13-01-2024

gennaio 13, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

NEW ZEALAND CYCLE CLASSIC

Il neozelandese Aaron Gate (nazionale neozelandese) si è imposto anche nella quarta tappa, circuito di Carterton, percorrendo 144 Km in 2h45′03″, alla media di 52.348 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Bailey O’Donnell (Oxford Edge Cycling Team) e Adam Chapman (RushVelo – Ridley). Nessun italiano in gara. Gate è ancora leader della classifica con 24″ sull’australiano Elliot Schultz (Team BridgeLane) e 30″ sul connazionale Logan Currie (nazionale neozelandese)

SANTOS TOUR DOWN UNDER DONNE (Australia)

La danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ – SUEZ) si è imposta nella seconda tappa, Glenelg – Stirling, percorrendo 104.2 Km in 2h54′28″, alla media di 35.835 Km/h. Ha preceduto allo sprint le italiane Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing) e Sofia Bertizzolo (UAE Team ADQ). La Ludwig è la nuova leader della classifica con 2″ sulla Bertizzolo e 3″ sull’australiana Ruby Roseman-Gannon (Liv AlUla Jayco)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LXI: VOLTA CICLISTA A CATALUNYA 2021

gennaio 12, 2024 by Redazione  
Filed under News

Ci si mette anche il Covid di mezzo stavolta. L’inizio della stagione 2021 non è favorevole per Peter Sagan, che risulta positivo al virus ed è costretto a saltare le prime gare, ritardando il suo debutto alla Tirreno-Adriatico, dove non brilla. Alla Sanremo è quarto, delle classiche del nord disputa solo il Giro delle Fiandre dove termina quindicesimo. Tra la “Classicissima” e la corsa fiamminga prende parte al Giro della Catalogna, dove si rivede il Sagan che conoscevamo solo alla penultima tappa, quando anticipa allo sprint i velocisti più quotati al via della corsa spagnola

IL RITORNO DI PETER. SAGAN VINCE A MATARO’, ADAM YATES SEMPRE PRIMO

Una volata a ranghi praticamente compatti in quel di Matarò dà la vittoria a un ritrovato Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe), che dopo un 2020 deludente ed una positività al covid ritorna a far paura per le classiche del Nord. Adam Yates (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia blancoverde e domani ha tutte le carte in regola per vincere la sua prima corsa a tappe stagionale nella tappa conclusiva di Barcellona.

I 203 km da Tarragona a Matarò presentano due GPM nella seconda parte, in una tappa – la penultima del Giro di Catalogna 2021 – che potrebbe ricalcare grosso modo lo stesso svolgimento di quella appena trascorsa, con un gruppo più o meno sostanzioso di ciclisti fuori classifica abili a concretizzare la fuga vincente. Tutto ciò sullo sfondo di un’INEOS Grenadiers che sta dominando la classifica generale con tre uomini nelle prime tre posizioni. Dopo la partenza da Tarragona si segnalavano diversi attacchi nell’avanguardia del gruppo, che procedeva in lunga fila indiana. In cinque riuscivano ad avvantaggiarsi dopo una decina di km: Harold Tejada(Team Astana), Dmitri Strakhov (Team Gazprom Rusvelo), Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo) ed Antoine Duchesne (Team Groupama FDJ). Dopo 35 km il rirado del gruppo era di 3 minuti e 15 secondi. Strakhov si aggiudicava il primo traguardo volante di Sant Jaume dels Domenys. Strakhov transitava in prima posizione anche sul successivo traguardo del Centenario mentre sul Port d’Ullastrell scollinava in prima posizione Mohoric. Il gruppo inseguitore transitava sul GPM con un ritardo di 4 minuti e 20 secondi dalla fuga. A condurre l’inseguimento erano in particolare quattro squadre: Team DSM, UAE Team Emirates, Team Euskaltel e Team Bora Hansgrohe. Nel frattempo si segnalava il ritiro di Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo). A 66 km dalla conclusione il vantaggio della fuga sul gruppo era sceso a 3 minuti e 40 secondi. Anche Nathan Brown (Team EF Education Nippo) abbandonava la corsa. A 60 km dall’arrivo, il vantaggio della fuga era di 3 minuti. Il gruppo si faceva sempre più minaccioso alle spalle dei fuggitivi. Strakhov era l’ultimo a venire ripreso a 18 km dal termine, poco prima dell’inizio del secondo GPM di giornata, l’Alt El Collet, sul quale scollinava per primo Elie Gesbert (Team Arkea Samsic). Nella discesa il gruppo si ricompattava e Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) provava un attacco dei suoi. Il gruppo, allungatissimo, doveva impegnarsi per riprendere il forte atleta francese. In particolare la Bora Hansgrohe lavorava per Peter Sagan e nella volata finale il tre volte campione del mondo vinceva su Daryl Impey (Team Israel StartUp Nation) e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five, al quarto posto Reinardt Janse Van Rensburg (Team Qhubeka ASSOS) ed al quinto posto Alexander Kamp (Team Trek Segafredo). Sagan ottiene la prima vittoria stagionale e guarda con fiducia alle classiche del Nord dopo un buon quarto posto alla Sanremo. La classifica generale resta invariata nelle prime posizioni, con la tripletta dell’INEOS Grenadiers formata da Adam Yates, Richie Porte e Geraint Thomas che completano il podio, mentre sono più dietro, a più di un minuto di ritardo da Yates, Alejandro Valverde (Team Movistar) e Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe). Domani è in programma la tappa conclusiva di Barcellona che vede come insidia principale l’Alt de Castell de Montjuic all’interno del circuito finale da affrontare sei volte. Yates ha un piede e mezzo sul gradino più alto del podio finale ma dovrà tenere gli occhi aperti, magari chissà dando uno sguardo interessato anche a Porte e Thomas.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Peter Sagan a Matarò (foto: Getty Images)

La vittoria di Peter Sagan a Matarò (foto: Getty Images)

12-01-2024

gennaio 12, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

NEW ZEALAND CYCLE CLASSIC

Il neozelandese Aaron Gate (nazionale neozelandese) si è imposto nella terza tappa, Masterton – Admiral Hill, percorrendo 126.9 Km in 3h05′26″, alla media di 41.061 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Elliot Schultz (Team BridgeLane) e il connazionale Ellie Jones (Southern Cross Racing). Nessun italiano in gara. Gate è ancora leader della classifica con 10″ su Schultz e sul connazionale Logan Currie (nazionale neozelandese)

SANTOS TOUR DOWN UNDER DONNE (Australia)

La neozelandese Ally Wollaston (AG Insurance – Soudal Team) si è imposta nella prima tappa, Hahndorf – Campbelltown, percorrendo 93.9 Km in 2h37′37″, alla media di 36.916 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiana Georgia Baker (Liv AlUla Jayco) e l’italiana Sofia Bertizzolo (UAE Team ADQ). La Wollaston è la prima leader della classifica con 2″ sulla Baker e 6″ sulla Bertizzolo

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LX: GIRO D’ITALIA 2020

gennaio 11, 2024 by Redazione  
Filed under News

La pandemia è stata un po’ come una Befana malefica perché per davvero le feste si è portata via, costringendo l’UCI a cancellare tutte le corse in calendario e a riposizionare dopo l’estate. Il ricollocamento si è ritorto contro quei corridori più avanti con gli anni come Sagan, che nel 2020 ha tagliato il traguardo delle trenta primaverese, e ha favorito i più giovani, come testimoniano i successi del 25enne Tao Geoghegan Hart al Giro e del 22enne Tadej Pogačar al Tour. Lo slovacco uno spazio neanche troppo piccolo è comunque riuscito a ritagliarselo al Giro, che affrontava per la prima volta in carriera e dove si è piazzato secondo nella classifica a punti dopo aver conquistato quattro secondi posti e la vittoria in una delle tappe più complicate, quella dei muri abruzzesi.

DOPPIO TERREMOTO AL GIRO: IL COVID MANDA A CASA DUE SQUADRE; TAPPA FOLLE, ANARCHIA TOTALE

Con i tamponi molecolari del giorno di riposo, vengono trovati 8 positivi di cui due corridori e quattro meccanici della Mitchleton. Positivo uno degli attesi protagonisti sulle montagne, l’olandese Steven Kruijswisjk e il cacciatore di tappe Matthews. La Jumbo non si presenta al foglio firma, mentre la Sunweb parte regolarmente. Sagan conquista la tappa da campione dopo un attacco portato via di forza, nonostante il tentativo di Démare di impedire il formarsi della fuga con lo slovacco che si avvicina al francese nella classifica a punti.

Purtroppo oggi non è possibile parlare solo della interessantissima tappa andata in scena, perché il giorno di riposo è stato, come di consueto, giorno di tamponi e stavolta i tamponi hanno provocato un terremoto che non ha nulla da invidiare ai terremoti provocati da un tappone di montagna o da una tappa a cronometro.
La positività di quattro membri dello staff ha portato al ritiro della squadra della Mithcleton che già aveva perso il proprio capitano Simon Yates, il quale non era però affatto brillante forse proprio a causa del virus SarsCov 2 in incubazione.
Positivo anche l’olandese Steven Kruijswick, atteso protagonista per la classifica generale anche se, pure lui, nella tappa con arrivo all’Aremogna non era apparso brillante ed aveva perso diversi secondi nel finale. Anche in questo caso, la squadra ha deciso per il ritiro, non presentandosi alla partenza. In questo caso però, la squadra non ha rispettato il protocollo UCI che prevedeva il ritiro della squadra con almeno due positività.
Protocollo che invece ha deciso di rispettare la Sunweb che, con il solo Matthews positivo, ha deciso di prendere il via.
Ora i controlli dovrebbero essere rafforzati in quelle squadre con i test rapidi mentre, nel secondo giorno di riposo, verranno ripetuti i tamponi molecolari.
In questi giorni, tra le neve che sta cominciando a cadere copiosa sulle alpi e il covid che comincia a serpeggiare, nonostante la bolla, il povero Vegni si ritrova con diverse gatte da pelare.
Tutti gli appassionati sperano che si possa arrivare a Milano senza altre defezioni e dopo aver percorso integralmente il tracciato previsto.
Nonostante le defezioni di atleti importanti, la tappa è stata molto interessante sin dalle prime battute. Dopo una iniziale girandola di scatti e controscatti, si forma in testa una coppia di lusso formata da Sagan e Ganna. In questa fase, la tappa doveva affrontare il GPM di Chieti che prevedeva la salita da Via del Tricalle (chiamata dal locali la salita del gas). Il sottoscritto può garantire per esperienza personale che le pendenze sono di quelle che fanno davvero male ben oltre il 20% nonostante la brevità del tratto duro.
I due non riescono a guadagnare moltissimo perché il gruppo dietro viaggia ad elevata velocità. Poco dopo, sulla coppia di testa, si porta un drappello di contrattaccanti con Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli-Sidermec), Simon Clarke (EF), Ignatas Konovalovas (Groupama-FDJ), Davide Villella e Dario Cataldo (Movistar), Ben Swift e Filippo Ganna (Ineos-Grenadiers), Stéphane Rossetto (COF) e Nicolas Edet (COF).
In gruppo Démare mette la squadra davanti a tirare a tutta per chiudere sulla fuga, in particolare per via della presenza di Sagan che è l’unico che potrebbe insidiare la sua maglia ciclamino.
Il ritmo porta al riassorbimento di un gruppetto di ulteriori contrattaccanti con Jaakko Hänninen (Ag2r La Mondiale), Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), Kamil Malecki (CCC), Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Giovanni Visconti (Vini Zabù KTM) che si era formato alle spalle della testa della corsa.
Dopo una prima fase di inseguimento, nella quale il vantaggio era rimasto stabilmente oltre i 30 secondi, il gruppo riesce a recuperare un po’ portandosi a 20 secondi dalla testa. Giulio Ciccone, che faceva parte della fuga, poco convinto della possibilità della fuga di andar via, si rialza mentre Edet e Rossetto sembrano non aver le gambe per reggere il ritmo indiavolato dei battistrada che cercano disperatamente di prendere il largo e non vogliono rassegnarsi al ritorno del gruppo.
La testardaggine dei fuggitivi ha la meglio perché, nonostante il gruppo viaggi a 60 km orari con Démare che si mette anche a tirare in prima persona, il distacco non viene significativamente eroso perché davanti c’è un passistone come Ganna ed altri ottimi corridori che si danno cambi regolari. Il ritmo elevato dei fuggitivi causa addirittura il distacco in pianura di alcuni componenti del drappello meno brillanti.
In gruppo nessuna squadra offre collaborazione al ritmo folle imposto dalla Groupama ed alla fine la squadra della maglia ciclamino è costretta a tirare in remi in barca e lasciare che la fuga prenda un vantaggio che arriva quasi a 5 minuti con un perfetto accordo tra i componenti.
La UAE Emirates di Ulissi, che potrebbe ambire ad un traguardo come quello odierno, si mette in testa per controllare il vantaggio ed eroderlo un po’, cosa che in effetti avviene perché ai piedi del muro di Colonnella il vantaggio è dimezzato. Sullo strappo prova ad avvantaggiarsi Cataldo, ma Sagan si riporta sulle ruote del corridore di casa trascinandosi dietro parte del gruppo di testa che però comincia a sfilacciarsi, con Ganna che perde terreno. Sul muro di Controguerra, non succede granchè anche perché le pendenze sono elevatissime e scattare diventa molto difficile, inoltre la distanza dal traguardo non consiglia di tentare una azione solitaria. In gruppo però Pozzovivo mette davanti la squadra ed il ritmo sale notevolmente.
Nella discesa però Ganna riesce a rientrare sulla testa, in modo egregio, mentre dietro è proprio Pozzovivo che, a causa di un incidente meccanico, è costretto a fermarsi e ad iniziare un disperato inseguimento per riprendere le ruote del gruppo maglia rosa che, sui due muri affrontati sino a quel punto, si era ridotto davvero parecchio. Il lucano riesce a riportarsi sul gruppo dei migliori dimostrando l’ottima condizione che lo assiste.
Nelle fasi successive, davanti si forma una coppia con Sagan e Swift che staccano tutti gli altri mentre dal gruppo evade Pello Bilbao che decide di attaccare la maglia rosa.
Sull’ultimo strappo verso Tortoreto alta, Bilbao supera Swift che patisce l’accelerazione di Peter Sagan che se ne va da solo quando il vantaggio su Pello Bilbao è di soli 10 secondi e di circa 20 sul gruppo maglia rosa. E’ proprio il leader della classifica generale che accelera sulle dure rampe al 18% per difendersi dall’attacco di Pello Bilbao che non riesce a riportarsi sullo slovacco al comando. Anche Pozzovivo prova ad allungare.
Nella discesa Pello Bilbao viene ripreso, mentre Sagan tira dritto a tutta. In gruppo fora Fuglsang in un punto in cui non c’è l’assistenza delle ammiraglie. Il danese si fa dare la bicicletta da Felline ma il ritardo è grave ed il capitano dell’Astana non riuscirà a rientrare.
Sul traguardo si presenta Sagan in perfetta solitudine mentre, dietro, Brandon McNulty (UAE Team Emirates) precede di pochi secondi il gruppo maglia rosa regolato allo sprint proprio dal capoclassifica che va a prendersi l’abbuono per il terzo posto.
Fuglsang, ritrovatosi in un gruppetto con tutti gregari dei suoi avversari, è costretto a prendere completamente sulle sue spalle l’inseguimento ed alla fine il passivo sul traguardo rispetto ai big sarà superiore al minuto.
Sagan ne ha fatta una delle sue: è partito nelle prime fasi di gara quando mancavano ben più di 100 Km al traguardo. Nonostante l’inseguimento forsennato del gruppo durato moltissimi chilometri, non ha ceduto ed è riuscito, grazie anche alla collaborazione degli altri fuggitivi, a resistere all’attacco della Groupama. Sull’attacco di Cataldo, è stato prontissimo e replicare ed infine è stato implacabile sul muro finale. Non ha avuto scampo Swift, ma neppure Pello Bilbao, che pareva in forte rimonta, è riuscito ad agganciarlo nel finale. La discesa lo ha aiutato a consolidare il vantaggio ma poi anche in pianura il campione slovacco ha retto bene, riuscendo a tornare alla vittoria dopo un lungo digiuno.
Ottimo anche Ganna che, nella prima fase, ha contribuito al buon esito della fuga grazie alle proprie doti di passista e che, a questo punto, se ancora in condizione potrà lottare per la vittoria nella tappa a cronometro del prosecco.
Almeida è apparso reattivo quando ha visto in pericolo il simbolo del primato. Non sarà un gioco da ragazzi strappargli le insegne rosa, specialmente se la terza settimana dovesse subire pesanti modifiche a causa del meteo. La situazione sembrerebbe in miglioramento tuttavia, anche se si dovesse riuscire a sgombrare la strada dalla neve caduta nei giorni scorsi, non bisogna sottovalutare le temperature che, se fossero particolarmente rigide alle quote del Passo dello Stelvio, Cima Coppi, e del Colle dell’Agnello, potrebbero far scattare il protocollo Uci sulle condizioni meteo estreme che prevede il blocco delle corse in caso di temperature sotto lo zero.
Domenico Pozzovivo sembra il più in condizione ed essendo ottimamente piazzato in generale diventa un candidato alla vittoria finale. Va però considerato che, in passato, lo scalatore lucano ha sempre accusato dei passaggi a vuoto nelle corse di tre settimane.
Nibali si è mantenuto tranquillo e, vista la mancanza di esplosività, sta sicuramente tramando qualche azione per le tappe con le salite vere.
Domani dovrebbero tornare in scena i velocisti, mentre dopodomani l’attesissima tappa di Cesenatico che ricalcherà il percorso della nove colli e renderà omaggio al Pirata.
In una corsa come quella che stiamo vivendo, nella quale non ci sono squadre a farla da padrone come abbiamo invece visto al Tour, c’è da aspettarsi di tutto.

Benedetto Ciccarone

Il ritorno alla vittoria di Peter Sagan: non alzava le braccia al cielo dal 10 luglio dellanno scorso, quando si era imposto nella tappa di Colmar del Tour de France (foto Bettini)

Il ritorno alla vittoria di Peter Sagan: non alzava le braccia al cielo dal 10 luglio dell'anno scorso, quando si era imposto nella tappa di Colmar del Tour de France (foto Bettini)

11-01-2024

gennaio 11, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

NEW ZEALAND CYCLE CLASSIC

Il neozelandese Kiaan Watts (nazionale neozelandese) si è imposto nella seconda tappa, Masterton – Martinborough, percorrendo 127.3 Km in 2h56′21″, alla media di 43.312 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale George Jackson (nazionale neozelandese) e l’australiano Elliot Schultz (Team BridgeLane). Nessun italiano in gara. Il neozelandese Aaron Gate (nazionale neozelandese) è ancora leader della classifica con 4″ su Watts e 6″ sul connazionale Bailey O’Donnell (nazionale neozelandese)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LIX: TOUR DE FRANCE 2019

gennaio 10, 2024 by Redazione  
Filed under News

Sarebbero state otto, probabilmente, le maglie verdi vestite a Parigi da Peter Sagan se non fosse stato espulso dal Tour de France nel 2017. Nel 2019 riesce, però, a conquistarla per la settima volta in carriera e questo è comunque un record, fino all’anno precedente condiviso con il tedesco Erik Zabel, che l’aveva fatta sua per sei volte. Sagan la porta a casa, come al solito, andando ogni giorni a caccia di punti ai traguardi volanti e agli arrivi di tappa, anche se di piazzamenti sui gradini del podio ne accumula solo tre, il secondo posto nella frazione d’apertura di Bruxelles, il terzo nella settima tappa e la vittoria in quella di Colmar: questa sarà l’ultima delle dodici tappe del Tour a portare la firma dell’asso slovacco

5a TAPPA: SAINT-DIÉ-DES-VOSGES – COLMAR

COLMAR, IN CASO DI PETER. SAGAN TRIONFA IN ALSAZIA, ALAPHILIPPE RESTA IN GIALLO

I velocisti puri perdono le ruote del gruppo sul penultimo GPM di giornata e Peter Sagan (Bora Hansgrohe) non si fa pregare andando a vincere in una volata ristretta sul traguardo di Colmar. Buon terzo Matteo Trentin (Mitchelton Scott). Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) mantiene la maglia gialla e domani sulla Planche des Belles Filles assisteremo alle prime schermaglie tra i big di classifica.

Non saranno certo quattro GPM, di cui due di seconda e due di terza categoria, a sconvolgere la classifica generale nella quinta tappa del Tour de France 2019, lunga poco oltre i 175 km con le prime concrete difficoltà altimetriche in Alsazia, che avranno il clou domani nella sesta tappa con arrivo alla Planche des Belle Filles. Oggi a Colmar è atteso comunque un gruppo ristretto a giocarsi la vittoria di tappa ed anche la fuga potrebbe avere delle possibilità non indifferenti. Un fuga di gente lontana in classifica, però, visto che siamo certi che Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) vorrà mantenere la maglia gialla anche oggi. Dopo la partenza da Saint-Dié-des-Vosges erano molti i tentativi di fuga. In particolare si segnalava molto attiva la Lotto Soudal con Thomas De Gendt e Tim Wellens. Intorno al km 20 riuscivano ad evadere in quattro: lo stesso Wellens, Simon Clarke (EF Education First), Mads Würtz Schmidt (Katusha) e Toms Skujiņš (Trek Segafredo). Si formava così la fuga di giornata ma alle sue spalle il gruppo non stava per troppo tempo con le mani in mano. Erano in particolare Sunweb e Bora-Hansgrohe a piazzare degli uomini in testa al gruppo, il quale manteneva a distanza di sicurezza i quattro in testa. Sulla Côte de Grendelbruch, primo GPM in programma posto al km 44, era Wellens a scollinare in prima posizione ed a rafforzare così il primato nella classifica della maglia a pois. Sul successivo traguardo volante di Heiligenstein, posto al km 71, era Clarke a transitare per primo. A 100 km dall’arrivo il vantaggio della fuga sul gruppo era di 1 minuto e 50 secondi. Sul successivo GPM di Haut-Koenigsbourg Era Wellens a passare in prima posizione. A meno di 50 km dall’arrivo la fuga aveva 1 minuto e mezzo di vantaggio sul gruppo, sempre tirato da Sunweb e Bora-Hansgrohe, con Alaphilippe in maglia gialla attentissimo nelle primissime posizioni. Intanto un problema meccanico ritardava Daniel Martin (UAE Team Emirates). Sulla Côte des Trois-Épis, penultimo GPM in programma, il gruppo aumentava l’andatura e diminuiva pian piano la sua composizione. Tra i primi a staccarsi Thomas De Gendt e i velocisti puri come Dylan Groenewegen (Visma Jumbo), Caleb Ewan (Lotto Soudal), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), Giacomo Nizzolo (Dimension Data) ed Elia Viviani (Deceuninck Quick Step). In testa alla corsa Würtz Schmidt perdeva contatto dai suoi compagni. Skujiņš accelerava a 2 km dallo scollinamento e transitava tutto solo al GPM con 1 minuto di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Skujiņš iniziava la successival Côte des Cinq Châteaux con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo, ormai sempre più vicino. Si segnalava inaspettatamente il cedimento di Ilnur Zakarin (Katusha Alpecin), mentre il fuggitivo lettone veniva ripreso a 2 km dal GPM, sul quale Xandro Meurisse (Wanty Gobert) transitava in prima posizione. A 8 km dall’arrivo, dopo un’inconveniente meccanico, riusciva a rientrare in gruppo Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) proprio quando Rui Costa (UAE Team Emirates) provava l’allungo. Il portoghese veniva ripreso ai meno 2. Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe) guidava alla perfezione Peter Sagan che si imponeva nettamente sul traguardo di Colmar. In seconda posizione si classificava Wout Van Aert (Jumbo Visma), mentre terzo era Matteo Trentin (Mitchelton Scott). Lo slovacco ottiene così la prima vittoria al Tour 2019 ed è sempre più maglia verde. In classifica generale Alaphilippe resta in giallo con 14 secondi di vantaggio su Wout Van Aert e 25 secondi di vantaggio su Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma). Come accennato all’inizio, domani è in programma la sesta tappa da Mulhouse a La Planche des Belles Filles: sono ben sette i GPM – compreso quello all’arrivo – che i ciclisti dovranno affrontare e che rendono questa tappa un interessante banco di prova per i big di classifica.

Giuseppe Scarfone

Sagan torna a mettere le ruote della sua bicicletta davanti a quelle degli altri avversari sulle strade del Tour de France (foto Bettini)

Sagan torna a mettere le ruote della sua bicicletta davanti a quelle degli altri avversari sulle strade del Tour de France (foto Bettini)

10-01-2024

gennaio 10, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

NEW ZEALAND CYCLE CLASSIC

Il neozelandese Aaron Gate (nazionale neozelandese) si è imposto nella prima tappa, circuito di Masterton, percorrendo 158.1 Km in 3h31′47″, alla media di 44.791 Km/h. Ha preceduto di 1″ i connazionali Bailey O’Donnell (nazionale neozelandese) e Logan Currie (nazionale neozelandese). Nessun italiano in gara. Gate è il primo leader della classifica con 7″ su O’Donnell e 10″ su Currie

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LVIII: TOUR DE SUISSE 2019

gennaio 9, 2024 by Redazione  
Filed under News

Non sembra più il Sagan di qualche tempo prima ma la doppietta tra Giro di California e Tour de Suisse riesce ancora a confezionarla. Così dopo aver ottenuta la vittoria nella tappa d’aperturta della corsa americana si ripete nella terza frazione del Giro di Svizzera, nella quale anticipa in volata l’italiano Elia Viviani

3a TAPPA: FLAMATT – MORAT

SAGAN SFRECCIA A MURTEN. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVACCO

Peter Sagan (Bora Hansgrohe) vince in volata la terza tappa del Giro di Svizzera 2019 battendo sul traguardo di Murten Elia Viviani (Deceuninck Quick Step) e John Degenkolb Team Trek Segafredo). Il campione slovacco è la nuova maglia gialla e vedremo se riuscirà a difenderla domani in una tappa dal finale altimetricamente complicato.

La terza tappa del Giro di Svizzera 2019 unisce le località di Flamatt e Murten per un totale di 162.3 km. Due facili GPM di terza categoria non dovrebbero impedire ai velocisti di giocarsi la vittoria in volata, considerando anche gli ultimi 30 km completamente piani, con l’eccezione del breve rettilineo d’arrivo disegnato in salita. La fuga si formava subito dopo la partenza ed era composta da Bert Jan Lindeman (Jumbo Visma), Willem Jakobus Smit (Katusha), Ryan Anderson (Rally Cycling) e Simon Pellaud (nazionale elvetica). Dopo 25 km il quartetto aveva oltre 3 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo. Sul GPM della Bergstrasse, posto al km 27.8, era Pellaud a transitare in prima posizione. Il gruppo a poco a poco accorciava le distanze ed a 80 km dal termine il vantaggio della fuga era sceso a 2 minuti e 40 secondi. In testa a imporre il ritmo erano gli uomini della Deceuninck della maglia gialla Kasper Asgreen e, soprattutto, di Elia Viviani, oggi atteso ad una volata convincente dopo un Giro d’Italia deludente. A 60 km dall’arrivo i fuggitivi avevavo un vantaggio di 3 minuti e 10 secondi sul gruppo, che aveva rallentato leggermente in zona rifornimento. Pellaud si aggiudicava il successivo GPM del Chemin de Lorette, posto a Friburgo dopo circa 110 Km dal via. Lasciatosi alle spalle le difficoltà altimetriche di giornata, il gruppo si dirigeva verso la pianura che caratterizzava il tratto conclusivo della frazione, fase nella quale si segnalavano i passaggi ai due traguardi volanti. A Schiffenen, dopo 120 Km, transitava in prima posizione Smit mentre al successivo traguardo volante di Vallamand, posto al km 146.9, era Lindemann a cogliere il successo. Il gruppo riprendeva i fuggitivi a poco più di 10 km dall’arrivo. Nella scontata volata, con la strada che si impennava leggermente, era Peter Sagan (Bora Hansgrohe) ad imporsi su Viviani e John Degenkolb (Trek Segafredo). Il campione slovacco, dopo ave vinto la terza tappa del Tour Down Under e la prima del Tour of California, torna così alla vittoria anche nel vecchio continente e ci auguriamo di vederlo finalmente competitivo dopo una primavera difficile, durante la quale è apparso spento e involuto. Grazie ai 10 secondi d’abbuono ottenuti Sagan è anche la nuova maglia gialla con 10 secondi di vantaggio su Kasper Asgreen (Deceuninck Quick Step) ed 11 su Rohan Dennis (Bahrain Merida). Domani è in programma la quarta tappa da Murten ad Arlesheim. Dopo una prima metà di percorso senza rilevanti difficoltà altimetriche, il tracciato di gara si farà un po’ più complicate negli ultimi 70 km. I ciclisti dovranno affrontare due GPM – uno di seconda ed uno di terza categoria – ma la strada è un continuo susseguirsi di salite e discese, per cui questa volta ci sentiamo di escludere l’arrivo in volata di un gruppo compatto. Più probabile uno sprint ristretto o, perchè no, il concretizzarsi della prima fuga vincente al Giro di Svizzera 2019. In ogni caso, Sagan ha la concreta possibilità di difendere la maglia gialla appena conquistata.

Giuseppe Scarfone

Alla terza tappa del Tour de Suisse Peter Sagan ottiene la sua prima vittoria della stagione in Europa, dopo le affermazioni finora conseguite in Australia al Tour Down Under e in America al Giro della California (foto Bettini)

Alla terza tappa del Tour de Suisse Peter Sagan ottiene la sua prima vittoria della stagione in Europa, dopo le affermazioni finora conseguite in Australia al Tour Down Under e in America al Giro della California (foto Bettini)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LVIII: TOUR OF CALIFORNIA 2019

gennaio 8, 2024 by Redazione  
Filed under News

Tornato a casa dalle classiche del nord con le proverbiali “pive nel sacco” (miglior piazzamento il quarto posto alla Sanremo), Peter Sagan si precipita dal suo vecchio amore, il Giro di California, che l’anno precedente gli aveva dato per la prima volta un clamoroso “due di picche”. Stavolta riprende la liaison con la corsa statunitense e Peter va a segno nella tappa d’apertura di Sacramento: si tratterà dell’ultimo successo del corridore slovacco sulle strade della corsa USA, che dal 2020 non sarà più organizzata per problemi economici.

1a TAPPA: CIRCUITO DI SACRAMENTO

LUI È TORNATO! SAGAN RISORGE IN CALIFORNIA

Com’è ormai convenzione in concomitanza con l’italica corsa rosa, si svolge nella assolata California l’omonimo Tour griffato Amgen.

Ad aggiudicarsi la prima tappa è stato un redivivo Peter Sagan (Bora – Hansgrohe), tornato alla vittoria dopo il successo nella tappa di Uraidla del Tour Down Under, quasi quattro mesi fa. Con quella conquistata nella notte italiana le vittorie dello slovacco nella corsa nata solo tredici anni fa, sono salite a 17. L’ultima volta che Sagan aveva conquistato una tappa in questa corsa era stato il 2017, quando si impose nella quarta tappa che si concludeva sul circuito di Laguna Seca.
Sul podio a fare da cornice al tre volte campione del mondo sono saliti lo statunitense Travis McCabe (Floyd’s Pro Cycling), che disputa il California con le insegne della nazionale, e il tedesco del Team Sunweb Max Walscheid. Primo italiano, Andrea Peron della Novo Nordisk, undicesimo con un passivo di 4″.
La prima frazione della corsa a tappe californiana si è svolta disputata attorno alla città di Sacramento per un totale di 143 km, su di un percorso completamente pianeggiante.
Il programma per oggi prevede le prime difficoltà orografiche e un percorso molto più lungo. La seconda tappa si svolgerà infatti sulla distanza di 214.5 Km tra Rancho Cordova e South Lake Tahoe. Il menù prevede anche 6 GPM, nessuno particolarmente impegnativo anche se gli ultimi 3 si affronteranno oltre i 2000 metri di quota, con la “Cima Coppi” del Tour of California fissata ai 2616 metri del Carson Pass.

Mario Prato

Dopo 4 mesi di digiuno Peter Sagan torna alla vittoria in quel di Sacramento (foto Bettini)

Dopo 4 mesi di digiuno Peter Sagan torna alla vittoria in quel di Sacramento (foto Bettini)

LA SAGA(N) DI PETER – CAPITOLO LVII: TOUR DOWN UNDER 2019

gennaio 7, 2024 by Redazione  
Filed under News

Per la prima volta dal 2016 Peter Sagan non inizia la stagione con la maglia iridata sulle spalle. Il percorso del mondiale di Innsbruck era troppo duro per le sue caratteristiche, anche se il campione sloveno aveva voluto onorare la maglia che aveva indossato per tre anni e si era presentato ai nastri di partenza, concludendo la gara con un ritiro. Sceglierà poi ancora le strade australiane del Tour Down Under per dare il “la” alla sua decima stagione da professionista e come l’anno prima riesce a imporsi in una tappa. E non su un traguardo qualsiasi ma quello di Uraildla, lo stesso sul quale aveva colto la vittoria nel 2018.

3a TAPPA: LOBETHAL – URAIDLA

SAGAN SENZA RIVALI A URAIDLA. BEVIN RESTA IN MAGLIA OCRA

Peter Sagan (Bora Hansgrohe) sfrutta le sue qualità sul percorso molto accidentato del circuito finale di Uraidla e vince la terza tappa con una volata ristretta battendo Luis León Sánchez (Astana) e Daryl Impey (Mitchelton Scott). Prima vittoria stagionale per lo slovacco che è ora secondo in classifica generale alle spalle di Patrick Bevin (Team CCC).

La terza tappa del Tour Down Under 2019 presentava un profilo altimetrico interessante. La tappa, che misurava 146.2 km, offriva in particolare un circuito da ripetere sette volte attorno a Uraidla, sede d’arrivo, caratterizzato da diversi saliscendi che potevano influire sull’esito finale. Vedremo se e quanti velocisti, molti dei quali già tagliati fuori nell’arrivo di ieri a causa della caduta all’ultimo chilometri, riusciranno a resistere agli inevitabili attacchi di uomini più adatti a condizioni del genere. La partenza da Lobethal vedeva il gruppo già molto agguerrito, anche perchè il primo sprint intermedio era posto dopo soli 5 km. Era Elia Viviani (Deucinck Quick Step) a imporsi in una vera e propria volata su Kristoffer Halvorsen (Sky) e Jasper Philipsen (UAE Team Emirates). Sull’abbrivio della volata lo stesso Viviani si ritrovava nella fuga che si formava di lì a poco e che vedeva anche la presenza di Nicholas Dlamini (Dimension Data), James Whelan (EF Education First), Nico Denz (AG2R La Mondiale), Manuela Boaro (Astana), Léo Vincent (Groupama – FDJ) e Michael Potter (UNISA Australia). La fuga guadagnava 2 minuti e mezzo di vantaggio dopo una ventina di chilometri, con il gruppo tirato dagli uomini del Team CCC. Viviani si aggiudicava anche il secondo sprint intermedio mentre poco dopo Boaro vinceva il primo GPM. A 95 km circa dall’arrivo iniziavano i 7 giri del circuito di Uraidla con il gruppo che era segnalato ancora ad oltre due minuti di ritardo dalla fuga. A 60 km dall’arrivo il gruppo aveva dimezzato il gap sui sette fuggitivi e Viviani era il primo a staccarsi dalla testa della corsa. Alberto Bettiol (EF Education First) raggiungeva gli ultimi uomini rimasti in fuga e contrattaccava insieme al compagno Whelan. A 20 km dall’arrivo Bettiol restava da solo in testa alla corsa con il gruppo, in testa al quale si erano portati gli uomini del Team Sky, segnalato a un minuto circa di ritardo. Bettiol iniziava l’ultimo giro del circuito con soli 20 secondi di vantaggio sul gruppo che ormai incombeva minaccioso sull’italiano. Il corridore toscano veniva ripreso a meno di 10 km dall’arrivo, quando la lotta nelle prime posizioni del gruppo si faceva sempre più serrata. Come previsto, i continui saliscendi tagliavano fuori i velocisti ed il lavoro delle squadre degli uomini di classifica riduceva il gruppo ad una trentita di unità quando mancavano circa 5 km all’arrivo. Peter Sagan (Bora Hansgrohe), già vincitore a Uraidla lo scorso anno, non si faceva sorprendere e restava probabilmente l’uomo più veloce e di conseguenza temibile per la vittoria di tappa. A 2 km dal traguardo provavano ad evadere Michael Woods (EF Education First) e Kenny Elissonde (Sky), che non riuscivano a fare la differenza e venivano ripresi da un gruppo molto risicato ma agguerrito. Era proprio Sagan a conquistare nuovamente questo traguardo in una volata ristretta su Luis León Sánchez (Astana) e Daryl Impey (Mitchelton Scott). Lo slovacco conquista così la prima vittoria stagionale ed è ora secondo in classifica generale con un solo secondo di ritardo da Patrick Bevin (Team CCC), mentre Sánchez è terzo a 9 secondi. Domani è in programma una tappa altrettanto insidiosa tra Unley e Campbelltown, con il finale caratterizzato dalla salita di Montacute, non durissima ma tale da tagliare nuovamente fuori i velocisti e accendere la miccia tra gli uomini di classifica, con Peter Sagan chiamato ancora a recitare, tanto per cambiare, la parte di favorito.

Giuseppe Scarfone

Peter Sagan nuovamente protagonista vincente a Uraidla (foto Bettini)

Peter Sagan nuovamente protagonista vincente a Uraidla (foto Bettini)

« Pagina precedentePagina successiva »