19-05-2023
maggio 19, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il colombiano Einer Rubio (Movistar Team) si è imposto nella tredicesima tappa, Le Châble – Crans-Montana, percorrendo 74.6 Km in 2h16′21″, alla media di 32.827 Km/h. Ha preceduto di 6″ il francese Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e di 12″ l’ecuadoriano Alexander Cepeda (EF Education-EasyPost). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 13° a 1′35″. Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 22″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′28″. La tappa sarebbe dovuta partire da Borgofranco d’Ivrea, ma i primi 125 Km – che prevedano la salita al traforo del Gran San Bernardo – sono stati neutralizzati a causa delle previsione meteo sfavorevoli.
4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE
L’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) si è imposto nella quarta tappa, Maubeuge – Achicourt, percorrendo 173.8 Km in 3h44′42″, alla media di 46.409 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Gerben Thijssen (Intermarché-Circus-Wanty) e Milan Fretin (Team Flanders-Baloise). Due italiani in gara: Daniel Oss (TotalEnergies) 64° a 12″, Matteo Malucelli (Bingoal WB) 96° a 1′36″. Il danese Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step) è il nuovo leader della classifica con 6″ sul britannico Ethan Vernon (Soudal Quick-Step) e 7″ su Kooij. Oss 84° a 5′06″, Malucelli 104° a 9′50″
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
Il danese Mathias Bregnhøj (Leopard Togt Pro Cycling) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Bourscheid, percorrendo 131.9 Km in 3h12′12″, alla media di 41.176 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo sloveno Jaka Primozic (Hrinkow Advarics) e l’olandese Pim Ronhaar (Baloise Trek Lions). Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), 10° a 2. Ronhaar è ancora leader della classifica con 3″ sul francese Antoine Huby (Vendée U) e 8″ sull’ungherese Marton Dina (ATT Investments). Miglior italiano Ballabio, 8° a 20″
TOUR OF SAKARYA (Turchia)
L’estone Martin Laas (Astana Qazaqstan Development Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Sakarya, percorrendo 136 Km in 3h11′36″, alla media di 42.589 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Yacine Hamza (nazionale algerina) e il cinese Xianjing Lyu (China Glory Continental Cycling Team). Due italiani in gara: Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development Team) 21°, Simone Zanini (Astana Qazaqstan Development Team), 66°. Laas è il nuovo leader della classifica con 4″ sul russo Aleksandr Bereznyak (Sakarya BB Pro Team) e 6″ su Lyu. Toneatti 13° a 19″, Zanini 33° a 2′05″
WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA)
Lo statunitense Riley Sheehan (Denver Disruptors) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 143.9 Km in 3h23′27″, alla media di 42.438 Km/h. Ha preceduto di 1″ i colombiani Bryan Steve Gómez (Miami Nights) e Miguel Ángel López (Team Medellín – EPM). Nessun italiano in gara. Lo statunitense Tyler Stites (Project Echelon Racing) è ancora leader della classifica con 1″ su Sheehan e 5″ su López
WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA – Donne)
La statunitense Lauren Stephens (EF Education-TIBCO-SVB) si è imposta nella seconda tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 98.9 Km in 2h50′44″, alla media di 34.756 km/h. Ha preceduto di 37″ la connazionale Emily Ehrlich (Virginia’s Blue Ridge – TWENTY24) e a canadese Emilie Fortin (Cynisca Cycling). Nessuna italiana in gara. La Stephens è la nuova leader della classifica con 45″ sulla Fortin e 1′03″ sulla Ehrlich
VUELTA A BURGOS FEMINAS
L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella seconda tappa, Sotresgudo – Lerma, percorrendo 118.9 Km in 2h35′24″, alla media di 45.907 Km/h. Ha preceduto allo sprint la statunitense Chloé Dygert (CANYON//SRAM Racing) e la connazionale Lorena Wiebes (Team SD Worx). Miglior italiana Elisa Balsamo (Trek-Segafredo), 5° a 7″. La Wiebes è ancora leader della classifica con 4″ sulla Dygert e sulla Vollering. Miglior italiana la Balsamo, 4° a 15″
VEENENDAAL – VEENENDAAL CLASSIC (Donne)
La belga Lotte Kopecky (Team SD Worx) si è imposta nella corsa olandese, circuito di Veenendaal, percorrendo 140.5 Km in 3h20′04″, alla media di 42.136 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Martina Fidanza (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e la polacca Daria Pikulik (Human Powered Health).
IL TAPPONE DEI MISTERI
Presenta salite poco tradizionali il primo tappone del Giro 2023: in cima al Gran San Bernardo la Corsa Rosa non transita dal 1963, la Croix-de-Coeur è una novità assoluta e la salita finale verso Crans la conoscono solo gli habitué dei giri di Romandia e Svizzera. Affrontate una dietro l’anno andranno a comporre un colosso forte di quasi 5270 metri di dislivello, distribuiti su poco meno di 70 Km di salita.
Debuttano le Alpi e lo faranno con il più misterioso tra i tre tapponi – gli altri due saranno quelli del Bondone e delle Tre Cime di Lavaredo – inseriti nel percorso del Giro 2023. Misterioso perché le tre salite che si dovranno affrontare sono poco conosciute tra i professionisti e anche lo stesso Gran San Bernardo non sfugge a questo giudizio. Sarà anche uno dei passi più celebri della catena alpina ma le grandi corse ciclistiche lo hanno quasi sempre snobbato, se si pensa che la Corsa Rosa fino in vetta ci è salita solo quattro volte (una di meno rispetto al Tour de France) e l’ultima porta la data del 31 maggio 1963, mentre in occasione dei successivi passaggi si è scelto d’infilarsi nel sottostante traforo. Il successo colle della Croix-de-Coeur – la più difficile tra la ascese di giornata – costituisce, invece, una novità assoluta perché la strada che vi conduce è asfaltata da non molti anni e i professionisti ne conoscono bene solo la prima metà, che conduce alla stazione di sport invernali di Verbier, spesso sede di tappa ai giri di Svizzera e Romandia, corse che spesso hanno inserito nel tracciato anche la conclusiva salita diretta a Crans-Montana, totalmente sconosciuta a quei corridori che mai hanno affrontato queste due gare. Queste salite “misteriose”, affrontate consecutivamente, andranno a comporre un mosaico di quasi 5270 metri di dislivello, distribuiti su 67.7 Km da percorrere in ascesa, numeri che coniugati si traducono in una pendenza media globale del 7.8%. E pensare che questa sarà il meno difficile tra i tre tapponi inseriti nel percorso del Giro 2023, che oggi si radunerà per la partenza presso il ricetto medioevale di Borgofranco d’Ivrea, centro situato lungo la direttrice che dal Piemonte conduce verso la Valle d’Aosta. Nella più piccola tra le venti regioni italiane si entrerà poco meno di 10 Km dopo il “via”, all’altezza di Pont-Saint-Martin, centro situata nel luogo dove, secondo la leggenda, il ponte che assegna il nome al primo comune valdostano fu costruito in una notte dal diavolo dopo un patto con San Martino, che gli concedette la prima anima che l’avrebbe attraversato (con uno stratagemma il santo vi farà transitare un cane). Dopo il centro di Donnas, presso il quale è ancora oggi possibile percorrere un tratto dell’antichissima strada consolare romana delle Gallie, il gruppo giungerà ai piedi di uno dei più celebri castelli della valle, autentico biglietto da visita della più piccola regione italiana: è il forte fatto innalzare nel XIX secolo dalla famiglia Savoia sopra la cittadina di Bard, nel 2006 aperto al pubblico dopo un lungo periodo d’abbandono e oggi sede di un museo dedicato alle Alpi. Un altro celebre maniero della valle è quello cubico di Verrès, innalzato nel XIV secolo a dominio dell’imbocco della Val d’Ayas e che oggi “sorveglierà” l’inizio della prima delle quattro salite che caratterizzato il tracciato, l’unica a non essere coronata in vetta dallo striscione del Gran Premio della Montagna. Nota come “salita di Montjovet”, i suoi 5 Km al 3.9% si concludono alle porte di Saint-Vincent, una delle più rinomate località turistiche della Valle d’Aosta, oggi celebre prevalentemente per il Casino de la Vallée che dal 1921 costituisce la principale attrattiva di un centro ì fino a quel momento frequentato soprattutto per le sue terme, scoperte il 20 luglio 1770 dal parroco Jean-Baptiste Perret e le cui acque furono inizialmente utilizzate anche per azionare la funicolare che portava i pazienti allo stabilimento termale, mediante due cassoni che venivano alternativamente riempiti e svuotati d’acqua per permettere la salita e la discesa delle vetture sfruttando la forza di gravità. Ritrovata la pianura, il gruppo pedalerà alla volta di Nus, centro dominato da un castello costruito nel XIII secolo a guardia dell’imbocco del vallone di Saint-Barthélemy, per giungere quindi ad Aosta, dove i “girini” transiteranno a due passi di una delle vestigia più celebri dell’antica città fortificata romana di Augusta Prætoria Salassorum, l’arco intitolato all’imperatore Augusto che fu eretto nel 25 a.C. per celebrare la vittoria dei romani sui Salassi. Per rimanere in tema è arrivato il momento del primo salasso quotidiano perché è da Aosta he ha inizio l’interminabile salita che porterà il gruppo fino ai quasi 2500 metri del Passo del Gran San Bernardo, uno dei valichi più elevati della catena alpina, che si raggiungerà toccando i centri di Gignod ed Étroubles (vi si trovano rispettivamente le antiche torri di “Calvino” e di Vachéry) e il borgo di Saint-Rhémy-en-Bosses, noto tra gli appassionati di gastronomia per il suo prosciutto DOP mentre chi ama il folclore lo conosce per il carnevale della Combe Froide, in occasione del quale sfilano per le vie del borgo cortei vestiti con maschere ispirate alle divise delle truppe napoleoniche che attraversano questa valle nel maggio del 1800 seminando terrore nella popolazione. Saint-Rhémy sarà anche l’ultimo centro abitato che il gruppo incontrerà prima di giungere alla “Cima Coppi” del Giro 2023 (2469 metri di quota), percorsa una salita lunga poco più di 34 Km e caratterizzata da una pendenza media del 5.5%. Superate le inclinazioni più impegnative – comunque non insormontabili – negli ultimi 18.3 Km media del 6.3% – si scollinerà quello che al tempo degli antichi romani era già un frequentato punto di transito (il Mons Iovis, sul quale fu eretto un tempio dedicato a Giove Pennino) al cospetto dell’ospizio aperto nel 1035 da San Bernardo di Mentone, luogo dove ancora oggi i monaci allevano gli omonimi cani, razza che fu creata proprio lassù incrociando quelli che furono donati all’epoca ai religiosi e che inizialmente furono utilizzati come “guardie” del monastero. Entrati in Svizzera, nel corso della successiva discesa (quasi 27 Km al 6.1%) si percorrerà la Val d’Entremont sfiorando il lago artificiale di Toules, sulle cui acque nel 2019 è stato installato un impianto solare galleggiante che fornisce fino a 800 milliwatt ora l’anno e che è stato trasportato fin qui con un elicottero. Terminata la discesa si abbandonerà la Val d’Entremont per risalire la Valle di Bagnes, interamente “occupata” dall’omonimo comune, un tempo il più esteso della Svizzera, primato “crollato” nel 2015 quando il centro grigionese di Scuol si è ampliato inglobando cinque municipi soppressi. La risalita della valle sarà limitata al tratto iniziale perché dopo pochi chilometri si svolterà in direzione della nota stazione di sport invernali di Verbier, dal 1994 frequentata anche dagli amanti della musica classica grazie ad un festival che ha richiamato lassù musicisti di fama mondiale. Per arrivarvi bisognerà percorrere 8.5 Km al 7.9%, affrontati in corsa anche al Tour de France del 2009, quando sul quel traguardo Alberto Contador s’impose togliendo la maglia gialla dalle spalle dell’italiano Rinaldo Nocentini. Come anticipato più sopra, l’ascesa verso Verbier stavolta costituirà solo la prima parte, la meno difficile, della salita diretta alla “Croce del Cuore”, che presenterà le sue pendenze più ostiche nei rimanenti 6.9 Km, che riporteranno i “girini” oltre quota 2000 affrontando una pendenza media del 9.8%. Scollinati a 2147 metri sul livello del mare, si tornerà velocemente a quote sensibilmente più basse percorrendo una discesa non meno pendente della salita che l’ha preceduta, 21.5 Km al 7.8% che si concluderanno a Riddes, località alle cui porte si trova il Seminario Internazionale Pio X, fondato nel 1971 da Marcel Lefebvre, il famoso arcivescovo scismatico che sarà successivamente scomunicato dal Vaticano per non aver accettato i dettami del concilio e aver ordinato sacerdoti senza il benestare della Santa Sede. Qui inizierà una fase di “transito” di 25 Km esatti che si snoderà in perfetta pianura sul fondovalle della valle del Rodano, pedalando in direzione di Sion, il capoluogo del Canton Vallese dominato dall’altura sulla quale si trova la romanica basilica di Valère, nella quale è possibile ascoltare la musica suonata dal più antico organo a canne in attività, realizzato nel 1435 da un artigiano rimasto ignoto.
Un perfetto rettilineo pianeggiante costituirà l’ultimo tratto tranquillo della tappa prima che si torni a prendere l’ascensore per raggiungere i 1456 metri di Crans-Montana, nota non soltanto come rinomata stazione sciistica ma anche come località curativa per vie dei numerosi sanatori che vi furono realizzati a partire dal XIX secolo e che ebbero tra i pazienti la celeberrima poetessa statunitense Emily Dickinson. Ci sarà ben poco da “curare” stavolta, perché la salita finale di questa non è meno difficile delle precedenti, 13 Km al 7.2% privi di particolari picchi ma costanti nelle pendenze, lungo i quali potrebbero dilatarsi i danni causati dalle salite precedenti. E che questa sia una signora salita ce lo ricorda – tra i tanti che si sono imposti lassù – Vittorio Adorni, che a Crans-Montana vinse una tappa del Giro di Romandia nel 1965 e un’altra al Giro di Svizzera nel 1969, terminata la quale fu costretto a sostituire la maglia iridata conquistata l’anno primo a Imola con quella di leader della classifica generale. Quest’anno il Giro non toccherà la sua Parma, ma qui la Corsa Rosa avrà la possibilità di rendere omaggio postumo all’indimenticato campione emiliano, scomparso alla vigilia di Natale.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Colle del Gran San Bernardo (2473 metri). Quotato 2469 metri sulle cartine del Giro 2023, separa il gruppo del Grand Combin dal massiccio del Monte Bianco ed è raggiunto sul versante italiano dalla Strada Statale 27 “del Gran San Bernardo” mentre su quello elvetico dalla “Route Principale 21”, mettendo in comunicazione Aosta con Martigny. In realtà il valico geografico non si trova sul confine di stato, che viene attraversato circa mezzo chilometro prima di raggiungerne lo scollinamento, sul versante di Aosta. Le volte nelle quali il Giro è salito lassù si possono per davvero contare sulle dita di una mano perché i passaggi dal Gran San Bernardo finora sono stati appena quattro, il primo dei quali vide conquistare questa cima l’intramontabile Gino Bartali durante la Saint Vincent – Verbania del 1952, vinta dall’elvetico Friedrich “Fritz” Schär. A rischio sino all’ultimo – il tunnel all’epoca non esisteva ancora – fu il transito previsto nell’edizione del 1957 e solo poche ore prima della corsa l’ANAS diede il benestare al passaggio della carovana durante la Saint Vincent – Sion, che si concluse con la vittoria del francese Luison Bobet nella cittadina elvetica, mentre stavolta sarà lo scalatore lussemburghese Charly Gaul a conquistare la cima della grande salita. Il 1959 fu l’anno del duro tappone Aosta – Courmayeur, che si snodava in prevalenza fuori dai confini nazionali e prevedeva entrambi i “San Bernardi”, tutti e due andati a “ingrassare” il palmares di Gaul, che in quell’occasione si portò a casa anche la vittoria di tappa ai piedi del Bianco. Come ricordato nell’articolo non si sale più al celebre ospizio dal 31 maggio 1963, giorno nel quale Vito Taccone ottenne l’ultima di quattro vittorie di tappa consecutive imponendosi nella Leukerbad – Saint Vincent, che vide l’abruzzese intascarsi anche i punti riservati al primo corridore a transitare in vetta al Gran San Bernardo. In realtà altre quattro volte il nome di questo valico è campeggiato sull’altimetria di una tappa del Giro, ma si è trattato di ascese parziali terminate all’imbocco del sottostante traforo, inaugurato nel 1964 e percorso per la prima volta dai “girini” durante la Domodossola – Saint Vincent del 1985, vinta da Francesco Moser dopo che il GPM posto al portale elvetico del tunnel era stato conquistato dal portoghese Rafael Acevedo. Nel 1996 ci fu addirittura un bis nel corso della medesima edizione perché l’ascesa al traforo fu proposta in due giornate consecutive, la prima durante la tappa Aosta – Losanna (vinta dall’ucraino Alexander Gontchenkov) e la seconda durante la successiva Losanna – Biella (vinta dal danese Nicolaj Bo Larsen): a conquistare i due GPM furono rispettivamente il trentino Mariano Piccoli e il francese Laurent Roux. L’ultimo passaggio dal traforo risale al 2006, quando il colombiano Luis Felipe Laverde s’impose nella Aosta – Domodossola e il francese Sandy Casar vinse il GPM alle porte del tunnel.
Croix-de-Coeur (2174 metri). È valicato da una strada, realizzata nel 1936 ma asfaltata solo in tempi recenti, che mette in comunicazione le stazioni di sport invernali di Verbier e La Tzoumaz (nota anche con il nome di Mayens de Riddes). La tappa del Giro sarà la prima corsa ciclistica a superarne la cima, anche se il tratto iniziale di entrambi i versanti, fino alle due località sciistiche citate, è stato spesso inserito nei percorsi dei giri di Svizzera e Romandia.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il Lac de Grenon a Crans-Montana e l’altimetria della tredicesima tappa del Giro 2023 (www.latitudeslife.com)
CIAK SI GIRO
Quando nel 1962 il regista Terence Young girò con l’indimenticato Sean Connery il primo dei 25 film (ma altri ne arriveranno di sicuro) ispirati alla figura di James Bond, non immaginava che nei decenni successivi sui grandi schermi dei cinema sarebbero sbarcate autentiche “valanghe” di spie ispirate all’agente segreto 007, il cui nome in codice cambiava a seconda delle fantasie degli sceneggiatori. E così nel 1965, tre anni dopo l’uscita dell’originale, il regista finto spagnolo Amerigo Anton (pseudonimo sotto il quale si nascondeva il lucano Tanio Boccia) chiederà all’attore canadese Lang Jeffries di interpretare un’agente segreto nella pellicola intitolata “Agente X 1-7 operazione Oceano”, nella quale la spia dovrà liberare il professor Calvert (impersonato dall’attore spagnolo Rafael Bardem), scienziato rapito da una banda di terroristi per impadronirsi della formula che avrebbe permesso di incrementare l’approvvigionamento alimentare mondiale. Per proporre una prigione che sembrasse impossibile da “violare” Boccia scelse una fortezza che in quasi 700 anni di storia non aveva mai subito nessun assalto, il cubico castello di Verrès, anche se poi le “maestranze” si limitarono a riprenderlo dal basso, con angolazioni che facessero risaltare ancora di più la sua imponenza. Per comodità e per non dover trasportare lassù tutto l’armamentario necessario, riflettori e pesanti macchine da presa, quando si dovettero realizzare i “ciac” all’interno della prigione si ripiegò, invece, su due castelli valdostani più facilmente raggiungibili e non meno celebri, quelli di Fénis e Issogne, dei quali vengono mostrati i saloni affrescati del primo e il cortile con la famosa “fontana del melograno” del secondo.
In collaborazione con www.davinotti.com

Il castello di Verrès inquadrato nel film “Agente X 1-7 operazione Oceano” (www.davinotti.com)
Le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/agente-x-1-7-operazione-oceano/50041244
FOTOGALLERY
Il ponte medioevale di Pont-Saint-Martin
Donnas, antica strada romana per le Gallie
Forte di Bard
Castello di Verrès
Aosta, arco d’Augusto
Gignod, torre di Calvino
Étroubles, Torre di Vachéry
L’ospizio del Colle del Gran San Bernardo
Lac des Toules (Tripadvisor)
Col de la Croix-de-Coeur
Ecône (Riddes), Seminario Internazionale San Pio X
Sion, basilica di Valère
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI RIVOLI
maggio 18, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
A Rivoli altra festa tedesca. Denz va in fuga e si prende la tappa
Gazzetta dello Sport
Belgio
Nico Denz rondt vroege vlucht in Giro succesvol af en boekt mooiste zege uit carrière
Het Nieuwsblad
Slovenia
Končno mirna etapa na Giru, Roglič v cilju brez težav
Delo
Gran Bretagna
Nico Denz claims glory on Giro d’Italia stage 12 as Geraint Thomas keeps lead
The Guardian
Francia
L’étape pour Denz
L’Équipe
Spagna
Denz, la ley de la fuga
AS
Portogallo
João Almeida mantém lugar no pódio em etapa calma antes da alta montanha
Público
Paesi Bassi
Vluchter Nico Denz verrast in twaalfde Giro-etappe met ritzege
De Telegraaf
Danimarca
Tysker viser sig som stærkeste mand i Giro-udbrud
Politiken
Germania
Zweiter deutscher Sieg beim Giro: Ausreißer Denz jubelt
Kicker
USA
Denz claims first Grand Tour stage win, Thomas stays in Giro lead
The Washington Post
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Sono in fuga (Lucio Dalla)
METEOGIRO
Borgofranco d’Ivrea: pioggia debole (1 mm), 14°C, vento debole da N (3 – 19 Km/h), umidità al 83%
Nus (traguardo volante – 49.2 Km): pioggia debole (0.2 mm), 12°C, vento moderato da SE (5 – 32 Km/h), umidità al 81%
Saint-Rhémy-en-Bosses (81.6 Km): cielo coperto, 8°C, vento debole da E (3 – 25 Km/h), umidità al 74%
Verbier (traguardo volante – 133.3 Km): pioggia debole (0.6 mm), 10°C (percepiti 11°C), vento debole da NO (3 – 24 Km/h), umidità al 67%
Sion (176.3 Km): pioggia debole (0.2 mm), 18°C, vento debole da N (2 – 25 Km/h), umidità al 59%
Crans-Montana: cielo coperto, 12°C, vento moderato da E (4 – 35 Km/h), umidità al 54%
GLI ORARI DEL GIRO
10.45: inizio diretta su Eurosport
11.00: inizio diretta su RaiSport
11.05: partenza da Borgofranco d’Ivrea
12.10-12.20: traguardo volante di Nus
13.30-13.50: GPM della Salita del Gran San Bernardo (tunnel)
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.50: inizio salita della Croix de Coeur
14.40-15.10: traguardo volante di Verbier
15.00-15.40: GPM della Croix de Coeur
16.00-16.40: inizio salita finale
16.35-17.20: arrivo a Crans Montana
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Rizzato: “E’ andata via questo gruppo di corridori”
Genovesi: “Arriva un’idea genale”
Petacchi: “Scoins” (Skujiņš)
Petacchi: “Il Processo alla Tappa di Alessandro De Stefano” (Alessandro Fabretti)
Fabretti: ” E’ stata tagliata la cima di Crans Montana” (è stata tagliata la salita del Gran San Bernardo)
Fabretti: “Joao Almedica” (Almedia)
Televideo: “Paret-Paintre” (Paret-Peintre)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo della dodicesima tappa, Bra – Rivoli
1° Jake Stewart
2° Thibault Guernalec s.t.
3° Simone Consonni a 4′14″
4° Jonathan Milan s.t.
5° Nicolas Dalla Valle s.t.
Classifica generale
1° Campbell Stewart
2° Yukiya Arashiro a 4′49″
3° Otto Vergaerde a 5′24″
4° Alexander Krieger a 9′13″
5° Alan Riou a 10′10″
Miglior italiano Alessandro Iacchi, 7° a 12′58″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
23 maggio 1983 – 11a TAPPA: BIBBIENA – PIETRASANTA (Marina) (202 Km)
VAN IMPE VINCE E COMINCIA A PREOCCUPARE SARONNI
Il belga ha battuto con un allungo finale gli spagnoli Munoz e Lejarreta e Visentini
24 maggio 1983 – GIORNO DI RIPOSO A MARINA DI PIETRASANTA
UN GIRO RACCHIUSO IN DUE MINUTI
Dopo il riposo di Pietrasanta gli avversari di Saronni alla riscossa
La Maglia Rosa pronta alla sfida – Non teme nemmeno la crono di domani da Reggio a Parma

Il castello di Rivoli illuminato di rosa (www.torinotoday.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
11a tappa: Camaiore – Tortona
A RIVOLI LA FUGA PREMIA DENZ. THOMAS RESTA IN MAGLIA ROSA
Una maxifuga partita dopo una ventina di km e successivamente ridottasi a soli tre ciclisti vede la vittoria di Nico Denz (Team BORA Hansgrohe) che batte in una volata ristretta Toms Skujins (Team Trek Segafreddo) e Sebastian Berwick (Team Israel Premier Tech). Domani si sconfina in Svizzera per una tappa
La dodicesima tappa del Giro 2023 si corre interamente in Piemonte tra le province di Cuneo e di Torino. Si parte da Bra e si arriva a Rivoli dopo 185 km. Due i gpm in programma: Pedaggera, terza categoria dopo 36 km e Colle Braida, seconda categoria, posto al km 151. E’ quest’ultima la salita più impegnativa della tappa odierna ed anche un interessante antipasto delle Alpi prossime venture. Il Colle Braida sfiora i 10 km di lunghezza e la parte più impegnativa è quella centrale, in cui sono presenti tre km dove le pendenze non scendono mai sotto l’8% con punte al 12%. Vedremo se la fuga di giornata riuscirà a tenere la testa della corsa ed i ciclisti presenti si giocheranno le loro chances di vittoria, ma non possiamo neanche escludere completamente che le squadre dei big di classifica possano animare il finale. Da Bra non partiva Alessandro Covi (UAE Team Emirates), coinvolto anche lui nella caduta che ieri ha costretto al ritiro Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Per il ciclista italiano frattura dell’osso sacro. Attacchi e contrattacchi si moltiplicavano dopo la partenza da Bra ed una maxifuga di 26 ciclisti riusciva ad evadere dopo una ventina di km. Tra gli attaccanti, il più pericoloso in classifica generale per la maglia rosa Thomas era Patrick Konrad (Team BORA Hansgrohe). Sette gli italiani presenti nella fuga: Samuele Battistella e Christian Scaroni (Team Astana Qazaqstan), Andrea Pasqualon (Team Bahrain Victorious), Alberto Bettiol (Team EF Education EasyPost), Alessandro Tonelli (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Marco Frigo (Team Israel Premier Tech) e Davide Formolo (UAE Team Emirates). Altri quattro ciclisti, tutti italiani, riuscivano a raggiungere gli attaccanti durante l’ascesa verso Pedaggera. I quattro erano Stefano Oldani (Team Alpecin Deceuninck), Lorenzo Fortunato (Team EOLO Kometa), Luca Covili e Davide Gabburo (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè). L’elevato numero dei ciclisti in fuga era un fattore di discordie all’interno drappello in testa alla corsa e così dopo il passaggio dal primo traguardo volate di Ceresole d’Alba vinto da Mads pedersen (Team Trek Segafredo), evadeva dal gruppo dei fuggitivi un quartetto formato da Toms Skujins (Team Trek Segafredo), Nico Denz (Team BORA Hansgrohe), Sebastian Berwick (Team Israel Premier Tech) ed Alessandro Tonelli. Skujins si aggiudicava il secondo traguardo volante di Buttigliera Alta posto al km 140.3. I quattro uomini in testa iniziavano il tratto più duro del Colle Braida con un vantaggio di 2 minuti e 20 secondi su un altro gruppetto di quattro ciclisti che a sua volta si era staccato precedentemente dal primo gruppo inseguitore. Gli uomini che ne facevano parte erano Alex Baudin (Team AG2R Citroen), Scaroni e Bettiol. Skujins scollinava in prima posizione. Il gruppo maglia rosa scollinava a sua volta con oltre 8 minuti di ritardo. Era chiaro ormai che tra successiva discesa e pianura per un totale di 30 km i tre di testa si sarebbero giocati la vittoria di tappa. Nella volata ristretta Dens partiva piuttosto lungo mantenendo la testa e riuscendo a tagliare per primo il traguardo davanti a Skujins mentre Berwick era terzo a 3 secondi di ritardo. Tonelli si piazzava in quarta posizione a 58 secondi di ritardo da Denz mentre quinto era Frigo a 2 minuti e 7 secondi di ritardo. Il gruppo maglia rosa giungeva a 8 minuti e 19 secondi di ritardo, regolato dal trenino INEOS con Pavel Sivakov. Denz ottiene la prima vittoria stagionale nonché la prima in un GT. In classifica generale Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia rosa con 2 secondi di vantaggio su Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) e 22 secondi di vantaggio su Joao Almeida (UAE team Emirates). Domani è in programma la tredicesima tappa da Borgofranco d’Ivrea a Crans-Montana, il cui tracciato è ancora in dubbio visto che dopo la cancellazione certa del tratto finale della salita del Gran Bernardo, sostituita dal passaggio attraverso l’omonimo tunnel, ci sono dubbi sulla viabilità della Croix de Coeur, secondo gpm in programma, che verranno dissolti nella serata di oggi, almeno si spera. Certamente si percorreranno gli ultimi 13 km ad oltre il 7% di pendenza media della salita finale verso Crans-Montana, sulla quale inizieranno le prime vere scaramucce del Giro 2023. Dopo i ritiri di Tao Geoghegan Hart e di Remco Evenepoel, ci aspettiamo il duetto tra Thomas e Roglic, con altri ciclisti pronti a inserirsi nella battaglia per la maglia rosa.
Antonio Scarfone

Nico Denz vince a Rivoli (foto: Stuart Franklin/Getty Images)
18-05-2023
maggio 18, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il tedesco Nico Denz (BORA-hansgrohe) si è imposto nella dodicesima tappa, Bra – Rivoli, percorrendo 185 Km in 4h18′11″, alla media di 42.993 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Toms Skujins (Trek-Segafredo) e di 3″ il britannico Sebastian Berwick (Israel-Premier Tech). Miglior italiano Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 4° a 58″. Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 22″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′28″
4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE
Il francese Benjamin Thomas (Cofidis) si è imposto nella terza tappa, circuito a cronometro di Saint-Quentin, percorrendo 15.9 Km in 19′21″, alla media di 49.302 Km/h. Ha preceduto di 9″ il danese Niklas Larsen (Uno-X Pro Cycling Team) e di 14″ il danese Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step). Due italiani in gara: Daniel Oss (TotalEnergies) 88° a 1′48″, Matteo Malucelli (Bingoal WB) 125° a 2′39″. Thomas è il nuovo leader della classifica con 14″ su Asgreen e 20″ sul britannico Ethan Vernon (Soudal Quick-Step). Oss 112° a 5′08″, Malucelli 127° a 8′28″
CIRCUIT DE WALLONIE
Il belga Jordi Meeus (BORA – hansgrohe) si è imposto nella corsa belga, circuito di Mont-sur-Marchienne (Charleroi), percorrendo 150 Km in 3h23′36″, alla media di 44.2 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Lionel Taminiaux (Alpecin-Deceuninck) e Timo Kielich (Alpecin-Deceuninck). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), 10°.
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
L’italiano Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling) si è imposto nella prima tappa, circuito di Rumelange, percorrendo 156.8 Km in 3h39′08″, alla media di 42.933 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Martin Pluto (ABLOC CT) e l’olandese Timo De Jong (VolkerWessels Cycling Team). L’olandese Pim Ronhaar (Baloise Trek Lions) è ancora leader della classifica con 1″ sul francese Lucas Grolier (Vendée U) e 3″ sul francese Antoine Huby (Vendée U). Miglior italiano Ballabio, 53° a 20″
TOUR OF SAKARYA (Turchia)
L’iraniano Saeid Safarzadeh (Arvich Bike Center) si è imposto nella seconda tappa, Sakarya – Camili, percorrendo 119 Km in 2h57′47″, alla media di 40.161 Km/h. Ha preceduto di 3″ il cinese Xianjing Lyu (China Glory Continental Cycling Team) e l’estone Martin Laas (Astana Qazaqstan Development Team). Due italiani in gara: Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development Team) 12° a 3″, Simone Zanini (Astana Qazaqstan Development Team), 32° a 1′43″. Il russo Aleksandr Bereznyak (Sakarya BB Pro Team) è ancora leader della classifica con 5″ sul kazako Daniil Marukhin (Vino SKO Team) e sul francese Lucas De Rossi (China Glory Continental Cycling Team). Toneatti 13° a 15″, Zanini a 33° a 2′01″
WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA)
Lo statunitense Tyler Stites (Project Echelon Racing) si è imposto nella prima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 146.2 Km in 3h15′22″, alla media di 44.9 Km/h. Ha preceduto allo sprint il messicano Eder Frayre (L39ION of Los Angeles) e lo spagnolo Óscar Sevilla (Team Medellín – EPM). Nessun italiano in gara. Stites è il primo leader della classifica con 6″ su Frayre e 8″ su Sevilla.
WALMART JOE MARTIN STAGE RACE (USA – Donne)
La statunitense Skylar Schneider (L39ION of Los Angeles) si è imposta nella prima tappa, circuito di Fayetteville, percorrendo 109.2 Km in 2h57′51″, alla media di 36.84 km/h. Ha preceduto allo sprint la canadese Sarah Van Dam (DNA Pro Cycling) e la canadese Marlies Mejias (VBR TWENTY24). Nessuna italiana in gara. La Schneider è la prima leader della classifica con 7″ sulla Van Dam e 9″ sulla Mejias.
VUELTA A BURGOS FEMINAS
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx) si è imposta nella prima tappa, Quintanaortuño – Medina de Pomar, percorrendo 115.6 Km in 3h09′57″, alla media di 36.515 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Elisa Balsamo (Trek-Segafredo) e la statunitense Chloé Dygert (CANYON//SRAM Racing). La Wiebes è la prima leader della classifica con 4″ sulla Balsamo e 6″ sulla Dygert.
LIBERA USCITA ALLA VIGILIA DELLE ALPI
Tappa di trasferimento alla vigilia delle Alpi, la Bra – Rivoli costituirà un’occasione che non dovranno lasciarsi sfuggire i cacciatori di traguardi parziali. Con i velocisti messi fuori gioco dall’ascesa al Colle Braida e quest’ultima troppo distante dal traguardo per invogliare gli uomini di classifica, oggi ci saranno ottime possibilità perché la fuga riesca ad andare in porto. Le pendenze degli ultimi 5 Km del Braida potrebbero, però, costituire un’ottima palestra per qualche big per testare lo stato di forma degli avversari a poche ore dal tappone di Crans Montana.
È giorno di vigilia al Giro d’Italia. Domani si disputerà la prima frazione alpina, un duro tappone disegnato a cavallo del confine di stato in direzione della Svizzera, e oggi i big della classifica avranno tutta l’intenzione di correre senza sprecare inutilmente energie. Al massimo qualche corridore desideroso di testare il polso agli avversari potrebbe azzardare se non un vero e proprio attacco almeno un’accelerazione sul Colle Braida, la principale ascesa di giornata, che presenta pendenze interessanti negli ultimi 5 Km, anche se ha poi il “neo” di essere collocata a quasi 30 Km dal traguardo e, a parte un breve e facilissimo zampellotto, il percorso non ha in serbo difficoltà altimetriche nel tratto conclusivo. Quasi impossibile, dunque, che l’azione di un uomo di classifica lasci il segno anche se, come accennavamo, una “sgasata” sugli ultimi tratti della salita potrebbe essere utile per mettere a nudo lo stato di forma dei rivali. Tagliati fuori i velocisti, quella odierna sarà una classifica tappa interlocutoria nella quale il gruppo lascerà andare in libera uscita un manipolo di corridori che avrà tantissime chances di andare a giocarsi il successo di tappa. Trampolini di lancio per dare al via alla fuga di giornata se ne incontreranno parecchi nel tratto iniziale, a partire dallo strappo di 1 Km al 6.2% che si affronterà subito dopo la partenza da Bra e che condurrà a Cherasco, centro dalla pianta quadrilatera che racchiude, tra i tanti monumenti, la chiesa romanica di San Pietro. Immediatamente dopo un’altra salita – 6 Km al 5% – porterà i “girini” alla Morra, panoramico borgo che costituisce anche una delle porte d’accesso alle Langhe. Nei chilometri successivi saranno, infatti, i vigneti la scenografia del percorso di gara, con il gruppo che si dirigerà verso la celebre Barolo, dove è ancora fresco il ricordo della “wine stage” terminata nel 2014 all’ombra del castello che ospitò tra gli altri Silvio Pellico e che oggi accoglie nelle cantine l’Enoteca Regionale del Barolo. Il terzo trampolino per tentare di lanciarsi in avanscoperta sarà la successiva ascesa della Pedaggera, costituita da tre rampe intervallate da tratti in quota, la prima delle quali (2.1 Km al 4.8%) termina in corrispondenza di Monforte d’Alba, un altro comune consacrato all’enologia nel cui centro nel 1986 è stato realizzato un auditorium all’aperto sfruttando la pendenza del terreno, oggi intitolato al pianista polacco Mieczysław Horszowski, che vi suonò in occasione dell’inaugurazione. I successivi 3.5 Km al 3.% verso Roddino anticiperanno quindi la balza finale – 4.1 Km al 4.3% e un tratto intermedio di 1300 metri al 7% – che conducono a Pedaggera, frazione di Cerreto Langhe il cui nome ci ricorda che un tempo era necessario pagare una piccola tassa per transitare da questo luogo se si trasportavano delle merci. Spezzata dallo strappo di Diano d’Alba (1.2 Km al 4.4%), la lunga discesa dalla Pedaggera ha termine alle porte di Alba, città dai molteplici sapori, famosa non solo per il vino ma anche per i suoi tartufi e per le nocciole, ingrediente fondamentale per dolci che si possono assaporare tra una visita e l’altra ai principali monumenti cittadini, sui quali spicca il romano gotico duomo di San Lorenzo. Abbandonate le Langhe il gruppo s’inoltrerà nella piccola regione geografica del Roero, pure conosciuta per i suoi vini, dove si andrà a superare l’ultima salita inserita nei primi settanta di chilometri di gara, 1500 metri al 7.1% e un muro in pavé di 400 metri all’11% nel cuore di Baldissero d’Alba. A una prima fase collinare seguirà un settore centrale, lungo altrettanti chilometri, nel quale la salite diventeranno un ricordo e la pianura sarà compagna di viaggio del gruppo, che ora pedalerà alla volta di Carmagnola, centro nelle cui campagne si trova l’antica Abbazia di Santa Maria di Casanova, nel XVIII secolo sfruttata come residenza dai sovrani sabaudi. Superato il corso del Po e lambito il comune di Carignano, uno dei più ricchi di testimonianze storiche della regione (tra gli altri il duomo barocco dalla facciata convessa e il santuario del Vallinotto), si giungerà quindi sulle strade di Piobesi Torinese, non distante dal centro di Vinovo, che per gli appassionati di ciclismo è il paese natale del due volte vincitore del Giro d’Italia Giovanni Valetti (1938 – 1939), ma è più conosciuto dagli appassionati di calcio e dai tifosi della “Vecchia Signora” in particolare per la presenza dello Juventus Training Center, inaugurato nel 2006. Il tratto successivo vedrà il gruppo lambire i confini meridionali del Parco Naturale di Stupinigi, istituito nel 1992 per preservare quella che all’epoca del Regno d’Italia era una tenuta di caccia della famiglia Savoia, nella quale – oltre alla celebre palazzina progettata dall’architetto messinese Filippo Juvarra – si trova anche il medioevale Castello di Parpaglia, oggi in rovina. Aggirando a ovest la città di Torino si punterà su Orbassano e da lì su Rivoli, dove a 53 Km dalla conclusione ci sarà un primo passaggio sul rettilineo d’arrivo, uno dei più scenografici di questa edizione del Giro perché sullo sfondo troneggia, incorniciata dalla catena alpina nelle giornate più limpide, la mole del castello cittadino, altra dimora sabauda che dopo l’istituzione della repubblica ospitò per breve tempo un casinò che ebbe tra i suoi frequentatori più illustri l’attore romano Vittorio De Sica, vero e proprio “maniaco” del gioco d’azzardo, mentre oggi accoglie due musei, uno d’arte contemporanea e uno dedicato alla pubblicità. Non ci sarà il tempo per i “consigli per gli acquisti” perché la salita al Colle Braida si fa sempre più vicina, anche se prima di affrontarla bisognerà percorrere ancora una quindicina di chilometri pianeggianti, pedalando ai margini della collina morenica di Rivoli, venutasi a formare all’epoca delle glaciazioni e vasta ben 50 Km quadrati. Poco prima del termine di questo tratto si giungerà sulle strade di Avigliana, il cui borgo medioevale fu preso a modello per la realizzazione, tra il 1883 e il 1884, di quello fasullo realizzato presso il Parco del Valentino a Torino in occasione dell’Esposizione Generale Italiana.
Percorso lo stretto istmo che separa i due laghi di Avigliana, si svolterà a destra per intraprendere la scalata al Colle Braida, 10.8 Km al 5.8% dei quali gli ultimi cinque all’8.3%. Questo è indubbiamente il tratto più spettacolare della salita e non soltanto per le inclinazioni che saranno offerte dalla strada, poiché a circa 2 Km dallo scollinamento si andrà a sfiorare uno dei monumenti più celebri del Piemonte, la Sacra di San Michele, abbazia costruita a partire dal X secolo sulla cima del Monte Pirchiriano e un tempo fondamentale tappa della “Linea Sacra di San Michele”, via di pellegrinaggi che la leggenda vuole tracciata da un colpo di spada del celebre arcangelo e che collega sette santuari a lui dedicati, come quelli di Mont Saint-Michel in Francia e Monte Sant’Angelo in Puglia. Scollinati a poco più di mille metri di quota s’inizierà la discesa verso Giaveno, il centro principale della Val Sangone, nel cui territorio si trova il Santuario del Selvaggio, così chiamato dal nome della località nel quale fu innalzato in stile neoromanico nel 1926 sul luogo di una preesistente cappella oramai fatiscente. Raggiunta Trana – centro dominato dalla Torre degli Orsini, unico resto di uno scomparso castello – si attaccherà l’ultima ascesa di giornata risalendo le pendici del Moncuni, bassa elevazione frequentata dagli appassionati di arrampicata sportiva, diretti alle strapiombanti pareti della “Pietra di Salomone”, che la tradizione vuole abbandonata in questo luogo dai diavoli ai quali il biblico re aveva chiesto aiuto per trasportare fino a Gerusalemme le pietre destinate alla costruzione del tempio. Non saranno, invece, previsti “sesti gradi” per i corridori, essendo facilissimo il tratto di salita che dovranno percorrere, 600 metri al 5.7% per mettersi alle spalle il tratto più ostico e poi 800 metri sotto al 3% di pendenza media per raggiungere lo scollinamento alle porte del centro di Reano, dove si ritroverà la pianura, che tornerà a scorrere sotto le ruote dei corridori nei conclusivi negli ultimi 11 Km che riporteranno la corsa a Rivoli.
Poi tutti a nanna per prepararsi al duro tappone dell’indomani
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Colle della Croce Nera (872 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 188 “del Colle Braida” lungo la salita al Colle Braida dai Laghi di Avigliana. Si trova in corrispondenza del bivio con la strada pedonale diretta alla Sacra di San Michele.
Colle Braida (1007 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 188 “del Colle Braida” tra Giaveno e la Sacra di San Michele, viene affrontato per la seconda volta nella storia al Giro d’Italia. La precedente scalata avvenne nel 1991, dal versante che quest’anno si percorrerà in discesa, nel corso della tappa Savigliano – Sestriere, vinta dallo spagnolo Eduardo Chozas. Era stato il suo connazionale Iñaki Gastón a conquistare la cima del Colle Braida, che nel 1966 era stato inserita anche nel percorso del Tour de France: sempre salendo da Giaveno, in quell’occasione a scollinare in testa era stato il toscano Franco Bitossi, che 38 Km più avanti s’imporrà sul traguardo della Briançon – Torino regolando allo sprint lo spagnolo Antonio Gómez del Moral e il varesino Giuseppe Fezzardi.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il rettilineo d’arrivo di Rivoli con il castello sullo sfondo e l’altimetria della dodicesima tappa del Giro 2023 (Google Street View)
CIAK SI GIRO
La Sacra di San Michele come nessuno l’hai mai ammirata, dalla stessa prospettiva di un uccello…. Se volete provare quest’ebbrezza dovete assolutamente vedere “The Broken Key”, film italiano del 2017 dal cast stellare, che vede nomi altisonanti alternarsi nelle varie scene, da Franco Nero a Kabir Bedi, da Christopher Lambert a William Baldwin (fratello del più celebre Alec ed ex cognato di Kim Basinger) per finire con Geraldine Chaplin, la figlia del grande “Charlot”. Non sono, però, loro i protagonisti principali (e faranno tutti una brutta fine, tra l’altro) di questa pellicola ambientata in futuro nel quale stampare libri è un reato a causa di rigide leggi sull’ecosostenibilità che hanno fatto diventare la carta un bene raro e costosissimo. Il protagonista è Arthur J. Adams, uno studioso che vive a York e che è interpretato da Andrea Cocco, più conosciuto come vincitore di un’edizione del Grande Fratello (2011) che come attore. Arthur è costretto a venire in Italia per recuperare il frammento perduto di un antico papiro egizio e per lui inizierà una vera e proprio caccia al tesoro sanguinosa, che si lascerà dietro parecchio morti e lo vedrà in azione in una Torino ripresa prevalentemente in notturna con parecchi “ritocchini” (come i due giganteschi obelischi che svettano accanto a Palazzo Reale), nelle spettacolari grotte di Bossea nel cuneese e nel misterioso borgo di Rosazza, in provincia di Biella. Ma a catturare l’attenzione saranno soprattutto le spettacolari immagini aeree della Sacra di San Michele, riprese grazie ad un drone che ha sorvolato il monumento: è proprio lassù che lo studioso riuscirà a ritrovare la chiave spezzata che dà il nome al film e che gli consentirà di risolvere il mistero e arrivare al frammento di papiro mancante.
In collaborazione con www.davinotti.com

La Sacra di San Michele ripresa da un drone nel film “The Broken Key” (www.davinotti.com)
La Sacra di San Michele ripresa da un drone nel film “The Broken Key” (www.davinotti.com)
Le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/the-broken-key/50043300
FOTOGALLERY
Bra, Santuario della Madonna dei Fiori
Cherasco, chiesa di San Pietro
Vista sulle Langhe dalla Morra
Castello di Barolo
Monforte d’Alba, Auditorium Horszowski
Alba, duomo di San Lorenzo
Carmagnola, Abbazia di Santa Maria di Casanova
Carignano, duomo dei Santi Battista e Remigio
Parco Naturale di Stupinigi
Uno scorcio del centro storico di Avigliana
Il più grande tra i due laghi di Avigliana
Sacra di San Michele
Giaveno, Santuario del Selvaggio
Trana, Torre degli Orsini
QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI TORTONA
maggio 17, 2023 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta da Giuseppe Saronni nel 1983)
SALA STAMPA
Italia
A Tortona Milan vola, ma vince Ackermann. Geoghegan ritirato, paura per Rodriguez
Gazzetta dello Sport
Belgio
Pascal Ackermann schiet na millimetersprint raak in de Giro, Cavendish en Milan komen net te kort
Het Nieuwsblad
Slovenia
Primož Roglič ima iz dneva v dan manj izzivalcev
Delo
Gran Bretagna
Geoghegan Hart crashes out of race on slippery stage
The Guardian
Francia
Ackermann s’impose au sprint, Ineos perd gros
L’Équipe
Spagna
‘El Giro del Calamar’
AS
Portogallo
A concorrência vai caindo e João Almeida vai-se aguentando
Público
Paesi Bassi
Niet met blote oog te zien: Ackermann wint elfde rit in Giro
De Telegraaf
Danimarca
Tysker kører fra Mads Pedersen på målstregen i Giroen
Politiken
Norvegia
Mer drama i Giro d’Italia – ny stjerne kjørte bort i ambulanse etter tøff velt
Aftenposten
Germania
Ackermann feiert Sprintsieg im Fotofinish – Kämna nun Sechster
Kicker
USA
Tao Geoghegan Hart crashes out of Giro d’Italia; Pascal Ackermann wins 11th stage
The Washington Post
Colombia
Etapa 11 del Giro de Italia: retiros por covid, muchas caídas y Gaviria sin triunfo
El Tiempo
DISCOGIRO
La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
Il Bandito e il Campione (Francesco De Gregori)
METEOGIRO
Bra: poco nuvoloso, 17°C, vento moderato da N (12 – 29 Km/h), umidità al 59%
Alba (56.3 Km): poco nuvoloso, 12°C, vento moderato da N (15 – 33 Km/h), umidità al 68%
Carignano (98.2 Km): poco nuvoloso, 18°C, vento debole da N (3 – 17 Km/h), umidità al 56%
Rivoli – 1° passaggio (125.7 Km): nubi sparse, 18°C, vento debole da SE (3 – 14 Km/h), umidità al 54%
Rivoli : nubi sparse, 18°C, vento debole da S (5 – 15 Km/h), umidità al 54%
GLI ORARI DEL GIRO
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.30: inizio diretta su RaiSport
12.45: partenza da Bra
13.35-13.45: GPM della Pedaggera
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.45: traguardo volante di Ceresole d’Alba
15.35-15.55: primo passaggio dal traguardo di Rivoli
15.50-16.10: traguardo volante di Buttigliera Alta
16.25-16.55: GPM di Colle Braida
17.00-17.30: arrivo a Rivoli
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Genovesi: “Ciliego selvatico”
Pancani: “Il passaggio non sarà al colle ma al passo”
Petacchi: “Il giorno dopo della mattina”
Borgato: “Quindo temo arriverà il ritiro”
Borgato: “Covi era visivo”
Garzelli: “La mia prima ricognizione che andranno in onda”
Televideo: “Soluzione allo sprint nell’undicesima tappa del Giro d’Italia, Scandiano – Viareggio” (questa era la tappa di ieri)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera
Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Camaiore – Tortona
1° Alessandro Verre
2° Mikaël Chérel a 2′41″
3° Harm Vanhoucke s.t.
4° Pavel Sivakov a 4′31″
5° Alessandro Covi a 7′42″
Classifica generale
1° Campbell Stewart
2° Yukiya Arashiro a 4′49″
3° Otto Vergaerde a 5′24″
4° Veljko Stojnic a 7′06″
5° Alexander Krieger a 9′13″
Miglior italiano Alessandro Iacchi, 8° a 12′58″
IL GIRO DI 40 ANNI FA
Riviviamo l’edizione 1983 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
22 maggio 1983 – 10a TAPPA: MONTEFIASCONE – BIBBIENA (232 Km)
BONTEMPI RITIRATO, BATTAGLIN MALATO
Al Giro d’Italia vittoria di Masciarelli a Bibbiena e guai per la squadra Inoxpran
Il velocista, vincitore di due tappe, costretto a lasciare la corsa per un avvelenamento da cibo avariato – Anche il suo capitano soffre da qualche giorno per problemi digestivi – Sprint dimostrativo di Saronni (5°) – A Selva la visita di Pertini?

La torre del castello di Tortona illuminata di rosa (sport.sky.it)
ARCHIVIO QUARTIERTAPPA
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
Raduno di partenza a Fossacesia Marina
1a tappa: Fossacesia Marina – Ortona (cronometro individuale)
2a tappa: Teramo – San Salvo
3a tappa: Vasto – Melfi
4a tappa: Venosa – Lago Laceno
5a tappa: Atripalda – Salerno
6a tappa: Napoli – Napoli
7a tappa: Capua – Gran Sasso d’Italia
8a tappa: Terni – Fossombrone
9a tappa: Savignano sul Rubicone – Cesena (cronometro individuale)
10a tappa: Scandiano – Viareggio
ACKERMANN FA FESTA A TORTONA. THOMAS RESTA IN MAGLIA ROSA
Nella volata di Tortona, al termine di una tappa segnata ancora dal maltempo e soprattutto da diverse cadute che hanno messo fuori causa Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers), il tedesco dell’UAE Team Emirates ritrova la verve di un tempo battendo, seppur al photofinish, Jonathan Milan (Team Bahrain Victorious). Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) mantiene la maglia rosa
L’undicesima tappa del Giro 2023 parte da Camaiore e risalendo la penisola si arriva a Tortona dopo 219 km. Gli Appennini saranno ancora protagonisti dopo la tappa di ieri, visto che si dovranno scalare i tre gpm, in realtà non eccessivamente ripidi, del Passo del Bracco, di Colla di Boasi e del Passo della Castagnola. Dallo scollinamento dell’ultima salita mancheranno oltre 40 km all’arrivo, per cui i velocisti hanno concrete possibilità di giocarsi la vittoria in volata. Anche stamattina, alla partenza da Camaiore, il Giro ha dovuto pagare un prezzo salato al covid, che ha estromesso altri sei ciclisti, ovvero Jan Hirt, Josef Cerny, Mattia Cattaneo e Louis Vervaeke (Team Soudal Quick Step), Stefano Gandin (Team Corratec Selle Italia) ed Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen). A questi ciclisti si sono aggiunti anche Natnael Tesfatsion (Team Trek Segafredo) e Jonathan Caicedo (Team EF Education EasyPost). Dopo una decina di km dalla partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Thomas Champion (Team Cofidis), Diego Pablo Sevilla (Team EOLO Kometa), Filippo Magli (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Laurenz Rex (Team Intermarchè Circus Wanty), Alexander Konychev e Veljko Stojnic (Team Corratec Selle Italia). Dopo 20 km il vantaggio della fuga era intorno ai 4 minuti. Stojnic si aggiudicava il primo traguardo volante di Borghetto di Vara posto al km 62.1. Sevilla scollinava in prima posizione sul primo gpm del Passo del Bracco posto al km 80. Il ritardo della fuga era sceso a 2 minuti e 30 secondi sotto l’azione delle squadre dei velocisti, prima fra tutte la Trek Segafredo. Stojnic scollinava in prima posizione sul successivo gpm di Colla di Boasi posto al km 143. Nella discesa successiva, una caduta coinvolgeva tra gli altri Primoz Roglic (Team Jumbo Visma), Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Purtroppo ad avere la peggio era Hart, che restava sdraiato per terra dolorante. L’intervento dell’ambulanza nei suoi confronti era immediato e lo sfortunato ciclista britannico, vincitore del Giro 2020 e quest’anno punta di diamante dell’INEOS insieme a Thomas, era costretto al ritiro. Per lui si parla di sospetta frattura del bacino e del femore e la stagione 2023 può già dirsi conclusa al 99%. Nella stessa discesa anche Oscar Rodriguez (Team Movistar) era vittima di una caduta poco più avanti; lo spagnolo sbatteva prima contro il palo di un segnale e poi sfiorava il muro di una casa. Anche per lui il Giro d’Italia finiva qui. Stojnic intanto vinceva il secondo traguardo volante di Busalla posto al km 169.7, mentre nell’ultima salita verso il Passo della Castagnola il Team Jayco AlUla aumentava il ritmo per tastare il polso ai velocisti presenti nel gruppo maglia rosa. La maggior parte di loro riusciva comunque a restare indenne. Era ancora Stojnic a scollinare in prima posizione, mentre il vantaggio della fuga si era ormai ridotto ad un minuto circa. Rex era l’ultimo dei fuggitivi ad essere ripreso, a circa 6 km dal termine. Alla volata finale prendevano parte praticamente tutti i velocisti ancora in gruppo, ad eccezione di Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck), disperso sui gpm precedenti, e Fernando Gaviria (Team Movistar), vittima di una caduta a poco meno di 2 km dalla conclusione. Era Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) ad imporsi davanti a Jonathan Milan (Team Bahrain Victorious), bravo a risalire dalle retrovie ed a sfiorare la vittoria per una questione di centimetri, mentre Mark Cavendish (Team Astana Qazaqstan) era terzo. Chiudevano la top five Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) in quarta posizione e Stefano Oldani (Team Alpecin Deceuninck) in quinta posizione. Nella top ten si segnalavano anche il sesto posto di Vincenzo Albanese (Team EOLO Kometa), l’ottavo posto di Davide Ballerini (Team Soudal Quick Step) ed il nono posto di Simone Consonni (Team Cofidis). Ackermann ritrova la forma di un tempo ed ottiene la prima vittoria stagionale, lui che aveva già vinto due tappe al Giro 2019. In classifica generale Thomas resta in maglia rosa con 2 secondi di vantaggio su Roglic e 22 secondi di vantaggio su Joao Almeida (UAE Team Emirates). Domani primo assaggio delle Alpi nella dodicesima tappa da Bra a Rivoli di 179 km. Il primo gpm di Pedaggera, posto dopo un a trentina di km, farà da trampolino alla fuga di giornata. Il successivo di Colle Braida, ben più impegnativo e situato a circa 30 km dall’arrivo, farà capire se la fuga riuscirà ad arrivare fino all’arrivo oppure se il forcing delle squadre dei big di classifica avranno voglia di animare il finale di tappa.
Antonio Scarfone

Pascal Ackermann vince a Tortona (foto: Getty Images)
17-05-2023
maggio 17, 2023 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il tedesco Pascal Ackermann (UAE Team Emirates) si è imposto nell’undicesima tappa, Camaiore – Tortona, percorrendo 219 Km in 5h09′02″, alla media di 42.52 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious) e il britannico Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team). Il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) è ancora in maglia rosa con 2″ sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 22″ sil portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain Victorious), 5° a 1′28″
4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DE HAUTS DE FRANCE
Il francese Romain Grégoire (Groupama-FDJ) si è imposto nella seconda tappa, Compiègne – Laon, percorrendo 162 Km in 3h59′05″, alla media di 40.66 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Ethan Vernon (Soudal Quick-Step) e il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team). Due italiani in gara: Daniel Oss (TotalEnergies) 107°a 3′20″, Matteo Malucelli (Bingoal WB) 130° a 5′49″. Il francese Samuel Leroux (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) è il nuovo leader della classifica con 1″ sull’olandese Olav Kooij (Jumbo-Visma) e su Grégoire. Oss 112° a 3′31″, Malucelli 127° a 6′00″
FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)
L’olandese Pim Ronhaar (Baloise Trek Lions) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Esch-sur-Alzette, percorrendo 3.2 Km in 4′47″, alla media di 40.139 Km/h. Ha preceduto di 1″ il francese Lucas Grolier (Vendée U) e di 3″ il francese Antoine Huby (Vendée U) Miglior italiano Giacomo Ballabio (Global 6 Cycling), 55° a 20″. Ronhaar è il primo leader della classifica con 1″ su Grolier e 3″ su Huby. Miglior italiano Ballabio, 55° a 20″
TOUR OF SAKARYA (Turchia)
Il russo Aleksandr Bereznyak (Sakarya BB Pro Team) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Sakarya, percorrendo 4.1 Km in 5′13″, alla media di 47.157 Km/h. Ha preceduto di 5″ il francese Lucas De Rossi (China Glory Continental Cycling Team) e il kazako Daniil Marukhin (Vino SKO Team). Due italiani in gara: Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development Team) 19° a 15″, Simone Zanini (Astana Qazaqstan Development Team), 35° a 21″. Bereznyak è il primo leader della classifica con 5″ su De Rossi e Marukhin. Toneatti 19° a 15″, Zanini a 35° a 21″
MARC HIRSCHI RE D’UNGHERIA
Dopo la neutralizzazione a causa del maltempo della quinta tappa in quel della capitale magiara, il Giro d’Ungheria e è andato allo svizzero della UAE Team Emirates Marc Hirsch.
Le prima due volate sono andate rispettivamente a Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e Fabio Jakobsen (Soudal – Quick Step) nei primi due giorni di gara. Nella terza tappa con arrivo a Pécs lo svizzero Marc Hirschi (UAE Team Emirates) si è imposto in solitaria con un vantaggio di 8” su Ben Tulett (INEOS Grenadiers), 10″ su Max Poole (Team DSM) e 12″ Sylvain Moniquet (Lotto Dstny), che ha regolato un gruppettino di 4 elementi comprendente anche l’italiano Matteo Fabbro (BORA – hansgrohe), sesto. Il successo dello svizero ha fatto si che lo stesso corridore salisse in vetta alla classifica generale. La quarta tappa, ancora utile per la vittoria finale, ha visto il successo ancora in solitaria di un altro rappresentante del movimento ciclistico elvetico, Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team). Dopo dieci secondi Thibau Nys (Trek – Segafredo) ha preceduto Moniquet, Hirshi, Tulett, Poole, Fabbro e altri 9 elementi. In chiave classifica il successo ha permesso a Voisard di andare ad occupare il terzo gradino del podio dietro a Hirschi e Tulett. L’annullamento della quinta e ultima tappa per maltempo ha congelato la classifica della 44a edizione della corsa magiara, vinta così da Hirschi, mentre si è scelto di far gareggiare comunque i corridori in quel di Budapest, dove si è imposto lo slovacco Matúš Štoček (ATT Investments) sullo stesso Hirschi. Le classifiche accessorie sono state, invece, conquistate dallo stesso Štoček (a punti), dall’austriaco Sebastian Schönberger (Human Powered Healthl, gran premi della montagna) e dall’INEOS Grenadiers per quel che riguarda la challenge riservata alle squadre.
Mario Prato

Marc Hirschi (Getty Images)