QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI MELFI
maggio 9, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
A Melfi vince in volata Matthews. Scintille Evenepoel-Roglic al traguardo volante
Gazzetta dello Sport
Belgio
Michael Matthews toont zich de snelste in sprint bergop en heeft eerste ritzege beet, Remco Evenepoel loopt seconde uit op Roglic
Het Nieuwsblad
Slovenia
Matthews glavni igralec današnje srhljivke na Giru, Roglič sedmi
Delo
Gran Bretagna
Michael Matthews edges out Mads Pedersen to take stage three
The Guardian
Francia
Matthews au sprint, Pinot meilleur grimpeur
L’Équipe
Spagna
Matthews, receta contra el tedio
AS
Portogallo
João Almeida sobe a segundo no Giro após a terceira etapa
Público
Paesi Bassi
Michael Matthews flitst naar ritwinst in Giro d’Italia
De Telegraaf
Germania
Giro-Führender Evenepoel baut Vorsprung aus – Etappe an Matthews
Kicker
USA
Matthews takes Giro 3rd stage, Evenepoel keeps lead
The Washington Post
Colombia
Rigoberto Urán y Santiago Buitrago: gran ascenso en el Giro de Italia
El Tiempo
Australia
Matthews edges Pedersen to claim stage three of the Giro d’Italia
The Australian
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Sono tornato (Nesli)
METEOGIRO
Venosa: pioggia debole (0.3 mm), 17°C, vento debole da N (12 – 27 Km/h), umidità al 75%
San Fele – salita verso Passo delle Crocelle (59.2 Km): pioggia debole (0.1 mm), 15°C, vento moderato da NE (12 – 34 Km/h), umidità al 78%
Muro Lucano (traguardo volante – 95.9 Km): poco nuvoloso, 17°C, vento moderato da NE (10 – 32 Km/h), umidità al 76%
Lioni (142.3 Km): nubi sparse, 17°C, vento debole da NE (10 – 28 Km/h), umidità al 75%
Lago Laceno: poco nuvoloso, 13°C, vento moderato da NE (9 – 35 Km/h), umidità al 79%
GLI ORARI DEL GIRO
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.30: inizio diretta su RaiSport
12.45: partenza da Venosa
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.30: GPM di Passo delle Crocelle
15.05-15.25: traguardo volante di Muro Lucano
15.30-15.50: GPM di Valico di Monte Carruozzo
16.30-17.00: traguardo volante di Montella
16.55-17.25: GPM di Colle Molella
17.00-17.30: arrivo a Lago Laceno
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Genovesi: “Anche oggi tanti storie da raccontare”
Petacchi: “Prima che l’ho ritrovato in squadra con me”
Beppe Conti: “Nando Mantellini” (Martellini)
Beppe Conti: “Le grassiche” (classiche)
Borgato: “Problemi di sostituzioni del covid”
Intervistato da Umberto Martini: “Stiamo tramandando ai prosperi questa tradizione”
Pancani: “Andiamo da Alessandro De Stefano” (Alessandro Fabretti)
Fabretti: “A te caro Francesca Pancani” (la vendetta!!!)
Televideo: “Bystram” (Bystrøm)
Televideo: “Aleksandre Vlasov” (Alexandr)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della terza tappa, Vasto – Melfi
1° Otto Vergaerde
2° Erik Fetter a 1′08″
3° Simon Clarke s.t.
4° Campbell Stewart s.t.
5° Daan Hoole s.t.
Miglior italiano Davide Cimolai, 10° a 1′08″
Classifica generale
1° Max Kanter
2° Martijn Tusveld a 5″
3° Daan Hoole a 36″
4° Stefano Gandin a 2′08″
5° Otto Vergaerde a 2′23″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
14 maggio 1983 – 2a TAPPA: MANTOVA – COMACCHIO (Lido di Spina) (192 Km)
BONTEMPI VINCE, SARONNI STECCA
Lo svizzero Freuler, secondo allo sprint, toglie la maglia rosa allo svedese Prim
Il gigantesco corridore bresciano si è imposto a Lido di Spina con una volata potente (alla Van Steenbergen): 23 giorni fa era caduto in Puglia e era stato ingessato – Il campione del mondo (quinto) è stato anche accusato di aver chiuso contro le transenne il vincitore – Destra o sinistra?

Porta Venusina a Melfi illuminata di rosa (www.lecronachelucane.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
SCALATORI, A VOI!
Arriva il momento della prima occasione per gli scalatori per ridurre le distanze dai corridori più attrezzati a cronometro e che nella lunga tappa contro il tempo di Ortona avranno già accumulato un discreto vantaggio. L’arrivo in quota a Lago Laceno non è difficilissimo ma presenta un tratto nel quale i grimpeur potrebbero provare a mettere in difficoltà gli avversari, limitato nello sviluppo ai 3 Km centrali dell’ascesa che conduce verso il traguardo. Nel 1998 Pantani fallì nell’obiettivo, ma non era ancora entrato nello stato di forma che due settimane più tardi gli consentirà di vincere il Giro d’Italia.
Chi si specchierà in rosa nelle acque del Laceno? Tre volte il Giro ha posto un arrivo sulle sponde del lago irpino e in due di queste occasioni la maglia rosa cambiò proprietario, con l’avvicendamento in testa alla classifica tra Francesco Moser e Felice Gimondi nel 1976 e il ritorno al vertice dell’elvetico Alex Zulle nel 1998. Era l’edizione che sarà vinta da Pantani e lo scalatore di Cesenatico pensò di sfruttare le impegnative pendenze dell’ultima ascesa per inscenare il suo primo vero attacco, dopo il tentativo a sorpresa sul Capo Berta nella tappa in Imperia, in compagnia di Michele Bartoli. Quest’ultimo l’indomani toglierà la maglia rosa dalle spalle di Zulle – che la indossava dal prologo di Nizza – grazie ad un buco nelle fasi preparatorie della volata di Forte dei Marmi e all’elvetico non era proprio andato giù l’aver perduto il primato in quella maniera. A dire il vero si era staccato nell’affrontare le prime rampe verso il Laceno, mentre davanti il “Pirata” era riuscito ad avvantaggiarsi tutto solo, ma quel giorno Pantani non era il solito Pantani e Zulle si riprese al punto da riuscire a raggiungere Marco, a staccarlo e a involarsi verso il traguardo, che tagliava con 24 secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori e la maglia rosa nuovamente sulle spalle. Il corridore della Festina riuscì così ad approfittarne dell’occasione offerta dalla strada e lo stesso dovranno da oggi fare gli scalatori che, come abbiamo già ricordato, quest’anno dovranno fare i conti con una maggiorazione dei chilometri da percorrere a cronometro e dovranno sin d’ora cercare di ridurre le distanze che i passisti hanno stabilito nella lunga tappa di Ortona. E il finale verso il Laceno, al di là dei precedenti, strizza loro leggermente l’occhio, anche se i margini di movimento saranno ridotti ai 3 Km centrali (media del 9.4%) di un’ascesa che complessivamente misura poco meno di 10 Km, presenta un’inclinazione del 6.2% e può essere considerata alla stregua di un arrivo in salita, anche se dopo lo striscione del GPM si dovranno percorrere ancora 4 Km, quasi del tutto pianeggianti, per andare al traguardo. Anche la condotta di gara che il gruppo terrà nelle fasi iniziali e centrali potrà avere un considerevole peso sugli esiti di questa tappa, perché – pur non essendoci altrove grandissime pendenze – la marcia d’avvicinamento al gran finale sarà costellata di altre ascese che andranno a comporre il “mosaico” giornaliero delle difficoltà, forte di quasi 4000 metri di dislivello complessivo sbriciolati tra otto ascese e alcuni piccoli saliscendi.
I primi strappi s’incontreranno subito dopo il via da Venosa, la città natale del poeta laziale Orazio che per la prima volta avrà l’onore d’ospitare la Corsa Rosa. Si affronteranno circa 3 Km al 6% pedalando in direzione di Ginestra, seguita da un successivo tratto di 4 Km al 5.2% all’inizio del quale si sfiorerà il centro di Ripacandida, presso il quale si trova il santuario romanico di San Donato, dedicato al protettore della cittadina lucana e gemellato con quello di San Francesco ad Assisi. Al termine della salita il gruppo imboccherà un veloce tratto di superstrada in discesa che comodamente condurrà ai piedi della prima salita di una certa consistenza, che in poco più di 6 Km al 4.4% condurrà verso il Castello di Lagopesole, imponente maniero voluto dall’imperatore del Sacro Romano Impero Federico II e divenuto nell’Ottocento covo di uno dei più celebri e temuti briganti dell’epoca, Carmine Crocco, che lo occupò assieme ad altri 400 seguaci.
Non correranno rischi d’assalti briganteschi i “girini” che subito dopo intraprenderanno la discesa verso Atella e, giunti alle porte di questo centro (presso il quale è stato scoperta nel 1987 un’antica villa romana, il Complesso archeologico di Torre degli Embrici), andranno alla scoperta dell’inedito Passo delle Crocelle. Non sono mai stati affrontati prima al Giro i 13.5 Km al 4.3% di questo valico, nei quali ha le sue “radici” il sei volte campione del mondo a cronometro Fabian Cancellara, elvetico di nascita ma il cui padre è originario del comune di San Fele, che il gruppo sfiorerà nel corso dell’ascesa. Attraversando il bosco di Piano Ferraio, uno dei più rigogliosi della regione, si planerà su Bella per poi portarsi ai piedi della successiva ascesa diretta al Valico di Monte Carruozzo, sulla carta più lunga della precedente ma in realtà più breve perché spezzata in due tratti da un troncone centrale in quota lungo quasi 4 Km. I primi 5.1 Km al 5.5% saranno i più impegnativi, anche se non sono previsti quei “sesti gradi” ai quali potrebbe far pensare il passaggio dal centro di Muro Lucano, l’antica “Numistrum” presso la quale Annibale sfidò l’esercito romano capeggiato dal console Marco Claudio Marcello e la cui acropoli sorgeva sul luogo dove, secondo alcuni studiosi, oggi si trovano la concattedrale di S. Nicola e Camera e il locale castello, che nel 1382 fu teatro dell’assassinio della deposta regina del Regno di Napoli Giovanna I d’Angiò.
Risalito lo sperone di roccia sul quale è aggrappato il borgo di Castelgrande – presso il quale nel 1965 l’Istituto nazionale di astrofisica ha realizzato un osservatorio il diametro del cui telescopio è uno dei più grandi d’Italia – con i restanti 8.2 Km al 5.2% si raggiungerà il Valico di Monte Carruozzo, scavalcato il quale si lascerà la Basilicata per la Campania scendendo verso Sant’Andrea di Conza. Qui la musica cambierà diametralmente e, dopo una prima parte di gara costellata di difficoltà, nei successivi 45 Km si pedalerà in un contesto caratterizzato da lievi falsipiani e da rarissimi tratti realmente pianeggianti. Si toccheranno centri che furono duramente colpiti dal terremoto che sconvolse l’Irpinia la sera del 23 novembre 1980, non distanti dall’epicentro del sisma che causò 2914 vittime e costrinse quasi 280000 civili ad abbandonare le loro abitazioni, come accadde nella vicina Conza della Campania, totalmente ricostruita a breve distanza dal distrutto centro storico, dove il sisma riuscì a riportare alla luce i resti dell’antica e considerata perduta città romana di Compsa. Superato il centro di Teora, inizierà un tratto in discesa che riporterà la corsa nella valle dell’Ofanto, in parte attraversata nella tappa di Melfi, in vista dal passaggio da Lioni, uno dei comuni più colpiti dal terremoto di 43 anni fa che distrusse non solo le abitazioni ma anche il suo patrimonio artistico, come la chiesa di Santa Maria Assunta, che era la più antica del paese e sarà successivamente ricostruita.
Con un altro tratto di filante superstrada si correrà ai piedi della collina sulla quale si staglia la città di Nusco, il terzo comune per altezza della provincia di Avellino, la cui posizione panoramica le è valso il soprannome di “Balcone dell’Irpinia”. Il gran finale di giornata bussa oramai alle porte e inizierà poco dopo il passaggio da Montella, all’altezza del convento di San Francesco a Folloni, il cui nome ricorda un soggiorno del santo d’Assisi nel gennaio del 1222 nel bosco nel quale sarà successivamente fondato il monastero, voluto dallo stesso frate. È proprio al cospetto di quest’angolo di pace che ha inizio la salita finale, inizialmente pedalabile poiché hanno una pendenza media poco superiore al 4% i primi 5.5 Km, che si concludono poco dopo il passaggio da Bagnoli Irpino, centro conosciuto sin dall’antichità per una varietà locale di tartufo nero, recentemente riscoperto dalla gastronomia dopo i fasti del passato quando costituiva una delle prelibatezze “elitarie” che si poteva trovare sulla tavola dei sovrani borbonici. Lasciamo il desco e torniamo sulla strada che ora, come annunciato, proporrà il suo tratto più duro. La salita poi si “sgonfierà” nelle ultime centinaia di metri, lasciando quindi il palcoscenico al “velluto” degli ultimi, pianeggianti 4,4 Km di strada, durante i quali si compirà una sorta di girotondo attorno alla conca del Laceno, imperlata dal piccolo e omonimo lago nel quale si specchiano i monti di uno dei comprensori sciistici più spettacolari d’Italia, che consente di sciare avendo negli occhi da una parte lo scintillio delle nevi e dall’altra quello delle acque del Mar Tirreno, le cui coste distano, in linea d’aria, 30 Km da quelle del bacino irpino. E, per la terza volta nella storia, quegli scintillii vireranno sulle tonalità del rosa…
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo delle Crocelle (1136 metri). Aperto tra il Monte Santa Croce e la Costa Squadro, è valicato dalla Strada Provinciale 381 “del Passo delle Crocelle e di Valle Cupa” tra San Fele e Bella. Non è mai stato affrontato al Giro d’Italia
Valico Taverna Pugliese (786 metri). È valicato dalla Strada Provinciale 381 “del Passo delle Crocelle e di Valle Cupa” nel corso della discesa che dal Passo delle Crocelle conduce a Bella, all’altezza del bivio per quest’ultimo centro.
Valico del Granito (1136 metri). È il vero nome del passo che tradizionalmente sulle cartine del Giro è chiamato Valico di Monte Carruozzo, valicato dalla Strada Statale 7 “Via Appia” tra Castelgrande e Pescopagano. La Corsa Rosa lo ha affrontato quattro volte, la prima nel 1967 durante la tappa Potenza – Salerno, vinta dal tedesco Rudi Altig dopo che al traguardo GPM del Monte Carruozzo era transitato per primo lo spagnolo Aurelio González. Anche nel 1986 sarà un corridore iberico, Pedro Muñoz, ad espugnare questa salita, inserita nelle fasi iniziali della Potenza – Baia Domizia, terminata in volata con la vittoria di Guido Bontempi. Tre anni più tardi il grande protagonista sarà l’elvetico Stephan Joho, in fuga solitaria per 211 Km durante la Potenza – Campobasso, che lo vedrà arrivare al traguardo quasi 3 minuti prima del gruppo dopo aver toccato un vantaggio massimo di un quarto d’ora e aver, ovviamente, messo in saccoccia anche il GPM del Carruozzo. Non sarà, invece, valido per la classifica degli scalatori l’ultimo passaggio da questa salita, avvenuto durante la Montella – Matera del 1998, terminata allo sprint con il successo di Mario Cipollini.
Sella di Conza (697 metri). Quotata 694 sulle cartine del Giro 2023, vi transita lo spartiacque tra le valli dei fiumi Sele e Ofanto e viene considerata dai geografi come il punto di “sutura” tra l’appennino campano e quello lucano. Valicata in piano dalla Strada Statale 7 “Via Appia” tra Conza della Campania e Teora, è stato spesso attraversata dal Giro, l’ultima nel 1998 nelle fasi iniziali della tappa Montella – Matera, citata pocanzi. Nel 1994 ci si arrivò in salita dalla valle del Sele durante la tappa Potenza – Caserta (vinta da Marco Saligari), ma in vetta non era previsto il traguardo GPM.

Il lago Laceno e l’altimetria della quarta tappa (www.ottopagine.it)
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
CIAK SI GIRO
Da un film impegnato come “Il vangelo secondo Matteo” passiamo a una pellicola più leggera, che ha avuto come set il borgo di Nusco, sfiorato nel finale della tappa odierna. Si tratta de “La valigia sul letto”, commedia del 2010 di Eduardo Tartaglia, regista napoletano la cui carriera era iniziata come attore teatrale e che gli aveva permesso di recitare fianco a fianco ad attori formatisi alla scuola di Eduardo De Filippo, nomi del calibro di Aldo Giuffrè, Regina Bianchi e Antonio Casagrande. Proprio a teatro debutterà la rappresentazione dallo stesso titolo, pure ideata dal Tartaglia, che nel 2010 diventerà un film interpretato tra gli altri dai noti comici Maurizio Casagrande (figlio del citato Antonio) e Biagio Izzo, con lo stesso regista che si riserverà il ruolo del principale protagonista del film, l’ex impiegato dell’anagrafe Achille Lochiummo. Perduto il lavoro e scoperta l’esistenza di un pentito della camorra dal cognome quasi identico al suo (Lociummo), Achille decide grazie alle sue conosce all’anagrafe di farsi togliere l’acca dal cognome in modo da far credere di essere un parente dell’uomo e di entrare nel programma di protezione riservato dalla polizia ai pentiti. Così, assieme alla fidanzata e alla sorella di lei lascia Napoli alla volta della destinazione sicura individuata dalla polizia per i parenti di Antimo Lociummo (interpretato da Izzo, mentre Casagrande è l’ispettore che li accompagnerà): l’azione si sposta così dal capoluogo campano al “balcone dell’Irpinia”, del quale vengono proposti diversi scorci, anche se il set più sfruttato sarà il cimitero fuori dal paese, nelle cui cappelle troveranno alloggio Antimo e Achille.
In collaborazione con www.davinotti.com

La chiesa della Santissima Trinità a Nusco, davanti alla quale sarà girata una scena del film con Biagio Izzo e Nunzia Schiano (www.davinotti.com)
Le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-valigia-sul-letto/50019937
FOTOGALLERY
Venosa, castello aragonese
Ripacandida, santuario di San Domenico
Castello di Lagopesole
Passo delle Crocelle
Tratto attraverso il bosco di Piano Ferraio
Muro Lucano, il castello
Castelgrande, l’osservatorio astronomico
La vecchia Conza, abbandonata dopo il terremoto
Lioni, la ricostruita chiesa di Santa Maria Assunta
Il centro di Nusco visto dalla strada che percorreranno i “girini”
Vista panoramica dal castello di Nusco
Montella, monastero di San Francesco a Folloni
MICHAEL MATTHEWS CONQUISTA MELFI
Michael Matthews grazie ad un strepitosa prova di forza della sua Team Jayco – AlUla riesce ad uscire indenne dai due gmp di giornata e vincere la volata sul traguardo di Melfi battendo nettamente Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck). Nel gruppo dei migliori anche la maglia rosa Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) che grazie al secondo traguardo volante guadagna un secondo di abbuono su Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che passa in seconda posizione.
La terza tappa del Giro d’Italia 2023 si snoda da Vasto a Melfi con i sui 231 Km tra le frazioni più lunghe della 106 ma edizione della corsa rosa. La pioggia caratterizzerà gran parte della gara ma senza dare particolari problemi ai girini che nell’entroterra della Basilicata trovano la strada ormai quasi del tutto asciutta. la fuga del mattono è caratterizzata da Alexader Konychev e Velijko Stojnic due uomini del Team Corratec– Selle Italia. Il gruppo lascia fare e così la coppia resta al comando della corsa per gran parte delle fasi iniziali. Dietro, come ieri, sono due le squadre a lavorare in testa ovvero la Trek – Segafredo e Team Jayco – AlUla quando la coppia al comando raggiunge 7’ di vantaggio. Al traguardo volante di Foggia i due battistrada passano con Konychev davanti a Stojnic, mentre dietro la volata per i punti della Maglia Ciclamino è vinta da Mads Pedersen (Trek-Segafredo) che va quindi a prendersi il terzo. Grazie al contributo in testa al gruppo di Eolo – Kometa e Alpecin – Deceuninck il vantaggio della fuga crolla rapidamente per attestarsi intono a 2’ in vista della prima salita di giornata. L’ascesa ai laghi di Monticchio inizia con pendenze dolci per poi essere più ostica nella parte centrale, qui l’attacco alla salita, di poco superiore a 6 Km, è preso a forte velocità dalla Trek-Segafredo e del Team Jayco AlUla con l’intento di fa fuori quanti più velocisti puri possibile e nello stesso tempo proteggere i capitani designati per cercare di far propria la tappa, Pedersen per la Trek e Matthews per la Jayco. Il destino della fuga è ormai segnato ed infatti uno straordinario Filippo Zana al lavoro per Matthews spiana letteralmente la salita annullando la fuga e trinando un gruppo che inizia a sfilacciarsi. A farne le spese sono i velocisti Mark Cavendish (Astana Qazaqstan), Fernando Gaviria (Movistar) ed il vincitore di ieri Jonathan Milan (Bahrain Victorious). In vista del GPM Zana si sposta per rifiatare e dal gruppo esce Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) che brucia Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), interssante quindi si preannuncia la lotta per la Maglia azzurra. A perdere le ruote del gruppo è anche Magnus Cort Nielsen (EF Eduacation-EasyPost) alla vigilia tra i papabili per la volata finale. Il gruppo è forte di un settantina di uomini che arrivano prudenti, la strada in parte è ancora bagnata dalla pioggia del mattino, all’imbocco della seconda salita più breve della precedente. In testa sono sempre i Jayco-AlUla a fare l’andatura fino a quando un cambio improvviso di ritmo è impresso dalla Ineos Grenadiers, accelerazione che mette in crisi Mads Pedersen (Trek-Segafredo), l’ex campione del mondo ha dalla sua l’aiuto di tre compagni di squadra che cercano di riportarlo sotto verso il GPM che intanto è conquistato ancora da Pinot. In discesa la Soudal-QuickStep si mette in testa per fare una andatura che permettesse alla maglia rosa di non correre rischi. Dietro Pedersen scollina con 19” di ritardo, pochi chilometri dopo il danese riuscirà a rientrare a fronte di un importante dispendio di preziose energie. Al termine della discesa la lotta al traguardo volante è tra Roglic ed Evenepoel la maglia rosa ha la meglio e così guadagna un secondo sullo sloveno. Il gruppo arriva sotto l’arco dell’ultimo chilometro a forte velocità, il treno con la posizione migliore sembra essere quello della Trek – Segafredo seguito dagli uomini del Tem Jayco-AlUla subito a ruota. La volata è lanciata poco dopo il cartello dei trecento metri da Michael Matthews in un tratto di strada che tira leggermente all’insù, l’australiano è seguito da Perdersen che però non riesce mai a sopravanzarlo e così deve arrendersi alla grande prova di forza di Matthews e della sua squadra. Al terzo posto chiude Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck), quarto Vincenzo Albanese (Eolo – Kometa), quinto Srefano Oldani (Alpecin – Deceuninck). Nulla in pratica cambia in classifica generale tra le posizioni dei big se non, come detto, il secondo guadagnato dalla maglia rosa, la maglia ciclamino invece è sempre sulle spalle di Jonathan Milan (Bahrain – Victorious). Domani primo arrivo in salita a Lago Laceno tappa con ben tre GPM che i big non potranno sottovalutare.
Antonio Scarfone

Michael Matthews esulta sul traguardo di Melfi (Image credit: Getty Images Sport)
08-05-2023
maggio 8, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il belga Michael Matthews (Team Jayco-AlUla) si è imposto nella terza tappa, Vasto – Melfi, percorrendo 213 Km in 5h01′41″, alla media di 42.362 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo) e l’australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck). Miglior italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa Cycling Team), 4°. Il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) è ancora maglia rosa con 32″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) e 44″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Soudal Quick-Step), 12° a 1′26″
LA RIAPERTURA DELLA CACCIA
I cacciatori di tappe l’hanno già messa nel mirino. La frazione con arrivo a Melfi rappresenterà per loro la prima, succulenta preda e ci sono già i presupposti perché non falliscano l’obiettivo. La lunga crono d’apertura avrà già creato un nutrito manipolo di potenziali fuggitivi con parecchi minuti di ritardo in classifica al quale il gruppo lascerà carta bianca. Il finale particolarmente tortuoso, inoltre, sarà d’intralcio per un gruppo inseguitore che potrebbe non riuscire a recuperare sulle lepri di giornata.
La stagione venatoria è terminata da un pezzo, ma in Italia il mese di maggio fa eccezione. Al Giro ci sono giornate che i “cacciatori di tappe” attendono con impazienza come i bambini aspettano l’arrivo di Babbo Natale o dei Re Magi, sono quelle giornate nelle quali l’organizzazione ha inserito frazioni che sembrano apparecchiate apposta per loro e quella di Melfi pare proprio come una delle meglio imbandite. Le difficoltà altimetriche che sono state collocate negli ultimi 36 Km, infatti, escluderanno i velocisti dalle possibilità di vittoria e, di conseguenza, le loro squadre non saranno motivate a lavorare in testa al gruppo inseguitore per contenere il vantaggio dei fuggitivi. La “patata bollente” sarà tutta nelle mani delle formazioni dei big, che vorranno evitare che il vantaggio degli attaccanti non aumenti troppo, anche se la maglia rosa di turno potrebbe decidere di non far sprecare troppo energie ai suoi e di lasciare indossare il simbolo del primato a corridori che poi dovranno cederle, magari già dal giorno successivo. Va detto che la lunga crono iniziale avrà avuto un deciso impatto sulla classifica e già ci saranno corridori con distacchi superiori al minuto o ai due minuti e sicuramente andranno cercati tra quei nomi quelli dei ciclisti che oggi avranno concessa la “libera uscita”. Va inoltre aggiunto che i margini di manovra per il gruppo inseguitore per tentare d’arginare il vantaggio dei fuggitivi si azzereranno quasi completamente proprio nei 36 Km conclusivi perché, oltre alle salite, in quel frangente si percorreranno strade particolarmente tortuose, che non agevolano certo il lavoro del plotone. Al contrario, ci sarà parecchia strada a favore nei tratti precedenti perché da Foggia in poi si pedalerà per più di 60 Km su di una comodissima superstrada che si abbandonerà soltanto al momento d’intraprendere i tormentati chilometri conclusivi.
La bandierina del via si abbasserà in quel di Vasto, poi la corsa transiterà nuovamente da San Salvo prima di lasciare l’Abruzzo, nel quale si farà ritorno tra cinque giorni per la prima tappa d’alta montagna, che si concluderà ai 2135 metri dell’Albergo di Campo Imperatore, sul Gran Sasso. Entrato in Molise, nei 40 chilometri successivi il gruppo avrà ancora come compagno di viaggio l’Adriatico, verso le cui acque guarda l’antica Torre del Sinarca, che si sfiorerà poco prima di giungere a Termoli, sede dell’unico porto molisano, base di partenza per i turisti diretti all’arcipelago delle Isole Tremiti. Quest’ultimo “politicamente” appartiene alla regione Puglia, nella quale la Corsa Rosa farà ingresso poco prima di voltare le spalle al mare e infilarsi nell’ampio corridoio pianeggiante che separa i Monti della Daunia dal promontorio del Gargano e dalla fascia costiera nella quale si aprono i laghi di Varano e di Lesina, che non sono solo i due più grandi della Puglia per estensione ma che vantano questo primato per l’intera Italia Meridionale. Procedendo in direzione di Foggia si giungerà sulle strade di San Severo, l’antico capoluogo della Capitanata che dal 2006 è stato ufficialmente insignito del titolo di città d’arte per i monumenti che offre (come la chiesa matrice di San Severino abate) e che i turisti possono ammirare dopo aver degustato uno dei vini prodotti in questa città, i primi in Puglia ad aver ottenuto la denominazione di origine controllata. Ovviamente, l’alcol sarà rigorosamente bandito dalla dieta dei “girini” che si dovranno accontentare dell’acqua contenuta nelle loro borracce pedalando tra le assolate campagne del Tavoliere (4000 Km quadrati che ne fanno la seconda pianura d’Italia per estensione dopo la Pianura Padana) alla volta di Foggia, dove il gruppo giungerà dopo aver percorso un centinaio di chilometri dal via da Vasto, esattamente a metà del cammino giornaliero. Sfioratone il centro storico, ancora ricco di testimonianze artistiche nonostante i danni provocati dalla seconda guerra mondiale e dai terremoti (come il complesso della Chiesa delle Croci, consacrato nel 1742 per “esorcizzare” la carestia e la siccità che in quel tempo imperversavano nel Tavoliere) inizierà un lunghissimo tratto lontano dalla civiltà nel quale si percorrerà per poco più di 40 Km la statale Bradanica, superstrada a due corsie (nel progetto iniziale dovevano essere quattro) costruita a partire dal 1989 per collegare Foggia a Matera. In questo tratto non s’incontreranno centri abitati, ma solo gli svincoli che permettono di raggiungerli con deviazioni in salita, come quella che conduce ad Ascoli Satriano, presso la quale furono combattute in antichità due storiche battaglie, la prima nel 279 a.C. durante le guerre pirriche e la seconda settant’anni più tardi in occasione della più conosciuta seconda guerra punica che contrappose l’esercito romano a quello cartaginese di Annibale. Se dell’epoca non conserva quasi più tracce (è rimasto solo il ponte romano sul fiume Carapelle), in città alta si possono ammirare diversi monumenti eretti in epoche successive, come la romano-gotica concattedrale della Natività della Beata Vergine Maria e il Palazzo Ducale, recentemente ristrutturato.
Un’altra deviazione dal percorso di gara è quella che, poco prima dell’ingresso in Basilicata, permette di salire al borgo di Candela, presso il quale si trova il “capolinea” meridionale del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, una delle più lunghe vie di transumanza d’Italia, sfruttate per il trasferimento del bestiame sin dall’epoca preromana.
Subito dopo l’ingresso in Lucania s’incontrerà lo svincolo che permette di raggiungere San Nicola, la principale frazione del comune di Melfi, presso la quale negli anni ’90 è stata realizzata una delle più estese zone industriali d’Italia, nota soprattutto per la presenza di uno stabilimento della Stellantis, l’holding nata nel 2021 dalla fusione dei gruppi PSA e Fiat Chrysler Automobiles: quando l’azienda torinese era ancora sponsor del Giro nel 1994 all’esterno dello stabilimento si concluse una tappa della Corsa Rosa, terminata con il successo allo sprint del veneto Endrio Leoni.
All’altezza dello svincolo per San Nicola il gruppo lascerà la statale Bradanica ma per un’altra abbondante dose di chilometri – 22 per la precisione – si pedalerà in un contesto simile, stavolta seguendo l’asse viario della Strada Statale 401 che risale la valle dell’Ofanto, il fiume più importante della Puglia, fino allo svincolo per Monticchio Bagni. Attraversando questa piccola località termale, nota sin dall’epoca romana, si andrà ad affrontare la prima delle due salite che caratterizzano il finale, il Valico dei Laghi di Monticchio (7.3 Km al 5.7% e un tratto intermedio di 1300 metri all’8.5%), che prende il nome dai due bacini d’origine vulcanica tra i quali si snoderà la successiva breve discesa. Dominati dall’imponente Abbazia di San Michele Arcangelo, sorta a partire dall’VIII secolo nel luogo dove si trovava una grotta scavata nel tufo abitata da monaci basiliani, si andrà immediatamente all’attacco della successiva salita, il Valico La Croce (3.1 Km al 6.1%), scavalcata la quale mancheranno 22 Km al traguardo, caratterizzati come anticipavamo in apertura da un tracciato “laocoontico” che si snoderà in discesa fino a circa 5 Km dall’arrivo. Senza affrontare grandi inclinazioni si planerà su prima Rionero in Vulture e su poi su Barile, centro nel quale risiede una delle cinque colonie albanesi d’Italia presenti in Basilicata e situato su di una collina caratterizzata da miriadi di grotte scavate nel tufo, ancor oggi utilizzate come cantine per conservare il vino e in una delle quali nacque nientemeno Gesù (ma per svelarvi questo arcano vi rimandiamo alla rubrica “Ciak si giro”). Attraversata Rapolla, presso la quale nel 1856 fu rinvenuto un imponente sarcofago in marmo risalente al secondo secolo dopo Cristo, la discesa terminerà per lasciar strada a uno strappo di 1 Km in lieve pendenza che contribuirà a rendere ancor più tormentato il finale di gara e offrirà una bella occasione ai cacciatori di tappa per sparare il loro colpo di fucile con vista (non troppo, viste le numerose curve) sull’oramai prossimo obiettivo del traguardo di Melfi.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Valico dei Laghi di Monticchio (703 metri). Non segnalato sul testo di riferimento (si veda più sotto), è valicato dalla Strada Provinciale 167 “dei Laghi di Monticchio” tra Monticchio Bagni e i due laghi. È parzialmente inedito per il Giro perché la prima parte della salita è stata percorsa nel 2010 durante la tappa Avellino – Bitonto, terminata con il successo allo sprint dallo statunitense Tyler Farrar: in quell’occasione giunti alle terme di Monticchio si seguiva la strada per Melfi scollinando ai 668 metri del Valico dell’Imbandina, dove scollinò in testa il britannico Charles Wegelius.
Valico la Croce (855 metri). È valicato dalla Strada Provinciale 167 “dei Laghi di Monticchio” tra i Laghi di Monticchio e Rionero in Vulture. Non è stato mai inserito nel percorso del Giro.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il castello di Melfi e l’altimetria della terza tappa (www.turismo.it)
CIAK SI GIRO
Vi abbiamo annunciato poco che Cristo nacque a Barile, in provincia di Potenza, e non si tratta di un’eresia. È quel che accadde nell’estate del 1964 quando Pier Paolo Pasolini vi girò le scene ambientate a Betlemme de “Il vangelo secondo Matteo”, che il celebre regista avrebbe voluto filmare in Terrasanta ma che, dopo un lungo viaggio effettuato in quei luoghi l’anno precedente, si era rivelata inadatta alle riprese a causa dei mutamenti urbanistici subiti nel tempo da località come la stessa Betlemme, Nazareth e Gerusalemme. Per lo stesso motivo tutti i film sulla figura di Cristo prodotti in quegli anni erano stati girati altrove, come “Il re dei re” del 1961 filmato interamente in Spagna e “La più grande storia mai raccontata” del 1965 le cui riprese si svolsero tra Arizona, California, Nevada e Utah. Pasolini preferì puntare su paesaggi nostrani e in particolare fu affascinato dai Sassi di Matera, perfetti ancora al giorno d’oggi (“The Passion” di Mel Gibson è del 2004) per interpretare la città di Gerusalemme. La Basilicata fu una vera miniera di location per Pasolini, che non si limitò alla sola Matera ma sconfinò nel potentino dove a Castel Lagopesole fu ricreato il sinedrio di Gerusalemme (è qui che Cristo viene condotto subito dopo la condanna alla crocifissione), mentre la collina sforacchiata di grotte di Barile fu – come ricordavamo, il set della nascita di Gesù e della visita dei Re Magi. L’intera Italia Meridionale fu coinvolta nelle riprese, con la troupe che si spostò anche in Puglia (il tempio di Gerusalemme è nientemeno che Castel del Monte e molte altre località del “tacco d’Italia” furono immortalate nella pellicola), in Sicilia (sull’Etna fu girata parte della scena delle tentazioni di Cristo) e in Calabria, dove la costa ionica tra Crotone e Le Castella divenne lo scenario dei momenti del film ambientati sulle sponde del Lago di Tiberiade. E non è ancora finita perché anche spettacolari location laziali fanno da quinta ad altre scene, come quella del battesimo di Gesù nelle acque che nei testi sacri sono quelle del fiume Giordano e nella finzione filmica sono quelle del Fosso Castello a Soriano nel Cimino, luogo che tanto affascinò Pasolini da decidervi di acquistarvi e ristrutturare un vecchio castello abbandonato per poi farne la sua casa di campagna, “buen retiro” nel quale isolarsi quando voleva fuggire dalla routine di Roma.
In collaborazione con www.davinotti.com

La grotta di Betlemme a... Barile (www.davinotti.com)
Le altre location del film (su due pagine)
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-vangelo-secondo-matteo/50000537
FOTOGALLERY
La Torre Sinarca alle porte di Termoli
Il porto di Termoli
Lago di Lesina
San Severo, chiesa matrice di San Severino
La statale che attraversa i campi del Tavoliere in direzione di Foggia
Foggia, complesso della Chiesa delle Croci
Tratto della superstrada Bradanica verso la Basilicata
Il ponte romano sul Carapelle alle porte di Ascoli Satriano
Ascoli Satriano, Palazzo Ducale
Il borgo di Candela visto dalla superstrada Bradanica
La sede di Stellantis a San Nicola di Melfi
Il più grande dei due Laghi di Monticchio
L’abbazia di San Michele Arcangelo vista dalle sponde del Lago Piccolo
Barile, le grotte scavate nel tufo
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI SAN SALVO
maggio 8, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
A San Salvo capolavoro in volata di Milan, sprint da re
Gazzetta dello Sport
Belgio
Jonathan Milan sprint naar zege in tweede Giro-etappe, Remco Evenepoel beleeft rustige dag in het roze
Het Nieuwsblad
Slovenia
Bahrajnovec Milan zmagovalec, Roglič se je izognil padcu
Delo
Gran Bretagna
Giro d’Italia: Jonathan Milan wins stage as Geoghegan Hart loses time in crash
The Guardian
Francia
Milan, la victoire dans le chaos
L’Équipe
Spagna
Milan sorprende en el caos
AS
Portogallo
Milan vence a segunda etapa do Giro e Evenepoel continua líder
Público
Paesi Bassi
David Dekker verrast met tweede plek in Giro d’Italia, ritzege Jonathan Milan
De Telegraaf
Germania
Milan jubelt in San Salvo – Kämna im Hauptfeld
Kicker
USA
Milan sprints to win crash-affected Stage 2, Evenepoel leads
The Washington Post
Colombia
Jonathan Milan: espectacular victoria en el Giro de Italia!
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Inno ufficiale Milan
METEOGIRO
Vasto : cielo coperto, 18°C, vento moderato da NO (18 – 29 Km/h), umidità al 78%
Marina di Chieuti (40.8 Km): cielo coperto, 18°C, vento moderato da NO (16 – 28 Km/h), umidità al 81%
Foggia (traguardo volante – 107 Km): poco nuvoloso, 22°C, vento debole da NO (10 – 22 Km/h), umidità al 54%
(Candela – svincolo) (142.2 Km): cielo coperto, 19°C, vento debole da O (6 – 19 Km/h), umidità al 60%
Melfi : cielo coperto, 18°C, vento debole da NO (4 – 11 Km/h), umidità al 66%
GLI ORARI DEL GIRO
11.30: inizio diretta su Eurosport
11.40: inizio diretta su RaiSport
12.00: partenza da Vasto
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.40: traguardo volante di Foggia
16.10-16.40: GPM del Valico dei Laghi di Monticchio
16.20-16.55: GPM del Valico La Croce
17.00-17.30: arrivo a Melfi
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Borgato: “Il cane era al guinzaglio con il proprietario”
Rizzato: “I fuggitivi hanno ritrovato vita per questa fuga”
Petacchi: “Cartelli che facevano il tifo per Cavendish”
Gabriele Colombo: “Siamo una sezione del Giro che ci impegniamo a far vedere il Giro agli ospiti”
Cassani: “Carovanna pubblicitaria”
Colbrelli: “Ne parlevamo oggi”
Pancani: “Sono state investite un paio di spettatori”
Fabretti: “Ha ottenuto un risultando”
Fabretti: “Le cronometre”
Petacchi: “Quando ha trovato la strada aperta ha raddoppiato gli altri”
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della seconda tappa, Teramo – San Salvo
1° Daan Hoole
2° Martijn Tusveld a 43″
3° Max Kanter a 1′48″
4° Callum Scotson a 3′52″
5° Josef Cerný a 4′19″
Miglior italiano Stefano Gandin, 11° a 4′24″
Classifica generale
1° Max Kanter
2° Martijn Tusveld a 5″
3° Daan Hoole a 36″
4° Stefano Gandin a 2′08″
5° Veljko Stojnic a 2′28″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
13 maggio 1983 – 1a TAPPA: BRESCIA – MANTOVA (70 Km, cronometro a squadre)
LO SVEDESE PRIM INAUGURA LA MAGLIA ROSA
Ritorno alla normalità senza ulteriori contestazioni, la Bianchi-Piaggio vince la cronotappa a squadre
Si temevano altri blocchi di scioperanti, invece la corsa si è svolta regolarmente – Il primo leader della classifica e gli altri biancocelesti a quasi 54 orari – La pattuglia di Moser soltanto terza, dietro all’Atala – Saronni, quinto, ha perso 40″ per colpa degli abbuoni – A Tommy manca solo la parola – Velocisti verso il Lido di Spina

L'Aquilone di San Salvo illuminato di rosa (www.comunesansalvo.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
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Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
JONATHAN, DIMENSIONE VITTORIA. MILAN VA IN RETE A SAN SALVO, MENTRE EVENEPOEL MANTIENE LA MAGLIA ROSA
Nel convulso finale della seconda tappa, Jonathan Milan (Team Bahrain Victorious) vince in volata la sua prima tappa al Giro davanti a David Dekker (Team Arkea Samsic) e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck). Remco Evenepoel (Team Suodal Quick Step) resta in maglia rosa
La seconda tappa del Giro 2023 parte da Teramo e termina a San Salvo dopo 202 km. La prima parte della tappa presenta le insidie maggiori visto che nei primi 40 km diversi saliscendi possono fare da trampolino per la fuga di giornata. Punti preziosi in ottica classifica gpm potranno essere successivamente accumulati sui due gpm di Silvi Paese e di Ripa Teatina, dopodichè gli ultimi 70 km sono pressochè pianeggianti, per cui le squadre dei velocisti potranno organizzarsi per l’arrivo in volata. Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) non avrà problemi a mantenere la maglia rosa sulle spalle. La fuga di giornata partiva subito dopo il via grazie all’azione di cinque ciclisti: Paul Lapeira (Team AG2R Citroen), Thomas Champion (Team Cofidis), Mattia Bais (Team EOLO Kometa), Alessandro Verre (Team Arkea Samsic) e Stefano Gandin (Team Corratec). Dopo 60 km il vantaggio della fuga era di 3 minuti sul gruppo maglia rosa, tirato dal team Trek Segafredo e dal team Alpecin Deceuninck. Lapeira scollinava per primo sul primo gpm di Silvi Paese posto al km 84.5. Verre accusava la fatica ed era il primo dei fuggitivi a rialzarsi, venendo ripreso dal gruppo. Gandin vinceva il primo traguardo volante di Pescara posto al km 101.5. Il ciclista del team Corartec si ripeteva poco più tardi, transitando in prima posizione sul secondo traguardo volante di Pescara posto al km 121.6. Lapeira si aggiudicava anche il secondo gpm di Ripa Teatina posto al km 130.3 e diventando così il nuovo leader della speciale classifica. A 60 km dalla conclusione i quattro fuggitivi avevano soltanto 1 minuto di vantaggio sul gruppo maglia rosa. A 51 km dalla conclusione anche Lapeira si rialzava e veniva ripreso dal gruppo. La fuga veniva ripresa definitivamente a 38 km dalla conclusione. La nota di cronaca più rilevante del finale di tappa era una caduta a poco meno di 4 km dalla conclusione che rallentava la maggior parte del gruppo. A giocarsi la vittoria era così una cinquantina di ciclisti con Jonathan Milan (Team Bahrain Victorious) che aveva la meglio su David Dekker (Team Arkea Samsic) e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck). Chiudevano la top five Arne Marit (Intermarchè Circus Wanty) in quarta posizione e Marius Mayrhofer (Team DSM) in quinta posizione. Milan ottiene la sua prima vittoria al Giro d’Italia e si candida ad essere una risorsa italiana di prima scelta nel prossimo futuro, anche perché a inizio 2023 si è già distinto al Saudi Tour vincendo la seconda tappa su un arrivo non banale. Il 22enne di Tolmezzo può ancora crescere e già domani può ambire ad un prestigioso bis, essendo un velocista resistente in salita. In classifica generale resta tutto invariato nelle prime posizioni con Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) davanti a Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) e Joao Almeida (UAE Team Emirates). Domani è in programma la terza tappa da Vasto a Melfi di 213 km. Si scende lungo la costa adriatica lungo un percorso totalmente pianeggiante fino al km 170, quando i due gpm ravvicinati del Valico dei Bagni di Monticchio e del Valico La Croce, entrambi con pendenza media superiore al 6%, dovrebbero scremare il gruppo in cui la maggior parte dei velocisti dovrebbe essere esclusa dalla vittoria.
Antonio Scarfone

Jonathan Milan vince a San Salvo (foto: Stuart Franklin/Getty Images)
TRO-BRO LÉON, NIZZOLO BATTE UN COLPO
Giacomo Nizzolo vince la classica francese davanti ad Arnaud De Lie e Nils Eekhoff
Seconda giornata in Bretagna a chiudere il weekend di classiche di Maggio nell’estremo nord-ovest francese. Dopo il GP du Morbihan ecco la Tro-Bro Léon, corsa di 204 km con partenza e arrivo nella città di Lannils dopo un tracciato deciso da brevi cotes e un circuito finale da ripetere 2 volte.
La fuga buona evade sotto la spinta di tre atleti: Morne van Niekerk (St Michel – Mavic – Auber93), Maël Guégan (CIC U Nantes Atlantique) e Damien Girard (Nice Métropole Côte d’Azur), ai quali il gruppo lascia ampio margine fino a sfiorare i 6 minuti intorno a metà gara. A questo punto piano piano si portano in testa le formazioni dei favoriti di giornata, su tutte Uno-X Pro Cycling, Groupama – FDJ e Lotto Dstny. Sotto la loro spinta il vantaggio inizia a crollare fino a tornare a ranghi compatti già dentro la prima delle tre tornate del circuito finale. Complici lunghezza e difficoltà odierne, la selezione è da dietro piuttosto che dalla testa del gruppo tanto che giunti nei chilometri decisivi davanti restano in poco più di una trentina di corridori.
Nei pressi dei chilometri finali inizia un’ampia fase di schermaglie con attacchi, contro attacchi e tatticismo che mescola più volte le carte in tavola. La presenza di Arnaud De Lie (Lotto Dstny) è vista come ingombrante dagli altri uomini al comando, così spesso il ritmo risulta altalenante permettendo ad altri atleti inizialmente attardati di rientrare, fra cui anche Giacomo Nizzolo (Israel Premier Tech).
Giunti alla volata a ranghi ristretti è proprio il portacolori azzurro a sfruttare quelle poche energie in più rimaste per beffare il talentino belga De Lie, stremato dal saltare sulle ruote di tutti coloro che hanno provato ad attaccarlo nei chilometri precedenti, forse mostrando ancora un po’ di immaturità tattica pur giustificata dalla giovane età. Alle loro spalle chiude il podio Nils Eekhoff (Team DSM).
Lorenzo Alessandri

Giacomo Nizzolo torna al successo alla Tro-Bro Léon. Photo Credit: Eurosport GCN
07-05-2023
maggio 7, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) si è imposto nella seconda tappa, Teramo – San Salvo, percorrendo 202 Km in 4h55′11″, alla media di 41.059 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese David Dekker (Team Arkéa-Samsic) e l’australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck). Il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) è ancora maglia rosa con 22″ sull’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) e 29″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates).
TRO-BRO LÉON
L’italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) si è imposto nella corsa francese, Plouguerneau – Lannilis, percorrendo 204.1 Km in 4h50′52″, alla media di 42.102 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Arnaud De Lie (Lotto Dstny) e l’olandese Nils Eekhoff (Team DSM).
FLÈCHE ARDENNAISE
L’olandese Menno Huising (Jumbo-Visma Development Team) si è imposto nella corsa belga, circuito di Stavelot, percorrendo 175.3 Km in 4h33′19″, alla media di 38.483 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Francesco Busatto (Circus-ReUz-Technord) e di 2″ il belga William Junior Lecerf (Soudal Quick-Step Devo Team).
RINGERIKE GP
Il britannico Jack Rootkin-Gray (Saint Piran). si è imposto nella corsa norvegese, circuito di Hønefoss, percorrendo 174 Km in 4h07′15″, alla media di 42.224 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Magnus Bak Klaris (Restaurant Suri-Carl Ras) e di 14″ il danese Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras). Nessun italiano in gara
TOUR DE CATAMARCA INTERNACIONAL (Argentina)
L’italiano Samuel Quaranta (nazionale italiana) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di San Fernando del Valle de Catamarca, percorrendo 138 Km in 2h51′46″, alla media di 48.205 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana) e l’ecuadoriano Cristian David Pita (Team Banco Guayaquil). Il colombiano Miguel Ángel López (Team Medellin-EPM) si impone in classifica con 1′34″ sul connazionale Javier Jamaica (Team Medellin-EPM) e 1′41″ sull’ecuadoriano Santiago Montenegro (Movistar-Best PC). Miglior italiano Matteo Donegà (nazionale italiana), 50° a 27′18″.
PARIGI – ROUBAIX ESPOIRS (Under 23)
Il belga Tijl De Decker (Lotto Dstny Development Team) si è imposto nella corsa francese, Le Cateau-Cambrésis – Roubaix, percorrendo 164.8 Km in 3h43′00″, alla media di 44.341 Km/h. Ha preceduto di 6″ i connazionali Gil Gelders (Soudal Quick-Step Devo Team) e Robin Orins (Lotto Dstny Development Team). Miglior italiano Alessio Delle Vedove (Circus – ReUz – Technord), 24° a 3′08″
LA VUELTA FEMENINA
L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella settima ed ultima tappa, Pola de Siero – Lagos de Covadonga, percorrendo 93.7 Km in 2h43′02″, alla media di 34.484 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’italiana Gaia Realini (Trek-Segafredo) e di 56″ la connazionale Annemiek van Vleuten (Movistar Team). La Van Vleuten si impone in classifica con 9″ sulla Vollering e 2′41″ sulla Realini
TROFEE MAARTEN WYNANTS
L’italiana Chiara Consonni (UAE Team ADQ) si è imposta nella corsa belga, circuito di Helchteren, percorrendo 116.6 Km in 2h53′34″, alla media di 40.31 Km/h. Ha preceduto allo sprint la danese Amalie Dideriksen (Uno-X Pro Cycling Team) e la portoghese Maria Martins (Fenix-Deceuninck)
SPRINT IN RIVA ALL’ADRIATICO
Prima occasione per i velocisti in riva all’Adriatico, anche oggi protagonista della “scenografia” del Giro 2023. Dopo la cronometro d’avvio lungo la Costa dei Trabocchi ampi tratti della seconda frazione si snoderanno ancora lungo la litoranea abruzzese, con alcune divagazioni nell’entroterra che non costituiranno pietre d’inciampo per le squadre dei velocisti: le possibilità di fallire a San Salvo saranno pressoché nulle, anche se il vento potrebbe dare qualche grattacapo.
Protagonista quasi unico dello scenario della cronometro d’apertura, il Mar Adriatico avrà un ruolo preponderante anche nella seconda giornata di gara. La tappa numero 2, infatti, si snoderà per metà del suo sviluppo sulla pianeggiante statale litoranea mentre la resta parte della frazione si svolgerà nell’entroterra, dove si affronteranno salite poco impegnative che, complice anche il fatto che si supererà l’ultima di questa a 74 Km dall’arrivo, faranno di questa tappa la prima delle otto che dovrebbero terminare in volata. Il condizionale è sempre d’obbligo perché molte di queste tappe saranno caratterizzate da tracciati che metteranno a dura prova le formazioni degli sprinter e anche quando il percorso è semplice come quello odierno bisognerà mettere sempre in conto eventuali insidie sopraggiunte, come il vento che sovente spazza i litorali e potrebbe creare fratture in seno al gruppo.
Il primo dei tre tratti collinari che spezzeranno la pianura i corridori lo incontreranno in partenza da Teramo perché prima di giungere in riva all’Adriatico bisognerà percorrere quasi 46 Km, incontrando la prima salita di giornata a 14 Km dal via, quando con 5.4 Km d’ascesa al 5.5% si raggiungerà Bellante, borgo dove recentemente ha lasciato la sua firma il due volte vincitore del Tour Tadej Pogačar, che il 22 marzo 2022 vi si è imposto al termine della quarta tappa della Tirreno-Adriatico, conquistando quella maglia di leader della classifica che porterà sino al traguardo finale di San Benedetto del Tronto dopo aver “condito” la vittoria con il successo anche nel tappone del doppio Carpegna. Scesi nella Val Vibrata, all’estremità settentrionale dell’Abruzzo, il gruppo attraverserà il centro di Nereto subito prima d’intraprendere le due brevi e facili ascese verso Controguerra e Colonnella, centri che furono toccati in senso inverso in occasione della tappa dei muri del Giro 2020, terminata nella vicina Tortoreto Lido e vinta da Peter Sagan, per il quale questo rappresentò il primo successo dopo un digiuno che perdurava dalla quinta frazione del Tour dell’anno precedente.
La discesa da Colonnella chiuderà la prima parte di questa frazione portando il gruppo in riva al mare, raggiunto all’altezza di Alba Adriatica, dalla quale inizierà il primo dei tre tratti disegnati lungo il litorale, quasi 34 Km che – senza contare le rare rotatorie – proporranno una dozzina di curve appena, consentendo al gruppo di procedere a buona velocità. Poco dopo l’inizio di questo tratto si attraverseranno i quartieri marittimi della citata Tortoreto, centro che ha il suo borgo antico posto su una collina che deve il nome al clima mite della zona, per questo motivo da secoli luogo prediletto dalle tortore per la nidificazione. Una doppia anima ha anche la vicina Giulianova, dove la vicinanza della collina al litorale permette ai villeggianti di raggiungere con una breve passeggiata dalla spiaggia il centro storico e visitarne i principali monumenti, come il duomo rinascimentale di San Flaviano.
Toccate le località balneari di Roseto degli Abruzzi e Pineto, il percorso andrà a sfiorare l’antica torre costiera di Cerrano, risalente alla fine del ‘400 e il cui aspetto non fu granché intaccato dalle modifiche apportate negli anni ’20 dall’allora proprietario Diego de Sterlich Aliprandi, eccentrico marchese che fu anche pilota automobilistico e in queste “vesti” vinse impegnative corse in salita (come la Trento – Monte Bondone, nella quale si impose due volte) mentre nel 1926 si prese il lusso di battere uno dei più grandi campioni di questo sport, Tazio Nuvolari, nella Vittorio Veneto – Cansiglio. Anche per i “girini” è venuto il momento di affrontare una salita, quella al 5.4% di pendenza media che, con 5 tornanti, conduce in poco più di 4 Km al panoramico borgo di Silvi, il cui nome ricorda la folta macchia mediterranea nella quale è adagiato. L’escursione nell’entroterra sarà di breve durata e nel giro di una dozzina di chilometri si farà ritorno in riva all’Adriatico, che tornerà a essere filo conduttore della tappa fino al passaggio di Pescara, dove si costeggerà il centro storico del comune più popoloso d’Abruzzo, nel quale su Corso Manthonè si affaccia la casa natale di Gabriele D’Annunzio, dal 1963 sede di un museo dedicato al “vate”. Il percorso tornerà ora ad allontanarsi dal mare per l’ultima e più lunga “scampagnata” in collina prevista in questa frazione, una sessantina di chilometri che inizieranno con la risalita della valle del fiume Aterno-Pescara (i suoi 152 Km ne fanno il più lungo della regione), ancora con strada pianeggiante per un bel tratto, fino alla zona industriale di Chieti Scalo. È qui che ha inizio la salita più impegnativa di questa giornata, la “Colonnetta”, 4500 metri al 6.2% in cima ai quali il 16 maggio del 1909 si concluse la seconda tappa del primo Giro d’Italia, vinta dal tortonese Giovanni Cuniolo, che s’impose allo sprint precedendo il corridore che quel giorno si portò al vertice della classifica generale detronizzando il romano Dario Beni, il futuro vincitore di quella prima edizione della Corsa Rosa Luigi Ganna. Teatro di quel finale fu Chieti che fece da sfondo a quella tappa con i suoi monumenti, dalla romano-gotica cattedrale di San Giustino ai resti archeologici dell’antica Teate Marrucinorum. Come sempre i “girini” non avranno tempo per apprezzare queste bellezze perché tosto dovranno imboccare la successiva discesa verso la valle dell’Alento, raggiunta la quali si riprenderà immediatamente a salire verso il borgo di Ripa Teatina (2.6 Km al 5%), dove è possibile ammirare una statua del pugile più forte della storia della boxe, Rocky Marciano, statunitense di nascita ma originario da parte paterna di questo centro. Transitati ai piedi della collina di Miglianico (vi si trova il Santuario di San Pantaleone, al quale nel 1902 D’Annunzio una delle “Novelle della Pescara”, opera pubblicata in sei volumi), il gruppo farà velocemente ritorno sulla statale litoranea, che d’ora in avanti sarà seguita fedelmente nei rimanenti 63 Km, leggermente più movimentati rispetto ai “piattoni” che avevano caratterizzato i precedenti tratti disegnati in riva all’Adriatico. Un primo tratto ondulato i corridori lo incontreranno all’altezza di Ortona, dove non si entrerà in centro ma si rimarrà sulla veloce strada di circonvallazione, terminata la quale il tracciato lambirà il cimitero militare canadese che ancora ci ricorda come in queste zone si combatté duramente durante i tristi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Il tratto successivo vedrà ancora i trabocchi rubare la scena al gruppo poiché si dovrà ripercorrere a ritroso il tracciato della cronometro d’apertura, anche se per questioni di sicurezza non si pedalerà sulla ciclabile ma sulla leggermente più tortuosa strada statale che, a differenza dell’ex ferrovia, asseconda con dolci curve l’orografia della Costa dei Trabocchi. Tornati a Fossacesia Marina, il percorso riprenderà a farsi più lineare superando con un lungo rettilineo il corso del Sangro, secondo fiume d’Abruzzo per lunghezza, in prossimità della sua foce per poi correre tra il mare e il margine orientale della Riserva Naturale della Lecceta di Torino di Sangro, il cui simbolo è la testuggine di terra e nei cui pressi è possibile sostare per un momento di riflessione presso un altro sacrario militare, come quello di Ortona progettato dall’architetto britannico Louis de Soissons. Pochi chilometri più avanti si lascerà temporaneamente la linea di costa e, affrontato un piccolo strappo, si tornerà a pedalare alla presenza del mare all’altezza di Punta Penna, presso la quale si trovano il porto di Vasto e il suo faro che, dall’alto dei suoi 70 metri, è il secondo per altezza d’Italia, preceduto di quasi 50 metri dalla celebre Lanterna di Genova.
Sfiorata la vicina Vasto, che l’indomani ospiterà il via della terza tappa e che meriterebbe una deviazione per ammirarne i principali monumenti (come Palazzo d’Avalos o il panoramico rudere con vista sul mare della facciata della chiesa di San Pietro), un’ultima successione di rettilinei porterà i corridori a San Salvo, dove un paio di curve a gomito lanceranno il gruppo verso il primo, appassionante volatone del Giro 2022
Mauro Facoltosi

La spiaggia della Marina di San Salvo e l'altimetria della seconda tappa (www.vivilabruzzo.it)
CIAK SI GIRO
In collaborazione con www.davinotti.com
Anche quest’anno vi porteremo alla scoperta dei luoghi della nostra bella Italia che sono stati immortatali sul grande schermo e cominciamo con un film interamente girato in Abruzzo, non molto distante dalle strade toccate durante la seconda tappa. È “Omicidio all’Italiana”, seconda pellicola firmata dal comico abruzzese Marcello Macchia, originario di Vasto e fattosi conoscere con programmi come “Mai dire Lunedì” e con la serie “Mario”, dove s’è presentato con il nome d’arte con il quale è noto, Maccio Capatonda. Se per il suo primo film, “Italiano medio”, Capatonda scelse Milano quale set, quando si trattò di dare un “volto” al microscopico borgo di Acitrullo – dove è interamente ambientato “Omicidio all’Italiana” – si optò per Cortina, paesino dell’appennino pescarese dal nome altisonante teatro dell’omicidio che dà il nome alla pellicola, in realtà una morte causata da un boccone finito di traverso che il sindaco del paesino taroccherà in assassinio per accoltellamento per attirare ad Acitrullo le telecamere dei principali telegiornali nazionali e in particolare quelle di “Chi L’Acciso”, parodia di “Chi l’ha visto” condotta dalla giornalista Donatella Spruzzone, personaggio interpretato da Sabrina Ferilli e che fa il verso alla nota criminologa Roberta Bruzzone. Si possono così ammirare suggestivi scorci di questo borgo privo di particolari attrattive turistiche e sul quale spicca il campanile della scomparsa chiesa di Sant’Andrea Apostolo, nel film ribattezzato “San Ceppato”.

Il borgo di Corvara nel film "Omicidio all'italiana" (www.davinotti.com)
Le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/omicidio-all-italiana/50040300
FOTOGALLERY
Teramo, Piazza Martiri della Libertà
Il borgo di Bellante (www.facebook.com/comunedibellante)
Il borgo di Tortoreto
Giulianova, duomo di San Flaviano
Pineto, Torre del Cerrano
Il litorale adriatico visto dal borgo di Silvi
Pescara, casa natale di Gabriele D’Annunzio
Chieti, Teatro Romano
Ripa Teatina, statua di Rocky Marciano
Miglianico, santuario di San Pantaleone
Ortona, cimitero militare canadese
Torino di Sangro, cimitero militare inglese
Il faro di Punta Penna presso il porto di Vasto
La facciata dell’ex chiesa di San Pietro a Vasto (wikipedia)