TRIS DI VAN AERT A ROCAMADOUR. TRIONFO JUMBO: WOUT CONQUISTA LA CRONO, VINGEGAARD IL TOUR.

luglio 23, 2022 by Redazione  
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La cronometro di Rocamadour esalta nuovamente lo smisurato talento di Wout Van Aert (Jumbo-Visma) che conquista anche la prova contro il tempo grazie ad una prova in crescendo. Alle sue spalle, staccato di 19″, Jonas Vingegaard accolto oltre la linea del traguardo proprio dal compagno di squadra per celebrare l’ennesima giornata trionfale per gli uomini della Jumbo-Visma. Terzo posto per Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) giunto a 27″, pochi sencondi meglio dell’inossidabile Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) che ha chiuso con un ritardo di 32″. Si deve accontentare di un modesto 5° posto Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), giunto a 42″ dal vincitore. Per i calabroni si tratta della sesta vittoria di tappa (terza consecutiva dopo i trionfi di Vingegaard ad Hautacam e Laporte a Cahors), mentre per il fuoriclasse di Herentals è il terzo sigillo in una Grand Boucle che lo consacra come ciclista totale.
Poche variazioni in classifica generale. Alla vigilia della passerella finale Vingegaard guida con 3′34″ su Pogacar e 8′13″ su Thomas. Si ferma ai piedi del podio David Gaudu (Groupama-FDJ) con un ritardo di 13′56″, mentre Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe) risale in 5a posizione (a 16′37″).

La penultima tappa di questo spettacolare Tour de France era una prova contro il tempo di 40,7 km con partenza da Lacapelle-Marival e arrivo nello splendido borgo di Rocamadaour, nel dipartimento del Lot. I primi 35 km, nonostante qualche tratto vallonato, erano in prevalenza piatti ma proponevano un andamento planimetrico non del tutto banale. Negli ultimi 6 km la musica cambiava grazie alla presenza di due strappetti intervallati da una breve discesa: la Cote de Mages (1,6 km al 4,7%), la cui cima era posta a poco meno di 5 km dall’arrivo, e la Cote de l’Hospitalet (1.8 km al 6,2%) che culminava proprio in prossimità del traguardo.

Il primo corridore a prendere il via alle ore 13.05 è stato Caleb Ewan (Lotto-Soudal), reduce da un Tour che non lo ha mai visto protagonista se non per episodi sfortunati. La prima prestazione degna di cronaca è stata invece quella prodotta da Mikkel Bjerg, tre volte campione del mondo a cronometro tra gli under 23. Il corridore dell’UAE Team Emirates è passato in testa ai tre intermedi posti rispettivamente ai km 10, 22 e 33, chiudendo con un tempo finale di 50′22″. Il danese è rimasto in testa per quasi un’ora, prima d’essere battuto nettamente dal campione del mondo della specialità, Filippo Ganna (INEOS Grenadiers). Il piemontese è passato in testa già al primo intermedio con 14″ sul danese e ha poi allargato il margine a 36″ ed 1′09″ ai due intermedi successivi. Ganna ha quindi chiuso con un tempo di 48′41″ (media di 50,2 km/h) ben 1′41″ in meno rispetto a quanto fatto registrare da Bjerg. Nel frattempo, proprio alle spalle di Ganna, Mattia Cattaneo (Quick Step Alpha Vinyl) si rendeva protagonista di un’altra crono d’altissimo livello. Il bergamasco al primo intermedio era in svantaggio di soli 6″, poi diventati 13″ al km 22 e a 27″ al km 33, e ha chiusto al secondo posto provvisorio con 43″ di ritardo da Ganna.
Giornata no invece per Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost) che ha forato dopo pochissimi km e si è rialzato una volta preso atto che non sarebbe giunto tra i primi.
Discreta prestazione da parte di Jan Tratnik (Bahrain-Victorius). Lo sloveno al primo intermedio aveva lo stesso tempo di Cattaneo, ma non ha poi mantenuto il passo dell’italiano e si è dovuto acconentare del terzo posto momentaneo a 1′06″ da Ganna.

I primi brividi per Ganna sono arrivati dopo circa un’ora, quando un altro corridore della Bahrain-Victorius, Fred Wright, è passato in testa al primo rilevamento anche se con poco meno di un secondo di vantaggio. Il britannico è poi calato alla distanza pagando già 21″ di ritardo al secondo in intermedio e 43″ al terzo, ma si è ripreso nel tratto finale chiudendo a soli 50″ da Ganna. Buona anche la prestazione di Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) che ha completato la prova con un ritardo di 55″ dal corridore della INEOS, quarto tempo provvisorio.
La corsa non ha riservato ulteriori emozioni fino alla partenza di Bauke Mollema (Trek-Segafredo). Il campione olandese delle prove contro il tempo è partito fortissimo, passando con ben 9″ di vantaggio al primo intertempo, per poi cedere nei tratti successivi (4″ di ritardo al secondo intermedio e 28″ al terzo) concludendo la sua ottima prova davanti a Cattaneo, con un passivo di 40 secondi da Ganna. Nel frattempo, quattro minuti dopo l’olandese, aveva preso il via il grande favorito della vigilia, Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Il belga ha fatto subito capire che avrebbe battuto il tempo del Campione del Mondo, transitando con 14″ di vantaggio al km 10, gap che si è successivamente dilatato a 24″ al secondo intermedio. Van Aert ha leggermente rifiatato nel tratto successivo (vantaggio di 23″ al terzo rilevamento) per poi scatenarsi nuovamente nel finale, tagliando il taguardo in 47′59″, 41 secondi in meno rispetto a Ganna (media di 50,877).

Proprio mentre Van Aert completatava la sua magnifica prova, i primi tre della generale si apprestavano a prendere il via e a dare vita ad un finale di corsa a dir poco emozionante. Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), 3° della generale, è transitato al primo rilevamento con appena 1″ di ritardo da Van Aert, lasciando intendere che la vittoria del fiammingo non era affatto scontata. Meglio ancora sono riusciti a fare Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e la maglia gialla Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma): lo sloveno è transitato con 1″ di vantaggio su Van Aert mentre Vingegaard è riuscito a fare meglio di addirittura 7″.
Thomas e Pogacar hanno iniziato a perdere qualche secondo nel tratto successivo, passando rispettivamente con 6″ e 12″ di ritardo da Van Aert al secondo intermedio. Chi invece sembrava non voler cedere era proprio Vingegaard che è riuscito a conservare i 7″ di vantaggio sul compagno di squadra.
La situazione si è ulteriormente evoluta al terzo intermedio, rendendo ancora più incerta la lotta per la vittoria di tappa: Thomas è transitato con appena 3″ di ritardo da Van Aert mentre Pogacar sembrava ormai fuori dai giochi visto che il suo svantaggio dal Belga aveva raggiunto i 20″. Il più veloce restava però Jonas Vingegaard, anche se il suo vantaggio si era ridotto a poco meno di 2″ su Van Aert.

La corsa si è quindi decisa nel tratto finale, caratterizzato da due strappi. Proprio sulla cote finale (1,8 km al 6,2%) Thomas si è piantato andando a chiudere con un tempo di 48′31″ ad addirittura 32″ da Van Aert, dietro anche a Tadej Pogacar che ha invece chiuso con un ritardo di 27″ dal Belga. A questo punto la vittoria di tappa era diventata una questione tutta interna alla Jumbo-Visma. Vingegaard che già in cima al primo strappo pagava qualche secondo di ritardo da Van Aert, si è preso un rischio tremendo lungo la successiva discesina quando ha perso per un istante il controllo della bici. Dopo il grosso spavento, il danese ha un pò tirato i remi in barca, godendosi le ultime centinaia di metri prima di completare la sua prova in 48′18″, 19 secondi in più rispetto al fiammingo.
Van Aert vince quindi la sua terza tappa in questa edizione della Grand Boucle (sono 9 in totale) con 19″ su Vingegaard, 27″ su Pogacar, 32″ su Thomas e 42″ su Ganna. Seguono un ottimo Mollema a 1′22″, Cattaneo a 1′25″, Wright a 1′32″, Schachmann a 1′37″ e Jan Tratnik a 1′48″. Fuori dai 10 un deludente Stefan Kung (Groupama-FDJ) arrivato 11° ad 2′02″ da Van Aert, davanti a Nils Politt (Bora-Hansgrohe), 12° a 2′03″ e Mikkel Bjerg, 13° a 2′23″. Completano la top-15 di giornata Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) a 2′25″ e Dylan Van Baarle (INEOS Grenadiers) a 2′30″.

Resta praticamente immutata la parte più nobile della classifica generale. Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si avvia a vincere il suo primo Tour de France con un margine di 3′34″ su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e ben 8′13″ su Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Ai piedi del podio resta il francese David Gaudu (Groupama-FDJ), 4° con un ritardo di 13′56″ dal Danese. Alexandre Vlasov (Bora-Hansgrohe) grazie alla crono odierna (18° a 2′46″) scala ben due posizioni ed ore è 5° a 16′37″. Sende al 6° posto Nairo Quintana (Team Arkea-Samsic) con un gap di 17′24″, mentre Romain Bardet (Team DSM) sale al 7° posto a 19′02″. Chi perde di più è invece Louis Meintjes (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux), scivolato in 8a piazza a 19′02″ al termine di una crono abbastanza disastrosa (71° a 5′48″). Completano la top ten Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team) a 23′47″ e Adam Yates (INEOS Grenadiers) a 25′43″.

Domani è in programma la classica passerella conclusiva. La 21a tappa, appena 115 km, partirà da La Defense Arena di Nanterre, alle porte di Parigi, e poi condurrà i corridori all’interno della capitale Francese, dove dovranno affrontare per ben 8 volte l’ormai solito circuito cittadino. Il traguardo, posto davanti ai Campi Elisi, darà un’ultima chance ai velocisti, reduci da un’edizione del Tour in cui hanno avuto pochissime occasioni per mettersi in mostra.

Pierpaolo Gnisci

Tris di Wout a Rocamadour

Tris di Wout a Rocamadour (fonte:Getty Images)

23-07-2022

luglio 23, 2022 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il belga Wout Van Aert (Jumbo-Visma) si è imposto nella ventesima tappa, cronometro individuale Lacapelle-Marival -Rocamadour, percorrendo 40.7 Km in 47′59″, alla media di 50.893 Km/h. Ha preceduto di 19″ il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) e di 27″ lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates). Miglior italiano Filippo Ganna ( INEOS Grenadiers), 5° a 42″. Vingegaard è ancora maglia gialla con 3′34″ su Pogacar (UAE Team Emirates) e 8′13″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 31° a 2h05′15″

ETHIAS – TOUR DE WALLONIE

Il francese Julian Alaphilippe (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto nella prima tappa, Temploux – Huy, percorrendo 174.4 Km in 4h06′11″, alla media di 42.505 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo spagnolo Alex Aranburu (Movistar Team) e l’australiano Robert Stannard (Alpecin-Deceuninck). Miglior italiano Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), 6° a 5″. Alaphilippe è il primo leader della classifica con 5″ su Aranburu e 7″ su Stannard. Miglior italiano Rota, 6° a 15″

VISEGRAD 4 KEREKPARVERSENY

Il ceco Adam Toupalik (Elkov-Kasper) si è imposto nella corsa ungherese, Budapest – Pannonhalma, percorrendo 157.3 Km in 3h43′10″, alla media di 42.291 Km/h. Ha preceduto di 15″ l’italiano Thomas Pesenti (Beltrami TSA Tre Colli) e di 22″ l’ungherese Barnabas Peak (Hungary)

VISEGRAD 4 LADIES SLOVAKIA

La tedesca Ricarda Bauernfeind (CANYON//SRAM Generation) si è imposta nella corsa slovacca, circuito di Nová Baňa, percorrendo 90.1 Km in 2h41′40″, alla media di 33.439 Km/h. Ha preceduto di 1′45″ la polacca Dominika Wlodarczyk (ATOM Deweloper Posciellux.pl Wroclaw) e l’italiana Silvia Zanardi (BePink)

GRAND PRIX ERCIYES

L’olandese Jeroen Meijers (Terengganu Polygon Cycling Team) si è imposto nella corsa turca percorrendo 141.2 Km in 3h17′29″, alla media di 42.9 Km/h. Ha preceduto di 56″ l’ucraino Mykhaylo Kononenko (Sakarya BB Pro Team) e di 57″ l’ucraino Oleksandr Prevar (Spor Toto Cycling Team). Nessun italiano in gara.

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LACAPELLE-MARIVAL – ROCAMADOUR

luglio 23, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Seconda e ultima tappa a cronometro per il Tour de France 2022. Alla vigilia della passerella conclusiva di Parigi si dovranno percorrere 41 Km contro il tempo su di un tracciato favorevole agli specialisti sul piano altimetrico, ma le fatiche di un Tour corso a tutta sin dal via di Copenaghen potrebbe costituire per loro un handicap di non poco conto

Ieri a Cahors il francese Christophe Laporte ha interrotto un digiuno di vittorie per i corridori transalpini nella corsa di casa che durava dal 26 giugno dell’anno scorso, quando Julian Alaphilippe si era imposto sul traguardo di Landerneau, prima tappa del Tour 2021. Adesso potrebbe finalmente arrivare l’occasione per un corridore italiano per un successo che ci manca dal 27 luglio del 2019, giorno della vittoria di Vincenzo Nibali a Val Thorens. E quel corridore ha un nome ben preciso: Filippo Ganna. La penultima tappa del Tour sarà, infatti, una cronometro di 41 Km – una distanza, tra l’altro, divenuta poco abituale nelle stagioni più recenti – e il piemontese è una delle eccellenze della specialità, anche se si troverà a fare i conti con due avversari di non poco conto: il belga Wout Van Aert – che gli è arrivato vicinissimo nella crono dell’ultimo Delfinato e lo ha preceduto di poco nella tappa che ha dato il via al Tour sulle strade di Copenaghen – e la fatica accumulata nelle tre settimane di un corsa che mai come quest’anno è stata condotta a fortissima andatura, tutti i giorni. Non è un caso che le cronometro inserite nei finali delle grandi corse a tappe presentino un livellamento dei valori e gli specialisti come Ganna non riescano ad esprimersi al massimo delle loro potenzialità. Il tracciato della crono di Rocamadour, poi, non è proprio così scorrevole come lascerebbe suggerire l’altimetria, quasi costantemente pianeggiante nei primi 35 Km, perchè quel tratto sarà movimentato da un’infinita successione di curve che andranno a comporre un mosaico piuttosto tortuoso e poco adatto alle cilindrate di Ganna e soci. Ci sarà, dunque, la possibilità che i tempi dei migliori siano piuttosto ravvicinati al passaggio dall’ultimo dei due punti di cronometraggio e che la crono si decida negli ultimi 5 Km, i più difficili e meno adatti ad un corridore come Filippo. Nei 5000 metri conclusivi si dovranno, infatti, superare in rapida successione due brevi ascese, prima la pedalabile Côte de Magès (1600 metri al 4.7%) e immediatamente dopo quella più impegnativa dell’Hospitalet (1500 metri al 7.8%), che terminerà a soli 300 metri dal traguardo, alle porte dello pittoresco borgo di Rocamadour.

Il borgo di Rocamadour e l’altimetria della ventesima tappa (siviaggia.it)

Il borgo di Rocamadour e l’altimetria della ventesima tappa (siviaggia.it)

METEO TOUR

Lacapelle-Marival – partenza primo corridore: cielo sereno, 22.9°C, vento debole da NW (7-8 km/h), umidità al 60%
Lacapelle-Marival – partenza maglia gialla: cielo sereno, 26.6°C, vento debole da NW (10-11 km/h), umidità al 56%
Rocamadour – arrivo primo corridore:: cielo sereno, 22.7°C, vento debole da NW (4 km/h), umidità al 47%
Rocamadour – arrivo maglia gialla::cielo sereno, 25.9°C, vento debole da NNW (10-11 km/h), umidità al 58%

GLI ORARI DEL TOUR

12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.05: partenza del primo corridore (Caleb Ewan) da Lacapalle-Marival
14.05: partenza di Filippo Ganna
14.06: partenza di Mattia Cattaneo
14.45: inizio diretta su RAI2
16.16: partenza di Wout Van Aert
16.56: partenza di Geraint Thomas
16.58: partenza di Tadej Pogacar
17.00: partenza di Jonas Vingegaard
17.50: arrivo di Jonas Vingegaard a Rocamadour

RASSEGNA STAMPA

Laporte beffa i velocisti, finisce il digiuno francese. La Jumbo-Visma domina la corsa

Gazzetta dello Sport – Italia

Laporte je jumbovcem pridirkal še eno zmago

Delo – Slovenia

Succesrig livvagt vinder etapen: Alt gjaldt om at få Jonas sikkert i mål

Politiken – Danimarca

Laporte delivers long-awaited home win on stage 19 of Tour de France

The Daily Telegraph – Regno Unito

Laporte sauve l’honneur

L’Équipe – Francia

Laporte alarga la fiesta

AS – Spagna

Snelle overgangsetappe eindigt in nieuwe ritzege voor Jumbo-Visma, Christophe Laporte verrast peloton

Het Nieuwsblad – Belgio

Weer succes Jumbo-Visma in Tour: Laporte wint 19e etappe

De Telegraaf – Paesi Bassi

Laporte erlöst die französischen Fans

Luxemburger Wort – Lussemburgo

Erster Heimsieg: Laporte lässt Frankreich jubeln

Kicker – Germania

Laporte wins Tour Stage 19 and ends drought for France

The Washington Post – USA

Christophe Laporte ganó la etapa 19 del Tour de Francia 2022

El Espectador – Colombia

The day Vingegaard won the Tour

The Sydney Morning Herald (Australia)

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Castelnau-Magnoac – Cahors

1° Franck Bonnamour
2° Albert Torres a 11′08″
3° Taco van der Hoorn s.t.
4° Pierre Rolland s.t.
5° Chris Hamilton s.t.

Miglior italiano: Giulio Ciccone, 23° a 13′57″

Classifica generale

1° Caleb Ewan
2° Albert Torres a 3′49″
3° Reinardt Janse Van Rensburg a 6′22″
4° Frederik Frison a 10′20″
5° Amund Grøndahl Jansen a 11′01″

Miglior italiano Luca Mozzato, 34° a 1h21′33″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Abbiamo visto di tutti”
Pasqualon: “Bisogna prendere la testa a 5-6 Km dall’arrivo”
Garzelli: “Impostazione della testa della gestione di corsa”
Pancani: “Sei mesi fa, quando siamo partiti da Copenaghen” (il Tour dura tre settimane)
Garzelli: “Trenta chilometri il vantaggio dei tre”
Garzelli: “Le rotonde sono tanti”
Garzelli: “Fantastici il lavoro fatto dai compagni di Laporte”
Garzelli: “6 watt per chilo erano numeri molto dubbiosi”
Garzelli: “Si fa voler bene dall’interno del gruppo”
Televideo: “Rocamadours” (Rocamadour)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992

Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

19a TAPPA: TOURS – BLOIS (cronometro individuale, 64 Km) – 24 LUGLIO 1992

INDURAIN, SEMPRE LUI. MA BUGNO RIEMERGE
Tour: dopo la cronometro l’italiano è terzo
Chiappucci: “Non è riuscito a doppiarmi” – L’iridato supera Hampsten e Lino

22-07-2022

luglio 22, 2022 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il francese Christophe Laporte (Jumbo-Visma) si è imposto nella diciannovesima tappa, Castelnau-Magnoac – Cahors, percorrendo 188.3 Km in 3h52′04″, alla media di 48.684 Km/h. Ha preceduto di 1″ il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e l’italiano Alberto Dainese (Team DSM). Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 3′21″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 8′00″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 31° a 2h01′40″

LAPORTE SORPRENDE I VELOCISTI PURI E TRIONFA A CAHORS. VINGEGAARD RESTA IN GIALLO.

luglio 22, 2022 by Redazione  
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A Cahors in un arrivo concitato in costante salita, Christophe Laporte (Team Jumbo Visma) è abile a partire in contropiede all’ultimo km ed a tenere un vantaggio che gli consente di ottenere la prima vittoria francese al Tour 2022. Sorpreso Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix), favorito di giornata, che deve accontentarsi della piazza d’onore. Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) conserva la maglia gialla.

Il Tour si avvia alla conclusione dopo lo spettacolo offerto dai ciclisti sui Pirenei con l’attacco decisivo di Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) che ha ipotecato la maglia gialla ad Hautacam. Oggi è in programma la diciannovesima tappa da Castelnau-Magnoac a Cahors di quasi 190 km in cui sono presenti due semplici GPM negli ultimi 50 km. Le squadre dei velocisti avranno il compito di tenere chiusa la corsa e di preparare i propri capitani al quarto arrivo in volata del Tour 2022. Dopo la partenza si formava subito la fuga di giornata grazie all’azione di cinque ciclisti: Nils Politt (Team BORA Hansgrohe), Mikkel Honoré (Team Quick Step Alpha Vinyl), Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Quinn Simmons (Team Trek Segafredo). Simmons vinceva il traguardo volante di Auch posto al km 38.4, dopo che la corsa era stata interrotta per alcuni minuti in seguito alla protesta di alcuni lavoratori che avevano bloccato la strada. Politt si rialzava facendosi riprendere dal gruppo maglia gialla, che non concedeva molto vantaggio ai quattro ciclisti in testa alla corsa. Infatti nei primi 100 km di corsa il vantaggio della fuga non superava mai il minuto e mezzo. In testa al gruppo si alternavano gli uomini di TotalEnergies, Lotto Soudal, Alpecin Fenix, DSM e BikeExchange Jayco. Mohoric era il primo a scollinare sulla Côte de la cité médiévale de Lauzerte, posta al km 135.7. Lo sloveno trainava con sé Simmons, mentre Honoré e Van der Hoorn restavano attardati e venivano ripresi dal gruppo maglia gialla a 47 km dall’arrivo. Simmons staccava a sua volta Mohoric e restava da solo in testa alla corsa. A 42 km dall’arrivo una foratura costringeva Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) a fermarsi a bordo strada ed a cambiare bici. Lo sloveno rientrava in breve tempo in gruppo scortato da un paio di compagni di squadra. Simmons scollinava per primo sulla Côte de Saint-Daunès, seconda ed ultima asperità di giornata posta al km 152.6. Il ciclista veniva ripreso subito dopo lo scollinamento, quando mancavano 35 km alla conclusione. Ripartiva un nuovo tentativo d’attacco con Alexis Gougeard (Team B&B Hotels KTM), Jasper Stuyven (Team Trek Segafredo) e Fred Wright (Team Bahrain Victorious). A 28 km dal termine il vantaggio del terzetto sul gruppo maglia gialla era di 30 secondi. Il vantaggio restava invariato a 20 km dall’arrivo, con Lotto Soudal e TotalEnergies che aumentavano l’andatura allungando il gruppo maglia gialla. A 10 km dalla conclusione il vantaggio di Wright, Stuyven e Gougeard era sceso a 20 secondi. In testa al gruppo erano arrivati anche uomini del Team BikeExchange Jayco e del Team Quick Step Alpha Vinyl per dar man forte all’inseguimento. Wout van Aert (Team Jumbo Visma) era spesso nelle primissime posizioni per condurre al meglio la maglia gialla Vingegaard. Sotto lo striscione dell’ultimo km i tre fuggitivi venivano ripresi dal gruppo, nel quale non c’era una squadra numericamente forte che tenesse l’alta l’andatura. E così ne approfittava Chritophe Laporte (team Jumbo Visma), che con uno scatto secco prendeva un vantaggio tale da non essere più ripreso sulla strada che tendeva costantemente in salita. Il francese giungeva praticamente solo sul traguardo di Cahors, mentre alle sue spalle si piazzava in seconda posizione Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix) ad un secondo di riterdo, con Alberto Dainese (Team DSM) terzo. Chiudevano la top five Florian Senechal (Team Quick Step Alpha Vinyl) in quarta posizione e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) in quinta posizione. Laporte vince la sua prima tappa al Tour ed è anche il primo francese a vincere una tappa dell’edizione 2022. In classifica generale Vingegaard controlla la situazione, pur perdendo 5 secondi su Pogacar, che resta secondo a 3 minuti e 21 secondi di ritardo dal danese. Domani è in programma la penultima tappa, la cronometro individuale da Lacapelle Marival a Rocamadour, di 40 km e 700 metri. A meno di clamorose sorprese, si lotterà soltanto per le posizioni di rincalzo della classifica generale, visto che il podio sembra ormai cosa fatta. A Vingegaard basterà controllare prima di godersi la vittoria finale sugli Champs Elysées.

Antonio Scarfone

Christophe Laporte vince a Cahors (foto: Getty Images)

Christophe Laporte vince a Cahors (foto: Getty Images)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CASTELNAU-MAGNOAC – CAHORS

luglio 22, 2022 by Redazione  
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Lasciatesi alle spalle le ultime montagne il Tour prende la direzione di Parigi con tappa lunga quasi 190 Km che, a veder l’altimetria, sembrerebbe destinata ad un arrivo allo sprint. Ma, come successo lo scorso anno nella molto simile frazione di Libourne, un gruppo decisamente più stanco del solito potrebbe lasciar carta bianca agli uomini della fuga

Sulla carta la terzultima tappa del Tour 2022 sembra una tranquilla frazione destinata ai velocisti. Di salite ce ne sono un paio, abbastanza facili, piazzate tra i meno 53 e i meno 36 km al traguardo e tale distanza non turba di certo il sonno ai velocisti, per qualcuno dei quali potrebbe però risultare un boccone difficile da digerire la meno pendente rampetta che caratterizza il chilometro finale nel centro di Cahors, la cui inclinazione media è del 2.3%. In condizioni normali questa sarebbe, dunque, una tappa da volata a gruppo sfilacciato, con uno spiraglio aperto ai finisseur, ma qui ci troviamo in una situazione particolare, all’uscita dall’impegnativa tre giorni pirenaica e a gli sgoccioli di un Tour di tre settimane che quest’anno è stato selettivo anche per il gran caldo, per il fatto che si sta andando a tutta sin dalla partenza di Copenaghen e per lo stress indotto dalla pandemia, con la variante Omicron che ha costretto al ritiro diversi corridori. L’anno scorso – in condizioni forse un pelo più clementi – nella stessa collocazione temporale della tappa odierna si era disputata la frazione di Libourne, altimetricamente più gestibile dalla parte delle squadre degli sprinter (le salite erano simili ma molto più lontane dall’arrivo, il traguardo era al termine di un tratto conclusivo pianeggiante), ma le energie profuse fin lì non permisero loro di trovare le forze sufficienti a contrastare la fuga di giornata, che arrivò fino al traguardo con vantaggio “monstre” di 20 minuti, uno scenario che ha ottime probabilità di ripetersi anche in quel di Cahors.

Il Pont Valentré a Cahors e l’altimetria della diciannovesima tappa (peapix.com)

Il Pont Valentré a Cahors e l’altimetria della diciannovesima tappa (peapix.com)

METEO TOUR

Castelnau-Magnoac: poco nuvoloso, 27.9°C (percepiti 30°C), vento moderato da WNW (18-21 km/h), umidità al 63%
Auch (traguardo volante – 38.1 Km): poco nuvoloso, 30°C (percepiti 32°C), vento moderato da WNW (18-21 km/h), umidità al 55%
Cahors : sole e caldo, 32.9°C (percepiti 34°C), vento moderato da WNW (15-17 km/h), umidità al 41%

GLI ORARI DEL TOUR

12.55: inizio diretta su Eurosport1
13.10: partenza da Castelnau-Magnoac
14.00-14.05: traguardo volante di Auch
14.45: inizio diretta su RAI2
16.05-16.25: GPM della Côte de la Cité médiévale de Lauzerte
16.30-16.50: GMP della Côte de Saint-Daunès
17.15-17.40: arrivo a Cahors

RASSEGNA STAMPA

Vingegaard trionfa a Hautacam e ipoteca il Tour. E che fair-play con Pogacar: lo aspetta dopo una caduta!

Gazzetta dello Sport – Italia

Pogačar petkrat napadel, na koncu mu je zmanjkalo moči

Delo – Slovenia

Fænomenale Vingegaard fuldender forrygende ridt med at styrke sit herredømme, udvise storhed og erobre bjergtrøjen

Politiken – Danimarca

Vingegaard wins stage 18 to all but seal Tour title after Pogacar crash drama

The Daily Telegraph – Regno Unito

Vingegaard écrase le Tour

L’Équipe – Francia

Vingegaard sentencia el Tour

AS – Spagna

Pogacar gaat strijdend ten onder, Vingegaard zet orgelpunt met ritwinst op Hautacam

Het Nieuwsblad – Belgio

Vingegaard trekt Tour naar zich toe na machtsvertoon Jumbo-Visma

De Telegraaf – Paesi Bassi

Jonas Vingegaard sorgt für Vorentscheidung

Luxemburger Wort – Lussemburgo

Vingegaard steht vor Gesamtsieg und entreißt Geschke das Bergtrikot

Kicker – Germania

Датчанин Вингегор выиграл 18-й этап «Тур де Франс»

Sport Express – Russia

Vingegaard all but clinches Tour de France with win in Pyrenees

The Globe and Mail – Canada

Jonas Vingegaard drops Pogacar in final Tour mountain test

The Washington Post – USA

El Tour de Francia dijo adiós a la montaña con victoria de Jonas Vingegaard – Erviti, Froome y Caruso dieron positivo al covid-19 y abandonaron el Tour de Francia

El Espectador – Colombia

Vingegaard lets champion catch up after crash but still takes Tour’s final climb

The Sydney Morning Herald (Australia)

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Lourdes – Hautacam

1° Jérémy Lecroq
2° Yves Lampaert s.t.
3° Mattia Cattaneo s.t.
4° Fabio Jakobsen s.t.
5° Florian Sénéchal s.t.

Classifica generale

1° Caleb Ewan
2° Reinardt Janse Van Rensburg a 7′09″
3° Frederik Frison a 12′45″
4° Albert Torres a 14′35″
5° Fabio Jakobsen a 19′55″

Miglior italiano Alberto Daniese, 36° a 1h24′21″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Froome il 21 luglio 1913 vinse il suo primo Tour de France” (2013)
Rizzato: “Ciccone si volta per vedere se Pinot lo segua”
Rizzato: “La presenzia di Giulio Ciccone”
Rizzato: “Gruppo che è rimasto di una venticinque di corridori”
Rizzato: “Questo è l’occhio dell’elicottero che spazia”
Garzelli: “Le accelerate di Pogacar vengono risposte con sempre seduto”
Rizzato: “Il quarto quinto della classifica generale”
Garzelli: “Un grande colpo di pedala”
Rizzato: “Immagino cosa stia passando sotto il casco del corridore francese”
Garzelli: “Questa ultima saluta”
Rizzato: “Compagno di scadra”

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992

Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

18a TAPPA: MONTLUÇON – TOURS (212 Km) – 23 LUGLIO 1992

BUGNO LANCIA L’ULTIMA SFIDA
Il grande sconfitto del Tour cerca nella crono di conquistare almeno il terzo posto
“Roba da piangere, ma non mi resta altro” – A Tour successo in volata del francese Marie – Hampsten e Lino davanti a Gianni

DELIRIO WOUTACAM: VINGEGAARD, VISMA, VINCIAMO. TUTTO.

luglio 22, 2022 by Redazione  
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Giochiamo di sigle, WVA è l’MVP di questo Tour de France. Nel tappone pirenaico, Pogacar ci prova a fondo, ma Van Aert lo stacca in salita e lancia Vingegaard. Tappa in cascina, e – salvo incidenti – maglia verde matematica per Wout, gialla e a pois per Vingegaard. Saluti e baci!

Jumbo-Visma, l’alveare meccanico. Gialloneri a orologeria in una tappa degna di un film di Christopher Nolan per il thrilling ma soprattutto per gli incastri temporali. Il ciclismo è spesso così: sullo stesso spazio lineare si sparpagliano ciclisti le cui linee narrative divergono e poi convergono in accordo alle diverse velocità relative, con tutta una combinatoria di incroci o rovesciamenti. Insomma, per capirci, si va dal banale “due tappe in una” in cui il gruppo si divide in una corposa fuga, che si giocherà la tappa, mentre poco più tardi sullo stesso traguardo si possono dar battaglia i migliori della classifica generale (che arrivano “dopo” ma di solito sono e restano “davanti” in classifica); fino a ogni sorta di complicata strategia per cui un corridore va in avanscoperta magari a raccogliere punti su un traguardo volante, o perfino per aiutare un altro compagno pure lui in fuga; poi rallenta e viene raggiunto dai migliori, e quindi dà il suo contributo accelerando di nuovo; e magari di seguito si stacca, ma per riportare infine con un’ultima trenata un altro capitano attardato verso il gruppo principale.
Ecco, i Jumbo-Visma nella tappa odierna sono andati ancora più in là, forse piccati dall’impennata di orgoglio con cui ieri McNulty aveva fatto piazza pulita del gruppo quasi da solo per il proprio capitano Pogacar. Niente scherzi, si devono essere detti nel bus della squadra. Oggi lo spazio e il tempo li pieghiamo ai nostri comodi, punto e a capo. E il punto, nonché il capo, o se vogliamo l’X-man (CX-man in questo caso) con il superpotere di schiacciare la serpeggiante strada pirenaica come una lattina di Coca Cola testé scolata, traforandola quindi a piacimento, risponde ovviamente al nome di Wout Van Aert. Troppo. Oltre.
Ma prima di parlare di Van Aert, prendiamo l’esempio di Benoot. Entra nel fugone che si forma solo in salita, sull’Aubisque, dopo una sterile ma sofferta ora e passa di lotta all’arma bianca sul filo dei 50 km/h in cui la fuga non riusciva a venire alla luce. Lavora per supportare la fuga e lanciare Van Aert in testa alla corsa, poi cede sul penultimo GPM. Quando da dietro su impulso di Pogacar il gruppo dei migliori lo passa, non si perde d’animo. Si ritrova con Kuss, pure lui staccato da Pogacar sulla penultima ascesa e lo riporta sotto nel corso della discesa e avvicinamento al finale di Hautacam. Dopodiché tira per i primi due km dell’Hautacam stesso, prima di cedere quest’onere a Kuss, da lui appunto riportato dentro. Ascensori spaziotemporali.
Wout Van Aert ci regala invece una quasi perfetta struttura ad anello, altro modulo caro a Nolan. L’istantanea del km zero con la bandiera del via appena calata lo vede già tre metri avanti a tutto il resto. In fuga dal primo secondo, senza voltarsi. Poi, come detto, la fuga non va fino all’Aubisque, ma Wout ci sarà. C’è sempre.
Nella fuga finisce quasi un quarto del gruppo, perché tutti cercano il varco cronologico in cui infilarsi per strappare se non la vittoria di tappa, almeno una giocata d’anticipo con cui scalare qualche posto in classifica generale, oppure, come Geschke, quella decina di punticini con cui confermare la maglia a pois (per la cronaca, il barbuto tedesco finisce in lacrime perché vincendo la tappa e il corrispondente arrivo in salita Hors Categorie, Vingegaard gli sfila in extremis la maglia per una manciata di punti). Segnaliamo Ciccone che ben supportato dalla sua Trek con Mollema prova a portarsi via lui la classifica di miglior scalatore, missione ben cominciata sull’Aubisque, poi spazzata via dalla montante marea Pogacar e Jumbo sui due restanti GPM. Merita una nota di merito anche Meintjes, che si muove un po’ più tardi, sospeso fra gruppo e fuga, e a lungo lì oscilla, particella quantica di natura ignota che confonde spettatori e regia non appena l’entità “gruppo dei migliori” e quella “fuga” collassano, si intersecano, si rifrangano. Tenendo duro getta le basi per un potenziale quinto posto finale (a un certo punto lo si vede solo soletto sul penultimo colle, che regge la ruota per qualche centinaio di metri dei due scatenatissimi Pogacar e Vingegaard). E indichiamo anche Pinot, Dani Martínez e Lutsenko in quanto si rivelano i più coriacei di tutti da un lato nel tenere le ruote, in fuga, di un bombastico Van Aert, e poi, nel caso di Lutsenko, per aggrapparsi a un piazzamento di tappa che si traduce in top-10 finale, puro oro per un’Astana disperatamente bisognosa di punti UCI.
Curioso il nastro temporale di un Vlasov, che non va in fuga, anzi si stacca presto dal gruppo dei migliori, ma poi anche aiutato dai suoi gregari insegue e insegue e insegue, risale il fiume del tempo controcorrente scavalcando così gli altri residui di fuga, o di gruppo principale, che il vento cosmico generato dai fenomeni là davanti spazza verso l’indietro. Pure lui, come e più di Mentjes, fiuta una potenziale classifica in top-5 dopo la crono. Anche Gaudu si stacca prestino dai migliori, molto prima di un Thomas per dire, ancora una volta l’ultimo a cedere; ma poi, in questo spaziotempo che si apre e chiude a fisarmonica riprende l’inglese, lo stacca, ne viene di nuovo staccato, e alla fine i due convergono a meno di 5 secondi di distanza. Thomas che, diciamolo a suo onore, è l’unico essere umano a sopravanzare con un allungo il cursore temporale in accelerazione irrefrenabile rappresentato dal duo dei migliori, Pogacar e Vingegaard. Durerà poco, il ghiribizzo di una particella instabile.
Eppure questa infinità di storie, vicende, sottotrame, si comprime e condensa quasi in un nulla quando Pogacar innesca sull’inedito colle di Spandelles il suo ultimo tentativo di invertire il destino e il distacco in classifica generale. Accelerazione del team, e poi, via, velocità smodata, attacchi, e scatti, e attacchi. Non regge nessuno tranne l’ombra gialla del leader, Vingegaard, ormai seconda pelle dello sloveno. Spettacolo puro. Forse qualcuno rimpiangerà in Pogacar il non aver fatto ricorso al pantaniano “o salta lui o salto io”. Pogacar spara forte, poi quando l’altro risponde allunga un po’, ma senza mantenere il gas indefinitamente aperto (l’aveva fatto un po’ di più, e pagandolo appunto carissimo, in quel del Galibier, quando in giallo c’era lui). Di questi tempi il gas indefinitamente aperto è proprio meglio non lasciarlo, c’è aria di penuria, e così anche al Tour, in realtà. La vittoria di ieri di Pogacar di fatto era in realtà una resa a metà. Ricordiamo però anche che l’esplosività è dove Pogacar si è visto comunque superiore a Vingegaard, dunque forse non è così assurdo provare a porre la sfida su quel terreno, piuttosto che non su un ritmo infernale che si vorrebbe infinito ma che una fine deve averla per forza, prima o poi.
La sfida resta appassionante, con i tipici riavvicinamenti da dietro quando il duello diventa di nervi. E, a proposito di nervi, una volta scollinato Spandelles la discesa ghiaiosa li mette a dura prova. Pogacar forza, Vingegaard quasi va per terra ma si salva con un equilibrismo a gamba tesa, e poi per terra Pogacar ci finisce lui, fra l’altro dopo un salvataggio a propria volta acrobatico, cui segue però un incoccio della ruota col limite fra asfalto e fuoristrada. Coscia sbucciata, mani spellate, ma in un secondo lo sloveno è di nuovo in sella. Davanti, Vingegaard lo attende apertamente. E Pogacar gli offre una bella stretta di mano con cui si salda la tregua in quanto resta di intermezzo prima dell’ultima leggendaria salita ad Hautacam, che Nibali ha lasciato negli occhi degli italiani e il danese Riis in quelli di tutto il mondo.
Tutto pare rientrare nella normalità, l’universo si riordina con il rientro da dietro di vari atleti in attesa della prossima accelerazione. Vingegaard schiera i suoi Jumbo-Visma di nuovo presenti: come spiegato sopra, ecco Benoot, e poi ecco Kuss. Scrematura, carneficina, sono di nuovo i magnifici due col gregario a tirarli. Ma ecco il fattore X a piombare nella “normalità” come un meteorite e a sconvolgerla alla radice. Lì davanti si intravvede… Wout Van Aert. Sì, il mostro belga aveva schiodato di ruota tutti gli avversari e compagni di fuga, per quanto scalatori di prima fila, addio Pinot, addio Dani Martínez, ed era ancora in testa da solo. I migliori ora lo riprendono.
Siamo alla chisura della struttura ad anello. Ouroboros, la testa del serpente morde la cola. Kuss profonde un ultimo estremo sforzo per riprendere Wout e, mentre tutti immaginano che il fuggitivo venga superato e lasciato indietro come ogni suo predecessore, accade invece l’impensabile: Kuss esausto fa cenno a Van Aert di mettersi a tirare, ed è lo statunitense a cedere.
Wout Van Aert, la maglia verde, lo sprinter, l’uomo da pavé, dopo quattro ore in fuga e quasi quattromila metri di dislivello, prende il comando davanti agli unici superstiti, Pogacar e Vingegaard. Maglia verde, maglia gialla, maglia bianca. In fila. Poi il vuoto.
E Van Aert accelera, e accelera. E scatta. E stacca. Stacca Pogacar.
Se ne vanno i due Jumbo, il meccanismo perfetto si chiude secco. Ci mancherebbe solo che facciano assieme gli ultimi 4 km e che il danese omaggi con la tappa il belga (che così avrebbe preso lui la maglia a pois!), ma non esageriamo. Lo sforzo ha fatto scoppiare Wout, mentre dietro Pogacar non è scoppiato del tutto come invece sul Granon, e va dunque ancora eliminato, certo senza più il fastidio di doverlo levare di ruota, che spesso è il difficile. Vingegaard si regala allora, e ci regala, i 4 km finali di Hautacam più veloci di tutti i tempi, più veloci anche di quelli del compatriota Riis (ma fin a quel punto si era andati un paio di minutini più lenti che Riis…). La freschezza, gli sforzi risparmiati, si traducono in un finale folgorante, mentre Pogacar transita semplicemente la propria consapevolezza di essere stato battuto, e supera Van Aert senza degnarlo di chissà che sguardi (tutta amicizia invece con Vingegaard, in cima). Vingegaard è primo, vittoria di tappa in giallo per le foto, bacetto romantico di celebrazione, maglia a pois, e Tour in cascina salvo sciagure. Pogacar è secondo, incassa un minutino, con ieri tre tappe in saccoccia, miglior giovane comunque (il secondo è il fenomeno Pidcock a 50 minuti, il terzo è il fenomeno McNulty a un’ora e venti). Van Aert è terzo a un altro minutino, dopo una giornata campale come poche se ne sono viste. E a un ulteriore minuto arriva il quarto di oggi e terzo a Parigi, Geraint Thomas – distacco nella generale, sulla decina di minuti per lui e altri tre, poi si parla di 15-20’. Con venti minuti di distacco sei in top-10, con tre quarti d’ora in top-15, il ventesimo è più di un’ora dietro. In questo Tour, decisamente, la misura intuitiva del tempo umano è travolta da quella di alcuni fenomeni stellari.

Gabriele Bugada

Vingegaard spiana la salita di Hautacam (Getty Images)

Vingegaard spiana la salita di Hautacam (Getty Images)

21-07-2022

luglio 21, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si è imposto nella diciottesima tappa, Lourdes – Hautacam, percorrendo 143.2 Km in 3h59′50″, alla media di 35.825 Km/h. Ha preceduto di 1′04″ lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e di 2′10″ il belga Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 31° a 15′44″. Vingegaard è ancora maglia gialla con 3′26″ su Pogacar e 8′00″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Velasco, 32° a 2h01′40″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LOURDES – HAUTACAM

luglio 21, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

L’ultima occasione in montagna per Pogacar per tentare di ribaltare il verdetto del Col du Granon è proposta allo sloveno dal tappone di Hautacam. L’arrivo in salita che vide vittorioso Nibali nel 2014 sarà affrontato al termine di una frazione che proporrà in precedenza il mitico Aubisque e un colle che sarà affrontato per la prima volta nella storia al Tour, lo Spandelles.

Anche l’ultima tappa di montagna va a pescare nel passato del Tour ma stavolta ci sarà spazio per una novità, una primizia succulenta anche se non assoluta. Nel 2012 alla Route du Sud (corsa che da qualche stagione ha mutato il suo nome in Route d’Occitanie) era stata proposta per la prima (e finora unica) volta in una gara professionistica l’impegnativo Col de Spandelles, 10 Km all’8.3% ancor più selettivi di quel che lasciano intendere i suoi numeri perchè caratterizzati da una sede stradale molto ristretta – anche sul versante della discesa – che metterà in fila i corridori e darà non pochi problemi anche alle ammiraglie al seguito. I corridori l’affronteranno a 33 Km dall’arrivo, stretto tra l’incudine del Col d’Aubisque (16.4 Km al 7.1%) – altro valico che, come l’Aspin scalato ieri, debuttò nel lontano 1910 – e il martello dell’ascesa finale verso Hautacam, 13.6 Km al 7.8% che hanno fatto per la prima volta la comparsa nell’edizione del 1994 e che sono stati affrontati l’ultima volta nel 2014, quando lassù Vincenzo Nibali ottenne la sua quarta e ultima vittoria di tappa nell’edizione che vinse con più di 7 minuti sul secondo classificato, il francese Jean-Christophe Péraud. Tornando alla tappa del 2022, con questi numeri anche un corridore come Vingegaard non dovrà troppo crogiolarsi nella sua “botte di ferro” di classifica perché un clamoroso ribaltone è sempre possibile.

In salita verso Hautacam e l’altimetria della diciottesima tappa (pyreneescyclinglodge.com)

In salita verso Hautacam e l’altimetria della diciottesima tappa (pyreneescyclinglodge.com)

METEO TOUR

Lourdes : cielo sereno, 27.9°C (percepiti 30°C), vento moderato da ENE (10 km/h), umidità al 64%
Gourette (72.1 Km): cielo sereno, 26.7°C, vento debole da SSW (10-16 km/h), umidità al 44%
Argelès-Gazost (124.4 Km): cielo sereno, 28.4°C (percepiti 31°C), vento debole da WNW (4-8 km/h), umidità al 67%
Hautacam : previsioni non disponibili

GLI ORARI DEL TOUR

13.20: inizio diretta su Eurosport1
13.40: partenza da Lourdes
14.45: inizio diretta su RAI2
15.00-15.10: traguardo volante di Laruns e inizio salita Col d’Aubisque
15.40-15.55: GPM del Col d’Aubisque
16.05-16.25: inizio salita Col de Spandelles
16.30-16.55: GPM del Col de Spandelles
16.50-17.20: inizio salita finale
17.25-17.55: arrivo ad Hautacam

RASSEGNA STAMPA

Pogacar attacca e regala il tris, Vingegaard difende la maglia gialla

Gazzetta dello Sport – Italia

Pogačar je zmagal, a pridobil le 4 sekunde proti rumeni majici

Delo – Slovenia

Vingegaard leverer ny storslået opvisning, og nu venter bjerget, hvor Riis triumferede

Politiken – Danimarca

Pogacar pips Vingegaard to stage as Thomas loses time

The Daily Telegraph – Regno Unito

Pogacar gagne l’étape, Vingegaard solide leader

L’Équipe – Francia

Vingegaard es una lapa

AS – Spagna

Pogacar komt na ritzege in Tour niet veel dichter bij Vingegaard, maar blijft optimistisch: “Ik kan de Tour nog steeds winnen”

Het Nieuwsblad – Belgio

Pogacar verslaat Vingegaard in directe confrontatie

De Telegraaf – Paesi Bassi

Angeschlagener Geniets kämpft sich ins Ziel

Luxemburger Wort – Lussemburgo

Kampf der Tour-Giganten: Pogacar ringt im Bergsprint Vingegaard nieder

Kicker – Germania

Словенец Погачар выиграл 17-й этап «Тур де Франс»

Sport Express – Russia

Pogacar wins Stage 17, Vingegaard moves closer to Tour title

The Globe and Mail (Canada)

Tadej Pogacar se quedó con la etapa 17 del Tour de Francia

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Saint-Gaudens – Peyragudes

1° Fabio Jakobsen
2° Taco van der Hoorn a 3′47″
3° Kevin Geniets s.t.
4° Dylan Groenewegen a 3′53″
5° Maciej Bodnar a 3′55″

Miglior italiano Alberto Dainese, 28° a 7′56″

Classifica generale

1° Caleb Ewan
2° Reinardt Janse Van Rensburg a 6′48″
3° Frederik Frison a 12′51″
4° Albert Torres a 17′01″
5° Fabio Jakobsen a 22′36″

Miglior italiano Luca Mozzato, 35° a 1h24′57″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Garzelli: “Le discese dei Pirenei spesso gestiscono questo tipo di corsa”
Rizzato: “Vingegaard ha fatto sorpresa l’anno scorso”
Rizzato: “Questi sono i freni a disco che frenano in questi tornanti” (commentando lo stridore dei freni delle auto in discesa)
Rizzato: “Uno ha l’aria più scanzionata”
Garzelli: “Terribile rampa finala”
Rizzato: “Sono staccati di 3 minuti rispetto al podio di Geraint Thomas”

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1992

Sono passati 30 anni dall’impresa di Claudio Chiappucci al Tour del 1992. Riviviamo quell’edizione della corsa francese attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

17a TAPPA: LA BOURBOULE – MONTLUÇON (189 Km) – 22 LUGLIO 1992

CHIAPPUCCI DEVE FARE L’INDURAIN
Al Tour scaramucce tra i big, ma alla fine vince per distacco il francese Colotti
L’azzurro annulla una strana fuga dello spagnolo – Il gruppo a 16’

POGACAR: UNA VITTORIA CHE SA DI RESA

luglio 20, 2022 by Redazione  
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Pogacar conquista il primo tappone pirenaico con una condotta di gara che è sembrata improntata più a conquistare il successo parziale che a mettere in difficoltà il corridore in maglia gialla.Grande lavoro di McNulty che ha sfiancato tutti gli uomini di classifica ed ha permesso a Pogacar e, di riflesso anche a Vingegaard, di distanziare Thomas

Il ciclismo è uno sport spietato, uno sport in cui tutti aspettano di vedere l’avversario in difficoltà per attaccarlo e rigirare il coltello nella piaga, uno sport in cui le rampe della strada che si impennano verso luoghi meravigliosi e incantati sembrano respingerti, le montagne, che tante volte ti sono state alleate, all’improvviso sembrano imprigionarti.
Il ciclismo è lo sport dei duelli, delle sfide epiche a viso aperto.
Il ciclismo però è anche lo sport dei tatticismi, dei calcoli, degli obiettivi e del realismo e allora, a volte, ci si rende conto che la battaglia è difficile, che la vittoria finale è ancor più ardua da conquistare della più arcigna delle salite.
Nella tappa di oggi la UAE, con la sua condotta di gara, ha dato la netta impressione di aver preso in considerazione il lato meno romantico e più pragmatico del ciclismo e abbia deciso di puntare decisamente alla vittoria di tappa.
Gli UAE, orfani anche di Maijka (vittima di un problema muscolare) e ridotti al lumicino, hanno sfruttato un grandissimo McNulty per impostare un attacco vero, che ha fatto fuori tutti i vari uomini di classifica ma che, all’evidenza, non era tale da distanziare la maglia gialla, salvo ovviamente una crisi inaspettata.
La maglia bianca, dal canto suo, eccetto un effimero scatto in cima al GPM del Col de Val Louron, ovviamente velleitario, non ha mai provato ad attaccare il leader della generale, affidandosi al ritmo di Mc Nulty che comunque ha mandato Thomas ad oltre 2 minuti. Pogacar sa perfettamente di avere uno spunto veloce migliore del suo avversario danese e ha sfruttato quello per vincere la tappa.
Tutta la condotta di gara ovvero la fuga tenuta a tiro, i mancati tentativi di affondo, l’affidarsi all’ottimo gregario fino al finale e anche il rallentamento per innescare un tentativo di allungo di Vingegaard per prendergli la ruota è stata improntata alla vittoria di tappa, piuttosto che all’attacco alla maglia gialla.
Per questo motivo questa vittoria dà un po’ l’impressione che Pogacar cominci a considerare eccessivamente difficile ricuperare gli oltre 2 minuti che lo separano dalla prima posizione in generale e che cerchi quindi di virare su altri obiettivi, pure prestigiosi, ma certo differenti da quelli con i quali si era presentato ai nastri di partenza della Grande Boucle.
Ovviamente, nella tappa di domani, Pogacar potrà provare ad attaccare nuovamente e in caso di difficoltà dell’avversario ad affondare il colpo, ma quello che ha fatto oggi porta a pensare che per ora stia seguendo il cosiddetto “piano B”.
La partenza è a tutta e la fuga non riesce a formarsi sino alle prime rampe del Col d’Aspin, dove Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan) e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) vanno a porre fine ad un improbabile tentativo di Guillaume Boivin (Israel-Premier Tech) e Owain Doull (EF Education-EasyPost).
Alle spalle della coppia di testa si forma un drappello composto da Patrick Konrad (Bora-hansgrohe), Gregor Mühlberger, Carlos Verona (Movistar), Christopher Hamilton, Andreas Leknessund (Team DSM), Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), Pierre-Luc Perichon, Simon Geschke (Cofidis), Dylan van Baarle (Ineos Grenadiers), Quinn Simmons, Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange-Jayco), Dylan Teuns (Bahrain Victorious) e Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty-Gobert), i quali scollinano l’Aspin con un ritardo di trenta secondi.
Dietro provano ad avvantaggiarsi Bob Jungels (Ag2r Citroen), Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) e Romain Bardet (Team DSM), desideroso di riscatto dopo la débâcle di ieri. I tre si riportano sui contrattaccanti mentre in gruppo Pogacar mette davanti Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates), che impone un ritmo che manda in crisi diversi uomini, alcuni dei quali rientreranno in discesa.
Sul Col de Val Louron i contrattaccanti si riportano sui battistrada mentre in gruppo il ritmo di Bjerg spopola il plotone. La vera svolta arriva quando in testa si pone Brandon Mc Nulty. I fuggitivi non hanno scampo e vengono ripresi uno a uno, mentre molti uomini di classifica soffrono. David Gaudu Groupama-FDJ), Enric Mas (Movistar), Louis Meintjes (Intermarché-Wanty-Gobert), Aleksandr Vlasov (Bora-hasngrohe) e Nairo Quintana (Arkea-Samsic) formano un gruppo alle spalle dei primi tre della generale, che sono in compagnia di McNulty e Kuss.
L’ottimo statunitense della Jumbo, che ieri aveva sfoderato una prestazione monumentale impedendo a Pogacar di attaccare la maglia gialla, oggi non ne ha e deve lasciare la compagnia dei battistrada, imitato poco dopo da Geraint Thomas, che cerca come al solito di salvarsi con la regolarità (ma oggi è durissima senza alcun aiuto).
Quello di McNulty è comunque un attacco vero perché davanti rimangono in tre, dietro di lui rimangono solo i primi due della generale.
Il vantaggio dei tre continua ad aumentare e neppure l’arrivo di Bardet riesce a risollevare le sorti di Thomas che, nel finale, staccherà il francese.
McNulty affronta davanti anche la salita finale e, a giudicare da quanto si è visto, forse sarebbe stato anche in grado di vincere la tappa se non avesse dovuto lavorare per il capitano.
Sul rampone finale Pogacar si porta in testa ma non forza; ci prova allora Vingegaard ad avvantaggiarsi, ma Pogacar gli prende la ruota e fa valere le sue doti in volata, certamente superiori rispetto a quelle del danase.
Thomas giunge a 2′07″, Bardet a 2′38″ e tutti gli altri big accusano ritardi superiori ai 3 minuti.
Ora Thomas è a distanza di sicurezza dai due, ma può sorridere perché ora Quintana è meno minaccioso per il podio.
La tappa di domani presenta salite più dure rispetto a quella di oggi e l’Aubisque è adatto ad aprire le danze.
Certamente, se Pogacar vedrà uno spiraglio proverà ad attaccare, ma è molto probabile che dovrà fare tutto da solo, considerato che McNulty oggi ha speso molto e la squadra è ormai ridotta al lumicino con un Marc Hirschi che non sembra per nulla in condizione. Da rivedere la Jumbo, che oggi non è stata all’altezza della situazione e ha lasciato solo il leader della generale, il quale comunque se l’è cavata egregiamente.

Benedetto Ciccarone

La vittoria di Pogacar a Peyragudes (Getty Images)

La vittoria di Pogacar a Peyragudes (Getty Images)

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