12-05-2023

maggio 12, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Davide Bais (EOLO-Kometa Cycling Team) si è imposto nella settima tappa, Capua – Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore), percorrendo 218 Km in 6h08′40″, alla media di 35.479 Km/h. Ha preceduto di 9″ il ceco Karel Vacek (Team corratec – Selle Italia) e di 16″ l’italiano Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty). Il norvegese Andreas Leknessund (Team DSM) è ancora maglia rosa con 28″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 30″ sul francese Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 10° a 1′59″

TOUR DE HONGRIE

L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si è imposto nella terza tappa, Kaposvár – Pécs, percorrendo 179.9 Km in 4h26′57″, alla media di 40.435 Km/h. Ha preceduto di 8″ il britannico Ben Tulett (INEOS Grenadiers) e di 10″ il britannico Max Poole (Team DSM). Miglior italiano Matteo Fabbro (BORA-hansgrohe), 6° a 12″. Hirschi è il nuovo leader della classifica con 10″ su Tulett e 16″ su Poole. Miglior italiano Fabbro, 6° a 22″

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

L’argentino Laureano Rosas (Gremios por el Deporte Cutral Co.) sè imposto nella seconda tappa, Formosa – Herradura, percorrendo 125.5 Km in 2h40′56″, alla media di 46.79 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Samuel Quaranta (nazionale italiana) e l’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana). Anchieri è ancora leader della classifica con 2″ su Quaranta e 4″ su Rosas

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

La polacca Daria Pikulik (Human Powered Health) si è imposta nella quarta tappa, Mûr-de-Bretagne – Kervignac, percorrendo 136 Km in 3h27′22″, alla media di 39.351 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Arianna Fidanza (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e Martina Alzini (Cofidis Women Team). L’australiana Grace Brown (FDJ-SUEZ) è ancora leader della classifica con 17″ sulla francese Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber 93) e 26″ sull’italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo)

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella prima tappa, Etxebarria – Markina-Xemein, percorrendo 122.2 Km in 3h16′32″, alla media di 37.307 Km/h. Ha preceduto di 47″ l’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx) e di 49″ la polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 8° a 1′35″. La Vollering è la prima leader della classifica con 50″ sulla Reusser e 55″ sulla Niewiadoma. Miglior italiana la Paladin, 8° a 1′45″.

NIENTE OZI, C’È IL GRAN SASSO

maggio 12, 2023 by Redazione  
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Il Giro torna sul Gran Sasso con una tappa fotocopia di quella vinta da Simon Yates nel 2018. Gli ultimi 135 Km saranno gli stessi di quella frazione e così si torneranno ad affrontare in successione le salite di Roccaraso e di Calascio prima d’intraprendere quella conclusiva, presa dal versante meno impegnativo e disegnata attraverso gli affascinanti scenari di Campo Imperatore. Se tutto andrà come cinque anni fa lassù non dovrebbero registrarsi grandissimi distacchi, ma la fame di secondi degli scalatori potrebbe rendere la tappa più dura del previsto. E guai a distrarsi ad ammirare i panorami offerti dal Giro, gli ozi potrebbero essere pagati a carissimo prezzo…

Se in gruppo ci fosse qualche “girino” appassionato di storia rammenterà che Capua, la località dalla quale scatterà la settima tappa della Corsa Rosa, è celebre per gli “ozi” che vi godettero Annibale e l’esercito cartaginese durante la seconda guerra punica, bagordi che secondo molti studiosi infiacchirono gli occupanti al punto da compromettere l’esito della guerra, terminata con una netta vittoria dell’esercito dell’Impero Romano, che si trovò così a ottenere la supremazia sulla parte occidentale del bacino del Mediterraneo. Fu un errore fatale, che non dovranno assolutamente commettere i partecipanti al Giro 2023 perché da Capua prenderà il via la prima tappa d’alta montagna, diretta a un traguardo che – al di là della sua quota di 2135 metri – non appare particolarmente temibile, anche perché non si salirà dal più impegnativo versante dell’Aquila, quello della vittoria di Marco Pantani al Giro del 1999. S’è, infatti, scelto d’inserire quello più semplice di Santo Stefano di Sessanio, che fu affrontato anche nel 2018 al termine di una tappa che, a partire dall’83° Km di gara, sarà un esatto clone della frazione odierna e che terminò con una vera e propria volata d’alta quota tra le “alte quote” di quell’edizione. A imporsi fu la maglia rosa Simon Yates, che ebbe ragione del francese Pinot e del colombiano Esteban Chaves, con gli altri favoriti che terminarono con pochi secondi di ritardo e una ventina di corridori raccolti nello spazio di un minuto. I margini di manovra per gli scalatori saranno limitati agli ultimi 4.5 Km, nei quali la strada propone una pendenza media dell’8.2% e un picco massimo del 13%, raggiunto quando alla linea d’arrivo mancheranno 1500 metri. Ma, come abbiamo ripetuto più volte dall’inizio del Giro, l’aumento dei chilometri che si dovranno percorrere a cronometro renderà necessario approfittare di ogni occasione utile, anche la più piccola, per erodere il vantaggio già accumulato di passisti, senza esagerare perché nelle successive 48 ore saranno previste l’insidiosa tappa di Fossombrone e l’altra prova contro il tempo lunga, quella di Cesena.
Tornando agli “ozi” capuani potrebbero anche ispirarli il tratto iniziale di questa tappa, che prenderà il via con sessantina abbondante di chilometri pianeggianti, percorrendo la strada statale Casilina in direzione dell’antica Cales, il centro principale della terra un tempo chiamata Ausonia, presso la cui area archeologica si trovava il borgo medioevale di Calvi Vecchia, quasi interamente distrutto dai Saraceni nel 879 e sulle cui “ceneri” saranno successivamente costruite la romanica cattedrale di San Casto e l’isolato Castello Aragonese. Percorsi circa 25 Km dalla partenza si toccherà Vairano Scalo, dove un monumento eretto presso l’edificio della Taverna della Catena ricorda che qui il 26 ottobre 1860 sarebbe avvenuto lo storico incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, evento che simbolicamente chiuse la spedizione dei Mille e che gli storici avrebbero in realtà “geolocalizzato” da tempo nella non distante Borgonuovo, frazione di Teano. Subito dopo la corsa farà ritorno sulle strade del Molise, il cui territorio, come avvenuto nella tappa di Melfi, sarà attraversato per circa 50 Km, toccando direttamente un solo centro abitato, quello di Venafro, d’origine molto antiche come testimoniano gli scavi che hanno riportato alla luce tracce di un acquedotto romano e di un teatro mentre è rimasta solo la pianta ellittica del “Verlasce”, anfiteatro che poteva accogliere fino a 15.000 spettatori e oggi trasformato in una piazza che ricorda quella più celebre di Lucca. Il tratto successivo vedrà il gruppo risale la parte alta della valle del Volturno, il fiume più lungo dell’Italia meridionale (175 Km), che ha le sue sorgenti da un laghetto situato a quasi 500 metri d’altezza non distante dal borgo di Rocchetta a Volturno, presso il quale nel 2010 è stato aperto un museo dedicato alle due guerre mondiali. Sfiorata l’area presso la quale si trova l’abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno, sito composto dagli scavi del monastero longobardo fondato nel V secolo e da quello costruito nel XII secolo sulla sponda opposta del fiume, il gruppo si troverà ai piedi della prima delle quattro salite di giornata, diretta al centro di Rionero Sannitico, storico luogo di passaggio della Corsa Rosa dal quale il Giro transitò fin dalla prima edizione, epoca nella quale assieme al vicino Valico del Macerone costituiva una difficoltà temutissima per pendenze e cattivo stato del fondo stradale. A dire il vero i “girini” non affronteranno nessuno dei due versanti “classici” di questa salita perché si percorrerà una delle due veloci superstrade che permettono di superare d’un balzo il tratto degli appennini dove i geografi hanno convenzionalmente collocato il confine geologico tra l’Italia centrale e il meridione della nostra nazione. Terminata la lunga ma pedalabile salita (14.4 Km al 4.6%) all’altezza dello svincolo sottostante Rionero, si andrà quindi a innestarsi sul tracciato della tappa del 2018 alle porte di Castel di Sangro, centro che rammenta nel nome uno scomparso maniero distrutto nel 1228 dalle truppe del cardinale Colonna per punire un signorotto locale della fedeltà dimostrata al re di Sicilia Federico II di Svevia. Qui inizierà la seconda salita di giornata, che in 9 Km al 4,8% sale a Roccaraso, la più nota località di sport invernali dell’Abruzzo, situata all’estremità meridionale dello spettacolare Altopiano delle Cinquemiglia, che il gruppo attraverserà agevolmente percorrendo, subito dopo lo scollinamento, una scarsa dozzina di chilometri in perfetta pianura. Non era così in passato, quando prima di attraversare le Cinquemiglia si consigliava ai viandanti di far testamento a causa dell’elevato rischio d’incappare in branchi di lupi, in orde di briganti o in rovinose tormente di neve, come quelle che tra il 1528 e il 1529 falcidiarono due eserciti di passaggio causando ben 800 vittime. Tornati a valle, la corsa sarà attesa sulle strade di Sulmona, cittadina famosa anche fuori d’Italia per la produzione di confetti, che si possono sgranocchiare ammirandone i suoi principali monumenti, come l’acquedotto medioevale che sfiora la centralissima Piazza Garibaldi, le sue numerose chiese e, appena fuori città, la Badia Morronese fondata nel 1293 dall’eremita Pietro Angeleri, passato alla storia come Celestino V, il papa del dantesco “gran rifiuto”. Siamo all’inizio del tratto che condurrà dritti ai piedi del Gran Sasso, circa 25 Km chilometri di velluto nel corso dei quali si transiterà per Popoli, centro dal quale ha inizio la “Strada delle Svolte”, itinerario in salita movimentato da quattro tornanti che dal 1963 è teatro di una cronoscalata automobilistica giunta alla 61a edizione. In diverse occasioni anche il Giro ha affrontato le “Svolte”, ma non accadrà quest’anno poiché dopo Popoli ci sarà ancora un lungo tratto da percorrere in pianura, infilandosi nella Valle del Tirino, all’inizio della quale si trova uno dei più importanti complessi industriali d’Italia, creato nel 1901 e che sei anni dopo fu il primo nella nostra nazione a produrre alluminio utilizzando il metodo elettrochimico. L’ultimo tratto sul fondovalle vedrà i corridori attraversare il centro di Bussi sul Tirino e sfiorarne uno dei suoi monumenti più caratteristici – la chiesa di Santa Maria di Cartignano, totalmente priva del corpo centrale a causa dei terremoti che l’hanno ripetutamente colpita – poco prima di giungere all’appuntamento con il Gran Sasso. La prima fetta della lunga ascesa finale sarà considerata GPM a parte, una volta percorsi i 13,5 Km al 6% che terminano all’altezza di Calascio, centro dominato dall’altura sulla quale sorgono i suggestivi resti dell’omonima rocca, presso i quali si trova anche l’ottagonale chiesa di Santa Maria della Pietà. Dopo il passaggio da Calascio la salita momentaneamente s’interromperà per circa 5 km lasciando spazio al lieve falsopiano verso il delizioso borgo di Santo Stefano di Sessanio, sovrastato dalla Torre Medicea, tornata visibile nel 2021 una volta terminati i lunghi lavori di ristrutturazione resisi necessari a causa dei crolli provocati dal terremoto dell’Aquila del 2009. Alle porte di Santo Stefano la strada tornerà a salire, diretta all’altopiano di Campo Imperatore che, contrariamente a quanto segnalato sull’altimetria ufficiale della tappa, non coincide con la zona dove si concluderà la tappa ma si trova più a valle, a un’altitudine media di 1800 metri. Punteggiato da una decina di piccoli laghetti poco profondi come il Racollo e il Pietranzoni, i corridori lo raggiungeranno con 10 Km d’ascesa agevole (media del 4%), seguiti da un tratto in quota vallonato di sei chilometri e mezzo, percorrendo il quale si confluirà sulla principale strada d’accesso all’altopiano, che sale dall’Aquila, e si transiterà a breve distanza dai ruderi della chiesetta di Sant’Egidio, la cui costruzione risale all’anno 1000. Sfiorato il citato laghetto Petranzoni, la salita tornerà a essere definitiva protagonista del tracciato nel già illustrato tratto conclusivo.
Il Gran Sasso è già pronto a rituffarsi nel mare rosa del Giro, chissà fin dove si spingeranno i suoi concentrici cerchi….

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Selletta di Visciano (150 metri).. Vi transita la Strada Statale 6 “Via Casilina” tra i bivi per Calvi Risorta e Teano, non distante dall’omonima località. Il Giro vi è transitato spesso, senza mai affrontarla come traguardo GPM. L’ultimo passaggio è avvenuto nel 2014 durante la tappa Sassano – Montecassino, vinta dall’australiano Michael Matthews.

Colle della Portella (1271 metri). Valicato dalla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” tra Roccaraso e l’altopiano delle Cinquemiglia, all’altezza del bivio per Rivisondoli. Vi sorge il santuario della Madonna della Portella.

Valico Piano delle Cinquemiglia (1265 metri). Valicato dalla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” all’inizio della discesa che dall’altopiano delle Cinquemiglia conduce verso Sulmona. Prima salita del Giro d’Italia, affrontata nella terza tappa dell’edizione 1909 (Chieti – Napoli, vinta da Giovanni Rossignoli), dopo l’istituzione nel 1933 della maglia verde (oggi azzurra) ha accolto 6 traguardi GPM. L’ultimo a scollinarlo è stato Giovanni Visconti nel 2009, nei chilometri iniziali della tappa Sulmona – Benevento vinta dall’indimenticato Michele Scarponi. In precedenza hanno conquistato questo GPM lo scozzese Robert Millar nel 1987 (tappa Rieti – Roccaraso, vinta da Moreno Argentin), lo spagnolo Pedro Torres nel 1978 (tappa Silvi Marina – Benevento, vinta da Giuseppe Saronni), il francese Raphaël Géminiani nel 1957 (tappa Pescara – Napoli, vinta da Vito Favero), il piemontese Pasquale Fornara nel 1953 (tappa San Benedetto del Tronto – Roccaraso, vinta da Fausto Coppi) e da Gino Bartali nel 1951 (tappa Foggia – Pescara, vinta da Giuseppe Minardi).

Sella di Pratoriscio (2130 metri). Quotata 2135 sulle cartine ufficiali del Giro, è il punto terminale della Strada Statale 17 bis dir. C “della funivia del Gran Sasso” e coincide con il luogo dove sorge l’Hotel Campo Imperatore, presso il quale si concluderà la tappa. Si tratta della quinta volta che la Corsa Rosa si arrampica sin lassù: in precedenza si sono qui imposti lo spagnolo Vicente López Carril nel 1971, il danese John Carlsen nel 1989, Marco Pantani nel 1999 e Simon Yates nel 2018. Non fa testo la tappa del Gran Sasso del 1985, vinta da Franco Chioccioli, perché in quell’occasione si affrontò solo il tratto iniziale dell’ascesa, con il traguardo collocato in località Fonte Cerreto, a circa 1110 metri di quota.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il Gran Sasso e l’altimetria della settima tappa del Giro 2023 (www.visitareabruzzo.it)

Il Gran Sasso e l’altimetria della settima tappa del Giro 2023 (www.visitareabruzzo.it)

CIAK SI GIRO

Se siete appassionati al genere “fantasy” avrete visto (o dovete assolutamente vedere) Ladyhawke, film statunitense del 1985 ambientato nel XIII secolo. È in quell’epoca che si svolgono le vicende del cavaliere Etienne Navarre e dell’amata Isabeau D’Anjou, costretti da una maledizione a vivere il primo nelle sembianze di un lupo e la seconda in quelle di un falco (“hawke” in inglese, da qui il titolo del film). Sebbene la pellicola sia ambientata in Italia, nella versione arrivata nelle nostre sale cinematografiche il nome della località dalla quale ha inizio la trama è stato “francesizzato” in Aguillon, mentre nella versione originaria veniva chiamato Aquila e in effetti è proprio in Abruzzo che è stata girata una delle scene più spettacolari, quella nella quale Michelle Pfeiffer – che interpreta la protagonista “Ladyhawke” – precipita da una delle torri della residenza del monaco Imperius, che in realtà è il castello di Rocca Calascio, nell’occasione manipolato digitalmente aggiungendovi strutture architettoniche non presenti presso il maniero abruzzese. Siamo alle soglie di Campo Imperatore, la cui piana ha ospitato altri “ciak” del film, quelli del precipitoso viaggio a cavallo di Marquet verso la residenza del vescovo di Aguillon, che invece è un mix tra la rocca lombarda di Soncino e il castello emiliano di Torrechiara. Se siete dei pedalatori avrete inoltre la possibilità di riconoscere al volo anche due luoghi che saranno toccati durante nell’ultimo tappone del Giro 2023, quello delle Tre Cime di Lavaredo: prima di arrivare al Rifugio Auronzo i “girini” dovranno infatti salire fino ai 2236 metri del Passo Giau e poi sfiorare proprio ai piedi dell’ascesa finale il piccolo lago d’Antorno, entrambi immortalati nella pellicola firmata da Richard Donner.

In collaborazione con www.davinotti.com

Il castello di Rocca Calascio nel film “Ladyhawk” (www.davinotti.com)

Il castello di Rocca Calascio nel film “Ladyhawk” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/ladyhawke/50002250

FOTOGALLERY

Capua, ponte romano

Calvi Vecchia, cattedrale di San Casto

Vairano Scalo, monumento all’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II

Il “Verlasce”, l’antico anfiteatro di Venafro (www.visitmolise.eu)

Il “Verlasce”, l’antico anfiteatro di Venafro (www.visitmolise.eu)

Rocchetta a Volturno, sorgenti del fiume Volturno

Rocchetta a Volturno, abbazia di San Vincenzo al Volturno

Altopiano delle Cinquemiglie

Sulmona, acquedotto medioevale

Badia Morronese

Bussi sul Tirino, chiesa di Santa Maria di Cartignano

Rocca Calascio, castello

Santo Stefano di Sessanio, la Torre Medicea in un’immagine precedente il terremoto del 2009

Campo Imperatore, Lago Racollo

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI NAPOLI

maggio 11, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Napoli è danese. Sprint regale di Pedersen, per De Marchi dolorosa beffa

Gazzetta dello Sport

Belgio

Mads Pedersen knalt naar ritwinst in de Giro, relatief rustig dagje voor Remco Evenepoel

Het Nieuwsblad

Slovenia

Primož Roglič je po drami nared za prvo veliko bitko

Delo

Gran Bretagna

Mads Pedersen takes stage six as breakaway duo fall metres short

The Guardian

Francia

Pedersen au sprint, les échappés repris au dernier moment

L’Équipe

Spagna

Pedersen cierra el triplete

AS

Portogallo

Pedersen vence sexta etapa do Giro com Almeida a segurar o quarto lugar

Público

Paesi Bassi

Mads Pedersen wint na zinderend slot zesde Giro-rit door hulp sterke Bauke Mollema

De Telegraaf

Danimarca

Mads Pedersen skriver historie med etapesejr i Giroen

Politiken

Norvegia

Tromsøværing med historisk prestasjon i Giro d’Italia

Aftenposten

Germania

Duo auf Zielgeraden gestellt: Pedersen schlägt Ackermann

Kicker

USA

Pedersen wins 6th stage of Giro, Leknessund stays in lead after calmer day

The Washington Post

Colombia

Fernando Gaviria luchó la victoria en el Giro de Italia, pero no pudo

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

‘O sole mio (Luciano Pavarotti)

METEOGIRO

Capua : pioggia debole (0.6 mm), 18°C, vento debole da S (10 – 26 Km/h), umidità al 74%
Venafro (46.4 Km): pioggia debole (0.2 mm), 18°C, vento moderato da S (11 – 34 Km/h), umidità al 67%
Roccaraso (GPM – 100.5 Km): pioggia debole (0.3 mm), 9°C (percepiti 7°C), vento moderato da SO (12 – 42 Km/h), umidità al 70%
Bussi sul Tirino (traguardo volante – 160.6 Km): pioggia debole (0.2 mm), 20°C, vento moderato da SO (3 – 30 Km/h), umidità al 46%
Calascio (GPM – 185.8 Km): poco nuvoloso, 12°C, vento moderato da SO (6 – 30 Km/h), umidità al 56%
Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore): pioggia debole (0.4 mm), 6°C (percepiti 4°C), vento moderato da SO (11 – 44 Km/h), umidità al 67%

GLI ORARI DEL GIRO

11.00: inizio diretta su Eurosport
11.15: inizio diretta su RaiSport
11.20: partenza da Capua
13.35-13.50: traguardo volante di Castel di Sangro
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.20: GPM di Roccaraso
15.10-15.40: traguardo volante di Bussi sul Tirino
16.00-16.35: GPM di Calascio
16.05-16.45: inizio salita finale
16.55-17.40: arrivo sul Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore)

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Ci fermiamo per la prima pagina pubblicitaria”
Pancani: “Due e mezzo al GPM” (2,5 Km)
Pancani: “Il primo a transitare è Francesco Davanti” (Gavazzi)
Petacchi: “Marco Maestri” (Mirco)
Fabretti: “Sentiamo Simon Clarke al telefono di Giovannelli” (microfono)
Televideo: “Davide Dekker” (David)
Televideo: “Konyschev” (Konychev)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della sesta tappa, circuito di Napoli

1° David Dekker
2° Ignatas Konovalovas a 1′50″
3° Alessandro Verre s.t.
4° Alan Riou s.t.
5° Nicolas Dalla Valle s.t.

Classifica generale

1° Stefano Gandin
2° Veljko Stojnic a 1′11″
3° Martijn Tusveld a 1′52″
4° Otto Vergaerde a 3′50″
5° Daan Hoole a 4′16″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

17 maggio 1983 – 5a TAPPA: TERNI – VASTO (269 Km)

CONTINI IN ROSA NELLA TAPPA PIÙ PAZZA

Moser, Prim e Baronchelli resistono nella battaglia a 43 all’ora, a Vasto vince solitario lo spagnolo Chozas

La più lunga frazione del Giro (269 km) avrebbe consigliato maggior calma, alla vigilia delle vere salite di oggi – Saronni, animatore dell’attacco, rìsale al secondo posto in classifica – L’ex leader Rosola crolla e finisce a 32′ – Un favorito che gioca a nascondersi

Piazza Plebiscito a Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

Piazza Plebiscito a Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno

A NAPOLI IL SOLE SPLENDE PER PEDERSEN, LEKNESSUND MANTIENE LA MAGLIA ROSA

maggio 11, 2023 by Redazione  
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L’arrivo a Napoli riserva grandi emozioni con il gruppo che rinviene su Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla) e Simon Clarke (Israel-Premier Tech), ultimi due uomini rimasti superstiti della fuga del mattino, quando mancano circa 250 metri al traguardo, a volata lanciata come al solito in anticipo da Fernando Gaviria (Movista) i due sono ripresi ed a vincere è Mads Pedersen Trek-Segafredo), secondo Jonathan Milan (Bahrain Victorious), terzo Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) davanti a Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) ed allo stesso Gaviria.

Tappa temuta quella con arrivo e partenza a Napoli, scenari mozzafiato e stradine strette che si arrampicano verso la costiera amalfitana e sorrentina con il valico di Chiunzi ed il Picco Sant’Angelo a fare da spauracchi per le ruote veloci più pure. Non piove e la strada che costeggia le pendici del Vesuvio invoglia subito i primi attaccanti ad evadere dal gruppo, il primo tentativo è di Stefan Kung (Groupama-FDJ) ma lo svizzero viene subito ripreso, poco dopo ci prova Alessandro de Marchi (Team Jayco-AlUla) che per un pò di tempo resta da solo in avanscoperta raggiunto poco dopo da Francesco Gavazzi (Eolo-Kometa) e successivamente da Alexandre Delettre (Cofidis), Simon Clarke (Israel-Premier Tech) e Charlie Quarterman (Team Corratec-Selle Italia). I cinque vanno via di comune accordo con il consenso del gruppo e riescono subito a prendere 3’ di vantaggio. A provare a riportarsi nella fuga ci ha provato per lunghi tratti Alessandro Verre (Arkéa-Samsic) senza però riuscirci. Al GPM del Valico di Chiunzi la fuga arriva a toccare i 6’ di vantaggio, dietro ad inseguire si portano in testa gli Ineos Granadiers ritmo che aumenta ed a farne le speso sono Mark Cavendish (Astana Qazaqstan) e Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Gli Ineos ricevono un aiuto prezioso da UAE Team Emirates e Trek-Segafredo mentre davanti in vista del GPM è Clarke a rompere gli equilibri seguito dal solo De Marchi. Al secondo GPM di giornata quello di Picco Sant’Angelo la coppia al comando conserva 2’:25” di vantaggio mentre in testa al gruppo a dar man forte al lavoro UAE e Trek-Segafredo si portano la Movistar, l’Alpecin-Deceuninck ed Team DSM il ritardo comincia così a scendere e si entra nei dieci chilometri finali con ancora 60 secondi ancora da recuperare. Volata che a questo punto appare incerta, la sede stradale tortuosa e le numerose rotonde fanno pendere la possibilità di vittoria verso i due in testa. Ai meno 3 chilometri De Marchi e Clarke conservano ben 30” ma da dietro il lavoro dei Trek- Segafredo è magistrale infatti in gruppo acciuffa la coppia di testa subito dopo il cartello dei meno 250 metri! A lanciare la volata, lunghissimo, è Fernando Gaviria (Movistar), ma Madp Pedersen (Trek-Segafreo) non si fa sorprendere e si riporta subito sotto il colombiano seguito da Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e  Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) mentre Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) cerca a sua volta di portarsi tutto a destra per sprintare, ma questa volta il più forte è Mads Perdersen che si lascia andare in un urlo di gioia a testimoniare come la Trek-Segafredo ha sempre cercato questa vittoria che arriva sul lungomare Caracciolo e fa sì che il danese si avvicini alla maglia ciclamino indossata da Milan. Primo Pedersen dunque, secondo la Jonathan Milan e terzo un ritrovato Pascal Ackermann. Tra gli uomini di classifica nulla cambia, ma domani l’arrivo in salita a Campo Imperatore potrà ridisegnare la classifica generale con il Gran Sasso pronto a far vivere alla corsa rosa il duello atteso tra i migliori scalatori.

Antonio Scarfone

Lesultanza di Mads Pedersen a Napoli (Image credit: Stuart FranklinGetty Images)

L'esultanza di Mads Pedersen a Napoli (Image credit: Stuart FranklinGetty Images)

11-05-2023

maggio 11, 2023 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo) si è imposto nella sesta tappa, circuito di Napoli, percorrendo 162 Km in 3h44′45″, alla media di 43.248 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e il tedesco Pascal Ackermann (UAE Team Emirates). Il norvegese Andreas Leknessund (Team DSM) è ancora maglia rosa con 28″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 30″ sul francese Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa Cycling Team), 10° a 1′39″

TOUR DE HONGRIE

L’olandese Fabio Jakobsen (Soudal Quick-Step) si è imposto nella seconda tappa, Zalaegerszeg – Keszthely, percorrendo 175.3 Km in 4h05′21″, alla media di 42.869 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) e il belga Vito Braet (Team Flanders-Baloise). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 9°. Jakobsen è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo del connazionale Dylan Groenewegen (Team Jayco-AlUla) e 2″ sullo sloveno Matus Stocek (ATT Investments). Miglior italiano Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk), 6° a 4″

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

L’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana) sè imposto nella prima tappa, Formosa – Laguna Blanca, percorrendo 140.7 Km in 2h52′52″, alla media di 48.835 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Samuel Quaranta (nazionale italiana) e il brasiliano Kacio Freitas (SwiftCarbon Pro Cycling Brasil). Anchieri è il primo leader della classifica con 4″ su Quaranta e 6″ su Freitas

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

L’australiana Grace Brown (FDJ-SUEZ) si è imposta nella terza tappa, circuito a cronometro di Plouay, percorrendo 19.5 Km in 26′57″, alla media di 43.414 Km/h. Ha preceduto di 1′09″ l’olandese Maaike Boogaard (AG Insurance-Soudal Quick-Step Team) e la francese Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber 93). Miglior italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo), 5° a 1′22″. La Brown è la nuova leader della classifica con 17″ sulla Demay e 28″ sulla Vigilia

NAPOLI AMMALIA ANCORA IL GIRO

maggio 11, 2023 by Redazione  
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Si annuncia una tappa ancora più spettacolare rispetto a quella disputata lo scorso anno a Napoli, ma guai a distrarsi ad ammirare i panorami offerti dalla Costiera Amalfitana prima e dal “Miglio d’Oro” poi. Le numerose curve che s’incontreranno nei tratti costieri e i tratti in pavé del finale costringeranno i corridori alla massima attenzione nel corso di una tappa che, come quella del giorno prima a Salerno, si offre ai fuggitivi ma non chiude del tutto le porte alla possibilità di un arrivo allo sprint.

Il Giro torna a Napoli con una tappa ancora più affascinante di quella disputata lo scorso anno sulle strade a nord del capoluogo partenopeo, tra i Campi Flegrei e il Monte di Procida. Stavolta a rubare lo scenario alla corsa saranno il Vesuvio, l’incantevole costiera amalfitana e la vicina sorrentina, ma – nonostante la presenza di salite più impegnative rispetto a quello affrontate dodici mesi fa – la tappa si annuncia meno interessante sul piano agonistico per la disposizione della difficoltà altimetriche. Lo scorso anno il percorso presentava pochissima pianura, spezzettata tra tante piccole e brevi ascese, nel tracciato di quest’anno ci saranno due ascese principali collocate nei primi 90 Km, mentre la pianura prenderà il sopravvento negli ultimi 35 Km, in un tracciato sul quale la corsa potrebbe svolgersi secondo un copione simile alla frazione di Salerno. I fuggitivi avranno parecchio terreno per rimanere in testa alla corsa perché su strade tortuose come quelle delle costiere di Amalfi e Sorrento sarà quasi impossibile per il gruppo riuscire a limare il vantaggio che avranno acquisito; una volta sbarcati in pianura, però, una nuova insidia si parerà sotto le ruote dei corridori perché per un tratto di circa 7 Km si pedalerà costantemente sul pavè e sui lastricati dei centri del “Miglio d’Oro”, realizzati con le pietre laviche scavate dalle cave del Vesuvio, un fondo stradale reso scivoloso dalla salsedine e dal passaggio delle automobile e che potrebbe rivelarsi ancora più viscido in caso di pioggia.
Effettuato il raduno di partenza in Piazza del Plebiscito, con un lungo tratto di trasferimento il gruppo si sposterà verso il “chilometro zero”, previsto nel popoloso quartiere Ponticelli, il secondo per numero d’abitanti di Napoli dopo Fuorigrotta, presso il quale si trova la basilica più antica dell’area vesuviana, il Santuario di Santa Maria della Neve, innalzato a partire dal XIII secolo e successivamente rifatto in stile barocco. Ancor più venerato dai fedeli partenopei è il Santuario della Madonna dell’Arco, meta a Pasquetta del tradizionale pellegrinaggio dei “fujénti”, fedeli che raggiungono il santuario a piedi nudi e talvolta carponi, accompagnando il loro viaggio con strida e pianti. Meno “scenografico” sarà il sopraggiungere dei corridori, che lambiranno il santuario nel corso della lieve salita che caratterizzerà i primi 6 Km, denotati da un accentuarsi delle pendenze nei conclusivi 1300 metri al 4.5% che condurranno a Somma Vesuviana, nel punto più elevato della circumnavigazione del Vesuvio, dove si andrà a lambire l’aragonese Castello d’Alagno, recentemente ristrutturato per farne una sede museale. Affrontato un breve zampellotto all’ingresso di Ottaviano, centro il cui nome deriva da quello della Gens Octavia (la famiglia dell’imperatore Augusto, che qui aveva un esteso possedimento), s’intraprenderà un primo tratto pianeggiante di una ventina di chilometri nel corso del quale si terminerà il periplo del Vesuvio con il passaggio da Pompei, celebre non soltanto per i suoi scavi ma anche come luogo di culto per la presenza del Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario, uno dei principali d’Italia, costruito a partire dal 1876 su iniziativa del beato Bartolo Longo e grazie alle offerte spontanee dei fedeli.
Sfiorata la vicina Angri, dove anche il locale Castello Doria è stato ristrutturato in previsione di una trasformazione in museo, il gruppo si troverà ai piedi della principale difficoltà di giornata, la salita al Valico di Chiunzi, i cui 10.4 Km al 5.8% metteranno più di un brivido in corpo a corridori e tifosi, non tanto per le sue poco difficili inclinazioni quanto per il ricordo – ancora fresco nonostante siano già passati 25 anni – della caduta che coinvolse Marco Pantani al Giro del 1997 all’inizio della successiva discesa verso Maiori. Successe allorquando, poco dopo il passaggio sotto la ben conservata torre d’epoca normanna che domina il valico, un gatto ebbe l’idea di attraversare la strada mentre stava transitando il “Pirata”, che finì a terra assieme ad altri corridori: il Giro era già finito per il colombiano Hernan Buenahora e per l’elvetico Armin Meier, che per colpa di quel micio si rimediarono rispettivamente un trauma cranico e una frattura al calcagno, mentre Pantani – da pochi mesi tornato alle corse dopo il tremendo infortunio occorsogli alla Milano-Torino del 1995 – vuole provare a tornare in sella ma un muscolo s’è strappato nel capitombolo e si concretizza in uno strazio, che lo accompagna fin sul traguardo di Cava de’ Tirreni, al quale giunge quasi mezz’ora dopo l’arrivo dai primi e la consapevolezza che anche per quest’anno la sua avventura alla Corsa Rosa è già finita. Il brivido di cui sopra sarà, però, ricacciato indietro dalla scelta degli organizzatori di far percorrere in discesa un altro versante, più tortuoso e spettacolare, prima di cominciare il quale bisognerà superare un ulteriore tratto di salita, diretto al Colle San Pietro (3 Km al 5%). È il biglietto non particolarmente caro che bisognerà pagare prima d’entrare in uno dei paradisi in terra che offre la nostra bella nazione, la costiera amalfitana, che il gruppo raggiungerà passando per Ravello, borgo che offre incantevoli viste sul Golfo di Salerno e si consiglia in particolare di lasciarsi catturare da quelli che si possono ammirare dai giardini delle ville Rufolo e Cimbrone, tra i cui viali passeggiò anche la celebre principessa Sissi (lasciandoci, però, l’illusione che la sovrana si trovasse nel lontano Portogallo, come leggerete più sotto).
Il paradiso si trasformerà presto in inferno per il gruppo perché, una volta terminata la discesa inizierà la risalita della costiera che per ciclisti e non solo costituisce un vero e proprio “incubo” che non consentirà distrazioni di sorta a causa delle numerosissime curve che si succederanno con frequenza, raccordate da rettilinei brevissimi e coniugati a un tracciato che si annuncia complicato anche dal punto di vista altimetrico. Per una buona ventina di chilometri si pedalerà, infatti, in un contesto di continui saliscendi, che inizieranno sin dal passaggio da Amalfi, dove i “girini” non avranno certo il tempo d’ammirare il celebre duomo dedicato a Sant’Andrea e innalzato a partire dall’anno 987 in stile arabo-siciliano. Al massimo, se ci sarà un momento di stanca agonistica, ci sarà il tempo per lanciare una fugace occhiata verso l’azzurro del mare, nel mezzo del quale spuntano come un’inattesa apparizione i tre isolotti che compongono l’arcipelago Li Galli, dagli antichi ritenuto la dimora delle omeriche Sirene e più concretamente abitato dal celeberrimo ballerino russo Rudolf Nureyev, che nel 1989 aveva acquistato l’interno arcipelago, sul quale si trovava una villa alla cui realizzazione aveva collaborato l’archistar francese Le Corbusier.
Attraversata Positano si uscirà dal paradiso-inferno amalfitano pagando un altro biglietto, quello richiesto dai 9 km d’ascesa al 4% necessari per raggiungere la località di Capo di Mondo, salita che è più nota tra gli appassionati di ciclismo come Picco Sant’Angelo, nome con quale era stato identificato finora questo luogo in occasione dei precedenti passaggi del Giro e non solo. L’ascesa al “picco”, infatti, è stata inserita dal 1998 al 2002 nel tortuoso circuito della Penisola Sorrentina che costituì in quel periodo la tappa d’apertura della Tirreno-Adriatico, frazione che fu abbandonata in seguito alle proteste del gruppo scaturite proprio dalle numerose curve che negli anni provocarono diverse cadute e di una spettacolare fu protagonista – durante una tappa del Giro del 1991 disputata sul medesimo percorso – una moto della RAI che nell’affrontare un tornante con vista sull’isola di Capri mancò clamorosamente il “tourniquet” e finì dritta nella scarpata sottostante, mentre le immagini in diretta presero a vorticare come una lavatrice al momento della centrifuga. Per evitare simili disavventure dopo lo scollinamento si percorrerà in discesa la meno problematica “Strada del Nastro Verde” che farà planare i “girini” verso Sorrento, la città natale di Torquato Tasso, dove si cambierà nuovamente scenografia. Si tornerà, infatti, a pedalare in direzione del Vesuvio percorrendo ora le strade della costiera sorrentina, versante della penisola dei Monti Lattari decisamente meno tormentato rispetto a quello amalfitano in quanto meno tortuoso e più scorrevole anche sul piano altimetrico, movimentato al massimo da un paio di saliscendi. All’inizio di questo tratto sarà sicuramente a bordo strada ad applaudire il passaggio del Giro Carmine Castellano poiché è previsto il passaggio da Sant’Agnello, il paese dove è nato nel 1937 e dove è tornato a risiedere dopo il pensionamento l’ex avvocato che dal 1993 al 2014 è stato direttore della Corsa Rosa succedendo al mitico “patron” Vincenzo Torriani.
Attraversata Vico Equense – centro dove negli anni ’50 un fornaio inventò la “pizza a metro”, dalla quale è derivata l’odierna pizza al trancio – ci si sarà lasciata alle spalle la parte più problematica di questa frazione e si tornerà a pedalare in un contesto di rettilinei pianeggianti. Il primo di questi s’incontrerà all’uscita di Castellammare di Stabia, località termale dove è possibile – tra una cura e l’altra – passeggiare sul lungomare con vista sul Golfo di Napoli oppure visitare la piccola ma interessante area archeologica dell’antica Stabiae, distrutta come la vicina Pompei dalle storica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Siamo alle porte del tratto conclusivo della tappa, interamente disegnato lungo il “Miglio d’Oro”, il nome con il quale alla fine del ‘700 ci si riferiva alla stretta fascia pianeggiante situata tra il golfo e le prime pendici del Vesuvio, così chiamata in riferimento alla ben 122 ville che furono realizzate dalla nobiltà dell’epoca e ai loro floridi giardini, nei quali crescevano limoni, mandarini e arance. In ordine d’apparizione il primo centro del “Miglio d’Oro” a essere attraversato dal gruppo sarà Torre del Greco, la “capitale del corallo” presso la quale si trova una tra le più celebri “ville vesuviane”, quella Villa delle Ginestre che fu dimora di Giacomo Leopardi nel periodo precedente la sua prematura morte, avvenuta il 14 giugno del 1837 due settimane prima del suo trentanovesimo compleanno. Villa Campolieto è, invece, una delle “perle” erette in epoca settecentesca nella vicina Ercolano, rinomata per l’area archeologica dell’antica Herculaneum, che a differenza di Pompei non fu sommersa dalle ceneri ma colpita dodici ore più tardi dal flusso piroclastico che, spinto fin lì dal vento, ne vaporizzò all’istante gli abitanti. Il momento più spettacolare di questa fase sarà costituito dal passaggio dalla Reggia di Portici, la residenza estiva dei sovrani borbonici della quale si attraverserà il cortile, percorso dalla strada lastricata che conduce verso Napoli. Dopo poco si uscirà dal settore in pavé e si tornerà a pedalare sull’asfalto negli ultimi sette frenetici chilometri, che vedranno il gruppo entrare nella città partenopea dal quartiere di San Giovanni a Teduccio, presso il quale dal 2017 è possibile ammirare il più grande murales al mondo dedicato a Maradona, alto ben 40 metri e realizzato dallo street artist Jorit Agoch. I “girini” sfrecceranno quindi lungo il porto, sfiorando prima la possente mole del Maschio Angioino e poi l’isolotto di Megaride, sul quale sorge un altro storico maniero napoletano, il Castel dell’Ovo. Ma, come avvenuto lungo le laocoontiche strade della Costiera Amalfitana, nemmeno ora ci sarà la possibilità di distrarsi ad ammirare il panorama: il traguardo è dietro l’angolo e bisogna guardar dritti verso l’oramai prossima meta.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico della Torre di Chiunzi (656 metri). È il passo semplicemente più noto come “Valico di Chiunzi”, quotato 683 metri sulle cartine del Giro 2023. È valicato dalla Strada Provinciale 2, che mette in comunicazione Sant’Egidio del Monte Albino con Maiori, mentre in corrispondenza del valico si stacca la Strada Provinciale 1 che scende verso Amalfi. Il Giro l’ha inserito quattro volte nel suo tracciato, la prima nel 1982 quando vi si salì dallo stesso versante di quest’anno durante la Caserta – Castellammare di Stabia, terminata con il successo del varesino Silvano Contini dopo che la vetta del Chiunzi era stata per la prima volta “espugnata” dal tedesco Dietrich Thurau. Due anni più tardi, salendo da Maiori, gli succederà lo spagnolo Jesús Rodríguez nel finale della Agropoli – Cava de’ Tirreni (vinta dal danese Dag Erik Pedersen); sempre da Maiori si salirà durante il Giro vinto da Gianni Bugno nel 1990 nel corso della prima tappa di montagna, scattata da Sala Consilina e terminata sul Vesuvio con il successo dello spagnolo Eduardo Chozas dopo che in cima al Chiunzi era transitato in testa l’abruzzese Stefano Giuliani. In ordine di tempo vi si è saliti l’ultima volta durante la citata tappa della caduta di Pantani al Giro del 1997 (Mondragone – Cava de’ Tirreni), vinta dal bergamasco Mario Manzoni dopo che il trentino Mariano Piccoli aveva fatto suo il GPM, salendo in quell’occasione dal versante di Amalfi.

Torre il Passo (695 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 1 che da Amalfi sale verso il Valico di Chiunzi, sulle cartine del Giro 2023 è chiamata Colle San Pietro. Da questo passo, situato presso i ruderi della torre dalla quale prende il nome, la Corsa Rosa è finora transitata una sola volta, durante la citata tappa Mondragone – Cava de’ Tirreni del Giro 2007.

Colli San Pietro (312 m). Valicato dalla Strada Statale 163 “Amalfitana” lungo la salita da Positano a Capo di Mondo, all’altezza della confluenza con la Strada Statale 145 “Sorrentina”. Mai affrontato come GPM, il Giro vi è transitato l’ultima volta nel 2013 subito dopo la partenza della Sorrento – Marina di Ascesa, vinta da Luca Paolini.

Colli Fontanelle (343 metri). Vi transita la Strada Statale 145 “Sorrentina” lungo la salita da Positano a Capo di Mondo, all’altezza della confluenza con la Strada Provinciale 385 che sale da Sant’Agnello. Da quest’ultima vi si salì nel 1997 in occasione della citata tappa di Cava de’ Tirreni, quando a Colli Fontanelle era previsto un traguardo GPM conquistato da Mariano Piccoli. La vicina cima del Picco Sant’Angelo (Capo di Mondo nel percorso di quest’anno) è stata valida per la classifica degli scalatori in sette occasioni e vi sono transitati in testa il vicentino Mauro Facci nel 2009 (Avellino – Vesuvio, vinta dallo spagnolo Carlos Sastre) e il russo Pavel Brutt nel 2007 (Salerno – Montevergine, vinta dall’abruzzese Danilo Di Luca), mentre cinque passaggi erano previsti nella tappa in circuito di Sorrento disputata nel 1991, citata nell’articolo in riferimento alla spettacolare caduta che vide coinvolta una moto della RAI: a vincere quella tappa fu il francese Eric Boyer, che quel giorno strappò “momentaneamente” la maglia rosa dalle spalle di Franco Chioccioli, mentre i cinque GPM andarono ad arricchire i palmares del portoghese Acacio Da Silva, del valtellinese Roberto Gusmeroli, del colombiano Juan Carlos Arias, di Bugno e dello spagnolo Federico Garcia.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il Vesuvio visto da Napoli e l’altimetria della sesta tappa (www.sitabus.it)

Il Vesuvio visto da Napoli e l’altimetria della sesta tappa (www.sitabus.it)

CIAK SI GIRO

Alzi la mano chi non ha mai visto uno dei capitoli della trilogia che tra il 1955 e il 1957 il regista viennese Ernst Marischka dedicò all’imperatrice Elisabetta di Baviera, universalmente più nota con il soprannome di Sissi. Chi avrà seguito l’ultimo, Destino di un’imperatrice, ricorderà del finale girato in Piazza San Marco a Venezia e delle peripezie di Sissi, costretta da problemi di salute – una grave infezione polmonare appesantita da una sopraggiunta depressione – ad allontanarsi dalla corte imperiale asburgica per trascorrere lunghi periodi di riabilitazione in paesi dal clima più mite. Nel film si parla di Madeira e Corfù, in realtà sempre Italia è, preferita a Portogallo e Grecia per evitare alla produzione una costosa trasferta e così gli scenari che l’indimenticata Romy Schneider, l’attrice che interpretò Sissi, ammira quando si trova nel giardino della residenza portoghese in realtà quelli della costiera amalfitana, gli stessi che anche i comuni mortali possono scorgere dai giardini di Villa Rufolo a Ravello. E gli antichi templi che Sissi visiterà durante la lunga vacanza in terra greca? Per ammirarli basta spostarsi verso sud di una settantina di chilometri e raggiungere l’area archeologica dell’antica Paestum. Poi però bisogna far ritorno alla base perché anche per le scene girate nella villa sull’isola greca di Corfù, dove la sovrana prenderà alloggio dopo aver lasciato il Portogallo, si optò per un’altra panoramica dimora ravellese, Villa Cimbrone, dove vedremo Sissi affacciarsi dalla balconata della cosiddetta “Terrazza dell’Infinito”.

In collaborazione con www.davinotti.com

Romy Schneider si aggira nei giardini di Villa Cimbrone in Destino di un’imperatrice, lultimo film della trilogia dedicata a Sissi (www.davinotti.com)

Romy Schneider si aggira nei giardini di Villa Cimbrone in "Destino di un’imperatrice", l'ultimo film della trilogia dedicata a Sissi (www.davinotti.com)

Le altre location del film


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/destino-di-una-imperatrice/50011973

FOTOGALLERY

Napoli, santuario di Santa Maria della Neve

Sant’Anastasia, santuario della Madonna dell’Arco

Somma Vesuviana, Castello d’Alagno

Angri, Castello Doria

Valico di Chiunzi, vista panoramica sul Vesuvio

Ravello, la costiera amalfitana vista dal belvedere di Villa Rufolo

Amalfi, duomo di Sant’Andrea

Arcipelago Li Galli

Sorrento

Castellammare di Stabia, il Vesuvio visto dall’area archeologica di Stabiae

Torre del Greco, Villa delle Ginestre

Ercolano, Villa Campolieto

Ercolano, area archeologica dell’antica Herculaneum

Reggia di Portici

San Giovanni a Teduccio, il murales dedicato a Maradona

Napoli, Maschio Angioino

Napoli, Castel dell’Ovo

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI SALERNO

maggio 11, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Salerno brinda Groves, Milan 2°. Remco sbaglia, cade ancora e si arrabbia

Gazzetta dello Sport

Belgio

Groves pakt ritzege na hectische Giro-rit die ontsierd wordt door valpartijen, Cavendish onderuit in sprint

Het Nieuwsblad

Slovenia

Srhljivka na Giru je končana, Roglič je preživel, Evenepoel potolčen

Delo

Gran Bretagna

Evenepoel felled by dog before Cavendish slips on day of drama

The Guardian

Francia

Groves au sprint, deux chutes pour Evenepoel

L’Équipe

Spagna

Las caídas protagonizan la 5ª etapa del Giro – Día de perros

AS

Portogallo

O Giro deu o azar e a fortuna a Remco Evenepoel

Público

Paesi Bassi

Zege Kaden Groves in levensgevaarlijke vijfde Giro-rit, snoeiharde valpartij Mark Cavendish

De Telegraaf

Germania

Hund bringt Topfavorit Evenepoel zum Sturz – Chaotisches Finale

Kicker

USA

Evenepoel crashes twice, Groves wins wet 5th stage of Giro

The Washington Post

Colombia

Giro de Italia 2023: etapa caótica, pero sin cambios en la general

El Tiempo

Australia

Groves wins wet and chaotic Giro stage as dog wipes out Evenepoel

The Age

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Sotto la pioggia (Antonello Venditti)

METEOGIRO

Napoli – partenza: pioggia debole (0.1 mm), 18°C, vento moderato da S (14 – 26 Km/h), umidità al 80%
Sant’Antonio Abate (traguardo volante – 34.4 Km): pioggia debole (0.2 mm), 19°C, vento moderato da SO (11 – 33 Km/h), umidità al 75%
Ravello (60.6 Km): pioggia debole (0.1 mm), 18°C, vento moderato da SO (12 – 25 Km/h), umidità al 81%
Sorrento (traguardo volante – 107.8 Km): cielo sereno, 17°C, vento moderato da O (17 – 23 Km/h), umidità al 79%
Napoli – arrivo: nubi sparse, 18°C, vento moderato da O (17 – 30 Km/h), umidità al 73%

GLI ORARI DEL GIRO

12.45: inizio diretta su Eurosport
12.55: inizio diretta su RaiSport
13.15: partenza da Napoli
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.05: traguardo volante di Sant’Antonio Abate
14.30-14.40: GPM di Valico di Chiunzi
15.40-16.00: GPM di Picco Sant’Angelo
15.55-16.15: traguardo volante di Sorrento
17.00-17.30: arrivo a Napoli

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Petacchi: “Per giungere qui a Salento” (Salerno)
Pancani: “In questo giornata di celebrazione”
Claudio Castellano: “A noi addetto ai lavori”
Garzelli: “E’ un continuo saliscende”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della quinta tappa, Atripalda – Salerno

1° Filippo Magli
2° Stefano Gandin a 10″
3° Josef Cerný a 1′14″
4° Stephen Williams a 1′18″
5° Thomas Gloag s.t.

Classifica generale

1° Stefano Gandin
2° Thomas Gloag a 20″
3° Veljko Stojnic a 1′11″
4° Martijn Tusveld a 1′52″
5° Max Kanter a 3′40″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

16 maggio 1983 – 4a tappa: PESARO – TODI (187 Km)

SARONNI SI VENDICA SUBITO

Il campione del mondo conquista il primo abbuono battendo Argentin sullo strappo di Todi

Contesissimo sprint in salita, ma senza scorrettezze sostanziali – Rosola perde qualche secondo, però conserva la maglia rosa, con 12″ su Contini e 39″ su Prim – L’iridato (ora 5° in classifica) ha così risposto all’attacco subito dagli scalatori nella tappa di Fano – Oggi la tappa più lunga – Mafia del tv

Le finestre del Palazzo di Città di Salerno illuminate di rosa (www.sevensalerno.it)

Le finestre del Palazzo di Città di Salerno illuminate di rosa (www.sevensalerno.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno

10-05-2023

maggio 10, 2023 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) si è imposto nella quinta tappa, Atripalda – Salerno, percorrendo 171 Km in 4h30′19″, alla media di 37.955 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo). Il norvegese Andreas Leknessund (Team DSM) è ancora maglia rosa con 28″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 30″ sul francese Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa Cycling Team), 10° a 1′39″

TOUR DE HONGRIE

L’olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco-AlUla) si è imposto nella prima tappa, circuito di Szentgotthárd, percorrendo 168.6 Km in 3h42′56″, alla media di 45.377 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese Sam Bennett (BORA-hansgrohe) e l’australiano Caleb Ewan (Lotto Dstny). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 15°. Groenewegen è il primo leader della classifica con 2″ sullo sloveno Matus Stocek (ATT Investments) e 4″ su Bennett. Miglior italiano Moschetti, 20° a 10″

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

La francese Valentine Fortin (Cofidis Women Team) si è imposta nella seconda tappa, Plémet – Saint-Méen-le-Grand, percorrendo 124.3 Km in 3h03′53″, alla media di 40.558 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e l’italiana Martina Alzini (Cofidis Women Team). La Lach è ancora leader della classifica con 25″ sull’italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo) e 27″ sulla francese Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber 93).

NAVARRA WOMEN’S ELITE CLASSIC

L’olandese Riejanne Markus (Team Jumbo-Visma) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Pamplona, percorrendo 135.8 Km in 3h50′23″, alla media di 35.367 Km/h. Ha preceduto di 47″ la russa Tamara Dronova (Israel-Premier Tech Roland) e di 1′06″ la neozelandese Ella Wyllie (Lifeplus Wahoo). Miglior italiana Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ), 4° a 1′06″

GROVES L’EQUILIBRISTA RESTA IN PIEDI E VINCE SUL TRAGUARDO BAGNATO DI SALERNO

maggio 10, 2023 by Redazione  
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Il maltempo ha reso molto più dura del previsto la quinta tappa della Corsa Rosa, terminata come da previsioni in volata ma con il gruppo selezionato dalle tre cadute che hanno caratterizzato gli ultimi 7 Km. Particolarmente sfortunata l’ex maglia rosa Evenepoel, che già era caduta ad inizio tappa. A terra anche l’australiano Graves, che riesce a recuperare e poi ad imporsi allo sprint

Come un equilibrista sul filo, dopo essere scivolato a terra ai -7 dall’arrivo, Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) supera le insidie del bagnato e conquista in una volata insidiosa e a ranghi ridotti la quinta tappa del Giro, l’Atripalda-Salerno di 171 km. Una frazione caratterizzata dal maltempo e dalle numerose cadute. Tra gli uomini di classifica coinvolti anche Alexsandr Vlasov (Bora-Hansgrohe), Primoz Roglic (Jumbo Visma), la maglia rosa Andreas Leknessund (Team DSM) e l’iridato Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step). Sul lungomare salernitano,dietro all’australiano si classificano Jonathan Milan (Barhain Victorius), Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Mark Cavendish (Astana Qazaqstan), con quest’ultimo che taglia il traguardo dopo essere scivolato sull’asfalto viscido. Nel finale due le cadute nel gruppo. L’ultima, nei tre chilometri finali, coinvolge anche due uomini di classifica del calibro di Vlasov ed Evenepoel, che in virtù della neutralizzazione non perdono tempo in classifica, sempre guidata Andreas Leknessund (Team DSM) con 28” di vantaggio su Remco e 30” su Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team).Per Groves si tratta del suo 4° sigillo stagionale, il primo nella Corsa Rosa.Tutto questo mentre il campione del mondo in carica sta per sottoporsi ad accertamenti per verificare la propria condizione.

La tappa odierna non era piatta bensì caratterizzata da una conformazione irregolare nei primi 120 Km, in contrasto con un finale adatto alle ruote veloci sul bellissimo lungomare di Salerno.
Non sono partiti da Atripalda Ramon Sinkeldam (Alpecin-Deceuninck), Remy Rochas (Cofidis) e Valerio Conti (Corratec Selle Italia).
Vanno via in quattro e tra questi c’è Thibaut Pinot (Groupama – FDJ). Con lui Martin Marcellusi e Samuele Zoccarato (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e Stefano Gandin (Team Corratec-Selle Italia). La strada è scivolosa per la pioggia, il trevigiano finisce a terra e Marcellusi va giù con lui. Si salvano invece Pinot e Zoccarato, i quali proseguono nella loro azione.
Gandin riesce a rientrare sui fuggitivi e quattro sono ora gli uomini al comando: oltre ai citati Zoccarato, Pinot e Gandin c’è Thomas Champion (Cofidis). Si affronta subito lala prima salita di giornata, il Passo Serra (3ª categoria, 3,9 km al 7,4%), sulla quale Pinot passa per primo rafforzando il suo primato nella classifica della maglia azzurra.
Poco dopo un cane, lasciato libero, attraversa la strada e provoca una caduta nel gruppo dei migliori. Tra gli altri a farne le spese c’è Evenepoel, che dopo un po’ si rialza e riprende a pedalare, mentre Pinot si lascia sfilare e riprendere proprio dal plotone.
Restano, dunque, in 3 al comando e al traguardo volante di Sant’Angelo dei Lombardi Gandin prevale su Champion e Zoccarato, mentre la volata del gruppo, che ha poco più di due minuti di distacco, è appannaggio dell’iridato di Harrogate 2019 Mads Pedersen (Trek –Segafredo).
Piove a catinelle sul percorso mentre dietro tirano gli uomini del Team DSM per preservare la maglia rosa di Leknessund, ma si fanno vedere anche Arkéa-Samsic e Alpecin-Deceuninck.
Nuova salita verso Oliveto Citra (2,9 km con pendenze attorno all’8%), il paese di nascita di Vincenzo Albanese, uno dei protagonisti della tappa di ieri. Intanto il vantaggio dei battistrada continua a diminuire ai – 65 dall’arrivo. Allo scollinamento Zoccarato passa per primo davanti Champion e Gandin. Quarto è Pinot assieme al gruppo, che si mantiene costante sul minuto di ritardo.
Anche l’attraversamento di Campagna avviene senza particolari scossoni. Il gruppo lascia fare e all’ultimo traguardo volante di giornata, nel centro di Battipaglia, è primo Gandin, con il gruppo che si sta avvicinando.
A questo punto prova l’allungo Zoccarato. Ai -20 dall’arrivo Gandin e Champion vengono ripresi dal gruppo: la loro fuga è finita. Il combattivo 25enne della Green Project-Bardiani -CSF-Faizanè non molla ma, complici problemi al cambio e le trenate del gruppo maglia rosa (in prima fila gli INEOS Grenadiers trainati da Filippo Ganna), il suo tentativo è destinato ad esaurirsi.
Caduta ai -7 km in una curva a gomito a destra. A terra, tra gli altri, finiscono Groves, Pascal Ackermann (UAE Team Emirates), Fernando Gaviria (Movistar), e Primoz Roglic (Jumbo Visma), uno dei grandi favoriti per la vittoria finale. Tutti e tre riprendono e riescono, seppur con fatica, a rientrare in gruppo, ora nuovamente compatto dopo che ai – 6 era finita l’avventura in solitaria di Zoccarato.
Le emozioni non mancano. Dentro i 3 km si verifica una nuova caduta, che coinvolge Perdersen, Evenepoel e Vlasov. All’ultimo chilometro parte Milan, ma Groves si dimostra più forte anche della pioggia e delle insidie dell’asfalto trionfando a braccia alzate, mentre dietro di lui rovinanno a terra pure Cavendish e David Dekker (Team Arkéa Samsic).
Domani si correrà la la sesta tappa del Giro n.106, la Napoli-Napoli di 162 km, una delle frazioni più belle paesaggisticamente della Corsa Rosa con il Gpm di 2a categoria del Valico di Chiunzi e la tortuosa strada della Costiera Amalfitana, da non prendere sottogamba pur se molto distante dal traguardo.

Vito Sansone

Vittoria sotto lacqua per Kaden Groves a Salerno (Kaden Groves wins stage 5 of the 2023 Giro dItalia in Salerno (Getty Images Sport)

Vittoria sotto l'acqua per Kaden Groves a Salerno (Kaden Groves wins stage 5 of the 2023 Giro d'Italia in Salerno (Getty Images Sport)

UNA VOLATA TUTTA DA SUDARE

maggio 10, 2023 by Redazione  
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I velocisti tornano protagonisti al Giro 2023, ma non sarà una passeggiata la quinta frazione della Corsa Rosa. Se pedalando verso San Salvo abbondavani i tratti pianeggianti da percorrere lungo il litorale abruzzese, oggi la tappa si snoderà prevalentemente sui saliscendi dell’appennino campano e pianura vera s’incontrerà solamente negli ultimi 40 Km. I tanti metri di dislivello finale potrebbero rimanere nelle gambe a molti velocisti al momento dello sprint e non è detto che le loro squadre riescano a ricucire sulla fuga di giornata, proprio come successo a Salerno nel 1995, al termine di una tappa simile a questa.

Le interminabili tappe interamente pianeggianti d’una volta sono oramai un lontano ricordo. Il ciclismo moderno e il suo pubblico si vogliono divertire ogni giorno e per questo motivo quelle noiose frazioni sono state progressivamente abbandonate, sostituite da tappe più brevi e mai totalmente piatte, con salite inserite qua e là, talvolta nei finali, talaltra a metà strada oppure concentrate nella prima parte del percorso, dando parecchio filo da torcere alle squadre dei velocisti che devono faticare non poco per tenere a bada la fuga di giornata. Per prendere alcuni esempi, nel Giro del 1987 di tappe simili se ne corsero quattro e una di questa si svolgeva sulla distanza di ben 260 Km mente lo scorso anno ne erano previste solo due, la prima delle quali superava quota “200” per un solo chilometro. Anche quest’anno di frazioni totalmente prive di qualsivoglia difficoltà altimetrica se ne incontreranno due, quelle di Caorle e Roma, mentre in tre occasioni per arrivare allo sprint bisognerà prima digerire parecchi metri di dislivello: per dare un po’ di numeri, quasi 3000 se ne dovranno sorbire nella frazione di Viareggio e 2500 in quella successiva di Tortona, entrambe previste nella seconda settimana di gara, mentre altri 2500 saranno in programma oggi verso Salerno, affrontando un percorso che proporrà strada pianeggiante solamente negli ultimi 40 Km, ai quali si giungerà dopo un tracciato altalenante che nella prima parte ha in serbo sette ascese. Se è vero che l’arrivo in volata sarà la soluzione più probabile, non bisognerà dare per scontato che i fuggitivi riescano a farcela e c’è un precedente a loro favore, poiché l’ultima volta che il Giro fece scalo a Salerno (1995) si arrivava al traguardo con un percorso non molto dissimile da quello odierno – gli ultimi 40 Km erano gli stessi di quest’anno, mentre la prima parte era meno impegnativa – e in quell’occasione i corridori di testa riuscirono a resistere al rientro del gruppo per 13 secondi. A complicare la giornata ai velocisti potrebbe essere una partenza troppo veloce perché subito dopo il via da Atripalda, cittadina presso la quale si trovava un tempo l’antica Abellinum (dalla quale deriva il nome la vicina Avellino), si dovrà affrontare la salita più impegnativa di giornata, quel Passo Serra sulle cui pendenze (4 Km al 7.6% con il chilometro iniziale al 10.2% medio) al Giro del 2015 la maglia rosa Alberto Contador fu attaccata da Fabio Aru e Mikel Landa, i quali non riuscirono a distanziare lo spagnolo, anche se la loro azione fece staccare gli altri avversari. Di certo non assisteremo stavolta ad azioni simili, poiché in quell’occasione il traguardo era collocato nella vicina San Giorgio del Sannio (s’impose Paolo Tiralongo) mentre stavolta saremo solo all’inizio di una tappa che subito proporrà la salita verso il Passo di Mirabella (2.2 Km al 7.3%), presso il quale il gruppo sfiorerà l’area archeologica della città romana di Aeclanum, scoperta all’inizio del secolo scorso e tra i cui resti spiccano quelli delle “terme dei nobili” e di una basilica eretta in epoca paleocristiana. Immediatamente dopo si affronterà l’ascesa di Croce Calabrone (3 Km al 6.1%), che precederà il passaggio in discesa da Fontanarosa, dove è meta di pellegrinaggi il santuario di Maria Santissima della Misericordia, che alla vigilia di Ferragosto è teatro della tradizionale “festa del carro”, nella quale viene portato in processione da quattro buoi un obelisco di paglia alto 28 metri.
Seguirà un’altra serie di brevi ascese consecutive che conduranno i “girini” alle porte di Torella dei Lombardi, dove è visitabile un museo dedicato al celebre regista d’origini torellesi Sergio Leone, il papà del western all’italiana, ospitato nel Castello Candriano. Per una decina di chilometri l’altimetria si “spegnerà” lasciando il passo a un tratto di dolce falsopiano di meno di 10 Km, che terminerà ai piedi della “Cima Coppi” di giornata, la salita diretta ai quasi 1000 metri di Guardia dei Lombardi, 8.4 Km al 3% che presenteranno le pendenze più impegnative nei 2200 metri iniziali al 6.1%, al termine dei quali il gruppo attraverserà il centro di Sant’Angelo dei Lombardi, divenuto celebre all’epoca del sisma del 1980 come “capitale del terremoto” perché fu il comune irpino che ebbe a patire il maggior numero di morti (482 morti) oltre a ingenti danni ai suoi edifici, come la millenaria Abbazia del Goleto e il Convento di Santa Maria delle Grazie, situato nel luogo dove oggi è stato realizzato un Parco della Memoria dedicato alle vittime del sisma e in modo particolare ai bambini ospiti dell’orfanotrofio alloggiato nel monastero.
Il breve dentello verso Morra De Sanctis – il cui nome ricorda i natali in questo borgo del politico italiano
Francesco de Sanctis, che fu per tre mandati Ministro dell’Istruzione del Regno d’Italia – spezzerà la successiva discesa, che riporterà per la terza e ultima volta il gruppo nella valle dell’Ofanto, attraversata in altri differenti punti nelle due tappe precedenti. Stavolta il corso del fiume sarà seguito per circa 4 Km in direzione di Lioni, per poi imboccare la veloce superstrada che porterà i “girini” in veloce discesa verso la valle del Sele, sfiorando la località di Materdomini, famosa per la presenza del Santuario di San Gerardo Maiella, costruito attorno al 1200 nel luogo dove la Madonna era apparsa a due pastorelli e divenuto celebre grazie al santo “titolare”, religioso redentorista che vi morì nel 1755 a soli 29 anni e che oggi è venerato come protettore delle donne in gravidanza e dei bambini.
Ci sarà giusto il tempo di terminare la discesa e affrontare un breve tratto privo di difficoltà, poi le pendenze torneranno a farsi sentire nelle gambe dei corridori al momento d’affrontare i quasi 3 Km all’8% che condurranno a Oliveto Citra, borgo il cui antico Castello Guerritore è divenuto, riparati i danni apportati dal terremoto, sede di un museo realizzato per esporre al pubblico i reperti recuperati dalle necropoli della zona. Un successivo pedalabile tratto in ascesa di 3.4 Km al 3.5% rappresenterà l’ultimo ostacolo naturale inserito sul tracciato, che subito dopo proporrà la discesa verso la pianura finale, che il gruppo agguanterà in quel di Eboli, la cittadina resa celebre dal romanzo di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”, in realtà ambientato nel paesino lucano di Aliano, dove l’autore fu mandato al confino dal regime fascista: secondo un detto lucano rappresentava limite ultimo del mondo civilizzato il centro di Eboli, che attira i turisti proprio grazie alla pubblicità indotta dal libro di Levi e dove è possibile ammirare interessanti luoghi di culto come la Badia di San Pietro alli Marmi e la collegiata di Santa Maria della Pietà. Imboccati gli ultimi scorrevoli 40 Km si attraverserà Battipaglia, dove si potrà ingannare l’attesa del passaggio del gruppo assaggiando la prelibata specialità locale della “Zizzona”, mozzarella di latte di bufala dalla forma di seno (da qui il curioso nome) che può arrivare a un peso di 15 Km a forma, resa celebre dal film “Benvenuti al sud”. Raggiunta la vicina Bellizzi si abbandonerà la strada “maestra” per Salerno e si svolterà in direzione del litorale, lungo il quale si snoderanno gli ultimi 14 Km, i più snelli di questa tappa anche per le sole dieci curve che s’incontreranno in quest’ultimo tratto. Ma non bisognerà comunque abbassare la guardia nemmeno ora, perché il vento che spazza il golfo di Salerno potrebbe fare un’ultima, sgradita sorpresa al gruppo provato dalle tante energie sprecate sui saliscendi di giornata.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo della Serra (585 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 243 tra Pratola Serra e Dentecane, è quotato 584 sulle cartine del Giro 2023. In passato è stato affrontato in diverse occasione ma soltanto l’ultima volta, durante la citata tappa Benevento – San Giorgio del Sannio del 2015 vinta da Tiralongo, in vetta era previsto il traguardo GPM, conquistato dall’olandese Tom-Jelte Slagter.

Passo di Mirabella (442 metri). Quotato 443 sulle cartine del Giro 2023, è valicato dalla Strada Statale 90 “delle Puglie” tra Pianopantano e Grottaminarda. Situato nei pressi del bivio per Mirabella Eclano, è noto anche con il nome di Passo Eclano. Il Giro vi è transitato spesso, senza mai proporre quest’ascesa come GPM: l’ultimo passaggio risale alla tappa Roccaraso – Melfi nel 1992, vinta da Guido Bontempi.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La città di Salerno e l’altimetria della quinta tappa (travelamalficoast.travelmar.it)

La città di Salerno e l’altimetria della quinta tappa (travelamalficoast.travelmar.it)

CIAK SI GIRO

Nel finale oggi il Giro subito prima di giungere in riva al Tirreno attraverserà l’estremo lembo settentrionale della Piana del Sele, area vasta 700 Km quadrati la cui perla è rappresentata dalla località archeologica dell’antica città magnogreca di Paestum, distante una ventina di chilometri dal percorso di gara. I suoi tre magnifici templi sono giunti ai nostri giorni in perfette condizioni e ciò ha attratto in quest’angolo della Campania non solo turisti da tutte le parti del mondo (li ammirerà anche lo scrittore tedesco Goethe, che ne farà accenno nel suo saggio “Viaggio in Italia”), ma anche numerosi registi che qui hanno voluto girare parte dei loro film. In ordine di tempo il primo è stato Roberto Rossellini, che nel 1946 nel celeberrimo Paisà, uno dei capolavori del neorealismo, inquadrò nell’episodio ambientato a Napoli i templi di Poseidone ed Hera, quest’ultimo visitato nientemeno dalla principessa Sissi in “Destino di un’imperatrice”, l’ultimo film della trilogia dedicata alla celebre sovrana, del quale parleremo più diffusamente nell’articolo dedicato alla tappa di Napoli. Un’altra pellicola in parte girata in questo luogo fu “Scipione detto anche l’Africano”, nel quale si raccontò in toni leggeri le gesta del celebre politico dell’antica Roma, qui interpretato da Marcello Mastroianni mentre il ruolo del fratello del protagonista, Scipione l’Asiatico, fu affidato al vero fratello del celebre attore, Ruggero, qui impegnato nella sua unica esperienza di attore e la cui carriera, tranne questa eccezione, si svolse quasi esclusivamente dietro le quinte, dove ancora oggi è ricordato come uno dei più valenti montatori del cinema italiano, lavorando fianco a fianco a registi del calibro di Luchino Visconti e Federico Fellini (per limitarsi ai più celebri). Oltre che a Paestum, la produzione del film sui due “Scipioni”, diretta dal regista romano Luigi Magni, interessò anche un’altra nota area archeologica campana, quella di Pompei, per poi spingersi fino in Lazio e Toscana, dove la dimora del dio Giove fu ricreata nella necropoli etrusca di Sovana.

In collaborazione con www.davinotti.com

I templi di Paestum visti nel celebre film di Rossellini Paisà (www.davinotti.com)

I templi di Paestum visti nel celebre film di Rossellini "Paisà" (www.davinotti.com)

Larea archeologica di Paestum vista in Scipione detto anche lAfricano (www.davinotti.com)

L'area archeologica di Paestum vista in "Scipione detto anche l'Africano" (www.davinotti.com)

Le altre location dei due film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/paisa/50006649


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/scipione-detto-anche-l-africano/50006803

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Atripalda, l’edificio della Dogana dei Grani fa da sfondo a Piazza Umberto I°

Mirabella Eclano, le terme dell’antica Aeclanum

Fontanarosa, santuario di Maria Santissima della Misericordia

Torella dei Lombardi, Castello Candriano

Sant’Angelo dei Lombardi, Abbazia del Goleto

Castello di Morra De Sanctis

Materdomini, Santuario di San Gerardo Maiella

Oliveto Citra, Castello Guerritore

Eboli, Badia di San Pietro alli Marmi

Salerno, Cattedrale di Santa Maria degli Angeli

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