di Lantosque, la strada iniziava ad inerpicarsi lungo le rampe del Col de Turini (15.2 km al 7.2 % di pendenza media) salita destinata a fare da giudice supremo della corsa francese. Particolarmente duri gli ultimi 4 km, costantemente al di sopra del 8%.
Dopo l’ecatombe degli scorsi giorni (ben 44 ritiri nelle prime 6 tappe), anche alla partenza della tappa odierna si sono registrati 7 non partenti, a cui si sono poi sommati altri 7 ritiri nel corso della frazione.
La solita fuga di giornata ha preso corpo subito dopo la partenza da Nizza ed è stata animata da ben 18 corridori: Franck Bonnamour e Alexis Gougeard (B&B Hotels-KTM), Mads Pedersen e Julien Bernard (Trek-Segafredo), David Gaudu, Quentin Pacher e Olivier Le Gac (Groupama-FDJ), Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), Gregor Muhlberger, Ivan Garcia Cortina e Albert Torres (Movistar Team), Julius Van der Berg e Simon Carr (EF Educanion-EasyPost), Cees Bol e Nico Denz (Team DSM),Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Ryan Mullen (Bora-Hansgrohe) e Michael Morkov (Quick Step-Alpha Vinyl). La fuga non ha però mai preso il largo visto il fortissimo interesse da parte di Ineos-Grenadiers e Arkea-Samic a giocarsi la tappa coi rispettivi capitani: Daniel Martinez e Adam Yates da una parte, Nairo Quintana dall’altra. E così il vantaggio non è mai andato oltre i 2 minuti.
La frazione è proceduta senza nessun colpo di scena fino ai piedi della salita finale, approcciata dai superstiti della fuga iniziale con meno di un minuto di vantaggio. Sulle prime rampe dell’ascesa buona parte dei 18 fuggitivi della mattina ha perso terreno e nel giro di pochi chilometri si sono ritrovanti in testa i soli De Gendt, Muhlberger, Pacher e Bonnamour. L’austriaco ha salutato gli ormai ex compagni d’avventura ai -10, tentando una vana resistenza al ritorno impetuoso del gruppo.
Superata la prima metà della salita, nel gruppo della maglia gialla sono arrivate le prime defezioni. Tra queste da segnalare quella di Pierre Latour (TotalEnergies), 3° in classifica generale, staccato già ai -7. Di la poco è arrivato il primo attacco, messo in scena da Adam Yates (Ineos Grenadiers). Primoz Roglic ha reagito immediatamente, riportandosi sul britannico per poi passare al contrattacco. L’unico in grado di tenere l’accelerazione della maglia gialla è stato un altro corridore dell’Ineos, Daniel Martinez. Alle spalle dei due nuovi battistrada si era nel frattempo formato un altro duo, composto da Simon Yates e Nairo Quintana. Le due coppie sono rimaste a lungo distanziate da appena 5″ prima del ricongiungimento avvenuto ai -3. Il nuovo quartetto a quel punto ha iniziato a studiarsi, procedendo a strappi. Poco dopo il cartello dei -2 sono arrivati due scatti di Simon Yates che in entrambi i casi hanno visto la pronta risposta di S.Yates e Roglic, ma non di Quintana che a più riprese si è staccato per poi rientrare in seguito al successivo rallentamento del terzetto. A beneficiare dell’andamento a singhiozzo del gruppo di testa è stato Joao Almeida (UAE Team Emirates) che è addirittura riuscito a rinvenire sui battistrada nel corso dell’ultimo chilometro, quando ormai era chiaro che la tappa si sarebbe decisa allo sprint. Il primo a partire è stato proprio Primoz Roglic che con il suo violento cambio di ritmo non ha lasciato scampo ai quattro rivali. Alle sue spalle Daniel Martinez, l’unico a giungere con lo stesso tempo dello sloveno. Terzo posto per Simon Yates a 2″, mentre Nairo Quintana si è dovuto accontentare del 4° posto a 9″ davanti a Joao Almeida, quinto a 11″. Sesto è l’altro alfiere della UAE, Brandon McNulty (a 25″), seguito da Jack Haig (Bahrain-Victorius) giunto a 27″. Chiudono la top ten Adam Yates, 8° a 29″, Guillaume Martin (Cofidis), 9° a 44″ e Wout Poels (Bahrain-Victorius), 10° a 56″.
La nuova classifica generale vede sempre più saldamente in testa Primoz Roglic, che ora guida con 47″ su Simon Yates ed 1 minuto su Daniel Martinez. Seguono Adam Yates a 1′50″ e Nairo Quintana risalito in quinta poisizione a 2′04″ da Roglic. Quindi troviamo Jack Haig, 6° a 2′12″, Alexandre Vlasov sceso in 7a posizione a 2′22″ e Pierre Latour, crollato a 2′56″. Completano la top ten Ion Izagirre (Cofidis) 9° a 3′13″ e Joao Almeida risalito in decima posizione, a 3′29″.
Domani è in programma l’ottava ed ultima tappa, il classico giro attorno a Nizza con il Col d’Eze a fare da trampolino di lancio in vista dell’arrivo sulla Promenade des Anglais. La frazione, come al solito, sarà molto breve (appena 115.6 km) ma piena di salite. I corridori saranno infatti attesi da ben 5 gpm. Le primi tre salite, la Cote de Levens, la Cote de Chateauneuf e la Cote de Berre-les-Alpes (tutte di 2a categoria) serviranno come trampolino di lancio per i fuggitivi di giornata. Sulle ultime due ascese sarà invece possibile vedere all’opera gli uomini di classifica. In particolare, negli ultimi 50 km si dovranno affrontare la Cote de Peille (6.6 km al 6.9 %) posta ai -44 e la Cote d’Eze (6.1 km al 7.6%). Quest’ultima verrà affrontata da un versante inedito che prevede un km al 13,5 % di pendenza media. Dalla cima dell’ultima salita mancheranno 15 km, quasi tutti in discesa verso il lungomare di Nizza. Una tappa che potrebbe riservare qualche sorpresa come spesso accaduto negli ultimi anni.
Pierpaolo Gnisci

Roglic doma il Turini (fonte: Getty Images)
11-03-2022
marzo 11, 2022 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
PARIGI-NIZZA
Il francese Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) si è imposto nella sesta tappa, Courthézon – Aubagne, percorrendo 213.6 Km in 5h33′06″, alla media di 38.475 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e il belga Wout van Aert (Jumbo-Visma). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM), 10°. Lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) è ancora leader della classifica con 39″ sul britannico Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco) e 41″ sul francese Pierre-Roger Latour (TotalEnergies). Miglior italiano Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team), 41° a 11′14″.
TIRRENO-ADRIATICO
Il francese Warren Barguil (Team Arkéa-Samsic) si è imposto nella quinta tappa, Sefro – Fermo, percorrendo 155 Km in 3h39′53″, alla media di 42.295 Km/h. Ha preceduto di 10″ il belga Xandro Meurisse (Alpecin-Fenix) e di 14″ l’italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team). Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è ancora leader della classifica con 9″ sul belga Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e 43″ sull’olandese Thymen Arensman (Team DSM). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 14° a 1′21″
ISTARSKO PROLJEĆE – ISTRIAN SPRING TROPHY
Il britannico Sean Flynn (Swiss Racing Academy) si è imposto nella prima tappa, Parenzo – Fontane, percorrendo 152 Km in 3h33′35″, alla media di 42.7 Km/h. Ha preceduto di 5″ lo statunitense Matthew Riccitello (Hagens Berman Axeon) e di 40″ lo sloveno Matevz Govekar (Tirol KTM Cycling Team). Miglior italiano Filippo Fortin (Maloja Pushbikers), 5° a 40″. Flynn è il nuovo leader della classifica con 16″ su Riccitello e 50″ su Govekar. Miglior italiano Fortin, 12° a 57″.
DRENTSE ACHT VAN WESTERVELD (Donne)
La lussemburghese Christine Majerus (Team SD Worx) si è imposta nella corsa olandese, circuito di Dwingeloo, percorrendo 134.2 Km in 3h19′35″, alla media di 40.344 Km/h. Ha preceduto allo sprint la canadese Alison Jackson (Liv Racing Xstra) e l’olandese Floortje Mackaij (Team DSM). Miglior italiana Chiara Consonni (Valcar-Travel & Service), 7° a 1′34″
L’INFERNO DI FERMO ARRIDE A BARGUIL. POGACAR RESTA IN MAGLIA AZZURRA
Sui famigerati muri marchigiani la quinta tappa della Tirreno Adriatico 2022 vede il successo della fuga con protagonista Warren Barguil (Team Arkea Samsic), abile a scrollarsi di dosso gli ex compagni nei km finali ed andare a vincere in solitaria sull’ultimo muro di Fermo con pendenze quasi costantemente in doppia cifra. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) resta in maglia azzurra alla vigilia della durissima tappa con la doppia scalata del Monte Carpegna.
La consueta tappa marchigiana dei muri è sempre un piacevole appuntamento per gli appassionati di ciclismo. I ciclisti invece dovranno soffrire e pensare soltanto a pedalare su quelle pendenze che arrivano al 20% ed oltre. Fermo ed i suoi dintorni caratterizzano il finale della tappa odierna che parte da Sefro. I ciclisti troveranno un primo ostacolo, per la verità non troppo impegnativo, nel Monte Urano, primo dei tre GPM di tappa che verrà affrontato dopo 106 km. Il gran finale presenta negli ultimi 36 km una strada con pochissima pianura e con i muri a stagliarsi sulla corsa dei due mari. Si inizia con la salita di Capodarco, classificata come traguardo volante al km 130, che inizia con una pendenza accettabile ma che termina con 500 metri al 19%. Dopodichè si entra a Fermo per un primo assaggio del muro finale, che verrà abbandonato a 350 metri dall’arrivo per svoltare su una curva che porterà il gruppo dopo una ripida discesa alla successiva salita di Madonna D’Ete, altrettanto impegnativa soprattutto nella parte finale. Dopo u’altra breve discesa si ritorna a Fermo per scalare di nuovo il muro verso il traguardo finale. I ciclisti in questa trentina di km finali non avranno un momento di riposo. Da Sefro non partivano Richard Carapaz (Team INEOS), Nacer Bohuanni (Team Arkea Samsic) e Simone Consonni (Team Cofidis). In particolare Carapaz, uno dei capitani dello squadrone britannico, doveva gettare la spugna a causa di una gastroenterite. Dopo diversi attacchi e contrattacchi si formava una fuga di 12 ciclisti intorno al km 40. I protagonisti di questa fuga erano Gianluca Brambilla (Team Trek Segafredo), Nelson Oliveira (Team Movistar), Simone Velasco (Team Astana Qazaqstan), Davide Ballerini (Team Quick Step Alpha Vinyl), Benjamin Thomas (Team Cofidis), Francesco Gavazzi e Vincenzo Albanese (Team EOLO Kometa), Jhonatan Restrepo (Team Drone Hopper – Androni Giocattoli), Xandro Meurisse (Team Alpecin Fenix), Warren Barguil e Clement Russo (Team Arkea Samsic) e Valentin Ferron (Team Total Energies). Sul passaggio al GPM del Monte Urano, vinto da gavazzi, la fuga aveva un vantaggio di 4 minuti e 30 secondi sul gruppo. Tra i fuggitivi Thomas era quello messo meglio in classifica generale e poteva avere concrete speranze di indossare la maglia azzurra al termine della tappa visto il ritmo abbastanza blando del gruppo maglia azzurra. Thomas vinceva il traguardo volante di Capodarco posto al km 129.8. Intanto si defilava Filippo Ganna (Team INEOS), che fino alla tappa di ieri era ancora nelle primissime posizioni della classifica generale. Nel gruppo maglia azzurra sulla salita di Madonna d’Ete provava l’allungo Tim Wellens (Team Lotto Soudal) ma il belga veniva ripreso subito dal gruppo dei migliori che mettevano nel mirino il complicato finale. Si staccavano anche Julian Alaphilippe (Team Quick Step Alpha Vynil) e Sepp Kuss (Team Jumbo Visma). Meurisse scollinava per primo sul muro di Madonna d’Ete posto al km 146. Prima dell’ultima ascesa verso il traguardo finale di Fermo, Remco Evenepoel (Team Quick Step Alpha Vynil) sbagliava strada e andava lungo invece di svoltare in una curva a destra. Il ciclista belga era costretto a fermarsi e ritornare sulla retta via, perdendo terreno rispetto al gruppo maglia azzurra. Per fortuna che il compagno di squadra Ballerini, che si era staccato dalla fuga, si trovava nelle vicinanze di Evenepoel e riusciva a riportarlo sul gruppo dei migliori nel giro di un ripidissimo km. Nel frattempo Warren Barguil aveva staccato tutti i suoi compagni di fuga e andava a vincere in solitaria sul traguardo di Fermo ottenendo così la sua prima vittoria stagionale. In seconda posizione di piazzava Meurisse a 10 secondi di ritardo da Barguil, mentre Velasco era terzo a 14 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Nelson Oliveira in quarta posizione e Richie Porte (Team INEOS) in quinta posizione mentre poco più dietro arrivava un drappello con Pogacar, Evenepoel, Vingegaard, Mas, Hindley e Landa. Pogacar conserva senza troppi problemi la maglia azzurra, con 9 secondi di vantaggio su Evenepoel e 43 secondi di vantaggio su Thymen Arensman (Team DSM). Domani è in programma la penultima tappa da Apecchio a Carpegna. Nel finale la doppia scalata del Monte Carpegna dice già tutto della difficoltà della tappa, forse una delle più dure delle recenti edizioni della Tirreno Adriatico. Sui tornanti – e sulle discese – di una dei luoghi più amati da Marco Pantani si deciderà il vincitore della Tirreno Adriatico 2022.
Antonio Scarfone

Warren Barguil vince a Fermo (foto: Getty Images)
MATHIEU DA MATTI! BURGAUDEAU VINCE A AUBAGNE. ROGLIC RESTA IN GIALLO
Con un’azione da navigato finisseur a circa 8 km dall’arrivo, Mathieu Burgaudeau (Team Total Energies) guadagna una ventina di secondi sul gruppo maglia gialla e resiste fin sul traguardo di Aubargne, dove conquista per un pelo la prima vittoria in carriera. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) conserva la maglia gialla e domani l’arrivo sul Col de Turini sarà decisivo perr l’esito finale della Parigi Nizza 2022.
La sesta tappa da Courthezon ad Aubagne è la più lunga della Parigi Nizza 2022 con i suoi 213.6 km. Lungo il percorso sono distribuiti cinque GPM di seconda e di terza categoria ma potrebbero tranquillamente essere sette poiché altre due salite sono classificate come traguardo volante. Visto lo sparpaglio della tappa di ieri, con l’arrivo della fuga e di un gruppo risicatissimo di pretendenti alla vittoria finale, non escludiamo di trovarci ad una copia della tappa di ieri, con in più altri 25 km da percorrere. Nizza si avvicina e Primoz Roglic ha messo una bella ipoteca sulla vittoria finale. Il forte ciclista sloveno oggi dovrà controllare la situazione e tenere gli occhi aperti, in attesa dell’esame forse decisivo del Col de Turini, arrivo della tappa di domani. La fuga di giornata si formava dopo pochi km dal via grazie all’azione di sei ciclisti: Yevgeniy Fedorov (Team Astana Qazaqstan), Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Johan Jacobs (Team Movistar), Julius Van Den Berg (Team EF Education EasyPost), Victor Koretzky (Team B&B Hotels KTM) e Sebastien Grignard (Team Lotto Soudal). , primo GPM di giornata, con un vantaggio sul gruppo maglia gialla che sfiorava i 4 minuti. Madouas scollinava in prima posizione. Dopo 60 km il vantaggio della fuga si manteneva stabile intorno ai 4 minuti e mezzo. Van Den Berg si aggiudicava il traguardo volante del Col du Pointou posto al km 65.5. Adesso i ciclisti dovevano affrontare una cinquantina di km interlocutori tra discesa e pianura prima di imbattersi nella seconda metà della tappa, la più difficile dal punto di vista altimetrico. Nel giro di una ventina di km si dovevano scalare i due GPM ravvicinati del Col du Sambuc e del Col de Portes. Su entrambi scollinava per primo Madouas, accrescendo così il suo bottino di punti per la speciale classifica dei GPM. Il francese della Groupama FDJ scollinava in prima posizione anche sul Col de Pas de la Couelle, penultimo GPM in programma oggi, posto al km 160.6. Di lì a poco i ciclisti avrebbero affrontato il Col de l’Espigoulier, ultimo e più impegnativo GPM della tappa odierna con i suoi 11 km di lunghezza. Proprio all’inizio della scalata si staccavano Madouas e Fedorov. Il gruppo maglia gialla, che intanto aveva aumentato l’andatura, era segnalato a una trentina di secondi di ritardo da Jacobs e Koretzky, sui quali nel frattempo si era portato Matthew Holmes (Team Lotto Soudal). Erano Trek Segafredo e Team Jumbo Visma a tirare in testa al gruppo. Holmes faceva in tempo a scollinare in prima posizione poco prima di essere ripreso dal gruppo maglia gialla insieme a Koretzky e Jacobs. Il gruppo afrrontava la discasa verso il traguardo volante di Lascours forte di una sessantina di ciclisti. Stefan Kung (Team Groupama FDJ) era vittima di una foratura e si fermava a bordo strada in attesa dell’assistenza da parte della sua ammiraglia. Soren Kragh Andersen (Team DSM) accelerava in discesa e guadagnava una decina di secondi sul gruppo tirato dal Team Trek Segafredo. Il danese veniva ripreso a poco più di 15 km dall’arrivo. Iniziavano alcuni scatti nei pressi del traguardo volante di Lascours. In tre si avvantaggiavano sul gruppo: Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty Gobert), Guillaume Martin (Team Cofidis) e Mathieu Burgaudeau (Team Total Energies). Quest’ultimo si aggiudicava il traguardo volante e accelerava, riuscendo ad accumulare nel giro di tre km un vantaggio di 20 secondi sul gruppo. Burgaudeau dava tutto e sotto la flamme rouge dell’ultimo km aveva ancora una decina di secondi di vantaggio. Il francese riusciva a tagliare il traguardo con il gruppo che aveva lanciato la volata ma che non riusciva a sopravanzare Burgaudeau. In seconda posizione di piazzava Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) mentre terzo era Wout Van Aert (Team Jumbo Visma). A completare la top five erano Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quarta posizione e Bryan Coquard (Team B&B HotelsKTM). Da segnalare nella top ten il decimo posto di Luca Mozzato (Team B&B Hotels KTM). Burgaudeau ottiene la prima vittoria non solo del 2022 ma dell’intera carriera da professionista. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) conserva agevolmente la maglia gialla con 39 secondi di vantaggio su Simon Yates (Team BikeExchange Jayco) e 41 secondi di vantaggio su Pierre Latour (Team Total Energies). Domani, come già accennato, è in programma la penultima tappa da Nizza al Col de Turini lunga poco più di 155 km. Quest’ultima salita è diventata una meta classica degli ultimi anni nella breve corsa francese ed i suoi 15 km ad oltre il 7% di pendenza media daranno una fisionomia pressoché definitiva alla classifica generale.
Giuseppe Scarfone

Mathieu Burgaudeau vince ad Aubagne (foto: Getty Images)