25-05-2023
maggio 25, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Filippo Zana (Team Jayco-AlUla) si è imposto nella diciottesima tappa, Oderzo – Val di Zoldo (Palafavera), percorrendo 161 Km in 4h25′12″, alla media di 36.425 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e di 50″ il francese Warren Barguil (Team Arkéa-Samsic). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 29″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 39″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 4° a 4′11″.
BOUCLES DE LA MAYENNE – CRÉDIT MUTUEL
Il portoghese Ivo Oliveira (UAE Team Emirates) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Laval, percorrendo 4.1 Km in 5′17″, alla media di 46.562 Km/h. Ha preceduto di 2″ il francese Axel Zingle (Cofidis) e di 3″ il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), 7° a 6″. Oliveira è il primo leader della classifica con 2″ su Zingle e 3″ su Cosnefroy. Miglior italiano Germani, 7° a 6″.
ALPES ISÈRE TOUR
Il francese Noa Isidore (CIC U Nantes Atlantique) si è imposto nella seconda tappa, Saint-André-le-Gaz – Four, percorrendo 144.8 Km in 3h31′15″, alla media di 41.127 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Dominik Neuman (Elkov-Kasper) e il belga Aaron Dockx (Alpecin-Deceuninck Development Team). Miglior italiano Alessio Martinelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 28°. L’olandese Jordan Habets (Metec-SOLARWATT p/b Mantel) è ancora leader della classifica con 1″ sul ceco Michael Boros (Elkov-Kasper) e 8″ su Isidore. Miglior italiano Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 29° a 18″.
TOUR OF ALBANIA
La quinta tappa, Valona – Përmet (180 Km), è stata annullata per maltempo. Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) è ancora leader della classifica con 4″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 8″ su greco Periklis Ilias (nazionale greca). Nessun italiano in gara
TOUR OF JAPAN
Il giapponese Atsushi Oka (JCL Team UKYO) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Shimohisakata, percorrendo 120.9 Km in 3h06′01″, alla media di 38.962 Km/h. Ha preceduto di 5″ l’australiano Ryan Cavanagh (KINAN Racing Team) e di 7″ l’irlandese Jesse Ewart (Terengganu Polygon Cycling Team). L’unico italiano in gara, Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ), non ha terminato la corsa. Oka è il nuovo leader della classifica con 34″ sull’elvetico Felix Stehli (EF Education-NIPPO Development Team) e 1′48″ sull’australiano Carter Bettles (Victoire Hiroshima)
INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR
L’italiana Barbara Guarischi (Team SD Worx) si è imposta nella terza tappa, circuito di Schmölln, percorrendo 94.6 Km in 2h23′56″, alla media di 39.435 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx) e la spagnola Sandra Alonso (Ceratizit-WNT Pro Cycling). L’olandese Mischa Bredewold (Team SD Worx) è ancora leader della classifica con 11″ sulla Wiebes e 14″ sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Miglior italiana la Guarischi, 15° a 55″
TOUR DE FEMININ (Repubblica Ceca)
La polacca Dominika Wlodarczyk (MAT ATOM Deweloper Wroclaw) si è imposta nella prima tappa, circuito a cronometro di Krásná Lípa, percorrendo 12.6 Km in 18′41″, alla media di 40.464 Km/h. Ha preceduto di 2″ la ceca Eliska Kvasnickova (Mix Brilon/Sportraces) e di 29″ la ceca Julia Kopecky (AG Insurance-NXTG U23 Team). Miglior italiana Francesca Tommasi (Team Mendelspeck), 8° a 44″. La Wlodarczyk è la prima leader della classifica con 2″ sulla Kvasnickova e 29″ sulla Kopecky. Miglior italiana la Tommasi, 8° a 44″.
ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Polonia – Under 23)
Il britannico Lukas Nerurkar (nazionale britannica) si è imposto nella seconda tappa, Hatvan – Bükkszentkereszt, percorrendo 152 Km in 3h46′26″, alla media di 40.277 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese António Morgado (nazionale portoghese) e l’austriaco Alexander Hajek (nazionale austriaca). Miglior italiano Davide Piganzoli (nazionale italiana), 5° a 4″. Il danese Nikolaj Mengel (nazionale danese) è ancora leader della classifica con 47″ su Nerurkar e 51″ su Morgado. Miglior italiano Piganzoli, 5° a 1′01″
DOLOMITI, ATTO PRIMO ALL’OMBRA DEL “CAREGÓN”
Non è il tappone dolomitico, in programma ventiquattrore più tardi, ma anche la frazione che terminerà in Val di Zoldo potrebbe lasciare un segno indelebile in classifica. Le energie si stanno pian piano esaurendo, siamo nel cuore della terza settimana di gara, che spesso ha messo in crisi fior di campioni, e oggi le possibilità di creare scompiglio non mancheranno. La Forcella Cibiana e l’inedita salita verso Coi potrebbero rappresentare una succulenta tentazione per quegli scalatori che devono recuperare terreno e non vogliono aspettare le Tre Cime.
Le genti locali lo chiamano il “Caregón de ‘l Pareterno”, il trono (cadregone) di Dio. È il Monte Pelmo, la spettacolare vetta che domina la Val di Zoldo, sede d’arrivo della prima frazione dolomitica, la meno impegnativa delle due previste quest’anno. Ma, nonostante non sia paragonabile a livello durezza ai tapponi del Bondone, affrontato 48 ore fa, e delle Tre Cime di Lavaredo, quella che terminerà a Palafavera sarà una tappa in grado di far traballare il “cadreghino” della maglia rosa di turno, se il suo vantaggio non sarà di quelli granitici. Siamo alla terza settimana di gara, le energie sono oramai al lumicino e, se si avranno forze e voglia di mettere in crisi gli avversari, le due salite che si dovranno affrontare a ridosso del traguardo potrebbero provocare un neanche tanto piccolo terremoto in classifica. Si tratta non solo di ascese dotate in pendenze, ma anche di salite piuttosto desuete, se non del tutto inedite, com’è il caso di quella che condurrà fino alla minuscola frazione di Coi e che presenta inclinazioni particolarmente forti nel tratto conclusivo.
Prima di arrivare a misurarsi con le impegnative salite del finale – che non saranno le uniche inserite nel tracciato – bisognerà anche oggi “mangiarsi” una consistente fetta di pianura nella parte iniziale, totalmente priva di ostacoli naturali nei primi 25 Km. Lasciata Oderzo – il remoto “municipium” di Opitergium, del quale sono giunti ai nostri giorni diversi resti – si pedalerà in direzione di Codognè, presso la cui chiesa parrocchiale gli amanti della natura potranno ammirare naso all’insù un platano orientale alto ben 26 metri, inserito nella lista dei ventiduemila alberi monumentali italiani, beni tutelati dalla guardia forestale. Puntando verso le prealpi bellunesi si toccherà Orsago andando poi a incrociare la “Pontebbana”, la statale che collega il Veneto con il Friuli. Ancora qualche scampolo di pianura e si giungerà a Cappella Maggiore, lasciata la quale la strada inizierà a prendere quota, inizialmente con dolcezza e poi con più decisione una volta attraversato il centro di Fregona, situato non distante dalle impressionanti grotte del Caglieron, in passato modificate dall’intervento dell’uomo per scavarvi l’arenaria e oggi visitabili grazie ad una serie di passerelle lignee. Una meraviglia della natura che i “girini” non avranno il tempo d’ammirare, impegnati come saranno nell’affrontare le prime rampe della salita della Crosetta, 13 Km e mezzo al 7% che sono stati inseriti l’ultima volta nel percorso del Giro nel 2021. Anche in questo caso si trattava delle fasi iniziali del tappone dolomitico – l’arrivo era previsto a Cortina d’Ampezzo, dove s’impose Egan Bernal incrementando il proprio vantaggio in classifica generale – e, come quel giorno, subito dopo lo scollinamento si dovrà attraversare il Cansiglio, spettacolare altopiano famoso per la sua foresta di faggi, utilizzati all’epoca della Serenissima per la fabbricazione di remi, e divenuto negli anni 90 “buen retiro” estivo dei presidenti della Repubblica Giuseppe Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro. Dal Cansiglio il gruppo si trasferirà nel vicino Alpago, piccola regione storico-geografica dove si andrà ad affrontare la seconda difficoltà altimetrica di giornata, la salita di 3.6 Km al 5.4% che terminerà nel cuore del piccolo borgo di Pieve d’Alpago. Superate le prime due ascese di giornata si tornerà a pedalare in pianura per un’altra abbondante dose di chilometri, risalendo la valle del Piave in direzione del Cadore. Non si percorrerà in questo tratto la strada principale, che si snoda sulla sinistra del fiume, ma quella che ne costeggia la sponda opposta incontrando all’inizio di questo tratto la centrale idroelettrica di Soverzene, che all’epoca dell’inaugurazione (1951) era la più grande d’Europa. A progettarla fu la SADE, la Società Adriatica di Elettricità che qualche anno più tardi innalzò da queste parti la tragicamente famosa diga del Vajont: anche i “girini” ne sentiranno il respiro quando, qualche chilometro più avanti, transiteranno sul ponte che scavalca l’omonimo torrente proprio all’uscita dalla strapiombante gola dominata dallo “scheletro” della diga, che l’ENEL ha reso accessibile alle visite dal 2002. Bypassata la cittadina di Longarone, che tra poche ore ospiterà la partenza del tappone delle Tre Cime, si confluirà sulla strada “maestra” all’altezza di Castellavazzo, borgo il cui nome ricorda i suoi trascorsi di “castrum” difensivo in epoca romana, quando fu eretta una fortificazione trasformata nel XII secolo nel Castello della Gardona, del quale oggi rimane solo una torre dalla curiosa forma triangolare. L’ambiente torna a farsi montano, la valle prende quasi l’aspetto di una gola mentre il gruppo farà ufficialmente l’ingresso nel Cadore, la regione che deriva il nome dall’unione dei termini celtici catu e brigum, che significano rispettivamente battaglia e roccaforte. Non è, però, ancora arrivato il momento di vedere i big della classifica sfidarsi perché la strada rimarrà pianeggiante ancora per un tratto, nel quale si toccherà il centro di Ospitale, il cui toponimo ricorda la presenza in tempi andati di un ospizio, costruito nel X secolo per dare alloggio ai viandanti. Raggiunta la vicina Perarolo, luogo dal quale all’epoca della Serenissima iniziava il viaggio fluviale del legname destinato alla città di Venezia, i corridori attaccheranno la cosiddetta “salita della Cavallera”, 7.3 Km al 4.8% che si concludono nel centro di Pieve di Cadore, a due passi dalla casa natale del celebre pittore Tiziano e dopo aver affrontato un muretto finale di 600 metri all’11%. Seguirà un tratto in quota di circa 9 Km percorrendo la strada che conduce alla celebre Cortina d’Ampezzo, strada che si abbandonerà dopo il passaggio dal centro di Venas di Cadore, nella cui parrocchiale è visibile un’opera realizzata da Francesco Vecellio, fratello maggiore del pocanzi citato Tiziano. È qui che ha inizio l’ascesa verso la Forcella Cibiana, una sorta di “salita cenerentola” delle Dolomiti per il Giro d’Italia perché, a differenza di valichi più blasonati, è stata finora inserita solo tre volte nel programma della Corsa Rosa ed è un peccato perché ha numeri interessanti, soprattutto dal versante che si affronterà quest’anno, 9.6 Km al 7.6% con gli ultimi 4 Km al 10% per arrivare sino ai 1528 metri dello scollinamento, situato nel luogo dal quale partono i bus navetta che conducono i turisti al forte costruito all’epoca della Prima Guerra Mondiale sul Monte Rite, dal 2015 spettacolare sede del Messner Mountain Museum Dolomites, la più meridionale tra le “location” del museo voluto dal celebre alpinista altoatesino, nel quale ammirare opere d’arte realizzate a partire dall’epoca del romanticismo ai giorni nostri, tutte dedicate ai “Monti Pallidi”.
La successiva discesa introdurrà la corsa in Val di Zoldo, che accoglierà il gruppo all’altezza di Forno, dove è possibile visitare un’altra interessante esposizione, quel Museo del Ferro e del Chiodo che dal 2004 ricorda la tramontata attività mineraria che un tempo costituì la fortuna economica della valle. Un breve tratto in falsopiano porterà ai piedi dell’ascesa diretta a Palafavera, la località che tornerà ad accogliere un arrivo di tappa del Giro dopo la frazione vinta da Paolo Savoldelli nel 2005. Rispetto a quel finale, però, si seguirà un itinerario differente e molto più impegnativo perché dopo i primi 2.5 Km si lascerà la strada principale per deviare in direzione di Coi, piccolo villaggio presso il quale si trova l’imponente Casa Rizzardini, i cui affreschi esterni risalgono al 1713: per arrivare ad ammirarli bisogna percorrere una salita di 6.3 Km all’8.8% che nel tratto conclusivo s’inerpica per 3 Km all’11% medio, rasentando il 20% di pendenza massima lungo una strada che metterà in fila i “girini” anche a causa della carreggiata ristretta. Un tuffo di 2 Km al 7.6% riporterà infine i corridori sulla strada principale esattamente a 2700 metri dal traguardo, per raggiungere il quale bisognerà affrontare un ultimo tratto in salita. Non è duro come il precedente, ma la sua pendenza del 6.4% potrebbe farsi sentire più del previsto con le energie oramai agli sgoccioli… e il cadreghino rosa potrebbe tremare come non mai.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella 1063 metri. Valicata lungo la salita da Fregona alla Sella della Crosetta.
Sella della Crosetta (1168 metri). Quotata 1118 metri sulle cartine del Giro 2023, è valicata dall’ex strada statale 422 “dell’Alpago e del Cansiglio” tra Fregona e il Pian del Cansiglio. Vi passa il confine tra Veneto e Friuli. Il Giro vi è transitato 7 volte, la prima durante la tappa Trieste – Bassano del Grappa del Giro del 1934, vinta d Giuseppe Olmo dopo che in testa alla Crosetta era transitato per primo Remo Bertoni. Al varesino sono succeduti il torinese Nino Defilippis nel 1962 (Lignano Sabbiadoro – Nevegal, vinta da Guido Carlesi, il cremasco Pietro Scandelli nel 1966 (Belluno – Vittorio Veneto, vinta dal medesimo corridore), il vicentino Lino Farisato nel 1968 (Cortina d’Ampezzo – Vittorio Veneto, stesso vincitore), l’elvetico Ueli Sutter nel 1978 (Treviso – Canazei, vinta da Gianbattista Baronchelli) e il francese Geoffrey Bouchard nel 2021, durante la Sacile – Cortina d’Ampezzo vinta dal colombiano Egan Bernal.
Sella 1041 metri. Coincide con la località Campon, valicata dall’ex strada statale 422 “dell’Alpago e del Cansiglio” nel corso della discesa dalla Crosetta verso Tambre.
Sella Pieve di Cadore (878 metri). Coincide con l’omonima località, situata nell’insellatura che separa il Montericco dal Col di Contras. Mai affrontata come GPM, a Pieve si sono concluse tre tappe del Giro, vinte dal cesenate Mario Vicini nel 1940, dal mitico Gino Bartali nel 1947 e dal cremonese Roberto Ceruti nel 1979.
Forcella Cibiana (1536 metri). Quotata 1530 sulle cartine del Giro 2023 e chiamata anche Passo Cibiana, è valicata dalla Strada Provinciale 347 “del Passo Cereda e del Passo Duran” tra Cibiana di Cadore e Forno di Zoldo. Come ricordato nell’articolo il Giro vi è salito solo tre volte, la prima nel 1966 quando costituì la penultima difficoltà del tappone dolomitico Moena – Belluno, vinto da Felice Gimondi. A metter per primo i pedali sulla vetta della Cibiana fu il toscano Franco Bitossi, imitato nel 1970 dal piemontese Italo Zilioli durante il tappone della Marmolada, vinto dal bresciano Michele Dancelli e scattato da Arta Terme, la località friulana che nel 1988 accolse l’arrivo della terza e finora ultima tappa ad aver presentato l’ascesa al Cibiana: nell’occasione si partì da Borgo Valsugana e far sue salita e tappa fu l’abruzzese Stefano Giuliani.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il monte Pelmo e l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2023 (wikipedia)
CIAK SI GIRO
Se vi piacciono di film di guerra e avete qualche primavera sulle spalle sicuramente avrete visto almeno una volta “Il colonnello Von Ryan”, pellicola statunitense del 1965 ambientata in Italia durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e liberamente tratta dal romanzo “Von Ryan’s Express” dello scrittore americano David Westheimer. A interpretare il ruolo del colonnello protagonista fu – perdonateci il gioco di parole – una delle più celebri celebrità di Hollywood, Frank Sinatra, che si ritrovò a recitare, tra gli altri, accanto ad Adolfo Celi, l’attore toscano che in Italia è più conosciuto per il ruolo del professor Alfeo Sassaroli nella trilogia di “Amici miei” e che nello stesso anno aveva lavorato sul set di un altro film internazionale, Agente 007 – Thunderball (Operazione tuono), il quarto film della serie di James Bond, dove aveva vestito i panni del numero due dell’organizzazione criminale SPECTRE. Tornando al “Colonnello Von Ryan”, che nel cast aveva anche una giovanissima Raffaella Carrà, le riprese per ovvie ragioni si svolsero quasi interamente in Italia, a parte un paio di capatine all’estero per girare la scena della sparatoria finale nei dintorni di Málaga e quelle ambientate nel campo di concentramento in un set appositamente costruito presso gli studi cinematografici della 20th Century Fox, la celebre casa di produzione situata nelle vicinanze di Los Angeles. In Italia si girò prevalentemente in Lazio ma per le spettacolari scene di battaglia sulla linea ferroviaria diretta verso il nord si preferì la ferrovia Calalzo di Cadore – Padova, della quale furono utilizzati sia il tratto effettivamente in esercizio quando in scena si vedeva il treno, sia uno dismesso da molti anni situato presso Perarolo di Cadore.
In collaborazione con www.davinotti.com

Scena di un combattimento de “Il colonnello Von Ryan” girata a Perarolo di Cadore (www.davinotti.com)
Scena di un combattimento de “Il colonnello Von Ryan” girata a Perarolo di Cadore (www.davinotti.com)
Le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-colonnello-von-ryan/50013514
FOTOGALLERY
Codognè, il monumentale platano antistante la chiesa parrocchiale
Fregona, Grotte del Caglieron
Altopiano del Cansiglio
Centrale idroelettrica di Soverzene
Valle del Vajont
Castellavazzo, Castello della Gardona (Facebook)
Ospitale di Cadore, l’antico ospizio
Pieve di Cadore, casa natale di Tiziano
Il forte sul Monte Rite sede del Messner Mountain Museum Dolomites
Forno di Zoldo, la sede del Museo del Ferro e del Chiodo
Coi, Casa Rizzardini
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CAORLE
maggio 24, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
A Caorle è volatona: con il colpo di reni Dainese folgora Milan
Gazzetta dello Sport
Belgio
Fotofinish in de Giro: Dainese klopt eeuwige tweede Milan en Matthews op de streep
Het Nieuwsblad
Slovenia
Fotofiniš določil zmago Daineseju, Roglič varno na cilju
Delo
Gran Bretagna
Thomas retains lead as Cavendish edged out in ‘crazy bunch finish
The Independent
Francia
Dainese vainqueur sur le fil
L’Équipe
Spagna
Por los pelos, Dainese
AS
Portogallo
Alberto Dainese vence 17.ª etapa, Geraint Thomas segue líder no Giro
Público
Paesi Bassi
Sprintsucces voor Nederlandse ploeg DSM in Giro d’Italia
De Telegraaf
Norvegia
Seier til Leknessund-kollega
Aftenposten
Germania
Fotofinish: Dainese knapp vor Milan und Matthews
Kicker
USA
Dainese wins 17th stage as Thomas keeps Giro d’Italia lead
The Washington Post
Colombia
Einer Rubio salva el día en el Giro de Italia y se alista para la alta montaña
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Frena (Carlotta)
METEOGIRO
Oderzo : nubi sparse, 24°C (percepiti 25°C), vento debole da E (11 – 27 Km/h), umidità al 56%
Pian del Cansiglio (45.3 Km): pioggia debole (0.2 mm), 17°C, vento debole da SE (5 – 27 Km/h), umidità al 64%
Pieve di Cadore (traguardo volante – 115.7 Km): nubi sparse, 20°C, vento debole da SE (5 – 23 Km/h), umidità al 53%
Val di Zoldo (Palafavera): pioggia debole (0.1 mm), 14°C, vento moderato da SE (5 – 29 Km/h), umidità al 59%
GLI ORARI DEL GIRO
12.00: inizio diretta su Eurosport
12.30: inizio diretta su RaiSport
12.30: partenza da Oderzo
13.45-14.00: GPM del Passo della Crosetta
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.40: GPM di Pieve d’Alpago
15.30-16.00: traguardo volante di Pieve di Cadore
15.45-16.15: inizio salita Forcella Cibiana
16.10-16.45: GPM della Forcella Cibiana
16.25-17.00: traguardo volante di Forno di Zoldo
16.55-17.40: arrivo a Palafavera (Val di Zoldo)
STRAFALGAR SQUARE
Martini (chiedendo a un bambino chi fosse il suo corridore preferito): “Chi è il tuo tifoso?”
Rizzato: “Casa mia e casa di Giada dista pochissimo”
Rizzato: “Covi si è ritirato nella caduta che ha coinvolto Tao Geoghegan Hart”
Rizzato: “A portata di microfiono”
Pancani: “Intermarzè” (Intermarché)
Petacchi: “Sul fotofinish vince Dainese”
Fabretti: “Ecco la tappa generale” (classifica generale)
Televideo: “Quartemann” (Quarteman)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Pergine Valsugana – Caorle
1° Luca Covili
2° William Barta s.t.
3° Carlos Verona s.t.
4° Stephen Williams a 1′12″
5° Charlie Quarterman a 1′28″
Classifica generale
1° Nicolas Dalla Valle
2° Yukiya Arashiro a 1′59″
3° Alberto Dainese a 3′06″
4° Alessandro Iacchi a 4′09″
5° Albert Torres a 5′47″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
30 maggio 1983 – 17a TAPPA: BERGAMO – COLLI DI SAN FERMO (91 Km)
SUL S. FERMO HA VINTO SARONNI, ANCHE SE HA SCELTO DI PERDERE
Successo in salita di Fernandez, ma il vero trionfatore è la Maglia rosa, che ha manovrato la corsa alla perfezione
La squadra del leader della classifica ha sfiancato gli scalatori in pianura, limitando i danni nella insidiosa arrampicata finale – Visentini, terzo, è riuscito a rosicchiare soltanto 25 secondi – Dietro il ritiro di Moser

Il Santuario della Madonna dell'Angelo di Caorle illuminato di rosa (www.lapiazzaweb.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli
13a tappa: Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana
14a tappa: Sierre – Cassano Magnago
16a tappa: Seregno – Bergamo
17a tappa: Sabbio Chiese – Monte Bondone
DAINESE, PIOMBA UN FULMINE A CIEL SERENO SULLA SPIAGGIA DI CAORLE
Volata era stata pronosticata e volata è stata. A Caorle Alberto Dainese (Team DSM) vince la penultima tappa per velocisti del Giro 2023 prima della passerella finale di Roma. Al secondo posto il leader della classifica a punti Jonathan Milan (Bahrain Victorius) e Michael Matthews (Team Jayco AlUla). Quindi Niccolò Bonifazio (Intermarché – Circus – Wanty) e Simone Consonni (Cofidis). In testa alla generale nulla cambia con Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) maglia rosa davanti a Joao Almeida (UAE Team Emirates), Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e l’immarcescibile Damiano Caruso (Bahrain – Victorius)
La frazione odierna, di 197 km, va da Pergine Valsugana a Caorle e non presenta particolari difficoltà. Primi 130 chilometri in leggera discesa, partendo da 530 metri di altitudine, e arrivo al livello del mare. Quindi si va spediti verso il traguardo di Caorle, posto dopo un rettilineo finale di 600 metri su asfalto largo 8 metri.
Superfavorita è la maglia ciclamino Jonathan Milan (Bahrain-Victorious), visti i forfait di Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck). Dovrà vedersela, invece, con Mark Cavendish (Astana Qazaqstan) e Fernando Gaviria (Movistar).
Si parte e vanno Senne Leysen (Alpecin-Deceuninck), il “campione delle fughe” Thomas Champion (Cofidis), Diego Pablo Sevilla (EOLO-Kometa) e Charlie Quarterman (Team Corratec – Selle Italia). Arriveranno ad un vantaggio massimo di 2′40” sul gruppo della Maglia Rosa, da ieri tornata spalle di Geraint Thomas. Il gruppo dapprima lascia fare in una tappa quasi da considerare “di trasferimento”. Poi pian piano il vantaggio si riduce e la fuga viene, come si dice, “cucinata a fuoco lento” in attesa della prevedibile volata finale.
Nel plotone si mette davanti anche qualche uomo della Bahrain-Victorious per Milan. Quindi si aggiungono corridori del Team DSM ad accelerare l’andatura.
Negli ultimi 40 chilometri il gruppo recupera una ventina di secondi sulla testa della corsa. Siamo vicino al mare e al traguardo volante di Lido di Jesolo passa per primo Quarterman.
Ormai non ci sono più speranze per i 4 in fuga, anche perchè anche gli uomini dell’Astana si sono portati in testa a lavorare alacremente per Cavendish.
A questo punto ci prova Leysen ad attaccare, mentre Champion è il primo ad essere risucchiato dal gruppo. Il battistrada guadagna fino ad un minuto sul gruppo che, dopo aver lasciato fare, riprende vigore con gli uomini della Movistar a tirare.
Leysen viene ripreso ai – 5 dall’arrivo. Il gruppo è compatto con Ineos e Cofidis a tirare. All’ultimo chilometro Michael Matthews (Team Jayco AlUla) prova a sorprendere tutti. Al termine di un volatone palpitante è, però, Alberto Dainese (Team DSM) a trionfare con un bruciante colpo di reni su Milan. Il velocista di Abano Terme rivince al Giro dopo esattamente un anno (nel 2022 si impose a Reggio Emilia). La maglia ciclamino rimane sulla spalle di Jonathan Milan mentre quella azzurra di miglior scalatore, complice la totale assenza di salite, è ancora indossata da Ben Healy (EF Education – Esay Post). Il secondo della classifica generale Joao Almeida (UAE – Team Emirates) conserva, infine, la maglia bianca di miglior giovane.
Domani la 18a frazione, 161 km, porterà da da Oderzo all’arrivo in quota di Palafavera, in Val di Zoldo. Si tornerà, dunque, a salire con 5 GPM da affrontare e in particolare poco prima di giungere al traguardo si dovrà superare quella durissima di Coi, 5,8 km al 9,7% di pendenza media con una punta al 19%.
Vito Sansone

La volata di Caorle ha visto imporsi Alberto Dainese (Getty Images Sport)
24-05-2023
maggio 24, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Alberto Dainese (Team DSM) si è imposto nella diciassettesima tappa, Pergine Valsugana – Caorle, percorrendo 197 Km in 4h26′08″, alla media di 44.414 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e l’australiano Michael Matthews (Team Jayco-AlUla). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 18″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) e 29″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 4° a 2′50″.
ALPES ISÈRE TOUR
L’olandese Jordan Habets (Metec-SOLARWATT p/b Mantel) si è imposto nella prima tappa, circuito di Charvieu-Chavagneux, percorrendo 145.9 Km in 3h09′04″, alla media di 46.301 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Michael Boros (Elkov-Kasper) e il connazionale Pepijn Reinderink (Soudal Quick-Step Devo Team). Miglior italiano Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 17° a 5″. Habets è il primo leader della classifica con 1″ su Boros e 8″ sullo statunitense Artem Shmidt (Hagens Berman Axeon). Miglior italiano Conforti, 19° a 18″.
TOUR OF ALBANIA
Il serbo Luka Turkulov (nazionale serba) si è imposto nella terza tappa, Elbasan – Valona, percorrendo 142 Km in 3h06′42″, alla media di 45.635 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Marko Stankovic (Asfra Racing Team) e il connazionale Nikiforos Arvanito (nazionale greca). Nessun italiano in gara. Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) è ancora leader della classifica con 4″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 8″ su greco Periklis Ilias (nazionale greca)
TOUR OF JAPAN
Lo statunitense Luke Lamperti (Trinity Racing) si è imposto nella terza tappa, circuito di Mino, percorrendo 137.3 Km in 3h08′01″, alla media di 43.815 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giappinese Kazushige Kuboki (Team Bridgestone Cycling) e l’olandese Jeroen Meijers (Terengganu Polygon Cycling Team). Unico italiano in gara Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ), 82° a 4′00″. Lamperti è ancora leader della classifica con 12″ sul mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team) e 14″ sul greco Georgios Boúglas (Matrix Powertag). Di Camillo 64° a 16′49″.
INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR
L’olandese Mischa Bredewold (Team SD Worx) si è imposta nella seconda tappa, circuito di Gera, percorrendo 153.5 Km in 4h11′50″, alla media di 36.572 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’italiana Barbara Guarischi (Team SD Worx) e l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx). La Bredewold è la nuova leader della classifica con 22″ sulla Wiebes e 25″ sulla belga Lotte Kopecky (Team SD Worx). Miglior italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), 24° a 1′06″
ORLEN NATIONS GRAND PRIX (Polonia – Under 23)
Il danese Nikolaj Mengel (nazionale danese) si è imposto nella prima tappa, Kaposvár – Balatonföldvár, percorrendo 132 Km in 3h02′22″, alla media di 43.429 Km/h. Ha preceduto di 35″ il polacco Michal Zelazowski (nazionale polacca) e lo statunitense Cole Kessler (nazionale statunitense). Miglior italiano Francesco Busatto (nazionale italiana), 4° a 1′28″. Mengel è il primo leader della classifica con 39″ su Zelazowski e 41″ su Kessler. Miglior italiano Busatto, 4° a 1′38″
SCIOGLIEVOLEZZA DI PIANURA
Assieme alla cronometro di Cesena è la tappa più piatta del Giro 2023. Giusto un paio di sparuti strappetti s’incontreranno in partenza, poi la pianura regnerà sovrana fin sul traguardo di Caorle. Per i corridori sarà un momento per rilassarsi tra il tappone del Bondone e le due frazioni dolomitiche.
Se chiedessimo ai corridori impegnati in un Grande Giro qual è la cosa che più desiderassero ci risponderebbero sicuramente “una bella tappa di pianura”. Nel ciclismo moderno, che vuole percorsi scattanti che non annoino il pubblico, frazioni prive di qualsivoglia difficoltà sono diventate più rare dell’oro e per rendersene conto basta andare a spulciare i percorsi delle edizioni più recenti di Giro, Tour e Vuelta. Limitandoci alla stagione 2023 al Tour non ce ne saranno, alla Vuelta ne saranno previste due e lo stesso numero di tappe lisce s’incontra alla Corsa Rosa, la cronometro disputata al termine della prima settimana di gara in quel di Cesena e la frazione odierna diretta a Caorle, mentre anche la passerella conclusiva di Roma non sarà del tutto piatta. A dire il vero, se prendessimo la lente d’ingrandimento e la puntassimo sui chilometri iniziali della tappa di Caorle, microscopici zampellotti si paleserebbero ma sarebbe ridicolo definirli salite e di certo non lasceranno il segno, mentre un certo peso potrebbe averlo il chilometraggio di quasi 200 Km, non certo una passeggiata se si pensa che siamo alla terza settimana di gara e che questa frazione è stretta tra l’incudine della durissima tappa del Bondone e il martello della due giorni dolomitica. Il primo strappo, la Sella di Vignola (700 metri all’8.6%), sarà affrontato in gran parte fuori gara, a cavallo tra il tratto iniziale che si percorre tra il raduno di partenza e il “chilometro 0”, oggi previsto lungo la strada che costeggia il Lago di Levico in direzione dell’omonima e rinomata stazione di cure termali, frequentata sin dall’epoca della dominazione asburgica quando vi veniva in vacanza la celebre principessa Sissi, ospite nella villa oggi divenuta un lussuoso albergo. Poco più avanti si affronterà uno strappo di 800 metri al 5.7% che si conclude alle porte di Roncegno, altra piccola località termale dalla quale si transiterà subito prima di giungere sulle strade di Borgo Valsugana, uno dei principali centro della valle del Brenta, dominato dal colle sul quale si staglia Castel Telvana, maniero innalzato in epoca altomedievale per controllare i transiti sulla Via Claudia Augusta Altinate, la strada romana che collegava la pianura veneta con Tridentum (l’odierna Trento) per poi superare le Alpi al Passo di Resia e dirigersi verso l’accampamento di Submuntorium (oggi Mertingen, in Germania). Per ultima si affronterà, a circa 27 Km dalla partenza, la salita più lunga di giornata, 900 metri al 5.2% che terminano a Villa Agnedo, piccolo ex municipio che nel 2016, fondendosi con altre tre entità amministrative della zona è andata a costituire il comune di Castel Ivano, prendendo il nome dall’omonimo maniero, presso il quale in occasione del mercoledì delle ceneri viene bruciato un fantoccio con le sembianze dell’inviso signorotto locale Biagio delle Castellare, che vi si rifugiò nel 1365 e che si salvò dalle sgrinfie dei popolani inferociti grazie all’intercessione del condottiero padovano Francesco I da Carrara, che concesse loro di sfogarsi dando alle fiamme un “pupazzo” che ritraeva le fattezze di Biagio.
Superata quest’ultima difficoltà altimetrica, i “girini” sotto le ruote troveranno unicamente pianura da qui al traguardo, tornando a pedalare lungo le sponde del Brenta in direzione di Primolano, località conosciuta sia agli appassionati di storia, sia a quelli di ciclismo: qui si trovano, infatti, le cosiddette “Scale”, toponimo con il quale i primi si riferiscono alle fortificazioni erette a difesa del confine tra il Regno d’Italia e l’impero austro-ungarico, precipitosamente abbandonate dopo la disfatta di Caporetto, i secondi alla salita a tornanti che si snoda attraverso le sopracitate fortificazioni. Percorrendo il corridoio naturale che separa il massiccio del Monte Grappa dalle prime pendici dell’Altopiano d’Asiago, si tirerà dritto in direzione della Pianura Veneta, l’estrema propaggine orientale della Padana, raggiungendola all’altezza di Bassano del Grappa, centro celebre per il “Ponte degli Alpini”, realizzato in legno su progetto di Andrea Palladio – architetto più conosciuto per le sue ville – tra il 1567 e 1569 e nel corso della storia ricostruito tre volte, la prima in seguito ad una disastrosa piena del Brenta nel 1748, la seconda dopo un incendio appiccato nel 1813 su ordine del vicerè Eugenio di Beauharnais e l’ultima nel 1947, dopo che due anni prima era stato fatto saltare dai partigiani.
Ci si dirigerà verso il mare, seguendo inizialmente la direttrice per Padova fino a Rosà, per poi cambiare direzione e puntare su Rossano Veneto, dove nel 2005 una frazione della Corsa Rosa si concluse con il successo allo sprint dell’australiano Robbie McEwen. Altre due conclusioni in volata – vittoria di Silvio Martinello nel 1991 e di Mario Cipollini nel 1999 – si ebbero nella vicina Castelfranco Veneto, dove l’arrivo fu giudicato sui sampietrini della centralissima Piazza Giorgione, all’ombra delle mura che ancora oggi ne cingono il centro storico, nel quale visitare il duomo intitolato a Santa Maria Assunta e a San Liberale e la casa natale di Giorgio da Castelfranco, il pittore noto per l’appunto con il soprannome di Giorgione.
La prossima meta del gruppo sarà la città di Treviso, che si raggiungerà passando per Vedelago, un altro centro il cui nome è scritto nella storia della Corsa Rosa per aver ospitato un arrivo di tappa nel 2012, conquistata, sempre in volata, dal veronese Andrea Guardini. Al ferreo controllo del gruppo, invece, è sfuggita lo scorso anno la tappa terminata a Treviso (vittoria in fuga del belga Dries De Bondt), cittadina che nel 2023 sarà evitata dal gruppo percorrendo la tangenziale che taglia le campagne a sud della città per poi seguitare sulla cosiddetta “Treviso Mare”, la strada che convogli velocemente verso il litorale le frotte dei turisti diretti alle rinomate stazioni balneari venete. Costeggiata nell’ultimo tratto l’estremità nordorientale della Laguna di Venezia anche i “girini” arriveranno ad annusare l’aroma della salsedine quando sbarcheranno sui viali di Lido di Jesolo, la cui spiaggia è una delle più rinomate d’Italia, fino al 1930 nota con il nome di Cavazuccherina e ribattezzata in epoca fascista riagganciandosi all’antico toponimo di Jesolum, nella convinzione che derivasse da quello latino di Gesù e che invece era frutto di errate trascrizioni dell’ancor più vetusto toponimo di Equilium, significante “città dei cavalli” forse in relazione all’allevamento degli equini, per il quale all’epoca dell’antica Roma erano note le genti venete. Seguendo le coste dell’Adriatico in direzione nord si giungerà quindi alla località balneare di Eraclea Mare, il cui nome richiama quello di Heraclia, antica città i cui resti furono riscoperti nel 1984 e che molti archeologici indicarono come come la “madre” della futura Venezia. Ancora pochi chilometri e la corsa approderà sulle strade di Caorle, pluripremiata località di villeggiatura estiva che oltre ad aver ricevuto per anni l’ambita “bandiera blu” che identifica le migliori stazioni balneari europee si è anche meritata la “Spiga Verde” assegnata ai comuni che valorizzano al meglio lo sviluppo sostenibile del territorio. E tra il blu e il verde per un pomeriggio s’inserirà anche uno sprazzo rosa.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella di Vignola (Masetti) (557 metri). Valicata dalla Strada Provinciale 228 “di Levico – Novaledo” tra Pergine Valsugana e Levico Terme, poco prima di giungere al bivio per Vetriolo Terme. Viene toccata subito dopo il “chilometro 0” della diciassettesima tappa.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Uno scorcio della pianura padana e l’altimetria della diciassettesima tappa del Giro 2023 (www.elementari.net)
CIAK SI GIRO
Due star a passeggio sul lungomare di Caorle e un amore di finzione sbocciò anche nella realtà. Accadde nel 1968 durante le riprese di “Amanti”, film diretto da Vittorio De Sica che narra la storia d’amore tra un giovane italiano – Valerio, interpretato da uno dei più immensi attori italiani, Marcello Mastroianni – e la nobildonna straniera Julia, alla quale prestò il volto una diva di Hollywood, la statunitense Faye Dunaway, attrice che nove anni più tardi riceverà l’oscar quale miglior attrice protagonista per l’interpretazione nel film di Sidney Lumet “Quinto potere”. Julia è gravemente malata e, sentendo prossima la fine, decide di trascorrere gli ultimi giorni di vita in Italia dove, ospite nella villa di una marchesa sua amica, riconosce alla televisione Valerio, un giovane che anni prima l’aveva abbordata in aeroporto e le aveva lasciato il suo recapito telefonico. I due così si ricongiungono e, nonostante lui sia sposato, si amano e rimangono insieme fino al momento della dipartita di lei. A finire, però, non fu l’amore perché dopo le riprese Mastroianni e la Dunaway si fidanzarono per davvero, facendo coppia per un paio d’anni.
Galeotto fu il film e chi lo scrisse, con la benedizione della Madonna dell’Angelo, la titolare del santuario che spicca sulla spiaggia di Caorle e che fece da sfondo alle scene delle romantiche passeggiate dei due “amanti”. Nella finzione e nella realtà
In collaborazione con www.davinotti.com

Marcello Mastroianni e Faye Dunaway passeggiano romanticamente sulla spiaggia di Caorle nel film “Amanti” (www.davinotti.com)
Le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/amanti/50014596
FOTOGALLERY
Lago di Levico
Borgo Valsugana, Castel Telvana
Castel Ivano visto da Villa Agnedo
Scale di Primolano
Bassano del Grappa, Ponte degli Alpini
Le mura di Castelfranco Veneto
Sulla Treviso-Mare in direzione dell’Adriatico
L’estremità nordorientale della Laguna di Venezia
La spiaggia di Lido di Jesolo
Caorle, Santuario della Madonna dell’Angelo
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DEL BONDONE
maggio 23, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
Sul Bondone vince Almeida davanti a Thomas, che torna in maglia rosa. Roglic in affanno
Gazzetta dello Sport
Belgio
Eindelijk vuurwerk in de Giro! Roglic kraakt en verliest tijd, Almeida wint de rit en Thomas neemt de roze trui weer over
Het Nieuwsblad
Slovenia
Thomas in Almeida izkoristila slab dan Rogliča
Delo
Gran Bretagna
Thomas regains overall lead as Almeida takes stage 16
The Guardian
Irlanda
Giro d’Italia: Eddie Dunbar up to fifth overall after finishing fourth on stage 16
The Irish Times
Francia
Almeida vainqueur, Thomas en rose
L’Équipe
Spagna
Almeida revive el Giro
AS
Portogallo
João Almeida ganha etapa no Giro e sobe a segundo
Público
Paesi Bassi
Eindelijk actie in de Giro: Roglic incasseert tik, Thomas pakt het roze, rit voor Almeida
De Telegraaf
Danimarca
Almeida tager første grand tour-etapesejr i stort bjergslag
Politiken
Germania
Kämna verliert Zeit und rückt vor – Almeida gewinnt erste Alpen-Etappe
Kicker
USA
Thomas boosts bid to become oldest Giro winner, Almeida wins tough 16th stage
The Washington Post
Colombia
Einer Rubio, otra sensacional etapa, sube en la general del Giro de Italia
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Angelo (Francesco Renga)
METEOGIRO
Pergine Valsugana: pioggia debole (0.8 mm), 20°C, vento debole da SE (5 – 24 Km/h), umidità al 68%
Valstagna (62.8 Km): pioggia debole (0.2 mm), 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da S (7 – 29 Km/h), umidità al 65%
Castelfranco Veneto (96.9 Km): nubui sparse), 24°C (percepiti 25°C), vento debole da E (4 – 17 Km/h), umidità al 60%
Lido di Jesolo (traguardo volante – 165.7 Km): cielo sereno, 21°C, vento debole da SE (9 – 16 Km/h), umidità al 73%
Caorle: cielo sereno, 20°C, vento debole da SE (10 – 17 Km/h), umidità al 76%
GLI ORARI DEL GIRO
12.30: inizio diretta su Eurosport
12.50: inizio diretta su RaiSport
12.50: partenza da Pergine Valsugana
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.50: traguardo volante di Rosà
16.20-16.45: traguardo volante di Lido di Jesolo
17.00-17.25: arrivo a Caorle
STRAFALGAR SQUARE
Petacchi: “Paret-Peinte” (Paret-Peintre)
Petacchi: “La stragrande maggior parte del tempo”
Rizzato: “Comuni accordo”
Petacchi: “Bergamo ha faticato per andare in maglia rosa”
Borgato: “Sono 1500 i metri di dislivello da affrontare e finora ne hanno affrontati 3000″
Borgato: “Il giovane Rohan Dennis” (tra qualche giorno compirà 32 anni)
Petacchi: “Sembrava facile la maglia rosa di Roglic”
Garzelli: “Hanno costretto questo lavoro”
Garzelli: “E’ stata perfetta il Team Ineos”
Martini: “Noi parlevamo con Cassani”
Conti: “Attenzione che Roglic è ancora” (ancora cosa?)
Televideo: “Tappa in discesa a Caorle” (sarà una tappa completamente pianeggiante)
Televideo: “Alemida” (Almeida)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della sedicesima tappa, Sabbio Chiese – Monte Bondone
1° Albert Torres
2° Fernando Gaviria s.t.
3° Simone Consonni s.t.
4° Nicolas Dalla Valle s.t.
5° Charlie Quarterman a 2′50″
Classifica generale
1° Nicolas Dalla Valle
2° Alberto Dainese a 2′28″
3° Alessandro Iacchi a 4′22″
4° Yukiya Arashiro a 4′52″
5° Campbell Stewart a 6′55″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
28 maggio 1983 – 15a TAPPA: SAVONA – ORTA SAN GIULIO (219 Km)
UNA TAPPA COL PILOTA AUTOMATICO
Oggi doppio programma con arrivi a Milano e Bergamo, perciò ieri i ciclisti hanno corso al risparmio
Sul traguardo di Orta vince Rosola dopo 219 km di marcia sonnolenta – Contini, terzo, recupera 10″ sulla maglia rosa Saronni – Ritirato Battaglin – Una botta al basso ventre
29 maggio 1983 – 16a TAPPA (1a semitappa): ORTA SAN GIULIO – MILANO (110 Km)
29 maggio 1983 – 16a TAPPA (2a semitappa): MILANO – BERGAMO (100 Km)
SARONNI VA DI NUOVO A BERSAGLIO
Alla vigilia del pericoloso Colle San Fermo, volata vincente e altri 30″ di abbuono per la Maglia Rosa
A Bergamo sprint capolavoro di Beppe, che evita una pericolosa sbandata di Argentin e riesce a rimontare l’avversario in extremis – Nella frazione mattutina conclusasi in piazza Duomo a Milano si era imposto Hoste davanti a Gavazzi – Moser ancora staccato – Oggi un’occasione per gli scalatori, con una dura salita finale, ma Saronni sembra non temere nemmeno questa trappola – Oggi si arriva a quota m. 1067 – A pranzo nel paese bello

Il MUSE di Trento illuminato di rosa (sport.sky.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
12a tappa: Bra – Rivoli
13a tappa: Borgofranco d’Ivrea – Crans Montana
14a tappa: Sierre – Cassano Magnago
16a tappa: Seregno – Bergamo
JOAO MERAVIGLIAO TRIONFO SUL BONDONE, THOMAS TORNA IN ROSA ROGLIC IN DIFFICOLTA’
La terza settimana del Giro d’Italia si apre con il primo vero confronto tra i big in salita. Almeida vince la tappa, dimostrando ottimi progressi in salita; Thomas, solido come sempre, riprende la maglia rosa ceduta in prestito ad Armirail mentre Roglic, nei chilometri finali, accusa qualche difficoltà ma riesce a limitare i danni. Il Giro è ancora aperto ma, salvo crisi gravi, si tratta di un affare a tre.
Primi attacchi tra i big, prime sentenze di questo Giro d’Italia. La tappa di oggi ha dato molte risposte agli interrogativi sullo stato di salute dei corridori che si battono per la vittoria finale nella Corsa Rosa.
La giornata di oggi ha poi dimostrato la fondatezza di alcune critiche rivolte ai corridori alle quali alcuni, tra i quali la nuova maglia rosa, hanno risposto con un certo disappunto. E’ stato detto che in queste due settimane si è andati forte, che non è vero che le tappe sono state percorse ad andature turistiche; tuttavia rimane il fatto che sono andate all’arrivo fughe arrivate anche con venti minuti sul gruppo e che, fino a Bergamo, tutte le tappe non terminate con uno sprint di gruppo avevano visto le fughe non solo andare all’arrivo, ma arrivarci senza difficoltà e con distacchi piuttosto netti, tappe con arrivo in salita che hanno visto il gruppo dei migliori molto, troppo popoloso.
Oggi, invece, prima ancora che partissero gli attacchi, la Jumbo ha preso in mano le operazioni in testa al gruppo, riducendo impietosamente il vantaggio di una fuga nella quale erano presenti uomini che in salita possono certamente dire la loro e riducendo in breve anche la composizione del gruppo dei migliori sino a portarla a diciassette unità, prima che intervenissero gli UAE a scremare ancor di più il drappello.
Neppure è possibile difendere lo spettacolo indecoroso andato in scena a Lago Laceno, al Gran Sasso, a Crans Montana e a Bergamo con la paura di spendere energie o di non riuscire a fare la differenza. Sembra ovvio, ma è bene ribadirlo, la differenza si riesce a fare solo se ci si prova. Non si riesce a capire se l’avversario è in difficoltà se si tiene un ritmo da gita domenicale in Graziella, con i fuggitivi che prendono venti minuti su un percorso pianeggiante. Oggi, dopo il forcing Jumbo che sembrava preludere ad un grande attacco di Primoz Roglic, è partito il forcing UAE che Joao Almeida è riuscito a finalizzare, accelerando in prima persona e restando davanti a menare quando sembrava che gli altri rimanessero a ruota a sfruttare la sua ingenuità per sbranarlo in un boccone; successivamente si è avvantaggiato di pochi metri con Sepp Kuss (Jumbo-Visma), che sembrava tenerlo a bagnomaria come il gatto col topo, e invece… invece è stata questa insistenza che ha rivelato a Geraint Thomas (Ineos) la difficoltà nella quale versava Roglic. A quel punto il gallese ci ha provato e si è ritrovato davanti con il vero artefice della prima battaglia tra i big, Almeida, che è sicuramente migliorato in salita ma che forse stava cercando di tenere un ritmo alto per evitare la sparata di Roglic, che fa male alle gambe per uno come lui. Lago Laceno e il Gran Sasso non sono traguardi sui quali non si possa fare la differenza. A Lago Laceno pagò dazio addirittura Marco Pantani, raggiunto e staccato da Zulle in salita, al Gran Sasso lo stesso Pantani staccò tutti e si presentò sul traguardo da solo in mezzo alla neve, Froome passò un brutto quarto d’ora salendo verso Campo Imperatore.
Anche per quanto riguarda l’accorciamento del tappone vanno certamente ravvisate responsabilità di Vegni che deve assolutamente porre fine alla moda di chiedere modifiche alle tappe sgradite, imponendosi anche a costo di subire uno sciopero e lasciando così tutta la responsabilità di un’eventuale tappa percorsa a passo d’uomo sulle spalle dei corridori che non vogliono disputarla, invece che assecondare richieste irricevibili.
Tuttavia, anche in questo caso, la rappresentanza dei corridori che, a quanto emerso, chiedeva il taglio della Croix de Coeur per pericolosità della discesa ha poi accettato di fare ciò che riteneva pericoloso per l’incolumità dei corridori, barattando il taglio richiesto con l’eliminazione del Gran San Bernardo, per nulla pericoloso e già modificato per interessi economici delle autorità elvetiche. D’altro canto, va detto che l’organizzazione ce l’ha messa tutta per disegnare un bellissimo percorso, inserendo un bel po’ di chilometri contro il tempo prima delle montagne, chilometri che avevano permesso a Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) di avvantaggiarsi e alla Ineos di piazzare due uomini nelle prime posizioni.
Senza il ritiro del belga e del vincitore dell’edizione 2020 Tao Geoghegan Hart (Ineos) probabilmente avremmo visto attacchi almeno nelle ultime tappe di montagna della seconda settimana per recuperare un gap ben più ampio dei pochi secondi che ci sono tra i tre big.
Se il ritiro di Geoghan Hart è stato purtroppo inevitabile, quello del belga è apparso invece molto strano, annunciato subito dopo aver vinto una cronometro a 51 di media e alla vigilia di un giorno di riposo.
Insomma la tappa di oggi, che non ha visto grandi attacchi da lontano, grosse crisi o imprese titaniche ma il minimo sindacale che si può aspettare in una tappa di montagna di un grande giro, ha dimostrato come tutto ciò che è successo in queste due settimane è certamente uno spettacolo non degno del ciclismo, non solo e non tanto per lo spettatore, ma anche per lo spirito di questo sport che la tradizione ci ha consegnato perché fosse non custodito come in uno scrigno, ma continuamente rinnovato come il lievito madre che può andare avanti anche centinaia di anni, a patto di essere continuamente alimentato.
Che la tappa di oggi non sarebbe stata una scampagnata è apparso subito ovvio dalla prime fasi di gara, perchè l’andatura è stata alta, gli attacchi si sono susseguiti e a centro gruppo si era verificata una caduta che aveva coinvolto alcuni big e spezzato il gruppo, tornato compatto nel giro di pochi chilometri.
Davanti si forma una fuga con ottimi elementi. I primi a partire sono Christian Scaroni (Astana Qazqstan), Jonathan Milan, Jack Haig (Bahrain Victorious), Jonathan Lastra (Cofidis), Ben Healy (EF Education-EasyPost), Martin Marcellusi, Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Salvatore Puccio, Ben Swift (Ineos Grenadiers), Derek Gee (Israel-Premier Tech), Carlos Verona (Movistar), Michael Hepburn, Filippo Zana (Team Jayco AlUla), Toms Skujiņš (Trek-Segafredo), Diego Ulissi (UAE Team Emirates), (TBV), Aurélien Paret-Peintre e Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen). Questi diciassette vengono poi raggiunti da Patrick Konrad, Cesare Benedetti (Bora-hansgrohe), Thomas Champion (Cofidis), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Davide Gabburo, Filippo Magli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Veljko Stojnić, Nicolas della Valle (Team Corratec-Selle Italia) e Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan), andando così a comporre un tentativo serio con 26 uomini in testa e tra questi ottimi scalatori su un percorso con cinque Gran Premi della Montagna e molti punti in palio per la maglia azzurra.
Dietro è compito della Jumbo controllare il distacco, visto che Ineos, Bahrain, UAE e Bora hanno tutte uomini in fuga.
Davanti, mentre ogni tanto qualcuno si stacca, Healy lotta per i traguardi in cima alla salite e riuscirà al termine della tappa a vestire la maglia azzurra che, in queste ultime tappe, ha cercato con impegno. La fase in avanscoperta di Milan termina dopo la conquista dei punti valevoli per la maglia ciclamino al traguardo volante di Rovereto.
Sulla salita di Matassone, mentre il gruppo mantiene il gap controllato, davanti attacca la coppia Astana formata da Pronskyi e Scaroni, i quali riescono a guadagnare addirittura due minuti sui più immediati inseguitori. Sulle rampe della salita verso Serrada scoppia la bagarre tra i contrattaccanti e si forma un gruppetto con i migliori in salita (Haig, Healy, Gee, i fratelli Paret-Peintre, Verona, Konrad, Skujins, Swift, Ulissi, Lastra e Zana). Il gruppetto riesce a raggiungere la testa della corsa prima del GPM, mentre dietro il gruppo condotto sempre più dalla Jumbo scollina con 4 minuti di ritardo.
Dopo la fine della discesa di Serrada ci sono dieci chilometri di pianura prima di iniziare la salita finale ed è proprio in questo tratto che il gruppo recupera tantissimo ed inizia l’ascesa verso Monte Bondone con meno di 3 minuti di passivo-
In testa iniziano gli attacchi e, dopo una fase concitata di scatti, si forma un gruppetto con Verona, Zana, Aurélien Paret-Peintre, Pronskiy, Haig e Konrad, Swift e Ulissi, ma il gruppo tirato da Jumbo si avvicina a grandi passi e si capisce che oggi la fuga non andrà all’arrivo.
Il ritmo degli uomini di Roglic fa male, tanto che ai -15 restano solo Rohan Dennis (Jumbo-Visma), che fa l’andatura, la maglia rosa Bruno Armirail (Groupama – FDJ), Thomas, Roglič, Almeida, Andreas Leknessund (Team DSM), Edward Dunbar (Team Jayco – AlUla), Thymen Arensman (INEOS Grenadiers), Laurens De Plus (INEOS Grenadiers), Thibaut Pinot (Groupama – FDJ), Hugh Carthy (EF Education-Easypost), Einer Rubio (Movistar Team), Ilan Van Wilder (Soudal – QuickStep), Kuss, Davide Formolo (UAE Team Emirates), Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e Jay Vine (UAE Team Emirates).
Terminato il lavoro di Dennis va in testa Formolo, che impone un ritmo ancor più intenso rispetto ai Jumbo. Dopo il veronese è il turno di Vine e anche Ulissi, raggiunto dal gruppo, offre il suo contributo finché ne ha.
Davanti restano solo Vine, Almeida, Roglic, Thomas, Dunbar e Zana, ripreso dalla fuga che ha terminato la propria avventura.
Terminato il lavoro di Vine, è Almeida in prima persona a fare un ritmo molto elevato, probabilmente con il fine di evitare uno scatto di Roglic, che sarebbe complicato da gestire per un regolarista come il portoghese. Tuttavia, dopo una fase in cui Zana fa un ritmo gradito a Dunbar, il gruppo dei migliori quasi si ferma e allora Almeida prova a dare di nuovo la sveglia e guadagna qualche metro. Dietro è Kuss, ultimo uomo di Roglic, che si mette in testa e sembra mantenere pochi metri da Almeida, che però ha il merito di non desistere e continua al massimo che può, pur senza riuscire a guadagnare. A quel punto è Thomas che si porta su Almeida e i due si accorgono che Roglic non ce la fa a seguirli; tentano allora di affondare, dandosi cambi regolari fino al traguardo. In realtà anche loro sono stanchi e dietro Roglic gode dell’aiuto di Kuss.
All’arrivo è volata sino a un certo punto, con Almeida che vince abbastanza agevolmente mentre Roglic riesce a limitare i danni a soli 25 secondi, prendendosi anche l’abbuono del terzo posto.
Adesso la classifica generale vede Thomas in maglia rosa con 18 secondi su Almeida e 29 su Roglic.
Salvo crisi verticali, saranno questi i tre atleti che conquisteranno il podio poichè il quarto, il siciliano Damiano Caruso (Bahrain), oggi non ha brillato ed è scivolato a quasi 3 minuti da Thomas.
Alle spalle dei primi tre c’è comunque un gruppo di otto atleti raccolti nello spazio di due minuti e quindi sarà interessante la lotta per i piazzamenti.
Roglic ovviamente non ha ancora perso, è riuscito molto bene a limitare i danni e si trova a soli 20 secondi quando mancano due tappe di montagna ed una durissima cronometro.
Domani si affronterà una tappa completamente pianeggiante che vedrà protagonisti i velocisti rimasti in gara, mentre giovedì si correrà una tappa caratterizzata da un finale molto duro, Forcella Cibiana con pendenze molto severe, Coi con un tratto di diversi chilometri sempre in doppia cifra e l’arrivo in Val di Zoldo.
In via teorica è possibile progettare un attacco da lontano ma i tre pretendenti al podio difficilmente potranno farlo, mentre gli altri non sono sinora sembrati in grado di mettere in scena un’azione simile.
Il Giro è finalmente entrato nel vivo e ora sarà davvero emozionante seguire la tre giorni di fuoco che inizierà giovedì e che ci accompagnerà sino alle soglie della passerella capitolina.
Benedetto Ciccarone

Almeida e Thomas all'attacco sulla salita del Bondone (AFP via Getty Images)
23-05-2023
maggio 23, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) si è imposto nella sedicesima tappa, Sabbio Chiese – Monte Bondone, percorrendo 203 Km in 5h53′27″, alla media di 34.46 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e di 25″ lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 7° a 1′16″. Thomas è tornato in maglia rosa con 18″ su Almeida e 29″ su Roglic. Miglior Damiano Caruso, 4° a 2′50″.
TOUR OF ALBANIA
Il greco Georgios Boutopoulos (Alfa Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Tirana – Elbasan, percorrendo 153.3 Km in 3h21′43″, alla media di 45.599 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Polychronis Tzortzakis (nazionale greca) e di 2″ il connazionale Nikiforos Arvanito (nazionale greca). Nessun italiano in gara. Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) è ancora leader della classifica con 4″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 8″ su greco Periklis Ilias (nazionale greca)
TOUR OF JAPAN
L’australiano Carter Bettles (Victoire Hiroshima) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Inabe, percorrendo 127 Km in 3h15′29″, alla media di 38.98 Km/h. Ha preceduto di 18″ lo statunitense Luke Lamperti (Trinity Racing) e l’olandese Jeroen Meijers (Terengganu Polygon Cycling Team). Unico italiano in gara Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ), 70° a 7′12″. Lamperti è tornato leader della classifica con 2″ sul mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team) e 4″ sul greco Georgios Boúglas (Matrix Powertag). Di Camillo 61° a 12′46″.
INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR
Il team olandese Team SD Worx si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre di Schleiz, percorrendo 9.1 Km in 13′08″, alla media di 41.574 Km/h. Ha preceduto di 7″ il team australiano Team Jayco AlUla e di 18″ il team tedesco Canyon//SRAM Racing. Unico team italiano al via il Top Girls Fassa Bortolo, 13° a 1′16″. La belga Lotte Kopecky (Team SD Worx) è la prima leader della classifica con lo stesso tempo delle olandesi Mischa Bredewold (Team SD Worx) e Lorena Wiebes (Team SD Worx). Miglior italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), 34° a 40″
22-05-2023
maggio 23, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Giorno di riposo
TOUR OF ALBANIA
Il britannico Maximilian Stedman (Velo Schils Interbike RT) si è imposto nella prima tappa, Tirana – Kërrabë, percorrendo 142.3 Km in 3h20′05″, alla media di 42.672 Km/h. Ha preceduto allo sprint il rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e di 2″ il greco Periklis Ilias (nazionale greca). Nessun italiano in gara. Stedman è il primo leader della classifica con 4″ su Raileanu e 8″ su Ilias
TOUR OF JAPAN
Il greco Georgios Boúglas (Matrix Powertag) si è imposto nella prima tappa, Shimokoma – Seika, percorrendo 103.6 Km in 2h43′08″, alla media di 38.104 Km/h. Ha preceduto allo sprint il giapponese Atsushi Oka (JCL Team UKYO) e lo spagnolo Benjamin Prades (JCL Team UKYO). Unico italiano in gara Lorenzo Di Camillo (Sofer-Savini Due-OMZ), 56° a 5′34″. Boúglas è il nuovo leader della classifica con 1″ su Olka e sul mongolo Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon Cycling Team). Di Camillo 56° a 5′51″.