QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI TORTONA

maggio 17, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Tortona Milan vola, ma vince Ackermann. Geoghegan ritirato, paura per Rodriguez

Gazzetta dello Sport

Belgio

Pascal Ackermann schiet na millimetersprint raak in de Giro, Cavendish en Milan komen net te kort

Het Nieuwsblad

Slovenia

Primož Roglič ima iz dneva v dan manj izzivalcev

Delo

Gran Bretagna

Geoghegan Hart crashes out of race on slippery stage

The Guardian

Francia

Ackermann s’impose au sprint, Ineos perd gros

L’Équipe

Spagna

‘El Giro del Calamar’

AS

Portogallo

A concorrência vai caindo e João Almeida vai-se aguentando

Público

Paesi Bassi

Niet met blote oog te zien: Ackermann wint elfde rit in Giro

De Telegraaf

Danimarca

Tysker kører fra Mads Pedersen på målstregen i Giroen

Politiken

Norvegia

Mer drama i Giro d’Italia – ny stjerne kjørte bort i ambulanse etter tøff velt

Aftenposten

Germania

Ackermann feiert Sprintsieg im Fotofinish – Kämna nun Sechster

Kicker

USA

Tao Geoghegan Hart crashes out of Giro d’Italia; Pascal Ackermann wins 11th stage

The Washington Post

Colombia

Etapa 11 del Giro de Italia: retiros por covid, muchas caídas y Gaviria sin triunfo

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Il Bandito e il Campione (Francesco De Gregori)

METEOGIRO

Bra: poco nuvoloso, 17°C, vento moderato da N (12 – 29 Km/h), umidità al 59%
Alba (56.3 Km): poco nuvoloso, 12°C, vento moderato da N (15 – 33 Km/h), umidità al 68%
Carignano (98.2 Km): poco nuvoloso, 18°C, vento debole da N (3 – 17 Km/h), umidità al 56%
Rivoli – 1° passaggio (125.7 Km): nubi sparse, 18°C, vento debole da SE (3 – 14 Km/h), umidità al 54%
Rivoli : nubi sparse, 18°C, vento debole da S (5 – 15 Km/h), umidità al 54%

GLI ORARI DEL GIRO

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.30: inizio diretta su RaiSport
12.45: partenza da Bra
13.35-13.45: GPM della Pedaggera
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.45: traguardo volante di Ceresole d’Alba
15.35-15.55: primo passaggio dal traguardo di Rivoli
15.50-16.10: traguardo volante di Buttigliera Alta
16.25-16.55: GPM di Colle Braida
17.00-17.30: arrivo a Rivoli

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Genovesi: “Ciliego selvatico”
Pancani: “Il passaggio non sarà al colle ma al passo”
Petacchi: “Il giorno dopo della mattina”
Borgato: “Quindo temo arriverà il ritiro”
Borgato: “Covi era visivo”
Garzelli: “La mia prima ricognizione che andranno in onda”
Televideo: “Soluzione allo sprint nell’undicesima tappa del Giro d’Italia, Scandiano – Viareggio” (questa era la tappa di ieri)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Camaiore – Tortona

1° Alessandro Verre
2° Mikaël Chérel a 2′41″
3° Harm Vanhoucke s.t.
4° Pavel Sivakov a 4′31″
5° Alessandro Covi a 7′42″

Classifica generale

1° Campbell Stewart
2° Yukiya Arashiro a 4′49″
3° Otto Vergaerde a 5′24″
4° Veljko Stojnic a 7′06″
5° Alexander Krieger a 9′13″

Miglior italiano Alessandro Iacchi, 8° a 12′58″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

22 maggio 1983 – 10a TAPPA: MONTEFIASCONE – BIBBIENA (232 Km)

BONTEMPI RITIRATO, BATTAGLIN MALATO

Al Giro d’Italia vittoria di Masciarelli a Bibbiena e guai per la squadra Inoxpran
Il velocista, vincitore di due tappe, costretto a lasciare la corsa per un avvelenamento da cibo avariato – Anche il suo capitano soffre da qualche giorno per problemi digestivi – Sprint dimostrativo di Saronni (5°) – A Selva la visita di Pertini?

La torre del castello di Tortona illuminata di rosa (sport.sky.it)

La torre del castello di Tortona illuminata di rosa (sport.sky.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio

ACKERMANN FA FESTA A TORTONA. THOMAS RESTA IN MAGLIA ROSA

maggio 17, 2023 by Redazione  
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Nella volata di Tortona, al termine di una tappa segnata ancora dal maltempo e soprattutto da diverse cadute che hanno messo fuori causa Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers), il tedesco dell’UAE Team Emirates ritrova la verve di un tempo battendo, seppur al photofinish, Jonathan Milan (Team Bahrain Victorious). Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) mantiene la maglia rosa

L’undicesima tappa del Giro 2023 parte da Camaiore e risalendo la penisola si arriva a Tortona dopo 219 km. Gli Appennini saranno ancora protagonisti dopo la tappa di ieri, visto che si dovranno scalare i tre gpm, in realtà non eccessivamente ripidi, del Passo del Bracco, di Colla di Boasi e del Passo della Castagnola. Dallo scollinamento dell’ultima salita mancheranno oltre 40 km all’arrivo, per cui i velocisti hanno concrete possibilità di giocarsi la vittoria in volata. Anche stamattina, alla partenza da Camaiore, il Giro ha dovuto pagare un prezzo salato al covid, che ha estromesso altri sei ciclisti, ovvero Jan Hirt, Josef Cerny, Mattia Cattaneo e Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step), Stefano Gandin (Team Corratec Selle Italia) ed Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen). A questi ciclisti si sono aggiunti anche Natnael Tesfatsion (Team Trek Segafredo) e Jonathan Caicedo (Team EF Education EasyPost). Dopo una decina di km dalla partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Thomas Champion (Team Cofidis), Diego Pablo Sevilla (Team EOLO Kometa), Filippo Magli (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Laurenz Rex (Team Intermarchè Circus Wanty), Alexander Konychev e Veljko Stojnic (Team Corratec Selle Italia). Dopo 20 km il vantaggio della fuga era intorno ai 4 minuti. Stojnic si aggiudicava il primo traguardo volante di Borghetto di Vara posto al km 62.1. Sevilla scollinava in prima posizione sul primo gpm del Passo del Bracco posto al km 80. Il ritardo della fuga era sceso a 2 minuti e 30 secondi sotto l’azione delle squadre dei velocisti, prima fra tutte la Trek Segafredo. Stojnic scollinava in prima posizione sul successivo gpm di Colla di Boasi posto al km 143. Nella discesa successiva, una caduta coinvolgeva tra gli altri Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Purtroppo ad avere la peggio era Hart, che restava sdraiato per terra dolorante. L’intervento dell’ambulanza nei suoi confronti era immediato e lo sfortunato ciclista britannico, vincitore del Giro 2020 e quest’anno punta di diamante dell’INEOS insieme a Thomas, era costretto al ritiro. Per lui si parla di sospetta frattura del bacino e del femore e la stagione 2023 può già dirsi conclusa al 99%. Nella stessa discesa anche Oscar Rodriguez (Team Movistar) era vittima di una caduta poco più avanti; lo spagnolo sbatteva prima contro il palo di un segnale e poi sfiorava il muro di una casa. Anche per lui il Giro d’Italia finiva qui. Stojnic intanto vinceva il secondo traguardo volante di Busalla posto al km 169.7, mentre nell’ultima salita verso il Passo della Castagnola il Team Jayco AlUla aumentava il ritmo per tastare il polso ai velocisti presenti nel gruppo maglia rosa. La maggior parte di loro riusciva comunque a restare indenne. Era ancora Stojnic a scollinare in prima posizione, mentre il vantaggio della fuga si era ormai ridotto ad un minuto circa. Rex era l’ultimo dei fuggitivi ad essere ripreso, a circa 6 km dal termine. Alla volata finale prendevano parte praticamente tutti i velocisti ancora in gruppo, ad eccezione di Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck), disperso sui gpm precedenti, e Fernando Gaviria (Team Movistar), vittima di una caduta a poco meno di 2 km dalla conclusione. Era Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) ad imporsi davanti a Jonathan Milan (Team Bahrain Victorious), bravo a risalire dalle retrovie ed a sfiorare la vittoria per una questione di centimetri, mentre Mark Cavendish (Team Astana Qazaqstan) era terzo. Chiudevano la top five Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) in quarta posizione e Stefano Oldani (Team Alpecin Deceuninck) in quinta posizione. Nella top ten si segnalavano anche il sesto posto di Vincenzo Albanese (Team EOLO Kometa), l’ottavo posto di Davide Ballerini (Team Soudal Quick Step) ed il nono posto di Simone Consonni (Team Cofidis). Ackermann ritrova la forma di un tempo ed ottiene la prima vittoria stagionale, lui che aveva già vinto due tappe al Giro 2019. In classifica generale Thomas resta in maglia rosa con 2 secondi di vantaggio su Roglic e 22 secondi di vantaggio su Joao Almeida (UAE Team Emirates). Domani primo assaggio delle Alpi nella dodicesima tappa da Bra a Rivoli di 179 km. Il primo gpm di Pedaggera, posto dopo un a trentina di km, farà da trampolino alla fuga di giornata. Il successivo di Colle Braida, ben più impegnativo e situato a circa 30 km dall’arrivo, farà capire se la fuga riuscirà ad arrivare fino all’arrivo oppure se il forcing delle squadre dei big di classifica avranno voglia di animare il finale di tappa.

Antonio Scarfone

Pascal Ackermann vince a Tortona (foto: Getty Images)

Pascal Ackermann vince a Tortona (foto: Getty Images)

17-05-2023

maggio 17, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il tedesco Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) si è imposto nell’undicesima tappa, Camaiore – Tortona, percorrendo 219 Km in 5h09′02″, alla media di 42.52 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e il britannico Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 22″ sil portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′28″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE

Il francese Romain Grégoire (Groupama-FDJ) si è imposto nella seconda tappa, Compiègne – Laon, percorrendo 162 Km in 3h59′05″, alla media di 40.66 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Ethan Vernon (Soudal Quick-Step) e il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team). Due italiani in gara: Daniel Oss (TotalEnergies) 107°a 3′20″, Matteo Malucelli (Bingoal WB) 130° a 5′49″. Il francese Samuel Leroux (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) è il nuovo leader della classifica con 1″ sull’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) e su Grégoire. Oss 112° a 3′31″, Malucelli 127° a 6′00″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

L’olandese Pim Ronhaar (Baloise Trek Lions) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Esch-sur-Alzette, percorrendo 3.2 Km in 4′47″, alla media di 40.139 Km/h. Ha preceduto di 1″ il francese Lucas Grolier (Vendée U) e di 3″ il francese Antoine Huby (Vendée U) Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), 55° a 20″. Ronhaar è il primo leader della classifica con 1″ su Grolier e 3″ su Huby. Miglior italiano Ballabio, 55° a 20″

TOUR OF SAKARYA (Turchia)

Il russo Aleksandr Bereznyak (Sakarya BB Pro Team) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Sakarya, percorrendo 4.1 Km in 5′13″, alla media di 47.157 Km/h. Ha preceduto di 5″ il francese Lucas De Rossi (China Glory Continental Cycling Team) e il kazako Daniil Marukhin (Vino SKO Team). Due italiani in gara: Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development Team) 19° a 15″, Simone Zanini (Astana Qazaqstan Development Team), 35° a 21″. Bereznyak è il primo leader della classifica con 5″ su De Rossi e Marukhin. Toneatti 19° a 15″, Zanini a 35° a 21″

MARC HIRSCHI RE D’UNGHERIA

maggio 17, 2023 by Redazione  
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Dopo la neutralizzazione a causa del maltempo della quinta tappa in quel della capitale magiara, il Giro d’Ungheria e è andato allo svizzero della UAE Team Emirates Marc Hirsch.

Le prima due volate sono andate rispettivamente a Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e Fabio Jakobsen (Soudal – Quick Step) nei primi due giorni di gara. Nella terza tappa con arrivo a Pécs lo svizzero Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si è imposto in solitaria con un vantaggio di 8” su Ben Tulett (INEOS Grenadiers), 10″ su Max Poole (Team DSM) e 12″ Sylvain Moniquet (Lotto Dstny), che ha regolato un gruppettino di 4 elementi comprendente anche l’italiano Matteo Fabbro (BORA – hansgrohe), sesto. Il successo dello svizero ha fatto si che lo stesso corridore salisse in vetta alla classifica generale. La quarta tappa, ancora utile per la vittoria finale, ha visto il successo ancora in solitaria di un altro rappresentante del movimento ciclistico elvetico, Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team). Dopo dieci secondi Thibau Nys (Trek – Segafredo) ha preceduto Moniquet, Hirshi, Tulett, Poole, Fabbro e altri 9 elementi. In chiave classifica il successo ha permesso a Voisard di andare ad occupare il terzo gradino del podio dietro a Hirschi e Tulett. L’annullamento della quinta e ultima tappa per maltempo ha congelato la classifica della 44a edizione della corsa magiara, vinta così da Hirschi, mentre si è scelto di far gareggiare comunque i corridori in quel di Budapest, dove si è imposto lo slovacco Matúš Štoček (ATT Investments) sullo stesso Hirschi. Le classifiche accessorie sono state, invece, conquistate dallo stesso Štoček (a punti), dall’austriaco Sebastian Schönberger (Human Powered Healthl, gran premi della montagna) e dall’INEOS Grenadiers per quel che riguarda la challenge riservata alle squadre.

Mario Prato

Marc Hirschi (Getty Images)

Marc Hirschi (Getty Images)

APPENNINI, ANCORA APPENNINI

maggio 17, 2023 by Redazione  
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Un’altra cavalcata appenninica attende i “girini”, i quali oggi si troveranno a pedalare su di un tracciato meno corposo rispetto a quello della tappa di Viareggio. Le salite in programma stavolta non dovrebbero spaventare più di tanto i velocisti, le cui squadre dopo l’ultimo colle avranno parecchia strada a disposizione per andare a riprendere i fuggitivi di giornata. Rimane comunque un traguardo che potrebbe non rivelarsi alla portata di tutti gli sprinter.

Un’altra corposa scorpacciata appenninica attende i “girini”, ma stavolta la portata si annuncia meno indigesta per i velocisti rispetto a quella servita ieri tra l’Emilia e la Toscana. Viaggiando da quest’ultima verso il Piemonte si dovrà inevitabilmente attraversare la Liguria, una delle regioni più complicate dal punto di vista geografico, ma oggi si supereranno quasi 500 metri di dislivello in meno e, soprattutto, molta pianura in più rispetto alla tappa del giorno prima. In particolare, usciti dalla fase centrale caratterizzata da tre salite non particolarmente difficili, gli ultimi 43 Km si snoderanno costantemente in lieve falsopiano discendente e un percorso del genere, tenuto anche conto della linearità quasi perfetta degli ultimi 15 Km, rappresenta un’ideale palcoscenico per la scena nella quale il plotone inseguitore come una balena si “pappa” in un solo boccone i pesciolini di giornata, in fuga da parecchi chilometri. Varrà comunque lo stesso discorso fatto per la frazione di Viareggio, perché su percorsi del genere comunque diversi velocisti potrebbero trovarsi penalizzati e non trovare le forze per competere ad armi pari con sprinter più dotati sui percorsi più “aggressivi”.
La pianura non caratterizzerà soltanto il finale, perché anche i primi 60 Km non presenteranno difficoltà altimetriche e particolarmente scorrevole sarà il tratto iniziale di 15 Km disegnato sul lungomare della Versilia. Lasciata Camaiore, nell’immediato entroterra, il gruppo incontrerà il “chilometro zero” presso il lido cittadino e da lì si punterà velocemente su Forte dei Marmi, la rinomata stazione balneare che deve il nome alla piccola fortezza realizzata in epoca settecentesca dal casato dei Lorena a breve distanza dalla spiaggia. Lasciata la Toscana, la Liguria accoglierà il Giro sulle strade della Lunigiana, la storica regione che gravita attorno all’antica città romana di Luni, la cui area archeologica si trova non distante da Marinella di Sarzana. All’altezza della foce del Magra il percorso abbandonerà le rive del Mar Ligure per costeggiare il corso del fiume fino alla confluenza con la Val di Vara, sfiorando in questo tratto la base del promontorio del Caprione (vi si trova la nota località turistica di Lerici) e il piede della collina sulla quale si trova il borgo di Arcola, il cui antico castello costruito nell’XI secolo dalla famiglia Obertenghi è divenuto, dopo la ristrutturazione ottocentesca, l’attuale sede del municipio del centro ligure. Cambiato ancora scenario, seguendo poi la valle del fiume Vara si giungerà a Borghetto di Vara, presso il quale si trova l’antica abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola, fondata in epoca longobarda da monaci benedettini provenienti dal monastero emiliano di Bobbio. Qui terminerà la lunga fase pianeggiante iniziale e comincerà il settore appenninico della tappa, introdotto dalla breve salita del Valico del Termine (3 Km al 4%), in cima a quale una piccola cappella costituisce il biglietto da visita del vicino Santuario di Nostra Signora di Roverano, innalzato sul luogo dove la Madonna sarebbe apparsa a due pastorelle, una delle quale era muta dalla nascita e cominciò a parlare proprio dal quel momento. Subito dopo inizierà la più impegnativa tra le ascese di giornata, che è anche la più celebre e non tanto per i suoi “numeri” (10 Km al 4.4%, dei quali i primi cinque al 6.3% medio). Grazie alla sua collocazione lungo il principale asse stradale della Liguria, la storica Via Aurelia, il Passo del Bracco è, infatti, una delle ascese appenniniche più frequentate dalla Corsa Rosa, che vi salì per la prima volta nel 1909, l’anno della prima edizione, durante la tappa che congiunse Firenze a Genova, vinta dal pavese Giovanni Rossignoli. Come in quella tappa, dopo lo scollinamento i “girini” affronteranno in discesa il versante più panoramico del Bracco, che offre stupende viste sul Golfo del Tigullio e sulla “Baia delle Favole”, il nome che il celebre scrittore danese Hans Christian Andersen attribuì alla più grande delle due insenature sulle quali si specchiano Sestri Levante e, tra gli altri edifici della nota località di villeggiatura, la Torre Marconi che il celebre l’inventore scelse per i suoi esperimenti, come quello che consentì per la prima volta nella storia a un’imbarcazione di effettuare la “navigazione cieca”, guidata via radio da terra da Santa Margherita Ligure a Sestri. Inizierà ora il secondo settore di pianura, circa 35 Km all’inizio dei quali si costeggerà nuovamente il Mar Ligure fino a Lavagna, centro il cui nome richiama alla memoria le cave dell’entroterra dalle quali si estrae l’ardesia, roccia utilizzata sia per scopi artistici, sia per altri meno “nobili” come la produzione di tegole e lavagne. Molte di queste cave si trovano nella vicina Val Fontanabuona, verso la quale vergerà il gruppo dopo aver lasciato nuovamente il mare, che si rivedrà solo tra una settimana, al termine della tappa di Caorle. Prendendo lentamente quota si toccherà Cicagna, il principale della valle, presso il quale si trova il Santuario di Nostra Signora dei Miracoli, imponente edificio inaugurato nel 1937 sul luogo di una precedente chiesa, teatro quattrocento anni prima di un prodigioso miracolo che ebbe per protagonista una scolorita statua della Madonna, improvvisamente trasfiguratasi e ravvivatasi nelle tinte. Poco più avanti si toccherà Moconesi, dove è possibile visitare due interessanti musei, uno dedicato ai giocattoli e l’altro alla famiglia paterna di Cristoforo Colombo, originaria di questo luogo. Non è stato soltanto il celebre navigatore ad avere radici ben piantate in Val Fontanabuona, perché da qui partì per emigrare in quella stessa America che Colombo aveva scoperto la mamma di Frank Sinatra, nativa di Lumarzo, il centro dove avrà inizio la seconda delle tre salite principali di giornata, la Colla di Boasi. I suoi 9 Km al 4,3% non costituiranno una sorpresa per parte dei partecipanti al Giro perché fu affrontata anche lo scorso anno, durante la tappa terminata a Genova con il successo del lombardo Stefano Oldani. Una volta arrivati in vetta non si svolterà verso sinistra, per iniziare come dodici mesi fa la discesa verso il capoluogo ligure, ma si prenderà a destra infilandosi nel pianeggiante traforo, lungo poco più di un chilometro e perfettamente rettilineo, che evita l’ascesa al soprastante Passo della Scoffera. Seguirà una soavissima discesa dalle pendenze impalpabili lungo la parte alta della valle dello Scrivia, fiume che ha la sua sorgente dalla confluenza dei torrenti Laccio e Pentemina. In questo assetto si giungerà a Casella, centro presso il quale ha il suo capolinea settentrionale il “Trenino di Casella”, linea ferroviaria che lo collega a Genova e che ricorda quella più celebre del Bernina per l’arditezza di alcuni suoi tratti, per lo scartamento ridotto e per le vetture di colore rosso-beige, trainate dalla più antica locomotiva d’Italia ancora in esercizio, in attività dal 1924. Poco più avanti il percorso della tappa si innesterà sul tracciato del Giro dell’Appennino all’altezza di Busalla, centro situato a piedi del Passo dei Giovi, una delle storiche ascese della classifica italiana (prima edizione nel 1934) assieme alla tremenda Bocchetta e alla più morbida Castagnola. È in direzione di quest’ultima che andranno i “girini”, affrontandola dal versante che all’Appennino si percorre in discesa (5 Km al 4.5%) per poi planare su Voltaggio, località di villeggiatura nella quale è possibile ammirare un’interessante e inattesa pinacoteca, inizialmente allestita a Genova e dal 1901 ospitata nel locale convento cappuccino. Entrato in Piemonte, per il gruppo inizierà ora l’ultimo tratto di questa frazione, privo di difficoltà altimetriche se si esclude il leggero zampellotto che s’incontrerà a poco meno di 30 Km dall’arrivo, subito dopo il passaggio da Gavi, centro meritevole d’una sosta per ammirarvi il forte che sovrasta la cittadina e degustare il suo prelibato e omonimo vino DOGC, citato anche da Umberto Eco in “Baudolino”, il suo quarto romanzo storico. Queste sono zone dove la storia scorre a fiumi, come ci rammenta anche la vicina area archeologica di Libarna, casualmente riporta alla luce nel 1820 durante i lavori di realizzazione della “strada regia”, l’odierna Statale dei Giovi sulla quale il gruppo tornerà a pedalare al momento del ritorno sulla pianura, alle porte delle terre dei “Campionissimi”. Stavolta non ci si ricorderà soltanto di Fausto Coppi perché l’imminente passaggio da Cassano Spinola riporterà alla memoria il suo “predecessore al titolo” Costante Girardengo, che visse in questo borgo sulle cui strade una serie di piccoli murales ritrae il sei volte vincitore della Milano-Sanremo ma anche un’altra gloria locale, “Sandrino” Carrea, che di Coppi fu gregario.
Nel frattempo Tortona si fa sempre più vicina, annunciata all’apparire all’orizzonte della guglia del santuario di Nostra Signora della Guardia, dalla cui cima la dorata statua della Madonna veglierà silenziosa gli ultimi, frenetici colpi di pedale dell’undicesima frazione della corsa rosa.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico del Termine (264 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 ‘’Via Aurelia’’ tra Borghetto di Vara e Carrodano Inferiore. Trovandosi sulla strada per il Passo del Bracco inevitabilmente il Giro d’Italia vi è transitato spesso, ma questa salita non è stata mai considerata come GPM. L’ultimo passaggio risale al 2015, durante la tappa Chiavari – La Spezia vinta da Davide Formolo.

Valico del Bivio della Baracca (589 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” lungo la salita al Passo del Bracco dal versante di Carrodano. Coincide con il bivio, in località “La Baracca”, dove si stacca la strada che scende verso Levanto.

Passo del Bracco (610 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Carrodano e Sestri Levante, secondo i geologi non è un vero e proprio valico geografico, ma semplicemente il punto più alto toccato dall’Aurelia. Dal 1933, anno dell’istituzione della classifica dei Gran Premi della Montagna, il Giro vi è transitato venti volte e in questo numero non sono ovviamente compresi i frequenti passaggi avvenuti nelle edizioni precedenti. Tra i corridori che hanno conquistato questa salita ricordiamo il due volte vincitore del Giro Giovanni Valetti nel 1938 (l’anno del primo GPM sul Bracco), il fratello del “Campionissimo” Serse Coppi (1946 e 1950), il celebre scalatore spagnolo Federico Bahamontes (1958) e l’eterno secondo Italo Zilioli (1976), mentre l’ultimo in ordine di tempo è stato il russo Denis Menchov durante l’impegnativa cronometro individuale delle Cinque Terre nel 2009. Nel 2011 il GPM del Bracco, inserito nelle fasi iniziali della tappa Quarto dei Mille – Livorno, fu annullato a seguito della decisione di disputare la tappa senza velleità agonistiche in memoria di Wouter Weylandt, deceduto il giorno precedente Infine, in altre due successive occasioni la salita è stata affrontata in maniera parziale, senza arrivare fino al Bracco, nel 2012 salendo da Levanto al Valico Guaitarola per poi raggiungere in quota il “bivio della Baracca” (tappa Seravezza – Sestri Levante, vinta dal danese Lars Bak), nel 2015 salendo da Carrodano fino al bivio per Levanto nel corso della citata tappa della Spezia vinta da Formolo.

Passo del Baracchino, Sella di Pian del Lupo (512 metri), Valico di Cà Marcone, Sella di Bracco (416 metri), Passo d’Angio (340 metri), Sella di Ca’ Bianca (293 metri), Selletta di Macallè (181 metri). Valicati dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” nel corso della discesa che dal Passo del Bracco conduce a Sestri Levante.

Colletta di Boasi (642 metri). Quotata 615 sulle cartine del Giro 2023 (dove è segnalata come Colla di Boasi), mette in comunicazione la Val Fontanabuona con la Val Bisagno ed è attraversata dalla Strada Provinciale 77 “di Boasi”, tra l’omonima località e il Passo della Scoffera. È stata affrontata per la prima volta come traguardo GPM lo scorso anno, durante la tappa Parma – Genova, vinta da Stefano Oldani dopo che in vetta alla Colletta era transitato in testa il bergamasco Lorenzo Rota.

Passo della Scoffera (674 metri). Non sarà direttamente toccato dalla tappa, che vedrà i corridori percorrere il tunnel sottostante il valico. Quotato 671 sulle cartine del Giro d’Italia 2015 (è l’ultima occasione nella quale il Giro è giunto fino al passo), è raggiungibile da tre diverse vie d’accesso (Davagna, Laccio e Ferriere). Nonostante la sua notorietà, il Giro l’ho ha affrontato solo quattro volte come GPM e ha visto transitare in testa Aldo Moser nel 1958 (tappa Mondovì – Chiavari, vinta da Silvano Ciampi), Giuseppe Saronni nel 1978 (tappa Novi Ligure – La Spezia, vinta dallo stesso corridore), Flavio Zappi nel 1984 (tappa Lerici – Alessandria, vinta da Sergio Santimaria) e l’elvetico Pascal Richard nel 1994 (tappa Lavagna – Bra, vinta da Massimo Ghirotto), occasione nella quale non si salì fino al valico ma si terminò la scalata all’imbocco della sottostante galleria.

Colle di Castagnola (590 metri). Quotato 583 metri sulle cartine del Giro 2023, è valicato dalla Strada Provinciale 163 “della Castagnola” tra Borgo Fornari e Voltaggio, all’altezza dell’omonima località.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La città di Tortona dominata dalla guglia del santuario di Nostra Signora della Guardia e l’altimetria dell’undicesima tappa del Giro 2023 (www.settimanalelancora.it)

La città di Tortona dominata dalla guglia del santuario di Nostra Signora della Guardia e l’altimetria dell’undicesima tappa del Giro 2023 (www.settimanalelancora.it)

CIAK SI GIRO

Hans Christian Andersen si rivolterebbe nella tomba a sapere che nell’incantevole angolo del Mar Ligure che il celebre favolista aveva ribattezzato “Baia delle favole” un brutto giorno sarebbe capitato nientemeno che il conte Dracula! E non un Dracula qualsiasi ma uno dei tanti a portare il volto Christopher Lee, l’attore inglese conosciuto proprio per le numerose interpretazioni del celebre vampiro. Comincerà nel 1958, dopo che l’anno precedente aveva avuto una prima esperienza “horror” nei panni del mostro di Frankenstein, e si farà notare al punto che già nel 1959 sarà chiamato a infilarsi i canini di scena, ma in una pellicola che nulla a che vedere con il genere horror. Il regista era l’italiano Steno – all’anagrafe Stefano Vanzina – che volle l’attore britannico per il ruolo del barone Roderico da Frankurten nella commedia comica “Tempi duri per i vampiri”. Il suo sarà un ruolo secondario, chiamato a far da spalla a Renato Rascel, che nel film è un barone spiantato costretto a vendere il castello di famiglia e a vederlo trasformato in un albergo, dove gli sarà consentito di risiedere a patto di lavorarvi come facchini. Non immagina che starà per trasferirsi nel castello anche lo zio Roderico, fuggito dalla Transilvania, il quale rivelerà d’essere un vampiro. E che c’entra tutto questo con Sestri Levante? C’entra perché quel che si vede nel film è in piccola parte ligure poiché le riprese in esterna del maniero mostrano il Castello Brown di Portofino e, per quel che riguarda l’ingresso al maniero, uno degli edifici che compongono il complesso finto medioevale dei castelli di Sestri Levante. In realtà Dracula in riviera si vide poco perché per la stragrande maggioranza delle riprese si scelse, per la comodità della vicinanza agli studi di Cinecittà, il Castello Odescalchi di Bracciano, mentre altri manieri del Lazio furono spacciati per la dimora transilvana del barone Roderico. E per finire un paio di curiosità: per Christopher Lee le riprese del film furono l’occasione per tornare “in pace” in Italia, dove già era stato tra il 1943 e il 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale, dove partecipò alla Battaglia di Montecassino. Ma pochi sanno che nelle sue vene scorreva sangue italiano perché italiana era la madre dell’attore, Estelle Marie Carandini dei marchesi di Sarzano.

In collaborazione con www.davinotti.com

Villa Gualino, uno dei tre edifici che compongono il complesso dei castelli di Sestri Levante, nel film “Tempi duri per i vampiri” (www.davinotti.com)

Villa Gualino, uno dei tre edifici che compongono il complesso dei castelli di Sestri Levante, nel film “Tempi duri per i vampiri” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/tempi-duri-per-i-vampiri/50000325

FOTOGALLERY

Forte dei Marmi, Forte Lorenese

L’anfiteatro romano dell’antica Luni

Castello di Arcola

Borghetto di Vara, Abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola,

Passo del Bracco

Sestri Levante, Baia delle Favole

Cicagna, Santuario di Nostra Signora dei Miracoli

Il capolinea di Casella della spettacolare linea ferroviaria Genova – Casella

Voltaggio, convento dei cappuccini

Forte di Gavi

Serravalle Scrivia, l’anfiteatro di Libarna

Uno dei murales a tema ciclistico che adornano le strade di Cassano Spinola

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI VIAREGGIO

maggio 16, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

La fuga premia Cort Nielsen, terzo De Marchi. Il diluvio non cambia la classifica

Gazzetta dello Sport

Belgio

Vroege vluchter Magnus Cort zet aanstormend peloton een hak in uitgeregende etappe en voltooit trilogie in de Giro

Het Nieuwsblad

Slovenia

Etapa zmešnjav Dancu Cort Nielsenu, Roglič varno v cilju

Delo

Gran Bretagna

Cort wins wet stage 10 as Thomas stays in pink

The Guardian

Irlanda

Francia

Cort Nielsen complète sa collection

L’Équipe

Spagna

Lluvia, caos y… Cort Nielsen

AS

Portogallo

João Almeida tem um “amigo” a andar para trás no Giro

Público

Paesi Bassi

Magnus Cort bekroont lange vlucht met zege in barre Giro-rit

De Telegraaf

Danimarca

Dansk triumf: Magnus Cort blev en del af en eksklusiv klub i Giro d’Italia

Politiken

Norvegia

Koronasmittet Bystrøm bryter Giro d’Italia likevel

Aftenposten

Germania

Vlasov gibt Giro erkrankt auf – Kämna alleiniger Kapitän

Kicker

USA

Cort wins stage in miserable conditions, Thomas stays in Giro d’Italia lead

The Washington Post

Colombia

Caídas, retiros y mucho caos en la etapa 10 del Giro de Italia 2023

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Virus (Iron Maiden)

METEOGIRO

Camaiore : cielo coperto, 18°C, vento debole da NE (8 – 27 Km/h), umidità al 57%
Borghetto di Vara (traguardo volante – 62.1 Km): cielo coperto, 18°C, vento forte da NE (18 – 51 Km/h), umidità al 54%
Ferriere (133.7 Km): cielo coperto, 16°C, vento moderato da NE (14 – 41 Km/h), umidità al 57%
Busalla (traguado volante – 169.7 Km): cielo coperto, 17°C, vento moderato da NE (14 – 41 Km/h), umidità al 56%
Tortona : poco nuvoloso, 19°C, vento moderato da NE (20 – 38 Km/h), umidità al 48%

GLI ORARI DEL GIRO

11.15: inizio diretta su Eurosport
11.25: inizio diretta su RaiSport
11.45: partenza da Camaiore
13.10-13.20: traguardo volante di Borghetto di Vara
13.40-14.00: GPM di Passo del Bracco
14.00: inizio diretta su Rai2
15.20-15.45: GPM di Colla di Boasi
15.50-16.25: traguardo volante di Busalla
16.05-16.40: GPM di Passo della Castagnola
17.00-17.30: arrivo a Tortona

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Qua la sala sale” (la strada sale)
Pancani: “Il canadese che sta facendo il ritmo di Ottawa” (si riferiva a Derek Gee, corridore nativo di Ottawa)
Pancani: “E’ arrivato l’elicottero che ci può guarantire un’altra inquadratura”
Martini: “Cosa succederà secondo di te?”
Petacchi: “Gli è andato via il posteriore”
Pancani: “Con il baffetto biondo di Magnus Cort Nielsen andiamo sul palco del Processo alla Tappa” (avete preso lo scalpo al danese?)
Fabretti: “Magnussen” (Magnus Cort Nielsen)
Garzelli: “Gli adetti ai valori”
Garzelli: “Le conferenze stampe”
Fabretti: “Un giorno da pedora”
Fabretti: “Dottore ci spiega cosa significa fine della pandemia?” (ci spieghi)
Fabretti: “Il giornalista belgo”
Garzelli: “La tappa di Berga” (Bergamo)
Televideo: “Monperpoli” (Monteperpoli)
Televideo: “Hogh John Carty” (Hugh)
Televideo: “Santiago Sanchez” (Santiago Buitrago)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della decima tappa, Scandiano – Viareggio

1° Michael Hepburn
2° Campbell Stewart s.t.
3° Alan Riou a 3′53″
4° Yukiya Arashiro s.t.
5° Davide Gabburo s.t.

Classifica generale

1° Yukiya Arashiro
2° Veljko Stojnic a 2′14″
3° Stefano Gandin a 5′11″
4° Alan Riou a 5′21″
5° Campbell Stewart a 5′56″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

21 maggio 1983 – 9a TAPPA: TERRACINA – MONTEFIASCONE (225 Km)

VINCE MAGRINI, SCAPPA LEJARRETA, NIENTE ABBUONI PER SARONNI

Dalla tappa di Montefiascone segnali che dicono come il campione del mondo non sia (e non si senta) invulnerabile
Bella impresa del gregario di Van Impe, mentre Io spagnolo recupera 34″ in classifica – Il comico del Giro

Il molo della Madonnina di Viareggio illuminato di rosa (sport.sky.it)

Il molo della Madonnina di Viareggio illuminato di rosa (sport.sky.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)

TRA COVID, PIOGGIA E VENTO, A VIAREGGIO LA SPUNTA CORT NIELSEN

maggio 16, 2023 by Redazione  
Filed under News

Nella decima tappa del Giro 2023, dopo il ritiro per covid di Remco Evenepoel (Team Lotto Soudal), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost) centra la fuga giusta e soprattutto la prima vittoria nella corsa rosa, battendo in una volata ristretta Derek Gee (Team Israel Premier Tech) ed Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla)

Il primo giorno di riposo del Giro 2023 lascia strascichi fondamentali per il prosieguo della corsa rosa. Remco Evenepoel (Team Lotto Soudal) si ritira a causa dl covid e con lui sono costretti ad alzare bandiera bianca per lo stesso motivo Rigoberto Urán (Team EF Education EasyPost), Callum Scotson (Team Jayco AlUla), Sven Erik Bystrøm (Team Intermarché Circus Wanty) e Domenico Pozzovivo (Team Israel Premier Tech). In particolare, il forfait del campione del mondo in carica, oltre ad aver scatenato discussioni che andranno avanti a lungo, si ripercuote sulle tattiche che i nuovi favoriti – in particolare Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e la coppia dell’INEOS Grenadiers formata da Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart – porranno in essere, con le Alpi che si intravedono all’orizzonte. Intento oggi si riparte da Scandiano e, attraversando l’Appennino tosco emiliano, si ritorna sul Tirreno, precisamente a Viareggio. La decima tappa è lunga complessivamente 196 km ed i primi 90 si inerpicano, tra diversi saliscendi, fino al Passo delle Radici, primo dei due gpm di giornata che svetta ai 1400 metri di altezza e che delimita il confine tra Emilia Romagna (provincia di Modena) e Toscana (provincia di Lucca). Oltre ai ciclisti già elencati, messi ko dal covid, da Scandiano non partivano per altri problemi fisici Mads Würtz Schmidt (Team Israel Premier Tech), Rein Taaramäe (Team Intermarché Circus Wanty) e Oscar Riesebeek (Team Alpecin Deceuninck); anche Stefan Küng (Team Groupama FDJ), come da programma, aveva lasciato il Giro nel giorno di riposo, mentre Geraint Thomas era la nuova maglia rosa. Dopo diversi attacchi e contrattacchi, la fuga giusta partiva intorno al km 30 grazie all’azione di Derek Gee (Team Israel Premier Tech), Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla) e Magnus Cort Nielsen (Team EF Education Easy Post). Inizialmente nel drappello di testa era presente anche Davide Bais (Team EOLO Kometa), che però si faceva sfilare e riprendere dal gruppo dopo essere transitato in prima posizione sia sul traguardo volante di Villa Minozzo posto al km 48 che sul gpm del Passo delle radici posto al km 87.5 Intorno al km 70 Aleksandr Vlasov (BORA Hansgrohe) si ritirava a causa di problemi allo stomaco. La scalata verso i 1400 metri del Passo delle Radici era segnata dal maltempo, con pioggia e vento che riducevano vistosamente il gruppo maglia rosa. I velocisti cercavano di restare aggrappati ma tra di loro chi si staccava irrimediabilmente erano Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) e Fernando Gaviria (Team Movistar), quest’ultimo vittima anche di una scivolata in discesa. Proprio nella discesa dal Passo delle Radici, una volta rimasti in testa Cort Nielsen, De Marchi e Gee, dal gruppo maglia rosa evadevano Jonathan Milan, Andrea Pasqualon e Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious), che restavano a bagnomaria tra i battistrada ed il gruppo, prima di desistere dalla loro azione ed essere ripresi prima del secondo gpm di Monteperpoli. Su questo gpm, posto al km 120.7, era Gee a scollinare in prima posizione. Nella discesa successiva si segnalava la caduta di Jay Vine (UAE Team Emiratres), che perdeva così parecchio tempo dal gruppo, ed anche quella di Warren Barguil (Team Arkea Samsic), che ripartiva ma era dolorante al braccio sinistro. Meglio andava ad Alberto Bettiol (Team EF Education Easy Post), che si scontrava con un massaggiatore scesa dall’ammiraglia per soccorrere un ciclista e che fortunatamente ripartiva senza conseguenze. La fuga, pur avendo avuto un vantaggio massimo superiore ai 2 minuti, non desisteva dall’intento di giocarsi la vittoria di tappa anche perché al loro inseguimento, come detto, il gruppo non era compatto, avendo perso numerosi elementi nella salita del Passo delle Radici. E infatti, i pochi uomini a disposizione degli altrettanto pochi velocisti presenti nel gruppo maglia rosa, desistevano dall’inseguimento a circa 3 km dalla conclusione, quando il vantaggio del terzetto di testa era ancora di 45 secondi. Nella volata a tre era Cort Nielsen a vincere davanti a Gee, mentre De Marchi si piazzava in terza posizione a 2 secondi di ritardo. Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) regolava il gruppo maglia rosa per la quarta posizione, a 51 secondi di ritardo da Cort Nielsen. Chiudeva la top five Pascal Ackermann (UAE Team Emirates), mentre nella top ten si segnalava la sesta posizione di Stefano Oldani (Team Alpecin Fenix), la settima posizione di Jonathan Milan, la nona posizione di Mirco Maestri (Team EOLO Kometa) e la decima posizione di Filippo Fiorelli (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Cort Nielsen, specialista delle fughe vincenti, ottiene la terza vittoria stagionale, dopo essersi già imposto nella seconda e nella terza tappa della Volta ao Algarve. Inoltre, il ciclista danese entra nel ristretto club dei ciclisti che hanno vinto almeno una tappa nei tre GT, e precisamente sei alla Vuelta, due al Tour e una al Giro). In classifica generale, Thomas è maglia rosa con 2 secondi di vantaggio su Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e 5 secondi di vantaggio su Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Domani è in programma l’undicesima tappa dal Camaiore a Tortona di 219 km. I ciclisti dovranno affrontare tre gpm piuttosto semplici, due di terza e uno di quarta categoria. Gli ultimi 40 km sono in leggera discesa e le condizioni meteo dovrebbero migliorare leggermente rispetto ad oggi. Vedremo se la fuga avrà ancora la meglio sulle ambizioni dei velocisti.

Antonio Scarfone

Magnus Cort Nielsen vince a Viareggio (foto: Getty Images)

Magnus Cort Nielsen vince a Viareggio (foto: Getty Images)

16-05-2023

maggio 16, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il danese Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost) si è imposto nella decima tappa, Scandiano – Viareggio, percorrendo 196 Km in 4h51′15″, alla media di 40.378 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Derek Gee (Israel-Premier Tech) e di 2″ l’italiano Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è la nuova maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 5″ sul connazionale Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 6° a 1′28″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE

L’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) si è imposto nella prima tappa, Dunkerque – Abbeville, percorrendo 196.6 Km in 4h31′38″, alla media di 43.426 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Max Walscheid (Cofidis) e il francese Paul Penhoët (Groupama-FDJ). Due italiani in gara: Matteo Malucelli (Bingoal WB) 6°, Daniel Oss (TotalEnergies) 104°. Kooij è il primo leader della classifica con 4″ su Walscheid e 6″ su Penhoët. Malucelli 14° a 10″, Oss 104° a 10″

DURANGO-DURANGO EMAKUMEEN SARIA (Donne)

La sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (AG Insurance-Soudal Quick-Step Team) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Durango, percorrendo 113 Km in 2h48′22″, alla media di 40.269 Km/h. Ha preceduto di 2″ la spagnola Ane Santesteban (Team Jayco-AlUla) e la britannica Claire Steels (Israel-Premier Tech Roland). Miglior italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo), 4° a 11″

UN TUFFO DAGLI APPENNINI

maggio 16, 2023 by Redazione  
Filed under News

Dopo il primo giorno di riposo il Giro riparte dall’Emilia Romagna alla volta della Toscana per una classica cavalcata appenninica. La quasi totale assenza di salite negli ultimi 95 Km sembra strizzare l’occhio ai velocisti e, in effetti, l’arrivo allo sprint sembra una soluzione molto probabile. Ma il traguardo di Viareggio potrebbe non essere alla portata di tutti perché certamente si faranno sentire nelle gambe i quasi 3000 metri di dislivello che si dovranno “subire” per attraversare l’Appennino tosco-emiliano.

La traversata appenninica tra Toscana ed Emilia Romagna è un classico del Giro d’Italia, proposto in “salse” sempre differenti, talvolta dal sapore piccante com’è stato per esempio il caso della frazione disegnata tra Montecatini Terme e Faenza al Giro del 2003, quando le colline romagnole sancirono il passaggio di consegne al vertice della classifica tra Stefano Garzelli e Gilberto Simoni, che due settimane più tardi s’imporrà nell’86a edizione della Corsa Rosa. Ci sono state, al contrario, tappe accompagnate da una salsa più delicata, come accadde nel 2007 quando la Reggio Emilia – Lido di Camaiore, con la sola e pedalabile ascesa al Passo del Cerreto da affrontare strada facendo, terminò con una volata di gruppo conquistata dallo sprinter siciliano Danilo Napolitano. La cavalcata appenninica versione 2023 si disputerà nella stessa direzione geografica di quella tappa, ma la salsa sarà stavolta decisamente meno insipida, anche se non sarà saporita come quella del 2003. Al posto dell’ascesa ai 1261 metri del Passo del Cerreto ci sarà quella diretta alla più elevata Foce delle Radici (1529 metri), che i “girini” raggiungeranno al termine di una salita mai dura ma lunga quasi 50 Km, spezzata in quattro porzioni da tre lunghi tratti intermedi in quota. Superato anche il breve ma decisamente più tosto Monteperpoli mancheranno ben 95 Km al traguardo e questo sulla carta dovrebbe favorire i velocisti, i quali però si troveranno sul groppone i quasi 3000 metri di dislivello giornaliero, l’ultima fetta del quale sarà servita a poco meno di 20 Km dall’arrivo. A quel punto i corridori si troveranno ai piedi del Montemagno, collina dalle lievi pendenze che in condizioni normali non fa paura ai velocisti e, infatti, se la tappa diretta a Viareggio avrebbe presentato solo questa difficoltà l’arrivo allo sprint sarebbe stato alla portata di molti, mentre stavolta potrebbero mandare in affanno quegli sprinter che ancora non hanno digerito le precedenti salite oppure rompere le uova nel paniere alle formazioni che da parecchi chilometri stanno lavorando per ricucire sulla fuga di giornata e, contemporaneamente, organizzare la volata ai loro velocisti di punta. E non è detto che sia la fuga a prevalere in questa giornata nella quale si comincerà a salire sin dal via da Scandiano, dovendosi superare uno “scalino” di 1.5 Km al 5.4% ad appena 4 Km dalla partenza, seguito da un lungo tratto in falsopiano di una quindicina di chilometri che si concluderà alle porte di Carpineti, centro conosciuto per il suo castello, uno dei più estesi dell’appennino reggiano. Anziché dirigersi verso quest’ultimo si andrà ad affrontare la salita della Svolta (3 Km al 7.8%), che culmina poco distante dall’antica abbazia di Marola, fondata su iniziativa della celebre contessa Matilde di Canossa tra il 1076 e il 1092. Raggiunta la vicina Felina si abbandonerà la statale diretta al citato Passo del Cerreto per andare da lì a breve a intraprendere l’interminabile ascesa della Foce delle Radici che, come dicevamo, è suddivisa in quattro tratti distinti, il primo dei quali inizia in corrispondenza del ponte sul fiume Secchia, il secondo per importanza tra gli affluenti di destra del Po dopo il Tanaro. La prima balza, 9.1 Km al 3.6% a loro volta spezzati in tre tratti da brevi contropendenze, conduce alla località di villeggiatura di Villa Minozzo, paese natale di Adolphe Deledda, corridore che prese la cittadinanza francese nel 1948 e nel cui palmares spiccano una vittoria di tappa alla Vuelta del 1947 e due al Tour, entrambe ottenute da “transalpino”. In questo stesso centro il 21 giugno del 1944 era drammaticamente terminata la vita, fucilato con tutta probabilità da un gruppo filo partigiano, del corridore reggiano Nello Trogi, la cui carriera si svolse prevalentemente in Francia (nel 1935 si imporrà nel Giro di Corsica) e che in Italia ottenne una sola vittoria, nella frazione d’apertura del Giro del 1937. Più consistente è la seconda “tranche” della salita, 8 Km al 5.1% nel corso dei quali si sfiora la poco conosciuta Cascata del Golfarone e si lascia sulla sinistra la strada diretta alla stazione di sport invernali di Febbio. A 8 Km di salita ne seguiranno altrettanti in quota, pedalando in direzione di Civago, altra località di villeggiatura dalla quale è possibile raggiungere con una lunga escursione l’Abetina Reale, foresta di conifere inserita all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e nella quale si trova un rifugio, ospitato in quella che fu la prima segheria idraulica della storia, realizzata nel ‘600 su iniziativa della celebre famiglia degli Este. Si riprende quindi a salire per affrontare i 5.6 Km al 4.4% che conducono a Roncatello, seguito da un ultimo tratto intermedio in quota verso Piandelagotti, altra località frequentata dagli amanti dello sci. La zona degli impianti si trova proprio in corrispondenza della Foce delle Radici, che si raggiungono percorrendo il tratto più impegnativo dell’ascesa, i conclusivi 4.4 Km al 6% che conducono sino allo scollinamento, situato al confine con la Toscana e a un paio di chilometri da San Pellegrino in Alpe, “exclave” emiliana conosciuta sia per il suo santuario intitolato al santo irlandese Pellegrino, sia per la ripida strada che bisogna percorrere per giungervi. Non la dovranno percorrere i “girini” che scenderanno per la più morbida strada che plana tortuosa verso la Garfagnagna, la valle del fiume Serchio che nel 1895 fu scelta quale “buen retiro” da Giovanni Pascoli. L’ultima dimora del celebre poeta, che vi abitò fino a pochi mesi dalla morte (2012), si trova a Castelvecchio, frazione di Barga che non sarà attraversata dal gruppo perché, una volta terminata la discesa, gli organizzatori hanno deciso d’inserire nel percorso la ripida salita verso Monteperpoli, 2400 metri all’8,1% che hanno come meta un piccolo borgo delle Alpi Apuane dove in epoca medioevale fu costruito un piccolo ospizio per dare ospitalità ai viandanti, accanto al quale fu eretta anche una chiesetta dedicata a San Regolo.
Scesi a Gallicano inizierà finalmente la pianura che, a parte l’intrusione del Montemagno, scorrerà sotto le ruote del gruppo sin sul traguardo di Viareggio. Il primo settore di questa seconda parte del viaggio odierno si snoderà ancora nella valle del Serchio, che il gruppo percorrerà in direzione di Lucca sfiorando il famoso Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano, così chiamato per la leggenda – simile a quelle raccontate per altri ponti con lo stesso nome – che lo vuole costruito in una notte dal demonio, intervenuto per aiutare il capomastro che l’aveva invocato dopo essersi reso conto di non riuscire a completare l’opera nei tempi richiesti. Il patto prevedeva che Satana avrebbe ricevuto in cambio l’anima del primo viandante, ma il parroco del posto riuscì a evitare che un povero cristiano finisse all’inferno facendo percorrere per primo il ponte a un pastore maremmano, cane che fu scagliato dall’ira del diavolo nel sottostante fiume, dove la tradizione popolare dice che sia rimasto pietrificato sul fondale. Proprio all’altezza di questo centro (ma non sul Ponte del Diavolo, troppo angusto per il gruppo) si supererà il corso del Serchio per passare sulla sponda opposta del fiume, seguendola in direzione di Lucca, senza però raggiungerla. Alle porte della celebre cittadina toscana – che punta ad avere il Giro nel 2024, in occasione del primo centenario della scomparsa del compositore Giacomo Puccini – ci sarà un nuovo cambio di fronte con un altro passaggio sul Serchio e il ritorno sulle sponde che si erano costeggiate in precedenza, dove si andrà a toccare la frazione lucchese di Monte San Quirico, dove si trova Villa Paolina, così chiamata dal nome della sua celebre acquirente (1822), la sorella dell’imperatore Napoleone Bonaparte. Il tratto successivo vedrà il gruppo risalire la Val Freddana in direzione del Montemagno, modesto valico – soprattutto dal lato che si percorrerà in salita, 2.4 Km al 3.8% – molto noto in gruppo perché nelle ultime stagioni è stato alternativamente inserito nel percorso delle prime due frazioni della Tirreno-Adriatico e che fino al 2014 era, assieme al vicino Monte Pitoro, salita storica del Gran Premio Città di Camaiore, corsa sparita dal calendario dopo che il comune di Camaiore ha preferito “dirottare” i fondi necessari all’organizzazione della gara verso la Corsa dei due Mari. Il mare oramai è all’orizzonte e, percorsa la veloce discesa verso la Versilia, lo si raggiungerà nel giro di 14 Km, per poi svoltare sulla litoranea in direzione di Viareggio e seguirla fedelmente negli ultimi 3500 metri. Saranno gli ultimi attimi di un tuffo che solleverà molti spruzzi…. ma solo uno sarà quello vincente.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Selletta Minozzo (672 metri). Quotata 680 metri sulle cartine del Touring Club Italiano, coincide con la località di villeggiatura di Villa Minozzo. Mai affrontato come GPM, il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2001, nel corso della tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia, vinta dal veneto Pietro Caucchioli: il passaggio da Villa Minozzo era valido come traguardo volante Intergiro, conquistato dall’umbro Fortunato Baliani.

Valico di Pian del Monte (1040 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 9 “delle Forbici” tra Asta e Cervarolo. Nel 2001 vi è transitata la citata tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia.

Passo di Roncadello (1294 metri), Colle del Morto (1335 metri). Valicati dalla Strada Provinciale 38 “di Civago” tra Civago e Piandelagotti. Nel 2001 vi è transitata la citata tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia.

Foce delle Radici (1529 metri). Nota anche come Passo delle Radici e quotata 1527 sulle cartine del Giro d’Italia 2023, vi transita l’ex Strada statale 324 “del Passo delle Radici” tra Pievepelago e Castelnuovo di Garfagnana. È stata affrontata quattro volte come GPM mentre in tre occasioni ci si è transitati in discesa, provenendo da San Pellegrino in Alpe. Nella citata tappa del Giro 2001 (Montecatini Terme – Reggio Emilia) la salita fu affrontata in maniera parziale, salendo da Pievepelago e scollinando senza GPM al bivio per Piandelagotti, due chilometri e mezzo prima di giungere al passo. Il primo corridore a espugnare la cima della Foce delle Radici è stato il bresciano Michele Dancelli durante la tappa La Spezia – Prato del Giro del 1967, vinta dallo stesso corridore. Nel 1971 sarà lo scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente a scollinare in testa e anche in questo caso sarà il conquistatore delle Radici a far sua la tappa, partita da Forte dei Marmi e terminata con l’arrivo in salita a Pian del Falco, sopra Sestola. Fuente si imporrà anche nel 1974 nella tappa che prevedeva la Foce delle Radici (Modena – Il Ciocco), ma stavolta non sarà lo spagnolo a transitare per primo in vetta, conquistata dal ligure Giuseppe Perletto. L’ultimo corridore a mettere la firma sul valico tosco-emiliano sarà lo spagnolo Andrés Oliva nel 1976, nel corso della Porretta Terme – Il Ciocco che terminerà con la vittoria del belga Ronald De Witte.

Col d’Arciana (1300 metri), Colle Pianelli (1249 metri), Foce di Terrarossa (1141 metri), Foce di Sassorosso (1065 metri), Colle Sfogliato (982 metri). Valicati nel corso della discesa dalla Foce delle Radici verso Castelnuovo di Garfagnana.

Valico di Monte Perpoli (491 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 43 “di Monteperpoli” tra Castelnuovo di Garfagnana e Gallicano. Nel 1995 questa salita è stata affrontata nel finale della tappa Pietrasanta – Il Ciocco, vinta dal bresciano Enrico Zaina, ma non era valida come GPM.

Colle di Montemagno (224 metri). Quotato 212 metri sulle cartine del Giro 2023, è valicato dalla Strada Provinciale 1 “Francigena” tra Monsagrati e Camaiore. Mai proposto come GPM alla Corsa Rosa, non viene affrontato al Giro dal 1987, quando fu inserito nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Montalcino, vinto da Moreno Argentin. Alla Tirreno-Adriatico, che l’ha inserito spesso nel tracciato nelle ultime edizioni, è stato considerato valido come GPM solamente nel 2018, affrontato nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Follonica, vinta dal tedesco Marcel Kittel dopo che sul Montemagno era scollinato per primo il valtellinese Nicola Bagioli.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La spiaggia di Viareggio e l’altimetria della decima tappa del Giro 2023 (www.tripadvisor.it)

La spiaggia di Viareggio e l’altimetria della decima tappa del Giro 2023 (www.tripadvisor.it)

CIAK SI GIRO

Giro d’Italia del 1964, tappa di Viareggio. Tagliato il traguardo in forte ritardo ma ancora dentro il tempo massimo il corridore spagnolo Francisco Petrillo si schianta letteralmente sul chioschetto di una venditrice di bomboloni, perdendo i sensi. Ora non mettetevi a cercare, in rete o sui libri di storia del ciclismo, informazioni su questo corridore perché non le troverete, da nessuna parte. Semplicemente perché Francisco Petrillo non è mai esistito e nel 1964 la Corsa Rosa aveva fatto sì tappa in Toscana, ma a Livorno, e tutto quanto narrato è frutto della fantasia, anzi della… frenesia! Quella scena, infatti, la potete trovare solo nel film “Frenesia dell’estate”, ambientato a Viareggio durante il mese delle vacanze estive e per questo il regista Luigi Zampa incappò in un bel “blooper”, come sono definiti in gergo gli svarioni commessi dalle produzioni cinematografiche, perché lo sanno tutti che il Giro si corre a maggio. È dunque pura finzione quell’incidente, filmato sul cosiddetto Belvedere delle Maschere, tratto del lungomare di Viareggio che si trova proprio accanto al luogo dove si concluderà la decima tappa del Giro 2023. In scena erano l’attore sardo Vittorio Congia, che vestiva i panni dello sfortunato Petrillo, e l’allora 31enne Sandra Milo, che nel film è Yvonne, la bella “chioschettera” che dopo l’incidente si scarrozzerà il corridore sul suo chiosco a pedali alla ricerca dell’albergo dove alloggiava la squadra del corridore. Ma non lo troverà anche perché il Petrillo era stato colpito da una lieve amnesia e così lei deciderà di accoglierlo a casa sua, per poi riportarlo il mattino successivo al Belvedere delle Maschere, dove era prevista la partenza della tappa successiva, una cronometro individuale. Ma, stremato dalle troppe e amorevoli “cure” alle quali l’aveva sottoposto la bella Yvonne, il Petrillo crollerà nuovamente a terra al momento della discesa dalla rampa di lancio.

In collaborazione con www.davinotti.com

Francisco Petrillo al via della tappa a cronometro del Giro d’Italia: non è la vera Corsa Rosa ma quella ricreata da Luigi Zampa per uno degli episodi de “Frenesia dell’estate” (www.davinotti.com)

Francisco Petrillo al via della tappa a cronometro del Giro d’Italia: non è la vera Corsa Rosa ma quella ricreata da Luigi Zampa per uno degli episodi de “Frenesia dell’estate” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/frenesia-dell-estate/50023636

FOTOGALLERY

Scandiano, Rocca del Boiardo

Carpineti, Castello delle Carpinete

Carpineti, Abbazia di Marola

Cascata del Golfarone

L’antica segheria dell’Abetina Reale, oggi convertita in rifugio

San Pellegrino in Alpe

Castelvecchio Pascoli, casa di Giovanni Pascoli

Borgo a Mozzano, Ponte del Diavolo

Vista panoramica dal Colle di Montemagno

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CESENA

maggio 15, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia, Evenepoel vola sul bagnato. La crono gli regala di nuovo la rosa

Evenepoel ha il Covid e lascia il Giro: “Ho il cuore spezzato”. Thomas nuovo leader

Gazzetta dello Sport

Belgio

Evenepoel is één (!) seconde sneller dan Thomas en pakt zijn tweede tijdritzege én de roze trui in de Giro

Remco Evenepoel test positief op corona bij routinetest en moet de Giro verlaten: “Ik keek ernaar uit om de strijd verder aan te gaan”

Het Nieuwsblad

Slovenia

Rogliču prav dobra ocena, Evenepoelu spet rožnata majica

Šok na Giru: zaradi covida konec za Remca Evenepoela

Delo

Gran Bretagna

Leader Evenepoel out with Covid-19 – ‘I’ll wear it with pride’: Thomas handed pink jersey as Covid hits Giro d’Italia

The Guardian

Irlanda

Eddie Dunbar sets target of top 10 finish as next stage of Giro d’Italia begins

The Irish Time

Francia

Evenepoel pour une seconde

Evenepoel vaincu par le Covid

L’Équipe

Spagna

Evenepoel se queda a medias

Evenepoel da positivo en COVID-19 y abandona el Giro de Italia

AS

Portogallo

Evenepoel assume liderança no Giro ao vencer contra-relógio da nona etapa

Público

Paesi Bassi

Dubbelslag Remco Evenepoel in Giro d’Italia na secondenspel in tijdrit

Drama in Ronde van Italië: topfavoriet Evenepoel moet Giro verlaten wegens corona

De Telegraaf

Norvegia

Sekunddrama i Giro d’Italia: Leknessund mistet ledertrøya

Giro d’Italia-lederen testet positivt på covid: Evenepoel er ute

Aftenposten

Germania

Wieder in Rosa: Evenepoel gewinnt Zeitfahren – Kämna jetzt in Top Ten

Nach neun Giro-Etappen: Coronavirus zwingt Evenepoel zur Aufgabe

Kicker

USA

Evenepoel wins time trial by a second to move back into overall lead of the Giro

Evenepoel wins time trial before withdrawing from Giro d’Italia after positive COVID test

The Washington Post

Colombia

Remco Evenepoel ganó, pero no arrolló en la contrarreloj del Giro de Italia

El Giro de Italia se queda sin líder: Remco Evenepoel abandona la carrera por salud

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Battito di ciglia (Francesca Michielin)

METEOGIRO

Scandiano : pioggia moderata (3.9 mm), 13°C, vento debole da NO (11 – 22 Km/h), umidità al 87%
Villa Minozzo (48.1 Km): pioggia moderata (2.5 mm), 9°C (percepiti 7°C), vento forte da N (17 – 51 Km/h), umidità al 92%
Passo delle Radici (GPM – 87.5 Km): pioggia debole (1 mm), 5°C (percepiti 1°C), vento molto forte da N (26 – 93 Km/h), umidità al 89%
Monteperpoli (GPM – 120.7 Km): pioggia debole (0.8 mm), 15°C, vento molto forte da N (24 – 89 Km/h), umidità al 77%
Ponte a Moriano (traguado volante – 154.1 Km): cielo coperto, 20°C, vento moderato da NE (11 – 33 Km/h), umidità al 56%
Viareggio: poco nuvoloso, 20°C, vento moderato da NO (8 – 29 Km/h), umidità al 57%

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Eurosport
12.05: inizio diretta su RaiSport
12.20: partenza da Scandiano
13.30-13.45: traguardo volante di Villa Minozzo
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.55: GPM di Passo delle Radici
15.20-15.45: GPM di Monteperpoli
16.00-16.30: traguardo volante di Ponte a Moriano
17.00-17.30: arrivo a Viareggio

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Petacchi: “Deve avere molta cauta nelle curve”
Rizzato: “Nei primi 5 Km ci sono continuemente cambi”
Pancani: “Matthew Ricciarello” (Riccitello)
Borgata: “Non si alza mai dai pedali”
Pancani: “Andare a visutare il museo”
Rizzato: “Io intanto ascolto l’intermedio dello svizzero”
Pancani: “Arriva al treguardo”
Petacchi: “Caruso sta fatto un ottimo tempo”
Garzelli: “Sono usciuti”
Fabretti: “Vediamo la maglia bianca con Remco Evenepoel” (la maglia bianca è vestita da Remco Evenepoel”
Televideo: “Vince crono di Sesena” (Cesena)
Televideo: “Si decide sul filo dei decimi la nota tappa”
Televideo: “Thomas è 3° a 1″, Geoghegan Hart 3° a 2″
Televideo: “Domenico Caruso” (Damiano)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della nona tappa, cronometro individuale Savignano sul Rubicone – Cesena

1° Martijn Tusveld
2° Jonas Iversby Hvideberg a 9″
3° Martin Marcellusi a 16″
4° Kristian Sbaragli a 22″
5° Mads Würtz Schmidt a 31″

Classifica generale

1° Veljko Stojnic
2° Stefano Gandin a 2′57″
3° Martijn Tusveld a 3′29″
4° Daan Hoole a 5′16″
5° Nicolas Dalla Valle a 6′01″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

20 maggio 1983 – 8a TAPPA: SALERNO – TERRACINA (212 Km)

SARONNI RINUNCIA, VIA LIBERA A BONTEMPI

Nel volatone di Terracina il campione del mondo ha rinunciato a battersi per un possibile abbuono

Il gigantesco sprinter ha contenuto la rimonta del campione del Belgio, Hoste, conquistando la sua seconda vittoria, dopo una tappa lenta sotto il sole – Bandiere rosse

Il Technogym Village di Cesena illuminato di rosa (www.settesere.it)

Il Technogym Village di Cesena illuminato di rosa (www.settesere.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone

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