DALL’ALTO IN BASSO

maggio 20, 2023 by Redazione  
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Il Giro fa rientro in Italia scavalcando nuovamente la catena alpina. Stavolta, però, dopo aver raggiunto i 2004 metri del Passo del Sempione non s’incontreranno più difficoltà da lì al traguardo e i velocisti già pregustano la possibilità di giocarsi la vittoria a casa di Ivan Basso. Il finale non sarà comunque alla portata di tutti gli sprinter perché una serie di modeste collinette scremerà il gruppo e per primi a saltare saranno quei velocisti che non avranno ancora smaltito il Sempione.

Dalle alte quote si fa velocemente ritorno in pianura con una tappa per davvero guarderà i “girini” dall’alto in basso. Si dovrà, infatti, salire in partenza ai 2004 metri sul livello del mare del Passo del Sempione per poi pedalare verso il basso, sia quello della pianura, sia quello con la B maiuscola perché la località d’arrivo, Cassano Magnago, è la città natale del due volte vincitore del Giro Ivan Basso. Non aspettiamoci, però, una tappa nella quale il campione varesino avrebbe potuto dare sfoggio delle sue doti perché la conclusione più probabile per questa frazione sarà l’arrivo allo sprint, con grande rammarico per tutti quegli appassionati che di sabato avrebbero preferito una tappa infarcita di salite. Impegnativa, comunque, lo sarà per molti dei corridori che oggi potrebbero ben figurare in volata e non soltanto per la presenza del Sempione, che a qualche sprinter potrebbe rimanere nelle gambe nonostante i quasi 140 Km che si dovranno successivamente percorrere per andare al traguardo. Negli ultimi 20 Km sono state, infatti, inserite alcune modeste collinette che in condizioni normali sfoltirebbero di poco il gruppo, mentre stavolta contribuiranno a sfalciare dal plotone quei velocisti che si trovano nel gruppo di testa ma anche ancora le gambe intossicate dal Sempione. E se qualcuno di loro riuscisse a tenere le ruote del gruppo anche dopo questi saliscendi, potrebbe poi finire per essere respinto dalla lieve pendenza che caratterizzerà il chilometro conclusivo.
Dopo il primo tappone alpino si ripartirà ancora dalla Svizzera, avendo come filo conduttore dei primi 35 Km il corso del Rodano, che ha le sue origini sull’omonimo ghiacciaio del Canton Vallese e la foce nel Mediterraneo. In questo tratto iniziale si pedalerà quasi costantemente in pianura, salvo la breve deviazione inserita per raggiungere il piccolo centro di Baltschieder, che comporterà una salita di circa un chilometro e mezzo al 7.6% di pendenza media. Costituirà il biglietto da visita dell’imminente ascesa al Sempione, che inizierà all’uscita da Briga, cittadina di origine celtica nel cui centro svetta l’imponente castello fatto erigere in epoca barocca dal barone Kaspar Jodok von Stockalper, all’epoca noto con il soprannome di “re del Sempione” per le miniere d’oro che possedeva oltre il valico. Per raggiungerle era stata tracciata un’impervia mulattiera, oggi sentiero escursionistico, caduta in disuso in epoca napoleonica quando il celebre imperatore incaricherà l’ingegnere francese Nicolas Céard di realizzare una strada sufficientemente larga per permettere il passaggio dei cannoni. Nonostante fosse l’emblema scelto dal Bonaparte, non è un simbolo napoleonico l’enorme aquila di roccia, alta più di nove metri, che svetta in cima al passo e che fu innalzata durante la seconda guerra mondiale, quando lassù l’esercito elvetico realizzò alcune delle fortificazioni inserite nel complesso del Ridotto Nazionale Svizzero, dismesso nel 2011. Per arrivarci i “girini” percorreranno fedelmente il tracciato della strada napoleonica, che oggi nella prima parte è sostituta da una più moderna superstrada, affrontando così quella che assieme al Monte Bondone (che, però, lo batte per quasi mezzo chilometro) è la seconda salita più lunga del Giro 2023 dopo il Gran San Bernardo, 20 Km al 6.6% con i tratti più impegnativi all’inizio poiché uscendo da Briga per poco più di 6 Km la pendenza media si attesterà all’8.61%, per poi proporre successivamente un altro tratto quasi simile, circa 4 Km all’8.8%. La discesa che riporterà il Giro in patria si snoderà prevalentemente in territorio elvetico e subito prima di superare la frontiera si attraverseranno le suggestiva gola di Gondo, frequentata d’inverno dai “cascatisti” (gli arrampicatori delle cascate di ghiaccio) e che un tempo costituiva un vero e proprio Eldorado perché è proprio qui che si trovano le miniere del barone Stockalper, che le gestiva dagli uffici ospitati all’interno dell’omonima torre, oggi riconvertita in albergo.
A dare il bentornato al gruppo sulle strade italiane sarà la stazione ferroviaria di Iselle, situata presso il portale sud del traforo del Sempione, inaugurato il 24 febbraio del 1905 in un’epoca nella quale costituiva la più lunga galleria ferroviaria del mondo (19 Km e 800 metri), primato che nel corso del XX secolo è stato scalzato da successivi 7 trafori.
L’interminabile planata dal Sempione avrà termine poco prima del passaggio dal centro di Domodossola, il principale della valle del Toce, presso il quale è possibile ammirare il Sacro Monte Calvario, uno dei meno noti tra i nove “Sacri Monti” del Nord Italia iscritti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, realizzato a partire dal 1656 su iniziativa di due frati cappuccini che sul Colle Mattarella ebbero l’idea di costruire quindici cappelle che illustrassero la Via Crucis.
Lasciatisi alle spalle la parte più difficile della tappa, nei successivi 70 Km si pedalerà sulla perfezione della pianura, solcando la Val d’Ossola in direzione del Lago Maggiore, sulle cui sponde si giungerà dopo aver lambito un altro piccolo bacino, quello di Mergozzo, non distante dal quale si trovano le famose Cave di Candoglia, dalla quale viene ancora oggi scavato il marmo utilizzato per l’abbellimento del Duomo di Milano. Sulle sponde del Verbano si rimarrà per quasi 30 Km, toccando all’inizio di questo tratto il centro di Baveno, terzo della zona per presenze turistiche, qui attratte dalla romanica chiesa dei Santi Gervaso e Protaso e dall’ancora più antico battistero adiacente. Mentre si pedalerà in direzione di Stresa cattureranno l’attenzione le isole del Golfo Borromeo, ancor oggi proprietà della nobile famiglia che in tempi recenti ha rilevato a Stresa Villa Pallavicino, nel cui parco è possibile visitare un piccolo giardino zoologico nel quale vivono daini, lama, alpaca, pecore “saltasasso” e capre tibetane. Prima di lasciare le rive del Verbano si toccherà un’altra delle “celebrità” del lago, la cittadina di Arona sulla quale dominano il “Sancarlone” e i resti della Rocca Borromeo, distrutta dall’esercito napoleonico nel 1800 e nella quale 260 anni prima era nato San Carlo Borromeo, l’arcivescovo di Milano al quale era sarà dedicata la colossale statua, realizzata in bronzo dall’architetto Giovan Battista Crespi (detto “Il Cerano” dal nome del comune piemontese nel quale la sua famiglia si era trasferita negli anni della giovinezza). Lasciato il Piemonte il Giro sbarcherà in Lombardia superando il corso del Ticino alle porte di Sesto Calende, dove il locale museo archeologico espone interessanti reperti rinvenuti nella vicina necropoli di Monsorino, i cui cromlech costituiscono l’unica testimonianza monumentale della “cultura di Golasecca”, risalente alla prima età del ferro.
Giunti nella vicina Vergiate ci sarà un cambio di fronte perché, per evitare il passaggio attraverso i trafficati centri di Gallarate e Busto Arsizio, s’è deciso di far deviare la corsa verso le prime propaggini collinari del basso varesotto. È, infatti, arrivato il momento di affrontare le brevi salitelle che punteggeranno i chilometri conclusivi e per primo si dovrà superare l’ostacolo più difficile, lo strappo di 1 Km al 6% che conduce a Quinzano San Pietro, una delle frazioni del comune sparso di Sumirago, nel quale ha sede il quartier generale di Missoni, la celebre casa di moda fondata nel 1953 dall’ex ostacolista Ottavio Missoni, che prima di diventare affermato stilista era stato sette volte campione nazionale di atletica leggera. Uno zampellotto di 600 metri al 3.7% precede la discesa verso Albizzate, dove l’antico Oratorio Visconteo dal XIV secolo rappresenta un’interessante testimonianza artistica del celebre casato milanese. Scesi nella valle dell’Arno, torrente omonimo del celebre fiume toscano, un altro tratto in dolce salita condurrà verso Carnago, centro conosciuto soprattutto agli appassionati di calcio perché nel 1963 vi fu inaugurato il centro sportivo di Milanello, voluto dall’allora presidente del Milan, il produttore cinematografico Andrea Rizzoli che soli sette anni prima aveva fondato la “Cineriz”, la casa di produzione che porterà sul grande schermo film di successo come quelli delle saghe di “Don Camillo”, “Fantozzi” e “Amici miei”. A questo punto il gruppo s’innesterà sul tracciato del “circuito del Seprio” – l’anello che, ripetuto più volte, rappresenta il “cuore” del percorso della Coppa Bernocchi – imboccandolo in direzione di Castelseprio, centro il cui nome campeggia nell’elenco dei siti italiani protetti dall’UNESCO per i suoi monumenti d’origine longobarda, tra i quali si segnala l’antico monastero di Torba. I “girini” rimarranno per meno di un chilometro sulle strade della Bernocchi, poi lasceranno le rotte della corsa legnanese per dirigersi su Cassano Magnago, dove l’ultima rampetta di giornata rimescolerà ancora le carte al gruppo lanciato verso una delle ultime volate del Giro 2023.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo del Sempione (2005 metri). Quotato 2004 metri sulle cartine del Giro 2023, vi transita convenzionalmente il confine geografico tra le Alpi Pennine e le Lepontine. Mette in comunicazione il centro elvetico di Briga con il comune italiano di Varzo e su entrambi i versanti è percorso dalla “strada nazionale 9”. Noto tra le genti locali con il toponimo tedesco di Simplonpass, è stato inserito 6 volte nel percorso del Giro d’Italia, la prima durante la tappa Saint Vincent – Verbania del 1952, vinta dall’elvetico Friedrich “Fritz” Schär dopo che l’inedito Sempione era stato conquistato dal corridore francese d’origine romagnole Raphaël Géminiani. Cinque anni più tardi vi transiterà la Sion – Campo dei Fiori, terminata sulla montagna varesina con il successo del veneto Alfredo Sabbadin e la conquista della maglia rosa da parte dell’atteso Charly Gaul, dopo che a scollinare in testa sul Sempione era stato Emilio Bottecchia, figlio di un cugino di quell’Ottavio Bottecchia che nel 1924 era stato il primo italiano a vincere il Tour de France. Il 1963 fu il grande anno di Vito Taccone che non vinse il Giro – alla fine fu soltanto sesto a quasi 12 minuti da Franco Balmanion – ma fece sue ben 5 tappe, 4 delle quali consecutive: una di queste fu la Biella – Leukerbad, che vide il “Camoscio d’Abruzzo” fare suo anche il traguardo GPM posto in vetta al Sempione. Due anni più tardi gli succederà nell’albo d’oro Italo Zilioli e anche in questo caso ci sarà l’en plein, con il successo dell’eterno secondo piemontese sul traguardo della Biandronno – Saas Fee. La scalata proposta nel 1985 passò invece alla storia come “la Cima Coppi più bassa di sempre” (primato che nel 1988 gli sarà scippato dai 1600 metri del Passo Duran), conquistata dal colombiano Reynel Montoya subito dopo la partenza della Domodossola – Saint-Vincent, terminata con il successo di Francesco Moser. In ordine di tempo risale alla Aosta – Domodossola del 2006 l’ultimo passaggio dal Sempione, che porta la firma del corridore umbro Fortunato Baliani, mentre a imporsi in quella frazione sarà il colombiano Luis Felipe Laverde.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Panoramica aerea di Cassano Magnago e l’altimetria della quattordicesima tappa del Giro 2023 (wikipedia)

Panoramica aerea di Cassano Magnago e l’altimetria della quattordicesima tappa del Giro 2023 (wikipedia)

CIAK SI GIRO

Tra i luoghi più spettacolari della nostra nazione c’è sicuramente l’Isola Bella, una delle tre “perle” del piccolo arcipelago Borromeo, un’isola che un tempo era tutt’altro che bella perché fino al 1632 era semplicemente uno scoglio roccioso sul quale era letteralmente aggrappato un piccolo borgo abitato da pescatori. Tutto cambiò con il conte Vitaliano I Borromeo che ebbe l’idea di costruirvi una lussuosa residenza, progetto che poi sarà portato a compimento dal suo successore Carlo III, il quale farà chiamare l’isola Isabella in omaggio alla moglie, nome che poi per comodità sarà accorciato nell’odierno Isola Bella. I suoi saloni e i suoi spettacolari giardini terrazzati, tra i quali si aggirano candidi pavoni, sono stati visitati nel corso dei secoli da numerosi visitatori, illustri e meno illustri, e in particolare qui vennero Napoleone e lo scrittore francese Stendhal, che alloggiò in quello che – recentemente riaperto dopo un lungo restauro – è l’albergo più antico della zona del Verbano. Il cinema, forse a causa dei limitati spazi sull’isola, si è limitato a inquadrarla da lontano in comunque sempre affascinanti riprese di film girati nell’antistante Stresa. Solo in un paio di occasioni s’è scelto di portare sull’isola macchine da presa e tutto il necessario per girare un film e in una di queste sbarcò uno dei “campionissimi” del cinema italiano, nientemeno che il “mattatore” per eccellenza Vittorio Gassman. L’attore romano d’adozione (era nato a Genova da padre tedesco e madre pisana) qui venne per le scene finali di “Toglio il disturbo”, pellicola che racconta delle vicende di un anziano direttore di banca che torna ad abitare in famiglia dopo aver trascorso in manicomio gli ultimi 18 anni della sua vita. Qui stringe un legame particolare con la nipote Rosa, con la quale andrà a rifugiarsi in un casale abbandonato dopo che la nuora aveva minacciato di rimandarlo nuovamente in clinica. Dopo questo episodio la figlia sarà inviata in un collegio a Stresa, dove diversi mesi dopo la raggiungerà il nonno per un ultimo struggente incontro sulla darsena dell’Isola Bella.

In collaborazione con www.davinotti.com

Vittorio Gassman si allontana dopo l’ultimo incontro con la nipote nella scena finale di “Tolgo il disturbo”, girata sull’Isola Bella (www.davinotti.com)

Vittorio Gassman si allontana dopo l’ultimo incontro con la nipote nella scena finale di “Tolgo il disturbo”, girata sull’Isola Bella (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/tolgo-il-disturbo/50012253

FOTOGALLERY

Briga, Castello Stockalper

Passo del Sempione

L’aquila di rocca eretta presso il Passo del Sempione

Gondo, torre Stockalper

Iselle, portale italiano del traforo del Sempione

Domodossola, Sacro Monte Calvario

Cave di Candoglia

Baveno, rampa d’accesso alla chiesa dei Santi Gervaso e Protaso

Stresa, il piccolo giardino zoologico di Villa Pallavicino

Arona, Rocca Borromea

Golasecca, necropoli di Monsorino (www.varesenews.it)

Golasecca, necropoli di Monsorino (www.varesenews.it)

Albizzate, Oratorio Visconteo

Carnago, il centro sportivo di Milanello

Castelseprio, monastero di Torba

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CRANS MONTANA

maggio 20, 2023 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Crans Montana è il grande giorno di Rubio. Thomas resta in rosa

Gazzetta dello Sport

Belgio

Vroege vluchter Einer Rubio is metgezellen te snel af en wint fel ingekorte Giro-etappe, klassementsrenners bestoken elkaar niet

Het Nieuwsblad

Slovenia

Roglič se je potrudil ne prevzeti rožnate majice

Delo

Gran Bretagna

Einer Rubio wins shortened stage 13 as weather chaos continues

The Guardian

Irlanda

Eddie Dunbar puts in late attack in Giro d’Italia and remains seventh overall

The Irish Times

Francia

Pinot grappille, Rubio le plus malin

L’Équipe

Spagna

Einer Rubio se hace grande

AS

Portogallo

Um dia mais curto no Giro e tudo na mesma

Público

Paesi Bassi

Rubio is lachende derde in eindsprint en zegeviert in Giro-etappe

De Telegraaf

Danimarca

Mads Pedersen udgår af Giro d’Italia

Politiken

Germania

Rubio gewinnt verkürzte 13. Giro-Etappe – Kämna weiter Sechster

Kicker

USA

Rubio wins much-altered 13th stage, Thomas stays in Giro lead

The Washington Post

Colombia

¡Einer Rubio la ’sacó del parque’ en el Giro de Italia, triunfazo!

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

La Svizzera (Rita Pavone)

METEOGIRO

Sierre : poco nuvoloso, 17°C, vento moderato da E (7 – 48 Km/h), umidità al 66%
Briga (35.7 Km): pioggia debole (0.4 mm), 14°C, vento moderato da E (7 – 46 Km/h), umidità al 80%
Passo del Sempione (GPM – 56 Km): pioggia debole (1.1 mm), 4°C (percepiti 3°C), vento moderato da SE (6 – 44 Km/h), umidità al 88%
Villadossola (traguardo volante – 101.7 Km): pioggia debole (1.2 mm), 15°C, vento debole da NO (3 – 21 Km/h), umidità al 87%
Stresa (traguardo volante – 138.3 Km): pioggia debole (0.4 mm), 16°C, vento debole da NO (6 – 17 Km/h), umidità al 81%
Cassano Magnago : pioggia debole (0.1 mm), 15°C, vento debole da NO (7 – 17 Km/h), umidità al 86%

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Eurosport
12.05: inizio diretta su RaiSport
12.15: partenza da Sierre
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.20: GPM del Passo del Sempione
15.00-15.20: traguardo volante di Villadossola
15.45-16.10: traguardo volante di Stresa
17.00-17.30: arrivo a Cassano Magnago

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Conti: “Tonetti” (Tonelli)
Conti: “I corridori passeranno sotto il tunnel”
Conti: “Passarono sul tunnel”
Fabretti: “La tappa è sempre più condizionata nella sua filosofia”
Vegni: “Il tempo continua a imperversare”
Pancani: “Questo è l’arrivo numero 17 di un arrivo del Giro in Svizzera”
Pancani: “Ha mantenuto intatto la seconda parte del tracciato”
Garzelli: “Il ciclismo d’oggi vanno molto forte”
Fabretti: “Joao Almedia” (Almeida)
Fabretti: “Associazione Corridore Mondiali”
Fabretti: “Comunicato in forma anomina”
Garzelli: “Una salita lunga con un’altrettanto discesa”
Televideo: “CransMontana” (Crans Montana)
Televideo: “Croix de Coeur, Cima Coppi” (la Cima Coppi è prevista alla Tre Cime di Lavaredo)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della tredicesima tappa, Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana

1° Alessandro Verre
2° Alessandro Iacchi a 51″
3° Niccolo Bonifazio s.t.
4° Samuele Battistella s.t.
5° Gianni Moscon s.t.

Classifica generale

1° Campbell Stewart
2° Yukiya Arashiro a 4′49″
3° Otto Vergaerde a 5′24″
4° Alexander Krieger a 5′52″
5° Alessandro Iacchi a 9′22″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

25 maggio 1983 – 12a TAPPA: PIETRASANTA – REGGIO EMILIA (180 Km)

SARONNI ACCETTA LA SFIDA A CRONOMETRO

Ieri giornata d’attesa, lunga fuga e successo dello svedese Segersall con il solito abbuono rosicchiato dalla Maglia rosa (2°)

Oggi sui 38 chilometri contro il tempo da Reggio Emilia a Parma, la classifica della corsa potrebbe chiarirsi in favore del leader o ingarbugliarsi ulteriormente – Ma il campione del mondo sembra in forma iridata – Una storia incredibile

La scritta illuminata sul Lago Grenon (www.crans-montana.ch)

La scritta illuminata sul Lago Grenon (www.crans-montana.ch)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli

A CRANS MONTANA MA SANS MONTAGNA: TANTA FARSA IN UN GIRO MUTILATO

maggio 20, 2023 by Redazione  
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Che pochezza in questo Giro sminuito. Ci mancava solo l’ennesimo braccio di ferro con il fantomatico sindacato corridori che salta su e si preoccupa di problemi (inesistenti) soprattutto quando conviene ad alcuni. Il primo bellissimo tappone, bellissimo sulla carta, si sfascia in battibecchi, come quello che decide la vittoria di giornata.

Ma quanto dovrà svoltare questo Giro smozzicato per salvarsi nella terza settimana? C’è tanta sfortuna, è vero, perché le premesse erano di spicco, fra grandi interpreti e un percorso ben disegnato. E comunque, ammettiamolo fin da subito, stona un po’ intristirsi per il Giro quando il maltempo ha travolto la vita vera, quotidiana, di tante persone. Il maltempo, certo, e il malfatto di tanti anni su piccola e grande scala, non ce ne scordiamo. Perché alla fin fine non è sempre e solo il cielo, l’autore delle disgrazie umane, ma anche un’umanissima cattiva volontà, locale e globale. Meglio fermarsi prima di trascendere nella filosofia, tanto più senza Guillaume Martin al via, però queste considerazioni ben si sposano anche con certi fatti che fra ieri e oggi hanno sostanzialmente deturpato una delle tappe chiave del Giro 2022.
Che cosa è successo? Prima di tutto che da parte Svizzera si è deciso di non aprire il Passo del Gran San Bernardo. Capita? Capita. Dispiace che, come suggerito da parecchi locali molti mesi orsono, quando trasparivano le prima indiscrezioni sul percorso, le motivazioni siano state più probabilmente economiche e prevedibilissime piuttosto che non meteorologiche e incontrollabili. Far cassa col tunnel in date di grandi flussi per via di un fine settimana prolungato da concomitanti festività. Un fenomeno ricorrente e sistematico, a differenza del meteo, di cui non si è tenuto troppo conto, mentre gli svizzeri a quanto sembra ai loro, di conti, ci tenevano parecchio. Senz’altro più che al Giro.
Succede poi che un municipio, quello interessato al transito nella parte più alta delle Croix de Coeur, si attendesse più supporto economico per le asfaltature. Ecco dunque circolare minacciosi documenti video per denunciare che, tolta la neve, l’asfalto sembra pericolosamente malandato. Salta poi fuori che i chilometri in questione sono pochi, che le immagini inquietanti corrispondono in realtà a un aspetto relativamente normale per una stesura di un fondo siffatto in queste condizioni, senza che ciò implichi alcun pericolo di spicco per la corsa.
L’instabilità che si genera è tutta sociale, non meteorologica. È la percezione di un tentennamento, in cui si lancia a tutta forza, come un cuneo, il sindacato corridori. Non si sa se su propria iniziativa oppure se stimolato da alcuni elementi del gruppo, il sindacato lancia una votazione, e percentuali bulgare del gruppo, a quanto sembra, accettano la proposta (stilata in questi termini… da chi?) di eliminare del tutto la salita della Croix de Coeur appigliandosi al famigerato Extreme Weather Protocol, protocollo per le condizioni meteorologiche estreme. Orbene, le condizioni di attivazione del protocollo invocate, secondo il presidente del sindacato – l’ex corridore Adam Hansen già protagonista della vergognosa sceneggiata di Morbegno 2020 – sarebbero state “pioggia gelida (freezing)” e “temperature estreme”. Il problema è che nessuna delle due condizioni si verificava, ma nemmeno da lontano, né nelle previsioni, né poi nella realtà fattuale, per l’intero percorso di oggi. Citare il cumulo di precipitazioni, malanni, stanchezze che pesa dagli scorsi giorni non rende in alcun modo più logico che si chieda di attivare un protocollo il quale, proprio in quanto tale, delinea seppur vagamente alcune determinate condizioni, molto lontane da quelle odierne. A meno che, ovviamente, non si definisca “estremo” un rango di temperature fra gli 8 e i 14 gradi centigradi, o “pioggia gelida” qualche sporadica precipitazione nell’ordine dei pochi millimetri e senza continuità alcuna. Sono facilmente reperibili le immagini del peloton con molti atleti in maniche corte.
Non sappiamo come si sia votato, solo che il voto era anonimo. Non sappiamo se sia votato per atleti o per squadre. Non sappiamo se le percentuali citate da Hansen si riferiscano a una frazione dei votanti oppure a una frazione degli aventi diritto. Ma diciamo pure che non sorprenderebbe che in condizioni di voto anonimo gli atleti optino per togliersi di mezzo un’ascesa estremamente impegnativa nel bel mezzo della tappa. Almeno due team, Bahrain e Astana, erano fortemente favorevoli a correre la tappa con il solo aggiustamento, inevitabile, del transito in tunnel invece che sul passo. Molte altre voci hanno espresso perplessità. Ma tant’è. Percentuali bulgare, sempre un segnale di sana democrazia.
Certo che però, voto o non voto, l’assenza materiale dei criteri necessari ad attivare l’EWP non è qualcosa che si possa votare o meno! Non è che se la strada è secca e ci sono 12 gradi possiamo accordarci e sostenere che, sì, non sembra, ma stiamo sotto una pioggia battente gelata soffrendo “temperature estreme”.
Quel che è peggio dal punto di vista formale è però venuto dopo. Una volta presentata a RCS la proposta degli atleti, pare condita da una minaccia di sciopero più o meno bianco (già se ne è visto uno indigeribile verso il Gran Sasso), la reazione degli organizzatori è stata fare una controproposta: via il Gran San Bernardo, via i primi 120 km di tappa, avanti con una tappina da 80 km, due ore e spicci di sgambata, ma salviamo la salitona della Croix de Coeur. Il sindacato ha raggiunto un accordo su questa proposta. Ma chi ha deciso di accettare la controproposta? Si è tornato a votare? Si è votata una cosa, e ci si è incamminati a tutt’altra.
Diciamo a questo punto che quel che sarebbe potuta apparire l’unica ragione di perplessità autentica, le condizioni della discesa della Croix de Coeur, non erano evidentemente di alcun rilievo per chi “curava” presuntamente gli interessi degli atleti.
Ex post, a tappa corsa, dati meteo reali alla mano, non è restata che l’arrampicata sugli specchi. Il rappresentante dell’associazione italiana corridori, Salvato, pure lui con un curriculum di spicco come Hansen (ricordiamo l’appiattimento del tappone dolomitico nel Giro di Bernal, due anni fa), si è premurato di dare la colpa a fantomatiche “app meteo”. Più sofisticate. Solo in mano ai team. Ovviamente tanto sofisticate che sarebbero uscite dal range di tutte le altre previsioni, in direzione del pessimismo ovviamente, per essere poi brutalmente smentite dalla realtà.
Grottesco. Nelle interviste del dopogara, il più compiaciuto e deciso appare Geraint Thomas, la maglia rosa. Un tappone in meno da digerire. Un tappone in meno da controllare sprecando energie di squadra. Nel tardo pomeriggio emerge l’indiscrezione da Radio Rai: una fonte interna, anonima, avrebbe confermato che la spinta a sforbiciare sarebbe giunta da Oltremanica. Ah, che bella cosa le votazioni, ah che bella cosa la democrazia dal basso. I più “memoriosos”, come il Funes borgesiano, rivivranno in queste ore le emozioni di una Tirreno-Adriatico in cui il San Vicino venne eliminato dal percorso per una nevicata anche lì mai prevista da nessuno, se non dai “siti meteo” di qualche ben informato, e, va da sé, mai e poi mai verificatasi. Quella Tirreno fu anche divertente, un ritorno al vintage, quando era una sfida fra classicomani, e se la portò a casa Van Avermaet, in cima a una classifica che con un arrivo in salita vero avrebbe avuto tutt’altra fisionomia. Alla faccia del falsare i risultati.
Allora, questo è quanto. Il sindacato, tramite un processo decisionale ignoto, mette su una votazione su una proposta preconfezionata, in nome di un protocollo non pertinente. Si vota minacciando scioperi. Si accetta una controproposta che, coerentemente con le incoerentissime premesse, non affronta nessuna delle questioni di sicurezza (discutibili) o meterologiche (inesistenti). L’unico effetto della controproposta è stravolgere l’andamento tecnico-atletico della competizione. Qualcuno decide che la contraproposta va bene, la si accetta, non la si torna a votare. Il gioco è fatto.
Citando Nanni Moretti: “è andata così, è andata male”. Prendiamolo come un esperimento, quantomeno a beneficio della conoscenza in ambito ciclistico. La fantastica tappina dimezzata (men che dimezzata) sarà senz’altro un trionfo dello spettacolo, a quanto profetizzano i teorici delle tappe brevi. La ripida salita iniziale scompaginerà le carte. Vedrete che sparpaglìo!
Ecco, no. Perché, guarda caso, salta fuori che facendo una salita pur durissima quando tutti son freschi, la selezione non si riesce a fare. La squadra che tiene cucito il tutto (Ineos per la maglia rosa di G. Thomas) ha sempre e comunque abbastanza uomini per imporre un ritmo all’inseguimento che stronca ogni velleità. E dire che ci prova un in formissima Ben Healy col capitano Carthy e un bel drappello di nomi fra cui un pezzo grosso come Vine, che letteralmente scoppia nel tentativo di dar fiato all’azione, e poi altre figure che rivederemo in azione più avanti, Pinot col gregario Armirail a spingere a fondo, Cepeda, Rubio, e ancora Dombrowski, perfino il forte Buitrago. Ma non c’è verso. Finché l’azione implica una qualche minacciosità per un addomesticamento del prosieguo, i gregari dietro la tengono al guinzaglio. L’apparente animazione dell’inizio in breve svanisce.
E dunque rieccoci con un copione fin troppo visto e stravisto. Un copione da Tour de France, che in questo Giro si è ripetuto molte volte. Un Giro che imita i Tour che furono senza però averne la muscolatura politica.
Godiamoci allora una nuova evasione, più ridotta, più innocua, che alla fine della fiera si riduce dopo tanti chilometri di corsa insostanziale all’ultima ascesa, con il bisticcio fra Pinot, che scatta tanto e volentieri, e Cepeda, che sta a ruota pure lui tanto e volentieri. Quali che siano ragioni dell’uno e dell’altro, generosità contro calcolo, ma anche poco da perdere contro l’occasione della vita, fine carriera contro un futuro tutto da costruirsi… non c’interessa più di tanto. Pinot si inalbera, strepita contro il collega di quasi diec’anni più giovane, e poi si incaponisce, come peraltro ammetterà a fine tappa: “tutto pur di non far vincere Cepeda”. Il terzo incomodo, lo scalatore colombiano peso mosca della Movistar Einer Rubio, è chi alla fine gode. Nessun furto, ha sofferto le pene dell’inferno solo per mantenere a tito gli altri due, e alla fine è quello che riesce ad allungare con più nettezza mentre i due rivali si sono consumati in una battaglia di nervi. Pinot fa scadere la generosità in una vaga grettezza, ben comprensibile, ma davvero un po’ fuori luogo, specie per lui.
E dietro? Sostanzialmente il nulla. Sì, va bene, Caruso prova un allungo ai meno 1.500 metri. Pure Carthy fa un paio di comparsate. Lorenzo Fortunato aveva messo fuori il naso a metà salita, bravo pure lui, merita la menzione. Dunbar scomoda Geraint Thomas con un’accelerazione nel finale. Insomma, trenino Sky, ahem, INEOS, in versione Alpi svizzere. Un bel plastico con le miniature. Per capirci, il “gruppo dei migliori” è quasi un plotoncino, sui venti atleti, dei quali perfino sul forcing finale una decina arrivano sostanzialmente assieme. Selezione inesistente. Gesti tecnici inesistenti.
A chi giova tutto questo? A chi vincerà il Giro, forse. Anzi, a chi crede che così vincerà il Giro – e noi speriamo che si sbagli di grosso. Ma non giova al Giro. E non giova al ciclismo. Senza Giro e senza ciclismo, non saprei dire che cosa resterà della tutta eventuale vittoria di chi la persegue con questi mezzi. Senza Giro e senza ciclismo, non so che cosa resterà delle altre corse, che magari sulle disgrazie del Giro e del ciclismo italiano gongolano vedendovi dei concorrenti. Un corpo con arti o organi molto malati non suole aver vita facile. La debolezza del sistema italiano del ciclismo rischia di essere fatale per il ciclismo tutto, dacché pur con tanta globalizzazione parliamo pur sempre di uno sport che conta molto, moltissimo, sulle sue nazioni storiche per garantire una minima massa critica di tenuta e solidità nel tempo. Il Giro va tutelato per tutelare il ciclismo in Italia, e il ciclismo in Italia va tutelato per tutelare il ciclismo tutto. Invece, purtroppo, sembra che un’architettura traballante sia lo spazio ideale per sperimentare il reciproco forzarsi la mano da parte di altre istanze, nuovi equilibri di potere, nuovi modelli e dinamiche. Il che sarebbe anche naturale, se non fosse che, dietro tutto ciò, ci sono spesso frenesie speculative e bolle di incerta durata, pronte a mettere in crisi, per i propri interessi, quel capitale culturale che rende il ciclismo uno sport vitale da oltre un secolo. E se pensiate che sia un’esagerazione, percorrete quelle strade, quei paesini, quelle scuole, a cui il Giro oggi ha negato il proprio tanto atteso passaggio in nome di un protocollo fantasma e di un sindacato i cui toni rischiano di avvicinarsi a un qui poco lusinghiero colore giallo.

Gabriele Bugada

La vittoria di Rubio nel tappino di Crans Montana (AFP / Getty Images)

La vittoria di Rubio nel "tappino" di Crans Montana (AFP / Getty Images)

19-05-2023

maggio 19, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il colombiano Einer Rubio (Movistar Team) si è imposto nella tredicesima tappa, Le Châble – Crans-Montana, percorrendo 74.6 Km in 2h16′21″, alla media di 32.827 Km/h. Ha preceduto di 6″ il francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e di 12″ l’ecuadoriano Alexander Cepeda (EF Education-EasyPost). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 13° a 1′35″. Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 22″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′28″. La tappa sarebbe dovuta partire da Borgofranco d’Ivrea, ma i primi 125 Km – che prevedano la salita al traforo del Gran San Bernardo – sono stati neutralizzati a causa delle previsione meteo sfavorevoli.

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE

L’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) si è imposto nella quarta tappa, Maubeuge – Achicourt, percorrendo 173.8 Km in 3h44′42″, alla media di 46.409 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Gerben Thijssen (Intermarché-Circus-Wanty) e Milan Fretin (Team Flanders-Baloise). Due italiani in gara: Daniel Oss (TotalEnergies) 64° a 12″, Matteo Malucelli (Bingoal WB) 96° a 1′36″. Il danese Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step) è il nuovo leader della classifica con 6″ sul britannico Ethan Vernon (Soudal Quick-Step) e 7″ su Kooij. Oss 84° a 5′06″, Malucelli 104° a 9′50″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

Il danese Mathias Bregnhøj (Leopard Togt Pro Cycling) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Bourscheid, percorrendo 131.9 Km in 3h12′12″, alla media di 41.176 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo sloveno Jaka Primozic (Hrinkow Advarics) e l’olandese Pim Ronhaar (Baloise Trek Lions). Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), 10° a 2. Ronhaar è ancora leader della classifica con 3″ sul francese Antoine Huby (Vendée U) e 8″ sull’ungherese Marton Dina (ATT Investments). Miglior italiano Ballabio, 8° a 20″

TOUR OF SAKARYA (Turchia)

L’estone Martin Laas (Astana Qazaqstan Development Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Sakarya, percorrendo 136 Km in 3h11′36″, alla media di 42.589 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Yacine Hamza (nazionale algerina) e il cinese Xianjing Lyu (China Glory Continental Cycling Team). Due italiani in gara: Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development Team) 21°, Simone Zanini (Astana Qazaqstan Development Team), 66°. Laas è il nuovo leader della classifica con 4″ sul russo Aleksandr Bereznyak (Sakarya BB Pro Team) e 6″ su Lyu. Toneatti 13° a 19″, Zanini 33° a 2′05″

WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA)

Lo statunitense Riley Sheehan (Denver Disruptors) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 143.9 Km in 3h23′27″, alla media di 42.438 Km/h. Ha preceduto di 1″ i colombiani Bryan Steve Gómez (Miami Nights) e Miguel Ángel López (Team Medellín – EPM). Nessun italiano in gara. Lo statunitense Tyler Stites (Project Echelon Racing) è ancora leader della classifica con 1″ su Sheehan e 5″ su López

WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA – Donne)

La statunitense Lauren Stephens (EF Education-TIBCO-SVB) si è imposta nella seconda tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 98.9 Km in 2h50′44″, alla media di 34.756 km/h. Ha preceduto di 37″ la connazionale Emily Ehrlich (Virginia’s Blue Ridge – TWENTY24) e a canadese Emilie Fortin (Cynisca Cycling). Nessuna italiana in gara. La Stephens è la nuova leader della classifica con 45″ sulla Fortin e 1′03″ sulla Ehrlich

VUELTA A BURGOS FEMINAS

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella seconda tappa, Sotresgudo – Lerma, percorrendo 118.9 Km in 2h35′24″, alla media di 45.907 Km/h. Ha preceduto allo sprint la statunitense Chloé Dygert (CANYON//SRAM Racing) e la connazionale Lorena Wiebes (Team SD Worx). Miglior italiana Elisa Balsamo (Trek-Segafredo), 5° a 7″. La Wiebes è ancora leader della classifica con 4″ sulla Dygert e sulla Vollering. Miglior italiana la Balsamo, 4° a 15″

VEENENDAAL – VEENENDAAL CLASSIC (Donne)

La belga Lotte Kopecky (Team SD Worx) si è imposta nella corsa olandese, circuito di Veenendaal, percorrendo 140.5 Km in 3h20′04″, alla media di 42.136 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Martina Fidanza (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e la polacca Daria Pikulik (Human Powered Health).

IL TAPPONE DEI MISTERI

maggio 19, 2023 by Redazione  
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Presenta salite poco tradizionali il primo tappone del Giro 2023: in cima al Gran San Bernardo la Corsa Rosa non transita dal 1963, la Croix-de-Coeur è una novità assoluta e la salita finale verso Crans la conoscono solo gli habitué dei giri di Romandia e Svizzera. Affrontate una dietro l’anno andranno a comporre un colosso forte di quasi 5270 metri di dislivello, distribuiti su poco meno di 70 Km di salita.

Debuttano le Alpi e lo faranno con il più misterioso tra i tre tapponi – gli altri due saranno quelli del Bondone e delle Tre Cime di Lavaredo – inseriti nel percorso del Giro 2023. Misterioso perché le tre salite che si dovranno affrontare sono poco conosciute tra i professionisti e anche lo stesso Gran San Bernardo non sfugge a questo giudizio. Sarà anche uno dei passi più celebri della catena alpina ma le grandi corse ciclistiche lo hanno quasi sempre snobbato, se si pensa che la Corsa Rosa fino in vetta ci è salita solo quattro volte (una di meno rispetto al Tour de France) e l’ultima porta la data del 31 maggio 1963, mentre in occasione dei successivi passaggi si è scelto d’infilarsi nel sottostante traforo. Il successo colle della Croix-de-Coeur – la più difficile tra la ascese di giornata – costituisce, invece, una novità assoluta perché la strada che vi conduce è asfaltata da non molti anni e i professionisti ne conoscono bene solo la prima metà, che conduce alla stazione di sport invernali di Verbier, spesso sede di tappa ai giri di Svizzera e Romandia, corse che spesso hanno inserito nel tracciato anche la conclusiva salita diretta a Crans-Montana, totalmente sconosciuta a quei corridori che mai hanno affrontato queste due gare. Queste salite “misteriose”, affrontate consecutivamente, andranno a comporre un mosaico di quasi 5270 metri di dislivello, distribuiti su 67.7 Km da percorrere in ascesa, numeri che coniugati si traducono in una pendenza media globale del 7.8%. E pensare che questa sarà il meno difficile tra i tre tapponi inseriti nel percorso del Giro 2023, che oggi si radunerà per la partenza presso il ricetto medioevale di Borgofranco d’Ivrea, centro situato lungo la direttrice che dal Piemonte conduce verso la Valle d’Aosta. Nella più piccola tra le venti regioni italiane si entrerà poco meno di 10 Km dopo il “via”, all’altezza di Pont-Saint-Martin, centro situata nel luogo dove, secondo la leggenda, il ponte che assegna il nome al primo comune valdostano fu costruito in una notte dal diavolo dopo un patto con San Martino, che gli concedette la prima anima che l’avrebbe attraversato (con uno stratagemma il santo vi farà transitare un cane). Dopo il centro di Donnas, presso il quale è ancora oggi possibile percorrere un tratto dell’antichissima strada consolare romana delle Gallie, il gruppo giungerà ai piedi di uno dei più celebri castelli della valle, autentico biglietto da visita della più piccola regione italiana: è il forte fatto innalzare nel XIX secolo dalla famiglia Savoia sopra la cittadina di Bard, nel 2006 aperto al pubblico dopo un lungo periodo d’abbandono e oggi sede di un museo dedicato alle Alpi. Un altro celebre maniero della valle è quello cubico di Verrès, innalzato nel XIV secolo a dominio dell’imbocco della Val d’Ayas e che oggi “sorveglierà” l’inizio della prima delle quattro salite che caratterizzato il tracciato, l’unica a non essere coronata in vetta dallo striscione del Gran Premio della Montagna. Nota come “salita di Montjovet”, i suoi 5 Km al 3.9% si concludono alle porte di Saint-Vincent, una delle più rinomate località turistiche della Valle d’Aosta, oggi celebre prevalentemente per il Casino de la Vallée che dal 1921 costituisce la principale attrattiva di un centro ì fino a quel momento frequentato soprattutto per le sue terme, scoperte il 20 luglio 1770 dal parroco Jean-Baptiste Perret e le cui acque furono inizialmente utilizzate anche per azionare la funicolare che portava i pazienti allo stabilimento termale, mediante due cassoni che venivano alternativamente riempiti e svuotati d’acqua per permettere la salita e la discesa delle vetture sfruttando la forza di gravità. Ritrovata la pianura, il gruppo pedalerà alla volta di Nus, centro dominato da un castello costruito nel XIII secolo a guardia dell’imbocco del vallone di Saint-Barthélemy, per giungere quindi ad Aosta, dove i “girini” transiteranno a due passi di una delle vestigia più celebri dell’antica città fortificata romana di Augusta Prætoria Salassorum, l’arco intitolato all’imperatore Augusto che fu eretto nel 25 a.C. per celebrare la vittoria dei romani sui Salassi. Per rimanere in tema è arrivato il momento del primo salasso quotidiano perché è da Aosta he ha inizio l’interminabile salita che porterà il gruppo fino ai quasi 2500 metri del Passo del Gran San Bernardo, uno dei valichi più elevati della catena alpina, che si raggiungerà toccando i centri di Gignod ed Étroubles (vi si trovano rispettivamente le antiche torri di “Calvino” e di Vachéry) e il borgo di Saint-Rhémy-en-Bosses, noto tra gli appassionati di gastronomia per il suo prosciutto DOP mentre chi ama il folclore lo conosce per il carnevale della Combe Froide, in occasione del quale sfilano per le vie del borgo cortei vestiti con maschere ispirate alle divise delle truppe napoleoniche che attraversano questa valle nel maggio del 1800 seminando terrore nella popolazione. Saint-Rhémy sarà anche l’ultimo centro abitato che il gruppo incontrerà prima di giungere alla “Cima Coppi” del Giro 2023 (2469 metri di quota), percorsa una salita lunga poco più di 34 Km e caratterizzata da una pendenza media del 5.5%. Superate le inclinazioni più impegnative – comunque non insormontabili – negli ultimi 18.3 Km media del 6.3% – si scollinerà quello che al tempo degli antichi romani era già un frequentato punto di transito (il Mons Iovis, sul quale fu eretto un tempio dedicato a Giove Pennino) al cospetto dell’ospizio aperto nel 1035 da San Bernardo di Mentone, luogo dove ancora oggi i monaci allevano gli omonimi cani, razza che fu creata proprio lassù incrociando quelli che furono donati all’epoca ai religiosi e che inizialmente furono utilizzati come “guardie” del monastero. Entrati in Svizzera, nel corso della successiva discesa (quasi 27 Km al 6.1%) si percorrerà la Val d’Entremont sfiorando il lago artificiale di Toules, sulle cui acque nel 2019 è stato installato un impianto solare galleggiante che fornisce fino a 800 milliwatt ora l’anno e che è stato trasportato fin qui con un elicottero. Terminata la discesa si abbandonerà la Val d’Entremont per risalire la Valle di Bagnes, interamente “occupata” dall’omonimo comune, un tempo il più esteso della Svizzera, primato “crollato” nel 2015 quando il centro grigionese di Scuol si è ampliato inglobando cinque municipi soppressi. La risalita della valle sarà limitata al tratto iniziale perché dopo pochi chilometri si svolterà in direzione della nota stazione di sport invernali di Verbier, dal 1994 frequentata anche dagli amanti della musica classica grazie ad un festival che ha richiamato lassù musicisti di fama mondiale. Per arrivarvi bisognerà percorrere 8.5 Km al 7.9%, affrontati in corsa anche al Tour de France del 2009, quando sul quel traguardo Alberto Contador s’impose togliendo la maglia gialla dalle spalle dell’italiano Rinaldo Nocentini. Come anticipato più sopra, l’ascesa verso Verbier stavolta costituirà solo la prima parte, la meno difficile, della salita diretta alla “Croce del Cuore”, che presenterà le sue pendenze più ostiche nei rimanenti 6.9 Km, che riporteranno i “girini” oltre quota 2000 affrontando una pendenza media del 9.8%. Scollinati a 2147 metri sul livello del mare, si tornerà velocemente a quote sensibilmente più basse percorrendo una discesa non meno pendente della salita che l’ha preceduta, 21.5 Km al 7.8% che si concluderanno a Riddes, località alle cui porte si trova il Seminario Internazionale Pio X, fondato nel 1971 da Marcel Lefebvre, il famoso arcivescovo scismatico che sarà successivamente scomunicato dal Vaticano per non aver accettato i dettami del concilio e aver ordinato sacerdoti senza il benestare della Santa Sede. Qui inizierà una fase di “transito” di 25 Km esatti che si snoderà in perfetta pianura sul fondovalle della valle del Rodano, pedalando in direzione di Sion, il capoluogo del Canton Vallese dominato dall’altura sulla quale si trova la romanica basilica di Valère, nella quale è possibile ascoltare la musica suonata dal più antico organo a canne in attività, realizzato nel 1435 da un artigiano rimasto ignoto.
Un perfetto rettilineo pianeggiante costituirà l’ultimo tratto tranquillo della tappa prima che si torni a prendere l’ascensore per raggiungere i 1456 metri di Crans-Montana, nota non soltanto come rinomata stazione sciistica ma anche come località curativa per vie dei numerosi sanatori che vi furono realizzati a partire dal XIX secolo e che ebbero tra i pazienti la celeberrima poetessa statunitense Emily Dickinson. Ci sarà ben poco da “curare” stavolta, perché la salita finale di questa non è meno difficile delle precedenti, 13 Km al 7.2% privi di particolari picchi ma costanti nelle pendenze, lungo i quali potrebbero dilatarsi i danni causati dalle salite precedenti. E che questa sia una signora salita ce lo ricorda – tra i tanti che si sono imposti lassù – Vittorio Adorni, che a Crans-Montana vinse una tappa del Giro di Romandia nel 1965 e un’altra al Giro di Svizzera nel 1969, terminata la quale fu costretto a sostituire la maglia iridata conquistata l’anno primo a Imola con quella di leader della classifica generale. Quest’anno il Giro non toccherà la sua Parma, ma qui la Corsa Rosa avrà la possibilità di rendere omaggio postumo all’indimenticato campione emiliano, scomparso alla vigilia di Natale.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle del Gran San Bernardo (2473 metri). Quotato 2469 metri sulle cartine del Giro 2023, separa il gruppo del Grand Combin dal massiccio del Monte Bianco ed è raggiunto sul versante italiano dalla Strada Statale 27 “del Gran San Bernardo” mentre su quello elvetico dalla “Route Principale 21”, mettendo in comunicazione Aosta con Martigny. In realtà il valico geografico non si trova sul confine di stato, che viene attraversato circa mezzo chilometro prima di raggiungerne lo scollinamento, sul versante di Aosta. Le volte nelle quali il Giro è salito lassù si possono per davvero contare sulle dita di una mano perché i passaggi dal Gran San Bernardo finora sono stati appena quattro, il primo dei quali vide conquistare questa cima l’intramontabile Gino Bartali durante la Saint Vincent – Verbania del 1952, vinta dall’elvetico Friedrich “Fritz” Schär. A rischio sino all’ultimo – il tunnel all’epoca non esisteva ancora – fu il transito previsto nell’edizione del 1957 e solo poche ore prima della corsa l’ANAS diede il benestare al passaggio della carovana durante la Saint Vincent – Sion, che si concluse con la vittoria del francese Luison Bobet nella cittadina elvetica, mentre stavolta sarà lo scalatore lussemburghese Charly Gaul a conquistare la cima della grande salita. Il 1959 fu l’anno del duro tappone Aosta – Courmayeur, che si snodava in prevalenza fuori dai confini nazionali e prevedeva entrambi i “San Bernardi”, tutti e due andati a “ingrassare” il palmares di Gaul, che in quell’occasione si portò a casa anche la vittoria di tappa ai piedi del Bianco. Come ricordato nell’articolo non si sale più al celebre ospizio dal 31 maggio 1963, giorno nel quale Vito Taccone ottenne l’ultima di quattro vittorie di tappa consecutive imponendosi nella Leukerbad – Saint Vincent, che vide l’abruzzese intascarsi anche i punti riservati al primo corridore a transitare in vetta al Gran San Bernardo. In realtà altre quattro volte il nome di questo valico è campeggiato sull’altimetria di una tappa del Giro, ma si è trattato di ascese parziali terminate all’imbocco del sottostante traforo, inaugurato nel 1964 e percorso per la prima volta dai “girini” durante la Domodossola – Saint Vincent del 1985, vinta da Francesco Moser dopo che il GPM posto al portale elvetico del tunnel era stato conquistato dal portoghese Rafael Acevedo. Nel 1996 ci fu addirittura un bis nel corso della medesima edizione perché l’ascesa al traforo fu proposta in due giornate consecutive, la prima durante la tappa Aosta – Losanna (vinta dall’ucraino Alexander Gontchenkov) e la seconda durante la successiva Losanna – Biella (vinta dal danese Nicolaj Bo Larsen): a conquistare i due GPM furono rispettivamente il trentino Mariano Piccoli e il francese Laurent Roux. L’ultimo passaggio dal traforo risale al 2006, quando il colombiano Luis Felipe Laverde s’impose nella Aosta – Domodossola e il francese Sandy Casar vinse il GPM alle porte del tunnel.

Croix-de-Coeur (2174 metri). È valicato da una strada, realizzata nel 1936 ma asfaltata solo in tempi recenti, che mette in comunicazione le stazioni di sport invernali di Verbier e La Tzoumaz (nota anche con il nome di Mayens de Riddes). La tappa del Giro sarà la prima corsa ciclistica a superarne la cima, anche se il tratto iniziale di entrambi i versanti, fino alle due località sciistiche citate, è stato spesso inserito nei percorsi dei giri di Svizzera e Romandia.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il Lac de Grenon a Crans-Montana e l’altimetria della tredicesima tappa del Giro 2023 (www.latitudeslife.com)

Il Lac de Grenon a Crans-Montana e l’altimetria della tredicesima tappa del Giro 2023 (www.latitudeslife.com)

CIAK SI GIRO

Quando nel 1962 il regista Terence Young girò con l’indimenticato Sean Connery il primo dei 25 film (ma altri ne arriveranno di sicuro) ispirati alla figura di James Bond, non immaginava che nei decenni successivi sui grandi schermi dei cinema sarebbero sbarcate autentiche “valanghe” di spie ispirate all’agente segreto 007, il cui nome in codice cambiava a seconda delle fantasie degli sceneggiatori. E così nel 1965, tre anni dopo l’uscita dell’originale, il regista finto spagnolo Amerigo Anton (pseudonimo sotto il quale si nascondeva il lucano Tanio Boccia) chiederà all’attore canadese Lang Jeffries di interpretare un’agente segreto nella pellicola intitolata “Agente X 1-7 operazione Oceano”, nella quale la spia dovrà liberare il professor Calvert (impersonato dall’attore spagnolo Rafael Bardem), scienziato rapito da una banda di terroristi per impadronirsi della formula che avrebbe permesso di incrementare l’approvvigionamento alimentare mondiale. Per proporre una prigione che sembrasse impossibile da “violare” Boccia scelse una fortezza che in quasi 700 anni di storia non aveva mai subito nessun assalto, il cubico castello di Verrès, anche se poi le “maestranze” si limitarono a riprenderlo dal basso, con angolazioni che facessero risaltare ancora di più la sua imponenza. Per comodità e per non dover trasportare lassù tutto l’armamentario necessario, riflettori e pesanti macchine da presa, quando si dovettero realizzare i “ciac” all’interno della prigione si ripiegò, invece, su due castelli valdostani più facilmente raggiungibili e non meno celebri, quelli di Fénis e Issogne, dei quali vengono mostrati i saloni affrescati del primo e il cortile con la famosa “fontana del melograno” del secondo.

In collaborazione con www.davinotti.com

Il castello di Verrès inquadrato nel film “Agente X 1-7 operazione Oceano” (www.davinotti.com)

Il castello di Verrès inquadrato nel film “Agente X 1-7 operazione Oceano” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/agente-x-1-7-operazione-oceano/50041244

FOTOGALLERY

Il ponte medioevale di Pont-Saint-Martin

Donnas, antica strada romana per le Gallie

Forte di Bard

Castello di Verrès

Aosta, arco d’Augusto

Gignod, torre di Calvino

Étroubles, Torre di Vachéry

L’ospizio del Colle del Gran San Bernardo

Lac des Toules (Tripadvisor)

Col de la Croix-de-Coeur

Ecône (Riddes), Seminario Internazionale San Pio X

Sion, basilica di Valère

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI RIVOLI

maggio 18, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Rivoli altra festa tedesca. Denz va in fuga e si prende la tappa

Gazzetta dello Sport

Belgio

Nico Denz rondt vroege vlucht in Giro succesvol af en boekt mooiste zege uit carrière

Het Nieuwsblad

Slovenia

Končno mirna etapa na Giru, Roglič v cilju brez težav

Delo

Gran Bretagna

Nico Denz claims glory on Giro d’Italia stage 12 as Geraint Thomas keeps lead

The Guardian

Francia

L’étape pour Denz

L’Équipe

Spagna

Denz, la ley de la fuga

AS

Portogallo

João Almeida mantém lugar no pódio em etapa calma antes da alta montanha

Público

Paesi Bassi

Vluchter Nico Denz verrast in twaalfde Giro-etappe met ritzege

De Telegraaf

Danimarca

Tysker viser sig som stærkeste mand i Giro-udbrud

Politiken

Germania

Zweiter deutscher Sieg beim Giro: Ausreißer Denz jubelt

Kicker

USA

Denz claims first Grand Tour stage win, Thomas stays in Giro lead

The Washington Post

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Sono in fuga (Lucio Dalla)

METEOGIRO

Borgofranco d’Ivrea: pioggia debole (1 mm), 14°C, vento debole da N (3 – 19 Km/h), umidità al 83%
Nus (traguardo volante – 49.2 Km): pioggia debole (0.2 mm), 12°C, vento moderato da SE (5 – 32 Km/h), umidità al 81%
Saint-Rhémy-en-Bosses (81.6 Km): cielo coperto, 8°C, vento debole da E (3 – 25 Km/h), umidità al 74%
Verbier (traguardo volante – 133.3 Km): pioggia debole (0.6 mm), 10°C (percepiti 11°C), vento debole da NO (3 – 24 Km/h), umidità al 67%
Sion (176.3 Km): pioggia debole (0.2 mm), 18°C, vento debole da N (2 – 25 Km/h), umidità al 59%
Crans-Montana: cielo coperto, 12°C, vento moderato da E (4 – 35 Km/h), umidità al 54%

GLI ORARI DEL GIRO

10.45: inizio diretta su Eurosport
11.00: inizio diretta su RaiSport
11.05: partenza da Borgofranco d’Ivrea
12.10-12.20: traguardo volante di Nus
13.30-13.50: GPM della Salita del Gran San Bernardo (tunnel)
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.50: inizio salita della Croix de Coeur
14.40-15.10: traguardo volante di Verbier
15.00-15.40: GPM della Croix de Coeur
16.00-16.40: inizio salita finale
16.35-17.20: arrivo a Crans Montana

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Rizzato: “E’ andata via questo gruppo di corridori”
Genovesi: “Arriva un’idea genale”
Petacchi: “Scoins” (Skujiņš)
Petacchi: “Il Processo alla Tappa di Alessandro De Stefano” (Alessandro Fabretti)
Fabretti: ” E’ stata tagliata la cima di Crans Montana” (è stata tagliata la salita del Gran San Bernardo)
Fabretti: “Joao Almedica” (Almedia)
Televideo: “Paret-Paintre” (Paret-Peintre)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della dodicesima tappa, Bra – Rivoli

1° Jake Stewart
2° Thibault Guernalec s.t.
3° Simone Consonni a 4′14″
4° Jonathan Milan s.t.
5° Nicolas Dalla Valle s.t.

Classifica generale

1° Campbell Stewart
2° Yukiya Arashiro a 4′49″
3° Otto Vergaerde a 5′24″
4° Alexander Krieger a 9′13″
5° Alan Riou a 10′10″

Miglior italiano Alessandro Iacchi, 7° a 12′58″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

23 maggio 1983 – 11a TAPPA: BIBBIENA – PIETRASANTA (Marina) (202 Km)

VAN IMPE VINCE E COMINCIA A PREOCCUPARE SARONNI

Il belga ha battuto con un allungo finale gli spagnoli Munoz e Lejarreta e Visentini

24 maggio 1983 – GIORNO DI RIPOSO A MARINA DI PIETRASANTA

UN GIRO RACCHIUSO IN DUE MINUTI

Dopo il riposo di Pietrasanta gli avversari di Saronni alla riscossa

La Maglia Rosa pronta alla sfida – Non teme nemmeno la crono di domani da Reggio a Parma

Il castello di Rivoli illuminato di rosa (www.torinotoday.it)

Il castello di Rivoli illuminato di rosa (www.torinotoday.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona

A RIVOLI LA FUGA PREMIA DENZ. THOMAS RESTA IN MAGLIA ROSA

maggio 18, 2023 by Redazione  
Filed under News

Una maxifuga partita dopo una ventina di km e successivamente ridottasi a soli tre ciclisti vede la vittoria di Nico Denz (Team BORA Hansgrohe) che batte in una volata ristretta Toms Skujins (Team Trek Segafreddo) e Sebastian Berwick (Team Israel Premier Tech). Domani si sconfina in Svizzera per una tappa

La dodicesima tappa del Giro 2023 si corre interamente in Piemonte tra le province di Cuneo e di Torino. Si parte da Bra e si arriva a Rivoli dopo 185 km. Due i gpm in programma: Pedaggera, terza categoria dopo 36 km e Colle Braida, seconda categoria, posto al km 151. E’ quest’ultima la salita più impegnativa della tappa odierna ed anche un interessante antipasto delle Alpi prossime venture. Il Colle Braida sfiora i 10 km di lunghezza e la parte più impegnativa è quella centrale, in cui sono presenti tre km dove le pendenze non scendono mai sotto l’8% con punte al 12%. Vedremo se la fuga di giornata riuscirà a tenere la testa della corsa ed i ciclisti presenti si giocheranno le loro chances di vittoria, ma non possiamo neanche escludere completamente che le squadre dei big di classifica possano animare il finale. Da Bra non partiva Alessandro Covi (UAE Team Emirates), coinvolto anche lui nella caduta che ieri ha costretto al ritiro Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Per il ciclista italiano frattura dell’osso sacro. Attacchi e contrattacchi si moltiplicavano dopo la partenza da Bra ed una maxifuga di 26 ciclisti riusciva ad evadere dopo una ventina di km. Tra gli attaccanti, il più pericoloso in classifica generale per la maglia rosa Thomas era Patrick Konrad (Team BORA Hansgrohe). Sette gli italiani presenti nella fuga: Samuele Battistella e Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Andrea Pasqualon (Team Bahrain Victorious), Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost), Alessandro Tonelli (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Marco Frigo (Team Israel Premier Tech) e Davide Formolo (UAE Team Emirates). Altri quattro ciclisti, tutti italiani, riuscivano a raggiungere gli attaccanti durante l’ascesa verso Pedaggera. I quattro erano Stefano Oldani (Team Alpecin Deceuninck), Lorenzo Fortunato (Team EOLO Kometa), Luca Covili e Davide Gabburo (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). L’elevato numero dei ciclisti in fuga era un fattore di discordie all’interno drappello in testa alla corsa e così dopo il passaggio dal primo traguardo volate di Ceresole d’Alba vinto da Mads pedersen (Team Trek Segafredo), evadeva dal gruppo dei fuggitivi un quartetto formato da Toms Skujins (Team Trek Segafredo), Nico Denz (Team BORA Hansgrohe), Sebastian Berwick (Team Israel Premier Tech) ed Alessandro Tonelli. Skujins si aggiudicava il secondo traguardo volante di Buttigliera Alta posto al km 140.3. I quattro uomini in testa iniziavano il tratto più duro del Colle Braida con un vantaggio di 2 minuti e 20 secondi su un altro gruppetto di quattro ciclisti che a sua volta si era staccato precedentemente dal primo gruppo inseguitore. Gli uomini che ne facevano parte erano Alex Baudin (Team AG2R Citroen), Scaroni e Bettiol. Skujins scollinava in prima posizione. Il gruppo maglia rosa scollinava a sua volta con oltre 8 minuti di ritardo. Era chiaro ormai che tra successiva discesa e pianura per un totale di 30 km i tre di testa si sarebbero giocati la vittoria di tappa. Nella volata ristretta Dens partiva piuttosto lungo mantenendo la testa e riuscendo a tagliare per primo il traguardo davanti a Skujins mentre Berwick era terzo a 3 secondi di ritardo. Tonelli si piazzava in quarta posizione a 58 secondi di ritardo da Denz mentre quinto era Frigo a 2 minuti e 7 secondi di ritardo. Il gruppo maglia rosa giungeva a 8 minuti e 19 secondi di ritardo, regolato dal trenino INEOS con Pavel Sivakov. Denz ottiene la prima vittoria stagionale nonché la prima in un GT. In classifica generale Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia rosa con 2 secondi di vantaggio su Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e 22 secondi di vantaggio su Joao Almeida (UAE team Emirates). Domani è in programma la tredicesima tappa da Borgofranco d’Ivrea a Crans-Montana, il cui tracciato è ancora in dubbio visto che dopo la cancellazione certa del tratto finale della salita del Gran Bernardo, sostituita dal passaggio attraverso l’omonimo tunnel, ci sono dubbi sulla viabilità della Croix de Coeur, secondo gpm in programma, che verranno dissolti nella serata di oggi, almeno si spera. Certamente si percorreranno gli ultimi 13 km ad oltre il 7% di pendenza media della salita finale verso Crans-Montana, sulla quale inizieranno le prime vere scaramucce del Giro 2023. Dopo i ritiri di Tao Geoghegan Hart e di Remco Evenepoel, ci aspettiamo il duetto tra Thomas e Roglic, con altri ciclisti pronti a inserirsi nella battaglia per la maglia rosa.

Antonio Scarfone

Nico Denz vince a Rivoli (foto: Stuart Franklin/Getty Images)

Nico Denz vince a Rivoli (foto: Stuart Franklin/Getty Images)

18-05-2023

maggio 18, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il tedesco Nico Denz (BORA-hansgrohe) si è imposto nella dodicesima tappa, Bra – Rivoli, percorrendo 185 Km in 4h18′11″, alla media di 42.993 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Toms Skujins (Trek-Segafredo) e di 3″ il britannico Sebastian Berwick (Israel-Premier Tech). Miglior italiano Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 4° a 58″. Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 22″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′28″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE

Il francese Benjamin Thomas (Cofidis) si è imposto nella terza tappa, circuito a cronometro di Saint-Quentin, percorrendo 15.9 Km in 19′21″, alla media di 49.302 Km/h. Ha preceduto di 9″ il danese Niklas Larsen (Uno-X Pro Cycling Team) e di 14″ il danese Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step). Due italiani in gara: Daniel Oss (TotalEnergies) 88° a 1′48″, Matteo Malucelli (Bingoal WB) 125° a 2′39″. Thomas è il nuovo leader della classifica con 14″ su Asgreen e 20″ sul britannico Ethan Vernon (Soudal Quick-Step). Oss 112° a 5′08″, Malucelli 127° a 8′28″

CIRCUIT DE WALLONIE

Il belga Jordi Meeus (BORA – hansgrohe) si è imposto nella corsa belga, circuito di Mont-sur-Marchienne (Charleroi), percorrendo 150 Km in 3h23′36″, alla media di 44.2 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Lionel Taminiaux (Alpecin-Deceuninck) e Timo Kielich (Alpecin-Deceuninck). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), 10°.

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

L’italiano Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling) si è imposto nella prima tappa, circuito di Rumelange, percorrendo 156.8 Km in 3h39′08″, alla media di 42.933 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Martin Pluto (ABLOC CT) e l’olandese Timo De Jong (VolkerWessels Cycling Team). L’olandese Pim Ronhaar (Baloise Trek Lions) è ancora leader della classifica con 1″ sul francese Lucas Grolier (Vendée U) e 3″ sul francese Antoine Huby (Vendée U). Miglior italiano Ballabio, 53° a 20″

TOUR OF SAKARYA (Turchia)

L’iraniano Saeid Safarzadeh (Arvich Bike Center) si è imposto nella seconda tappa, Sakarya – Camili, percorrendo 119 Km in 2h57′47″, alla media di 40.161 Km/h. Ha preceduto di 3″ il cinese Xianjing Lyu (China Glory Continental Cycling Team) e l’estone Martin Laas (Astana Qazaqstan Development Team). Due italiani in gara: Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development Team) 12° a 3″, Simone Zanini (Astana Qazaqstan Development Team), 32° a 1′43″. Il russo Aleksandr Bereznyak (Sakarya BB Pro Team) è ancora leader della classifica con 5″ sul kazako Daniil Marukhin (Vino SKO Team) e sul francese Lucas De Rossi (China Glory Continental Cycling Team). Toneatti 13° a 15″, Zanini a 33° a 2′01″

WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA)

Lo statunitense Tyler Stites (Project Echelon Racing) si è imposto nella prima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 146.2 Km in 3h15′22″, alla media di 44.9 Km/h. Ha preceduto allo sprint il messicano Eder Frayre (L39ION of Los Angeles) e lo spagnolo Óscar Sevilla (Team Medellín – EPM). Nessun italiano in gara. Stites è il primo leader della classifica con 6″ su Frayre e 8″ su Sevilla.

WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA – Donne)

La statunitense Skylar Schneider (L39ION of Los Angeles) si è imposta nella prima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 109.2 Km in 2h57′51″, alla media di 36.84 km/h. Ha preceduto allo sprint la canadese Sarah Van Dam (DNA Pro Cycling) e la canadese Marlies Mejias (VBR TWENTY24). Nessuna italiana in gara. La Schneider è la prima leader della classifica con 7″ sulla Van Dam e 9″ sulla Mejias.

VUELTA A BURGOS FEMINAS

L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx) si è imposta nella prima tappa, Quintanaortuño – Medina de Pomar, percorrendo 115.6 Km in 3h09′57″, alla media di 36.515 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Elisa Balsamo (Trek-Segafredo) e la statunitense Chloé Dygert (CANYON//SRAM Racing). La Wiebes è la prima leader della classifica con 4″ sulla Balsamo e 6″ sulla Dygert.

LIBERA USCITA ALLA VIGILIA DELLE ALPI

maggio 18, 2023 by Redazione  
Filed under News

Tappa di trasferimento alla vigilia delle Alpi, la Bra – Rivoli costituirà un’occasione che non dovranno lasciarsi sfuggire i cacciatori di traguardi parziali. Con i velocisti messi fuori gioco dall’ascesa al Colle Braida e quest’ultima troppo distante dal traguardo per invogliare gli uomini di classifica, oggi ci saranno ottime possibilità perché la fuga riesca ad andare in porto. Le pendenze degli ultimi 5 Km del Braida potrebbero, però, costituire un’ottima palestra per qualche big per testare lo stato di forma degli avversari a poche ore dal tappone di Crans Montana.

È giorno di vigilia al Giro d’Italia. Domani si disputerà la prima frazione alpina, un duro tappone disegnato a cavallo del confine di stato in direzione della Svizzera, e oggi i big della classifica avranno tutta l’intenzione di correre senza sprecare inutilmente energie. Al massimo qualche corridore desideroso di testare il polso agli avversari potrebbe azzardare se non un vero e proprio attacco almeno un’accelerazione sul Colle Braida, la principale ascesa di giornata, che presenta pendenze interessanti negli ultimi 5 Km, anche se ha poi il “neo” di essere collocata a quasi 30 Km dal traguardo e, a parte un breve e facilissimo zampellotto, il percorso non ha in serbo difficoltà altimetriche nel tratto conclusivo. Quasi impossibile, dunque, che l’azione di un uomo di classifica lasci il segno anche se, come accennavamo, una “sgasata” sugli ultimi tratti della salita potrebbe essere utile per mettere a nudo lo stato di forma dei rivali. Tagliati fuori i velocisti, quella odierna sarà una classifica tappa interlocutoria nella quale il gruppo lascerà andare in libera uscita un manipolo di corridori che avrà tantissime chances di andare a giocarsi il successo di tappa. Trampolini di lancio per dare al via alla fuga di giornata se ne incontreranno parecchi nel tratto iniziale, a partire dallo strappo di 1 Km al 6.2% che si affronterà subito dopo la partenza da Bra e che condurrà a Cherasco, centro dalla pianta quadrilatera che racchiude, tra i tanti monumenti, la chiesa romanica di San Pietro. Immediatamente dopo un’altra salita – 6 Km al 5% – porterà i “girini” alla Morra, panoramico borgo che costituisce anche una delle porte d’accesso alle Langhe. Nei chilometri successivi saranno, infatti, i vigneti la scenografia del percorso di gara, con il gruppo che si dirigerà verso la celebre Barolo, dove è ancora fresco il ricordo della “wine stage” terminata nel 2014 all’ombra del castello che ospitò tra gli altri Silvio Pellico e che oggi accoglie nelle cantine l’Enoteca Regionale del Barolo. Il terzo trampolino per tentare di lanciarsi in avanscoperta sarà la successiva ascesa della Pedaggera, costituita da tre rampe intervallate da tratti in quota, la prima delle quali (2.1 Km al 4.8%) termina in corrispondenza di Monforte d’Alba, un altro comune consacrato all’enologia nel cui centro nel 1986 è stato realizzato un auditorium all’aperto sfruttando la pendenza del terreno, oggi intitolato al pianista polacco Mieczysław Horszowski, che vi suonò in occasione dell’inaugurazione. I successivi 3.5 Km al 3.% verso Roddino anticiperanno quindi la balza finale – 4.1 Km al 4.3% e un tratto intermedio di 1300 metri al 7% – che conducono a Pedaggera, frazione di Cerreto Langhe il cui nome ci ricorda che un tempo era necessario pagare una piccola tassa per transitare da questo luogo se si trasportavano delle merci. Spezzata dallo strappo di Diano d’Alba (1.2 Km al 4.4%), la lunga discesa dalla Pedaggera ha termine alle porte di Alba, città dai molteplici sapori, famosa non solo per il vino ma anche per i suoi tartufi e per le nocciole, ingrediente fondamentale per dolci che si possono assaporare tra una visita e l’altra ai principali monumenti cittadini, sui quali spicca il romano gotico duomo di San Lorenzo. Abbandonate le Langhe il gruppo s’inoltrerà nella piccola regione geografica del Roero, pure conosciuta per i suoi vini, dove si andrà a superare l’ultima salita inserita nei primi settanta di chilometri di gara, 1500 metri al 7.1% e un muro in pavé di 400 metri all’11% nel cuore di Baldissero d’Alba. A una prima fase collinare seguirà un settore centrale, lungo altrettanti chilometri, nel quale la salite diventeranno un ricordo e la pianura sarà compagna di viaggio del gruppo, che ora pedalerà alla volta di Carmagnola, centro nelle cui campagne si trova l’antica Abbazia di Santa Maria di Casanova, nel XVIII secolo sfruttata come residenza dai sovrani sabaudi. Superato il corso del Po e lambito il comune di Carignano, uno dei più ricchi di testimonianze storiche della regione (tra gli altri il duomo barocco dalla facciata convessa e il santuario del Vallinotto), si giungerà quindi sulle strade di Piobesi Torinese, non distante dal centro di Vinovo, che per gli appassionati di ciclismo è il paese natale del due volte vincitore del Giro d’Italia Giovanni Valetti (1938 – 1939), ma è più conosciuto dagli appassionati di calcio e dai tifosi della “Vecchia Signora” in particolare per la presenza dello Juventus Training Center, inaugurato nel 2006. Il tratto successivo vedrà il gruppo lambire i confini meridionali del Parco Naturale di Stupinigi, istituito nel 1992 per preservare quella che all’epoca del Regno d’Italia era una tenuta di caccia della famiglia Savoia, nella quale – oltre alla celebre palazzina progettata dall’architetto messinese Filippo Juvarra – si trova anche il medioevale Castello di Parpaglia, oggi in rovina. Aggirando a ovest la città di Torino si punterà su Orbassano e da lì su Rivoli, dove a 53 Km dalla conclusione ci sarà un primo passaggio sul rettilineo d’arrivo, uno dei più scenografici di questa edizione del Giro perché sullo sfondo troneggia, incorniciata dalla catena alpina nelle giornate più limpide, la mole del castello cittadino, altra dimora sabauda che dopo l’istituzione della repubblica ospitò per breve tempo un casinò che ebbe tra i suoi frequentatori più illustri l’attore romano Vittorio De Sica, vero e proprio “maniaco” del gioco d’azzardo, mentre oggi accoglie due musei, uno d’arte contemporanea e uno dedicato alla pubblicità. Non ci sarà il tempo per i “consigli per gli acquisti” perché la salita al Colle Braida si fa sempre più vicina, anche se prima di affrontarla bisognerà percorrere ancora una quindicina di chilometri pianeggianti, pedalando ai margini della collina morenica di Rivoli, venutasi a formare all’epoca delle glaciazioni e vasta ben 50 Km quadrati. Poco prima del termine di questo tratto si giungerà sulle strade di Avigliana, il cui borgo medioevale fu preso a modello per la realizzazione, tra il 1883 e il 1884, di quello fasullo realizzato presso il Parco del Valentino a Torino in occasione dell’Esposizione Generale Italiana.
Percorso lo stretto istmo che separa i due laghi di Avigliana, si svolterà a destra per intraprendere la scalata al Colle Braida, 10.8 Km al 5.8% dei quali gli ultimi cinque all’8.3%. Questo è indubbiamente il tratto più spettacolare della salita e non soltanto per le inclinazioni che saranno offerte dalla strada, poiché a circa 2 Km dallo scollinamento si andrà a sfiorare uno dei monumenti più celebri del Piemonte, la Sacra di San Michele, abbazia costruita a partire dal X secolo sulla cima del Monte Pirchiriano e un tempo fondamentale tappa della “Linea Sacra di San Michele”, via di pellegrinaggi che la leggenda vuole tracciata da un colpo di spada del celebre arcangelo e che collega sette santuari a lui dedicati, come quelli di Mont Saint-Michel in Francia e Monte Sant’Angelo in Puglia. Scollinati a poco più di mille metri di quota s’inizierà la discesa verso Giaveno, il centro principale della Val Sangone, nel cui territorio si trova il Santuario del Selvaggio, così chiamato dal nome della località nel quale fu innalzato in stile neoromanico nel 1926 sul luogo di una preesistente cappella oramai fatiscente. Raggiunta Trana – centro dominato dalla Torre degli Orsini, unico resto di uno scomparso castello – si attaccherà l’ultima ascesa di giornata risalendo le pendici del Moncuni, bassa elevazione frequentata dagli appassionati di arrampicata sportiva, diretti alle strapiombanti pareti della “Pietra di Salomone”, che la tradizione vuole abbandonata in questo luogo dai diavoli ai quali il biblico re aveva chiesto aiuto per trasportare fino a Gerusalemme le pietre destinate alla costruzione del tempio. Non saranno, invece, previsti “sesti gradi” per i corridori, essendo facilissimo il tratto di salita che dovranno percorrere, 600 metri al 5.7% per mettersi alle spalle il tratto più ostico e poi 800 metri sotto al 3% di pendenza media per raggiungere lo scollinamento alle porte del centro di Reano, dove si ritroverà la pianura, che tornerà a scorrere sotto le ruote dei corridori nei conclusivi negli ultimi 11 Km che riporteranno la corsa a Rivoli.
Poi tutti a nanna per prepararsi al duro tappone dell’indomani

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle della Croce Nera (872 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 188 “del Colle Braida” lungo la salita al Colle Braida dai Laghi di Avigliana. Si trova in corrispondenza del bivio con la strada pedonale diretta alla Sacra di San Michele.

Colle Braida (1007 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 188 “del Colle Braida” tra Giaveno e la Sacra di San Michele, viene affrontato per la seconda volta nella storia al Giro d’Italia. La precedente scalata avvenne nel 1991, dal versante che quest’anno si percorrerà in discesa, nel corso della tappa Savigliano – Sestriere, vinta dallo spagnolo Eduardo Chozas. Era stato il suo connazionale Iñaki Gastón a conquistare la cima del Colle Braida, che nel 1966 era stato inserita anche nel percorso del Tour de France: sempre salendo da Giaveno, in quell’occasione a scollinare in testa era stato il toscano Franco Bitossi, che 38 Km più avanti s’imporrà sul traguardo della Briançon – Torino regolando allo sprint lo spagnolo Antonio Gómez del Moral e il varesino Giuseppe Fezzardi.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il rettilineo d’arrivo di Rivoli con il castello sullo sfondo e l’altimetria della dodicesima tappa del Giro 2023 (Google Street View)

Il rettilineo d’arrivo di Rivoli con il castello sullo sfondo e l’altimetria della dodicesima tappa del Giro 2023 (Google Street View)

CIAK SI GIRO

La Sacra di San Michele come nessuno l’hai mai ammirata, dalla stessa prospettiva di un uccello…. Se volete provare quest’ebbrezza dovete assolutamente vedere “The Broken Key”, film italiano del 2017 dal cast stellare, che vede nomi altisonanti alternarsi nelle varie scene, da Franco Nero a Kabir Bedi, da Christopher Lambert a William Baldwin (fratello del più celebre Alec ed ex cognato di Kim Basinger) per finire con Geraldine Chaplin, la figlia del grande “Charlot”. Non sono, però, loro i protagonisti principali (e faranno tutti una brutta fine, tra l’altro) di questa pellicola ambientata in futuro nel quale stampare libri è un reato a causa di rigide leggi sull’ecosostenibilità che hanno fatto diventare la carta un bene raro e costosissimo. Il protagonista è Arthur J. Adams, uno studioso che vive a York e che è interpretato da Andrea Cocco, più conosciuto come vincitore di un’edizione del Grande Fratello (2011) che come attore. Arthur è costretto a venire in Italia per recuperare il frammento perduto di un antico papiro egizio e per lui inizierà una vera e proprio caccia al tesoro sanguinosa, che si lascerà dietro parecchio morti e lo vedrà in azione in una Torino ripresa prevalentemente in notturna con parecchi “ritocchini” (come i due giganteschi obelischi che svettano accanto a Palazzo Reale), nelle spettacolari grotte di Bossea nel cuneese e nel misterioso borgo di Rosazza, in provincia di Biella. Ma a catturare l’attenzione saranno soprattutto le spettacolari immagini aeree della Sacra di San Michele, riprese grazie ad un drone che ha sorvolato il monumento: è proprio lassù che lo studioso riuscirà a ritrovare la chiave spezzata che dà il nome al film e che gli consentirà di risolvere il mistero e arrivare al frammento di papiro mancante.

In collaborazione con www.davinotti.com

La Sacra di San Michele ripresa da un drone nel film “The Broken Key” (www.davinotti.com)

La Sacra di San Michele ripresa da un drone nel film “The Broken Key” (www.davinotti.com)

La Sacra di San Michele ripresa da un drone nel film “The Broken Key” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/the-broken-key/50043300

FOTOGALLERY

Bra, Santuario della Madonna dei Fiori

Cherasco, chiesa di San Pietro

Vista sulle Langhe dalla Morra

Castello di Barolo

Monforte d’Alba, Auditorium Horszowski

Alba, duomo di San Lorenzo

Carmagnola, Abbazia di Santa Maria di Casanova

Carignano, duomo dei Santi Battista e Remigio

Parco Naturale di Stupinigi

Uno scorcio del centro storico di Avigliana

Il più grande tra i due laghi di Avigliana

Sacra di San Michele

Giaveno, Santuario del Selvaggio

Trana, Torre degli Orsini

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI TORTONA

maggio 17, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Tortona Milan vola, ma vince Ackermann. Geoghegan ritirato, paura per Rodriguez

Gazzetta dello Sport

Belgio

Pascal Ackermann schiet na millimetersprint raak in de Giro, Cavendish en Milan komen net te kort

Het Nieuwsblad

Slovenia

Primož Roglič ima iz dneva v dan manj izzivalcev

Delo

Gran Bretagna

Geoghegan Hart crashes out of race on slippery stage

The Guardian

Francia

Ackermann s’impose au sprint, Ineos perd gros

L’Équipe

Spagna

‘El Giro del Calamar’

AS

Portogallo

A concorrência vai caindo e João Almeida vai-se aguentando

Público

Paesi Bassi

Niet met blote oog te zien: Ackermann wint elfde rit in Giro

De Telegraaf

Danimarca

Tysker kører fra Mads Pedersen på målstregen i Giroen

Politiken

Norvegia

Mer drama i Giro d’Italia – ny stjerne kjørte bort i ambulanse etter tøff velt

Aftenposten

Germania

Ackermann feiert Sprintsieg im Fotofinish – Kämna nun Sechster

Kicker

USA

Tao Geoghegan Hart crashes out of Giro d’Italia; Pascal Ackermann wins 11th stage

The Washington Post

Colombia

Etapa 11 del Giro de Italia: retiros por covid, muchas caídas y Gaviria sin triunfo

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Il Bandito e il Campione (Francesco De Gregori)

METEOGIRO

Bra: poco nuvoloso, 17°C, vento moderato da N (12 – 29 Km/h), umidità al 59%
Alba (56.3 Km): poco nuvoloso, 12°C, vento moderato da N (15 – 33 Km/h), umidità al 68%
Carignano (98.2 Km): poco nuvoloso, 18°C, vento debole da N (3 – 17 Km/h), umidità al 56%
Rivoli – 1° passaggio (125.7 Km): nubi sparse, 18°C, vento debole da SE (3 – 14 Km/h), umidità al 54%
Rivoli : nubi sparse, 18°C, vento debole da S (5 – 15 Km/h), umidità al 54%

GLI ORARI DEL GIRO

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.30: inizio diretta su RaiSport
12.45: partenza da Bra
13.35-13.45: GPM della Pedaggera
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.45: traguardo volante di Ceresole d’Alba
15.35-15.55: primo passaggio dal traguardo di Rivoli
15.50-16.10: traguardo volante di Buttigliera Alta
16.25-16.55: GPM di Colle Braida
17.00-17.30: arrivo a Rivoli

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Genovesi: “Ciliego selvatico”
Pancani: “Il passaggio non sarà al colle ma al passo”
Petacchi: “Il giorno dopo della mattina”
Borgato: “Quindo temo arriverà il ritiro”
Borgato: “Covi era visivo”
Garzelli: “La mia prima ricognizione che andranno in onda”
Televideo: “Soluzione allo sprint nell’undicesima tappa del Giro d’Italia, Scandiano – Viareggio” (questa era la tappa di ieri)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Camaiore – Tortona

1° Alessandro Verre
2° Mikaël Chérel a 2′41″
3° Harm Vanhoucke s.t.
4° Pavel Sivakov a 4′31″
5° Alessandro Covi a 7′42″

Classifica generale

1° Campbell Stewart
2° Yukiya Arashiro a 4′49″
3° Otto Vergaerde a 5′24″
4° Veljko Stojnic a 7′06″
5° Alexander Krieger a 9′13″

Miglior italiano Alessandro Iacchi, 8° a 12′58″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

22 maggio 1983 – 10a TAPPA: MONTEFIASCONE – BIBBIENA (232 Km)

BONTEMPI RITIRATO, BATTAGLIN MALATO

Al Giro d’Italia vittoria di Masciarelli a Bibbiena e guai per la squadra Inoxpran
Il velocista, vincitore di due tappe, costretto a lasciare la corsa per un avvelenamento da cibo avariato – Anche il suo capitano soffre da qualche giorno per problemi digestivi – Sprint dimostrativo di Saronni (5°) – A Selva la visita di Pertini?

La torre del castello di Tortona illuminata di rosa (sport.sky.it)

La torre del castello di Tortona illuminata di rosa (sport.sky.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio

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