QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CUSANO MUTRI

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Giro: sulla Bocca della Selva fa festa Paret-Peintre. Pogacar, rosa in scioltezza

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Francoza Janu Tratniku preprečila sanjski dan (Un francese ha impedito a Jan Tratnik di vivere una giornata da sogno)

Delo

Regno Unito

Valentin Paret-Peintre leads home idol Bardet for stage win (Valentin Paret-Peintre precede il suo idolo Bardet per la vittoria di tappa)

The Guardian

Francia

Le chef-d’œuvre de Paret-Peintre (Il capolavoro di Paret-Peintre)

L’Équipe

Spagna

Valentin Paret-Peintre estira el meme de las Van Rysel (Valentin Paret-Peintre amplia il meme di Van Rysel)

AS

Belgio

Cian Uijtdebroeks verliest tiental seconden tegenover concurrenten in zware bergrit, vroege vluchter Valentin Paret-Peintre steekt landgenoot Romain Bardet de loef af (Cian Uijtdebroeks perde dieci secondi contro i concorrenti in una dura tappa di montagna, il primo fuggitivo Valentin Paret-Peintre supera il connazionale Romain Bardet)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Weer klap voor Visma (Altro duro colpo per il Visma)

De Telegraaf

Germania

Geschke nun Zweiter in der Bergwertung – Pogacar hat alles unter Kontrolle (Geschke è ora secondo nella classifica delle montagne: Pogacar ha tutto sotto controllo)

Kicker

USA

Paret-Peintre emulates older brother by winning a Giro d’Italia stage (Paret-Peintre emula il fratello maggiore vincendo una tappa del Giro d’Italia)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez se defendió de los duros ataques y sigue en el podio del Giro de Italia (Daniel Martínez si è difeso dai duri attacchi e resta sul podio del Giro d’Italia)

El Tiempo

Australia

Paret-Peintre follows brother in taking Giro stage win (Paret-Peintre segue il fratello nella vittoria di tappa del Giro)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Bocca di rosa (Fabrizio De Andrè)

METEOGIRO

Foiano di Val Fortore: cielo sereno, 21°C, vento moderato da SO (16-38 Km/h), umidità al 57%
Pietracatella – GPM (Km 48.4): pioggia debole (0.3 mm), 22°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (21-45 Km/h), umidità al 49%
Larino (Km 87.6): nubi sparse, 26°C, vento moderato da S (21-44 Km/h), umidità al 37%
San Salvo Marina – traguardo volante Intergiro (Km 137.9): nubi sparse, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da E (12-35 Km/h), umidità al 51%
Francavilla al Mare: nubi sparse, 23°C (percepiti 24°C), vento moderato da E (10-38 Km/h), umidità al 66%

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Eurosport
12.15: inizio diretta su RaiSport
12.15: partenza da Foiano di Val Fortore
13.30-13.40: GPM di Pietracatella
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.20: traguardo volante Sprint di Casacalenda
15.25-15.50: traguardo volante Intergiro di San Salvo Marina
16.10-16.40: traguardo volante Sprint di Fossacesia Marina (con abbuoni)
16.55-17.30: arrivo a Francavilla al Mare

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “I primi due atleti sono Israel e Alpecin”
De Luca: “Si allarga la telecamera per andare a vedere”
De Luca: “Se il sudafricano riuscirà a rientrare sulle code dei tre fuggitivi”
Genovesi: “Lo uccide a mani nute”
Borgato: “Tiberi è stato subito ricorso”
Televideo RAI: “C’è un gruppetto di 25 corridori che si stacca dal plotone, accumulando quasi 6 minuti di distacco” (era fuggitivi, quindi non si parla di distacco ma di vantaggio)
The Guardian (quotidiano inglese): “Valentin Paret-Peintre leads home idol Bardet for stage win” (da quando Bardet ha la cittadinanza italiana?)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della decima tappa, Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)

1° Rui Oliveira
2° Sebastian Molano s.t.
3° Josef Cerný a 1′55″
4° Simone Consonni s.t.
5° Edward Theuns, s.t.

Miglior italiano Martin Marcellusi 9° a 3′04″

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Fabian Lienhard a 56″
3° David Dekker a 1′58″
4° Phil Bauhaus a 4′24″
5° Tim Merlier a 4′53″

Miglior italiano Davide Cimolai, 13° a 10′23″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

31 MAGGIO 1954 – 10a TAPPA: FIRENZE – CESENATICO (211 Km)

FALLITO ATTACCO DI COPPI A KOBLET SULLA SALITA DI PERTICARA

Le emozionanti vicende della tappa Firenze-Cesenatico del Giro d’Italia – “Se mi capita l’occasione non la mando a nessuno”

Lunga e sfortunata fuga di Fornara raggiunto nel finale e battuto sul traguardo – Vittoria di Giudici seguito da Barozzi – Il gruppo degli assi a ridosso dei primi tre – Classifica generale immutata – Oggi arrivo all’Abetone – Fausto confessa le sue delusioni e le sue speranze

La chiesa di Santa Croce al Monte Calvario di Cusano Mutri illuminata di rosa (www.ilsannioquotidiano.it)

La chiesa di Santa Croce al Monte Calvario di Cusano Mutri illuminata di rosa (www.ilsannioquotidiano.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli

PARET-PEINTRE: PRIMA VITTORIA DA SOGNO A BOCCA DELLA SELVA

Ottenere la prima vittoria in carriera direttamente in un grande giro e per giunta in solitaria in un arrivo in salita deve provocare un’emozione incredibile. Per avere una conferma bisognerebbe rivolgersi a Valentin Paret-Peintre che oggi ha vissuto proprio tale situazione al termine della 9a tappa del Giro d’Italia. Il giovane francese della Decathlon-Ag2r La Mondiale ha battuto i compagni di fuga lungo la salita finale che portava a Bocca della Selva staccando prima Romain Bardet (Team dsm-firmenich-PostNL) e andando poi a raggiungere e lasciare sul posto Jan Tratnik (Visma | Lease a bike) che si era avvantaggiato in precedenza. Quasi no-contest tra i big della generale, se si fa eccezione di qualche scaramuccia negli ultimi km dell’ascesa finale

Dopo il primo giorno di riposo il Giro ripartiva con una tappa, la Pompei-Bocca della Selva, piuttosto corta (appena 142 km) ma resa interessante da un percorso esigente e da un arrivo in salita inedito. Dopo i primi 45 km completamente piatti, la strada iniziava a salire con la breve ascesa di Arpaia (5,6 km al 3,4%) in cima alla quale era posto il primo sprint intermedio di giornata (km 52). Un altro breve tratto pianeggiante anticipava quindi la breve salita, non classificata come gom nonostante le pendenze (3,1 km al 8,3%), che portava la carovana verso Taburno. Dopodichè i corridori erano attesi da una breve discesa e quindi dalla salita di Camposauro (6,1 km al 7,6%) classificata come gpm di 2a categoria e la cui cima era posta a 60 km dall’arrivo. Dopo la conseguente discesa e un breve tratto di fondovalle la strada ricominciava a salire (4,8 km al 6,5%) verso Guardia Sanframondi dove era posto l’intergiro (km 105). A questo punto iniziava un tratto di saliscendi lungo circa 20 km che portava a Cusano Mutri (km 121) dove era posto il terzo sprint di giornata. Poco dopo iniziava la salita finale di Bocca della Selva lunga 18,1 km e cartterizzata da una pendenza media non troppo elevata (5,6%). L’ascesa era divisa sostanzialmente in tre tronconi: il primo tratto (6,2 km circa al 6,2%) terminava a Pietraroja, quindi, dopo una breve contropendenza iniziava la parte centrale (3 km al 5,6%). Infine, dopo una seconda parte in leggera discesa, i corridori erano attesi dal pezzo più duro (6,5 km al 7,2%). Una frazione che sorrideva alle fughe, pur senza escludere l’intervento diretto degli uomini di classifica.

Pronti via e, come nelle previsioni, sono iniziati gli scatti in testa al gruppo. I primi a partire sono stati Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) e Simon Clarke (Israel-Premier Tech) che sono subito riusciti a prendere un paio di centinaia di metri di vantaggio. Dietro di loro, alla spicciolata, si sono susseguiti numerosi altri scatti, ma l’andatura forsennata del gruppo non ha consentito loro di evadere. Dopo 15 km il duo di testa procedeva con appena 15″ di margine su un plotone da cui continuavano i tentativi di contrattacco. Al km 20 sui due battistrada è rinvenuto Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla), bravo a trovare il momento giusto, mentre Stefan De Bod (EF Education-EasyPost), partito poco dopo, è rimasto nella terra di mezzo prima di essere ripreso da un gruppo ancora non rassegnato a mollare la presa. Nei chilometri successivi il gruppo ha continuato ad alternare fasi di andatura elevatissima causate dagli scatti ad altre di completo rilassamento, condizione che ha consentito ai tre battistrada dia aumentare man mano il gap (35″ al km 30; 1′00″ al km 40).

Lungo la salita di Arpaia, Hermans ha perso contatto dagli altri due mentre nel gruppo continuavano ad alternarsi i contrattacchi. Quello buono è però arrivato solo lungo la salita di Bivio Taburno quando si è formato un gruppetto di ben 25 corridori all’inseguimento della coppia di testa formata da Clarke e De Marchi. Il gruppo a questo punto ha desistito e così i contrattaccanti lungo l’ascesa che portava verso il gpm di Camposauro sono riusciti a rientrare finalemente sul duo di testa andando a formare un drappello di ben 27 corridori. Oltre ai già citati De Marchi e Clarke vi erano: Nicola Conci (Alpecin), Simone Velasco (Astana), Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), Maximilian Schachmann (BORA-Hansgrohe), Simon Geschke (Cofidis), Aurélien e Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Juan Esteban Chaves (EF Education-EasyPost), Enzo Paleni (Groupama-FDJ), Tobias Foss (Ineos Grenadiers), Marco Frigo (Israel-Premier Tech), Andrea Bagioli e Juan Pedro López (Lidl-Trek), Will Barta (Movistar Team), Mattia Bais (Polti-Kometa), Julian Alaphilippe e Mauri Vansevenant (Soudal-Quick Step), Romain Bardet, Chris Hamilton e Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich-PostNL), Filippo Zana (Team Jayco-Alula), Jan Tratnik (Visma | Lease a Bike), Domenico Pozzovivo, Luca Covili e Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè). Proprio lungo l’ascesa Clarke, evidentemente stanco dopo aver a lungo lottato per non farsi riprendere dal gruppo, ha mollato la presa, mentre Geschke andava a vincere il gpm alla ricerca di punti validi per la maglia blu.

Lungo la salita di Sanframondi, che conduceva allo sprint valido per l’intergiro, si è staccato Alaphippe, ma anche altri corridori hanno iniziato a mostrare segnali di fatica. Proprio all’intergiro, vinto dal solito Fiorelli, il drappellone di testa ha iniziato a sfaldarsi per via dell’attacco di Jan Tratnik, partito proprio sullo slancio del traguardo intermedio. Al suo inseguimento si sono posti Valentin Paret-Peintre, Frigo, Bagioli e Bardet. Nel frattempo il gruppo procedeva con oltre 5 minuti di ritardo dai battistrada visto il disinteresse mostrato dagli uomini UAE. Davanti invece continuava l’azione solitaria di Tratnik che ha così approcciato in totale solitudine la lunga ma pedalabile salita finale: ai -15 il quartetto inseguitore pagava circa 1 minuto di ritardo, mentre quel che restava del drappello era scivolato a quasi 2′.
Nei primi chilometri di salita Frigo ha perso contattatto dagli altri 3 contrattaccanti, poi diventati 2 ai -13 quando i due francesi sono scattati lasciando sul posto Bagioli. La coppia Bardet – Paret-Peintre ha così iniziato a recuperare man mano su Tratnik che però ai -5 aveva ancora circa 40″ di vantaggio su di loro. Nel gruppo maglia rosa invece, dopo alcuni chilometri in cui avevano fatto l’andatura gli uomini della Ineos, erano arrivati in testa i corridori della Bahrain in supporto ad un Antonio Tiberi sembrato in grande condizione.

L’azione che ha deciso definitivamente la corsa è arrivata di lì a poco, quando (ai -3) Valentin Paret-Peintre ha staccato il suo idolo di gioventù Bardet andando poi a riprendere e staccare anche Tratnik. Lo sloveno è stato poi raggiunto e superato anche da Bardet, con quest’ultimo che non ha però avuto le forze necessarie per avvicinarsi al connazionale ed ex compagno di squadra. Valentin Paret-Peintre è così riuscito a raccogliere la sua prima vittoria da professionista tagliando il traguardo con 29″ su Bardet, 1′01″ su Tratnik, 1′18″ su Bagioli e 1′25″ su un gruppetto regolato dall’altro Paret-Peintre davanti a Geschke, Zana e Pozzovivo. Nel gruppo maglia rosa aveva invece attaccato Tiberi, subito ripreso nientepopodimenoche dalla maglia rosa di Pogacar. I migliori sono così arrivati quasi tutti insieme anche se l’ultima accelerazione di Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale) ha leggermente sgranato il gruppo nel finale, dando vita a qualche piccolo gap tra i migliori.

La classifica resta sostanzialmente invariata: Pogacar guida con 2′40″ su Martínez, 2′58″ su Thomas, 3′39″ su O’Connor, 4′15″ su Uijtdebroeks, 4′27″ su Tiberi.

Domani tappa che potrebbe sorridere nuovamente ad una fuga o, in caso di corsa più calma, alle ruote veloci.

Pierpaolo Gnisci

Valentin Paret-Peintre prima da pro da urlo (fonte: Getty Images)

Valentin Paret-Peintre prima da pro da urlo (fonte: Getty Images)

14-05-2024

maggio 14, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il francese Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si è imposto nella decima tappa, Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva), percorrendo 142 Km in 3h43′50″, alla media di 38.064 Km/h. Ha preceduto di 30″ il connazionale Romain Bardet (Team Dsm-Firmenich PostNL) e di 1′00″ lo sloveno Jan Tratnik (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiano Andrea Bagioli (Lidl – Trek), 4° a 1′17″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia rosa con 2′40″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe) e 2′58″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 6° a 4′27″

4 JOURS DE DUNKERQUE – GRAND PRIX DES HAUTS DE FRANCE

Il belga Milan Fretin (Cofidis) si è imposto nella prima tappa, Dunkerque – Le Touquet-Paris-Plage, percorrendo 173 Km in 4h05′47″, alla media di 42.232 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Paul Hennequin (Nice Métropole Côte d’Azur) e l’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Due italiani in gara: Giacomo Villa (Bingoal WB) 34°, Fausto Masnada (Soudal Quick-Step) 42° (entrambi con il tempo del vincitore). Fretin è il primo leader della classifica con 4″ su Hennequin e 6″ su Bennett. Villa 34° a 10″, Masnada 42° a 10″

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

Il tedesco Meo Amann (Embrace The World) si è imposto nella terza tappa, Mostaganem – Tenes, percorrendo 156 Km in 3h10′25″, alla media di 49.155 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Ayoub Sahiri (Mouloudia Club d’Alger) e di 2″ il canadese William Goodfellow (EuroCyclingTrips – YOELEO). Nessun italiano in gara. Sahiri è il nuovo leader della classifica con 9″ sull’eritreo Meron Teshome Hagos (nazionale eritrea) e 39″ sul connazionale Nassim Saidi (Madar Pro Cycling Team)

DURANGO – DURANGO EMAKUMEEN SARIA (Donne)

La francese Cédrine Kerbaol (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Durango, percorrendo 113 Km in 2h45′56″, alla media di 40.86 Km/h. Ha preceduto di 4″ la connazionale Évita Muzic (FDJ – SUEZ) e di 5″ l’olandese Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies). Miglior italiana Giada Borghesi
(BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo), 7° a 12″.

ARRIVANO LE FORCHE CAUDINE… IN BOCCA ALLA SELVA!!!

Dopo il giorno di riposo trascorso all’ombra del Vesuvio, momento che diversi corridori temono più d’un tappone, il Giro si rimette in marcia con una frazione di montagna apparentemente poco impegnativa. L’ascesa finale verso Bocca della Selva non offre grandi numeri nelle pendenze, ma è lunga quasi 20 Km e presenta variazioni di ritmo indotte da un paio di lunghi spianamenti. Se qualche big non avrà digerito il riposo potrebbe incontrare in questa giornata le sue “forche caudine” e lasciar per strada qualche minuto.

Ci sono valichi – come lo Stelvio e il Mortirolo – i cui nomi sono rimasti nella storia quasi esclusivamente per meriti sportivi; ce ne solo altri non hanno né appeal, né curriculum ciclistico e tra questi ce n’è uno che è riuscito ugualmente a ritagliarsi uno spazio sui libri di storia. È la Stretta di Arpaia, modesta ascesa di 3.2 Km al 4.3% che per i “girini” sarà la prima difficoltà altimetrica della decima tappa e che è più celebre con il toponimo di Forche Caudine, luogo che i libri di storia ci hanno tramandato come la gola dove l’esercito romano, durante la seconda guerra sannitica, subì una delle più celebri sconfitte che si ricordi, al punto che ancora oggi quel termine è sinonimo di cocente umiliazione. E la tappa che vi transiterà potrebbe per davvero rivelarsi una “forca caudina” per qualcuno a causa della sua posizione in calendario, piazzata subito dopo il primo dei due giorni di riposo, momenti che l’UCI ha reso obbligatori dal 2002 ma che per diversi corridori sono indigesti perché spezzano il ritmo di gara che si era consolidato nella prima settimana. Il rischio è di faticare a ricarburare al momento della ripartenza, soprattutto se ci si rimette in viaggio con una tappa a cronometro o una di montagna, proprio come quella che si concluderà in salita a Bocca della Selva. Quest’ultima non è una salita all’apparenza durissima (la pendenza media è del 5,6%), ma misura quasi 20 Km e presenta un andamento a corrente alternata e se qualche corridore non avrà metabolizzato il riposo potrebbe anche perdere diversi minuti, soprattutto al momento d’affrontare i tratti più difficili. E la storia di ciclismo non è avara di episodi di crolli verticali avvenuti proprio in circostanze simili a quella della tappa odierna, che scatterà da Pompei. Lasciata la città celebre non solo per gli scavi ma anche per il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario – uno dei principali d’Italia, costruito a partire dal 1876 su iniziativa del beato Bartolo Longo e grazie alle offerte spontanee dei fedeli – la corsa si snoderà in pianura nei primi 50 Km, scostandosi subito dopo il via dalle pendici del Vesuvio per puntare verso le prime alture dell’Irpinia. In questa fase d’apertura si toccherà Poggiomarino, centro che vanta un’area archeologica di scoperta recente, un villaggio protostorico di capanne rinvenuto nel 2000 presso una discarica e attorno al quale è stato realizzato il Parco Archeo-Fluviale di Longola. Proseguendo la risalita dello stivale italico ci si porterà quindi a Palma Campania, cittadina che merita il soggiorno in occasione del carnevale, che qui non prevede la solita sfilata di carri allegorici ma l’esibizione dei gruppi folcloristici delle “Quadriglie”, eredi di una tradizione che risale al 1600. Attraversata la vicina Nola – antica cittadina conosciuta per la popolare “Festa dei Gigli” e della quale fu vescovo Paolino, il santo ritenuto l’inventore delle campane – il gruppo giungerà a Cimitile, piccolo centro che vanta ben quattro basiliche, inserite in un complesso paleocristiano iniziato nel IV secolo. Transitando ai piedi della montagna che ospita il Santuario di Sant’Angelo a Palombara, fondato in posizione panoramica nell’879, la Corsa Rosa lascerà la provincia di Napoli per passare in quella di Caserta e portarsi ai piedi della salita delle Forche Caudine, superata la quale la strada tornerà pianeggiante per una decina scarsa di chilometri. Transitati da Montesarchio – nel cui castello è possibile ammirare il vaso del “Ratto di Europa”, realizzato nel IV secolo avanti Cristo dal ceramografo Assteas e ritenuto il più bello del mondo – per i “girini” comincerà la seconda salita di giornata. Sono 2800 metri all’8.8%, corrispondenti al tratto iniziale dell’ascesa diretta al Taburno, montagna localmente nota con il soprannome di “Dormiente del Sannio” perché il suo profilo ricorda quello di una donna coricata. Sfiorato il borgo d’origine medioevale di Cautano, nel corso della successiva discesa si punterà in direzione di Vitulano, che il gruppo attraverserà dopo aver iniziato la salita del Camposauro, 6.5 Km al 7.4% scavalcati i quali si planerà su Solopaca, centro noto agli appassionati di enologia per aver dato il nome a ben sette vini e non è un caso che qui si possa visitare il MEG, un museo dedicato all’eno-gastronomia, ospitato nell’antico Palazzo Cutillo.
Attraversato il fiume Calore sull’ottocentesco Ponte Maria Cristina, il cui nome richiama la sovrana che lo inaugurò nel 1835 e che nel 2014 è stata proclamata beata dalla chiesa cattolica, s’imboccherà l’ultimo tratto pianeggiante di questa tappa, giusto 2600 metri tranquilli prima di riprendere l’ascensore e affrontare uno strappo di 1.3 Km al 5.7%, prodomo alla successiva ascesa di 4.8 Km al 4.9% che terminerà alle porte di Guardia Sanframondi: è il centro del beneventano che nel 2021 ha ospitato l’arrivo di una tappa del Giro vinta dal francese Victor Lafay, mentre nel 2003 vi si era conclusa la prima tappa in linea del Giro femminile, conquista dalla lituana Rasa Polikevičiūtė. Seguirà un tratto in quota lungo poco meno di 20 Km nel corso del quale prima si toccherà Cerreto Sannita, luogo di produzione di ceramiche tra il XVII e il XVIII secolo, e poi, superata in galleria le suggestive forre del Triferno, si affronterà uno strappo di 700 metri dal 6% in corrispondenza dell’attraversamento di Cusano Mutri, il comune titolare dell’arrivo di tappa. Subito dopo aver toccato questo centro avrà inizio la lunga ascesa finale, una salita non unitaria perché due tratti intermedi la spezzano in tre tronconi, inficiando il dato della pendenza media. Si comincerà con i 6 Km al 6.8% che condurranno il gruppo a Pietraroja, centro il cui nome è segnalato sui principali libri che trattano di archeologia italiana perché nel 1980 vi fu rinvenuto il fossile del primo dinosauro scoperto nella nostra nazione, un cucciolo che fu “battezzato” con il nome di Ciro. Per un chilometro la strada diventerà perfettamente pianeggiante, poi si attaccherà la seconda balza dell’ascesa finale, più pedalabile della precedente (2.7 Km al 5.9%) e seguita da un ultimo tratto tranquillo, 2 Km nel corso dei quali si perderà anche qualche metro di quota. Infine, quando mancheranno 6 Km all’arrivo si attaccherà la parte più impegnativa dell’ascesa finale, poiché fino al traguardo si dovrà pedalare su di un’inclinazione media del 7.7%, buona per fagocitare le speranze di quei corridori avranno ancora sullo stomaco il giorno di riposo. La Bocca della Selva è pronta a spalancare le sue fauci….

Mauro Facoltosi

Il borgo di Cusano Mutri e l’altimetria della decima tappa (wikipedia)

Il borgo di Cusano Mutri e l’altimetria della decima tappa (wikipedia)

I VALICHI DELLA TAPPA

Forche Caudine (283 metri). Note anche con il nome geografico di Stretta di Arpaia, è la gola che separa il Monte Castello dal Monte Tairano. Valicate dalla Strada Statale 7 “Via Appia” tra Santa Maria a Vico e Arpaia, sono state attraversate spesso dal Giro d’Italia, ma non vi si è mai disputato un traguardo GPM. L’ultimo passaggio risale al 2000, durante la tappa Terracina – Caserta vinta dal mantovano Cristian Moreni.

Bocca della Selva (1393 metri). Vi transita la Strada Provinciale 89 tra Pietraroja e il Lago del Matese. Quotata 1392 metri sulle cartine del Giro 2024, vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, presso la quale la Corsa Rosa nel recente passato ha collocato in due occasioni lo striscione di un GPM di passaggio, mentre l’arrivo di tappa previsto quest’anno sarà una novità assoluta. La prima scalata è avvenuta nel 2016 durante la tappa Ponte – Roccaraso, vinta dal belga Tim Wellens, quando alla Bocca della Selva si salì dal medesimo versante di quest’anno e in vetta transitò per primo il bresciano Alessandro Bisolti. È stato, invece, il belga Kobe Goossens a far suo questo GPM nel 2021, quando si è saliti dal versante opposto: la tappa, disputata tra Foggia e Guardia Sanframondi, terminò con la vittoria in solitaria del francese Victor Lafay.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Oggi il Giro riparte da Pompei, la città universalmente nota per la sua area archeologica, riportata alla luce a partire dal 1748 su iniziativa del re di Napoli Carlo III di Borbone, rimasto impressionato dai ritrovamenti avvenuti qualche anno prima nella vicina Ercolano. Così tornò a mostrarsi all’occhio umano la città romana rimasta sepolta sotto le ceneri del Vesuvio dopo la catastrofica eruzione avvenuta il 24 ottobre del 79 dopo Cristo e anche l’occhio della macchina da presa arriverà a immortalare scorci dell’antica Pompeii, con la doppia i secondo la denominazione adottata in epoca romana. In ordine cronologico il primo regista a scegliere di girare un film tra gli scavi fu il romano Mario Costa, che nel 1955 scese in Campania per le riprese di “Prigionieri del male”, opera che narra le vicende di una giornalista russa atea venuta in Italia per compiere un’inchiesta sul cattolicesimo e che invece finirà per convertirsi. Bisognerà poi aspettare 14 anni per vedere nuovamente una troupe muoversi tra le vestigia dell’antica città perché nel 1969 Pompei sarà s scelta dal regista vicentino Gian Luigi Polidoro per girarvi alcune scene di “Satyricon”, film che fu prodotto contemporaneamente – con tanto di polemiche e querele – a quello omonimo di Federico Fellini, che si vide costretto ad aggiungere il suo cognome al titolo per non confondere gli spettatori: si temeva che questi ultimi avrebbero corso il rischio di andare al cinema per vedere un film storico firmato dal grande cineasta romagnolo e di trovarsi in sala ad assistere a una commedia parodistica con accenni all’erotismo. Nulla impedì alla pellicola del Polidoro di uscire in sala, dove si poté così ammirare alcuni dei più celebri scorcii dell’antica città come la Villa di Giulia Felice e la celebre Villa dei Misteri, i cui affreschi fanno da sfondo alle scene ambientate nella dimora che il liberto arricchito Trimalcione – interpretato dall’indimenticato Ugo Tognazzi – intende lasciare in eredità alla sua cagnetta.

In collaborazione con www.davinotti.com

La protagonista del film si aggira tra le rovine di Pompei in “Prigionieri del male” (www.davinotti.com)

La protagonista del film si aggira tra le rovine di Pompei in “Prigionieri del male” (www.davinotti.com)

La villa di Giulia Felice in “Satyricon” (www.davinotti.com)

La villa di Giulia Felice in “Satyricon” (www.davinotti.com)

Qui potete vedere le altre location dei due film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/non-ti-muovere/50009386

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/stesso-sangue/50002671

FOTOGALLERY

Il Vesuvio sullo sfondo del Foro di Pompei

Poggiomarino, Parco Archeo-Fluviale di Longola

Cimitile, Complesso Basilicale Paleocristiano

San Felice a Cancello, Santuario di Sant’Angelo a Palombara

In salita verso le Forche Caudine

Castello di Montesarchio

Solopaca, Museo Enogastronomico

Solopaca, Ponte Maria Cristina

Cerreto Sannita, Piazza San Martino

Le forre del Triferno alle porte di Cusano Mutri

Pietraroja, Parco Geopaleontologico

Bocca della Selva

13-05-2024

maggio 13, 2024 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Giorno di riposo

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

L’algerino Youcef Reguigui (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Sidi Bel Abbès – Mostaganem, percorrendo 146 Km in 3h17′39″, alla media di 44.321 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Milkias Maekele (nazionale eritrea) e il connazionale Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team). Nessun italiano in gara. Hamza è ancora leader della classifica con lo stesso tempo di Maekele e Reguigui

GIRO D’UNGHERIA, THIBAU NYS VINCE L’EDIZIONE 2024

maggio 13, 2024 by Redazione  
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Thibau Nys, grazie al successo in ben due tappe su cinque, si aggiudica il Giro d’Ungheria 2024. Vittorie di tappa anche per Sam Welsford, Mark Cavendish e Wout Poels. Miglior Italiano Diego Ulissi.

In concomitanza con la prima settimana del Giro d’Italia si è disputato anche il Tour de Hongrie. La corsa ungherese ha preso il via l’otto maggio con la Karcag-Hajdúszoboszló, tappa totalmente pianeggiante e, infatti, la vittoria dell’australiano Sam Welsford (BORA – hansgrohe) è arrivata al termine di una volata a ranghi compatti, nella quale ha avuto la meglio sul giovane Samuel Quaranta (Team MBH Bank Colpack Ballan), figlio dell’ex professionista Ivan, e sul più esperto Jakub Mareczko (Team Corratec – Vini Fantini). Fuori dalla topTen di giornata si è, invece, piazzato Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team). Il vincitore ha così indossato la prima maglia da leader davanti a uno dei protagonisti la fuga di giornata, il ceco Martin Voltr (Pierre Baguette Cycling), e al nostro Quaranta
L’indomani il plotone è stato impegnato nella Tokaj-Kazincbarcika, altra frazione destinata agli sprinter che ha visto il successo di una vecchia volpe delle volate, Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team). L’uomo dell’Isola di Man ha avuto la meglio su Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), Jon Aberasturi (Euskaltel – Euskadi), mentre in chiave italiana i migliori sono stati Moschetti, quinto, ed Elia Viviani (INEOS Grenadiers), sesto. Il successo non è bastato a “Cannonball” per salire in vetta alla generale poichè, anche grazie al fatto che il vincitore del giorno prima non ha partecipato alla volata a causa di un contatto con Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), il “primo della classe” è diventato Voltr, andato in fuga anche oggi a caccia di preziosissimi secondi d’abbuono. Così in classifica il compagno di squadra di Peter Sagan è seguito a 5” dai due vincitori delle prime due tappe.
Il Tour de Hongrie è entrato nel vivo con la tappa che terminava sul Kékes, la montagna più alta della nazione magiara. Il primo arrivo in salita ha messo le ali a Thibau Nys (Lidl – Trek), che ha fatto doppietta prendendosi tappa e maglia. A contrastare il successo del belga in una volata a tre si sono impegnati Diego Ulissi (UAE Team Emirates), secondo, e Emanuel Buchmann (BORA – hansgrohe). Non soddisfatto Nys ha rafforzato la sua leadership anche l’indomani, andando a conquistare la tappa che dalla capitale Budapest conduceva ad Etyek, dove il traguardo era posto in vetta ad un piccolo strappo. Qui, al termine di una volata di gruppo ristretta a 35 elementi, sono saliti sul podio alle spalle del belga due corridori elvetici, Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team). Primo degli italiani, ancora una volta, Diego Ulissi, arrivato a Etyek in ottava posizione. Al termine di questa due giorni sotto il segno di Nys la classifica generale ieri sera vedeva alle spalle del belga Diego Ulissi, staccato di a 14″, ed Emanuel Buchmann a 16″.
L’ultima tappa corsa disputata domenica ha visto il successo del belga Wout Poels (Bahrain – Victorious), che in vetta al muro di Pécs ha regolato un gruppetto di quattro elementi precedendo Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team), Buchmann e Nys, che si è così aggiudicato la classifica finale. Primo degli italiani anche su quest’ultimo traguardo è stato il “solito” Diego Ulissi, sesto a 5″ dal vincitore. Questi seppur pochi secondi di ritardo sono costati cari al toscano, che è sceso dal podio d piazzandosi al 4° posto a 19” dal belga. A precedere il portacolori della UAE Team Emirates si sono, infatti, piazzati in seconda posizione Buchmann, e in terza il vincitore di giornata Poels.

Mario Prato

Nys precede in volata Diego Ulissi sul traguardo della tappa regina del Giro dUngheria 2024 (bringazas.hu)

Nys precede in volata Diego Ulissi sul traguardo della tappa regina del Giro d'Ungheria 2024 (bringazas.hu)

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI NAPOLI

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Giro, Pogacar dà spettacolo anche a Napoli in volata. Poi Kooij beffa Milan

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Narvaeza so ujeli 10 metrov pred ciljno črto, zmagal Olav Kooij (Narvaez è stato catturato a 10 metri dal traguardo, ha vinto Olav Kooij)

Delo

Regno Unito

Kooij makes late break for stage nine victory in Naples (Kooij fa una pausa nel finale per la vittoria della nona tappa a Napoli)

The Guardian

Francia

Premier bouquet pour Kooij sur un Grand Tour (Primo bouquet per Kooij in un Grande Giro)

L’Équipe

Spagna

Diavolo Kooij

AS

Belgio

Narvaez strandt op 20 meter van finish: Nederlander Kooij sprint in extremis naar ritwinst in Giro dankzij Pogacar (Narvaez incagliato a 20 metri dal traguardo: l’olandese Kooij sprinta in extremis per vincere una tappa al Giro grazie a Pogacar)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Olav Kooij pakt met machtige sprint zege in negende etappe van Giro d’Italia (Olav Kooij vince la nona tappa del Giro d’Italia con uno sprint poderoso)

De Telegraaf

Germania

Massensprint am Vesuv: Kooij gibt Favorit Milan das Nachsehen (Volata di massa ai piedi del Vesuvio: Kooij si lascia alle spalle il favorito Milan)

Kicker

USA

Kooij sprints to win 9th stage of Giro d’Italia on grand tour debut. Pogacar keeps overall lead (Kooij scatta per vincere la nona tappa del Giro d’Italia al debutto in un grande giro. Pogacar mantiene la testa della classifica generale)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez y Tadej Pogacar no dan tregua en el Giro de Italia: Kooij ganó el final sensacional de la etapa 9 (Daniel Martínez e Tadej Pogacar non si arrendono al Giro d’Italia: Kooij ha vinto lo sensazionale arrivo della 9a tappa)

El Tiempo

Australia

No joy for Aussie sprinters as Kooij blasts to Giro win (Nessuna gioia per i velocisti australiani mentre Kooij si lancia alla vittoria del Giro)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Simmo ‘e Napule paisà (Roberto Murolo)

METEOGIRO

Pompei : nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (7-22 Km/h), umidità al 61%
Arpaia – traguardo volante Sprint (Km 52.2): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (7-21 Km/h), umidità al 53%
Guardia Sanframondi – traguardo volante Intergiro (Km 104.8): parzialmente nuvoloso, 21°C, vento moderato da O (7-26 Km/h), umidità al 52%
Cusano Mutri – traguardo volante Sprint e inizio salita finale (Km 121.4): pioggia debole (1 mm), 21°C, vento moderato da O (4-26 Km/h), umidità al 59%
Bocca della Selva: parzialmente nuvoloso, 12°C, vento moderato da NO (3-25 Km/h), umidità al 74%

GLI ORARI DEL GIRO

12.45: inizio diretta su Eurosport
13.05: inizio diretta su RaiSport
13.15: partenza da Pompei
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.35: traguardo volante Sprint di Arpaia
15.15-15.30: GPM di Camposauro
15.45-16.10: traguardo volante Intergiro di Guardia Sanframondi
16.10-16.35: traguardo volante Sprint di Cusano Mutri (con abbuoni) e inizio salita finale
17.00-17.30: arrivo a Bocca della Selva

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “E’ la stessa tipologia di costruzione che viene utilizzata per le squadre da calcio” (scarpe)
Petacchi: “Le curve più di tanto non le puoi fare”
De Luca: “Andaro a sbattere contro la moto ripresa”
Rizzato: “Il gruppo si sta molto molto tranquilli”
De Luca: “Rifornifento”
Genovesi: “San Tommaso d’Aquino era umile d’altura”
Rizzato: “Pogacar con la maglia rosa nelle prime dieci posizioni”
Pancani: “Una su tutta la Lidl-Trek”
Petacchi: “Sulla sinistra c’è i pannelli”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della nona tappa, Avezzano – Napoli

1° Jimmy Janssens
2° Jonas Koch s.t.
3° Mikkel Bjerg s.t.
4° Rainer Kepplinger s.t.
5° Phil Bauhaus s.t.

Miglior italiano Edoardo Affini, 14°

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Fabian Lienhard a 53″
3° David Dekker a 1′58″
4° Tim Merlier a 4′50″
5° Phil Bauhaus a 4′59″

Miglior italiano Davide Cimolai, 14° a 10′20″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

30 MAGGIO 1954 – 9a TAPPA: CHIANCIANO TERME – FIRENZE (180 Km)

GLI “ASSI” NON SI IMPEGNANO: PRIMO CORRIERI – A FIRENZE IL GREGARIO DI BARTALI BATTE IL GRUPPO DEI FUGGITIVI

Ancora una tappa incolore al Giro, con molti fischi per i campioni – Sedici corridori irrompono sul traguardo

Coppi multato di diecimila lire per un diverbio con Croci Torti – Oggi il Giro giunge a Cesenatico – Coppi aspetta le tappe in salita

La Fontana del Nettuno di Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

La Fontana del Nettuno di Napoli illuminata di rosa (www.comune.napoli.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo

KOOIJ PRIMA GIOIA AL GIRO. L’OLANDESE BATTE MILAN A NAPOLI DOPO UN FINALE FRIZZANTE

Il giovane Olav Kooij (Visma | Lease a Bike) coglie la sua prima vittoria in un grande giro battendo in volata la maglia ciclamino Jonathan Milan (Lidl-Trek) e Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates) al termine di un finale al cardiopalma. La tappa, a lungo soporifera, si è improvvisamente accesa nel finale grazie alla sequenza di strappi posti negli ultimi 30 km che hanno innescato una serie di attacchi. L’ultimo di questi, quello di Jhonatan Narvaez (Ineos Grenadiers), ha tenuto tutti col fiato sospeso fino a 50 metri dal traguardo, quando l’Ecuadoriano è stato ripreso dal gruppo lanciato in volata da un indomito Tadej Pogacar, oggi messosi al servizio del compagno Molano. Resta ovviamente invariata la classifica generale che vede sempre in testa il fenomeno Sloveno con 2′40″ su Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe) e 2′58″ su Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).

La 9a tappa del Giro d’Italia proponeva una giornata di relativa calma dopo una tre giorni che aveva chiamato in causa i big della classifica generale. La frazione, con partenza da Avezzano e arrivo a Napoli dopo 214 km, presentava un percorso che sorrideva alle ruote veloci lasciando però qualche possibilità agli attaccanti alla luce di un finale altimetricamente movimentato e per giunta tortuoso. Dopo un tratto iniziale in leggera discesa, i corridori erano chiamati a superare un paio di strappi (non complicati) prima di un lungo tratto pianeggiante che accompagnava la corsa agli ultimi 40 km. A questo punto iniziava una sequenza di quattro strappetti che potevano stuzzicare la fantasia di quei corridori intenzionati ad anticipare lo sprint di massa: il Monte di Procida (4,1 km al 3,1%) al km 178, lo strappo di Lucrino (1,1 km al 6,7%) al km 187,5, la salitella di Solfatara di Pozzuoli (2 km al 4,9%) al km 195 ed infine l’ascesa che portava a Posillipo (3,2 km al 4,45) che terminava a 7 km dal traguardo. Da segnalare la non partenza di Alexey Lutsenk (Astana Qazaqstan Team) colpito da faringite.

Contrariamente alle previsioni, la fase iniziale della tappa non è stata caratterizzata da una lotta accesa per entrare nella fuga di giornata. Ad animare l’azione di giornata sono stati infatti solo in due, per giunta compagni di squadra, ovvero Mirco Maestri e Andrea Pietrobon (Polti-Kometa). Al loro inseguimento si è tardivamente lanciato Manuele Tarozzi (VF Group-Bardiani CSF–Faizanè) che però ha dovuto desistere dopo una quindicina di km a bagno maria. Il vantaggio del duo al comando non è mai dilagato, assestandosi a lungo intorno ai 2 minuti, visto il lavoro profuso dagli uomini della Alpecin-Deceuninck, intenzionati a supportare il loro sprinter Kaden Groves. La corsa è così proseguita a lungo senza sussulti, se si fa eccezione di qualche minuto di bagarre improvvisamente scoppiata intorno ai -150, proprio quando gli uomini della formazione belga avevano momentaneamente abbandonato la testa del plotone. In que frangente, mentre il gap dei due fuggitivi era giunti a circa 3′20″), si sono consumanti diversi attacchi in testa al gruppo, ma la lotta non è durata più di una manciata di minuti. E così gli unici motivi di interesse sono stati gli sprint intermedi di Mondragone, vinto da Tim Merlier (Soudal-Quick Step) davanti a Jonathan Milan (Lidl-Trek) e Olav Kooij (Visma | Lease a Bike), e di Giugliano, vinto da Kaden Groves davanti allo stesso Merlier.

La corsa si è accesa, come prevedibile, soltanto lungo la salita di Monte di Procida: l’Alpecin ha affrontato lo strappo ad alta velocìtà facendo staccare diversi velocisti, tra cui Fabio Jakobsen (Team dsm-firmenich-PostNL) e lo stesso Tim Merlier. Nel frattempo Pietrobon e Maestri avevano perso buona parte del loro vantaggio. Sul successivo strappo (-27) è arrivato lo scatto di un generosissimo Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step) a cui hanno reagito Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck), Lewis Askey (Groupama-FDJ) e Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich-PostNL). Il quartetto ha ripreso rapidamente il duo della Polti, andando a formare un sestetto di testa che però non ha guadagnato più di 20″ su quel che restava del gruppo vista la reazione degli uomini della Lidl-Trek. Poco dopo ai 6 battistrada si è aggiunto anche il giovan Ewen Costiou (Arkea-B&B Hotels). Visto che il gap non tendeva ad aumentare, sul terzo strappo Alphilippe ha nuovamente forzato portandosi dietro il solo Costiou. La nuova coppia di testa ha proceduto per qualche chilometro con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo tirato da Lidl-Trek e Alpecin-Deceuninck fino al ricongiungimento avvenuto intorno a -10.

A quel punto mancava solo l’ultimo strappo, quello di Posillipo. Proprio lungo l’ultima asperità di giornata è giunto lo scatto di Jhonatan Narvaez, già vincitore in quel di Torino 8 giorni fa. Alle sue spalle altri corridori hanno provato ad evadere, ma sono stati tutti ripresi dal gruppo abbastanza facilmente. Il corridore della Ineos è invece riuscito a prendere un margine di una dozzina di secondi mantenendolo anche a valle dello strappo, approfittando di un finale abbastanza tortuoso. Ai -2 il campione d’Ecuador aveva ancora 10″ di vantaggio, margine rimasto sostanzilamente inalterato sotto lo striscione dell’ultimo km. In questa fase il plotone era guidato da Jasper Stuyven (Lidl-Trek) con a ruota i compagni Simone Consonni e Jonathan Milan. Quando il fiammingo ha esaurito il suo lavoro, in testa al gruppo è arrivato a tutta Tadej Pogacar, oggi nell’inedito ruolo di gregario del compagno Juan Sebastian Molano. L’azione dello sloveno ha contribuito in maniera decisiva a ridurre il vantaggio di Narvaez, poi ulteriormente diminuito grazie alla successiva trenata di Consonni, dalla cui ruota ai -150 è partito Jonathan Milan. Il friulano è partito sulla destra allungando leggermente la sua traiettoria e favorendo di conseguenza la volata di Olav Kooij che è uscito dalla ruota di Milan, lo ha affiancato e poi superato negli ultimi 30 metri. L’olandese ha così colto il suo primo successo di tappa al Giro, battendo proprio Milan e Molano. Alle loro spalle Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team), Danny Van Poppel (Bora-Hansgrohe), Madis Mihkelis (Intermarchè-Wanty), Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Andrea Vendrme (Decathlon-Ag2r La Mondiale), Davide Ballerini (Astana Qazaqstan Team) e Max Kanter (Astana Qazaqstan Team).

Resta praticamente invariata la classifica generale che vede saldamente in testa Pogacar con 2′40″ su Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe), 2′58″ su Geraint Thomas, 3′39″ su Ben O’Connor (Decathlon-Ag2r La Mondiale) e 4′02″ su Cian Uijtdebroeks (Visma | Lease a Bike).

Domani è in programma il primo giorno di riposo, mentre martedì si ritorna a salire con l’inedito arrivo di Cusano Mutri.

Pierpaolo Gnisci

Kooij prima vittoria al Giro (fonte: Getty Images)

Kooij prima vittoria al Giro (fonte: Getty Images)

12-05-2024

maggio 12, 2024 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’olandese Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nella nona tappa, Avezzano – Napoli, percorrendo 214 Km in 4h44′22″, alla media di 45.153 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Jonathan Milan
(Lidl – Trek) e il colombiano Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates). Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è ancora in maglia rosa con 2′40″ sul colombiano Daniel Felipe Martínez (Bora-Hansgrohe) e 2′58″ sul britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 6° a 4′23″

TOUR DE HONGRIE

L’olandese Wout Poels (Bahrain – Victorious) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Siófok – Pécs, percorrendo 173.2 Km in 3h53′27″, alla media di 44.515 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Damien Howson (Q36.5 Pro Cycling Team) e il tedesco Emanuel Buchmann (BORA – hansgrohe). Miglior italiano Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 6° a 5″. Il belga Thibau Nys (Lidl – Trek) si impone in classifica con 12″ su Buchmann e 18″ su Poels. Miglior italiano Ulissi, 4° a 19″

BOUCLES DE L’AULNE – CHÂTEAULIN

Il francese Axel Zingle (Cofidis) si è imposto nella corsa francese, circuito di Châteaulin, percorrendo 181.1 Km in 4h14′53″, alla media di 42.631 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Alexandre Delettre (St Michel – Mavic – Auber93) e il danese Mads Würtz Schmidt (Israel – Premier Tech). Due italiani in gara: Vincenzo Albanese (Arkéa – B&B Hotels) 9° a 3′43″, Giacomo Villa (Bingoal WB) ritirato

FLÈCHE ARDENNAISE

Il belga Milan Donie (Lotto Dstny Development Team) si è imposto nella corsa belga, circuito di Stavelot, percorrendo 174 Km in 4h32′28″, alla media di 38.317 Km/h. Ha preceduto di 38″ il connazionale Jarno Widar
(Lotto Dstny Development Team) e lo spagnolo Pau Martí (Israel Premier Tech Academy). Miglior italiano Simone Gualdi (Wanty – ReUz – Technord), 15° a 4′39″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

Lo svedese Jakob Söderqvist (Lidl – Trek Future Racing) si è imposto anche nella quinta tappa, circuito di Esch-sur-Alzette, percorrendo 149.5 Km in 3h16′28″, alla media di 45.656 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Tim Torn Teutenberg (Lidl-Trek Future Racing) e l’italiano Matteo Milan (Lidl – Trek Future Racing). L’olandese Pim Ronhaar (Baloise Trek Lions) si impone in classifica con 1′01″ sull’elvetico Lukas Rüegg (Team Vorarlberg) e 1′24″ sull’irlandese Liam O’Brien (Lidl – Trek Future Racing). Miglior italiano Edward Ravasi (Hrinkow Advarics), 16° a 2′31″

TOUR D’ALGÉRIE CYCLISTE

L’algerino Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Orano – Sidi Bel Abbès, percorrendo 124 Km in 3h19′52″, alla media di 43.19 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’eritreo Meron Teshome Hagos (nazionale eritrea) e il mauriziano Christopher Rougier-Lagane (nazionale mauriziana). Nessun italiano in gara. Hamza è il primo leadert della classifica con lo stesso tempo di Teshome Hagos e Lagane

TOUR DE KUMANO (Giappone)

Il giapponese Hayato Okamoto (Aisan Racing Team) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Taiji, percorrendo 104.3 Km in 2h31′43″, alla media di 41.248 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Atsushi Oka (JCL Team UKYO) e l’eritreo Merhawi Kudus (Terengganu Cycling Team). Nessun italiano in gara. Oka si impone con 11″ su Kudus e 14″ sul connazionale Masaki Yamamoto (JCL Team UKYO)

GIRO DEI PAESI BASCHI DONNE

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella terza ed ultima tappa, circuito di San Sebastian, percorrendo 114.9 Km in 3h03′34″, alla media di 37.556 Km/h. Ha preceduto di 44″ le connazionali Thalita de Jong (Lotto Dstny Ladies) e Mischa Bredewold (Team SD Worx – Protime). Miglior italiana Alice Maria Arzuffi (CERATIZIT-WNT Pro Cycling Team), 13° a 44″. La Vollering si impone in classifica con 34″ sulla Bredewold e 52″ sulla francese Juliette Labous (Team Dsm-Firmenich PostNL). Miglior italiana Greta Marturano (Fenix-Deceuninck), 21° a 1′07″

BELGRADO GP WOMAN TOUR

La bielorussa Hanna Tserakh (BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo) si è imposta nella corsa serba. Ha preceduto allo sprint l’olandese Petra Zsankó (RC ARBÖ-ASKÖ Rapso Knittelfeld) e l’italiana Lara Crestanello (BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo)

GRAN PREMIO INDUSTRIE DEL MARMO (Under23)

L’italiano Tommaso Dati (Biesse – Carrera) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Marina di Carrara, percorrendo 174.7 Km in 4h08′52″, alla media di 42.119 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Manuel Oioli
(Q36.5 Continental Team) e Filippo Turconi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè)

NAPOLI CALA ANCORA IL TRIPLETE

Il Giro si appresta a tornare a Napoli per il terzo anno consecutivo con una tappa il cui finale ricalcherà quello della frazione disputata nel 2022. Tra il promontorio di Monte di Procida e quello di Posillipo gli ultimi 40 Km proporranno una successione di basse colline che movimenteranno la corsa ed escluderanno buona parte dei velocisti dalla possibilità di giocarsi la vittoria, mentre parecchie occasioni da non perdere saranno offerte ai finisseur.

Dopo il terzo scudetto conquistato lo scorso anno la città di Napoli è pronta a un altro “triplete” sportivo, stavolta con il Giro d’Italia. Il capoluogo campano, infatti, ospiterà un arrivo della corsa rosa per il terzo anno consecutivo, un evento più unico che raro in tempi moderni, nei quali già si fatica a trovare municipi che vogliano sobbarcarsi l’onere di ospitare l’arrivo di una tappa di un grande giro per due anni di fila (l’unico caso, in tempi recenti, risale al biennio 2021-2022 quando il Tour de France ha fatto scalo a Carcassonne). Stavolta la tappa partenopea avrà un formato diverso rispetto a quello visto negli ultimi due anni perché Napoli ospiterà solamente l’arrivo della frazione, che scatterà dall’Abruzzo e attraverserà il Lazio prima di giungere in Campania, dove si andrà a ricalcare il tratto conclusivo della tappa disputata nel 2022, che prevedeva di ripetere più volte il tortuoso circuito di Monte di Procida. In particolare negli
ultimi 40 Km si dovrà superare una successione di piccole colline che dovrebbe scongiurare un arrivo in volata a gruppo compatto sul tradizionale traguardo di Lungomare Caracciolo, offrendo parecchi spunti ai finisseur, anche se l’ipotesi di uno sprint finale non va del tutto esclusa. Entrerebbero così in giochi quei velocisti che sanno rimanere a galla tra i flutti dei finali più tormentati, corridori del calibro del belga Wout Van Aert, che prenderà parte alla Corsa Rosa per la prima volta in carriera e le cui doti sui percorsi più tormentati sono ben note: in particolare sulle nostre strade andiamo a rimarcare l’affermazione alla Milano-Sanremo nel 2020 e alla Coppa Bernocchi lo scorso anno.
Il raduno di partenza si svolgerà ad Avezzano, la cittadina che ha legato sportivamente il suo nome al ricordo di Vito Taccone, l’indimenticato “Camoscio d’Abruzzo” che al Giro colse le principali affermazioni della sua carriera, come le quattro tappe vinte consecutivamente nel 1963, alle quali aggiunse qualche giorno più tardi l’affermazione nel tappone dolomitico di Moena.
Il tratto iniziale si snoderà in scorrevole discesa sulle strade della Valle Roveto toccandone i principali centri, quasi tutti ricostruiti ex novo nel fondovalle dopo il tremendo terremoto che colpì la Marsica il 13 gennaio del 1915, causa più di trentamila vittime e classificato al quinto posto tra i sismi italiani più forti di tutti i tempi, con una magnitudo di 11 gradi della vecchia Scala Mercalli. All’inizio di questo tratto si transiterà per Civitella Roveto, dove è possibile visitare una pinacoteca d’arte moderna intitolata a Enrico Mattei, l’imprenditore che nel 1953 fondò l’ENI e il cui padre era originario di questo centro. Il passaggio dalla nuova Balsorano, ricostruita ai piedi del colle sui quali si trovano il vecchio centro e il Castello Piccolomini (del quale parleremo più avanti nella rubrica “Ciak si giro”), anticiperà di qualche chilometro l’ingresso in Lazio, che accoglierà la corsa rosa alle porte di Sora, la città natale del grande attore e regista Vittorio De Sica, nel cui centro spicca la Cattedrale di Santa Maria Assunta, innalzata nell’XI secolo nel luogo dove un tempo sorgeva il “Forum Aureum” dell’omonima colonia romana. Attraversata la piana in parte occupata dal Lago di Posta Fibreno, famoso per la sua isola galleggiante di arbusti che può essere spostata con la sola pressione di un piede, si sfiorerà il colle sul quale si erge il Castello di Vicalvi, noto agli appassionati di esoterismo per il fantasma di una cortigiana che, secondo la leggenda, vi uccideva gli amanti ai quali si accompagnava durante le assenze del marito. Poco più avanti si lascerà la solita viabilità per imboccare un lungo tratto – quasi 30 Km – nel quale si percorrerà una strada a scorrimento veloce, superstrada inserita nel percorso per evitare ai “girini” la comunque facile salita del Capo di China e il passaggio dall’antica cittadina volscia di Atina, definita “potente” dal celebre Virgilio, il quale ebbe l’opportunità di ammirare le sue possenti mura poligonali, delle quali oggi rimangono solo alcuni avanzi. Si uscirà da questo scorrevole tratto una volta giunti nella piana di Cassino, dominato dall’altura sulla quale non si trova solamente la celebre abbazia, ma anche la vetusta Rocca Janula, che per secoli fu il cuore militare della cosiddetta “Terra di San Benedetto” e che pure subì pesanti danneggiamenti durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, oggi ricordati da un Monumento alla Pace che fu eretto poco distante dal castello e realizzato dallo scultore Umberto Mastroianni (zio del celebre attore Marcello).
Toccata Pignataro Interamna – il cui toponimo ricorda l’antica colonia romana di Interamna Lirenas, che ebbe notevole importanza per l’esercito romano quale base d’appoggio in occasione della guerra contro i sanniti – s’imboccherà un secondo e più breve tratto di superstrada, con il quale si sguscerà attraverso le alture dei Monti Aurunci percorrendo il viadotto che bypassa il centro di Ausonia, situato su una collina al cui vertice si trova la collegiata di San Michele Arcangelo, al cui interno si possono vedere le are che abbellivano un antico tempo dedicato a Ercole, sulle cui rovine fu innalzata la chiesa. Quando mancheranno poco meno di 100 Km all’arrivo il gruppo giungerà in prossimità delle rive del Mar Tirreno all’altezza dell’area archeologica dell’antica Minturnae, situata lungo l’asse della storica Via Appia e caratterizzata in particolare dalla presenza di un teatro risalente al primo secolo dopo cristo.
Varcando il corso del Garigliano su un viadotto moderno parallelo all’ottocentesco Ponte Real Ferdinando, che fu il primo sospeso a catenaria di ferro realizzato in Italia, la Corsa Rosa entrerà in Campania imboccando la strada che ricalca le rotte dell’antica Via Domitiana, la principale strada consolare costruita su iniziativa dell’imperatore Domiziano per ridurre i tempi di percorrenza tra il porto di Puteoli (l’odierna Pozzuoli) e la capitale, costeggiando per un lungo tratto il Tirreno. Il tratto costiero per il gruppo inizierà alle porte di Mondragone, il principale centro del litorale casertano e nota stazione balneare, molto frequentata grazie all’estensione della sua spiaggia, che costuisce anche l’estremità meridionale del golfo di Gaeta. Ci si discosterà dal mare giusto il tempo di aggirare il non meno celebre centro di Castel Volturno, poi si riprenderà la litoranea per imboccare il rettilineo più lungo di questa tappa, poco meno di 15 Km nel corso del quale si toccherà il Villaggio Coppola, complesso residenziale principalmente conosciuto per le otto “torri” costruite in riva al mare, vero e proprio ecomostro che sarà demolito a “tappe” tra il 2001 e il 2003. La pineta di Castel Volturno, riserva naturale dal 1977, ruberà la scena al mare nell’ultimo tratto del rettilineo, che si snoderà a breve distanza dal lago di Patria, il più esteso della Campania tra quelli costieri. A questo punto il percorso si discosterà leggermente dal mare, seguitando in pianura in direzione del promontorio di Monte di Procida, prima di giungere al quale con un leggero falsopiano ci si porterà alle soglie dell’antica città di Cuma, famosa in particolare per l’Antro della Sibilla, scoperto nel 1932 nelle viscere della collina dell’acropoli e luogo dove risiedeva la sacerdotessa del culto di Apollo. Le sponde del Lago Fusano, sulle cui acque gli architetti Luigi e Carlo Vanvitelli realizzarono alla fine del ‘700 un casino di caccia per i sovrani borbonici, saranno compagne di viaggio del gruppo nell’ultimo tratto pianeggiante di questa tappa, terminato il quale si dovrà affrontare la prima delle cinque salite che caratterizzano il finale, diretta a Monte di Procida, 3.6 Km al 3.2% con i primi 1300 metri al 5.9% e una ripida rampetta finale di 300 metri all’11.5%.
Percorrendo in discesa la spettacolare strada panoramica che offre impareggiabili viste sulle isole dell’arcipelago campano si planerà in riva al Lago Miseno e subito si riprenderà a salire per affrontare un breve strappo che termina proprio sotto il Castello Aragonese di Baia. Seguirà a ruota la salita più dura di questa tappa, 900 metri all’8.5% seguiti dal tuffo verso il Lucrino, l’ultimo dei quattro bacini costieri che punteggiano il finale e le cui acque furono in epoca romana messe in comunicazione tramite un canale navigabile con quelle del retrostante Lago d’Averno, al fine di realizzare un porto interno nel quale riparare le navi durante una battaglia combattuta tra Ottaviano e Sesto Pompeo.
Il passaggio dalla vicina Pozzuoli arriverà in coincidenza con l’inizio della penultima difficoltà altimetrica di giornata, una salita di 2 Km al 4.8% che inizierà presso l’anfiteatro romano dell’antica Puteoli e si concluderà poco distante dalla Solfatara, il più noto tra i 40 crateri dei Campi Flegrei, presso il quale si possono ammirare fumarole e getti di fango bollente. All’inizio della successiva discesa il gruppo entrerà nel vasto territorio municipale della città di Napoli, che riaccoglierà la Corsa Rosa sulle strade della frazione di Agnano, conosciuta per le terme e per il suo ippodromo. Un altro importante impianto sportivo partenopeo è il glorioso Stadio San Paolo, dal 2020 intitolato alla memoria di Maradona, lambito il quale si tornerà a puntare in direzione del mare, dirigendosi verso l’istmo dell’isola di Nisida, dominata dal castello che oggi ospita un carcere minorile. È un altro dei suggestivi scorci offerti dalla corsa campana, al quale anche i “girini” lanceranno una fugata occhiata proprio al momento d’intraprendere la salita verso Posillipo, 3.3 Km al 4.4% seguiti dalla planata planare verso Mergellina e la Riviera di Chiaia, palcoscenico di un’altra recita del Giro in casa Cupiello.

Mauro Facoltosi

Il quartiere napoletano di Posillipo e l’altimetria della nona tappa (www.napolike.it)

Il quartiere napoletano di Posillipo e l’altimetria della nona tappa (www.napolike.it)

CIAK SI GIRO

Sopra la città di Balsorano, presso l’antico borgo distrutto dal terremoto del 1915 e in seguito recuperato, s’erge la possente mole del Castello Piccolomini, innalzato nel XV secolo sulle fondamenta di una precedente struttura medioevale. Il suo nome può dire poco, il suo aspetto certamente no, soprattutto se si è appassionati di cinema perché questo è stato (e lo è ancora) uno dei castelli più sfruttati dalla “settima arte” quale luogo di riprese. Il sito www.davinotti.com, che da anni sta mappando le location utilizzate nella produzione nostrana di pellicole, ha realizzato una serie di “servizi speciali” dedicati alle location più ricorrenti e tra queste c’è, per l’appunto, il castello di Balsorano, che dal 1964 ad oggi è già stato notato in 32 pellicole, quasi tutte ovviamente ambientate in epoca medioevale ma anche l’hard ha effettato qui più di una capatina e in particolare qui ci fu il debutto nel settore di Moana Pozzi. La prima apparizione sul grande schermo del maniero abruzzese porta la data del 27 maggio 1964, quando uscì nei cinema italiani “La cripta e l’incubo”, film horror italo-spagnolo diretto da Camillo Mastrocinque che ebbe come principale protagonista il britannico Christopher Lee, un attore esperto di questo genere di pellicole, ricordato per aver interpretato in parecchie occasioni il ruolo del principe Dracula. Non bisognerà attendere molto per rivedere il castello di Balsorano al cinema, poiché la vigilia di Natale dello stesso anno uscirà un’altra coproduzione italo-spagnola, il film d’avventura “Genoveffa di Brabante”. Seguiranno, come già detto, una buona trentina di film, anche se l’archivio di Davinotti è in progressivo incremento e tale numero potrebbe essere destinato ad aumentare. Manca per esempio il film “Il pataffio” del 2022, pellicola che rammenta la mitica “Armata Brancaleone” di Mario Monicelli (tra gli interpreti c’è Alessandro Gassmann, figlio dell’indimenticato Vittorio, che invece fu il “mattatore” dell’altro film): questa pellicola ha rappresentato il ritorno di una troupe cinematografica al castello, che non prestava il suo volto a una macchina da presa dal 1995, quando lassù Rocco Siffredi, un’altra stella dell’hard, girò un film pornografico con protagonista lo scespiriano Amleto. Per ritrovare, invece, una pellicola più tradizionale bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1984 quando Aristide Massaccesi (un altro che di porno se ne intendeva) ne fece uno dei set del film fantastico “Ator 2 – L’invincibile Orion”, che ha per protagonista un guerriero – interpretato dall’attore statunitense Miles O’Keeffe, conosciuto per aver vestito i panni di Tarzan nel 1981 – la cui missione è quella di salvare la terra dal “nucleo geometrico”, una bomba atomica primitiva.

In collaborazione con www.davinotti.com

La prima apparizione del Castello di Balsorano nel film “La cripta e l’incubo” (www.davinotti.com)

La prima apparizione del Castello di Balsorano nel film “La cripta e l’incubo” (www.davinotti.com)

Il servizio speciale dedicato al castello di Balsorano

https://www.davinotti.com/articoli/il-castello-di-balsorano/160

FOTOGALLERY

Avezzano, Castello Orsini Colonna

Civitella Roveto, Museo Pinacoteca Enrico Mattei

Il Castello di Balsorano visto dal percorso di gara

Sora, Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lago di Posta Fibreno

Castello di Vicalvi

Atina, resti della antiche mura

Cassino, la Rocca Janula vista dalla strada a tornanti per l’abbazia di Montecassino

Ausonia, collegiata di San Michele Arcangelo

Minturno, teatro romano

La spiaggia di Mondragone

Lago di Patria

Lago Fusaro, casina vanvitelliana

Lago Miseno

Baia, Castello Aragonese

Lago Lucrino

Pozzuoli, Anfiteatro Romano

Napoli, Isola di Nisida

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