APPENNINI, ANCORA APPENNINI

maggio 17, 2023 by Redazione  
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Un’altra cavalcata appenninica attende i “girini”, i quali oggi si troveranno a pedalare su di un tracciato meno corposo rispetto a quello della tappa di Viareggio. Le salite in programma stavolta non dovrebbero spaventare più di tanto i velocisti, le cui squadre dopo l’ultimo colle avranno parecchia strada a disposizione per andare a riprendere i fuggitivi di giornata. Rimane comunque un traguardo che potrebbe non rivelarsi alla portata di tutti gli sprinter.

Un’altra corposa scorpacciata appenninica attende i “girini”, ma stavolta la portata si annuncia meno indigesta per i velocisti rispetto a quella servita ieri tra l’Emilia e la Toscana. Viaggiando da quest’ultima verso il Piemonte si dovrà inevitabilmente attraversare la Liguria, una delle regioni più complicate dal punto di vista geografico, ma oggi si supereranno quasi 500 metri di dislivello in meno e, soprattutto, molta pianura in più rispetto alla tappa del giorno prima. In particolare, usciti dalla fase centrale caratterizzata da tre salite non particolarmente difficili, gli ultimi 43 Km si snoderanno costantemente in lieve falsopiano discendente e un percorso del genere, tenuto anche conto della linearità quasi perfetta degli ultimi 15 Km, rappresenta un’ideale palcoscenico per la scena nella quale il plotone inseguitore come una balena si “pappa” in un solo boccone i pesciolini di giornata, in fuga da parecchi chilometri. Varrà comunque lo stesso discorso fatto per la frazione di Viareggio, perché su percorsi del genere comunque diversi velocisti potrebbero trovarsi penalizzati e non trovare le forze per competere ad armi pari con sprinter più dotati sui percorsi più “aggressivi”.
La pianura non caratterizzerà soltanto il finale, perché anche i primi 60 Km non presenteranno difficoltà altimetriche e particolarmente scorrevole sarà il tratto iniziale di 15 Km disegnato sul lungomare della Versilia. Lasciata Camaiore, nell’immediato entroterra, il gruppo incontrerà il “chilometro zero” presso il lido cittadino e da lì si punterà velocemente su Forte dei Marmi, la rinomata stazione balneare che deve il nome alla piccola fortezza realizzata in epoca settecentesca dal casato dei Lorena a breve distanza dalla spiaggia. Lasciata la Toscana, la Liguria accoglierà il Giro sulle strade della Lunigiana, la storica regione che gravita attorno all’antica città romana di Luni, la cui area archeologica si trova non distante da Marinella di Sarzana. All’altezza della foce del Magra il percorso abbandonerà le rive del Mar Ligure per costeggiare il corso del fiume fino alla confluenza con la Val di Vara, sfiorando in questo tratto la base del promontorio del Caprione (vi si trova la nota località turistica di Lerici) e il piede della collina sulla quale si trova il borgo di Arcola, il cui antico castello costruito nell’XI secolo dalla famiglia Obertenghi è divenuto, dopo la ristrutturazione ottocentesca, l’attuale sede del municipio del centro ligure. Cambiato ancora scenario, seguendo poi la valle del fiume Vara si giungerà a Borghetto di Vara, presso il quale si trova l’antica abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola, fondata in epoca longobarda da monaci benedettini provenienti dal monastero emiliano di Bobbio. Qui terminerà la lunga fase pianeggiante iniziale e comincerà il settore appenninico della tappa, introdotto dalla breve salita del Valico del Termine (3 Km al 4%), in cima a quale una piccola cappella costituisce il biglietto da visita del vicino Santuario di Nostra Signora di Roverano, innalzato sul luogo dove la Madonna sarebbe apparsa a due pastorelle, una delle quale era muta dalla nascita e cominciò a parlare proprio dal quel momento. Subito dopo inizierà la più impegnativa tra le ascese di giornata, che è anche la più celebre e non tanto per i suoi “numeri” (10 Km al 4.4%, dei quali i primi cinque al 6.3% medio). Grazie alla sua collocazione lungo il principale asse stradale della Liguria, la storica Via Aurelia, il Passo del Bracco è, infatti, una delle ascese appenniniche più frequentate dalla Corsa Rosa, che vi salì per la prima volta nel 1909, l’anno della prima edizione, durante la tappa che congiunse Firenze a Genova, vinta dal pavese Giovanni Rossignoli. Come in quella tappa, dopo lo scollinamento i “girini” affronteranno in discesa il versante più panoramico del Bracco, che offre stupende viste sul Golfo del Tigullio e sulla “Baia delle Favole”, il nome che il celebre scrittore danese Hans Christian Andersen attribuì alla più grande delle due insenature sulle quali si specchiano Sestri Levante e, tra gli altri edifici della nota località di villeggiatura, la Torre Marconi che il celebre l’inventore scelse per i suoi esperimenti, come quello che consentì per la prima volta nella storia a un’imbarcazione di effettuare la “navigazione cieca”, guidata via radio da terra da Santa Margherita Ligure a Sestri. Inizierà ora il secondo settore di pianura, circa 35 Km all’inizio dei quali si costeggerà nuovamente il Mar Ligure fino a Lavagna, centro il cui nome richiama alla memoria le cave dell’entroterra dalle quali si estrae l’ardesia, roccia utilizzata sia per scopi artistici, sia per altri meno “nobili” come la produzione di tegole e lavagne. Molte di queste cave si trovano nella vicina Val Fontanabuona, verso la quale vergerà il gruppo dopo aver lasciato nuovamente il mare, che si rivedrà solo tra una settimana, al termine della tappa di Caorle. Prendendo lentamente quota si toccherà Cicagna, il principale della valle, presso il quale si trova il Santuario di Nostra Signora dei Miracoli, imponente edificio inaugurato nel 1937 sul luogo di una precedente chiesa, teatro quattrocento anni prima di un prodigioso miracolo che ebbe per protagonista una scolorita statua della Madonna, improvvisamente trasfiguratasi e ravvivatasi nelle tinte. Poco più avanti si toccherà Moconesi, dove è possibile visitare due interessanti musei, uno dedicato ai giocattoli e l’altro alla famiglia paterna di Cristoforo Colombo, originaria di questo luogo. Non è stato soltanto il celebre navigatore ad avere radici ben piantate in Val Fontanabuona, perché da qui partì per emigrare in quella stessa America che Colombo aveva scoperto la mamma di Frank Sinatra, nativa di Lumarzo, il centro dove avrà inizio la seconda delle tre salite principali di giornata, la Colla di Boasi. I suoi 9 Km al 4,3% non costituiranno una sorpresa per parte dei partecipanti al Giro perché fu affrontata anche lo scorso anno, durante la tappa terminata a Genova con il successo del lombardo Stefano Oldani. Una volta arrivati in vetta non si svolterà verso sinistra, per iniziare come dodici mesi fa la discesa verso il capoluogo ligure, ma si prenderà a destra infilandosi nel pianeggiante traforo, lungo poco più di un chilometro e perfettamente rettilineo, che evita l’ascesa al soprastante Passo della Scoffera. Seguirà una soavissima discesa dalle pendenze impalpabili lungo la parte alta della valle dello Scrivia, fiume che ha la sua sorgente dalla confluenza dei torrenti Laccio e Pentemina. In questo assetto si giungerà a Casella, centro presso il quale ha il suo capolinea settentrionale il “Trenino di Casella”, linea ferroviaria che lo collega a Genova e che ricorda quella più celebre del Bernina per l’arditezza di alcuni suoi tratti, per lo scartamento ridotto e per le vetture di colore rosso-beige, trainate dalla più antica locomotiva d’Italia ancora in esercizio, in attività dal 1924. Poco più avanti il percorso della tappa si innesterà sul tracciato del Giro dell’Appennino all’altezza di Busalla, centro situato a piedi del Passo dei Giovi, una delle storiche ascese della classifica italiana (prima edizione nel 1934) assieme alla tremenda Bocchetta e alla più morbida Castagnola. È in direzione di quest’ultima che andranno i “girini”, affrontandola dal versante che all’Appennino si percorre in discesa (5 Km al 4.5%) per poi planare su Voltaggio, località di villeggiatura nella quale è possibile ammirare un’interessante e inattesa pinacoteca, inizialmente allestita a Genova e dal 1901 ospitata nel locale convento cappuccino. Entrato in Piemonte, per il gruppo inizierà ora l’ultimo tratto di questa frazione, privo di difficoltà altimetriche se si esclude il leggero zampellotto che s’incontrerà a poco meno di 30 Km dall’arrivo, subito dopo il passaggio da Gavi, centro meritevole d’una sosta per ammirarvi il forte che sovrasta la cittadina e degustare il suo prelibato e omonimo vino DOGC, citato anche da Umberto Eco in “Baudolino”, il suo quarto romanzo storico. Queste sono zone dove la storia scorre a fiumi, come ci rammenta anche la vicina area archeologica di Libarna, casualmente riporta alla luce nel 1820 durante i lavori di realizzazione della “strada regia”, l’odierna Statale dei Giovi sulla quale il gruppo tornerà a pedalare al momento del ritorno sulla pianura, alle porte delle terre dei “Campionissimi”. Stavolta non ci si ricorderà soltanto di Fausto Coppi perché l’imminente passaggio da Cassano Spinola riporterà alla memoria il suo “predecessore al titolo” Costante Girardengo, che visse in questo borgo sulle cui strade una serie di piccoli murales ritrae il sei volte vincitore della Milano-Sanremo ma anche un’altra gloria locale, “Sandrino” Carrea, che di Coppi fu gregario.
Nel frattempo Tortona si fa sempre più vicina, annunciata all’apparire all’orizzonte della guglia del santuario di Nostra Signora della Guardia, dalla cui cima la dorata statua della Madonna veglierà silenziosa gli ultimi, frenetici colpi di pedale dell’undicesima frazione della corsa rosa.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico del Termine (264 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 ‘’Via Aurelia’’ tra Borghetto di Vara e Carrodano Inferiore. Trovandosi sulla strada per il Passo del Bracco inevitabilmente il Giro d’Italia vi è transitato spesso, ma questa salita non è stata mai considerata come GPM. L’ultimo passaggio risale al 2015, durante la tappa Chiavari – La Spezia vinta da Davide Formolo.

Valico del Bivio della Baracca (589 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” lungo la salita al Passo del Bracco dal versante di Carrodano. Coincide con il bivio, in località “La Baracca”, dove si stacca la strada che scende verso Levanto.

Passo del Bracco (610 metri). Valicato dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” tra Carrodano e Sestri Levante, secondo i geologi non è un vero e proprio valico geografico, ma semplicemente il punto più alto toccato dall’Aurelia. Dal 1933, anno dell’istituzione della classifica dei Gran Premi della Montagna, il Giro vi è transitato venti volte e in questo numero non sono ovviamente compresi i frequenti passaggi avvenuti nelle edizioni precedenti. Tra i corridori che hanno conquistato questa salita ricordiamo il due volte vincitore del Giro Giovanni Valetti nel 1938 (l’anno del primo GPM sul Bracco), il fratello del “Campionissimo” Serse Coppi (1946 e 1950), il celebre scalatore spagnolo Federico Bahamontes (1958) e l’eterno secondo Italo Zilioli (1976), mentre l’ultimo in ordine di tempo è stato il russo Denis Menchov durante l’impegnativa cronometro individuale delle Cinque Terre nel 2009. Nel 2011 il GPM del Bracco, inserito nelle fasi iniziali della tappa Quarto dei Mille – Livorno, fu annullato a seguito della decisione di disputare la tappa senza velleità agonistiche in memoria di Wouter Weylandt, deceduto il giorno precedente Infine, in altre due successive occasioni la salita è stata affrontata in maniera parziale, senza arrivare fino al Bracco, nel 2012 salendo da Levanto al Valico Guaitarola per poi raggiungere in quota il “bivio della Baracca” (tappa Seravezza – Sestri Levante, vinta dal danese Lars Bak), nel 2015 salendo da Carrodano fino al bivio per Levanto nel corso della citata tappa della Spezia vinta da Formolo.

Passo del Baracchino, Sella di Pian del Lupo (512 metri), Valico di Cà Marcone, Sella di Bracco (416 metri), Passo d’Angio (340 metri), Sella di Ca’ Bianca (293 metri), Selletta di Macallè (181 metri). Valicati dalla Strada Statale 1 “Via Aurelia” nel corso della discesa che dal Passo del Bracco conduce a Sestri Levante.

Colletta di Boasi (642 metri). Quotata 615 sulle cartine del Giro 2023 (dove è segnalata come Colla di Boasi), mette in comunicazione la Val Fontanabuona con la Val Bisagno ed è attraversata dalla Strada Provinciale 77 “di Boasi”, tra l’omonima località e il Passo della Scoffera. È stata affrontata per la prima volta come traguardo GPM lo scorso anno, durante la tappa Parma – Genova, vinta da Stefano Oldani dopo che in vetta alla Colletta era transitato in testa il bergamasco Lorenzo Rota.

Passo della Scoffera (674 metri). Non sarà direttamente toccato dalla tappa, che vedrà i corridori percorrere il tunnel sottostante il valico. Quotato 671 sulle cartine del Giro d’Italia 2015 (è l’ultima occasione nella quale il Giro è giunto fino al passo), è raggiungibile da tre diverse vie d’accesso (Davagna, Laccio e Ferriere). Nonostante la sua notorietà, il Giro l’ho ha affrontato solo quattro volte come GPM e ha visto transitare in testa Aldo Moser nel 1958 (tappa Mondovì – Chiavari, vinta da Silvano Ciampi), Giuseppe Saronni nel 1978 (tappa Novi Ligure – La Spezia, vinta dallo stesso corridore), Flavio Zappi nel 1984 (tappa Lerici – Alessandria, vinta da Sergio Santimaria) e l’elvetico Pascal Richard nel 1994 (tappa Lavagna – Bra, vinta da Massimo Ghirotto), occasione nella quale non si salì fino al valico ma si terminò la scalata all’imbocco della sottostante galleria.

Colle di Castagnola (590 metri). Quotato 583 metri sulle cartine del Giro 2023, è valicato dalla Strada Provinciale 163 “della Castagnola” tra Borgo Fornari e Voltaggio, all’altezza dell’omonima località.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La città di Tortona dominata dalla guglia del santuario di Nostra Signora della Guardia e l’altimetria dell’undicesima tappa del Giro 2023 (www.settimanalelancora.it)

La città di Tortona dominata dalla guglia del santuario di Nostra Signora della Guardia e l’altimetria dell’undicesima tappa del Giro 2023 (www.settimanalelancora.it)

CIAK SI GIRO

Hans Christian Andersen si rivolterebbe nella tomba a sapere che nell’incantevole angolo del Mar Ligure che il celebre favolista aveva ribattezzato “Baia delle favole” un brutto giorno sarebbe capitato nientemeno che il conte Dracula! E non un Dracula qualsiasi ma uno dei tanti a portare il volto Christopher Lee, l’attore inglese conosciuto proprio per le numerose interpretazioni del celebre vampiro. Comincerà nel 1958, dopo che l’anno precedente aveva avuto una prima esperienza “horror” nei panni del mostro di Frankenstein, e si farà notare al punto che già nel 1959 sarà chiamato a infilarsi i canini di scena, ma in una pellicola che nulla a che vedere con il genere horror. Il regista era l’italiano Steno – all’anagrafe Stefano Vanzina – che volle l’attore britannico per il ruolo del barone Roderico da Frankurten nella commedia comica “Tempi duri per i vampiri”. Il suo sarà un ruolo secondario, chiamato a far da spalla a Renato Rascel, che nel film è un barone spiantato costretto a vendere il castello di famiglia e a vederlo trasformato in un albergo, dove gli sarà consentito di risiedere a patto di lavorarvi come facchini. Non immagina che starà per trasferirsi nel castello anche lo zio Roderico, fuggito dalla Transilvania, il quale rivelerà d’essere un vampiro. E che c’entra tutto questo con Sestri Levante? C’entra perché quel che si vede nel film è in piccola parte ligure poiché le riprese in esterna del maniero mostrano il Castello Brown di Portofino e, per quel che riguarda l’ingresso al maniero, uno degli edifici che compongono il complesso finto medioevale dei castelli di Sestri Levante. In realtà Dracula in riviera si vide poco perché per la stragrande maggioranza delle riprese si scelse, per la comodità della vicinanza agli studi di Cinecittà, il Castello Odescalchi di Bracciano, mentre altri manieri del Lazio furono spacciati per la dimora transilvana del barone Roderico. E per finire un paio di curiosità: per Christopher Lee le riprese del film furono l’occasione per tornare “in pace” in Italia, dove già era stato tra il 1943 e il 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale, dove partecipò alla Battaglia di Montecassino. Ma pochi sanno che nelle sue vene scorreva sangue italiano perché italiana era la madre dell’attore, Estelle Marie Carandini dei marchesi di Sarzano.

In collaborazione con www.davinotti.com

Villa Gualino, uno dei tre edifici che compongono il complesso dei castelli di Sestri Levante, nel film “Tempi duri per i vampiri” (www.davinotti.com)

Villa Gualino, uno dei tre edifici che compongono il complesso dei castelli di Sestri Levante, nel film “Tempi duri per i vampiri” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/tempi-duri-per-i-vampiri/50000325

FOTOGALLERY

Forte dei Marmi, Forte Lorenese

L’anfiteatro romano dell’antica Luni

Castello di Arcola

Borghetto di Vara, Abbazia di Santa Maria Assunta dell’Accola,

Passo del Bracco

Sestri Levante, Baia delle Favole

Cicagna, Santuario di Nostra Signora dei Miracoli

Il capolinea di Casella della spettacolare linea ferroviaria Genova – Casella

Voltaggio, convento dei cappuccini

Forte di Gavi

Serravalle Scrivia, l’anfiteatro di Libarna

Uno dei murales a tema ciclistico che adornano le strade di Cassano Spinola

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI VIAREGGIO

maggio 16, 2023 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

La fuga premia Cort Nielsen, terzo De Marchi. Il diluvio non cambia la classifica

Gazzetta dello Sport

Belgio

Vroege vluchter Magnus Cort zet aanstormend peloton een hak in uitgeregende etappe en voltooit trilogie in de Giro

Het Nieuwsblad

Slovenia

Etapa zmešnjav Dancu Cort Nielsenu, Roglič varno v cilju

Delo

Gran Bretagna

Cort wins wet stage 10 as Thomas stays in pink

The Guardian

Irlanda

Francia

Cort Nielsen complète sa collection

L’Équipe

Spagna

Lluvia, caos y… Cort Nielsen

AS

Portogallo

João Almeida tem um “amigo” a andar para trás no Giro

Público

Paesi Bassi

Magnus Cort bekroont lange vlucht met zege in barre Giro-rit

De Telegraaf

Danimarca

Dansk triumf: Magnus Cort blev en del af en eksklusiv klub i Giro d’Italia

Politiken

Norvegia

Koronasmittet Bystrøm bryter Giro d’Italia likevel

Aftenposten

Germania

Vlasov gibt Giro erkrankt auf – Kämna alleiniger Kapitän

Kicker

USA

Cort wins stage in miserable conditions, Thomas stays in Giro d’Italia lead

The Washington Post

Colombia

Caídas, retiros y mucho caos en la etapa 10 del Giro de Italia 2023

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Virus (Iron Maiden)

METEOGIRO

Camaiore : cielo coperto, 18°C, vento debole da NE (8 – 27 Km/h), umidità al 57%
Borghetto di Vara (traguardo volante – 62.1 Km): cielo coperto, 18°C, vento forte da NE (18 – 51 Km/h), umidità al 54%
Ferriere (133.7 Km): cielo coperto, 16°C, vento moderato da NE (14 – 41 Km/h), umidità al 57%
Busalla (traguado volante – 169.7 Km): cielo coperto, 17°C, vento moderato da NE (14 – 41 Km/h), umidità al 56%
Tortona : poco nuvoloso, 19°C, vento moderato da NE (20 – 38 Km/h), umidità al 48%

GLI ORARI DEL GIRO

11.15: inizio diretta su Eurosport
11.25: inizio diretta su RaiSport
11.45: partenza da Camaiore
13.10-13.20: traguardo volante di Borghetto di Vara
13.40-14.00: GPM di Passo del Bracco
14.00: inizio diretta su Rai2
15.20-15.45: GPM di Colla di Boasi
15.50-16.25: traguardo volante di Busalla
16.05-16.40: GPM di Passo della Castagnola
17.00-17.30: arrivo a Tortona

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Qua la sala sale” (la strada sale)
Pancani: “Il canadese che sta facendo il ritmo di Ottawa” (si riferiva a Derek Gee, corridore nativo di Ottawa)
Pancani: “E’ arrivato l’elicottero che ci può guarantire un’altra inquadratura”
Martini: “Cosa succederà secondo di te?”
Petacchi: “Gli è andato via il posteriore”
Pancani: “Con il baffetto biondo di Magnus Cort Nielsen andiamo sul palco del Processo alla Tappa” (avete preso lo scalpo al danese?)
Fabretti: “Magnussen” (Magnus Cort Nielsen)
Garzelli: “Gli adetti ai valori”
Garzelli: “Le conferenze stampe”
Fabretti: “Un giorno da pedora”
Fabretti: “Dottore ci spiega cosa significa fine della pandemia?” (ci spieghi)
Fabretti: “Il giornalista belgo”
Garzelli: “La tappa di Berga” (Bergamo)
Televideo: “Monperpoli” (Monteperpoli)
Televideo: “Hogh John Carty” (Hugh)
Televideo: “Santiago Sanchez” (Santiago Buitrago)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della decima tappa, Scandiano – Viareggio

1° Michael Hepburn
2° Campbell Stewart s.t.
3° Alan Riou a 3′53″
4° Yukiya Arashiro s.t.
5° Davide Gabburo s.t.

Classifica generale

1° Yukiya Arashiro
2° Veljko Stojnic a 2′14″
3° Stefano Gandin a 5′11″
4° Alan Riou a 5′21″
5° Campbell Stewart a 5′56″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

21 maggio 1983 – 9a TAPPA: TERRACINA – MONTEFIASCONE (225 Km)

VINCE MAGRINI, SCAPPA LEJARRETA, NIENTE ABBUONI PER SARONNI

Dalla tappa di Montefiascone segnali che dicono come il campione del mondo non sia (e non si senta) invulnerabile
Bella impresa del gregario di Van Impe, mentre Io spagnolo recupera 34″ in classifica – Il comico del Giro

Il molo della Madonnina di Viareggio illuminato di rosa (sport.sky.it)

Il molo della Madonnina di Viareggio illuminato di rosa (sport.sky.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)

TRA COVID, PIOGGIA E VENTO, A VIAREGGIO LA SPUNTA CORT NIELSEN

maggio 16, 2023 by Redazione  
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Nella decima tappa del Giro 2023, dopo il ritiro per covid di Remco Evenepoel (Team Lotto Soudal), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost) centra la fuga giusta e soprattutto la prima vittoria nella corsa rosa, battendo in una volata ristretta Derek Gee (Team Israel Premier Tech) ed Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla)

Il primo giorno di riposo del Giro 2023 lascia strascichi fondamentali per il prosieguo della corsa rosa. Remco Evenepoel (Team Lotto Soudal) si ritira a causa dl covid e con lui sono costretti ad alzare bandiera bianca per lo stesso motivo Rigoberto Urán (Team EF Education EasyPost), Callum Scotson (Team Jayco AlUla), Sven Erik Bystrøm (Team Intermarché Circus Wanty) e Domenico Pozzovivo (Team Israel Premier Tech). In particolare, il forfait del campione del mondo in carica, oltre ad aver scatenato discussioni che andranno avanti a lungo, si ripercuote sulle tattiche che i nuovi favoriti – in particolare Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e la coppia dell’INEOS Grenadiers formata da Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart – porranno in essere, con le Alpi che si intravedono all’orizzonte. Intento oggi si riparte da Scandiano e, attraversando l’Appennino tosco emiliano, si ritorna sul Tirreno, precisamente a Viareggio. La decima tappa è lunga complessivamente 196 km ed i primi 90 si inerpicano, tra diversi saliscendi, fino al Passo delle Radici, primo dei due gpm di giornata che svetta ai 1400 metri di altezza e che delimita il confine tra Emilia Romagna (provincia di Modena) e Toscana (provincia di Lucca). Oltre ai ciclisti già elencati, messi ko dal covid, da Scandiano non partivano per altri problemi fisici Mads Würtz Schmidt (Team Israel Premier Tech), Rein Taaramäe (Team Intermarché Circus Wanty) e Oscar Riesebeek (Team Alpecin Deceuninck); anche Stefan Küng (Team Groupama FDJ), come da programma, aveva lasciato il Giro nel giorno di riposo, mentre Geraint Thomas era la nuova maglia rosa. Dopo diversi attacchi e contrattacchi, la fuga giusta partiva intorno al km 30 grazie all’azione di Derek Gee (Team Israel Premier Tech), Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla) e Magnus Cort Nielsen (Team EF Education Easy Post). Inizialmente nel drappello di testa era presente anche Davide Bais (Team EOLO Kometa), che però si faceva sfilare e riprendere dal gruppo dopo essere transitato in prima posizione sia sul traguardo volante di Villa Minozzo posto al km 48 che sul gpm del Passo delle radici posto al km 87.5 Intorno al km 70 Aleksandr Vlasov (BORA Hansgrohe) si ritirava a causa di problemi allo stomaco. La scalata verso i 1400 metri del Passo delle Radici era segnata dal maltempo, con pioggia e vento che riducevano vistosamente il gruppo maglia rosa. I velocisti cercavano di restare aggrappati ma tra di loro chi si staccava irrimediabilmente erano Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) e Fernando Gaviria (Team Movistar), quest’ultimo vittima anche di una scivolata in discesa. Proprio nella discesa dal Passo delle Radici, una volta rimasti in testa Cort Nielsen, De Marchi e Gee, dal gruppo maglia rosa evadevano Jonathan Milan, Andrea Pasqualon e Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious), che restavano a bagnomaria tra i battistrada ed il gruppo, prima di desistere dalla loro azione ed essere ripresi prima del secondo gpm di Monteperpoli. Su questo gpm, posto al km 120.7, era Gee a scollinare in prima posizione. Nella discesa successiva si segnalava la caduta di Jay Vine (UAE Team Emiratres), che perdeva così parecchio tempo dal gruppo, ed anche quella di Warren Barguil (Team Arkea Samsic), che ripartiva ma era dolorante al braccio sinistro. Meglio andava ad Alberto Bettiol (Team EF Education Easy Post), che si scontrava con un massaggiatore scesa dall’ammiraglia per soccorrere un ciclista e che fortunatamente ripartiva senza conseguenze. La fuga, pur avendo avuto un vantaggio massimo superiore ai 2 minuti, non desisteva dall’intento di giocarsi la vittoria di tappa anche perché al loro inseguimento, come detto, il gruppo non era compatto, avendo perso numerosi elementi nella salita del Passo delle Radici. E infatti, i pochi uomini a disposizione degli altrettanto pochi velocisti presenti nel gruppo maglia rosa, desistevano dall’inseguimento a circa 3 km dalla conclusione, quando il vantaggio del terzetto di testa era ancora di 45 secondi. Nella volata a tre era Cort Nielsen a vincere davanti a Gee, mentre De Marchi si piazzava in terza posizione a 2 secondi di ritardo. Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) regolava il gruppo maglia rosa per la quarta posizione, a 51 secondi di ritardo da Cort Nielsen. Chiudeva la top five Pascal Ackermann (UAE Team Emirates), mentre nella top ten si segnalava la sesta posizione di Stefano Oldani (Team Alpecin Fenix), la settima posizione di Jonathan Milan, la nona posizione di Mirco Maestri (Team EOLO Kometa) e la decima posizione di Filippo Fiorelli (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). Cort Nielsen, specialista delle fughe vincenti, ottiene la terza vittoria stagionale, dopo essersi già imposto nella seconda e nella terza tappa della Volta ao Algarve. Inoltre, il ciclista danese entra nel ristretto club dei ciclisti che hanno vinto almeno una tappa nei tre GT, e precisamente sei alla Vuelta, due al Tour e una al Giro). In classifica generale, Thomas è maglia rosa con 2 secondi di vantaggio su Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e 5 secondi di vantaggio su Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Domani è in programma l’undicesima tappa dal Camaiore a Tortona di 219 km. I ciclisti dovranno affrontare tre gpm piuttosto semplici, due di terza e uno di quarta categoria. Gli ultimi 40 km sono in leggera discesa e le condizioni meteo dovrebbero migliorare leggermente rispetto ad oggi. Vedremo se la fuga avrà ancora la meglio sulle ambizioni dei velocisti.

Antonio Scarfone

Magnus Cort Nielsen vince a Viareggio (foto: Getty Images)

Magnus Cort Nielsen vince a Viareggio (foto: Getty Images)

16-05-2023

maggio 16, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il danese Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost) si è imposto nella decima tappa, Scandiano – Viareggio, percorrendo 196 Km in 4h51′15″, alla media di 40.378 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Derek Gee (Israel-Premier Tech) e di 2″ l’italiano Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è la nuova maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 5″ sul connazionale Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 6° a 1′28″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE

L’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) si è imposto nella prima tappa, Dunkerque – Abbeville, percorrendo 196.6 Km in 4h31′38″, alla media di 43.426 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Max Walscheid (Cofidis) e il francese Paul Penhoët (Groupama-FDJ). Due italiani in gara: Matteo Malucelli (Bingoal WB) 6°, Daniel Oss (TotalEnergies) 104°. Kooij è il primo leader della classifica con 4″ su Walscheid e 6″ su Penhoët. Malucelli 14° a 10″, Oss 104° a 10″

DURANGO-DURANGO EMAKUMEEN SARIA (Donne)

La sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (AG Insurance-Soudal Quick-Step Team) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Durango, percorrendo 113 Km in 2h48′22″, alla media di 40.269 Km/h. Ha preceduto di 2″ la spagnola Ane Santesteban (Team Jayco-AlUla) e la britannica Claire Steels (Israel-Premier Tech Roland). Miglior italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo), 4° a 11″

UN TUFFO DAGLI APPENNINI

maggio 16, 2023 by Redazione  
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Dopo il primo giorno di riposo il Giro riparte dall’Emilia Romagna alla volta della Toscana per una classica cavalcata appenninica. La quasi totale assenza di salite negli ultimi 95 Km sembra strizzare l’occhio ai velocisti e, in effetti, l’arrivo allo sprint sembra una soluzione molto probabile. Ma il traguardo di Viareggio potrebbe non essere alla portata di tutti perché certamente si faranno sentire nelle gambe i quasi 3000 metri di dislivello che si dovranno “subire” per attraversare l’Appennino tosco-emiliano.

La traversata appenninica tra Toscana ed Emilia Romagna è un classico del Giro d’Italia, proposto in “salse” sempre differenti, talvolta dal sapore piccante com’è stato per esempio il caso della frazione disegnata tra Montecatini Terme e Faenza al Giro del 2003, quando le colline romagnole sancirono il passaggio di consegne al vertice della classifica tra Stefano Garzelli e Gilberto Simoni, che due settimane più tardi s’imporrà nell’86a edizione della Corsa Rosa. Ci sono state, al contrario, tappe accompagnate da una salsa più delicata, come accadde nel 2007 quando la Reggio Emilia – Lido di Camaiore, con la sola e pedalabile ascesa al Passo del Cerreto da affrontare strada facendo, terminò con una volata di gruppo conquistata dallo sprinter siciliano Danilo Napolitano. La cavalcata appenninica versione 2023 si disputerà nella stessa direzione geografica di quella tappa, ma la salsa sarà stavolta decisamente meno insipida, anche se non sarà saporita come quella del 2003. Al posto dell’ascesa ai 1261 metri del Passo del Cerreto ci sarà quella diretta alla più elevata Foce delle Radici (1529 metri), che i “girini” raggiungeranno al termine di una salita mai dura ma lunga quasi 50 Km, spezzata in quattro porzioni da tre lunghi tratti intermedi in quota. Superato anche il breve ma decisamente più tosto Monteperpoli mancheranno ben 95 Km al traguardo e questo sulla carta dovrebbe favorire i velocisti, i quali però si troveranno sul groppone i quasi 3000 metri di dislivello giornaliero, l’ultima fetta del quale sarà servita a poco meno di 20 Km dall’arrivo. A quel punto i corridori si troveranno ai piedi del Montemagno, collina dalle lievi pendenze che in condizioni normali non fa paura ai velocisti e, infatti, se la tappa diretta a Viareggio avrebbe presentato solo questa difficoltà l’arrivo allo sprint sarebbe stato alla portata di molti, mentre stavolta potrebbero mandare in affanno quegli sprinter che ancora non hanno digerito le precedenti salite oppure rompere le uova nel paniere alle formazioni che da parecchi chilometri stanno lavorando per ricucire sulla fuga di giornata e, contemporaneamente, organizzare la volata ai loro velocisti di punta. E non è detto che sia la fuga a prevalere in questa giornata nella quale si comincerà a salire sin dal via da Scandiano, dovendosi superare uno “scalino” di 1.5 Km al 5.4% ad appena 4 Km dalla partenza, seguito da un lungo tratto in falsopiano di una quindicina di chilometri che si concluderà alle porte di Carpineti, centro conosciuto per il suo castello, uno dei più estesi dell’appennino reggiano. Anziché dirigersi verso quest’ultimo si andrà ad affrontare la salita della Svolta (3 Km al 7.8%), che culmina poco distante dall’antica abbazia di Marola, fondata su iniziativa della celebre contessa Matilde di Canossa tra il 1076 e il 1092. Raggiunta la vicina Felina si abbandonerà la statale diretta al citato Passo del Cerreto per andare da lì a breve a intraprendere l’interminabile ascesa della Foce delle Radici che, come dicevamo, è suddivisa in quattro tratti distinti, il primo dei quali inizia in corrispondenza del ponte sul fiume Secchia, il secondo per importanza tra gli affluenti di destra del Po dopo il Tanaro. La prima balza, 9.1 Km al 3.6% a loro volta spezzati in tre tratti da brevi contropendenze, conduce alla località di villeggiatura di Villa Minozzo, paese natale di Adolphe Deledda, corridore che prese la cittadinanza francese nel 1948 e nel cui palmares spiccano una vittoria di tappa alla Vuelta del 1947 e due al Tour, entrambe ottenute da “transalpino”. In questo stesso centro il 21 giugno del 1944 era drammaticamente terminata la vita, fucilato con tutta probabilità da un gruppo filo partigiano, del corridore reggiano Nello Trogi, la cui carriera si svolse prevalentemente in Francia (nel 1935 si imporrà nel Giro di Corsica) e che in Italia ottenne una sola vittoria, nella frazione d’apertura del Giro del 1937. Più consistente è la seconda “tranche” della salita, 8 Km al 5.1% nel corso dei quali si sfiora la poco conosciuta Cascata del Golfarone e si lascia sulla sinistra la strada diretta alla stazione di sport invernali di Febbio. A 8 Km di salita ne seguiranno altrettanti in quota, pedalando in direzione di Civago, altra località di villeggiatura dalla quale è possibile raggiungere con una lunga escursione l’Abetina Reale, foresta di conifere inserita all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e nella quale si trova un rifugio, ospitato in quella che fu la prima segheria idraulica della storia, realizzata nel ‘600 su iniziativa della celebre famiglia degli Este. Si riprende quindi a salire per affrontare i 5.6 Km al 4.4% che conducono a Roncatello, seguito da un ultimo tratto intermedio in quota verso Piandelagotti, altra località frequentata dagli amanti dello sci. La zona degli impianti si trova proprio in corrispondenza della Foce delle Radici, che si raggiungono percorrendo il tratto più impegnativo dell’ascesa, i conclusivi 4.4 Km al 6% che conducono sino allo scollinamento, situato al confine con la Toscana e a un paio di chilometri da San Pellegrino in Alpe, “exclave” emiliana conosciuta sia per il suo santuario intitolato al santo irlandese Pellegrino, sia per la ripida strada che bisogna percorrere per giungervi. Non la dovranno percorrere i “girini” che scenderanno per la più morbida strada che plana tortuosa verso la Garfagnagna, la valle del fiume Serchio che nel 1895 fu scelta quale “buen retiro” da Giovanni Pascoli. L’ultima dimora del celebre poeta, che vi abitò fino a pochi mesi dalla morte (2012), si trova a Castelvecchio, frazione di Barga che non sarà attraversata dal gruppo perché, una volta terminata la discesa, gli organizzatori hanno deciso d’inserire nel percorso la ripida salita verso Monteperpoli, 2400 metri all’8,1% che hanno come meta un piccolo borgo delle Alpi Apuane dove in epoca medioevale fu costruito un piccolo ospizio per dare ospitalità ai viandanti, accanto al quale fu eretta anche una chiesetta dedicata a San Regolo.
Scesi a Gallicano inizierà finalmente la pianura che, a parte l’intrusione del Montemagno, scorrerà sotto le ruote del gruppo sin sul traguardo di Viareggio. Il primo settore di questa seconda parte del viaggio odierno si snoderà ancora nella valle del Serchio, che il gruppo percorrerà in direzione di Lucca sfiorando il famoso Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano, così chiamato per la leggenda – simile a quelle raccontate per altri ponti con lo stesso nome – che lo vuole costruito in una notte dal demonio, intervenuto per aiutare il capomastro che l’aveva invocato dopo essersi reso conto di non riuscire a completare l’opera nei tempi richiesti. Il patto prevedeva che Satana avrebbe ricevuto in cambio l’anima del primo viandante, ma il parroco del posto riuscì a evitare che un povero cristiano finisse all’inferno facendo percorrere per primo il ponte a un pastore maremmano, cane che fu scagliato dall’ira del diavolo nel sottostante fiume, dove la tradizione popolare dice che sia rimasto pietrificato sul fondale. Proprio all’altezza di questo centro (ma non sul Ponte del Diavolo, troppo angusto per il gruppo) si supererà il corso del Serchio per passare sulla sponda opposta del fiume, seguendola in direzione di Lucca, senza però raggiungerla. Alle porte della celebre cittadina toscana – che punta ad avere il Giro nel 2024, in occasione del primo centenario della scomparsa del compositore Giacomo Puccini – ci sarà un nuovo cambio di fronte con un altro passaggio sul Serchio e il ritorno sulle sponde che si erano costeggiate in precedenza, dove si andrà a toccare la frazione lucchese di Monte San Quirico, dove si trova Villa Paolina, così chiamata dal nome della sua celebre acquirente (1822), la sorella dell’imperatore Napoleone Bonaparte. Il tratto successivo vedrà il gruppo risalire la Val Freddana in direzione del Montemagno, modesto valico – soprattutto dal lato che si percorrerà in salita, 2.4 Km al 3.8% – molto noto in gruppo perché nelle ultime stagioni è stato alternativamente inserito nel percorso delle prime due frazioni della Tirreno-Adriatico e che fino al 2014 era, assieme al vicino Monte Pitoro, salita storica del Gran Premio Città di Camaiore, corsa sparita dal calendario dopo che il comune di Camaiore ha preferito “dirottare” i fondi necessari all’organizzazione della gara verso la Corsa dei due Mari. Il mare oramai è all’orizzonte e, percorsa la veloce discesa verso la Versilia, lo si raggiungerà nel giro di 14 Km, per poi svoltare sulla litoranea in direzione di Viareggio e seguirla fedelmente negli ultimi 3500 metri. Saranno gli ultimi attimi di un tuffo che solleverà molti spruzzi…. ma solo uno sarà quello vincente.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Selletta Minozzo (672 metri). Quotata 680 metri sulle cartine del Touring Club Italiano, coincide con la località di villeggiatura di Villa Minozzo. Mai affrontato come GPM, il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2001, nel corso della tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia, vinta dal veneto Pietro Caucchioli: il passaggio da Villa Minozzo era valido come traguardo volante Intergiro, conquistato dall’umbro Fortunato Baliani.

Valico di Pian del Monte (1040 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 9 “delle Forbici” tra Asta e Cervarolo. Nel 2001 vi è transitata la citata tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia.

Passo di Roncadello (1294 metri), Colle del Morto (1335 metri). Valicati dalla Strada Provinciale 38 “di Civago” tra Civago e Piandelagotti. Nel 2001 vi è transitata la citata tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia.

Foce delle Radici (1529 metri). Nota anche come Passo delle Radici e quotata 1527 sulle cartine del Giro d’Italia 2023, vi transita l’ex Strada statale 324 “del Passo delle Radici” tra Pievepelago e Castelnuovo di Garfagnana. È stata affrontata quattro volte come GPM mentre in tre occasioni ci si è transitati in discesa, provenendo da San Pellegrino in Alpe. Nella citata tappa del Giro 2001 (Montecatini Terme – Reggio Emilia) la salita fu affrontata in maniera parziale, salendo da Pievepelago e scollinando senza GPM al bivio per Piandelagotti, due chilometri e mezzo prima di giungere al passo. Il primo corridore a espugnare la cima della Foce delle Radici è stato il bresciano Michele Dancelli durante la tappa La Spezia – Prato del Giro del 1967, vinta dallo stesso corridore. Nel 1971 sarà lo scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente a scollinare in testa e anche in questo caso sarà il conquistatore delle Radici a far sua la tappa, partita da Forte dei Marmi e terminata con l’arrivo in salita a Pian del Falco, sopra Sestola. Fuente si imporrà anche nel 1974 nella tappa che prevedeva la Foce delle Radici (Modena – Il Ciocco), ma stavolta non sarà lo spagnolo a transitare per primo in vetta, conquistata dal ligure Giuseppe Perletto. L’ultimo corridore a mettere la firma sul valico tosco-emiliano sarà lo spagnolo Andrés Oliva nel 1976, nel corso della Porretta Terme – Il Ciocco che terminerà con la vittoria del belga Ronald De Witte.

Col d’Arciana (1300 metri), Colle Pianelli (1249 metri), Foce di Terrarossa (1141 metri), Foce di Sassorosso (1065 metri), Colle Sfogliato (982 metri). Valicati nel corso della discesa dalla Foce delle Radici verso Castelnuovo di Garfagnana.

Valico di Monte Perpoli (491 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 43 “di Monteperpoli” tra Castelnuovo di Garfagnana e Gallicano. Nel 1995 questa salita è stata affrontata nel finale della tappa Pietrasanta – Il Ciocco, vinta dal bresciano Enrico Zaina, ma non era valida come GPM.

Colle di Montemagno (224 metri). Quotato 212 metri sulle cartine del Giro 2023, è valicato dalla Strada Provinciale 1 “Francigena” tra Monsagrati e Camaiore. Mai proposto come GPM alla Corsa Rosa, non viene affrontato al Giro dal 1987, quando fu inserito nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Montalcino, vinto da Moreno Argentin. Alla Tirreno-Adriatico, che l’ha inserito spesso nel tracciato nelle ultime edizioni, è stato considerato valido come GPM solamente nel 2018, affrontato nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Follonica, vinta dal tedesco Marcel Kittel dopo che sul Montemagno era scollinato per primo il valtellinese Nicola Bagioli.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La spiaggia di Viareggio e l’altimetria della decima tappa del Giro 2023 (www.tripadvisor.it)

La spiaggia di Viareggio e l’altimetria della decima tappa del Giro 2023 (www.tripadvisor.it)

CIAK SI GIRO

Giro d’Italia del 1964, tappa di Viareggio. Tagliato il traguardo in forte ritardo ma ancora dentro il tempo massimo il corridore spagnolo Francisco Petrillo si schianta letteralmente sul chioschetto di una venditrice di bomboloni, perdendo i sensi. Ora non mettetevi a cercare, in rete o sui libri di storia del ciclismo, informazioni su questo corridore perché non le troverete, da nessuna parte. Semplicemente perché Francisco Petrillo non è mai esistito e nel 1964 la Corsa Rosa aveva fatto sì tappa in Toscana, ma a Livorno, e tutto quanto narrato è frutto della fantasia, anzi della… frenesia! Quella scena, infatti, la potete trovare solo nel film “Frenesia dell’estate”, ambientato a Viareggio durante il mese delle vacanze estive e per questo il regista Luigi Zampa incappò in un bel “blooper”, come sono definiti in gergo gli svarioni commessi dalle produzioni cinematografiche, perché lo sanno tutti che il Giro si corre a maggio. È dunque pura finzione quell’incidente, filmato sul cosiddetto Belvedere delle Maschere, tratto del lungomare di Viareggio che si trova proprio accanto al luogo dove si concluderà la decima tappa del Giro 2023. In scena erano l’attore sardo Vittorio Congia, che vestiva i panni dello sfortunato Petrillo, e l’allora 31enne Sandra Milo, che nel film è Yvonne, la bella “chioschettera” che dopo l’incidente si scarrozzerà il corridore sul suo chiosco a pedali alla ricerca dell’albergo dove alloggiava la squadra del corridore. Ma non lo troverà anche perché il Petrillo era stato colpito da una lieve amnesia e così lei deciderà di accoglierlo a casa sua, per poi riportarlo il mattino successivo al Belvedere delle Maschere, dove era prevista la partenza della tappa successiva, una cronometro individuale. Ma, stremato dalle troppe e amorevoli “cure” alle quali l’aveva sottoposto la bella Yvonne, il Petrillo crollerà nuovamente a terra al momento della discesa dalla rampa di lancio.

In collaborazione con www.davinotti.com

Francisco Petrillo al via della tappa a cronometro del Giro d’Italia: non è la vera Corsa Rosa ma quella ricreata da Luigi Zampa per uno degli episodi de “Frenesia dell’estate” (www.davinotti.com)

Francisco Petrillo al via della tappa a cronometro del Giro d’Italia: non è la vera Corsa Rosa ma quella ricreata da Luigi Zampa per uno degli episodi de “Frenesia dell’estate” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/frenesia-dell-estate/50023636

FOTOGALLERY

Scandiano, Rocca del Boiardo

Carpineti, Castello delle Carpinete

Carpineti, Abbazia di Marola

Cascata del Golfarone

L’antica segheria dell’Abetina Reale, oggi convertita in rifugio

San Pellegrino in Alpe

Castelvecchio Pascoli, casa di Giovanni Pascoli

Borgo a Mozzano, Ponte del Diavolo

Vista panoramica dal Colle di Montemagno

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CESENA

maggio 15, 2023 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia, Evenepoel vola sul bagnato. La crono gli regala di nuovo la rosa

Evenepoel ha il Covid e lascia il Giro: “Ho il cuore spezzato”. Thomas nuovo leader

Gazzetta dello Sport

Belgio

Evenepoel is één (!) seconde sneller dan Thomas en pakt zijn tweede tijdritzege én de roze trui in de Giro

Remco Evenepoel test positief op corona bij routinetest en moet de Giro verlaten: “Ik keek ernaar uit om de strijd verder aan te gaan”

Het Nieuwsblad

Slovenia

Rogliču prav dobra ocena, Evenepoelu spet rožnata majica

Šok na Giru: zaradi covida konec za Remca Evenepoela

Delo

Gran Bretagna

Leader Evenepoel out with Covid-19 – ‘I’ll wear it with pride’: Thomas handed pink jersey as Covid hits Giro d’Italia

The Guardian

Irlanda

Eddie Dunbar sets target of top 10 finish as next stage of Giro d’Italia begins

The Irish Time

Francia

Evenepoel pour une seconde

Evenepoel vaincu par le Covid

L’Équipe

Spagna

Evenepoel se queda a medias

Evenepoel da positivo en COVID-19 y abandona el Giro de Italia

AS

Portogallo

Evenepoel assume liderança no Giro ao vencer contra-relógio da nona etapa

Público

Paesi Bassi

Dubbelslag Remco Evenepoel in Giro d’Italia na secondenspel in tijdrit

Drama in Ronde van Italië: topfavoriet Evenepoel moet Giro verlaten wegens corona

De Telegraaf

Norvegia

Sekunddrama i Giro d’Italia: Leknessund mistet ledertrøya

Giro d’Italia-lederen testet positivt på covid: Evenepoel er ute

Aftenposten

Germania

Wieder in Rosa: Evenepoel gewinnt Zeitfahren – Kämna jetzt in Top Ten

Nach neun Giro-Etappen: Coronavirus zwingt Evenepoel zur Aufgabe

Kicker

USA

Evenepoel wins time trial by a second to move back into overall lead of the Giro

Evenepoel wins time trial before withdrawing from Giro d’Italia after positive COVID test

The Washington Post

Colombia

Remco Evenepoel ganó, pero no arrolló en la contrarreloj del Giro de Italia

El Giro de Italia se queda sin líder: Remco Evenepoel abandona la carrera por salud

El Tiempo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Battito di ciglia (Francesca Michielin)

METEOGIRO

Scandiano : pioggia moderata (3.9 mm), 13°C, vento debole da NO (11 – 22 Km/h), umidità al 87%
Villa Minozzo (48.1 Km): pioggia moderata (2.5 mm), 9°C (percepiti 7°C), vento forte da N (17 – 51 Km/h), umidità al 92%
Passo delle Radici (GPM – 87.5 Km): pioggia debole (1 mm), 5°C (percepiti 1°C), vento molto forte da N (26 – 93 Km/h), umidità al 89%
Monteperpoli (GPM – 120.7 Km): pioggia debole (0.8 mm), 15°C, vento molto forte da N (24 – 89 Km/h), umidità al 77%
Ponte a Moriano (traguado volante – 154.1 Km): cielo coperto, 20°C, vento moderato da NE (11 – 33 Km/h), umidità al 56%
Viareggio: poco nuvoloso, 20°C, vento moderato da NO (8 – 29 Km/h), umidità al 57%

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Eurosport
12.05: inizio diretta su RaiSport
12.20: partenza da Scandiano
13.30-13.45: traguardo volante di Villa Minozzo
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.55: GPM di Passo delle Radici
15.20-15.45: GPM di Monteperpoli
16.00-16.30: traguardo volante di Ponte a Moriano
17.00-17.30: arrivo a Viareggio

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Petacchi: “Deve avere molta cauta nelle curve”
Rizzato: “Nei primi 5 Km ci sono continuemente cambi”
Pancani: “Matthew Ricciarello” (Riccitello)
Borgata: “Non si alza mai dai pedali”
Pancani: “Andare a visutare il museo”
Rizzato: “Io intanto ascolto l’intermedio dello svizzero”
Pancani: “Arriva al treguardo”
Petacchi: “Caruso sta fatto un ottimo tempo”
Garzelli: “Sono usciuti”
Fabretti: “Vediamo la maglia bianca con Remco Evenepoel” (la maglia bianca è vestita da Remco Evenepoel”
Televideo: “Vince crono di Sesena” (Cesena)
Televideo: “Si decide sul filo dei decimi la nota tappa”
Televideo: “Thomas è 3° a 1″, Geoghegan Hart 3° a 2″
Televideo: “Domenico Caruso” (Damiano)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della nona tappa, cronometro individuale Savignano sul Rubicone – Cesena

1° Martijn Tusveld
2° Jonas Iversby Hvideberg a 9″
3° Martin Marcellusi a 16″
4° Kristian Sbaragli a 22″
5° Mads Würtz Schmidt a 31″

Classifica generale

1° Veljko Stojnic
2° Stefano Gandin a 2′57″
3° Martijn Tusveld a 3′29″
4° Daan Hoole a 5′16″
5° Nicolas Dalla Valle a 6′01″

IL GIRO DI 40 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

20 maggio 1983 – 8a TAPPA: SALERNO – TERRACINA (212 Km)

SARONNI RINUNCIA, VIA LIBERA A BONTEMPI

Nel volatone di Terracina il campione del mondo ha rinunciato a battersi per un possibile abbuono

Il gigantesco sprinter ha contenuto la rimonta del campione del Belgio, Hoste, conquistando la sua seconda vittoria, dopo una tappa lenta sotto il sole – Bandiere rosse

Il Technogym Village di Cesena illuminato di rosa (www.settesere.it)

Il Technogym Village di Cesena illuminato di rosa (www.settesere.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone

CRONO BAGNATA A CESENA, BIG TUTTI VICINI

maggio 14, 2023 by Redazione  
Filed under News

La prova contro il tempo in terra romagnola si è svolta per gran parte sotto una pioggia battente che ha reso insidiose le venti curve presenti sul percorso. Come da pronostico, la tappa è andata a finire nel palmares di Evenepoel, ma i distacchi sono stati molto inferiori a quanto si potesse pensare dopo quelli inflitti nella prima prova contro il tempo. Il Giro è ancora apertissimo in vista delle montagne.

Dopo aver visto con stupore i distacchi abissali che Remco Evenepoel (Soudal – Quick Step) aveva inflitto agli attoniti avversari nella tappa a cronometro che ha aperto questo Giro d’Italia sulla Costa dei Trabocchi, tutti pensavano che, nella prova odierna di chilometraggio quasi doppio e completamente piatta, il belga avrebbe ucciso il Giro. Lui stesso aveva detto di aspettarsi di guadagnare un altro minuto e invece… invece è tutta un’altra storia, una storia che aveva cominciato a fare capolino già a Salerno, quando in molti si chiedevano se il campione del mondo avesse accusato le due cadute delle quali era stato vittima, e si era riproposta ieri a Fossombrone quando il belga aveva dovuto mollare le ruote di un Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che, a dire la verità, non aveva fatto uno scatto perentorio da scalatore ma solo un cambio di ritmo non troppo violento. Evenepoel aveva tentato di riportarsi in progressione sul suo avversario, ma il tentativo era fallito mentre non aveva neppure provato a rispondere alla coppia di capitani Ineos che, dopo la prova odierna, si affacciano pericolosamente all’orizzonte per la vittoria finale. Evenepoel ha riconquistato la maglia rosa, la sua squadra avrà di nuovo l’onere di controllare la corsa e guidare il gruppo, ma il vantaggio in generale del capoclassifica è molto inferiore a quello che egli stesso si aspettava dopo la giornata di oggi e i segnali visti negli ultimi giorni non sono buoni.
Molte perplessità c’erano ad inizio Giro sulla tenuta di Evenepoel nella terza settimana, non sappiamo ancora come andrà, ma quello di cui si può essere certi è che sta crescendo la condizione degli avversari.
Sta crescendo la condizione di Roglic, che nella cronometro di apertura aveva perso oltre due secondi al chilometro mentre oggi ha accusato meno di mezzo secondo al chilometro. La prestazione dello sloveno è stata in crescendo nel senso che, al primo rilevamento cronometrico, il tempo di Roglic era piuttosto alto, intorno ai trenta secondi da Evenepoel ed intorno ai 20 da Geraint Thomas (Ineos Grenadiers). Il ritardo al traguardo è stato di 17 secondi dal vincitore il che significa che, nella seconda parte della frazione, Roglic ha non solo dimezzato lo svantaggio dal belga ma ha rosicchiato qualche secondo anche nei confronti di Thomas.
Ora rimane da capire se il capitano della Jumbo sia partito male e abbia poi trovato il suo ritmo, oppure se si sia trattato di una strategia per una migliore distribuzione dello sforzo quella di aumentare poco alla volta la velocità.
Del resto il cambio di ritmo proposto ieri da Roglic sulla salita dei Cappuccini ha testimoniato una condizione in crescendo per lo sloveno, che si è presentato al Giro con poche corse alle spalle e senza il ritmo gara che potrebbe aver trovato proprio in questa prima settimana corsa al coperto.
Evenepoel, invece, era sembrato quello della Costa dei Trabocchi sino al primo intermedio, quando aveva dato quasi un secondo al chilometro a Thomas, mentre nella parte centrale della prova il suo rendimento è calato parecchio. Il campione belga di specialità, intervistato nel dopo tappa, ha attribuito la colpa ad un eccessivo sforzo nella parte iniziale. Va detto che negli ultimi sei chilometri Evenepoel ha viaggiato sui ritmi di Thomas, il che significa ad ritmo leggermente inferiore rispetto a Roglic.
La pioggia può aver certamente condizionato il rendimento del belga, ma ha certamente fatto perdere la tappa a Geraint Thomas, apparso in difficoltà nelle curve più difficili. Più di una volta è stato inquadrato mentre le affrontava con traiettorie quadrate, quasi fermandosi. Visto il distacco inferiore al secondo, si può dire che 4 o 5 secondi nelle curve li ha persi tutti. Il britannico è stato, però, molto bravo nella distribuzione della sforzo, nel senso che – al contrario di Evenepoel e di Roglic, che hanno pagato il primo nel tratto intermedio, il secondo nel tratto iniziale lui ha mantenuto il ritmo costante per tutta la prova cosa che, in una tappa a cronometro, rappresenta un valore aggiunto. Certamente l’esperienza e le doti di fondo del capitano Ineos lo hanno favorito in questo senso.
La situazione della squadra Ineos è poi resa molto interessante dalla prestazione di un uomo come Tao Geoghan Hart, uno che sa come si vince un Giro. Il trionfatore della Corsa Rosa 2020 è uno che se la cava a cronometro, ma non è certo uno specialista della materia; tuttavia ha fermato i cronometri su un tempo più alto di soli 2 secondi rispetto ad Evenepoel, cosa che alla vigilia appariva impensabile.
Anche molti altri Ineos hanno disputato una buona prova e sono discretamente piazzati in classifica.
Ora la compagine britannica ha non solo due capitani che possono dare grattacapi con azioni combinate o a scacchiera, ma ha altre seconde linee, come Pavel Sivakov, alle quali non può essere concesso troppo spazio.
Geoghan Hart ha vinto il Tour of the Alps e si è presentato al Giro con un’ottima condizione, conquistando il quarto posto nella crono di apertura, quando ha staccato di quindici secondi Thomas. Sarebbe secondo in classifica se non fosse incappato in un buco nel gruppo nel finale seconda tappa. Ora il punto di domanda sta nel capire se riuscirà a mantenere questa condizione sino alle ultime decisive tappe
Thomas, invece, è arrivato al Giro in sordina, andando molto male al Tour of The Alps e accusando quasi un minuto da Evenepoel nella frazione d’apertura; ora la condizione del quasi trentasettenne gallese è enormemente cresciuta e, viste le sue doti di fondista, è lecito pensare che crescerà ancora per arrivare al top quando ci saranno i tapponi alpini da affrontare.
A questo punto Thomas diventa uno dei principali candidati alla vittoria finale.
Passando agli altri big, il capitano della Bora Aleksandr Vlasov se l’è cavata egregiamente, accusando solo 30 secondi di ritardo in una prova di 35 chilometri, quindi meno di un secondo al chilometro da primi. Invece ci si poteva aspettare qualcosa in più in casa UAE da Joao Almeida, che ha perso 35 secondi pur essendo uno specialista delle prove contro il tempo, con le quali deve sopperire a quel che gli manca in salita.
Ottima è stata la prova di Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), che aveva preventivato di perdere un paio di minuti e invece ha accusato un gap di soli 30 secondi e può sperare in una condizione in miglioramento e in doti di fondo che potranno aiutarlo sulle montagne. Male, invece, è andato il secondo capitano designato della Bahrain, il colombiano Santiago Buitrago, che ha accusato 2 minuti e quaranta secondi.
In chiave vicecapitani, è andata bene la Bora con Lennard Kämna a 51 secondi e la UAE con Jay Vine a 50 secondi.
Insomma dopo questa prova, che doveva causare un terremoto in classifica, l’unica vera novità (tra l’altro ampiamente prevista) è stato il cambiamento della maglia rosa che è ritornata sulla spalle del campione del mondo. I primi sei sono ora racchiusi un poco più di un minuto.
Dopo il giorno di riposo di domani si ripartirà martedì con una tappa in cui i velocisti dovranno cercare di resistere sulla salita del Passo delle Radici per andare a disputare lo sprint sul traguardo di Viareggio.
Inutile dire, però, che gli occhi degli appassionati siano puntati sulla tappa di venerdì che, insieme a quella con arrivo alla Tre Cime di Lavaredo, è la più dura del Giro. Non è ancora stata sciolta la riserva sulla possibilità di passare sulla Cima Coppi, prevista agli oltre 2400 metri del Colle del Gran San Bernard, ma sopratutto sulla durissima Croix de Coeur che precederà l’ascesa finale verso Crans Montana, dove non ci saranno problemi ad arrivare. Un eventuale taglio sarebbe una grande delusione per tutti gli appassionati. Non ci resta che sperare che tutte le tappe possano essere disputate sul tracciato previsto per godere di una battaglia che si annuncia emozionante ed incerta.

Benedetto Ciccarone

Sotto lacquazzone sfoca la stella di Evenepoel: vince la crono, riprende la rosa ma non stravince e non chiude il Giro (Getty Images)

Sotto l'acquazzone sfoca la stella di Evenepoel: vince la crono, riprende la rosa ma non stravince e non chiude il Giro (Getty Images)

14-05-2023

maggio 14, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) si è imposto nella nona tappa, Savignano sul Rubicone – Cesena, percorrendo 35 Km in 41′24″, alla media di 50.725 Km/h. Ha preceduto di 1″ il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e di 2″ il britannico Tao Geoghegan (Hart INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 10° a 42″. Evenepoel è tornato in maglia rosa con 45″ su Thomas e 47″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Caruso, 8° a 2′13″

TOUR DE HONGRIE

La quinta ed ultima tappa, circuito di Budapest (150 Km), è stata annullata a causa del maltempo. L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si impone in classifica con 10″ sul britannico Ben Tulett (INEOS Grenadiers) e 13″ sull’elvetico Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team). Miglior italiano Matteo Fabbro (BORA-hansgrohe), 7° a 22″

BOUCLES DE L’AULNE – CHÂTEAULIN

Il belga Greg Van Avermaet (AG2R Citroën Team) si è imposto nella corsa francese, circuito di Châteaulin, percorrendo 181.1 Km in 4h21′06″, alla media di 41.616 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Florian Vermeersch (Lotto Dstny) e lo spagnolo Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA). Due italiani in gara: Marco Tizza (Bingoal WB) 4° con lo stesso tempo dei primi, Lorenzo Germani (Groupama-FDJ) 68° a 4′50″

FYEN RUNDT – TOUR OF FUNEN

Il danese Carl-Frederik Bevort (Uno-X DARE Development Team) si è imposto nella corsa danese, circuito di Middelfart, percorrendo 189.2 Km in 4h17′48″, alla media di 44.034 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Nicklas Amdi Pedersen (Team Coloquick) e Alexander Salby (nazionale danese). Due italiani in gara: Filippo Fortin (Maloja Pushbikers) si è piazzato 5° a 3″, Liam Bertazzo (Maloja Pushbikers) non ha concluso la corsa

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

Quarta ed ultima tappa suddivisa in due semitappe

Lo spagnolo Oscar Sevilla (Team Medellin-EPM) si è imposto nella prima semitappa, circuito a cronometro di Formosa, percorrendo 8 Km in 9′40″, alla media di 49.655 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’argentino Laureano Rosas (Gremios por el Deporte Cutral Co.) e di 6″ l’argentino Agustin Del Negro (SAT team). Miglior italiano Niccolò Galli (nazionale italiana), 6° a 18″. Rosas è ancora leader della classifica con 18″ su Sevilla e 24″ su Del Negro. Miglior italiano Galli, 6° a 36″

L’italiano Davide Boscaro (nazionale italiana) si è imposto nella seconda semitappa, circuito di Formosa, percorrendo 97 Km in 2h03′25″, alla media di 47.157 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Luca Collinelli (nazionale italiana) e l’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana). Rosas si impone in classifica con 18″ su Sevilla e 24″ su Del Negro. Miglior italiano Galli, 6° a 36″

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx) si è imposta nella terza ed ultima tappa, circuito di San Sebastian, percorrendo 114.8 Km in 3h’09′56″, alla media di 36.265 Km/h. Ha preceduto di 2′38″ l’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) e la canadese Olivia Baril (UAE Team ADQ). Miglior italiana Marta Cavalli (FDJ-SUEZ), 7° a 2′45″. La Reusser si impone in classifica con 1′50″ sulla Vollering e 2′59″ sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 13° a 7′06″.

GRAN PREMIO INDUSTRIE DEL MARMO (Under23)

L’italiano Christian Bagatin (SIAS RIME) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Marina di Carrara, percorrendo 174.7 Km in 4h08′05″, alla media di 42.252 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Marco Schrettl (Tirol KTM Cycling Team) e l’italiano Simone Griggion (Zalf Euromobil Fior)

SULLA SCIA DEL DIRETTISSIMO

maggio 14, 2023 by Redazione  
Filed under News

Tornano al lavoro i cronometristi per la seconda prova contro il tempo del Giro 2023, come la precedente di Ortona disegnata su di un tracciato che si annuncia velocissimo. Stavolta non s’incontrerà nemmeno il becco di una salita e gli scalatori dovranno stringere i denti per tutti e trentatre i chilometri della Savignano sul Rubicone – Cesena. Sarà anche l’occasione per ricordare il mitico Ercole Baldini, scomparso il primo dicembre scorso: sarebbe andato a nozze su di un percorso del genere il “direttissimo di Forlì”, uno dei cronoman più forti della storia del ciclismo italiano, vincitore del Giro del 1958 e due volte recordman dell’ora.

NOTA AI LETTORI

Rispetto a quanto scritto nell’articolo la tappa ha subito alcune piccole modifiche che hanno dilatato la distanza da percorrere dagli originari 33.6 Km a 35 Km. In particolare sono stati aggiunti i passaggi nei centri di San Mauro Pascoli e Cesena, mentre la fase centrale della crono è stata allungata per inserire il passaggio davanti alla villa dove abitava Marco Pantani, nelle campagne di Cesenatico.

Lo scorso primo dicembre ci ha lasciati un mito del ciclismo italiano, un mito che portava il nome di un semidio, Ercole Baldini. E come il mitologico personaggio Baldini ci è salito per davvero nell’olimpo del ciclismo, dalla vittoria alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956 fino all’iscrizione nel 2016 nella “Hall of Fame” del Giro d’Italia, corsa che aveva vinto nel 1958 dopo il terzo posto sul podio finale conquistato l’anno prima. Il suo punto di forza erano le sue doti di passista, grazie alle quali aveva polverizzato per ben due volte il record dell’ora (ed entrambe da dilettante) e mietuto vittorie soprattutto a cronometro. Oltre alla citata edizione della Corsa Rosa e ai campionati del mondo del 1958 nel suo albo d’oro spiccano, infatti, le quattro vittorie nel Trofeo Baracchi (storica cronometro a coppie che tornerà in calendario quest’anno dopo 31 anni d’assenza), quella nel Grand Prix des Nations del 1960 e tre tappe contro il tempo vinte proprio al Giro. Il destino ha voluto che il “Direttissimo di Forlì”, questo uno dei numerosi soprannomi coniati dai suoi tifosi, arrivasse alla sua ultima fermata poco tempo dopo la presentazione del tracciato del Giro 2023, che sulle sue strade proporrà proprio una delle tappe che piacevano tanto a Baldini, una prova contro il tempo di quasi 34 Km da disputare su di un tracciato scorrevolissimo sotto tutti gli aspetti, completamente pianeggiante e “magro” di curve, poco meno di sessanta. Per gli scalatori si annuncia un’altra giornata durissima da digerire e qualcuno di loro potrebbe trovarsi a perdere un minuto e mezzo, se non due e più, dai corridori più dotati in quest’esercizio. Tornando ad Ercole Baldini, non si toccherà la sua Villanova ma si avrà la maniera di ricordarlo fin dalla partenza da Savignano sul Rubicone, dove certamente risuoneranno le note de “Il treno di Forlì”, la canzone che gli fu dedicata da Secondo Casadei, il compositore che fu autore del celebre “Romagna Mia” e del quale a Savignano è possibile visitare la casa-museo. Sulle note del liscio prenderà, dunque, le mosse una tappa che nel liscio della pianura ha la sua caratteristica peculiare e che lascerà Savignano seguendo l’asse della Via Emilia in direzione di Rimini. Percorsi poco meno di 4 Km, giunti alle porte di Santarcangelo di Romagna – è il centro nel cui castello si consumarono le gesta di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, i peccaminosi cognati che ispirarono a Dante Alighieri il quinto canto dell’Inferno – i “girini” abbandoneranno la Via Emilia per svoltare in direzione della riviera romagnola, andato a scavalcare con un viadotto il tracciato dell’Autostrada Adriatica ad oriente di San Mauro Pascoli, il paese natale di Giovanni Pascoli. I corridori non attraverseranno questa cittadina, limitandosi a percorrerne le strade della zona industriale, alla quale arriveranno dopo aver sfiorato Villa Torlonia, antica tenuta agricola inserita nel comprensorio del “Parco Poesia Pascoli” e presso la quale sono stati rinvenuti i resti di una fornace d’epoca romana. Giunti alle porte della località Cagnona, non distante dal “Parco del Sole” di Bellaria (impianto fotovoltaico che permette di produrre 1.130.000 kwh all’anno senza inquinare l’atmosfera), la corsa cambierà ancora direzione e attraverserà la fascia di campagne che precedono il passaggio da Sala, una delle principali frazioni di Cesenatico, presso la quale si trova la chiesa di Santa Maria del Rosario, nella quale riposano le spoglie di Angelina Pirini, educatrice dell’Azione Cattolica della quale è in corso il processo che porterà alla beatificazione.
Da queste parti abbonderanno a bordo strada i striscioni che ci ricorderanno l’indimenticato Pantani, che abitava non distanza da Sala e che queste strade soleva percorrerle durante le sessioni d’allenamento in previsione dei grandi appuntamenti del calendario, nelle quali – da solo o in compagnia – si spingeva verso le colline dell’appennino romagnolo, dove andava ad affrontare dure e celebri salite come il Barbotto e il Monte Carpegna. Una di queste strade era la provinciale che i “girini” imboccheranno uscendo da Sala, dopo l’ennesimo cambio di direzione del percorso, che ora punterà verso Cesena, alle cui porte si giungerà nel volgere di una decina di chilometri, dopo aver ancora incrociato le rotte dell’Autostrada Adriatica. I corridori rimarranno ai margini del centro storico, senza infilarsi sulle strade lastricate che conducono verso la centralissima Piazza della Libertà, dove all’ombra della cattedrale romano-gotica di San Giovanni Battista si sono concluse le ultime due tappe giunte a Cesena, conquistate dal vicentino Emanuele Sella nel 2004 e dal trentino Alessandro Bertolini nel 2008. Si rimarrà, invece, saldamente con le ruote sull’asfalto e con un ultimo cambio di rotta si uscirà velocemente dalla città percorrendo la Via Cervese, direttrice del traffico verso il casello di Cesena dell’autostrada e la nota località balneare di Cervia. È a questo punto che si andrà ad affrontare uno dei tratti più snelli e veloci del tracciato, un rettilineo di quasi 3 Km interrotto solo da una rotatoria che condurrà sino alle soglie del Technogym Village, sede principale della nota azienda operante nel settore del fitness e del wellness, in passato sponsor – dal 1992 al 1997 – di una delle formazioni più vincenti del ciclismo mondiale, nella quale hanno militato corridori del calibro di Paolo Bettini e Michele Bartoli. Una vera e propria cittadella dello sport nella quale il pomeriggio del 14 maggio 2023 aleggerà il ricordo di Ercole Baldini.

Mauro Facoltosi

Ercole Baldini e l’altimetria della nona tappa del Giro 2023

Ercole Baldini e l’altimetria della nona tappa del Giro 2023

CIAK SI GIRO

Continuiamo a parlare di Roberto Benigni e di un altro dei suoi film più conosciuti, “Johnny Stecchino”. Uscito in Italia il 24 ottobre del 1991, le pellicola narra le vicende di Dante Ceccarini, autista di scuolabus per disabili che scopre di essere sosia di un boss mafioso siciliano. Se le scene ambientate nell’isola furono effettivamente girate in Sicilia, quando la storia si svolge in “continente” a venir mostrati non sono scorci della Toscana, come si tenderebbe a pensare ingannati dai “natali” di Benigni. Il regista decise, infatti, di rendere omaggio all’amata moglie Nicoletta Braschi – nel film interpreta la compagna del mafioso che noterà la somiglianza tra i due e proporrà al marito di effettuare uno scambio di personalità – e di andare a girarle nella città dove era nata e dove risiedevano i suoi genitori. E così la prima parte del film fu filmata a Cesena, della quale vengono mostrati sia scorsi del centro storico, sia del quartiere periferico Oltre Savio, dove stavano di casa i genitori della Braschi e dove la produzione individuò una delle palazzine di Via della Valle da presentare nella pellicola come il condominio dove abitava Benigni.

In collaborazione con www.davinotti.com

Roberto Benigni in azione su una delle rampe d’accesso della palazzina di Via della Valle a Cesena, l’abitazione del protagonista di “Johnny Stecchino” (www.davinotti.com)

Roberto Benigni in azione su una delle rampe d’accesso della palazzina di Via della Valle a Cesena, l’abitazione del protagonista di “Johnny Stecchino” (www.davinotti.com)

Scena di passaggio di “Johnny Stecchino” girata nel centro di Cesena (ma subito dopo l’azione si sposterà in quel di Ravenna) (www.davinotti.com)

Scena di passaggio di “Johnny Stecchino” girata nel centro di Cesena (ma subito dopo l’azione si sposterà in quel di Ravenna) (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/johnny-stecchino/50002987

FOTOGALLERY

Savignano sul Rubicone, la centralissima Piazza Bartolomeo Borghesi

Savignano sul Rubicone, la sede della casa museo dedicata a Secondo Casadei

San Mauro Pascoli, casa natale di Giovanni Pascoli

San Mauro Pascoli, Villa Torlonia

Bellaria-Igea Marina, Parco del Sole

Sala di Cesenatico, chiesa di Santa Maria del Rosario

Cesena, Piazza della Libertà e l’abside della cattedrale

Cesena, Technogym Village

13-05-2023

maggio 13, 2023 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’irlandese Ben Healy (EF Education-EasyPost) si è imposto nell’ottava tappa, Terni – Fossombrone, percorrendo 207 Km in 4h44′24″, alla media di 43.671 Km/h. Ha preceduto di 1′49″ il canadese Derek Gee (Israel-Premier Tech) e l’italiano Filippo Zana (Team Jayco-AlUla). Il norvegese Andreas Leknessund (Team DSM) è ancora maglia rosa con 8″ sul belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e 38″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 9° a 1′39″

TOUR DE HONGRIE

L’elvetico Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Martonvásár – Dobogókő, percorrendo 206.4 Km in 5h04′14″, alla media di 40.706 Km/h. Ha preceduto di 10″ il belgi Thibau Nys (Trek-Segafredo) e Sylvain Moniquet (Lotto Dstny). Miglior italiano Matteo Fabbro (BORA-hansgrohe), 7° a 10″. L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirates) è ancora leader della classifica con 10″ sul britannico Ben Tulett (INEOS Grenadiers) e 13″ su Voisard. Miglior italiano Fabbro, 7° a 22″

TOUR DU FINISTÈRE

Il francese Paul Penhoët (Groupama-FDJ) si è imposto nella corsa francese, Saint-Évarzec – Quimper, percorrendo 193.3 Km in 4h46′22″, alla media di 40.501 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Sandy Dujardin (TotalEnergies) e Axel Zingle (Cofidis). Due italiani in gara: Marco Tizza (Bingoal WB) 7° con lo stesso tempo dei primi, Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), 41° a 34″

GRAND PRIX HERNING

Il danese Mathias Norsgaard (nazionale danese) si è imposto nella corsa danese, circuito di Herning, percorrendo 179.4 Km in 4h08′44″, alla media di 43.275 Km/h. Ha preceduto di 1′02″ i connazionali Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras) e Michael Valgren (nazionale danese). Non hanno concluso la corsa i due italiani in gara, Liam Bertazzo (Maloja Pushbikers) e Filippo Fortin (Maloja Pushbikers)

VOLTA A FORMOSA INTERNACIONAL

L’argentino Laureano Rosas (Gremios por el Deporte Cutral Co.) si è imposto anche nella terza tappa, Formosa – El Colorado, percorrendo 189.8 Km in 3h50′03″, alla media di 49.502 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Lucas Manuel Gaday (Rower San Luis Continental) e l’ecuadoriano Cristian David Pita
(Team Banco Guayaquil). Miglior italiano Luca Collinelli (nazionale italiana), 6°. Rosas è il nuovo leader della classifica con 6″ sull’uruguaiano Pablo Anchieri (nazionale uruguaiana) e 8″ sull’italiano Samuel Quaranta (nazionale italiana)

BRETAGNE LADIES TOUR CERATIZIT

La francese Valentine Fortin (Cofidis Women Team) si è imposta nella quinta ed ultima tappa, Plouharnel – Saint-Jean-Brévelay, percorrendo 128 Km in 3h25′15″, alla media di 37.418 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Arianna Fidanza (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e Martina Alzini (Cofidis Women Team). L’australiana Grace Brown (FDJ-SUEZ) si impone in classifica con 17″ sulla francese Coralie Demay (St Michel-Mavic-Auber 93) e 26″ sull’italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo)

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta anche nella seconda tappa, Vitoria-Gasteiz – Amurri, percorrendo 133.2 Km in 3h30′34″, alla media di 37.955 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing) e l’elvetica Marlen Reusser (Team SD Worx). La Vollering è ancora leader della classifica con 56″ sulla Reusser e 1′05″ sulla polacca Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM Racing). Miglior italiana la Paladin, 8° a 1′49″.

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