QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI FOSSOMBRONE

maggio 13, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

A Fossombrone il primo attacco del Giro: Roglic va, Remco paga, gli Ineos

Gazzetta dello Sport

Belgio

Evenepoel moet bergop 14 seconden prijsgeven op Roglic, ontketende Healy pakt ritwinst na solo van dik 50 kilometer

Het Nieuwsblad

Slovenia

Roglič je Remcu ukradel 14 sekund

Delo

Gran Bretagna

Ben Healy lands solo stage win while Evenepoel loses time

The Guardian

Irlanda

Ireland’s Ben Healy claims first Grand Tour stage win after stunning solo attack at Giro d’Italia

The Irish Time

Francia

Roglic met Evenepoel en difficulté, Healy vainqueur

L’Équipe

Spagna

Esto sí es el Giro

AS

Portogallo

Roglic atacou e Evenepoel perdeu tempo no Giro

Público

Paesi Bassi

Roglic deelt tikje uit aan Evenepoel, Healy vernedert medevluchters in Giro

De Telegraaf

Norvegia

Den rosa drømmen fortsetter for Leknessund

Aftenposten

Germania

Healy siegt, Roglic attackiert, Evenpoel und Kämna büßen Zeit ein

Kicker

USA

Roglic gains time on Stage 8 of Giro; Healy wins with solo breakaway

The Washington Post

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Under attack (ABBA)

METEOGIRO

Savignano sul Rubicone – partenza primo corridore: pioggia debole (0.3 mm), 16°C, vento debole da N (9 – 21 Km/h), umidità al 76%
Savignano sul Rubicone – partenza maglia rosa: pioggia debole (0.7 mm), 17°C, vento debole da NE (8 – 23 Km/h), umidità al 73%
Cesena – arrivo primo corridore: pioggia debole (0.1 mm), 18°C, vento debole da NE (7 – 23 Km/h), umidità al 67%
Cesena – arrivo maglia rosa: pioggia debole (0.2 mm), 17°C, vento debole da S (2 – 22 Km/h), umidità al 75%

GLI ORARI DEL GIRO

13.00: inizio diretta su Eurosport
13.10: inizio diretta su RaiSport
13.10: partenza del primo corridore da Savignano sul Rubicone
13.50: arrivo del primo corridore a Cesena
14.00: inizio diretta su Rai2
16.32: partenza della maglia rosa da Savignano sul Rubicone
17.10: arrivo della maglia rosa a Cesena

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Particalarità”
Pancani: “La volata del gruppo di Foligno” (la volata del gruppo a Foligno)
Pancani: “Si sono scollinati”
Petacchi: “Ieri il vento è stato il nemico che non ha fatto attaccare le squadre”
Fabretti: “Ha vinto una tappa al GP Industria e Artigianato” (non è una corsa a tappe)
Giovannelli: “Queste citazioni letterarie gliele abbiamo fatto tradorre”
Televideo: “Domani la crono Rubicone – Cesena”
Televideo: “La situazione è tranquilla per gli uomini di classifica” (andate a domandarlo a Evenepoel)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, Terni – Fossombrone

1° Thibault Guernalec
2° Alex Kirsch a 17″
3° Niccolò Bonifazio a 28″
4° Campbell Stewart s.t.
5° Kaden Groves s.t.

Classifica generale

1° Veljko Stojnic
2° Stefano Gandin a 2′24″
3° Daan Hoole a 3′05″
4° Martijn Tusveld a 4′48″
5° Nicolas Dalla Valle a 6′10″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

19 maggio 1983 – 7a TAPPA: CAMPITELLO MATESE – SALERNO (216 Km)

VERSO IL NORD CON SARONNI IN MAGLIA ROSA

A Salerno (1° Argentin, 3° l’iridato) la corsa ha doppiato ieri la sua boa meridionale

I 10″ di abbuono gli hanno consentito di scavalcare Contini – Fallito (anche per una caduta), l’attacco di un gruppetto con Van Impe e Lejarreta – Tocca ai velocisti – Salerno, 16 anni fa

Il ponte della Concordia a Fossombrone illuminato di rosa (www.ilrestodelcarlino.it)

Il ponte della Concordia a Fossombrone illuminato di rosa (www.ilrestodelcarlino.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia

HEALY, FUGA D’AUTORE. L’IRLANDESE DOMINA L’8A TAPPA A FOSSOMBRONE. LEKNESSUND RESISTE IN ROSA

maggio 13, 2023 by Redazione  
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Ben Healy era uno degli uomini più pronosticati alla viglia dell’8a tappa. Possiamo dire che l’irlandese non ha per niente deluso le attese. Il corridore della EF Education-EasyPost ha prima contribuito a portare via (ma quanta fatica!) la fuga di giornata e ha poi staccato tutti i compagni d’avventura sul primo passaggio per il duro strappo dei I Cappuccini, quando all’arrivo mancavano oltre 50 km. Healy ha tagliato il traguardo con ben 1′49″ sul canadese Derek Gee (Israel PremierTech) che ha regolato nella volata per il secondo posto Filippo Zana (Team Jayco-AlUla) e Warren Barguil (Team Arkea-Samsic). Battaglia tra i big sull’ultimo strappo, con uno scatenato Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che è riuscito a rosicchiare 14″ ad un Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) sembrato oggi non brillantissimo. Resta in rosa Andreas Leknessund (Team DSM) con appena 8″ su Evenepoel e 38″ su Roglic.

L’8a tappa, 207 km da Terni a Fossombrone, aveva tutta l’aria d’essere la classica frazione appenninica destinata a premiare la fuga di giornata. Ad eccezione del tratto iniziale, i primi 155 km erano sostanzialmente piatti. La musica cambiava però negli ultimi 50 km vista la presenza di 3 gpm della montagna. La prima asperità era lo strappo de I Cappuccini (2,8 km al 7,9%, ultimi 1500 metri con pendenze costantemente al di sopra del 10%), posta al km 50. Subito dopo (-36) i corridori erano attesi dal Monte delle Cesane (7,8 km al 6,5%). Infine la seconda (ed ultima) ascesa verso I Cappuccini la cui cima era posta ad appena 5,9 km dal traguardo di Fossombrone.

A differenza di quanto visto ieri, la lotta per entrare nella fuga di giornata è stata molto accesa. In gruppo erano in tanti a voler cogliere l’occasione offerta dalla tappa odierna e come sempre in questi casi il risultato è stato un avvio di tappa corso a ritmi altissimi. Gli attacchi e i contrattacchi si sono sprecati per oltre 60 km. L’azione buona ha iniziato a prendere forma intorno al km 17, quando 4 corridori sono riusciti a predere un lieve margine sul gruppo: Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team), Ben Healy (EF Education-EasyPost), Carlos Verona (Movistar Team) e Derek Gee (Israel-PremierTech). Il gruppo ha continuato a mantenere un ritmo elevato visto che le squadre rimaste fuori dall’azione non si erano rassegnate a mollare. Ne è venuto fuori un lunghissimo duello con i battistada. Il quartetto di testa per tantissimi chilometri ha difeso coi denti un vantaggio che oscillava tra i 15 e i 20 secondi, mentre da dietro i contrattacchi continuavano. Al km 44 Toms Skujins (Trek-Segafredo) è riuscito a cogliere l’attimo buono riportandosi tutto solo sui battistrada, ma la bagarre non accennava ancora a calmarsi. Al km 63 un gruppetto di 6 contrattaccanti è riuscito a venire fuori dal plotone, lanciandosi all’inseguimento dei 5 di testa. Il drappello inseguitore era composto da Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), François Bidard (Cofidis), Filippo Zana (Team Jayco-AlUla), Mattia Bais (Eolo-Kometa), Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani-CSF) e Alessandro Iacchi (Team Corratec-Selle Italia). Alle loro spalle si è mosso poco dopo anche Warren Barguil (Team Arkea-Samsic).

Il gruppo si è rialzato solo al km 74, lasciando finalmente il via libera agli attaccanti di giornata. Di lì a poco Barguil è riuscito a rientrare sui 6 contrattaccanti che a quel punto pagavano ancora una ventina di secondi di ritardo dal quintetto di testa. Il ricongiungimento tra i due drappelli è avvenuto al km 80. Infine, al km 93 è giunto davanti anche Ramon Sinkeldam (Alpecin-Deceuninck), che era rimasto tutto solo all’inseguimento dei corridori di testa.
A questo punto la corsa si è stabilizzata: i 13 battistrada hanno proceduto di comune accordo, mentre dietro il gruppo tirato dagli uomini della maglia rosa Andreas Leknessund (Team DSM) seguiva con un ritardo di poco superiore ai 4 minuti (4′20″ ai -100). Il fuggitivi hanno lentamente continuato a guadagnare raggiungendo un vantaggio di 5′45″ intorno ai -60. A quel punto in testa al gruppo sono arrivate anche le squadre dei principali uomini di classifica (Ineos, Jumbo e Soudal) intenzionate a farsi trovare davanti già sul primo passaggio sul duro e stretto strappo de I Cappuccini (-50). All’imbocco dello strappo il plotone aveva ridotto lo svantaggio al di sotto dei 5 minuti.

Lungo lo strappo è scoppiata la bagarre sia tra i battistrada che nel gruppo. Davanti è stato Ben Healy a smuovere le acque. L’irlandese è scattato nel tratto più duro e si è levato di torno tutti gli avversari aumentando poi il vantaggio nella successiva breve discesa. Nel gruppo maglia rosa è stata invece l’Ineos a fare la voce grossa grazie all’andatura imposta da Pavel Sivakov e Laurens De Plus e che ha fatto staccare diversi corridori.
Al primo passaggio sul tragurdo di Fossombrone Healy vantava già 35 secondi sugli ex compagni di fuga (da cui mancava solo Iacchi) e poco più di 5 minuti sul gruppo.
Lo scatenato Healy ha continuato a guadagnare anche lungo le rampe del Monte delle Cesane scollinando con un vantaggio di oltre 1′40 sui primi inseguitori ovvero Zana, Gee, Bais, Verona e Barguil. Il gruppo invece, tirato dagli uomini di Ineos e Jumbo, procedeva con un’andatura regolare, condizione che aveva riportato il gap oltre i 5′30″. La cavalcata di Healy è proseguita senza intoppi anche nel tratto successivo che anticipava il secondo passaggio su I Cappuccini. Ai -10 il vantaggio sui 5 più immediati inseguitori sfiorava i 2 minuti, mentre il gruppo maglia rosa, ridotto a meno di 40 corridori e sempre guidato dalla Jumbo-Visma, si trovava ad oltre 6′.

La bagarre si è riaperta proprio sull’ultimo strappo. Nel gruppo degli inseguitori Zana ha piazzato uno scatto secco con l’obiettivo di guadagnarsi il secondo posto. Su di lui è però rientrato poco dopo Gee e successivamente anche Barguil. Ma lo spettacolo vero è venuto fuori nel gruppo della maglia rosa. Gli uomini della bora hanno accelarato nel tratto che precedeva lo strappo, approcciando a tutta la salita. Proprio ad inizio del tratti più duro è arrivato lo scatto di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) seguito immediatamente da Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe) e a sorpresa anche dalla maglia rosa. Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) non ha reagito subito allo scatto dello sloveno, palesando una gamba non strepitosa. Roglic a quel punto ha forzato ancora staccando prima Kaman e poi Leknessund. Evenepoel ha quindi provato a reagire, togliendosi di ruota Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) e superando poi sia il tedesco che il norvegese, ma è successivamente andato in difficoltà. Su di lui sono così piombati gli immediati inseguitori. Il duo Ineos Thomas-Geoghegan Hart lo ha superato lanciandosi all’inseguimento di Roglic. Proprio in prossimità dello scollinamento i due britannici sono rinvenuti su Roglic, mentre Evenepoel è trasitato con una decina di secondi di ritardo in compagnia di Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Damiano Caruso (Bahrain-Victorius).

Nel frattempo, Healy stava arrivando al traguardo concedendosi un lungo festeggiamento nel rettilineo finale. Dietro di lui Gee ha avuto la meglio su Zana e Barguil nello sprint per la seconda piazza. Per loro un distacco di 1′49″. 5° posto per Carlos Verona (a 2′12″) davanti a Mattia Bais (2′37″) e Toms Skujins (3′51″). Seguono Tonelli (a 3′56″) e Riesebeek (a 4′00″). 10° posto per Tao Geoghegan Hart (4′34″) che ha preceduto Roglic e Thomas. Evenepoel, giunto in compagnia di Almeida, Caruso, Jay Vine (UAE Team Emirates), Jack Haig (Bahrain-Victorius) e Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), è arrivato a 4′48″ perdendo 14″ da Roglic. Ancora più indietro Alexandre Vlasov (Bora-Hansgrohe) e Andreas Leknessund (5′08″), col norvegese che è però riuscito a difendere la maglia rosa.
La classifica generale vede ora il Norvegese in testa con appena 8″ su Evenepoel, 38″ su Roglic, 40″ su Almeida e 52″ su Thomas. Quindi troviamo Geoghegan Hart a 56″ e Aurelien Paret-Peintre (Ag2r Citroen Team) a 58″. Vlasov scende in 8a posizione ad 1′26, davanti a Caruso (1′39″) e Kamna (1′54″).

Domani è in programma la 9a tappa, una delle frazioni più attese della prima parte di Giro. I corridori saranno infatti impegnati in una prova contro il tempo di 35 km da Savignano al Rubicone a Cesena. Il percorso, piatto come il tavolo di un biliardo, presenterà lunghi drittoni e poche curva. Insomma, la classica cronometro da specialisti. Il favorito d’obbligo è Remco Evenepoel, anche alla luce del ritiro di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), positivo al covid.

Pierpaolo Gnisci

Healy, fuga dautore a Fossombrone (fonte: Getty Images Sport)

Healy, fuga d'autore a Fossombrone (fonte: Getty Images Sport

AGGUATI ALL’OMBRA DELLE GOLE

maggio 13, 2023 by Redazione  
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Al Giro d’Italia è arrivato il giorno dei muri. Alla vigilia della seconda cronometro lunga i corridori dovranno fare i conti con i colli marchigiani, percorrendo strade che ben conosce chi è un habitué della Tirreno-Adriatico. Proprio alla “Corsa dei due mari” quattro anni fa è stato per la prima volta proposto ai corridori il muro dei Cappuccini, che oggi dovrà essere ripetuto due volte in un finale di tappa che proporrà altre due verticali, quelle del Monte delle Cesane e di Montefelcino.

Le gole sono da sempre luoghi temuti dall’uomo, in passato sovente teatro di assalti a sorpresa come sperimentò a sue spese l’esercito dell’impero romano nel 231 a.C., quando subì una delle più pesanti sconfitte che la storia ricordi presso le Forche Caudine, le gole che si trovano tra Caserta e Benevento. Quelle spettacoli del Furlo, che saranno attraversate alle porte del finale odierno, gli antichi le conoscevano grazie all’angusta galleria che l’imperatore Vespasiano aveva fatto scavare per agevolare il passaggio dei viandanti e solo più avanti questo luogo divenne teatro di assalti, prima all’epoca della guerra gotica e poi molto più tardi in epoca risorgimentale, quando vi si sfidarono i soldati della Repubblica Romana e l’esercito austriaco. Senza dimenticare che luoghi del genere erano prescelti dai briganti per le loro scorribande. Nessuno di questi pericoli incontreranno i “girini” nel 2023, ma ancora una volta all’uscita dalle gole potrebbe esserci delle amare sorprese per qualcuno perché stavolta rappresenteranno la porta d’accesso a un finale di tappa particolarmente insidioso, che prevede negli ultimi 50 Km quattro brevi ma ripidi muri sui quali qualche uomo di classifica potrebbe staccarsi e perdere le ruote del gruppo. Su inclinazioni che arrivano al 19% gli scalatori vorranno ancora provare a prendersi la rivincita sugli avversari più dotati sul passo, ma in quest’occasione dovranno anche giocare al risparmio perché l’indomani il menù del Giro ha in serbo una portata per loro pesante da digerire, una cronometro totalmente pianeggiante di quasi 34 Km.
Sarà, dunque, una tappa tutta da seguire per le sorprese che potrà offrire nel finale, mentre non presenteranno particolari difficoltà i precedenti 150 Km. L’unica vera salita inserita nel percorso nella prima parte di gara sarà, infatti, il poco impegnativo Valico della Somma (5 Km al 5.8%), in cima al quale si scollinerà a poco più di 11 Km dalla partenza da Terni, subito prima di lanciarsi in discesa verso l’incantevole Spoleto, la città del “Festival dei Due Mondi”, evento che sin dal 1958 ha come scenario delle sue manifestazioni culturali i principali monumenti della cittadina umbra, dalla Piazza del Duomo alla rocca voluta dal cardinale spagnolo Egidio Albornoz. Seguiranno una ventina di chilometri in perfetta pianura, sfiorando all’inizio di questo tratto il piccolo lago delle Fonti del Clitunno, presso il quale i longobardi ricostruirono con materiale originario il tempio che gli antichi romani vi avevano eretto in onore di Giove Clitunno. Transitati ai piedi del panoramico colle conico sul quale sorge Trevi la corsa giungerà a Foligno, città abituata a mangiare pane e ciclismo avendo ospitato in questi ultimi vent’anni, come sede d’arrivo o partenza, quattro volte il Giro d’Italia e cinque la Tirreno-Adriatico, corsa che ha un legame speciale con la città umbra perché nel 1966 vi terminò la prima della tappa della prima edizione, terminata con il successo dell’elvetico Rolf Maurer, che allo sprint ebbe ragione dei veneti Dino Zandegù e Flaviano Vicentini. I chilometri successi vedranno il gruppo risalire in lieve falsopiano la Valtopina in direzione di Nocera Umbra, borgo dominato dal ricostruito Campanaccio, torre quasi completamente demolita dal terremoto del 1997, e nel quale ammirare una piccola ma interessante pinacoteca ospitata nella sconsacrata chiesa di San Francesco. Affrontata una dolce salitella a cavallo del passaggio da Nocera (2.8 Km al 4.5%), la strada ridiventerà pianeggiante pedalando alla volta di Gualdo Tadino, altro centro che al Poverello d’Assisi ha dedicato una chiesa meritevole d’una sosta, così come la Rocca Flea, tipica fortificazione del basso Medioevo. Lievi e quasi impalpabili tratti in leggera ascesa interverranno successivamente a “inquinare” la pianura, mentre il percorso va a sfiorare il borgo di Fossato di Vico, che ebbe notevole importanza in epoca romana, quand’era una stazione di posta nella quale cambiare i cavalli, dormire e rifocillarsi durante gli estenuanti viaggi sulle strade consolari dell’epoca. Tornata scorrevole sotto le ruote dei corridori, la strada introdurrà quindi il gruppo nel centro di Sigillo, borgo che per gli appassionati di speleologia è il campo base al quale appoggiarsi prima di salire sul Monte Cucco e introdursi nella spettacolare e omonima grotta, una delle più estese d’Italia, scoperta nel 1499, esplorata solamente a partire dal 1883 e aperta ufficialmente al pubblico nel 2009.
Prima di lasciare l’Umbria si dovrà scavalcare uno dei più agevoli valichi appenninici, il Passo della Scheggia, che sul versante che percorreranno i “girini” in salita presenta appena 600 metri d’ascesa al 4.7% di pendenza media. Tenere sono le inclinazioni anche nella successiva discesa (2.3 Km al 5.2%), conclusa la quale la Corsa Rosa farà il suo ingresso nelle Marche, accolta sulle strade di Cantiano, centro che lo scorso autunno è stato tra i più colpiti dalle alluvioni che hanno devastato la regione. Procedendo in lieve discesa si giungerà quindi a Cagli, dove l’imponente Torrione Martiniano fa da sentinella al borgo e all’imbocco della ripida salita diretta al Monte Petrano, sul cui altipiano nel 2009 terminò il tappone del Giro d’Italia del Centenario, vinto da Carlos Sastre, il corridore spagnolo che l’anno prima si era imposto a sorpresa al Tour de France, mentre in quell’edizione del Giro terminerà – anche in seguito alle squalifiche di Danilo Di Luca e Franco Pellizotti – in seconda posizione a quasi 4 minuti dal russo Denis Menchov.
Il passaggio dalla vicina Acqualagna recherà con sé l’aroma dei pregiati tartufi bianchi che costituiscono il principale vanto della cittadina marchigiana, biglietto da visita dell’imminente passaggio attraverso le gole del Furlo, nelle quali il gruppo giungerà dopo aver sfiorato l’antica abbazia di San Vincenzo. Infilatosi nella stretta galleria – 6 metri di larghezza, tuttora in “esercizio” – fatta scalpellare nella viva roccia dall’imperatore Vespasiano, il gruppo tornerà alla luce del sole alle porte di Fossombrone, dove si svolterà subito in direzione del Colle dei Cappuccini, detto anche Colle dei Santi perché nel monastero francescano – uno dei primi fondati dal San Francesco – hanno dimorato diversi frati che sono saliti agli onori degli altari, il più celebre dei quali è Francesco da Copertino, il monaco pugliese venerato come patrono degli studenti. Madonne e santi li vedranno anche i “girini” perché alle soglie del convento si arriverà dopo aver affrontato il primo dei tre muri che caratterizzano il finale, una verticale di 2 Km al 10% e un picco massimo del 19%, il tutto “condito” da una sede stradale molto stretta che contribuirà ad acuire la selezione. Non si tratterà di una sorpresa per il gruppo, almeno per quelli che c’erano il 16 marzo del 2019 quando questa salita è stata affrontata nel finale della tappa di Fossombrone della Tirreno-Adriatico, rocambolescamente conquistata dal kazako Alexey Lutsenko nonostante le due cadute nelle quali incappò nel corso della discesa successiva e il fatto d’esser stato raggiunto dagli inseguitori proprio a causa di questi incidenti. Raggiunto il traguardo di Fossombrone inizierà il primo due giri del circuito finali, previsti su due percorsi completamente differenti. Il primo anello, lungo circa 33 Km, debutterà con il secondo muro, 2300 metri al 10.7% necessari per rimontare la collina sulla quale si stagliano i resti della Rocca Malatestina. Stavolta non ci sarà scollinamento perché, terminato il muro, la salita proseguirà per altri 3 Km, nel corso dei quali la pendenza media cala leggermente al 9.3%. Attraversata la foresta delle Cesane, polmone verde che si estende per quasi 1500 ettari, la successiva discesa porterà a Isola del Piano, dove si potrà ingannare l’attesa del passaggio del gruppo, oramai selezionati dai primi due muri, entrando nell’ex chiesa dell’Annunziata, che conserva dipinti di Giovanni Santi, un’artista il cui nome ai più non dice nulla ma che è notissimo agli appassionati d’arte poiché si tratta del padre del celeberrimo Raffaello Sanzio. Un terzo muro, che sull’altimetria si nota a malapena (Montefelcino, 800 metri all’11%), anticiperà l’ultimo tratto di pianura della tappa, al termine del quale si chiuderà il primo giro di circuito e s’inizieranno i 10 Km conclusivi, nei quali si andrà a ripetere nuovamente il muro dei Cappuccini. Stavolta, però, il bianco cordiglio che stringe i sai dei fraticelli potrebbe per qualche corridore giunto fin qui in debito d’energie trasformarsi in un fatal cappio al collo.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico della Somma (646 metri). Valicato in galleria dalla Strada Statale 3 “Via Flaminia” tra Terni e Spoleto, si trova poche decine di metri più in basso rispetto al valico geografico vero e proprio (circa 680 metri). Quotato 665 metri sulle cartine del Giro 2023, dal 1933 – anno dell’istituzione della speciale classifica degli scalatori – a oggi è stato proposto in 6 occasioni dal GPM. “Battezzata” da Gino Bartali nel 1950 (Perugia – L’Aquila, vinta dal piemontese Giancarlo Astrua), la Somma è stata poi conquistata dall’olandese Wout Wagtmans nel 1957 (Loreto – Terni, vinta dal medesimo corridore), dal palermitano Antonino Catalano nel 1960 (Terni – Rimini, vinta dal cremasco Pierino Baffi), da Gianni Bugno nel 1986 (Rieti – Pesaro, vinta dal bresciano Guido Bontempi), dall’australiano Nathan Hass nel 2014 (Frosinone – Foligno, vinta dal francese Nacer Bouhanni) e dall’emiliano Giovanni Aleotti nel 2021 (L’Aquila – Foligno, vinta dallo slovacco Peter Sagan).

Passo della Scheggia (632 metri). Valicato dalla Strada Statale 3 “Via Flaminia” tra Scheggia e Cantiano, è quotato 635 metri sulle cartine del Giro 2023. Noto anche con il nome di Forca Lupara, è stato spesso luogo di passaggio del Giro, che non l’ha mai proposto come traguardo GPM (ultimo passaggio in occasione della pocanzi citata Rieti – Pesaro del 1986). Non va confusp con il Valico di Scheggia che si trova in Toscana, tra Arezzo e Anghiari, e che in passato è stato affrontato in alcune occasioni al Giro.

Gola del Furlo (177 metri). Attraversata dal vecchio tracciato della Strada Statale 3 “Via Flaminia” tra Acqualagna e Fossombrone. Quotata 180 metri sulle cartine del Giro 2023, è stata attraversata l’ultima volta dal Giro nel 1999 durante la tappa Ancona – Sansepolcro, vinta da Mario Cipollini.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La gola del Furlo e l’altimetria dell’ottava tappa del Giro 2023 (www.tripendipity.com)

La gola del Furlo e l’altimetria dell’ottava tappa del Giro 2023 (www.tripendipity.com)

CIAK SI GIRO

Pochi lo sanno ma il premio Oscar, l’ambita statuetta dorata assegnata fin dal 1929, ha una parte di fondamenta ben piantate in terra umbra. Alle porte di Terni furono, infatti, girate le più significative scene della pellicola che nel 1999 conquistò ben tre Oscar, attribuiti rispettivamente a Roberto Benigni per il miglior film in lingua straniera, allo stesso regista per il miglior attore protagonista e al compositore romano Nicola Piovani per la colonna sonora. Avrete già capito che stiamo parlando de “La vita è bella”, film che narra le vicende della famiglia Orefice, ebrea e per questo destinata al campo di concentramento tedesco dove il padre Guido (Benigni) perderà la vita per salvarla al figlio Giosuè, interpretato da Giorgio Cantarini. Ebbene, quel che nel film viene presentato come lager in realtà era un complesso industriale chimico in abbandono situato in quel di Papigno, frazione di Terni posta lungo la strada diretta alle celebri Cascate delle Marmore. Il luogo era dismesso da diversi anni e poco tempo prima l’inizio delle riprese era stato acquistato d Cinecittà e riconvertito per usi cinematografici con la realizzazione dei teatri di posa Spitfire, che poi prenderanno il nome di Umbria Studios. Dopo il clamoroso e inatteso successo de “La vita è bella”, Benigni tornerà altre volte in questo luogo inevitabilmente rimastogli nel cuore e, in particolare, qui girerà anche diverse scene del suo successivo film da regista, l’ennesima trasposizione cinematografica della favola di Pinocchio. Girata in Umbria anche la struggente scena finale del film – l’incontro tra Giosuè e la madre Dora (Nicoletta Braschi, moglie anche nella realtà di Benigni) fu filmato a Castellonalto, frazione di Ferentillo – il resto delle riprese ebbero come scenario la Toscana, salvo una capatina alla stazione ferroviaria di Ronciglione, in Lazio, dalla quale inizierà il viaggio in treno verso il campo di concentramento. Così la deliziosa villa liberty nella quale abita la famiglia Orefice fino allo scoppio della guerra si trova a Montevarchi, mentre a due passi dalla spettacolare Piazza Grande di Arezzo viene pronunciata una delle battute più celebri del film, “Maria, butta la chiave!”. Si tratta di location scelte non a caso dal celebre attore toscano, che è aretino d’origine: infatti, anche il suo paese natale, Castiglion Fiorentino, fu omaggiato con la ripresa della scena nella quale Benigni viene nientemeno scambiato che per il re d’Italia Vittorio Emanuele III.

In collaborazione con www.davinotti.com

Il momento dell’arrivo del carro armato americano dopo la liberazione del campo di concentramento nel finale de “La vita è bella”: nella finzione siamo in Germania, nelle realtà alle porte di Terni (www.davinotti.com)

Il momento dell’arrivo del carro armato americano dopo la liberazione del campo di concentramento nel finale de “La vita è bella”: nella finzione siamo in Germania, nelle realtà alle porte di Terni (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-vita-e-bella/50003584

FOTOGALLERY

Terni, anfiteatro

Spoleto, Piazza del Duomo

Fonti del Clitunno

Il colle di Trevi

Nocera Umbra, il Campanaccio (sulla destra)

Gualdo Tadino, Rocca Flea

Grotta di Monte Cucco (www.umbriaoggi.it)

Cagli, Torrione Martiniano

Acqualagna, abbazia di San Vincenzo al Furlo

L’angusta galleria scavata nella Gola del Furlo

Fossombrone, Rocca Malatestiana (www.pinterest.it)

La foresta delle Cesane

Fossombrone, convento dei Cappuccini

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DEL GRAN SASSO D’ITALIA

maggio 12, 2023 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia, fuga da leggenda e trionfo sul Gran Sasso: sorriso Bais, Leknessund resta in rosa

Gazzetta dello Sport

Belgio

Eerste aankomst bergop in de Giro baart een muis: Remco Evenepoel wint prestigesprintje, Italiaanse vluchter maakt droom waar

Het Nieuwsblad

Slovenia

Baisu čast in slava, Roglič brez težav sledil Evenepoelovemu šprintu

Delo

Gran Bretagna

Davide Bais triumphs on Gran Sasso after ‘boring’ stalemate

The Guardian

Francia

Premier succès pour Bais, statu quo chez les favoris

L’Équipe

Spagna

Fumata blanca

AS

Portogallo

Davide Bais vence em dia de apatia no pelotão

Público

Paesi Bassi

Bais stunt met prachtige ritzege in de Giro, geen spektakel klassementsmannen

De Telegraaf

Norvegia

Leknessund forsvarte sammenlagtledelsen og beholder rosa trøye: – Han kjører som en gud

Aftenposten

Germania

Bais gewinnt die Giro-Kraftprobe

Kicker

USA

Giro leaders play it safe on first mountain stage as breakaway rider Bais wins

The Washington Post

Colombia

Santiago Buitrago y Einer Rubio suben como espuma en el Giro de Italia

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Tutto il resto è noia (Franco Califano)

METEOGIRO

Terni : poco nuvoloso, 20°C, vento debole da SO (3 – 15 Km/h), umidità al 48%
Foligno (traguardo volante – 47.9 Km): cielo coperto, 20°C, vento moderato da O (6 – 22 Km/h), umidità al 45%
Sigillo (traguardo volante – 97.3 Km): poco nuvoloso, 12°C, vento debole da E (6 – 22 Km/h), umidità al 69%
Cagli (129 Km): pioggia debole (1.6 mm), 16°C, vento debole da NE (6 – 28 Km/h), umidità al 68%
Fossombrone (primo passaggio – 162.6 Km): pioggia debole (1.1 mm), 17°C, vento moderato da SE (10 – 28 Km/h), umidità al 84%
Fossombrone – arrivo: pioggia debole (1 mm), 16°C, vento moderato da SE (10 – 29 Km/h), umidità al 82%

GLI ORARI DEL GIRO

11.30: inizio diretta su Eurosport
11.50: inizio diretta su RaiSport
12.00: partenza da Terni
13.10-13.15: traguardo volante di Foligno
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.30: traguardo volante di Sigillo
15.35-16.00: GPM dei Cappuccini (1° passaggio)
15.45-16.10: primo passaggio dal traguardo
16.05-16.35: GPM di Monte delle Cesane
16.40-17.10: secondo passaggio da Fossombrone
16.45-17.20: GPM dei Cappuccini (2° passaggio)
16.55-17.30: arrivo a Fossombrone

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Genovesi: “Costanze Girardengo”
Borgato: “Sono stata affiancata dalla maglia della Bora” (ammiraglia)
Borgato: “Vlasov, il corridore rosso della Bora” (russo)
Intervistato da Martini: “Fa freddo, come potete ben vedere”
Petacchi: “Domani c’è una crono per le fughe”
Borgato: “Stavate parlavando”
Garzelli: “Avrebbero provato a vincere questa fantastica squadra” (tappa)
Televideo: “Cristian Scaroni” (Christian)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della settima tappa, Capua – Gran Sasso d’Italia

1° Samuele Zoccarato
2° Kaden Groves a 52″
3° Niccolò Bonifazio s.t.
4° Alexander Krieger s.t.
5° Oscar Riesebeek s.t.

Classifica generale

1° Stefano Gandin
2° Veljko Stojnic a 1′11″
3° Daan Hoole a 4′16″
4° Martijn Tusveld a 5′59″
5° David Dekker a 6′20″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

18 maggio 1983 – 6a TAPPA: VASTO – CAMPITELLO MATESE (145 Km)

SOLO UNO SPAGNOLO DAVANTI A SARONNI

A Campitello vince Alberto Fernandez, secondo l’iridato

Staccato Baronchelli, crollano (a due minuti) Prim e Moser – Ora il campione del mondo è a 2″ dalla «maglia rosa» Contini – Terzo in classifica «Nonno» Panizza – Oggi scalata al Terminio – Gelosia anti-calcio

Il Forte Spagnolo dellAquila illuminato di rosa (abruzzoweb.it)

Il Forte Spagnolo dell'Aquila illuminato di rosa (abruzzoweb.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli

BIG IN CONTROLLO TRA LE NEVI DEL GRAN SASSO, VIA LIBERA ALLA FUGA

maggio 12, 2023 by Redazione  
Filed under News

Una fuga composta da quattro corridori, poi rimasti in tre, durata oltre 200 chilometri è andata all’arrivo senza particolari problemi per gentile concessione del gruppo. Infatti, nonostante il terreno per attaccare, quantomeno nel finale, ci fosse, i “big” hanno deciso di concedersi una giornata di riposo. La squadra della maglia rosa ha badato solo a tutelare il simbolo del primato.

La cronaca della tappa di oggi può constare davvero di poche righe.
In effetti vi è stata una fuga animata da Davide Bais (Eolo-Kometa), Karel Vacek (Corratec-Selle Italia), Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty) e Henok Mulubhran (Green Project-Bardiani Csf-Faizané). partita nelle primissime fasi della frazione e alla quale il gruppo ha concesso il via libera. Il ritmo durante tutta la gara è sempre stato piuttosto blando, tanto che i tre avventurieri di giornata, pur visibilmente esausti nel finale, non hanno avuto problemi a mantenere un vantaggio rassicurante e andare a giocarsi la tappa.
Il vantaggio massimo è stato, infatti, di 12 minuti per poi ridursi progressivamente e veleggiare a lungo intorno ai 6 minuti. Lungo l’ascesa finale il gruppo ha recuperato sino a giungere al traguardo con circa 3 minuti di ritardo.
I fuggitivi rimangono in tre lungo la salita verso Roccaraso, che vede Mulubhran alzare bandiera bianca. Nel finale non ci sono grandi tentativi se non brevi accenni di allungo e negli ultimi 200 metri Davide Bais dimostra di averne di più e riesce a tagliare il traguardo in testa, distanziando gli altri due di qualche secondo.
Il gruppo dietro è stato guidato quasi sempre dalla squadra della maglia rosa che, nella propria ottica, ha giustamente solo pensato ad evitare che il vantaggio all’arrivo fosse superiore ai 7 minuti, la “distanza” che in classifica separava Petilli da Andreas Leknessund (Team DSM). Quello che, invece, ha sorpreso è stato l’atteggiamento delle squadre degli uomini di classifica, che non hanno provato ad alzare il ritmo per chiudere sulla fuga e lanciare i capitani alla ricerca di un attacco o, perlomeno, di un abbuono. Corridori esplosivi e forti allo sprint e che devono recuperare terreno come Primoz Roglic (Jumbo-Visma) avrebbero dovuto almeno tentare di rosicchiare qualche secondo in classifica, soprattutto in vista della lunga e piatta frazione contro il tempo prevista per domenica e favorevole al campione del mondo.
Parimenti, ha sorpreso il fatto che, arrivati gli ultimi 4 chilometri, con pendenze spesso in doppia cifra, nessuno abbia provato un allungo, anche solo per vedere la reazione degli avversari o comunque verificare le condizioni di Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) dopo la doppia caduta nella tappa di Salerno.
A guardare l’atteggiamento del gruppo negli ultimi chilometri sembra quasi ci sia stato un tacito patto di non belligeranza, cosa abbastanza inspiegabile proprio in vista di una cronometro ad esito della quale l’iridato potrebbe trovarsi in testa alla classifica con un enorme vantaggio, un po’ come accadeva nei primi anni ‘90 con Miguel Indurain che incamerava vantaggi enormi prima delle montagne, sulle quali si limitava a gestire senza troppi patemi.
La verità è che sia la tappa con arrivo a Lago Laceno, sia quella odierna avevano proprio lo scopo di promuovere le prime schermaglie tra i big per muovere un po’ la classifica dopo la cronometro di apertura che, nelle intenzioni degli organizzatori, non avrebbe dovuto creare distacchi così netti.
Quanto andato in scena oggi manda a ramengo anche gli assurdi appunti mossi durante il Processo alla Tappa ai chilometraggi delle frazioni. E’ stato detto che le tappe di trasferimento dovrebbero essere più corte, adattate ai tempi televisivi perché altrimenti lo spettatore si annoia.
La tappa di oggi, che non era affatto di trasferimento e nella quale c’era terreno nella seconda parte per fare corsa dura, ha avuto lo stesso copione, ovvero una fuga partita nei primi chilometri con il gruppo in controllo. Ciò dimostra che non è il chilometraggio a determinare lo spettacolo, né i percorsi, bensì il modo in cui i corridori affrontano la gara. Certamente il percorso deve essere costruito in modo da offrire ai corridori la possibilità di inventarsi qualcosa, poi sta agli atleti il compito di tradurre in pratica le possibilità offerte dal tracciato, cosa che oggi gli atleti – vuoi per paura, vuoi per il freddo, vuoi per il timore di spendere energie o di trovarsi in difficoltà – non hanno voluto fare.
In questa ottica è assurdo che ci sia chi chiede di adattare le corse ai tempi televisivi per il fatto che ci sono le dirette integrali delle tappe. Nel momento in cui la televisione prende la decisione di trasmettere le tappe integralmente, sa perfettamente come è fatto il ciclismo, quali sono i chilometraggi e quelli che possono essere gli sviluppi di una tappa. Non si può pretendere che per una scelta della TV di trasmettere le tappe integrali lo sport si debba adeguare, perché in questo modo si riduce lo sport ad un prodotto sottoposto alle regole economiche del mercato e della domanda e questo è l’esatto contrario di ciò che è lo sport. Il ciclismo è anche attesa, contemplazione e, sì , è anche noia, è anche tappe di trasferimento con copioni già scritti, così è sempre stato e così sempre sarà e non può certo stravolgersi per esigenze televisive.
Sono semmai le televisioni che, se vogliono trasmettere lo sport, debbono adattarsi alle regole e ai tempi di quello sport. Se la diretta integrale si rivela poco appetibile è sempre possibile tornare a trasmettere integralmente solo i tapponi di montagna e riservare alle altre frazioni un paio di ore di trasmissione in diretta.
Le emozioni offerte dalle tappe di montagna sono comunque anche determinate dai percorsi affrontati in precedenza. In una corsa come la Sanremo una salita come il Poggio, sulla quale normalmente non si staccherebbero neppure i velocisti puri, fa selezione proprio perché arriva dopo 300 Km di corsa.
Per fortuna Mauro Vegni, interpellato sull’argomento, ha manifestato il proprio disappunto per queste proposte assurde, condite con spunti ancor peggiori come l’idea di correre in circuito quando il fascino del ciclismo sta proprio nel continuo cambio di paesaggio.
Lo stesso concetto di giro di un paese è del tutto antitetico all’idea di correre in circuito.
Le azioni poste in essere al Tour de France da Pogacar, al Giro del 2018 da Froome e nella Corsa Rosa 2019 da Carapaz (e in generale le varie imprese) dimostrano che la questione sta nella voglia dei corridori di darsi battaglia e anche di rischiare, dando fondo alle energie che gli stessi riescono a mettere in campo. La famosa minitappa del Tour de France di 65 Km con la partenza in griglia stile formula uno per stimolare la battaglia da subito si è rivelata un clamoroso flop e non è stata più riproposta.
Nella tappa di oggi abbiamo avuto indicazioni di un Roglic che probabilmente ha paura della condizione attuale di Evenepoel e si sente battuto anche in volata; cerca di limitare i danni, sperando in un calo del campione del mondo nella terza settimana, visto che il belga è giovane e meno esperto dello sloveno e sembra avere una squadra non all’altezza.
In questo senso è stata una occasione persa la tappa di Lago Laceno, dove un pizzico di forcing in più da parte della Ineos, che punta certamente con i suoi fondisti alla terza settimana, avrebbe lasciato Evenepoel in rosa e il peso di condurre la corsa sulle spalle della sua squadra.
La tappa di domani propone insidie sulle quali si spera di vedere almeno qualche schermaglia. Già il Monte delle Cesane presenta un tratto al 18% e i due chilometri finali al dieci, ma lo strappo dei Cappuccini, che pure ha una punta del 19% ed un chilometro all’undici, è posto a soli 6 Km dalla conclusione e potrebbe rappresentare il giusto trampolino per provare almeno a dare un segnale alla vigilia della cronometro.
Non resta che aspettare e sperare in un salto di qualità.

Benedetto Ciccarone

Larrivo dei big al traguardo del Gran Sasso (foto Stuart Franklin/Getty Images)

L'arrivo dei big al traguardo del Gran Sasso (foto Stuart Franklin/Getty Images)

12-05-2023

maggio 12, 2023 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’italiano Davide Bais (EOLO-Kometa Cycling Team) si è imposto nella settima tappa, Capua – Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore), percorrendo 218 Km in 6h08′40″, alla media di 35.479 Km/h. Ha preceduto di 9″ il ceco Karel Vacek (Team corratec – Selle Italia) e di 16″ l’italiano Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty). Il norvegese Andreas Leknessund (Team DSM) è ancora maglia rosa con 28″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 30″ sul francese Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 10° a 1′59″

TOUR DE HONGRIE

L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si è imposto nella terza tappa, Kaposvár – Pécs, percorrendo 179.9 Km in 4h26′57″, alla media di 40.435 Km/h. Ha preceduto di 8″ il britannico Ben Tulett (INEOS Grenadiers) e di 10″ il britannico Max Poole (Team DSM). Miglior italiano Matteo Fabbro (BORA-hansgrohe), 6° a 12″. Hirschi è il nuovo leader della classifica con 10″ su Tulett e 16″ su Poole. Miglior italiano Fabbro, 6° a 22″

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

L’argentino Laureano Rosas (Gremios por el Deporte Cutral Co.) sè imposto nella seconda tappa, Formosa – Herradura, percorrendo 125.5 Km in 2h40′56″, alla media di 46.79 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Samuel Quaranta (nazionale italiana) e l’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana). Anchieri è ancora leader della classifica con 2″ su Quaranta e 4″ su Rosas

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

La polacca Daria Pikulik (Human Powered Health) si è imposta nella quarta tappa, Mûr-de-Bretagne – Kervignac, percorrendo 136 Km in 3h27′22″, alla media di 39.351 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Arianna Fidanza (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e Martina Alzini (Cofidis Women Team). L’australiana Grace Brown (FDJ-SUEZ) è ancora leader della classifica con 17″ sulla francese Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber 93) e 26″ sull’italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo)

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella prima tappa, Etxebarria – Markina-Xemein, percorrendo 122.2 Km in 3h16′32″, alla media di 37.307 Km/h. Ha preceduto di 47″ l’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx) e di 49″ la polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 8° a 1′35″. La Vollering è la prima leader della classifica con 50″ sulla Reusser e 55″ sulla Niewiadoma. Miglior italiana la Paladin, 8° a 1′45″.

NIENTE OZI, C’È IL GRAN SASSO

maggio 12, 2023 by Redazione  
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Il Giro torna sul Gran Sasso con una tappa fotocopia di quella vinta da Simon Yates nel 2018. Gli ultimi 135 Km saranno gli stessi di quella frazione e così si torneranno ad affrontare in successione le salite di Roccaraso e di Calascio prima d’intraprendere quella conclusiva, presa dal versante meno impegnativo e disegnata attraverso gli affascinanti scenari di Campo Imperatore. Se tutto andrà come cinque anni fa lassù non dovrebbero registrarsi grandissimi distacchi, ma la fame di secondi degli scalatori potrebbe rendere la tappa più dura del previsto. E guai a distrarsi ad ammirare i panorami offerti dal Giro, gli ozi potrebbero essere pagati a carissimo prezzo…

Se in gruppo ci fosse qualche “girino” appassionato di storia rammenterà che Capua, la località dalla quale scatterà la settima tappa della Corsa Rosa, è celebre per gli “ozi” che vi godettero Annibale e l’esercito cartaginese durante la seconda guerra punica, bagordi che secondo molti studiosi infiacchirono gli occupanti al punto da compromettere l’esito della guerra, terminata con una netta vittoria dell’esercito dell’Impero Romano, che si trovò così a ottenere la supremazia sulla parte occidentale del bacino del Mediterraneo. Fu un errore fatale, che non dovranno assolutamente commettere i partecipanti al Giro 2023 perché da Capua prenderà il via la prima tappa d’alta montagna, diretta a un traguardo che – al di là della sua quota di 2135 metri – non appare particolarmente temibile, anche perché non si salirà dal più impegnativo versante dell’Aquila, quello della vittoria di Marco Pantani al Giro del 1999. S’è, infatti, scelto d’inserire quello più semplice di Santo Stefano di Sessanio, che fu affrontato anche nel 2018 al termine di una tappa che, a partire dall’83° Km di gara, sarà un esatto clone della frazione odierna e che terminò con una vera e propria volata d’alta quota tra le “alte quote” di quell’edizione. A imporsi fu la maglia rosa Simon Yates, che ebbe ragione del francese Pinot e del colombiano Esteban Chaves, con gli altri favoriti che terminarono con pochi secondi di ritardo e una ventina di corridori raccolti nello spazio di un minuto. I margini di manovra per gli scalatori saranno limitati agli ultimi 4.5 Km, nei quali la strada propone una pendenza media dell’8.2% e un picco massimo del 13%, raggiunto quando alla linea d’arrivo mancheranno 1500 metri. Ma, come abbiamo ripetuto più volte dall’inizio del Giro, l’aumento dei chilometri che si dovranno percorrere a cronometro renderà necessario approfittare di ogni occasione utile, anche la più piccola, per erodere il vantaggio già accumulato di passisti, senza esagerare perché nelle successive 48 ore saranno previste l’insidiosa tappa di Fossombrone e l’altra prova contro il tempo lunga, quella di Cesena.
Tornando agli “ozi” capuani potrebbero anche ispirarli il tratto iniziale di questa tappa, che prenderà il via con sessantina abbondante di chilometri pianeggianti, percorrendo la strada statale Casilina in direzione dell’antica Cales, il centro principale della terra un tempo chiamata Ausonia, presso la cui area archeologica si trovava il borgo medioevale di Calvi Vecchia, quasi interamente distrutto dai Saraceni nel 879 e sulle cui “ceneri” saranno successivamente costruite la romanica cattedrale di San Casto e l’isolato Castello Aragonese. Percorsi circa 25 Km dalla partenza si toccherà Vairano Scalo, dove un monumento eretto presso l’edificio della Taverna della Catena ricorda che qui il 26 ottobre 1860 sarebbe avvenuto lo storico incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, evento che simbolicamente chiuse la spedizione dei Mille e che gli storici avrebbero in realtà “geolocalizzato” da tempo nella non distante Borgonuovo, frazione di Teano. Subito dopo la corsa farà ritorno sulle strade del Molise, il cui territorio, come avvenuto nella tappa di Melfi, sarà attraversato per circa 50 Km, toccando direttamente un solo centro abitato, quello di Venafro, d’origine molto antiche come testimoniano gli scavi che hanno riportato alla luce tracce di un acquedotto romano e di un teatro mentre è rimasta solo la pianta ellittica del “Verlasce”, anfiteatro che poteva accogliere fino a 15.000 spettatori e oggi trasformato in una piazza che ricorda quella più celebre di Lucca. Il tratto successivo vedrà il gruppo risale la parte alta della valle del Volturno, il fiume più lungo dell’Italia meridionale (175 Km), che ha le sue sorgenti da un laghetto situato a quasi 500 metri d’altezza non distante dal borgo di Rocchetta a Volturno, presso il quale nel 2010 è stato aperto un museo dedicato alle due guerre mondiali. Sfiorata l’area presso la quale si trova l’abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno, sito composto dagli scavi del monastero longobardo fondato nel V secolo e da quello costruito nel XII secolo sulla sponda opposta del fiume, il gruppo si troverà ai piedi della prima delle quattro salite di giornata, diretta al centro di Rionero Sannitico, storico luogo di passaggio della Corsa Rosa dal quale il Giro transitò fin dalla prima edizione, epoca nella quale assieme al vicino Valico del Macerone costituiva una difficoltà temutissima per pendenze e cattivo stato del fondo stradale. A dire il vero i “girini” non affronteranno nessuno dei due versanti “classici” di questa salita perché si percorrerà una delle due veloci superstrade che permettono di superare d’un balzo il tratto degli appennini dove i geografi hanno convenzionalmente collocato il confine geologico tra l’Italia centrale e il meridione della nostra nazione. Terminata la lunga ma pedalabile salita (14.4 Km al 4.6%) all’altezza dello svincolo sottostante Rionero, si andrà quindi a innestarsi sul tracciato della tappa del 2018 alle porte di Castel di Sangro, centro che rammenta nel nome uno scomparso maniero distrutto nel 1228 dalle truppe del cardinale Colonna per punire un signorotto locale della fedeltà dimostrata al re di Sicilia Federico II di Svevia. Qui inizierà la seconda salita di giornata, che in 9 Km al 4,8% sale a Roccaraso, la più nota località di sport invernali dell’Abruzzo, situata all’estremità meridionale dello spettacolare Altopiano delle Cinquemiglia, che il gruppo attraverserà agevolmente percorrendo, subito dopo lo scollinamento, una scarsa dozzina di chilometri in perfetta pianura. Non era così in passato, quando prima di attraversare le Cinquemiglia si consigliava ai viandanti di far testamento a causa dell’elevato rischio d’incappare in branchi di lupi, in orde di briganti o in rovinose tormente di neve, come quelle che tra il 1528 e il 1529 falcidiarono due eserciti di passaggio causando ben 800 vittime. Tornati a valle, la corsa sarà attesa sulle strade di Sulmona, cittadina famosa anche fuori d’Italia per la produzione di confetti, che si possono sgranocchiare ammirandone i suoi principali monumenti, come l’acquedotto medioevale che sfiora la centralissima Piazza Garibaldi, le sue numerose chiese e, appena fuori città, la Badia Morronese fondata nel 1293 dall’eremita Pietro Angeleri, passato alla storia come Celestino V, il papa del dantesco “gran rifiuto”. Siamo all’inizio del tratto che condurrà dritti ai piedi del Gran Sasso, circa 25 Km chilometri di velluto nel corso dei quali si transiterà per Popoli, centro dal quale ha inizio la “Strada delle Svolte”, itinerario in salita movimentato da quattro tornanti che dal 1963 è teatro di una cronoscalata automobilistica giunta alla 61a edizione. In diverse occasioni anche il Giro ha affrontato le “Svolte”, ma non accadrà quest’anno poiché dopo Popoli ci sarà ancora un lungo tratto da percorrere in pianura, infilandosi nella Valle del Tirino, all’inizio della quale si trova uno dei più importanti complessi industriali d’Italia, creato nel 1901 e che sei anni dopo fu il primo nella nostra nazione a produrre alluminio utilizzando il metodo elettrochimico. L’ultimo tratto sul fondovalle vedrà i corridori attraversare il centro di Bussi sul Tirino e sfiorarne uno dei suoi monumenti più caratteristici – la chiesa di Santa Maria di Cartignano, totalmente priva del corpo centrale a causa dei terremoti che l’hanno ripetutamente colpita – poco prima di giungere all’appuntamento con il Gran Sasso. La prima fetta della lunga ascesa finale sarà considerata GPM a parte, una volta percorsi i 13,5 Km al 6% che terminano all’altezza di Calascio, centro dominato dall’altura sulla quale sorgono i suggestivi resti dell’omonima rocca, presso i quali si trova anche l’ottagonale chiesa di Santa Maria della Pietà. Dopo il passaggio da Calascio la salita momentaneamente s’interromperà per circa 5 km lasciando spazio al lieve falsopiano verso il delizioso borgo di Santo Stefano di Sessanio, sovrastato dalla Torre Medicea, tornata visibile nel 2021 una volta terminati i lunghi lavori di ristrutturazione resisi necessari a causa dei crolli provocati dal terremoto dell’Aquila del 2009. Alle porte di Santo Stefano la strada tornerà a salire, diretta all’altopiano di Campo Imperatore che, contrariamente a quanto segnalato sull’altimetria ufficiale della tappa, non coincide con la zona dove si concluderà la tappa ma si trova più a valle, a un’altitudine media di 1800 metri. Punteggiato da una decina di piccoli laghetti poco profondi come il Racollo e il Pietranzoni, i corridori lo raggiungeranno con 10 Km d’ascesa agevole (media del 4%), seguiti da un tratto in quota vallonato di sei chilometri e mezzo, percorrendo il quale si confluirà sulla principale strada d’accesso all’altopiano, che sale dall’Aquila, e si transiterà a breve distanza dai ruderi della chiesetta di Sant’Egidio, la cui costruzione risale all’anno 1000. Sfiorato il citato laghetto Petranzoni, la salita tornerà a essere definitiva protagonista del tracciato nel già illustrato tratto conclusivo.
Il Gran Sasso è già pronto a rituffarsi nel mare rosa del Giro, chissà fin dove si spingeranno i suoi concentrici cerchi….

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Selletta di Visciano (150 metri).. Vi transita la Strada Statale 6 “Via Casilina” tra i bivi per Calvi Risorta e Teano, non distante dall’omonima località. Il Giro vi è transitato spesso, senza mai affrontarla come traguardo GPM. L’ultimo passaggio è avvenuto nel 2014 durante la tappa Sassano – Montecassino, vinta dall’australiano Michael Matthews.

Colle della Portella (1271 metri). Valicato dalla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” tra Roccaraso e l’altopiano delle Cinquemiglia, all’altezza del bivio per Rivisondoli. Vi sorge il santuario della Madonna della Portella.

Valico Piano delle Cinquemiglia (1265 metri). Valicato dalla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica” all’inizio della discesa che dall’altopiano delle Cinquemiglia conduce verso Sulmona. Prima salita del Giro d’Italia, affrontata nella terza tappa dell’edizione 1909 (Chieti – Napoli, vinta da Giovanni Rossignoli), dopo l’istituzione nel 1933 della maglia verde (oggi azzurra) ha accolto 6 traguardi GPM. L’ultimo a scollinarlo è stato Giovanni Visconti nel 2009, nei chilometri iniziali della tappa Sulmona – Benevento vinta dall’indimenticato Michele Scarponi. In precedenza hanno conquistato questo GPM lo scozzese Robert Millar nel 1987 (tappa Rieti – Roccaraso, vinta da Moreno Argentin), lo spagnolo Pedro Torres nel 1978 (tappa Silvi Marina – Benevento, vinta da Giuseppe Saronni), il francese Raphaël Géminiani nel 1957 (tappa Pescara – Napoli, vinta da Vito Favero), il piemontese Pasquale Fornara nel 1953 (tappa San Benedetto del Tronto – Roccaraso, vinta da Fausto Coppi) e da Gino Bartali nel 1951 (tappa Foggia – Pescara, vinta da Giuseppe Minardi).

Sella di Pratoriscio (2130 metri). Quotata 2135 sulle cartine ufficiali del Giro, è il punto terminale della Strada Statale 17 bis dir. C “della funivia del Gran Sasso” e coincide con il luogo dove sorge l’Hotel Campo Imperatore, presso il quale si concluderà la tappa. Si tratta della quinta volta che la Corsa Rosa si arrampica sin lassù: in precedenza si sono qui imposti lo spagnolo Vicente López Carril nel 1971, il danese John Carlsen nel 1989, Marco Pantani nel 1999 e Simon Yates nel 2018. Non fa testo la tappa del Gran Sasso del 1985, vinta da Franco Chioccioli, perché in quell’occasione si affrontò solo il tratto iniziale dell’ascesa, con il traguardo collocato in località Fonte Cerreto, a circa 1110 metri di quota.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il Gran Sasso e l’altimetria della settima tappa del Giro 2023 (www.visitareabruzzo.it)

Il Gran Sasso e l’altimetria della settima tappa del Giro 2023 (www.visitareabruzzo.it)

CIAK SI GIRO

Se siete appassionati al genere “fantasy” avrete visto (o dovete assolutamente vedere) Ladyhawke, film statunitense del 1985 ambientato nel XIII secolo. È in quell’epoca che si svolgono le vicende del cavaliere Etienne Navarre e dell’amata Isabeau D’Anjou, costretti da una maledizione a vivere il primo nelle sembianze di un lupo e la seconda in quelle di un falco (“hawke” in inglese, da qui il titolo del film). Sebbene la pellicola sia ambientata in Italia, nella versione arrivata nelle nostre sale cinematografiche il nome della località dalla quale ha inizio la trama è stato “francesizzato” in Aguillon, mentre nella versione originaria veniva chiamato Aquila e in effetti è proprio in Abruzzo che è stata girata una delle scene più spettacolari, quella nella quale Michelle Pfeiffer – che interpreta la protagonista “Ladyhawke” – precipita da una delle torri della residenza del monaco Imperius, che in realtà è il castello di Rocca Calascio, nell’occasione manipolato digitalmente aggiungendovi strutture architettoniche non presenti presso il maniero abruzzese. Siamo alle soglie di Campo Imperatore, la cui piana ha ospitato altri “ciak” del film, quelli del precipitoso viaggio a cavallo di Marquet verso la residenza del vescovo di Aguillon, che invece è un mix tra la rocca lombarda di Soncino e il castello emiliano di Torrechiara. Se siete dei pedalatori avrete inoltre la possibilità di riconoscere al volo anche due luoghi che saranno toccati durante nell’ultimo tappone del Giro 2023, quello delle Tre Cime di Lavaredo: prima di arrivare al Rifugio Auronzo i “girini” dovranno infatti salire fino ai 2236 metri del Passo Giau e poi sfiorare proprio ai piedi dell’ascesa finale il piccolo lago d’Antorno, entrambi immortalati nella pellicola firmata da Richard Donner.

In collaborazione con www.davinotti.com

Il castello di Rocca Calascio nel film “Ladyhawk” (www.davinotti.com)

Il castello di Rocca Calascio nel film “Ladyhawk” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/ladyhawke/50002250

FOTOGALLERY

Capua, ponte romano

Calvi Vecchia, cattedrale di San Casto

Vairano Scalo, monumento all’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II

Il “Verlasce”, l’antico anfiteatro di Venafro (www.visitmolise.eu)

Il “Verlasce”, l’antico anfiteatro di Venafro (www.visitmolise.eu)

Rocchetta a Volturno, sorgenti del fiume Volturno

Rocchetta a Volturno, abbazia di San Vincenzo al Volturno

Altopiano delle Cinquemiglie

Sulmona, acquedotto medioevale

Badia Morronese

Bussi sul Tirino, chiesa di Santa Maria di Cartignano

Rocca Calascio, castello

Santo Stefano di Sessanio, la Torre Medicea in un’immagine precedente il terremoto del 2009

Campo Imperatore, Lago Racollo

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI NAPOLI

maggio 11, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Napoli è danese. Sprint regale di Pedersen, per De Marchi dolorosa beffa

Gazzetta dello Sport

Belgio

Mads Pedersen knalt naar ritwinst in de Giro, relatief rustig dagje voor Remco Evenepoel

Het Nieuwsblad

Slovenia

Primož Roglič je po drami nared za prvo veliko bitko

Delo

Gran Bretagna

Mads Pedersen takes stage six as breakaway duo fall metres short

The Guardian

Francia

Pedersen au sprint, les échappés repris au dernier moment

L’Équipe

Spagna

Pedersen cierra el triplete

AS

Portogallo

Pedersen vence sexta etapa do Giro com Almeida a segurar o quarto lugar

Público

Paesi Bassi

Mads Pedersen wint na zinderend slot zesde Giro-rit door hulp sterke Bauke Mollema

De Telegraaf

Danimarca

Mads Pedersen skriver historie med etapesejr i Giroen

Politiken

Norvegia

Tromsøværing med historisk prestasjon i Giro d’Italia

Aftenposten

Germania

Duo auf Zielgeraden gestellt: Pedersen schlägt Ackermann

Kicker

USA

Pedersen wins 6th stage of Giro, Leknessund stays in lead after calmer day

The Washington Post

Colombia

Fernando Gaviria luchó la victoria en el Giro de Italia, pero no pudo

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

‘O sole mio (Luciano Pavarotti)

METEOGIRO

Capua : pioggia debole (0.6 mm), 18°C, vento debole da S (10 – 26 Km/h), umidità al 74%
Venafro (46.4 Km): pioggia debole (0.2 mm), 18°C, vento moderato da S (11 – 34 Km/h), umidità al 67%
Roccaraso (GPM – 100.5 Km): pioggia debole (0.3 mm), 9°C (percepiti 7°C), vento moderato da SO (12 – 42 Km/h), umidità al 70%
Bussi sul Tirino (traguardo volante – 160.6 Km): pioggia debole (0.2 mm), 20°C, vento moderato da SO (3 – 30 Km/h), umidità al 46%
Calascio (GPM – 185.8 Km): poco nuvoloso, 12°C, vento moderato da SO (6 – 30 Km/h), umidità al 56%
Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore): pioggia debole (0.4 mm), 6°C (percepiti 4°C), vento moderato da SO (11 – 44 Km/h), umidità al 67%

GLI ORARI DEL GIRO

11.00: inizio diretta su Eurosport
11.15: inizio diretta su RaiSport
11.20: partenza da Capua
13.35-13.50: traguardo volante di Castel di Sangro
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.20: GPM di Roccaraso
15.10-15.40: traguardo volante di Bussi sul Tirino
16.00-16.35: GPM di Calascio
16.05-16.45: inizio salita finale
16.55-17.40: arrivo sul Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore)

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Ci fermiamo per la prima pagina pubblicitaria”
Pancani: “Due e mezzo al GPM” (2,5 Km)
Pancani: “Il primo a transitare è Francesco Davanti” (Gavazzi)
Petacchi: “Marco Maestri” (Mirco)
Fabretti: “Sentiamo Simon Clarke al telefono di Giovannelli” (microfono)
Televideo: “Davide Dekker” (David)
Televideo: “Konyschev” (Konychev)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della sesta tappa, circuito di Napoli

1° David Dekker
2° Ignatas Konovalovas a 1′50″
3° Alessandro Verre s.t.
4° Alan Riou s.t.
5° Nicolas Dalla Valle s.t.

Classifica generale

1° Stefano Gandin
2° Veljko Stojnic a 1′11″
3° Martijn Tusveld a 1′52″
4° Otto Vergaerde a 3′50″
5° Daan Hoole a 4′16″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

17 maggio 1983 – 5a TAPPA: TERNI – VASTO (269 Km)

CONTINI IN ROSA NELLA TAPPA PIÙ PAZZA

Moser, Prim e Baronchelli resistono nella battaglia a 43 all’ora, a Vasto vince solitario lo spagnolo Chozas

La più lunga frazione del Giro (269 km) avrebbe consigliato maggior calma, alla vigilia delle vere salite di oggi – Saronni, animatore dell’attacco, rìsale al secondo posto in classifica – L’ex leader Rosola crolla e finisce a 32′ – Un favorito che gioca a nascondersi

Piazza Plebiscito a Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

Piazza Plebiscito a Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno

A NAPOLI IL SOLE SPLENDE PER PEDERSEN, LEKNESSUND MANTIENE LA MAGLIA ROSA

maggio 11, 2023 by Redazione  
Filed under News

L’arrivo a Napoli riserva grandi emozioni con il gruppo che rinviene su Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla) e Simon Clarke (Israel-Premier Tech), ultimi due uomini rimasti superstiti della fuga del mattino, quando mancano circa 250 metri al traguardo, a volata lanciata come al solito in anticipo da Fernando Gaviria (Movista) i due sono ripresi ed a vincere è Mads Pedersen Trek-Segafredo), secondo Jonathan Milan (Bahrain Victorious), terzo Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) davanti a Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) ed allo stesso Gaviria.

Tappa temuta quella con arrivo e partenza a Napoli, scenari mozzafiato e stradine strette che si arrampicano verso la costiera amalfitana e sorrentina con il valico di Chiunzi ed il Picco Sant’Angelo a fare da spauracchi per le ruote veloci più pure. Non piove e la strada che costeggia le pendici del Vesuvio invoglia subito i primi attaccanti ad evadere dal gruppo, il primo tentativo è di Stefan Kung (Groupama-FDJ) ma lo svizzero viene subito ripreso, poco dopo ci prova Alessandro de Marchi (Team Jayco-AlUla) che per un pò di tempo resta da solo in avanscoperta raggiunto poco dopo da Francesco Gavazzi (Eolo-Kometa) e successivamente da Alexandre Delettre (Cofidis), Simon Clarke (Israel-Premier Tech) e Charlie Quarterman (Team Corratec-Selle Italia). I cinque vanno via di comune accordo con il consenso del gruppo e riescono subito a prendere 3’ di vantaggio. A provare a riportarsi nella fuga ci ha provato per lunghi tratti Alessandro Verre (Arkéa-Samsic) senza però riuscirci. Al GPM del Valico di Chiunzi la fuga arriva a toccare i 6’ di vantaggio, dietro ad inseguire si portano in testa gli Ineos Granadiers ritmo che aumenta ed a farne le speso sono Mark Cavendish (Astana Qazaqstan) e Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Gli Ineos ricevono un aiuto prezioso da UAE Team Emirates e Trek-Segafredo mentre davanti in vista del GPM è Clarke a rompere gli equilibri seguito dal solo De Marchi. Al secondo GPM di giornata quello di Picco Sant’Angelo la coppia al comando conserva 2’:25” di vantaggio mentre in testa al gruppo a dar man forte al lavoro UAE e Trek-Segafredo si portano la Movistar, l’Alpecin-Deceuninck ed Team DSM il ritardo comincia così a scendere e si entra nei dieci chilometri finali con ancora 60 secondi ancora da recuperare. Volata che a questo punto appare incerta, la sede stradale tortuosa e le numerose rotonde fanno pendere la possibilità di vittoria verso i due in testa. Ai meno 3 chilometri De Marchi e Clarke conservano ben 30” ma da dietro il lavoro dei Trek- Segafredo è magistrale infatti in gruppo acciuffa la coppia di testa subito dopo il cartello dei meno 250 metri! A lanciare la volata, lunghissimo, è Fernando Gaviria (Movistar), ma Madp Pedersen (Trek-Segafreo) non si fa sorprendere e si riporta subito sotto il colombiano seguito da Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e  Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) mentre Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) cerca a sua volta di portarsi tutto a destra per sprintare, ma questa volta il più forte è Mads Perdersen che si lascia andare in un urlo di gioia a testimoniare come la Trek-Segafredo ha sempre cercato questa vittoria che arriva sul lungomare Caracciolo e fa sì che il danese si avvicini alla maglia ciclamino indossata da Milan. Primo Pedersen dunque, secondo la Jonathan Milan e terzo un ritrovato Pascal Ackermann. Tra gli uomini di classifica nulla cambia, ma domani l’arrivo in salita a Campo Imperatore potrà ridisegnare la classifica generale con il Gran Sasso pronto a far vivere alla corsa rosa il duello atteso tra i migliori scalatori.

Antonio Scarfone

Lesultanza di Mads Pedersen a Napoli (Image credit: Stuart FranklinGetty Images)

L'esultanza di Mads Pedersen a Napoli (Image credit: Stuart FranklinGetty Images)

11-05-2023

maggio 11, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo) si è imposto nella sesta tappa, circuito di Napoli, percorrendo 162 Km in 3h44′45″, alla media di 43.248 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e il tedesco Pascal Ackermann (UAE Team Emirates). Il norvegese Andreas Leknessund (Team DSM) è ancora maglia rosa con 28″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 30″ sul francese Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa Cycling Team), 10° a 1′39″

TOUR DE HONGRIE

L’olandese Fabio Jakobsen (Soudal Quick-Step) si è imposto nella seconda tappa, Zalaegerszeg – Keszthely, percorrendo 175.3 Km in 4h05′21″, alla media di 42.869 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) e il belga Vito Braet (Team Flanders-Baloise). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 9°. Jakobsen è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo del connazionale Dylan Groenewegen (Team Jayco-AlUla) e 2″ sullo sloveno Matus Stocek (ATT Investments). Miglior italiano Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk), 6° a 4″

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

L’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana) sè imposto nella prima tappa, Formosa – Laguna Blanca, percorrendo 140.7 Km in 2h52′52″, alla media di 48.835 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Samuel Quaranta (nazionale italiana) e il brasiliano Kacio Freitas (SwiftCarbon Pro Cycling Brasil). Anchieri è il primo leader della classifica con 4″ su Quaranta e 6″ su Freitas

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

L’australiana Grace Brown (FDJ-SUEZ) si è imposta nella terza tappa, circuito a cronometro di Plouay, percorrendo 19.5 Km in 26′57″, alla media di 43.414 Km/h. Ha preceduto di 1′09″ l’olandese Maaike Boogaard (AG Insurance-Soudal Quick-Step Team) e la francese Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber 93). Miglior italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo), 5° a 1′22″. La Brown è la nuova leader della classifica con 17″ sulla Demay e 28″ sulla Vigilia

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