PHILIPSEN PORTA ANCORA L’ACQUA AL SUO MOULINS, QUARTA AFFERMAZIONE PER IL VELOCISTA BELGA AL TOUR 2023.

luglio 12, 2023 by Redazione  
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In Alvernia, nell’undicesima tappa è arrivato il poker servito per la maglia verde di questa Grand Boucle e portacolori della Alpecin – Deceuninck. Secondo posto per Dylan Groenewegen (Jayco – AlUla) davanti a Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) a completare il podio di tappa, con Jonas Vingegaard sempre leader della Classifica Generale.

In questa seconda settimana di Tour de France non ci sono tantissime chance per i velocisti, ma Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) ha saputo sfruttare alla grande quella capitatagli oggi per vincere la sua quarta tappa in volata nella edizione 2023. Il fiammingo l’ha finalizzata nel modo migliore e senza l’aiuto di Mathieu van der Poel, preziosissimo ultimo uomo nei precedenti sprint andati a segno: infatti, l’olandese non era in buone condizioni a causa di una probabile bronchite e ha alzato bandiera bianca nei chilometri finali. caratterizzati dalla pioggia e da alcune rotonde piuttosto pericolose.

Un po’ di Italia è stata protagonista nella fuga di oggi grazie a Daniel Oss. Il trentino della TotalEnergies ha vinto due dei GPM odierni ed era in compagnia di Andrey Amador (EF Education – EasyPost) e Matis Louvel (Arkea – Samsic). Con il costaricense ed il transalpino c’era anche Tony Gallopin, ma il francese della Lidl-Trek ha alzato presto bandiera bianca. Il terzetto è andato avanti con passo regolare e proprio Oss è stato l’ultimo a desistere, quando mancavano 13.5 chilometri all’arrivo, dove verrà premiato come il più combattivo di giornata.

Con il gruppo compatto le corazzate degli sprinter si sono messe in testa: la Soudal – Quickstep per Fabio Jakobsen, la Lotto – Dstny per Caleb Ewan, la Jumbo – Visma per Wout Van Aert (aiutato anche dalla maglia Gialla Jonas Vingegaard nel treno per la volata) e la Alpecin – Deceuninck per Philipsen. Sono state tante le sbandate e le spallate per prendere le posizioni migliori e il rischio cadute è rimasto alto fino alla fine. Nella volata Groenewegen pare avere la meglio, ma Philipsen – nonostante sia restato senza Van der Poel nel suo treno – riesce a fulminare l’olandese e fa poker.

Vingegaard è ancora il leader di questo Tour ma tutti dovranno fare attenzione alla tappa di domani: i 168 chilometri tra Roanne e Belleville-en-Beaujolais sono ostici e ci sono diverse salite che daranno fastidio. Si prospetta un arrivo per attaccanti o fughe, ma chi lotta per la classifica non deve sottovalutare questa tappa, che arriva alla vigilia delle Alpi.

Andrea Giorgini

Il quarto squillo di Philipsen al Tour 2023 risuona al traguardo di Moulins (foto Tim de Waele / Getty Images)

Il quarto squillo di Philipsen al Tour 2023 risuona al traguardo di Moulins (foto Tim de Waele / Getty Images)

12-07-2023

luglio 12, 2023 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Il britannico Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) si è imposto nell’undicesima tappa, Clermont-Ferrand – Moulins, percorrendo 179.8 Km in 4h01′07″, alla media di 44.742 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco-AlUla) e il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious). Miglior italiano Luca Mozzato (Team Arkéa-Samsic), 7°. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 17″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 2′40″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 30° a 36′31″

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’olandese Frank van den Broek (ABLOC CT) si è imposto nella quarta tappa, Huzhu – Menyuan, percorrendo 188.7 Km in 4h40′50″, alla media di 40.314 Km/h. Ha preceduto di 1′52″ l’italiano Stefano Gandin (Team Corratec – Selle Italia) e di 2′40″ il belga Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex). Il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellin-EPM) è ancora leader della classifica con 36″ sull’italiano Davide Baldaccini (Team Corratec – Selle Italia) e 41″ sull’uruguaiano Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH)

BALOISE LADIES TOUR (Belgio)

L’olandese Charlotte Kool (Team Dsm-Frmenich) si è imposta nel prologo, circuito a cronometro di Vlissingen, percorrendo 2.6 Km in 3′06″, alla media di 50.323 Km/h. Ha preceduto di pochi centesimi di secondo la connazionale Lucinda Brand (Lidl – Trek) e di 3″ secondi la svedese Jenny Rissveds (Team Coop – Hitec Products). Miglior italiana Ilaria Sanguineti (Lidl – Trek), 12° a 8″. La Kool è la prima leader della classifica con lo stesso tempo della Brand e 3″ sulla Rissveds. Miglior italiana la Sanguineti, 12° a 8″.

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC (Under23)

Il belga Dylan Vandenstorme (Circus-ReUz-Technord) si è imposto nella prima tappa, circuito di Arvier, percorrendo 80.9 Km in 1h52′03″, alla media di 43.32 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Witse Meeussen (Alpecin-Deceuninck Development Team) e il francese Brieuc Rolland (Groupama-FDJ Conti). Miglior italiano Sergio Meris (Team Colpack Ballan), 7° a 4″. Vandenstorme è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Meeussen e Rolland. Miglior italiano Meris, 7° a 4″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CLERMONT-FERRAND – MOULINS

luglio 12, 2023 by Redazione  
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Tornano in scena i velocisti, anche se per solo 24 ore. Nei prossimi giorni riprenderà la rumba delle salite con un’insidiosa tappa collinare disegnata tra i vigneti Beaujolais e un trittico di frazione montane disegnate tra Giura e Alpi

Tornato a Clermont-Ferrand il Tour si rimette in marcia in direzione del cuore geografico della Francia, dove andrà in scena quella che sarà l’unica occasione per i velocisti prevista nella seconda settimana del Tour. Ieri s’è corsa una molto dispendiosa a e un’altra molto simile è in programma domani nella zona del Beaujolais prima di un tris d’alta montagna che vedrà Pogacar e Vingegaard tornare a sfidarsi a viso aperto sulle strade del Giura prima e delle Alpi poi. Negli ultimi sette giorni della Grande Boucle, invece, ne sono state inserite ben 4 riservate alle “ruote veloci”, ma con le difficoltà affrontate nei giorni precedenti il gruppo – provato dalle fatiche – potrebbe in quelle occasioni non riuscire a ricucire sulle fughe (ricordate quel che accadde a Libourne nel 2021?), senza contare che diversi sprinter potrebbero – come spesso si verifica – lasciare la corsa anzitempo per malanni, incidenti, scelte “strategiche” o “fuori tempo massimo”, senza così avere la possibilità di arrivare a sfidarsi sul prestigioso traguardo finale di Parigi. Per questo motivo per molti di loro potrebbe essere l’ultimissima possibilità di vittoria quella offerta sul traguardo di Moulins, percorsi 180 Km “double face”, con una prima parte di tracciato ressa mossa da un paio di GPM di 4a categoria e le difficoltà altimetriche che vanno lentamente a spegnersi negli ultimi 120 Km. L’arrivo allo sprint sarà inevitabile e allore le insidie sarà quelle che arriveranno dagli “arredi” stradali: introdotte da un paio d’interminabili rettilinei (il primo lungo quasi 4 Km), negli ultimi 4000 metri s’incontreranno tre rotatorie e un’insidiosa curva a gomito a un chilometro e mezzo dal traguardo, usciti dalla quale i corridori si troveranno di fronte un nuovo e repentino cambio di direzione. Occhi aperti sempre, dunque, anche nelle tappe più semplici.

METEO TOUR

Clermont-Ferrand : poco nuvoloso, 23°C (percepiti 25°C), vento debole da NE (3 – 19 Km/h), umidità al 64%
Côte du Mercurol (GPM – Km 49.5) : poco nuvoloso, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da NO (8-24 Km/h), umidità al 50%
Montluçon (Km 96.6) : poco nuvoloso, 26°C, vento moderato da O (12-27 Km/h), umidità al 48%
Cosne-d’Allier (Km 135.2) : poco nuvoloso, 24°C (percepiti 25°C), vento moderato da O (24-31 Km/h), umidità al 60%
Moulins: poco nuvoloso, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da NO (13-31 Km/h), umidità al 58%

GLI ORARI DEL TOUR

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.25: partenza da Clermont-Ferrand
14.05-14.10: GPM della Côte de Chaptuzat-Haut
14.30-14.40: GPM della Côte du Mercurol
14.45: inizio diretta su RAI2
14.55-15.10: traguardo volante di Lapeyrouse
15.55-16.15: GPM della Côte de la Croix Blanche
17.15-17.45: arrivo a Moulins

RASSEGNA STAMPA

Bilbao, vittoria per Gino Mader. In giallo c’è sempre Vingegaard

Gazzetta dello Sport – Italia

Først er der kaos, så bliver der skabt ro, men så vender kaos tilbage

Politiken – Danimarca

Bilbau velika zmaga za Gina Mäderja in Španijo

Delo – Slovenia

Pello Bilbao dedicates first Tour de France stage win to Mader

The Independent – Regno Unito

Lendemain de repos, étape chaos

L’Équipe – Francia

Pello Bilbao rompe la sequía

AS – Spagna

Het allermooiste eerbetoon: Pello Bilbao draagt in de Tour zege in bloedhete spektakelrit op aan overleden ploegmaat Gino Mäder

Het Nieuwsblad – Belgio

Prachtige dagzege Bilbao na spectaculaire Tour-etappe

De Telegraaf – Paesi Bassi

Drama im Schlussspurt: Zimmermann verpasst Etappensieg nur knapp

Kicker – Germania

Bilbao sprints to first Tour de France stage win as Vingegaard keeps yellow jersey

The Washington Post – USA

Esteban Chaves y Pello Bilbao, mano a mano por la décima etapa del Tour de Francia

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della decima tappa, Vulcania – Issoire

1° Dries Devenyns
2° Frederik Frison s.t.
3° Florian Vermeersch s.t.
4° Caleb Ewan s.t.
5° Fabio Jakobsen s.t.

Miglior italiano Luca Mozzato, 37° a 13′31″

Classifica generale

1° Michael Mørkøv
2° Fabio Jakobsen a 45″
3° Yevgeniy Fedorov a 3′01″
4° Axel Zingle a 8′39″
5° Frederik Frison a 9′16″

Miglior italiano Gianni Moscon, 14° a 22′47″

STRAFALGAR SQUARE

Pancani: “Campionato europeio”
Pancani: “Speciali è stata lei, Marta Bastianelli”
Garzelli: “Giornata dura che potrà rimarrere nelle gambe”
De Luca: “Non lo vediamo là davanti giocare la vittoria”
Garzelli: “La banana è un frutto che gusta in bicicletta”
Garzelli: “Skwiatkowski” (Kwiatkowski)
Garzelli: “Le forze sono quelle che sone”
Garzelli: “Sta spengendo un 53/54″
Televideo: “Gruppo maglia rosa in controllo” (in controllissimo visto che siamo al Tour)
Televideo: “Fughe che spezzettano il grupp” (la o è finita fuori tempo massimo?)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

11 LUGLIO 1973 – 10a TAPPA: NIZZA – AUBAGNE (222.5 Km)

WRIGHT 1° AD AUBAGNE – OCAÑA SEMPRE LEADER
Giornata fiacca al Tour

Moulins e l’altimetria dell’undicesima tappa (www.romanes.com)

Moulins e l’altimetria dell’undicesima tappa (www.romanes.com)

TAPPA PAZZA AL TOUR; VINGEGAARD E POGACAR ATTACCANO IN PARTENZA, BILBAO VINCE A ISSOIRE E AVANZA IN CLASSIFICA

luglio 11, 2023 by Redazione  
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Decima tappa scoppiettante al Tour de France, una frazione di 167 chilometri piena di attacchi e contrattacchi, dove Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) sul traguardo di Issoire batteva allo sprint Georg Zimmermann (Intermarché – Circus – Wanty) e Ben O’Connor (AG2R Citroën Team).

Subito dopo la partenza iniziavano gli attacchi nel gruppo con corridori pancia a terra pronti a scattare, compresi Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), Tadej Pogacar e Adam Yates (UAE Team Emirates) che hanno costretto la Ineos e la Bora ad inseguire con la lingua di fuori. E ancora attacchi, nuovi attacchi, ci prova almeno mezzo gruppo. E alla fine se ne vanno in 14: Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), Warren Barguil (Team Arkéa Samsic ), Esteban Chaves (EF Education-EasyPost), Julian Alaphilippe e Kasper Asgreen (Soudal – Quick Step), Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), Mattias Skjelmose (Lidl – Trek), Ben O’Connor (AG2R Citroën Team), Georg Zimmermann (Intermarché – Circus – Wanty), Anthony Perez (Cofidi ), Antonio Pedrero (Movistar Team), Krists Neilands e Nick Schultz (Israel – Premier Tech) e Harold Tejada (Astana Qazaqstan Team).
Neilands a 30 km dal traguardo se ne va tutto solo attaccando sulla Côte de la Chapelle-Marcousse e facendo scoppiare il gruppo dei fuggitivi. Gli inseguitori si frazionano in vari gruppetti, il primo composto da Chaves, Bilbao, O’Connor, Zimmermann e Pedrero (Movistar Team). Più staccato è il gruppetto di Alaphilippe mentre il gruppo maglia gialla viaggia con circa tre minuti di distacco. Mentre quest’ultimo è tirato a tutta dalla Ineos per limitare il distacco da Bilbao in classifica generale, Neilands viene ripreso. Nel gruppetto di testa attacca prima O’Connor, poi Zimmermann e infine, Bilbao ma nessuno riesce a prendere il largo e si arriva così allo sprint, dove proprio lo spagnolo si impone con scioltezza. Il primo gruppetto inseguitore taglia il traguardo con trentadue secondi di ritardo, regolato da Skjelmose, mentre la maglia gialla concludeva i 167 chilometri di gara con un ritardo di 2′53″ da Bilbao, che termina la giornata facendo un balzo in avanti in classifica generale, portandosi a 4 minuti e 34 da Vingegaard.

Chi ha dovuto fare i conti con una giornata no è stato Fabio Jakobsen (Soudal Quick-Step), giunto al traguardo con quasi trenta minuti di ritardo. Domani il Tour de France vivrà la sua undicesima tappa pedalando da Clermont-Ferrand a Moulins; sarà una giornata di festa per Rémi Cavagna (Soudal Quick-Step) che pedalerà sulle strade di casa, ma soprattutto sarà una giornata di festa per i velocisti in gara.

Luigi Giglio

Pello Bilbao batte i compagni di fuga a Issoire (foto David Ramos/Getty Images)

Pello Bilbao batte i compagni di fuga a Issoire (foto David Ramos/Getty Images)

11-07-2023

luglio 11, 2023 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Lo spagnolo Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) si è imposto nella decima tappa, Vulcania – Issoire, percorrendo 167.2 Km in 3h52′34″, alla media di 43.136 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Georg Zimmermann (Intermarché-Circus-Wanty) e l’australiano Ben O’Connor (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 29° a 2′53″. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 17″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 2′40″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Ciccone, 31° a 35′38″

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’italiano Davide Baldaccini (Team corratec – Selle Italia) si è imposto nella terza tappa, Guide – Huzhu, percorrendo 201.1 Km in 5h17′56″, alla media di 37.955 Km/h. Ha preceduto di 1″ l’uruguaiano Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH) e di 8″ il norvegese André Drege (Team Coop-Repsol). Il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellin-EPM) è il nuovo leader della classifica con 36″ su Baldaccini e 41″ su Fagundez

GIRO DONNE: A CHIARA CONSONNI L’ULTIMO ATTO

luglio 11, 2023 by Redazione  
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Vittoria per Chiara Consonni ad Olbia, nel giorno della consacrazione del successo finale di Annemiek Van Vleuten e dell’addio al ciclismo di Marta Bastianelli. Podio finale e maglia bianca per Giaia Realini.

L’arrivo di Olbia sancisce il termine del Giro Donne 2023. La Maglia Rosa finale è di Annemiek van Vleuten (Movistar Team), che oltre al quarto giro d’Italia si porta a casa anche la classifica a punti e quella dei Gpm. Il podio finale della corsa a tappe di casa nostra vede fare corona alla fuoriclasse olandese la francese Juliette Labous (Team Dsm-Firmenich) e l’italiana Gaia Realini (Lidl – Trek), maglia bianca di miglior giovane.
La tappa conclusiva invece è andata a Chiara Consonni (UAE Team ADQ), che in volata ha preceduto Marianne Vos (Team Jumbo-Visma), stranamente a secco in questa edizione del Giro, e Ally Wollaston (AG Insurance – Soudal Quick-Step).
Rimanendo in “casa” della vincitrice odierna, da citare la coéquipier Marta Bastianelli che oggi è scesa definitivamente dalla bicicletta. La trentaseienne laziale – che vanta un palmares di tutto rispetto con la perla del Campionato del mondo 2007 – ha deciso di dire basta con il ciclismo agonistico, pur avendo dimostrato in questa stagione di essere ancora competitiva. Per lei 2 successi in questo 2023, alla corsa belga Le Samyn des Dames e alla prima tappa della Ceratizit Festival Elsy Jacobs (con relativo secondo posto finale nella classifica generale).

Mario Prato

La vittoria di Chiara Consonni nella tappa conclusiva del Giro Donne (Getty Images)

La vittoria di Chiara Consonni nella tappa conclusiva del Giro Donne (Getty Images)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): VULCANIA – ISSOIRE

luglio 11, 2023 by Redazione  
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Dopo la tappa del Puy de Dôme il Tour propone un’altra insidiosa tappa disegnate sulle strade del Massiccio Centrale. In nessun caso s’incontreranno pendenze realmente difficili ma dalla partenza fino alla vetta dell’ultimo Gran Premio della Montagna, piazzato a 30 Km dall’arrivo, il percorso non proporrà mai un momento di tregua e il tracciato è ideale per le imboscate, che potrebbe essere rese più insidiose della pioggia e dal vento

Il Massiccio Centrale raddoppia l’offerta, anzi la triplica. Dopo lo storico ritorno del Tour sulla cima del Puy de Dôme e la giornata di riposo vissuta ieri nella stessa zona – durante la quale la maggior parte dei corridori saranno andati ad affrontare alcune delle numerose salite della zona per non perdere condizione e ritmo di gara – oggi andrà in scena un’insidiosa tappa di media montagna ideale priva di ascese realmente difficili ma ideale per mettere in scena pericolose imboscate. In passato è già successo che in tappe simili, apparentemente transitorie, si verificassero episodi pronfondamente incisivi in classificsa e ne sa qualcosa il nostro Claudio Chiappucci, che in una frazione con arrivo a Saint-Étienne, era il 1990, si vide polverizzato a causa di un “colpo gobbo” degli avversari gran parte del vantaggio che aveva accumulato grazie a una fuga bidone nei primi giorni e che gli aveva consentito di vestire la maglia gialla all’uscita dalle tappe alpine. Fu un’azione che gli sarà fatale perchè quel giorno Greg Lemond gli divorò in un sol boccone quasi 5 muniti e a Parigi, otto giorni più tardi, l’americano salì sul gradino più alto del podio distanziando di 2′16″ lo scalatore varesino. Tornando alla tappa di oggi si comincerà a salire sin dalla partenza da Vulcania e già dopo soli 7 Km dal via si scollinerà la prima delle otto salite previste, il Col de la Moréno. L’ascesa più difficile, dopo poco più di 60 Km, sarà quella che in 6 Km al 6.4% condurrà il gruppo al “tetto” della tappa odierna, i 1451 metri del Col de la Croix Saint-Robert. Unico neo di questa tappa sarà la distanza di 30 Km che si dovrà percorrere dopo la cima dell’ultima salita (Côte de la Chapelle-Marcousse, 6.5 Km al 5.6%), ma se i corridori che hanno da recuperare in classifica ci daranno dentro potrebbe venire fuori comunque una tappa molto interessante, resa ancora più complicata dalla pioggia e dal forte vento che oggi pomeriggio dovrebbe spazzare il tratto centrale della tappa. E come domenica sul Puy si assisterà ad una corsa nella corsa, davanti i fuggitivi lanciati verso un altro succulento bottino, dietro i migliori a marcarsi o a tentare un disperato riaggancio

METEO TOUR

Vulcania : pioggia debole (0.1 mm), 32°C (percepiti 34°C), vento moderato da S (6 – 22 Km/h), umidità al 46%
Le Mont-Dore (traguardo volante – Km 59.9) : temporale (0.3 mm), 29°C (percepiti 30°C), vento forte da SO (18 – 55 Km/h), umidità al 53%
Saint-Alyre-ès-Montagne (Km 117.7) : temporale (0.8 mm), 29°C (percepiti 30°C), vento forte da SO (18 – 53 Km/h), umidità al 53%
Issoire : pioggia debole (0.2 mm), 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (13 – 49 Km/h), umidità al 59%

GLI ORARI DEL TOUR

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.20: partenza da Vulcania
13.30-13.35: GPM del Col de la Moréno
13.55-14.05: GPM del Col de Guéry
14.45: inizio diretta su RAI2
14.45-14.55: traguardo volante di Le Mont-Dore
14.55-15.05: GPM del Col de la Croix Saint-Robert
15.20-15.35: GPM della Côte de Saint-Victor-la-Rivière
16.35-17.00: GPM della Côte de la Chapelle-Marcousse
17.20-17.45: arrivo a Issoire

RASSEGNA STAMPA

Puy de Dome show. Vince Woods, Pogacar guadagna 8″ su Vingegaard

Gazzetta dello Sport – Italia

Pogacar har fået masser af selvtillid og ryster igen Vingegaard med veltimet angreb

Politiken – Danimarca

Pogačar Vingegaardu odščipnil še 8 sekund

Delo – Slovenia

Jonas Vingegaard’s grip on yellow loosened on explosive Puy de Dôme

The Daily Telegraph – Regno Unito

Pogacar revient sur Vingegaard, l’étape pour Woods

L’Équipe – Francia

Volcánico Pogacar

AS – Spagna

Thriller op Puy de Dôme: Pogacar pakt weer seconden terug op Vingegaard, Woods wint na ultieme remonte

Het Nieuwsblad – Belgio

Woods wint op roemruchte Puy de Dôme, ’Pogi’ pakt tijd op ’Vinge’

De Telegraaf – Paesi Bassi

Woods gewinnt Kräftemessen am steilen Vulkan

Kicker – Germania

Ottawa’s Michael Woods secures biggest career win at the top of legendary Tour mountain

The Globe and Mail – Canada

Pogacar Cuts Further Into Vingegaard’s Tour de France Lead

The New York Times – USA

Pogacar acortó diferencias: así va la general del Tour de Francia tras la etapa 9

El Espectador – Colombia

TOURALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo della nona tappa, Saint-Léonard-de-Noblat – Puy de Dôme

1° Søren Wærenskjold
2° Dylan Groenewegen s.t.
3° Axel Zingle a 3″
4° Luka Mezgec s.t.
5° Alex Edmondson s.t.

Miglior italiano Gianni Moscon, 15° a 3′02″

Classifica generale

1° Yevgeniy Fedorov
2° Gianni Moscon a 10′24″
3° Michael Mørkøv a 10′50″
4° Axel Zingle a 10′52″
5° Fabio Jakobsen a 11′35″

STRAFALGAR SQUARE

De Luca: “E’ stata un’occasione spersa”
Garzelli: “Ha pagato qualche volte”
De Luca: “Prima parlevamo”
Garzelli: “Sono mancata 30 metri”
De Luca: “Massiccio Zentrale”
Garzelli: “Puy de Mon”
Televideo: “Domani Vulcania – Issoire” (domani c’è il riposo)
Televideo: “Campanaerts” (Campenaerts)

CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1973

A 50 anni dalla vittoria di Luis Ocaña, riviviamo attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa” l’edizione del Tour vinta dallo “spagnolo di Francia”

10 LUGLIO 1973 – 9a TAPPA: EMBRUN – NIZZA (234.5 Km)

LOPEZ CARRIL CON 8′50″ SULLA MAGLIA GIALLA OCAÑA
Il Tour è arrivato a Nizza
Impresa solitaria dello spagnolo – Oggi ad Aubagne

La chiesa di Saint-Austremoine a Issoire e l’altimetria della decima tappa (www.romanes.com)

La chiesa di Saint-Austremoine a Issoire e l’altimetria della decima tappa (www.romanes.com)

10-07-2023

luglio 10, 2023 by Redazione  
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TOUR DE FRANCE

Giorno di riposo

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’olandese Nils Sinschek (ABLOC CT) si è imposto nella seconda tappa, Duoba – Guide, percorrendo 132.3 Km in 3h08′24″, alla media di 42.15 Km/h. Ha preceduto di 3″ il norvegese Anton Stensby (Team Coop-Repsol) e il colombiano Wilmar Paredes (Team Medellin-EPM). Miglior italiano Enrico Zanoncello (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 4° a 50″. Sinschek è il nuovo leader della classifica con 15″ su Stensby e 21″ su Paredes. Miglior italiano Zanoncello, 8° a 1′12″.

PUY DE DÔME: SOPRA IL VULCANO ROTOLIAMO SULLA PELLE DELLA TERRA

luglio 10, 2023 by Redazione  
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“Dammi un senso, dammi una direzione, un cavallo di luce… Sono un vulcano e non mi ferma nessuno”, con un cuore che “pompa sangue dall’ombelico della vita e della morte”. I Litfiba preconizzavano così nel 1993 la tappa che si sarebbe svolta giusto trent’anni dopo, questa domenica.

Un grumo di sensazioni contraddittorie e rockettare s’impastano nella canzone qui citata in apertura, così come nella tremenda tappa che chiude la prima vulcanica settimana del Tour. La musica dei primi anni Novanta sembra di un’altra era geologica, ma il disperato “SOS Terra SOS uomo, vento spazza via, terremoto cancellaci” che risuonava in questo testo è inquietante per attualità. E quasi coeva era stata l’ultima apparizione del Puy de Dôme, solo cinque anni prima del pezzo in questione. Indiscutibilmente un altro ciclismo, anche se il decennio ciclistico allora alle porte non sembra, ad oggi, così lontano da quello odierno, nel bene e nel male. I nipoti somigliano più ai nonni o ai propri padri? Il gomito a gomito su questa rampe fra Anquetil e Poulidor immortalato in una storica istantanea rivive nel duello secondo contro secondo fra Pogacar e Vingegaard. Coppi che proprio all’ultimo chilometro sorpassa nel 1952 l’ultimo sopravvissuto della fuga per andare a vincere in maglia gialla, dopo aver saltato come birilli gli altri fuggitivi fra cui il 38enne Bartali (comunque clamorosamente quarto nella generale finale) ricorda frammenti di ieri, o forse un frullato di universi paralleli. Il ciclismo è sempre ieri e oggi combinati o sovrimpressi come in un palinsesto medievale, un documentario d’avanguardia o un sogno. Sembra un sogno anche il salto dalle strade strabordanti di folla attorno a Clermont-Ferrand per passare invece a quelle svuotate da ragioni di sicurezza e punteggiate solo di poliziotti e silenzio nell’ascesa finale vera e propria. Le prime ricordano il ciclismo di tutti i tempi, sport popolare e di massa, le seconde ricordano invece il ciclismo modernissimo dei paesi mediorientali, denaro e deserto, introspezione e astrazione tecnica.
Ripercorriamo allora questa giornata di ciclismo al contempo antico, perturbante e moderno o postmoderno. Un classico del ciclismo di tutti i tempi sono le due tappe in una: alla fuga viene lasciato un quarto d’ora, i distacchi in classifica generale sono già abissali anche se la compongono uomini di qualità, spesso proposti dai team in solide coppie di appoggio mutuo. Di conseguenza, la battaglia per la vittoria di giornata e quella per la maglia gialla correranno su due binari paralleli, pur avvitandosi l’uno sull’altro, come quelli del tram a cremagliera che si arrampica in spirale attorno al cono del Puy de Dôme, a di fianco ai quali competono i ciclisti.
La fuga, come detto, è potente: vi va segnalato il kazako Lutsenko, già capace di vittorie di tappa su terreni variegati oltreché di difendere belle top ten nella generale finale; Mohoric, naturalmente, sebbene il finale non gli si addica sulla carta; Latour che abbiamo già visto all’arrembaggio col suo stile sciabolante, proprio l’altro giorno, in un finale mosso; Berthet, scalatore francese di cui abbiamo già segnalato la progressiva crescita qualitativa; e poi i due uomini più indicati per un arrivo in salita, il canadese Woods, ben stagionato perché viene dall’atletica leggera, e la maglia a pois di Powless. Impossibile non avere un occhio di riguardo per Matteo Jorgenson, il giovanissimo statunitense emerso con prepotenza quest’anno come talento a tutto tondo ma già brillante in fuga la stagione passata; per adesso ancora in casa Movistar prima di traslocare armi e bagagli in direzione Jumbo-Visma, purtroppo per il tasso di competitività diffusa del ciclismo.
La fuga si struttura nell’ultima ora di gara secondo una struttura interessantissima: davanti a tutti c’è proprio Matteo Jorgenson, partito da solo a quasi 50 km dall’arrivo. Per lui tantissimo vento in faccia, ma anche la possibilità di gestire in piena autonomia il proprio ritmo, nonché di scommettere sulla regolarità dell’andatura. Manterrà a lungo un minuto circa sui più immediati inseguitori. Dietro c’è un secondo blocco all’apparenza parecchio solido, una più tipica fuga della fuga, con Powless, Mohoric, De la Cruz (che consente a Lutsenko di non lavorare dietro) e Burgaudeau (idem per il compagno Latour). La situazione tattica inchioda il favoritissimo Woods in un imbarazzante terzo blocco, ove gli atleti più forti hanno un compagno davanti (aggiungiamo Gorka Izagirre ai già nominati, in quanto compagno della testa della corsa Jorgenson), mentre altri da isolati non avrebbero gran motivo di esporsi in prima persona, come Berthet. Tuttavia questo terzo gruppo, precisamente in virtù della sua posizione, non ha alcun interesse ad avanzare a strappi, ma, piano o forte che macini i km a seconda delle circostanze, tenderà comunque a muoversi con un passo più regolare e dunque meno spaccagambe: tutto il contrario di quanto accade nel secondo gruppo, dove regnano l’aggressività e le fasi di attendismo, magari anche strumentali, pensando alla fin fine più a fiocinarsi vicendovelmente che non a riprendere anzitutto Jorgenson.
La grande sfida finale vedrà dunque scontrarsi non solo corridori dalle caratteristiche diverse, ma anche avvicinamenti alla salita di assai varia impostazione, portando così a rimescolamenti delle carte fra i più inattesi. Woods avrà dalla sua diversi fattori chiave, in parte meritori, come il sacrificio del connazionale e gregario Boivin, gran passistone, e in altra parte invece totalmente fortuiti, come il problema meccanico di De la Cruz, che, sganciando lo spagnolo dal secondo gruppo e spostandolo al terzo, non solo sottrae spinta propulsiva agli uomini intercalati, ma ne aggiunge oltretutto al terzo gruppo, perché l’Astana diventa di colpo parte in causa sia con lo stesso David sia con Lutsenko. Da ricordare anche le trenate kamikaze di atleti con ben poche chance di emergere a fronte degli avversari odierni come i nordici dell’Uno-X (anche se il danese Gregaard, in formissima, salverà comunque una top ten di giornata), o l’isolato e sempre più cane sciolto Campenaerts, che sembra correre per il puro piacere di devolvere watts a qualunque causa, come con Van Aert l’altro giorno.
La resistenza e la regolarità di Jorgenson sono davvero epiche, mentre alle sue spalle il terzetto già privato di De la Cruz si sgretola a base di scatti e controscatti, con il prevalere inatteso di Mohoric. Ma da ancor più dietro sta rimontando con l’implacabile meccanica di un treno il 36enne Woods, il suo naso una reincarnazione bartaliana, fuggitivo come Bartali nel ’52 ma non uomo di classifica, eppure come Coppi implacabilmente lanciato a saltare avversari che non hanno il suo passo, uno via l’altro, fino a mettere spietatamente nel mirino l’ultimo dei mohicani quando il traguardo non dista più km bensì centinaia di metri, eppure, anche così, senza speranza alcuna di reazione per Matteo, che china il capo, cede, crolla, e abbattuto finisce quarto liquidato anche da Latour e Mohoric, poi Berthet, Powless, Lutsenko…
Quando transita l’ultimo residuo dei drappelli che avevano preso la salita in testa, i favoriti sono a metà dell’interminabile spirale che porta in cima. L’altra gara nella gara si è già accesa nelle periferie di Clermont-Ferrand.
La Jumbo ha lavorato, ma hanno lavorato anche INEOS e, un po’ a sorpresa, la DSM di Bardet. Sintomo di un passo non così furibondo da parte dell’alveare meccanico. Ad ogni modo, anche suonando in tono minore, la musica della Jumbo è ballabile per pochi, e così dopo un paio di trenate da parte di Van Aert e Kelderman tocca a Kuss dare una bella scremata in vista dei 4 durissimi km finali, tutti al 12%, quelli veramente iconici avvolti come un serpente mitologico attorno le pendici del vulcano.
Quattro chilometri per un quarto d’ora circa di sforzo. E, un po’ a sorpresa, otto uomini rimasti in testa: meno a sorpresa la loro identità, due INEOS, con Pidcock e il giovanissimo spagnolo Carlos Rodríguez, entrambi ancora in età da maglia bianca, i due gemelli Yates, di cui uno a supporto di Pogacar, e naturalmente Pogacar stesso, i due Jumbo Kuss e Vingegaard, quindi l’australiano Hindley già campione del Giro.
L’attesa per l’esplosione atomica è palpabile, e si attende soprattutto Vingegaard dato che è la sua squadra ad aver lavorato, mentre Adam Yates cederà ancora una volta senza poter aver offerto alcun aiuto diretto a Pogacar. La strada scorre a ritmo regolare, ma nessuno si decide a imporre accelerazioni violente, chi soffre riesce a rientrare, Kuss stesso, unica figura chiaramente devota al sacrificio, è l’unico a proporre un certo ritmo, appena spezzato da qualche allungo di colui che appare il più coraggioso del giorno, Simon Yates. Si inizia a sentire odore di no contest, di polveri bagnate, di gambe piegate dal caldo e imballate da una giornata corsa forse, per paradosso, “troppo piano”. Poi, a due terzi del lungo muro finale, ecco quella che nei corsi di sceneggiatura professionistica viene chiamata appunto “la svolta dei due terzi”: Pogacar prende coraggio e, da davanti, senza sotterfugi, senza mimica ingannevole, intraprende una atroce progressione che in un attimo squaglia il fragile equilibrio dell’ottetto.
Mancano 1.300 metri alla fine, circa quattro minuti di sforzo inumano, estremo, stravolgente, impossibile per chiunque altro. Tutte le lancette virtuali schizzano fuori parametro mentre Pogacar e il suo cavallo di luce pompano sangue dall’ombelico della vita e della morte: quasi 20 km/h su pendenze in abbondante doppia cifra, 2.400 m/h di VAM, valori inconcepibili per il resto dei mortali che continuano a salire a 15 o 16 km/h e incassano così un minuto di distacco in poco più di un chilometro. Una voragine. Il resto dei mortali tranne Vingegaard. Il danese non riesce a tenere la ruota. Gli manca poco, meno di mezzo chilometro all’ora. La distanza si misura in metri, poche decine di metri, non si arriva mai a cinquanta metri di distacco. I secondi sono quattro, otto, dodici al massimo, poi di nuovo otto, sette sul traguardo. Gli abbuoni sono volati via con la fuga. Sono stati quattro minuti di violenza estrema. Pogacar vigilava costantemente affinché Vingegaard non potesse prendergli la ruota, tirando e tirando la corda, senza però che l’elastico si spezzasse mai. Sul 14% con cui sadicamente finisce la salita, Pogacar si alza sui pedali, e si contorce, pestando con violenza inaudita una martellata dopo l’altra, “un minatore” l’aveva definito sprezzantemente Dumoulin prima di abbandonare anzitempo e con poco bottino lo sport professionistico. Pogacar scava secondi, diamanti minuscoli di secondi preziosissimi, poi rifiata prima della linea. Vingegaard subisce e subisce, ma non molla, non crolla, non si spezza, e fiuta la ruota fino all’ultimo metro.
Quattro minuti di mito, quattro minuti fuori scala. Dietro è cronaca: Adam e Hindley i più in affanno, Carlos Rodríguez il più solido ma il meno esplosivo nel finale, Simon Yates il più propositivo e arrembante, Pidcock sulla sua scia. Il resto dei contendenti si spartiranno le frattaglie della top ten, con i francesi Bardet, Gaudu e perfino Pinot ancora in lizza con gli storici frequentatori della media classifica a piccolo cabotaggio di questi ultimi anni, i Bilbao, i Meintjes, uno spento Landa, un malinconico Guillaume Martin. Insomma il solito ciclismo dei tardi anni ’10 che non può fare altro se non correre la propria “gara nella gara nella gara” mentre davanti esplodono i lapilli della leggenda. Quanto può durare un’eruzione vulcanica?

Gabriele Bugada

Pogagar stacca Vingegaard sulle infuocate rampe del vulcano francese (Getty Images)

Pogagar stacca Vingegaard sulle infuocate rampe del vulcano francese (Getty Images)

09-07-2023

luglio 9, 2023 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il canadese Michael Woods (Israel-Premier Tech) si è imposto nella nona tappa, Saint-Léonard-de-Noblat – Puy de Dôme, percorrendo 182.4 Km in 4h19′41″, alla media di 42.144 Km/h. Ha preceduto di 28″ il francese Pierre-Roger Latour (TotalEnergies) e di 35″ lo sloveno Matej Mohoric (Bahrain Victorious). Miglior italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), 60° a 22′00″. Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) è ancora maglia gialla con 17″ sullo sloveno Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e 2′40″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe). Miglior italiano Ciccone, 32° a 35′38″

GIRO D’ITALIA DONNE

L’italiana Chiara Consonni (UAE Team ADQ) si è imposta nella nona ed ultima tappa, Sassari – Olbia, percorrendo 126.9 Km in 3h19′33″, alla media di 38.141 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) e il neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance-Soudal Quick-Step Team). L’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) si impone in classifica con 3′56″ sulla francese Juliette Labous (Team Dsm-Firmenich) e 4′23″ sull’italiana Gaia Realini (Lidl – Trek).

SIBIU TOUR (Romania)

Quarta ed ultima tappa suddivisa in due semitappe.

L’irlandese Sam Bennett (BORA-hansgrohe) si è imposto nella prima semitappa, circuito di Sibiu, percorrendo 97.3 Km in 4′19″, alla media di 45.869 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Milan Menten (Lotto Dstny) e il tedesco Michael Schwarzmann (Lotto Dstny). Miglior italiano Lorenzo Peschi (General Store-Essegibi-F.Ili Curia), 8°. L’elvetico Matteo Badilatti (Q36.5 Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ sul britannico Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team) e 5″ sul ceco Jakub Otruba (ATT Investments). Miglior italiano Filippo Fiorelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), 11° a 1′16″

Il polacco Marceli Boguslawski (Alpecin-Deceuninck Development Team) si è imposto nella seconda semitappa, circuito a cronometro di Sibiu, percorrendo 3.3 Km in 2h12′43″, alla media di 43.988 Km/h. Ha preceduto di 1″ Bennett e di 2″ il ceco Tomas Kopecky (TdT-Unibet). Miglior italiano Fiorelli, 31° a 18″. Donovan si impone in classifica con 8″ sul belga Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny) e 12″ su Otruba (ATT Investments). Miglior italiano Fiorelli, 11° a 1′28″

VISEGRAD 4 BICYCLE RACE – GP SLOVAKIA

Il polacco Maciej Paterski (Voster ATS Team) si è imposto nella corsa slovacca, circuito di Nová Baňa, percorrendo 144.8 Km in 3h39′40″, alla media di 39.551 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Piotr Brozyna (Voster ATS Team) e il ceco Michael Boros (Elkov-Kasper). Miglior italiano Marco Trevisol (So.L.Me. – Olmo), 17° a 7′35″

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

Il belga Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex) si è imposto nella prima tappa, circuito di Xining, percorrendo 108.8 Km in 2h15′10″, alla media di 48.296 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Pluto Martin (ABLOC CT) e l’italiano Attilio Viviani (Team corratec – Selle Italia). Dupont è il primo leader della classifica con 4″ su Martin e sull’olandese Nils Sinschek (ABLOC CT). Miglior italiano Viviani, 4° a 6″

ARGENTA CLASSIC – 2 DISTRICTENPIJL EKEREN-DEURNE (Donne)

L’olandese Lieke Nooijen (Parkhotel Valkenburg) si è imposta nella corsa belga, Ekeren (Anversa) – Deurne (Anversa), percorrendo 139.3 Km in 3h23′16″, alla media di 41.118 Km/h. Ha preceduto allo sprint la belga Julie Hendrickx (Lotto Dstny Ladies) e la britannica Millie Couzens (Fenix-Deceuninck). Unica italiana in gara Gaia Tortolina (ASD Women Cycling Project), 21°.

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